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ANNO XXVIII

Fasc. I-II-IHI (n

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"PER L'UMBRIA

VoLume: XXVIII

(CON 5 TAVOLE FUORI TESTO)

PERUGIA

TIPOGRAFIA ECONOMICA
VIA XIV SETTEMBRE

BOLLETTINO

DELLA REGIA DEPUTAZIONE

STO
PREFAZIONE

Alla celebrazione del VII° Centenario di S. Francesco
la R.* Deputazione di Storia Patria per Pl Umbria deliberò
di partecipare pubblicando due descrizioni inedite della Basi-
lica di Assisi, opera la prima di Fra Ludovico da Città di
Jastello o da Pietralunga, morto nel 1580, redatta la seconda
nel 1863 da una Commissione Provinciale composta dei
perugini Conte Giovan Battista Rossi-Scotti, Mariano Guar-
dabassi e Luigi Carattoli. Preziosa quella perchè la più antica
e completa monografia del mirabile monumento, alla quale
attinsero più o meno largamente quanti dal settecentista
Angeli al Thode, al Venturi, al Supino e al Kleinsehmidt,
per tacere degli altri, lo fecero oggetto dei loro studi; non
meno importante questa che ci mostra il duplice tempio
francescano qual era quando si presentava ancora con le
modificazioni aggiunte, poche per fortuna, che il '600 ed il '700
vi avevano introdotto e i successivi lavori di restauro e di
ripristino hanno saggiamente rimosso. Sì che meglio corri-
sponde allo stato attuale del monumento quanto ne scrisse
il Frate cinquecentista, che non la Relazione di un sessanta
anni fa.

La lettura del testo di Fra Ludovico è tutt’ altro che
facile e dilettevole; se si pensa all’epoca nella quale egli
scrisse, si resta ingratamente stupiti della rozzezza del redat-

AS S o X
IV

PREFAZIONE

pom tore. Quale scopo si era egli prefisso? Lavorava per sè o
intendeva comporre per i frati del S. Convento che facevano
da guida ai devoti? Noi propendiamo per questa ipotesi e
crediamo che o gli sia mancato il tempo a ridurre in forma
meno grossa la materia da lui messa insieme in questo 1
abbozzo o meglio che si sia sentito impari a tale fatica. Che
non ci fosse in lui il bernoccolo dello scrittore lo dimostra
ad ogni riga, con quel suo periodare sbilenco e affannoso,
eon quelle ripetizioni che vorrebbero essere esplicative e
non riescono invece che a rendere più oscura l’idea, con
gl'idiotismi ed i vocaboli dialettali che infiorano ad ogni
| 7 passo il suo fraseggiare. E evidente del resto la sua limita-
tissima eoltura: ogni qual volta traserive testi latini, semina a |
piene mani svarioni, come chi non riesca a ben comprendere :
| quel che il testo significhi; e questo per un frate è vera-
mente troppo. Il nomignolo di « Filosofo » che gli vediamo
appioppato, non va dunque inteso nel senso proprio della
parola, ma nellaltro a quei tempi assai in uso di strambo, |
lunatico, fantastico.

Eppure Fra Ludovico ha il suo grande merito: l'amore
vivissimo per il Santo Poverello e per la Chiesa la quale
ne custodisce il corpo glorioso, lo ha. spinto a segnare in
carta quanto ai suoi tempi si poteva e sapeva dire intorno
all’ edificio mirabile ed agli artisti che lo arriechirono con
le opere loro. Egli tutto minutamente descrive e con grande
esattezza: altari, tavole, tele, affreschi, intagli, tombe, ser-
ragli e cancelli, pavimenti e reliquie, vetrate e incrostazioni
marmoree e musaici. Che.se noi del xx° secolo desiderassimo
da lui notizie delle minori suppellettili della Basilica, che
dovevano all’epoca sua essere e molte e ricche e bellissime,
invano le cercheremmo nelle sue pagine: il Frate viveva in
un’epoca la quale sapeva produrre ancora dei capolavori

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in tal genere e quegli oggetti, che per noi sono preziosissimi,
erano allora così comuni che nessuno attribuiva loro Paltis-
simo pregio nel quale noi teniamo il poco rimastocene.

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PREFAZIONE M

Di quali fonti il Filosofo si sia servito peri nomi degli
artisti da lui fatti, risulta chiaramente dall opera sua. I suoi
giudizi critici concordano pienamente con quelli del Vasari,
dalle cui « Vite » egli trascrive anche notizie che si riferi-
scono ad artefici che lavorarono in Assisi, ma riguardanti
opere da loro eseguite altrove. Già ebbi occasione molti
anni fa di mettere in rilievo tale concordanza, quando pub-
blicai le pagine di Fra Ludovico intorno a Nicolò da Foligno
ed a Giovanni Spagna. Il Vasari tornò per sua testimonianza
in Assisi nel 1563 e vi ebbe cortesi accoglienze da Dono Doni;
e il Doni è il mentore del Filosofo che spesso ne riferisce
il giudizio su parecchi dipinti e lo riferisce con grande
rispetto e venerazione. Il pittore assisano fu dunque ispira-

tore del Vasari e del Nostro e di qui deriva il completo

accordo tra i due ultimi. E a questo punto deploriamo che
sia andato disperso, vogliamo sperare non per sempre, il
manoscritto che di mano del Doni si conservava nell’ Archivio
della Basilica, ora Comunale di Assisi, il quale si vede citato
anche nelle pagine seicentesche dello stesso codice 148? che
conserva l’autografo di Fra Ludovico qui pubblicato. Nel 1882
esisteva ancora, almeno in parte, se il Fratini potè servir-
sene per la sua storia della Basilica e del Convento; tutto
fa supporre che l’eclettico pittore assisano vi avesse descritto
il grande monumento francescano con maggiore diligenza e
competenza del Filosofo; rintracciare questa preziosa fonte
vasariana sarebbe opera meritevole per qualunque cultore
anche insigne di storia dell’ Arte.

Ma, per tornare al Nostro, se per la parte del suo lavoro
concernente la Basilica, poche sono le notizie di opere d’arte
oggi scomparse (citiamo l’ affresco delP abside inferiore, dato
dal Vasari a Stefano Fiorentino), perchè è altissimo merito
dei PP. Conventuali averla conservata con santa gelosia a
traverso i secoli quale il medio-evo la costrusse e decorò,
prezioso è quanto ci dice degli affreschi in S. Chiara da lui

creduti di Giotto, che rappresentavano complesse 2llegorie
VI PREFAZIONE

francescane, affreschi purtroppo perduti. Sventuratamente la
descrizione del Frate non basta a farcene comprendere i
soggetti, perchè risulta da essa che nè pure il descrittore
riuscì a capirli; noi però li imaginiamo non molto dissimili
da quelli che decorano la crociera dell’ Altar Maggiore della
Basilica Inferiore, egualmente ispirati alla stessa ‘corrente
allegoristica francescana. La bizzarra indole di Fra Ludovico
vi si afferma quando, per meglio riprodurre l’ atteggiamento
di uno dei personaggi rappresentàtivi, dice che tiene le mani
sì come usa alcuna volta parlando frate rafaello da peruscia.

La compilazione del manoscritto del Filosofo si può
con ogni certezza fissare prima del 1575, nel quale anno
morì Dono Doni, lasciando incompiuta la decorazione della
Cappella di S. Stefano nella Basilica Inferiore: il Frate nel
parlarne la ricorda ancora col titolo di S. Ludovico al quale
Paveva dedicata il Cardinale Gentile Partino da Montefiore
fondandola nei primi anni del '300 e non fa menzione alcuna
degli affreschi delP amico suo, che non avrebbe certo dimen-
ticati se, quando scriveva, fossero stati già eseguiti. Non
dimentica infatti quelli che Dono aveva dipinti alla Por-
ziuncola per terminare l’opera lasciatavi incompleta dallo
Spagna, suo maestro.

Che Pammirazione per Parte dei primitivi in pieno
rinascimento non sia stata una prerogativa del biografo
aretino, come. un tempo fu creduto, lo dimostra anche
Fra Ludovico: è vero che descrivendo i monumenti fran-
cescani di Assisi, egli si trovava a dover fare parola quasi
esclusivamente di artisti del '200 e del 300, ma ciò non
diminuisce in lui il merito di aver sentita una sincera com-
mozione davanti alle loro creazioni. E che il suo occhio non

- mancasse di giusto discernimento, lo rileviamo dal giudizio
suo sugli affreschi di Simone Martini nella Cappella di S. Mar-
tino; se ne ignorò il nome delP autore finchè il Fea al prin-
cipio del secolo scorso non riuscì a riconoscerlo; il Filosofo
giudica quelle figure « le più belle di questa chiesa » e sog-

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PREFAZIONE VII

giunge che « questa opera non se asimiglia a quella maniera
di Giotto, ma è molto, bella ». Raimondo Van Marle, nella
sua magistrale monografia su Simone, ha definito il grande
artista senese come il più aristocratico pittore italiano: tale
definizione è più esatta di quella del Frate, ma è anche
posteriore di quasi quattrocent’ anni!

La seconda descrizione è non meno preziosa, quantunque
redatta tre secoli dopo. Prima di tutto è documento del-
l’amore grandissimo che gli Umbri hanno sempre nutrito
per il più prezioso monumento della loro regione; quando
nel 1860 per le leggi di soppressione degli ordini religiosi
non fu risparmiato neanche il Sacro Convento, (e lo storico
di Assisi lamentava che il sepolcro del Poverello fosse lasciato
senza custodia e senza culto) fu nominata dalla Provincia
dell Umbria una Commissione che non solo redigesse una
esatta descrizione della Basilica e del Convento, ma anche
presentasse concrete proposte di lavori di conservazione e
di restauro del Monumento. La scelta dei tre commissari fu
veramente felice. Luigi Carattoli, oltre alla conoscenza gene-
rica dell’ Arte che era per lui una vecchia tradizione di

famiglia, ne aveva una tutta speciale della Basilica di Assisi;

Mariano Guardabassi pittore era anche critico insigne, come
dimostrò più tardi con la pubblicazione del suo prezioso
Indice-Guida dei monumenti pagani e cristiani dell’ Umbria;
Giovan Battista Rossi-Scotti, veneranda figura di gentiluomo
d'una cultura vasta e svariata, era già noto per importanti
lavori storico-artistici. Un vincolo di calda amicizia e di
reciproca stima li legava inoltre ad Antonio Cristofani, che
già stava lavorando alla sua storia di Assisi e fu loro di
grande aiuto nel condurre a termine il delicato e difficile
incarico. Chi leggerà la Relazione, potrà rendersi conto del-
l’accuratezza con la quale il compito fu assolto; i tre non
omisero nulla che si potesse desiderare per la conoscenza
dell’ esatto stato di conservazione di tutte le opere architet- .
toniche, scultorie e pittoriche del Monumento. I lavori di

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VIII PREFAZIONE

consolidamento, di remozione, di restauro e di ripristino
eonsigliati dai Commissari sono stati eseguiti dai tempi loro
ai nostri quasi integralmente, e questo è per loro un titolo
non piccolo di merito, specialmente quando si pensi quanto
siano diversi da quelli di sessant'anni fa i criteri con i quali
si eseguono oggi tali lavori. Veramente può dirsi che i tre
precorsero i tempi con le loro proposte e con i loro consigli,
ispirati al concetto che non tutto quello che epoche succes-
sive hanno aggiunto ad un monumento debba essere tolto
via, se l'aggiunta ha per sè stessa pregio di bellezza e me-
rita quindi ammirazione e rispetto. Mette conto ricordare
a tal proposito che non molti anni dopo vi fu chi nella
Basilica di Assisi, ispirandosi ad un concetto esageratamente
storico, volle procedere a remozioni ardite ed a rifacimenti
arbitrari. Eppure il nome di Giovan Battista Cavalcaselle
sarà sempre ricordato dagli italiani con riconoscente vene-
razione; la sua Storia della Pittura Italiana è una delle solide
basi sulle quali è sorta la moderna scuola italiana di storia
dell’ Arte. Or bene, quando il Cavalcaselle, il quale non era
certo al suo posto allor che gli venne affidato l’incarico di
procedere ai restauri di Assisi, giunse al punto di togliere
dall abside della Basilica Superiore il coro di Domenico da
Sanseverino, i tre commissari unirono pubblicamente le loro
proteste a quelle vivacissime dello storico di Assisi, che per
ragioni polemiche tentò anche di diminuire il Cavalcaselle
come continuatore veramente degno delle tradizioni del
Vasari e del Lanzi. Il tempo ha dato ragione ai nostri e
torto al Cavaleaselle: il coro fu rimesso al suo posto.

I commissari consegnarono tre copie manoscritte della
loro relazione rispettivamente alla Provincia dell’ Umbria,
al Comune di Assisi e al Ministero della Pubblica Istruzione,
corredandole di buon numero di fotografie originali e di
alcune incisioni, i eui rami sono ora presso i Padri del Sacro
Convento di. Assisi. Queste erano state eseguite un trentennio
prima, ma rappresentavano, oltre là pianta della Basilica e

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PREFAZIONE : IX

il portale di quella inferiore, gli interni nelle varie sezioni,
quali si mostravano ancora nel 1863, con le aggiunte cioè
degli altari e cantorie apportatevi dalla fine del '500 alla
metà del ?700. Quando la nostra Deputazione decise di pub-
blicare il lavoro, desumendolo dalla copia rimasta nell’ Ar-
chivio Provinciale, si comprese quanto sarebbe stato giove-

vole agli studiosi riprodurre quelle tavole, .che illustrano.

così esattamente il testo anche in quelle aggiunte le quali
dai posteriori restauri sono state rimosse. Ma la spesa non
lieve e superiore ai mezzi nostri ci avrebbe senza dubbio
impedito di sodisfare il nostro desiderio se non fosse venuto
liberalmente in nostro aiuto il Comm. Guido Manganelli,
Presidente della Deputazione Provinciale dell’ Umbria, il
quale comprese che la Provincia di Perugia avrebbe così
accresciuto le sue benemerenze verso il massimo Tempio
Francescano e contribuito anche in tal modo alle onoranze
centenarie del Poverello, prima gloria delP Umbria. Oltre
la gratitudine degli studiosi si abbia il Comm. Manganelli
anche l’espressione della nostra vivissima per averci procu-
rato il mezzo di arricchire questo volume con le incisioni
le quali, se non hanno pregio artistico, ne offrono uno sto-
rico non comune, ricordandoci l’ aspetto che le due Basiliche
hanno avuto per oltre due secoli.

Nè posso lasciare dimenticata l’opera assidua ed efficace
della Presidenza di questa Deputazione di Storia Patria, e
specialmente del suo illustre Capo il Prof. Comm. Guardabassi,
che in nulla si è risparmiato perchè la pubblicazione si effet-
tuasse nel modo migliore, senza di che non sarebbe stato
possibile che questo volume vedesse la luce.

Il Padre Bonaventura Marinangeli del Sacro Convento
di Assisi si è cortesemente assunto l’incarico di rettificare
e aggiornare con brevi note pubblicate nell’appendice il
contenuto delle due descrizioni; per questo suo utilissimo
lavoro egli merita la nostra lode, che rivolgiamo anche al
Dott. Searamueci, il quale, -oltre ad aver trascritto diligen-

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temente l’autografo di Fra Ludovico, ha redatto anche la
descrizione del Manoscritto 148 della Comunale di Assisi, il
quale ce lo conserva, e l'indice dei nomi contenuti in
entrambe le descrizioni, indispensabile in tal genere di pub-
blicazioni.

E a noi è gradito dare alle stampe questi due impor-
tantissimi documenti francescani quando, per volontà e per
merito del Governo Fascista; il Sacro Convento, dopo più
che sessant'anni, torna ai suoi legittimi proprietari, a quei
Padri Conventuali i quali ne furono per secoli degni e seru-
polosi custodi e soli possono dare sicuro affidamento che la
mole veneranda continuerà sempre dall’ alto del santo colle
di Assisi a irradiare sul mondo gl’ideali purissimi di Cristo
e del Suo più grande Seguace.

G. CRISTOFANI

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| —

MANOSCRITTO N. 148
DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI ASSISI

DESCRIZIONI DELLA BASILICA DI SAN FRANCESCO D' ASSISI. —
Secoli XVI-xVvII; cartaceo di ec. 116, cm. 28,4 X 21, di
cattiva conservazione. :

a) Carte 1-83, ms. del sec. xvii, Appunti d’ anonimo; in gran
parte rifacimento del più antico ms, comprendente le carte
84-116.

L'anonimo si vale, citandole all’ occorrenza, delle seguenti
fonti:

— Archivio del Sacro Convento: libri A (« del Filosofo »),
B, C, G (quest’ultimo è il lavoro di Fra Ludovico da Città di
Castello, di cui vedi appresso).

— Id. Libro dei Rogiti del Convento in Cancelleria, lib. XIV, A.

— Id. Libro « de’ Consegli », XV.

— Rogiti in Cancelleria, attaccati « al cartone San Fran-
cesco Piccolo (?) » (cfr. carta 57 tergo).

— Libro di Mastro Dono (cfr. carta 67 tergo).

Le note del Papini e d’ altri citano le seguenti fonti:

— Libro delle spese del Coro inferiore nei Miscellanei del-
l’ Archivio.

— Vasari.

— Scritture dell’ Archivio.

— Miscellaneo DD nell’ Archivio del Convento.

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XII | MANOSCRITTO N. 148 DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI ASSISI

Le carte 20, 21 e 22, contenenti disegni e copie delle iscri-

zioni' delle sepolture, non sono del detto anonimo, ma certo

del sec. XVII.

— A carte 54-62 vi sono appunti di obblighi ed indulgenze
delle diverse cappelle.

— A carta 13 si fa cenno (sec. xVII) dei restauri eseguiti
dal milanese Giorgio Stampa.

— A carta 65 si osserva (sec. XIX): « Costui scrive qui
secondo l'opinione di que’ tempi, ora 1822 trovata falsa ».

In quanto a notevoli accenni al ms. del sec. xvI in questo
ehe é del secolo successivo, si noti:

— A carta 19: « Delle opre egregie di detto Cardinale
(Egidio) vedi nel libro G, foglio 17: diffusamente é narrato et
potrassi volgarizzare et metter poi et notar in questo libro ».

A cui una nota moderna aggiunge: « Questo foglio 17 manca

nel libro G » ed infatti il foglio mancante era tra i 108-109

nuova cartolazione.

— A carta 34: « La Chiesa Superiore è descritta diffusa-
mente da Fr. Ludovico da Città di Castello nel suo libro G,
foglio 20, 21, 22 »; « li fogli si numerano a piè del foglio ».

b) Carte 84-113, ms. di Fra Ludovico da Città di Castello, detto
il Filosofo (T 1580).

. Conviene leggere il testo da carta 91 (la c. 90 è bianca),
dove comincia l’ originale eartolazione; tuttavia una eartolazione
posteriore cominciava a c. 93. Si trova a c. 93: « Sin qui si è
ragionato della Madonna degli Angeli, delle strade, ecc. E chia-
masi questo libro G »; a cui N. Papini aggiunge: « Manoscritto
di F. Ludovico da Città di Castello, altrimenti Tifernate, detto
il Filosofo, morto in questo Convento di S. Francesco in Assisi
circa il 29 Agosto 1580, come da’ libri da me F. Papini riscon-
trati ».

Tra le carte 91-92 si vedono frammenti di tre carte (Incipit:
Della Portiuncula ; Explicit: Infirmorum corpora signabat) i
quali componevano i fogli con le carte 106, 107, 108; evidente-
mente fu anche del tutto strappato il foglio che comprendeva

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MANOSCRITTO N. 148 DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI ASSISI XIII

le carte originariamente segnate coi numeri 2 e 17, perchè la 109
della nuova cartolazione è segnata 13.
Sono bianche le carte 90, 99 verso e parte del recto, 116,

87 (ma nel recto di questa F. Ludovico $' era proposto di segnare

le misure « de alcuni tempii »; ed il Papini scrisse « Pittori
‘celebri in S. Francesco »), 88, 89.

A c. 86 inni liturgici francescani « Sequentia Divi Francisci »,
« Ad Beatum Franciscum » e « Ad Divum Franciscum »; poi
in prosa latina: « Epilogatio de concordia mortis B. Francisci
ad mortem Christi ».

In fine l'epigrafe di Giotto « Ille ego sum per quem pictura
extincta revixit | Obiit anno salutis 1336. Cives pos. B. M. 1490 »
e i versi danteschi esaltanti Giotto.

Nota in fondo: « Agnelo scultore fece la sepoltura a San Ni-
colò ».

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Essendo morto S. Francesco 1226 a dì - 4- de ottobre
nel giorno del Sabato stette la notte alla mattina; il giorno
venente fu portato dentro alla nella (sic) cità con molto
trihonfo, et fecero la strada per San Damiano per dare sa-
tisfatione alla sua discipula cioè S. Chiara et alle compagne
cioè discipule acciò vedessero et tocasse le sacre piaghe;
poi fu portato dentro alla cità et messo. nella Chiesa di San
Giorgio in una capelletta quale ora è dentro nel monasterio
di Santa Chiara; è di lunghezza quella capelletta circa cu-
biti .... et largha circa.... La cassa dove stava il sacro
corpo se posava sopra certi ferri fabricati sopra in un arco
in mezzo della ditta capelletta ancora ditta di S. Giorgio :
la sopra ditta cassa flueva seaturiva ogni venere sangue,
come visibilmente se pò vedere quotidianamente congelato
et conservato in un cassetino de avori longo quasi mezzo
cubito. Nella ditta cappella gli è la remissione de molti pec-
cati:.nel ditto luoco San Francesco andò alla scola, doppo
la sua conversione fece la sua prima predica, et il suo corpo
se riposò - 4- anni, in sino a tanto che fu facto (sic) la chiesa
dedicata, poi traslatato, in suo honore. La prefata Madonna
deli Angioli posta verso il mezzogiorno nella parte della Europa
nella regione de Italia nella Umbria, regione : 4*- già Ducato
. de Spoleti nella valle spoletana, quasi dir Valle Virginis: è
‘di lunghezza la prefata valle over pianura circa miglia - 25 - et

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2 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

di larghezza circa - 5: o 6- ornata con molte cità, terre, ca-
stelli et ancor ville; i monti molto ameni, colline fertili de
piante de olive, frutti de variate sorte, excepto agrumi, vigne
per l’uso delli habitatori assufitientia; el simile del grano,
cioè frumento racoglie, rigata ancor da fiumi, ornata con
fonti che seaturiscano acque vive fra le pietre in molti luo-
ghi presso a li monti con rivoli per lu uso delli habitatori:
La prefata Madonna delli Angioli [6] collocata presso doi
migli verso il mezzogiorno di lontano da la cità de Assisi
nel piano. Ma la antichissima cità de Assisi [è] posta su uno
alto colle verso lo aparire del sole a man dextra verso il
septentrione: quasi tre miglia di lontano gli é il fiume ditto
Chiascio; a man sinistra gli è il fiume detto Topino, qual
passa per la cità di Fuligno, di lontano da Assisi sette miglia
quasi. A man dextra passato il sopradetto Chiascio gli è il
fiume detto Tevere, qual il suo fonte principia. nelli monti
Apennini verso il septentrione. Di là over sopra al prefato
fiume quasi tre miglia, in una collina di lontano da Asisi
circa - 10 - miglia, gli è posta la antichissima cità de Pe-
ruscia et principale fra le altre di Toschana, edificata come
dice Iustino dagli Achei, dove che poi Ottaviano Augusto
egli vi tenne L. Antonio assediato, con tanta carestia et
fame dentro, quanto se patisse mai, pigliandola finalmente
e rovinandola. Ella fu nondimeno in bre[ve] dal medesimo
Augusto rifatta delle medesime mura et porte che hora ancor
tiene, e ne fu da lui chiamata Perugia Augusta, come si può
per quelle lettere grandi che sono nelle porte de lei scritte
vedere. Questa cità fu septe anni assediata da Goti grave-
mente, li quali finalmente con molte occisioni de suoi cita-
dini la presano et abrusciornola quasi tutta; nella qual guerra
et incendio S. Herculano, episcopo della cità, per la fede de
Christo fu decapitato. 9. Gregorio ne scrive, Da questa cità
hebbono origene Baldo, Angelo et Pietro germani discipuli
de Bartolo da |Sa]ssoferrato, Braccio Fortebracei. Ancora or-
nata de tempii, monasterii de excelsi variate religione de DI S. FRANCESCO IN ASSISI à 3

ciascheduno sexo, hospitali pauperum, assufitentia frater-
nite, un amplissimo palazzo della Signoria, la- fortezza rocca
ditta citadella, fondata da Paulo Tertio pontifice maximo,

con guardie et sentinelle giorno et notte; studio celebe-:

rimo, doi piazze più presto longhe, una ornata con fonte
ornata di grata di ferro molto ampla et portica? quid plura;
ae viridaria optime arboribus consita - eius ager olei, vini,
croci et suavissimorum omni faria fructuum feracissimus
est, in eo Transimenus lacus cum 3 insulis est. optimorum
piscium abundantissimus, ex quo singulis annis pontifici ma-
ximo proventus magni proveniunt; celebris plane locus Fla-
minii romanorum consulis clade et Hanniballis peni victoria.
Dunqua la 4*- regione chiamata dagli antichi Umbria e da’
moderni il ducato di Spoleto, if qual nome di ducato hebbe
dagli Essarchi di Italia.

Verso il mezzogiorno gli è un castel di Peroscia ditto
Torsciano, posto in un monticello presso alla riva del Tevere,
dove se congiongono li tre fiumi insieme il Chiascio, poi il
Topino, avanti dove perde il suo nome presso Canaia terra
et rata li(?) il nome di là in giù chiamato detto Chiascio,
poi se unisce con il Tevere gli è una terra detta Betona,
posta in un colle assai alto: oltra per quella riviera seguita
il castel de Col di Mancio, Limigiano, Castelbono nel piano
Canaia, Bevagnia, Montefalco posto in uno colle dove gli è
il corpo de la Beata Chiara intiero conservato in uno mo-
nasterio di monache del ordine heremitano di Sancto Au-
gustino (1).

(1) Note del Padre Francesco Papini (sec. XVIII-XIX): N: B: In questa
carta F. Lodovico il Filosofo di Città di Castello dà notizia di Assisi,
Perugia, Torsciano etc. Dice che la cassa con S. Francesco dentro stette
sospesa a due arpioni in S. Giorgio.

N: B: Le seguenti tre carte strappate non si capisce cosa conte-
nessero.

Nella carta appresso dice della Loggia della Porziuncula, ove mo-
strasi il S. Velo. Quando ciò scrisse, la gran Chiesa non era terminata.

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4 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Hormai mi pare ora di andare alla cità a visitare li
tempii dove è il sepulero de S. Francesco. Poichè serite
uscito fora del convento et ancora della chiesa overo per la
porta chè posto nelli inclaustri, nello uscire fora a man
dextra gli è la porta principale della Portiuncula: gli è di
sopra una loggia, dove che il giorno del Annunziata in me-
ridie ut plurimum se mostra il Sancto Velo della Vergine
gloriosa matre del Salvatore nostro Iesu Christo, nel quale
fu involto quando nacque, il quale portò il Sig. Thomasso
conte de Manupello Orsino in Terra Sancta et in Francia et
in altre parte seco portava. Poi facto cieco dal voler devino,
relasandelo nel tempio di S. Francesco, subbito tornogli la
luce; chè pien di gaudio et di stupore repieno ritornatosi a la
sua patria lieto et giocondo; medesimamente portò molti altri
tabernacoli de argento bene ornati con reliquii, che sonno col-
locati nella sacristia di S. Francesco dentro alla cità. Questa
è quella chiesa et porta dove se entra il primo giorno de ago-
sto, insino al secondo Vespero gli è la indulgentia plenaria
concessa da Christo et impettrata da S. Francesco 1218. Vide
librum. seriptum declarat totum. Poi partendosi dalla Ma-
donna per andare alla cità overo verso la cità, conviene pi-
liare la stra[da] a mano destra et passare fra le sopraditte
doi fontane, dove che gli è la strada matonata ove[ro] sal-
ciata con pietre cotte overo de pietre de terra cotta, che

Dà notizia del detto Velo etc. Discorre della indulgenza del 2 Agosto
data 1218, dello Spedaletto e di F. Morico Crocifero: e cita le Croniche
(credo del Lisbona) e San Francesco benedisse la città, e di lì fu portato
morto a S, Chiara e Monache in 8. Damiano. Dice della Chiesa di $8.
Pietro, e chiama primo Vescovo S. Vettorino. La Carta che segue, porta
a S. Francesco ete. Comincia a discorrere. della immunità, e che per
300 canne non si. può. erigere Spedale, Oratorio ete. Indi descrive la.
Piazza e dice di F. Elia riguardo alla fabbrica: descrive la Porta della
Chiesa di sotto e l'impegno di Papa Gregorio ix per la Fabbrica e
Descrizione della Chiesa in generale e poi in particolare. DI S. FRANCESCO IN ASSISI 5

, dura sino alla porta overo porte della cità, larga circa cu-
biti - 6- et di lunghezza overo di lontano dalla Madonna et
le porte de la cità quasi doi miglia di distantia over spatio
et quasi deritta; ma circa un 3' miglio presso la cità se
ascende, il resto va piana. Avanti che se comincia ascen-
dere, cirea un trarre di sasso over pietra, a. man sinistra se
trova un casamento che-se chiamava et chiama lo Hospidale
de Parete, dove che gli è una chiesa antica che al tempo
di S. Franeeseo stava frate Morico de l' ordine delli crucifixi,
quale era infermo. S. Francesco andolo a visitare, deliberò,

se guariva, di intrare nella religione sua, cioè de frati me-.

nori. Sie fuit, in conformitate le croniche. Medesimamente in
quello luoco S. Francesco quando se fece portare.........
alla Madonna, ove li compagni lo portorono: se fece possare
lì, et facendosi rivoltare con la faccia verso la cità, parla la
istoria, caligatis occulis sicut Iacob. Medesimamente non po-
teva toccare li piedi in terra per rispetto de piaghe overo
stigmate: sostentato da chi il portava, così volse benedire la
patria dicendole parole tale alzando il braccio: benedicta tu
a domino quia per te multe anime salvabuntur: et in te

multi servi altissimi habitabunt et de te multi eligentur ad -

regnum eternum .: et cus] ditto queste parole, dato la bene-
ditione, quelli chel portavano repigliorono nelli bracci la
ditta sedia andando alla Madonna delli Angioli.

Ancora li al ditto Hospitale gli è una maiestade a l'in-
contro passato la strada, dove è solito. a stare una croce di
legno di misura, in segno de ció che San Francesco quando
il portorono a la cità in San Giorgio, dove adesso gli è il
corpo di S. Chiara, dette la volta li in quello luoco, et an-
dorono a S. Damiano et apersono Ila porta] acciò S. Chiara il
potesse toccare et baciare le Sacrosancte piaghe insieme con
le altre sue sorelle et discipule in Christo. Facto questo,
quelli che avevano la cura di portare il cataletto subito pre-
‘ sero la via verso la cità, et cusì fu portato con ‘molto trionfo
nella chiesa allora ditta San ‘Giorgio: lì andò alla scola, li

Dj

= px x
6 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

fece la prima predica, lì stette - 4- anni fin che se fece la
chiesa-in suo honore.

SIOE S. [Vet]torino: de lì se vede la chiesa quasi da
fundamente destrutta; la sua festa se celebra alli 12 de
giugno.

... detta di San Pietro dove che nello intrare gli è
una piazza over circuito. Avanti la porta della chiesa di San
Pietro, chiesa antica, quale era già chiamata abatia nella
quale habitavano monaci de habito bianco, hora hè in co-
menda et habitano preti circa - 5 - a 6. Dove che nella ditta
chiesa a man sinistra, apresso lo altare magiore, gli 6 al-
quanto in alto da terra un sepulcro de pietra, dove che se
riposano le ossa overo il corpo de san Vetturino qual fu il
primo Vescovo de ditta cità et il primo [che] Santo che fusse
martirizato per Christo in ditta cità nel + 246 - dopo li: anni
della salute.

M.° Iacopo thedesco disegnò il corpo de la chiesa alla
quale diede forma de un - T. et ancora desegnó il magni-
fico convento. In vero si pò dire bellissimo (1).

(1) Questo capoverso, riferentesi all’ architetto della Basilica, è. eviden-
temente fuori posto.

Note di mano del Papini: (Sec. XVIII-XIX): — Quando F. Lodovico
scriveva del Convento e Chiesa di San Pietro in Assisi i Monaci non v' e-
rano ritornati. Vi ritornarono circa il 1607, per opera del Card. Alessandro
Peretti nipote di Sisto v., il quale come Abate Commendatario cedé
loro la Badia con una pensione perpetua di circa 800 - scudi.

Sec. XVII: sin qui si è ragionato della madonna delli Angeli, della
strada per venire alla città; segue la carta dove comincia à descrivere
la chiesa et convento di S. Francesco tanto della chiesa Inferiore come
superiore et delle cose contenute. E chiamasi questo libro & cartulato
da piè per non esserci carta di sopra à notare, et contiene fogli n.° 37,
questa e l'ultima.

Di mano del Papini: Manoscritto di F. Lodovico di Città di Ca-
stello, altrimenti Tifernate, detto il Filosofo, morto in questo Convento
di San Francesco in Assisi cirea il 29 Agosto 1580, come da' libri da
me F. Papini riscontrati, -

DI S8. FRANCESCO. IN. ASSISI

Uscito che serai del ditto tempio, risguarda nella porta
dentro alle mura overo apresso o sopra ......gli è una
strada ch'é saleiata, chi ascende la ditta strada - andarai
deritto sempre sino [a t|anto che tu trovi un [por]tone,
quale è nella geruditione del convento di San Francesco.
xli sono brevi papali che a trecento canne apresso alia chiesa
over convento non. si pò fabricare alcuna cosa; come case,
chiese, scole, palazzi, torre, oratorii et altre simili. Dentro a
quel portone gli è una piaza quasi più longa che larga dove
che intorno, cioè da le bande overo sponde, sonno portici
loggie con colonne de 6 facie, con chiave de ferro con archi
et voltati a eruciere tutte de petra et volte di sopra, a’ tal che
si va coperto di intorno alla ditta piazza et queste al suo
tempo sonno tutte botteghe, che in numero sonno 75 et queste
servano alli mercanti per boteghe il perdono et per san fran-
‘ cesco. Passato che serai la piazza et arivato in capo, a man
sinistra gli è la porta nella facia del convento, quale se en-
tra ne[l] convento, ditta la: porta batitoia overo pichiatoia
overo pichiatora. Nella altra faciata a man dextra, cioè per
mezzo voltando il lato sinistro alla sopraditta porta, gli è la
porta della chiesa cioè tempio.

A man dextra gli é una strada che va per mezo la cità,
quale è a rinpetto del[la] porta del convento. Li da banda,
fra la strada et la chiesa, gli è una scala de fora allo sco-
perto che asscende alla altra piazza, che è avanti la porta
principale della chiesa di sopra, circa gra[dili] circa 50.

Avanti la sopraditta porta di sotto gli [è] un pavimento
‘ de quadri de pietra travisata roscia et bianca a spina pesci,
‘OVero schaccato ‘con una arme nel mezzo del ditto pavi-
mento. Nel ditto loco avanti la porta [un coperto a foggia
de un porticato dorico] son doi pilastre over collonne, che
gli è tirato uno arcone over logia, «con eornige e fregio per
def[en]sione della porta, tutto de pietra ditto travertino. Sopra
li capitelli in nelli triangoli dello edificio gli è una An-
8 DESCRIZIONI. DELLA BASILICA

nuntiata, che (1) di sopra la volta voleva fare una loggia
per mostrare il velo della Madonna quando retornava dalla
Madonna [degli Angeli] quasi infra il vespero et la compieta:
se mostra nel pergolo solito de predicare. Nel ditto arco
o fregio gli sonno parole che dicano così: Frater Franciscus
Sanson generalis minorum fieri fecit : 1487 -

Circa la porta quale sta contro al meridiano, sonno overo
ha doi porte legate in un solo ornamento, opera thedescha -
con molte fantasie et máxime de quelle collonette tonde.
sottile di più de vinti teste l'una et girano a torno li mezi
tondi. Sopra li loro capitelli è, overo sonno, fregi fogliami
bellissimi et cornigioni. Poi delle medesime collonne collonette
come sonno di sotto, a quella guisa a quel modo sonno posate
in su li capitelli, et girano a torno il ‘cimale della ditta
porta; et ancho vi sonno certe sorte di cornige che fanno
il medesimo efecto. Poi intorno al colmo della porta gira
un fogliame come una vite, quale principia apresso li capi-
telli, overo lì a li capitelli della extremità del arco della porta
quale vita [o] fogliame [è] intagliato in tondo: et dal prin-

cipio sine al fine è forato overo vacuo overo vano, qual’ è
in tondo intagliato de pietra roscia quasi facta con gran mani-
factura et dificultà; et in somma penso che a quei tempi non
si [tro]va più bella cosa. V’'è anco un occhio che dà lume in
chiesa fra le ditte porte, et ancora lui facto con. belli intagli
over fantasie di fogliami. Infra le due porte et il ditto occhio
fa un- triangolo nel quale gli è [un] San Francesco di mu-
saico; il suo habito si è in quel modo che a quel tempo lui
usava portare. Nella mano dextra tiene una croce et nella
sinistra tiene un libro, et medesimamente stigmatizato. Hé
oppe[nio]ne de molti che sia ritratto di naturale; la causa è
questa, perchè dicono esser manu overo oper[a de] Cimabù;
et in questa cità et chiesa non è altro musaico in figure
excepto questo.

(1) Il « ehe » si riferisce evidentemente al generale Sansone, di cui sotto, n
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È

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DI S. FRANCESCO IN ASSISI 9

Circa poi le due porte, il vano sonno altissime, cioè de
quattro quadri (1). La causa perchè sonno due porte, le quale
dicano esser fatte per rispetto che, qnando li frati vanno in
processione, sempre portano doi croce excepto che alli morti :
la porta nella colonna fra le due porte, cioè dalla banda
sinistra, gli è un sigillo con reliquie; et ciascheduno chel sa
gli bascia overo il tocca, perchè sta fra una de quelle col-

lonnette.

La porta della chiesa di sopra è facta al medesimo
modo de questa porta della chiesa di sotto, ma molto più
breve lavoro overo magisterio o maestrìa con pochi intagli.
+ ++.++++...Mma solo col medesimo et simile disegno’ et cia-
scheduna porta cioè chiesa. Avanti gli è una piazza cusì me-

.diocra, che sonno al piano di ciascheduna chiesa; et questo

non è cosa da maravigliarse per esser la cità nel monte
over colle, testimonio Dante nella cantica - 11 -: ma fa bene
bel vedere et è assai bella commodità, et vi sonno belle

scale che vanno da Puna et l’altra chiesa, cusì dentro il

convento come di fora; et de più che la chiesa di sotto ha
tutte le sue comodità al suo piano, sicome inclaustri, logie
o portici, fosse, citerne, dormentorii con camere assai comode
di stanze dopie, et-il medesimo over simile si à quella chiesa
di sopra, a tal che se po dire, overo lo homo se po imma-
ginare che siano, sonno doi conventi l’ uno Sopra. allo. altro

Over dell’ altro.

Circa alla intrata descende un gradile overo scalone Loto
poi va a piano doi cruciere over quadri; la causa perchè ha

la sua.intrata da canto nella seconda over principal cru--

ciera, che hè dove ve principia la nave della chiesa; dico
quanto alla sua proportione, questa chiesa di sotto hè facta
a foggia de oratorio bassa et alquanto scura, la state fresca
et la vernata calda, et mai vi se sente fettore, excepto quando
regna il vento aquilonare.

(1) Intendi alte quattro volte la. larghezza,

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10 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Circa alla archititura; se legge che San Francesco lassò
la religione overo 1’ ordine nelle mani de frate Elia vir
magne scientie, qui fuit vir adeo in sapientia et in humana
famosus, ut raros in ea pares in Italia reputaretur equales;
frater iste Elias, qui erat vel fuit socius Saneti Francisci, cum
esset vir magne scientie, statim post mortem beati francisci
et eius obitum gloriosum, tune in italia era[t] quidam magi-

. ster sive architettor nomine Iacobus, partibus ultra montes

oriundus in Tedescaria; dominus Ugolinus qui erat tune et.
fuit primus proteetor istius religionis et titulus cardinalis
hostiensis, simulque cum fratre Helia fecerunt intelligere ma-
gistro Iacobo ut daret designum architecture eeclesie in. ho-
norem beati Francisci, [quam] volebant edifieare sive con-

struere; et sic magister Iacobus dedit dessignum ut est unum

signum thau - T .,
Beatus Franciscus magno venerabatur afectu, frequenti com-
mendabat eloquio, actionum premitebat initiis, et in els quas
dirigebat ex caritate litteralis manu propria subseribebat,
tamquam si.omne ipsius studium foret iuxta propheticum
Ezechiellis dietum ' caput - 9 - signare thau - T - super. frontes
virorum .et mulierum gementium et dolentium ad Christum
lesum veraciter conversorum: etiam in laude ipsius Sancti
Francisci canit Ecclesia crucis signum thau littera [fronte]
francisci scribitur. que varia distinguitur miranda lucis opera:
etiam legitur quod frater Helias supradictus incepit edificare
mire magnitudinis erigere iuxta assisium, in quadam vora-
gine, que eollis inferni dicebatur sive voeabatur, et erat ibi
locus-ubi malifactores puniebantur. Postmodum: a..bone me-
morie Gregorio Papa nono, qui fuit primus protector fra-
truum minorum, ibidem primarium lapidem pro.....tura
ecelesie Beati Francisci iacente Collis Paradisi vocata est: et
ita sie dominus pontifex Gregorius nonus manu propria posuit,
inmisit, collocavit primarium lapidem fundamenti, in quo pos-
suerat quandam crucem auream in loco convenienti, opere
quodam gemmario preciosam, in qua erat de ligno vere crucis

overo croce cioè de sua similitudine quia DI $. FRANCESCO IN ASSISI - i1

domini nostri Iesu Christi, et alia ornamenta preciosisima multa
et varia transmisit: dietamque ecclesiam, quam ab omni iuri-
sdietione inferiorum suorum eximens, auctoritate apostolica
ipsam caput et matrem totius ordinis fratruum minorum con-
"stituit. Et tune supradictus frater Helias pro ista fabrica variis
modis cepit extorquere peccuniam, et ita etiam. quandam
.eoneam marmoream de lapide ante fabricam collocari pre-
cepit, in qua venientes homines proieerent peecuniam pro
ecelesia.

Circa la proportione de questa chiesa, frate Helia sopra-
ditto fece fare solo il eorpo della chiesa, dico de questa di
sotto over di mezzo, alla foggia a punto di quella di sopra.
Doppo frate helia molti anni, vi fu agionto alla detta chiesa
le eapelle de ciascheduna banda o lato over canto.

Circa il muro et principio de fondamenti se po conside-
rare quanto sia grosso, ma quello che se vede sopra a li
fondamenti over fondamento, è di grosezza circa cupiti - 4 - et
quarti - 3 -

Jirea poi il corpo della chiesa, dico il vano, non corre-
sponde la sua altezza, cioè la volta, con la larghezza, dico
senza le capelle overo le navate che sonno da banda, perchè
il vano della sua altezza è basso. Circa la longhezza et lar-
ghezza gli manca doi quadri per esser di giusta missura et
perfecta misura comme intederai qui de sotto. Circa la lon-
ghezza son - 5- quadri perfecti, dico che son tanto per un
verso quanto per l'altro: et ciascheduno quadro è circa cu-
biti - 27 però non computando la tribuna; a tal che viene
ad essere cinque volte longa, dico senza la tribuna, et una
larga. Il 5.° et ultimo quadro presso la tribuna overo choro,
è acompagniato da ciascheduna banda, cioè di là et di qua,
da uno altro quadro, cioè un quadro per banda o canto
della medessima mesura, a tal che viene a essere tre quadri
per traverso et cinque per il longo, cioè computando sempre
il quadro di mezzo. Presso alla tribuna medesimamente ‘da
banda delli tre quadri, cioè a quel filo overo a ‘quel ritto,

ES I E du. AO E. COTES

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Sir E , , PIS

12 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

di là et di qua, sonno doi arconi, cioè un per banda, dove
che sonno fabricate doi bellissime capelle a - 7 - faccie; et
tutte due sonno a una simile missura. Circa poi del pavi-
mento et salciata tutta con. quadri de pietra viva roscia
quasi di lunghezza doi cupiti vel eircha, chi più et chi maneo,
di [la]voro breve: la intrata de questa chiesa di sotto è dife-
rente a quella di sopra, perchè quella di sotto ha la sua intrata
tuta a volta con cordone croce et archi.... verso il meridiano et
quella di sopra la ha verso lo oriente. Gli è questa [è] la
causa perchè questa chiesa di sotto ha un quadro da canto
overo dacanto il primo. Però, intrato che serai della porta,
et disceso un grado, va a piano; il simile è il primo quadro
delli cinque della navata, ma avérti che questo quadro della
prima intrata non è numerato fra li cinque, perchè è da
canto et hè de più. Questo è stato facto per essere la chiesa
edificata in un colle, et li infimo del colle era et è dove hora
he l'altare magiore. Però passato che serai il primo quadro,
entri poi nel primo della nave overo delli cinque sopraditti,
convien rivoltare in su la mano mancha o stancha over si-
nistra; et andandove poi verso lo altare magiore, quale è
posto verso lo occidente nel secondo quadro dei cinque, in
sino a mezza la chiesa over navata, si discende dolcemente:
il resto del corpo della chiesa va a piano, non computando
le. capelle delle sponde, over excepto le capelle che sonno
nelle sponde da ciascheduna parte, perchè se ascende. al-
quanti gradi.

Nel quinto et ultimo quadro, nel mezzo. dico, gli è l’al-
tare cioè la capella di S. Francesco.
. . Vi è anco una altra bella consideratione in questa ‘ica
di sotto: si è fabricata de pietra graniata rossa tutta, a me-
moria 0 per memoria del martirio. In signo de ciò, per
causa che la chiesa, quando solepnizza festa di martiri, usa
custuma paramenti rubei, cioè rosci; del che, a benché S.
Francesco non recevesse il martirio da tiranni mali iudici,
comme Stephano, Laurentio, Pietro et Paulo da Nerone. et DI S. FRANCESCO IN ASSISI i 19

*

altri simili. Et cusì medesimamente ... custuma a confessori
dire over cantare tale parole di quella bella antiphona nel
mattutino, al cantico de Zacharia propheta: O martir desi-
derio, sed tamen recepit stigmata: et tamen se non per mar-
tirium carnis, sed per incendium mentis totum in Christi
Iesu crucifixi et pre... similitudinem transformandum.

Maestro Fuccio Fiorentino + 1229 - fece S. Maria So-
pr Arno et la sepoltura della Regina de Cipri.

Il eampanile de Pisa fu fondato 1174 da Guglielmo et
da Bonoanno: pende sette braccia (1). S SAT

Medesimamente queste doi chiese, de intorno vi sonno
dodeci torrioni cioè 6 - per banda, i quali sonno tondi et cia-
seheduno dentro ha scala a lumaca, quali gradili sonno de
travertino, il resto de pietra graniata roscia. Tutta la gro-
sezza del muro cupiti circa quattro, et il vano. quattro; li
quali torrioni dicono esser stati faeti in honore delli dodeci
apostoli: la eausa perché sonno de pietra rossa, per memoria
de il loro martirio et effusione di sangue per l’amor de
Christo che patirno tanti tormenti: una altra causa perche
eus) de pietra rossa, per memoria della repeeptione et con-
solatione che héboro il giorno della pentecoste in recevere
lo Spirito Santo in lingue di fuoco, nel hora di tertia; poi
forono tanti infiamati di carità che non se curorono de per-
dere il corpo in terra, acciò stesse l'anima bene collocata
in cielo. ——

Medesimamente, circa il resto dello corpo over nave della
chiesa, gli sonno certe cosse [o] pilastri che rispondano in forz
over sporgano, overo pilastri tondi, medesimamente sporgono
nelle capelle, de travertino, opere dorica. Ancora son bassi 3
‘circa una statura de homo, alcuni sì et alcuni no, vel cirea; .

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(1) Notizie desunte dal Vasari. |

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14 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

ove li sonno fondamenti de li - 12 - torrioni; et medesima-
mente gli sonno posati li cordoni [peducci] delle cruciere, le
quale mostrano tre facciette, quasi de spatio circa doi cupiti.

Ancora gli è una altra bella consideratione non meno
manco di questa sopraditta, chè in queste doi chiese, che
sonno de tanta gran machina et altura, non vi se vede niente
di legno, nè manco chiavi di ferro, che faccia alcuno sten-
tamento.

Medesimamente ciascheduna chiesa ha la sua sacristia
commodissima grande assufitientia, et al paro overo al piano
delle chiese overo della sua chiésa, et insomma non habbi.
che fare con Pordine del Vitruvio per esser cusì bella et cusì
bene compartita, et ancor commoda tutto il resto della chiesa.

Intrato che serai nella chiesa, poi rivolta in su la mano
stanca. Presso la prima over. seconda pilastra gli è quel vaso
de porfiro che portò quella Regina de Cipri pieno de oro et
argento; delli quali denari se fabricò la chiesa di sopra. ll
ditto vaso, la profundità sua cupito - 1 - et il vano cupito
uno et quasi un terzo; l' altezza et la grosezza ha la sua pro-
portione, overo gli é proportionato, ma con un piede de
altra pietra, cioè la basa. Poi, andando. verso, l'altare ma-
giore, dove gli è il corpo di S. Francesco, ma in sino a
mezza chiesa si discende over se va dolcemente, poi spiana,
con un pavimento de pietre commesse molto bello et va-
riato de variate fantasie, cioè sonno de pietre roscie et bianche:
vi sonno stelle, rose, sbarre et altre simile. Medessimamente
è quel quadro dalla parte de mezzogiorno con la capella
unitali. Nella tribuna, cioè. nel coro, gli è una rosa con
quattro foglie fatte circolari in tondo, fatti a mandole, cioè
nelli overo in fra li circoli de più sorte de pietre |di] variati
colori, dove che dinota esservi gran manifactura; quale sonno
bene lustre et brunite. La ditta spesa overo opera e elimo-
sina da molti è giudicata che sia della nobil et illustre cas:
degli Ursini, cioè dal Cardinale Napolione, et suo fratello il
Signor Giovanni. | DI S. FRANCESCO IN ASSISI 15

Circa la tribuna, [è] quasi alta quanto over al paro della volta
della Chiesa; ma de lunghezza il suo vano si è circa cubiti - 17 . ;
di larghezzà il vano si è quanto largha la nave della chiesa,
ornata nel mezzo con tre fenestre e con. doi campane. Me-
dessimamente gli è il coro, cioè circa 30 sedie; le superiore
et principale; ma quelle inferiore in tuto son circa 20. Ma
nel mezzo gli 6 un legio, dove se conservano li libri per
celebrare li offitii divini, a sei facie con 6 - figure. A man
sinistra del ditto coro, gli sonno parole che dicano cusi:
* Opus Appollonii de Ripatransone, completum de mense
Aprils 1471 ,,.

Circa. la volta, è facta quadra in cruciera, comme -ó detto
di sopra, et con cordoni che la tramezzano, et ariva.da una
sponda et l'altra. Sì le cruciere et sì li cordoni principiano
overo sonno.fondati in su, over sopra le ditte pilastre, nelle
quale sonno. pente molto variate foggie di partimenti alla
antica. Li campi tutti di azurro et stelle d’oro; le facciate
di là et di qua sonno tutte depente da queli primi maestri
che non mi paiono essere degni de memoria; sicome dirò di
Cimabù et de Giotto suo discipulo: inquit. sicome de Cimabù,
Giotto che a Cimabù la fama tolse, pittor celeberrimus, qui
antiquam pingendi artem nobilissimam reddidit.

Circa le cose nottabile che se ricerca a sapere, over che
conviene e apartiene, devete sapere, al mezzo della ditta en-
trata della chiesa, che viene a essere il capo della chiesa,
voltandosi però con le spalle alla sepultura di S. Francesco,
nella facciata vi è uno assai bello sepulero [m marg.: li fece
M." Fuecio fiorentino: fece ancora S. Maria sopra Arno 1229]
della Regina Eugubea, quale fu cioè era venitiana, quale
era Regina de Cipro, il qual regno è nello hierosolimitano
verso il levante, che si trova quando se va in lerusalem il
detto regno. La quale, essendo vessata da una infirmità, fece
voto, se per le prece di San Francesco fusse overo se lei
guariva, de venire personalmente a visitare la sepoltura et
chiesa di S. Francesco; immaginandosi che cosa lei dovesse

m = 1 { a c LO" 1 e i Y
16 Ls DESCRIZIONI DELLA BASILICA

t || ii portare che fusse necessario et bisogno et ancor atto per la
Ho chiesa ditta, lei se immaginò, et cusì determinó de portare
: | Lm per ellemosina et dare per la fabrica della chiesa over con-
^ ME ili vento doi cento milia ducati, et quel già ditto vaso o
- EN UE sopra ditto vaso di porfido di assai bona grandezza, come ò
m i} È detto di sopra, al quale manca solo il piede; et ora cioè
| adesso serve per pilo della aequa benedetta, et cusi à servito
| | il È : sempre da che fu portato; et per la sua antichità e bellezza
M i | et pregio, è parso di non mutarlo mai; et è cosa amiranda
| \ 4 a ogni risguardante di ingegno.
| | i : : 10 Circa la detta sepoltura, è componimento pur todesco,
1

et con assai figure, quale é de stueco simile al marmo a ve-
EMT derlo, ma non ha lustro, et la umidità là alquanto macu-
| LN s | lato. Le figure sonno queste, cioè quella. regina morta, con
| | i - doi angeli uno per canto, cioè dà capo et alli piedi che fanno
^ (Rae segno di alzare la cortina del letto, et mostrano la ditta re-
| hu qm gina morta. Di sopra a questo, et hé principale figura, gli è
B una madonna con lo figliolo in collo et a sedere. Poi a man
dextra et alquanto più a basso vi è una regina assedere in
su in un leone, et tiene la gamba manca cioè il piede,
sopra il genocchio deritto; il significato non si sa ancora,
overo niente, et lettere alcune non vi sonno scritte: di sotto
poi sonno li 12 apostoli, piccoli, et alti cirea un cubito, tutte
TUE de rilievo; et è munito et ornato con una grata di ferro;
I | E i 7 — ehe nel tempo dello perdono gli stanno li penitentieri con le
A il Li es : bachette in mano. Dominus Ugulinus abbas hic iacet (1).
| Mi o Hora daró ragguaglio cirea lo acrescimento della chiesa.
i i Circa la prima intrata fu acresciuta alPineontro della porta
EL WM c : alquanto più Jonga che quatra [de' proportione de più de un
: quadro, dove sonno le sepurture delli frati]; dove che in capo v'é
una capella de proportione tonda, quale sporgie in fora vèr se- À
EE ptentrione, et è facta con cinque faccie, didicata a Santa Cate- z

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i il | - M (1 Questa iscrizione non appartiene alla tomba descritta.
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DI S. FRANCESCO IN ASSISI 17

rina, la quale fu facta fare dal Cardinale Egidio Cariglio Alber-
nozzo spagnolo. Circa l'ornamento over factura della capella,
in prima gli è un scalone de pietra, dove gli sonno doi tavole
de pietra, longhe circa cupiti.... et alte circa.... di qua et di
là, verso le sponde del muro, quale sonno de preta roscia
granata, cioè mischio, lustrate. Io giudico che siano le più
belle che siano [n] questo luogo: dove che nelle ditte tavole
vi si posa una grata di fero con il suo sportello infra le due
piere over tavole; il pavimento è di quadrotti di pietra. Et
in mezzo gli è la sua sepultura; et nella cupula della ca-
pella, per segno di ciò, a quel deritto gli è il suo capello

‘con bottoni et mappe et altri adornamenti attaccato. Poi gli

è doi gradili per la largura di la capella, dove che in quello

alto gli è l’altare con una tavola, opera di mano di Gio-
vanni Spagnolo, ditto per sopranome lo Spagnia, et che fu
discipulo di Pietro Peruscino. Dove che molti pittori testifi-
cano et dicano, afermano che in questi nostri paesi non
era et non fu il più vago pittore di lui. Però a quei tempi
non dicano che lui fusse de un gran fundamento; ma, quanto
alla vaghezza, universale, perchè sin hora le sue opere ten-
gano il principato per opere delli homini della Umbria.
Sonno quasi della maniera del suo maestro, et anco molto

‘ meglio. Circa delle sue opere, come ò detto, gli n’ è una qui

in San Francesco, in nella sopraditta capella di S. Caterina,
nella quale è una madonna a sedere col suo figliolo, dalli
lati più figure, in fra le altre gli è un San Ludovico Re di
Francia con un libro in mano aperto, par che leggha: la
qual testa è molto bella: medesimamente in una chiesa di
S. Damiano, gli n'é una altra opera piccolina, ma assai bella
opera. In Santa Maria delli Angioli, in quella cappella dove
che morse S. Francesco, vi fece una quantità de frati com-
pagni di S. Francesco, qual sonno de più di mezze figure in
piede, compartito in quadro, perché la cappeletta è partita
in cinque facciate: le qual figure senno ritratte di naturale ;
e che veramente stanno molto bene. Li di fora di questa

U mED ; E. Loy T"

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18 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

capelletta vi è una capella grande, pur della medesima pro-
portione, a sei faccie; la qual deveva dipengere medesima-
mente lui. Ma perchè lui morse, ma poi per spatio di tempo
la depinse M.° Dono Ascisciano, il quale hebbe il principio
della pittura da il sopraditto M.° Giovanni nel tempo della
sua fanciullezza; dove che al presente tempo questo M.° Dono
gli depense parte della vita et morte di S. Francesco in
ditta capella; ancora nel refectorio grande che viene a essere
sotto la infermiaria, gli depense nella faciata de capo un
Crocefixo con li latroni et marie con crucifixori, et altri
pertinentie vi fece che vi si conviene in tal opera. Il sopra-
ditto Spagnia fu chiamato dalli Spolitini, et lo fecero loro
concive, dandoli moglie, et lo accarezzorono, di modo che
lì determinò vivere et morire: a tal che vi-sonno assai delle
sue opere, overo molte ve ne sonno in Folignio, in Todi,
in Narni et molti altri loghi, excepto in Peruscia: la causa,
perchè in Peruscia gli erano de homini che li pareva saperne
quanto lui et non il possevano vedere apresso. De questi
per.... era un Giovanni Colo assai bon Maestro; ancora Menco
de Paris, et alcuni altri; et però si questo Spagnia non vi ma-
ravigliate se lui non ha dornata quella cità di Peruscia delle
sue opere. Et ancora. Rafael dal Borgo fu suo discipulo di ditto
Spagnia. — Circha la proportione della capella già ditta, è
bellissima di muro et de pavimento et de proportione tonda,
cioè con cinque faccie; dove che nel pavimento principiano
certe collonette, cioè intramezzano le ditte faccie, sonno ti-
rate sino al cimale della cupula, con capiteli fogliati et dorati
con belli intagli, con tre finestroni scornigiati, et con bellis-
simi partimenti intagliati alla tedesca, con quelle loro rose,
rosette et fogliami, a tal che fa bel videre, con pietre bianche
et rosse, lustre di fora più che dentro, travisate, overo alla
divisa; et ciascheduna [ha] la sua invitriata con figure, overo
figurate [e] istoriate. Circa le pitture nelle faccie sonno
quadri, dove che sonno «depinte le istorie di S. Caterina vir-
gine et martire del Monte Sinai, opera mediocra; ma solo vi

vro DI 8. FRANCESCO IN ASSISI 19

è nella cupula il più bello azzurro ultra marino, con stelle
d’oro, ornato tutto il resto. Ma nello intrare de ditta ca-
pella a man sinistra, alquanto in alto, nel primo quadro di

- sotto, gli è il retratto overo effigia del Cardinale Egidio, quale
' sta in genochione avanti S. Francesco, con doi altri Santi

apresso, cioè un pontifice in mezzo, per principale, in piedi ;
dove che sonno lettere alli ditti piedi, cusì: S. Clemens. Alla
man dextra, alquanto più basso, gli è il Cardinale in geno-
chione, sopra un tapeto et con le mano gionte, con il guardo
dritto; et il Pontifiee Clemente gli dà la beneditione con la
dextra, et nella sinistra tiene un libro aperto nel. mezzo;
nella prima carta in capo gli sonno lettere che dicano cusì:
« Esto princeps mundi frater noster ». A man dextra del
pontifice gli [è] S. Ildefonsus con la mitria episcopale, con
veste sacerdotale, et con la mano overo nella man dextra
tiene la croce, ma la mano sinistra la extende apresso il
capo del Cardinale, cioè dalla parte derieto, et tocca la
corona de capelli. A man sinistra del Papa gli è un San
Francesco con la man dextra una croce in mano, ma dex-
tende il deto indece verso la faccia del Cardinale, et con
la sinistra o nella sinistra tiene un libro in mano. Il ca-
pello del Cardinale gli [è] posato alli piedi, cioè sotto apresso
li piedi del Pontifice, vestito con veste pontificale, et il
cardinale con il manto roscio et il rocchetto episcopale et
titolo di cardinalato Sabinensis. — Ancora nella ditta ca-
pella nelli fregi gli sonno molti secuti, cioè sue arme, in un
campo d'oro con una sbarra in sguinscio di colore ne-
gro. — Alla ditta capella dette indulgentia Bonifatius 9.",
sicome se contiene in un breve nella sacristia, piombato,
nell’ Archivio: « cupientes igitur ut cappela Sancte Caterine,
sita in ecclesia domus fratrum Ordinis Minorum assisiatis
eongruis honoribus frequenter et etiam conservetur et ut
Christi fideles, eo libentius causa devotionis confluant ad
eamdem cappellam, et ad conservationem ipsius manus prom-
ptas porrigant adiutrices quo-ex hoc ibidem dono coelestis
20

gratie uberius conspexerint ferre fructos de onnipotentis
dei misericordia et beatorum Petri et Pauli apostolorum eius
auctoritate confisi, omnibus vere penitentibus et confessis, qui
in festo dedicationis eiusdem cappelle cappellam ipsam devote
visitaverint annuatim, et ad eius conservationem huiusmodi
nianus porrexerint adiutrices, ut profertur quinque annos et
totidem quadragenas de iniunctis eis penitentiis misericor-
diter relasamus. Volumus autem quod si alis visitantibus
dietam cappellam, vel ad eius conservationem manus pori-
gentibus adiutrices, seu alias inibi pias elemosinas erogan-
tibus aut alias, aliqua alia indulgentia imperpetuum, vel ad
certum tempus nondum elapsum duratura per nos concessa
fuerit, presentes litterae nullius existant roboris vel momenti.
Datum Perusii ij callendas novembris, pontificatus nostri

anno 83°.

Ancora nella ditta chiesa sonno altri particulari indulti,
sì da più Summi Pontifici concessi in questo tempio parti-
eulare; sicome legendo intenderiti qui sotto scritti difusa-

mente.

Ritornato. poi nel corpo overo navata della Chiesa, acciò
sapiate che doppo frate Helia per spacio de molti anni, vi
fu agionto di qua et di là da ciascheduna banda le capelle
de pietra [che] sì dentro et di fora sonno lustre, facte da più
persone particulare; le quale sporgono in fora et in alto
circa - 5 - gradili più del piano della Chiesa. Gli è una porta
da co et una da piè, oltra che ciascheduna habbi la sua
intrata principale davanti, con grata di ferro et con gradili
per ascendere, quali principiano al piano della chiesa et pi-
gliano tutta la grossezza del muro, con uno arcone, qual
quasi se aproxima alli pilastri sopraditti, che sonno alquanto
sporti nella nave. Li ditti arconi sonno tirati in aguzzo, et
ne sonno tre per banda; a tal che gli ne sonno sei, sino al

4° . del magiore altare, cioè principiano et sonno facti nel
2°, 3° et 4° quadro, tutti a una misura et proportione. Et
dove sonno li ditti arconi delle capelle gli erano le fenestre

DESCRIZIONI DELLA BASILICA
DI $8.

FRANCESCO IN ASSISI 21

o finestroni in arcate in tondo; il vano circa - 3 - cubiti di
larghezza della similitudine de quello di mezzo della tribuna.

Circa le cappelle a man dextra sonno de proportione 4°
quadre; ancora se passa [0] se va da P'una in l' altra con molta
comodità. Et fra una et l’altra, che viene a essere derieto
alli sopraditi pilastri, gli è alquanto spatio; chè vi sono COD:
pellette con altari [con] mediocri ornamenti.

Circa imprima a man dextra nel 2° quadro sopraditto
della chiesa, gli sonno doi capelle, una per lato overo banda,
comme dissi; de sopra li arconi correspondenti, et gradili
overo scaloni nel ultimo se posa la ferrata qual quasi ariva
sino a mezzo a l’arco; dove che in quella a man dextra
gli è imprima lo suo altare, con un bello pavimento de
quadri de pietra; et in mezzo, avanti lo altare, gli è la se-
pultura del Cardinale Gentile, con il suo cappello di sopra
ataccato nella volta della capella, quale in vita se dedicò
essere sepelito lì in tal capella over luoco, perchè . lui fece
fare queste doi capelle sopraditte. Quella a man dextra è de-
dicata a San Ludovico episcopo tolosano, sicome se vede a
‘a man sinistra in quella bella finestra cioè invetriata doi
figure, una con la corona et l’altra con la mitria et veste epi-
scopale. Nella ditta invetriata a man destra, nel ultimo quadro,
gli è il retratto ‘et efigia del Cardinale, con la veste et ha-
bito del ordine minore, cioè frate di San Francesco. Più
abasso nella ditta invetriata gli sonno quattro scuti over
arme a un filo, overo a un paro, con un campo giallo, overo
de oro, con più monti uniti in uno, ma nella superiore gli
uno arbore de olivo con li fructi. Il sopradicto cardinale fu
della provincia della Marca, de una terra presso Fermo,
ditta Montefiore, chiamata ancor; fu il nono cardinale della
religione franciscana.

Nella altare della capella di S. Ludovico sopraditto, gli
è una tavoletta in tela, cioè un confalone, opera di Nicolò
da Folignio, qual è stato homo notabile al suo tempo, et
qui ha facte molte opere overo asai, et àncora parono
1-09 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

belle: qual fu prima del Peruscino; al suo tempo non se
usava depengere ad olio, ma con tempera, sicome in sino al
di de hoggi si vede. Quel confalone de ditta capella per prin-
cipale gli è un Christo, col braccio in alto et spalla ingniuda,
in aere dando la maleditione, cireondato da Serafini et doi
angioli per banda: li più presso tengono dardi nelli bracci.
Al lato dextro gli è la Madonna, alquanto più basso,
vestita di bianco, con la corona in testa, la quale par che
racomandi la cità de Assisi; la quale è ritratta di naturale
con la fabrica di S. Francesco; poi dallo lato dextro gli [è]
un San Francesco et S. Chiara, S. Bastiano. Allato sinistro
gli è S. Vetturino episcopo martire, S. Rufino episcopo mar-
tire, et San Rocco. Li doi episcopi furono della cità, et li
corpi sono dentro alla cità, loro avocati. Il ditto Nicolò, in
depingere questi dò Vescovi, ha fatto una cosa assai de ami-
ratione et ancor bella: la quale si è che San Francesco sta
a l’incontro de uno de quei vescovi, li quali sonno vestiti
con veste sacerdotale, la pianeta di S. Vettorino roscia, et
fenge questo drappo roscio reverbera nella tonica di S. Fran-

cesco, il che à fento cusì bene, che par versimile. Credo che

questo confalone la cità il portavano in processione nel tempo
della pesta et altre tribulatione, come guerre, carestie et altri
simili. Beta

Ancora nel domo della cità vi è una tavola assai grande.
con molte figure et da piedi nella predola della tavola gli
‘sonno alcune istorie di Santo Rufino, assai belle, istoriate.

Ancora gli è nella Fraternita di S. Gregorio un Confa-
lone.per portare in proccesione, molto bello. In fra li altri
gli è un Christo alla collonna, et quattro lo flagellono: gli
ne sono doi che se.posano et doi battano; ma li doi che se
posano stanno in belli gesti a quel proposito, et fra li altri
ha fento uno con la bocéa aperta, in modo di pansciare (1),
che fa bellissimo effecto.

(1) Respirare affannosamente.

DID gu PIAZZE PERRIN

DI $. FRANCESCO IN ASSISI 23

Ancora in Vescovato, nella Chiesa ditta S. Maria da Au-

gusto, cioè la Asumpta, una Pietà in una Cappelletta con doi .

angioli, che tengano le torce accese in mano [e] piangano
tanto bene che paiono vivi, et quel piangere mai non ho
visto finger meglio che a custui.

