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NUOVO STATUTO

DELLA R. DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER L'UMBRIA

APPROVATO CON. R. DECRETO 17 NOVEMBRE 1932-XI
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VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA :

Veduta la domanda presentata dal Presidente della
R. Deputazione di storia patria per P Umbria per chiedere
che sia approvato un nuovo Statuto del Sodalizio, deliberato
dalla Assemblea dei Soci nella seduta del 29 settembre 1931;

Sentito il parere del Consiglio di Stato;

Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato
per la Educazione Nazionale;

ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO: "

Art. 1.

È approvato il nuovo Statuto della R. Deputazione di
storia patria per l Umbria, annesso al presente Decreto e
firmato, d’ordine Nostro, dal Ministro proponente.

Art. 2.

È abrogato lo Statuto della R. Deputazione suddetta,
approvato con R. Decreto 22 maggio 1898 n. 426.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo di
Stato, sia inserto nella Raccolta Ufficiale delle leggi é dei
decreti del Regno d’Italia mandando a chiunque spetti di
osservarlo e di farlo osservare.

Dato in Roma, addì 17 novembre 1932-XI

F.to VITTORIO EMANUELE
Per copia conforme : Controf.to 135 ERCOLE
Il Direttore Capo di Divisione
F.to APOLLONI
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SERATE TO
DELLA R. DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER L'UMBRIA

ART. 1.

È costituita per Decreto Reale del 27 febbraio 1896, la
Regia Deputazione di studi di Storia patria per l’ Umbria,
con sede in Perugia, al fine di favorire gli studi storici e di
provvedere alla conservazione e alla pubblicazione di docu-
menti riguardanti la Regione Umbra.

ART. 2.

La Regia Deputazione si compone di Soci:
a) Ordinari;
b) Collaboratori ;
c) Aggregati. ;

Sono Ordinari i Soci proposti dal Consiglio della Regia
Deputazione e confermati per Decreto Reale. Il loro numero
non potrà essere superiore a 30.

Sono Collaboratori i Soci scelti dall'Assemblea generale
dei Soci fra i più noti eruditi o cultori degli studi storici,
nati o domiciliati nella Regione.

Gli Ordinari, che sono scelti fra i Collaboratori, ed i Col-
laboratori si obbligano di pagare lire 30 annualmente.

Sono Aggregati i Soci scelti dall’ Assemblea generale dei
Soci fra gli amatori dei buoni studi che meglio sono in
grado di favorire le ricerche e le pubblicazioni storiche. Si
obbligano a pagare annualmente lire 34. I
X . STATUTO DELLA R. DEPUTAZIONE

ART.

Tutti i Soci Ordinari, Collaboratori ed Aggregati ricevono
in dono un esemplare del Bollettino e del Supplemento pub-
blicati dalla Regia Deputazione.

ART. 4.

Possono essere nominati Corrispondenti tutti quegli stu-
diosi che forniscono comunicati o scritti per le pubblicazioni
che la Regia Deputazione crederà di intraprendere.

‘ART. D.

Possono essere dichiarati Benemeriti tutti coloro che
offrano a favore della Deputazione elargizioni non inferiori
a lire 200, o concorrano notevolmente all’ aumento del patri-
monio. Saranno inviati ad essi separatamente gli atti della
Regia Deputazione estratti dal Bollettino, e sarà loro con-
ferito un Diploma di Benemerenza.

ART. 6

Le somme elargite dai Benemeriti costituiscono un fondo
di riserva.

ART. 7.

Sono proclamati Onorari dalla Assemblea generale, su
proposta di tre Soci Ordinari, i più insigni cultori delle disci-
pline storiche, i quali abbiano giovato particolarmente agli
studi della Regione Umbra.

ART. 8.

La Regia Deputazione ha un Consiglio composto dei
Soci Ordinari, ed un Officio di Presidenza eletto fra i Soci
Ordinari stessi e costituito da

1) un Presidente,
2) un Vice Presidente,

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STATUTO DELLA R. DEPUTAZIONE XI

3) un Segretario,

4) un Economo,
il quale dura in carica tre anni, e alla fine del triennio può
essere nuovamente proposto alla Conferma Sovrana.

ART. 9.

Ogni Socio Ordinario, che, senza legittimo impedimento,
non abbia mai corrisposto, nel corso di due anni, agli inviti,
né per la collaborazione, nè per le adunanze, s’ intenderà
dimissionario e sarà surrogato.

ART. :10.

Il Presidente cura direttamente e con l'aiuto dell Officio
di Presidenza, la vita interna dell’ Istituto, onde questa risulti
sempre più prospera nelle finalità a cui tende, ponendola
in relazione ognora più intima con i deliberati approvati
nel Congresso delle RR. Deputazioni di Storia Patria tenuto
in Perugia il 21 settembre 1923. Ne studia tutti i bisogni,
ai quali, in caso d'urgenza, sentito il parere dell’ Officio di
Presidenza, é autorizzato a provvedere sollecitamente, per
poi riferirne nelle Adunanze di Consiglio, composte dei Soci
Ordinari. Sovraintende ai lavori scientifici, d'accordo con la
Commissione della stampa, che Egli presiede; firma il Car-
teggio; cura l’ esatta osservanza dello Statuto; convoca e
presiede il Consiglio e P Adunanza annuale dei Soci.

ART. LE
Il Vice Presidente esercita le attribuzioni del Presidente,
quando questi, assente od impedito, lo incarichi di rappre-

sentarlo,

ART. 12.

Il Segretario compila i processi verbali delle Adunanze
generali e delle Adunanze del Consiglio; é responsabile del
Carteggio; fa la Relazione annuale dei lavori a nome della

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XII STATUTO DELLA R. DEPUTAZIONE

Presidenza; cura la conservazione dei libri ricevuti in'dono
o comperati, nonchè il deposito delle pubblicazioni della
Regia Deputazione; promuove con tutti i mezzi l'incremento
della Biblioteca sociale, formata dai cambi periodici, pubbli-
cazioni, volumi inviati in dono od acquistati.

ART. 13.

L’ Economo riscuote e custodisce le somme di mano in
mano ritirate dai Soci e dagli Enti morali; eseguisce i paga-
menti sopra regolari mandati firmati dal Presidente; prepara
il Bilancio. | |

ART. 14.

Il Presidente dovrà ogni anno convocare il Consiglio.
A questo è riserbata la proposta di nomina e surrogazione
degli Officiali e dei Soci Ordinari, che potrà essere fatta
anche per lettera; l'approvazione del bilancio; la nomina
dei due revisori del Consuntivo, e la discussione ed appro-
vazione dei Fonti di Storia per l' Umbria.

ART; lb.

Il Presidente dovrà parimenti convocare ogni anno l'As-
semblea generale di tutti i Soci, alla quale spetta, su proposta

del Consiglio, la elezione dei Soci Onorari, Benemeriti, Colla-

boratori, Aggregati e dei Corrispondenti. Alla stessa Assem-
blea si comunica il resoconto morale e finanziario della Regia
Deputazione.

ART, 16.

Per sua iniziativa, o su proposta di almeno nove Soci
(sei Ordinari e tre Collaboratori), il Presidente può convocare
un’adunanza straordinaria dell’ Assemblea generale.

ATB/be sb.

Ciascuna Adunanza del Consiglio potrà comprendere
varie sedute successive; sono valide in prima convocazione STATUTO DELLA R. DEPUTAZIONE XIII

‘se vi interviene la maggioranza dei componenti il Consiglio
stesso; in seconda, qualunque sia il numero degli intervenuti.

ART. 18.

Le sedute della Regia Deputazione e le Assemblee generali
potranno anche tenersi in altre città della Regione allo scopo
di estendere e intensificare l'azione che l' Ente si prefigge di
svolgere in pro della coltura e dell’ amore degli studi storici.

ART. 19.

La Regia Deputazione dà opera a tre serie di pubbli-
cazioni: la prima periodica dal titolo: Bollettino della Regia
Deputazione di Storia Patria per VUmbria; la seconda: Appen-
dici al Bollettino della Regia Deputazione di Storia Patria per
VUmbria; la terza: Fonti di Storia per V Umbria.

Il Bollettino, che abitualmente deve risultare composto
di non più di tre fascicoli, pubblicati separatamente, com-
prende gli Atti della, Regia Deputazione, memorie originali,
documenti illustrati e regesti, bibliografia storica umbra,
recensioni e notizie d’interesse per la Regia Deputazione.

Le Appendici raccolgono ugualmente memorie originali,
documenti ecc., che per altro per ricchezza di materiale non
trovano giusto posto entro i limiti fissati per il Bollettino;
od anche perchè non possono essere stampati con la stessa
regolarità con la quale vengono date alla luce le altre me-
morie inserite nei fascicoli del Bollettino stesso.

Nei volumi dei Fonti sono infine pubblicati, senza limiti
di tempo prefisso, gli antichi Statuti di particolare impor-
tanza, gli Atti diplomatici delle singole città e delle più
antiche abbazie, Cronache, Diari, Epistolari, e, in genere,
collezioni di documenti di estensione regionale.

‘ART. 20.

Per tutto ciò che concerne le pubblicazioni è nominata
dal Consiglio una Commissione speciale, che dura in carica
tre anni ed è presieduta dalla Regia Deputazione.
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XIV STATUTO DELLA R. DEPUTAZIONE

Nel seno della medesima il Consiglio elegge un Diret-
tore, responsabile di fronte alle Autorità governative, ed al
quale, per conto della Regia Deputazione, sono affidate diret-
tamente tutte le mansioni riguardanti la stampa dei singoli
periodici. |

A lui direttamente sono trasmessi manoscritti dalla Com-
missione speciale, dopo averli approvati, ed egli provvederà
alla loro pubblicazione.

ART; 2l;

Ogni proposta di temi di studio e documenti da appli-
care deve assere compendiata in iscritto e presentata con il
manoscritto completo in tutte le sue parti alla Commissione
incaricata per la stampa.

ART. 22.

L'autore o Peditore di un lavoro potrà ottenere un
dato numero di esemplari o di estratti che la Presidenza
fisserà volta volta. |

ART. 23.

La Regia Deputazione provvede alle proprie spese con
i seguenti mezzi:
a) sussidi dello Stato, delle Provincie e dei Comuni;
b) contributi dei Soci ed interessi del fondo di riserva;
c) sussidi straordinari da parte dei vari Enti;
d) vendita delle pubblicazioni.

ART. 24.

I titoli delle spese ordinarie che può avere la Regia
Deputazione sono i seguenti :
1) per la Presidenza e suo officio;
2) pel Carteggio;
3) per la stampa di lettere, avvisi, circolari e diplomi;
4) per trascrizione di documenti; STATUTO DELLA R. DEPUTAZIONE XV

5) per pubblicazioni;

6) per indennità;

7) per la conservazione e per l’incremento della Biblio-
teca sociale.

Visto, d'ordine di S. M. il Re
IL MINISTRO DELL'EDUCAZIONE NAZIONALE
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LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO
IN AMELIA

APPUNTI STORICI E DOCUMENTI

XLIII. — 1182. Giugno. — Zanzaro cede alla Chiesa di
S. Giacomo una terra sita im « Confinio » im cambio di una
terra posta in « cenzano ».

#8 IN NOMINE DOMINI NOSTRI IHESU CRISTI. AMEN:
Anno eiusdem incarnationis M.C.LXXXII. Regnante frederico im-
peratore . Mense Junio . Die dominico . Indictione xv. +8 Ego
quidem zanzarus . propria mea bona voluntate . promitto tibi
presbitero Pagano . saneti iacobi priori . unam petiam terre
quam habeo in loeo qui dicitur confinio . Que habet fines . In
capite tenet peluccus . In pede via . ab uno latere iacet terra
saneti iacobi . ab alio latere tenet Rolanducius . terra predicta
ut iacet cum omnibus suis permu (s?c) tinentiis . sit tibi data .
et concessa iure permutationis . ad habendum . tenendum . et
possidendum . et quiequid inde volueris tu . et tui successores .
in perpetuum iure proprietatis faciendum . nulla reservatione à
me facta . pro qua terra dedisti mihi unam petiam terre in loco
qui dieitur xenzano . quod inter nos bene convenit . et sic
habeas predictam terram ammodo in antea ut nullam litem .
nullamque controversiam huius rei nomine sustineas . set legitime
ab omni homine . ubi et quando necesse fuerit defendere pro-
mitto . Que omnia si ut superius leguntur . et promittuntur .
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non observavero ego . et mei heredes. vobis vestrisque succes-
soribus in perpetuum . tune promittimus nos vobis dare valen-
tiam prediete terre duplam nomine pene . et soluta pena . hoc
instrumentum permutationis maneat firmum quod seribendo
rogavi . #8 Johannes de Parlenda . Presbiter Johannes de tede-
rada . Johannes de petrone sunt testes rogati.

a EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum ta-
| i bellio rogatus hoc instrumentum permutationis ut supra legitur .
Scripsi . et absolvi. |

Indicazioni antiche: « carta presb. Pagani quam fecit zanzarus ».
ll « Ihnio »; « Cenzano »; « Permutatio terrarum »; « c. c. c. 34 »;
Pec « 153. 1182 ».

mm. 163 X 186.

XLIV. — 1182. Agosto. — Dichina, col. consenso del
figlio Bovolo, dona alla Chiesa di S. Giacomo una terra mel
luogo « plaulo ».

X4. In nomine domini ab eius incarnatione . anno domini .
| M.C.LXXXII. regnante frederico imperatore . die dominico mense
| augusto . jndictione . xv. Constat mequidem dichinam consen-
| tiente bovolo . filio meo . donasse . et tradidisse . tibi presbitero

pagano . saneti iacobi de redere priori . terram meam . que jacet

in loeo qui voeatur plaulo . territorio amelino . fines cuius esse
d: . videntur . a capite via . ab uno latere est tenens rainucius de
| canale . et ab alio . a pede guiducius de iohanne de martino .

Omnium ut predixi do . cedo . trado . tibi jam dieto . presbitero
| pagano . pro eadem ecclesia saneti jacobi . pro anima mea et
; pro redeptione (sio) . peccatorum meorum . ad habendum . et
quiequid vult predicta ecclesia faciendum in perpetuum . ut
nullam litem . nullamque controversiam tu vel tui successore (sic) .
et predicte eeclesie servientes . a me vel a meis heredibus su-
stineant . Set ab omni homine . semper legitime defendere . tibi
tuisque successoribus promitto . que omnia si ut superius leguntur
| et promittuntur. non observaverimus . aut non adimpleverimus .
i duplum eiusdem quantitatis et qualitatis . et exstimationis tibi
dare . promitto . et insuper hoc donationis . instrumentum .
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI 8. MAGNO IN AMELIA 3

quod scribendo . rogavi firmum manere spondo (sic) . $ Rustikello
de paganello . similecto . Austino de fornole . rogati sunt testes.

$ Ego berardus ameline civitatis judex . scribere rogatus .
scripsi . conplevj; et absolvj;

Indicazioni antiche; « Donatio petie terre pro Sto Jacobo »; « 35, »;
« 4. 1182 ».
mm, 183 X 265.

XLV. — 1185. Marzo. — Giovanni di Mescanella dà in
pegno alla Chiesa di S. Giacomo 40 soldi di Lucca, che ha în
pegno su di una terra nel luogo « casa plaola » dovendo rice-
vere il frutto annuo, ma dare la decima a S. Giacomo.

ya IN NOMIME DOMINI NOSTRI JHESU CHRISTI
Amen. Anno eiusdem incarnationis M.CLXXXV. Regnante frede-
‘rico imperatore . Mense . martio . Die sabati . Indictione . III.
FR Ego quidem Johannes de mescanella propria mea volumtate
interveniente . Do tibi presbitero Pagano . sancti Jacobi prelato .
XL. solidos . lucce quos habeo in pignore super terram de marco
et rapizo . que iacet in loco qui dieitur casa plaola in tenimento
demescano . quam terram habeo pignori pro . XL. solidis . do
in ecelesia saneti iacobi pro redemptione peccatorum meorum .
meorumque parentum . et donee pignus non recolligitur . debeo
ego habere fructum pignoris . dum vixero . de quo pignore
debeo reddere decimas in ecclesia sancti iacobi . et promitto ego
Johannes hec omnia observare . et. nullo modo disrumpere . et si
observare noluero promitto me . meosque heredes. tibi tuisque
successoribus dare duplum nomine pene . et soluta pena . hoc
instrumentum donationis maneat firmum quod scribendo rogavi.

4 Presbiter Johannes de pobliea . Rainucius kastaldus .
Nerecone . sunt testes rogati.

Ya EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum tabel-
lio rogatus . hoc instrumentum . seripsi . Rogavi . et absolvi.

Indicazioni antiche: « Presbiteri pagati »; « Sco Jacobo deredere »;.
« in tenimento | Massam de novalsula casa plaola »; « 61. FR 5 »;
« 149. 1185 ».

mm, 151 X 236.
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XLVI. — 1185. Agosto. — Borgolo e Nerecone donano
alla Chiesa di S. Giacomo una terra situata in « Quirqueto ».

#8 IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CHRISTI
Amen. Anno eiusdem incarnationis M.CLxxxv. hegnante frede-
rico imperatore . Mense augusto . Die sabati . Indictione III.
FR Nos quidem Borgolus . et nerecone propria nostra voluntate
interveniente . Donamus tibi presbitero Pagano . ecclesie sancti
Jacobi priori . unam petiam terre quam habemus in loco qui
dicitur quirquetum . Que habet fines In eapite mons . In pede
via . ab uno latere tenes tu acceptor ab alio latere tenent
heredes girardi longi . terra predicta ut iacet cum omnibus suis
pertinentiis . sit tibi et in ecelesia saneti iacobi tradita et deli-
berata iure proprietatis pro redemptione peccatorum nostrorum,
nostrorumque parentum . ad habendum . tenendum . et possi-
dendum . et quiequid inde volueris . tu et tui successores
eiusdem ecclesie servientes . in perpetuum faciendum . nulla
reservatione . a nobis facta . set ammodo in antea faciatis
quicquid vultis . Ut nullam litem . nullamque controversiam
sustineatis . Set legitime ab omni homine . ubi et quando
necesse fuerit defendere permittimus . Que omnia si ut superius
leguntur . et promittuntur . non observaverimus . atque adin-
pleverimus . tune promittimus nos vobis dare duplum nomine
pene et soluta pena hoc instrumentum donationis maneat firmum
quod seribendo rogavimus.

8 Tebalducius grilli . zanzarus . Rainucius kastaldus Ma-
theus de petro de vita . sunt testes rogati.

#8 EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum tabellio
rogatus hoc instrumentum . Scripsi . rogavi . et absolvi.

Indicazioni antiche: « Presbiteri pagani »; « Cart de sancto Iacobo
de amelia in vocabulo cerqueto. »; « Donatio. »; « H tt 38 »;
« 28. 1185 ».

mm. 157 X 275.
Ut

LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA

XLVII. — 1186. Gennaio. — Rustico di Siginolfo dona
alla Chiesa di S. Giacomo una terra in « Campoletravi ».

HH IN NOMINE DOMINI NOSTRIIHESU CRISTI . AMEN.
Anno eiusdem incarnationis . M.C.LXXXVJ. Regnante frederico
imperatore . Mense Januario . Die lune . Jndictione .IIII.
FR Ego quidem Rusticus siginolfi . propria mea voluntate interve-
niente . Do cedo atque trado tibi Presbitero Pagano Priori
ecclesie saneti Jacobi de redure . unam petiam terre quam habeo
in loco qui dieitur campo le trave . Que habet fines . In capite .
est mons . In pede fossatum . ab uno latere tenent heredes de
berta bonanti ab alio latere . terra saneti Jacobi. de qua petio
terre . ut iacet infra hos fines do tibi . idest in ecclesia sancti
iacobi totam partem meam . idest medietatem pro indiviso .
pro redemptione peccatorum meorum . meorumque parentum .
ut ab isto die in antea habeas potestatem tu . et tui succes-
sores in perpetuum faciendi quiequid voluerint . Ut nullam litem
a me vel a meis heredibus sustineatis . Set legitime ab omni
homine ubi et quando necesse fuerit defendere promitto . Que
omnia si ut superius leguntur . et promittuntur . non observa-
vero ego et mei heredes tibi tuisque successoribus tune promitto
me daturum duplam valentiam ipsius terre et soluta pena hoc
instrumentum donationis maneat firmum quod. scribendo rogavi.

X4 Presbiter tebaldus de prova . Veralducius de grindone
de annueala . filius paganelli partimale.

HH EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum
tabellio rogatus hoc instrumentum donationis . Scripsi et absolvi.

Indicazioni antiche: « Presbiteri Pagani »; « carte antique pro
eecl. sti Iacobi »; « Capo le travy »; « 64 cB FR »; « 133. 1186 ».
mm. 161 X 245. i

XLVIII. — 1186. Settembre. — Abbassamonte dona alla
Chiesa di S. Giacomo una terra posta « al colle de racco ».

#4 In nomine domini . ab eius incarnatione Anno domini
M.C.LXXXVJ. regnante frederico imperatore . die mercurio . mense
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6 L. MATTEI - CERASOLI

septembre . Jndictione III. Constat me quidem abbassamontem .
donasse . et tradidisse tibi presbitero pagano servienti et yconomo
saneti jacobi de redere ad utilitatem eiusdem ecclesie partem
meam de terra . que jacet al colle de racco . fines cuius esse
videntur . ab uno latere . est eadem ecclesia . ab alio latere
simeone . a tertio fossatello . a quarto colle et via . privata .
omnium ut predixi . dono in integrum medietatem pro indiviso .
pro redeptione anime mee . et meorum parentum . in jam dicta
ecclesia saneti jacobi de redere . ad habendum . tenendum pos-
sidendum . et quiequid predicta ecclesia vult faciendum . Ut
nullam litem nullamque controversiam tu predictus presbiter
pagano vel tui successores . et predicte ecclesie servientes . a me
vel a meis heredibus sustineant . set semper quiete . et pacifice
possideatis . que omnia si ut superius leguntur. non observavero .
duplum eiusdem quantitatis eidem ecclesie dare . tibi promitto .
et insuper . hoe instrumentum donationis . semper incorruptum
tenere spondeo . actum in foro ameline civitatis.

$ rusticellus de paganello . guido de supercla . bernardo de
girardo de pretejanni . rogati sunt testes.

$ Ego berardus ameline civitatis . judex . seribere rogatus
scripsi . conplevj..; et absolvj ;

Indicazioni antiche: « colle racco »; « Don. petie Terre Ecc. sti
Jacobi in loco dieto Colle de Raeco. »; « 40 Q. q. »; « 97. 1186 ».
mm. 177 x 272.

XLIX. — 1187. Aprile. — Cittadana di Graziano, col con-
senso del marito Guiduccio, cede alla Chiesa di S. Giacomo
tre pezzetti di terra nel luogo « Settari » in cambio di due terre
nel luogo « Marcinano ».

#8 In nomine domini. ab eius incarnatione . anno domini .
M.C.LXXXVJJ. regnante frederico imperatore . die dominico
mense aprili Jndictione v. Constat me quidem cittadanam quen-
dam (sic) filiam de gratiano . consentiente . et faciente guiducco
marito meo . hoc permutationis instrumento . permutasse .
dedisse . et tradidisse . tibi presbitero pagano recipienti ad LE CHIESE DI 8. GIACOMO E DI $. MAGNO IN AMELIA 7

honorem et utilitatem . sancti jacobi de redere . tres petiolas
terre . unam vineatam . et duas aratorias . que jacent in loco
qui vocatur settari . una quarum habet fines . a capite est
tenes heres de rainaldo et de gualfraedo . a pede . sunt tenentes
heredes de donadeo de nordo . ab uno latere . sunt tenentes
filii de veneneasa de petro de jannicupo . ab alio latere . via
privata . sive vicinali . alia habet fines. a capite . sunt tenentes
jam dieti filii de benencasa a pede vos acceptores . ab uno
latere . filii de rusticello de nettolo . ab alio latere filii de
gualfredo . alia habet fines a capite morra . a pede limite . ab
uno latere . filii de rainaldo . ab alio . faleola . et berta
omnium ut prediximus . damus . tibi jam dieto presbitero
pagano . tuisque suecessoribus in perpetuum iure permutationis .
pro duabus petiis terre quas dedistis nobis que jacent in loco
qui vocatur mareinano . et promittimus vobis quod,non faciemus
vobis litem . vel molestiam immo ab omni homine semper legi-
time defendere vobis promittimus que omnia si ut superius
leguntur et promittuntur . non observaverimus . aut non adim-
pleverimus . duplum eiusdem quantitatis et qualitatis . et exsti-
mationis vobis dare promittimus . et insuper hoc permutationis
instrumentum . quod scribendo rogavimus . permutationis (sic)
semper incorruptum tenere spondemus.