Ancora in Nocera, nel Domo, gli è una altra bella opera
in una tavola di altare.

Ancora in Folignio sonno molte opere delle sue: in fra
le altre gli è in Saneto Nicolò una tavola, che a piedi vi è
una predola con molte istoriette belle; i Fuligniati la mo-

strano et tengano per la più bella cosa che abbiano nella

cità, per esser opera del ditto Nicolò fuligniato. '

AIP incontro della ditta capella di San Ludovico episcopo,
a man sinistra, gli è la cappella dedicata a San Martino epi-
scopo Turoniensis; medesimamente la fece fare il sopraditto
Cardinale Gentile, della proportione de l’altra, excepto il
modello che [è] a sei faccie, con quelle collonnette tirate
sino a la volta, con capittelli dorati, con belli fogliami scul-
piti et intagliamenti, cum pavimento de pietra quadra et
bianca et roscia alla divisa; et con tre finestre di fora scor-

nigiate; et con belli partimenti che sporgono in fora; et si-

mili finestroni intagliati alla thedesca, con quelle loro rose
et rosette et fogliami, a tal che fa bel vedere. Medesi-
mamente dalla banda di fora gli sonno quelli belli quadri
de pietre lustrate, una bianca et l’altra roscia, con quelle
belle mensole di marmo, dove se posano le cornige et or-
namenti del tetto: quelle pietre tanto ben commesse che
non pare opera humana, ma piü presto divina, tanto dico
di dentro quanto di fora. Medesimamente nella finestra o
finestro gli sonno figure de vetro assai belle, di naturale,
ornate con quelli belli fregi et fogliami; et maxime quella
di mezzo; a piedi, nel ultimo quadro, gli é il cardinale,
ritratto di naturale, in genochione, in habito di frati mi-

x

nori di San Francesco: et avanti gli è S. Martino episcopo,

. che li dà la beneditione. La capella [è] depinta: circa la pittura

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24 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

et opera de chi sia, non gli è memoria, et queste sonno le
più belle figure di questa chiesa. Aleune hanno alquanto della
maniera di Giotto, cioè quelle del arco, cioè sotto nel volto,
dove gli sonno certi quadri con figure de Sancti, et a li piedi
con. loro nomi. Ma dentro nella cappella gli sonno molti
quadri istoriati, la vita di S. Martino episcopo, con miracoli;
et questa opera non se asimiglia a quella maniera di Giotto,
ma è molto bella. Dentro la cappella sopra dello arcone,.
cioè nel colmo over aguzzo, gli è la effigie del cardinale Gen-
tile. in questo modo: [Sec. XIX pr.: Pittore credesi Puccio
Capanna].

— Iste sunt indulgentie, que sunt in loco in Ecclesia Saneti
Francisci de Assisio per anni cireulum con [cesse per uni]versos
Summos Pontifices, imprimis: Papa d.ns Gregorius : 9 - qui
fuit primus protector ordinis. fratrum -minorum, et misit
primum lapidem fundamenti pro- structura huius ecclesie
Sancti Francisci de Assisio: quam ab omni iurisdictione in-
feriorum suorum eximens, autoritate apostolica ipsa caput
et matrem totius ordinis fratrum minorum instituit, qui
antea collis inferni dicebatur, et erat locus ubi malefactores
puniebantur; et supradietus Gregorius nonus Collis Paradisi
vocta est (sic): concessit indulgentiam xL° dierum benefa-
cientibus operi ecclesie Saneti Francisci. Datum Reate, 3° cal-
lendas Maij. pontificatus sui anno 2°.

Il prefato papa fu creato over electo pontifice nel 1234 -,
et il Cardinale Egidio fu mandato in Italia la prima volta
vecepapa, cioè monarcha da Clemente 6°, qual fu electo pon-
tifice nel 1342. Il prefato cardinale passò de-questa vita 1366.
Qui denota che prima gli era la capella di Sancta Caterina,.
ma venendo il Cardinale Egidio Cariglio Albernozi arago-
nense, la ampliò et crevve. assai, cioè un quadro senza
la Basillica, sicome al dì de oggi pienamente se vede la fine
et gionta. Et vidde il prefato Cardinale il corpo di S. Fran-
cesco; dipoi lassò over dette al Convento cento milia ducati,
et fece herede delle sue spoglie, simile tapeti et argentarie,
uit wee iii

DI S. FRANCESCO IN ASSISI 25

Presso a questa cappella, gli è una altra capella a sei

faccie, con. grata di ferro, dedicata a Saneto Antonio, de-

pinta con quadri delle sue istorie; di qua et di là da l’altare
gli sonno doi sepuleri con fegure relevate, cioè padre et il
figliolo, qual fu Duca di Spoleti, cioè della Valle Spoletana,
qual se dimandava Blasio Fernando ispano, quale era della
casa del prefato cardinale. — A man sinistra gli [è] la porta

—del Cimiterio, dove gli sonno quattro portici over inclaustri

voltati; et de sopra sonno al tetto della medesima misura,
dove che se conservano corpi intieri, et ossa gran quantità;
gli è uua scala con alcuni gradili de pietra per potere an-
dare a vedere la facciata delle chiese verso la selva, qual è
posta dalla parte septentrionale. Medesimamente se vedono
quelli contraforti inarcati et congionti alli torrioni; che chia-
scheduno ha un trombone o canna de rame conlegato di
fora al torrione per pigliare l’acqua che passa per il canale
che è intorno al muro presso al tetto della chiesa.

i Et questo è stato una potissinia eausa acciochè l’acqua
non cadesse, che seria in detrimento alle capelle che sonno
nella chiesa di sotto, et alle invitriate, quale sonno di costo
circa 100 milia scudi.

Ritornato che serai nel corpo della chiesa, voltando le
spalle alla Regina de Cipri, et andando verso allo altare ma-
giore, nel secondo quadro gli sonno da li lati a man dextra
et a man sinistra doi capelle, una intitulata over dedicata a
San Ludovico episcopo, et quella a man sinistra a San Mar-
tino. Circa della loro proportione, quanto a quella a man
dextra nella sponda facciata, in fra un pilastro allo altro, gli
è uno arcone tirato in aguzzo, presso alla volta, è di larghezza
cupiti circa 10 et quarti :3.; dove se ascende circa - 5

gradili o sealoni, longhi quanto l'arco: nel’ultimo gli è una

grata di ferro, con suo sportello del medemo disegno. Questa
capella é de proportione quadra, di vano cupiti circa .... con
un fenestrone con una bellissima invetriata, con molte figure
et rose et rosette, con cornige di fora, qual [è] opera the-


LEALE

rn

port 260: DESCRIZIONI DELLA BASILICA

desca: dentro [è «n] ornamento bello et uno altare tutto de

i pietra scornigiata, con il posamento, et gli è quel quadro

de Nieoló da Folignio.

Avanti lo detto o prefato altare, nel pavimento, gli è se-
polto il Reverendissimo Monsignore Cardinale Gentile, qual
fu de Montefiore della Marca anconitana, presso alla cità di
Fermo situato. Fu ancora excellente Maestro in theologia,
poi da Bonifatio Papa 8° fu electo presbitero cardinale, 1300,
titulo di Saneto Martino in Montibus.

Dove che, nella prefata capella di San. Ludovico gli sta
sopra alla sepoltura suspeso il suo cappello: questo fu il nono
cardinale nella religione franciscana; il primo fu San Bona-
ventura. Nella invetriata gli è il suo retratto, et gli sonno
seuti overo arme et insegnie con monti in capazal (1). Idem
supradietus d.ns Gregorius nonus concessit unum annum de
indulgentia in translatione Beati Francisci, usque ad oc-
tavam diem. Datum Laterani 17 - Kal - Iunii, Pontificatus sui
anno 4, — D.ns Innocentius, 4. in festivitate S. Francisci
ac usque ad - 15 - dies eandem immediate sequentes, annis
singulis unum annum et XL.' dies concessit de indulgentia.
Datum Perusii, idus Februarii, pontificatus sui anno 9°. -

Item, idem Innocentius concedit in festo Santi Francisci
et in octo diebus sequentibus, annis singulis, omnibus qui

‘Eeclesiam eius visitaverint venerabiliter et ibidem manum

porrexerint pietatis, unum annum et xL' dies. Datum Assisii
3 - idus Iunij, pontificatus sui anno decimo.

Item Innocentius maximus pontifex quartüs universis
Christi fidelibus omnibus vere penitentibus et confessis, qui
eandem Ecclesiam divi Francisci de Assisio in anniversario
dedieationis ipsius et 15." diebus sequentibus, annis singulis
venerabiliter visitaverint, et ibidem manum porrexerint pie-
tatis, duos annos et octaginta dies de inniunctis sibi peni-

(1) Forma derivata dallo spagnuolo « cabeza », significante « capo, estre-
mità, cima ».

IO TNPSRZ TIS TUE cr rerit yp oae ^ POTTER NZ ZII PANZA OSEE OU ^

DI 8. FRANCESCO IN ASSISI 27

tentiis misericorditer relaxamus. Datum Assisii, 3° idus Iunii
Pontificatus anno suo decimo.

Item etiam adiunxit idem Innocentius, omnibus qui ec-
clesiam Beati Francisci de Assisio in anniversario dedicationis
ipsius, videlicet a prima dominica ante festum Asumpsionis Do-
mini, (sc) usque ad sequentes octava pentecostes illi proximas,
eausa devotionis aceesserint annuatim duos alios annos et
octaginta dies de indulgentia. Datum Anagnie, 7^. Idus Au-

gusti, pontificatus sui anno duodecimo.

. Clemens 4." omnibus qui ecclesiam divi Francisci de
Assisio, in eiusdem Sancti festo, et usque ad octo dies se-
quentes, devote ac venerabiliter visitaverint annuatim. con-
cedit unum annum et xL dies de indulgentia. Datum Perusii,
quinto Idus Octobris, pontifieatus sui anno primo.

Nicolaus 4." asculanus, qui fuit frater minor, omnibus qui
ad eandem ecclesiam in die festivitatis divi Francisci et
septem diebus inmediate sequentibus, causa devotionis acces-
serint annuatim concedit tres annos et totidem quadragenas
de indulgentia. Datum Reate, quinto Kl. octobris, pontifi-

'eatus sui anno primo.

Item, idem D.ns Nicolaus, omnibus qui ad predictam Ec-
clesiam Saneti Francisci de Assisio diebus singulis, causa de-
votionis accesserint, concedit unum annum et XL' dies de
indulgentia; datum Rome, apud Sanetam Mariam Maiorem,
pontifieatus sui anno secundo.

Item, idem Nicolaus, omnibus vere penitentibus et con-
fessis, qui-ad eandem Ecclesiam predictam divi Francisci de
Asisio, diebus singulis causa devotionis acceserint, concedit
unum annum et xL° dies de indulgentia. Datum Rome, apud
Sanetam Mariam Maiorem, 4? nonas. Maij, pontifieatus sui
anno secundo.

Item, idem d.ns Nicolaus omnibus vere penitentibus et

confessis, qui Ecclesiam predictam Sancti Francisci de Assisio

in Pentecostem etiam Nativitatis, Annuntiationis, Purifica-
tionis et Asumptionis Beate. Marie Virginis, Translationis
28 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Sancti Francisci ac Saneti Antonii festivitatibus, et per octo
dies festivitates ipsas immediate sequentes, nec non in anni-
versario die dedicationis ipsius Ecclesie, devote visitaverint
annuatim concedit unum annum et Xr" dies de indulgentia.
Datum apud Urbem Veterem, Idus Iunii, Pontificatus sui
anno 4°.

Alexander 4.", omnibus qui vere penitentibus et confessis,
Eeclesiam divi. Francisci de Assisio in festo Sancti Sta-
.nyzlai episcopi et martiris et infra octavas eiusdem annuatim
venerabiliter visitaverint concedit centum dies de Indulgentia.
Datum Laterani, 7° Kl. Februarii, pontifieatus sui anno se-
eundo.

Retro, ubi sunt alie plures. — D.ns Bonifatius 8." omnibus
qui ad eandem Ecclesiam Santi Francisci de Assisio, et in
ipsius festo predicti, et per septem dies festivitatem ipsam
inmediate sequentes, causa devotionis accesserint annuatim,
concedit unum et xr" dies de indulgentia. Datum Rome, apud
Sanetum Petrum, decimo secundo KI. Februarii, pontificatus
sui anno primo.

Idem Bonifatius omnibus vere penitentibus et confessis,
qui Eeclesiam ipsam Beati Francisci de Assisio diebus singulis
causa devotionis. venerabiliter visitaverint, concedit centum
dies de indulgentia. Datum Rome, apud Sanetum Petrum,
decimo secundo Kl. Februarii, Pontificatus anno suo primo.

Omnium predictarum indulgentiarum previlegia sunt in
Archivio Sacristie Conventus Saneti Francisci Assisii, et omnia
privilegia. continent quod dantur predicte indulgentie vere pe-
nitentibus et confessis. ;

La carta 7 della originale cartolazione, è quasi totalmente in
bianco, o | "

S. Martino
.in prima gli è un ciborio sopra quattro collonne, opera
tedescha, et quattro cibori alli canti sopra alle collonne. Dentro,
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 29

S. Martino con la mitria et vestimenti sacerdotale, nella si-
nistra mano la ceroccia, et con la dextra piglia la sinistra
mano del Cardinale che sta in genochioni overo genuflexo,
vestito da cardinale, et tiene la mano dextra presso la gola,
cioè al petto.
Ancora nella ditta capella, nel tempo del perdono, ci
è la indulgentia della Portiuncula, overo della Madonna delli
Angioli: se mostrano li reliqui, quali infra anno se conser-
vano in uno armario nella Sacristia. Medesimamente il Patre
Saeristano sta di continuo, giorno et notte, assistente nella Sa-
cristia; et quando non li fusse se sona una campanella, la
quale hè a man sinistra della porta della Sacristia, et subito
viene, dicendo che domandate, che cercate, che volete. Con-
vien respondere dicendo: — Noi sem venuti qui per devo-
tione a visitare la chiesa di San Francesco, et orare avanti
il suo corpo; hor se ve piacesse et se ve piace di mostrarci

li santi reliquij et toccare le corone. — Et cusì lui dirà, over
deve dire: — Molto volentieri, siate li benvenuti, intrate, io

son pronpto et parato per fare tutto quello, che io son tenuto
et obligato a fare in questo mio indegno officio della cura
della sacristia.

Et cusì intrati, a man sinistra della sacristia gli è uno
altare, et sopra gli è uno armario con grata di ferro et chiave,
dove che vi sonno di molti tabernaculi de argento, cassette
di avorio, tavole et altri ornamenti con li reliqui; dove
che poi ingenochiàti che serite avanti lo ditto altare faciendo
la debita oratione, il patre Sacristano acende li lumi et tira
la curtina: poi piglia una bacchetta finita con pontali de ar-
gento, et cusì gli viene toccando et dechiarando tutti li san-
tissimi reliqui. Et voi in piedi apresso allo altare non man-
carite de stare atenti ad ascoltarlo, et meditare devote le
parole che lui dirà. Poi se avete corone porgeteli, et lui con
la bacchetta toccarà li ditti tabernaculi. Facta la debita re-
verentia et inclinatione, uscirite fora et retornarite allo Al-
tare Magiore dove ch'è il Corpo di S. Francesco.

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30 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Ritorniamo alla dechiaratione delle sopradette cappelle
che seguitano, poi le doi sopradette. Nel 3° quadro a man
dextra gli è la cappella dedicata a Santo Antonio de Padua,
de proportione quadra, della maniera et misura di quella
di San Ludovico, overo è simile. Gli [è] un tabernaculo di
legno scornigiato in quadro, dove che dentro gli [è] un
Santo Antonio di tutto rilievo. Medessimamente nel fenestrone
sonno quadri nella invetriata, con figure delle istorie di
Santo Antonio. Questa capella il Convento la concesse et dette
alla illustrissima et excellentissima Casa d’il Duca di Urbino,
obligandosi li frati ogni matina di fare celebrare una messa
per la lor salute. Cusì lui dà sale per il vitto et bisogno dei
frati che stanno nel sopraditto convento.

Dal altro canto all’incontra di questa cappella a man
sinistra [è] la capella dedicata a Santo Andrea, quale la impe-
discie una cantonata del Campanile.

A man dextra nel quarto quadro gli è una altra capella
dedicata a S. Maria Magdalena; la quale fece fare il Cardinale
Pietro, ornata di musaico; et con li scuti over arme, che è
un ponte de. pietra bianca de quattro cosse (1) in uno campo
roscio.

[Nel] quale è la sua effigia et retratto a man dextra presso
al altare in un quadro, in genochione over genuflexo con le
mane gionte avanti Santa Maria Magdalena, ambedoi penti
in muro, con vestimenti da cardinale. Ancora medesimamente
a man sinistra nella intrata de dita capella gli è uno altro
quadro con la sua efigia, in genochioni over genuflexo con
le mane gionte, vestito con veste episcopale et mitria in
capo. Et gli è uno altro Sancto episcopo, vestito con veste
sacerdotale, et la croccia nella sinistra mano, et con la dextra
tiene in mano tutto il corno over la parte della mitria che
tiene in capo il sopradetto cardinale. Per non esserli lettere,

(1) Cioè piloni,
uet

DI 8. FRANCESCO IN ASSISI 31

credo sia il suo Santo del titulato dello episcopato. Nella
ditta capella gli [è] una bella fenestra, comme queste di so-
praditte, figurata istoriata con molte figure nella: invetriata,
et maxime li quadri con la vita di Santa Maria Magdalena,
et altre figure apertinente et a proposito. Ancora la ditta ca-
pella è depinta tutta con la vita overo istorie di Sancta Maria
Magdalena.

Di fora la ditta capella gli è un sepulero a man dextra,
de pietra, con un capello da cardinale, sopra, atacato nella
volta della nave. Ritro[vo] nel ordinario del Coro, cioè nel
Calendario del mese di Ottobre, a dì - 10 -, che viene a
essere la ottava della solempnità della festa de parte nostro
S. Francesco, parole di memoria scritte in lettere roscie et
formate del medemo libro overo ordinario, per over serve
ad ordinare lu oficio in coro; le qual parole dicano cusì:
— Obitus d.ni Petri Cardinalis et Episcopi Sabinensis, qui
sepultus est in Ecclesia S. Francisci de Assisio, perché nel
ditto Sepulero non vi sonno parole alcune; et essendo una
sepultura nel mezzo de ditta capella col pavimento semplice
de pietra cotta, non so quel che io debba credere.

Poi li incontro de dita capella gli è, presso il pilastro,
il sepulero de Madonna Giacoma Romana, quale se ritrovò
alla morte de 5S. Francesco, che viene a essere a rispetto
del sepulero del sopraditto cardinale; che gli sonno parole
seritte, [che] dicano cusì: « Hie requiescit Iacoba Sancta No-
bilisque Romana ». Il qual sepulero gli è basso presso terra,
cioè al pavimento: et sta . positivamente con una pietra
quadra.

Dirò hora di la capella, over per dir meglio, allin-
contro-di S. Maria Magdalena, gli è nel ditto vano over ca-
pella, fabrieato un pergolo da Fondamenti et tira piü della

mezza in alto, con tavole de pietra roscia et miscia lustra:

sì il fondamento et si il parapetto ornato con musaico [e]
li fregi. Da un lato di l’arco gli è un altare dedicato a Sancto
Stanizlavi episcopi et martiris; cuius canonizatio faeta a

E

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32 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Papa Innocentio 4. in Conventu S. Francisci de Assisio,
ottavo idus Aprilis. — Dicano che, essendo qui in questo luoco
Papa Innocentio, dimorando per devotione del Corpo, et, per
consacrare la Chiesa, vennero alcuni imbasciatori delle parte
de Polonia, et portarono un braccio del sopraditto Sancto.
Il Pontefice, scrivendolo al catalogo delli Santi, volse che
per memoria restasse il braccio ditto, et dedicarli una ca-
pella in suo honore et laude, con una bellisilma] legenda
overo istoria de la sua vita et morte: la quale se conserva
nella saeristia in un legendario di sancti.

| Nella facia del muro della Sacristia, che viene a essere
di fora del arcone de dita capella over pergolo, la quale
chiude tutto di fora lo arcone, gli è uno Christo che inco-
rona la gloriosa Vergine, dalle bande di qua et di là con
molti angioli. Nel arcone cioè sotto il volto sonno quadri
con aleuni miracoli del elorioso martire Stanyslavo, opera
di M.° Puccio Cappanna de Assisi; discipulo de Giotto; del
quale dirò poi nella Cupula over Tribuna più a pieno. — Nel
qual pulpito si entra per la Sacrestia. De rieto allo altare
delli reliquie, gli sonno nella Chiesa di qua et di là sedie
de pietra, queste facte a questo fine, per li confessori. Et
ancora ogni eruciero over quadro sono con suoi lampadari.
Il cordone [che] sta fondato nelli pilastri di qua et di là
all’ altare magiore. Nella volta, a man dextra, gli è una
pietra, cioè capittello over basa, con fogliami intagliato da
maestro di scultura, solo da doi lati, perchè la pietra è quasi
quatra, quale sta in alto suspesa con catena di fero, acciò
ciascheduno quotidianamente la pò videre: inquit Philosofus.

. Qirea all’ altare magiore, lo quale sta nel mezzo del
quinto et ultimo quadro presso la Tribuna, dove che in
prima da li lati gli sonno doi quadri, . uno per banda
over lato, in prima glie sonno, cioè principia, quattro sca-
loni overo gradili de pietra, nel mezzo de ditto quadro. Et
medesimamente li ditti scaloni ascendano in quadro da cia-
scheduna parte nell’ altare, a tal che se va et se pò andare
DI 8. FRANCESCO IN ASSISI 33 EN

de intorno allo ditto gradile primo. nel piano della chiesa, ; i
poi medesimamente al primo gradile nel 2°. Alli quattro i
cantoni del secondo gradile, gli sonno, in ciascheduno canto, |
una collonna de pietra di - 6 - facie, opera dorica. Et me- ii.
desimamente nel mezzo gli sonno doi collonne tramezzate,
più apresso opera. dorica, ma tonde, per causa che vi è la
porta di ferro da ciascheduno lato, da 1 oriente, occidente,
2 mezzogiorno et septentrione. Da le doi collonne dove sonno |
|- ^ e porte, gli è la grata del medesimo, faeta da Maestro Ga- |
| sparino; opera a cartoccio; a tal che sonno - 12 ..collonne il
fis: et quatro porte; dove che ditte collonne sonno con base et
| capitelli, che. [vi] se posa una cornige di altezza un cubito et
larga : 1 -1/,. Dove che, nella festa di San Francesco et Natale, cUm
perchè ambidoi queste notte se celebra la messa in mezza |
notte, che tal è poi ditto il Matutino, et sonno ferri in ditta
cornige, per mettere facule. Et sonno a li canti quattro: col- | l^
lonne de pietra sopra ditto cornigione, molto belle, et. una : li
bella fantasia: furono fatte dove se acendano cinque toree .
in ciascheduna. Gli sonno ancora intorno al ditto cornigione ; |
parole che dicano cusì: Franciscus vir cattholicus etc.

Nel piano, nel quarto et ultimo gradile, dalla banda
della navata della Chiesa overo intrata, gli è una pietra WE
assai grandotta, over tavola, sotto la quale gli [è] uno se- ili
pulero over. grotta quasi sotto et presso lo altare. Il vano - i
[è] di lunghezza circa cupiti - 3 - [e] quarti - 3 -, largo - 2 .,
alto + 2, dove che de continuo gli arde una ad minus lampada,
il quale li giova a molte infirmità: se acende per una finestra
più longa che larga, nel ultimo et del mezzo del gradile o
scalone, quali sonno larghi, et per ogni verso tanto da li
pilastri, et il primo scalone gli è cirea cubiti... (lacuna). . Il
| Asceso che serite nel altare nel ultimo gradile, gli è | |
largho spatioso ehe se va-intorno allo altare doi o tre per-
sone comodamente. — Circa la proportione del altare, in
prima gli è un piè over posamento di tavole de pietra
roscia, et viene a esser dentro vano il ditto piede. Poi

werte
vic E E


,94 LAI DESCRIZIONI DELLA BASILICA

gli sonno de intorno circa - 20 - collonnette, spicate dal
piede, de pietra bianca, ditta collombino, opera dorica, con
base et capitelli con fogliami intagliati, ciascheduna de una
misura. Sopra alli ditti capitelli sonno tirati certi archi, cioè
da una collonna alla altra, opera thedesca, et arempie tutto
sino alla tavola, dove ehe la. pietra se posa, non solamente
sopra al piede, ma ‘ancora sopra nel ditto ornamento, piano
et in quadro sopra le ditte collonne, ornato poi eon mu-

saico, quale è un bel vedere. La tavola de pietra, over

la mensa del altare, è de pietra ditta collombino, quale é
di lunghezza cupiti circa - 8 , quarti 3, et di larghezza
quasi eupiti - 4 - et quarti - 1-, di altezza cupito mezzo.
Ancora gli è una collonetta scanellata, sotto et avanti Pal-
tare, cioè a presso al piede, et fra le sopraditte collonnette,
ma non a un filo, alquanto riparata; dove che, avanti al-
Paltare, gli è una grata di ferro, faeta a rose, quasi opera
tedesca. Et nel mezzo del ditto altare overo grata gli è uno
sportello con chiave. La ditta graticula [è] fatta per più re-
spetti: prima, per conservatione del altare, secondario per

conservatione del palio che se orna Paltare davanti; aprendo -

quello sportello, et alzando il palio se vede quella collonna
diferente da V altare; dove che gli è un breve in una tavo-
letta, eon parole che. dicono cusì: « Sub isto altari Sancti
Franeisei, que [s:c] nuneupatur maius, et in honorem eius ere-
ctum fuit in inferiore ecclesia, requiescit Corpus Saneti Fran-
cisci, fundatoris ordinis fratrum minorum, sacris stigmatibus
divinitus insignitum. |

Etiam in ista columpna prope pedem altaris sub mensa.

quae difert ab aliis viginti retundis quia ista est scanel-

lata et est inter pedem et alias collumpnas, quae est concava,

in qua iacet una ampulla christallina, in. qua ampulla est

una costa Saneti ac Beati Iohannis Baptiste, quam dominus

Innocentius Papa quartus suis propriis manibus collocavit
seu imisit. cH

PESANTE
SILLA CPI neq

uU ara CE URE

DI 8. FRANCESCO IN ASSISI © i 35

Circa la consacratione, non solamente consacrò lo altare,
ma ancora tutta la Chiesa con il Convento; però se dice il
sacro. convento; et la festa della sacra se celebra sempre la
quinta domenica: della Pasca della Resurectione, overo la
domenica inanti la Ascensione. Circa ancora il celebrare
della messa, il sacerdote quando dice la messa non se volta
a dire Dominus Vobiscum, ma .se volta. solamente quando
dice Orate Fratres, et quando dà .la beneditione. — Ancora,
dicendo la messa di San Francesco in fra anno se pò diré
la Gloria, ma senza il Credo. — Ancora gli è una altra ‘bella
consideratione et di stupenda memoria: che dove è l’altare,
gli erano le forche, et lì in quello luoco se ponivano li ma-
lifactori. — Gli è dalla parte septentrionale nell’ altare un

San Francesco di tutto rilievo. Et dalla parte verso il mez-

zogiorno gli è una Sancta Chiara medesimamente nel altare
de tutto rilievo, cioè «di qua et di là in su lo altare.

In segno de ciò, che a quella guisa, o paro, o diritto,

gli erano le collonne delle forche et.....tto de quello ferro
che sta a traverso, che tiene la cortina, gli era quello legno,

'. che sole stare a tale spectaculo, dove se legava le corde de

quello che se aveva a iustitiare, et ‘ora serve per tenire la
cortina, cioè gli anelli, de dove sonno atacata le cortine.
Et quando se fa la levatione del Sacramento, et quando se
dà la beneditione, se tira overo se arecoglie, una volta dal
diacono et l’altra dal supdiacono, quando se canta la messa

E parata et sollepne: a tal che al tempo di San Francesco se

iustitiava, adesso gli s'engenochia a orare. Nel coro [è] una
rosa, cioè cinque circoli over tondi, ma quel. di mezzo è al-
quanto magiore che quelli : 4 - da banda.

Dirò hora delle pitture che sonno sopra a l’altare nella
volta. In prima gli è un cruciero, sicome ho ‘detto, che: fa

quattro triangoli. Nel primo sopra al coro, cioè quello verso

la tribuna, gli è un San Francesco a sedere in una bella

| sedia, et molto adornata, a foggia di principe con veste, cioè

vestito con una tonicella assai bene ornata; la causa, perchè

D
36 . ‘DESCRIZIONI DELLA BASILICA

lui fu solo ordinato da evangelio, et non volse dire mai
messa, ma solo se contentò de essere ordinato da diacono.
Nella mano dritta tiene una croce, et nella sinistra tiene
un libro. Sopra alla testa sonno lettere che dicano cusi:
Gloriosus Franciscus. — Sopra le ditte lettere gli è un ben-
done, che dalla parte di sotto fa tre capi in tondo; ma
quello di. mezzo più longo che quelli da li lati. Nel ditto
drapellone roscio overo stendardo, ornato de intorno con
francie, nel quale è depinta una croce con septe stelle, cioè

tre per eanto, et una da piedi; et de sopra, immezzo del
detto stendardo, che viene a essere nella sumità, et piü,

della croce, gli [è] un vassetto, dove che par che se posi over
stia un:serafino con le ponte delle ale inferiore. Et il ditto
drapellone bisognia che stia atacato al vaso, overo dove sta
il Serafino; et nelle. ale di sopra finisce il colmo. Et a torno

«del detto Santo sonno una moltitudine de angioli, tra li

quali gli n°è uno per lato alla sedia, par che piaghiano (2) over
tengano in mano quelle doi grappe, che sole stare da li
lati, per poter portare la ditta sedia; et altri de rieto che
la sostentano. Più basso et avanti sonno - 4 - angeli, doi
per lato: doi tengano un giglio per uno, et li altri doi ten-
gano una palma per uno, da ciascheduno lato; gli n’ è uno
per canto, par che facci vista de volere un fiore, cioè porge
la mano per cogliere un de qui fiori, et uno altro che sta
in mezzo, par che non se contenti: il simile gli è a man
sinistra. Poi sonno - 3 - che stanno a vedere; poi gli n'é
uno nel mezzo, che tiene una. palma fra li tre ditti, cioe
uno de questi.tre che stanno a vedere. Poi gli n’ è uno te-
nendo in mano un cimbalo, et uno altro a canto, et ultimo,
‘che sona una cornetta. Questi stanno tutti a un filo. Gli ne
sonno sopra: molti insieme, quali non se possano numerare.

Ma fra li altri gli ne sonno 4, doi per banda, over lati, che

hanno voltato le spalle alla sedia, et sonano trombe molto
longhe, voltati verso i populi, alla foggia che se depenge la

fama. Giù. de sotto a questo triangolo, nel cordone della


NESTTETRO APR FIA RIVIERA SON

TERREI IT ETTI III

DI S. FRANCESCO IN. ASSISI

tribuna idest del tondo, quale sta posato over principia nelli

pilastri della Tribuna, gli sonno lettere con-parole che dicano
cusì ...[lacuna]... tator renovat iam normam evangelicam.
Franciscus cunctis preparat viam salutis. celicam pauperta-
tem, dum reparat castitatem angelicam, obediendo comparàt
trinitatem deificani coronatus virtutibus ascendit regnaturus

his eumulatus fructibus procedit iam securus cum angélorum

cetibus et Christo profecturus, formam quam tradit fratribus
sit quisque sequturus.
Nel altro triangolo alla man dextra verso il mezzogiorno;

in primis gli è depinto una loggia in prospetiva, con + 3 - par-.
timenti divisi dalle collonne-tonde. Nel mezzo gli è una

figura a sedere, vestita da frate, col mantello negro a scar-
toecio, col cappucio in capo et la diadema quadra, nel collo

un giogo, nelle spalle le ale, et il deto indice della mano

» . * . . . .
sinistra tiene alla bocca chiusa, a foggia de silentio. - Alli
piedi di ditta figura a man dextra gli è un frate ‘quasi in

genochióne, col capo alquanto basso; et tiene overo piglia
nelli capi un giogho, qual tiene et [vole] mettere sopra la

spalla overo al. collo. Per dire meglio il silentio tiene con la
mano sinistra il giogo nel mezzo: de rieto a questo frate gli è
uno angiolo, che con la man dextra piglia nel polso uno homo,
quale è vestito con la scuffia di azurro alla antica, al quanto
se vede da capo et a piedi, perchè gli n° è uno altro acanto
lui vestito de roscio con lé man gionte con la toga, mostra
molta devotione, et maniconi alla antica et con la chierca:

ambidoi stanno molto atenti alle sopraditte figure. L'angelo

poi con la sinistra mano par che dimostri il frate ché piglia
il giogo. De rieto a queste figure sonno molti angioli con
molta atentione, et fanno molti gesti con le mano: in fra

“li quali gli n'é uno, che tiene un corno o cornetta, la pontà
p] j

sopra li deti della man sinistra, et con la dextra tiene il

. corpo della ditta cornetta: et tutti stanno in-genochioni nella

predola della sopraditta loggia: sopra àl capo del angiolo et
delle ‘doi figure ditte, in una loggia overo parapetto, a mezzo
— CANT. EE EE

PI

E

38 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

la logia, al filo dove.sede la Ubidienza, a quel filo gli è la
Prudentia, alla foggia che ordinariamente se depinge con le
doi teste con lo specchio et sexto, con la diadema, la quale

ha sei faccie: questa è solo. mezza figura; con la man dextra
‘. tiene il compasso, con la sinistra mano tiene uno specchio.

Fra la mano sinistra et il petto gli à un campanile sem-
plice all'antiea, et dentro vi è uno altro specchio: et le doi

‘ teste ante et retro con la corona, una legaccia. sotto la gola.

Sopra alla testa nella loggia sonno parole che dicano così,
S. Prudentia. is i

- Nel. 3.° et ultimo partimento, cioè dalla altra mano
stanca gli è un angiolo, quasi alarga a pieno le braccia ambidoi,
con il guardo in scurto (= scorcio). A man sinistra gli è una
figura, cioè mezzo homo et mezzo cane; il quale angelo ac-
cenna con la dextra la Ubedientia, et con la sinistra quasi

tocca il corpo cioè il petto del pulicane sotto il gobito. Il

pulicane: alza il braccio con la mano tutta stesa in alto, et
mostra con tutto il corpo humano voler fugire piegandosi
alla arieto; vestito de un manto roscio fimbriato ; dentro sta
il bracio et solo il manto gli copre il dorso sinistro: in
somma mostra voler fugire et non voler vider niente. De
rieto gli sonno angioli in genochioni, tutti amirativi et con
molti modi variati. Sopra al ditto angiolo et pulicane, gli è
una figura. con la diadema, comme ho ditto di sopra: della

"Prudentia. Et stanno a un filo, ciohè dalli lati, et a un filo

con la Ubidientia, cioè con le teste. — La ditta figura tiene
una torcia in mano dextra accesa, et l’altra mano se asconde
de rieto alla testa del angiolo.
Sopra. alla testa della Ubidientia sonno parole che dicano
cusì: S. Obedentia. A man dextra, sopra il capo della Pru-

dentia: S. Prudentia. A man senistra, sopra il capo della fi-

gura ditta con la torcia in mano gli è scritto: - S. Humilitas;
et tutte queste sopradette parole sonno a un filo, ma cia-
scheduna sopra la sua testa. Fra il volto della loggia et il
capo della Ubedientia et fra le ditte lettere, gli è un Christo

MIRTO
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 39

a foggia de un crucifixo: solo se vede il corpo, cioè dal
mezzo del petto in su se asconde nella volta della loggia;
dal. mezzo delle eosse in giù se asconde doppo la diadema,
quale retra (sic) in aguzzo, che la ponta quasi par che tocchi
‘ le parte vergogniose, con un sigatoio fasciato (1), sicome acu-
stuma alli crucifixi. La piaga getta gran raggio di sangue;
‘le lettere sopra scritte sonno al filo delli genochi, fra le
faccie della diadema. Sopra et nel mezzo alla. ditta loggia,
gli è un piano overo un pianceto, dove che nel mezzo gli

x

è un San Francesco stigmatizato in piedi, con un giogo
allo collo legato con lé corde; avanti il petto et la centura
cireondano le ditte corde. A man dextra gli è un angiolo
in genochione, et nella dextra mano tiene una carta o scar-
tabello giù desteso, con la sinistra o manca alquanto inal-
zata. Medesimamente San Francesco tiene il bracio pendente,
apressando la sua mano sinistra a quella de Vangelo: dove
che, in quella carta acartociata, et dove che è distesa, sonno
stese parole che dicano cusì: Tollite ingum Obedientie sancte.
Il ditto angelo sta in genochioni, solo in terra col ginochio
sinistro, sopra si posa la carta. Al lato sinistro gli è un an-
giolo de quella forma, ma posa la carta sopra il genochio
dextro, et con la sinistra il tiene, dove sonno parole scritte
che dicano cusì:... cam ... (2) istum per crucem penitentie. —
Ma S. Francesco nella sinistra mano tiene una croce col suo
manico asai longo. — Sopra del capo de San Francesco, nel
aguzzo, gli sonno doi mane, ma i polsi sonno coperti con un

velo over ciborio semplice azzurro. Nella sinistra mano tiene.

un cordone over corda racolta, ma li nodi pendano, e con la.
dextra medesimamente a un filo. Alquanto il deto pollice dalli
altri par facci vista di voler tirare o pigliare la testa di San
Francesco, per ben che non arivi a la diadema.



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(1) Asciugaloio.
(2) I puntini sono mel-testo.
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Nel.cordone a piede che fa il tondo del arco, sonno
scritte parole che dicano cusì: Viri Obedientie iugo Christi
perficitur, cui iugo decentie obediens efficitur aspectum homo,
vel - h° - mortifieat sit viventis sunt opera, lingua silens
clarificat, corde serutatur, operat, comitatur prudentia futu-
raque prospicere scit, simul et presentia in retro iam deficere,
quasi per sexti cireulum agenda, cunta regulat, et per vir-

tutis speculum Obedientie frenulat, se .defleetit humilitas:

presumptionis nescia cuius in manu claritas virtutum sistit
Cons. (1): i

— Nel altro triangolo verso la navata della Chiesa, per
principal figura gli è una donna con veste biancha, vestita

stracciata, et molto rappezzata, quale sta in piedi et ha le.

ale; et le gambe le tiene avilupate in fra le spine, quale
sonnoce senza foglie, però se vedono i piedi che .stanno

sopra alle dette spine; più a basso da li lati sonno doi putti:.

quello dal lato dextro vestito di roscio con braccio inarcato
mostra volere tirare il sasso che tiene in mano, et nel lembo
del saio dimostra avere delli altri sassi; sta con. le gambe
larghe, con il braccio piegato et la mano tiene al petto.
Et li apresso a questo putto, che sta cusi ‘astratto et
adopra in tirare sassi ve’ soso et in alto alla povertà, gli è
un cane piccolo che abaia alla povertà: presso il cane gli
è sotto a li piedi della Povertà parola che dice cusì: Sancta
Paupertas. Dal altro canto a man sinistra, a l’incontro del
ditto putto, gli è un putto vestito de azurro, in piedi, con
il piede sinistro alquanto -retirato, et il braccio pendente;
ma con il dextro tiene una baechetta.in mano alzato, par

che aeosti le spine verso la Povertà, et che le sostenghi col.

ditto bastone over bachetta; le quale spine arivano le.ponte
sino al corpo della. Povertà. A man dextra della Povertà gli
è un Christo col manto egiptiaco, con la veste rosciaccia

(1) La trascrizione dell' A. è evidentemente errata,

rp ne
DI .8. FRANCESCO: IN ASSISI: 41

alla nazarica, col dorso dextro scoperto del manto; et alla

. sua dextra,gli è un San Francesco al medesimo filo. Christo

con la mano sinistra piglia et tiene il braccio della Povertà,
et San Francesco gli mette lo anello nel luogo solito del
deto; a tal che Christo dimostra fare il piacimento (1). —
Alquanto più basso, dericto a San Francesco gli è un angiolo
che tiene overo ha la barba over mento nel biforco della mano,
cioè fra il police et l'indice verso la ‘bocea, il police sotto il
mento. Risguardando al piacimento poi, over de rieto, gli è un
angiolo col mantello et finbrie alla venitiana: et quasi sonno

cusì tutti in tali misterii. Il ditto angelo dalla parte dinanzi.

tuto se vede; con la mano sinistra accenna verso il'piaci-
mento, et con la dextra piglia [e] tiene uno che quasi se è

cavato una veste alla reversa, come fanno li frati, et ha le

maniche strette; gli resta solo a cavare la mano sinistra, et

con l’altra la piglia et tira, ma la. dextra manica è cavata.
sino al gobito, dandola a un povero straciato. Quasi avanti

a man dextra sta’ il povero separato da lui, prende, aiuta'a

cavare la ditta veste, et lui resta solo in camiscia. Il povero

è discalzo, con il capello che li pende alle spalle: una veste
sino alli genochi, vechio, et nella centura alla ritonda al-

quanto, perchè la veste sua è corta. Da San Francesco sino.
al povero, in quello spatio dieo:de rieto. alli doi angioli et.

al ricco, gli sonno molti angioli che stanno a guardare allo
sposalitio et piacimento. Dalla banda sinistra della Povertà,
sonno doi angioli: uno alza il braccio over la mano dextra;
mette la: pontà del suo deto police sopra allo anulare; et

tiene il braceio et la mano ritta al filo della faccia, .di.
lontano circa un palmo, et appresso la mano della Povertà.
di lontano. tre over quattro deta a: un: filo. Ma la Povertà.

col braccio nel gobito fa arco, overo alza alquanto al filo

della spalla la veste straciata sino. a. li góbiti. La' mano.

:J[ (1) Fidanzamento,
42 DESCRIZIONI DELLA. BASILICA

sinistra la ponta del deto police tocca la ponta del deto de

mezzo, et al capo apresso il ditto Angiolo, come dieto ho .

de sopra. .Il ditto Angelo vestito de una veste verde, sopra

parole dicano S. Spes. — Apresso et.a canto et derieto, gli è |

un angiolo che tiene un core nella mano dextra presso al

.góbito della. Speranza, mostra porgilo alla Povertà; et hé
vestito de veste bianca, et il bracio sinistro tiene torno Al:

corpo suo, et al capo cioé sopra, oli è scritto Karitas, cioè Cari-
tas. A. man sinistra, più basso de, la ditta Carità, gli è un an-
giolo alla medesima forma dalla destra, che tiene il lembo
del mantello in sul braccio sinistro et con la mano dextra
li deti cioè il police sotto il barbazale et lo indice al mento.
De rieto a questo gli è uno altro angiolo che con la mano
sinistra piglia-la mano overo il braccio dextro a un. genti
lohomo, il quale tiene uno sparviere in man sinistra, che

‘par vadi a caccia et a darse piacere: lui si fa beffe, facendo

le fiche ride; et con la dextra alarga la mano verso la Po-
vertà, accenna overo gli mostra la Povertà. Il qual gen-

tilhomo fa vista non curarlo et nè volerlo vedere. — Poi

acanto la ditta figura gli sonno. doi frati de doi religione:

uno. tiene un fiore in mano, et l’altro tiene una borsa; al

quanto mostrano scansarse, et risguardare al misterio, cioè
allo sposalitio, voltare le spalle in canto, vestito di azzurro.
Più. su alto de rieto a questi, sonno angioli assai [che] risguar-
dano alla Povertà. — Alle spalle et ancora di sopra, intorno
al capo et alla diadema con 6 faccie glie sonno rose con
spine. et fronde. verde et rami. Nel colmo gli è un mazzo

‘de gigli. A man dextra più sopra gli è un angelo: «con li

piedi arieto over gambe, distese sopra al misterio dal lato
dextro, et tiene una veste con la mano sinistra, et una
borsa. tiene nella dextra: la veste se asomiglia a quella,
che sotto lui già se spogliava, come ditto avemo di sopra.
Dallo altro canto gli è uno altro angiolo pure vestito de
azzurro, disteso sopra allo altro misterio alquanto, ma am-
bidoi stanno a un filo: tiene nelle mane un palazzo. con

remm

pervenne
rne

DI 8$. FRANCESCO IN ASSISI ! 43

un giardino atacato et conionto; presso il tetto del palazzo
gli è un campo azzurro ‘come un - 4.° tondo, nello aguzzo

de cima, et una figura in scurto, con la diadema, dalla fronte .

sino alli. gobiti -velata, il resto scoperto. Le qual mani et
bracci sonno aperte, a foggia de voler prendere li doni delli
angioli, cioè la veste et il palazzo. Ma le ponte delli deti
arivano quasi tutto il campo di azzuro. La veste et la borsa
sta al filo della porta. del palazzo.

Giù a piedi nella faccia del cordone sonno scricte pa-

role che dicano cusì, ma non son finite de scrivere: ic con-

tempnitur at celestis qui dum spernit mundi gaudia veste
vili contegies (sic) cet caritas angelico adiuvant ut placetur

querit celi solatia compungitur duris sentibus at necessitas

hane sponsam Christi tribuit mundi carens divitiis, rosis
plena virentibus Francisco ‘ut custodiat mam omnis eam
Tos (1). i

Nel triangolo verso il septentrionale gli è una roccha
con quattro torrioni, cioè un per canto, quadri; et nel mezzo
gli è un maschio a foggia di torre con piombatore et altre
cose .apertinente, in cima della quale gli è una banderola

bianca, in cima de quattro legni o stagiole con campana,
posati in quattro. Nel mezzo di detto maschio gli è una fe- .
nestra quadra. scornigiata, con collonne dai lati. Sopra, pa-

role che dicano cusì: - S . Castitas. Nella ditta fenestra gli
è una testa di donna che' mostra tutto il: busto con BI
mane gionte, volta verso lo occidente; la diadema a - 6

faccie, al petto una gorghiera et un sciugatoio con bordie;
dalla parte occidentale gli è un angiolo con manto di azzurro
et tutto il corpo disteso, medesimamente [con] le mane tiene un
regno et lo apresenta alla Castità. Dal canto dello oriente

gli è un angiolo simile allo-altro ditto, che viene a essere

dirieto, gli apresenta un vassetto, che dentro gli è una

(1) Anche questa trascrizione deve essere naturalmente inesatta,

NEW e

doe — St Nu cR 44 i DESCRIZIONI DELLA BASILICA

palma. A piedi di detto masehio, eioè dentro al girone di
detta roccha, nel mezzo, sonno, doi figure con le diademe

2 6.- faccie. Se veggano dal mezzo over petto in su, che

porgano queste cose, cioe: questa figura che sta verso lo oc-

cidente, è vestita de bianco, porge a Pin giù con la man.

dritta una bandiera bianca in su la lancia for. delle mura,
et eon la mano sinistra tiene un libretto in mano. Verso lo
oriente gli è l’altra figura vestita de roscio, una berretta
senza piegha, con doi ale nella berreta, sicome. Mercurio, et

dimostra essere homo; il braccio dextro lo stende fora della .
muraglia, et tiene nella.mano una cosa rossa comme veste

overo elmetto, quale non se pò descernefe, perché la tiene
dopo uno angelo, il quale mesce l’acqua a uno che se lava:

nella mano sinistra tiene una eosa comme un mazzetto de

fiori, over ‘altri simili, quale non si pò discernere; apena
mostra li deti fora delle mura. Sopra il capo del primo - S.
Munditia, del secondo - S . Fortitudo; et questo è scrito
nel fondamento -del maschio, dove sonno pietre quatre sfa-
ciate a diamante. Et queste doi figure tengono le spalle verso
il torione, ‘cioè colgono tutto il torione, cioè la facciata,
ma sta fatta che se vede doi faccie. i

Più a basso di fora, fra il maschio et i-torioni, gli è

una fonte overo bagno, dove .sta uno .igniudo; uno angelo

dal lato dextro: il lava et quello altro angelo dal lato si-
nistro gli mesce l’acqua. Derieto a questo che tiene l’acqua,
cioè che mescie, gli sonno doi angioli, che tengano una veste
nelli bracci, mostrano volerlo vestire ambidoi insieme. De-
rieto et acanto sonno doi homini armati, vechi, con arme
da soldati, con taraghe nel braccio sinistro et nel dextro un
flagello in mano, che stanno. apresso li torrioni. Fora, della

facciata delli ditti torrioni sonno tre figure della medesima -

fatezza de quelli. armati, colle diademe. Tutte. queste sopra-
ditte figure fra li doi homini armati, cioè fra le diademe,

gli [è] una testa di angiolo: le tre teste, che stanno avante :

et fora alle. mura, stanno tutti a un filo. Denanze.a queste

ei acne TT
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 45

tre teste over figure, sonno tre altre” figure . senza diadema,
ma con certe berette azurre senza pieghe et fronzale. Il
primo a man dritta, uno di questi tre, tiene un bastone-o
lancia, il 2° una calderella et spargolo de acqua benedetta.

. 1L.39? tiene una croce con la dextra, et nella sinistra i tre
- chiodi. Quasi avanti od acanto a questi tre ditti, alquanto
più a basso, seguita una altra figura con la veste longa comé
| _’ frate, et il capuccio in testa sino agli occhi, apena se: vede
la. barba; con le ali, la veste quasi di colore di tanè chiaro,
et un flagello in man dextra che discaccia lo Amore; il quale
Amore è depinto [con] in piedi, cioè dalli genocchi in giù, (1)
il resto come solito, con le ali, tureasso, con la benda: a: li

i dardi: mostra voler fugire, teme dalla. Penitentià, da 1’ aequa
| benedetta, dalla lancia, perchè i tocca con la ponta, gli mo-
stra la croce. Apresso gli è la Morte, figurata [con] uno igniudo
. nella fiamma, ditto Ardore, con li capelli ritti per la fiamma
che ha intorno; la Imunditia con le ale, le mane come il
cane, la testa come il porco, con la schina in terra; tutto il
nero (2). Li nomi scritti: Penitentia, Amor, Mors, Ardor, Im-
. munditia. sic DON
bo: Dallo altro canto presso i torioni allo occidente, sonno
E doi vechi armati, alto et basso, con arme bianche, con dia-
. deme come li altri, con taraghe et flagelli in mano dextra,
- - et nelle sinistre taroghe alli bracci. Poi sonno doi angioli,
poi S. Francesco, et avanti lui gli sonno tre figure cal-
quanto di lontano et più basse: lui sta su in un poggietto;

WTOUTENTUEDUN GO AH TI PATRI

eon la mano sinistra piglia il lembo della cappa, et mostra
il piede sinistro stigmatizzato; con la dextra mano piglia la
sinistra al frate che sta in mezzo alle. doi ditte figure, -et
quasi a un paro. Porgie il frate l'altra mano, il piè dextro

(1) L'A. ha dimenticato di aggiungere: « da uccello di rapina ».
b. ; (2) Queste tre figure sono infatti dipinte con tinte merastre.

occhi, nella sinistra lo arco, dal lato dextro la faretra con:

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Mili Il Ur 46 | DESCRIZIONI DELLA BASILICA
IB IN i a ha mutato un ‘passo, la cossa. sta piana, et mostra il mezzo
Id ISS del piede dextro. A man sinistra sta Sancta Chiara con le
i a . mane.in alto et elevate. Et uno de quelli angioli che sta
| il i dal lato dextro, tiene una croce in mano, et la mostra a
| HALO '" . SBaneta Chiara, et lei desiderosa la vole pigliare con le mane,
| Id e a modo quande se piglia alcuna cosa. Al lato dextro de quel
| Il I^ m frate de mezzo gli [è] uno vestito con veste longha et una
l| Ii M patientia de tané chiaró, con una berretta allantiea ma
B lj : aguzza, reversata: là piega pende sopra al orlo o scolla della
| Patientia, overo sta atacata la mano sinistra sotto la Pa-
tientia alzata nel mezzo, et la man dextra la porgie verso
San Francesco, ma sta alquanto più arieto del frate, et quasi
IB tutti a un filo. Sotto, nella facciata del cordone, sonno pa-
B | i ‘role che dicano. cusì: E castitati oranti victoria corone
1 Hi IN: : datur caritatem hanc querens ac tringere honestatem se [
| Il i i cetat. loco datur pertinere si fortituido protegat dum ca-
t | stitas protegitur per virtuosa munera manu contra ostes te-
| tl i gitur per passi Christi vulnera defendit penitentia, castigando È
| ill i se crebrius mortis reminiscentia dum.... pulsat sepi sepius
il i sorores aduocat incontinentes coniugem euntis ad eam vocat
Il | | Franci.... (1). Rue | |

Nel colmo della voltà over éruciero gli é un Dio Patre:
| in un circolo over tondo se mostra mezza figura colla veste 1
M i et manto ornato con gemme et prete pretiose, tutto fim-
briato, con la diadema intorno alla testa, tonda, et un regno j
BH nella cima del capo. Si dal lato dextro et sì sinistro della |
E | HH Il : bocca tiene doi pomi di pugnali nella bocca, le ponte ari-

Il
|

il | vano quasi al sopraditto circulo. Tiene, con le mano elevate,
Ms dalla mano dextra tiene un libro, con un agnélo con 7 corni
; fe serrato, con lettere di fora dorate, che dicano cusì: Liber
Sapientie divine; et dalla mano sinistra tiene doi chiave:
mostra essere molto adirato. Tutti li campi de questi quattro

i (1) Questa trascrizione è totalmente scorretta.
DI 8. FRANCESCO IN ASSISI 47

triangoli sonno dorati. Nelli cordoni sonno penti fregi va-
riati, et molto beli a vedere, con varie fantasie con mezze
figure tramexzati. qm e |
Nella cupola.o niechio over tribuna sopra al coro, gli
é un principio. di pittura. Su nel colmo in mezzo gli è un
Crucifixo con ale - 2::, che sopra la testa del quale sonno
tre circoli, finiti in un:campo di tanè chiaro, con l'ombra

dal mezzo in su, et quasi tondo comme un mappamondi. Li :

ditti circoli sonno affoggia di astrolabio, commessi l'uno
- Duno nel altro, ma quello nel mezzo gli è d'oro con - 17
| pietre pretiose ornato. Li altri doi sonno di colore di tane

"seuro. Et ciascheduno circolo dalle bande ha doi ale piccole '

del colore del suo cerchio. Ancora gli sonno littere: nel
mezzo delli doi circoli - I + N «-R.-I-; entro a quel d’oro
gli è scritto Vi-. ta; de fora a quel d’oro, che viene ad
essere dentro alli doi, - A -'et.- O - overo - Q. — A piedi
del detto. crucifixo è un tondo a foggia de un mondo,
in mezzo del quale è un regno de similitudine de un coper-
chio de turibulo. Sonno doi angioli distesi, [che] dimostrano con
le mane tenire il ditto tondo, solo con una mano per uno ten-
gano il ditto tondo, uno de qua et di là. Sotto gli è un San
Francesco con le braccia et manto largho. Al filo della cen-
tura sì dal lato dextro et sì dal sinistro per ciascheduna
parte sonno circa - 40 - busti, cioè teste di frati, sore, ho-
mini, femine, molti homini morlaechi. A man dextra gli ‘è
un Vescovo, cioè il - 4° - 0 - 5° -, ma assai giovane ; et tutte
con la diadema. Ma un frate [è] a man sinistra con la diadema,
val paro de l’episcopo in contro: sopra la mano o bracio
dextro, par che venghi dal cielo, col capo in giù quasi: in
mano dextra ha un callice comme coppa. Poi uno altro par
che tenga una corona da re. Uno altro par che scriva con
la penna in mano. Poi un tondo senza niente: nel fregio:
da l'altro canto sinistro, nel medesimo modo et a un filo,
gli é uno angiolo che nella man dextra tiene una chiesa, et
nella sinistra un tondo come nuno spechio, come un volto

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EL WANN. UEM d Fu

* [Ede DESCRIZIONI DELLA BASILICA

saneto. L'altro un panigello. L/ altro una sedia. Poi un tondo

nel fregio con la figura a sedere in nuvola; la mano sinistra
Sopra del genocchio sinistro, porge la mano col pugno over

braccio. Nel fregio che fa ornamento atorno, sonno nel par-
timento mezzi angioli in foggia de cherubini, circa - 6 -, tre
per banda, et tutti tengano variate sorte de chiese nelle

mano avanti il petto: et ancora nelle spalle: anno - 6 - ale.
.Nel volto sotto il cordone, nel fregio che fa ornamento

atorno sonno nel partimento mezze figure, quatri per tra-
verso, sonno quattro per lato. Dal septentrionale un vechio
con le ale, un libro et spechio; più a basso un giovane con

de belancie; sotto un vecchio armato; sotto et ultimo un

giovane che mesce acqua. Verso il mezzogiorno, nn vechio
con spechio et libro in mano; poi più a basso un giovane
con. le: forche; più a basso una donna con torre in capo;
più a basso et ultima una donna con doi ampolle in mano.

. Questa opera nella. Tribuna. principiata, alcuni dicano -
non esser mano di Giotto, più presto di Puccio Cappanna
di Ascesi, qual fu poco doppo Giotto; li ornamenti di Giotto
esser questi medesimi, È ben vero che queste teste sonno
molto meglio che le altre che fecie Giotto, però se va dibi-
tando che siano de Giotto, et non di Pucio; perchè Puccio
Jappanna pare che venisse’ poco doppo Giotto, il che si di-
mostra: che vivesse poco il dimostra per le poche opre che
si vedano di lui. Le sue opere "sonno queste: Un quadro
assai grande, quale è sopra la grata della Chiesa di Sancta
Chiara, dove stanno a vedere la messa le sore; dove gli è

una storia de uno miracolo, che Saneta Chiara resuscita un

putto; dove che gli sonno assai figure de ogni sorte, cioè
donne, homini, frati, preti; in fra le altre vi sonno certe
donne con vestimenti di quel tempo, bellissime, et le teste
se vedano bene esser tutte viste dal vero et ben facte, et
questo ha de openione Mastro Dono da Asisi, che sia molto

meglio de Giotto, et de ogniuno de quel tempo. Nella ditta

opera gli sonno anco certe teste in scurto molto belle: et-in
DI $. FRANCESCO IN. ASSISI | 49°

fra le altre gli à facto un prete eon le mane gionte in tutto li
seurto. In efecto ha dimostrato. grande ingegno et arte. E l |
; de più vi ha facti li casamenti et una chiesa molto contra- WE
E facti in prospetiva: le qual prospetive sonno si ben facte et
tirate, che a questi tempi non credo che si potriano meglio-.
rare molto. — Mastro Dono de Assisi hé de openione che
custui trovasse la vera via della prospetiva, perchè li altri [che]'
hanno usato tal arte bene, sonno stati doppo lui molto tempo. xo. d
Questo quadro si:é molto bello invero, et non hè finito:.vi
sonno in un cantone da quattro figure, che solo hanno [e Il
; teste, chè hè tagliata la calcina, et non sonno mai state fi-
nite, et cusì hè restato inperfecto. Ancora vi ha fatto assai
pelli... [Lacuna]. Anco vi sonno delle sue opere in una fac-
i ciata de un portone; cioè sopra da ogni canto si è depinto
la Madonna con il Figliolo in braccio, da man dextra Sancto
Francesco et da man sinistra Santa Chiara: ancora si man-
tengano bene; quel San Francesco gli à una bella testa. LS |
Questo portone gli è fra S. Rufino et Santa Chiara, a
mezzo viaggio nella strada. Ancora in una facciata de una
casa, quale hè nella strada per andare da San Francesco et
la piazza, fra le doi fonte, a man sinistra nella strada dieta
Portica, gli [è] nella facciata. una fenestra della Casa della E
Fraternita di S. Gregorio, dove che a man dextra gli è un j mu
Christo alla collonna che lo flagellano, sopra uno altro d
quadro eon un Crucifixo. Dal[/a| man sinistra gli è una.Ma-
«donna a sedere con il Figliolo in bracio; il qual putto ha |
una testa che par vivo, et che non li-manchi exeepto il 3 : |
parlare, tanto sta ben facto. Dallla)] man dextra della Ma- . | n
donna. gli è una S. Chaterina, et dalla sinistra una.S. Chiara. ' i | Bu
Quadro di S. Nicolò (1) Dalla altra banda del detto il |
altare et coro nella man sinistra, verso il septentrionale |
gli [è] un quadro con la volta a botte; [ne] la quale gli
è la pittura compartita in questi quadri infrascripti, istorie

LI r

de ge A X

RA ia a Ma

(1) Scrittura del Sec. XVII.
Si A LE

BO E DESCRIZIONI DELLA BASILICA

RE | facte per mano de Giotto; medesimamente li quattro trian-
| MEE ; goli che: sonno sopra alla altare -magiore, che io ho sopra
LN OO er scripti; perehé prima furono depinte da Cimabü, et poi E
li | | Giotto le guastó et le rifece. Et per segno del vero gli é :
| | M ; anco un quadro di mano et opera del ditto Cimabù, il quale
d AE m LM | non fü'lassato guastare, comme legendo potrai intendere.

dE I ^ — Capella Sancto. Io. Baptista (1).

B ii . * Nella facciata del quadro verso il septentrionale gli è
| BUE (I uno arcone,di larghezza cubiti circa - 10 : quarti - 3 ., quale
Di dr è tirato in aguzzo, con ferrata di ferro over grata, dove che . |
Ii | gli è da lillustrissimo Sig. Giovanni Ursino fratello del Car- !
TBI LR | dinale Napoleone, construse una basilica cioè Capella con

| Miti LI | bellissimo muro et pavimento, con pietre lustre et variate E
BI UO fantasie, quale è de proportione tonda, cioè con cinque faccie,
Wl di lunghezza quasi cubiti 16 ||, et largha quasi 15 !/, et
quasi 137/,, con tre fenestroni intagliati alla thedesca, con quelle
| TLURE ‘loro rose et ro... qual fanno bel vedere. Di fora son cornige
| | | | posate nelle mensole de marmo bianche, con fogliami inta-
| | gliati; et ancora con loro arme della illustrissima Casa, qual
| cotidianamente se veggano sì dentro la capella et sì di fora
Ei d) d seulte in marmo, in pittura et in nelle invetriate, et nelli fregi
i | | | i sE della pittura. N ella ditta capella dedicata a San Nicolò delle tre
| | i il palle d? oro, gli sonno dentro de quelle collonnette che arivano
bi | | | |.‘ alla volta, dove se posano capittelli intagliati de pietra ro- È;
| scia. ben lustre. Gli è la volta facto a cupola con stelle d' oro
il et oltramarino, fatta a niechi. Poi gli é la grata di ferro
| il Gis ‘con bellissimi sarature et arme scolpite overo intagliate de
| | : . Casa Ursina illustra. Nella intrata gli è, de qua et de là,
| il eerti quadri de pietra roscia scornigiata, con arme nel mezzo,

il ho dove se posa la porta della grata de qua et de là dalli spor-
e ; telli. Poi gli è un pavimento a uso de musaico, con rose de

à = x ca d

epp

|. (1) Invece si descrive la Cappella di S. Nicolò, come poi è stato corretto
a stesso in capo alla pag. 106 tergo,
pn

*

dia *

DI 5. FRANCESCO IN ASSISI ir tar EE S5

| pietra et sbarre: gli è una ‘bella elia de altare con un po-

samento, dove' che nel mezzo gli è sculpita un seuto over

arme; poi oli [è] una deposito tutto: de stucco bianco ‘simile
.. al marmo lustro, con la statua che giace alla ‘supina, dello :
illustrissimo signor Giovanni della ‘casa ‘illustra Ursina, con.
doi angioli che tengano. la cortina alzzata : uno tiene un tu- -
i ribolo et l'altro una navicella con: lo incenso. Lui ‘vestito
‘con un camiscio et ha la cherca come frate; dimostra essere
accolito. Et questo sta nella facciata dentro * il muro. Nel.
mezzo sopra gli è un quadro con figure, ‘cioè per principale
la Madonna col figliolo in collo, a man. dextra S. Nicolaus;

a man sinistra S. Franciscus. Sopra gli è più che mezza in-

vetriata. Nel[la] 2* e 3° facciata sonno: doi. fenestre, cioè. de
là et de qua del mezzo, con figure . di - naturale, à piè da .

basso glie sonno . 4 - seuti overo arme per ciascheduna. fe-
nestra: de vetro, con fregi et altre "cose simile, fogliami de
vetro. Ma in quella di mezzo gli è un fenestro con doi
fenestre in un solo ornamento, cioè gli è una collonna per

mezzo. Dal lato verso P ocidente gh e^i Cardinale Napo-
leone .son la ‘tonicella roscia et mitria nel capo, coh le mane

quasi gionte Verso: Santo Nicolò che gli è dallo altro canto
della collonna, con vestimenti sacerdotale, cioè con pianeta
azura et mitria in capo. Nello altro dusidro sopra di Napo:

leone gli è un San Francesco con la man dextra et: con la
sinistra alquanto in alto. Ma. avanti gli è è il Signor Giovanni:
overo il Cardinale iü genochione con le mani giunte et To Cali

levate verso il Salvatore, che hè nella altra finestra, con la

mano avanti il petto, par che li dia la heneditione. Il ditto.

Signor Giovanni. over Napoleone gli [è] vestito da Cardinale,
con ves[te] roscie senza cappello. A piedi la ditta. invetriata
gli sonno. quattro segti over arme: un:campo bianco con un

fregio o partimento per traverso; o largura, dove .che di.
Sopra gli é una rosa. Toscia con cinque foglie. Sotto il parti- |
mento sonno tre sbarre roscie nel campo bianeo in sguinscio ni
. over traverso, di. sopra del braccio. 0, mano, Circa la. pit-

*

D
—— aa MÀ lle ero
T po

»*

sx

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T 2

BI: ; : DESCRIZIONI. DELLA BASILICA

turà della capella, [2] tutis ta eon le storie. di San Nicolo.

Nelli quadri delle facciate et. da li lati a piede gli sonno di
dodeci apostoli depinti.. DS i
Ancora nella ditta. n a man sinistra, alquanto in

alto, gli è uno ornamento di legno, comme tina loggia con.
molte collonnette in prospetiv a, dove che gli era un tibano (1).

Nella facciata del ione: dalla banda di. dentro, in-

contro della altare, ,hel colmo del arcone, gli è un Salva-
tore in tabernaeulo con ciborio alla thedescha.' ‘Dalla man

dextra gli è un San Francesco, con la mano di sinistra. ele-
vata.presso la spalla, et alquanto pieg gato, perchè par. che

se pieghi et piglia con la dextra et là pigliato per le mane

il Cardinal Napoleone, quale sta in.genochioni a man dritta

di San Franeeseo, volto verso il Salvatore. Il Cardinale gli
è vestito con. la tonicella* bianca et mitria in capo. Sotto
sonno parole che dicano cusì: Dns Neapoleonis. Et a man

sinistra del Salvatore. gli.é simile: cioè San Nicoló 'ehe
^ piglia il Signor Giovanni per il braccio sinistro, ‘et accenna

coh -la: mano versso il Salvatore: lui medesimamente. sta

vestito con un camiscio ornato con fimbrie, dove che sotto’

gli sonno parole clie dicano cusi: Dnus Johannes Gajetanus
frater. eius. Tutte queste stanno a un filo. Piü basso di
qua et di là da 1° arcone, - gli è ümr San Giovanni Baptista
in un deserto. Et dallo. altro canto gli è il medemo una

‘Sancta Maria Magdalena. in una grotta. Sotto il volto de
'Jareone glie sonno circa S2. figure di là et di qua.

Nella facciata del quadro Verso il septentrionale, in-
contro et per mezzo la altare magiore; a man dritta de
l'areone sopraditto ‘della capella. di San. Nicolò, di fora nella

‘facciata: presso una porta ‘che va «In convento, quale. sta

sotto ‘una scala, et. accapo la scala gli n'é una altra. porta

| che + va di sopra; et tutte’ doi. queste porte stanno verso lo

"
Por

pi dista i *

: (1) Leggi « timpano ».

ft p ANA n me -

JUENRNITIEVOLUS
ict Mite p a; EAT | DSL *

DI S. FRANCESCO IN ASSIST... — bt cd gol An NS

occidente. bu il parapetto della scala gli. è ‘un ‘esa
‘depinto quello miracolo. de quella easa che ‘nella cità di
| Sessa cascando acolse. sotto. un ‘fanciullo Over. pübto-0; ^,^
- mamolino, che subito morse. In fra le altre figure. glie ad
sonno [gli è] la effigia di Giotto over ‘retratto di Giotto, di e* e
tutta figura, quale sta Verso p arcone, volta in piedi con js dc
veste rosei[a] et il manto over ciamarr a alla antica di azzurro, SUUS
-l]a mano dextra con li- deti quasi aun filo verso il mento ^
et una cappella in testa alla antica, volto verso «T arco; cri
sguarda al putto che la. matre ti[e]he. in braeci[o] dui
Dallo altro canto de P: arcone, all incontro et al filo over a
paro. de questo quatro, gli è il putto resuscitato per le. Foce SR 5a

di S. Franeeséo. : Da ar

Sopra al quadro primo gli è. un "angiolo Gabriello hr s x
formata statura, presso alla ‘volta giungie : et dal altro Canto 4 * ^
del arco sopra al 2? quadro, ‘gli è, la. Madonna. col Nanto
‘ azurro, con la. mano apresso da faccia .con grande amira i
"Hone cs E E | es ORO.