.$ Johannes de gerlenda; rusticus de paganello . tebaldus de
imilja . ardino . guido scolajo . rogati sunt testes.

$ Ego berardus judex amerine civitatis . scripsi . complevj .
et absolvi.

Indicazioni antiche: « #8 In nomine »; « nela qdi de fertarj »;
« Tres petie de terra | uno vineato doi arati »; « 63 ili {{{ 163. »;

« 111. 1187 ».
mm. 175 X 313.

L. — 1187. Maggio. — I fratelli Giovanni prete e Dome-
nico di Ameriolo vendono al rettore di S. Giacomo una terra
nel luogo « Pantan maiure » per 40 soldi anforziati.

#8 In nomine domini . ab eius incarnatione . anno domi-
nini (sic) M.C.LXXXVJJ. regnante frederico imperatore . die sa-

ape
8 L. MATTEI - CERASOLI

bati. mense madio . jndictione v. Constat nos quidem presbiterum
johannem . et dominicum germanos fratres . quondam filios de
ameriolo . de franco . de lando . vendidisse . et huius rei gratia
tradidisse . tibi presbitero pagano . servienti de ecclesia sancti
jacobi de redare : ad utilitatem eiusdem ecclesie . terram que
jacet in loco qui vocatur pantan maiure . territorio de campo
le travi . fines cuius esse videntur . ab omnibus partibus est
tenens predicta ecclesia sancti jacobi . Omnium ut prediximus .
vendimus . cedimus . tradimus . tibi jam dieto presbitero pa-
gano . predicte ecclesie servienti . tuisque successoribus in inte-
grum et in perpetuum . pro quadraginta solidis anfortiatorum
ad habendum . tenendum . possidendum et nullam litem . nul-
lamque controversiam . tu vel tui successores . a nobis . vel a
nostris heredibus sustineant . Set ab omni homine semper legitime
defendere vobis promittimus . Que omnia si ut superius leguntur
et promittuntur. non observaverimus . aut non adimpleverimus .
duplum nomine pene vobis dare . promittimus . et insuper hoc
venditionis instrumentum quod scribendo rogavimus firmum ma-
nere spondemus . actum ancte sanctam mariam de ulmo.

$ Petro roseo . rainalduezo avultrimus de gualfreducco
tebaldueco de grello rogati sunt testes.

$ Ego berardus ameline civitatis judex . scribere . rogatus .
Scripsi .; conplevj .; et absolvj.

Indicazioni antiche: « capo le travy »; « Emptio petie Terre a

pagano in nomine $." Jacobi de redere. »; « 31 Bbb »; « 125. 1187 ».
mm. 217 x, 316.

LI. — 1188. Dicembre. — Rolanduccio di Donadeo Sinio-
retto dona alla Chiesa di S. Giacomo la sua parte del molino
e accessori nel luogo « Treio », serbando vita sua durante
V usufrutto.

d IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI
AMEN . Anno eiusdem incarnationis M.C.LXXXVIII. Regnante fre-
derico imperatore . Mense decembri . Die veneris . Indictione VI.
HB Ego quidem Rolanducius quondam donadei sinioretti filius
propria mea voluntate interveniente . Do . cedo . atque trado .
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 9

tibi presbitero pagano de sancto iacobo totam partem meam
de molendino de treio . de toto hedificio ipsius molendini
de leva . et clusa . et posa . et forma . et de omni utilitate
que ad ipsum hedifieium molendini pertinet . et hane dona-
tionem facio-tibi presbitero pagano in ecclesia sancti iacobi pro
redemptione anime mee meorumque parentum reservato mihi
usufruetu toto tempore vite mee . post mortem meam habeas
potestatem tu et tui successores intrandi . tenendi . possidendi .
vendendi . donandi . et permutandi . vel in quolibet titulo
transferendi . et quiequid volueris tu et tui successores in per-
petuum iure proprietatis faciendi nulla reservatione faeta . Ut
nullam litem nullamque controversiam sustineatis . Set legitime
ab omni homine ubi et quando necesse fuerit defendere promitto .
Que omnia si ut superius leguntur . et promittuntur . non
observavero ego et mei heredes . vobis vestrisque successoribus
tune promitto me meosque heredes . vobis dare valentiam pre-
diete rei duplam nomine pene ante omne litis initium et soluta
pena hoc instrumentum maneat firmum quod scribendo rogavi.

Ego supradietus donator hane donationem a me faetam
omni tempore confirmo et inrevocabiliter tenere spondeo.

Actum in civitate amelina in domo predicti presbiteri pagani
que fuit girardi lombardi . Rusticus paganelli . stefanus presbiteri
tiniosi . Presbiter bartholomeus . Villanus filius mariani . Gozo
de saneto iacobo sunt testes rogati.

HB EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum ta-
bellio rogatus hoc instrumentum Scripsi . et absolvi.

Indieazioni antiche: « Donatio molendini .... »; « 27 L »; « 151.

1188 ».
mm. 146 X 346.

LII. — 1189. Maggio. — Rodolfo Dalponte dona e cede
alla Chiesa di S. Giacomo, presente il Vescovo di Amelia, Pietro,
nel giorno della consacrazione di detta Chiesa, tutto il lavoro
fatto e cose date in pegno sia da lui che dalla moglie.

FR In nomine domini ab eius incarnatione . anno domini M. C.
octanta novem . regnante frederico imperatore die dominico ,
ASTORIA

10 L. MATTEI- CERASOLI

mense madio . Jndictione septima . Constat me quidem rodolfum
qui vocor dal ponte . hoc donationis instrumento . in presen-
tiarum donasse . et dono concessisse . et concedo . et inrevo-
cabiliter largior . in ecclesia sancti jacobi que est posita et
consecrata in redere . territorio amerino . omnes res . et omnes
denarios et totam blavam sive laborem ut ita dicam . et ut
generaliter dicam quiequid in jam dietam ecclesiam dederim
sive mutuo derim (sic) sive pro anima mea . et uxoris mee .
vel quocunque modo dederim in jam dietam ecclesiam sive
servientibus jam diete eeclesie . et refuto vobis servientibus
prediete eeclesie pignora . que habui et habeo ad lucrum . et
ad percipiendos fructus de ipsis pignoribus ut ammodo in antea
sint vobis et predicte ecclesie illa pignora remissa et deliberata .
et omnes res quascunque ego et uxor mea dederimus aliquo
tempore aliquo modo . ut nullam litem . nullamque contro-
versiam vos vel vestri successores vel jam dicta ecclesia a nobis
vel a nostris successoribus sustineant . set ab omni homine
secure . et quiete sine omni exactione et contradictione predicta
ecclesia possideat . que omnia si ut superius leguntur . et pro-
mittuntur . non observaverimus . sexaginta libras nomine pene
vobis dare promittimus . et insuper hane donationem quam
fecimus pro anima nostra . et hoc instrumentum firmum. et
firmam semper incorruptum . tenere spondemus . actum tempore
consecrationis predicte ecclesie et in platea sancte firmine . et
ante petrum episcopum et dominum marsicanum . et donnum
johannem sancti pauli monachum et coram consulibus videlicet
egidio de donadeo de girardo . et tebaldueco de grello . et
ameriolo de ofredueco de vulzo . qui et alii multi rogati sunt
testes.

$ Ego berardus ameline civitatis judex . scribere rogatus .
Scripsi .; conplevj .; et absolvj.

Indieazioni antiche: « Donatio Eccl. sti Jacobi de redere »; « M. 41 »;
« 118. 170. 1189 ».
mm. 175 X 270, LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI 8. MAGNO IN AMELIA 11

LIII. — 1190. Gennaio. — Urania, Clara, Altazita, madre
e figlie, col consenso del marito di Clara, donano alla Chiesa
di S. Giacomo una terra mel luogo « scarpatosta »: Urania
aggiunge una terra nel luogo « Variano ».

t IN NOMINE DOMINI NOSTRI IHESU. CRISTI .
AMEN . Anno eiusdem incarnationis M.C.LXXxx. Regnante
Ífrederico imperatore . Mense Januario . Die mercurio . Indic-
tione vir. Nos quidem . Urania . Clara . Altazita . mater et
filie insimul congregate . de voluntate Girardi vivi clare propria
nostra voluntate interveniente . Donamus . Cedimus atque tra-
dimus . tibi presbitero Benedicto priori sancti iacobi de redare .
Unam petiam terre que iacet in loco qui dicitur scarpatosta .
habet fines in capite est redera . In pede tenent heredes de
voccalepore et donadeus rainucii de nettolo . ab alio latere est
Strata . ab alio latere terra sancti iacobi terra predicta ut iacet
cum omnibus suis pertinentiis sit tibi tuisque successoribus
eiusdem ecclesie servientibus data . et concessa . iure proprie-
tatis . ad habendum . tenendum . et quiequid inde volueritis
vos vestrique successores in perpetuum iure proprietatis facien-
dum nulla reservatione a nobis facta . set ammodo in antea
faciatis quiequid vultis . Insuper Ego urania dono . cedo
trado . tibi presbitero Benedicto terram meam quam habeo in
loco qui dieitur variano que iacet iusta terram filiorum de be-
nencasa de crescalo ad habendum . tenendum et quiequid inde
volueritis in perpetuum iure proprietatis faciendum . et hoc
facimus pro redemptione nostrorum peccatorum nostrorumque
parentum . et sic habeatis ammodo in antea ut nullam litem .
nullamque controversiam sustineatis . Set legitime ab omni
homine ubi et quando necesse fuerit defendere promittimus .
Que omnia si ut superius leguntur . et promittuntur non obser-
vaverimus atque adimpleverimus . tunc promittimus nos no-
strosque heredes tibi tuisque successoribus . tune promittimus (sic)
nos vobis dare duplam valentiam eiusdem bonitatis nomine
pene . et soluta pena hoc instrumentum donationis maneat
firmum quod seribendo rogavimus.

P

}

E
|
Ei è

MIS sr; alp ar onc

12 L. MATTEI - CERASOLI

cH Presbiter Paganus de antiqua . Bonus comes . Crescen-
tius de benencasa crescali . zanzarus . sunt testes rogati.

#8 EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum ta-
bellio rogatus hoc instrumentum . Scripsi et absolvi.

|

Hi | Indicazioni antiche: « Scarpa tosta »; « variano »; « donatio de
Hi terris Eccl. sti Jacobi de redere. »; « Emptio duarum petiarum Terr.
ill facta per Priorem s." Jacobi de Redere »; « 42 y y »; « 9. 1190 ».
PII: £t mm. 145 X 389.

LIV. — 1190. Maggio 22. — Guiduccio di Pietro Luciani
dona alla Chiesa di S. Giacomo una terra nel luogo « vanialo ».

»

#8 IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU OCRISTI
AMEN . Anno eiusdem incarnationis Millesimo C.LXXXx. Im-
perante Henrico imperatore . Mense Madio . Die xxii Indic-
MES tione VIII. X4 Ego quidem Guiducius de petro luquiani propria
| lis mea voluntate interveniente . titulo donationis pro redemptione
| peccatorum meorum . meorumque parentum Do . Cedo . atque
trado tibi Presbitero Tebaldo de prova eeclesie sancti iacobi de
redare prelato pro ipsa eeclesia unum petium terre quod habeo
in easale de forponte in loco qui dieitur vanialo . quod habet
fines . In capite est quirquetum iohannis de lavinia . In pede
via . ab uno latere . tenet Petrus de iohanne de ammerina .
Il ab alio latere iacet res predicte ecclesie . terra predicta ut iacet
cum omnibus pertinentiis et utilitatibus suis sit tibi iam dicto
prelato pro iam dieta ecclesia saneti iacobi data . et tradita .
et deliberata ab hac hora in antea ad habendum . tenendum .
il et possidendum . vendendum . donandum . et permutandum et
4l quiequid inde volueris tu et tui successores in eadem ecclesia
existentes in perpetuum iure proprietatis et dominii faciendum .
ut nullam litem nullamque controversiam huius rei nomine
sustineatis . Set legitime ab omni homine ubi et quando necesse
| fuerit defendere promitto . Que omnia si ut superius leguntur
il et promittuntur . non observavero . ego et mei heredes . tibi
| | tuisque suecessoribus in iam dicta ecclesia existentibus . pro-
II mitto tune fore daturos et composituros valentiam predicte rei
duplam nomine pene . et soluta pena hoc instrumentum dona-
LE CHIESE DI 8. GIACOMO E DI S, MAGNO IN AMELIA 13

tionis maneat firmum . quod scribendum rogavi et testes a me
rogatos subscribi mandavi.

fa Forza. Januarius gualazoli . Guido de ranica sunt testes
rogati.

m EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum ta-
bellio rogatus hoc instrumentum . Scripsi et absolvi.

Indicazioni antiche: « Donatio petie terre forponte pro Eecl. S." Ja-
cobi»; «33 H »; « 175 »; « 72. 1190 ».
mm. 140 X 186.

LV. — 1192. Agosto. — Giovanni di Petrone dona a
S. Giacomo wna terra situata mel luogo « la strata », serbando
vita sua durante U wsufrutto.

#8 In nomine domini. ab eiusincarnatione . anno domini .M.0.
nonagesimo .jj. regnante imperatore henrigo . die dominico
mense augusto . jndictione . x. Constat me quidem johannem
de petrone . hoc donationis instrumento . pro redemptione
anime mee meorumque parentum . de presenti mea concessione .
dono . cedo . et per retemptionem usufructus . trado . tibi .
presbitero tebaldo . servientj de ecclesia sancti jacobi de redere .
ad honorem et utilitatem sancti pauli de roma . et ad hutilitatem
eiusdem ecclesie . et servientum de eadem ecclesia saneti jacobi .
terram que jacet in loco qui vocatur la strata pro medietate et
pro indiviso . fines cuius esse videntur . a capite est via pu-
blica . a pede . fossatum . ab uno latere . est tenens turclo .
ab alio latere kastaldus rainucius . Omnium ut predixi . dono
medietatem . que est pars mea . retempto mihi usufructu vita
mea . post mortem meam incontinenti consolidato usufructu
eum proprietate revertatur et deveniat ad predictam ecclesiam
saneti jacobi . nullo homine contradicente . ut ab inde habeat
teneat predicta ecclesia iure proprietatis et dominii . sine omni
contradictione facta ab heredibus meis . que omnia si ut supe-
rius leguntur non observaverimus . aut non adimpleverimus
duplum eiusdem quantitatis et qualitatis et extimationis . tibi .
tuisque suecessoribus dare . promitto . et insuper hoc donationis
Ed FPSS —— B ew €. mL "aA AC |< rg WE. MUS ONDE X ze o ia m

TIT]

14 L. MATTEI- CERASOLI

d instrumentum quod scribendo rogavi. firmum manere spondeo .
ii actum in volta subscripti judicis.
$ superello . galgano de martino . Nicola de girardo piluca .
janni de crescalo . rogati sunt testes.
$ Ego berardus amerine civitatis judex . scribere . rogatus .
Bc. scripsi . conplevj . et absolvj.

E , Indicazioni antiche: « terra (? S. pauli »; « Donatio petie terre
EN Ecc. sti Jacobi de redere 1192. »; « 43. Aaa. » ; « 184 | »; « 161. 1192 ».
ful mm. 205 x 247.

| _

|

l LVI. — 1195. Luglio 24. — Gerardo di Guilica cede alla

| Chiesa di S. Giacomo una terra nel luogo « Quirqueto » in
cambio di wn vigneto nel luogo « ad cisterna ».

Ht IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI

| | AMEN . Anno eiusdem incarnationis Millesimo C. nonagesimo
III quinto Imperante Henrico imperatore . Mense Julio . Die. XXJJJJ.
ll Indictione . xII. rH Ego quidem girardus de guilicha propria
| mea voluntate titulo permutationis . Do . Cedo et trado tibi
Presbitero tebaldo prelato ecclesie sancti iacobi de redare pro
ipsa ecclesia unum petium terre . quod habeo in loco qui dicitur
quirquetus, quod habet fines . In eapite et uno latere iacet
terre saneti iacobi . In pede est via . ab alio latere tenet Nere-
cone . Terra predicta ut iacet inter predictos affines . cum
ME omnibus suis pertinentiis . et utilitatibus sit tibi data et tra-
ill dita . et ab hodie in antea ad intrandum . tenendum . et
| possidendum . et quiequid inde volueris tu . et tui successores
ill in predicta ecclesia servientes iure proprietatis . et dominii

Ill et possessionis faciendum . nulla reservatione a me facta . pro
qua terra dedisti mihi unum petium vinee quod habes ad ci-
sterna . que habet fines . In capite est via . In pede morra
ipsius vinee ab uno latere tenent heredes Juscoli . ab alio
heredes bernardi de viniella . quod inter nos bene convenit .
| Et sie habeas ammodo in antea predictam terram . ut nullam
litem nullamque controversiam sustineas . set legitime ab omni
homine ubi et quando necesse fuerit defendere promitto . Que
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI 8. MAGNO IN AMELIA 15

omnia si ut superius leguntur . et promittuntur . non observa-
vero . ego et mei heredes tibi tuisque successoribus in perpetuum
promitto et obligo tune fore daturos . et composituros valen-
tiam predicte terre duplam nomine pene . et soluta pena . hoc
instrumentum permutationis et stipulationis maneat firmum
quod fieri rogavi . et testes a me rogatos subseribi mandavi.

"& farolfus iohannis de nectolo . fidanza de bellenda . Pe-
trus peroclius . Presbiter Johannes de pobleca . Rusticus paga-
nelli sunt testes rogati,

tH EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum
tabellio rogatus hoe instrumentum scripsi . et absolvi.

Indieazioni antiche: « carta sti iacobi a girardo de guilicha »;
« Unum petium de terra in vocabulo de cerqueto. »; « 45. G. g. g. »;
« 193. »; « 107. 1195 ».

mm. 155 X 235.

LVII. — 1195. Settembre 16. — Donadeo di Rainuccio
de Nettolo vende per 3 libre di Lucca al prelato di S. Giacomo
una terra presso il campo di detta Chiesa.

#8 IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI
AMEN . Anno ejusdem incarnationis Millesimo c. nonagesimo
quinto . Imperante Henrico imperatore . Mense septembri
Die. xvI. Indictione . xIII. #8 Ego quidem Donadeus quondam
rainucii de nectolo filius habitator ameline civitatis propria mea
voluntate . titulo venditionis . Vendo . Cedo .. atque trado tibi
presbitero Tebaldo de prova prelato ecclesie saneti iacobi de
redare pro ipsa ecclesia duo petia terre que habeo infra campum
ipsius ecclesie supra stratam que seilicet duo petia ut iacent
cum omnibus pertinentiis et utilitatibus suis pro pretio trium
librarum luecensium . quod mihi dedisti . et ... ditos habes .
sint tibi . et successoribus tuis imperpetuum (sic) in integrum
vendita . tradita . et deliberata . ab hodie in antea ad intran-
dum . tenendum et possidendum . et quiequid inde volueris
tu . et tui successores in perpetuum . iure proprietatis . et
dominii et possessionis libere et sine ulla contradictione a nobis

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16 L. MATTEI-CERASOLI

gervata faciendum . set legitime ab omni homine ubi et quando
necesse fuerit defendere promitto . Que omnia si ut superius
leguntur et promittuntur non observavero et mei heredes . tibi
tuisque suecessoribus in perpetuum . promitto . et obligo tunc
fore daturos et composituros valentiam predietarum rerum du-
plam nomine pene ante omne litis initium . et soluta pena
hoc instrumentum venditionis et stipulationis maneat firmum .
quod fieri rogavi . et testes a me rogatos subscribi mandavi .
Actum in platea civitatis ameline.

sg Johannes de atto . Tebalducius berardi . Rusticus paga-
nelli sunt testes rogati.

5% EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum tabellio
rogatus hoc instrumentum . Scripsi et absolvi.

Indieazioni antiche: « carta venditionis a donadeo quond. rainucii
nectoli facta. »; « Emptio petie terre sopre la stata publica »; « 65 T »;
« 190 »; « 130. 1195 ».

mm. 118 X 257.

LVIII. — 1195. Ottobre 8. — Simeone e Giacomo fra-
telli cedono alla Chiesa di S. Giacomo 5 terre nel luogo « for-
ponte » in cambio di due terre în « variano » e « gramiceto ». +

f8 IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI
AMEN . Anno eiusdem incarnationis . Millesimo . €. nonagesimo
quinto Imperante Henrico imperatore . Mense octubri . Die
octavo . Indictione tertia decima . »& Nos quidem Symeon et
Jacobus quondam Girardi longi filii . habitatores civitatis ame-
| line propria: nostra voluntate . titulo permutationis . Damus .
TM . Cedimus . atque tradimus tibi presbitero Tebaldo de prova
| prelato saneti iacobi de redare . et in tuis successoribus pro
ipsa ecclesia . quinque petia terre que habemus in tenimento
forponte territorio amelino . tria iacent in loco qui dicitur quir-
quetum . duo iacent in loco qui dicitur aspretolo . primum de
quirqueto habet fines . In capite tenent filii donadei de sinio-
A retto : In pede est via . a duobus lateribus iacet terra ipsius
ecclesie . seeundum petium habet fines . In capite et a duobus
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 17

lateribus iacet terra supradicte ecclesie . In pede tenet gualfre- |

ducius . tertium petium habet fines . in capite tenet gualfre-
ducius . in pede. et uno latere iacet terra ipsius ecclesie . ab
alio latere tenent fili donadei de sinioritto . primum petium
de aspretolo habet fines . In capite est morra . In pede fossa-
tellum . ab uno latere tenent filii berardi iudicis . ab alio gal-
ganus de gruna . secundum petium habet fines . In capite est
monticellus . In pede fossatellum . ab uno latere terra sancti
iacobi . ab alio tenet filius perfide . Predicta quinque petia ut
iacent cum omnibus pertinentiis . et utilitatibus suis sint vobis
libera . et absoluta sine ulla reservatione . et exactione . et

petitione facienda . data et tradita permutationis titulo ab hodie .

in antea . ad intrandum . tenendum . et possidendum et quic-
quid inde volueris tu . et tui suecessores imperpetuum iure
proprietatis . et dominii . et possessionis . sine ulla contra-
dictione faciendum . pro quibus rebus dedisti nobis tria petia
terre . unum in variano . et duo in gramiceto . quod inter nos
bene convenit . Et sic habeatis ammodo in antea predicta
quinque petia terre . ut nullam litem . nullamque controver-

siam huius rei nomine sustineatis . set legitime ab omni homine ©

ubi et quando necesse fuerit defendere promittimus . Que omnia
si ut superius leguntur et promittuntur non observaverimus no$ .
et nostri heredes . tibi tuisque successoribus promittimus et
obligamus tune fore daturos . et composituros valentiam pre-
dictarum rerum duplam nomine pene ante omne litis initium .
et soluta. pena . hoc instrumentum permutationis . et stipula-
tionis maneat firmum . quod fieri rogavimus . et testes a nobis
rogatos subseribi mandavimus . Actum in civitate amelina . in
apotheea mei tabellionis. ì

HH Petrus episcopi . Manfreducius filius ammirati . Quinta-
vallis de iohanne de nectolo sunt testes rogati.

xx EGO GUIDO civitatis ameline per urbis prefectum
tabellio rogatus . hoc instrumentum Scripsi et absolvi..