Nella man dritta, nel colmo della ditta volta ‘a - botte,
verso la parte orientale, ov 'er cappelle, over il.* corpo della
Chiesa, sonno depinti la vita di Christo compartita in: questi
quadri infraseritti :- il primo, over 2* istoria, per causa della
Annuntiata, nel colmo della volta incomincia il quadro: COD.
istorie over. misterio, la Visitatione della Madonna, quando
“la Madonna visitó. Santa Elisabeth. — .3° La Natività di
Christo. — ‘4° Quando li Magi ‘offersero li tre doni. — ORIO: ei
Circüncisione, dove che gli è depinta Anna. profitissa con la . Mum Ü
diadema: et. nella mano una carta scritta torculata. Poi un A
quadro di azuro ultramarino, dovéè gli è un Crucifixo con le . E C
Marie a piedi dal lato dextro, et dal sinistro. gli è un San Get
Francesco in genochioni, con un piede et le mane in alto
‘alquanto spase; par che desideri gustare la passione, , tanto
sta stratto. De rieto a lui sonno doi frati laici in genochione.
De rieto a questi frati laici; 9 gli è È un frate con la diadema,
‘in 2 cHione; alquanto de rieto ‘a man n dritta gli è il com-

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54 ; 20. 027 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

pagno laico.* AU man dritta de: ditti frati gli sonno alcuni
crucifixori. In aere sonno quattro. angioli per banda over

lato, et. fanno assai belle attitudine, sotto. il crucifixo. A
n canto questo quadro gli- [è [è]. ‘sotto la porta delle capelle,
. gli è un quadro di mano et opera de Cimabù, nel quale
vd hè una Madonna col figliolo in bracei[o], di grandezza

cirea «ng s piedi, et quattro angioli che la portano in

una sedia, facta con più ornamenti che ha saputo; et si co- .
— gnoscie. ‘qui avere facto ogni suo sforzo. Da' canto il lato

sinistro gli è un San-Fràncesco, e più che naturale. Medesi-

‘ mamente li angioli sonno più che naturale. Il quale quadro
gli è comme ho ditto; dieano che non fu guasto comme li.
altri: lo ornamento a torno tutto hé de mano. de Giotto,

.. nel medesimo modo delli. altri soi quadri di là et di qua.

Nel canto sotto il Crucifixo gli è un quadro con campo

2d oro, intagliati, ‘disignati fiori nella calcina; dove gli è una
Madonna col figliolo in bracci mirando a li fiori ‘che sonno

nel ditto campo; sla man dextra et sì a man sinistra gli [2]

una. figura per canto over banda, con il manto. alla: antica, à;

eon li cappeli che pendano de rieto al collo, con corone in
testa. et: nelle mano una: palla, dimostrano volerle presentare

^al Bambino. Et ‘ancora tengano una bachetta per uno in
«mano, eon un gigli[o] in. cima al botone, et lui piglia con

le dita dn de. quelli gigli. Nella faciata de l'arcone, glie
sonno. cinque mezze figure che acompagniano la Madonna,
et'tutte stanno a un filo della ‘Madonna, ma sonno di molto

bella. maniera. Non mi paiano simile a. quella de, Giotto in
i cosa aleuna, perchè sino al oltramarino mi -par più bello.
. Avanti questa. mezza * Madonna gli è una altare dedicata a
, Santa Elisapet et a San Josephe, ornata con. grata di ferro,

dove sotto gli é sepolto il Beato Frate Iohanni Anglico. Poi
gli è la porta dove se entra. over se va o. passa per andare

nelle ' cappele.. Poi gli è. una figura del ditto Beato, fra la

ditta, porta et il pilastro, gli è uno altare che viene: a esser
sotto et avanti la Madonna clie feci Cimabù, quale é dedi-

E .

POFEPIZE RE RTTUTINFENTIFOCIN
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

Ur
"Ot

cata alla Conceptione. Sotto la. Madonna, nel muro et a-

. vanti la altare, gli è una grata di ferro nel muro commessa ‘

per fortezza et ornamento, dove che dentro alla ditta grata
gli è alquanto di fora un sepulero quadro, de intorrio una
cornige et nel mezzo con molte fantasie intagliato et ornato
con musaico. Sopra al ditto sepulero, sotto la sedia o sca-

bello. della Madonna gli sonno le effigie et retratti di natu-.

rale, mezze figure de quelli cinqui frati beati compagni di
San Francesco, con parole che dicano cusì in una tavo-
letta: Hee est cappella bone memorie Sixti Pape quarti,
‘immaculate Conceptionis Gloriose Virginis Marie dicata,

que est septentrionem versus. In hoe sepulcro gratieulis fer-
reis munito requiescunt quinque corpora Sanetorum aut Bea-
torum fratruum ordinis minorum, sociorum Beati Francisci

veluti eorum effigiesque indicant. Primus: Frater Bernardus

Quintevallis de Assisio, qui erat utriusque iuris doctor. Hie
primus. fuit qui vendit omnia bona sua pauperibusque di-
spensavit; etiam primus qui ingressus fuit. 2; Frater Sil-

vester de Assisio, qui etiam fuit iuris peritus, nec non ca-

thedralis Ecclesie Assisiensis canonicus: quidam nocte vidit

in sompnis crucem auream. inmensam valde, cuius sumitas .

celos tangebat, pes autem eius in ore Beati Francisci stabat;
latera autem crucis ab una parte mundi usque ad. partem
alteram extendebatur. Hic fuit primus sacerdos qui in or-
dinem ingrederetur. Etiam in fronte sepe ac sepius vidit si-
gnum th. Tau, variis coloribus ornatum, distinctum.

3: - Frater Guglielmus- Anglensis, qui post mortem mul-
tis. claruit miraculis, sed ex precepto Fratris Helie, tune

minister generalis, destitit miracula facere, propter reveren-

.tiam et presentiam S. Francisci.

4; - Frater Electus laicus, qui dixit domino Petro Car-
dinali Albanensi: « hodie ex hac vita discedes ».

Quintus: Frater Valentinus narniensis, qui erat phisicus,

postea in ordinem fratrum minorum intravit, ac etiam semper

laieus permanere voluit,

Nes x s x Lama SUP 7 Ae -

umm

Praihi s.

A.
DESCRIZIONI. DELLA BASILICA

>

Orate Sancti Ordines ex ordine minorum, ut Derim
gaudiis in aula celorum.
| Nel pavimento presso alla altare gli [è] sepelito Monsi-
gniore episcopo di tal nome Urbano, nepote de pa[pa] Sixto:
Et in segno de ciò gli è atacato il suo capello nella volta
sopra ‘alla sepultura. |
- Nella festa della Conceptione Sixto : 4 - concede per
tutto lo universo mondo la indulgentia de 1240 dies, sicome
nella Visitatione et il Sacramento, sicome se contiene nella

‘bolla ‘conservata nella Sacristia nello Archivio, 1476, lo anno

6^.del suo pontificato. — Poichè ànno cantato la oratione di

- San. Francesco li cereforarii intonano la antiphona: « Con-
ceptio tüa » et vanno over vengano. a ingenochiarsi avanti

alla prefata altare. Poi il [eb]domedario dice la oratione poi
» Si iniquitates », sicome si custuma; il acolito dà P Acqua
Sancta a li frati et circostanti, quali pulsa la campanella
nel modo che custuma, et il solito della religione dire o
fare.

Voltando le spalle alla prefata .altare over ‘capella, ri-
sguardando a man sinistra, nel colmo della volta verso il
eoro over tribuna della prefata volta a botte, sicome ho
detto, hè compartita in questi infraseripti quadri; nel. me-
desimo modo delle prefate istorie sequitano li misterii: primo,
quando la Madonna ‘et il figliolo et: Iosephe fugierono .in
Egipto, la occisione delli Innocenti; presso a la bandiera over
insegna E e un gladiatore: tiene un putto per il braccio

in aria, et-è facto in seurto, risguarda in ciascheduna parte.

Quando i con li doctori nel Tempio, quando esee

del tempio con la Madonna et Iosephe, ritornano a. casa;

et questo quadro vi[e]ue ad essere sopra alla porta che .esce

nel pianceto. — Un miracolo di quella putta, che suecesse
in Roma, che, il patre et matre andando alla messa, si buttò
giù della fenestra del palazo: apparendoli S. Francesco fu
liberata senza nisuna lesione. Nel canto presso alla facciata
gli è un San Francesco; che tiene la mano sinistra sopra
DI IRR INSASSISD 5.103 I 57:

*

*

alla spalla. dextra ‘alla Morte con la corona da re in testa,

quali... de: incanto. S. "Francesco par che predichi et la

mostri al populo; et:.con la man dextrà a modo de. pre-
dieare.' Li fregi. che fanno ornamento a. ‘torno et intorno alli
. prefati quadri, gli sonno pelli partimenti mezze figure di
naturale, in campi de. oro, angioli, profeti et altri simili, che

tutti fanno variate: foggie et; maniere. -Nel cordone Che- è fra.

la volta a botte e la eruciera delli. quattro triangoli, sopra
alla altare magiore, nella faccia di sotto over di mezzo, gli
è un. fregio: sonno nelli partimenti del prefato fregio. certe
: mezze figure di naturale, con. carte ‘a cartelli nelle mano,
che sonno: li Dodeci Propheti. Da l’altro. canto nell altro
cordone, sonno le dodeci Sibille, con variste cose nelle mano,
| cio[è] crocepte agnelli et altri anmil. i

. Nel prefato sonno tutti in azurro. li quadri.

Nel altro canto verso il mezzogiorno della volta, a basso,
nel prefato quadro a man dritta del coro verso la Sacristia,

è partita al medesimo modo'con quadri della prefata over detta

di sopra, sonno li infrascritti misterii in quadri: nel colmo
della volta [a] canto alla facciata della, capella, nel colmo over

presso alla arcone verso lo occaso, nel primo: quadro gli e.
il misterio.quando intró in Ierusalem il giorno delle Palme;
quando fece la cena. eon li apostoli; il mandato SUGO

lavo li piedi alli apostoli ; quando: fu baseiato nel horto da

, Giuda ‘Scariotte, che li ministri della Corte il prendano. Nel,

canto fra-la: facciata. et la porta che» esce nel pianceto, gli
è Giuda inpeso; et de li se pó. andare dal e anto. di dentro

. nella :Chiesa di sopfa. Seguita. poi, ‘un altro: quadro fra: la

porta et la tribuna: quando San Früncesco riceve le stigmati
nel monte della; V erna. mH Reincominci ia nel colmo della volta

dal altro canto, verso al altare ‘magioré: quando Christo fu..
flagellato alla collonna; quando escie:de Ierusalem ehe porta *

la Croce in spalla al Monte Calvario. Et sotto questi prefati
‘doi quadri gli è la passione in campo: azzuro oltramarino:
è il più bel quadro, dove, gli. sonho molte .cose notabile;

3-78.
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Marie. Medesimamente sonno molto belle figure et ‘con

- càvalli in scurto molto ben facti.

de Maestro Antonio Cavallino,

*

58 SHE DESCRIZIONI DEELA BASILICA |

. gli è il Crucifixo. in mezzo & doi latroni,

«gli è la porta del Campanile che ascende circa.

dui 6

| cima par che minaciasse rüina, per questo rispetto fu di-

Seornigiate con bellisimi partimenti. Frate Helia vi fece - 7

oltra:della gran memoria che debiamo aver della: passione,
| | et soprapone il
piede sinistro sopra il dextro. Gli sonno 14 angioli in aire
in nugole, che fanno atti variati di pianto, et con molto
belle maniere cet ‘attitudine de: cusì belle considerationi; an-
corà che li sia a piedi et circumeirca : alla: eroce le DIOS

belle attitudine de cusi belle considerationi. Fra gli altri gli
sonno molto bellissimi ‘ornamenti jet: foggie de soldati, si
comme de. armature, et. con Sopra veste racami in varie
foggie: medesimamente hanno le labarde che usavano a. qui

tempi. Sonno in-terra queli che buttano li dadi sopra alla 9

veste inéonsutile del ‘Christo. Ancora gli sonno. molto belli 3
— Presso'il fregio, verso
alla altare magiore gli è il retratto di naturale del Duca de
Atene a cavallo nella mula: ‘questa opera è varia openione
che sia de man di Giotto; ancorchè habbi[a] della sua ma-
niera, mia molto megliorata; alcuni dicano che sia de mano
il‘ quale pigliò quel sopra- È e
nome dal saper ‘ben fare cusì. ben” cavalli. Presso il pilastro 1 :
. scaloni, E.
avanti che tu entri. dentro nel vano over corpo; Aot gli é E
la Sagristi[a] secreta, . cusì ditta: il. suo vano è circa cupiti
- 16 Vs tutto de ‘pietra bianca e quadro; : ogni faccia è circa
; la sua altezza è cinque volte quanto la sua larghezza;
il muro [a grosso cupiti circa 41/,} è facto con bello ordine, |
con la strada comoda in spiaggia, ma a piano ci ‘et sale E
sino alle’ campane; di; larghezza. circa cüpiti ‘Ancora
il ditto ‘campanile. aveva una cima di otto. ilk ili
et bellissima, con una gran palla et una croce:

TT

la prefata
sfatta. Gli sonno ‘cornige di fore, intorno sporgono, sonno

campane, in figura e in memoria delle septe ore canoniche;
medesimamente in significatione del canto composto de , 6
DI $. FRANCESCO IN ASSISI 59.

et sette note, idest: ut, re, mi, fa, sol, la, fa dulcis; dove .

che al presente gli ne sonno doi, una sona a le-ore ‘princi-
pale, sicome a matutino, alla‘ ave maria, nel aurora, a messa,
a vespero et a compieta,; poi alle ave maria, ma solo dà un
: segnio solo: il simile fa Pero scia, Todi; a matutino, a messa
grande et a véspero sonno doi campane: Paltra serve per
sonare il secondo, .con lettere che dicano cusi: A. D. 1239.
Pape Gregorii tempus perpendit nori Cesaris ac dici (sic) tem-
pus Pontifici Federici. Bartholomeus Pisanus me fecit cum
Loterengo: filio éius. Cum fit... (1). :

— Hec: est cappella illustrissi[m?] et excellentissimi. Ducis
Athenarum; que, est meridiem versus, divo Iohanni Evange-

liste: dicata. — In hoc sepulcro graticulis ferreis munito, re--

quieseunt quatuor corpora $ Sanetorum aut Beatorum fratrum
ordinis minorum, sociorum Beati.Francisci, veluti eorum
effigies[que] indicant.

‘Primus: Frater Leo Colloniensis, qui fuit confessor Beati
. Francisci, et primus.ab ore eius regula[m] scripsit. Iste fuit.

cum Beato Francisco. in sacro one Alverne, quando - 1224 -
i recepit stigmata.
2; Frater Masseus de WMarieribarto, comitatus Assisii lai-
. eus, qui fuit una cum Beato Francisco, quando ivit ad
.Summun. Pontificem Honorium tertium, qui tune morabatur
Perusie ad postulandam indulgentiam S. Marie de Portiun-
cula sive de Angelis.
3. Frater Ruphihus Scifij, -consaguineus. Sanete Clare
qui fuit tante sanetitatis,- ut beatus. Franciseus auderet di-
- cere quod etiam a Domino erat canonizatus in celo.

4: Frater Angelus Rehatinus laicus, qui miles primus
venit ad religionem: Beati Francisci et evasit vir magne per-
fectionis atque omni morum probitate: p

^ ) Mancano qui "le pagg. 24, 25, 26 della vecchia cartolazione, tra le
pagg. 108-109 della moderna; ‘esse componevano i fogli con le corrispon-
denti mancanti tra' le. 91-92 della moderna. La trascrizione mutila dell’ epi-
Us grafe è evidentemente UR t

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*
| DESCRIZIONI DELLA. BASILICA.

Orate Sancti omnes. ex ordine minorum,

Ut pertruamur. gaudiis in aula; celorum.

Il ditto sepulero gli è de ‘la medisima simile de
quelli della Conceptione, escitto (1) la altare, quale .hé posto

più presso verso la cantonata. Poi gli è una Madonna in CAMPO:
‘d’oro con il figliolo in collo comme l’altra già ditta al me-
. desimo luoco de l’altro quadro. A man dextra gli è un San

Francesco, et a man sinistra gli è S. Giovanni Evangelista.

Queste tre figure sonno mezze: San Francesco et la Ma-
donna fanno cenno col deto police ‘della mano dextra verso.
il sepulcro delli ditti Saneti. Sotto gli è un quadretto eon
un Crucifixo: picolo. in un campo. d’oro. Da li lati gli sonno
quattro scuti cioè arme, doi di là et doi de qua: gli è tutto il.

quadro :roscio, poi gli è un, campo. azzurro, che dal canto di
sotto é tirato in aguzzo; poi gli son un leone. per scuto,
dorato, diritti, di con la ‘coda, il piede dietro
et sinistro posato. nello. aguzzo dello. sento, et li altri tre di-
Stesi et separati. Dicano: esser l'atme di quel Michel di Lando

Duca de: Athene, poi fu Duea di Fiorenza; quali leoni sonno
volti' verso il septentrionale tütti. Questo Duca venne: per .

devotione a. visitare il tempio di San Francesco; ‘vedendo

tal luoco et cusì bella faccia ehe non era dipetitoî, deliberò.
‘di farla depengere : ‘dette val Convento una Pieve, qual [e]

posta nel territori[o] della cità verso Perosei[a] presso un fiume

ditto Chiascio, chiamata Pieve di S. Thecla, sì per farla di- .
pengere et si per dota della dittà cappella; dove che, a man
dextra della passione:o del quadro. verso alla altare magiore,

[a]canto il fregio, gli è 1a effigia et retratto di naturale, quale
Sta.a cavallo in su la mula. Ancora nel: ditto quadro gli
sonno cirea - 14 - : Angioli in:aria intorno al Crucifixo, quali

fanno assai belle attitudiné, quali se recercano a tale istoria.

Medesimamente gli è è una altare, separata» dalle muraglie,
quale è dicata a E Giovanni Evangelista. [4] canto Ad filo

(1) Escitto = eccetto.
| DI $. FRANCESCO IN'ASSISI - n OR

“et al paro della Madotina et'a man Lug della altare Verso
la Sacristia, nella faccia; del. ditto quadro verso il septen-

trionale, sorino' - 4 - mezze figure in quadri separati di az-
zurro, et arivano sino allo arcone, quale acompagniano quelle

- tre che ho detto. Credo. che non siano di mano di Giotto;

sonno di molto bella: maniera. Sono in contro comme quelle
altre del altro quadro verso il septentrionale. Poi sopra se-
quita il resto delle istorie della morte. di Christo, il misterio

quando Christo fu deposto de croce. Da Paltro canto de
l'arcone gli è quando fu posto nella sepultura. Sopra [a] canto

il volto presso lo aguzzo de l’arcone, gli è quando resuscitò

il 3° giorno. Da l'altro canto de làreone, medesimamente'
. presso il volto nello aguzzo de l’arcone, gli è quando cavò
-]i Saneti Patri del Limbo,

Nelli fregi che fanno ornamento a torno alli ditti quadri,
sonno nel partimento mezze figure, campo de oro, di natu-
rale, comme profeti, angioli. in più foggie. Ma sopra al capo
di Christo gli è il pelicano, idest porphirium in lingua latina.

Tutti li: quadri che ho detto sonno campegiati di bello ol-.

tramarino, esciepto queli quattro . triangoli che sonno. sopra
a laltare grande et cupola, .cioè, la tribuna’ sopra al coro,

‘che hànno li campi de. oro. Et ancora credo che tutte queste

pitture ‘che io. ho nomino, sonno de Giotto, escietto il
quadro de Cimabù, et quelle altre. mezze figure di là et di
qua a quell’ altare che sonno presso li sepuleri delli quadri,
che hanno la volta. a botte; le altre della passione verso il

mezogiorno et la opera dii over tribuna sopra al
coro: per ben che tutti li fregi mostrano: esser di mano de
. Giotto, il quale solo lui gli è retratto di Doigrale, sicome
dissi; "c : .

Nella faciata verso il: mezzogiorno, nel ditto quadro vi

hè una bella cappella, quanto alla muraglia et pavimento,
. la qual fece fare illustrissimo et. reverendissimo Napoleone,
: cardinale della prole Ursina, nepote de Nicolai 9! pro se, in:
"i qua capella. despogtiit tumulari: dedicata a San Giovan. Ba-.

x

dui

e : :
e X Se ME - ^
à t. EMT PPT 1

EC 62 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

*

| ptista, la quale non hè depenta, exscietto che ‘gli è sopra et
. avanti alla altare una Madonna col figliuolo in' bracci, et
dal lato dextro S. Jovanni Baptista; et alla sinistra gli è un ©

San Francesco. Et queste sonno. mezze figure, in campo de

oro a piè la finestra di mezzo; sotto et.a. basso, “gli. è un.

Crucifixo di tutto rilievo de legno, quale gli è molto ‘bello,
in uno ornamento di legno: dove che, dalla banda de rieto,

gli hè uno vano, et hè alquanta grandotta - fenestra over :

buca; dove che tal vano fu lassato per farli un deposito per
il Cardinal Napoleone, fratello del Signor Giovanni, della
prosapia di quella illustre casa Ursina, perchè in vita sua
se giudicò il Suo corpo. et ossa avessero da riposare in detto

luoco, et anco l’anima nel sino de Abtam. — Questa capella :

e de proportione tonda, cioè con: cinque. faccie, et hè della
proportione [a] similitudine della altra incontra, ‘verso lo se-
ptentrionale, dedicata a S. Nicolò delle tre palle de oro. Ma
nelle invetriate che sonno nelli tre finestroni, gli è la Nati-
Vità et vita di San Giovan Baptista. Ancora a man sinistra
gli è lo Organo, eta man dextra gli è la porta della Sa-
cristia. Sopra alla ditta porta gli é un quadro di una tavola,
nella quale gli è un «San Francesco dipénto in un campo
de oro: dicono esser di naturale; et intorno alla ditta ‘tavola
over figura di San Francesco bi sonno quattro istorie cioè
miraculi quali sonno di grap memoria, et tutti sonno in
campo de oro. Il ditto San Francesco gli è in piedi con la
croce nella dextra, et nella sinistra “tiene un libro aperto,
dove che vi sonno scritte [parole] che dicano eusi:.— Si vis
perfectus esse, vade et Vende omnia que: habes, et. da pau-

peribus. — La ditta tavola over quadro dicano che San Fran-

cesco vi fu lavato poi la morte, et poi fu penta: 'di lun-
ghezza cupiti circa... a (lacuna) et di larghezza cirea .....
(lac.). Presso la ditta porta che [è] opera tedesca, et ha le
sarature con. scüti et arme de Casa. Ursina, gli è una cam-
panella, quale fa doi effetti : cioè se sona over sé fa “cenno,
quando “il patre sacristáno cava fora la Messa, over quando

TTE TTA VS i T
: à 1/3
DI S. FRANCESCO. IN Assist ud O MA
il Sacerdote va alla altare per celebrare. la messa; il secondo
effecto volendo il patre sacristano; 0 per "voler Vader li re-
liqui .sancti, o far toccare le corone, eet: altri bisogni, che in-
terviene giorno et notte: qui si'deve mettere pui reliqui.
Poichè serite ‘uséitidella sacristia per andare alla: Chiesa
di sopra, et andando verso alla altare magiore cirea - 20
passi, gli è 0 trovarite una scala: délla medesima -propor-
tione et maniera et fattezze gli n? è una altra: dall altro canto

della tribuna over coro et altare grande; pure dicendo de

una dico della altra: gli è diferente solo. il voltare della |

scala, ma gli é le porte per uscire fora tutte ‘due volte verso
lo occidente. Le ditte scale principiano presso il pilastro della
* : Tribuna dello altare grande presso il corò; se ascende circa
: 20 -. gradili overo ‘scalini; ornata con. appoggiatoiò over
parapetto, quale è tirato sino alla faccia, de pietra ditta

mischia, et è d’una gran manifactura et. ben lavorata. In.
capo de ditta scala gli è alquanto piano; perchè sotto gli è

tirato un arco, dove: gli è una porta. Nel ditto arco Overo

piano gli è una pietra con lettere che dicano cusì:-—Hic.

requiescit Magister Ugo burgundus,. clericus S. dni Gregorii
de Boslon, archidiaconi lugdunensis. — Et queste lettere sonno
solo in questa scala: nellaltra non gli è niente. Et queste

lettere sonno quasi a ritnpetto ' della porta, et. quasi a piedi

di circa cinque graditi, che sonno nel muro della Chiesa
. over porta. Poiché serai ‘uscito fora. della. dittà porta, gli è
. o trovarite un cortile, ditto il ‘pianceto, sopra li contraforti
della Tribuna de rieto. al | coro, et sopra de uno delli quattro.
inelaustri, medesimamente, verso a canto presso la. Tri-
buna, quale e scoperto per causa de dare il lume alla Chiesa
over coro; di misura quasi quadro; eon un parapetto che
responde nelli inelaustri di sotto; gli sonno. tre inclaustri

over portici o- logie a un filo, fabricati o tirati sopra a quelli '

de sotto, sonno li doi dalle bande tirati con ‘collonne fino

alla facciata della Chiesa, di qua et* di là dalla Tribuna ‘et.

pianceto over cortile, dove chesgli è ‘un capitello de una

di. er oc X

ES

uè.

deb uu ME. X
VE VEA è:

64 En b d ‘DELLA BASILICA

oloni con seuti over arme (O seghi infrasoriptis in prima
cogli è uno seuto cen una traversa nel. mezzo: dalla parte di -
sopra gli è doi grue, eb sotto la: ‘sbarra una, a tal che sonno
tre grue, ‘qual dicano - ‘esser p arme della casatà di S. Fran-
eesco, per ben che. Pietro Bernardone il suo segno del mer-
cante. gli era un. tondo, con. quattro ponti di qua et de là,
al piede della croce ché 'passava per mezzo ‘il tondo.

‘. Gli è nella» ditta collonna.,uno seuto. con segno - T..,
cusì ditto Signa del Tahu, quale usava ,S. Francesco ‘et. te-
niva.con gran veneratione. Gli è ancora «da V altro canto la:
‘cerqua over rovora, quale era il ségno' di Papa Sixto. Da
Paltro:canto de la faciata del capitello gli è le chiave. in
croce: in un altro capittello ' incontro, posto nella: facciata.
della Chiesa, dall altra banda et nello altro inclaustro: presso
'alla altra porta, gli è è il tempo con numero, cusì: 1476.

Questi inclaustri con-arme et scuti fece fare Sixto - 4°

i Ordinis Minorum, sicome dirò poi. :

‘Poi gli è una scala de... 34 - scaloni over gradili, dove

“gli è la» porta sopra: al. ditto, nella medesima faccia et a un

filo sonno tutte quattro, ciolè ] di qua et di là sotto et sopra,
che in tutto sonno - 6 - porte, tre per canto; una sopra a
l’altra: una va in convento, 2 nel pianceto et l'altra. nella
chiesa. Dove, gli é avanti la porta un parapetto dove: se

vede la cità de Peruscia et tutto il Convento sucintamente;

Intrato che serai nella Chiesa dalla porta. del. mezzo-
giorno, a man sinistra nel.coro gli è la effigia et retratto
del Generale Sansoné in prospettiva, nel quadro della sedia:
mezza figura con le man gionte, ‘dove sonho parole che di-
cano cusì:. ‘Magister . Franciscus Sanson . Generalis. Là intra
versso:0:dal canto del Convento, posta nella facciata della
Tribuna, et entri nel quadro. da canto, cioè de qua et. de

‘ là dalla Tribuna et:cgro, overo* altare grande. Circa questa
‘Chiesa di Sopra, .quanto . al. corpo. e della . medesima propor-
tione che è quella di setto, senza le - capelle, dico; facciamo .
che se. possa intendere meglio. .
‘DI S. FRANCESCO IN ASSISI 65

L'é spartita tutta la volta in. cruciere quadre perfecte,
et per il longo sonno cinque cerueiere over quadri, che [è]
ciascheduno per ogni verso cirea cupiti - 32 Gli è poi
mezzo quadro di più, qual fa cupola dove gli è il coro: che
insomma viene a essere cinque volte lungha et una largha,
però non computando quel de più della tribuna dove gli è
il coro. La cruciera, per mezzo, over a lato la Tribuna over
‘ coro, è acompagniata di là et de qua da una altra cruciera
over quadro per canto, della medesima misura, che a capo
della Chiesa viene a essere tre cruciere per traverso, e cinque
per il lungo, contandoci sempre quella però sopra della al-
tare magiore, come più a pieno si potrà videre quella per
la pianta poi in una carta separata.

Questa Chiesa, volendola ben considerare, conviene an-
dare alla porta principale, per ben che si entri presso la
tribuna. Et questo se fa per comodità, che avendo veduta
quella di sotto, senza ritornare indietro, secondo la sua prin-
'eipale intrata, gli è assai scomodo. Però, essendo alla porta
‘principale, risguardando verso alla altare magiore et alla Tri-
buna, gli è da considerare più cose. Prima il suo vano, quale
è altissimo di dentro, senza chiave di ferro et senza alcuno
sostentamento. Poi gli è tra l'una chiesa et alPaltra vi rè-
vano (1) circa : 4 - cupiti: vi si va comodissimamente. Et il
pavimento adonqua sta posato in su legni et tavoloni de ro-
vora. Gli è anco un batuto di ghea (2) et matone pisto et cal-
cina, facto calcistruzzo. Gli è anco una altra consideratione
della muraglia: gli è nel fondamento overo principio un cor-
done o cornige di pietra di travertino. La muraglia [è] di
grossezza cupiti circa 4!',, tutta dalla banda di fora, com-
putandoci però la tribuna de pietra bianca, in honore della
‘Madonna, sicome costuma nelle sue solempnità la Chiesa
Romana [che] usa paramenti albi.

(1) Forse « vi rìvano », ossia « corrono »,
(2) Ghiaia,

Nt. CIEL WEM QUR T ud SAAB

i DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Ancora la sua entrata si è a piano comme quella di
sotto, con doi porte, ma de più» basso lavoro molto breve,
con poco intagli et maneo: membri. Il corpo della Chiesa è
apunto affoggia di quella di sotto, escietto le cappelle. Et
quanto alla volta, gli sonno i cordoni delle cruciere tondi :
principiano sopra certe collonne tonde che sporgono dentro
alla nave della Chiesa, et i torioni sonno di fora; al mezzo

‘della Chiesa di dentro gira atorno un coridore overo andito

scoperto durante le - 4 : cruciere: è di larghezza cupiti circa
2 .. Quelle tre cruciere presso la tribuna, lo spatio [è] di
larghezza cupiti 2!/,: il medemo è la tribuna. Intorno circa
alle Invetriate gli è un bellissimo occhio, sopra alla porta
principale, di vano circa cupiti.... (lacuna); dove che per
principale intorno sonno circa: - 46 - collonnette, dove che
nella base gli è collegato una bella rosa con rosette intorno.
Nelle facciate di là et de qua, che sonno mezzo tondo sopra
al coridore, sono li finestroni, ornati con vetri, con figure et
altre storie. In tutto, in queste quattro prime cruciere over
quadri, sonno - 8 ., quattro per banda; poi gli sonno le doi
crociere oyer quadri presso la tribuna, dove che in ciascuno
gli è un finestrone nelle faciate, una verso il meridiano,
et l’altra il septentrionale, il doppio più grande de ciasche-
duna, con molte rose et rosette nel colmo; sopra al parti-
mento, ciascheduna ha un bello occhio di figure di naturale.
La Tribuna, che hè a cinque faccie, le tre principale di
mezzo gli sonno le Invetriate con molte istorie; ma quella
di mezzo gli sonno figure di rilievo: .sime(?) nel colmo gli
è una rosa con la arme di Xisto - 4° : ; poi nel primo quadro
gli è una Madonna con il figliolo in collo, et mette una mi-
tria pontificale a Sixto, et San Francesco gli è in genochioni
con le man gionte. Nel lato sinistro della Madonna incontro
gli è Sixto: nel altro quadro al paro overo al filo della Ma-
donna gli è San Pietro con veste pontificale, di tutto natu-
rale. Sotto sonno - 4 - altre figure dellla] medema misura, de
un finissimo colore di vetro, oltra che in San Domenico gli

*
DI S. FRANCESCO. IN ASSISI 7

ne sia una bella fenestra con - 24 - figure di tutto relievo (1).

x

Poi gli è una alta altare, che se ascende da ciascheduna

banda a quattro scaloni over gradili intorno, quali gradili
pigliano del quarto et quinto quadro o cruciera. La altare
gli è un posamento quadro, ornato di musaico, con una ta-
vola, o pietra di mensa, di longhezza cupiti circa 7 Le dar
ghezza circa cupiti - 3 - et quarti - 3 , altezza cirea mezzo cu-
pito [stanno li penitentieri con bacchette]; nelle cruciere
over quadri, che sonno da canto dalla altare over tribuna,
sonno doi altare, una verso al mezzogiorno, presso alla
porta della sacristia, del medesimo desegno, ma non cusì
grande; dove che nel posamento sonno parole che dicano cusi: -
Hoe altare erectum est in honore Beati Michaelis. Archan-
geli. Dalla altra banda del altare magiore, nel altro quadro
verso il septentrionale, gli è uno altro altare della medema
proportione di questo. Nel cantone overo spigolo della nà-
vata, fra la altare magiore et la Sacristia, gli è un pergolo
pieeolo, posato sopra a una de quelle collonnette, figurato
con intagli et fogliami; et la sua intrata è per la Sacristia,
ma gli è una fantasia di quello scultore, dove che gli è una
mano che par che tenga quella collonna troncata, dove sta
posato il pergolo.

Circa poi il Coro, posto dentro alla Tribuna, poi di fora
dalle due bande o lati, il qual Coro [è] tutto intagliato di
assai belli intagli o fogliami, exscepto li vani, li quali sonno
‘intarsiati. Et prima nelle principale sedie, che sonno in nu-

mero : 38 ., dove che vi sonno mezze figure di naturale

delli frati dellla] religione della primitiva nostra Chiesa. Le
sedie intarsiate di prospetiva, che sono nelle facciate, sonno
30. Le intarsiate di fogliami sonno - 36 .; ma in tutto sonno
in numero . 102 -. Le principale ànno tutte le copolette
messe ad oro et azurro, che sonno . 68 -. Queste principale

(1) S? allude alla grande vetrata absidale della Chiesa di S, Domenico
in Perugia, , È

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68 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

nel primo coro più alto, et queste sonno quelle figurate; il
M resto dalle sponde o faciate sonno - 30 -, le intarsiate in
I il prospetiva, a tal che in tutto sonno 38, poi 30 et 34; in
‘tutto -102.. — Sopra le copolette gli sonno belli finimenti
‘di belli intagli di rosa o fioroni nel mezzo.
Stando nel Coro, a man dextra nella ultima sedia presso
alla porta gli è il retratto con lettere che dicano cusì: — Ma-
gister Franciscus Sanson Generalis. — A man sinistra, di fora
della sedia presso 1’ altra porta, sonno parole che dicano cusì:
— Magister Franciscus Sanson. Generalis fieri curavit, Do-
minicus de Sancto Severino me fecit - 1501 -. — Nel mezzo
al ditto coro vi é una sedia de pietra molto bella: dalle
bande dove se appoggia li bracia over se stendano, vi sonno
di rilievo doi leoni, che tengano sotto un vittello; et questi
animali sonno di pietra rossa, ditta mischia, che a vederla
è più vaga ch'el porfido. Sotto, dove se tiene li piedi nello
scapello de marmo bianco, vi hè intagliato o sculpito uno
‘aspide, basilischo, un leone et un dracone, con parole che
dicano di sopra, qual cantava il cantore dello Spirito Sancto,
di David propheta nel salmo... (lacuna): « Super aspide [m et]
basiliscum ambulabis et conculeabis leonem et draconem »,
. faeta à memoria di San Mareo di Venetia, di Federico et
Papa: Alexandro, avanti la porta di San Marco. Et questa
sedia tutta è di marmo bianco. Gli è ancora doi collonne
‘tonde, che sostengano: il ciborio della sedia, quale sonno si- 1
mile al diaspero. Per andare a questa sedi[a]se ascende cin- E
que scaloni di pietra rossa. Nel mezzo del Coro gli è un
legio in quadro, cioè a quattro faccie, con doi figure intar-
siate di naturale in piedi, eio[ó] S. Francesco et S. Antonio,
‘a li doi altri lati son le arme del generale Sansone, cioè
un leone in piedi con la corona sopra al capo da re, et dallo
‘altro canto l'arme della religione.
‘ Circa alla pittura di questa Chiesa, è sta[ta] penta per
ma[no] de doi illustri pittori, cioè il maestro] e discipulo.
Uno fu Cimabü, el Giotto suo discipulo. Nelle facciate, prin-

cia aa nici end
DI $. FRANCESCO IN ASSISI 69

cipiando alle porte principale sino al altare magiore, sotto

il coridore sopraditto gli è depenta la vita et morte di San

Francesco, quale è opera di Giotto. Tutto il resto che hè
depenta si è per mano de Cimabù, che fu preceptore de
Giotto. | | :

La cruciera presso alla porta non hè di quadro, perchè
hè circa 6!/, più grande per il longo, ma il largo è al filo

della navata. Circa alla volta, delle cinque cruciere per il

lungo come ho detto ne sonno pente con figure solo tre; il
resto di tutta la volta sonno pente di azzurro oltramarino
et stelle d’oro, computandoci la cupola del coro.

Cirea alla prima nella intrata presso alla porta princi-

pale dentro alli cordoni, fanno quattro triangoli, dove vi
-sonno li quattro doctori, et ciascheduno serive. Et medesi-

mamente gli è avante li quattro dottori una figura, che scri-
vano avanti, ma sonno più basse et più piccole, quale sonno
doctori delle quattro religioni, che hanno impetrato regule
alla Sedia Apostolica, cioè B: A- La- F - (1); li Doctori sonno
magiori del naturale.

La seconda cruciera, gli [è] il campo tutto di azurro, con.

stelle d’oro. La terza vi sonno quattro tondi, uno per trian-

.golo, nelli quali sonno quattro mezze figure in campo d’oro:

cioè un Christo Salvatore, la Madonna, S. Giovanni Baptista
et S. Francesco; et tutte magiori del naturale. — Verso li
peducci delli cordoni della volta, et a piedi di questi tondi,
dove gli è lo spatio triangolato et in aguzzo, che sonno tre
spigoli over cantoni per triangolo, ma quello verso li pe-

ducci gli è depinto doi angioli, che in tutto sonno . 8 ;,
doi per triangolo over tondo, che stanno in piedi sopra a

una palla et una-ne tengano in-mano, con la bachetta nella
altra mano, affoggi[a] che si depinge Dio Patre. Et questi an-

(1) Le prime due lettere sì potrebbero intendere « Beatus Ambrosius »

0 « B. Augustinus »; le altre sono inesplicabili perchè non corrispondono

agli altri due dottori Girolamo e Gregorio, 1

de ca A

SR NONE uo dade NE.

i orata
if l

70 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

gioli - 8 - sonno le più belle figure che Cimabü habbi facto
in queste opere. — Seguita la quarta cruciera: gli è il campo

. di azzuro con stelle di oro; poi vi è la quinta sopra alla
altare magiore, dove che vi è li quattro Evangelisti, ma non

sonno sì belle figure et cusì bene mantenute comme li doi
sopra ditte cruciere.

Per il lungo della Chiesa, sopra al coridore sopradetto
nella facciata per li crucieri se extendano con li loro peducci
abbasso, che fanno mezzo tondo, nelli quali é le Invetriate
per eiascheduno, longa, che tocca la volta, et quasi ariva
presso il coridore. Di qua et di là alle ditte Invetriate sonno
le istorie, compartite per il traverso, le quale sonno da un
canto, cioè dalla man manca de l’altare le. istorie del Te-
stamento Vechio, et da l’altro canto sonno le istorie del Te-
stamento Novo. Et nella altra all'incontro a man ritta verso
il mezzogiorno gli sonno le istorie del Testamento Novo. Et
queste sonno nella navata della Chiesa nelle facciate sopra
il coridore. Et cusì tutte le sopraditte istori[e] sonno de mano
de Cimabù.

Resta a.dire delle istorie di S. Francesco che sonno
sotto il coridore, che sonno di mano de Giotto Fiorentino
de Vespigniano, le quale cominciano dal canto dritto de
laltare, sotto le istorie del Testamento Vecchio, partito in
quadri, con parole a piedi che dicano cusì: — In legenda
Maioris de vita sua (?).

In questa Chiesa ogni matina vi se celebra ad minus
una messa per la anima della sopraditta regina de Cipro,
et ogni sabato vi si canta una messa in honore della Ma-
donna. Ancora il secondo giorno della] Pentecoste over Pa-
schua Rosata, se celebra la festa della traslatione de San
Francesco, per ben che sia a 25 de Maggio, secondo il ca-
lendario romano, et questo se fa per rispetto che la dome-
niea, il primo giorno de Pascua Rosata, ne l’hora del ve-
spero, li frati vanno in precessione per la cità et ritornano

nella sopraditta Chiesa, et mettano il perdono di colpa et
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

pena, et cantano il vespero; et la indulgentia plenaria dura
insino a l’altro 2° vespero del secondo giorno della Pente-
coste, cioè 24 [ore] overo insino al tramontare del sole, si-
come si contiene nel breve concesso da Papa Sixto 4°, qual
fu del ordine minore: « Sixtus quartus, qui fuit frater minor
omnibus Christi fidelibus vere penitentibus et confessis, qui
Ecclesiam predietam divi Francisci, quam in honorem eius.

fuit constructam etiam requiescit corpus eius, et in festo

Translationis corporis eiusdem Saneti de mense Maij primis
vesperis usque ad occasum solis diei eiusdem festi, devote
visitaverint annuatim et manus porrexerint adiutrices, o-
mnium peccatorum, de quibus corde contriti et ore con-
fessi fuerint, plenam absolutionem, remissionem et indul-
gentiam concedimus et largimur presentibus, perpetuis futuris
temporibus duraturis. Datum Assisi, anno Incarnationis Do-
minice 1476, 8° Kal. Septembris, Pontificatus nostri anno 6».
Nota quod eius festum celebratur in die lune in crastino
Pentecostes in hac ecclesia tantum ».

Convento. .

Questo si è quanto il ragionamento delli doi tempi, ma
hora resta a vedere lo edifitio del Iuoco over Convento, sito,

habitatione delli frati.

Usciendo per la porta che va nel Convento, a man de-
xtra verso il septentrionale se descende alcuni gradi o sca-
loni. A man dextra gli è una porta, dove che intrando tro-

-varai una sala mediocra, con il pavimento de.lastrigho, dove
ehe gli sonno molti intagli o disegni, eon anelli di ferro,

dove che se atachavano fili per desegnare lo architetto pe’
lo edifitio. Dove che li gli è una porta de una stantia over
camera con arme o insegna con chiave - 2 -, qual è Parme

‘de Papa Inocentio 4^, qual fece fare dalli fondamenti le
ditte stantie; a tal che nel tempo del suo pontificato asai.
. volte venne; veniva ad habitarci per devotione. Ancora gli
è una fenestra nella ditta sala, dove che se vede una fac-.
ciata delle Chiese. Ancora gli ‘è una porta per andare nel
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

dormentorio di sopra, quale è di longhezza circa cupiti 183. —
Arivato che serite in capo, se entra in un salotto, detto il
Palazzo, dove che sonno tre volti, un sopra allo altro, quali
fece fare Sixto Quarto, sicome per le sue arme dimostrano;
ma la machina la fece fare il Cardinale Egidio Cariglio AI.
bernozzi spagnolo de Aragonia, sicome de fora nella sumità
gli è la sua arme, sculpita di pietra, a tal che augumentò
una parte del Convento, sicome pe’ le fine se vede ampla-
mente una fessura spartita presso San Gironzo. — Il ditto
palazzo è di altezza cubiti circa..... ; il muro [è] di gros-
sezza cupiti cirea 4!/,; il suo vano di lunghezza cupiti
100, et largo 27 !/,. Apresso gli è fabricato tirato. uno spe-
rone overo scarpa da Sixto 4°, sicome amplamente se vede
nelli lati delle Se qual dicano che costò 15 milia
scudi.

Poi venite giù per certi scaloni et trovate la citerna:

se alcuno se vole acomodare de acqua, sia in suo arbitrio.

Lì appresso a man sinistra gli è la porta del Refettorio over
mensa delli frati, con tavole intorno; dove che il suo vano
[è] di longhezza cupiti circa 134, di larghezza 26!/,. Gli sonno
doi pulpiti, 12 fenestre et una piera in mezzo sopra, de un
piede, che serve per credenzza.

Poi andate in uno inclaustro, ditto S. Gironzo; intrate
nel dormentorio di sotto, andando a man sinistra, ma in
capo a man dextra gli è un finestrone, quale responde nella
selva: la istate.gli fa fresco, et lo inverno freddo; dove che
sopra gli sonno lettere che dicano ceusi: « Sixtus Quartus
pontifex maximus, dedit 1480 dedit (sic) ».

Poi sequitate l’altra parte del dormentorio, dove che
sonno camere de’ Patri.a man dextra, molte comode. Poi
uscite della pórta et intrate nella loggia ditta il Calzo:. poi

sequite a man dextra: voltate dove che gli è quella bella

cantonata, dove che vedete prima la statua di Papa Sixto
nello sperone; poi piü basso vedete la chiesa de Santo Vet-
turino, qual fu il primo Vescovo de Assisi: et quello fu.il

PNE
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 73

4

primo tempio della Cità. Ancora vedete la Cità de Peruscia,
et da altro canto la Cità di Spoleti, et in somma tutta la
Valle Spoletana. Il ditto coritore o loggia è factto con bella
archititura, senza chiave di ferro nè di ligno, et tirato con
belli archi, sicome afaciandosi si pò vedere, ma avertite alli
capelli o berrette se tira vento, o se fa vento. Dirò di la
sua longhezza: gli è quella parte più longa cupiti 166 Do;

Poi essendo in capo, entri in un cortile picolo, dove che

gli è una citerna avanti la porta della infermaria. Poi verai
a uscire fora, a man sinistra, entrerai nel cortile. overo in-
i claustri, quali fece fare Papa Sisto 4°, sicome dimostra per
le sue arme et anco parole cioè versi scritte in una pietra:

Inelita sum quercus quondam lustrata triumfis,
Quam Lelli Cesar dederat tibi maxibus olim
Et licet obscuro fuerit labentibus .....
Nune summo Quartus decoravit Sixtus honore (1).
1474.

Ancora gli è depinta la vita di San Francesco, dalla sua
natività sino alla morte, sicome legendo et risguardando te serà
dechiarato. Poi uscire fora della porta del Convento, vederai le
capelle di fora et la facciata della Chiesa con il Campanile
quadro tutto de pietra bianca, di grossezz[a] cireumcirca cu-
piti 109. La sua altezza si è cinque volte quanto larga

una faciata, a tal che gli è cupiti 136 !/, di dentro, et facto

con bello ordine et strada comoda. Il muro è di. grossezza
4/5, dentro il vano cupiti 16 ?/, lo andito dove se sale va
a spiaggia: di vano cubiti - 2 -, et sale sino alle cam-
pane. Ancora haveva una cima de otto faccie altissima et

bellissima, con una palla e croce di ferro, vela et bandiera :.

‘la qual cima minaciava ruina; fu disfatta li anni 1530. — Le
pietre a torno di fora sonno il più scornigiate. Gli sonno 7

mesattezze. È

(1) Anche nella trascrizione di questa epigrafe del Chiostro si notano. -

D. XP MEE La, A.

dui

A.

7
&
j——

Sii

PUDNTET
NdEedc. 2-0
74 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

campane, in honore delle sette hore canoniche; ancora ut,
re, mi, fa, sol, la: Frate Helia le fece fare, dove che al
presente ne sonno restate doi, con lettere che dicano cusì:
« Anno Dni M.CC.XXX.IX, pape Gregorii tempus, perpendite
noni Cesaris ac dici tempus pontif. Frederici: Bartolomeus
Pisanus me fecit cum Lucterengo filio eius, cum fit. eam-
pana que dieitur Utaliana » (1).

| « A.D. M.CCXXXVIII Frater Helias fecit fieri Bartolomeus
Pisanus me fecit cum Lotteringo filio eius: ora pro nobis
Beate Francisce ».

Essendo curioso over desideroso de vedere altre devo-
tione et lochi pij che sonno nella cità, uscito che serai fora
del Sacro Convento, pigliarai la strada pubblica detta de S.
Francesco, la quale sale alquanto per arivare in piazza: ma
avanti se ritrova un portone, dove che anticam[ente] era la
porta della cità. A man dextra, atacato, gli era uno mona-
sterio detto S. Angnelo de Panzo, dove che dimoravano mo-
nache di S. Francesco, qual cassamento era de S. Chiara,
et lì fu il suò nascimento. Sequitando poi la ditta strada,
presso alla piazza gli è una fontana a man sinistra: quasi
dirimpetto a man dextra, alquanto più inderieto, gli è una
casa con boteghe, quale era il fondecho del padre di S. Fran-
cesco, sicome amplamente potiamo considerare. per il segno
del mercante, quale si vede nella facciata in tal forma.

sculpito in 3 2

Per spatio di - : passi ti conduci nella piazza, dove
che gli é, presso al xn. delli magnifici priori over con-

soli, una altra casa, qual era il fondacho del padre di S.

Francesco; ma [ha] alquanto di vano da avanti. Ma da
ari[m]petto overo incontro dalla altra banda over parte della
piazza, gli era un tempio della dea Palles (sic): sicome

(1) Sono evidenti le inesattezze nella trascrizione della epigrafe d
prima campana. :
(2) È il segno' descritto a pag. 64
mer

DI $. FRANCESCO IN ASSISI io

fanno fede le sei collonne scanellate, essere stato fabricato dal
populo gentile romano. Passando poi la piazza sequendo la
strada a man dextra a piano, per spatio de un trare de sasso,
gli è la casa di S. Francesco. Presso lì a un certo vicolo, gli è a
canto un vicolo, gli è una chiesetta piccola detta S. Francesco
piccolino, quale è di lunghezza cupiti cirea - 15!/, - et di
larghezza 6!/,. Sopra alla porta gli sonno lettere dorate
che dicano cusì: — Hic oratorium fuit bovis et asini sta-
bulum, in quo natus est Beatus nee non Sanctus Franciscus
mundi speculum. — Qual dicano che questo luoco era la stalla
de Pietro Bernardone, padre di S. Francesco : alcuni altri hè
openione che fusse la stalla, dove è solito a tenere le bestie

il beccaro della cità; sia come si voglia, lì nacque S. Fran-

cesco. Nel qual luoco se celebra la messa il giorno di Na-

tale, et il dì de la festa di San Francesco; et infra setti-

mana il venere.

Nella contrada de sotto et alquanto in dietro, gli è la
casa di meser Bernardo, che fu il primo compagno ehe ha-
vesse S. Francesco, et che intrasse nel ordine: dove che gli
è una-fehestra in una camera, nel qual luoco S. Francesco

‘fece oratione, dicendo tali parole: Deus meus et omnia;

dove che miser Bernardo stava ad ascoltarlo sopra per un
forame del sufitato. Insino al dì de oggi chiaramente se pò
vedere dimandando dove è la casa de meser Bernardo Quin-
tavalle. Veduto tal luoco, circa un trarre de pietra, per la
medesima strada se ariva al Vescovado, titolo di tal nome
Santa Maria: quale è antica archititura; dove che, risguar-
dando nella tribuna over nel coro, quale è dietro alla altare,
gli sonno lettere alli piedi di S. Francesco, che dicano cusì:
Sanctus Franciscus fecit fieri hanc treunam sub anno Dni
1216. Sancta Maria ora pro nobis. Ancora nel detto luogo, gli
sonno le parole formale dello Indulto che si è nella detta Ec-

clesia, qual dicano cusì: « Inocentius Episcopus Servus Servo-.
rum Dei, dilectis filiis canonicis Ecclesie Sancte Marie Assisi-

natis salutem, apostolicam benedictionem. Licet Iesus, de cuius

ccc. ut. -7

À 76 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

munere venit ut sibi a fidelibus suis digne ac laudabiliter ser-
viatur ex habundantia pietatis sue, que merita supplicum
excedit, et vota bene servientibus multo maiora retribuat
quam valeant promereri, nihilhominus tamen, desiderantes red-
dere Domino populum acceptabilem fideles Christi ad compla-
cendum et quasi quibusdam illectivis muneribus, indulgentiis,
scilicet, et remissionibus invitamus, ut ex inde reddantur divine
gratie aptiores; cupientes igitur ut Ecclesia vestra, in ho-
nore Beate Virginis dedicata, congruis honoribus frequente-
rentur, omnibus vere penitentibus et confessis, qui Ecelesiam
ipsam in Festo Annuntiationis Eiusdem Virginis et septem
diebus inmediate sequentibus annis singulis cum devotione
ac reverentia visitaverint, de Omnipotentis Dei misericordia
et Beatorum Petri et Pauli apostolorum, eius auctoritate

confisi, quadraginta de iniunctis sibi penitentia misericorditer

relaxamus.

Datum Assisij pontificatus sui anno undecimo - L-:$S:».

Lecto il supradetto trasumpto et tenore della Bolla, et
tolta la perdonanza, nel uscire fora della porta a man si-
nistra gli è la intrata del curtile della habitatione del Ve-
scovo. Poi gli è una porta della sala dove che se tiene ra-
gione a banco. Nella detta sala San Francesco renuntió
‘li ben paterni, presente Monsignore Vescovo della detta
città, spogliatosi delli propri vestimenti quali aveva indosso
da capo a piedi. Amiratosi il Vescovo di tale spetaculo over
di tal caso, mosso a compasione, ricoprendolo col proprio
lembo del suo manto. del antistite, sicome la ecclesia canta,
tal parole dicendo cusì: « Ductus ad loci presule, sua patria
resignat nusquam manus exule in mundus se disignat » (1).
. Dove che al presente si vede nella facciata un: quadro
de pittura nel muro, il proprio misterio, con lettere a piedi
che dicano eus: -

(1) Anche qui 4 soliti errori mella trascrizione,

3
È
*

E
DI S. FRANCESCO IN ASSISI T

« Quando Beatus Franciscus renuit bona paterna in ma-
nibus Episeopi Assisii, hie fuit in ista sala ».

Ancora devete sapere che S. Francesco stette in detto
luoco amalato, pochi giorni avanti che passasse de questa
vita, quando fu portato amalato dalla gioventù, de una villa
della diocesa de Nocera, quale era cusì chiamata Satriano,
al presente cusì detta Bagniaia. — Poi vicino alla morte se
fece portare a la Madonna delli Angioli, uscendo per la
porta detta di Mogliano: et quando fu presso allo Spedale
detto di Parete, se fece posare in terra dalli soi compagni,
quali il portavano con molte guardie; et cusì benedisse la
patria dicendo le formale parole: « Benedicta tu a Domino,
quia per te multe anime salvabuntur, et in te multi servi
Altissimi habitabunt, et de te multi eligentur ad regnum
. eternum ». — Ditte le formale parole, li compagni inconti-
nente il condussero a Santa Maria delli Angioli.

Veduto che averite la detta sala, uscendo fora piglia-
rete la strada per andare a Santa Chiara, dove che sonno
monache del secondo Ordine, istituito nel 1212 da San Fran-
Ceseo ; dove prima se chiama[va] San Giorgio et era parroc-
chia, dove che al presente gli è ancora una cappelletta dentro
al Monasterio nel mezzo del curtile, quale è fatta a volta a
botte, di lunghezza eupiti... et di larghezza cupiti 5. Arivato over
gionto che serite nella piazza di Santa Chiara, vederite le due
porte, cioè la principale, et nella facciata da canto glie n’ è una
altra dove che gli è, a presso, una fontana che scaturisce acqua
per. condutto, quale sta in fra li contraforti della Chiesa. —
Entrato poi nella Chiesa, et presentatosi avanti il Sacramento
conservato sopra nello Altare Magiore et Principale, ornato
«con gradili de pietra et grata di ferro circundato, dove che
sotto se riposa il corpo di Santa Chiara, discipula di San
Francesco, et la sua festa se celebra alli 12 del mese di A-
gosto, per ben che lei passò de questa vita il giorno della
festa. di Santo Laurentio - 1252 - nel Monasterio di Santo
: Damiano, quale è fora delle.mura della Cità, dove che al
A8

| presente gli habitano frati detti della Observantia. Ancora

| pannis quando fuit baptizatus, de spongia et de sindone,

DESCRIZIONI DELLA BASILICA

nella detta Chiesa gli è una capella da canto fatta a cupola,
cioè a sei faccie, dove che sopra alla altare nella facciata
del muro se conservano le ossa della Beata Agnese, sorella
de S. Chiara, per ben che non sia canonizata, et ancor che
lei morisse a li - 15: de Novembre nel medesimo anno de Santa
Chiara. Dove che al presente, per memoria di quello giorno che
la morse, se celebra la solennità o festa di la Sacra di San
Pietro, con vesperi et messe lette et cantate, sicome cu-
stu[ma] di fare la Roma[na] Chiesa, alli 18 del supradetto mese.
La detta Chi[e]sa è delle forma over modello de quella Chiesa
di San Francesco di sopra: ma non hé della grandeza de
quella, ma alquanto piü piecola, et di minor misura sonno
li quadri, cupiti 25!/, ciascheduno. Volendo poi sapere il
giorno della Sacra, leggerite quella carta seripta in una ta-
voletta apensa alla grata del altare magiore, quale dicano
eusi le proprie parole:

« In nomine Domini, amen. Noverint cuncti presentes
litteras inspecturi, quod ad perpetuam rei memoriam du-
ximus adnotandum quod Venerabilis Pater. Dns Rodulfus
Albanensis Episcopus, ac etiam Venerabilis Pater Dns Ste-
phanus Episcopus prenestinus, de mandato Dni Clementis
Pape quarti sub anno Dni 1265, die dominico intrante mense
Septembris, supradictus Dns Rodulfus consaeravit Ecclesiam
S. Clare intus et extra per cireuitum. Et eodem die, dictus
summus Pontifex manu propria consacravit maius altare et
perunxit, sub quo inferius corpus Beate Clare requiescit, quale]
gloriosa nune triumphat eum angelis in celo: etiam cum a[//is]
episcopis cardinalibus-ad honorem ipsius Virginis Clare et
dietus Summus Pontifex manu propria posuit et immisit sub
mensa altaris in loco convenienti atque acto has infrascriptas
reliquias, scilicet in primis: De ligno Crucis Dni Nostri Iesu
Christi, etia[m] de suis capillis, de cuna ipsius, de mensa, de
DI S. FRANCESCO IN ASSISI i 79

Item de capillis, de letto, de velo, de vestimento et de
Cingulo Marie Virginis. |

Item de reliquiis Sanctorum Beatorum Apostolorum
Petri et Pauli, Iohannis Baptiste, de Capillis Saneti Iohannis
Evangeliste, de reliquiis Saneti Andree, Thome, Iacobi, Phi-
lippi, Iacobi, Bartolomei, Simonis et Iude, Mathei, Luce et
Marei, de virga Aaron. — ]tem de sanguine Beati Fran-
cisci, item de reliquiis Sanctorum Martirum Stephani, Lau-
rentii, Innocentium, Iohannis et Pauli, Sebastiani. — Item
de reliquiis Sanctarum Marie Magdalene, Agate, Barbare,
Lucie et Lucille, Agnetis, Cecilie, Christine, Margarite, In-
nocentie, Iuliane, Euphemie, Viviane, Presedis, Pionie et An-
tonie. — Item de undecim milia virginum. — Item de Velo
S. Clare et de cingulo ipsius. Et in hae consacratione summus
Pontifex Dns. Rodulfus feeit remissionem duorum annorum
et duarum quadragennarum omnibus venientibus ad ipsam

Ecclesiam cum devotione quolibet anno in anniversario ipsius -

Ecclesie consacrationis seu per totam octavam durat, et si-
militer fecit Dns. Stephanus concessit totidem indulgentiam.

Item similiter seu ita supradietus Dns. Stephanus Epi-
scopus penestrinus benedixit ac consacravit et unxit manu
propria ad honorem Dei et Beati Georgii et Sanctorum
Cosme et Damiani specialiter omniumque Sanctorum aliud
altare parvum, quod est in ipsa Ecclesia ‘a dextris altaris
maius septentrionem. versus, sub mensa euius collocavit has
infrascriptas reliquias, posuit et inmisit: Imprimis de ligno
Crucis Christi, spongia Passionis, de cuna et mensa Iesu
Christi. — Item de reliquiis Sanctorum Martirum Saneti Geor-
gii, Cosme et Damiani, Petri et Pauli, Stephani, Laurentii,
Marcelli Pape Martiris, Nerei et Archilei, Presilli, Blasii, Ipo-
liti, Silvestri, Nicolai, de sanguine et cappilli Saneti Fran-
cisci. Item de reliquiis Sanctarum Christine, Agate, Agnete,
Margarite, Potentiane et Presedis, de capillis Sancte. Clare,
etiam de velo ipsius. — Et in ipsa die fuit ibi Romana Curia,
et specialiter dicti Episcopi et Dni, Cardinales, idest primi-

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di 0€ X v;

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80 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

cerius fuit Dns. Rodulfus Episcopus Albanensis, Dns. Ste-
phanus Episcopus Penestrinus, Dns. Tusculanus Episcopus et
Cardinalis, Dns. Octavianus Cardinalis, Dns. Iacobus de Sa-
bello, Dns. Iordanus Cardinalis, Dns: Octofredus Cardinalis,
Dns. Ancherius Cardinalis, Dns. Gulielmus Cardinalis, Dns.
Iohannes Cardinalis, Dns. Thomas Episcopus Ordinis predi-
catorum, Frater Laurentius Archiepiscopus Ordinis Minorum,
.Dns Marius Episcopus Sutrinus, et plures alii prelati Eccle-
siastici Clericique, gentes multe.

Et in hac consaeratione Summus Pontifex, scilicet Dns.
Rodulfus, fecit remissionem duorum annorum et duarum
quadragennarum omnibus venientibus ad ipsam Ecclesiam
cum devotione quolibet anno in anniversario ipsius Eeclesie
consaerationis, per totam octavam durat; et similiter fecit
Dns. Stephanus, concessit totidem.

Item Alexander Pontifex... concessit omnibus vere pe-
nitentibus et confessis [gui] accesserint annuatim in festi-
.vitatibus Sancte Clare et per totam octavam ipsius suf-
fragia humiliter petituri, dedit ac concessit unum annum et
quadraginta dies, de iniunctis sibi penitentiis, misericorditer
relaxavit. Etiam similiter concessit Clemens Papa.

Item Dns. Papa Alexander in festo translationis ipsius,
- concedit indulgentiam duorum annorum et duarum quadra-
gennarum, quam indulgentiam, in quantum pretenditur indul-
gentia concessa in festo Sancti Francisci, pretendi voluit li-
beram, concessit auetoritate apostolica facultatem.

Saneta Clara ora pro nobis.

Una inventione over un suggetto o triunfo di San
Francesco, desegnato per mano de Giotto. Imprima gli sonno
tre tabernaeuli in prospetiva con bellissime collonete, et cia-
‘ scheduno [è] fatto con varietà de più faccie. Et in ciasche-
duno tabernaculo di dentro, sopra alcune collonnette sonno
figure. In quello di mezzo gli è una figura in mezzo, sopra
d’un bello capitello, che tiene in mezzo al corpo ‘o petto
con le mano una cosa tonda comme un piatto, overo tondo
DI S. FRANCESCO IN ASSISI sa]

come un spechio, in scurto overo seurcio; et eusi a. ma[n]..
dritta et à man dextra in quelli niechi vi sonno doi altre

figure che risguardano a quella di mezzo; con archititure a

botte et a ceruciera (1).

‘92. A man dritta nel secondo tabernaculo con un andito
overo inclaustri, poi in mezzo ali: è un posamento simile, al-
quanto più alto, in ciascheduno canto collonne retorte, dico
nel posamento di mezzo. In mezzo gli è una figura, pare
che tenga con le mano un tàmburo, overo un piatto per
mano. Gli è una figura simime (sic), che posa il corpo sopra

le sue spalle, risguarda verso la parte sinistra. del taberna-

culo: se vede solo il busto et le mani, che tiene doi palle.
3. A man sinistra nel tertio tabernaculo gli è un còridore.
over portico, in mezzo de unno inclaustro a. faccie, simile
alli inclaustri le collonne, eoperto de tegole, quasi comme.
de piombo. In mezzo gli è una figuretta dritta, come le altre
due tabernaculi, ma da ciascheduno lato gli è dui angeli,
cioè a: dextra et a man sinistra, sun doi altre collonne,

alquanto di lontano, se inchinano et tengono ambi tre certe
‘cose tonde nelle mane.

. Alquanto sopra, in fra li doi tabernaculi a man dextra,
cioè verso septentrione, gli è San Francesco genuflesso, i
‘piede sinistro in terra, et con le mane ellevate, che receve

le stigmate, molto stratto, et ha un ramo fogliato aa

longo et retorto verso il ginocchio, quasi tocca la corda. la
cima sua, quale il pedecone (2) sta escie de la pi. s pe
rieto a lui stanno circa dieci frati: li sei primi fanno atti
con le mane avanti al petto usfo a] modi de amiratione;.ma
de questi sei, quattro ne stanno in genochione et doi altri

-

(1) Interlineato di mano dell' Autore, tolto dalla vita vasariana di, Ci .'

mabue :

Credidit ut Cimabos picturae castra tenere ;:.
Sic tenuit vivens; nune tenet astra poli.

(2) Tuttora vive nell’ Umbria per « lembo »,

e eni D aoa o — —

a.

S 7

EN

Lcd { LS brevi over cartoni infra cioè tra il braccio dritto di San

i DESCRIZIONI DELLA BASILICA

de questi sei stanno dritti: medesimamente risguardano nello
serafino quale è in. forma de crucifixo. Li altri quattro
‘stanno voltati con le spalle alli sei, con le mane dentro alle

. maniche: in coppia vanno parlando; sopra de ciascheduna

coppia gli è un angelo in aire dentro a nugoli, volti se-
conda li frati, con cartoni o brevi. Li ditti frati stanno sopra
al 2° tabernaeulo, dove che: per mezzo gli fa signo de una
strada. qu | :
Nel ditto tabernaculo de mezzo, [la strada] incomenza
de fora verso il septentrione; cirea doi palmi se vede pas
sare al paro de tre figure del ditto tabernaculo; la quale
strada cala dolcemente per mezzo il tabernaculo. Circa poi

un palmo fora del tabernaculo incomincia la medesima strada
[ad] ascendere dolcemente et passa a... nel tetto cioè cornige
. del tabernaculo, che sta verso mezzogiorno. Et li è la fine
‘ del muro. Et li mostra rivoltare la ditta strada, cio[è] lì dà .

la volta sopra il presso San Francesco, et la.... del so-
praditto ramo che escie della piaga, sonno doi frati genu-

diexi: li piedi. de uno de quelli frati tocca la cornige del

tabernaculo di mezzo, et sonno voltati verso San Francesco,
molto astratti, stanno .a un filo come San Francesco. Di

rieto a questi doi frati stanno doi altri ‘frati: par che stiano

in genochione sopra il tabernaculo di mezzo, ma stanno con
le mano in croce avanti al petto, et molto astratti. De rieto
a questi stanno doi altri fra ti, che quasi piglia, cioè. occupa
overo coglie, tutto il cielo del tabernaculo. Il primo frate

| risguarda in terra quasi, ma con le mano. gionte avanti il
petto.. Il simile fa il suo compagno, ma non si pò vedere le

mano, perchè è occupato dal compagnio che li sta davanti.
A tal che questi sei frati sta[mno] con la faccia verso San
Francesco, cioè verso il septentrione; ma questi quattro, che

-- stanno sopra. il tabernaculo cioè, non si vede le gambe, ma

da. li genochi in sù gli è una facciata della Chiesa. Nella
ditta facciata gli sonno doi angioli in aere in nugole con

RETE TRENT
ceti aes citrina

‘DI S. FRANCESCO IN ASSISI Co 889

Francesco, dico di fora nello .spatio soprá la ritortura del -
‘sopraditto. ramo: che escie della piaga, et alquanto discosto
sa dalla testa delli doi primi frati. Et presso. allo secondo an-

gelo, d piedi, alquanto discosto dalli piedi del. serafino, gli.