Indicazioni antiche: « Carta sci iacobi . a filiis girardi longi | facta. » ;

« cartula a sgretole et quirqueti »; « Nel cerquete pezature de terra»; |

« permutatio facta 5 petiarum terrarum. »; « 44 HB »; « 192 »;
« 79. 1195 ».
mm. 178 X 230.
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18 L. MATTEI - CERASOLI

; LIX. — 1195. Dicembre 15. — Agolante di Tebalduccio
| dona la metà di due terre mel casale « forponte » detto « Gal-
viniano » alla Chiesa di S. Giacomo.

| Hm IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI .

| AMEN . Anno eiusdem incarnationis . Millesimo . €. nonage-

simo quinto . Imperante Henrico imperatore . Residente Dopno

Celestino. anno eius quinto . Mense Decenber . Die . xv. In-
dietione . XIII. i

»4 Ego quidem Agolante quondam Tebalducii falconis filius .

propria mea voluntate. titulo Donationis . Dono . Cedo . atque

trado tibi presbitero Tebaldo prelato ecelesie sancti iacobi de

redare recipienti pro ipsa ecclesia . partem meam . idest medie-

tatem pro indiviso . de duobus petiis terre que iacent in casale

e de forponte . in loco qui dicitur Galviniano mediante terra de

| bono accurso . In capite est via . In pede fossatum . ab uno

| latere tenent filii Karitie dominici . ab alio filii iohannis peco-

ragi. Omnium intra hos fines consistentium medietatem pro

indiviso cum ingressu . et regressu suo . usque in viam publi-

cam . et cum omnibus pertinentiis et utilitatibus suis pro re-

demptione peccatorum meorum meorumque parentum . sit tibi

et successoribus tuis in eadem ecclesia existentibus imperpetuum

in integrum data . et concessa ab hodie in antea de meo iussu

ad intrandum . tenendum . et possidendum . utendum . et

fruendum . vendendum . donandum . permutandum . et quic-

quid inde volueris tu . et tui successores imperpetuum iure

proprietatis et dominii et possessionis faciendum . nulla ex-

ceptione de cetero proponenda . omni iuri et auxilio legis renun-

tiando si quolibet possem contra hoe instrumentum venire . Et

sie habeatis ammodo in antea predictam medietatem de supra-

dietis duobus petiis terre . Ut nullam litem . nullamque con-

troversiam huius rei nomine sustineatis . set legitime ab omni

homine ubi . et quando necesse fuerit defendere et auctorizare

promitto . Que omnia si ut superius leguntur et promittuntur

; non observavero ego et mei successores . et heredes . tibi tuisque

successoribus promitto tunc fore daturos . et composituros valen-
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 19

tiam predicte rei duplam ante omne litis initium . et soluta
pena . hoc instrumentum donationis . et stipulationis maneat
firmum . quod scribendum rogavi . et testes a me rogatos sub-
scribi mandavi . Actum in civitate amelina in apotheca mea.

»4 Rusticus paganelli . Accurinbona . Blasius filius rusti-
keli de petrone sunt testes rogati.

x EGO GUIDO civitatis ameline tabellio rogatus a supra-
dieto donatore hoc instrumentum . Seripsi . et absolvi.

Indicazioni antiche: « Carta saneti iacobi ab agolante facta. »;
« per pore »; « Donatio duorum petiorum terre »; « 66 hhh »; « 191»;
« 88. 1195 ».

mm, 164 X 265,

LX. — 1196. Gennaio 12. — Giacomo del fw Alberto
Falcone dona alla Chiesa di S. Giacomo la metà di due terre
poste nel casale « forponte » detto « Galviniano », la cui altra
metà era stata donata da Agolante.

X4 IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI
AMEN . Anno eius incarnationis Millesimo C.LXXXxxvI. Resi-
dente Dompno Celestino tertio papa . anno eius quinto . Impe-
rante Henrico imperatore . Mense Januario . Die . xir. Indic-
tione . XIII. Y# Ego quidem Jacobus quondam alberti falconis
filius habitator civitatis ameline . propria mea voluntate inter-
veniente . titulo donationis hac die presenti . pro anima mea .
et redemptione peccatorum meorum . meorumque parentum .
Dono . Cedo . atque trado tibi presbitero Tebaldo de prova
prelato ecclesie saneti iacobi de redare . procuratorio nomine
recipienti pro ipsa ecclesia . partem meam . idest . medietatem
de duobus petiis terre que iacent in tenimento de forponte . in
loco qui dieitur galviniano . quià aliam medietatem dedit tibi
agolante frater meus . de predictis duobus petiis terre medietas
pro indiviso . sit tibi pro supradicta ecclesia . data . et tradita .
ab hodie in antea de meo iusu intrandum . tenendum . et pos-
sidendum . vendendum . donandum . et permutandum . et quic-
-quid inde volueris tu et tui successores in predicta ecclesia

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20 L. MATTEI- CERASOLI

existentes in perpetuum iure proprietatis . et dominii . et pos-

sessionis faciendum . nulla exceptione de cetero proponenda .
et sic habeatis ammodo in antea ut nullam litem nullamque
eontroversiam huius rei nomine sustineatis . Set ab omni homine
ubi et quando necesse fuerit defendere promitto . Que omnia
si ut superius leguntur et promittuntur non observavero . ego
et mei heredes tibi tuisque successoribus in predicta ecclesia
existentibus et de colludio non facto . nec faciendo . et de
evietione . promitto et obligo tunc fore daturos et composituros
valentiam predictarum terrarum nomine pene . ante omne litis
initium . et soluta pena . hoc instrumentum donationis et sti-

.pulationis specialiter . maneat firmum quod scribendum rogavi .

et testes a me rogatos subscribi mandavi . Actum in volta
iohannis de atto. :

> Galganus iohannis de atto . Rustikellus paganelli.

FRA EGO GUIDO civitatis ameline tabellio Rogatus hoc
instrumentum Scripsi et absolvi.

Indicazioni antiche: « Duar. residuar. pet. .... »; « 48, L. l. l. >»;
« 200 »; « 25. 1195 ».
mm. 140 X 215.

LXI. — 1196. Agosto 23. — Placido, prelato di S. Croce,
col consenso di Gerardo Mancino e sua moglie Rapiza, cede

alla Chiesa di S. Giacomo la terza parte del bosco ceduo del

« monte pilio » in cambio di due terre in « Grottole » eccetto
gli alberi di esse che ‘saranno della Chiesa di S. Giacomo.

»4 IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI
AMEN . Anno eiusdem incarnationis . Millesimo . €. nonagesi-
mosexto . Residente Donno Celestino . tertio papa anno eius
sexto . Imperante Henrico imperatore . Mense augusto . Die XXIII.
Indictione . xiur. r4 Ego quidem Presbiter Placitus prelatus
sancte crucis . propria mea voluntate interveniente titulo per-
mutationis presenti die . consentientibus Girardo mancino et
Rapiza uxore Rustikelli de asiniano . do . Cedo . atque trado LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 21

tibi presbitero Tebaldo de prova prelato sancti iacobi de redare
accipienti pro ipsa ecclesia et successoribus tuis in perpetuum
tertiam partem cese de monte pilio . et unum petium terre
quod iacet in loco qui dicitur racco . et unam vulturam ad
sanetum marcum . Que . scilicet res ut iacent cum omnibus
suis pertinentiis utilitatibus et arboribus et pertinentiis suis
super se . et infra se habentibus pro duobus petiis terre que
mihi dedisti in grottole . et omnes arbores quas habes in toto
voeabulo de grottole . sint tibi in integrum in perpetuum pro
supradieta ecclesia date et tradite titulo permutationis ab hodie
in antea de meo iusu ad intrandum tenendum et possidendum .
utendum . fruendum . vendendum . donandum . et permutan-
dum . et omne ius et actionem ex ipsis . et pro ipsis rebus
michi competentem predicte ecclesie saneti iacobi nomine pe-
tendum . agendum atque causandum . et quiequid inde volueris
tu . et tui successores in perpetuum iure proprietatis . et do-
minii . et possessionis faciendum . nulla exceptione de cetero
proponenda omni iuri et auxilio legis renuntiando si quolibet
modo eontra hoe instrumentum venire possem . et ut nullam
litem nullamque eontroversiam sustineatis . set legitime ab omni
homine ubi et quando necesse fuerit defendere et auctorizare
promitto . omni exceptione cessante . Que omnia si ut supe-
rius leguntur et promittuntur non observavero atque adinple-
vero . aut non potuero ego et mei successores in ecclesia sancte
crucis existentes . tibi et successoribus tuis in ecclesia sancti
iacobi existentibus . et de colludio non facto . nec faciendo .
et de evietione promitto tune fore daturos et composituros
valentiam predictarum rerum duplam nomine pene ante omne
litis initium . et soluta pena hoc instrumentum permutationis
maneat firmum . quod seribendum rogavi . et testes a me ro-
gatos subseribi mandavi. Actum intra ecclesiam sancte crucis .
presentibus Girardo mancino et rapiza uxore rustikelli de asi-
niano . quorum fuerant predicte res . et dederant ipsa ecclesia
sancte crucis . Girardus confitebatur dedisse terram da racco .
et tertiam partem cese de monte pilio et medietatem vulture
da sancto marco . et aliam medietatem ipsius vulture confite-
batur predieta rapiza vendidisse . presbitero placito et pretium
quattuor librarum lucensium recepisse.
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22 L. MATTEI - CERASOLI

Ya Ugolinus de lazaro . Odolus filius eius . Guido oddoli .
Galganus bartholomei . sunt testes rogati.
cg EGO GUIDO civitatis ameline tabellio rogatus hoc in-

strumentum Scripsi . et absolvi.

Indicazioni antiche: « Carta presb. tebaldi a presb. Placito facta » ;
« Carta de cese »; « Permut. de S. Jacobo de redere »; « 47 I. i.i. »;
« 199. »; « 6. 1196 ».

mm. 204 X 380.

LXII. — 1196. Novembre 13. — Berta del fu Guiduccio
di Pietro Luciani dona alla Chiesa di S. Giacomo una terra
nel luogo detto « Collevaranello ».

m IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI .
AMEN . Anno eiusdem incarnationis . Millesimo .C.LXXXXVI.
Residente Dompno Celestino tertio papa . anno eius sexto .
Inperante Herico inperatore . Mense novembri . Die . xirr. In-
dietione XIIII.

»4 Ego quidem Berta quondam Guiducii petri luquiani pro-
pria mea voluntate interveniente titulo donationis. Dono . Cedo .
atque trado tibi presbitero Tebaldo de prova prelato ecclesie
saneti Jacobi de redare pro ipsa ecclesia accipienti . unum pe-
tium terre quod habeo in tenimento de forponte . in loco qui
dicitur collis varanelli . quod habet fines . In capite est ipse
collis . In pede fossatum . ab uno latere panfollia tenet . ab
alio latere foscolus . Terra predieta iacens inter predictos affines
libera . et absoluta ab omni exactione et petitione . et cum
omnibus pertinentiis et utilitatibus suis . pro redemptione pec-
eatorum meorum meorumque parentum sit tibi et successoribus
tuis in eadem ecclesia existentibus in perpetuum in integrum
data . tradita et deliberata iure donationis ab hodie in antea
de meo iusu . intrandum . tenendum . et possidendum . et omne
ius et actionem ex ipsa terra mihi competentem nomine pre-
diete ecclesie petendum . et quiequid inde volueris tu . et tui
successores in eadem ecclesia existentes iure proprietatis et do-
minii . et possessionis faciendum nulla exceptione de cetero LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI 8$. MAGNO IN AMELIA - 23

proponenda . omni iuri et auxilio legis renuntiando si quolibet
modo contra hoc instrumentum venire possem . preter quod
reservo mihi usufructum vita mea . post mortem vero meam .
consolidatis fructibus cum proprietate . et possessione . et do-
minio . pleno iure revertantur ad predictam ecclesiam . Et sic
habeatis ammodo in antea ut nullam litem nullamque contro-
versiam . huius rei nomine . tu . vel tui successores . a me
meisque heredibus sustineant set legitime ab omni homine ubi
et quando necesse fuerit defendere . et auctorizare promitto .
omni exceptione cessante . Que omnia si ut superius leguntur
et promittuntur non observavero . atque adinplevero . aut si
non potero ego et mei heredes tibi tuisque successoribus et de
eolludio non facto . nec faciendo . et de evietione promitto et
obligo tune fore daturos et composituros valentiam predicte rei
duplam nomine pene. ante omne litis initium . et soluta pena .
hoe instrumentum donationis et stipulationis maneat firmum
quod seribendum rogavi. et testes a me rogatos subscribi man
da vi.

> Apollinaris . Tebaldinus monetelle . Angelus . sunt testes
rogati.

X4 EGO GUIDO civitatis ameline tabellio rogatus hoc in-
strumentum . absolvi et scripsi.

Indicazioni antiche: « Car. sci Jacobi a filia guiducii petri luquiani |
facta »; « Vanarello »; « don.... terre .... contrada porponte vocabulo
vanarello »; « 45 k. k. k. »; « 198. »; « 191. 1196 ».

mm. 162 x 220.

LXIII. — 1197. Giugno 10. — Schifata, moglie di Rusti-
chello Paganelli, dona alla Chiesa di S. Giacomo la sua parte,
cioè l'ottava, di un molino nel « rivo mizalo », e la sua parte
di querceto in « Xenzano », riservando a sè Vusufrutto del
molino, al figlio Ruzio V usufrutto del querceto.

X4 IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI
AMEN . Anno eiusdem incarnationis . Millesimo C. nonagesimo
septimo . Residente Dompno Celestino tertio papa . Anno eius
n. am see. uc ET aree NE 3 d. Y us NUM aan = mE 7—-- Ux dis. ow E

24 L. MATTEI- CERASOLI

septimo . Inperante Henrico inperatore . Mense Junio . Die .
decimo . Indictione . xv.

:4 Ego quidem skifata uxor rustikelli paganelli . habitatrix
civitatis ameline presenti die existens in domo saneti iacobi
que est super voltam . propria mea voluntate interveniente .
titulo donationis . pro anima mea . et pro redemptione pecca-
torum meorum, meorumque parentum . Dono . Cedo . atque
trado tibi presbitero Tebaldo procuratorio nomine accipienti in
honore dei et ecclesie saneti Jacobi de redare . tuisque succes-
soribus in perpetuum . partem meam . idest. octavam partem
pro indiviso de molendino quod est in rivo mizalo quod habeo
commune cum Tebalducio berardi . et bernardo verzere . et
alis . et partem meam de quirqueto dexenzano . Res predicte .
| scilicet . pars molendini et quirqueti ut iacent cum omnibus
| suis pertinentiis . et utilitatibus et cum omni iure et actione
ex his rebus conpetente atque insurgente . sint tibi iam dieto
I a presbitero tebaldo . pro iam dieta ecclesia . date . tradite . ab
hodie in antea ad habendum . intrandum . possidendum . tenen-
dum . donandum . et permutandum . vendendum . et omne ius
et actionem ex his rebus mihi conpetentem atque insurgentem
tuo et predicte eeclesie nomine petendum . atque causandum .
et quiequid inde volueris tu et tui suecessores in eadem ecclesia
existentes in perpetuum iure proprietatis . et dominii . et pos-
sessionis faciendum . nulla exceptione de cetero proponenda .
omni iuri . et usu, et auxilio legum renuntiando . si quolibet
modo contra hoc instrumentum adversari vel causari posset .
excepto quod reservo mihi usufructum predieti molendini vita
| mea . et usufructum quirqueti vita Rutii filii mei . post mortem
vero meam consolidatis fructibus cum proprietate predicti mo-
lendini pleno iure revertantur in predictam ecclesiam . et pre-
ll dietum quirquetum revertatur in morte rutii . Et sie habeatis
| ammodo in antea ut nullam litem nullamque controversiam
| e sustineatis . set legitime ab omni homine ubi et quando necesse
| fuerit defendi et auctorizari . et hoc instrumentum incorruptum
il observari. à me . meisque heredibus omni exceptione cessante
(UE promitto . Que omnia si ut superius leguntur et promittuntur
li "| non observavero ego et mei heredes et successores tibi tuisque
| II | successoribus in perpetuum . et de colludio non facto nec fa-

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LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 25

ciendo et de evictione . promitto et obligo tune fore daturos
et composituros valentiam predictarum rerum duplam nomine
pene. ante omne litis initium et soluta pena . hoc instrumentum
qualiter supra legitur maneat firmum . quod in supra dieto
loco scribendum rogavi. et testes a me rogatos subscribi man-
davi.
FA Bernardus ieremie . Gilius grittonis . Gilius bellitie .
appollinaris . sunt testes rogati. |
X4 Ego GUIDO civitatis ameline tabellio rogatus hoc instru-
mentum . Seripsi . et absolvi.

bernardus ieremie . gilius grittonis . gilius bellitie . appolinaris

Indieazioni antiche: « Carta saneti iacobi de molendino a skifata
facta »; « Carta sti iacobi de redere de molendino a skifata facta . in
vocabulo et cum cerqueto de senzano »; « M m m 50 »; « 203 »;
« 7. 1197 ».

mm. 180 x 241.

LXIV. — 1198. Aprile 21. — Tommaso di Foce col fra-
tello Ugolino vendono al prelato di S. Giacomo per 38 soldi
lucchesi la loro quarta parte del molino e accessori nel « fos-
sato de caio ».

#3 IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CRISTI
AMEN . Anno eiusdem inearnationis . Millesimo . €. nonagesimo
octavo . Residente Dompno Innocentio tertio papa . Anno eius
primo . Mense aprili . Die vicesimo primo . Indictione prima.

»4 Ego quidem Thomas de foce . pro me et Ugolino fratre
meo . una cum mercede . ambo in simul. existentes in civitate
amelina . in domo subseripti tabellionis . coram subscriptis
testibus propria nostra voluntate interveniente . Vendimus .
Cedimus . atque tradimus tibi Presbitero tebaldo de prova
prelato ecelesie saneti iacobi de redare . pro ipsa ecclesia me-
dietatem nostre partis . quartam partem pro indiviso . totius
hedifieii molendini quod manet in fossato de caio . in pede
collis formicosi . quarta pars pro indiviso predicti molendini .
de sedio . et hedificio facto et faciendo . de clusa et leva et
ite pene ic AZ

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26 L. MATTEI- CERASOLI

posa omnibusque suis utilitatibus pro pretio triginta et octo
solidos lucce . quod nobis dedisti et traditum habes sicut inter
nos bene convenit . sit tibi et successoribus tuis in perpetuum
in eadem ecclesia existentibus in integrum . vendita . cessa .
tradita . libera et absoluta ab omni exactione et petitione . ab
hodie in antea de nostro iusu ad intrandum . tenendum . et
possidendum . et pro quarta parte meliorandum et necessaria
huie molendino convenientia mittendum . et utendum fruendum .
vendendum . donandum et permutandum . et omne ius ef
actionem ex ipso molendino conpetentem atque insurgentem
pro quarta parte vestro nomine petendum atque causandum .
et quiequid inde volueri (sic) tu et tui successores in eadem
ecclesia existentes iure proprietatis et domiuii . et possessionis
faciendum . propter quod si aliquo tempore volueritis vendere
vel inpignorare dabitis nobis si tollere voluerimus sicut alii sin
autem dabitis cui volueritis . quod quidem obligum idem vobis
de nostra parte promittimus . Exceptione non numerati pretii
nee ulla alia exceptione de cetero proponenda . omni iuri et
auxilio legis renuntiando si quolibet modo contra hoc instru-
mentum adversari . vel causari posset . Et ut nullam litem .
nullamque controversiam huius rei nomine sustineatis . set legi-
time ab omni homine ubi et quando necesse fuerit defendi . et
auetorizari . et hoe instrumentum qualiter super legitur incor-
ruptum observari omni exceptione cessante promittimus . Que
omnia si ut superius leguntur et promittuntur non observave-
rimus . atque adimpleverimus nos et nostri heredes tibi tuisque
successoribus . et de colludio non facto nec faciendo et de
evietione promittimus et obligamus tune fore daturos . et
composituros valentiam predicte rei et eius meliorationis du-
plam nomine pene ante omne litis initium . et soluta pena .
hoe instrumentum qualiter supra legitur maneat firmum quod
scribendum rogavimus et testes a nobis rogatos subseribi man-
davimus. :

Actum est in civitate amelina . in domo mei tabellionis.

HB Petrus de prova . Guiducius amatelle . Gregorius eius
nepos . Achardus pannaio sunt testes rogati . Quod quidem
instrumentum Ugolinus frater thome pro se et heredibus suis
in presentia. pu
LE CHIESE DI $. GIACOMO E DI 3. MAGNO IN AMELIA 27

+ EGO GUIDO civitatis ameline tabellio rogatus hoc in-
strumentum scripsi-et absolvi.

Indicazioni antiche: « Carta sti iacobi de molen..... »; « Venditio
partis de molendino in favore Eccl. sti lacobi »; « H. h. h. 114 »;
« 205 »; « 158. 1198 ».

mm. 165 X 295.

LXV. — 1198. Agosto 12. — Tebaldo de Prova, prelato
di S. Giacomo, per 40 soldi lucchesi e un braccio di candela
da darsi ogni anno, dà in enfiteusi fino alla terza generazione
a Spena figlia del fu Gridotto Barbaro e ai suoi fratelli e figli
una terra nel luogo « ferraina ». i

sg IN NOMINE DOMINI NOSTRI JHESU CHRISTI
AMEN . Anno eiusdem nativitatis Millesimo . C.LXXXXVII. Resi-
dente Dompno Innocentio tertio papa . anno eius primo . Mense
augusto . Die XII. Indictione prima.

»4 Ego quidem Presbiter Tebaldus de prova . prelatus ec-
clesie saneti Jacobi de redare . de voluntate presbiteri gratiani
et totius familie henfiteotecariis petitionibus annuendo hoc titulo
henfiteosin . Do . Cedo . atque trado tibi Spene . quondam
gridotti barbari filie et fratribus tuis cum filiis et nepotibus
vestris. unum petium terre . quod habemus in loco qui dicitur
ferraine . quod habet fines . In capite et uno latere tenet dona-
deus rustikelli . In pede Donatus. ab alio latere est via . Terra
predieta iacet inter predictos affines . pro . Xr. solidos lucce quos
nobis dedisti libellaticum et quia debes dare omni anno in ec-
clesia sancti iacobi unum brachium candele inter nos bene con-
venit. sit vobis et in vestris filiis et nepotibus data tradita et
concessa ab hodie in antea de nostro iussu ad intrandum . te-
nendum . utendum fruendùm . et quiequid inde volueritis usque .
in tertiam generationem vestram finitam faciendum . salvo iure
dominii et proprietatis . et tertia donnica persolvenda iam dicte
ecelesie saneti iacobi cuius proprietas est . finita vero vestra
tertia generatione renovetur pro duobus solidis et sub eadem
pensione . et sic habeatis ammodo in antea ut nullam litem
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28 ; L. MATTEI - CERASOLI

nullamque controversiam huius rei nomine sustineatis set legitime
ab omni homine ubi et quando necesse fuerit defendi . et aucto-
rizari . et hoc instrumentum qualiter superlegitur incorruptum
observari omni exceptione cessante promittimus . Que omnia
si ut superius leguntur et promittuntur non observavero ego
et mei successores in eadem ecclesia existentes vobis vestrisque
heredibus promitto tune fore daturos et composituros valentiam
predicte rei duplam nomine pene . ante omne litis initium . et
soluta pena . hoc instrumentum henfiteosin maneat firmum quod
scribendo rogavi . et testes a me rogatos subscribi mandavi.
Hoc actum est in domo ipsius presbiteri tebaldi . in civi-
tate amelina.
Yz Tebaldus nepos presbiteri tebaldi . Petrus voccavove . Te-
balducius hermite . stefanus presbiteri tiniosi sunt testes rogati.
> EGO GUIDO civitatis ameline tabellio rogatus hoc in-
strumentum seripsi . et absolvi.

Indicazioni antiche: « Carta filiorum gridotti barbari de terra a
santo iacobo facta »; « 68»; « 204»; « 87. 1198 ».
mm. 171 X 263.

LXVI. — 1199. Luglio 18. — Diotesalvi di Lemenino
cede a Manfredo priore di S. Cataldo una terra in « verterano »
in cambio di una quarta parte di un’altra terra mel luogo .....

#3 In nomine domini nostri Jhesu Christi ab eius Incarna-
tione anno M. nonogesimonono mense Julio die decem et octo
Indietione secunda tempore Innocentii pape. Ego quidem deo-
tesalvi quondam lemenini filius amelie abitator propria mea
bona voluntate titulo cambii et permutationis trado tibi domno
... manfredo priori de saneto cataldo ......... medietatem pro
indiviso unius petii terre quod habeo in verterano terratorio (sic)
amerino fines cuius esse videntur In pede et capo via . ab uno
latere res predicte ecclesie ab alio filii petri gridoli . Infra hos
dictos fines predicta terra ut iacet scilicet cum introitu et exitu
suo suisque utilitatibus et pertinentiis . videlicet medietatem
pro indiviso a me sit tibi pro predicta ecclesia . tradita . con-
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI $, MAGNO IN AMELIA 29

cessa . ac deliberata iure proprietatis in perpetuum pro quarta
parte alterius petii quam dedisti mihi eodem iure et titulo .
quam habet predicta ecelesia in predicto vocabulo ...... et bene
mihi placuit fines cuius esse videntur In pede . heredes . bar-
tholomei . In capo et ab uno latere girardus alvante . ab alio
res saneti silvestri . Ut ad modo in antea habeas potestatem
Intrare . tenere . possidere . vendere ae donare quoeque modo
volueris Jure proprietatis et dominii In alium transmutare .
quia ullam reservationem non facio. sed in presentia subscrip-
torum testium predicta terra et sex solidos mihi bene placere
eonfiteor . Et promitto et obligo me meosque heredes et suc-
cessores tibi tuisque successoribus in predicta ecclesia stantibus
non litigare nee molestare predictam rem neque per me neque
per alium ullo ingenio sed ab omni homine ubi et quando
necesse fuerit rationabiliter defendere . que omnia sieut supe-
rius leguntur et promittuntur non observavero ego meique he-
redes et successores tibi tuisque suecessoribus duplum nomine
pene ante omne litis initium dare promitto et soluta pena hec
cartula cambii et permutationis que scribere rogavi in sua per-
maneat firmitate.

+ gozo de gana . tebaldus domni tebaldi . beraldus de
pelegrine sunt testes rogati.

»4 Ego Bonifatius amelie alme urbis prefecti notarius ro-
gatus hoc instrumentum cambii et permutationis . rogavi
seripsi et complevi.

Indicazioni antiche: « carta sti cataldi a .deosalvi facta »; « 209 »;
« 117 ».
mm. 135 X 150.

LXVII. — 1203. Aprile 15. — Sentenza nella causa tra
la Chiesa di S. Magno e la Chiesa di S. Romana riguardo a
un mulino e possessioni che furono di Tebaldo Guittone ema-
nata da due arbitri scelti dal Vescovo di Amelia, Giacomo,

ct IN NOMINE DOMINI NOSTRI IHESU CRISTI
AMEN . Anno eiusdem nativitatis . Millesimo . ccir. Tempo-

ps
AR mons e api Tl etnie auf itt fine

30 L. MATTEI- CERASOLI

ribus Domni Innocentii. IIT. pape. Anno eius . Vr. Mensis aprilis
Die. xv. Indictione. vr. Ego Guido . civitatis ameline Tabellio
de mandato domini Jacobi amelini episcopi . et Tebaldueii be-
rardi . cognitorum litis . que vertebatur inter ecclesiam. saneti
manni . et ecclesiam sanete romane una mecum . sententiam
super eodem negotio a nobis latam et attestationes et confes-
siones ipsius negotii . publica manuscripsi et in publicam formam
redegi . nee non et apostolos . idest . litteras dimissorias hec
est sententia . Sancti spiritus adsit nobis gratia . Nos quidem
Tebalducius berardi . et Guido soperele electi arbitri super lite .
et controversia que vertebatur inter dompnum . Benencasam
yeonomum eeclesie sancte Romane . et Dompnum Crescium
yconomum $aneti manni una eum domino . Jacobum amelino
episcopo de voluntate partium super hac causa iudex constituto .
Petebat enim iam dictus yconomus saneti manni pro ipsa ec-
clesia ab yconomo sanete romane et pro ipsa ecclesia . tertiam
partem molendini de vonga palombaria, quam dicebat olim
fuisse tebaldi guittonis . et quia ipse . Tebaldus . dederat omnia
bona sua in ecclesia Saneti manni . sicut per publieum instru-
mentum apparebat . et tertiam tertie partis quam dicebat ad
ipsam ecelesiam per petrum iohannis amicoli titulo emptionis
devenisse . sieut per publieum instrumentum videbatur . et plus
in eo molendino petebat . quia dicebat fugam ipsius molendini
faeta predictus yconomus Sanete romane dicebat. totum illum
planum quod iacet in pede montis civite et iusta fossatum et
predietum molendinum fore de patrimonio sancte romane et
predietum Tebaldum guittonis et petrum iohoannis amicoli nichil
in eo molendino habuisse nisi pastinationem . et nullatenus
distraere potuisse . petebat enim ab yconomo sancti manni pro
ipsa ecclesia . restitutionem unius petii terre quod tenebat in
ipso loco ubi videbatur fuga ipsius molendini esse et C. solidos
pro pena instrumenti facti inter eos de clusa iam dicti molen-
dini facienda . et petebat dapnum sibi refici ab ipso presbitero
crescio quod consecutus fuerat . quia non fecerat clusam sieut
promiserat . Visis itaque testium depositionibus . et instrumentis
publieis hine inde productis et diligenter inspectis . auditis
quoque confessionibus et allegationibus utriusque partis . habito
consilio prudentum pronuntiando condempnamus iam dietum
LE CHIESE DI $. GIACOMO E DI 8. MAGNO IN AMELIA 31

yconomum sancti manni pro ipsa ecclesia ipso yconomo sancte
romane pro ipsa ecclesia in restitutionem unius petii terre per
quod videtur fuga iam dieti molendini fieri . absolvimus pre-
dietum yconomum sancte romane ab omni petitione iam dieti
molendini . sibi faeta . ab omnibus aliis petitionibus utramque
partem absolvimus . Data in civitate amelina . Anno dominice
incarnationis . Millesimo . ccItI. Temporibus domni Innocentii . III.
pape . anno eius. VI. Mense februario . die xx. Indictione . VI.
Presbiter Ildibrandus iuratus dixit . quod quando ipse fuit
prior sanete romane constitutus patroni sancte romane duxerunt
eum per possessiones sancte romane et miserunt eum in pos-
sessionem per ipsam ecclesiam predictum secundum molendinum .
et terram ibi existentem . dicentes quod ipsam terram quam
tenet sanetus mannus pastinatores molendini habuerunt in feu-
dum a sancta romana . aliam petiam terre quam tenet saneta
romana bone recordationis quondam presbiter beraldus posuit
eam pignori tempore iulii cardinalis (1) . et ipse testis recollegit
eam et dixit quod beralducius iohannis amicoli fecit restitu-
tionem eeclesie sanete romane in manu ipsius in morte sua de
tertia parte sua ipsius molendini quod molendinum pater eius et
Tebaldus guittonis pastinaverant per ecclesiam sanete romane .
Tempore quo fuit constitutus prior fuit eo anno quando facta
fuit ordinatio sanete firmine . Rolandus iuratus dixit quod vidit
Tebaldum guittonis . et filios iohannis amicoli tenere molen-
dinum de quo lis est per sanctam romanam per pastinatio-
nem . et vidit sortiri molituram in domo tebaldi guittonis et
prior sanete romane recipiebat partem eeclesie sicut dominus
et partem suam sieut pastinatores . et bene sunt . Xr. anni quod
hoe fuit et plus . et vidit pastinatores tenere ipsas terras per
sanetam romanam et de eius proprietate sunt . Interrogatus si
vidit sortiri molituram cum hominibus sancti manni dixit non .

(1) Questo Card. Giulio fu del tit. di S. Marcello dal 1144, Vescovo
di Palestrina dal 1161: essendo Legato del Papa per l'Italia, nel 1146
convocó un Concilio provinciale a Foligno, in occasione della Dedica-
zione della Cattedrale (UGHELLI, Italia sacra, I, 694; LaAmBLE, Concilia
gen., XII, 1365): forse a quel tempo si allude in questo documento.
Ofr. CiAcoNIO, Vitae et gesta Pont. Rom., Romae, 1630, I, p. 526,
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32 L. MATTEI- CERASOLI

Iterum introductus dixit quod ex quo recordatur audivit no-
minare ilum planum burgum sancte romane . et est vul-
garis fama.

Quintavallis iuratus dixit quod vidit Tebaldum guittonis et
filios iohannis amicoli et paganellum mendice et quiequid tene-
bant in plano illo tenebant per sanctam romanam quia’ pro-
prietas ipsius ecelesie fuit semper . et ex quo recordatur audivit
JEU nominare illum planum burgum sancte romane et est vulgaris
| fama . de molendino quod vidisset molere non recordatur . set
ipsi pastinatores scilicet tebaldus guittonis et filii iohannis ami
coli dicebant quia per sanctam romanam tenebant . et dixit
quod bene recordatur a . XL. annis retro.

Ji MS Guidaloste iuratus dixit . quod vidit petrum amicoli et
i il beralducium habere et tenere totum planum in pede montis
ii i civitatis quod dicebatur burgus sancte romane per ecclesiam
| sancte romane et avo meo qui erat prior sancte romane facie-
MICI bant redditus prediete terre . eo vidente unam petiam predicte
| | terre habuit pignori rainucius ammerini ab ipso avo meo . pro
| | iulio cardinali . sicut ipse avus meus dicebat . et dixit quod
RSI tl iste prior scilicet . presbiter Ildibrandus recollegit ipsum pignus .
1-4 dixit autem quod sanctus mannus habet de ipsa terra ab illa
| | Mm parte molendini . set per eam non stat de hedificio molendini .
I Interrogatus si sciret aliud dixit non . testis sancti manni.
EM > Albascia iuratus dixit . quod molendinum de quo lis est fuit
lee edifieatum in terra Tebaldi guittonis . et ipse Tebaldus . et
Johannes amicoli fuere pastinatores iam dieti molendini . et
habuerunt ad pastinandum a rustico guidonis . set isti erant
CIA pastinatores de parte sua et de parte rustici guidonis . quia
| i quilibet eorum habebat ibi unam petiam terre . et dixit quod
i vidit sortiri molituram in domo iohannis amicoli inter posses-
sores . Scilicet . Tebaldum guittonis . et Johannem amicoli . et
rainucium bernardi . et paganellum mendice et gregorium et
donadeum sinioretti . et quod hoc fuit sunt plusquam . xr. anni .
il IMS et non vidit recipere partem pro sancta romana . neque pro
| sancto manno vidit preterea quod tebaldus guittonis dedit omnia.
Il ih sua in saneto manno . hec sunt confessiones . Benencasa . yco-
Ria à nomus sancte romane confessus in iure quod cognovit quod
M ecclesia saneti manni possedit pro sua terram de qua lis est
|
LE CHIESE DI 8. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 33
\

per . xxx annos . in capite et in uno latere est mons . in pede

fossatum . ab alio latere filii guiducii amezelli et per ipsam -

terram est fuga molendini . confessiones alterius partis . Presbiter
Crescius confessus in iure quod quicquid fecit cum priore sancte
romane de clusa facienda . pro utilitate saneti manni fecit .

ltem cognovit quod per terram quam ibi habet saneta romana

pertinet ad illam ecclesiam pars ilius molendini . set nescit
quanta.
Hee sunt littere dimissorie que apostoli voeantur . Digna-
mini sanctissime pater qui estis iudex iudicum . et iuris ac
veritatis inspector audire Presbiterum Crescium yconomum
sancti manni appellasse a sententia lata a nobis Tebalducio .
et Guidone arbitris electis et a domno Jacobo amelino episcopo
super eadem causa iudice . inter ipsum et dompnum Benen-
casam . yconomum sancte romane . unde has litteras dimisso-
rias que apostoli vocantur ei tribuimus et ad iuramenti presen-
tiam remittimus.
| #8 Presbiter donadeus . Abassacomes . Tebaldus prove . in
hae publicatione sunt testes rogati.
»x4 EGO GUIDO civitatis ameline Tabellio . hoc totum
negotium publiea manu seripsi . et in publicam formam redegi.

Indieazioni “niche « Carta attestationis de eccl. s. manni de mo-
lendino »; « 57 »; « 220»; « 55. 1203 ».
mm. 340 x 215.

LXVIII. — 1204. Dicembre 15. — Giovanni e Salvi fra-
telli vendono per 10 libre di Lucca la loro parte della terra

presso il « pozzo di redere ».

tH IN NOMINE DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
AMEN . Anno eiusdem nativitatis Millesimo . ccIII. Tempo-
ribus Domni Innocentii . III. pape. Anno eius . vit. Mense De-
cembri . Die . xv. Indictione . VIII.

# Nos quidem Johannes et Salvi . quondam salvi filii .
propria . nostra voluntate titulo venditionis . iureiurando . ven-
dimus . Cedimus . atque tradimus tibi presbitero Tebaldo pre-

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34 L. MATTEI- CERASOLI

lato Saneti iacobi de redare pro ipsa ecclesia . totam partem
nostram in inteerum . de terris que iacent ad putheum de re-
dare . super stratam . quiequid in illo voeabulo habemus super
stratam pro pretio . x. librarum lucce . quod nobis dedisti et
traditum habes sieut inter nos bene convenit. sit tibi pro ipsa
ecclesia predicta pars nostra vendita . tradita . et deliberata
iure proprietatis et possessionis perfectique dominii . ad facien-
COME iot ei : dum quiequid volueris tu . et tui successores in perpetuum
| nulla reservatione faeta . nec aliqua penitus de cetero exceptione
proponenda . Et ut nullam litem . nullamque controversiam
huius rei nomine tu . vel tui successores in eadem ecclesia
| : existentes . a nobis nostrisque heredibus sustineant . set legi-
|: RO. time ab omni homine ubi et quando necesse fuerit defendi . et
n: | auctorizari . et hoe instrumentum incorruptum observari omni
UR exceptione cessante promittimus sub pena estimationis predicti
DS A er pretii dupla vobis fore solvenda ante omne litis initium . et
soluta pena . hoc instrumentum venditionis in omnibus et per
omnia qualiter super legitur maneat firmum . quod a Guidone
tabellione ante domum suam . In die . et indictione supradicta
seribendum rogavimus et testes a nobis rogatos subscribi man-
davimus et iureiurando tactis sacrosanctis evangeliis firmavimus.
| #8 Presbiter Donadeus de actore . Presbiter Paganus. Be-
il IS FRA nencasa manfreducii . Egidius petri donadei . sunt testes rogati.
ex x4 EGO GUIDO civitatis Ameline Tabellio.
. Rogatus . hoe instrumentum . scripsi . et absolvi.

DEA x "i z 7 ora

Indicazioni antiche: « Car. S. Jacobi a filiis salvi facta »; « poz.
aruvo »; « in vocabulo putei »; « 143. »; « 224. »; « 103. 1204 ».
mm. 270 X 154.

LXVIIII. — 1205. Febbraio 20. — JDioteaiuti e Infante
figli di Guiduccio Paganelli cedono alla Ohiesa di S. Giacomo
una terra sotto il monte « pilegi » in cambio di una parte
« de quintano » cioè terra, selva e molino.

va :x« IN NOMINE DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
dé am AMEN . Anno eiusdem nativitatis . Millesimo . Gov. Temporibus
LE CHIESE DI S8. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA , 35

Domni Innocentii . IIT. pape . anno eius . viti. Mense februario .
Die . xx. Indietione . VIII.

Yz Nos quidem Deoteaiuti . et Infantis . Quondam guiducii
paganelli filii . una cum sebastiano propria nostra voluntate
iureiurando . titulo . permutationis . Damus . Cedimus . atque
tradimus . tibi Rusticello paganelli recipienti pro sancto Jacobo
de mandato Dompni Gratiani et presbiteri Tebaldi ipso presente .
unum petium terre silvate . et aratorie . quod habemus in pede
montis pilegi . in loco qui dicitur vallis omari . in pede et in
capite est via . Terra predicta cum omnibus pertinentiis et uti-
litatibus suis . silvata et aratoria . sit tibi pro predicta ecclesia
saneti Jacobi data et tradita . pro parte tua de quintano . sci-
licet . terre et silve et molendinorum quam nobis dedisti . ab
hodie in antea ad intrandum tenendum . et possidendum . uten-
dum . fruendum vendendum . et permutandum . et quiequid
inde volueris tu et suecessores tui in eadem ecclesia existentes
jure proprietatis . et possessionis . perfectique dominii facien-
dum . Exceptione non proponenda . omni iuri . et usui . et
exceptioni et legum auxilio iureiurando . renuntiando . Et ut
nullam litem nullamque controversiam huius rei nomine tu vel
tui suecessores in predieta ecclesia existentes a nobis nostrisque
heredibus sustineant. set legitime ab omni homine ubi et quando
necesse fuerit defendi . et auctorizari . et hoc instrumentum
incorruptum observari omni exceptione cessante promittimus .
Sub pena estimationis predictarum rerum dupla vobis fore sol-
venda . et post pene solutionem hoc instrumentum maneat
firmum quod seribendum rogavimus . et iureiurando firmavi-
mus . et testes a nobis rogatos subscribi mandavimus.

X4 Appolinaris . Januarius teutonice . Geronimus . Berardus
Tebalducii . Petrus de consa testes rogati.

X EGO GUIDO civitatis . Ameline . Tabellio . Rogatus
hoe instrumentum . scripsi . et absolvi.

Indicazioni antiche: « Car. 8. Jacobi de valle omari »; « 62. »; « 226, »;
« 75. 1205 ».
mm. 288 Xx 143.

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36 L. MATTEI - CERASOLI

.LXX. — 1210. Febbraio 28. — Gerardo Benincasa vende
per nove libre lucchesi una terra presso il pozzo di « Redere »
alla Chiesa di S. Giacomo.

5% In nomine domini . amen . Anno Incarnationis Eius .
Millesimo . cox. Mense februario . Die ultimo . Indictione XIII.
Pontifieatus Domni Innocentii . IIT. pape . Anno eius XIII.
Ego quidem Gerardus benencase . habitator civitatis ameline .
propria mea voluntate . Vendo . Cedo . Atque trado vobis presbi-
tero Tebaldo prove et presbitero Gratiano rectoribus ecclesie
saneti Jacobi de redare, et subcessoribus vestris in eadem Ec-
eclesia existentibus unum petium terre, quod habeo ad puteum
de redare . Que habet fines . in eapite strada . In pede et
lateribus predicta ecclesia . Terra predicta jacens infra predictos
affines . libera et absoluta . ab omni -petitione . Cum introitu
et exitu suo . et cum omnibus utilitatibus et pertinentiis suis .
sit vobis et subcessoribus vestris in eadem ecclesia existentibus .
vendita . tradita . concessa . et deliberata . pro . vinr. libris
luccensium . quod mihi nomine pretii dedistis . et me exinde
bene fore pacatum confiteor. Et sic habeatis ammodo potesta-
tem intrandi predietam terram . tenendi . possidendi . vendendi.
donandi . et permutandi . et faciendi . quiequid volueritis . iure
proprietatis et dominii . Ita ut nullam litem . nullamque con-
troversiam . huius rei nomine sustineatis . set legitime . ab
omni homine ubi et quando necesse fuerit . defendere et aucto-
rizare . Omni exceptione cessante promitto . Que omnia . si ut
superius leguntur et promittuntur . non observavero ego et mei
heredes . et successores . vobis vestrisque subcessoribus in eadem
ecelesia existentibus predictam pecuniam duplam nomine pene
ante omne litis initium dare promitto . et post pene solutionem
que dieta sunt superius maneant firma . que scribi rogavi . et
testes a me rogatos subscribi mandavi.

. Petrus iaconus . Avianus . Ranaldus rustici . Bentevolia ,
et Simeon gerardi peregrini. sunt testes rogati.
LE CHIESE-DI S, GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 37

EGO GERARDUS AMELIE . SANCTE ROMANE ECCLE-
SIE tabellio hoc instrumentum Seripsi . Complevi . et absolvi.

Indicazioni antiche: « Car. presb. Gratiani a Gerardo benencase
facta »; « cont. »; « (XIV 0 XV) »; « (XVII) »; « S. Jacobi de redere
' emptio petie terrarum al pozzo de redere »; « 60 »; « 150, 1210 ».
mm. 230 X 160.

LXXI. — 1217. Gennaio 30. — Inerescuta si offre eon

tutti à suoi beni e diritti verso Egidio di Sapia alla Chiesa di

S. Giacomo, e vi è ricevuta come oblata.

X IN NOMINE DOMINI . AMEN . Anno eiusdem nati-
vitatis . Millesimo . coxvir. Temporibus Domni Honorii . III.
pape anno eius primo . Mense Januario . Die penultimo . In-
dictione . v. :

»4 Ego quidem Increscuta . presenti die coram subscriptis
testibus . propria mea voluntate offero me tibi Presbitero Gra-
tiano recipienti pro ecclesia saneti Jacobi de redare . cum om-
nibus rebus meis . quascunque habeo vel habitura sum . et Do .
Cedo et mando tibi omne ius corporale . et incorporale . et
actionem . quod et quam habeo . adversus egidium de sapia .
de omnibus rebus meis et que fuerunt matris mee . quam ipse
habuit iure dotis. vel quocunque alio modo . et adversus quas-
libet personas.. et procuratorem te pro predicta ecclesia in rem
tuam facio . ut ab hodie in antea per te vel per procuratorem
tuum habeas potestatem petendi . et excipiendi . agendi et
causam de eetero pro ipsa ecclesia vendiendi . et quiequid inde
volueris tu et tui successores in eadem ecclesia existentes fa-
ciendi . Ut nullam litem . nullamque controversiam huius rei
tu vel tui successores a me meisque heredibus sustineant . set
legitime ab omni homine ubi et quando necesse fuerit defendi.
et auctorizari . et hoc instrumentum incorruptum observari . et
de eolludio non facto nec faciendo quo possit hoc instrumentum
in aliquo modo ledi et minoratum haberi . et de evictione
usquequaque . teneri omni exceptione cessante omnifaria teneri .
Et ego Presbiter Gratianus. prelatus saneti Jacobi amore dei,
98 L. MATTEI - CERASOLI

et intuitu pietatis . recipio te Increscutam in oblatam in ecele-
siam sancti iacobi . et facio te participem orationum et omnium
beneficiorum que fiunt in ipsa ecclesia pro amore dei . et ad
remedium animarum . et ad victum et vestitum vita tua in
ipsa ecclesia habendum et ibi devote pro posse serviendum .
Actum est in volta mea. |

8 Alberieus . Richolus . Corbolinus . Patibene . Ofredu-
cius sunt testes rogati.

FR EGO GUIDO civitatis ameline Tabellio Rosatna hoc
instrumentum Seripsi et absolvi.

Indicazioni antiche : « Donatio Terrarum Eccl. S. Jacobi 1218 (xv11) »
« 105 » ; « 22. 1217 ».
m. 200 x 170.

LXXII. — 1233. Luglio 6. — Aviano, priore di S. Lo-
renzo di « Orbestule >, e Manfredo Tebalducci, eletti arbitri in
una causa tra Tebaldo, rettore dell’ ospedale di S. Giacomo, e
Mentede, figlio di Condadamo Miliante, riguardo à una terra
posta in « plano de redere », sentenziano che la terra è del-
l'ospedale di S. Giacomo, ma il rettore deve dare a Mentede
29 soldi lucchesi.