‘è un. angelo. “che tiene nelle .mane un breve. Ritorniamo

a la quarta coppia. delli frati lassati pure nella ditta. fac-
ciata; et uno sopra il :tabernaculo al paro delli altri, quale:
sta nella sponda de una porta della Chiesa. La qual porta
dimostra esser fatta intrata de la navata da canto, cioè
come quella de San Rufino verso il. batesemo: A. mezzo
de ditta porta gli.& certi gradili de una’ scala, un palmo de
spatio dalla faccia del ditto fra te, quale gli tiene & mente.
Ma in aere nella faciata gli | é un angiolo che tiene uh bre[ve]
con le mano: ma il breve se distende quasi a mezza la porta,
dico in alto presso li capitelli. La ditta Chiesa mostra avere
solo questa porta, con una finestrella quadra presso il colmo de
ditta porta. Ma sopra il cordone et cornige del paro-del tetto,

nella mezza della faciata fra la cornige over la sumità del

| tetto, in quel triangolo come sta l'occhio della Chiesa .de

sopra, dico in quello luoco. gli è una fenestra a cerchio. Nel

. colmo della facciata gli è un campanile con. una campana,

come. era solito dalli nostri antichi. La ditta Chiesa sta in
seureio, cioè in sguincio. Presso al sopraditto frate gli è uno

altro frate fora del tabernaculo, in piedi, ma il piede dextro
quasi sta sopra dove la strada sopraditta finisce di calare

cusì doleemente, ma sta stratto, con le mano in alto pare

‘che volgli pigliare con la mano drita'lo spigolo della sopra- |

ditta porta, et l'altra mano. pare che sia nella porta pure a
quel diritto: Poi incomincia la sopraditta strada [ad] ascendere

dolcemente, come avemo ditto de sopra. Incomenza questo :
‘ascendere della strada sotto lo spigolo della cantonata della
- Chiesa, nella faeiata da canto overo da banda, dove che
Mmedesimamente:a quel filo da canto della Chiesa presso il.
‘cantone overo spigolo. ‘Pure. medesimamente sopra alla ditta
Strada «circa un palmo, cusì stanno tutti; in prima allo spi-

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84 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

golo gli è un frate in piede-che risguarda nella strada, col
piede dextro alquanto il porge: se vede che vole caminare :
eon la man dritta piglia il lembo della cappa acciò non. li
dia fastidio il camino. ‘Poi gli è un frate, suo compagno
Mostra essere , perché tutti sonno acoppiati, il quale gli guarda
con, la faccia rivolta verso lui et mostra con la: mano li
frati che vanno avanti loro, et con Ja mano sinistra par che
se volghi alquanto la cappa. sopra la corda per qoin DouP
‘caminare. Sas

. Poi gli è una altra coppia de irati. quel.che va dinanzi,

"sta con le mane cortese dentro alle maniche et con la faccia

tutta si vede: par ehe alquanto riguardi al-suo: compagno
che gli: viene di rieto, il quale tiene la. mano sinistra nel
petto presso il capuccio, et con la dextra piglia il lembo
della cappa. Poi sonno doi altri frati Overo compagni: quello

' ehe va dinanti, con la mano dextra piglia il lembo della

cappa, et la sinistra mano cioè braccio alzato: con la mano
presso la sua spalla overo gola: par che se maravigli sì con
Ja facia et con la mano, tutto stupefatto. Il suo compagnhio
"che sta di rieto, sta maraviglioso et pensoso con le mano
dentro alle duse Poi gli è una altra coppia de frati:
" gli e quello che e derieto, cioè atacato overo acanto di quello
dinanzi, risguarda cioè sta rivolto con la facia verso questi
due passati . OVero ditti; una mano tiene alta ‘corda OVero
alla alzatura della cappa, dico. con la mano dextra: ma. la
sinistra, cioè il braccio, il tiene. alzato sopra al capo del suo
compagno, facendo segno con il dito ditto index; quasi tocca
quel breve che tiene quello angelo nelle mano, con il ditto
deto. Ma il suo. «compagno -che gli sta dinanté, non guarda
‘nè alto nè basso, ma quasi con le mane gionte al petto, ma
joredi lontano, ma risguarda alquanto dinanzi, al con-
.trario del suo compagno, il quale sta rivoltato, comme ho
‘ ditto di sopra, indietro, puru con il dito quel breve
che tiene l’ angelo, RU Ig pm i

TT ell
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 85

Poi gli sonno doi altri frati in coppi[a]: quello che va
dinanzi con la mano tutta bifurcata avanti il petto, et con
la mano sinistra se piglia il lembo della cappa dinanzi.
Perchè tutti questi frati, cioè coppie, fanno vista de caminare,
perchè si vede il piede che par che volghi mutare il passo,
cioè un piede per uno; et maxime quelli che son volti verso
mezzogiorno, se vede il piede dextro; ma quelli che se
revoltano indietro overo stanno con la faccia in prospettiva,
si vede il sinistro: et tutti vanno verso mezzogiorno. Il com-
pagnio del ditto frate supraditto sequita quel suo compagno
che li va dinanzi; quasi si vede tutto: et maxime la testa
a pieno si vede, alquanto con audacia et con verecundia
risguarda. Ancora gli è, in queste figure, tutte le spalle, collo
et capo, si vede spicato, cioè non sonno uniti cioè atachati,
perchè una testa da l’altra sta un palmo, un biforco, quatro
dita et doi et uno.

Poi sonno doi altri frati in coppia. Uno de questi sopra-
ditti, cioè quello che va dinanzi, comincia a pigliare del
tabernaculo: et medesimamente questa coppia che hora ho
ditto, cioè stanno d'alquanto di sopra del ditto tabernaculo.
Queste tre copie et meza che dico o dirò, in tutto son sette
frati che pigliano [o] stanno sopra al ditto tabernaculo, cioè
tutti stanno-in coppia a un filo, che sonno in questa strada
12 copie. Cominciando dalla facia over corpo over tronco o
ramo che gli escie della piaga, dirò della sopraditta coppia
che seguita: quello che sta dinanzi, parla con quello suo
compagno che gli va alquanto di rieto, et con il volto vol-
tato verso l'uno et Paltro, ma quello dinanzi acenna con il
dito police della mano sinistra sua: et se vede tutto dinanzi,
ma acenna con il ditto dito dietro a le spalle, cioè inverso
le doi copie che sonno innanti a loro. Ma il suo compagno
che sta de rieto, gli mette overo tiene la mano al petto,
cioè la dextra, et quasi la sinistra, et senza quasi; sicome
usa aleuna volta parlando Frate Rafaello da Peruscia. Poi
gli é una altra coppia, che tutti doi stanno cortesi. Poi gli
86 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

è una altra coppi[a], ultima, che parlano insieme: le facie
quasi se toccano; ma quello che sta de rieto, con la mano
dextra tiene il lembo della cappa, et con la sinistra il dito
pollice repiegato [al] petto; quasi se vede tutta la palma de
la mano; et qui finisce le 12 coppie de li sopraditti frati,
et medesimamente il tempio, cioè la sopraditta facciata. Ma
sopra de ciascheduna coppia de frati, gli è un angelo in
aere [con] nugoli, cioè nella faciata della Chiesa, con brevi in
mano, risguardando più luoghi li ditti angioli. Sopra la testa
de questi doi ultimi frati, gli è una strada circa un palmo
di sopra, la quale già ha dato la volta verso il septentrione,
quale ascende dolcemente, et passa per mezzo de una casa,
quale non è coperta, nè manco non è finita, facto poco
più in su, che la sua porta è murata senza finestre. Sun
questa strada, overo per questa strada caminano frati pure
in coppia. Donqua incominciamo. Alquanto passato la gira-
volta della ditta strada, questo primo frate piglia con la man
sinistra la manica del braccio destro del suo compagnio, et
parla con lui, et fallo tenire a mente con molta atentione,
et con la mano dritta alzata avanti la gola, overo li mostra
che lui risguardi in là dinanti.

Poi gli è un frate che se vede tutto volto .verso la
strada: alzato [ha] tiene il braccio dextro: quasi sta la mano
al paro del capo, [con] il deto index, overo pare che volghi
dare la beneditione, come fa Frate Federigo.

[Annotaz. sec. XVII: Reverendo Sig. Don Iacomo Grimaldi, Chlerico
Beneficiato di S.to Pietro di Roma, cercha la nazione di questa regina
di Cipri].

In fondo a pag. 86 tergo:

Cantiea undecima de Purgatorio :
Credette Cimabue ne la pintura
tener lo campo: et hor ha Giotto il grido;
sì che la fama di colui oscura.
Così ha tolto l’ uno a l'altro Guido
la gloria della lingua: et forse è nato
chi ' un et l’altro caccerà di nido.

init o ET ERTIE XQ EGIMUS li cai LETO
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 87 ANY

Agnolo scultore fece la sepoltura a S. Nicolò. il

Qui apresso saranno scritte tutte le misure della gran-
dezza, altezza et larghezza de alcuni tempi] (1). |

(1) Di mano del Papini: « Pittori celebri in S. Francesco di Assisi,
e tempo de’ medesimi. à
Giotto Fiorentino. Mori nel 1336. Avrà qui dipinto circa il 1300 ».

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L. CARATTOLI, M. GUARDABASSI, G. B. ROSSI-SCOTTI
(1863)

DESCRIZIONE

DEL

SANTUARIO DI S. FRANCESCO D'ASSISI
BASILICA SUPERIORE
DI SAN FRANCESCO

Fu fatta edificare nel Sec. xIII, regnando Gregorio IX (1)
da fr. Elia con architettura di Lapo. Fu consacrata da Inno-
cenzo IV il dì 11 Giugno 1253.

. ESTERNO.

La fronte di questa superiore Basilica è divisa in due
parti; inferiore, che si eleva sino alla cornice rispondente
all’interno del corridoio, presenta nel mezzo una porta bi-
nata, con ornamenti di colonnine, da cui partono altrettanti
—eordoni fra loro convergenti a sesto acuto; queste due porte
vengono sormontate da un occhio con un solo ordine di
eolonnette (2), e questo e quelle sono circoscritti e chiusi da
altri cordoni, curvantisi e degradantisi a foggia di nicchia.
Sotto alla cornice v!é un fregio di animali bizzarramente
intagliati alla maniera bizantina. Dalla detta cornice si ele-
vano la seconda e la superior parte della facciata, nel mezzo
della quale s' apre un gran finestrone rotondo a due ordini

(1) Questo Pontefice ne pose la prima pietra il dì 15 Maggio 1228.
(2) Ne manca una.
92 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

di colonnette (1) divise da due fregi, intorno al quale sono
in rilievo i simboli dei quattro Evangelisti; oltre due aquile
che posano sui lati estremi della cornice inferiore (2). La
parte superiore è terminata da una gola retta da mensole,
la quale gira similmente sul timpano sovrapposto, nel cui
centro apresi un occhio minore, che dà luce al luogo che è
tra la volta e il tetto. Quest’ occhio andrebbe chiuso con uno
sportellone a guisa di persiana acciò la pioggia sospinta dal
vento ivi non penetri a danno delle pitture esistenti nelle
pareti della sottoposta Basilica. Allo stesso scopo abbisogne-
rebbe diminuire, chiudendoli, alcuni forami delle antiche
palcature, che rispondono egualmente nel soffitto. La porta
ed il finestrone sono decorati da alcuni mosaici a costruzione
geometrica già da gran tempo disfatti (3. In vari luoghi
‘sono danneggiate anco le sculture della cornice del fene-
strone e delle porte.

INTERNO (4).

Ad una navata a croce latina, di maestosa e leggiadra
architettura, con volte a sesto acuto, che partono da fasci
di sottili colonne, sormontate da rispondenti costoloni.

(1) Ne manca una.

(2) L/ Imperatore di Germania, Federico II, inviò a fr. Elia Lapo
suo architetto. Per questa ragione e per i sussidi dati da quel Regnante
per la costruzione di questa Basilica, è a credere che fr. Elia a segno
di grato animo ornasse la fronte della Basilica di queste due aquile e
T interno di altre due aquile in marmo nel basamento agli angoli della
parete d'ingresso.

(3) Anco nell’interno è da restaurarsi nei caduti mosaici il finestrone.

(4) Lunghezza della Basilica m. 74. c. 10; largh. m. 14.00; traversa
di croce largh. m. 30. c. 75; dal piano alla sommità dell'arco acuto
altezza m. 18. c. 60. Altezza dei piloni da terra fino alla impostatura delle
arcate o costoloni delle vólte a crociera m. 10; altezza dal pavimento
al cornicione sotto i finestroni m. 7.40; altezza dal pavimento sino alla
sommità del tetto al comignolo m. 23.85. 1
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

| FINESTRE.

Quattordici, sono le finestre di questa Basilica tutte a
vetri colorati; quattro binate al lato destro della parete;

altrettante al lato sinistro; una doppia e binata al lato de-
stro della crociera ed altra eguale al lato sinistro; tre fi-
nestroni binati nel coro ed uno rotondo sopra la porta
d'ingresso. Elleno sono opera o restauro di vari autori, fra

cui di fr. Antonio dell Alvergna; sotto. Pio PP. II di fr. Bar-

tolomeo di Pian Castagnaio; nel 1477 per ordine di Sisto
Papa IV; di fra Francesco di Terranova in Toscana; di Va-
lentino da Udiné nel 1487 (1); di. fra Gualberto Giotti nel
1500; e nel 1561, ad insinuazione di Dono Doni, di un Fran-

cesco d'ignoto cognome e patria. La prima, seconda e terza

finestra a destra della nave contengono nella parte inferiore
due figure*di Santi, le:cui teste sono restauro del Bertini,
entro due tabernacoli e nella superiore 10 istoriette mal di-
scernibili riferibili forse alla vita di detti Santi; la 4° con-
tiene nella parte inferiore due Apostoli entro due taberna-
coli e la parte supefiore e tutta messa ad ornati.

Il doppio finestrone nella crociera ‘destra nei due com-
partimenti verso Pabside reca solo degli ornati rosoni; negli
altri due sono 12 tondi circoscritti pure questi da ornati con
altrettante storie evangeliche. L'occhio che sormonta il fine-

| strone ha l' Ascensione di Cristo ‘al Cielo, storia molto inge-
gnosamente divisa, mentre nel centro ne offre Cristo chiuso

in un nimbo, e nei piccoli tondi che lo circondano si veg-
gono in basso. Maria Mexging e gli Apostoli ed in alto degli
Angeli. - +

Nel. coro al due binati ‘finestroni laterali sono antichi,

‘meno due istoni di quello sinistro e SOBLONGORO: 36 fatti

(1) E non Dodovico da Udine come abbiamo per errore da tutti gl’ i-

‘storici. Difatto sotto il finestrone della crociera presso la Sagrestia ne lasciò
' Valentino analoga memoria incisa in pietra: « 1497. Mastro Valentino de

Udeno a reconciate: queste finestre ».
: ; Y La *
‘La finestra media, opera del. Bertini, è sormontata. da un E

‘pastorale reca una banderuola col grifone. Questo finestrone
lato Cristo in atto di sollevare’ S. Francesco, dall’ altro la

.naeoli, e questo è pure lavoro primitivo.

ad iride d SReC del cB

94 i DESCRIZIONI DELLA BASILICA |

^

della: vita di Gesü Cristo cireoscritti da Ciepanii ornamenti.

occhio recante lo stemma di PP. Sisto IV (1).

Il doppio finestrone della crociera sinistra nei due com-
partimenti verso l' abside contiene 8 figure di santi in seggio SE
e negli altri due quattordici istorie. ovali della Genesi. Nella. di
parte superiore il tondo maggiore è lavoro moderno ‘del .
Bertini e i due minori, opera antica, recano luno Nostra
Donna, altro” il Redentore ambi fiancheggiati da due Santi.

A sinistra della pao lar prima. finestra prossima al-
l’altare contiene in un compartimento tre figure di santi
racchiuse entro tabernacoli ; la. superiore è moderna’ opera
del Bertini; le dette figure, lavoro del secolo, xv, appartene-
vano. al Duomo.di Foligno. Nell’ altro compattimento sone :
nove tondi com nove istorie male discernibili. |. È

. La 2° finestra contiene 6 belle figure di Safiti entro ta-
bernacoli, tra i quali S. Lorenzo e S. Ercolano, il quale nel

nitriti ci x

del Secolo xv, già pertinente alla Cattedrale di Perugia, è [-
stato restaurato dal Bertini. SOC :
La 3° finestra, che è primitiva, contiene in basso da un

Madonna con in braccio il Divino Infante; in.'alto.sono 6
figure di Angeli; le teste sono ridipinte da ‘Bertini;
La 4° contiene dieci Santi disposti a coppia sotto taber-

Sopra la porta d’ingresso il finestrone rotondo colorato È

(1) Da piedi vedesi lo stemma di PP. Gregorio xvi e lo stemma
ed il nome del Generale de' Min. conv. P. Antonio Barbetti di Bologna
(1839); nel centro nella parte superiore S. Elisabetta reggente $. Gio
Batt. e la Madonna col Bambino; nell inieriore S. Zaccaria e 8. Giu-
BEDS. : È È È
DI '&: FRANCESCO IN ASSISI

Ci 0L ALTAR MAGGIÓRE HQ.

E dui cioè Pe bale. da un Mu dall’ altro Comune.

Alt. m. Le. 29; larg. m. 2 e. 77; grossezza della fiancata m. 1

e. 22. Tutto formato di pietra sorge su due gradini con mensa
formata da un gran piano di pietra rossa. Le fronti erano
tutte intarsiate a figure geometriche a mosaico, ma le due
laterali ne sono spoglie interamente, ed in quella verso la
porta. vennero sostituite delle terre’ ‘cotte verniciate a finto
mosaico, come si vede anco nei gradini. i

Si consiglierebbe il restauro di questi mosaici; .di torre
i ‘paleotti dall'altare perchè si veda l'antica mensa; e di

"torre i quattro Angeli barocchi in legno dorato in atto

di adorazione ai quattro lati dell’altare. Si consiglia pure
di torre il baluastro di legno innanzi all altare. papale,

che può rimettersi helle poche volte in che entro l'anno si:

offieia questa superiore Basiliea. Oppure di costruire un

nuovo piü leggiero e di stile analogo al Tempio.

Quasi sopra l Altare sospesa a due mensole che ancora
si veggono *nelle colonne dell'ultima crociera, esisteva un

tempo una larga ed' alta trave recante una Croce eon Cro-

cifisso dipinto a tempra dal Giunta. Trasportato quindi nella

parete in fondo della Basilica, quivi per l'umidità e le acque.

che vi penetravano cadendo andò in pezzi. Appiè del Cro-
cefisso vedevasi l'imagine di fr. Elia inginocchiato con la:

. Seguente iscrizione:

Frater Elias fieri fecit,

Jesu Criste pie

Miserere precantis Eliae

Juneta Pisanus me pinxit
© Anno Domini 1236 Ind. JX.

D

B

(1) Questo altare in origine SHE nel centro della” croce latitin;. come,
rilevammo dal praticabile sottoposto; fin da anticq tempo fu però tra-

sportáto a capo della navata sotto 1’ arco che divide la 4 dalla 5 ero-

crociera, come oggi si vede,

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98: È DESCRIZIONI DELLA BASILICA
. $ ° o

- Trovasi ineiso nel gue seno toscano di.pittwre, Edizione

di Livi orno.
PERGAMO.

LI 5.

. È scolpito in pietra, forse da Fuccio, Fiorentino; è di
forma. ottagona e fregiato di 6 colonnine spirali variamente
ornate, con loro capitelli e cornicioncino, e con basamento
e mensolone sorretto .da una colonna con capitello. I tre
specchi del centro contengono altrettante figurine intere dei
santi HTTAICERCO;: Lodovi ico. Vescovo ‘e Antonió da. Padova
sotto: graziosi tabernaeoli; g gli altri due specchi hanno degli
ornati rosoni. 2

Il Pulpito è alto m. 1 e. 03; diametro m. 0 e. 86; altezza
del capitello e del mensolone che lo sostengono cent. 67.
Bin buono stato. Questo pergamo, dal quale predicò

pure San Bernardino da Siena, fu già dipinto da frate Mar-

tino nel 1347, come da relativa memoria in codice in per-
gamena esistente nella Sagrestia di questa Basilica.

| TRONO PAPALE.

È posto. nel centro finale dell'abside su cinque gradini,

.e consiste ih un seggio coperto di tribuna, sostenuta all’ in-
»

. nanzi. da colonne con base e capitello, i quali sono dorati,

.e dietro retta da mensole, e termina in un timpano ornato

al di sopra di ricci, e nel centro da un trafòro di tre circoli
tangenti. Il timpano posa sopra un ‘architrave ornato da
una gola: Tutta questa fronte è fregiata da mosaici. Il seggio
ha predella, postergale e fianchi. Nel gradino della predella

‘si veggono scolpiti a basso rilievo le'figure di un aspide, di

un basilisco, di un dragone e di un leone con sopra in una
linea ‘il motto «quasi al tutto consumato - super aspidem ei

basiliscum. ambulabis et-conculcabis leonem et draconem -. Il po-

stergale

è di figura acuminata con ricci e liste un tempo

PIPER IOFIOFEVETTORI
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 97

* fregiate di mosaici. Tengono ‘luogo di bracciuoli due leoni
| di pietra pomata, reggenti tra le branche una testa di bue.
Sovra il dorso dei leoni nella parte posteriore e nel rispon- es Au
dente postergale -vi sono due rincassi che forse recavano in |

E - metallo altri due emblemi.
E Opera di molto pregio creduta di Fuccio fiorentino, e
p ordinata da PP. Gregorio IX.

|. Altezza della sedia m. 2 c. 47; altezza del trono m. 4 c. 72; |
larghezza del trono m. 2 c. 49. |

Si consiglierebbe di-tórre la tela di forma ellittica del
Lamparelli di Spello rappresentante Maria Vergine Assunta
in cielo, posta sopra il trono papale, nonchè due angioli in |
adorazione in legno dorato che le stanno ai lati. È

hee de A qM

. SEGGI E LEGGIO DEL CORO.

TRA

ese

5 ia -
h xd 4

Opera del Maestro Domenico di Antonio da San 'Seve- : | Du
E rino nella Marca d’ Ancona; eseguita al cadere del 1400 a SES |
spese del Padre Generale dei Conventuali Francesco Sanson : |
di Siena; del quale vedesi ripetute volte in tarsia lo stemma 4]
composto di un leone in piedi. . :

Il coro gira intorno allabside e ai due lati della’ ero- |
-eiera; e nel.centro è a doppio ordine di seggi. L'ordine su- dh
periore ha ogni scanno ornato, di due specchi con semplice
ed elegante ornato a tarsia bianca l'uno vario dall'altro. Il. È |
superiore, fregiato ‘all’ intorno di cornice intarsiata, contiene i E
| nei 38 seggi una mezza figura parimenti a tarsia graffita ed om- —*
fo brata. Queste mezze figure rappresentano, cominciando dal lato
destro del trono, 1° San Francesco, 2° S. Bonaventura, 3° S.
Bernardino, 4° S. Elisabetta, 5° S. Accursio martire, 6° S.
Bernardo martire, 7° S. Lodovico Re, 8°. Alessandro Papa V.,
9° Nicolò Papa IV, 10° Pietro Aureoli Cardinale, 11° Matteo di
Acquasparta Cardinale, 12° L’ Arcangelo Gabriele, 13° Beato
Guglielmo, 14° Beato Senso, 15° Beato Simone, 16° Fran-
98 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

cesco Maroni, 17^ Imperatore Costantinopolitano, 18° Nicolò ."

de Lira, 19* Maestro Francesco Sanson (Generale france-
scano' committente dell’ opera).

Dal lato sinistro del trono papale 1? S. Antonio di
Padova, 2° S. Lodovico Vescovo, 3° Santa Chiara, 4° S.
Pietro : Martire, 5° S. Adjuto Martire, 6° S. Ottone Martire,
7° S. Elzeario, 8° Beato Bernardo da Quintavalle, 9° Sisto
Papa IV, 10° Cardinale Gerardo, 11° Guglielmo Cardinale,
12° Maria Vergine Annunziata, 13° B. Clemente, 14° B. Rufino,

15° B. Giordano, 16° B. Masseo, 17° Re Roberto, 18» Ales-

sandro de Ales, insigne Teologo Minorita, maestro di San
Tommaso d'Aquino e di San Bonaventura, 19° Giovanni
Scoto.

Il quadro è sormontato da un piccolo fregio a -tarsia
bianca variata, e questo da una cornice. I seggi sono tra
loro divisi da. fiancate messe ad intaglio di fogliami e di
rosoni che sostengono il cornicione, sul quale posano gli archi
decorati a forma di conchiglia azzurra filettata in oro; ter-

mina ogni seggio con una cuspide vagamente intagliata nel

centro a rosoni e nei lati estremi a fogliami salienti. e con
guglie rispondenti ai lati del seggio.
Il secondo ordine ha 36 stalli con fregi a specchi a

tarsia bianca variati, divisi da fiancate intagliate e superior-

mente da mensole rovesciate, assai belle. I 30 seggi laterali
sono in tutto simili ai già descritti «dell’ ordine superiore,
fuorchè negli specchi, ove .in luogo di figure si veggono a
tarsia armadi, quali chiusi, quali aperti, contenenti libri, can-
delieri. ed altri sacri arredi.

L'ordine superiore è alto dalla sommità dell'areo m. 2
c. 66; dalla sommità della cuspide m. 3. c. 40; larghezza degli
stalli m. 0. c..70; altezza m. 0. e. 85.

L'ordine inferiore altezza m. 1 c. 30; larghezza dei seggi

AIA IRA CRZALE

Il centro del coro è occupato dal Ye di forma qua-
drata, il quale si eleva sovra un piedistallo alto m. 1, c. 45

mE
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 99

largo m. 0. c. 71, decorato di quattro pilastri agli angoli che
sorgono sovra un basamento con loro basi e capitelli che

reggorio architrave, fregio e cornicione. Dei quattro specchi

a tarsia del piedistallo due sono ad ornati, due recano le

intere figure di S. Francesco e di S. Antonio da Padova; i

pilastrini sono adorni di candelieri ed il fregio è- ricco di
. altri ornati egualmente a tarsia. Il leggio propriamente detto

che si eleva sull’accennato piedistallo è a due fronti e simil-

mente ornato di tarsie nelle faccie: è alto m. 1; largo nelle
fronti m. 0. c. 70 e nei lati m. 0. c. 45.

Il legname di questo coro è inaridito ed in molti luo-
ghi sconnesso, in altri tarlato, ed in più specchi le tarsie
sono cadute o sollevate. Il danno è maggiore nel leggio. e

| nei seggi sottoposti ai fenestroni per le acque cadutevi sopra.

Ai due lati esterni dell’ ordine superiore degli scanni si

‘legge in un cartello la seguente iscrizione intarsiata a ca-
ratteri romani, la’ quale ne accenna il committente, 1° esecu-:

tore e la data dell’ opera:

M. F. SANSON GENERALIS

FIERI CURAVIT —

DOMINICUS: DE SANCTO SEVERI
NO ME FECIT M.CCCCCI.

PITTURE IN AFFRESCO.

Parete di fondo o d'ingresso dipinta da Giovanni Ci-

. mabue sopra il Corridoio o BaHatoio.

Nella sommità ai due lati del finestrone due medaglioni
circolari, forse già contenenti due mezze figure dei SS. Pietro
e Paolo Apost, velati di polvere. Nella destra parete 1° A-

*

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npe. PU dE am cn

i 100 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

scensione di Gesù Cristo, la cui figura colle braccia di-
stese «verso il Cielo si vede campeggiare in alto sovra
una nube: dei 12 Apostoli che sono al basso al presente
si scorgono solo otto figure, e i due angeli de’ quali uno
è perduto. Nella parete sinistra v'é. il Cenacolo; dinanzi
a un prospetto di edifizio diviso a tre loggie si parte un
ordine di seggi nel cui centro siede Maria Vergine, S. Pietro
a destra, S. Giovanni a sinistra ed appresso loro gli altri
10 discepoli, di cui solo quattro figure .a sinistra riman-
gono intere; in alto in un disco luminoso, ora oseuro per

lossidazione della biacca, è lo Spirito Santo. ‘Queste. due
eomposizioni sono nel massimo deperimento; le medesime

sono fra loro divise e nella parte inferiore circoscritte da

un gran fregio a fogliami e nel giro dell'areo da una fascia

dipinta a finto mosaico.
ARCONE

. Che è tra il muro della porta d'ingresso e la.prima
crociera, dipinto da Giovanni Cimabue.

Si divide in due sezioni, la maggiore presenta 16 figure

grandi al vero in campo azzurro, racchiuse entro archi tondi '

sorretti da due pilastri laterali e nel mezzo da una colonna

| spirale. Nella parte destra nella sommità vi sono S. Fran-

cesco e S. Chiara ben conservati; più bassi S. Antonio e S.
Benedetto Abate, alquanto danneggiati; le altre due coppie

sono nel massimo deperimento. Nella parte sinistra nella

sommità i Santi Vescovi Rufino e Vittorino; piü bassi S.
Domenieo e S. Pietro Martire alquanto danneggiati; quindi
i SS. Stefano e Lorenzo, quasi al tutto perduti; in ultimo
due Santi Martiri pure danneggiati.

La sezione seconda o minore dell’arco ha un fregio a
costruzione geometrica con 13 mezze figure di Santi, le quali
sono perdute nella sommità dell’arco per l’acqua penetra-

-

VEST SESTA
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 101

tavi da un foro che ivi è nella cima; cinque unto se
ne conservano in buono ‘stato.

N. B. Una simile decorazione di ornati e mezze figure
si vede anche negli otto archi che nei due lati della nave
sovrastano al corridoio, ma di 120 mezze figure non ne re-
stano al presente che 18 intere; essendo le gnus o del tutto
perdute o notabilmente guaste.

‘ PARETE DESTRA DELLA NAVATA.
(Sopra il corridoio)

Affreschi rappresentanti in due ordini varie istorie del

Vecchio Testamento, eseguite in figure maggiori-del vero da
Giovanni Cimabue nel 1268.

ORDINE (1).

Cominciando dal lato dell’ altare:

1° La Creazione del Mondo. - Occupa in questo dipinto la
maggior parte del campo Dio Padre, che è circoscritto da

un nimbo luminoso e da 10 serafini. Dio protende la destra
in atto di benedire P Uomo, figura chiusa in disco ovale, che
scende verso la terra, già vestita di piante e popolata d’ a-
nimali. Dal lato destro il mare ed i pesci; in alto lo Spirito
Divino aleggiante sulle acque. La storia campeggia su cielo
azzurro sparso di astri. Minaccia totale deperimento special-
mente nel lato destro. |

2° La creazione dell Uomo. - Siede.a destra sopra un globo
Dio coronato, in atto di imperio; posa la mano sinistra sulle
ginocchia tenendo un papiro ravvolto e sovra ad essa la di-

(1) Avvertasi una volta per sempre che le arie di tutti i dipinti che
deseriveremo di questa superiore Basilica sono campite in azzurro,
EL

102 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

ritta. Di fronte è disteso Adamo in atto di levarsi, appog-
giandosi sul manco braccio e stendendo la destra al Crea-
tore. Storia quasi perduta.

3° Formazione di Eva. - A sinistra siede sovra un globo
Dio Padre tenendo nella manca un papiro e stendendo la
destra a benedire Eva, mezza figura sorgente dal lato destro
di Adamo dormiente. Eva colla testa volta a Dio a lui tende

le braccia. Composizione assai svanita, ma tuttora discerni-

bile. Principia nella sommità a staccarsi l’ intonaco.

4° Il primo peccato. - Nel mezzo Palbero della Scienza
ed il serpe con faccia umana avvolto al tronco. Adamo con
una foglia ed ambo le mani si copre. Eva che era a destra
è perduta.

5° Cacciata dall’ Eden. - A destra Adamo, quindi Eva
in atto di fuggire, coprendosi ambedue con foglie di fico.
L'uomo abbassa la faccia e solleva la sinistra in atto di
nasconderla per la vergogna. Eva atterrita e suppliche-
vole volgesi all’ Angiolo; questi li sospinge all’ uscita. Questo
dipinto sta per distaccarsi.

6°-7° Sono totalmente perdute queste due rappresen-
tanze. : |
8° Di questa istoria restano pochi frammenti mal discer-
nibili; tra questi una figura giacente mutilata del busto e
del capo, e d'altra si vedono solamente le gambe.

La

2» ORDINE.

Verso Paltare: t

1° La costruzione dell’ Arca. - Siede nel centro Noè so-
praintendendo al lavoro e levando in alto la destra per ani-
mare gli operai; a destra due di questi segano una trave,
ed un’altro fende con la scure un tronco. A sinistra dietro
Noè si vede ritta una figura di vecchio colle mani aperte
in atto di maraviglia in vedere nell’ alto una mano che be-
DI 8, FRANCESCO IN ASSISI Sea 7108

*

nedice. Storia molto svanita; ove in più luoghi è caduto
l'intonaco. S Sii i

2° Storia quasi perduta, non scorgendosi che 1° Arca e
sopra due uccelli; uno di questi è il Corvo.

3° Sacrificio d’ Isacco, - A destra Abramo col braccio de-
stro alzato per vibrare un colpo di spada al figlio legato
sovra un’ ara già accesa. La sinistra del Patriarca posa sulla
testa della vittima. Ambedue si volgono attoniti alla vece
di Dio. Dietro, tra cespugli, vedesi un Ariete. Storia: conser-
vata, ma scolorita: nel lato sinistro minaccia prossimo depe-
rimento.

4° Apparizione degli Angioli ad Abramo. - Le tre figure
degli Angioli in piedi sono situate a destra; a sinistra sta
genuflesso il Patriarca. In questo affresco appena si distin-
.guono le traccie della composizione.

5° Benedizione d’ Isacco a Giacobbe. - A sinistra il Pa-

triarca seduto in letto ornato di cortinaggio. A piè del letto
Giacobbe con un piatello alla sinistra, e colla destra distesa
verso il padre che la palpa. Nel mezzo è Rebecca in osser-
vazione. Storia quasi perduta, meno la parte superiore di
Giacobbe.

6° Ritorno di Esaù dalla caccia. - A sinistra Isacco se-

duto sul letto appoggiandosi sulla destra e stendendo la si-
nistra in atto di maraviglia, mentre Esaù gli porge una vi-
vanda. A destra è Rebecca e indietro altra figura mutilata.
Storia quasi per metà deperita, specialmente nel lato destro.

7° Giuseppe venduto. - Restano vari frammenti, dei quali
a destra Giuseppe estratto dal pozzo; a sinistra figure di
‘mercanti. Il resto nel massimo deperimento.

8° Giuseppe riconosciuto dai fratelli. - Siede egli a destre
in trono; avanti a lui sono i fratelli inginocchiati e suppli-
chevoli, tra quali campeggia Beniamino. A sinistra in piedi
sta un cortigiano recando in mano la coppa rubata e addi-
tando Beniamino. Appresso sta ritta una guardia con in mano
la spada. Giuseppe e la parte superiore del dipinto sono
molto deperiti,
104 . ' DESCRIZIONI DELLA. BASILICA :

PARTE SINISTRA.
(Sopra il corridoio).

Affreschi rappresentanti in due ordini vari fatti del
Nuovo Testamento di Giovanni Cimabue (1268); figure mag-
giori del vero.

7 ‘1° ORDINE.

Cominciando dal lato dell’altare:

1° L’Annunziazione. - La Vergine a destra in piedi entro
un tabernacolo; 1’ Angiolo dal lato opposto. Affresco quasi
del tutto perduto.

2° Affatto perduto.

3° Natale di Cristo. - Sotto una rupe nel centro giace la
Vergine ravvolta nel manto, colla destra posata sul ginocchio
e la sinistra al seno. Poco sopra il Bambino giace ravvolto
nelle fasce e riscaldato dal Bue e dall’ Asino, dei quali non
si veggono che le teste; dall'altro lato San Giuseppe in atto
di meditare. Al lato sinistro sono due pastori rivolti all in-
vito di un Angiolo, mentre altro Angiolo sta mirando il Re-
dentore e altri due gli vanno osannando. Composizione in
varie parti danneggiata. |

4° Adorazione dei Magi. - Non si discerne altro che la
Vergine seduta.

5° Presentazione al Tempio. - A destra in piedi Maria e
Giuseppe; a sinistra Simeone in atto di rimettere nelle ma-
terne braccia il Bambino, che protende le braccia alla Madre.
Dietro a Simeone è la profetessa Anna. In grave deperi-
mento.

6° La fuga im Egitto. - Non ne restano che due fram-
menti, di S. Giuseppe e del giumento.

7° Non ne restano che pochissime tracce.

8° Battesimo di Cristo. - Restano le .sole gambe del Bat-
tista nella parte destra; nel centro ‘metà del volto ed una
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 105

spalla del Cristo; a sinistra due Angioli che ne custodiscono SS di,
le vesti. i

Qo ORDINE.

Verso l’altare: i | Ù
lo Le Nozze di Canaan. - Innanzi ad ‘una lunga tavola | (ic.
siedono nel mezzo gli sposi; vicino a questi a sinistra la |
Vergine. La figura. del Cristo è perduta. A destra siedono
altri due convitati. Avanti la tavola quattro servi recanti
vasi. Nel massimo deperimento.

2° Istoria perduta, ove si discernono solo due figure nel
lato sinistro. | |
3° Cattura di Cristo. - Composizione. di circa 20 figure. |
Tengono il mezzo quelle di Cristo e di Giuda, che abbraccia i 4 |
.e bacia il Divino. Maestro, intanto che un manigoldo se ne || 2d |
impadronisce: d'ambo i lati é un drappello d'uomini d'arme : | |
preceduti da tre Farisei; a sinistra in avanti San Pietro che il a -
tronca l oreechio a Malco. Quadro danneggiato nel lato si- . o -
nistro. Lut E E
| 4" Composizione perduta. Solo nel lato sinistro si vede |
una figura, la quale forse rappresenta Cristo innanzi a Pilato. B
5° Andata al Calvario. - Nel centro Cristo rassegnato re- (SR
cante la croce, preceduto da armati e seguito. da Maria, so- |
stenuta da una pietosa donna. Composizione ricca di figure |
in parte perdute. : |
6* Crocifissione. - Composizione di 11 figure, delle quali A Lo
solo 4 restano bene visibili; nel mezzo è Cristo levato in D uH
croce a capo chino, fiancheggiato da 4 Angeli piangenti, ed | '4 i
in basso, dal lato destro, S. Giovanni, Maria ed altra donna, |
ed a sinistra le 3 Marie ridotte appena visibili. BE
7° Apparecchio alla twmulazione. di Cristo. - Bella e ben |
divisa composizione, ricca di 15 figure. Giace seduta in
terra Maria abbracciando colla sinistra il petto e sorreggendo
collaltra mano il capo del Cristo, in atto di angoscia, Le
:106 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

teste di queste due figure sono deperite. Il cadavere: giace
disteso ed irrigidito; a pié di esso genuflessa sta la Madda-
lena eon ambo le mani sorreggendo il piede sinistro, in atto
di baciarlo. In dietro nel mezzo è una donna atteggiata ad
estremo dolore; accanto San Giovanni bacia la sinistra del
Redentore, sostenuta dalle sue mani. Nel lato destro si veg-
gono in piedi due figure di discepoli, in varia espressione di
dolore, vòlti ad un Angiolo che è sopra, accennante il Divino
Maestro. In dietro ‘nel centro sono due figure di donne in
mesto colloquio e recanti aromi. Nel lato sinistro siede Giu-
‘seppe d'Arimatea ed appresso due donne contemplano il
gruppo principale. Finalmente in alto altri due Angioli, uno
con le braccia aperte, l’altro col volto nascosto tra le mani.
Istoria bellissima, ma in grave deperimento.

8» Le Marie al sepolcro. - Siede nella tomba un Angiolo
vestito di bianco con le mani l'una sull? altra posate e delle
quali la destra addita Purna. A» sinistra sono le tre donne
‘atteggiate a maraviglia; esse sono in piedi, e l'ultima reca
un anforetta. Avanti al monumento sono quattro guardie
dormienti nel suolo. La composizione è in grave deperimento,
e mancano i busti e le teste dell’ Angiolo e delle Marie.

AFFRESCHI DI GIOTTO :

Con le principali istorie della vita di San Francesco (1),
ornate nella parte superiore da un cornicione sorretto da co-
lonne a spira, che dividono le rappresentanze, sotto le quali
una scritta, nella massima parte guasta, ne accenna il tema;
eleganti e variati arazzi dipinti, dei quali alcuni sono assai
deperiti, ornano interamente la parte inferiore della parete.

(i) Queste istorie sono 28 e non 32, come [scrive] il Vasari.
PARTE DESTRA DELLA NAVATA. *
(Sotto il corridoio).

Verso l’altare: ge

1° San Francesco onorato da 4" pazzo. - Vedesi la piazza
maggiore di Assisi col prospetto del palazzo e torre del Po-
destà e del portico di Minerva acconciato secondo 1 archi-
tettura del sec. xIII. La composizione è divisa in due gruppi:
a sinistra Francesco di profilo, seguito da due compagni in
atto di avanzarsi, quasi compiacendo al desiderio del pazzo,
che dal lato destro gli si prostra distendendo il mantello
sulla via per la quale Francesco s'inoltra. Dietro a costui
sono due figure in atto di ragionare (di queste una vuolsi che
sia il ritratto del padre di Francesco) L'umidità della pa-

rete ha in più luoghi alterati i colori, ed un restauro ha of-.

fesa l’ultima figura a destra.

2° S. Francesco dona il mantello ad un mendico. - La scena
è all’aperto con prospetto di due colli; su quello a sinistra
vedesi in cima la città di Assisi, con lo stemma della croce
sulla porta urbica. Sul destro si eleva altro edifizio. Nel
. centro il Santo disceso da cavallo porge ad un povero il
proprio mantello. Affresco macchiato e scolorito per l’umi-
dità. i

3» Visione avuta dal Santo, . Riposa Francesco su letto
ornato di cortina, vestito ed ammantato ; al lato sinistro del
letto vedesi: Cristo chinato sul Santo in atto di additargli
un magnifico palazzo ornato di targhe recanti la croce e di

stendardi militari. Affresco più degli altri illanguidito e mac-

chiato.

4° San Francesco prega in S. Damiano, - Entro la chie-
setta, diruta in più luoghi, vedesi il Santo genuflesso a mani
‘giunte a piè dell’altare, cui sovrasta una croce di maniera
bizantina, il cui Crocifisso gli ordina di ristorare la sua Casa
che andava in rovina. L'azzurro della veste del Santo è
svanito.

DI, $. FRANCESCO IN ASSISI à 107

7
nl rei

pria se —

di 12e x q^
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

5» S. Francesco rinunzia alla paterna eredità. - Storia di

\ 14 figure visibili, distribuite: in due gruppi. A destra è il
Santo ignudo, col volto e le braccia levate al cielo e coperto
alle. anche di velo, che gli cinge di sue mani il Vescovo

Guido, che è dietro il Santo presso due Canonici. A sinistra.

innanzi alle altre figure di spettatori attoniti sta sdegnato
il padre del Santo, sostenendo nel braccio sinistro le vesti
del figlio. Due fanciulli campeggiano fra la turba dei ri-
guardanti: in alto appare la mano d'Iddio che benedice al
Santo. Affresco offeso da varie macchie é da una fenditura a
destra. |

6° Visione di Papa Innocenzo III. - Sta disteso alla de-

stra su ricco letto con cornice il Pontefice vestito degli abiti
papali e tiara; due Cubieulari siedono a piè del letto; a
sinistra vedesi iL Laterano cadente sostenuto da un lato da
S. Francesco. L'affresco oltre le solite macchie è pure guasto
nella sommità sinistra.

7° Approvazione della regola.- Composizione di 18 figure,
divisa in due gruppi. A destra uno stuolo di Card. Vescovi,
fra cui siede in trono Onorio II con tiara, pianeta e pallio
in atto di rendere la scrittura membranacea, ove è redatta
la:regola, al Santo genuflesso innanzi a lui e che stende la
destra’ per riceverla, mentre il Papa colla destra benedicente
mostra di sanzionarla. I 12 discepoli di S. Francesco stanno
a mani giunte genuflessi dietro il Santo. La sala ove accade
l’azione è in alto architettata con archi retti da -mensole ; le
pareti sono coperte di arazzi. Composizione maechiata mag-
giormente nella parte inferiore. In alto a sinistra l'intonaco
è distaccato.

8° Visione de’ compagmi del Santo. - A sinistra sotto una
capanna (il tugurio di Rivotorto) sono seduti e genuflessi
vari compagni del Santo. Altri 3 al di fuori, due dei quali
mirano in alto il Santo sovra un bel carro tirato da cavalli
tinti color fuoco. Il terzo sta in atto di indicare i compagni
chiusi nel tugurio a contemplare la visione. Composizione
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 109

di. 8 figure. Il dipinto è guasto di macchie e: velato dalla
polvere. i
9° Visione di frate Leone. - A destra innanzi ad altare,
dietro il quale vedesi I' abside raffigurante la cappella della
.Porziuneola, sta orando il Santo genuflesso. In alto vedesi
un Angiolo che a frate Leone genuflesso a sinistra. addita
il seggio luminoso preparato in cielo al Santo tra altri quattro
minori seggi. Affresco meno danneggiato, ma velato di pol-
Vere. i

10» Il Santo caccia i demoni dalla città di Arezzo. - Tutto
il lato destro sino alla metà del quadro campeggia col pro-

spetto della città, dalla quale s'involano demoni di strane.
forme. A sinistra il Beato Leone in piedi accenna colla de-

stra in atto di impero, mentre colla sinistra regge la tonaca.
| Dietro genuflesso colle mani giunte sta S. Francesco. A que-
- st'angolo si vede il prospetto posteriore del Duomo situato
allora fuori della città. L’intonaco in questo punto è solle-

-. vato, e la pittura macchiata in piu luoghi, è pure sudicia di

' polvere.

11° - San. Francesco innanzi a Malek Kamel Soldano di:

Egitto (1219). - Composizione di 8 figure, distinta in tre
gruppi. A destra siede in trono il Soldano fra 3 dignitari;
esso è in atto di protendere la destra mano approvando la
proposta del Santo, situato di contro e seguito da un com-
pagno. Il Santo: addita colla destra un gran fuoco ivi ap-
presso acceso, proferendosi di passarlo a piedi nudi.per di-
mostrare la verità del Cristianesimo. Alla sinistra sono due
sacerdoti maomettani turbati alla proposta del Santo. Storia
sufficientemente conservata, ma velata dalla polvere.

«12° Estasi del Santo. - Nel centro sollevato sovra una
nube si vede il Santo rivolto con le braccia. aperte a Cristo
che gli appare nella sommità destra. A sinistra, davanti ad
un prospetto di ‘edifizio, stanno 4 suoi frati osservando con
stupore il prodigio. Composizione illanguidita, velata di pol-
vere e macchiata. |

CE UNE 00 PIRO ZE NU dS Tak ci 7 WI I
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

13° Istituzione in Greccio della cerimonia del Presepio. -
Composizione di 20 figure distribuite in 4 gruppi. Uno a
destra, l’altro a sinistra, il terzo nel dinanzi, il quarto dietro
il centro. Il luogo ove il fatto è rappresentato è l'interno
di una chiesa, ove vedesi a destra dell’altare la tribuna fi-
nita con baluastro sormontato da una croce bizantina, punto
che divide il presbiterio dal resto della chiesa. Il primo
gruppo del centro nella parte anteriore è composto dal Santo
genuflesso di profilo. vestito di dalmatica, portante nelle
braccia il Bambino Gesù; appresso evvi un leggio corale
dietro a cui fra altre persone vedesi un frate che canta ed
un giovinetto, tutti intenti al Santo. A destra in avanti sono
altri spettatori e: dietro ad essi un frate in atto di cantare.

3 Nel; lato -sinistro si-vedono affollati molti spettatori, simil-

mente rivolti con maraviglia al centro e dietro ad: essi altri

due frati.che cantano a piena gola. Questo affresco ben con-
servato presenta nel lato sinistro una fenditura che dal cot-

ridoio giunge fino al pavimento,

PARETE D’ INGRESSO.
(Sotto il corridoio ai lati della porta).

: 14» Un miracolo operato dal Santo. - Sulla. china di un
alpestre monte sta il Santo di profilo genuflesso protendendo

le braccia e levando il volto in atto di preghiera; in basso

a destra un viandante assetato si piega a bere. avidamente:
l’acqua miracolosamente sgorgata da una rupe; a sinistra
vedesi un.asinello e due frati attoniti alla vista del prodigio.
Di questo dipinto ben conservato, ma velato di polvere, fece

particolare menzione il Vasari.

Nel centro della parete sovra le due porte, dentro un

circolo, una mezza figura di Maria Vergine col Divin Figlio

fra le braccia in campo d'oro, fiancheggiata: da dué altri
minori circoli recanti due mezze figure di Angioli, similmente
in campo di oro e vólti verso la Vergine in atto di adora-

e ue LA ME i MIO
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 111

zione. Il tutto velato di polvere e l' Angelo destro offeso da
una scrostatura alla sommità del circolo.
Si consiglia di torre un barocco basamento di legno qui

posto sovra la porta.

15? S. Francesco ragiona agli wecelli.- Questi sono posati
a piè di un, albero a destra e tutti intesi verso il Santo, che
è a sinistra colla mano levata a benedirli e con un com-
pagno alle spalle. Affresco svanito e velato di polvere.

PARTE SINISTRA DELLA NAVATA.
(Sotto il corridoio).

16° Morte del Duca di Celano predetta dal Santo ospitato
da lui. - Composizione di 18 figure distribuite in due gruppi.
A sinistra sotto una loggia presso la mensa imbandita sta
accanto ad un suo compagno il Santo, già levatosi all’ an-
nunzio della vicina morte del suo ospite. A destra nel di-
nanzi giace sul pavimento il morente affettuosamente SOr-
retto ed abbracciato dalla. moglie, mentre altra donna simil-
mente inginocchiata ai piedi sta mirandolo in atto di profondo
‘dolore. Un numeroso. stuolo di amici affollati si veggono
indietro esprimenti cordoglio. Storia ben conservata, ma ve-

lata di polvere. . ,

17° S. Francesco predica inndnzi al Pontefice Onorio III. -

Composizione di 9 figure. Entro aperto edifizio a tre archi
dello: stile dell’epoca, con pareti ornate di fini. arazzi, sopra
i quali veggonsi altre e sottili finestre binate, si vede quasi
‘nel centro sovra uno scanno il Pontefice in abiti papali con
il volto appoggiato alla destra e il cubito al corrispondente
ginoechio, tutto inteso al sermone del Santo, che in modesta
attitudine di predicare sta ritto nella estremità sinistra con
ai piedi un fraticello seduto sul pavimento. Il Papa è fian-
| cheggiato da 6 Cardinali. Storia abbastanza conservata; ma è
impolverata e guasta per una fenditura mal riparata nel lato
| sinistro,

te x s E Pe QUU DESCRIZIONI DELLA BASILICA

18° Apparizione del Santo nel capitolo di Arles (1224). -
Composizione di 13 figure. Accade il fatto in una magnifica
sala. capitolare, nella cùi estremità sinistra vedesi S. Antonio

di Padova in piedi in atto di ragionare ai frati ivi raccolti

e seduti in varie attitudini, quali su panche, quali sul pavi-
mento. Nel medio dei tre archi di- prospetto vedesi apparire
sovra tutte le figure quella del Santo colle braccia aperte.
Affresco in vari luoghi macchiato e sudicio. on
19° Impressione delle Stimmate. - Prospetto di monte al-
pestre (dell Alvergna) con due chiesette ai lati; nel centro Il
Santo che piega a terra il destro ginocchio ed apre le braccia,
guardando estatico il Serafino luminoso che è nella sommità
destra. In fondo a questo lato siede fr. Leone meditando su
di un libro aperto. Affresco assai guasto: per. macchie pro-
dotte dalla umidità. della parete. sene
20° Îl.transito del Santo. - Composizione ricchissima di
figure, distribuite in tre gruppi, che diremo superiore, medio
ed inferiore. Quest’ ultimo presenta il Santo disteso sul pa-
vimento sopra una tavola e ‘circondato innanzi ed ai lati
da frati devotamente genuflessi o seduti in terra in atto di
dolore. Nel gruppo medio primeggiano al centro il sacer-
dote, vestito di scuri paramenti, col libro. nella sinistra. ed
aspersorio nell’ altra mano; a destra evvi.un chierico in cotta
lunga fino ai piedi; a sinistra un frate ed appresso da ambo
i lati 4 chierici con torchi accesi ed una folla di spettatori.
Nel gruppo superiore vedesi al sommo la mezza figura del
Santo colle mani aperte e circoscritto da un nimbo luminoso
sostenuto e fiancheggiato da vaghissimi angioli. Storia assai
danneggiata da macchie e da scaleinamento verso il medio.
. 21° Due apparizioni del Santo prima della sua morte. -
Composizione di 11 figure divisa in due parti. In quella
destra vedesi Guido Vescovo di Assisi, ,adagiato in letto
ed atteggiato di stupore in vedere l’anima del Santo portata
in. Cielo. A. sinistra, sotto un edificio vagamente architet-
tato, giace in letto seduto un frate infermo in'atto di ten-
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 113

dere le braccia e di pregare il Santo ad esso comparso acciò
l’attenda per andare seco in Paradiso. Ai lati del morente
sono vari frati con belle attitudini di meraviglia. Affresco
in più luoghi guasto da macchie e da una fenditura che
corre nel lato destro da cima a fondo e minaccia far cadere
- l'intonaco. I

22° Un gentiluomo incredulo esamina le Stimmate del Santo. -
Vedesi innanzi il sacro corpo disteso nel feretro, circondato
ai lati dai chierici con torchi accesi, e da frati con candele
e da numeroso popolo alle ‘estremità. Al centro, inginoc-
‘ chiato innanzi alla bara, sta il gentiluomo in atto di esami-
nare la ferita del costato, mentre i circostanti più vicini
si rivolgono con attenzione e meraviglia all’azione princi-
pale. A destra un sacerdote leggente un libro in mezzo a due
chierici in lunga cotta, dei quali il sinistro reca la piletta
e l’aspersario. Verso l'angolo sono varie figure di soldati

eon targhe. Sovra il baluastro, che racchiude indietro la

composizione, vedési una croce tra due quadri, in uno dei
quali vedesi Maria con Gesù e nell'altro S. Michele. Storia
assai guasta da macchie e da recenti scorticature nel lato
destro.

23° S. Chiara e le sue monache venerano il sacro corpo
mella chiesa di S. Damiano. - Composizione di sopra 40 figure
divise in due gruppi. Dinanzi ad una bella fronte di Basi-
lica, ornata di sculture e mosaici, giace nella bara il Santo,
devotamente abbracciato da S. Chiara; due monache si chi-
nano, l'una a baciare una mano, l'altra il piede del Santo.
Altre suore aecorrono al feretro atteggiate a dolore. Ai 4
lati del feretro sono dei gentiluomini deputati al trasporto.
Nel lato sinistro vedesi affollata la cittadinanza ed il clero
con rami d'olivo e torchi accesi; e dietro un giovinetto sa-
lito in un albero per coglierne dei rami. Questo affresco è

.in vari punti.danneggiato e dal lato sinistro è pure caduto .

. Pintonaco.

*


do elit ME eiie MEER T DESCRIZIONI DELLA BASILICA

24° Primo miracolo accaduto alla tomba del Santo. Storia
ricchissima di figure e sin qui non mai interpretata. Nel suo
centro vedesi l'area mortuaria recinta da un baluastro, sulle
cui colonnette sorgono altrettanti torchietti. Nel davanti
entro il baluastro vedesi prostesa una giovinetta, la quale
aveva la testa sconciamente piegata sull’omero e che toc-
cando il capo nell’ arca guarì. Appresso a destra si vede un
gruppo di donne con putti seduti sul pavimento ; più indietro
siedono ‘un frate e 3 Vescovi ed appresso loro vari frati. A
sinistra un gruppo d’uomini che gira indietro per tutto il
campo del quadro. In avanti poi. da questo lato vedesi una
madre col suo figliuoletto cieco, guidato da essa e da altro
fanciullo alla tomba del Santo. Dipinto assai mal ridotto,
guasto nel mezzo ed in tutta la metà superiore dalle stuc-
cature. e
25° Apparizione del Santo a Gregorio IX che viene da lui
assicurato della realtà delle Stimmate. - A destra sotto una cor-
tina giace sulle coltri il Papa in abiti pontificali che della
sinistra si fa guanciale, mentre il Santo gli offre colla si-
nistra nell’ altra mano un ampolla col suo sangue e con la
destra gli addita la piaga del suo costato, per togliergli ogni
dubbio sulla verità delle Stimmate. Quattro Cubiculari siedono
in terra, quali dormienti e quali in colloquio. Dipinto nota-
bilmente svanito e macchiato. i

26" S. Francesco sana un ferito. - Sotto un cortinaggio
retto da sottili colonne giace in letto un gentiluomo; a de-
stra si vede il Santo con due Angioli apparsigli in sogno;
egli gli tocca pietosamente la piaga che ha presso il fianco
sinistro. A manea veggonsi due meste donne, alle quali il
medico sembra accennare esser vana ogni speranza di gua-
rigione. tw, i
Dipinto guasto nella parte superiore, slavato e male stuc-
cato nellinferiore, e la testa del medico quasi. perduta.
«27° Per grazia del Santo una donna torna ‘în vita, tanto
che si confessi. - Composizione divisa in tre ordini. Nel primo,
laica ate cain

DI S. FRANCESCO IN ASSISI 115

che è sovra il letto, vedesi Cristo recante un papiro ed in-
nanzi S. Francesco genuflesso in atto di preghiera. A metà
del.dipinto vedesi volare un demonio inseguito da un an-
giolo. In basso sul letto sta seduta la rediviva in atto di
confessarsi ad un frate che le sta a destra. A capo del letto

si vede una fanciulla tutta maravigliata, così pure altre

cinque donne. A lato sinistro vedesi il chericato. con croce
e torchi in numero di sei. Questo affresco è assai slavato.

28° Un Vescovo accusato di eresia viene liberato dal carcere
per prodigio del Santo. - Vedesi al sommo del lato sinistro
il Santo in gloria in atto d’intercedere. Nel basso sta il Ve-
seovo inginocchiato a mani giunte; a destra sono .due uo-
mirti d'arme ed altra figura che esce dalle prigioni con ceppi
in mano sciolti prodigiosamente. A sinistra il clero che si
fa incontro ‘al liberato Pastore. Composizione di 10 figure
bastantemente conservata.

‘Ognuna di queste storie è alta m. 3 c. 67; larga m. 3 c. 60.
Questa é la larghezza massima, mentre ve ne sono larghe
solo m. 3 e. 11 (non comprendendo le due storie laterali alle
porte, che non giungono a m. 3 di larghezza). Le figure sono
per la più parte maggiori nel lato destro che nel sinistro
della Chiesa. La maggiore loro altezza è di m. 1 e. 71, la
minore di m. 1 c. 38.

VOLTA LUNGO LA NAVE
Dipinta da Giovanni Cimabue.

1* Orociera. - È ornata ne’ costoloni a tarsia di costru-
zione geometrica e nei contorni di ciascuna vela da fregi
composti di fogliami intrecciati, contenenti nel centro figure
di animali. Le vele a campo d’oro contengono i quattro
Dottori della Chiesa: Gregorio, Ambrogio, Agostino e Giro-
lamo, del quale ultimo non è più leggibile il nome. Sono
eglino assisi in ricca cattedra con dinanzi un leggio, con vo-
lume aperto in atto di ammaestrare quattro discepoli assisi

»

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dade x m LE Lr t LS.

-—

A

ENS. er 116 DESCRIZIOEI DELLA BASILICA

in bel seggio, quali scrivendo, quali leggendo, e che figurano
le principali quattro religioni. Nella sommità di ogni vela
si vede fra le nubi una mezza figura alata con aureola. in-
torno al capo. S

Questa crociera è ben. conservata fuorchè nei peducci
della vólta. —

2* Crociera. - E divisa in quattro vele, messe ad azzurro
stellato, circoscritte da fregi a colori variati fra loro. Questa
e seguente crociera sono abbastanza conservate, solo hanno
alquanto sofferto verso le imposte degli archi per l’acqua
penetrata dai tetti.

3^ Crociera. - Partita ed ornata come la precedente; di
più le quattro vele messe a fondo di oro contengono un
circolo ad iride con entrovi in mezza figura: Gesù Cristo
eon la destra levata a benedire e con un papiro ripiegato
sulla sinistra; la Vergine Maria con la destra in seno e la
sinistra levata colla palma aperta; S. Giovanni con la manea
alla cintura e la destra levata; S. Francesco che nelle palme
aperte mostra le Stimmate. Nell'angolo inferiore di ogni vela
vedesi una figura di angelo in tunica e pallio reggente colla
destra uno scettro e colla sinistra un globo; posano detti
angeli sovra un globo ed hanno il capo cinto di un diadema
aZZurro. i i

4° Crociera. - Divisa ed ornata come la seconda, salvo
che diversi sono gli ornati. Nel lato destro della vólta si è
distaccato l'intonaeo per l’acqua cadutavi sopra.

5" Crociera. - Le quattro vele sono ornate da un fregio
di fogliami a colori tramezzati a mascherine. Contengono in
campo d'oro nel centro. un Evangelista col proprio emblema .
e nell’ angolo superiore un angiolo che posa la mano sulla
testa del Santo; figura quasi interamente perduta. I detti
Santi Evangelisti Luca, Marco, Matteo. e Giovanni sono
did

DI 8. FRANCESCO IN ASSISI 117

assisi in ricco seggio con dinanzi un. leggio e più innanzi
. a loro nell’angolo opposto il prospetto di una città.

CORO
Dipinto da Giunta: Pisano. .

E di forma semidecagona; ad ogni angolo sorge una

sottile colonna da cui partono i eostoloni che convergono

ad una rosa, che è nel centro della vólta, la quale è adorna
di stelle d’oro in campo azzurro e nei. costoloni di ornati
in tarsia a colori. Le pitture che ornano le pareti, attesa P u-
midità, sono sparse di macchie verdi. Nelle tre faccie a capo
del coro s° aprono tre-finestre binate che dal corridoio giun-
gono alla vólta. Nella grossezza di questi tre archi gira un

- fregio di.costruzione architettonica che contiene quattro fi-

gure per lato sino al principio delParco che è occupato da
quattro mezze figure di angeli; nei due lati, ove non è fi-
nestra, si veggono avanzi di figure.

Sotto il corridoio la parete finale del coro presenta so-
vra il trono papale due tondi con due mezze figure dei Pon-
tefici Gregorio rx ed Innocenzo iur, il primo fondatore, il

| secondo consecratore della Basilica; le altre quattro pareti

offrono quattro istorie di Nostra Donna; la prima a sinistra
il transito della Vergine circondata dagli Apostoli; la 2* PAs-
sunzione di Lei dal sepolcro, tra una schiera di Angeli in

alto e presenti gli Apostoli che occupano la parte inferiore;

la 3* Cristo seduto entro un nimbo e retto da quattro An-
geli con la Vergine reclinante il capo sul seno del Figlio,
a basso una schiera di Profeti e Patriarchi; la 4' Maria
seduta in trono alla destra del Figlio fiancheggiata da An-
geli e adorata in basso da uno stuolo di Santi e di Frati
Minori. .

Queste quattro istorie (che dal Vasari si attribuiscono a
Cimabue) sono appena discernibili.
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

BRACCIO DESTRO DELLA CROCIERA
Hd Dipinto da Giunta.

La volta è messa in campo azzurro stellato con ornati
in tarsia a colore nei costoloni.

Nella grossezza degli archi, che sono nei due fianchi,
girano fregi di rosoni alla maniera bizantina. Nella parete
superiore sinistra vedonsi frammenti di un santo Evangelista
seduto in atto di scrivere, fiancheggiato da due angeli ge-
nuflessi; in basso a destra è la figura di un bue alato; il
rimanente è perduto. Nella parete superiore destra la Trasfi-
gurazione di Gesù Cristo chiuso in alto da un nimbo lu-
minoso, con ai lati Mosè ed Elia; al basso frammenti di tre
discepoli. Il finestrone è fiancheggiato da due colossali figure
di Santi non più discernibili.

Nelle due pareti di fianco ove gira il corridoio sono i
12 Apostoli, disposti sei per parte, che campeggiano sovra
arazzi di color rosso e turchino. La fronte esterna dei dodici
archi (che sei per lato, sostenuti da altrettante colonne, cuo-
prono questo corridoio) è ornata da cuspidi che rispondono
ai detti archi, intramezzati da dischi con mezze figure di
Angeli. Sotto il corridoio, nei due lati ove sono i seggi co-
rali, si veggono 5 istorie della vita di S. Pietro Ap., delle
quali due sono abbastanza discernibili, cioè la sua crocifis-
sione nel. centro sotto il fenestrone, ed a sinistra di questa
la storia di Simon Mago trasportato a volo dai demóní sovra
una torre. Quest’ ultimo ordine di storie è nella parte supe-
riore ornato da un finimento di cornicione con mensole ed
ai lati da un fregio a colori. Delle rimanenti tre istorie una
sappiamo che rappresentava S. Giovanni Evangelista all i-
sola di Patmos.

Nel lato destro dietro dell’ Altare di barocca architettura,
«recante una tela colla discesa dello Spirito Santo nel Cena-
colo, la parete in tutta la sua estensione presentava un af-
fresco di Giunta eseguito nel 1236. Vedevasi nel mezzo
DI $, FRANCESCO IN ASSISI 119

Cristo in Croce circondato in alto da varî angioli simmetri-
" eamente disposti ed in belle e varie attitudini di dolore. In
basso a destra si vede un manigoldo che solleva in cima ad
una canna la spugna; dal lato opposto un soldato impugna
una lancia in atto di ferire il costato di Gesù; appiè della
Croce è S. Francesco genuflesso. All estremità sinistra v'é
| un gruppo di figure fra cui campeggia Nostra Donna sve-
nuta e sorretta da due Marie; a destra una turba di farisei
e di popolo. Affresco svauito, guasto nella parte inferiore,
e quasi tutto ricoperto dallaltare movibile in legno che gli
è stato addossato e che si consiglierebbe dalla Commissione
di torre via al più presto, lasciando. solamente l'antico. al-
tare marmoreo oggi nascosto dal moderno e distaccato un
metro dalla parete.

BRACCIO SINISTRO DELLA CROCIERA
Dipinto da Cimabue.

La volta è ornata di stelle d’oro in campo azzurro e
nei costoloni di ornamenti in tarsia a colori.

Le pitture delle pareti sono nel massimo deperimento
e non offrono che pochi e mal discernibili avanzi. Nella pa-
rete sovra l’organo è la cacciata dal Cielo degli Angeli ri-
belli. Dei 14 Angeli in mezza figura che decoravano P arcone
del fenestrone cinque ne sono perduti. Nella parete ai lati
del fenestrone si vedono in alto da ambo le parti due Angeli
colossali molto deperiti e sotto de’ frammenti non più leg-
gibili.

La parete superiore in contro allorgano recava PAs-
sunzione di Maria, affresco affatto perduto. Le pitture nella
grossezza dell’ arco di questa parete erano simili a quelle
. dell arco già accennato; ma non ne avvanza che una mezza
figura di Angelo.

. Nel corridoio coperto della parete sinistra non che della
destra, ora chiusa dall’ organo, sono dipinti in campo azzurro

AA 1402 O IBN A

25 cd gi

us.

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A

2-3

dm 120 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

tre Angeli di colossali dimensioni, in notabile deperimento
nel lato sinistro, reggenti colla destra uno scettro e colla .
sinistra un lembo del manto. Sopra la fronte degli archi del
corridoio simili a quelli della crociera destra, sono sei mezze
figure di Angeli perdute nel lato opposto all’ organo. -

Ai lati dell'organo ora si veggeno eseguite da Dono
Doni due figure colossali, delle quali quella a sinistra è un
David che suona il violino; quella a destra un militare con
4 grandi trombe. Nel. davanzale dell’ orchestra si vedono 10
‘tavolette con altrettanti Santi in mezza figura, dipinti ad
olio da Dono Doni, alquanto danneggiate.

Sotto il corridoio nei due lati ove sono i seggi corali
le pareti sono adorne di 5 visioni dell’ Apocalisse alla con-
sumazione del tempo; opere di Cimabue ridotte quasi a to-
tale deperimento per le acque filtrate dal fenestrone. Nel
lato poi sinistro dietro al barocco altare, recante in una tela
S. Michele che debella Satana, era già un Calvario dipinto
da Cimabue. Occupavano il centro Cristo Crocifisso fiancheg-
giato in alto da vari Angeli ed in basso da due schiere di
figure. Composizione slavata ed alterata dal tempo e na-
scosta dall’ altare movibile in legno addossatole, del quale
si consiglia lo scombro lasciando solo l antico altare di
marmo (1), attualmente nascosto dal moderno e distaccato
un metro dalla parete. i SAPE

A tornare al primiero stato anche la fronte destra di

questa erociera si consiglia di tórre l'organo e di farlo .mo-

vibile.