»4 In nomine Domini . Amen . Anno eiusdem nativitatis .
Millesimo . coxxxii. tempore Domini Gregorii noni pape . pon-
tificatus eius anno . vir. mensis iulii die vi exeunte Indictione . VI.
Tebaldus de prova procurator et rector hospitalis et ecclesie
saneti iacobi de redari ex una parte et Mentede filius condadami
miliantis ex altera parte pro se et fratribus suis compromise-
runt et promiserunt se in avianum priorem saneti laurentii de
orbestule et in domnum maifredum tebalducii arbitros et arbi-
tratores ab eis concorditer electos stare atque parere omni laudo
et arbitrio eorum quod laudaverint . preceperint seu dixerint
atque arbitrando pronuntiaverint semel vel pluries cum seriptura
vel sine seriptura in diebus feriatis et aliis . Stando sive sedendo
ubieunque et quomodocunque et quandocunque nullo preter- LE CHIESE DI 8. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA $1490

misso obstante super lite et de lite que inter eos vertebatur
occasione terre et silve seu cese posite in plano de redari ab
uno latere euius sunt fageta . ab alio strata et a capite est
strata similiter et a pede fossatum que talis erat: petebat enim
tebaldus predietus nomine supradicte ecclesie ab eredibus mi-
liantis dictam cesam et silvam sibi restitui cum esset iam dicte
ecclesie et ad dietos heredes non pertineret quod quidem infi-
ciebantur iam dieti heredes . omnemque dampnum et expensas
alter alteri resarcire nec contra predicta vel aliquo predictorum
per eos vel alios aliquando facere vel venire occasione aliqua
vel exceptione sub pena . C. soldorum fore solvenda a parte
non observante parti observare volenti faetum fuit hoc com-
promissum in ecclesia sancte firmine coram domno Stephano
‘episcopo ameliensi . presbitero legerio de foce et zacheo de
eodem castro qui huius rei rogati sunt testes . Viri supradicti
arbitri scilicet prior et Maifredus eodem die et eadem ora exi-
stentes in supradicta ecclesia eoram suprascriptis testibus et
notario subscripto et coram ambabus partibus taliter laudave-
runt . preceperunt et arbitrando pronuntiaverunt quod supra-
dietus mentede et íratres eius debeant dimittere et quietare
prefato tebaldo recipienti pro ipsa ecclesia terram et Silvam
seu cesam positam inter predictos fines . et si quid iuris habeant
in ea cedant et concedant iam dieto tebaldo et eum ad agendum
et defendendum in supradictis rebus tanquam in rem suam
procuratorem constituant et de dolo malo et ab esse et quod
non vendiderint neque pignoraverint neque donaverint preno-
minatas res post mortem eorum et tebaldus predictus det pre-
dieto mentede recipienti pro se et fratribus suis . xx. soldos
bonorum lucensium quandocunque dictus mentede voluerit eos
petere eidem tebaldo procuratore quem dietus mentede et fra-
tres eius in prenominata cesa substituerant . Que omnia et sin-
gula supradicta prenominati arbitri . preceperunt utrique parti
ut in perpetuum firma tenerent et observarent et non contra-
venirent supradicta pena fore solvenda ut supradictum est et
ea soluta sive commissa et exacta vel non nichilominus hoc
instrumentum arbitrii et compromissi in sua permaneat .........
-.. 00 rogavi et insuper quia dietus mentede minor videbatur
etate taetis ............ e. COrporaliter iuravit omnia et singula

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m: L. MATTEI- CERASOLI
supradicta firma et rata pro pe................-. revocare occasionem
minoris etatis vel alia qua.........
| EGO Plenerius sancte Romane ecclesie notarius his omni-
RE bus ..........ctorum conpromittentium et arbitrantium hoc instru-
: mentum arbitrii ...............: et in hane formam reddegi.

Indieazioni antiche: « Carta silve pro ecc. sti Jacobi (xv) »; « Com-
promesso tra Tebaldo ..... de Sto Iacobo »; « G 4»; « 55 »; « 94. 1233 ».
mm. 232 X 168.

| LXXIII. — 1239. Ottobre 8. — 1280. Dicembre 3. —
Plenerio, economo di S. Giacomo, vende due pezzi di terra in
« Carnaio » per un altro pezzo di terra e 35 soldi.

FR In nomine domini Amen . hec est copia cuiusdam pro-
tocolli extracti de quaternis magistri Gerardi cuius tenor talis
est. M. CCXXXIX mensis octubris die VIII exeunte . Ego plene-
Vice uoo rius amerioli yconomus Ecclesie sancti iacobi de redere presente
| : et consentiente presbitero ugolino heremite priore ipsius eccle-
sie. do 'et trado nomine ipsius ecclesie duo petia terre ad car-
naio una apud benencasa ab uno latere ipse benencasa ab alio
heredes Berardi iudicis . secundum ab uno latere et a pede
| presbiter petrus ac heredes Berardi iudicis ab alio coia pro alio
N i petio quod nos presbiter petrus et benencasa dominici do tibi
ili 5 recipienti pro ipsa ecclesia ad carnaio acapite mons a pede .
| Troganus drudoli ab uno ipsa ecclesia ab alio Canius et dona-
I deus morronis et . xxxv. solidos mihi addidisti et dati fuerunt
l in expensis abbatis saneti Pauli . defendam .expensis sancti
| iacobi . pena dupli . fuit et cetera . Actum in volta Girardi .

IR testes Andreas . Calvellus Petrus petri villane Nicola markefelli .
Hi Lectum et auscultatum fuit in palatio communis amelia presen-
| tibus domno iohanne iudice communis amelie . de bangoregio
| ; Magistro Galgano notario et magistro Nicola Bernardi notario
|i una parte legente et altera abscultante . Et Ego fatius manfredi
(IE . de amelia imperiali auctoritate notarius prout inveni in dictis
quaternis ita hic fideliter scripsi et auetoritate domni iohannis
iudicis communis amelie atque mandato in publicam formam
41
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA

Redegi . Sub anno Domini MCCLXxx Ecclesia Romana pastore
vacante indictione VIII die rrr mensis decembris exeunte pre-
sentibus predieto magistro Galgano notario et magistro Nicola
Berardi notario testibus ad hoc specialiter vocati et Rogati.

Indieazioni antiche: « pro s. iacobo de redera (XV) »; « 147 »;
«.13. 1239 ».
mm. 147 X 142.

LXXIV. — 1240. Maggio 8. — Naviano, priore di S. Lo--

renzo, condona a Ugolino, monaco di S. Paolo, per la Chiesa
di S. Giacomo tutto il denaro e ciò che deve avere di mobili e
di immobili per qualunque titolo dalla Chiesa di S. Giacomo.

Ht IN NOMINE DOMINI . AMEN . anno eiusdem nativi-
tatis . Millesimo . CCxL. tempore domni gregorii noni pape .
pontificatus eius anno quartodecimo . Mensis Maii die . vu.
intrante . indictione . xir. Ego quidem Avianus prior ecclesie
saneti laurentii propria et spontanea mea bona voluntate facio
tibi dogno hugolino monacho monasterii beati pauli de urbe
recipienti pro ecclesia et hospitali santi Iacobi de redari ame-
liensis diocesis . que est de ipso monasterio perpetuam quieta-
tionem et refutationem et pactum de non ulterius . petendo
transactionis nomine generaliter et specialiter de omni eo quod
eeclesia saneti iacobi mihi dare debuit ex quacunque causa vel
ex quocunque iure vel ex quocunque contractu videlicet de
denariis et blade et omnibus aliis rebus tam mobilibus quam
immobilibus quas usque nune supradicta ecclesia mihi dare

‘ debuit nomine vel occasione cuiuscunque rei vel contractus et

ego usque in odiernum diem ipsi eeclesie sancti iacobi petere
potui tam principaliter quam fideiussorio nomine iure vel non
iure iuste vel non iuste . Et hane refutationem ideo facio tibi
recipienti pro supradicta ecclesia sancti iacobi in presentia fra-
tris iohannis confratris tui quia confiteor mihi fore plenarie
atque integre satisfactum de omnibus et singulis rebus quas
mihi dicta ecclesia sancti iacobi dare et solvere debuit nomine

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42 | L. MATTEI- CERASOLI

l . vel occasione cuiuscunque contractus et de omni eo quod mihi
| dieta ecclesia erat obligata . Renuntians non receptorum debi-
torum et satisfactorum exceptioni et doli mali adversum causa
et in faetum aetioni et omni legum et beneficio iuris mihi in
hoe faeto competenti vel competituro . Et promitto quod ne-
mini dedi nec concessi ius et actionem quod et quam versus
; supradictam ecclesiam usque modo habui vel visus fui habere
li S quod si appareret promitto tibi sub obligatione bonorum meo-
| | rum conservare omni tempore dictam ecclesiam sancti iacobi
indempne . Et hec omnia et singula supradicta ut superius
il i legitur promitto ego supradictus presbiter avianus per me
IE ; meosque heredes et successores tibi supradicto Dogno hugolino
x P recipienti pro supradicta ecclesia saneti iacobi et successoribus
tuis adtendere et observare et non contravenire occasione aliqua
vel exceptione sub pena viginti quinque libellarum luccensium .
quam soluta vel non omnia et singula supradicta firma perma-
neant . Et insuper ego supradietus avianus facio tibi Plenerio
ammerioli recipienti pro supradicta ecclesia sancti iacobi quie- ,
tationem et refutationem et pactum de non ulterius petendo
modo et condictione supradicto de omni eo quod supradicta
ecclesia mihi usque nune dare debuit vel ipsi ecclesie petere
potui ex quaecunque causa vel quocunque iure ut superius dietum
est . quia confiteor me fore satisfactum de omni eo quod mihi
dare debuit . Et promitto supradictam perpetuam quietationem .
: firmam habere . quod scribendo rogavi. Et nos Petrus et ianni
tebaldi de prola propria nostra voluntate facimus perpetuam
quietationem et refutationem et pactum de non ulterius petendo
transaetionis nomine sicut supradictus avianus patruus noster
superius fecit de omnibus supradictis dogno hugolino et plenerio
i recipientibus pro supradicta ecclesia saneti iacobi de omni eo
I Sca | quod nobis dare vel solvere debuit principaliter vel velud prin-
WI ; cipaliter quia confitemur nobis fore satisfactum integre de om-
pc | nibus et singulis rebus quas dieta ecclesia nobis velut princi-
Lo S OLOR | paliter debuit . Et ius quod habuimus usque nune versus
dE supradictam ecclesiam nemini dedimus nec concessimus quod
si appareret promittimus nos conservare indempnes sub obliga-
tione nostrorum bonorum . Et hane quietationem promittimus
per nos nostrosque heredes vobis pro dicta ecclesia recipientibus

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LE CHIESE DI S, GIACOMO: E DI S. MAGNO IN AMELIA ' 43

sub predicta pena xxv libellarum luccensium . qua soluta vel
non predicta omnia firma permaneant.
Actum fuit hoc in domo ecclesie saneti laurentii . mense .
die et indietione predicta eoram presbitero ianuario . Simeone
- eius fratre . Calvello . Ranaldo tascone et ianne saraceno testibus
ad hoc rogatis.

EGO Plenerius sancte Romane ecclesie notarius his omnibus
supradietis interfui et rogatu supradietorum paciscentium hoc
instrumentum scripsi et publicavi.

Indicazioni antiche: « Quietatio facta de peto .... a quod. priore
8. laurentii »; « (XVI) »; « 114. 59. »; « 156. 1240 ».
mm. 310 X 94.

LXXV. — 1256. Gennaio 9. — Giovannuzzio Carizia
vende a Berta di Rainaldo Domenici tre pezzetti di terra e
diritti sui fichi nella terra di Pietro Guidone per 30. soldi
lechesi.

#3 In nomine domini amen . Anno eiusdem nativitatis .
Millesimo ducentesimo Quinquagesimo sexto . Temporibus domni
Alexandri quarti pape . Mense ianuarii die . viur. exeunte
Indictione . xIIII. Ego quidem iohanutius Caritie hoc venditionis
instrumento in presenti iure proprio vendo et trado tibi domne
Berte Rainaldi dominici tria petiola terrarum posita in contrata
Grottolis . confines primi petii a duabus domesticus a . iij. Rosa
Rainaldi heredes ugolini taneredi . Secundi petii a j°. dome-
sticus . a ij°. Rosa Rainaldi a iij°. ipsa emptans . Tertii petii
a j?. heredes tancredi . a ij°. et a iij? petrus guidonis dominici .
vel si qui alii sunt confines . Item vendo et trado tibi ius et
actionem quod et quam habeo in ficubus positis in terra petri
guidonis et in terra heredum tancredi positis in eadem contrata .
Cum. superioribus et inferioribus finibus accessibus et egressibus
‘suis usque in vias publicas et cum omnibus super se et infra se

habitis in integrum . omnique iure et actione et usu . seu requi-
sitione et accessione mihi ex hiis rebus competentibus . vendo
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44 L. MATTEI - CERASOLI

et trado tibi prenominate domne Berte predictas res ad haben-
dum tenendum . ac possidendum et quiequid tibi tuisque here-
dibus deinceps plaeuerit faciendum . Omnia ut predixi et que
intra hos fines continentur pro pretio . XXX. solidorum dena-
riorum luccensium . quos confiteor mihi fore solutos . Renun-
tiando non numerati pretii exceptioni . omnique alii iuri et
exceptioni mihi coherenti . Quas res me tuo nomine constituo
precario possidere donec in possessionem intraveris corporaliter
in quam intrandi licentiam tibi tua auetoritate concedo . ab
omni quoque homine supradictas res legitime defendere aucto-
rizare ac disbrigare semper tibi tuisque heredibus per me meosque
heredes promitto . sub obligatione bonorum meorum que me tuo
nomine constituo precario possidere . Nec huius rei nomine litem
aliquam vel controversiam per me nec per alium movere minoris
pretii occasione nec alia qualibet occasione vel exceptione . Si
vero per me meosque heredes predieta omnia et singula non
observavero vel aliqua occasione contravenire presumpsero et
Si legitimam semper defensionem tibi tuisque heredibus non
exibuero . pene nomine predicte rei duplum eiusdem bonitatis
extimationis dare habita ratione meliorationis . omnemque
dampnum litis vel expensas ex nune competiturum vel compe-
tituras tibi tuisque heredibus stipulatione solempni resarcire
promitto . que pena solvatur et peti possit quotiens contra
predieta fecero vel aliquod capitulum predictorum qua soluta
hee omnia rata maneant adque firma . Et quia minor sum ad
saneta dei evangelia iuro tactis saerosanetis seripturis omnia
supradicta attendere et observare nec contravenire ratione
minoris etatis nec alia qualibet ratione sub dieta pena.

Actum fuit hoc ante domum domni Bonaveris coram domno
bartholomeo Rainaldi . Benencasa iannis nicole . et iohanne
petri s......cii testibus vocatis.

Et ego andreas sigi......... Romane Ecclesie notarius hiis
interfui . et hec omnia verbo dieti iohanutii seripsi et sti-
pulavi.

Indicazioni antiche: « 109. 1256. ».
mm. 160 x 128.

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LE CHIESE DI 8, GIACOMO E DI 8. MAGNO IN AMELIA 45

LXXVI. — 1257. Agosto 31. — Todo Bonaventura di
Todi fa piena refuta dei beni di S. Giacomo in Todi a Bonac-
corso monaco di S. Paolo per la detta Chiesa.

#8 In nomine domini amen ab eius Nativitate sunt anni
Mille ducenti quinquaginta septem indictione . xv. tempore
domni alexandri pape quarti . die ultima agusti . Ego todus
bonaventure civis tuderti tibi fratri bonaccurso . monacho sancti
pauli de urbe recipienti nomine eeclesie saneti iacobi de Redera
et pro ipsa ecclesia facio finem et perpetuam quietationem et
pactum de non plus petendo . de omni eo quod tibi et dicte
ecclesie sancti iacobi et terris ipsius ecclesie positis in territorio
farnette tudertine diocesis que dicitur te mihi fecisse vel . alicuius
confessionis a te facte vel alia qualibet occasione quod de
cetero nullam litem vel molestationem sive inquietationem tibi
vel diete ecclesie sancti iacobi vel alicui pro dicta ecclesia de
dietis terris vel occasione ipsarum sive fructuum earum deinde
faciam vel movebo quoquo modo aut excitabo sub pena . C. soli-
dorum et pena soluta vel non predicta firma sint et rata . actum
Tuderti in domo bonaventure ulixsis coram sinucio simi paulo
vitalis et iohanne pregadei testibus presignatis et rogatis.

Et ego Rambaldus bonaventure ulixsis dei gratia sancte
Romane eeclesie notarius predictis interfui et rogatus scribere
seripsi et publicavi.

Indicazioni antiche: « Quietantia »; « 136 | »; « 78. 1257 ».
mm. 200 X 74.

LXXVII. — 1257. Settembre 4. — Giovanni Cottanelli
refuta pienamente in favore della Chiesa di S. Giacomo tutto
ciò che da essa doveva avere per roba somministrata e diritti
su alcune terre.

x4 In nomine domini amen . ab eius Nativitate sunt anni
. Mille . corvir. Indictione , xv. tempore domni alexandri pape
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46 L. MATTEI- CERASOLI

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quarti . die quarto intrantis Septembris . Iohannes cotanelli
civis ameliensis fecit finem et perpetuam quietationem et pactum
de ulterius non petendo fratri Bonaccurso monacho sancti pauli
de urbe et Jacobutio andree Calvelli recipientibus nomine
ecclesie saneti Jacobi de redera ameliensis diocesis de sex libellis
et. vir. solidis et dimidio denariorum minutorum quos idem
dietus frater Bonaccursus dare promiserat eidem iohanni pro
pretio . vir. tinellorum et dimidii frumenti unde fecerat rogitum
seu protocollum Beneneasa notarius quod protocollum seu rogi-
tus sit cassum et vanum et nullius valoris . et prefatus iohannes:
quietationem fecit predietis fratri Bonaccurso et iacobo pro dicta
RAR ecclesia saneti iacobi recipientibus de . xx. solidis denariorum
minutorüm . quos eidem iohanni dietus frater bonaccursus dare
promiserat pro pretio unius tinelli frumenti . Item quietationem
fecit eisdem fratri bonaccurso et iacobo pro dieta ecclesia sancti
iacobi recipientibus de dietis denariis omnibus et singulis et
generaliter de omni eo quod eidem fratri bonaecurso vel dicte
ecelesie sancti iacobi vel alicui pro ea vel in bonis et rebus
ipsius ecelesie et specialiter in casali posito in vocabulo de sancto
marco . cui a j°. via . a ije. heredes petri brevenzonis . vel si qui
alii sunt confines . ipse iohannes dicere et petere possit quo-
eunque modo vel iure seu causa contractuum vel promissionum
inter ipsum iohannem et ipsum fratrem bonaccursum factorum .
et si que instrumenta seu protocolla facta inter ipsum iohannem
et fratrem bonaccursum appareant de aliquo debito seu tenuta
sive promissione sint a domino cassa et vana et nullius valoris .
et specialiter instrumenta seu protocolla faeta per dictos benen-
casam notarium et bonaccursum bonaccursi notarium sint a
domino cassa et vana et nullius valoris . Et promisit dietus
iohannes dictis fratri bonaccurso et iacobo pro ecclesia saneti
iacobi recipientibus dare et solvere debita infrascripta infra-
scriptis personis . scilicet filiis domni Nordi xiiii solidos . quos
ipse frater bonaccursus eisdem dare promiserat pro pretio Guar-
nelli seu Servientis . item iacobo fabro . iii. solidos quos ipse
frater bonaccursus principaliter et ipse iohannes ut fideiussor
dare promisit eidem pro pretio duorum Mantellorum Campa-
narum diete ecclesie saneti iacobi . et unum Masali spelte alfano .
quia ipse frater bonaccursus mutuo recepit.ab ipso alfano . et
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA PR ri

recepit ipse iohannes cotanelli in se et super se honus ipsorum
debitorum . Quam quietationem et refutationem et omnia et
singula predicta ut dieta sunt ipse iohannes fecit et promisit
dietis fratri Bonaccurso et iacobo quod ipse iohannes confessus
fuit se integre esse satisfactum de fructibus ipsius ecclesie saneti
iacobi . de omni eo quod recepit et habere debuit a dicto fratre
bonaccurso et dieta ecclesia saneti iacobi . quocunque modo vel
iure vel causa ex contractibus et promissionibus habitis inter
eos iohannem et fratrem bonaccursum . et quod dieta debita
que supra se recepit et solvere promisit . ipse iohannes habuit
et recepit de fructibus diete ecclesie saneti iacobi . Renuntians
exceptioni non habiti et non recepti satisfactionis et fructibus .
et omni legum auxilio . et promisit dietus iohannes octanelli (sic)
dictis fratri bonaccurso et iacobo pro dicta ecclesia saneti
iacobi recipientibus attendere et observare omnia et singula
supradieta et reficere dampnum et expensas sub pena dupli
dietorum omnium denariorum et obligatione suorum bonorum
et ipsa pena soluta vel non predieta omnia et singula nichilo-
minus in sua semper maneant firmitate . Actum in civitate
amelie . in domo ipsius iohannis coram ranaldo Tasconis . andrea
Calvelli . Gregorio pagani . et Gilio Guidi . testibus ad hoc
vocatis et rogatis . et bonaecurso notario.

Et ego Todus Bonaventure ulixis dei gratia sancte Romane
eeclesie auctoritate notarius predietis interfui et rogatus seripsi
et publicavi.

Indicazioni antiche: « Vutasale nella contrada de sancto marco »;
« (XVI) »; « Quietanza finale facta al monisterio de S. Paulo per la Chiesa
| de S. Iacobo da Gio. ottanello »; « (xvii); « 37. 1257 ».
mm. 330 X 104.

LXXVIII. — 1261. Aprile 7. — Bolla di Alessandro IV
in favore delle Monache di S. Maria de Canale di Amelia.

Alesander episcopus servus servorum dei . Dilectis in christo
"filiabus Abbatisse Monasterii s. Marie de valle canalis eiusque
Sororibus tam praesentibus quam futuris regularem vitam pro-
fessis in perpetuum . Religiosam vitam eligentibus apostolicum

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48 L. MATTEI- CERASOLI

convenit adesse presidium ne forte cuilibet temeritatis incursus
aut casa proposito revocet aut robur . quod obsit . sacre reli-
gionis enervet . Eapropter dilecte in christo filie vestris iustis
postulationibus elementer annuimus . et monasterium sancte
Marie de Valle canalis Ameliensis diocesis . in quo divino estis
obsequio mancipate sub beati petri et nostra protectione ponimus
et presentis scripti privilegio communimus . In primis quidem
statuentes ut ordo monasticus qui secundum deum et beati
Benedieti Regulam atque institutionem monialium inelusarum
saneti Damiani et formulam vite vestre a felicis recordationis
GREGORIO papa predecessore nostro ordini vestro traditam
eum adhue esset in minori officio constitutus in eodem loco insti-
tutus esse dignoscitur perpetuis ibidem temporibus inviolabiliter
observetur . Preterea quascunque possessiones quecunque bona
idem monasterium in presentiarum iuste et canonice possidet
aut in futurum concessione pontifieum largitione Regum vel
principum oblatione fidelium seu aliis iustis modis prestante
domino poterit adipisci firma vobis et eis que vobis successerint
et illibate permaneant . In quibus hie propriis duximus expri-
menda vocabulis . Locum ipsum in quo prefatum monasterium
Situm est cum omnibus pertinentiis suis cum terris pratis vineis
nemoribus usuagiis et paseuis in bosco et plano in aquis et molen-
dinis in viis et servitiis et omnibus aliis libertatibus et immu-
nitatibus suis . Liceat quoque vobis personas liberas et absolutas
e seculo fugientes ad conversionem recipere et eas absque con-
tradictione aliqua retinere . Prohibemus insuper ut nulli sororum
vestrarum post factam in monasterio vestro professionem fas sit
de eodem loco discedere discendentem vero nullus audeat reti-
nere . Pro consecrationibus vero altarium vel eeclesie vestre
Sive pro oleo sancto vel quolibet ecclesiastico sacramento nullus
a vobis sub obtentu consecutionis vel alio modo quicquam audeat
extorquere sed hec omnia gratis vobis Episcopus diocesanus
impendat. Alioquin liceat vobis hec nostra auetoritate recipere
a quocunque malueritis catholico antistite . gratiam et commu-
nionem sedis apostolieae obtinente . Quod si sedes diocesani
Episeopi forte vacaverit interim omnia ecclesiastica sacramenta
a vicinis Episcopis accipere libere et absque contradictione
possitis . sic tamen ut ex hoc in posterum proprio Episcopo
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 49

nullum. preiudicium generetur . Quia vero interdum . diocesani
Episcopi copiam non habetis . si quem Episcopum Romane
Sedis ut diximus gratiam et communionem habentem et de quo
plenam notitiam habeatis per vos transire contigerit ab eo bene-
dictiones monialium vasorum et vestium et consecrationes alta-
rium auetoritate sedis apostolice recipere valeatis . Cum autem
generale interdictum terre fuerit liceat vobis clausis ianuis
excommunicatis et interdictis exclusis non pulsatis campanis
suppressa voce divina officia celebrare dummodo causam non
dederitis interdicto . Obeunte vero te nune eiusdem loci Abba-
tissa vel earum aliqua que tibi successerint nulla ibi qualibet
subreptionis astutia seu violentia preponatur . nisi quam sorores
communi eonsensu vel earum maior pars consilii sanioris secun-
dum deum et beati Benedicti regulam providerint eligendam .
Paci quoque et tranquillitati vestre paterna in posterum sollici-
tudine providere volentes auctoritate apostolica prohibemus ut
infra elausuram locorum vestrorum nullus rapinam seu furtum
facere ignem apponere sanguinem fundere hominem temere
capere vel interficere seu violentiam audeat exercere . Decer-
nimus ergo ut nulli omnino hominum liceat prefatum monaste-
rium temere perturbare aut eius possessionibus auferre vel
, ablatas retinere minuere seu quibuslibet vexationibus fatigare .
&ed omnia integra conserventur earum pro quarum gubernatione
ac sustentatione concessa sunt usibus omnimodis profutura salva
sedis apostolice auctoritate . Si qua igitur in futurum ecclesia-
stica secularisve persona hane nostre constitutionis paginam
‘ sciens eontra eam temere venire tentaverit secundo tertiove
commonita nisi reatum suum congrua .satisfactione correxerit
potestatis honorisque sui careat dignitate reamque se divino
iudieio existere de perpetrata iniquitate cognoscat et a sacra-
tissimo eorpore et sanguine dei et domini redemptoris nostri
iesu christi aliena fiat atque in estremo examine districte subia-
ceat ultioni . Cunetis autem eidem loco sua vita servantibus
sit pax domini nostri iesu christi quatinus et hie fructum bone
actionis percipiant et apud distrietum iudicem premia eterne
paeis inveniant . Amen . amen . amen.

(Rota) Ego Alexander catholice ecelesie episcopus. (Benevalete)

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50 - o L. MATTEI- CERASOLI

YK Ego frater odo tusculanus episcopus subscripsi.

Hm Ego Stephanus prenestinus episcopus subseripsi.

X« Ego frater iohannes tituli s. laurentii in lucina presbiter
eardinalis subscripsi.

FB Ego frater hugo sancte sabine presb. card. subscripsi.

FR Ego Riccardus 8. Angeli Diaconus card. subscripsi.

cH Ego Ottobonus s. Adriani diae. card.

Datum Laterani per manum magistri Jordani sancte Romane
Ecclesie Notarii et vicecancellarii . vit. Idus Aprilis Indic-
tione . Ir. Incarnationis dominice anno . MCCLXI. Pontificatus
vero domni Alexandri pape . IIII. anno septimo . (Aderat
sigillum).

LXXIX. — 1262. Settembre 18. — Tebaldo monaco di
S. Paolo e procuratore di S. Giacomo dà a pensione una terra
posta sul monte « Calvello » a Nicola Terribile e suoi figli.

y4 In nomine domini amen . anno eius millesimo . OCLXII.
tempore domni urbani pape . iiii. mense septembri die . XVIII.
et indictione . v. frater tebaldus monachus venerabilis monasterii
sancti pauli de urbe procurator amministrator et actor saneti
iacobi de redere iure et nomine dicte ecclesie et pro ipsa ecclesia
dedit conttollit (sic) adque locavit unum petium terre ipsius
ecclesie saneti iacobi ad pensionem Nicolao terribilis de amelia
in vita ipsius nicolai et filiorum eius legitimi et masculi positum
in pertinentiis amelie in vocabulo montis calvilli a capite vero
diete terre possidet ipse nicolaus . ab uno latere heredes ofre-
duccii iamarii et ab alio latere possidet berardus donadei tacce
vel si qui alii sunt éonfines . Quam terram dictus nicolaus
abebat tenebat et possidebat ex iure quod sibi videbatur abere
et propter quod dictus Nicolaus promisit suosque heredes ipsi
fratri tebaldo recipienti pro se et suis successoribus in dicta
Ecclesia stipulanti dictam terram bene laborare et cultare hinc
ad terminum supradictum et concedenti vel eius successoribus
!n dicta Ecclesia . et ipsi Ecclesie xii denarios omni anno in LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI 8. MAGNO IN AMELIA ‘DI

festo saneti Jacobi hine ad terminum supradictum et finito
tempore dimittere ipsam terram dicte Ecclesie vacuam et abso-
lutam . Quam pensionem dictus Nicolaus solvit ipsi fratri tebaldo
per. xx. annos . et ipse frater tebaldus fuit confexus se ab ipso
Nicolao dietam pensionem pro dictis . xx. annis nomine dicte
Ecclesie recepisse . Renuntians exceptioni non numerate et non
solute dicte pensionis et omni alii legitimo auxilio et promissioni
pro se et suis successoribus in dicta Ecclesia et pro ipsa Ecclesia
dietam rem non auferat pro maiori pensione vel meliori conduc-
tione quacunque ab aliquo alio abere poterit set potius ipsam
rem ab omni homine legitime defendere ubi et quando ei fuerit
necesse . Que omnia et singula supradicta ratiabere adtendere
et observare et in aliqua seu in aliquibus predictorum contra
non venire occasione aliqua vel exceptione de jure vel de facto
et omne damnum litis salarium et expensas quod vel quas vos
vel alter ipsorum debeat facere vel sustentare in iudicio vel ex
predietis omnibus alter alteri adtendendis et observandis integre
reficere et restaurare promisit ad penam dupli estimationis dicte
rei ac plus valiture alter ab altero solempniter stipulatione pro-
missa quam penam pacis non observans predieta observare
volenti . dare et solvere promisit et pena soluta vel non hee
omnia rata sint et firma et sub obligatione bonorum supra-
diete Ecclesie.

Actum fuit hoc Amelie in platea communis ante apothecam
guaenulfari fratris guarnulfi . presentibus presbitero Jacobo
saneti andree presbitero Nicolao sancti stephani domno petto
nordi et Ranaldo tasconis . testibus ad hoc vocatis et rogatis.

Et Ego Bencivenga petri de Amelia sacrosancte Romane
Ecclesie notarius predietis omnibus ut Supra SELE interfui .
Rogatus scripsi et publicavi.

Indicazioni antiche: « pro eccl. Sti Jacobi de redere montis beni-
gni »; « N. 1306 »; « 119. 1262 »; « 1262 | 23. 7bris »; « Locatio unius
petii terre Ecclesie | S. Jacobi extra et prope Civitatem | Amelie facta
per Mon." S," | Pauli de Urbe ad vitam unius ».

«mm. 256 X 128,
me ir aam te Ka UNT "conte — pri À— FRESE ———X — — - e ARS r aa.

if Pd A . — ERES — Du TALI ERETTA ets

52 L. MATTEI - CERASOLI

LXXX. — 1272. Marzo 8. — Giovanna abbadessa di
S. Maria de Canale e le sue monache concedono in enfiteusi
fino alla terza generazione mascolina ai fratelli Ofreducio, Ugo-
lino, Simoncello e Fazio tutte le terre poste nella contrada di
« vallattano » per 50 libre d’oro.

rH In nomine domini amen . Ab eius nativitate sunt
anni. M. CCLxxjj. Tempore domni Gregorii pape decimi . Indic-
tione . xv. die octava intrantis mensis martii . Domna iouanna
monacha et abbatissa monasterii sancte marie canalis ameline
diocesis cum consensu et voluntate infrascriptarum monacharum
dieti monasterii ibidem . existentium . scilicet amalie . symo-
nette .iouannelle . lucie . engese . angele et Natolie locationis
et concessionis titulo in enphiteosim dedit . locavit et capresse
concessit usque ad tertiam generationem masculinam legitime
finiendam ofreduccio . Hugolino . symoncello et fatio filiis pan-
dulfi de lacoscello . omnes terras positas in contrata de vallat-
tano inter hos fines videlicet . a j°. via et fossatum . a ij°. res
sanete marie et omnes alias terras dicte ecclesie quas ipsi pos-
sident vel pater eorum pandulfus possidet ab ecclesia saneti
iacobi infra cursus lacoscellum et per totam tenutam lacoscelli
ad habendum . tenendum possidendum et quiequid eis et eorum
et eorum (sic) liberis usque ad dietum terminum emphiteotico
iure plaeuerit faciendum cum accessibus et egressibus suis usque
in viis publicis et cum omnibus et singulis super se infra se seu
super se (sic) habentibus in integrum salva proprietate dicte
ecelesie propter quod confessa fuit supradicta domna iouanna
abbatissa nomine dicti monasterii pro ipso monasterio recepisse
ab eis . L. libras bonorum denariorum ..... .. &uri pro solu-
tione pro refectione dannorum dicti monasterii pro libellatico
et nomine libellatici . Renuntians exceptioni non numerate
non solute pecunie et omni legum auxilio et decretorum suffragio
sibi et dieto monasterio contra eos valenti . et pro eo quod
ofreduccius Hugolinus . symoncellus et fatius promiserunt pro
se suisque liberis presente et consentiente dicto pandulfo patre
eorum solvere ipsi ecclesie et monasterio singulis annis in festo

là LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 53

Sancte marie augusti usque ad eorum tertiam generationem
maseulinam legitimam finiendam seu finitam nomine pensionis
quatuor solidos argenti boni et puri et non vendere et non alie-
nare dietas res seu ipsa res prelato vel potentiori persone et si
alie persone sive alteri voluerint ipsas res vendere concedere vel
alienare dabunt ipsas ipsi monasterio sive capitulo ipsius mona-
sterii pro decem dictis summis per libram ....... quam ab altero
haberi possit ipsi monasterio seu capitulo ipsius monasterii
emere volenti; si autem ipsum monasterium seu capitulum ipsius
monasterii emere noluerit pro duobus solidis unius ..... pro libra
quam ab altero aberi possit liceat ipsis postea vendere ius suum
sive eorum cui voluerint ex dictis rebus excepto pio loco vel
potentiori persone dando ipsi ecclesie seu capitulo ipsius mona-
sterii pro convivio duos solidos per unamquanque libram pretii
quo venderetur. quas res se eorum nomine constituit possidere
donee in possessionem ipsorum intraverint corporalem in quam
intrandi licentiam eis eorum auctoritate concessit et promisit
pro se suisque successoribus dicta domna iouanna abbatissa
in ipsa ecclesia existentibus dietis ofreduccio hugolino Symon-
cello et fatio pro se suisque successoribus stipulantibus usque
in eorum tertiam generationem masculinam legitime finiendam
ut dietum est legitime defendere ipsas res auctorizare atque
distrigare ....... a predictis factis reficere et in nullo contrafacere
vel venire aliqua exceptione vel eausa sub pena quingentarum
librarum . Finita vero tertia generatione dictorum Ofreducii
hugolini symoncelli et fatii ut dietum est in quarta vero novum
emphiteoticum instrumentum hoc ordine innovetur dando tune
pro renovatione a successoribus dietorum Ofreducii hugolini
symoncelli et fatii dicto monasterio sive dicte ecclesie . x. libras
usualis monete tune currentis et insuper promisit dicta domna
abbatissa se facturam et curaturam et sic facere et curare quod
moniales.existentes in monasterio saneti Francisci de amelia
hune contractum ratificabunt et ratum et firmum habebunt sub
dieta pena ad sensum sapientis dictorum filiorum predictam si
quam penam secus (?) eontra facientes parati observare dare
et solvere promisit et pena soluta vel non predieta omni et
singula saneta et firma erunt . Actum est in dieta ecclesia sancte
Marie in canalis coram hugolino domni bonitantis de Amelia ,

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54 | Lt. MATTEI-CERASOLI .'

nicola danibalis de mescano et munallo hugone de dicto loco
et iacobo carbonelli et iovannuccio .... de do...... manentis de
lacoscello de predictis omnibus testibus rogatis.

Et ego Maffeus bonaventure sacre romane ecclesie notarius
predietis interfui . rogatus scribere scripsi et publicavi.

LXXXI. — 1272. Marzo 16. — Bartolomeo, vescovo di
Amelia, esorta i fedeli ad aiutare la fabbrica del Monastero di
S. Maria de Canale, e concede delle Indulgenze.

Frater Bartholomeus miseratione divina Episcopus amelien
Universis clericis et laicis Lacuscelli . Canalis . et Castellarum Ame-
lien dioe . Salutem et perpetue felicitatis augmentum . Cum omnes
personas sacre religionis cultrices iuvare et manutenere ex debito
nostri officii teneamur . illas precipue favorabiliter confovere nos
decet que gravi paupertate premuntur . ut ex fuleimento pon-
tificalis subsidii paupertatis sue percipiant lenimenta . Hine est
igitur quod cum Abbatissa et moniales monasterii sancte Marie
in Canali paupertate graventur non modica . et consilio pariter
et auxilio vestro egeant ut dictam paupertatem possint equani-
miter tolerare universitatem vestram monendam duximus et
hortandam qua fungimur auctoritate mandantes quatinus cum
a nuntiis earum fueritis requisiti . grata subsidia erogetis eisdem
ut per subventionem vestram ipsarum inopie consulatur . et vos
per hec et alia bona que domino largiente feceritis ad eterne
possitis felicitatis gaudia pervenire . Nos enim de omnipotentis
dei misericordia et gloriose virginis Marie . beatorum quoque
apostolorum petri et pauli . nee non et inclite virginis et mar-
tyris christi firmine meritis et precibus confidentes omnibus vere
penitentibus et confessis qui dictis dominabus manum porrexerint
caritatis . xx. dies de iniuncta sibi penitentia misericorditer in
domino relaxamus . Qui vero Ecclesiam supradietam in quatuor
sollempnitatibus gloriose semperque virginis Marie videlicet
annuntiationis . assumptionis . nativitatis et purificationis devote
visitare studiarint . xr. dierum indulgentiam ad honore et
reverentia matris dei . de speciali gratia elargimus . Si qui vero LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA — 55

impediti in diebus predictarum sollempnitatum . Ecclesiam ipsam
visitare nequiverint et infra octavam vel etiam octava die ad
.eam cum devotione accesserint eisdem concedimus de gratia
speciali ut simili nichilominus indulgentia potiantur . In cuius rei
testimonium et certitudinem pleniore . presentes litteras eisdem
dominabus patentes concessimus nostri sigilli munimine robora-
tas. Datum Amelie . xv. die Martii Ind . prima temporibus dni
Greg pp. X. Sub anno dni Millesimo . COLXXII. — Aderat sigillum

Indieazioni antiche: « P. 3 ».
mm. 235 X 147; plica mm. 20.

LXXXII. — 1280. Gennaio 9. — Mandato generale di
procura per la causa tra il monastero di S. Paolo agli eredi
di Enrico di Rainerio di Amelia, fatto da Matteo Abbate di
S. Paolo a Giacomo di Amelia, monaco di S. Paolo.

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In nomine domini anno dominice incarnationis . M.C.LXXX.
Anno vero tertio Pontificatus domni Nicolai pape tertii Indic-
tione. vini. Mense Januario die . viti. In presentia mei nicolai
scrinii et testium infrascriptorum ad hoc specialiter vocatorum et
rogatorum venerabilis Pater dompnus Matheus abbas et con-
ventus monasterii sancti pauli de urbe . nomine dicti monasterii
et pro ipso dederunt et coneesserunt dompno Jacobo de amelia
monacho predicti monasterii . presenti et recipienti plenam
potestatem et mandatum . quod possit recipere compromissum :
et super eo arbitrare semel vel pluries in questione que vertitur
inter dictum monasterium abbatem et conventum ipsius ex parte
una.et heredes henrici de raynerio de amelia . scilicet andreu-
tium et iannucium et petrum seu legitimam procuram pro eis
et eorum nomine ex parte altera . et quiequid ipse arbiter
dixerit seu arbitratus fuerit . ratum et firmum habere promi-
serunt et contra non venire sub ypotheca bonorum dieti
monasterii.

testes paulus mathei . presbiter marcus sancte Marie in
turre Lanzellottus de civitella vocati et rogati.

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56 L. MATTEI- CÉRASOLÍ
ya Ego Nicolaus philippi sancte Romane ecclesie scrinius

complevi et scripsi rogatus .

Indicazioni antiche : « Pro eccl. sci Jacobi de redere » ; « pro S'° paulo
de Urbe»; «45. 1280 »; «| 82 ».
mm. 250 x 350.

LXXXIII. — 1280. Marzo 5. — 1282. Maggio 13. —
Matteo, abbate di S. Paolo, concede a Bartolomeo e a Tommaso,
fratelli, di Amelia tutti i frutti dei beni di S. Giacomo di Amelia
a censo, per 5 anni, e U Abbate di lui successore, Bartolomeo,
conferma tale concessione.

SE IN NOMINE DOMINI . Anno dominice Incarnationis Mil-
PRATI lesimo ducentesimo Octuagesimo . Indictione Octava . Mense
Martii . die quinta . Domnus Matheus abbas monasterii saneti
pauli de urbe et monachi dieti monasterii saneti pauli conces-
serunt Bartholomeo ....... pro se et pro Thomasso fratre suo
de-amelia fructus omnium possessionum spectantium ad Eccle-
siam saneti Jacobi de amelia dicto monasterio pleno iure spec-
tantis pro quinque annis ex tunc proxime venturis pro Quin-
quaginta libris provisinis quas dicto abbati dietus Bortholomeus
persolvat et pro eo quod promisit solvere singulis annis in festo
ascensionis domini infirmarie dieti monasterii novem solidos
provisinos pro medicinis et in festo sancte marie mensis augusti
duo Rubla boni grani sine malta ad rubsitellam servitii in dicta
Civitate . Et totidem ..... in dieta Civitate . Et singulis annis
in festo dedicationis apostolorum petri et pauli solvere abbati
dieti monasterii vel cui ipse mandaret sex libras provisinas
servitii . Et singulis annis promiserat etiam solvere dompno
Jacobo quondam monacho dieti monasterii de amelia omnes
expensas in victualibus tantum si residentiam faceret in dicta.
Civitate amelie . ut patet instrumento scripto per Nicolaum
phylippi scrinium . Nune autem ad declarationem dieti con-
tractus subscripta omnia ......... sunt inter Venerabilem patrem
domnum Bartholomeum (sic) abbatem dicti monasterii pro dicto
monasterio ex una parte . et dictum Matheum (sic) pro se et
dieto Thomasso fratre suo pro quo se obligavit faeturum et

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LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 57

.euraturum quod subscripta omnia faceret et solveret ......... sub
obligatione fructuum dictarum rerum et bonorum suorum .....

e». SCilicet quod ex nune dieti fratres singulis annis ........
Scilicet tam novem solidos provisinos et duo rubla grani santesii
et totidem infirmarie solvant . Et etiam solvant ........ dictas
sex libras ut supra continetur . Et si qua pro preterito tempore
non solvissent teneantur integra persolvere ..... .. loco expen-
sarum monachi solvant dieto monasterio singulis annis duran-
tibus dietis quinque annis sex saumas vini in festo sancte marie .
et octo saumas vini boni ad petitionem per mandatum domni
abbatis . et singulis diebus sex ......... et duas saumas grani et
duas spelte domno Gottio . Que si non servaverint et dictum
monasterium in dampnum vel expensas veniret omne dampnum
et expensas sibi solvere et reficere promiserunt sub obligatione
bonorum predictorum . Predictis autem quinque annis completis
predieta ad dietum monasterium cum omni melioratione rever-
tentur . Que omnia utraque pars observare promisit . et hec
omnia iusserunt scribi per me Leonardum iacobi rubei notarium
et per magistrum Johannem henrici de amelia notarium.

Actum in palatio domni Goccii de amelia . in anno domini
Millesimo oetuagesimo secundo . Anno secundo pontificatus
domni Martini pape quarti Indietione decima mense madii die
tertiadecima . Presentibus domno Goccio et domno adinulfo
iudicibus — magistro Nicolao canonico saneti Marci — et pre-

sbitero Jordano Canonico de amelia.

‘Jacobi Rubei sanete Romane Ecclesie notarius predictis
interfui et ea scribsi et in publieam formam redegi.

Indieazioni antiche: « Locatio omnium possessionum S" Iacobi
de | Redere »; « LL »; « 56 »; « 12. 1980 »; « 1280 ».

LXXXIV. — 1286. Ottobre 3. — Caterina, Abbadessa, e
le Monache di S. Magno eleggono. procuratore generale « ad
lites » Giovannetto Congrezio.

In Nomine domini amen . Anno domini Millesimo . CC».
LXXX*VI^. tempore domini honorii pape quarti Indictione . XIII.

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58 L. MATTEI- CERASOLI

mense octobris die tertio intrante. In presentia mei Notarii et

testium subseriptorum . domna Catarina abbatissa monasterii
saneti magni de amelia et cum consensu et voluntate angele
decane de tuderto . hemilie . Jacobe . Angele de viterbio .
Francisce de orte. Paule Cicilie . Johanne de spoleto . Agnese .
Mathiole . Cathelucie . Cecce de amelia et thomassucie et ipse
moniales et conventus cum auctoritate et decreto ipsius domne
abbatisse fecerunt constituerunt creaverunt et ordinaverunt
Johannellum Congrezium de amelia presentem et recipientem
ipsarum et conventus et dieti monasterii legitimum scindicum
proeuratorem actorem et factorem et ydoneum defensorem ut
melius quoeunque.nomine de iure dici et cognosci poterunt
ad comparendum in curia Romana coram domno auditore .
Camere et coram quocunque alio iudice delegato vel delegando
dato vel dando in causa seu causis quam vel quas dieta domna
abbatissa et moniales et dictum monasterium habent seu habere
intendunt cum domno episcopo ameliensi vel cum omni clero
eivitatis amelie vel cum aliqua legitima persona interveniente
pro eis vel ipsorum altero : ad agendum defendendum libellum
et terminum dandum et recipiendum litem contestandum iuran-
dum de calumpnia et de veritate dicenda et ad quelibet ..... (sic)
quodeunque alterius generis sacramentum prestandum ad posi-
tionem faciendum et respondendum ad testem acta et instru-
menta producendum et ad videndum produci ab abversa parte
et ad recipiendum copiam cytationis et ad litteras et iudicia
inspectandum et recusandum et ad exoptandum et replicandum
et ad sententiam et preceptum audiendum et appellandum si
expedierit a quolibet gravamine et ad committendum et prose-
quendum causam appellationis et ad alium scindicum seu procu-.
ratorem unum vel plures sustituendum . ita quod quicunque
fuerit substitutus ab eo possit incipere proxequi et consummare
quod ab ipso incepto vel non inceptum fuerit nullo pretermisso
obstante et generaliter ad omnia et singula faciendum et exer-
cendum que in predictis et de predictis et super predietis et
quolibet predictorum fuerint oportuna et que verus scindicus
procurator actor et defensor facere et exercere potest . promit-
tentes ratum et firmum perpetim habere atque tenere nomine
dieti monasterii quiequid per dietum scindicum seu procuratorem

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LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S8. MAGNO IN AMELIA 59

vel substitutum seu substitutum ab eo factum et gestum fuerit
et nullatenus revocare sub obligatione et ypotheca omnium
- bonorum dieti monasterii.

Aetum fuit hoc in monasterio sancti magni presentibus
fratre petro berarduecii angelo de tuderto et magurano symeonis
de amelia testes rogati et vocati.

Ego andrea Girardi de amelia imperiali auctoritate notarius
predietis omnibus interfui rogatus scripsi et publicavi.

Indicazioni antiche: « mandatum procure pro monialibus sancti
Manni »; « 52 »; « 3. 1286 ».