Nella Sagrestia di questa superiore Basiliea due lapidi
marmoree ricordano i.nomi di due benefattori di questo

\

(1) L/ antico paleotto marmoreo reca la seguente iscrizione:
Hoc altare erectum est in honorem beati Micháelis arcangeli.

9
DI S. FRANCESCO IN ASSISI : : 121

Tempio, dei quali ivi vedesi anco dipinto il ritratto in mezza
figura. Sono Paolo Cambiucci di Assisi (1661) del quale lo
stemma orna i due barocchi altari di questa Basilica Su-
periore ed il P. Menechelli. Min. Conv. defonto il 17 Dec.
1743. Di Paolo, Cambiueci vedesi la lapide sepolerale nel
pavimento della Cappella di S. Antonio Abate del Tempio
. inferiore. :

Una delle cause del guasto degli affreschi nella vólta
della Chiesa superiore è la mala costruzione del tetto (1),
coperto da soli coppi non fermati e che mossi perciò dai
venti impetuosi dominanti di molto in Assisi porgono adito
alle pioggie, le quali vanno a posarsi sui peducci della vólta
e vi producono lo serostamento dell’ intonaco o P? alterazione
del colorito. A questo danno può prontamente rimediarsi
rinnovando il tetto, che andrebbe composto di coppi e te-
gole appositamente all’ uso moderno collegati.

Le acque, che spinte dai venti filtrano per le invetriate
dei finestroni e allagando il ballatoio si versano poi sulle
pareti istoriate da Giotto, hanno guasto parecchi affreschi e
più ne guasteranno se non vi si pone pronto rimedio. Po-
trebbe agevolmente evitarsi questo danno nel seguente modo,
apponendo cioè a piè di ogni finestrone nello strombo della

parete sottostante un canale di zingo con apposito goccio-
latoio, che dall'interno conduca all’esterno l’acqua che pe-
netra da alcune piccole rotture dei vetri e talvolta dalle
loro consunte connettiture.

Ai lati del timpano o triangolo della facciata (2) si con-
siglia di restaurare le foglie rampanti che vi mancano e di

(1) Questo non è nè a corde, nè a travi, né: à cavalletti, ma sem-
plicemente posato sovra archi reali che si partono da pilastri a levante,
ponente e mezzogiorno. $^

(2) La facciata di questa Basilica superiore è larga m. 21. e. 50;
alta dal piano, innanzi alla porta, al cornicione m. 19. e. 50; altezza
dallo stesso piano sino alla sommità del frontespizio triangolare m. 29. c. 60;
eompresavi la croce col suo basamento metri 32.
129 ° DESCRIZIONI DELLA BASILICA

compiere il-finestrone rotondo, togliendo l’idea dal finestrone
medio della facciata della Chiesa di S. Pietro di Assisi (1).

E qui crediamo ripetere che nell’ interno questo fine-
strone che dà luce ed aria al sofitto potrebbe in logo di
una vetrata munirsi di due sportelloni a griglia per i quali
riceverebbe aria l interno e non sarebbe danneggiato dalle
acque, che sospinte dal vento potrebbero penetrarvi. Crediamo
pure ricordare che si chiudano, ad impedire che le aeque fil-
trino e danneggino le pareti, i forami già serviti per le pal-
.cature e rimasti aperti fin da quando fu costruita la Basi-
lica. Chiusi questi forami potrebbesi invece aprire la piccola
finestra a tre archi che vedesi ai lati estremi della crociera,
dei quali archi uno solo per parte rimane aperto al presente
senza sportelli, che dovrebbero apporvisi nel restauro, simili
a quelli delP aecennato superiore finestrone.

Dodici piloni o torrioni in pietra rossa armano questa
Basilica, dei quali quattro sono praticabili da cima a fondo
per una scala spirale di pietra, cioè i due che fiancheggiano
la tribuna e i due ai lati della facciata, i quali ultimi an-
drebbero restaurati nelle cuspidi di che sono mancanti. Gli ar-
chi poi di sostegno ai lati della Basilica, e che sono di ap-
poggio e di divisione alle Cappelle della medesima, furono
inalzate da fr. Filippo di Campello che nel 1255 (10 Luglio),
come da decreto dl PP. Innocenzo iv, fu in luogo di Lapo
eletto architetto della Basilica.

Crediamo ancora non inutile, acciò la polvere che sorge
dall’ attrito del pavimento a mattoni sollevandosi non faccia
velo o corroda i dipinti di questo tempio superiore, crediamo

(1) Unita alla fronte della Basilica superiore, a sinistra del riguar-
dante, s° alza una loggia adorna di analoga cupoletta, di ordine corintio,
opera del Secolo xvir per la Benedizione Papale e per 1’ Esposizione
delle Reliquie. Si consiglierebbe di cuoprire con tinta color pietra il
bianco di questa loggia, che disarmonizza colla severa tinta della vicina
fronte della Basilica, sintanto che non si venga alla costruzione di altra
loggia analoga al Monumento.
DI $. FRANCESCO IN ASSISI 123

non inutile imbeverne di più mani di olio di lino cotto il
pavimento.

A prevenire ulteriori danni in questa Fabbrica e nei
dipinti che l'adornano si trova indispensabile di munirla di
pali elettrici.
‘DESCRIZIONI DELLA BASILICA

BASILICA INFERIORE
DI SAN FRANCESCO -

Siccome la superiore questa inferiore Basilica fu fatta
edificare nel secolo xim da frate Elia con architettura di
Lapo, e fu consacrata da PP. Innocenzo riv il di 25 Maggio
1253.

ESTERNO.

La porta binata nel più eccellente modo architettata
da Giotto ed aggiunta posteriormente al disegno della Ba-
silica dato da Lapo è eseguita a marmi bianchi e rossi, le
cui principali linee architettoniche chiamano la porta già
descritta della Basilica superiore. E ammirabile per la bel-
lezza e finezza degli intagli spesso intarsiati a mosaico par-
ticolarmente nel finestrone circolare che ad un solo ordine
di elegantissime colonnette a spira posa sull’ estrema modi-
natura delle porte, sovra le. quali veggonsi lateralmente altri

‘«. due minori occhi. Nel centro sotto il finestrone in un trian-

golo vedesi un fino mosaico rappresentante S. Francesco in
mezza figura in qualche parte deperita. Andrebbe restaurato
il fregio a cordoni che adorna il giro della duplice porta.
Le imposte delle porte sono sculte in legno a figure ed
ornati, bella opera di due ignoti artisti, P'uno perugino l’altro
fulignate; furono fatte a spese di Fr. Ottaviano Preconi di
Messina provinciale di Sicilia, Vescovo di Monopoli, Arcive-
scovo di Palermo e Consigliere di Carlo v Imperatore e Re
di Spagna. Tacendo degli ornati le istorie rappresentano
nella destra in alto S. Francesco con dei frati in adorazione;

quindi S. Ludovico e S. Antonio di Padova;

;in ultimo un
LI S. FRANCESCO IN ASSISI 125

fatto della vita di S. Ludovico ed un miracolo di S. An-.

"tonio. Nella imposta sinistra in alto P Ascensione di Cristo

presenti gli Apostoli; quindi S. Francesco e S. Chiara; in
ultimo S. Francesco che ammansisce il lupo di Gubbio, e
S. Chiara che fuga col Sacramento i Saraceni. Si consiglia

di ripulire ed inverniciare le dette imposte essendo le rap-

presentanze ricoperte da sovrabbondante e mal data vernice.

.. Nel 1487 Banio Pintelli à cura del Generale Sanson dei
Conventuali ornò: questo tempio di vestibolo, opera di Fran-
cesco da Pietra Santa, salvando così dalle intemperie la me-

ravigliosa porta binata. Due anellaté colonne laterali posate

su pilastri sostengono l’ arco di avancorpo nel cui esterno

giro leggesi:

FRATER FRANCISCUS SANSON GENERALIS MINORUM FIERI FECIT
MCCCCLXXXVII.

Sovra i lati del medesimo arco a basso rilievo in tra-
vertino vedesi nel sinistro l'Angiolo Gabriele e nel destro
Maria Annunziata. Un fregio a festoni ed il sovrastante cor-
nieione compiono la fronte del vestibolo. Di questo nella
parete sinistra alla sommità. vi è un affresco di Dono Doni
con la Vergine, S. Anna, S. Francesco, Sant Antonio e due
SS. Martiri; quindi in una nicchia un bel busto in marmo
di PP, Benedetto xrv con la seguente iscrizione: (1)

D. 0. M.
BENEDICTUS XIV PONTIFEX MAXIMUS
. BASILICAM
GLORIOSO BEATI FRANCISCI SEPULCHRO ILLUSTREM
ET AMPLISSIMIS HONORIBUS AC PRIVILEGIIS
ORNATAM
IN POTESTATEM DITIONEMQUE APOSTOLICAE SEDIS
A FUNDATIONE SUSCEPTAM
ORDINIS MINORUM CAPUT ET MATREM
TITULO PATRIARCHALIS ET CAPPELLAE PAPALIS
AUXIT VII KAL. APRIL. A. D. MDOCLIV
(1) Questo Pontefice, nel 1754, reggendo la Chiesa di Assisi il ve-
scovo Ottavio de’ Conti Ringhieri di Bologna, eresse questo Santuario
a Basilica patriarcale con Cappella papale etc.
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

DalPistesso lato nella parte esterna ed interna del ve-
stibolo veggonsi a basamento di due sepolerali monumenti,
già da gran tempo devastati, e che meriterebbero di essere
restaurati, alcuni partimenti ad ornato in marmo bianco e
rosso con stemmi ed iscrizioni. Nel basamento esterno (al
quale in alto risponde un.timpano con tre stemmi) in 3
compartimenti, recante ognuno tre linee, leggesi:

H4 GUILIELMI . PE i
TRUS . CLARAE . MENTIS E.
FDEIQUE : È

PUBLICA . PRIVA
TIS . PREPONENS . RE
CTUS . UBIQUE

HIC JACET . A. LAR
IBUS (1) PERUSINIS
PULSUS . INIQUE .

d

Questo si crede il monumento di Pietro di Guglielmo
de Buonguglielmi di Perugia, morto esule dalla Patria in
Assisi nel 1363. Soggetto ricordato dal Pellini - Ist. di Perugia -
(Parte I, pag. 1004). Nel basamento interno spettante ad Dott. E
Francesco Ciccoli di Assisi vivente: circa il 1338 in mezzo a
due spazi recanti una targa con Grifone rampante leggesi in j
6 linee: x 3

E
pi:
QR
pi
E:

'S. VENERABIL .

ET SAPIENTIS p.
VIRI DNI FRANCISCI E
CICCHOLI d

DE ASSISIO ET HE
REDUM SUORUM

Si consiglierebbe di coprire con tinta color: travertino
il bianco dato alla volta ed alla parete sinistra di questo
vestibolo.
DI S, FRANCESCO IN. ASSISI

INTERNO.
NAVE TRAVERSA.

‘ Il finestrone rotondo così bello all’ esterno, nell'interno
fa di sé assai brutta mostra per la moderna invetriata a co-
lori . Sovra la porta binata sta sospesa una costola fossile
di cetaceo marino, rinvenuta nello scavo della gran scarpa
del Sacro Convento ordinata da PP. Sisto Iv. La volta di
questa nave traversa è composta di tre crociere dipinte ad
oltremare con stelle di oro, delle quali la media antica fre-
giata di ornati dell'epoca ha il suo vertice circa m. 4.30 al

‘di sotto delle altre. In luogo della terza crociera vi è un

arco ‘a tutto sesto opera del Secolo xvi. Nelle pareti di
questa nave veggonsi vari affreschi del 1600, dei quali al-
euni sono deperiti. Fra questi sono del cittadino Assisano
Cav. Cesare Sermei di Orvieto, allievo di Cesare Nebbia;
nella prima crociera 5. Francesco in gloria con ai lati
Sisto v e Paolo v; i busti dei Pontefici Clemente xtv, Sisto IV,
Alessando v, Gregorio rx, Onorio rm, P Annunziazione ed il
Presepio. Nella terza erociera i due dipinti rappresentanti P i-
nalzamento di Cristo Crocifisso nel Calvario ed il Padre Eterno
nella vólta sono-del Martelli di Assisi, allievo del Domini-
chino, del quale sono anche le altre decorazioni in ornato
ed a figura (1) Nella parete sinistra della prima erociera al

lato destro della moderna cappellina di S. Sebastiano è da

notarsi.di antico, guasto peró da qualche restauro, un al-
fresco alto circa m. 2.30; largo m. 2.70, opera di Ceccolo di
Giovanni di Assisi (dopo il 1420) rappresentante la Madonna
detta della Salute, cioè Maria seduta in trono col Divin Fi-

(1) Sovra l’arcone di questa terza Crociera rimpetto alla Cappella
di S. Caterina si legge ANNO DOMINI — M.DC.XXXXV — DIE VERO
PRIMA MENSIS MARTII. i

MM - - n :
a v Y ane. SRCCREOTE: E — ARS — ———
, 9 II" "d é q ; x
PIN GUEM TURA e ud 710 I È i - S 2

JS MEUM. JR o “gate AI

% "4

128 i DESCRIZIONI DELLA BASILICA

glio benedicente, a sinistra S. Antonio abbate, e S. Antonio di
Padova, a destra S. Rufino e sopra il trono due piccole figure
inginocchiate rappresentanti la Temperanza e la Fortezza.

Nella grossezza del vicino arco in due terzi di figura
al vero S. Cristoforo, dipinto del Secolo xir.

' Al lato sinistro di questa nave traversa. nella parete vi
sono le memorie sepolcrali del sacerdote Giovanni Martelli,
amico di S. Giuseppe da Copertino (1691); del P. Domenico
Andrea Borghesi da Pesaro Generale Lxxx de’ Conventuali;
di Alfonso Sermattei cavalier gerosolimitano (1709); di Eu-
stachio Confidati di Assisi giureconsulto (1626) e nel pavi-
mento di Brunamonte de’ Rossi giureconsulto (Secolo xvI)
e di Giovanni Felice Allegri (1661)..

Al lato destro della parete dei legisti Giuseppe Lodovici
(1591) ed Andrea Gabrielli di Assisi (1638); del chirurgo Gio:
Batt: Paoli di Fano (1831); e nel pavimento, nella prima .
crociera, di un Vescovo (forse Carlo Nepis Vescovo di Assisi
circa il 1458 (1), del quale vedesi grande al vero la figura
giacente con il pastorale e la mitra da un lato; liserizione
in gotici caratteri è così consunta che non riesce affatto leg-
gibile; nella seconda crociera lapide con doppio stemnaa dei
quali uno è della Casa Ludovici, con iscrizione a caratteri
gotici quasi al tutto consunta, della quale sono leggibili solo
le seguenti parole, da cui apparisce esser donna il defunto
ivi tumulato: |

® 0.0 0 9 9 99 9 9 9 0 * 9 5 9 3 * 5 9 55

. FILIAE NOBILIS....
DNI FRANCISCI DE......
. . QUAE OBIIT ANNO DOMI ....
. OXVI. XXVI DIE IULII.....
-. ANTONIO TUNC POTESTA....
IU SUIS Qu QU (2)

(1) Questi peri di naufragio alle foci del Serchio il 10 ottobre 1473,
con altri due Vescovi reduci di Spagna dalla legazione del cardinale Ro-
drigo Borgia. Fu uno dei prelati italiani mandati dal Pontefice Sisto IV
in Germania a promulgare la lega contro i Turchi.

(2) La data di questa lapide è il mcoccxvi; difatti abbiamo rinve-
nuto che fin dal 7 febbraio di quest'anno fu eletto Podestà di Assisi

Antonto de’ Roselli di Arezzo giureconsulto,
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 129

‘e le memorie sepolcrali di Fr. Rutilio Benigni procuratore

del S Convento (1616); di Giuseppg Benigni giureconsulto ;
di Bernardino N'unziatelli versato in studi filosofici; di Gi-
rolamo Filippucci (1575).

Nella parete destra della prima crociera sorge poi il
monumento sepolcrale che attribuiscesi a Nicolò Specchi cit-

‘ tadino di Assisi, Archiatro pontificio di PP. Nicolò v, e de-

funto nel 1479. Sovra un basamento sostenuto da cinque
mensoloni, finamente intagliato a marmi bianchi e rossi ove

‘in quattro spazi divisi da eleganti colonnette a spira vedesi

ripetuto lo stemma del defonto, sorgono due colonne spirali,

le quali reggono il timpano portante nella sommità lo stesso -

stemma. Nel centro del monumento posa il gran vaso di por-

"fido che abbiamo per tradizione Ecuba regina di Cipro aver

donato pieno di oltremare ai Frati Minori onde ornarne le
pitture della Basiliea. Nel pavimento esiste una pietra mor- .

^tuaria recante inciso l’istesso stemma del monumento ora

descritto.
Al lato destro della seconda crociera vedesi una cantoria

od orchestra (1) opera dal xv al xVII secolo, come dalle due
seguenti iscrizioni, che con due stemmi della famiglia Nepis
si vedono sul parapetto, nel quale à caratteri d’oro leggonsi

pure tre Bolle esprimenti varii privilegi della Basilica:

(1)
AD: MCCCCLVIII
A FAMIGLIA DE NEPIS
ASISINATE
ERECTUM.

(II^)

A. D. MDCLXVII

DOMINIS DE NEPIS

ANNUENTIBUS
ORNATUM.

(1) È ornata di diciassette elegariti mensole di vario disegno. DESCRIZIONI DELLA BASILICA

L'antico basamento (che noi opineremmo fosse la ‘base
del monumento di PP. Martino rv morto in Perugia e la-
sciatosi a questa Basilica) anderebbe restaurato nei mosaici
che vi mancano. PP. Martino Iv fu sepolto nella Catedrale
di Perugia, non avendolo voluto i cittadini Perugini resti-
tuire a quei di Assisi.

Appresso sorge da terra un magnifico monumento, cre-
duto, anco a detta del Vasari, di Fuccio Fiorentino, innalzato
a ricordare Ecuba o Eubea Lusignana regina di Cipro e Geru-
salemme defonta in Ancona nel 1240 e qui trasportata e se-
polta (1). Sovra una prima base a marmo bianco e rosso a sem-
pliei linee architettoniche un'altra se ne eleva composta di
due pilastri e di cinque partimenti recanti un eguale stemma
e divisi da altrettante colonnette; dei draghi ornano lo spazio
tra i timpani e le cuspidi. All'estremo questa fronte è or-
nata di due statuette delle quali la manca ha rotta la mano
sinistra. Delle tre statuette, che' ne ornano il fianco destro,
manca quella di mezzo, e la sinistra delle laterali manca
del braccio destro; anco nel' fianco sinistro manca la statua
di mezzo, ed alle due laterali mancano le mani e la testa.
Sopra i due pilastri alsansi due svelte guglie che reggono
un gran timpano, con due altri minori ai lati, recanti

tutti nel centro Pistesso stemma. L’archivolto reca in otto

rincassi altrettanti variati rosoni. Sovra la base posa il fu-
nebre letto della Regina, del quale alzano le cortine due
angeli in atto di dolore (1). Entro vedesi grande al vero la
sua immagine giacente, coronata di regio diadema la fronte,
coperte di guanto le mani e colle braccia incrociate sul corpo
(manca il piede destro della Regina) Al di sopra mirasi a

. destra su rozzo trono Maria Vergine seduta col Divin Figlio

ed a sinistra un leone ruggente reca sul dorso su di un gra-

(!*) Questo sepolero si vuole da taluno che fosse fatto undici anni
prima della morte di detta Regina. ;
2) L' angelo a destra del riguardante è mancante dell ala siuistra.
9 I]
DI 8. FRANCESCO IN. ASSISI | i 131

dino la Regina Ecuba seduta su scanno di. antica forma.
Sotto il trono della Vergine vedonsi traccie di antico dipinto. -

CAPPELLE NELLA NAVE TRAVERSA. |

I. - CAPPELLA DI S. SEBASTIANO.
(A sinistra della nave).

Decorata nel Secolo xv. I putti dipinti nell’ arco sono
del Giorgietti di Assisi, allievo del Lanfranco; le altre. put-

ture del Martelli, cioè il quadro in tela rappresentante la

Madonna col Bambino che apparisce a S. Sebastiano, nell’ al-

‘tare ed i due affreschi, l'uno nella parete sinistra con, San-

{Irene che toglie le freccie a S. Sebastiano e nella parete
destra S Sebastiano innanzi SIZHERGIARITO ‘Diocleziano,
Il quadro dell’altare è alto m. 2; largo m. Jc 198
"Questa cappella già ingresso alle cappelle della nave si-
nistra, fu fatta decorare da Valerio e Ortensia coniugi Paci,
comé da relativa iscrizione. Vi si ascende per due gradini.

,

II. - CAPPELLA DI S. ANTONIO ABATE (1).
(A destra. della nave).

Questa ogg imbiancata cappella (e che non conserva
di antico che ' architettura) fu già dipinta, come abbiamo:
anco dal Vasari, da Pace di Faenza allievo di Giotto (2).
L'altare, opera. del 1700. e che potrebbe rinnovarsi ana-
logo all’ architettura della cappella, reca una bella tavola alta

(1) Le cappelle di questa inferiore Basilica, aggiunte posteriormente
a Lapo, sono disegno di Giotto. da Bondone.

(2) Questé pitture rappresentanti dei fatti di Sant'Antonio Abate
andarono perdute attesa 1 umidità del terrapieno della piazza superiore.
Questa cappella è lunga m. 9. 27 larga m. 7. 55; .si trova sotto il terra-
pieno della piazza superiore, meno il lato di tramontana ; e di forma

esagona allungata.
132 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

.m. 2, larga m. 1 e. 46 di scuola perugina; si attribuisce a
Tiberio di Assisi, in buona conservazione, rappresentante
Cristo. Crocifisso con ai lati nella parte superiore 4 piccole
ci figure di Angeli inginocchiati sulle nubi e raccoglienti con
‘calici il Sangue di Gesù; nella parte inferiore nel lato destro
S. Francesco e S. Chiara; nel sinistro S. Antonio Abate e
. S. Leonardo; al di sotto in piccole figure vari fratelli & so-
relle della compagnia delle Stimmate con un bel fondo di
paese.
Al lato destro ed al sinistro dell’ altere vedonsi gli avanzi
di due sarcofagi male ricomposti di Blasco Duca di Spoleto
e del suo figlio Grazia uccisi a tradimento presso Piediluco nel
» 1373: incirca. A destra (monumento del Duca) su quattro men-
Sole posano quattro leoni in atto di sorreggere P urna sepol-
crale decorata di quattro eguali stemmi; sopra giace grande

‘. «al. vero l’effige del defonto vestito del ducale suo abito, con

le mani incrociate sopra la spada che posa nel mezzo della
persona. Nel lato sinistro dell’altare il monumento (del figlio)
‘è uguale e recante l’istessa targa solo che tre sono gli stemmi
ed i leoni reggenti l'urna. Sopra di questa giace la. figura
‘adolescente del defonto di grandezza naturale con le mani
inerociate. Ai lati del monumento del padre leggonsi le due
seguenti iscrizioni, in cotal guisa disposte.:

Nel lato sinistro:

MAGNANIMUS

MILES PRUDENS

. PIUS

EGREGIUSQUE

. CULTOR JUSTI- .
TIAE RIGIDIQUE SER-
VATOR HONESTI
BLASCHUS FER-
NANDI PACIS CON-
PERTOR AMATAE
HISPANUS NATU
-MORUM VENUSTA-
DI $. FRANCESCO IN ASSISI. ©. 1 .- 133.

TE PRAECLARUS
ANCONITANIAE
MARCHIO MAR-

CHIAE TEMPORE MULTO
RECTOR BONO-

NIAE DUX SPOLE-
-TANUS HABERIS.

Nel lato destro:

INCLITUS ISTE SE-
NATOR BELLI MA-
XIMUS AUCTOR .
PRODITUS HIC BUR-
GO LUCI MACTA-
US IBIDEM

ET GENITUS GRA-

G i CIAS, ACERBA. MO-

3 gh | RTE PEREMPTUS

È HICQUE JACENT ea E uer
3 AMBO GENITOR

GENITUSQUE DICTI
QUOS DEUS ELI
ISIIS PRAEPONAT
SEDIBUS ALMIS.

L'antico finestrone binato che illumina questa cappella
non è a colori. Di questa nella parete sinistra vi è una porta
che introduce al Cemeterio. :

III. - CAPPELLA DI S: CATERINA, V. M. (1)
(A capo della nave).

La vólta è eseguita in azzurro sparso di stelle d’oro; le
|... pareti nella parte inferiore sono adorne di un basamento a
P. - marmo bianco e rosso e di quattro colonnine dei cui eapi-
telli sono elegantissimi pr intagli. I tre binati fenestroni an-
tiehi a vetri coloriti recano in svariati comparti diciotto in-
E tere figure in piedi di Santi e Sante, distribuite sei per

E:
L]

Br
E
p^
i
E
b

(1) Si ascende ad essa per due. gradini di- pietra.
7184: Re DESCRIZIONI DELLA BASILICA |

finestrone, delle quali una all’ estremo superiore - -del ato sÌ-
nistro è stata deformata da moderno restauratore. Dei tre
sovraposti rosoni.i düe laterali sono composti ognuno di sei
serafini, il medio dei simboli dei quattro Evangelisti, dei
quali ne manca uno e vi è stato supplito un ornato; nei
sei triangoli' dei tre finestroni vi sono sei Angeli in adora-
‘zione in piccole intere figure (1). Negli archi interni dei fi-
nestroni in mezzo ad architettonici partimenti in affresco
‘ veggonsi sedute. diciotto figure di Santi, Profeti ed Evange-
listi ecc.

L'altare è in legno come pure un Crocifisso e due An-
geli che ne formano | ornamento centrale; il tutto opera
del Secolo xvi; l’altare a cui si ascende ‘per. altri due gra-
dini di pietra reca antica la mensa, ricoperta però da paleotto
(2. Nell’arcone d’ingresso veggonsi grandi al vero in sei
ornati spazi nel lato destro i Santi Vescovi: Ludovico, Eu-
genio e Biagio; nel sinistro. S. Francesco, un S. Vescovo ed
il Papa S. Clemente (tutti in parte danneggiati); ai piedi di
quest'ultimo vedesi ginoechione il - card. Egidio Albernozzi
di Spagna -Arcivescovo di Toledo, Vescovo di Sabina, Legato
e. Vicario Apostolico in Italia, fondatore di questa cappella.
Difatto nelle pareti vedesi ripetutamente dipinto il suo stemma.

AI lato destro della parete presso S. Biagio vi è un di-
pinto alto m. 2 :.90; largo m. 2 c. 70 contenente due istorie
di S. Caterina Vergine e Martire. Nel lato destro del dipinto
entro umile casa vedesi la Santa orante innanzi un altare,
ove riceve la visione di Maria con il Divin Figlio, che in
segno di sponsali le DOreS in dito l'anello. Nal lato sinistro

(1) Autori dei dipinti finestroni di questa inferiore Basilica furono
Giovanni Bonini di Assisi e secondo altri di Perugia, ed Angelo e Pie-
tro di Gubbio, dei quali NORMA i lavori anco. nelle Catedrali di Siena
e di Orvieto. :

(2) E qui crediamo avvertire che anco gli altari delle altre cappelle
che citeremo sono tutti antiehi, nascosti però da paleotti.
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 135

vedesi un luogo alpestre ove un romito dalla sua cella porge
a baciare alla Santa inginocchiata al di fuori 1 effigie di
Gesù e Maria. Altre due figure femminee veggonsi nel campo.
Dipinto al basso quasi perduto ed in alto filtrato sì di pol-
vere che non può pienamente distinguersi.

Nella medesima parete sovra la descritta evvi P altra
Istoria larga m. 2, alta m. 3 c. 30 incirca, rappresentante
.S&. Caterina innanzi al Tiranno Massimino nel tempio per

--—gostenere la verità del Cristianesimo. Vedesi Pinterno di un
tempio pagano, ove a sinistra dinanzi alPara su cui è pog-
giato un idolo sta ritta la Santa in atto di spiegare la ve-
rità della sua fede. A destra si vede seduto in trono. l'im-
peratore Massimino cireondato da tre suoi fidi. Dal lato
opposto sonovi altri tre personaggi. Un balaustro divide «i

sacerdoti dagli altri risguardanti; ai lati di quello veggonsi
due giovinetti, uno tiene il salterio e laltro:la cetra. Al
destro lato in un gruppo di cinque donne e di un uomo
q'arme vedesi Pimperatriee Faustina in fervida ammira-
zione. Le altre figure sono intente al fatto. Bella composizione
ma.assai sudieia di polvere ed alquanto perduta nell angolo
inferiore sinistro.

Nella parete sotto la vela sinistra larga m. 2, alta m. 3 c. 30 |
circa. vedesi a misura quadra un’istoria e nel rimanente
spazio superiore una prospettiva. La storia rappresenta S. Ca-
terina innanzi all'imperatore che discute coi Sofisti e li con-
Verte alla sua religione. A destra sui gradini del trono ove
siede lo scellerato tiranno vedesi la Santa in atto di ragionare;
tra essa ed il regnante veggonsi indietro in piedi altre due
persone. In due seggi l'uno superiore all’ altro veggonsi seduti

‘due Sofisti discutendo, ed innanzi nella estrema sinistra altri
due luno seduto e l'altro ricurvo al lato del tavolino, ove
in un libro sembra vogliano riscontrare qualche dottrina.
Dipinto assai velato di polvere.

Al lato sinistro della parete presso il S. Francesco alta

m. 26.90; larga m. 2 c. 70 vi è una composizione di 14 figure
136 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

distinguibili, rappresentante il martirio dei Sofisti convertiti
da Caterina. Nel centro veggonsi ardere vivi in un rogo
vari di essi, mentre a sinistra altro è legato da uno sgherro
per subire Pistesso martirio, al quale sono pure condannati
altri che sieguono. A destra uno sgherro alimenta il fuoco
e presso gli stanno alcuni spettatori. Opera guasta e sudicia

di polvere.

- Nella gran fascia dell’arcone fra bei ornati frammisti
di scomparti architettonici, in mezzo dei quali sono delle
teste di angioli e santi, veggonsi 6 istorie. A destra la prima
storie della grandezza di metri quadrati 2 è rappresentata
S. Caterina in carcere, che conferma nella fede P imperatrice
Faustina. Avanti ad un atrio che conduce alle carceri veg-
gonsi due cavalli tenuti da un palafreniere in dialogo col
carceriere che sta sulla soglia della prigione. Nel lato destro,
ove per un'inferriata vedesi Pinterno di essa prigione, sta
ritta la Santa in atto d'istruire e. confermare nella fede
| Imperatriee Faustina prostrata a se dinanzi, prima che
questa venga condotta al martirio. Dietro P imperatrice evvi
altra persona reggente una chiave nella destra, forse. Por-
firio suo fido. Al lato opposto vedesi in atto di maraviglia
una mezza figura di donna. Nel torrione, che quasi si erge
in mezzo del dipinto, per un finestrino è ripetuta V effigie
della Santa in atto di preghiera. Composizione benissimo
conservata.

La seconda e terza istoria tanto nel lato sinistro che
nel destro sono comprese in una superficie. di m. 2 di largh.
e m. 3 e. 30 incirca di altezza.

Nella seconda istoria è rappresentato, il primo martirio
dell’ Imperatrice Faustina. Nel: centro vedesi questa gettata
in terra e denudata sino a mezzo la vita con le mani legate
e sorretta per le chiome afferratele da un carnefice, mentre
subisce il martirio per opera di un altro manigoldo che ri-
curvo su di essa con tenaglie le torce le mammelle. A si-
nistra vedesi il Tiranno che ne ordinava l’esesecuzione, e
"T

DI S. ERANCESCO IN' ASSISI : 137

dietro a lui un suo fido. Sembra avvenga il fatto in una
corte, nel fondo della quale vedesi una camera con letto,
Dicontro al Tiranno è un. altare pagano con la divinità
cui ricusò sagrificare 1’ Imperatrice. Finalmente in un tor-
rione che s'innalza presso il Tiranno veggonsi due figure
affacciate ad una loggia. Composizione perfettamente con-
servata. n
Nella terza istoria avanti a due piccoli poggi alberati
vedesi nell avaneorpo del quadro la decollazione dell’ Impe-
| ratrice Faustina. Questa nel centro inginocchiata col corpo
semireciso é per ricevere un altro colpo di spada dal carne-
fice situato nella sua diritta: presso di questo sonovi quattro
| spettatori, dei quali il primo è un uomo d’ arme inginocchiato
rappresentante Porfirio, fido dell’ Imperatrice, cui attende l'i-
stesso supplizio. Dal lato opposto altri quattro discorrono del
fatto che si compie. Con pochi e facili restauri può consi-
dersi questo dipinto conservatissimo.
A sinistra prima istoria della grandezza di metri qua-
drati 2 v'ó il primo martirio di Santa Caterina; composi-
‘‘zione di circa 20 figure. A sinistra del suo palazzo vedesi il
Tiranno ad una finestra in osservazione del fatto: in pari
atteggiamento veggonsi due cortigiani alla porta. In avanti
presso la casa vi sono tre spettatori dei quali il primo vi-
cino alla Santa le sorregge la veste: poco innanzi védesi la
Santa volta a mani giunte in atto di preghiera. Nel centro
vi è la ruota che si volge miracolosamente contro i carne-
fici, i quali cadono e fuggono al lato destro ove formasi un
gruppo di spettatori e soldati atterriti. In cielo veggonsi due
Angeli armati di spada che minacciano gPinfedeli. Dipinto
sudicio ed un poco perduto nell’angolo ove vedesi la Santa.
| Nella seconda istoria al disotto del lastrico di una corte
vedesi nel centro sorretto dalle ginocchia e dalle braccia il
corpo della Santa già mozzo del capo che sanguinante giace
sul suolo. Il carnefice alla. sinistra ripone la spada nella
| guaina e dietro esso in un torrione vedesi ad una loggetta

O Ie IFTS: NS:

i
138 * DESCRIZIONI DELLA BASILICA

lo scetrato Tiranno che ne ordinava l'esecuzione. Ai lati
della torre sonovi due guardie. Dietro sotto il portico della
corte due uomini d'arme intenti al fatto, e sull’ estremo lato
destro altre due figure. Quadro ben conservato meno il manto
della Santa e le figure degli spettatori che sembrano essere
eseguite a tempra.

Nella terza istoria vedesi il monte Sinai sulla cui vettà
trasportato da 7 angioli mirasi tumulare il corpo della Santa.
Altri 12 angioli assistono alla pia cerimonia, dei quali a si-
nistra avvene un gruppo a solo chiroseuro (1). Composizione
benissimo conservata.

Tutti questi dipinti sono divisi da fascie architettate ed
ornate, meno dove sono le colonne che reggono i costoloni.
Questi ed i lati delle vele sono dipinti a mosaici ; le seconde
poi colorite ad oltremare recano delle stelle in Gio una di
esse è assai svanita nel colore.

. Le accennate pitture, che dgl Vasari si attribuiscono a
Buonamico Buffalmaceo, ritraggono piuttosto della. maniera
di Pace da Faenza.

A] lato. destro della parete vedesi traccia di una porta
(quindi chiusa) che già dava adito al vicino Cemeterio.

In questa cappella leggonsi le sepolerali memorie nel
pavimento di G. Batt. Leoni Min. Convent. defonto nel 1797;
e.nelle pareti dei generali del ordine G. Batt. Costanzi, (1767),
e Federico Lauro Barbarico (1801). Anco il nominato cardi-
nale Albernozzi, defonto a Viterbo nel 1367, fu depositato

in questa cappella da lui eretta, d'onde fu quindi trasportato

a Toledo.
Questa. EC è lunga m. 7.77; larga 7.21; altezza del
basamento marmoreo m. 3.16. ;

(1) A destra del quadro vedesi il Morse. e la Cien: fabbricata
a memoria: di Lei dall Imperatore Giustino.
DI 8. FRANCESCO: IN ASSISI

NAVE PRINCIPALE.

. Le tre crociere (1) della nave principale che s? innalzano
da otto bassi e gravi piloni furono decorate da Guido da
Siena che le colorì con fondo azzurro stellato in oro e
meandri alPintorno e con ornamenti variati nei grossi cor-
doni della vólta.

Le pareti a destra del riguardante ci porgono i princi-
pali fatti della vita di G. Cristo, quelle a sinistra le più im-
portanti storie di S. Francesco; le prime si attribuiscono a
Guido da Siena; le seconde a frate Mino da Turrita. Furono

però mutilate a cagione dei sei arconi apertivi da Giotto per

dare adito ad attigue cappelle.

LATO DESTRO.

.' Frammenti di storie di Gesù Cristo, di Guido da Siena
in figure poco maggiori del vero.
1° Prammento. - Apparecchio della Crocifissione di Gesù
Cristo. Vedesi la croce del cattivo ladrone circondata da
‘nove figure di farisei in aspettativa.

2° Frammento. - Maria Vergine in colloquio con San Gio-

vanni e dietro loro le tre Marie tutte esprimenti gran mestizia.

. 3° Frammento. - Deposizione della Croce. Sta nella som- -

mità della scala Nicodemo che sorregge il corpo di Cristo.

Al basso Giuseppe d’ Arimatea incurvato per collocare «la:

scala ‘sotto al Cristo per agevolare la’ deposizione; nel
lato destro S. Giovanni che ha preso una mano del Re-
dentore e la bacia; la Vergine sta dietro al diletto discepolo
in atto di riguardare con misto di tenerezza e spavento il
corpo del lacerato suo Figlio. Nell'aria vedesi un Angiolo in
atto pietoso. | bs ;

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(1) In queste crociere non sono comprese quella traversa già descrità
e l'altra che descriveremo sopra l’-Altar maggiore.

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DESCRIZIONE DELLA BASILICA

4° Frammento. - Apparecchio alla tumulazione. Nel lato
destro vedesi Cristo disteso sovra un piano coperto di bianco
lino; (non rimane del Cristo che la parte superiore). Nel
lato sinistro. del riguardante si vede la Madonna inginoc-
chiata che cade svenuta all’indietro, ma viene sorretta da
una delle Marie; le altre due sono in atto di compiangere
l'afflittà Madre; accanto sta S. Giovanni assorto nelle piaghe
delle mani di Cristo. Vedesi nell'aria un Angiolo in dolo-
rosa attitudine. | : 39

Nel quinto spazio, coperto in parte da un pergamo di
legno, vedesi nella parete a questo sottoposta un frammento.
assai deperito recante una Madonna in trono col Bambino
ed un Santo. ducit |

Nel sesto spazio all’ estremo della parete si veggono solo
degli ornati a colore.

LATO SINISTRO. ‘
Avanzi di storie di S. Francesco di Frate Mino da Turrita.

1° Frammento. - San Francesco spogliasi e rinunzia l'e-
redità paterna davanti al Vescovo Guidone e al. proprio
padre. Non rimane nel lato sinistro che il Santo con il Ve-
scovo e quattro chierici. | i

2» Frammento. - Papa Innocenzo II vede in sogno San
Francesco che cogli omeri regge il Laterano cadente. Vedesi
il Pontefice disteso. addormentato in letto" con una mano
sollevata in atto di secondare l’azione del Santo nel soste-
nere la Chiesa. Della figura del Santo rimane meno che la
testa. i
3* Istoria. - Gli augelli ascoltano la predica del Santo
e non si partono da lui se non dopo ricevutane la benedi-
zione. Nel lato destro sta il Santo dolcemente incurvato in atto
di colloquio con gli uccelli, che parte stanno in terra, parte
su di un albero: dietro il santo sta Fra Leone in atto di
sorpresa, |
' DI S. FRANCESCO IN ASSISI : 141

4° Frammento. - Impressione delle S. Stimmate, Non ri-
mane che il Serafino rivolto nel lato sinistro e un lembo di
tonaca del Santo.

; 5° Frammento. - Transito del Santo. (Nella parete dietro
il pulpito). Vedesi il Santo giacente nel letto funebre circon-
dato da varî frati, quali inginocchiati, quali in piedi con can-

dele e cantando preci; a sinistra vi è un sacerdote collin-
censiere in atto di benedirlo; in alto a destra entro un
nimbo circolare vedesi il Santo in mezza figura portato in
gloria da due Angioli, uno dei quali è perduto. Di questa
composizione rimangono solo 10 figure molto danneggiate.

Il rimanente della parete, nella quale posa anco il-Trono
Papale (di legno movibile) è solo decorato di ornati a colore.
Non crediamo inutile alla storia dell’ Arte questa parti-
colareggiata descrizione delle antichissime pitture di Guido

Senese e di Frate Mino da Turrita mentre questi primi
monumenti dell’arte italiana se appaiono rozzi dal lato della
forma, sono tuttavia mirabili rispetto all’invenzione: e perchè
Giotto e gli altri grandi Maestri fioriti da poi non ebbero
a sdegno di valersi dei concetti de’ loro affreschi, quasi di-
sperando poterne emulare la. bellezza.

‘ In. questa terza crociera sinistra vi è un ambone o
loggia, nella cui parete è una Coronazione di Nostra Donna,
Storia di 18 figure. Nel centro un bel seggio a destra è la
Vergine col capo chino e le mani incrociate sul petto, e a
sinistra il Redentore che si volge a Lei, e con ambe le
mani le pone sul eapo una corona: le due figure principali
sono fiancheggiate da 16 figure di angioli: composizione di-
pinta da frate Martino lasciata incompiuta nella parte infe-
riore, e ricordata con lode dal Vasari. che lattribuisce a
Giottino; è alta metri 2. c. 37 larga metri 4. e 55.
| . Nella grossezza dell’arco sono tre istorie tramezzate da
fregi con tre medaglioni recanti uno stemma con campo
traversato. obliquamente da una sbarra d'oro contenente
. 4 dischi, Questo stemma è della famiglia Soldani di Assisi,
142 : . DESCRIZIONE DELLA BASILICA

il di cui sepolero si vede nella chiesa di S. Pietro di detta
città presso alla porta maggiore.

L'uniea storia che è a destra del riguardante, opera
egualmente di fr. Martino, rappresenta S. Stanislao V. e Mar-
tire di Cracovia in atto di richiamare a’ vita un morto, (1)
a cui egli porge la destra e che pone il piede fuori dell a-
vello tra molte figure di spettatori: il luogo ritrae un ce-
meterio a lato d'una chiesa. Composizione di 8 figure, alta
m.. 0. 88. | bi

La seconda istoria, condotta pure da. Fra Martino nel
lato sinistro, corrisponde alla descritta e rappresenta il mar-
tirio dello stesso Santo, trucidato sull altare da Boleslao Re
di Polonia, indi il suo corpo .messo in brani dai seguaci di
Boleslao i quali recano chi mozze le braccia chi le. gambe,
‘mentre giace rovescio il tronco cadavere sul terreno co!
capo mezzo spiccato dal busto. La scena è nell’ interno di
«una chiesa. Composizione di sei figure. i;

Sotto la descritta si vede Cristo Crocifisso fiancheggiato
a destra da Maria, a sinistra da San Giovanni in bell atti-
tudine di dolore. Questo dipinto si attribuisce a Giovanni
di Taddeo Gaddi allievo di Giotto (2).

Larghezza delle tre istorie m. 1. c. 46; altezza delle due
superiori m. 1. c. 82; dell'inferiore m. 1. c. 52. Le pitture
.della grossezza dell’arco si trovano in buono stato. Quella d:
fronte é. danneggiata da fóri e da polvere. ;

Entro Pambone vi è al lato sinistro un altare detto d:

Stanislao, mentre sovra di quello l'8 Sette.abre 1253 s:
lesse la. bolla di canonizzazione di quel Santo Vescovo ©
Martire, |

(1) Egli era questo.un tal Pietro estinto da tre anni richiamato in
vita a ció renda testimonianza innanzi ai giudici di un eampo venduto
‘al Santo Vescovo e del prezzo ricevutone.

:(2) Fu scoperto nel 1798 dal ch. Big. Sebastiano Háhghiósci di Gubbio*
DI S. FRANCESCO IN ASSISI . 143

Nel lato sinistro di questa terza crociera vedesi nella
parte inferiore della parete la seguente memoria scolpita in
marmo.

HIC REQUIESCIT JACOBA. SANCTA

NOBLISQUE ROMANA.
cioè la beata Giacoma de’ Sette Sogli moglie di Graziano
Frangipani di Roma, devotissima di S. Francesco e defonta
13 anni appresso alla morte di Jui (1239). Sopra questa la-
pide vedesi .di lei la dipinta immagine inginocchiata verso

la tomba del Santo; manca della parte superiore che è ri-

coperta da un pergamo di legno che le é sovraposto.

Si consiglia di tórre via questo pulpito non che-l' altro
ugualmente di legno nella parete di contro, ed il cornicione
di legno sovrapposto alla cantoria ed al pulpito antichi,

quali dovrebbero ristorarsi nei marmi e nei mosaici di le
mancano (1). Per la predicazione poi può farsi un pergamo

movibile di legno da collocarsi al bisogno.

CAPPELLE AL LATO DESTRO DELL AN NAVE
PRINCIPALE (2).
CAPPELLA DI S. STEFANO PROTOMARTIRE
DETTA ANCHE DI S. LODOVICO
| Questa cappella è di forma quadrata lunga metri 7. c. 2;
larga m. 7. c. 27. La sua crociera formata da costoloni che

(1) Questa elegante marmorea loggia coll’ annesso pulpito è ornata
o

di belle colonnette ed è sostenuta da 7 mensole, nelle. quali si comprende

una maggiore delle altre, reggente il pergamo. Forse il marmoreo basa-

mento di questa loggia fu già la base dell’ incominciato monumento sepol-

erale di Giovanni de’ Conti di Brienne fin dal 1209 Re di Gerusalemme,
defunto frate minore nel 1237 a Costantinopoli,
(2) Alle cappelle del lato destro e sinistro di questa nave principale

‘si ascende per cinque o sei gradini; a capo dei quali l' ingresso è chiuso :

da un cancello di ferro, il quale vedesi anco nelle 3 cappelle della nave
traversa. All’ altare poi si ascende per un altro gradino egualmente di
pietra. %

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did io DESCRIZIONI DELLA BASILICA

poggiano su quattro sottili colonne ai quattro angoli. Ha
una volta dipinta in quattro vele campite AZZUITO stellato,
già opera di Andrea Alaigi di Assisi detto l'Ingegno (1496),
allievo del Perugino; deperita per l umidità fu quindi ridi-
pinta da Dono Doni. Ciascuna vela ha nei lati acuti un
gruppo di due figure, cioè quattro Sibille ed altrettanti
Profeti con putti, che sostengono cartelle con analoghi motti.

Nell’angolo destro. della vela soprastante all’ altare si
vede il profeta Daniele d'aspetto senile eon a lato un putto

‘che regge nna cartella ove è scritto « Post Hebdomadas

Annorum Septuaginta.», gruppo alquanto danneggiato dalle
acque del tetto. d
AlPangolo sinistro si vede la Sibilla Eritrea in atto di .

contemplare estatica il cielo; al suo lato manco un putto
porta scritto in un cartello « Dal ventre de una Vergine na-
scerà ». soa i
Nella vela sinistra all’angolo che è verso l’altare siede
sulle nubi David con in mano un Salterio colla testa ele-
vata in atto di sciogliere un .canto profetico ed appresso un
putto reca: scritto nella cartella il motto « N. on dabis sanctum
tuum videre coruptio ...... » È

All’angolo verso Pingresso si vede la sibilla Cumana
d'età senile che sta in atto di leggere e meditare, il putto
a sinistra reca seritto « Dopo che starà mel sepolero tre giorni
resusciterà ».

Nella vela soprastante all ingresso vedesi a destra il

., profeta Geremia seduto di fronte, con in mano un papiro

iscritto del seguente motto « Mulier circumdabit virum »; il putto
di destra reca una tavola in cui si legge « Novum faciet super
terram ». Gruppo ben. conservato.

NelPangolo sinistro è la Sibilla Tiburtina fiorente di

giovanile bellezza, che volgesi a leggere la tavola .a lei pre-

sentata dal putto vicino, e nella destra tiene un libro aperto
ove addita scritte le seguenti parole « Qui reget populum
suum». Nella'tavola dell’ angolo si legge «XPO Nascerà in Be-
DI 8 FRANCESCO IN ASSISI ^ . 145 ; BN

Gruppo ben conservato. Nella vela destra allangolo verso
lentrata vedesi il profeta Michea, figura seduta di prospetto
e piena di gravità, che nella destra tiene un papiro ove si | TRU
legge: Parvulus es in millibus. Il putto a destra sorregge una ij il
tavoletta con queste parole: In Bethlem terra effratta. Gruppo ; |
ben conservato.

All’ angolo sinistro vedesi la sibilla Persica d' aspetto
giovanile e rivolta di profilo in atto di leggere in una ta-
vola, che ella tiene colla sinistra, il motto: Post paululum
filius Dei fiet homo. Il putto ormai perduto sostiene una ta-
vola con le seguenti parole: I] Verbo invisibile se vedrà et se
toccherà. Questo gruppo è notabilmente danneggiato.

La parete principale dell’altare è tutta occupata da un
gran finestrone binato e doppio con vetri dipinti ad ornati
e figure, opera di Angelo da Gubbio; vi si veggono gli em-
blemi dei quattro Evangelisti, S. Ludovico Vescovo, Gesù (
Cristo, la Madonna e S. Ludovico Re ad intiere figure, quindi | DÌ
quattro Angeli in mezza figura; appresso: S. Lodovico Re, n
San Francesco, S. Ugo ed il card. Gentile da Montefiore ad
intiere figure; in ultimo quattro stemmi del suddetto cardi-
nale committente; nella parte superiore i tre sovraposti ro-

soni sono ad ornato.

Le altre tre pareti operate dal Doni (1560) presentano
tre grandiose istorie di S. Stefano Protomartire. Nella parete
sinistra è rappresentata la disputa del S. Levita nella Sina-
goga; composizione di cirea 30 figure grandi al naturale
quasi tutte sedute. A destra si vede assiso in cattedra il |
Santo in atto di ragionare aglintenti spettatori. Nell’ estre- : j T j
mità destra dell'affreseo mirasi una figura in piedi d'età
avanzata e vestita secondo il costume del 500 rivolta agli
astanti; esso 6 il ritratto dell'artefice Doni.

Sopra allareo d'ingresso si vede la seconda istoria rap-
presentante S. Stefano cacciato a furia di popolo da Geru-
salemme e spinto al supplizio; composizione ricca di 12 fi-
gure e piena di vita e di movimento, distribuita in tre
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146 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

gruppi, cioè tre putti che precedono, seguiti da due vec-
chioni, tre giudei che afferrato il Santo lo respingono, mentre
dalla porta della città si versa accalcata la moltitudine, pre-
ceduta da altro giudeo che si piega a raccorre un sasso.

Sotto a questa storia sono ai lati dell’arco due gruppi.
A destra la Carità seduta con due putti lattanti, uno addor-
mentato sulle ginocchia ed altri due appoggiati alle spalle.
A sinistra poi la Prudenza di fronte che regge nella de-
stra una sesta e che si mira nello specchio, che le porge
un putto.

Nella parete destra è espresso il martirio di S. Stefano
genuflesso nel centro cogli occhi levati verso il cielo ove
tra una gloria di 8 Angeli simmetricamente disposti cam-
peggia la Triade sulle nubi, d'onde scende un Angelo con in
mano la palma e la corona. I giudei e gli spettatori sono
divisi ai lati in due gruppi e mostrano diverse attitudini
e sono in numero di 20 figure più sviluppate. La scena è un
bel fondo di paese.

Le due storie maggiori sono circoscritte da un arco,
fregiato da ornati e figurine di Santi a chiaroscuro.

Le pitture nelParco del finestrone sono perite tranne
due figure rappresentanti la Giustizia e l' Abbondanza.

Queste tre pareti sono velate dalla polvere più che dan-
neggiate dal tempo.

L'arehivolto dell’ ingresso è dipinto dal Giorgetti che a
destra vi fece l Abbondanza, a sinistra la Vigilanza, figure
dritte e grandi al vero; il rimanente è decorato da putti e
medaglioni, affreschi a chiaroscuro: il tutto in buono stato.

Orna Paltare di questa cappella una maravigliosa ta-
vola, citata anche dal. Vasari, di Giovanni Spagna allievo

del Perugino, rappresentante Nostra Signora col Bambino
’ e»)

seduta in trono, a sinistra S. Elisabetta, S. Francesco e S. Ca-
terina, a destra S. Lodovico, S. Chiara e S. Antonio ed
in alto due Angioli in adorazione, opera recante la data
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 147

A°. DI. Me. COCCC. XVI. XV. IULII. Alt. m. 2. c. 18; larg.
1.70; danneggiata nel secolo scorso da qualche restauro.

Attesa la mancanza di luce, e l’ingombro che qui dà
al colorito finestrone si consiglia di trasportare questa tavola
nella parete sinistra della cappella di San Gio. Battista.

Questa cappella, nel cui marmoreo basamento (1) vanno
ricomposti i mosaici, fu eretta a spese del cardinal mino-
norita Fr. Gentile Partico da Montefiore, il quale, defonto
in Avignone nel 1312, desiderò di esservi tumulato.

Fra questa cappella e l’altare che segue di S. Antonio
di Padova vi è un andito, forse già cappella di San Lorenzo
dipinta da Pace di Faenza. Nella vólta di quest andito ve-
desi nel centro in campo azzurro entro un nimbo circondato
dagli emblemi degli Evangelisti Gesù Cristo benedicente in
mezza figura. La cornice delle pareti laterali è formata da or-
nati e fregi a chiaroscuro con fondi colorati recanti dei Santi
in mezza figura. Nelle pareti dei due archi di passaggio, in
una si vede un frammento della cattura di Cristo, nell’altra
orazione nell’orto, ambedue in parte coperti dal bianco e
che possono discoprirsi. Nella parete sinistra vedesi il mar-
tirio di San Lorenzo, composizione ricca di figure ma assai
velata dalla polvere. In una piazza ornata di grandiosa fab-
brica in fondo e di altra al lato sinistro vedesi indietro il
popolo spettatore e più innanzi 6 uomini d’arme intenti a
martirizzare il Santo, dei quali uno alla destra di questo
sembra rávvedersi. Il Santo giace sul ferreo graticcio e ras-
segnato guarda il cielo cui anela involarsi. Sulla sinistra del
riguardante vedesi una fabbrica alla porta della quale sonvi
dei spettatori che sembrano avere orrore dello straziante
martirio. Sotto questa composizione vi è una fascia dipinta
a scomparti in mosaico ed a ornati monocromi, nella quale

(1) Notisi che il basamento marmoreo a mosaici gira in questa cap-
pella anco nella grossezza dell’ arco d' ingresso,
o
148 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

veggonsi tre mezze figure di Santi, dei quali quella del
centro è San Gio. Battista, al lato destro S. Vittorino, ed al
sinistro S. Rufino v. e m.

LI..- CAPPELLA DI S. ANTONIO DA PADOVA.

L'arehitettura e le decorazioni di questa cappella corri-
spondono a quella or descritta di S. Stefano. Dicesi fosse in
| antico dipinta dal Giottino; ma essendo caduta la vólta fu
poi nuovamente ornata di affreschi dal cav. Cesare Sermei
e dal Marinelli che vi lasciarono segnato l'anno 1610 (al
lato destro delP altare).

I costoloni della vólta sono decorati da un festone di
frutti vagamente dipinti e le vele sono circoscritte da un
ornato a chiaroscuro in fondo verde e giallo. Ogni vela con-
tiene una figura di Santo collocata sulle nubi in campo az-
zurro. Sopra l’altare (la cui macchina in legno dorato è
opera del secolo xvii) si vede San Francesco, a destra S. Bo-
naventura, a sinisira S. Ludovico, sull ingresso S. Chiara (1).
Le pareti presentano doppio ordine di storie e nelle due pa-
reti laterali la linea che divide la superiore dall inferiori
storie è al livello del nascimeugo dei costoloni, che ai quattro
angoli partono dalle rispondenti colonnette.

Cominciando dalla destra parete la storia superiore è
larga m. 5. e. 93, alta sino alla sommità della vólta, rap-
presenta S. Antonio in pulpito in atto di predicate innanzi
al Papa e alla corte di luij e con un numero grande di
spettatori vestiti alla foggia del secolo XVII.

Nella storia di fronte, eguale nelle dimensioni, vedesi
la mula venerare il Sagramento portato dal Santo sotto un
baldacchino tra una moltitudine di spettatori meravigliati.

(1) Nell’ altare vi è una statua in legno del secolo xvii di S, Antonio
da Padova. :
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 149

Sopra lareo d'ingresso in uno spazio minore, si vedono
- altri due prodigi operati dal Santo dopo la sua morte. Ai
lati delP areo d'ingresso sono due grandi figure di Angeli.

Queste pitture sono più sudicie che danneggiate.

Nell’ ordine inferiore abbiamo altre quattro storie nelle
pareti laterali, ciascuna a lato dell'arco condotte in più pic-
cole dimensioni di figure, alte m. 1. c. 75; larghe m. 1. c. 57;
rappresentanti altri quattro miracoli operati dal Santo. Le
due prossime all’altare sono gravemente danneggiate pel
frequente poggiarvi delle scale a pioli onde appiccare i pa-
ramenti festivi.

Queste quattro istorie sono del Marinelli di Assisi.

Nella grossezza dellareo del finestrone si vedono sei
figure di Santi circoscritte in rincassi ornati alla Zucche-
resca, e nella sommità dell'arco le figure sono molto dan-
neggiate. | i

Nella grossezza dell’ arco d'ingresso si vedono 12 mezze
figure di Santi frati minori alla grandeza del vero, opera
contemporanea alle altre, come pure la decorazione dei due
archi laterali.

Sotto all’ ordine inferiore delle storie il resto delle pa-
reti sino al pavimento è incrostato di pietre bianche e rosse

foggiate a grandi specchi ornati di figure triangolari sago-
mate sporgenti.

Questo basamento andrebbe restaurato nei mosaici di
che è affatto spogliato.

Il finestrone binato e doppio che illumina. questa cap-
pella in finitissima opera di vetri colorati reca nel rosone
superiore dodici mezze figure di Santi frati minori, e nel fi-
nestrone propriamente detto, fra ornati di un gusto e di un
esecuzione particolare, dodici istorie di S. Antonio, delle
quali una (mal divisa in due fatti, al lato destro superiore)
è moderno lavoro del Bertini.

: In questa cappella fu tumulato Tecrimo Tecrimi di
Lucca, Vescovo di Assisi e Patriarca di Gerusalemme, morto
150. DESCRIZIONI DELLA BASILICA

nel 1612, come da lapide esistente nel pavimento, che può
leggersi nell’ Angeli, pag. 76 (Op. cil.)

Questa cappella, ceduta dai religiosi in proprietà a Lello
di Salimbene Lelli di Assisi, nel 1474 passò in giuspatronato
ai Duchi d? Urbino.

Fra la cappella di S. Antonio da Padova e l’altra che
siegue di S. Maria Maddalena vi è un andito nel cui pavi-
mento vedesi la seguente iscrizione sepolerale del religioso
minorità Ugo di Ergilp inglese (1302) ornata della figura
giacente del defonto ugualmente in pietra a graffito.

HIC JACET FRATER UGO DE
HERGILPO ANGLUS MA-
GISTER IN SACRA THEOLOGI-
A QUONDAM MINISTER ANG-
LIAE Q. OBIIT III ID. SEPTE.
ANNO DNI MCCC SECUN-

DO. ORATE PRO ANIMA EJUS.

III. - CAPPELLA DI S. MARIA MADDALENA
ORA DI S. BONAVENTURA.

Fu fatta ornare di pitture da Teobaldo Pontani di Todi
minorita, Vescovo di Assisi che defonto nel 1329 desiderò
di esservi tumulato (1).

L'areo d'ingresso largo m. 2.10, danneggiato in qualche
parte da un fulmine penetrato nel tempio nel 1850, porta
la rappresentanza di 12 Santi ad intera figura in piedi, in
doppia fila disposti, cui fanno cornice dei bei scomparti a
mosaieo dipinto. Nelle fasce traverse che dividono le rap-
presentanze veggonsi 7 mezze figure di Santi o di Angioli
entro sesti quadrangolari. Nel lato sinistro del primo ordine
S. Caterina, e S. Agata; nel secondo S. Andrea e S. Giorgio;

(1) Nell'altare vi é un quadro di nessun pregio rappresentante S. Bo-
naventura del sec. XVIII,
DI FRANCESCO IN ASSISI 151

S

nel terzo S. Matteo e S. Pietro; nel lato destro nel primo
ordine S. Agnese e S. Rosa; nel secondo S. Niccolò e San
Paolo eremita; nel tergo S. Paolo Apostolo e un Santo mo-
naco; tutte figure al vero in buona conservazione, ma su-
di dicie per polvere penetrata nel dipinto. Questa e le seguenti
E pitture, che dal Vasari si attribuiscono a Buffalmacco, da
altri si vogliono di Taddeo Gaddi.

E La vólta è ornata nei costoloni e nelle quattro vele dei
E soliti ornati e mosaici dipinti, e nel centro delle quattro
vele a campo azzurro stellato veggonsi in mezza figura, rac-
chiuse da altrettanti circoli Gesù Cristo, S. Maria Maddalena,
S. Marta e S. Lazzaro.

E L'ordine dato alle storie è il seguente: esse cominciano
a sinistra dal secondo ordine e sono tutte circoscritte da

zone a mosaico dipinto.
1 Nell'ordine medio ogni storia è alta m. 2. c. 20; larga IARE
d m. 2. c. 90. | BIN
La prima storia delP ordine medio a sinistra rappre- i
senta la Maddalena in atto di ungere i piedi di Cristo con-
E vitato dal Fariseo. Composizione di 9 figure: cinque sono i |
E : convitati seduti a mensa e serviti di vivande da tre fa-
È: migli, al lato sinistro siede Cristo con ai piedi prostrata la HA
E. pentita Maddalena che ne bacia i piedi, mentre Egli addi- SH AR
E tandola si volge al Fariseo che gli siede*a sinistra: a lui NOME
d'appresso stanno assisi a mensa San Pietro, altro Fariseo e Eun
S. Giovanni. Storia offesa in alto da una serepolatura e dalla

polvere.

La seconda storia rappresenta il risorgimento di Laz-
zaro. Composizione di 13 figure sviluppate divise in due
gruppi. A sinistra campeggia tra gli Apostoli la figura di
3 G. Cristo rivolto a destra verso il monumento e col dritto
Dp braccio maestosamente proteso in atto di evocare l’ estinto :
[p gli stanno dinanzi genuflesse la Maddalena e Marta in atti-
E tudine di confidente preghiera. A destra davanti il monu-
mento vedesi Lazzaro involto in fascie, giusta l’uso degli
152 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

orientali, sostenuto a destra da un Apostolo, che si copre
parte del volto col manto e da sinistra da altro Apostolo:
ai lati di questo gruppo si veggono tre figure di spettatori
meravigliati e verso l'angolo due servi, dei quali uno Etiope
sostengono il coperchio del monumento. Storia bellissima e
meglio conservata della prima: solo Paria è sbiadita e su-

dicia.

Nella parete destra la terza storia rappresenta P appari-
zione di Cristo risorto alla Maddalena in sembianza d’ orto-
lano. Composizione di 6 figure. A sinistra si veggono due
angioli bianco-vestiti con scettro in mano, seduti sul vuoto
sepolero; a destra dinnanzi alla Maddalena genuflessa colle
braccia protese vedesi il Redentore similmente vestito di
bianco, che si ritrae protendendo il braccio verso la donna
vietandole di toccarlo: due Angeli sono sospesi a volo sulla
figura del Cristo. Storia molto bella e ben conservata, ma
velata dalla polvere.

La quarta istoria rappresenta il prodigioso approdare
della Maddalena con i Santi Lazzaro, Marta, Marcella loro
serva e Massimino uno de’ 72 discepoli del Salvatore a Mar-
siglia. La scena presenta un prospetto marittimo; a destra
1 vedonsi la città e le coste di Provenza: presso alla città si
hi | i vede la navicella entro cui sono detti Santi, guidata da due

i
i

angeli in alto. In mezzo le acque verso il lato sinistro ve-
desi uno scoglio sovra cui giace estinta una donna avvolta
in un manto ed un bambino sedente sull’ estremità di detto
scoglio. Costei (secondo antica leggenda) è la moglie del
‘ Principe di Marsiglia, convertito alla fede dalla Maddalena,

che, partendo incinta assieme al consorte pel pellegrinaggio
il” di Roma, morì per istrada dopo aver dato alla luce un
Î È bambino sull'istessa nave. I marinari ad istanza del con-

| sorte ne deposero il cadavere in un col bambino sull’ accen-
| nata rupe avvolti ambedue in un mantello. Il principe pro-
| segul il suo viaggio e nel ritorno, dopo due anni, portatosi
| sullo scoglio trovò vivo il bambino sedente sull’ estremità
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 153

: di esso e la madre come aveala lasciata, cui poscia, ad in-
tercessione della Santa, venne restituita la vita. Dipinto con-
servato ma sudicio nella destra.

Le tre storie superiori, che fanno seguito alle già de-
scritte, sono terminate in arco acuto. In quella che è sopra
Pingresso vedesi la Santa ignuda entro una spelonca, cui un
Santo sacerdote Eremita presenta una vesta e che dalla
Santa gli viene imposto di portarsi da S. Massimino Vescovo
d’ Aquis ed avvertirlo di trovarsi nel suo oratorio per som-
ministrarle il S. Viatico, come vedesi nella rappresentanza
seguente. Storia conservata ma velata dalla polvere.

Nella storia a sinistra vedesi la Santa genuflessa in-
nanzi un altare, ove dalle mani di S. Massimino riceve il
Pane Eucaristico prima di morire: queste due figure sono à
destra del riguardante. A sinistra sonovi quattro del clero
ivi chiamati dal S. Vescovo per assistervi. In alto vedesi la
Santa in gloria entro una. conchiglia sostenuta da 4 Angeli,
che dalla sua grotta prodigiosamente in quest oratorio tra-
Sportaronla. Dipinto velato di polvere e sufficientemente
eonservato.

A destra nella terza istoria superiore si vede in alto la
Santa. sollevata da 4 Angeli, che la trasportano in cielo. Nel
basso vedesi una scena alpestre e la spelonca della Santa
Penitente. Storia coperta di polvere.

Al lato sinistro dell'arco, che è a manca dentro uno
spazio rettangolare alto m. 1. c. 45; largo m. 0. c. 88 si
vede a piè del Vescovo S. Rufino genuflesso il Vescovo Pon-
tani minorita, che fece erigere e decorare questa cappella.
Nei fianchi dei due archi se ne vede lo stemma. Nella gros-
sezza di questi archi gira un bel fregio ornativo in campo
rosso, tramezzato da due medaglioni con mezze figurine di
Santi. A destra dell’ arco in altro spazio rettangolare alto
m. 1. e. 45; largo m. 0. c. 58 si vede la figura di una Santa
donna in abito monastico, forse S. Marta sorella della Mad-
dalena, ben conservata.
154 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

"| Nella parete destra al lato sinistro dell'arco in uno
spazio rettangolare alto m. 1. e. 45; largo m. 0. c. 85 si
vede innanzi a una bellissima figura della Maddalena genu-
flesso lo stesso vescovo Pontani in abito di frate minore
che bacia la destra della Santa. Affresco ben conservato ma
offeso da parecchi fori, atteso le parature.

L'ornato della grossezza dell'areo è alquanto variato,
ed è decorato da due medaglioni contenenti due Sante ben
conservate. |

AI lato destro in uno spazio rettangolare largo o. 68,
alto c. 72 vedesi una mezza figura di Angiolo recante il
Pane Eucaristico. Le figure di quest’ ordine terzo od infe-
riore sono in campo azzurro, circoscritte da una cornice
messa a mosaico dipinto e fiancheggiate da colonnine spirali
con basi e capitelli.

Nella parete dell’altare ai lati del finestrone si veggono
disposte in 2 ordini 4 figure di Santi: le due inferiori sono
gravemente danneggiate: la loro grandezza corrisponde a
quella delle figure dell'ordine inferiore nelle pareti laterali.

Nella: grossezza dell’arco del finestrone gira un fregio
di otto medaglioni sagomati con mezze figure di Santi, che
sono tramezzati da mosaici e fogliami. I medaglioni sono
campiti in azzurro e gli ornati in rosso. Le 4 medaglie nel
giro dell’arco sono perdute, il rimanente è velato di polvere.
Quest arco ha la grossezza di m. 1. e. 20.