LXXXV. — 1287. Giugno 15. — Indulgenze concesse da
dieci Vescovi alla Chiesa di S. Maria de Canale.

Universis sancte matris eeclesie filiis ad quos littere perve-
nerint presentes Michael antibaren . et fr. bonaventura ragu-
sinen archiepiscopi . Bartholomeus grossetanus Petrus stanen
fr. Romanus cronen . Egidius turtiburen . Johannes lariecen .
Petronus larinen . frater Waldebrunus avellonen et glavinicen .
Aymericuas eolymbrien s: tn d uS.
sta 2e... episcopi salutem in domino sempiternam . Quoniam
ut ait apostolus omnes quidem stabimus ante tribunal summi
regis pavidi recepturi prout in corpore gessimus sive bonum
fuerit sive malum oportet nos diem messionis extreme miseri-
eordie operibus prevenire ac eternorum intuitu seminare in terris
quod reddente domino cum multiplicato fructu recolligere valea-
mus in celis . firmam spem fidutiamque tenentes . quoniam qui
parce seminat parce et metet: et qui seminat in benedictionibus
de benedietionibus et metet vitam eternam . Cupientes igitur
ut Monasterium Monialium Sancte Marie de Canali ordinis saneti
Benedieti amelien diocesis congruis honoribus veneretur . et a
eunetis catholice fidei cultoribus iugiter frequentetur. omnibus
vere penitentibus et confessis qui ad ipsum Monasterium singulis
diebus eausa devotionis accesserint: vel ad fabricam eiusdem
Monasterii manus porrexerint adiutrices aut in extremis labo-
rantes quiequam faeultatum suarum ad idem legaverint: Nos

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de dei omnipotentis misericordia et beatorum Petri et Pauli apo-
stolorum eius auctoritate confisi dummodo hane nostram indul-
gentiam loci Diocesanus ratam habere seu confirmare decreverit
singulis quadraginta dies de iniuncta sibi indulgentia misericor-
diter in domino relaxamus . In cuius rei testimonium presentem
. paginam sigillorum nostrorum munimine duximus roborandam .
. Datum Rome anno domini . Millesimo . Ducentesimo octuage-
simo . septimo . Idus Junii apostolica sede vacante.

Carattere più piccolo in margine a destra :

Nos Rogierius Dey et Apostolice Sedis gratia Episcopus
Amelien . Cupientes igitur ut supra nostra Ecclesia Sancte Marie
in valle Canalis nostre Amelien diocesis congruis honoribus vene-
retur supradictas indulgentias confirmamus auctoritate qua fun-
gimur . Ac etiam ut supra omnibus vere penitentibus et confessis
qui ad ipsam Ecclesiam singulis diebus causa devotionis acces-
serint vel ad fabricam eiusdem manum porrexerint adiutricem
aut in extremis laborantes quiequid facultatum suarum ad idem
legaverint . Nos de dei omnipotentis misericordia et beatorum
Apostolorum Petri et Pauli auctoritate confixi de iniunctis . XL.
dies sibi penitentiis misericorditer in domino relaxamus . In
cuius rei testimonium presentem pagina nostri pontificalis sigilli
munimine duximus roborandam.

Nella plica, dello stesso carattere :

Michael autibaren archiepus fr. Bartholomeus grossetanus
epus . fr. bonaventura archiepus ragusinus Petrus stanen epus
fr. Romanus crohen epus Egidius turtiburen epus Petronus
larinen epus fr. Waldebrunus avellonen epus Aymericus colim-
brien epus Ioannes lariecen.

Vi erano 15 sigilli, rimangono 10 legature di sigilli di seta rossa e
gialla.

.

Indicazioni antiche: « Caps. P N.* 3 »; « 184 ».
mm. 460 X 750; pliea mm. 48. LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI 8. MAGNO IN AMELIA 61

LXXXVI. — 1289. Giugno 17. — Locazione di una terra
di S. Giacomo posta nella contrada « Sertate » fatta da Fran-
cesco, monaco di S. Paolo, priore di S. Giacomo a Buccio di
maestro Nicola fino alla terza generazione per una terza del
raccolto ed altri canoni.

In nomine domini amen . anno domini millesimo . CC. octua-
gesimo nono tempore domni nicolai pape quarti mense iunii
die . xVII. indietione secunda . frater franciscus de tuderto
monachus saneti pauli de urbe et ut prior procurator . et legi-
timus administrator Ecclesie sancti iacobi de redere et bonorum
diete ecelesie ameliensis diocesis dedit et locavit buttio magistri
iacobi de amelia husque ad tertiam generationem finiendam
unum petium de terra ad pastinandum ipsius ecclesie positum
in contrata sertatis iuxta rem Carugi Consedrucis et viam a
duabus partibus et promisit et convenit dictus frater franciscus
ut prior.et procurator dicte ecclesie sancti iacobi et legitimus
administrator bonorum ommium rerum ipsius ecclesie dicto
buccio recipienti et stipulanti pro se suisque heredibus et nomine
ipsius ecclesie et pro ipsa ecclesia dictam terram eidem buccio
vel eius heredibus non auferre immo ipsam terram ab omni
persona et universitate legitime defendere actorizare ac disbri-
gare in euriam et extra et subire in se et super se primum
secundum et tertium iudieium suis ommibus advocatis notariis
iudicibus et expensis ac eidem vacuam et espeditam posses-
sionem diete rei locate tribuet corporalem finita vero tertia
generatione dicti buceii promisit dieto buccio idem frater fran-
ciscus et iussit et voluit quod renovetur contractus predictus
pastinationis dicte terre eidem datus et concessus . heredibus
dieti buccii per successorem ipsius fratris francisci qui pro tem-
pore erit ad amministrationem ipsius ecclesie sancti iacobi pro
uno florino de auro recipiendo a (sic) ab aministratore dicte
eeclesie et pro ipsa ecclesia qui pro tempore erit . Quam loca-
tionem et concessionem ideo dietus frater franciscus fecit de
dieta terra ad pastinandum eidem buccio recipienti pro se et
heredibus suis hine ad tertianr generationem finiendam et post
ipsam tertiam generationem finitam renovetur pro uno floreno

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62 i * EL. MATTEI- CERASOLI

de auro pro eo quia dictus buccius promisit eidem fratri fran-
cisco ut procuratori et legitimo administratori diete ecelesie et
successoribus eius qui protempore erunt in dicta ecclesia ad
aministrationem bonorum ipsius ecclesie medietatem dicte terre
sic locate pastinare de vinea et aliam medietatem pastinare
olmas ficus et alias arbores domesticas et reddere dicto fratri
francisco vel alii qui erit in dieta ecclesia loco sui vel ad amini-
strationem bonorum ipsius ecclesie tertiam partem musti et
aquati et tertiam partem bladi et omnium aliorum fructuum in
dieta terra existentium et dare in vindemiis unum canistrum
uvarum . Renuntians dietus buccius exceptioni non habite adque
recepte terre ad pastinandum a dicto fratre francisco nomine
dicte eeclesie et omni alii et legum et iuris auxilio sic faciendum
in ea parte vel pro futuro omne vero dampnum et litis expensas
quod et quas dicte partes una culpa alterius si supradicta omnia
et singula integre non fuerit observata fecerint vel sustinuerint
in curiam vel extra integre una pars alteri reficere et refectura
promisit et contra non venire aliqua occasione vel exceptione .
Que omnia et singula supradicta promiserunt dicte partes ad pari-
tatem inter se et una pars alteri accedere et observare et contra
non venire sub pena dupli valoris extimationis dicte terre qua pena
soluta vel non hee omnia et singula supradicta rata sint et firma.

Actum fuit hoc in civitate amelie in domo ecclesie sancti
Marci presentibus ofreduzolo calvelli . Massello salvi . et buccio
andree . testibus ad hoe vocatis et rogatis.

Et ego salvucius domni episcopi iudex de amelia imperiali
auctoritate notarius hiis omnibus et singulis supradictis interfui
rogatus scripsi et publicavi.

In continuazione sulla stessa pergamena :

Bartolomeo, abbate di S. Paolo, nomina procuratore e
amministratore dei beni di S. Giacomo, S. Cataldo, S. Francesco
e S. Maria di Canale di Amelia fra Francesco da Todi, mo-
naco di S. Paolo.

»4 In nomine domini amen hoc est exemplum cuiusdam

.publiei instrumenti cum die et consule tenor cuius talis est , 4
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 63

In nomine domini anno dominice incarnationis . Millesimo . CC.
octuagesimo viIII. Indictione secunda . tempore domni nicolai
quarti pape . Mense martii die vIr.in presentia magistri flore-
denolia notarii et testium subscriptorum ad hoe specialiter voca-
torum et rogatorum Venerabilis pater domnus bartholomeus
dei gratia humilis abbas monasterii sancti pauli de urbe fecit
constituit creavit et ordinavit fratrem franciscum de tuderto
. monachum eiusdem monasterii saneti pauli ipsius et predicti
monasterii et conventus verum legitimum procuratorem et
numptium specialem ad agendum petendum . libellum dandum
et recipiendum . exceptiones et iura proponendum . ad litem
contestandum . ad iurandum de veritate . dicenda . si expe-
dierit . ad testes producendos . et ad videndum ab abversa
parte produci ad iudicem eligendum inpetrandum et recusandum
ad sententiam audiendum et appellandum quotiens fuerit opor-
tunum . ad alterum proeuratorem substituendum . et renovan-
dum in omnibus causis . litibus et questionibus ceptis et mo-
vendis oceasione bonorum seu de bonis que sunt et fuerunt de
bonis monasterii et monachorum sancti iacobi de redere saneti
cataldi . sancte marie in canalibus et saneti francisci ameliensis
diocesis ut libere et suo nomine et eiusdem monasterii et supra-
dietorum monasteriorum de iure spectantium ad predictum mo-
nasterium sancti pauli . et renovandum contractus infitahoticos
seu loeationis sancti iacobi et catalli . et ad monasteria supra-
dieta et ad renovandum contractus pastinationis . et ad conce-
dendum de novo terras ad pastinandum secundum ritum et
consuetudinem civitatis amelie prout melius fieri poterit . alie-
nationes et permutationes eidem monacho interdicta . promit-
tens dietus domnus abbas pro se et vice dicti monasterii et
ipsum monasterium ratum gratum et firmum habentes quiequid
per dietum procuratorem fuerit actum in predictis et quolibet
predietorum sub obligatione bonorum dicti domni abbatis et
monasterii. que pene solute vel non hee contracta sint firma .
Que omnia scripbere rogavit me predictum notarium mense et
indictione predicta. i

_ Domnus zottius testis et frater nicolaus de toffia testis .
simon riccus de castro vaciuro testes.

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64 L. MATTEI - CERASOLI

Ego magister floredenolia dei gratia sacri imperii notarii qui
omnibus predictis interfui et quia rogatus ydeo scripsi publi-
cavi. signum meum superius feci.

Et ego salvucius domni episcopi iudex de amelia imperiali
auctoritate notarius heec omnia et singula supradicta prout inveni
in dieto publieo instrumento . hine fideliter scripsi et exemplavi
et de mandato et auctoritate Cole mactalini qui dieit se iudicem
ordinarium curie pochanciani claramaldi presentibus Cecco iani
et Cecco petri testibus in publicam formam redeci nichil addens
vel minuens preter nomen singinem et subscriptionem fuere
pundi silabam positam per trascursum . Sub anno domini Mil-
lesimo . CC. nonagesimo sexto . tempore domni bonifacii pape
octavi mense septembris die tertio indictione VIIII.

LXXXVII. — 1291. Giugno 30. — Il Consiglio Generale '
del Popolo e degli Anziani di Amelia nominano procuratore
generale Delessio di Bonifacio di Amelia per le liti che hanno
coll’ Abate di S. Paolo.

»«4 In nomine domini Amen . Anno domini . M.CCO.LXXXXJ.
tempore domni Nicolai pape quarti mense iunii die tricesimo
indictione quarta . Consilio Generali et speciali Communis et
populi et anzianorum Civitatis amelie in . palatio ipsius com-
munis ad sonum campane et vocem persone more solito con-
gregato . de mandato ........ viri domni Bartholi de Menania
Judicis et Vicarii communis eiusdem . Idem domnus Judex et
vicarius cum consensu et voluntate dicti consilii et ipsum con-
silium eorum et anzianorum cum auctoritate et decreto dicti
domni Judicis et vicarii facto partito nemine discordante fecerunt
constituerunt et ordinaverunt ..... dicti communis Delexium Boni-
facii de dicta terra . syndicum . procuratorem . actorem . defen-
sorem et nuntium specialem in omnibus causis litibus . discordiis
et questionibus quas ipsi et ipsum commune habent seu in futu-
rum habebunt contra domnum abbatem . conventum et Mona-
sterium sancti pauli de urbe et quamlibet aliam personam legi- LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 65

time intervenientem pro eis in omni Curia ecclesiastica et civili
‘occasione et respectu terrarum rerum et possessionum positarum
in pertinentiis diete civitatis in loco qui dicitur redere seu monte
piliolo inter hos fines . ab uno latere est via publiea . ab alio
est tenimentum castri lacuscelli . ab alio est mons predictus ab
alio sunt terre ecclesie sancti iacobi de redere subtus viam . ad
agendum . defendendum libellum dandum et recipiendum . litem
contestandam . calumpnie et cuiuslibet alterius generis iuramen-
DUIS. suas prestandum et eoram quoeunque Iudice et auditore
dato vel dando . terminum petendum ........ ; replicandum

respondendum . de loci$ et iudicibus conveniendum et recusan-
‘dum . sententiam audiendam . appellandum et appellationem
‘ prosequendam . beneficium absolutionis et restitutionis in inte-
erum implorandum et reconveniendum .......... Nee non ad pro-
mittendum . et compromittendum cum syndicis et procurato-
ribus dieti abbatis et conventus et dicti monasterii et cum eis
consentiendum et mandandum compromicti dompno Riccardo
hugolini . domno Johanni cambii . angelutio et cecculo suis
fratribus et domno heralfo symeonis . aezulino domni berardi
et bonagente benencase dominis et possessoribus dicti montis
pili in quameunque personam unam vel plures tanquam in
arbitros . arbitratores laudatores preceptores . diffinitores . decla-
ratores . et amicabiles compositores de predictis litibus . discor-
diis . causis . questionibus . et controversiis vertentibus et que
verti et esse possent inter ipsum monasterium ex una parte et
dietum commune et speciales personas predictas ex altera occa-
| sione et respectu possessionum rerum et terrarum predictarum
cum pena et sine pena et ad renuntiandum liti et cause iam
incepte et ratificandum . corroborandum . et acceptandum arbi-
trium laudum . preceptum . diffinitionem et declarationem et
quiequid per dictos arbitros seu &àrbitratores actum fuerit in
predietis . dantes et concedentes dicto syndico plenam liberam
et generalem administrationem in predictis et quolibet predic-

torum . Promittentes sese ratum . gratum et firmum habituros

quiequid dictus syndicus in predictis duxerit faciendum . sub
- obligatione bonorum dicti communis.

Hoe actum fuit in palatio memorato presentibus domno
petro massarani . domno petro donadei . domno spaltea petri
PARLI Tere t n m
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I" Set aper dar

66 : L. MATTEI- CERASOLI .

Judicibus de amelia et pluribus aliis testibus ad hoe vocatis
et rogatis. |

Et Ego Gregorius Bonagente de amelia alme Urbis prefecti
auctoritate Notarius hiis omnibus et singulis interfui seripsi et
publieavi rogatus. Hara

LXXXVIII. — 1291. Luglio 23. — Maestro Taddeo di
Sessa e ‘fra Leonardo di Flaiano procuratori dell’ Abbate di
S. Paolo, e Delessio di Bonifacio procuratore del Comune di
Amelia nella lite per à beni di S. Giacomo ed altri di Amelia
eleggono don Bernardo di Simone abbate di S. Silvestro di Amelia
e don Giacomo di Foligno, canonico lateranense e rettore della
Chiesa di S. Paolo di Amelia, come arbitri nella loro causa.

#3 In nomine domini amen . anno domini . M.°CC°.LXXXXJ°
tempore domni nicolai pape quarti . mense iulii die XXIII.
Indictione quarta . In presentia mei notarii et testium sub- ;
scriptorum discretus vir magister tadeus de suessa et religiosus
vir frater leonardus de flaiano monachus monasterii saneti pauli
de urbe procuratores scindici actores et nuntii speciales vene-
rabilis patris fratris Bartholomei abbatis monasterii sancti pauli
de urbe predicti et conventus eiusdem, scilicet fratris angeli

decani fratris angeli decani fratris paoli de monte albano . fra-

iris martini . fratris iohannis de coma fratris vincentii fratris
Jacobi de palombara fratris petri de monticello fratris Jacobi
de civitella fratris thomassii fratris iacobi de fara fratris iohannis
de toffia fratris angeli de cantalupo fratris pauli de columpna
fratris iohannis de vena rubea fratris raynaldi de fara fratris
petri de vicensa et dieti monasterii ut de ipso procuratorio et
syndicatu patet publicum instrumentum scriptum manu leonardi
iacobi rubei civis romani notarii a me notario infrascripto visum
et lectum ad hoc legitime ordinati pro se et nomine et vice
dicti domni abbatis et conventus et dictorum fratrum et dicti
monasterii et pro eis ex una parte . Et delexius benefacti de :
amelia syndicus communis civitatis amelie ad hoc legitime con-
stitutus ut patet manu mei notarii infrascripti syndicario nomine LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI.S. MAGNO IN AMELIA’ 67

et vice dicti communis et pro ipso communi et domnus Riccardus
hugolini aezalinus domni beraldi bonagiunta benecase domnus
iohannes cambii pro se et nomine et vice angelutii et cecculi
eorum fratrum promittens se facturum et curaturum ad penam
infrascriptum quod ipsi angelutius et ceccus et quibus ipsorum
hoe compromissum et laudum inde ferendum et omnia et sin-
gula infrascripta et scribenda in ipso laudo ratificabunt et ap-
probabunt et rata et firma habere promietent quid melius de
iure fieri et dici poterit ad petitionem dietorum procuratorum
et syndicorum et Simeon bernardi et beraldus eius filius procu-
ratores domni heralfi iudicis filii dicti symeonis de amelia . ut
de ipso proeuratorio dicebat patere publicum instrumentum
manu magistri beraldi aezalini notarii scriptum pro se et procu-
ratorio nomine dicti domni heralfi et etiam principaliter pro-
mittentes in solidum se facturos et curaturos ad penam infra-
scriptam quod dietus domnus heralfus hoc comprómissum et
laudum inde ferendum ‘et omnia et singula infrascripta et in
ipso laudo scribenda ratificabunt et approbabunt et rata et
firma habere promictent quo melius de iure fieri poterit ad
petitionem alterius partis et quibus in solidum presente et con-
sentiente et mandante dieto delexio syndico sindacario nomine
et vice ipsius communis ex alia parte . Promiserunt et compro-
miserunt in discretos viros dompnum bernardum simonis abba-
tem ecelesie saneti silvestri ameliensis diocesis absentem et
dompnum .J acobum de fulgineo canonicum lateranensis eeclesie
rectorem ecclesie sancti pauli de amelia presentem volentes
et recipientes tanquam in arbitros arbitratores laudatores
preceptores diffinitores declaratores et amicabiles compositores
de omnibus causis litibus discordiis et questionibus que sunt
seu incepte fuerunt et que esse possent in futurum inter ipsas
partes occasione et respectu terrarum rerum et possessionum
positarum in pertinentiis civitatis amelie in loco qui dicitur
redere seu monte piliolo inter hos fines ab uno latere est via
publica ab alio est tenimentum castri lacuscelli ab alio est mons
qui dieitur piliolus ab alio sunt terre ecclesie sancti iacobi subter
stratam . que ecclesia est dieti monasterii sancti pauli et quaque
alia occasione ex ipsis terris orta seu orienda et que ori (sic)
posset, dantes et concedentes diete partes pro se et ut syndici

1

GENE RAMS. VU LM A
Ma ien osi itk EL a” eer remet 3 ——

m 68 L. MATTEI- CERASOLI

seu procuratores predictarum partium seu locorum syndicario
et procuratorio nomine pro eis et quolibet ipsorum eisdem
arbitris et arbitratoribus licentiam plenam et liberam potesta-
tem de predietis litibus discordiis questionibus et controversiis
vertentibus et que verti et esse possent inter ipsas partes cogno-
scendi diffiniendi arbitrandi laudandi precipiendi declarandi sen-
tentiandi de iure et secundum iure (sic) iuris ordine servato et
non servato in scriptis et secundum scriptis diebus feriatis et
non feriatis partibus citatis et non citatis et presentibus vel
absentibus vel una presente et alia absente quandocunque ubi-
cunque qualitercunque et quomodocunque stando sedendo ambu-
lando ut eis placuerit . et promiserunt dicte partes inter se ad
Hi. invicem quiequid per predictos arbitros et arbitratores laudatum
I es UE .. arbitratum declaratum et diffinitum fuerit seu etiam laudum
E. : arbitrium diffinitum et sententiam ferendam per ipsos arbitros
i i et arbitratores de predictis litibus causis controversiis et que-
|: i stionibus quibuscunque et etiam omnia et singula predicta et

am infrascripta omni tempore rata grata et firma habere atque
nn - | SA S tenere et perpetuo attendere et observare ratificantes corrobo-
ti rantes et acceptantes ex nune prout ex tunc arbitrium laudum
: hi id preceptum diffinitionem et declarationem et quiequid per dietos
BIST E s sl arbitros et arbitratores latum et actum fuerit de predictis et ms
ur mos | singulis et in predietis litibus et causis de eis iam inceptis
renuntiantes . Et promittentes etiam non appellare non contra-
dicere nec etiam petere quod laudum huiusmodi et arbitrium
; reducatur ad arbitrium boni viri quod si secus fecerint ex nune
T! ji contradictores appellantes et petitores prout ex tune revocant
(Se ad invicem cassant et inritant renuntiant exceptionem doli mali
| ; :deceptionis et fraudis conditionem indebiti et in futurum actioni
IH» È E . et privilegio fori et omni alii exceptioni ét legum decretalium
i) cud c et iuris auxilio sibi et dieto conventui et monasterio et dicto
| | : syndico et dieto communi et dictis specialibus partibus in hac
i parte competentibus seu competituris . Que omnia et singula
|- È vid predicti magister tadeus et frater leonardus syndici et procura-
i . . tores pro se et syndacario et procuratorio nomine et vice dicto-
I | rum domni abbatis et conventus seu monachorum et dicti mona-.
| I pz sterii. ex una parte . et dictus delexius syndicus nomine dicti
Lig communis et dicte speciales partes . consentiente et mandante
v,

/ |^ LE CHIESE DI 8. GIACOMO E DI S8. MAGNO IN AMELIA i 69

ipso syndico ex altera parte ad invicem et inter se et una pars
alteri promiserunt ‘attendere et observare et rata grata et firma
perpetuo habere atque tenere et in nullo contrafacere vel venire
occasione aliqua et exceptione ad penam Centum Florenorum
de bono auro et sub obligatione et ypotheca suorum bonorum .
quam penam. integre. pars non observans parti observanti sol-
vere promisit quotiens in predictis et singulis fuerit conventum
qua soluta vel non hee omnia nihilominus firma sint et rata .
que omnia dietus arbiter absens postea acceptavit.

. Hoe actum fuit in palatio communis amelie . presente domno
matheo eorradi . domno petro massarocii . domno martino cre-
scii. domno Joanne guarnolfini iudicibus de amelia et pluribus
aliis testibus . ad hoe vocatis et rogatis.

: Et Ego Gregorius bonagente de amelia alme urbis prefecti auc-
toritate notarius hiis omnibus interfui scripsi et publicavi rogatus.

Indicazioni antiche: « Carta cuiusdam compromissi facta per mo-
nachos et abbatem et scindicos civitatis amelie de quadam questione
inter monachos et commune pro terris sti iacobi »; « 58 »; « 135. ».

LXXXIX. — 1296. Luglio 14. — Angeleria di Giacomo
Detalgradi col consenso dei suoi consanguinei vende a Maestro
Cello di Oddone notaio e procuratore del Monastero di S. Magno
tutti. à diritti e il dominio su di un casale situato in « Asignano »
per 25 libre di denaro cortonese.