Nel pilastro dell’arco destro vedesi dipinta la figura del
frate minore B. Valentino da Narni, già conte di Montoro,
defonto all’eremo delle Carceri presso Assisi e qui trasferito
e sepolto; alta m. 1. c. 78; larga cent. 69. Di questa figura
non rimane che la metà superiore.

I quattro capitelli delle colonnette situati agli angoli
sono vagamente intagliati in pietra e dorati. Il muro a cui
è appoggiato l’altare e le due prossime ali di parete per
l’altezza di m. 2. e. 80 è incrostato di pietra bianca con
specchi di pietra rossa ornati di antichi mosaici di cui resta
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

qualche notabile frammento e che andrebbero rinnovati ove

Mancano.

Il finestrone binato e doppio fra elegantissimi ornati
reca nel lato destro le seguenti istorie in vetri dipinti: il
Noli me tangere - la Maddalena ai piedi di Cristo che cena in
casa del Fariseo - Apparizione di G. Cristo a Marta - Risur-
rezione di Lazzaro - La Maddalena che bacia i piedi di
| Cristo - Maddalena e Marta ai piedi del Salvatore - Madda-
lena che reca l unguento per ungere i piedi al Redentore -
Maddalena che asciuga con i proprî capelli i piedi di Cristo.
E nel lato sinistro egualmente ad intiere figure: il Reden-
tore - La Madonna col Bambino - S. Marta - S. Maria Mad-
dalena nel deserto - S. Maria Cleofe - S. Maria Maddalena,
cui un Angelo offre una veste per ricuoprirsi - S. Maria Sa-
lome - S. Maria Maddalena confortata nell istante di sua
morte.

CAPPELLE AL LATO SINISTRO
della nave principale.

I. - CAPPELLA DI S. PIETRO D' ALCANTARA.

Questa Cappella di pianta irregolare, atteso il campanile
che vi sorge al lato destro, non fu mai dipinta. Il finestrone
binato nel destro lato reca in cinque tondi, cui fiancheggiano
degli ornati, tre mezze figure di un Angiolo, del Redentore
di S. Paolo. Nel sinistro, fra ornati accozzati, un’intera figura
di Santo con testa moderna. L' altare è sconveniente a questa
Basilica (1). Nella parete sinistra vedesi un dipinto in tavola
a tempra (custodito da una vetrina) alto m. 0. c. 63; largo

m. 0. c. 45 bella e ben conservata opera, meno in qualche

Da

(1) Nell’ altare vi è un quadro di nessun pregio del secolo xvitI rap-
presentante S. Pietro d’ Alcantara;
156 . DESCRIZIONI DELLA BASILICA

punto, di scuola Perugina, rappresentante Maria, che cuopre
del suo manto i fedeli, che ad essa ricorrono. Circa 20 figure
d'ambo i sessi pregano inginocchiate. Poco lungi da questo
dipinto vedesi un'altra tavola a tempra alta m. 1. c. 11; larga
m. 0. c. 77, opera di Giunta, intagliata a maniera bizantina re-
cante in mezzo Cristo Crocifisso; ai lati sopra e sotto le
mani N. 4 ornati circoscritti da rombo. Ai lati Maria e Gio-
vanni in piedi piangenti dipinto in parte danneggiato (1).

Vedesi nella fascia dell’arco parimenti a sinistra una
targa sculta in pietra a fondo azzurro rappresentante un
mortaio entro cui sono due pistelli.

Fra questa e la cappella che siegue sacra a S. Martino vi
è un’antica cappella, rimasta però grezza ed incompiuta per

sua pianta irregolare.

II. - CAPPELLA DI S. MARTINO VESCOVO
DETTA ANCHE DI S. Lucia V. E M.

Fabbricata per munificenza del Cardinale Gentile Par-
tico da Montefiore frate minorita e dipinta probabilmente
da Simone e Lippo Memmi e non da Puccio Capanna, come
nel Vasari.

I/ architettura e in tutto simile a quella che descrive-
remo del Sagramento. E larga m. 7.05; lunga m. 7. c. 96. La
volta è in campo azzurro stellato, i cordoni delle vele a di-
pinti mosaici, e queste sono circoscritte da ornati egualmente
a colori. L'arco d’ingresso è grosso m. 2.07. La parete al-
intorno e l'arco all'ingresso sono al basso inerostate di
pietre bianche e rosse a costruzione geometrica con in giro

(1) Pure questo dipinto andrebbe custodito da una vetrina. Ambe
queste tavolette, rinvenute nell’interno del Convento nel 1861 dal pit-
tore Luigi Carattoli di Perugia, furono qui collocate a spese del mede-
simo,
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 157

un rincasso di cornice. Questo basamento è alto dal pavi-
mento m. 3.37 (1).

PITTURE DELL'ARCO D'INGRESSO.

Sopra la marmorea base si veggono nell’ archivolto dis-
posti a due per due otto Santi in campo azzurro, collocati
ciascuno sotto un arco e divisi da una colonna spirale. AI
sommo del lato destro sono: S. Francesco e S. Antonio da
Padova molto danneggiati ne’ panni: in basso S. Caterina
e S. Maria Maddalena. A sinistra S. Luigi Re e S. Ludo-
vieo Vescovo in abito di frate minore. :

In basso S. Chiara e S. Elisabetta Regina d'Ungheria.
: Queste belle otto figure sono grandi al naturale precisamente
delP altezza di m. 1. c. 50.

La parete interna dell'ingresso è messa a lavori di tarsia
a colori fino sopra Parco. Quivi è dipinto un ambulacro con
suo balaustro traforato con campo azzurro. Nel centro sotto
una vaga tribuna si vede di profilo S. Martino in abito pon-
tificale porgere la destra al Card. Gentile che sta. genuflesso
a! suoi piedi. Questa parete è offesa dall’ umidità e da varie
stuccature, massime da una che è nel braccio destro del
santo. -

Di nove teste d'Angioli che sono nel fregio di questa
parete tre sono perdute.

Le pareti laterali offrono dieci istorie relative alla vita
del Santo.

Nell’inferiore che occupa la parete dal basamento alla
sommità delle colonne sono quattro storie; due altre nelle
pareti superiori e quattro nell’ arcone interno.

\

(1) Nell’ altare vi è un mediocre dipinto in tela del sec. xvii rap-
presentante la B. Vergine seduta e reggente Cristo sulle . ginocchia, ed
ai lati i SS. Francesco, Chiara, Gio. Batt. e Lucia.
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

La prima a sinistra verso l’arco rappresenta il Santo a
cavallo in atto di porgere il suo mantello ad un povero.
Composizione notabilmente slavata.

Nella seconda si vede il Santo giacere in letto mentre
gli appare Cristo coperto dello stesso mantello e fiancheg-
giato da quattro Angeli: composizione meglio conservata.

Nella terza istoria a destra verso l’altare si vede a di-
ritta l’imperatore Costanzo cingere la spada al fianco di
S. Martino, che è nel centro con le mani giunte e gli occhi le-
vati al cielo, mentre uno scudiero si piega ad ‘allacciargli lo
sperone. A sinistra sono altri due scudieri, uno dei quali reca
sul pugno un falcone, l’altro solleva un elmo sull’asta: a
destra è un coro di armonisti; uno dei quali suona due pif-
feri, l’altro una maudóla. Questa composizione di undici fi- :
gure è situata sotto un portico. L'affresco è in parte su-
dicio.

Nella quarta storia il Santo rimproverato di viltà dal-
l’imperatore Costanzo per il congedo richiesto dalla milizia
offre di battersi nelle prime file contro gli Alemanni armato
della sola: croce. A sinistra dell’ accampamento al di fuori
della tenda imperiale vedesi Costanzo seduto, mentre accetta
la proposta del Santo, che gli sta dinanzi; ai lati dell’ Impe-
ratore due capitani guardano il Santo in atto di maraviglia
ed appresso a questi si vede da un altro capitano distribuire
il soldo per l’armata. Dietro una rupe veggonsi molti uo-
mini di arme e varie tende militari. Composizione conservata.

Nella quinta S. Martino ammesso nel clero prende com-
miato da S. Ilario Vescovo di Poitiers prima di condursi in pa-
tria a convertire i suoi genitori. Entro una chiesa, della quale
vedesi la maggiore e la destra nave, al lato destro presso
l altare sta genuflesso S. Martino con il Vangelo sulle mani
innanzi a S. Ilario che seduto in seggiola curule con la de-
stra appoggiata al rispondente ginocchio sembra meditare il
discorso. Dietro il Vescovo altro sacerdote che poggiando
RACE CRI DET

- nave laterale della cattedrale di Tours. In mezzo giace nel

DI S. FRANCESCO IN ASSISI 159 33

sulla di lui spalla la destra sembra volerlo scuotere dal suo
eoncentramento. Composizione bastantemente conservata.

Nella sesta il Santo in ritiro in Albenga (presso Genova)
vive in solitudine eon un altro sacerdote. In una angusta
eappella il Santo nel Sacrifizio della Messa servita dal suo
compagno riceve la visione di due Angioli. Composizione in
parte danneggiata sulla destra, bisognosa di pronto restauro.

Nella settima il Santo mentre predica la fede nella città
di Chartres, risuscita il figlio di una povera donna, che si
converte. Composizione di 20 figure. Sulla via nell’avancorpo
del quadro vedesi il bambino risorto per l’ intercessione del
Santo Vescovo genuflesso alla sinistra, mentre al destro lato
vedesi la madre inginocchiata, che solleva i lembi del panno
ove avea involto il figlio, in atto di stupore e gioia. Altre
tre figure forse di parenti esprimono a meraviglia gli stessi
sentimenti. Una folla di popolo ragionante sull’accaduto co-
rona la composizione che. può dirsi veramente ispirata. Il
dipinto è assai perduto, senza guasto assoluto delle figure
che potrebbero riprendersi da abile artista.

Nella ottava il Santo assiste al funere di S. Liborio Ar-
civescovo di Tours, del quale viene dichiarato successore dal
Clero e dal popolo. Composizione di 18 figure. Vedesi una

letto funebre il corpo del S. Vescovo. Il Clero canta le ese-
quie e S. Martino e il popolo stanno intenti a quella ceri-
monia. Nel lato sinistro il dipinto è un poco svanito.
Nella nona S. Martino recasi in corte dell’imperatore Va- ; ALII,
lentino, il quale gli va incontro e si genuflette conceden- iti
dogli quanto richiede. In una loggia per la quale vedesi la i
città andare in fiamme entra a sinistra il Santo benedicente
il genuflesso Imperatore, offerente quanto egli desiderava per
ottenere da Dio che cessi quel fuoco. La imperatrice Giu-
stina presso il trono ove innanzi siedeva il consorte volgesi
indietro compresa di terrore. Quadro in molti punti svanito, DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Nella decima morte del Santo e suo transito in Paradiso.
Sotto un portico coperto vedesi nel terreno disteso il Santo,
già estinto, in abiti pontificali e presso il suo capo due ac-
coliti inginocchiati in atto di dolore; ai piedi due chierici,
dei quali il destro volto al Cielo sembra ispirato alla visione
della glorificazione del Santo: due figure in piedi compiono
al lato destro la composizione. Un monaco e quattro figure
del clero sono dietro gli accoliti recitando preci ed appresso
loro 4 figure di spettatori. Sopra il loggiato vedesi da 4 An-
gioli recata in cielo l'anima incoronata alle glorie celesti.
Composizione bastantemente conservata.

Nella grossezza dei tre archi delle finestre si vedono 18
mezze figure bellissime di Santi, comprese in altrettanti ta-
bernacoli ornati a tarsie nel cui tabernacolo è lo stemma
del Cardinale Gentile ripetuto anche alla sommità dell’ arco.
Nel destro e sinistro finestrone la pittura è conservata, ma
velata dalla polvere, e nella sommità sono perduti gli stemmi.
Nel medio è svanita una figura al lato destro.

Tre binati finestroni a vetri colorati adornano questa
cappella, .dei quali nel destro veggonsi due mezze figure di
Arcangeli recanti lo stemma del committente, quindi S. Gi-
rolamo e S. Paolo, S. Damiano e S. Martino, S. Antonio e
S. Lorenzo ad intera figura. Nel finestrone sinistro due Ar-
cangeli in mezze figure recanti l' istesso stemma, S. Gregorio
e S. Benedetto, S. Francesco e S. Nicolò, S. Agostino e
S. Stefano ad intera figura.

Nel finestrone medio in mezza figura due simili Arcan-
geli, quindi ad intere figure il Redentore e la Madonna,
S. Cosimo e S. Pietro, il committente Card. Gentile di Monte-
fiori inginocchiato ed un santo Pontefice; il tutto circo-
scritto da elegantissimi ornati (1).

(1) Nelle cappelle avvertasi che le macchine degli altari devono to-
gliersi per richiamare il semplice ed elegante stile del tempo ed allo
scopo di lasciar libere le, belle finestre colorite, che nella parte inferiore
DI $. FRANCESCO IN ASSISI 161

In questa cappella fu sepolto nel 1638 Sigismondo Carlo
Radzivil Duca polacco con iscrizione che oggi non più vi
esiste, ma che può vedersi nel Padre Angeli « Sacri Con-
ventus Historia ecc. », pag. 74.

ALTARE MAGGIORE.

È di stile gotico, binato, papale cioè da un lato dal-
l’altro comune. Ne è formata la mensa da un gran piano
di pietra venuta all uopo da Costantinopoli. Questa è soste-
nuta da 20 colonnette, fra i cui spazi v’ erano dei vaghi mo-
saici che anderebbero rinnovati ove mancano. Nel davanti
della mensa comune fra Parco centrale formato dalle colon-
nette evvi in addietro altra colonnetta scannellata entro cui
PP. Innocenzo IV collocò una costola di S. Giovanni Bat-
tista in occasione della consacrazione dell’ altare. Tutte queste
colonnette circondano una specie di urna rettangolare.

L’altare è lungo m. 3. c. 80; largo m. 1. c. 20; alto
m. 1; e. 20. È isolato ed elevasi sopra quattro gradini cho
sorgono dal pavimento della chiesa per l' altezza complessiva
dy m. 1.

Intorno all’ altare, formando un quadrato, sorgono dodici
marmoree colonne con dorati capitelli, cui è poggiata una
cancellata di ferro sostenenti una cornice architravata di
pietra dipinta in azzurro e dorata, opera del secolo xiv, e
reggente quattro Angeli ed otto putti minori in legno egual
mente dorati, lavoro del secolo xvir. Nelle pareti interne
delP architrave leggonsi queste parole: « Crucis amator ave.

rimangono da esse macchine ricoperte. E qui avvertasi che i quadri di
questa inferiore Basilica posti nelle pareti delle cappelle devono togliersi,
meno le due piccole tavole l' una di scuola perugina l’altra del Giunta,
descritte nella cappella di S. Pietro d’ Alcantara, e meno il ritratto del
regnante Pontefice, che, giusta la consuetudine delle Basiliche Patriar-
cali, si vede sopra la porta della Sagrestia.
pifi
Ai j

y"

162 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

A Deo Francisci latus quasi lancea transfivwm rosa pulcherrima
videbatur sanguine adhuc tepido quis credere posset odore nectaris
olent et stigmata move virent in manibus et pedibus Francisci

caumata apparent signa, clavomur cui sacratas licuit » (1).

Si consiglia di tórre da quest’architrave nella fronte
dell’altare l’altro architrave barocco di legno, come pure il
cornicione di legno che partendo da questo gira nelle due
pareti laterali della vicina crociera della nave principale, per
‘apporvi le parature.

TABERNACOLO.

Sovra l’altare si eleva un tabernacolo, opera in rame,
cesellato, inargentato e dorato, su modello dato da Giulio
Danti di Perugia.

DIPINTI DI GIOTTO NELLA CROCIERA
SOVRA L’ ALTARE MAGGIORE.

Sopra poi l’ altare, nella crociera della volta, Giotto, d'or-
dine del generale Fr. Giovanni de Murro (2), colorì in fondo
d'oro i seguenti quattro temi suggeritigli dall'amico Alli-
ghieri: 1’ Ubbidienza, la Povertà, la Castità e la Gloria di
S. Francesco.

In quest? opera ben disse il Lanzi che P Artefice diè il
primo saggio della pittura simbolica, che divenne poi fami-
gliarissima ai migliori della sua scuola.

Nel triangolo a sinistra vi è rappresentata 1° Ubbidienza.
Sotto un bel portico praticabile siede in grave atteggia-
mento un uomo alato avvolto in bruna monastica veste e

(1) Verso il Coro all’ esterno leggesi « Sepulerum Seraphici Francisci
gloriosum » .
: (2) Questi fu eletto Generale nel 12 6; resse ]' Ordine sino al 1302,
e morì nel 1312 in Avignone (Ex cod. taurinensi).
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 163

adorna la testa di quadrato diadema; ei con la diritta mano
impone un giogo sul collo di un: frate genuflesso a lui
dinanzi e con la sinistra si pone l'indice in bocca quasi
imponga silenzio, reca la seguente scritta: S. OBEDIENTIA.
Alla sinistra coll’iscrizione S. PRUDENTIA sta la Prudenza
bifronte reggente nelle mani degli strumenti matematici. Alla
destra coll’iscrizione s. HVMILITAS è 1’ Umiltà che solleva una
face. Sotto di questa figura un Angelo discaccia un mostro sim-
bolo della Superbia: coronano ai lati la composizione dician-
nove Angeli genuflessi (10 a sinistra e 9 alla destra), tra i
quali sotto la Prudenza veggonsi in ginocchio due uomini
come guidati da uno degli accennati Angeli.

Al disopra del portico vedesi S. Francesco che mostra
le Stimmate e regge nella sinistra una croce fra due Angeli
inginocchiati che recano le seguenti leggende che non ri-
mangono più discernibili - tollite. iugum obbedientiae suae -
imitamini istum. per crucem poenitentiae.

Nel triangolo incontro al coro in che leggesi l'iscrizione
8. PAUPERTAS è la Povertà disposata per le mani di G. Cristo
a S. Francesco. Ella in lacera veste ed in estremato -sem-
biante ha scalzi. piedi che calpestano le spine; mentre un
rosaio le adorna in. giro la testa; un cane le abbaia dinanzi ;
un putto vestito di porpora'le scaglia dei sassi ed altro in
abito ceruleo le stende una verga ad accostarle le spine alle
gambe. Una schiera d'Angioli da ambo i lati (12 dal destro,
14 dal sinistro) assistono all’ imeneo. AIP estremità destra
veggonsi tre figure mollemente abbigliate, simboli forse del-
l’Avarizia, delle quali una stringe una borsa, altra mostra
un uccello rapace, la terza si pone al petto la mano quasi
dimostri avere il cuore solo cupido di. ricchezze. All’ estre-
mità sinistra vedesi S. Francesco ‘che giovanetto si spoglia
del suo abito per farne dono ad un povero; nella parte su-
periore vedesi fra delle nubi Iddio cui due Angeli offrono
164 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

quale un magnifico tempio, quale la veste. già donata dal
giovine Francesco al mendico.

Nel triangolo a destra vedesi una rocca tutta cinta di
bastioni, nel cui centro sorge una torre recante nella som-
mità un bianco vessillo. Di questa nel prospetto in un bal-
cone, recante l’iscrizione S. CASTITAS, mostrasi come a cu-
stodia del luogo una gentile donzella, alla quale due Angeli
librati a volo offrono l'uno una palma l'altro un regno.
Al di sotto fuori della ròcca veggonsi quattro Angeli, dei
quali uno versa da un'anfora dell aequa Sopra un uomo
collocato in apposito recipiente, sopra il quale dai muri del
castello una donna coll’iscrizione s. FORTITUDO offre all’ an-
gelo dell’acqua per la lavanda, ed altra appresso con la
scritta S. MVNDITIA presenta un panno per asciugarla. Degli
altri tre Angeli l'uno lava, gli altri due sono in atto di
recare altre vesti per rivestirne il purificato. Fuori, e come
a custodia della ròcca, si veggono alcuni soldati veterani
coronata la fronte del diadema della santità (1). Nell’ an-
golo destro poi la Penitenza che reca l’analoga scritta PE-
NITENTIA vestita in abito eremitico, armata la destra di un
flagello e la sinistra di una croce, seguita da altre figure,
spinge dalla rupe al precipizio, ove sta scritto INFERNO, tre
spettri raffiguranti la scheletrita morte, l'impurità e il cieco
amore, ed avanti le tre scritte - Mors - IMMONDITIA ed AMOR.
Nell’ angolo sinistro vedesi S. Francesco in atto di ricevere
tre che ascendono alla rupe, cui egli sembra invitare al la-
voro e quindi alla ròcca; di due di questi tre, l'uno sembra
Dante Alighieri amico di Giotto, l’altro il committente
.Fr. Giovanni de Murro, Generale dell’ Ordine Minoritico.

Nel triangolo sopra il coro, in che leggesi GLORIOSUS FRAN-
CISCUS, è S. Francesco glorificato. Vestito di dalmatica tutta

(1) Due di questi si vuole che siano Enrico Imperatore e Boleslao
Re di Polonia.
DI 8$. FRANCESCO IN ASSISI 165

intessuta di fiori e portata sovra ricco seggio, vedesi il Santo
condotto e come trionfante in Cielo fra un coro di 53 An-
geli che 26 dal lato destro, 27 gli fanno corona dal sinistro,
quali suonando trombe, quali alternando dei cantici. Nella
parte superiore del triangolo vedesi un vessillo purpureo sul È
quale fra sette stelle vedesi una bianca Croce ed. in alto

un Serafino.

. Questi quattro dipinti sono in ottimo state di conserva-
zione. Già anneriti dal fumo dei lumi e dell’ incenso furono
nel 1738 ripuliti da Giorgio Stampa milanese, a spese del
P. Francesco Benedetti di Assisi, Maestro di cappella della Ba-
silica: come pure le pitture delle cappelle di S. Martino e
di S. Niccolò.

Anco la parte ornativa di questa crociera risponde
alla magnificenza delle quattro istorie or ora descritte. Di
fatto nelle fascie che attorniano le vele entro sagome rom-
boidali messe ad oro contansi 116 busti di bellissimi Angioli
posti a regolari distanze fra ornati a colori che li circoscri-
vono. I costoloni della crociera recano 96 mezze figure di
Angioli campiti in oro su rombi uniti ad ornati a colori,
È come pure in 28 piccoli tondi altrettanti busti di Angioletti. [HN
b Nel vertice della crociera vi è in mezza figura il Verbo s ma

di Dio descritto da S. Giovanni nell’ Apocalisse (C. I - IX).
Negli arconi laterali di questa crociera veggonsi tra gli or-
nati entro esagoni campiti ad oro dodici mezze figure di
Sante e da destra di Santi.
Finalmente nella parte interna delParco della crociera he

| presso la nave principale veggonsi 12 tondi rappresentanti | |
‘i busti dei primi 12 compagni di S. Francesco divisi da
targhe recanti motti scritturali. Avvertasi che al lato destro
del riguardante due di questi medaglioni e le rispettive leg-
gende sono del tutto deperite a causa delle parature (1).

D
3
b
b:

BEND, CENE GNU GEO TUB o + ili 100 € LUE

i

(1) Non escludendo il danno in vari luoghi arrecato dalle parature EM.
alle pitture, dietro più maturo esame abbiamo rinvenuto che gli accen- i"
nati due tondi non furono mai dipinti.
166 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Queste si consiglia di non più fare quindi innanzi, meno
che nel quadrato cornicione che ricinge l' altare e nelle co-
lonne che lo circondano. La figura del Verbo, che abbiamo
veduto esistere nel vertice della crociera; è alquanto dan-
neggiata a causa di un padiglione che suole innalzarsi sotto
la crociera, raccomandato al detto vertice a mezzo di un
ferreo anello.

Si consiglia che le candele di questo altare maggiore
non sieno (come lo sono di frequente) troppo alte, in guisa
che affumino le soprastanti accennate pitture di Giotto.

E qui sì consiglia parimenti di trasferire alla Basilice
superiore le Quarantore e le altre grandi funzioni acciò il
fumo dei soverchi lumi e dell’incenso non danneggi i di-
pinti della Basilica inferiore. Quanto al parare il rimanente
di questa Chiesa si consiglierebbe di permetterlo nel solo
spazio che ricorre nelle pareti ‘dalla cornice dei piloni al
pavimento.

CORO.

Trovasi in piu libri ricordato che Tommaso Stefani
(detto il Giottino) prendesse a dipingere nel bacino di questo
coro un Empireo e che il lavoro si rimanesse imperfetto. Il
fatto è che nel secolo xvir Cesare Sermei lo dipinse per in-
tero rappresentandovi (1620) il giudizio finale, ove si vede
in cima Cristo giudicante tra un numeroso coro di Santi.
La composizione poi è divisa in tre ordini: sono nel primo
la Vergine e gli Apostoli: nel secondo a destra i Santi a
sinistra le Sante dell'Ordine Francescano: nel terzo a destra
una schiera di Eletti, a sinistra uno stuolo di Reprobi con
demonî. Inoltre nel finestrone medio si vedono Angioli dar
fiato alle trombe, e nei due laterali altri quattro Angeli coi
libri aperti. Opera sufficientemente conservata. i

Il coro ha due ordini di seggi il superiore ne novera
91 e 20 linferiore. Il superiore presenta in ogni stallo uno
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 167

specchio intagliato a fogliami variati in ciascuno: quindi un
fregio pur variato d'intaglio a costruzioni geometriche ; nella
parte più bassa del postergale è messo a ornati di tarsia.
Gli stalli sono poi tra loro divisi per mezzo di fiancate messe
ad intaglio. Nell’ ordine inferiore trovasi una perfetta somi-
glianza al superiore, meno che manca degli specchi in questo
‘notati. Il lavoro è in sufficiente stato; esige bensì di essere ri-
pulito e restaurato in più d’un luogo ove si veggono degli
slegamenti.

Gli artefici di quest’ opera furono Maestro Apollonio di
Giovanni di Ripatransone nella Marea d’ Ancona e Tom-
maso di Antonio fiorentino, chiamato dal detto Apollonio
nel 1468. Il primo sappiamo che lo ultimò nell’ aprile 1471.
Quanto al secondo si sa dai registri del Convento che lavorò
gl’intagli più fini geometrici e le tarsie.

Esisteva nel coro anche un Leggio a sei faccie, in cia-
scuna delle quali vi era una bella figurina, ma ora non si
sa ove sia andato (Ricordi Mss. del Bruni di Assisi 1473).

Danno luce al coro tre finestre, delle quali le laterali
sono a vetri bianchi, quella media rappresenta a colori
S. Francesco stimatizzato, opera del Bertini, come dalla
seguente iscrizione che in essa vedesi collo stemma del Ge-
nerale delP Ordine P. Bigoni - « Joannes Bertini fecit 1842 ».

Intorno al eoro sovra i seggi gira la cantoria che ai
due lati estremi termina con due orchestre finamente inta-
gliate e dorate nel secolo xvii e recanti lo stemma del Ge-:
nerale dell Ordine Fr. Andrea Bini da Spello (1654).

Il coro poi è diviso dal rimanente della chiesa da un
alto balaustro di legno intagliato nelPistesso secolo xvil, e

munito di due porte di passaggio dal coro alla chiesa.
Pee Ó—À M iQ iQ

X. i

DESCRIZIONI DELLA BASILICA

‘ BRACCIO DESTRO DELLA CROCIERA
E ALTARE DELL’ IMMACOLATA CONCEZIONE

PARETI DELL'ARCO D'INGRESSO ALLA CAPPELLA DI S. NICCOLÒ.

. La parete è divisa in tre ordini di pittura. Nella supe-
riore a destra dell’arco è la Vergine Annunziata in piedi
vólta all’ Angiolo in atto di turbamento, quasi dica « quomodo
fiat istud », parole che si leggono sotto il dipinto. Dietro
alla figura vedesi un bel seggio e dinanzi al medesimo il
leggio: poco sopra lo Spirito Santo. A sinistra è 1’ Angiolo
in atto di salutare la Vergine colle parole che si leggono sotto
di lui « Ave gratia plena »; il rimanente della parete è
fregiato di mosaici a colori.

L'ordine medio presenta due istorie. Quella sinistra offre
il prospetto di un edifizio rovinato e tra una folla di ac-
corsi si vede il cadavere di un giovinetto estratto dalle ma-
cerie, intorno a cui la madre, i parenti e gli amici fanno
lamento. (In disparte verso il lato sinistro dicesi che Giotto
vi lasciasse la propria immagine. Si vede questa figura in
età virile di profilo in piedi in tunica rossa e mantello tur-
chino chiaro colla destra al mento, l’ indice alle labbra ed
il berretto in testa). Questa storia contiene 17 figure.

Nella storia destra si vede in una loggia S. Francesco
disceso dal Cielo stendere la destra al giovinetto da lui ri-
chiamato a vita; intanto dall’ uscio si affacciano tre della
famiglia, uno dei quali tutto allegro racconta il prodigio ai
confratelli e al pievano che con la bara erano venuti pel
morto. A destra si vedono altri spettatori. Composizione di
26 figure.

Il terzo ordine non esiste che nel lato destro e contiene
entro una cornice cinque mezze figure di Santi grandi al
vero e sono: S. Francesco, S. Ludovico Vescovo, S. Elisa-
betta Regina, S. Chiara e un Santo giovanee vergine. Questi
DI S, FRANCESCO IN ASSISI 169

ordini sono tra loro divisi da zone; la superiore, è siccome
vedemmo, iscritta; l'inferiore è messa ad ornato con meda-
glioni e figure.

Il primo e secondo ordine si attribuisce a Giotto; il terzo
a Simone o Lippo Memmi (1). Questa parete è velata dalla
polvere ed in più luoghi danneggiata dai chiodi per parature
fattevi in tempi passati.

Questo braccio è coperto da una vólta a botte, che si
divide in due principali sezioni destra e sinistra, ciascuna
delle quali presenta tre ordini di storie.

| Cominciando dalla sommità della destra sezione, a si-

| nistra del riguardante prima si offre la visita fatta dalla Ver-
gine Maria a S. Elisabetta. Composizione di 7 figure, di cui
le principali sono: Nostra Donna e la Santa che si abbrac-
ciano; le altre rappresentano ancelle e spettatori: al lato de-
stro vedesi la casa di Zaccaria.

Appresso si vede la storia del Presepio. Sotto una ca-
panna sta adagiata la Vergine col Divin figlio tra le braccia,
festeggiata da un coro di Angioletti divisi in due schiere:
sopra la capanna ne stanno sospesi a volo altri 12 divisi in
due schiere in atto di osannare a Dio. In basso a sinistra
fuori della capanna è S. Giuseppe seduto in atto meditativo ;
appresso si veggono due nutrici una delle quali, dopo aver
lavato ed avvolto nelle fascie il putto, lo sta carezzando;

È l’altra appresta dei panni: a destra tra un gregge sorio due

pastori volti alPannunzio di un Angiolo.

Nellordine medio prima si presenta l’ adorazione dei

Magi divisa in due gruppi; a destra sotto il portico di un S RE

edifizio è seduta quasi in un trono la Vergine Madre col |

(1) È a tutti noto che il primo di questi fu il gentile ritrattista
della Laura del Petrarca, onde da questo si meritò i due sonetti che
cominciano :

— Per mirar Policleto a prova fiso etc.
— Quando giunse a Simon l'alto concetto eto.
170 DESCRIZIONI DELLA BASILICA.

Bambino tra le braccia e fiancheggiata da due Angioli, l'uno
dei quali reca tra le mani l'offerta del Re genuflesso in atto
di baciare il piè di Gesù Bambino che gli posa la destra sul
capo. A sinistra si veggono gli altri due Re col loro seguito,
uno dei quali addita il Figliuol di Dio; l’altro si reca de-
votamente le mani sul petto; il primo porta un cornucopio
contenente il dono; il secondo lo fa portare da un paggio
a cui ha ceduto la sua spada; dietro ad un paggio e sotto
una rozza capanna sono due servi con altrettanti cammelli.

Appresso vedesi la presentazione di Cristo al. Tempio
il quale é partito in tre navi. La composizione è divisa in
due gruppi. A destra presso l'altare é il vecchio Simeone,
che ringrazia Iddio di avergli mostrato il suo Figliuolo, che
egli tiene tra le braccia e che si volge a guardare la Madre,
la quale verso lui tende affettuosamente le mani. Dietro a
. Simeone si vede la Profetessa Anna che con la destra ad-
dita ai circostanti il Salvatore e nella sinistra tiene un car-
tello. Dall’ altro lato dietro alla Vergine fra altri spettatori
è S. Giuseppe, con in braccio due colombe. Composizione di
13 figure danneggiata in qualche parte dalle parature fattevi
in tempi passati.

Nell’ ordine inferiore prima si presenta la Crocifissione.
Nel centro è Cristo in Croce fiancheggiato in alto da otto
Angioli: e in basso da 18 figure divise in due gruppi. A si-
nistra è prima la Maddalena genuflessa che abbraccia la
Croce; appresso S. Giovanni e due doune atteggiate in bella
espressione di affetto, sotto le quali si vede Nostra Donna
svenuta e confortata da tre pie femmine. A destra S. Fran-
cesco genuflesso e dietro lui altri tre frati in eguale atteg-
.giamento; sopra ai quali vedesi il pentito Centurione ed
altre figure di Farisei e spettatori del supplizio.

L'altra metà di quest'ordine è occupata quasi tutta
dall'altare della SS. Concezione (1) salvo che nel lato su-

(1) GP intagli di questo altare (ordinato da Sisto P P. IV nel 1416)
furono eseguiti e messi in oro alla fine del secolo xvi da un tal Fio-
renzo Perugino. Nel centro dell’ altare vi è una statua in legno di M.
Vergine Concetta dell’ istesso secolo XVI.
IN S. FRANCESCO IN ASSISI 171

periore rimane uno spazio chiuso in una cornice dorata ed
intagliata nel secolo xvi. In questo spazio si vede una mezza
figura di Nostra Donna col bambino Gesù fiancheggiata da
quattro Angeli, figure più grandi del naturale, tolte da esem-
plare greco e credute di Cimabue, al quale appartiene an-
che la figura intiera (malamente in qualche luogo ritoccata)
di S. Francesco al fianco destro del detto altare, che la tra-
dizione addita qual sicuro ritratto del Santo.

Questo triplice ordine di storie è diviso e circoscritto
da fregi rettangolari che agli angoli e al centro di ogni lato
sono ornati da medaglioni di varia forma contenenti ima-
gini di Santi, Profeti e simboli relativi alle storie.

Sotto il terz ordine al lato sinistro v'è di più un fresco
che in campo d’oro presenta tre mezze figure, cioè al centro
la Vergine col Divin Figlio, a destra S. Ludovico re, a si-
nistra altro Santo giovane incoronato; entrambi colla destra
sorreggono lo scettro, colla sinistra un globo dorato.

I tre ordini si attribuiscono a Taddeo Gaddi. Le tre fi-
gure inferiori ai Memmi.

Questa parete è una delle meno danneggiate, eccettuando
le figure inferiori notabilmente slavate.

Al lato sinistro dell’altare suddetto vedesi più di mezza
figura rappesentante il B. Giovanni Inglese frate minore ivi
sepolto; egli regge un libro nella sinistra ed ha la destra
sul petto.

Anche la sinistra sezione della vólta presenta tre ordini
di storie, benchè in parte occupate dalla scala e dalla porta
che mette nel chiostro superiore. Questa scala è di 14 gra-
dini di un solo rampante con balaustro di pietra formato
da vari archetti che s'intersecano fra loro, sorretti da colon-
nette. Conduce al loggiato ed alla Basilica Superiore;-al di
sotto di questa scala vedesi altra porta che mette al loggiato
terreno del citato chiostro maggiore. Ora tornando alle pit-
ture nel più alto ordine a sinistra si presenta la fuga in
Egitto. Composizione di sette figure con scena di paesi alpestri.
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Occupa il centro la Vergine sul giumento col Figliolo
tra le braccia; precede S. Giuseppe traendo l’asino, dietro
al quale sono due figure ed una di esse sospinge l’asinello: |
due Angioletti in alto precedono a guida della via.

Segue a lato la strage degl’ Innoceuti. Storia ricca di
33 figure, senza contare i putti, e mirabile per la composi-
zione e varietà dei gruppi e degli atteggiamenti. Al lato si-
nistro s' affaccia da un’alta loggia Ercole, con tre di sua
corte: a piè della loggia è un gruppo di tre madri, l'una
seduta sul suolo sta abbracciando e baciando il morto fi-
gliuolo: altra similmente coll’ ucciso bambino in grembo lo
contempla aprendo in doloroso atto le braccia; la terza, che
è alquanto indietro, sta in atto di strapparsi le vesti, le-
vando arditamente la faccia verso la loggia quasi imprechi
al tiranno. Nel davanti campeggiano due sgherri, l'uno dei
quali afferrato pel braccio un putto colla manca, sta con la
destra per vibrargli il colpo mortale: l’altro, posto di fianco,
affera con la sinistra la gamba di un bambino, che forte
S'abbraecia al collo della madre fuggente: tra i piedi in-
nanzi a costoro si vede un gruppo di fanciulli distesi morti
in varie e vere attitudini; dal dietro lato mirasi altro gruppo
di quattro figure: una madre che ricuperato il corpo del
figlio lo sta guardando: altra che svenuta e sorretta dal
marito ha il putto giacente sulle ginocchia: finalmente altra
indietro coi capelli sciolti, e colle braccia aperte in atto di
precipitarsi verso il gruppo degli uccisi bambini per trovarvi
il suo.

Dietro ai descritti gruppi si vedono a sinistra tre spet-
tatori, a destra tre armati a cavallo e innanzi a loro molte
donne, due delle quali si strappano per disperato dolore le
chiome, due piangenti ed altra si stringe in seno il bam- .
bind. Il centro all’indietro è occupato da cinque armati.

Nel secondo ordine a sinistra è la disputa coi Dottori:
storia nella parte superiore adorna di cinque archi, a sesto
acuto con finestre binate e composta di 18 figure. Tra un
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 173

circolo di Dottori sta seduto di fronte nel mezzo il fanciullo
Gesù: a sinistra sono la Vergine e S. Giuseppe. Tra questa
e la seguente storia s’ apre la già menzionata porta nel cui
archivolto è un circolo in campo d’oro con mezza figura di
Cristo reggente nella mano un libro e con la destra levata.
Segue la storia del ritorno in Nazzaret; composizione
di 6 figure. A sinistra è il prospetto di Gerusalemme: a de-
stra precede S. Giuseppe seguito dal Nazzareno ed appresso
la Maria con altre tre donne.
Nell’ ordine inferiore mirasi a sinistra la storia di una
giovinetta caduta da un’altra loggia e salvata per miracolo
di S. Francesco. Al lato sinistro mirasi la loggia e in alto
la fanciulla che precipita; tra una gran moltitudine vedesi
poi la giovinetta illesa che s’ avvia alla Basilica, la quale
sorge al lato destro. La composizione è in gran parte celata
dall’ orchestra e dall’ organo.
A destra della porta è S. Francesco in piedi che in atto
d’impero pone una mano sulla spalla della morte incoronata;
allegoria del pittore relativa ai due prodigî espressi nelle
citate storie.
Nei fregi che circoscrivono le storie di questo braccio
si contano 41 medaglioni di forme e grandezze diverse, messi
tutti a campo d’oro con mezze figurini di Santi, quattro dei
quali sono danneggiati.
Il primo e il secondo ordine di storie alla sezione si-
nistra sono lavoro di Taddeo Gaddi; il rimanente è lavoro
di Giotto. Anche queste pitture sono più velate dal sudicio
che danneggiate dal tempo.

Si avverte pure che le arie dei dipinti tanto di questo
braccio destro che del sinistro, che descriveremo, della Cro-
ciera sono tutte campite in azzurro.

Dietro l’altare della Concezione riposano gli avanzi mor-
tali dei seguenti Beati Minoriti, primi discepoli di S. Fran-
cesco: Bernardo da Quintavalle e Silvestro di Assisi, dei quali

dicite sani Dra

i
174 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

trovasi menzione anco nell’ Alighieri (1). Guglielmo Inglese,
Eletto laico di Assisi e Valentino pure laico. I sette frati
minori che seguono furono sepolti nel pavimento di questo
braccio destro della Crociera, con lapide recante l’immagine
del defunto. Queste memorie andarono disperse quando nel
1818 furono rimossi dal pavimento per rinvenire la salma
di S. Francesco. Eccone le iscrizioni che rilevammo dall’ An-
geli (op. cit. pag. 76) e da memorie m$s. del Convento:

Hic iacet ven. religiosus F. Franciscus Macharelli de
Assisio, qui fuit Minister Provincialis Provinciae S. Francisci,
cuius corpus Pisis depositum et Assisium honorifice portatum
a. d. 1347.

Hic requiescit P. F. Andreas de Gabiano Minister Pro-
vinciae S. Francisci qui obiit a. 1350 die 3 dic.

Sepul. Ven. P. F. Joannis de Spello in S. Theol. Ma-
gistri et Lectoris S. Conv. Assisii a. d. 1362.

Hie jacet F. Angelus de Assisio S. T. Mag. et Inquis.
hereticae pravitatis a. d. 1362 die prima Febr.

Sepul. ven. Fr. Joannis de Assisio qui fuit bis Minister
Provinciae B. Francisci obiit anno Domini 1362 die sept.
April. (2).

Sepul. Fr. Petri fulginensis S. T. Magistri Terrae Sanctae
Romanae et S. Francisci provinciarum Ministri obiit a. d. 1462.

(1) Paradiso - e. xi.
(2) Questi fu figlio di Giulio Soldani del quale vedesi la mortuaria
iscrizione nel sepolero presso la porta maggiore di S. Pietro di Assisi:

XH SEPULCRUM JOLI.
SOLDANI. IN. QUO. RE-
QUIEVIT. ANNO D. M. CCC.
XXX VII. DIE. VI. JULII.

Lo stemma della famiglia Soldani lo abbiamo: già notato nel descri-
vere l'ambone o loggia della nave principale di questa inferiore Basilica.
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 175

Sepulerum Fr. Bartolomei perusien. S. T. Magistri Pro-
vincie S. Francisci Ministri qui obiit a. d. 1491 die vero 13
Augusti.

JAPPELLA DI S. NICCOLÒ

ora del Sagramento. a capo della crociera destra.

Questa cappella che riceve luce da tre binate finestre
è di figura semidecagona allungata verso lingresso; ad ogni
angolo sorge una sottile ‘colonna da cui partono i corrispon-
denti costoloni convergenti ad un punto centrico.

Nell altare vi è una tela ad olio rappresentante un’ estasi
di S. Giuseppe da Copertino, opera di Andrea Benedetto
Forgnoni d? Imola (1).

La vólta è dipinta ad azzurro stellato con fregi intorno
a ciascuna tela, e con tarsie a colori nei costoloni.

Le pareti e la vólta fuori del decagono offrono pitture
storiche.

. Nella grossezza dell’arco d'ingresso largo m. 1. e. 53 si
veggono tre coppie di figure per lato racchiuse in cornici
rettangolari di tarsia a colori in campo azzurro. Nel com-
partimento superiore a destra miransi S. Antonio da Padova
e S. Francesco. Nel secondo compartimento S. Albino e
S. Giorgio. Nellultimo S. Agnese e S. Cecilia V. e M. in-.
coronata di fiori. Queste ultime due figure sono in parte
danneggiate dai chiodi.

A sinistra nel primo compartimento i Santi Vescovi

(1) La parete dietro questa tela è dipinta; per cui si consiglia di
tórla, acciò possa vedersi il fresco del sec. xIv da essa nascosto, e
perchè sotto il dipinto vuolsi che siavi, coperto egualmente dalla detta
tela, il marmoreo sepolero di uno degli Orsini, che menzioneremo in
- appresso. L’ accennato quadro (rappresentando un fatto quivi stesso
accaduto) potrebbe collocarsi nel centro della parete sinistra della cap-
pella, che non è dipinto.
176 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Niccolò e Rufino; nel secondo S. Vittorino e S. Sabino pa-
rimenti Vescovi: nell’ ultimo una Regina e S. Chiara Verg.

Sopra l’arco d'ingresso vedesi entro un'edicola il Sal-
vatore in piedi con la destra in atto di benedire e che
sostiene nella manca un libro; a destra S. Francesco gli pre-
senta un vescovo genuflesso. A sinistra S. Niccolò che pre-
senta altra figura genuflessa in dalmatica. Queste inginoc-
chiate figure sono i ritratti di Napoleone e Giovanni Gior-
dano o Gaetano Orsini che edificarono la cappella, dei quali
sotto quest’ affresco si vede pure lo stemma.

Ai lati dell'arco, divisi come il resto delle pareti in due
ordini, si vede nel superiore a destra il Battista, a sinistra
la Maddalena, figure ambedue legate alla composizione pri-
maria, stando il primo in atto di annunziare Cristo, che
addita colla destra e vedendosi l’altra in atto di contem-
plarlo.

L'ordine più basso delle pitture contiene tutto all’ in-
torno la serie dei dodici Apostoli, tre dei quali non esistono
nella parete sinistra. Sì queste figure come il resto delle com-
posizioni sono in campo azzurro.

Nella parete destra presso il finestrone sopra l’ ordine
degli Apostoli si hanno tre composizioni. Nella superiore
vedesi S. Niccolò in atto di risuscitare un giovinetto che
già caduto sul fuoco era stato soffocato e morto dalle fiam-
me; al lato destro del risorto veggonsi due figure che ne
sono i genitori.

NelPaffreseo sottoposto circoscritto al di sopra da un
arco vedesi in alto il Santo Vescovo apparso prodigiosa-
mente ad afferrare pei capelli un giovinetto suo devoto, di-
venuto schiavo, mentre «assiste come coppiere alla mensa del
suo Signore e di altri convitati. Composizione di 6 figure.

Nella sottoposta si vede il Santo presentare il liberato
fanciullo ai genitori, che siedono similmente a desco con
altri invitati. Composizione di 8 figure.
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

recare

E Nella parete opposta rimane solo la piü alta storia che
rappresenta S. Niccolò battuto da un manigoldo con una
sferza di cuoio quando sotto Licinio Imperatore fu cacciato
in esilio per essersi opposto all’introduzione dell’idolatria
; in Mira.
i Le tre storie sottoposte sono coperte di azzurro, nella
i inferiore dovevano esservi, come già notammo, tre Apostoli.

Nel lato destro della sommità dell’ arco, la prima istoria
rappresenta il Santo in atto di recare la dote a tre povere
fanciulle, che si veggono dormienti presso il loro padre, no-
bile ma decaduto signore, che, spinto dalla miseria, meditava
prostituire le figlie. I

La seconda composizione è perduta a causa dell’ umidità.

La terza istoria rappresenta S. Niccolò che, morto il
vescovo di Mira suo zio, viene eletto in sua vece.

Dinanzi ad una basilica, fra gran folla di popolo, si vede
a destra un vescovo fiancheggiato da due leviti; a lui di-
nanzi è inginocchiato il Santo, che, ignaro di tale elezione,
erasi di buon ora condotto al tempio per pregare. Composi-
zione di nove figure.
5 NelPaltra metà dellarco si vede nella sommità un mi-
| racolo del Santo. Tre cittadini di Mira, condannati ingiusta-
mente all’ estremo supplizio, stanno genuflessi per essere D li
decapitati d'ordine del prefetto Eustachio; il Santo trattiene
il ferro al carnefice; dal lato di contro sono due soprastanti
alla giustizia. Composizione di sette figure, nel cui fondo
- vedesi un sontuoso edifizio.
P La storia sottoposta é perduta: peró dagli avanzi di un dM lj
bastimento si rileva che dovea contenere un miracolo del |
Santo, che plaea la tempesta e conduce prodigiosamente in
salvo la nave.
È Nell’ ultima il Santo appare in sogno all Imperatore
| Costantino rivelando l'innocenza dei tre suoi mastri di campo
condannati ingiustamente come rei di lesa maestà. Compo-
| . sizione di due figure principali. |
roe
EX

DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Gli archi dei finestroni sono ornati di dieci medaglioni
per ciascuno, frammezzati dagli stemmi di Casa Orsini. Sol-
tanto il finestrone sinistro ha soli sette medaglioni contenenti
mezze figure di Santi; il resto della parete, mancante d’ in-
tonaco, mostra chiaramente non condotto a termine il lavoro.

Le istorie che dicemmo deperite furono evidentemente
guaste dall’acqua concentratasi nei peducci della vólta. Il
resto è velato di polvere.

Questa cappella tutta all’ intorno dal pavimento all’ al-
tezza di m. 3. c. 45 ha una decorazione marmorea di fresco
restaurata a vernici, ma che dovrebbe ritornarsi a mosaico;
è diviso questo basamento a costruzioni geometriche, come
anche il pavimento. i

Le sei colonnette sono di pietra rossa formata con capi-
telli elegantemente intagliati. i

Questa cappella si crede dipinta da Tomaso Stefani,
detto Giottino.

Danno luce a questa cappella tre binati finestroni a
vetri coloriti, dei quali il destro reca ad intere figure in piedi
i santi: Stefano, Lorenzo, Francesco, Antonio da Padova,
Gregorio e Girolamo; il sinistro: S. Vincenzo e S. Francesco,
in abito da diaconi, S. Agostino, S. Ambrogio, S. Vittorino
e S. Rufino. Nel finestrone medio S. Francesco che presenta
il Card. Napoleone Orsini a Gesù Cristo, del quale vedesi
l’immagine al lato opposto; Giovanni Giordano Orsini e
S. Niecoló e quattro stemmi delP accennata principesca
famiglia.

In questa cappella vollero essere sepolti i due cardinali
della illustre famiglia Orsini: Gio: Giordano o Gaetano de-
funto nel 1312 e Napoleone, che mori in Avignone nel 1347.
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

BRACCIO SINISTRO DELLA CROCIERA
E ALTARE DI S. GIOVANNI EVANGELISTA
DETTO ANCHE DELLE RELIQUIE.

Questo braccio è di costruzione simile al destro, quindi
seguiremo lo stesso ordine descrittivo, dividendo le pitture
in tre sezioni; cioè I° la parte ove è la cappella di S. Gio-
vanni Battista; II° il lato destro; e III* il lato sinistro della

volta.

La prima sezione presenta tre ordini di pitture. Nel
primo ordine a destra è la Resurrezione del Redentore.
Storia composta di 6 figure e di 10 figurine di Angioli. Nel
centro Cristo ravvolto nella Sindone ha già posto il piede
sull’orlo del monumento per uscirne; è fiancheggiato da due
schiere di Angioli ed intorno al sepolcro giacciono dormienti
6 guardie.

A sinistra dell'arco è la calata di Cristo nel limbo.
Composizione di 12 figure. Primeggia la figura del Cristo
che, vincitore, innalza il vessillo sopra lo sconfitto demonio,
che gli sta ai piedi. Cristo si china a porgere la destra ad

‘Adamo e gli altri Patriarchi si affollano loro d'intorno.

Nellordine medio si vede a destra la tumulazione di
Cristo. Composizione di 7 figure, tre delle quali stanno depo-
nendo nel sepolcro il sacro Corpo, mentre Maria lo abbraccia
e bacia in volto; dietro ad essa la Maddalena e la Veronica
in atto di dolore.

A sinistra la deposizione dalla Croce. Composizione di
8 figure. Nicodemo scendendo dalla scala sostiene il sacro
Corpo, mentre in basso Giuseppe d’ Arimatea svelle.il chiodo
dal piede sinistro; a diritta Maria sorregge il capo al Reden-
tore ed una donna devotamente chinata ne regge il braccio
destro. Indietro la Veronica atteggiata a dolore. A sinistra
S. Giovanni abbraccia e sostiene l’inferior parte del Cada-
vere, mentre la Maddalena prostrata a terra ne bacia i piedi.
e fi

y
4

DESCRIZIONI DELLA BASILICA

^

NelPordine inferiore che é solo al sinistro lato si veg-
gono 4 mezze figurine chiuse in cornici rettangolari alte
m. 0. e. 51; larghe m. 0. c. 41. A destra la prima è S. Elisabetta
con scettro in mano; la seconda S. Chiara Verg.; la terza
S. Caterina Verg. e Mart.; la quarta S. Niccolò Vescovo.

Questi due ordini di storie sono divisi tra loro da due
zone a linee miste di architettonico e d' ornativo e nel centro
da quattro scomparti rettangolari, contenenti mezze figurine
di Angioli, dei quali i due superiori sono perduti.

Questi affreschi sono attribuiti a Puccio Capanna. Veg-
gonsi velati di polvere ed in più luoghi è caduto e separato
l'intonaco dalla parete, specialmente nel fregio che divide
il primo dal secondo ordine.

Nella sezione destra della vólta, dalla parte destra vi è
la I° [istoria], ingresso di Cristo in Gerusalemme. Composi-
zione di 34 figure divisa in due gruppi principali. Innanzi
al prospetto della città vedesi in mezzo il Salvatore a cavallo
su di una giumenta con suo polledrello. Cristo leva la destra
a benedire la turba; un giovane gli si curva innanzi disten-
dendo sul suolo un panno ed appresso è un coro di 6 fanciulli,
due dei quali recano foglie di palma ed un altro sta in atto di
togliersi la vesta per farne strato sulla via. Alla estremità
destra vedesi una folla di gente varia di età, di vesti e di
atteggiamenti, dei quali molti veggonsi uscire fuori della
porta della città incontro al Nazzareno, il quale è seguito
a sinistra dagli Apostoli e dalle pie Donne; vedesi inoltre
un giovane staccando rami di olivo ed altro che li raccoglie
per distribuirli alla moltitudine. Storia ben conservata.

Appresso questo dipinto vedesi la II' istoria, il Cenacolo.
Questo quadro è diviso in due compartimenti; nel maggiore
è una mensa rotonda intorno la quale siedono i discepoli e
Oristo nel centro, alla cui destra è S. Giovanni, dormiente
sul petto del Maestro. Nel compartimento minore a sinistra
vedesi la cucina con 4 servi, due dei quali sono sulla porta
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 181

del Cenacolo, l’uno nettando stoviglie, l’altro in atto di
favellare con questo.. Affresco ben conservato.

Nel 2° ordine la III" istoria è la Lavanda. Storia di
12 figure mozze a destra dall arco della porta. Nel gruppo
a sinistra Cristo genuflesso che si accinge a lavare i piedi
a S. Pietro, il quale mostra indurvisi a malincuore; gli altri
discepoli sono intenti alla lavanda, tra essi ragionandone;
solo uno di loro è in atto di scaldarsi. Storia ben conservata.

A destra di questo dipinto vedesi la IV’ istoria, che
rappresenta la cattura di Cristo. Quadro di 19 figure prin-
cipali. Rimpetto ad un monte ricoperto di olivi è affollata
una moltitudine di sgherri con armi e lanterne; quasi nel
centro è Cristo che con fronte serena accoglie le finte dimo-
strazioni di Giuda, mentre si volge a benedire Malco, cui è
presso S. Pietro adirato. Fra due colli si apre a destra un
sentiero, pel quale fuggono 4 discepoli.

Nell’ ordine inferiore si vede a sinistra Giuda appiccato
ad una trave, a cui dal ventre scoppiato escono le interiora.
Figura molto guasta specialmente nel basso.

Tutte le descritte istorie si attribuiscono a Puccio Capanna.

Nell’ archivolto della porta, che è in tutto simile negli
ornamenti pittorici all’ altra del braccio destro, si vede entro
un disco in campo d’oro una mezza figura di S. Francesco,
che tiene sulla sinistra una eroce e mostra le Stimmate che
ha nella destra. Figura ben mantenuta.

Al lato destro della porta è rappresentata Pl impressione
delle Stimmate. Si vede in alto a destra il Serafino in figura
.di Crocifisso; in basso è Fr. Leone in atto di leggere; egli
siede a destra del riguardante, rimane però coperta la sua
figura dall’ orchestra. A sinistra del dipinto vedesi S. Fran-
cesco col sinistro ginocchio in terra con le braccia aperte
dinanzi al petto contemplare con espressione indefinita tra
lamore e il dolore il Serafino, dalle cui cicatrici partono
altrettanti raggi ripercuotentisi nelle mani, piedi e costato
di Francesco. Dinanzi a lui vedesi un ruscelletto che si pre-
182 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

cipita dalla rupe; dietro al Santo vi è un piccolo oratorio
sulla cui porta è effigiata la Vergine col Bambino Gesù tra
le braccia; e sulla rupe sovrastante al Santo si scorge il
falcone addomesticato da Francesco, di cui narra S. Bona-
ventura. Composizione sufficientemente conservata, nascosta
in gran parte dalla cantoria e dall’ organo. Questa pittura
viene attribuita a Giotto, anco dal Vasari.

Ora venendo alla sezione sinistra della vólta, nell’ ordine
superiore vedesi: la Flagellazione. Nella corte del Pretorio
sta nel centro, legato ad una colonna, il Salvatore con a lato
due manigoldi che lo battono. A sinistra è Pilato seduto in
mezzo ad un fariseo e ad un soldato. A destra sono 6 figure
di spettatori. Storia ben conservata.

A destra poi di questo dipinto è l’ uscita di Gerusa-
lemme per avviarsi al Calvario. A destra precedono due cava-
lieri seguiti dai due ladroni dannati all'ultimo supplizio e
scortati da un giustiziere che li tiene legati con funi. Appresso
è Cristo colla croce sugli omeri ed uno sgherro che lo con-
duce seguito da due armati, uno dei quali tiene indietro le
due Marie, «che fanno mostra di voler raggiungere il Salva-
tore. Chiudono il convoglio le altre due Marie e S. Giovanni.
Veggonsi ancora da questo lato due cavalieri uscire dalla
porta di Gerusalemme. Storia bastantemente conservata.

Sotto quest’ ordine si vede un grandioso dipinto della
Crocifissione che occupa l’intera parete. È la principale opera
di Pietro Cavallini romano allievo di Giotto, commessagli
da Gualtiero dei Conti di Brenne, duca di Atene e signore
di Firenze nel 1342. È stato vandalicamente mutilato nel

. centro da un altare in marmo detto delle Reliquie o di
S. Giovanni Evangelista, fatto erigere nel 1607 dal card. Ales-
sandro Peretti, nipote di Sisto PP. V (1). Presentemente rimane

(1) È citata con gran lode dal Vasari. Dietro l' altare in molti punti
vedesi conservato il dipinto; e quello tolto si può sperare di ricuperarne
una buona parte.
DI S. FRANCESCO IN ASSISI — 183

visibile in alto nel centro più che mezza della bellissima
figura di Cristo fiancheggiata dai due ladroni e da un coro
di 14 Angioletti in varie e belle attitudini di dolore, i quali
nell’inferior parte del corpo terminano in leggere nuvolette.
In basso, al lato sinistro, si vede Maria svenuta e sorretta
a mezzo la persona da una pietosa donna; un'altra ne so-
stiene la testa cascante all'indietro ed ivi presso è Giovanni
che la guarda commosso; altre quattro donne si vedono
dietro a questo gruppo. Occupano il rimanente spazio 5 cava-
lieri, uno dei quali, con corona ed aureola, è l’immagine
del detto Duca cavalcante una bianca mula guarnita di un
panno d’oro. Al lato destro lo spazio è occupato da armati
a.cavallo ed a piedi. Questo dipinto e gli altri delP intera
volta sono circoscritti da un largo fregio ad ornati e tondi
con mezze figure in campo d’oro di Angioli e Santi in
numero di 39, dei quali tre danneggiati, gli altri sono velati
di polvere.

Sotto l’affresco della Crocifissione si vede a destra una
mezza figura di Nostra Donna col Bambino e S. Giovanni
e dal lato opposto S. Francesco, tutti in campo d’oro, ora
quasi svaniti ed il S. Francesco quasi interamente coperto
dall’ altare. Al disotto sono 4 minori compartimenti rettan-
golari. Nel 1° è l'arme del Duca, nel 2° un piccolo Crocifisso
in campo d’oro, nel 3° è ripetuto lo stemma ducale, nel 4° in
mezza figura di profilo il ritratto del Cavallini.

Nel lato sinistro si vede una mezza figura di S. Vitto-
rino Vescovo.

In questo sinistro lato vi è una porticina che. conduce
al campanile. Andrebbe fermato il rotto architrave di detta
porta, acciò non sia di danno al sovrapposto dipinto del
Cavallini.

Salendo nel lato destro della crociera la scala, che mena
al chiostro superiore, costrutta siccome l’altra del braccio
destro ed avente al disotto altra porta, che conduce al chio-
stro terreno, nel ripiano della medesima leggesi in caratteri
184 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

gotico-latini la seguente memoria sepolcrale in lapide mar-

morea:
HIC REQUIESCIT
MAGISTER HUGO BUR
CUNOUS CLERICUS
DNI C. DE BOSSE
LON ARCHIDI
ACONI LUGDUN.

Dietro l'altare delle Reliquie posano gli avanzi dei se-
guenti Beati Minori, primi seguaci di S. Francesco cioè:
Leone di Assisi suo confessore e segretario; Masseo Mari-
gnani e Rufino degli Scifi ambedue di Assisi ed Angelo
da Rieti.

A piedi poi di questo stesso altare giace la mortale
spoglia della Principessa Maria di Savoia, defunta in Roma
nel 1656 e qui, giusta il suo volere, in abito di terziaria
tumulata ad ossequio del Patriarca S. Francesco. In grande
lapide di porfido leggesi, dettata dal Pontefice Alessandro VII,
la sua iscrizione sepolcrale, ai cui lati vedesi egualmente
sul pavimento il suo regale stemma a fino mosaico di pre-
giati marmi. Ogni giorno nel maggiore altare della Basilica
si celebra la prima Messa per questa illustre benefattrice
dell’ Ordine Minoritico :

MARIZE CAROLI . EMM . SABAUDIA . DUCIS . ET CATHARINZE . HISPAN .
INFANTIS . F. S. FRANCISCI . TERTIUM . ORDINEM . VESTE . MORIBUS .
VIRTUTIBUS . PROFESSA . VITA . ASPERITATE . CONTINENTIA . CONVER-
TENDI . HERETICOS . STUDIO . SACRIS PEREGRINATIONIBUS . ALENDIS .
PAUPERIBUS . TEMPLIS . ORNANDIS . MAGNAM . SANCTIMONULE . FAMAM
: CONSECUTA . OB. ROMA . AN. D. MDCLVI . AET. LXII . ATQUE . HIC . UBI .
SEPULCRI . LOCUM . SIBI . ELEGIT.. CONDITA . EST.
dal resto del dipinto Tempio.

DI S8. FRANCESCO IN ASSISI

CAPPELLA DI S. GIOVANNI BATTISTA
ORA DEL NOME DI GESÙ
a capo della crociera sinistra (1).

Questa cappella fu fatta fabbricare dalla principesca
famiglia Orsini, il cui stemma si vede sul basamento sculto,

che orna tutto all’intorno le pareti sino all’ apertura dei tre.

finestroni. Nel basamento si avverte che manca tutto l'orna-
mento a mosaico.

La costruzione della cappella risponde perfettamente
all’ altra di S. Niccolò, nè fu mai ornata di pitture. Solo
sotto il finestrone medio dietro l’altare è un affresco di
scuola senese, rappresentante nel mezzo Nostra Donna col
S. Bambino in braccio, a destra il Battista, a sinistra S. Fran-
cesco, mezze figure in campo d’oro, chiuso al disopra da
archi a sesto acuto, ornati di Angioletti e musaici dipinti;
pittura in ottimo stato a fresco alta m. 1; larga m. 2. c. 30.

Ora questo dipinto viene coperto da una barocca mac-
china di legno, e non è visibile che la testa della Vergine
per mezzo d’una apertura alla sommità. Perciò si consiglia
di tórre via questa macchina, il cui centro è occupato da
una tela di nessun pregio del secolo xvIII rappresentante la
Circoncisione (quale in alcuni giorni dell’anno viene surro-
gata da altra tela egualmente inferiore) e di render visibile
la bella pittura ora descritta.

In questa cappella vuolsi che fosse sepolto il principe
Francesco Orsini.

AI lato destro della cappella vi è un organo con can-
toria, decorati nel secolo xvi e recanti lo stemma Sanmar-

(1) Si eonsiglierebbe di far dipingere la vólta e le pareti di questa
Cappella, come pure delle citate di S. Antonio Abate e di S. Pietro
d'Aleantara, mentre il bianco di che &on ricoperte troppo è dissonante

mU 7
iii si ini nnn

sedi
186 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

tini di Assisi (1); il basamento sostenuto da cinque mensoloni
di pietra è opera del secolo XIV. |

Nella parte sinistra di questa cappella si consiglia di
trasportare la bellissima tavola dello Spagna che abbiamo
veduto e descritto nella Cappella di S. Stefano Protomartire.

Dei tre finestroni binati di questa Cappella il destro è
moderna opera del Bertini e contiene le quattro grandi
figure, entro un’edicola, dei Santi Zaccaria, Anna profetessa
seduti, Elisabetta madre di S. Giovanni Battista e S. Gio-
vanni Evangelista in piedi. |

Il finestrone sinistro, opera del secolo xvi, già appar-
tenente allantiea Cattedrale di Fuligno, e qui collocato da
Fr. Lorenzo Lampadari circa il 1790, contiene la Madonna
seduta eol Bambino ed in piedi un Santo: S. Girolamo e
S. Giovanni Battista, quest ultimo moderno, grandi figure
chiuse egualmente entro una edicola. Questo finestrone nel
lato sinistro del riguardante reca la seguente cifra:

di
G | En (2)

Il finestrone medio, opera antica, reca due Angeli in
mezza figura, e le quattro grandi immagini di S. Zaccaria
al tempio; dell Angelo che gli annunzia la nascita del Pre-

(1) Cirea il 1547 si trova aver fiorito di questa famiglia nel Consi-
glio Municipale di Assisi un Gio. Francesco cav. Lauretano.

(2) Una sigla simile a questa vedesi nella chiesa di S. Niccolò di
Fuligno in una tavola dell' Alunno esistente in un altare presso la Sa-
grestia. Rappresenta la detta tavola la Madonna incoronata dal Reden-
tore ed i Santi Bernardino da Siena ed Antonio Ab.; nella predella
entro due targhe rette ambedue da putti vedesi la seguente cifra:
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 187

cursore; di S. Giovanni Battista e di Gesù Cristo, nonchè
quattro stemmi della committente Casa Orsini (1).

Oltre i citati nella descrizione di questa inferiore Basi-
lica anco altri illustri vi furono tumulati, fra cui i seguenti
Minoriti: B. Bernardo de’ Vigilanti di Assisi; B. Illuminato
da Rieti; B. Guido da Siena; B. Giovanni Morici da Assisi;
B. Egidio de’ Capocci di Assisi; B. Pietro di Assisi; Simeone

di Assisi (2); Fr. Francesco Rutino Siciliano; Fr. Francesco
da Catanzaro laico defunto il 7 luglio 1685 (3); non che
Guido da Montefeltro conte e principe di Urbino (il cui geni-
tore è menzionato dall’ Alighieri nel Canto V del Purgatorio)
e quindi minorita (1298); Andrea Egidi di Assisi minorita
vescovo della sua patria (1474) (4); Urbano Vigerio di
Savona castellano della Rocca di Assisi (1482) e Bartolomeo
Scagliosi di Savona (1482), ambo parenti del Pontefice
Sisto IV; i pittori assisani Dono Doni (1580) e Cesare Ser-
mei (1668) (5).

(1) Tutti i finestroni tanto della Basilica inferiore che della supe-
riore furono muniti di ramate nel xv secolo dal Generale Sanson.

(2) Da mss. memoria abbiamo rilevato che esisteva la seguente
iscrizione sulla tomba di questo religioso: « Hic jacent ossa P. Magistri
Simeonis de Assisio - Orate Deum pro eo ».

(3) Fu sepolto nella Cappella di S. Pietro d’ Alcantara.

(4) Fu sepolto presso l’ altare della SS. Concezione.

(5) Dono Doni di Assisi, allievo di Giulio Romano, dal Vasari
vien detto pittore molto pratico e valente (Vita di Cristofano Gerardi).

Il Cav. Cesare Sermei, nativo di Orvieto, domiciliato in Assisi,
ebbe di questa la cittadinanza nel 1596. Fu allievo di Cesare Nebbia di
Orvieto, e morì di anni 84 il 2 gennaio 1668. E qui crediamo fare una
parola anco dei tre pittori Assisiati ricordati nel deserivere-questa Basi-.
lica inferiore: Giacomo Giorgetti, Girolamo Martelli e Girolamo Mari-
nelli. Il primo, nato il 12 febb. 1603, defunto l’ 11 settembre 1679, fu
‘ allievo di Giovanni Lanfranco di Parma. Il secondo fu discepolo di
Domenico Zampieri detto il Domenichino. Il terzo fiorì nell’ istesso
secolo XVII, È
DESCRIZIOEI DELLA BASILICA

Il pavimento della nave traversa come pure della nave
principale di questa inferiore Basilica (1) è costituito tutto
di pietre rettangolari; ma quello dei bracci laterali della
croce è a disegno antico, assai elegante e varie figure geo-
metriche in pietra bianca e rossa; il pavimento del coro è
di legno. Le Cappelle sono elleno pure lastricate di pietre
bianche e rosse di variato disegno, meno quelle di S. Seba-
stiano, di S. Antonio Abate, di S. Pietro d’ Alcantara che

sono a mattoni.

Sopra la vólta della crociera della Basilica inferiore posa
un gran numero di puntoni, quasi selva di corte travi, le
quali. sostengono un tavolato coperto di mattoni, sopra il
quale vi è il piano della crociera della Chiesa superiore (2).

(1) Misure della Basilica inferiore: lunghezza della prima navata
traversa interna infino alla porta m. 48; larghezza di detta navata
m. 10 c. 60; altezza di detta nave dal pavimento alla sommità ove s'in-
erociano i costoloni delle vólte m. 9 c 50; lunghezza della navata princi-
pale dal muro di fronte a tutto il coro metri 71 c. 20; larghezza della
medesima navata da muro a muro m. 12; altezza media dal pavimento
. alla sommità ove incrociano i costoloni delle arcate che formano le cro-
ciere delle vólte m. 10 c. 20; larghezza delle due braccia della eroce latina
non eomprese le cappelle metri 15 per lato e compresevi le cappelle
m. 23 c. 60 per lato, che formano il totale di m. 47 c. 20. Altezza dalla
impostatura delle arcate che formano i costoloni delle volte alla sommità
ove esse incrociano nell'intradosso m. 7 c. 60. Altezza dei piloni sui
quali sono impostate le volte m. 2 e. 60.

(2) L' esterno delle Cappelle di questa Basilica (eccettuata quella
di S. Sebastiano, che abbiamo veduto essere tutta interna, e l'altra di
S. Antonio abate) é costruito tutto di pietre bianche e rosse riquadrate
ed è ornato di eleganti cornici, di archetti e di variate mensolette di
marmo: il tutto in piü luoghi da restaurarsi specialmente dal lato di
tramontana, ove si consiglia torre una vasca di acqua stagnante prossima
al muro della Cappella di S. Niccolò, per impedire che l' umidità pene-
trando nei muri li danneggi in uno colle pitture.
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

SOTTERRANEO
DI S. FRANCESCO

Rinvenutosi a dì 12 dicembre 1818 sotto l'ara maggiore
della inferiore Basilica il corpo del Santo Patriarca, fu divi-
sato costruire ivi una terza Chiesa sotterranea (1).

Ne diè il disegno l’ architetto Pasquale Belli di Roma e
lo diè quale poteva attendersi da una età mal grecizzante.
Ne fu affidata l'esecuzione, essendo custode del Sacro Con-
vento il p. m. Bonaventura Zatteroni di Ravenna, all’ archi-
tetto Asisiate Giuseppe Brizi, che dal di 26 settembre 1822
al dì 26 marzo dell’anno seguente la condusse a compimento.

È questo sotterraneo diviso a foggia di croce greca, Il
suo corpo maggiore è- ottangolare e i quattro lati della croce
sono di figura semicircolare con vólte sferiche. Per una dop-
pia scala comunica colla sovrapposta Basilica dal lato che è
dinanzi (2), ed ha pure un altro accesso dal lato posteriore
verso il Chiostro del convento presso il quale, in due grandi
nicchie, furono con analogo basamento collocate due colos-
sali statue di marmo di Carrara de’ Pontefici Pio VII e
Pio IX, l’ultimo dei quali oltre le dette statue donò i dieci
bassorilievi di terra cotta, che adornano le pareti di que-
sto sotterraneo, e che rappresentano le storie della tumula-
zione e del ritrovamento del corpo di S. Francesco. L'arte-
fice sì delle statue che dei bassorilievi fu Francesco Gian-

(1) E qui notisi che prima di ora non era mai esistita questa
terza Chiesa, della quale erroneamente ne hanno lasciato memoria nei
loro scritti il Vasari ed altri istorici.

| (2) Ai lati di questo ingresso sonovi due statue in legno, opera del
secolo xvir, di nessun pregio. ;
190 DESCRIZIONE DELLA BASILICA

fredi romano, come dalla seguente scritta incisa nella statua .
rappresentante Pio IX:

F. GIANFREDI
INV. SCULPÌ
ROMA 1855.

L’ordine di questa fabbrica è Dorico Peston. Nel centro,
ove fu lasciato intero lo scoglio e la primitiva cella sepolcrale,
sorge l’unico altare ricco di marmi, fatto costruire a proprie
spese dal Comune di Assisi con tutti gli ornamenti decorativi
di metallo dorato, che cingono all’intorno la detta roccia.

I dieci citati bassorilievi rappresentano: I° (a sinistra en-
trando) la morte di S. Francesco; II° (incontro al precedente)
traslazione del Corpo di S. Francesco alla chiesa di S. Gior-
gio in Assisi; III° Pio PP. VII che dà ordine dell’escava-
zione per rinvenire il corpo del S. Patriarca; IV° adunanza
di vari vescovi per detta escavazione; V? principio dell'esca-
vazione; VI° ritrovamento del corpo di S. Francesco; VII? pro-
cessione fatta nel 1824 in che fu recato per Assisi il corpo
del Santo; VIII° sollevamento della cassa di pietra in che
fu rinvenuto il cadavere: del Santo; IX? S. Francesco in glo-
ria (1); X° Papa Leone XII che riconferma il ritrovamento
del corpo di S. Francesco.

Si consiglia il restauro del pavimento presso le due co-
lossali statue, per il trasporto e la collocazione delle quali
rimase danneggiato (2). |

(1) In questo IX bassorilievo, unico fra gli altri di qualche pregio,
vedesi nel centro entro un nimbo il Santo che mostra le stimmate; ai
lati gli stanno gli Angeli e due Vergini che suonano lire; a destra veg-
gonsi i SS. Antonio da Padova, Ludovico Vesc. e Rosa Verg.; a sinistra
i SS. Chiara, Bonaventura e Bernardino.

(2) Misure di questo sotterraneo: lunghezza dal principio ove è
l’ingresso all’ altro cavo verso il chiostro m. 40 c. 70; larghezza della
croce greca dall una estremità all’ altra delle due braccia m. 20; altezza
dal pavimento alla sommità della vólta nell’ intradosso alla parte centrale
ove è l’altare coll’ urna che contiene le ceneri del Santo m. 5 c. 30.
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

SAGRESTIA

La sagrestia la cui porta di noce è intaglio del secolo xtv
fu decorata nel 1628 come da lapide apposta sulla porta
del tesoro.

È di figura quadrilunga con vólta; questa è ornata di
pitture del cav. Sermei e le pareti di affreschi di Giacomo
Giorgetti.

Parte dalla cornice tutto all’intorno un loggiato a dop-
pio ordine di colonne sostenenti un piano superiore e ter-
minato da un balaustro. Nel centro della vólta è uno sfon-
dato ad aria con una vasta composizione rappresentante
S. Francesco assunto da schiere di Angioli alla gloria celeste.
Occupa la sommità del quadro la SS. Triade; più in basso
campeggiano a destra la Vergine, a sinistra il Battista e molti
Angioli; poco sotto vedesi. S. Michele Arcangelo che si fa
incontro a S. Francesco, accompagnati ambedue da molti
" Angioli, alcuni dei quali sostengono un cordone francescano.
Quadro ben conservato.

Nel centro di ciascuna fronte del portico sono quattro
nicchie con le figure dei più insigni Santi serafici: S. Bona-
ventura, S. Antonio da Padova, S. Ludovico Vescovo e
S. Bernardino da Siena. Negli angoli verso la cima del por-
tico sulle nubi posano quattro Angeli con cartelli svolaz-
zanti. Qui termina l’opera del cav. Sermei.

Nel centro della principal parete vedesi la prima storia
che rappresenta lo sposalizio di Maria Vergine con S. Giu-
seppe. Composizione di 9 figure. L’istoria è fiancheggiata da
due medaglioni parimenti a colori, rappresentanti la Fede e
la Speranza.

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DESCRIZIONI DELLA BASILICA

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La parete destra contiene due storie intramezzate da
un medaglione in cui è effigiata la Carità. La prima storia
‘rappresenta la Natività di Cristo ed è composta di 5 figure;
l'altra, la Circoncisione, composta di 16 figure.

Nella terza parete occupata da un lato dalla finestra, si
vede un medaglione rappresentante la Meditazione.

Nella quarta parete vi sono altre due rappresentanze;
la prima è P'adorazione dei Magi composta di 9 figure e il
ritratto del pittore che si trova al fine del lato sinistro. L'al-
tra è un riposo in Egitto che contiene 4 figure. Nel centro
della parete vi è un Angiolo che viene troncato dall’ arco
d’ingresso. Queste quattro pareti si conservano in buono stato.

Sul vólto delPandito che dalla Sagrestia mette in chiesa
sì vede l’ Immacolata Concezione con ai piedi il dottore
S. Bonaventura ed il Ven: Scoto e sopra la porta una storia
in piccole figure rappresentante il transito di S. Francesco.
Opera del Sermei ben conservata.

Nella parete destra (entrando in Sagrestia) vedesi un
piccolo ritratto in bronzo che rappresenta in mezza figura
ed a basso. rilievo il dottor Sottile Scoto, minorita; al disotto
leggesi la seguente marmorea inscrizione (1):

DO Mes
RMO . P.M. IO: BAPTA . LARINATE . UNIV .
ORD.S.F.M.C. GENERALE. SPECTATISS .
SUBTILIUM . PRINCIPIS . HOC . /ENEUM .
SIMULACRUM . VETUSTA . MANU . ELABORATUM .
AD.R.P.M. ALBERT. REGULA . BITUNT . IN.
PROV . BARII . INTER . CARM . P. DEFIN . AC .
SCOTICAE . DOCT . PROFES . HUIC . SAC . ASSIS .
BASIL . TANQUAM . TOTIUS . SERAPH . RELIG .
CAPITI . DEVOTION . ERG . DONO . DEDIT .
F . BONAV . VELITERN . SEC . ORDIN . GRATI .

ANIMI . SIGNUM . POS . BENEMER .
ID. FEBR . MDCXXXVII .

a,
-

(1) Questo insigne teologo minorita, detto qd miraculum subtilis,
atque acutus, fondò le sue Accademie in Parigi, in Oxford, in "Colonia
ed altrove nel 1300. | ;
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

SAGRESTIA SEGRETA
detta ancora
CAMERA DEL TESORO.

Questa camera, la quale forma il piano della torre sulla
quale si erge il campanile, ebbe già officio di Cappella. È
di forma quadrata con grandi piloni, ai lati dei quali parte
una vólta a quattro vele di sesto acuto. La vólta è dipinta
ad oltremare stellato, e le vele sono circoscritte da una fascia
di ornati a colori. La pittura delle. pareti è opera moderna.
Nella parete sovra l'ingresso vi è una loggia di legno a
semplici linee architettoniche ad uso di cantoria. Sopra di
questa vedesi uno stendardo dipinto dal Sermei, rappresen-
tante S. Francesco. Gli altri tre lati sono occupati da tre
grandi armadî di noce, riccamente intagliati ad ornati e
negli specchi di centro delle maggiori chiudende veggonsi
in basso rilievo, entro sei ovali, le figure dei SS. Fran-
cesco ed Antonio a sinistra; quelle delle SS. Chiara e Rosa
a destra; .l’ Annunciata e l' Arcangelo Gabriele nel centro.
Sei statue compiono in alto la decorazione di questi mobili,
opera del 1600, fatte a spese dei Generali delP Ordine Gu-
glielmo Ugon poi Areivescovo di Ambron e Giovanni Bat-
tista Berardicelli di Larino.

Sopra poi alla porta d’ingresso nella parte interna vedesi
una tavola dipinta a tempera in campo d’oro attribuita a
Giunta Pisano, rappresentante S. Francesco in piedi, tenente
in mano una Croce rossa, dall’ altra un libro aperto. Ai lati
quattro prodigi del Santo. Alta m. 1, larga m. 1. c. 36. In
buono stato.

È tradizione che su questa tavola fosse lavato il corpo di
S. Francesco e che in venerazione di ciò fosse quindi dipinta.

Venendo ai particolari di questa tavola, essa è divisa in
tre compartimenti verticali, circoscritti da fasce con meandri
a colori, Il medio contiene S, Francesco descritto di sopra;
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 195

i due laterali sono divisi per metà da una zona con meandro
colorato e contengono i quattro primi miracoli operati dal
Santo dopo morto.

Nella storia superiore sinistra vedesi un’arca di legno
con coperchio e serratura. in che era riposto il corpo di
S. Francesco; intorno varî frati in aspettativa; avanti all'arca
una bambina storpia seduta in terra appoggia la testa su
quella; ivi presso è la madre inginocchiata in atto di pre-
ghiera, e nel lato opposto un gruppo di POPOIOS nel fondo
veggonsi delle fabbriche.

Nella storia sottoposta vedesi il Santo che dirizza le
gambe ad un uomo seduto al lato sinistro; nell’ opposto lato
un altro che messesi le gruccie sulle spalle sta in atto di
partire, avendo ricevuto la grazia. A sinistra vedesi un edifizio.

Nella storia destra superiore vedesi l’ interno di un
tempio ed un marmoreo altare simile all’ odierno della Basi-
lica inferiore; ha delle colonnette nel cui spazio veggonsi
delle lampade; sopra l’altare che è senza gradino e senza
predella posano il Calice con la Sacra Ostia, le ampolle ed
il libro degli Evangeli; intorno sono cinque religiosi mera-
vigliati per il miracolo ottenuto della guarigione di una
indemoniata che si vede al lato opposto condotta da alcune
persone che le stanno accanto.

Nella storia inferiore vedesi l’interno del tempio e l’al-
tare sopracitato; quest’ultimo è di più ornato della Croce e
di due candelieri; manca però del libro degli Evangeli; due
frati sono intenti alla preghiera di un povero storpio che
sta inginocchiato innanzi all'altare; presso lo storpio veg-
gonsi due figure, delle quali una con le mani alzate e come
in atto d’invocare l’aiuto di S. Francesco e di ringraziarlo
di qualche grazia ottenuta.

Entro l’armadio destro di questa camera veggonsi i
seguenti oggetti:

Una eroce bizantina in lamina dorata da ambo le parti
a. cesello,
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Una tavoletta recante incollata una pergamena con una
testa di Cristo incoronato di spine, condotta in miniatura
con molta diligenza da un artista di scuola fiorentina del 1400.

Una tavoluccia greca rappresentante la, Madonna col
Bambino in campo d’oro. i

Una testa di Gesù Cristo in tela ad olio opera del 1600.

Appartengono a questo Santuario anche i seguenti oggetti:

Una Croce di argento sagomata del 1600; alta compresa
la palla della base m. 0. e. 55, larga m. 0. c. 24, recante nel
centro il Crocifisso ed ai lati in mezza figura la Madonna,
S. Giovanni, Maria Maddalena ed ai piedi il Pellicano; nel
giro della palla veggonsi graffite le piccole intere figure dei
Santi Giovanni. Battista, Francesco ed Antonio da Padova
e lo stemma del donatore Fra Giovanni Batt. Berardicelli
Generale dell’ Ordine, come dalla seguente iscrizione posta
nel giro di detta palla: « f. 2o. bapt. berard. larin. ord. min.
conv. min. gen. ».

Una: tavola col nome di Gesù dipinto da ambo le parti
in oro eon fondo azzurro. Sotto il Santo nome sul dinanzi
vi è PAnnunciazione di Maria Vergine, in piccole intere
figure; a tergo .S. Francesco che riceve le Stimmate.

Un’antica Croce detta di S. Bonaventura, lavoro in
metallo ornato a smalto, a minio e ad intaglio, avente un
nodo di agata orientale. Posa su base esagona, tre specchi
della quale sono della stessa pietra dura e tre sono ornati
di varie. miniature in pergamena. La Croce propriamente
detta alle quattro estremità è di cristallo di monte; nel
centro vi è altra miniatura in pergamena di forma rettan-
golare, .rappresentante da una parte la Vergine seduta in
trono col Bambino e due Santi ai lati, dall’ altra Cristo in
Croce con ai fianchi Maria e Giovanni, intorno sono quattro
smalti con altrettante mezze figure.

Un arazzo opera del secolo xv, alto m. 4.30, largo m. 3.37,
già donato da papa Sisto IV, ornato di fondo ‘azzurro, rap-
presenta in alto entro un nimbo la Madonna col Bambino
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 197

ed ai lati S. Ludovico Vescovo e S. Bernardino Senese;
nell’ ordine medio S. Francesco che riceve le Stimmate ed ai
lati S. Chiara e S. Antonio di Padova; quindi S. Enrico Re
e S. Elisabetta regina; nella parte inferiore nel centro
Sisto PP. IV ed ai lati Niecoló IV ed Alessandro IV, S. Bo-
naventura e Pietro Auregli.

Il Santo velo di Maria Vergine donato nel 1320-a questa
Basiliea dal crociato Tommaso Orsini, nobile romano, conte
.di Monopello, e chiuso entro reliquiario d argento, regalato
dal Card. Perretti.

La Benedizione del Serafico Patriarca, autografo in per-
gamena, scritto sull’ Alvernia e dato dal Santo al suo
Fra Leone, il quale da capo e da piedi della scrittura di
S. Francesco fecevi delle aggiunte (1).

La Regola delPordine francescano e la Conferma di
PP. Onorio III, che il Santo si recava sempre seco.

Il Messale di S. Ludovico Vescovo di Tolosa in perga-
mena, donatogli da Carlo II Re di Sicilia suo genitore, come
leggesi sul fermaglio di argento che orna questo messale, il
quale è condotto con isquisita delicatezza ed esattezza nei
caratteri e nelle miniature che contiene.

Una cassettina o cofanetto di avorio del sec. xni, di i i
forma rettangolare con coperchio a piramide tronca, ornato
in tutti i lati di bassorilievi della stessa materia. In questa
cassettina fu portato dall’ oriente il Santo Velo della Vergine.

Un calice del secolo xir donato a questa Basilica dal IT
Pontefice Nicolò IV. Questo calice ha la coppa in forma di : umm
cono rovesciato all'ingiü e tronco, cui segue quasi imme-

(1) Eccone il contenuto :

« Beatus Franciscus duobus annis ante mortem suam fecit qua-
dragesimam in loco Alvernae ad onorem Beate Virginis Mariae Matris Dei
et Beati Michaelis Arcangeli a festo Assumptionis S. Mariae Virginis usque Ù
ad festum Sancti Michaelis septembris; et facta est super eum manus RIA
Domini per visionem et allocutionem seraphycam et impressionem stig-
198 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

diato il nodo, ornato di vari niellî antichi, quindi subito il
piede terminato a centina, adorno esso pure di miell?.

Un paleotto donato da Sisto PP. IV, lungo m. 3. c. 80,
alto m. 1. e. 10 circa, tutto in vago trapunto di oro. Ve-
desi nel mezzo il Pontefice citato in abito pontifieale e
S. Francesco con in mano una croce; ai lati vi sono due
roveri, stemma del lod." Pontefice, che occupano il rima-
nente dello spazio con l'iscrizione: Sixtus IIII. La parte
superiore, che è divisa dall'inferiore per mezzo di un gal-
lone di oro, è adorna di varie eleganti figurine, quasi tutte
sedute, rappresentanti Santi, Sante, Pontefici ecc. Questo
paleotto che è in buono stato ha il fondo di velluto in
seta cremisi.

Una Mitra di S. Ubaldo Vescovo di Gubbio.

matum Christi in corpore suo secum has laudes ex alio latere cartulae
scriptas et manu sua scripsit gratias agens Deo de beneficio sibi collato.

Benedicat tibi Dominus et custo-
diat te ostendat faciem
suam tibi et misereatur tui
convertat vultum suum ad te
et det tibi pacem.

Beatus Franciscus scripsit manu sua istam benedictionem in frati
Leoni

Dominus bene

frater Leo dicat

Simili modo fecit istud signum thau cum eapite manu sua »,
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 199

Un calice donato dall’ Abate del monastero del Monte
Subasio a S. Francesco, il quale usava servirsene dopo la
Comunione.

Quelle reliquie che hanno in se un valore artistico si
consiglierebbe di trasportarle e collocarle nella sagrestia se-
greta, entro uno degli armadi, muniti di cristalli e serrature,
acciò possano vedersi ed esaminarsi dagli artisti e dai dotti
viaggiatori.

CAMPANILE

Nel lato sinistro della Basilica sorge la grande torre
delle campane di forma quadrata, costruita tutta di pietre
bianche rettangolari; fu terminata nel 1238 con in cima una
guglia di materiale cotto, la quale in seguito fu demolita a
cagione dei fulmini.

Negli angoli delle pareti interne s' innalzano dal piano
alla sommità quattro grossi piloni, i quali sono forati per
dare adito ad una strada che ascende sino in cima, la quale
Via viene retta tra pilone e pilone da archi rampanti.

L’esterno di questa torre quadrata, viene ornata ai
quattro angoli da quattro piloni di leggero sporto, che par-
tono dalla base e salgono sino alla sommità della cornice
finale del tetto; quindi in ogni lato sorgono intermedì altri
due più sottili pilastri che terminano a modo dei già descritti.
Cinque cornici con archetti intermedî fra pilastro e pilastro
fanno decorazione ai cinque rispondenti ripiani della torre;

(1) Altezza della torre delle campane dal suo basamento a pian
terreno sino al cumignolo del tetto m. 53.50. La base di questa torre
in figura quadrata in pianta ha il lato di m. 11 e cent. 70, che forma
nna circonferenza di m. 46 e cent, 80.
200 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

le ultime due, cioè quella che è nel piano della loggia delle
campane e l’altra che corona la sommità, vengono arricchite
in giro da mensolette. Nel lato di mezzogiorno a mano a
mano che s'inalza la torre si veggono varie finestre arcuate
binate per dar lume all’interno. Nel quarto piano poi veggonsi
tre finestre arcuate a tutto sesto; le due laterali sono binate,
quella del centro a tre archi; tutte rette da colonnette.
Simile decorazione si presentava in tutti i lati; ma ora sono
murate e di queste si consiglia la riapertura meno nel lato
dell’orologio, :nünendole però all’interno di rispettive vetrate.

La loggia delle campane contiene in ogni lato tre grandi
finestroni arcuati retti dai descritti pilastri.

Sei campane si contavano nella torre nel 1239, una
delle quali ben grande fu fatta col denaro dei fedeli; ne
lasciò ricordo Fra Salimbene nella Cronaca dei Generali. Due
furono fatte fare da Frate Elia: artefici Bartolomeo da Pisa
e Lotaringo suo figlio, e recavano le seguenti iscrizioni
come abbiamo dalla cit. Op. del P. Angeli, pag. 20.

Nella minore:

ANNO D. 1239 FR. HELIAS FIERI FECIT
BARTHOLOMEUS PISANUS ME FECIT CUM LOTHARINGIO
FILIO EIUS . ORA PRO NOBIS B. FRANCISCE
AVE MARIA GRATIA PLENA . ALLELUJA .

Nella maggiore:

ANNO D. 1239 PAPAE GREGORII TEMPORE NONI,
CESARIS AC POTENTISSIMI FRIDERICI . O FRANCISCE
PIE, FRATRIS STUDIO SED HELIAE . CHRISTUS REGNAT,
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS IMPERAT . MENTEM
SANCTAM, SPONTANEAM, HONOREM .DEO ET PATRIAE

LIBERATIONEM ,
CUM FIT CAMPANA QUAE DICITUR ITALIANA
BARTHOLOMEUS PISANUS FECIT CUM LOTARINGIO

FILIO EIUS.

AVE MARIA GRATIA PLENA DOMINUS TECUM
BENEDICTA TU IN MULIERIBUS ET BENEDICTUS FRUCTUS
VENTRIS TUI .
DI $, FRANCESCO IN ASSISI 201

Furono fuse altre tre da certi Perugini, la quietanza dei
quali trovasi sotto il dì 1° gennaio 1240.

Nel 1836 e 37 furono nuovamente fuse per farle mag-
giori, e la prima di queste fu portata al peso di libbre ro-
mane 9000. L’ artefice fu D. Giuseppe Baldini di Sassoferrato.

Quanto al campanile è da notarsi che si munisca di
pali elettrici; che al piano delle campane si tolga il goffo
‘balaustro di mattoni, quindi vi si sostituisca un elegante ed
analoga loggia di ferro e che si restaurino le cornici dan-
neggiate dal tempo e dai fulmini.

Sono poi degni di lode i Religiosi per aver dismesso
l'antiea consuetudine di esplodere, a segno di festa in talune
solennità, dei mortari dal campanile, mentre queste violenti
scosse intronando la torre non facevano che distaccare dalle
pareti i dipinti della Basilica superiore.

ALTRI RESTAURI (1).

Grave danno cagiona l' umidità del terrapieno della piazza
superiore in tutta la linea del muro, che è fondo alla Chiesa
di sotto, tanto che le pitture della Cappella di S. Antonio
Abate sono del tutto deperite, e quelle della nave traversa
Sono prossime ad esserlo. Tali i danni fin qui manifestatisi
nelle pitture; forse col tempo si manifesteranno pure nella
solidità dei muri. Può a ciò rimediarsi aprendo un'interca-
pedine presso la fronte della Basilica superiore, lastricandone
la piazza e dando scolo alle acque ai due lati della medesima.

(1) Altezza totale delle due Chiese, che si sovrappongono l'una
all’ altra, dal pavimento di quella inferiore ove è posto 1’ altar maggiore
fino al cumignolo del tetto, compresavi la grossezza della vòlta, m. 35.
L/ altezza poi complessiva delle tre Chiese poste l'una sovra l'altra, dal
pavimento del sotterraneo fino al cumignolo del tetto è m. 40 c. 10,
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

È pure necessario porre canali di piombo intorno ai
versanti del tetto, tanto della superiore Basilica, quanto delle
Cappelle dell’ inferiore, ad impedire che le acque sospinte dai
venti penetrando pei finestroni dilavino gli affreschi nelle
pareti interne, o cadendo sulle pareti esterne seguano a cor-
roderne le sculture, siccome è accaduto sul capitello e basa-
mento della colonna a destra nel vestibolo della inferiore

Basilica.
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

SACRO CONVENTO
XD I ERANGCESGO

Questo convento unitamente alle due Basiliche, il tutto
fabbricato di pietre vive rettangolari, fu fondato ed eretto
con elemosine nel 1227, con autorità di PP. Gregorio IX,
che primo Protettore dell’ Ordine Minoritico, risiedeva allora
in Perugia, sotto la direzione di Frate Elia da Beviglie,
castello nel territorio di Assisi, con disegno di Lapo.

Oltre che dai privati e dalla munificenza di PP. Gre-
gorio IX, anco da altri dignitari fu sovvenuto e nella fon-
dazione e nei secoli appresso questo insigne monumento.
Fra questi citeremo i Pontefici Innocenzo, Clemente e Nic-
colò IV, Alessandro e Niccolò V, Pio II, Sisto IV e V, Be-
nedetto e Clemente XIV, Pio VII.

Federico II Imperatore di Germania; sotto Alessan-
dro IV i fedeli del Marocco; Ecuba od Eucubea Regina di
Cipro e Gerusalemme; Blasco e Grazià o Garzia Duchi di
Spoleto; la Serenissima Repubblica di Venezia; Wenceslao
Re di Boemia; i Re di Napoli; la Principessa Maria di Sa-
voia; Cosimo III Duca di Toscana; Don Petro di Aragona;
i Re di Spagna Filippo III, IV e V; Carlo II e III; Don
Gian Francesco Pacheco Duca di Uzeda; l’ eccellentissima
Casa Zeno di Venezia; D. Federico Cesi Duca di Acqua-
sparta; il Card. Alessandro Peretti Vescovo di Albano; il
Card. Egidio Albornozzi Vescovo di Sabina; Tecrimo Tecrimi
di Lucca Vescovo di Assisi e Patriarca di Gerusalemme; il
Municipio di Assisi; e fra gli altri Generali dell’ Ordine i
seguenti: Francesco Sanson di Siena; Domenico Andrea Bor-
ghesi; Matteo di Acquasparta Card. Vescovo di Porto; Gen-
204 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

tile da Montefiore Cardinale; Michelangelo Catalani Vescovo
di Isernia; Bonaventura Claver Vescovo di Potenza; Giu-
seppe Amati; Francesco Razzolini di Santorino; Giambat-
tista Colombini Arcivescovo di Benevento e Giuseppe Maria
de Bonis; non che Giacinto Gualerni di Recanati che con
lodevole premura fece ricostruire la Chiesa di Rivotorto,
culla dell’ Ordine Minoritico, distrutta nel 1854 dal terremoto.

E qui i sottoscritti sono lieti di rendere il debito testimo-
nio di lode al decoroso modo con che attualmente si costu-
disce cotesto interessantissimo mondiale Monumento dalla
famiglia dei Minori Conventuali, che ivi con saggio provve-
dimento fu lasciata dal Regio Governo a tutelare la conser-
vazione di cotanto solenni religiose istoriche ed artistiche
memorie, alle quali sarebbe necessario provvedesse 1’ istesso
Governo dichiarandolo giusto l’ universale desiderio dei dotti
Monumento Nazionale.

ANTICA CAPPELLA DI S. BERNARDINO DA SIENA
rimpetto alPingresso della Basilica Inferiore.

La facciata di questa cappella larga m. 3 e. 70 è adorna
di una porta binata e di sculture operate da Franceschino
Zampa e da Girolamo di Bartolomeo (Leonelli) artisti assi-
sani del secolo XV. |

È composta di tre pilastri recanti un intagliato cande-
liere, di capitelli, architrave, fregio e cornicione sormontato
da un arco il tutto egualmente ad intaglio. Nel centro del-
l’arco vedesi in bassorilievo S. Bernardino fiancheggiato da
due Angioli. Nell’architrave leggesi incisa la seguente iscri-
zione a caratteri romani:

HUJUS PORTE AD APICEM USQ. FRANCISC. PATRONUS PRO ANIMA SUA AUXIT
OPUS FRANCISCHINO ZAMPA HIERONIMO Q. BARTHOLOMEI AUCTORIB.
ASISIEN. MCCCCLXXXVIII, :
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 205

Il muro con gli arditi archi che sostiene la piazza in-
feriore fu costruito nel secolo xiv. In questo muraglione
veggonsi ad alto rilievo in grandi figure a travertino le sta-
tue di S. Francesco, S. Bonaventura e S. Ludovico Vescovo.

Alla Basilica inferiore si ha ingresso pure da una piazza
ornata in giro di logge costruite sul finire del secolo XV.

La prima sala dell’ingresso maggiore del Convento ha
.le porte ornate da 49 ritratti in tela di Pontefici e Cardi-
nali francescani di nessun pregio artistico.

CHIOSTRO MAGGIORE.

Architettato da Baccio Pintelli per ordine di PP. Sisto IV,
del quale si vede intagliato lo stemma in alcuni capitelli ed
in varî luoghi delle pareti. I capitelli tutti varî fra loro sono
bella opera di Franceschino Zampa. Nel loggiato superiore
in un capitello a mensola al lato sinistro della tribuna delle
Basiliche è inciso l’anno 1476; al lato opposto nel capitello
di una colonna vedesi in una targa divisa in due parti lo
stemma della famiglia Moriconi di Assisi, dalla quale derivò
S. Francesco: una sbarra divide lo stemma, del quale nella
parte superiore vedonsi due oche ed un’altra nell’ inferiore.
Tanto al lato destro che al sinistro della Tribuna vedonsi in
pietra due branche di scale, una scoperta, l’altra coperta for-
nite di analogo balaustro, per le quali si ha ingresso dalla
Inferiore alla Superiore Basilica.

Tanto il loggiato terreno che il superiore sono dipinti a
fresco monoeromato color palombino, o terra gialla bruciata,
nelle pareti da Dono Doni. Ogni storia è alta m. 1 e c. 48,
larga m. 1 e c. 79 ed è chiusa da cornice variamente colorata.

TEC AIDIC 1065 n APR ANO CITTA
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

AFFRESCHI NEL LOGGIATO TERRENO.

Cominciando dal lato destro attiguo alla Chiesa:

1,° S. Francesco che dona il suo mantello ad un po-
vero. Occupa il centro il Santo, la destra il mendico, la si-
nistra il servo col destriero; opera alquanto slavata.

2.° Visione-di S. Francesco, il quale giace in magni-
fico letto mentre Cristo gli addita un palagio ornato di ves- .
silli e scudi crocesignati; sufficientemente conservato.

3.° Il Santo che genuflesso innanzi ad un altare prega
il Crocifisso di S. Damiano; molto svanito.

4.° S. Francesco che rinuncia la paterna eredità; com-
posizione di cinque figure principali in avanti e di altre
indietro secondarie. Al lato sinistro il Vescovo Guido seduto
ricopre il Santo ignudo; a destra il padre sdegnato che ne
tiene in mano le vesti; ben conservato. È

5.° Il Pontefice Innocenzo III che vede in sogno il
Laterano cadente sostenuto da S. Franeesco; composizione
quasi del tutto svanita.

6.° Il Papa Onorio III sanziona la regola dei Minori.
Composizione di 11 figure in avanti ed altre indietro. A
destra siede il Papa avente ai lati 5 cardinali; innanzi a
lui S. Francesco in ginocchio e nella parte sinistra i suoi
discepoli parimenti genuflessi; è ben conservato.

7.° S. Francesco rapito in un carro luminoso. Questa
composizione è è quasi del tutto svanita.

8.° Visione di Fr. Leone. A sinistra il Santo genuflesso ‘
in atto contemplativo a pie’ di un altare, a destra fra Leone,
a cui un Angelo mostra in alto dei seggi luminosi. Storia
bella e ben conservata. i

9.° S. Francesco caccia i demoni dalla città di Arezzo.
Prospetto della città; a destra fra Leone protende la destra in
atto d'impero, gli sta genuflesso a lato il Serafino Patriarca. Sto-
ria ben conservata, meno una fenditura a destra da capo a piedi.
DI S. FRANCESCO IN ASSISI : 207

10.° Nella sommità del dipinto si legge « 1564 ». Il
Santo nel 1219 si proferisce di passare il fuoco innanzi a
Malek Kamel Soldano di Egitto. Composizione ricca di figure
e in buono stato. i

11.° Il Santo estatico nella selva presso la Porziuncola.
Composizione di 8 figure alquanto sbiadite.

12.° Nella sommità del dipinto si vede la seguente
cifra: « Y: O* V* ». Istituzione del presepio di (Greccio.
Affresco di molte figure ed in buono stato.

13.° S. Francesco fa scaturire prodigiosamente dell’ ac-
qua. Composizione di tre figure quasi affatto perduta.

14.° Nella cornice in cima si legge « V * V * ». S. Fran-
cesco predica agli uccelli. Un bel fondo di paese: in avanti
il Santo in atto amorevole protende le braccia; in dietro si
vede un discepolo maravigliato. Quadro benissimo conservato.

15.° Morte improvvisa del Duca di Celano, suo ospite
già predetta dal Santo. Composizione ricca di figure atteg-
giate con molta vita, ma in gran deperimento a cagione di
una doppia fenditura nel muro e nella vólta che esige pronto
riparo.
16.° Nella cima della cornice si legge « F: G- F* F *».
S. Francesco predica innanzi al Papa. A destra si vede il
Pontefice in trono circondato dai Cardinali, a sinistra il Santo
in piedi con un compagno genuflesso e indietro la corte.
Opera ben conservata.

17.° Si legge in cima alla cornice « F © GRE: PNA*: FF:
M:D:LXIIII * ». Apparizione del Santo nel Capitolo di Arles
nel 1224 mentre S. Antonio vi predicava. Composizione di
14 figure atteggiate con molta espressione. Storia nell’assieme
ben conservata.

13.° L'impressione delle Stimmate, di cui esiste un di-
segno presso il P. M. Favi M. C. in questa Basilica. Fu questo
disegno eseguito da Nicoló Ciferri nel 1851.

19.° S. Francesco seduto fuori delP eremo dell’ Alvernia
mostra le Stimmate ai tre compagni. Opera in buono stato.
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

20.° Il Santo innanzi di morire benedice alla Patria.
Composizione divisa in due gruppi. A destra il Santo disteso
sul terreno sorretto da due frati leva le mani in atto di bo-
nedire verso Assisi (1): di fronte vari cittadini spettatori: sul
centro prospetto della città. Opera ben conservata.

21.? S. Francesco visitato da Giacoma Frangipani ge-
nuflessa a pie’ del letto che solleva la coltre per osservare
le Stimmate dei piedi. Composizione di nove figure ben con-
servata. :

22.° Morte di S. Francesco. È disteso in terra e circon-
dato da discepoli. Composizione ricca di figure mediocremente
conservata ed avente una leggera fenditura da cima a fondo.

23." Un cittadino di Assisi non credendo alle Stimmate
esamina la piaga del costato del Santo disteso sul feretro.
Composizione ricca di figure mediocremente conservata ed
avente una fenditura da capo a fondo.

24.° Il Corpo del Santo recato a S. Damiano. Fondo
ricco di figure e insudiciato.

25.° Il Corpo del Santo trasportato da S. Gregorio nella
sua Basilica. Opera ricca di figure e alquanto danneggiata.

Fiancheggiano queste storie 27 tondi con ritratti dipinti
a colori dei Santi dell’ Ordine alla grandezza del vero, dieci
dei quali sono gravemente danneggiati.

AFFRESCHI NEL LOGGIATO SUPERIORE.

Cominciando come nel chiostro terreno sovra la porta
della Chiesa media:

1.° A destrà Cristo carico della Croce che si volge a

S. Francesco quasi invitandolo a seguirlo, il quale si è sob-

barcato al medesimo peso: in buono stato. Di questo affresco

(1) Eccone il testo: « Benedicta tu Civitas a Domino quia per te
multorum animae salvabuntur, et in te multi servi Altissimi habitabunt,
et iusti de te elegentur ad Regnum aeternum ».
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 209

esiste un’incisione buona a contorno del Costa Annibale, ed
esiste presso il sull? P. M. Favi.

2." S. Francesco gittasi nudo sulle spine; a sinistra è
il Santo genuflesso con le mani conserte sul petto, a destra
in alto due Angioli che lo invitano alla Porziuncola. Sovra
il Santo è una figura di demonio scornato. Composizione in
genere ben conservata. Nella sommità si legge:

SVB. MAG. R. THEO.
MAGRI CAMILLI D . LITIO

Fra la 1* e la 2° storia nella parete leggesi la seguente
iscrizione: « Exorditum fuit hoc picture opus cura R. P. M.
Franc. Balestrucci Placen. Regentis atq. Custodis die 23 Ju-
nu (1570) ».

3.° Il Santo impetra lindulgenza della Porziuncola,
detta il perdono di Assisi. Composizione ricca di figure ben
conservata. In-alto fra numerosa schiera di Angeli siedono
sulle nubi Cristo e Maria supplicati dal Santo genuflesso
innanzi allaltare. Dietro stanno genuflessi due Angioli.

4.° Il Santo condotto alla Porziuncola da due Angioli.
Composizione svanita. :

5." Approvazione della sud.* Indulgenza della Porziun-
cola da PP. Onorio III. Composizione svanita.

6.° I sette vescovi di Assisi, Perugia, Todi, Spoleto,
Foligno, Nocera e Gubbio pubblicano 1° Indulgenza della
Porziuncola. Si vede a destra il Santo in pergamo, al basso
i sette vescovi; all’ intorno numero grande di spettatori e
di donne in belle acconciature. Opera in sufficiente stato.

7.° Composizione ricca pure di figure, ma svanita.

3.° Tutti i vescovi dichiarano plenaria e perpetua P In-
dulgenza. S

9.° S. Francesco predica all'esterno della Porziuncola.
Opera perduta nel ceutro e nel lato destro.

10.9 S. Francesco ammansisce il lupo di Gubbio. Il
Santo è nel centro, a destra il compagno, a sinistra il lupo
210 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

inginocchiato innanzi a S. Francesco. Questa opera è ben
conservata.

11.° È perduta (sopra la porta della Biblioteca).

12.° Viaggiando il Santo col suo compagno scorta una
borsa e stesa verso lei la mano, si ritira spaventato vedendo
uscirne un drago. Composizione di due figure con prospetto
di paesi. Opera ben conservata.

13.» È perduta.

14.° Il Santo rende la vista ad una fanciulla. Compo-
sizione di undici figure, tra le quali campeggiano nel centro la
fanciulla inginocchiata, sorretta dalla madre a destra e la figura
del Santo a sinistra. Composizione nell assieme conservata, ma
danneggiata da una fenditura stuccata nella parte destra.

15.» È perduta.

16.° S. Francesco che risana un giovinetto storpio.
Composizione divisa in due gruppi. A destra il Santo cir-
condato da sei frati, a sinistra i genitori che presentano il
fanciullo e indietro vari spettatori. Contiene questo quadro
14 figure ed è sufficientemente conservato.

17.° È perduta.

18.° Il Santo risana uno storpio alla presenza di un
Vescovo. Opera di 13 figure conservata.

19.» È perduta.

20.° A destra il Santo, fra tre frati ritto, conferma
nella sua vocazione un novizio, che gli sta innanzi genu-
flesso in atto contrito facendogli vedere il proprio cappuccio
tra le fiamme senza lesione. Composizione ben conservata.

21.° È perduta. |

22.° Resurrezione di un morto per intercessione del
Santo. Composizione perduta nel lato sinistro. Nel centro è
il Santo inginocchiato in atto di pregare fra popolo e sol-
dati. Restano di questo quadro 10 figure.

23.° Composizione perduta.

24.9 Il municipio di S. Severino nella Marca di An-
cona cede il terreno opportuno al Santo perchè edifichi un
DI S FRANCESCO IN ASSISI 211

convento e richiesto di apporre la propria firma nell istru-
mento di cessione v'imprime prodigiosamente un Serafino
con l'estremità del suo cordone intinta nel calamaio, come
vedesi nella scritta che sostiene un magistrato. La sud? città
adottò da poi per sua insegna un Serafino. Quadro conser-
vato e ricco di figure, ma mutilato nel centro da una finestra.

25.° S. Franceseo coi tredici compagni si sfamano col
pane prodigiosamente loro provveduto. Quasi svanita.

26.° Composizione perduta.

27.° S. Chiara caccia i Saraceni da S. Damiano. Com-
posizione alquanto svanita. A sinistra a capo di una -scala
vedesi la Santa col Tabernacolo nella destra e dietro a lei
genuflesse molte monache. A destra una ‘schiera di Saraceni
che si precipitano dalle scale. Questo quadro contiene 16 figure
più sviluppate ed altre indietro.

28.° S. Chiara in presenza del Papa benedice il pane
sulla mensa. A destra in capo al desco la Santa in piedi
leva la destra in atto di benedire, a sinistra il Pontefice
meravigliato dietro alla Santa, varie monache genuflesse, al
lato opposto della mensa tre Cardinali. Composizione suffi-
cientemente conservata.

Dei 27 medaglioni coi ritratti a colori di varî Santi li
minoriti interposti fra le storie 20 ne sono perduti.

Nella parete rimpetto alla tribuna della Basilica nel
Chiostro terreno leggesi questa iscrizione recante nel mezzo
lo stemma del Pontefice Sisto IV: MESI

INOLITA SV QVECVS QDA LVSTRATA TVFIS
QVAM LELLI CESAR DEDERAT T MAXIMs OLIM
ET LICET OSCVRO FVERI LABENTIBVS ANIS
NVNO SVMO QVARTS DECORAVIT SIXTVS H

14 74 ONORE

Il Chiostro superiore contiene 26 colonne monolite:
Pinferiore 24, composte di vari pezzi.
e ip TUE i = "Re >

DESCRIZIONI DELLA BASILICA

ANTICO CAPITOLO.

Le quattro crociere (ciascuna a quattro vele) di questa
sala sono rette nel centro da una robusta colonna monolita
di travertino con analogo basamento e capitello.

In una parete vi è un affresco del Giottino di forma
semicircolare largo m. 6 c. 04, alto m. 3 c. 40, circoscritto
da una fascia a mosaico.

Nel centro è Cristo in croce circondato da sei Serafini;
nel basso si veggono inginocchiati, a destra S. Chiara, a si-
nistra S. Francesco, ed in piedi a destra S. Giovanni, S. Pietro
e S. Antonio, a sinistra la Vergine, S. Paolo e S. Ludovico -
Vescovo, figure notabilmente svanite. Orna l’archivolto un
fregio in sufficiente stato, largo cent. 45, intersecato da sei
piecole mezze figure e da ornati a colori.

Da questo capitolo si passa alle

CAMERE DI S. GIUSEPPE DA. COPERTINO
abitate da questo Santo per vari anni
e defunto in Osimo nel 1663.

Nella lunetta sovra la porta d'ingresso vedesi un pic-
| colo affresco rappresentante S. Francesco con ai lati i suoi
compagni, dipinto in sufficiente conservazione del Sermei.
In queste camere esiste una S. Famiglia, quadro in tela
ad olio di scuola bolognese, alto m. 1 c. 24, largo m. 1
c. 9; tre ritratti del Santo in tela, uno ovale, uno qua-
drato, altro di piecole dimensioni: due pianete già adoperate
dal Santo; il Breviario del. medesimo (mancante di principio
e del fine) recante autografa nella copertina la seguente
leggenda:
Breviario del Padre Giuseppe da Copertino datomi dalla
madre donna Anna Camilla Petroni quale breviario le fu dato
dal Padre maestro Lucio suo fratello dei Minori Conventuali.

LU
DI S. FRANCESCO IN ASSISI 213

Alcune lettere dirette al Santo, fra le quali notansi
autografe le seguenti minute da lui inviate di riscontro:

12 Dicembre 1651 All’ Abate Rapaccioli

23 d.° Al medesimo

21 Marzo 1652 ‘ AI Padre Generale dell’ Ordine
4 Aprile Al Vescovo di Macerata

16 Giugno Al Cardinal Ludovisi

6 Luglio A Fra Bonaventura

(senza data) Al Vescovo di Nocera

1° Aprile 1653 Al Vescovo di Nocera

23 Maggio A Monsignor Rapaccioli

30 Maggio Al Conte del Bufalo Nicolini
(senza data) Al Cardinal Rapaccioli
(senza data) Alla Infante di Spagna (1).

REFETTORIO PICCOLO.

Nella parete di fronte grandioso affresco di forma cir-
colare nella sommità, opera di Dono Doni, in buono stato
largo m. 7 c. 58, alto m. 5, rappresentante il Cenacolo in
figure maggiori del vero. Nel centro sotto un ricco trono

| siede a mensa il Redentore sul cui ‘seno è addormentato a
destra il discepolo S. Giovanni. Quasi dinanzi a Cristo siede
Giuda con la mano sinistra alla borsa e con la destra sul
piattello. A sinistra del Redentore siede attonito Pietro, a
cui dappresso altro discepolo si reclina verso Gesù; all’ estre-
mità sinistra altri discepoli ragionano fra loro; prossimo a
S. Giovanni è S. Giacomo minore colle braccia conserte sul
petto e volto verso il Nazzareno; presso di lui altri tre sono

(1) Altre minute autografe. di lettere del Santo, non che varie let-
tere a lui inviate pure da varî Regnanti di Europa, si conservano nel-
l’ Archivio di questo Sacro Convento.
214 DESCRIZIONI DELLA BASILICA

in stretto colloquio; e l'ultima figura porge orecchio al ra-
gionamento.

La parete è architettonicamente ornata e dipinta; la
composizione è circoscritta da un arco dipinto ad intaglio;
nel pilastro sinistro si legge: FG: P-F-F:(1)e nel destro:
A D:M-D:DLXXIIL

Nella parete di fronte vi è una prospettiva del Bottani
di Fuligno, sulla maniera del Bibiena, ben conservata.

Questo Refettorio è lungo m. 21 c. 64, largo m. 9 c. 35.

REFETTORIO GRANDE
; largo m. 11 c. 14; lungo m. 57 c. 90.

Nella parete destra dell ingresso grandiosa tela dipinta
ad olio dal Napolitano Solimene rappresentante il Cenacolo.
Composizione ben conservata di 19 figure grandi al vero (2).
La parete incontro è ornata di una prospettiva a guazzo
del Bottacci (1757) nel cui fondo è rappresentato S. Fran-
cesco che presenta la regola al Pontefice. Composizione di
7 figure (3).
Le pareti laterali sono adorne di 22 ritratti ovali in tela
di nessun pregio artistico, rappresentanti i Sommi Pontefici È
ed i Benefattori dell’ Ordine Minoritico. |
Dallato del mezzogiorno viene illuminato questo locale
da dodici finestroni. Nella medesima parete veggonsi due
pulpiti in pietra di varia ed elegante forma, opera del se-
colo xiv in buono stato. Nel centro del refettorio vi sono
tre tavole di pietra rette da colonnette, una delle quali non

(1) Frater Gregorius Penna fieri fecit, Simile iscrizione trovasi ripe-
tuta nell'affresco 17° del loggiato terreno, nel chiostro maggiore.

(2) Prima decorava questa parete un affresco di Frate Martino:
allievo del Memmi di Siena.

(3) Prima eravi un Crocifisso con S. Chiara e S. Francesco, opera
del Doni. L’ affresco attuale del secolo xviri, danneggiato nel 1861 dai
militari ivi acquartierati, fu ristorato nel 1862,

r DI S. FRANCESCO IN ASSISI | 215
manca di pregio per la forma ed il lavoro, che ascende al
Secolo XIIII.

AlPesterno del refettorio vedesi a muro un ben inteso
lavamano di pietra bianca e rossa, del secolo xii, merite-
vole di essere restaurato; esso é ornato dell'analoga vasca.

FORESTERIA.

Al lato sinistro dell’ingresso nella parete leggesi la se-
guente iscrizione a colori, a memoria di Filippo III e IV
Re di Spagna, sormontata dallo stemma di questo Regno.

Philippo III et Philippo IV filio austriacis
- hispaniarum regibus catholicis
quod
vetustis huius sacrae Domus fundamentis
novitiorum aegrotantium, advenarumque commodo
ministris ordinis opem ferentibus
amplas aedes
regia munificentia super extruendas curaverint
Custos et Patres Saeri Conventus
i ad aram Domini perpetuo memores
hoc publicum grati animi testimonium
posuere.

Nel corridoio della Foresteria sul finestrone che è nel
fondo intorno ad un’istoria di S. Francesco stimmatizzato,
lavoro del Bertini (1), veggonsi molti frammenti di antichi
vetri coloriti nel 1300 e tolti dalle finestre della Basilica.
Fra questi sono degni d’osservazione: « La fuga in Egitto »
composizione di tre figure racchiuse entro un circolo e « La
Vergine seduta incoronata da due Angioli ».

(1) Del Bertini entro il Convento si vede in una camera anche
una vetrata a colori rappresentante S. Antonio da Padova al fopitolo di
Arles mentre cu appare S. Francesco,
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Le pareti di questo corridoio sono adorne di 103 ritratti
in tela dei Generali dell’ Ordine Minoritico compresovi il Pa-
triarea S. Francesco. Collezione di qualche pregio per Pisto-
ria francescana.

APPARTAMENTO PAPALE.

Questo appartamento fu abitato da molti Sovrani e Pon-
tefici fra cui da Innocenzo IV (1253), Clemente IV (1265),
Niccolò V, Pio II e Sisto IV.

Vi esistono nella sala d’ingresso quattro tele quadrilun-
ghe ad olio, le prime due delle quali in mezza, le altre due
ad intera figura rappresentanti: 1.° la Madonna al sepolcro;
2.° David che mostra la testa di Golia; 3.° la Deposizione di
Cristo (sofferta); 4.° il Sacrificio di Isacco (sofferta); nonchè
due piccole tele ad olio col figliuol prodigo, opere di qualche
scolaro del Guercino. In una camera da ricevimento adorna
di eleganti cornici dorate recanti lo stemma di Francia (dei
Borboni) vi è una diligente copia, tolta dall’ originale di Le
Brunn, del S. Luigi Re di Francia, esistente nella cappella
imperiale di Parigi. In altra sala cinque tele a olio della
scuola del Luti, donate dai Medici Granduchi di Toscana,
rappresentanti: 1.° S. Francesco che si getta nelle spine;
2.° S. Francesco prima di morire è vestito della sua tonaca
per ordine del suo Generale; 3.° le Stimmate di S. Francesco ;
4.° la Morte di S. Francesco; 5.° una Visione di S. Francesco
cui la Vergine Madre offre nelle braccia il Divino Infante;
in discreta conservazione.

Sisto IV non solo ampliò questo vasto Convento ma lo
ristabilì pure in più luoghi ai suoi giorni minacciante ruina.
Difatto in un gran muraglione di sostegno del pericolante
edificio, detto volgarmente la Scarpa, fu apposta come ancor
vedesi con analogo stemma la sua immagine scolpita in pietra
LI S, FRANCESCO IN ASSISI 217

ed ad intera figura benedicente e. seduta entro elegante edi-
eola (1); ed in eorridoio sovrapposto, nelle rinnovate vólte
vedesi intagliato in pietra il suo stemma ed in una parete
la seguente iscrizione dipinta:.

1480 Sixtus IV Pont. maxim. dedit

BIBLIOTECA ED ARCHIVI.

Questo bello, amplo e ben custodito locale è fornito di
varie migliaia di volumi; tra questi veggonsi rare edizioni
appartenenti a diversi rami di scibile, ma particolarmente in
dottrine sacre, espositori biblici, teologia, geografia, storia
ecclesiastica e profana, oratori e filosofi. Quasi nulla contiene
relativo alle arti del disegno.

Era pure ricco di antichi codici e di pregevolissimi
manoscritti relativi però agli studi claustrali, ma di questi
i più pregiati nelle soppressioni ed i politici rivolgimenti
andarono sventuratamente dispersi (2).

Anco i due archivi, tanto quello storico ed amministra-
tivo che l'altro musicale, sono forniti il primo di belle me-

(1) Il Comune di Assisi, essendone Vescovo Andrea Egidi minorita,
dietro consiglio tenuto il dì ultimo novembre 1472 (seg. su lib. delle
Rifor.), favorì d'assai questo restauro che dal Pontefice Sisto IV fu affi-
dato a Baccio Pintelli, il quale per tale opera meritò lode anco dal
Vasari. j

Nella fabbrica, principalmente dal lato di ponente che viene inte-
ramente occupata da questa Scarpa, occorre che le acque del detto piano
sieno condottate acciò cadendo nel detto muro di sostegno non produ-
cano lo slegamento del murato, e qui si consiglia di torre da questo.e
dagli altri lati della fabbrica le erbe, che appendendosi alle fenditure
del muro ne producono elleno pure lo slegamento. VERA

(2) Nella Biblioteca veggonsi tre libri corali in pergamena del, m
secolo xir adorni un tempo di miniature, le quali sono state tutte |
derubate.
218 * DESCRIZIONI DELLA BASILICA

morie ed il secondo di pregiate musiche del Palestrina ad
uso della cappella di questo Santuario (1).

E qui al maggiore decoro di questo insigne Monumento
di arte e della musica sacra, stante le ristrette ed aggravate
finanze del Convento, sarebbe utile che il Regio Governo
provvedesse di maggior stipendio i cantori che ne sono ad-
detti all’ officiatura quotidiana, ai quali somministra la fami-
glia religiosa scuola musicale, albergo e vitto.

CAPITOLO NUOVO.

Questo capitolo per cedimento del terrapieno sottostante
e delle mura di sostegno ha d'uopo di riparazione nel pian-
cito. e nella parete che corrisponde al Chiostro che conduce
alla Foresteria. Abbisognerebbe pure di restauro il piancito
del primo Chiostro nel lato che conduce al Loggione o Calcio
ed il pavimento d’ingresso al Convento.

Questo che appellasi Loggione o Calcio (2) è una loggia
esterna coperta che abbraccia tutta la lunghezza del Con-
vento dal lato di mezzogiorno.

Andrebbe ristorata delle colonnine che mancano negl’in-
termedi degli archi.

(1) Dall’ archivio istorico andrebbero trasferiti all’ archivio musicale
alcuni libri, parte in stampa, parte manoscritti di musica, che in oggi si
veggono nell’ armadio medio della camera che precede l’ archivio propria-
mente detto.

Nell’ archivio storico esiste un libro corale in pergamena del se-
colo xig adorno un tempo di miniature, delle quali oggi una sola ne
esiste, rappresentante tre storpi risanati alla tomba di S. Francesco.

(2) Lunghezza del braccio principale m. 61 c. 42; larghezza non
compresi i sedili da ambo i lati m. 2 c. 30, compresi i sedili 3 c. 10.
Il braccio secondario è lungo m. 34 c. 17; largo senza i sedili m. 3 c. 30,
compresi questi 4 c. 04. DI S. FRANCESCO IN ASSISI 219

CHIOSTRO DEL CEMETERIO (1)
a due ordini del Secolo XIV.

Nel chiostro terreno, presso la porta d’ingresso sul pavi-
mento in lapide sepolcrale ornata di stemma leggesi :

Hoe est sepulerum Vagnoli
Morici de Nice (carattere gotico).

Ivi nella parete stemma Baglioni, il quale addita il se-
polero di Oddo di Baglione dei Baglioni di Perugia che fu
Podestà di Assisi nel 1350 e che defunto fu quivi tumulato.

Prendendo dal lato destro del Chiostro, nella parete in
un basamento ornato di due uguali stemmi:

Sepultura Venture Ranaldi
M.CC.LXXXXV (carattere gotico).

Nella parete in basamento:

Istud est sepulerum
Francisci Ufredutii (carattere gotico).

In basamento ornato di stemma:

S. Filiorum
Rainaldutii dni Bosonis
Com. Saxi Rubei

Iscrizione assai guasta a caratteri gotici. I conti di Sasso
Rosso erano gli Scifi, illustre famiglia di Assisi, cui appar-
tenne S. Chiara.

(1) E qui crediamo di annunciare che non solo si tumulano i cada-
veri in questo cemeterio ma pure nella Basilica inferiore. Ad impedire
che ciò si continui in appresso in ambi gli accennati luoghi, il R. Go-
. verno dovrebbe stimolare il Municipio di Assisi a compiere al più presto
l’incominciato Camposanto posto fuori della porta S. Giacomo,

nin; Tie AREE ATL i ME ER Ace e ZI DA na
AK £o a I -

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i QM REMPIENSDSPP.. LIIONEO DID DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Nella parete in basamento:

Istud sepulc. est ugolini
dni Monaldi .... sacris .... (carattere gotico).

Nella parete in basamento (che reca un timpano ornato

di stemma):
Depositum
de costis (carattere romano).

In basamento:

S. Ciccoli Becca.
a. d. M.CCC.XXXx. (carattere gotico).

In basamento ornato di due uguali stemmi:

SUPHIOBS
vici. ceccie Scortii. (carattere gotico).

In basamento ornato di stemma:

S. Magistri

Johis. Magistri. Simonis

de lucci a. dni. M.ccc.

XXX.VII. die julii (carattere gotico).

Nel pavimento lapide sepolcrale ornata di doppio stemma:

a memoria di Giuseppe de Miti e della sua
consorte Bonacosti (1610)

Nel pavimento lapide sepolcrale adorna di stemma:

a memoria
del giureconsulto Dono dei Doni (1623)

In basamento ornato di stemma:

S. Magistri Nicolai Bartolo
mei dci. calabrese (carattere gotico).

In basamento:

S. Magistri
Francisci Bartoli pagoli
e. sue familie (carattere gotico).
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

Nel pavimento in lapide sepolcrale del secolo xvVI:

Sermei et descendentium

In basamento :

S. Mucutii putii
spetial. M.CCC.XXIX (carattere gotico).

In basamento:

S. ioli pesini
M.CCC.XXIX (carattere gotico).

Nel pavimento lapide sepolcrale :

del dottore in filosofia
e medicina Benedetto Maghetti (1624)

Nel pavimento lapide sepolcrale ornata di stemma a

di Egidio Paci giureconsulto (1619)

Nella parete lapide recante incisa:

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3

Nel pavimento lapide sepolcrale recante:
DI S. FRANCESCO IN ASSISI

DIPENDONO DA QUESTO SACRO CONVENTO
LE SEGUENTI CHIESE E PARROCCHIE:

1. Parrocchia di S. Margherita entro la città di Assisi.
9

»

9. »
4. »
5, »
6 PP.
7. Chiesa
8. »
9. »
10. »
15h »

di Porziano, nel territorio e diocesi di Assisi.
del Paradiso nello stesso territorio e diocesi.
della Pieve S. Nicolò ove sopra.

di Rivotorto ove sopra.

del Poggio di sopra ove sopra.

di S. Francesco entro la città di Assisi (1).
di S. Giovanni presso Rivotorto.

della Rocca con suo Conventino nel sullo-
dato territorio.

della Abadia ove sopra.

del Gualdo ove sopra.

(1) Detto S. Francescuccio, già stalla ove nacque questo Serafico

Patriarca.
DESCRIZIONI DELLA BASILICA

DIES. FRANGCESCO=D' ASSISI
O DI QUESTO CELEBRE SANTUARIO
SCRISSERO PRINCIPALMENTE :

Tommaso da Celano (Vita S. Francisci).
I tre compagni di S. Francesco, Leone suo segretario e con-
fessore, Angelo e Rufino (Vita a tribus ipsius Sancti sociis).
S. Bonaventura (Legenda Major et Minor).
Bartolomeo da Pisa (Liber conformitatum).
Wadding (Annal Min.).
Fortunato Hueber (Menologium Franciscanum).
Sbaraglia (Supplem. al. Wadding).
Tossignano Pietro Rodolfo (Hist. Serafica).
Salvatore Vitale (Chronica Seraphici Montis Alverniae).
Giovanni Maria de Vernon (Annales Generales Ordinis etc.).
Michelangelo da Napoli (Chronologia historico legalis or-
dinis etc.).
Francesco M.° Angeli (Collis Paradisi amenitas seu Sacri
Conventus Asisiensis historia).
Bruschelli (Assis?, città Serafica).
Papini (Storia di S. Francesco).
Benoffi (Compendio di storia Minoritica).
Fea e Ranghiasci (Descrizione del Santuario di Assisi).
. Frediani Francesco (Vita di S. Francesco).
Chalippe Candido (Vie de S. Francois).
Górres (S. Francois troubadour o S. Francesco trovatore).
Cristofani Antonio (Cenno dei Monumenti di arte di Assisi).
Tullio Dandolo (S. Francesco di Assisi e due suoi discepoli).
Ozanam (Poeti Francescani; Traduz."* di Pietro Fanfani).
Emilio Chavin de Malan (Histoire de S. Francois d'Assise,
trad. di Cesare Guasti). ;
F. Merin (S. Francois d’ Assise et les Franciscains).

—__&——_—_—_—__—__

è
DI

S. FRANCESCO IN ASSISI

ELENCO DEGLI ARTEFICI
CHE OPERARONO NEL SANTUARIO D'ASSISI

Secolo XIII: È
« Lapo o Jacopo Architetto na
« Fr. Filippo da Campello Architetto j 4|
« Giunta da Pisa Pittore E |
« Fuecio Fiorentino Scultore ml
« Guido da Siena Pittore | x
« Fr. Mino da Turrita Pittore p |
« Bartolomeo da Pisa . Fonditore di Campane hi |
« Lotaringio da Pisa (figlio del NM

precedente) Fonditore di Campane 4 |
« Giovanni Cimabue Pittore 1 |
« Giotto di Bondone Pittore ed Architetto |

Secolo XIV: "i | 1
« Puecio Capanna . Pittore
« Simone Memmi da Siena Pittore i [

« Lippo Memmi da Siena Pittore : EE
« Angelo da Gubbio Pittore di vetri |

« Pietro: da Gubbio Pittore di vetri

« Pietro Cavallini di Roma Pittore

« Taddeo Gaddi Pittore i
« Giovanni Bonini Pittore di vetri |

« Giovanni di Taddeo Gaddi Pittore
« Tommaso Stefani detto Giot-

tino Pittore
« Pan di Faenza Pittore il
« Buonamico Buffalmacco (?) Pittore Il
« Fra Martino Pittore

Fra Antonio dell’ Alvergna Pittore di vetri
226

«

«
«
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«
«

«

«

«

DESCRIZIONI DELLA BASILICA

Secolo XV:

Fra Bartolomeo di Pian Ca-
stagnaio

Ceccoli di Giovanni di Assisi
Fra Francesco di Terranova
in Toscana

Valentino da Udine

Fra Gualberto Giotti
Baccio Pintelli

Francesco di Pietrasanta
Franceschino Zampa di Assisi
Girolamo di Bartolomeo (Leo-
nelli) di Assisi

Appollonio di Giovanni di
Ripatransone

Tommaso di Antonio fioren-
tino

Domenico di S. Severino

Secolo XVI:

Dono Doni di Assisi

Giulio Danti di Perugia
Giovanni Spagna

Tiberio di Assisi

Andrea Aloigi di Assisi d.°
PIngegno

Fiorenzo Perugino

Cesare Sermei

Girolamo Marinelli di Assisi

Secolo XVII:

Andrea Benedetto Forgnoni
d’ Imola

Lamparelli di Spello
Giacomo ‘Giorgetti di Assisi
Girolamo Martelli di Assisi
Solimene di Napoli

Pittore di vetri

Pittore

Pittore di vetri
Pittore di vetri
Pittore di vetri

Architetto

-Intagliatore

Intagliatore

Intagliatore

Intagliatore

Intagliatore
Intagliatore

Pittore
Scultore
Pittore
Pittore

Pittore
Intagliatore
Pittore

Pittore

Pittore
Pittore
Pittore
Pittore
Pittore

in pietra
in pietra

in pietra
in legno

in legno
in legno

in legno DI 8. FRANCESCO IN ASSISI

Secolo XVIII:

« Bottacci di Fuligno ‘ Pittore prospettico
Secolo XIX:

« Don Giuseppe Baldini di

Sassoferrato | Fonditore di Campane '
« Bertini Giovanni di Milano Pittore di vetri
« Pasquale Belli di Roma Architetto
« Giuseppe Brizi di Assisi Architetto

« Francesco Gianfredi di Roma Scultore

€«——

— ,
s vmmi@b6ò19q0

Assisi 25 Gennaio 1863

Fine della Relazione incominciata il 4 Novembre 1862,
redatta in doppio originale, delle quali una per il Regio Mi-
nistero delle Belle Arti e della Pubblica Istruzione, l’altra
per il Regio Prefetto dell Umbria Presidente della Deputa-
zione Provinciale.

Gro. BATTISTA Rossi ScorTI Vice Presidente
LES MARIANO GUARDABASSI j
LUIGI CARATTOLI

Membri della Commissione artistica della Provincia
dell’ Umbria.

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A completare il testo delle due descrizioni della Basilica,
indicando quale opera d’arte è scomparsa, quale non si trova
più al posto indicato, quale sia ora con più fondata ragione
attribuita ad artista diverso da quello creduto dagli autori
rispettivi, correggendo qualche inesattezza e riportando la
giusta lezione dei testi epigrafici trascritti, facendo menzione
di lavori di restauro o di ripristino eseguiti nell’ ultimo ses-
santennio, mi sono accinto per incarico della R. Deputazione
di Storia Patria per l Umbria nel miglior modo che mi è
stato possibile.

Ho fiducia che questa appendice valga a rendere più
interessante il contenuto del testo per gli studiosi di storia
francescana e di storia dell’arte; a questi ultimi è superfluo
far osservare come io non abbia creduto necessario riferire
i discordi giudizi dei critici circa l'autore di qualche dipinto,
limitandomi a dare il nome dell'artista che ha ottenuto più
numerosi ed autorevoli consensi.

P. B. MARINANGELI

dei Min. Conv.
NOTE ALLA DESCRIZIONE

DI FR. LUDOVICO DA CITTÀ DI CASTELLO

»

»

»

»

»

W

-1

10

- nota — Il P. Papini si chiamava Nicolò, non
Francesco, come qui è detto per una svista.
- ult. capov. — L'opinione che architetto della Ba-

silica fosse Lapo o Jacopo Tedesco, assai diffusa in
passato, è oggi ripudiata da tutti. Recenti ed auto-
revolissimi scrittori attribuiscono 1’ insigne monu-
mento al genio di Frate Elia.

.- ult. capov. — L'arma di cui si fa qui menzione,

non v'é più, essendo stato il pavimento rinnovato
di recente.

- în fine — Il mosaico. in parola non può essere
di Cimabue; quando fu fatta la porta ed il mosaico,
il grande artista era già morto.

- in princ. — La bizzarra ragione addotta per spie-
gare la porta binata, non ha alcun valore; la ra-
gione fu soltanto di ordine estetico.

- in fine — Il « fetore » non vi si sente più: pro-
babilmente, essendovi allora l’uso di tumulare i
morti nel Cimitero e nella stessa Chiesa, i miasmi
inevitabili venivano. spinti dal vento nel corpo
della Basilica.

- Riguardo all’ Architetto si rammenti quanto si
disse a pag. 6.

Me TT use LOS

e na
APPENDICE

- lin. 6 — Quello che qui si dice di Fra Elia, non
è vero; è questa una delle tante calunnie lanciate
dai malevoli contro il grande ed infelice frate,
tanto amato e stimato da S. Francesco.

13 - secondo capov. — Queste notizie desunte dal Vasari,

15

16

p

21

non sono attendibili. It cosiddetto « sepolcro della
Regina di Cipro » è stato oggetto di studii recenti
e recentissimi, ma non si può determinare con cer-
tezza a chi appartenga e chi l’ abbia eseguito.

- terzo capov. — I torrioni sono 12, ma la scaletta
a lumaca l hanno soltanto i due che fiancheggiano
la facciata e gli altri due tra la crociera e l’ abside.
- a metà — Il vaso di porfido restò nel luogo ri-
cordato dall’ autore fino a cent’ anni or sono, e servi
di acquasantiera; ora è collocato in alto, a destra
di chi entra in Basilica, sulla tomba dei Cerchi.

- linea 7 — Il leggio esagonale è sparito da lun-
ghissimo tempo; da alcuni, però erroneamente, si
vuole che sia quello ora esistente nella Chiesa par-
rocchiale di S. Giacomo a Foligno.

- ultimo capov. — Riguardo al sepolero della Re-
gina di Cipro, vedasi quanto fu detto poco sopra.
- secondo capov. — Delle 12 statuette degli Apostoli,
ne restano solo alcune, molto malconcie, che si
conservano nel Cimitero tra altri avanzi archi-
tettonici.

- verso il mezzo — La tavola dello Spagna, opera
delle sue migliori, fu tolta da questa Cappella ed
addossata alla parete sinistra della Cappella di
S. Giovanni Battista, dove è rimasta una sessan-
tina d’ anni. Nella primavera del 1927 fu tolta an-
che di qui e collocata nel Tesoro della Basilica,
dove ora si trova.

- linea 6 — Questi altarini non esistono più, e
questi spazii non sono più adibiti a cappelle.
»

»

»

»

»

»

»

»

»

21

24

24

25

29

30

30

32

APPENDICE 235

- terz' ult. linea — Il gonfalone di Nicolò da Fo-
ligno purtroppo non si trova più qui; acquistato
verso il 1830 dal barone di Riimhor e portato in
Germania, fu dal conte Umberto Gnoli ritrovato
a Koewelaer presso Colonia e pubblicato nel Bol-
lettino del Min. della P. I.

- linea 10 — Questa Cappella fu dipinta da Simone
Martini, non da Puccio Capanna.

- ult. capov. — Vi era un altro edificio, di cui re-
stano aleuni avanzi ben visibili; il Card. Albornoz
lo trasformò, addossando ai muri laterali Pemiot-
tagono della sua Cappella. :

- linea 3 — Le pitture di questa Cappella sono
totalmente perite, in epoca assai remota.

- ult. capov. — La Sacrestia della Chiesa inferiore
fu radicalmente trasformata nel 1629; 1’ altare di
cui parla l’autore non esiste più.

- linea 5 — Il tabernacolo con la relativa statua
non si trovano più in questa Cappella.

- terzo capov. — Questa Cappella non fu eseguita
per commissione dal supposto Cardinale, ma da
Tebaldo Pontano o da Ponte, Vescovo di Assisi,
di cui è lo stemma e che vi è raffigurato due volte.
L'autore mostra di non esser sicuro di quanto af-
ferma, e le sue induzioni sono un po’ arbitrarie.
- a metà — Gli affreschi del niechione oggi ven-
gono attribuiti a Stefano Fiorentino, anzichè a
Puccio Capanna.

- poco sotto — I sedili in pietra, di cui qui si parla,
non vi sono più.

- prima metà — Tutte queste colonne coi relativi
cancelli, furono tolte nei restauri eseguiti dal Ca-
valcaselle. Le colonne e parte degli architravi, si
trovano al Cimitero; con le serraglie di ferro bat-
tuto furono recentemente formati i cancelli in fondo
APPENDICE

alla Basilica Superiore, nel Chiostro grande e nel
Cimitero.

Pag. 34 - a metà — La grata di ferro con lo sportelletto,

»

»

»

»

».

PAS.

»

»

»

di cui qui si parla, non esistono più.

47 - primo capov. — La pittura qui descritta non esiste

più; al principio del seicento fu sostituita con il
Giudizio umiversale del Sermei.

50 - in princ. — Le pitture di questo « quadro con la

volta a botte » sono opera di valenti seguaci di
Giotto. Qui il manoscritto è disordinato; infatti è
solo a pag. 53 e seg. che si descrivono le pitture
di questo lato del transetto.

50 - verso la fine — La grata di ferro da tempo im-

x

memorabile è stata tolta; probabilmente è quella
che si trova in cima allo scalone della selva, che
difatti reca inciso sul ferro del catenaccio lo stemma
di Casa Orsini.

Dl - linea 2 — L'altare antico con lo stemma, furono

guasti nelle trasformazioni avvenute in seguito; oggi
vi è un moderno altare in stile gotico, molto pesante.

51 - linea 3 — La tomba del Card. Orsini, pregevolis-

simo lavoro, non è di stucco, ma di pietra caciolfa.

52 - primo capov. — Questa loggia di legno era un

coretto, al quale si accedeva dall’ Appartamento
Papale; al presente rimane soltanto una piccola
griglia di legno.

54 - verso la fine — Questo altarino di S. Elisabetta

con relativa grata di ferro, non esistono più. Le
pitture sono attribuite a Simone Martini e a suo
fratello Donato.

56 - secondo capov. — Non v'è più traccia di questa

sepoltura e del cappello.

58 - a metà — Tale pittura come pure tutte le altre

che formano il cielo completo della Passione, sono
di Pietro Lorenzetti da Siena e seguaci.
Pag.

»

»

»

»

»

58

60

61

APPENDICE 237

- verso la fine — La guglia che anticamente coro-
nava il campanile, fu demolita nel 1530; ne resta il
basamento ottagonale sopra il piano delle campane.
- primo capov. — I corpi dei quattro Beati ripo-
sano ancora sotto l’altare, ma la loro tomba, si-
mile a quella posta dall’ altro lato della crociera,
fu guasta nel 1604, quando a questa parete fu ad-
dossato un altare di marmo, che rovinò la parte
centrale dell'affresco della Crocifissione. Questo al-
tare fu poi rimosso dal Cavalcaselle..

- a metà — Quanto qui si dice, bisogna accettarlo
con molte riserve, sia per quanto riguarda il fa-
moso Duca d'Atene, sia per quello che si dice delle
pitture e del dono fatto alla Basilica. Certamente
il S. Convento non: ebbe mai il possesso della
Pieve di S. Tecla.

- linea 5 — Anche questi minori affreschi, come
tutte le altre pitture di questa parte della Basilica,
sono del Lorenzetti.'

- primo capov. — Si tenga conto di quanto è stato
detto nelle note precedenti a proposito degli autori
di queste pitture. : :

2- a metà — Degli antichi tre finestroni con epi-

sodii della vita di S. Giovanni Battista, resta solo
quello di mezzo; l’attuale a sinistra fu formato
con parti di antiche vetrate della Basilica superiore
e del Duomo di Foligno; quello di destra è un
brutto lavoro del Bertini. L'organo di cui qui parla
l’autore, fu rimosso dal Cavaleaselle; 1’ orchestra
che era rimasta inutile ed ingombrante, è stata
tolta recentemente, e la parete fu ricomposta come
era in origine. Il quadro di cui parla l' autore, era
stato trasportato nella Sagrestia interiore, ma an-
che da qui è stato rimosso, ed ora si conserva nel
Tesoro.
py e pri figo T € : "

x. i

238 APPENDICE

Pag. 64 - linea 3 — Questo stemma, creduto della fami-
glia di S. Francesco, si vede tuttora nel capitello
della seconda colonna, con gli stemmi di Sisto IV
e del S. Convento: oggi tale opinione è comune-
mente rigettata.

» 66 - secondo capov. — La parola « sime (?) », così tra-
scritta dal copista, è una abbreviazione di « simil-
mente ». Il finestrone di Sisto IV, qui descritto,
non si sa che fine abbia fatto. Nel 1839 fu sostituito
con uno stridente finestrone del Bertini; ora si è
rimessa al suo posto di origine la metà della ve-
trata ducentesca completata nelta: metà mancante
con perfetta intonazione stilistica e cromatica dalla
Caselli di Perugia. Del finestrone di Sisto IV resta
tuttora il rosone centrale in alto, con lo stemma
del Pontefice, e due ventagli laterali.

» 69 - secondo capov. — I quattro personaggi che figu-
rano in queste pitture insieme ai quattro grandi
Dottori della Chiesa latina, non sono dottori secon-
dari appartenenti alle quattro grandi Religioni;
sono semplicemente amanuensi 0 segretarii; quindi
è arbitraria la spiegazione data dall’ autore. Anche
il copista si è ingannato nell’ interpretazione delle
quattro iniziali B. A. Do. F. (la terza si doveva
leggere « Do » e non « La »): esse significano Be-
nedettina, Agostiniana, Domenicana, Francescana, e
così si spiega il mistero accennato nella nota (1).

» 70 - secondo capov. — Sembrerebbe dalla disposizione
ortografica, che le parole « In Legenda ete. » do-
vessero trovarsi realmente scritte sotto le storie
della vita di S. Francesco; invece non è che un
appunto del vecchio scrittore, che annotò qui la
fonte dalla quale furono tolte le iscrizioni poste
sotto a ciascuno dei ventotto affreschi di Giotto.

Questa fonte è la Leggenda maggiore di S. Bona-
Pag.

T1

12

salone, con una magnifica fuga di pilastri ed arcate

APPENDICE 239

ventura, che vi é fedelmente riprodotta capitolo
per capitolo, salvo due episodi spostati per ragioni
che si intuiscono. L'autore a questo punto riporta
quei pochi brani di iscrizioni che egli potè leggere.
Già al suo tempo le pitture erano rovinate quasi :
quanto oggi, perché egli pochissimo poté leggere
delle iscrizioni. Se vi si fosse messo con più dili-
genza, egli avrebbe potuto trovarvi di piü, come
vi fu trovato nel 1910, quando queste iscrizioni fu-
rono lette e ricostruite. Questo studio comparve nel
vol XIII della Miscellanea Francescana (Assisi -
S. Convento), pag. 97-112. In esso fu riportato qua-
dro per quadro quello che vi aveva letto il nostro
Fra Ludovico, quello che si poteva e si può tut-
tora leggervi, poi il testo correlativo della Leggenda
di S. Bonaventura, ed infine la ricostruzione pro-
posta. Da tale prospetto si può vedere che il no-
stro Fra Ludovico o non aveva la vista buona, 0,
come sembra, non fu molto diligente trascrittore.

Poichè questa pubblicazione non contiene la
parte del manoscritto riguardante le pitture di
Giotto, chi desiderasse conoscere la trascrizione di
Fra Ludovico, potrà trovarla nel sullodato periodico. i
- ult. capov. — Si tratta della Sala del Capitolo,
alterata in seguito, poi finita di rovinare con Pa-
vervi stabilito una Palestra ginnastica! Non v’ è più
pavimento nè stemma: la finestra da dove si vede
un fianco della Chiesa, fu rovinata con un barbaro
squarcio, per dar passaggio dalla Palestra al Giardino
Papale, che fu adattato a Palestra esterna. Questa
Sala del Capitolo, importantissima per la sua strut-
tura e per un bellissimo affresco giottesco che vi si
ammira, deve essere restaurata e rimessa. in onore.
- linea 1 — Questo dormitorio era un bellissimo
240

APPENDICE

gotiche. Fu poi diviso e suddiviso, ricavandone
varii ambienti. Nel 1927, in occasione della Mostra
Francescana fu quasi intieramente ripristinato, ma
meriterebbe un ripristino più completo ancora.

Il dormitorio comunicava e comunica anche
oggi con la nuova fabbrica dell’ Albornoz, che
è formata di quattro immensi ambienti di metri
42 X 12, sovrapposti. Sisto IV ne rifece tutte le
volte che minacciavano rovina, e fece costruire la
colossale scarpata che sostiene tutto il lato occi-
dentale dell’ edificio. :

Il Chiostro che qui è detto di S. Gironzo, sus-
siste solo in parte: rimangono solo una fila di belle
colonne ed i pilastri d'angolo di tutto il lato ri-

volto verso l'abside della Chiesa; ma gli spazi tra
colonna e colonna sono chiusi da un muretto, che
costituisce una delle quattro pareti di un moderno
dormitorio. L'iscrizione « Sixtus Quartus ete. » che
era sopra il finestrone, non vi è più.

Pag. 73 - a metà — Quest iscrizione si trova nel parapetto

del Chiostro superiore, dalla parte esterna, di fronte
allabside. Nel mezzo vi è lo stemma di Sisto IV,
e sotto la data 1474. L'iscrizione è contenuta in
due lastroni rettangolari di travertino contenenti
mezzo verso per uno, in modo da formare come
un tutto unito, con lo stemma nel mezzo, La scrit-
tura è a grandi maiuscole romane, con molte ab-
breviazioni, e dice esattamente così:
INOLITA SU QUECUS
QDA LUSTRATA TUFIS
QUAM LELLI CESAR
DEDERAT T MAXIMS OLIM
ET LICET OSCURO
FUERI LABENTIBUS ANIS
NUNC SUMO QUARTS ;
DECORAVIT SIXTUS HONORE Pag.

»

»

»

»

»

73
74

75

TT

T1

80

APPENDICE 241

- in fine — Vedasi la nota a pag. 58.

- a metà — La casa paterna di S. Chiara, secondo
documenti oggi conosciuti, non era qui, ma nei
pressi della Cattedrale.

- prima metà Notevole questa testimonianza
sulla Casa paterna di S. Francesco, che pochi anni
dopo fu trasformata in Chiesa, e sulla Stalletta in
eui era nato il Santo, già da lungo tempo trasfor-
mata in Cappella.

- in fine — Sulla porta trecentesca della chiesetta
si leggono ancora in gotico minuscolo le parole non
bene trascritte da Fra Ludovico:

hoc oratorium fuit bovis et asini stabulum in quo
natus est sanctus franciscus mundi speculum.

- linea 6 — L'autore sembra voglia identificare
Bagnaia con Satriano, ma ciò è contrario al vero.
Bagnaia è in territorio di Nocera, mentre Satriano
era in territorio di Assisi e dava il nome ad una
balìa. Il castello di Satriano fu distrutto molti se-
coli or sono, e forse per questo lo scrittore non
seppe identificarlo.

- secondo capov. — Vi è traccia di questa fonta-
nella, da non confondersi tuttavia con quella mo-
derna che sta presso il contrafforte di mezzo.

- ultimo capov. — Da questo punto sino alla fine,
si descrivono le pitture che sulla fine del cinque-
cento si trovavano nella Chiesa di S. Chiara, in
un punto non indicato, ma che si può approssima-
tivamente determinare dalle parole dell’ autore, se-
condo il quale la parte della pittura che rimaneva

‘a mano destra, era « verso septentrione ».

Si tratta dunque del braccio sinistro della ero-
cera, la cui parete di fondo reca il frammento di

una deliziosa Natività trecentesca; è da escludere

che ivi fosse anche la grandiosa composizione al-

Ko AM LAE T à h

Pa IA

ii Mn APPENDICE

legorica che il Frate descrive. Quasi sicuramente
questo dipinto doveva occupare la parete sinistra
del braccio stesso per chi volga le spalle all’ altar
maggiore; ma i recenti restauri che hanno ridato
alla luce tanti affreschi di questo e del braccio de-
stro, tolgono ogni speranza che qualche cosa ancora
ne rimanga: purtroppo il muro è coperto da un

intonaco tinto di grigio senza nè pure un centi-
metro quadro della vecchia pittura!
Pag.

»

»

»

»

»

»

NOTE ALLA DESCRIZIONE

DELLA COMMISSIONE UMBRA

due Chiese avvenne il 25 maggio, non P11 giu-
gno 1253.

91 - linea 2 — Si è già notato a pag. 6 che questo ar- i |
chitetto Lapo non si ritiene più costruttore della BÍ
Basilica. |

91 - linea 3 — La consacrazione o dedicazione delle |

|

veli : È

91 - nota (1) — La prima pietra fu posta il 17 lu- i
glio 1228, non il 15 maggio. i |
92 - prima metà — Tutti i restauri qui consigliati sono 4

stati eseguiti, e così pure l'occhio in mezzo al tim-
pano è stato munito di solida vetrata. |

92 - nota (2) — Opinione infondata quella delP archi-
tetto mandato da Federico II, e così pure la spie-
gazione delle aquile: anche nello stemma di Gre-
gorio IX figurava Paquila,

93 - ultima linea — Si legga « due istorie » e non
« due istoni »; errore tipografico.

94 - linea 2 — Questa vetrata del Bertini è stata tolta,
come fu detto in una nota a pag. 66.

94 - secondo capov. — I nove tondi di cui si parla

nell’ ultima linea di questo capoverso, sono stati
»

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»

»

»

95

97

99

101

APPENDICE

impiegati per ricostituire l'attuale vetrata nel cen-
tro dell'abside, e sono quelli a sinistra.

- ultime linee — Il finestrone rotondo ad iride fu ri-
mosso dal Cavalcaselle; ora vi sono vetri comuni.
- principio — Questo altare era molto mal ridotto,
da quanto qui si dice, ma era forse meglio che
fosse rimasto così. Le terrecotte della faccia ante-
riore vennero tolte e in gran parte spezzate; i
pochi mosaici che restavano nella faccia verso
l'abside, e che avrebbero dovuto essere se non
completati, almeno rispettati, furono invece, una
trentina d'anni addietro, mascherati con l’attuale
pittura a finto mosaico.

- secondo capov. — I paleotti, gli angeli e la ba-
laustra (non baluastro) sono stati rimossi. L attuale
balaustra è opera del Morettini di Perugia.

- capov. 3 — La tela e gli angeli sono stati ri-
mossi.

- capov. 1 — Il Coro è stato diligentemente restau-
rato, e si trova in ottimo stato.

- seconda metà — L’attribuzione di questi affreschi
è cosa tuttora incerta e disputata. Riguardo allo
stato in cui trovavansi gli affreschi quando li esa-

minó la Commissione, si osservi che con i restauri

effettuati in seguito, molto si è potuto conservare,
e in qualche caso anche ricuperare: ad esempio nel
1° ordine i num. 1, 2, 3, 4 e 5 sono in discreto
stato; del 2° ordine, il 1° è in discreto stato, il 2°
non è tutto perduto, il 3° è quasi completo, il 4°
mostra qualcosa più delle semplici traccie, il 5° e
il 6° sono più che discreti e bellissimi; quelli che
invece hanno sofferto di più, sono gli affreschi della
parete sinistra. Del 1° ordine resta il N. 3 in di-
screto stato; del 2° ordine, il N. 1 è intero, ma
annerito, il N. 3 è discreto; gli altri molto deperiti.
APPENDICE 245

Pag. 106 e seg. — Anche per questi affreschi di Giotto, che
certo hanno molto sofferto, bisogna far qualche ri-
serva. Solo il 19°, il 20° e il 24° sono notevolmente
deperiti; in parecchi l’ umidità, penetrata tra pie-
tra e pietra, ha alterato i colori e quasi contor-
nato le pietre. In complesso questa serie di affre-
schi di Giotto si può dire abbastanza conservata.

» 111 - linea 3 — Il basamento di legno sopra la porta,
è stato rimosso.
» 117 - coro — Oggi si attribuiscono tutti questi affre-
schi a Cimabue, anzichè a Giunta Pisano.
» 118 - ultimo capov. — L'altare in legno con la relativa
tela, sono stati rimossi.
» 119 - prima metà — L’altare è stato tolto. Anche que- |

sta Crocifissione è ora attribuita a Cimabue, ma
purtroppo è quasi intieramente scomparsa: si di-
stinguono ancora le Marie che sorreggono la Ma-
donna.

» 119 - seconda metà — L’organo che qui viene più volte
nominato, è stato tolto.

» 120 - primo capov. — Con l’organo, sono stati rimossi
anche tutti gli oggetti qui menzionati, e le pareti
sono tutte perfettamente libere.

» 120 - ultime linee — Le lapidi, i ritratti e gli armadii
che deturpavano questa sacrestia, furono tolti re-
centemente.
» 121 - primo capov. — I tetti sono stati tutti rinnovati, i
i

ed anche recentissimamente sono stati restaurati, il
non solo i tetti, ma tutti i canali di scolo. Presen-
temente l’ umidità dell’acqua piovana non fa più
danni, ma purtroppo ai danni del passato non si
può riparare. Quanto suggeriscono qui i sigg. Com-
missarii per raccogliere e convogliare l’acqua pio-
i vana, è stato fatto. Anzi, i Religiosi che custodi-
E ; scono la Basilica, a tutte loro spese hanno protetto
APPENDICE

tutte le preziosissime vetrate antiche con dei forti
controfinestroni di vetro bianco, dimodochè la piog-
gia ed il vento non possono più deteriorare questi
preziosi e fragili tesori.

- ultime linee — Le foglie rampanti non sono state
rimesse, anzi furono tolti anche gli ultimi pezzi ri-
masti. Il timpano è ora perfettamente liscio e sem-
plice. Recentissimamente la R. Soprintendenza ai
Monumenti ha fatto restaurare le due torricelle che
fiancheggiano il timpano, che erano state barbara-
mente innalzate con una scandalosa muratura fatta
con pezzi di mattoni e di tegole. Demolita questa
vergognosa aggiunta, le torricelle sono state com-
pletate con varii giri di pietra della stessa qualità
e dello stesso lavoro di tutto il resto. Il finestrone
rotondo che è nel mezzo del timpano, non è stato
completato, come qui suggerivano i Commissarii ;
è stato però munito di solida invetriata. Così pure
sono stati chiusi i forami delle palcature, e riaperte
e munite di vetri le finestre, che danno luce ed aria
al soffitto della Chiesa superiore. Gli altri suggeri-
menti son rimaste lettera morta, eccetto solo i
parafulmini, che sono in opera. Quanto al pavi-
mento, è rimasto qual era, come anche il cupolino
della loggia il quale purtroppo nasconde la bella
veduta prospettica del fianco della Basilica. Ci au-
guriamo che venga demolito al più presto. Il tempo
ha fortunatamente pensato da sè a toglier via la
macchia bianca del muro sottostante facendone ca-
dere l'intonaco.

- principio — Si rammenti il già detto sull’ archi-
tetto.
- primo capov. — Il fregio a cordoni non è stato

restaurato, e tutto questo meraviglioso portale ha
gran bisogno di riparazioni.
APPENDICE 247

Pag. 124 - ultimo capov. — Non sono più ienou gli autori
di queste porte; essi sono Niccolò di Ugolino da
Gubbio che eseguì la porta di sinistra ncl 1546, e
Pompeo da Foligno, che eseguì quella di destra nel :
1573. Queste magnifiche porte, finemente intagliate,
erano state ricoperte bestialmente di vernice verde,
che, ripetuta piü volte, aveva quasi del tutto na-
seosto il lavoro dell intagliatore. Con pena e fatica
non lieve, furono ambedue interamente rinettate
da quella erosta ed ora si conservano benissimo.

» 126 - prima iscrizione — Non è trascritta fedelmente;

essa dice così:

GUIGLIELMI PE
TRUS CLARAE MENTIS
FIDEIQUE
PUBLICA PRIVA
TIS PREPONES R
ECTUS UBIQUE
HIC IACET ALA
BUS PERUSINIS
PULSUS INIQUE

= Si

UA tage ves lie e AIR ICE SIDA P TIENI TDi TIU Ir sre MS EE ED EET Le S SI t SERERE Ede P SCENE e E ea e
d " l| i 43
Seli n mn iii : mia x ECC UM, uii aon — — — - -

"

La nota relativa alla parola « a laribus », come Ao]
hanno letto i Commissarii, dice che le lettere R ed I
sono affatto consunte. Osservando bene, si vede la | il n
pietra integra e non consunta o scheggiata, e delle
due lettere non esiste traccia alcuna, benchè mi-
nima. La parola in questione non puó dunque es-
sere « a laribus », tanto più che la prima «a non è
affatto staccata dal resto. Deve pertanto leggersi

« alabus » ablativo con desinenza femminile invece
di « alis ».

» 126 - udtimo capov. — La volta e la parete sono rima-
ste bianche; non si può dir davvero che questo
atrio sia in uno stato decoroso. Si fosse almeno

dato il color travertino suggerito dai Commissarii!
248

Pag. 127

»

»

»

»

»

»

127

127

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130

131

134

134

134

APPENDICE

- linea 2 — Quello che osservano i Commissarii, è
vero purtroppo ancor oggi. L’invetriata del rosone
centrale, è disdicevole alla Basilica, ma finora nes-
suno ha provveduto a sostituirla.

- linea 4 — Questo avanzo fossile è stato traspor-
tato al Museo.

- penultima linea — Questo affresco oggi si giudica più
rettamente opera di un seguace di Ottaviano Nelli.
- primo capov. — Il monumento appartiene alla fa-
miglia dei Cerchi di Firenze, di cui ha lo stemma.
Il lavoro stesso è del secolo xiv, non già del xv
inoltrato.

- secondo capov. — Relativamente a questo sepol-
cro, detto « della Regina di Cipro », si veda quanto
fu detto nella nota alla pag. 13 - secondo capoverso.
- în fine — La tavola di Tiberio d? Assisi, qui men-
zionata, fu tolta di qui e collocata sopra la vecchia
orchestra, di fronte alla Sagrestia. Recentemente
ne fu rimossa, ed ora è conservata nel Tesoro
della . Basilica.

- linea 1 — Ancora oggi si puó ammirare nell ul-

timo quadro in alto a sinistra, nell’invetriata tre-

centesca, una enorme testa barbuta sull’ esile figu-
rina di una santa: barbaro restauro del Bertini.

- primo capov. — La macchina in legno che co-
priva l’altare,

x

è stata tolta via, e così pure il pa-
leotto. Ora il belPaltare coi suoi mosaici è
pletamente libero e visibile.

- ultimo capov. — Tutti i dipinti di questa Cap-
pella, che i Commissarii lamentano velati di pol-
vere, sono stati recentemente ripuliti, e sono in
ottimo stato. Da documenti trovati dal Filippini
nell’ Archivio del Collegio di Spagna in Bologna si
apprende che ne furono autori Andrea da Boloena
e Pace di Bartolo, da Assisi.

com-
»

»

»

»

»

»

E

»

»

Pag. 139.

140

141

143

146

APPENDICE i 249

- principio — Questi affreschi oggi non sono più
attribuiti a Guido da Siena; chiunque ne sia stato
l’autore, i critici lo designano col nome di « Mae-
stro di S. Francesco ».

- primo capov. — Il pergamo di legno è stato tolto,
e l'affresco antico è libero e visibile.

- linea 5 — Anche questo pulpito è stato tolto, e
la parete è libera, in modo che è del tutto visi-
bile l'affresco antico qui descritto, e l'immagine
della B. Giacoma dei Settesoli, di cui si parla a
pag. 143.

- secondo capov. — La tribuna antica è stata an-
ch'essa liberata dal cornicione in legno, che vi era
sovrapposto.

- ultimo capov. — Questa tavola dello Spagna, come
fu detto anche in una nota a pag. 17, tolta da
questa Cappella e collocata nella parete sinistra
della Cappella di S. Giovanni Battista, è passata
da poco nel Tesoro della Basilica.

148 - a metà — L'altare di legno è stato rimosso dal
— Cavalcaselle.
150 - a metà — L'iscrizione non è resa qui esattamente:
essa dice così:
HIC JACET FRATER UGO DE
HERTILPOL ANGLUS MAGI
STER IN SACRA THEOLOGI
A QUONDA MINISTER ANG
LIAE Q. OBIIT III ID. SEPTE
MBRIS ANNO DNI MCCC SECUN
DO ORATE PRO ANIMA EIUS
La patria di questo Minorita è l’ odierna città
di Hartlepool.
150 - nota — L'altare col quadro è stato rimosso.

155 - fine

L'altare è stato liberato e rimesso all’ an-

tica.
Pag.

»

»

»

»

»

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»

»

»

156

157

160

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166

APPENDICE

La tavola a tempera, qui nominata, come pure
il Crocifisso di Giunta Pisano, ricordato appresso,
si trovano ora nel Tesoro della Basilica.
- seconda metà — Questa Cappella di S. Martino fu
dipinta da Simone Martini, non già da Lippo
Memmi o Puccio Capanna.

- nota — Il quadro è stato tolto, e l’altare è del
tutto libero. i
- nota — Tutte le macchine che mascheravano gli |

altari, sono state rimosse, come si è anche notato
volta per volta.

- ultimo capov. — Il serraglio intorno all’ altare, i
formato di dodici colonne con cancellate ed archi- |
travi, posto in opera nel quattrocento, fu tolto dal
Cavalcaselle, come è stato detto nella nota a pag. 33.
- primo capov. — Tutte queste parti in legno sono
state rimosse: ora l’altare sorge libero e maestoso,
e le pareti sono al tutto sgombre.

- metà — Questo Tabernacolo, vero monumento
d’arte; costruito a forma di edificio con quattro
prospetti, misura in altezza m. 1.50. Tolto da questo
altare per opera del Cavalcaselle, fu relegato nella
Cappella di S. Antonio Abate, poi nei magazzini. i
Ora, restaurato e ripulito, si ammira nel Tesoro i
della Basilica. Da documenti ora conosciuti si rileva
che ne diede il disegno il famoso Galeazzo Alessi,
e fu eseguito da Vincenzo Danti, ambedue Perugini.
- prima metà — Tutti gli inconvenienti qui lamen-
tati, oggi non si verificano più.

- linea 8 — Il Coro di M.° Apollonio recentemente
restaurato, è in ottimo stato.

- secondo capov. — Il Leggio esagonale è da gran
tempo seomparso: vedasi nota a pag. 15.
- terzo capov. — La finestra del Bertini e le altre

due bianche, sono state recentemente sostituite con
»

»

»

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»

»

»

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181

182

APPENDICE 251

finestre di stile antieo, eseguite dal Caselli di
Perugia.

- quarto capov. — La cantoria, le due orchestre e
la balaustra nominata poco sotto, sono stati rimosst
aleuni anni or sono.

- primo capov. — Le pitture della volta a botte di
questo lato del transetto, non sono di Giotto, ma
di alcuni suoi collaboratori all’ Arena di Padova,
che qui con qualche variante ne riprodussero le
potenti composizioni: vedasi la nota alla pag. 50.
Le figure del terzo ordine sono di Simone Martini
e della sua scuola.

- fine, e pag. 171 - in prince. — Tolto via dal Ca-
valcaselle l’altare intagliato e dorato, l’ affresco di
Cimabue è libero e interamente visibile.

- a metà — La parete è ora libera e la pittura
visibile, essendo stati rimossi 1’ orchestra e Por-
gano.

- primo capov. — L'iscrizione del P. Macharelli,
incisa in due lastroni, si trova ora nel Cimitero
della Basilica.

D - a metà e in nota — La tela del Forgnoni è stata

tolta di qui, ed ora sono visibili tanto 1’ affresco
sopra l’altare, come la tomba del Card. Orsini.

- quarto capov. — Questi affreschi oggi sono attri-
buiti a Pietro Lorenzetti di Siena, anzichè a Puccio
Capanna.
- ultimo capov. — L'affresco delle Stimmate è ora

completamente visibile, essendo stata rimossa Por-
chestra che lo copriva.

- ultimo capov. — Questo grandioso affresco della,
Crocifissione non è del Cavallini; esso fa parte del
ciclo della Passione che Pietro Lorenzetti affrescò
nella volta a botte e sulle due parti della parete,
di qua e di là dell’arcone.

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N
Pag. 183

»

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»

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»

APPENDICE

Quanto al Duca d'Atene, si veda quanto fu detto
nella nota a pag. 60. Oggidi giustamente si rigetta
questa leggenda inverosimile divulgata dal Vasari.

L'altare di marmo che nel 1607 fu addossato
a questo povero affresco, fu poi rimosso dal Caval-
caselle, e qualehe frammento del dipinto fu ricu-
perato; la parte centrale era peró irremissibilmente
perduta.

- terzo capov. — L'architrave rotto è stato riparato
. a dovere. | ;
- L’iscrizione non è trascritta esattamente; essa

184

185

188

189
193

dice così:

HIC REQUIESCIT
MAGISTER UGO BUR
GUNDUS CLERICUS

DNI C. DE BOSSE
LON ARCHIDIACO
NI LUGDUN

- seconda metà — Questa Cappella è stata recentis-
simamente restaurata; l’altare in legno era già
stato rimosso da lungo tempo, come pure l' organo.
Rimaneva la cantoria, per collocar la quale era
stata guastata tutta la parete destra e parte della
volta. È stata ora rimossa la cantoria; il basa-
mento in pietra, la colonna, il capitello, la volta,
sono stati ripristinati, e tutta la Cappella è stata
decorata sullo stile del trecento, togliendo così la
dissonanza di questa Cappella col rimanente della
Basilica.

- nota 2 — La vasca di cui si fa menzione, fu abo-
lita, ma i muri furono purtroppo lasciati in uno
stato lagrimevole.

- nota 2 — Queste statue sono state rimosse.

- terzo capov. — Questo Calvario in avorio, opera
assai pregevole, è ora nel Tesoro della Basilica.

—— Á——— ÓM—
APPENDICE 253

Pag. 194 - Il solo titolo di Sagrestia segreta è ora attribuito
a questo locale, in cui presentemente si conservano
solo le Sacre Reliquie. Gli oggetti di valore e di
importanza storico-artistica, e che formano il Te-
soro della Basilica propriamente detto, sono con-
servati in appositi locali dello stesso S. Convento.
Indicheremo gli oggetti che non sono più in que-
sta Sagrestia, ma al Tesoro attuale. Il primo og-
getto, cioè la tavola qui attribuita a Giunta Pi-
sano, è al Tesoro. AI presente questa tavola è

MMCEEMINTURS NAE:

attribuita a Bonaventura Berlinghieri di Lucca.

DÈ » 195 - ultima linea — La Croce bizantina è al Tesoro.
È » 196 - Tutti gli oggetti compresi in questa pagina, sono
È al Tesoro. |

» 197 - Il Messale di S. Ludovico, il cofanetto d’ avorio
e il Calice di Nicolò IV, sono al Tesoro.
» 198 - Il Paleotto di Sisto IV è al Tesoro; il Venturi ne

yc

aii o Área an qnt

E

attribuisce il disegno al Pollaiuolo. i
» 201 - terzo capov. — Quanto qui era consigliato, è stato i

eseguito. B
» 201 - ultima linea — L’intercapedine è stata praticata,

e le acque possono defluire. Anche i tetti sono stati
rinnovati, muniti dei necessarii canali e tubi di
smaltimento, e vengono coutinuamente sorvegliati
e riparati.

» 205 - seconda metà — Riguardo allo stemma della cre-
duta famiglia di S. Francesco, v. nota a pag. 64.
» 206 e seg. — Questa magnifica serie di affreschi, ha

subìto purtroppo danni irreparabili più che per le
ingiurie del tempo, per l’incoscienza degli uomini.
» 212 - seconda metà — Il quadro della S. Famiglia si
conserva ora al Tesoro.
» 215 - ultimo capov. — Il tondo raffigurante la Fuga in
Egitto, tolto da questo finestrone, è stato impie-
gato per la ricostruzione della vetrata centrale del-
254

Pag. 216

»

»

»

»

217

219

APPENDICE

l’abside della Chiesa Superiore alla quale appar-
teneva.
- P, Appartamento Papale qui descritto dai tre Com-
missarii, fu vandalieamente manomesso pochi anni
appresso, per farne delle aule scolastiche. Del ric-
chissimo mobilio, fu ricuperato, riceomprandolo da
privati, un elegantissimo scrittoio stile Impero, ora
al Tesoro. Delle pitture elencate, sussistono solo le
cinque tele della scuola del Luti, deteriorate e
prive di cornici. E questo è tutto!
- Come I Appartamento Papale, così la Biblioteca
e gli Archivi subirono le carezze degli amministra-
tori laici: tutto è stato portato via, ingiustamente
spogliando il Santuario di un tesoro che gli appar-
teneva. i
- La prima iscrizione non è trascritta esattamente :
essa dice così:

HOC EST SEPULCRUM VANG

NOLI MORICI DE NIVE
- L’iscrizione terza è trascritta bene; solo non vi
figurano le S raddoppiate nelle parole istud, est,
Prancisci, come per bizzarra ortografia sta sulla
pietra.
- La quarta iscrizione è assai dubbia, non solo
per la lettura, ma anche per l’ autenticità. Le prime
lettere sono ben formate ed eseguite con finitezza;
ma poi la pietra apparisce scalpellata, e a grande
stento si può riuscire a leggervi le ultime parole,
tracciate però con lettere più larghe delle prime e
quasi quadrate. A buon diritto si ritiene che si
tratti di una falsificazione di un’altra iscrizione
preesistente, per farvi figurare il nome di Bosone di
Sasso Rosso. Oggi poi è accertato che Santa Chiara
non appartenne alla Famiglia Scifi nè ai Conti di
Sasso Rosso, come si è ritenuto finora.
: APPENDICE 255

Pag. 220 - La prima iscrizione non è esatta; vi si legge in
una sola linea: -

ISTUD SEPLO E UGOLINI DNI MONALDI SAVARISII

» 220 - Nella terza iscrizione si legge srccEe, non Becca.
» 220 - La quinta iscrizione non è esatta; dice così:

S. MAGISTRI JOHIS MAGISTRI SIMONIS DEFUCTI ANNO DNI
MCCCXXX. VII DIE JULII.

i » 220 - settima iscrizione — Questa tomba non è di Dono
1 dei Doni, ma di un suo nipote di ugual nome. Il
Ü pittore assisano mori, infatti, nel 1575. Nella lapide

si legge:

: » LUD.€ DE DONIS IC PATRI
FRANC.O0 FRATRI LUD. F.
SEPT.AE PHILIPP. MATRI
DONUS IC CUM LACRIMIS
POSUIT.
MDCXXIII.

A

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1 7
A
li iii e at
Ca co ES

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62
-—
Ga
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ISIS
Agnese (B.), reliquie, 78.

Agnolo, scult., xITI, 87.

Albornoz card. Egidio, xir, 17, 24,
72, 134, 138, 203, 235.

Alessandro IV, 28, 80, 203.

Alessandro V, 203.

Alessandro VII, 184.

Alessi Galeazzo, di Perugia, archi-
tetto, 250.

Alfani Domemico di Paris, pitt., 18.

Allegri Giov. Felice, 128.

Amati Giuseppe, gener. dei Min.,
204.

Amagni, 27.

Ancona, vi muore la Reg. Ecuba,
130.

Andrea da Bologna, pitt., 248.

Andrea di Luigi detto L'Ingegno,
pitt. assis., 144.

Angeli Frane. M., x11, 161, 174, 224.

Angelo, scultore, xir, 87.

Angelo da Assisi (F.), teologo e in-
quisit., 174.

Angelo da Gubbio, pitt., 184 nota,
145.

Angelo (F.) da Rieti, 56, 184.

Annibale, 3.

Antonio dell’ Alvernia (Frate), pitt.,
93.

Antonio (L.), 2.

Apollonio di Giovanni (Petrocchi)
da Ripatransone, intagliat., 15,

2 1675:250;

EFNDIGE DER NOMI

Aragona (Di) Don Petro, 203.
Assisi, notizie, 2, 3 nota; luoghi
notevoli, 74 e segg.; Vescovado,
75 e segg.; Ospedale di Parete,
4 nota, 5, 77; Porta di Mogliano,
77; Piazza di S. Chiara, dvi;
Camposanto, 219.
Affreschi: sopra un portale tra
le ch. di S. Rufino e S. Chiara,
49; nella via Portica, ivi.

Baglioni, stemma, 219.

— Oddo di Baglione, 219.

Bagnaia, 77, 241.

Baldeschi Baldo, Angelo e Pietro, 2.

Baldini Giuseppe (D.) da Sassofer-
rato, fonditore di campane, 201.

Balestrucci Francesco (P.) di Pia-
cenza, custode del S.*° Convento
di Assisi, 209.

Barbarico Fed. Lauro, gener. dei
Min., 138.

Barbetti Antonio, gener. dei Min.,
94 nota.

Bartolo da Sassoferrato, 2.

Bartolomeo, pisano, fondit. di cam-
pane, 59, 74, 200.

Bartolomeo da Perugia (F.), teologo,
Ministro provine., 175.

Bartolomeo (Fr.) di Pian Castagnaio,
pitt., 93.

Belli Pasquale, romano, architetto,

189.
260

Benedetti Francesco (P.), assisano,
maestro di Capp. della Basil. di
SsErane.;:165: —

Benedetto XIV, 125, 203.

Benigni Giuseppe (F.), 129.

— Rutilio, giurec., 129.

Berardicelli Giov. Batt., gen. dei
Min., 194, 196.

Berlinghieri Bonaventura di Lucca,
pitt., 253.

Bernardino (S.) da Siena, 96; ora-
torio a e dedicato, 201 e seg.

Bernardo (B.) da Quintavalle, sua
casa, 75; bs 55, 173.

Bernardo (B.) Vigilanti, assis., 187.

Bertini Giovanni, milanese, pittore
di vetri, 94, 149, 167, 186, 215
e nota, 237 e seg., 243, 248, 250.

Bettona, 3.

Bevagna, 3.

Bigoni P., gener. dei Min., 167.

Bini Andrea (Fr.) da Spello, gener.
dei Min., 167.

Blasco di Fernando, Duca di Spoleto,
25; suo figlio, Grazia, 132, 203.

Bonanno, archit., 13.

Bonaventura (S.), 26.

Bonifacio .VIII, 26, 28.

Bonifacio IX, 19.

Bonino Giovanni, detto Dal Vetro,
pitt., 134 nota.

Borghesi Domenico | Andrea (P.),
generale dei Conventuali, 128,
203.

Borgia Rodrigo, card., 128 nota.

Bottani Giuseppe, 214.

Brienne (conte di) Giovanni I, 143
nota.

— Gualtiero, 182.

Brizi Giuseppe, archit. assis., 189.

Bruni, cronista assisano, 167.

Buffalmacco Buonamico di Cristo-
fino, pitt. fiorent., 138, 151.

Buonguglielmi Pietro di Guglielmo,

' da Perugia, 126, 247.

INDICE DEI NOMI

Cambiucci Paolo, 121.
Cannara, 3.
Capanna Puccio, pitt. fiorent., 24,
32, 48, 156, 180 e seg., 235, 250
e seg.
Carattoli Luigi, pitt., In, vir, 156
nota.
Caselli, pitt. perug., 238, 251.
Castelbuono, 3.
Catalani Michelangelo, vesc., 204.
Cavalcaselle Giov. Battista, VITI, 235,
237, 244, 249 e segg., 252.
Cavallini Pietro, da Roma, pitt., 58,
182 e seg., 251.
Ceccolo « Becce », 220, 255.
Ceccolo di Giovanni, pitt. assis., 127.
Cerchi (de'), fam. fiorent., tomba
già creduta dei Nepis, 129, 234,
248.
Ohiara-(5.);1;-3, b5,:00, 74, 71-e
segg., 219, 241, 254.
Ühiagoio; fiume, 2, 3, 60.
Cnuiese. — San Damiano, li.
— San Domenico, in Perugia: gran-
de vetrata absidale, 66, 67 e nota.
— San Francesco (Basilica), 4 e
nota, 6 e nota; il Santuario
eretto a Basilica Patriarcale, 125
nota; Reliquie, 9, 29, 32, 34,
161, 184, 195-199; Cimitero, e
avanzi architettonici che vi si
trovano, 234 e segg., 251; Indul-
genze, 24, 26 e segg., 29, 56, 71.
1) Chiesa Inferiore, 9, 24, 91,
194, 943, 246 e segg.; esterno,
7, 91.e seg., 124, 233; costruz.
e proporz., 10 e seg., 13 e segg.,
188; torrioni e scale interne, 13,
63, 234; interno, 14, 127; pavi-
mento, 188, 233; la nave tra-
versa, 127-130, 248; la nave prin-
cipale, 139-160, 249; sepolero
della Regina di Cipro, 13, 15 e
seg., 130, 234, 248; vaso di por-
fido, 14, 16, 129, 234; coro, 15,
INDICE DEI NOMI

166 e segg., 250; finestroni, 15,
21, 23, 25, 30 e seg., 51, 62, 66,
40, 94, 134 nota, 149, 155, 160,
167, 178, 186, 187 nota, 237 e
seg., 248, 250; tabernacolo che
era sull'altare maggiore, 162,
250; sepolture, 16, 25 e seg., 51,
54 e segg., 63, 121, 126, 128 e
seg., 138, 149 e seg., 161, 171,
173 e seg., 175 nota, 178, 184 e
seg., 187 e nota, 234, 247 e seg. ;
campanile, 30, 58 e seg., 73,

199-201, 236; sagrestia, 29, 62,

96, 191-193, 235 e segg.; sagre-
stia segreta o Camera del Tesoro,
58, 194-199, 234, 237, 248 e segg.,
252 e segg.; arazzo donato da
Sisto IV, 196 e seg. ; Santo Velo
di M. V., 3 nota, 4 e nota, 197;
autografo di S. Francesco, 197
e nota, 198 nota.
Altari. — Maggiore, 32 e segg.,
161.
— S8. Giovanni Evang. o delle
Reliquie, 59 e segg., 182,
184, 237; rimosso dal Ca-
valeaselle, 252.
— S. Stanislao, 31 e seg., 142.
Vari altari ora tolti, 21, 234.
Cappelle. — San Giovanni
Batt., poi del Nome di
Gesù, 61 e seg., 147, 179,
185 e seg., 234, 249, 251.
— San Lodovico, poi Santo
Stefano, vI, 21, 25, 143-
147, 186; gonfalone del-
l’ Alunno, 21, 235.
— San Lorenzo (ex Cappella
di —), 147.

— San Martino o Santa Lu-:

cia, 23, 25, 98 e segg.,
156-161, 165; da chi fu
affrescata, 235, 250.

— San Niccolò, ora del SS.

Sacramento, 49, 50 e segg.;

261

165, 175-178, 188 nota;
trasformazioni moderne,
236.

San Pietro d' Alcantara,
155 e seg., 161 nota, 185
nota, 187 nota, 188; re-
stauro dell’ altare, 249.
San Sebastiano, 127, 131,
188 e nota.

Santa Caterina, 16-17 e
segg., 24, 127 nota, 133
e segg., 234, 249; altare
riscoperto e affreschi, 248;
indulgenza, 19.

Santa Elisabetta e San
Giuseppe, ora della SS.
Concezione, 54, 170, 187
nota, 236.

santa Maria Maddalena,
poi di San Bonaventura,
30, 150; da chi fu ese-
guita, 235; rimozione del-
l’ altare, 249.

Sant’ Andrea, 30.

Sant’ Antonio Abate, 25,
121, 131 e segg., 185 nota,
188 e nota, 201, 250; suoi
affreschi perduti, 235.
Sant’ Antonio da Padova,
30, 148-150; suo taberna-
colo perduto, 235: suo
altare di legno, 249; iscri-
zione tra questa e la cap-
pella di S. Maria Madda-
lena, 150, 249.

Affreschi del Sermei, 236.
Affreschi di Giotto nella Cro-

ciera sopra V Alt. Magg. :
Apoteosi di S. Francesco,
35 e seg., 164 e seg.;
L' Obbedienza, 37 e segg.,
162 e seg.; La Povertà,
40 e segg., 163; La Ca-
stità, 43, 164; affreschi
forse simili in S. Chiara,

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X

ora perduti, vi; altri affre-
schi e fregi, 47 e seg., 165,
173; id., del braccio destro
della Crociera, 53, 56, 168-
173, 251; id., del braccio
sinistro della Crociera, 51
e seg., 179 e segg. ; autore
degli affreschi, 236, 251.

2) Cripta o Chiesa Sotterra-
nea, 189 e seg.

3) Chiesa Superiore, de&cri-
zione est. e int., xir, 64 e segg.,
91 e segg., 121 nota; scala in-
terna, 13, 63, 234; altari e coro,
vil, 67 e seg., 95, 97 e segg., 244;
finestre, 93, 243 e seg.; pergamo
e trono papale, 96; affreschi, 68
e segg.. 238; id. di Cimabue,
99-106, 115 e seg., 119 e seg.,
244 e geg.; id. di Giotto, 68-70,
106-115, 238 e seg., 245; id. nel
Coro, 117; dip. di Giunta Pi-
sano, 95, 117, 118, 245; restauri
desiderabili, 91, 121 e seg., 243,
245 e seg.; loggia del sec. XVII,
122 nota.

San Francesco piccolino, 75, 223,
241.

San Giorgio, 1, 3 nota, 5, 77.
San Pietro in Assisi, 4 nota, 6 e
nota, 122; sep. di Iolo Soldani,
142, 174 nota.

San Rufino, 22.

Santa Chiara, V, 77 e segg., 241
e seg.; consacrazione e reliquie,
78 e segg. ; indulgenze, 79 e seg.
Santa Maria de Augusto o As-
sunta, ora Vescovado, 23.
Santa Maria degli Angeli, v1, 4, 5,
71; Loggia della Porziuncola ed
esposizione del S. Velo, 3 nota,
4 e nota; S. Velo portato alla
chiesa di S. Francesco, 8; eap-
pella del Transito di S. Fran-
cesco, 17; indulgenza, 4, 29, 59.

INDICE DEI NOMI

— Santa Maria di Rivotorto, 204.

— Santa Maria Maggiore, 75; in-
dulgenza, ivi.

— Santa Tecla (pieve presso il fiume
Chiascio), 60, 237.

— San Vettorino, 6, 72.

Ciccoli Francesco, 126.

Ciferri Nicolò, disegn., 207.

Cimabue Giovanni, pitt., 8, 15, 50,
54, 68, 70, 99-106, 119, 17715:233;
244 e seg., 251.

Claver Bonaventura, vesc., 204.

Clemente IV, 27, 78, 203, 216; car-
dinali e vescovi della sua Curia
(1265), 80.

Clemente VI, 24.

Clemente XIV, 203.

Colle d’ Inferno, 10.

Colle del Paradiso, 10, 24.

Collemancio, 3.

Colloredo Leandro, cardin., 193.

Colombini Giov. Battista, arciv., 204.

Confidati Eustachio, giurecons. assi-
sano, 128.

Confraternita di San Gregorio, 22, 49.

Conventi. — San Damiano, 1, 4
nota, 5, 7.

— San Francesco, 6 nota, 7, 203-
223; fondaz., 203; stemma, 238;
consacraz., 35; descriz., 71 e
segg.; dormitorio, 72, 239 e seg. ;
chiostro di S. Gironzo o Mag-
giore e loggia « il Calzo », 72 e
seg., 205-211, 240; iscrizione, 73,
240; pitt. rinvenute nel Conv.,
156 nota; donaz. e munificenze,
24, 60, 203 e seg.; chiostro del
cimitero, 219; antico e nuovo
capitolo, 71 (ultimo capov.), 212,
218, 239; camere di S. Giuseppe
da Copertino, 212 e seg.; refet-
tori, 213 e seg.; foresteria e
finestrone, 215, 253; apparta-
mento papale, 216, 254; biblio-
teca ed archivi, xr, 28, 167, 174,


Y Ac kp Od ga En We o di EOS
E. P BUB GPL. c ÉD anioni | PESA I SE N IE et cr i 6 sac n

Tr

INDICE DEI NOMI 263

217 e seg.; sepolture ed iscri-
zioni nel chiostro del cimitero,
219-222, e cfr. note a pag. 254
e seg.; chiese e parrocchie di-
pendenti, 223.

. — San Pietro, 6 e nota.

m

— Santa Chiara, 1, 4 nota, 7
pella di S. Giorgio, 1, 7
— Sant’ Angelo di Panzo, 74.
Coronelli Vincenzo (P.), gener. dei
Min., 193.

Cosimo III, Granduca di Toscana,
203.

Costa, Anmibale, incis., 209.

Costanzi Giov. Batt., gener. dei
Min., 138.

Cristofani Antonio, storico assisano,
VII.

Cristofani prof. Giustino, x.

Cwria Romana, nomi di cardin. e
vescovi (1265', 80.

; cap-

T
He

Danti Giulio, orafo perugino, 162.

Danti Vincenzo, orafo perugino,

250.

De Bonis Giuseppe Maria, gener.
dei Min., 204.

Domenichino, pitt., vedi: Zampieri
Domenico.

Domenico di Antonio da Sanseve-
rino, maestro di legname, vedi :
Indivini Domenico.

Doni Dono, pitt. assisano, V e seg.,
XI, 18, 48 e seg., 93, 120, 125,
144 e seg., 187 e nota, 205, 213,
214 nota.

Doni (dei) Dono, giureconsulto as-
sisano, 220, 255.

Duca d' Atene, 59 e seg., 237, 252.

Duchi di Urbino, 30, 150.

Ecuba (Ecubea, Eucubea, Eubea)
Lusignana, regina di Cipro e
Gerusalemme, 14 e segg., 70,
129 e segg., 203, 234.

> LL d x

bros e —_ e

Egidi Andrea, vescovo assis., 187,
1217.

Egidio (B.) de' Capocci, assis., 187.

Eletto (B.), assis., 55, 174.

Elia (Frate), 4 nota, 10 e seg., 20,
58, 74, 91, 92 nota, 95, 124,
200, 203, 233 e seg.

Ercolano (S.), 2.

Federico (Frate), 86.

Federico II, imperatore, 59, 74, 92
nota, 203, 243.

Filippini, 248.

Filippo da Campello (Fra), archit.,
122;

Filippo III, Re di Spagna, 203, 215.

Filippo IV, 203, 215.

Filippo V, 203.

Filippucci Girolamo, 129. :

Fiorenzo, intagl. perug., 170 nota.

Firenze, chiesa di Santa Maria so-
pr.Arno, 13, 15.

Flaminio, 3.

Foligno, 2, 18, 23, 94, 174, 186 e
nota, 234, 237.

Forgnoni Andrea Benedetto da Imola,
pitt., 175, 251.

Fortebracci Braccio, 2.

Francesco, pitt., 93.

Francesco « Ciecholi », vedi: Cic-
coli Pr.

Francesco da Catanzaro, 187.

Francesco da Pietrasanta, scult., 125.

Francesco da Terranova, pitt., 93.

Francesco (San), 1, 4 e nota; inni
liturgici francescani, xHI; suo
corpo e suo sepolcro, 3 nota,
15, 94, 29, 32, 34, 59, 174, 189;
stemma, 64, 205, 238, 253; sua
casa, 75, 241; affida l' Ordine a
F. Elia, 10; sua tribuna nella
ch. di S. Maria Maggiore, 75;
rinunzia ai beni paterni, 76; si
ammala, 77; benedice Assisi, 77,
208 e nota.

cm
p

TIAM

F'rancesco « Ufredutii », 919.

Frangipani Graziano, 143.

Fratini, v.

Fuccio (M.°), scult. fiorent., 13, 15,
96 e seg., 130.

Gabiano (da) Andrea (P.), ministro
provine., 174.

Gabrielli Andrea, legista assis., 128.

Gaddi Taddeo, pitt. fiorent., 142,
151; 17156173%

Gasparino (M.°), 33.

Gentile, cardin., vedi: Partino G.

Giacoma (B.) dei Settesoli, 31, 143,
249.

Gianfredi Francesco, romano, scult.,
189 e seg.

Giorgetti Giacomo, pitt. assis., 131,
146, 187 nota, 191.

Giotti Gualberto, 93.

Giottino o Tommaso o Giotto di

M.0 Stefano, pitt. fiorent., 141
148, 166, 178, 212.

Giotto di Bondone, pitt., v, x1I, 15,
24, 32, 87 nota; guasta e rifà gli
affreschi di Cimabue, 50; tre
tabernacoli di soggetto france-
scano, 80-86; affreschi nella Ba-
silica Inferiore di S. Fr., 35-49,
54, 58, 61, 139, 142, 162-164, 168-
173, 182; id. nella Superiore,
68 e segg., 106-115, 191, 236,
238 e seg., 245, 251.

Giovanni (B.) Anglico, 54, 171.

Giovanni (P.) da Spello, teologo, 174.

Giovanni (M.) di Simone, 220, 255.

Giovanni (B.) Morici, assis., 187.

Giovanni (F.) Soldani, assis., mini-
stro provine.,, 174.

Girolamo di Bartolomeo Leonelli,
scult. assis., 204.

Giunta Pisano, pitt., 95, 117 e seg.,
156, 161 nota, 194, 245, 250, 253.

Giuseppe (S.) da Copertino, 128, 212
e seg.

2

INDICE DEI NOMI

Giustino, 2.

Gnoli Umberto 235.

Gregorio IX, 4 nota, 10, 24, 26, 59,
174, 91, 97, 117, 203, 243.

Gregorio XVI, 94 nota.

Gregorio (S.), 2.

Grimaldi Iacomo, 86.

Gualerni Giacinto, fa ricostruire la
chiesa di Rivotorto, 204.

Guardabassi prof. comm. France-

sco, IX.

Guardabassi Mariano, TIT, VII.

Guglielmo (B.), inglese, 55, 174.

Guglielmo, archit. del campanile di
Pisa, 13.

Guido (B.) da Siena, 187.

Guido da Siena, pitt., 139, 141, 249. .

lacopo Tedesco, o Lapo, architetto,
6, 10, 91, 92 nota, 122, 124, 203,
293249)

Illuminato (B.) da Rieti, 187.

Indivini Domenico, da S. Severino,
maestro di legname, vIrr, 68,
97, 99.

Innocenzo IV, 26, 329, 34, 71, 75,
4171220124, 1615: 208, 216.

Kleinschmidt, 11.

Lampadari Lorenzo (Fr.), 186.

Lamparelli Carlo, di Spello, pitt.,97.

Lanfranco Giovanni, pitt., 131.

Lanzi Luigi, viti, 162.

Lapo o Iacopo Tedesco, architetto,
vedi: Jacopo T.

Lelli Lello di Salimbene, 150.

Leone XII, 190.

Leone (F.), 59, 184, 197 e seg.

Leoni Giov. Batt., min. conv., 138.

Leopoldo I, imperat., 193.

Limigiano, 3.

Lisbona (Marco da), cronista, 4
nota.

Lodovici Giuseppe, legista, 128.

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Lodovico da Udine, erroneam. per
« Valentino da Udine », 93 nota.

Lorenzetti Pietro, pitt. sen., 236 e
seg., 251.

Lorenzo (S.), 12.

Lotaringo di Bartolomeo, pisano,
fondit. di campane, 59, 74, 200.

Ludovici, fam. assisana, 128.

Ludovico (Fra) da Città di Castello o
da Pietralunga, I1I-VII, XI e segg.,
3; sua morte, 6 nota; note alla
sua descrizione della Basilica di
S. Francesco, 233-242; come ab-
bia letto le iscrizioni, 238.

Ludovisi, cardin., 213.

Macarelli Francesco (P.), assisano,
provine. dei Min., 174, 251.
Maestro di S. Francesco, pitt., 249.

Maghetti Benedetto, 221.

Manganelli comm. Guido, 1x.

Manni Giannicola, pitt., 18.

Marinangeli Bonaventura (P.), 1x,
231.

Marinelli Girolamo, pitt. assis., 148
e seg., 187 nota.

Marle (Van) Raimondo, vi.

Marocco, 203.

Martelli Giovanni, sacerd., 128.

Martelli Girolamo, pitt. assis., 127,
187 nota.

Martini Donato, pitt. sen., 236.

Martini Simone (falsamente. detto
Memmi), pitt. sen., vr, 156, 169
e nota, 171, 235 e seg., 251.

Martino IV, 130.

Martino (F.), pitt., 96, 141 e seg.,
214 nota.

Masseo {F.) Marignani, 59, 184.

Matteo di Acquasparta, cardin., 203.

Medici, Granduchi di Toscana, 216.

Memmi Lippo, pitt. sen., 156, 169,
171, 250.

Memmi Simone, vedi: Martini S.

Menechelli (P.), 191.

INDICE DEI NOMI

Mino da Turrita (Fr.), pitt.,
e segg.

Miti (de) Giuseppe, 220.
Montefalco, 3; monastero di Ago-

stiniane, 3.
Montefeltro (da) Guido, 187.
Morico (Frate), 4 nota, 5.
Moriconi, fam. assis., 205.
Muro o Murro (da) Giovanni, gener.
dei Min., 162, 164.

Napoli (Reame di), 203.

Narni, 18.

Nebbia Cesare, pitt., 127.

Nelli Ottaviano di Martino, da Gub-
bio, pitt., 248.

Nepis, fam. assis., 129.

Nepis Carlo, vescovo di Assisi, 128.

Niccolò III, 61.

Niccolò IV, 27, 197, 203, 253.

Niccolò V, 129, 203, 216.

Niccolò di Ugolino, da Gubbio, in-
tagliatore, 247.

Nicolini Bufalo (Conte), 213.

Nicolò .di Liberatore, detto Nic. da
Foligno ed anche L’ Alunno, pitt.,
V, 21 e segg., 26, 186 nota, 235.

Nocera, 23,

Nunziatelli Bernardino, filos., 129.

Onorio III, 59.

Oratorio di S. Bernardino da Siena,
dinanzi all ingresso della Basil.
Inferiore di S. Franc., 204 e seg.

Orsini, fam., 185, 187, 236.

Orsini Francesco, 185.

Orsini Giov. Giordano o Gaetano, 14,
50 e segg., 62, 175 nota, 176,
178.

Orsini Napoleone, card., 14, 50 e
segg., 61 e seg., 175 nota, 176,
178,230; 2bl.

Orsini Tommaso, 4.

Orvieto, 98.

Ottaviano Augusto, 2.

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Vite, PONI as
Pace da Faenza, pitt., 131, 138, 147.

Pace di Bartolo, pitt. assis., 248.

Paci Egidio, giurecons. assis., 221.

Paci Valerio e Ortensia, 131.

Palestrina (da) Giovanni Pierluigi,
musicista, 218.

Paoli Giov. Batt., di Fano, chirurgo,
128.

Paolo (S.), 12.

Papini Nicolò (P.), x1 e seg., 3 nota,
6 nota, 87, 233.

Partino Gentile da Montefiore, card.,
VI, 21, 23 e seg., 26, 145, 147,
156, 160, 204.

Penna Gregorio (Fr.), 214 nota.

Peretti Alessandro, cardin., 6 nota,
182, 203.

Perugia, notizie, 2, 3 e nota, 26, 59
e seg., 73; Palazzo della Signo-
ria, 3; Cittadella di Paolo III,
ivi; Studio, ivi; e lo Spagna, 18;
finestrone della Cattedrale, ora
nella Basil. Sup. d'Assisi, 94;
Tomba di Martino IV nella Cat-
tedrale, 130. i:

Perugino Pietro, pitt., 17, 22.

Petrarca Francesco, 169 nota.

Petrocchi Apollonio, da Ripatran-
sone, intagliat., 15.

Petroni Anna Camilla (M.**), 212.

Piediluco (Spoleto), 132.

Pietro, cardin., 30 e seg., 55.

Pietro (B.) d' Assisi, 187.

Pietro da Foligno (F.), teologo e
ministro provine., 174.

Pietro da Gubbio, pitt. in vetri,
134 nota.

Pietro di Bernardone, suo stemma,

04

Pietro di Guglielmo, da Perugia, 126,
247.

Pietro (S.), 12.

Pio II; 93; 903;:9106;

Pio VII, 189 e seg., 203.

Pio IX, 189 e seg.

266 INDICE DEI NOMI

Pisa, campanile, 13.

Polonia, ambasciatori, 32.

Pompeo da Foligno, intagliat., 247.

Pontani (o Da Ponte) Teobaldo, da
Todi, vesc., 150, 153 e seg., 235.

Pontelli Baccio (Bartolomeo), archit.
fiorent., 125, 205, 217 nota.

Preconi Ottaviano (Fr.), arciv., 124.

Radzivil Sigismondo Carlo, duca po-
lacco, 161.

Raffaellino del Borgo, pitt., 18.

Raffaello da Perugia (frate), vr, 85.

Ranghiasci Sebastiano, 142 nota.

Rapaccioli, cardin., 213.

Razzolini Francesco, gener. dei Min.,
204.

Rieti, 94.

Ringhieri Ottavio, vesc., 125 nota.

Rivotorto, 204, 223.

Rodolfo, vescovo, 78, 80.

Toselli Antonio, di Arezzo, pod. di
Assisi, 128 nota.

Rossi-Scotti conte Giovanni Battista,
II, VII.

Rufino (F.) Scifi, 59, 184.

Riumhor (barone di), 235.

Rutino Francesco (Fr.), 187.

Salimbene (Fra), cronista, 200.

Sanmartini, fam. assis., 185, 186 e
nota.

Sanson Francesco (M.), gener. dei
Min., 8, 64, 68, 97 e segg., 125,
187 nota, 203.

Sasso Rosso (conti di), 219, 254.

Satriano, castello, 77, 241.

Savoia (Princip. di) Maria, 184, 203.

Scagliosi Bartolomeo, di Savona, 187.

Scaramucci dott. Mario, 1x.

Scifi, fam. assis., 219, 254.

Scoto, teologo, detto il « Sottile »,
192 e nota.

Sermattei Alfonso, gerosolimitano,
128.
Sermei Cesare, pitt. orviet., 127, 148,
166, 187 e nota, 191 e.sep.,
194, 919, 230. >

Sermei Ferdinando, sepolero di fam.,
92]:

Silvestro (B.), assis., 55, 173.

Simeone (P.) d' Assisi, 187 e nota.

Sisto IV, 55 e seg., 64, 66, 72 e
seg., 93 e seg., 128 nota, 170
nota, 182, 903, 205, 211, 216 e
seg., 238, 240; arazzo da lui do-
nato, 196 e segg., 253.

Sisto V, 6 nota, 203.

Soldani, fam. assis., 141, 174 nota.

Solimene Francesco, pitt., 214.

Spagna Giovanni, pitt., v e seg.,
l7 e seg., 146, 186, 234, 249.

Specchi Nicolò, archiatro pontif., 129
e nota a pag. 248.

Spoleto (Ducato di), 1, 3, 25, 73, 132
e seg.; accoglie lo Spagna, 18.

Stampa Giorgio, pitt. milanese, xir,
165.

Stanislao (S.), 31 e seg., 142.

Stefano (S.), 12.

Stefano, vescovo, 78, 80.

Stefano Fiorentino, pitt., v, 235.

Supino, III.

Tegrimi Tegrimo, vesc., 149, 203.

Tevere, 2 e seg.

Thode, 111.

Tiberio Diotallevi, d' Assisi, pitt.,
132, 248.

Todv; 18,*59:

Tommaso di Antonio, intagliatore
fiorent., 167.

Topino, fiume, 2 e seg.

Torgiano, 3.

Trasimeno, lago, 3.

ND



INDICE DEI NOMI 267

Ubaldo (S.), vescovo di Gubbio,
198.

Ugo (M.°), 63, 184, 252.

Ugo de Hertilpol (oggi Harllepool)
(M.°), min. ingl., 150, 249.

Ugolino, abbate, 16.

Ugolino, cardinale, 10.

Ugolino « Dni Monaldi Savarisi »,
220, 255.

Ugon Guglielmo, gener. dei Min.,
194.

Urbano, vescovo, 56.

Vagnolo di Morico « de Nive », 219,
254.

'alentino (B.) da Narni, 55, 154,
174.

Valentino (F.) da Udine, pitt., 93.

Valle Virginis o valle Spoletana, 1.

Vasari Giorgio, v, VIII, xI, 13 nota,
81. nota, 106. nota, 117, 130 e
seg., 138, 141, 146, 151, 156, 182
e nota, 187 nota, 233, 252.

Venezia, 203.

Ventura « Ranaldi », 219.

Venturi, II.

Verna (Monte de La), 59.

Vettorino (S.), 4 nota, 6, 72.

Vigerio o Vegerio Urbano, di Savona,
castellano della Rocca di Assisi,
187.

Wenceslao, re di Boemia, 203.

Zampa Franceschino, scult. assis.,
204 e seg.

Zampieri Domenico, detto il Dome-
michino, pitt., 127, 187 nota.
Zatteroni Bonaventura, custode del

Sacro Conv., 189.

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INDICE DEL VENTOTTESIMO VOLUME

Prefazione. cit I Pag.. III
Manoscritto N. 148 della Biblioteca Comunale di Assisi . . » XI
FRA Lupovico DA PIETRALUNGA (f 1580) — Descrizione della
Basilica: di S. Francesco in Assisi .. iu. 7. » XV

L. CaRATTOLI, M. GuarDABASSI, G. B. Rossr-ScorTI (1863) —

Descrizione del Santuario di S. Francesco d' Assisi . . » 89
Appendice :

Note alla deserizione di Fr. Ludovico da Città di Castello » 1939

Note alla deserizione della Commissione Umbra . . . »50943
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Direttore responsabile Prof. LUIGI TARULLI BRUNAMONTI
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