»4 In nomine domini amen... Anno domini M°.CC°.LXXXXVJ°,
tempore domni Bonifatii . pape. octavi. mensis Julii die XIIIJ.
Indietione nona . Angeleria filia quondam Jacobi detalgardi de
amelia presentibus et consentientibus Nuto Jannis pilucchi et
Corrado Jacobi de eadem terra suis consanguineis magis intimis
iuris cessionis titulo vendidit . tradidit . transtulit cessit con-

eessit et mandavit Magistro cello oddonis notario de dicta terra
yeonomo et procuratori Capituli et conventus dominarum mo-
nialium eeclesie saneti manni de dieta terra . Et domne Angele
decane dieti monasterii et cuilibet ipsorum presentibus et reci-
pientibus nomine et vice eiusdem capituli conventus et mona-

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70 L. MATTEI-CERASOLI

sterii omne Jus omnemque actionem realem personalem utilem
et directam tacitam et expressam mistam seu contrariam quod
et quam habet seu habere videtur in quodam. casali posito in
-asingnano tenuta Civitatis Amelie iuxta rem heredum olim ray-
naldi gimundi rem heredum lei et alia sua si qua habet latera
veriora occasione suecessionis secundi sui patris seu dicti iacobi
sui avi et occasione quacunque . faciens et constituens eos
nomine dicti capituli conventus et monasterii et ipsum mona-
sterium procuratorem et dominum velud in rem suam ipsum :
AUS et ipsos eo nomine posuit in locum ius et privilegium suum ita
ut amodo pro se et suo nomine possint agere excipere repli-
care . seseque tueri atque defendere hiis iuribus et actionibus
et singula facere que ipsa met facere poterat . Quam iuris ces-
sionem et omnia et singula predieta et infraseripta dieta ange-
leria fecit pro pretio et nomine pretii . Xxv librarum denariorum
eortonensium . Quos fuit confexa et contestata cum predietorum
consanguineorum consensu se a dietis yconomo et decana pro
dieto eapitulo eonventu et monasterio solventibus integre ha-
buisse et recepisse-et in veritate habuit et recepit in presentia
mei notarii et testium subscriptis et eisdem finem et refutationem
fecit et pactum de ulterius non petendo renuntians exceptioni:
non habiti dieti percepti et non numerati velut senatus consultus
beneficio et omni alii legum auxilio . Promittens quod ius et
actionem huiusmodi nemini altius dedit et si contrarium apparet
promisit eis conservare eisdem nomine indempnii . Que omnia
| ; et singula dicta angeleria pro se suisque heredibus et successo-
| ribus cum eodem consensu dictis yconomo et decane recipien-
i tibus eo nomine quo supra promisit et tacto libro ad saneta
dei evangelia iuravit attendere et observare et in nullo contra-
facere occasione aliqua sub obligatione bonorum suorum et ad
penam dupli dietorum denariorum qua soluta vel non hee omnia
et singula firma sint et rata . hoc actum fuit in dicta ecclesia
amelie presentibus magistro angelo raynaldi et ser marello petri
de amelia testibus vocatis et rogatis . Et Ego Gregorius bona-
‘gente de amelia alme urbis prefecti auctoritate notarius hiis
omnibus interfui . scripsi . et publieavi rogatus. Y

Indicazioni antiche: « Asignano »; « Cessio iurium faeta monialibus
S. Manni de quodam Casali »; « 7 »; « 52 ». vid
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA

Parte seconda.

XC. — 1320. Novembris 8.

Lellus mag. Raynaldi de Amelia cum uxore sua Benevenuta
vendit Angeleriae de Tuderto, abbatissae S. Manni, quandam
domum in contrata Pusterulae, Ameliae, iuxta dictum Mona-
sterium pro pretio 112 librarum denariorum corthonensium .
Actum Ameliae in ecclesia S. Manni, testibus Henrico Petri,
Raynaldo Angeli, Ioanne Cagnetti et Angelo: Angelone . Bona-
gente Gregorius de Amelia notarius.

XOCI. — 1321. Novembris 17.

Adenulfus, abbas S. Pauli dé Urbe, concedit abbatissae
Angelae et monialibus S. Manni facultatem eligendi procuratores
ad omnia pro causis promittens rata habiturum omnia ab ipsis
peraeta . Aetum apud Basilicam eiusdem monasterii, testibus
Iacobo de Componellis milite, Bartholomaeo. archipresbytero
insulae pontis solarati et Stephano abbate S. Eliae . Andreas
Veri de Urbe not. | i

Copia exarata a Nicolao Mance de Amelia not. cum Petro
mag. Cardinalis de mandato Aegidii Iacobi iudicis Ameliae, in
palatio Communis Ameliae die 20 Ianuarii 1322.

XCII. — 1324. Julii 31.

Sententia Collegii iudicum Aretii in hae quaestione: Quidam
testator duas filias heredes instituit: si altera decederet in pupil-
lari aetate, vel sine liberis vel intestata substituit superstitem :
si ambae in pupillari aetate, vel sine liberis vel intestatae sub-

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bind E 72 L. MATTEI- CERASOLI

stituit ecclesiam S. Firminae in 15 libris, Laum fratrem minorem
in 25 libris, in caeteris bonis Lellum . Mortuo testatore altera
filiarum decessit sine filiis, altera facta monialis S. Manni obtulit
sua Monasterio, et post multos annos in eodem decessit . Quae-
ritur numquid Eccl. S. Firminae debeat habere 15 libras et alii
heredes sua? Iudices Bernardus de Talia Liulus, Raynaldus de
Goquinis, Angelus Corluti, Franciscus de Scalis, Comes Altuetii,
Nomellus, Raynaldus de Castiliano, et Fustellus responderunt:
Monasterium habendum ut filius, et evanescere substitutionem
testamenti. Actum in Cappella Palatii Communis Aretii, prae-
sentibus Manno Andreeti de Spoleto, Andrea de Assisio, Petro
de Velletro, iudicibus, Matthaeo domni Angeli, Bonnesio et Fre-
derieo Masserii de Spoleto, testibus . Angelus Vellaroni not.

XOIII — 1335.

Angela Abbatissa et Moniales S. Mariae de Canale Ameliae,
ad evitandas quaestiones renovant emphitaeosim cuiusdam terrae
in Lacuscello ad tertiam generationem Mannuccio Angeli . Actum
in sala Palatii dicti Monasterii, Mannuecio Casoni de Canale,
presbytero Nieolao Massarie et Matthaeo Iutii de Amelia, testi-
bus . Dominieus Mannus de. Amelia not.

XCIV. — 1337. Junii b.

-

Litterae commissoriae Benedicti Pp. XI Episcopo Interam-
nensi et Prioribus Ecclesiae maioris et. S. Petri foris. portam
Interamn. super appellatione porrecta a presbytero Benedicto
Leonardi Gualfreducci et Justino eius fratre contra sententiam
Episcopi Amelini, qua praedieti compellebantur dare Mona-
sterio S. Manni quandam summam, quam pro dote Uriguccius
Massarotti, Ameliae, dederat ut Amerina filia Petri Massarotti
nuberet praedieto Justino, cum dieta Amerina innupta dictum
Monasterium ingressa esset . Datum Avenione. S

Nn: LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA

XCV. — 1342. Septembris 5.

Sententia lata a Joanne de S. Geminiano iudice generali in
Patrimonio ad petitionem Adami quondam Mag. Bonaventurae
^de Monteflascone, procuratore Paulae Vicariae et Monialium
S. Manni de Amelia contra Loccium Benencasae de Groctuli,
qua hic cogitur revendere praedietis unum casale in Assignano

positum iuxta viam publicam res Nucoli Iacobutii et res Lelli -

Iannutii, res Laurentii de Aquila et res Vitalis, quod casale dieta
Paula sub nomine fictae venditionis in pignus dederat pro
100 libris corthonensibus quondam Petro Beneneasae fratri Loc-
eii. Actum in domo nova Curiae civitatis Montisflasconis, prae-
sentibus Adamo procuratore Monialium, mag. Bartholomaeo
Ildibranduecii et Petro eius filio, Angelo mag. Angeli et mag.
Bartholomaeo mag. Petri, proeuratore Loccii . Pepo magistri
Bonaventurae de Monteflascone, not.

XCVI. — 1346. Aprilis 28.

Mandatum Clementis Pp. VI Nicolao Massari canonico
Ameliensi, ut inquirat de venditionibus, alienationibus, cessio-
nibus bonorum monasterii S. Manni de Amelia, et alienata vel
distracta illicite ad ius Monasterii revocet per ecclesiasticas
censuras . Datum Avenione.

XOVII. — 1346. Maji 30.

Breve Clementis Pp. VI quo conceditur Indulgentia 100 die-
rum visitantibus ecclesiam. S. Manni infestis Nativitatis B. Ma-
. riae, S. Benedicti,.S. Manni et S. Cataldi et die lunae post
Resurrectionem Domini . Datum Avenione . Adest sigillum
plumbeum.

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74 L. MATTEI- CERASOLI

XCVIII. — 1347. Octobris 7.

Monachi S. Pauli de Urbe, vacante sede Abbatiali, ob mor-
tem Nicolai abbatis eligunt suos procuratores magistrum Alexan-
drum et Thomasium de Monteflascone ad petendam et recupe-
randam ecclesiam S. Iacobi de Redere et.ad agendum in omni
curia, et praesente Iacoba, abbatissa S. Manni, recognoscunt
Ecclesiam praedictam cum suis bonis esse deputatam mensae
monast. S. Manni, tanquam bona et iura dicti monasterii S. Pauli,
et dant facultatem eidem abbatissae eligendi procuratores ad
lites pro recuperatione bonorum . Actum in loco capituli mona-
sterii S. Pauli, testibus Berardo, cappellano monast. praedicti,
Nello Ioannis Frederici et Petro Pappazuri, civibus romanis .
Laurentius Egidii Leporis de Urbe not. Adest sig. cereum.

XCIX. — 1348. Octobris 26.

Capitulum Monachorum S. Pauli de Urbe, praesente Lello
Ferrano, vicario generali Guilielmi Abbatis, eligit procuratores
pro administratione et receptione bonorum ecclesiae S. Iacobi
de Redere pertinentis ad ipsum Monasterium, presbyterum Sa-
binum, magistrum- Nicolaum de Mancia, Angelum Cecchi, eius
fiim Nicolaum, mag. Iacobum de Conte de Amelia . Actum in
dicto Monasterio, testibus Nutio Angeli Obiccionis, Ioanne Mo-
naldo mandatario et Ioanne Barberio de regione S. Angeli .
Not. Deodatus Nicolai Deodati de Tynaticiis. |

C. — 1348. Octobris 30.

Lellus Ferranus, Vicarius gener. Guilielmi, abbatis S. Pauli
de Urbe vice et nomine eiusdem eligit suum procuratorem
fratrem Nicolaum de Ponte, monachum dieti Monasterii, ut
immittat in realem possessionem omnium: bonorum ecclesiae
S. Iacobi de Redere, quae ecclesia pleno iure spectat ad monast.
S. Pauli, Abbatissam et moniales S. Manni pro vitae alimentis
LE CHIESE DI S. GIACOMO È DI S, MAGNO IN AMELIA 75

et sustentatione earum . Actum Romae ante domum praedicti
Vicarii in regione S. Laurentii, testibus Nicolao Tucciomanni,
Lello Angeli Obiccionis et Andrea Recchici . Ioannes Nicolai
Coffi, civis Romanus, notarius.

CI. — 1351. Januarii 30.

Petrucciolus Manerii Laetitiae de Amelia promittit dare
20 florenos denariorum auri pro dote Firminae sororis suae et
sponsae Colucci quondam Mensis de Amelia . Actum Ameliae in
Ecclesia S. Luciae, testibus Vincentio Lelli et Paulello Silvestri
de Amelia . Angelus magistri Cardinalis de Amelia not.

CII. — 1351. Junii 9.

Venditio terrae in contrata Forpontis civitatis Amelinae

iuxta res Mutii Comitis et heredum Matthaei Iacobi in voca-
bulo Steate facta a Paulo Riscii et eius uxore Ceccha pro pretio
104 librarum denariorum corthonensium . Actum Amelie, testibus
Vecto Caserio Luctii et Blasio Simoncelli de Amelia . Dominicus
Petri Germadocii not.

CIII. — 1352. Octobris 11.

Ex commissione Alexii de S. Geminiano, urbevetani, iudicis
et commissarii in Patrimonio, Symonus ser Vanni, castaldio
curiae Patrimonii, mandat Angelo domni Ioannis de Interamna,
Communis Ameliae rectori, ut per publicum banditorem Com-
munis, Fredone Pistiarocti, publicentur litterae dicti Alexii,
quibus declaratur: Hospitale et Ecclesiam. S. Iacobi de Amelia
pleno iure spectare ad Monasterium S. Pauli de Urbe, et fuisse
per Guilielmum eiusdem Abbatem et monachos. concessa sub
certo annuo censu domnae Iacobae Abbatissae et Monialibus
S. Manni, et has immittendas esse in realem possessionem om-
nium bonorum dieti Hospitalis et Ecclesiae: litterae datae fue-

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16 : L. MATTEI- CERASOLI

rant in Palatio Montisflasconis die 3 Septembris 1352, testibus
Angelo Cecchi, Iacobucio Manni de Amelia et Matthaeo Petri
de Interamna . Eodem die banditor publicavit praedicta, testibus
praedietis . Actum in Palatio Communis Ameliae . Nicolaus
Mancia de Amelia not.

CIV. — 1353. Januarii 11.

Electio procuratorum in solidum magistri Francisci Bona-
iunte, Iacobi Copti de Monteflascone et Oddonis Monalduccii
de Viterbio facta a Iacoba abbatissa et monialibus S. Manni de
Amelia in causis contra Meniehum Guidi clericum Ameliensem
et alias quaslibet personas in quaeumque Curia . Actum Ame-
liae in dicto monasterio, testibus Angelo Ceechi et eius filio
Nicolao, Bartholello Angeluccii et Colao Nicone de Amelia .
Nicolaus Mancia not.

CV. — 1354. Julii 21.

Aegidius Cardinalis, S. Sedis Legatus, concedit 40 dies de
indulgentia iis qui manus porrexerint adiutrices pro reparatione
Hospitalis S. Iacobi de Redere, Ameliensis Dioecesis, in quo
pauperes infirmi et peregrini receptantur et alimentum accipiunt,
et quod quam plurimum indiset Fe DAPAMIQUE . Datum apud
Montemflasconem.

CVI. — 1355. Januarii 24.

Ioannes Martini, Cantor Eccl. Salmanticensis et Auditor
Cardinalis Legati Aegidii, mandat legi et transeribi praeceptum
Henrici de Sessa, ordinarii Ecclesiae Mediolanensis et Auditoris
Cardinalis praedicti, quo iubetur Potestati, Anzianis et Consi-
liariis Communis Ameliae, et Symoncello de Tuderto, Caserio
Petri de Mosconis; Angelecto Ianuarii, Ioanni Petri, Angelello
Castri Oole, Vuzarello de Capotiis, Barthuzio sancti Iacobi,
LE CHIESE DI-S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA © 77

Petro Angelutulo, Tinio Pauli, Bartholono Egidii, Buzzarello
Iacobi Ciolo, Marco Zabacto et Manno de Vino, laboratoribus
possessionum ecclesiae S. Iacobi de Redere, ut recognoscant et
tueantur in possessione dictae Ecclesiae Abbatissam et Moniales
AS Manni, quia praedictus Legatus in causa inter ipsam Abba-
tissam ex una et Symoncellum praedictum ae Dominicum Guidi
ex altera definivit in favorem Abbatissae: idcirco intra 8 dies
sub poena 200 florenorum dieti Symoncellus et laboratores co-
gantur per Potestatem Anzianos etc. restituere ipsas possessiones
eum ratione fructuum Abbatissae . Datum Urbeveteri . Actum
in domibus episcopalibus, testibus Paschale magistri Ioannis
de Silice . Sabinensis Dioecesis et Munaldo Nardutii de Urbe-
veteri . Adiutus Nardi clericus Fulginensis not. Adest sigillum
cereum. i

CVII. — 1355. Junii 28.

Stephanus magistri Angeli Stephani de Amelia, not. et pro-
eurator snbstitutus Petri magistri Simonis not. de Amelia pro-
curatoris laboratorum terrarum S. Iacobi .de Redere, coram
Petro de Tuderto, priore, et Nicolao de Fulgineo, lectore Con-
ventus S. Augustini de Amelia, tamquam honestis viris asserit
Ecclesiam S. Iacobi de Redere spectare ad collationem Abbatis
S. Pauli de Urbe, teneri et possideri per Abbatissam et Moniales
S. Manni, ideireo praeceptum Nicolai episeopi Ortani, qui se
asserit executorem Cardinalis Legati Aegidii, quo mandatur
praedietis laboratoribus ut fructus reddant Iacobo de Mutis
procuratori Angeli de. Mutis, qui se asserit priorem S. Iacobi
per collationem Manni Episcopi Ameliensis, nullius esse valoris .
Contra quod appellat ad: S. Sedem et Cardinalem Legatum .
Actum in claustro praedicto, testibus fr. Francisco de Amelia
rectore Ecclesiae S. Trifonis de Urbe, fr. Francisco Ioannis,
fr. Dominico Acetelli de Amelia. — Die 30 Iunii fr. Petrus prior
et Nieolaus leetor. commiserunt Petro Ioannis de Amelia ut
deferat appellationem Episcopo Ortano, quod ipse fecit die
1* Iulii . Ioannes Salvati de Amelia not,

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L. MATTEI- CERASOLI

OVIIL — 1355. Augusti 28.

De Mandato Buongadagni Potestatis Ameliae, Ioannes Sal-
vati notarius praesentibus Thoma Fariselli de Amelia, Geraldo
Quadrellano iudicibus et notariis transcribit praeceptum Ioannis
Martini, Auditoris Cardinalis Legati Episcopo Ameliensi et An-

| gelo de Mutis, priori S. Iacobi de Redere ad comparendum pro
!] di appellatione Abbatissae S. Manni, de qua in N.° praecedenti,
i) III ARE datum per Not. Petrum de S. Genesio, Eugubii die 11 Augusti,

| : alterum. sub die 12 Augusti per eumdem Not., Eugubii, quo.
sub excommunicationis poena praecipitur, ut durante appella-
tione nihil innovetur . Actum Ameliae.

Mies | : CIX. — 1355. Septembris 29.

trata Ferponte facta ad pensionem sex librarum denariorum
provisinarum annuatim in festo omnium Sanctorum per Iàco-
M | 3 SOI bam Abbatissam et "Moniales S. Manni Matthaeo quondam

: Aegidii et Colaolo Cole et Blasio eius fratre . Ipotheca omnium
bonorum paena 100 libras denariorum provisin. Actum Ameliae
in Monasterio S. Manni, testibus Quadrellano, Angelo Iacobo
nl | a Pauli et Mannutio Guerci de Amelia . Iacobus magistri Angeli not.

|

P sc 1 Concessio duarum. terrarum in tenimento Ameliae in con-
I
|

I! v | CX. — 1357. Februarii 28.

| | nx s Iacoba abbatissa et moniales S. Manni ex una parte, et
Ris i Petrus mag. Bartholomaei et Menechus Guidi, Canonici eccl.
HE csse S. Iacobi de Redere ex altera. parte, nomine terrarum quas
| : tenent nomine canonicatus dictae ecclesiae S. Iacobi, ae etiam
Ioannes Fariselli ob terram quam habet in contrata Forponte,
convenerunt nominare arbitrum in controversiis seu litibus An--
gelum Cole de Foce, abbatem S. Concordii Ameliensis dioecesis,
et ratum habere quidquid ipse definierit . Actum Ameliae in
eccl. S. Manni, testibus Martino mag. Bartholomaei, Angelu-
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA _. 79

tulo Facturi, Pellegrino Ugolinelli et Ioanne mag. Pauli . Petrus
Simonis de Amelia not. | :

CXI. — 1358. Junii 28 - Novembris 27.

Actus primi processus inter Symoncellum Bartholelli de
Tuderto et Claram Abbatissam et Moniales S. Manni super
bona et possessiones S. Iacobi de Redere, agitati coram Angelo
"Vanni de Viterbio, archipresbytero S. Mariae de Vetralla sub-
commissario Blasii Episcopi Clusini, iudicis et commissarii Patri-
monii S. Petri in Tuscia in causis appellationum a sententiis
Episcoporum . Citationes, articuli propositi a partibus, excussio
documentorum . Procurator Symoncelli Franciscus Ioannis, pro-
curator Monialium Antonius Cecchoni de Viterbio . Actum Vi-
terbii . Not. Bartholomaeus Fatii de Viterbio. Î

CXII. — 1358. Novembris 27. - 1359. Januarii 14.

Actus seeundi processus ut numero praecedenti . Exami-
natio 16 testium et aliorum documentorum . Actum Viterbii .
Not. Bartholomaeus Fatii.

CXIII. — 1358. Decembris 8.

Exempla documentorum productorum a Symoncello Bartho-
lelli in processu ut supra, idest: fides acceptae Tonsurae ab
E.po Tudertino, permutatio terrarum 8. Iaeobi facta die 20 Iu-
nii 1345 ab Aegidio Gerardini priore S. Iacobi, collatio Prioratus
S. Iacobi in personam Arratenti Bartholelli fil. Mascioli Tuder-
tini faeta a Manno Episcopo Ameliensi sub die 22 octobris 1348,
nova collatio in personani ipsius Symoncelli sub die 29 novem-
bris eiusdem anni, electio procuratorum ad causas sub die
18 Iunii 1349 ex parte Symoncelli, et sub die 25 Iulii 1350 ex
parte Symoncelli, Petri Bartolomaei, Amelii Iacobi, Dominici
Guidi, Iacobutii Iorii canonicorum S. Iacobi in tribunali Andreae
2 CP ————Ó EL SW rete SET —
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CUS | +. L. MATTEI- CERASOLI

abbatis S. Laurentii extra muros Urbis iudicis delegati contra
Guilielmum abbatem S. Pauli de Urbe . Actum Viterbii . Bar-
tholomaeus Fatii not.

CXIV. — 1359. Aprilis 11-13.

Sententia Angeli Vanni ete. post rituales citationes contra
Symoncellum Bartholelli in favorem Clarae Abbatissae et Mo-
nialium S. Manni circa res et possessiones Eccl. S. Iacobi de

Redere . Aetum Viterbii . Bartholomaeus Fatii not.

CXV. — 1359. Junii 27 - Julii 22.

Post appellationes non acceptas, Nicolaus praepositus Eccl.
S. Christinae de Bulsena, subcommissarius et iudex delegatus
mandat pro executione Sententiae. Angeli Vanni immitti in cor-
poralem possessionem bonorum Eccl. S. Iacobi Abbatissam et
Moniales S. Manni: quod exequitur die 22 Tulii . Actum Viterbii
apud S. Lucam . Bartholomaeus Fatii not.

CXVI. — 1360. Julii 16.

Procurator Monialium S. Manni protestatur coram Episcopo
Amelino Manno contra eiusdem praeceptum sequestri fructuum
grani et speltae ex bonis S. Iacobi emissum ex mandato diei
7 iulii 1360 Ioannis Abbatis S. Felicis de Fano Spoletanae Dioec.
Actum in castro Foce, testibus Angelo Cole Abbate S. Con-
cordii de Focio, Nicolao. Zacchagni et Buccio Ceccarelli de
Amelia . Matthaeus Romanucci not.

OXVII. — 1360. Julii 21.

Proeurator etc. ut in N.* praecedenti petit sibi dari acta
proeessus cirea sequestrum grani et speltae ab Episcopo ordi- .
LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 81

natum, contra quem appellat . Actum in castro Foce, testibus
Angelo Cole et Petro Lelli . Matthaeus Romanucci not.

CXVIII. — 1360. Julii 31.

Coram Fr. loanne, Abbate S. Felicis de Fano, delegato ab
Apostoliea Sede in causa S. Iacobi de Redere, Dominicus An-
dreutii de Spoleto, procurator substitutus ab Angelo Cecchi et
Nicolao Mance de Amelia, pro Monialibus S. Manni, opponit
litteras subdelegationis esse falsas tredecim causis . Actum ante
Ecclesiam S. Felicis de Fano, testibus Iacobutio Bartoli de
Monticulo, fr. Benedicto Biaroni de castro Linardi, comitatus
Tudertini, fr. Ioanne Copta de Fano et Mattaeutio Iacobutii
de Colle Marchionis . Philippus mag. Petri de Fano not.

OXIX. — 1361. Maji 7.

Acta actitata coram Fr. Ioanne de Assisio, guardiano fra-
irum Minorum de Monteflascone, subdelegato a Sancto, Abbate
S. Petri de Monte Spoletanae Dioec. Commissario Apostolico
in eausa inter Abbatissam et Moniales S. Manni et Symoncellum
Bartholelli circa appellationes ex utraque parte facetas . Cita-
tiones et Articuli ac examinatio testium . Actum in Monte-
flascone . Iacobus Mariani not.

OXX. — 1361. Maji 17 - Junii 3.

Prosecutio processus ut in numero praecedenti.

CXXI. — 1361.

Nota expensarum factarum per Monasterium S. Manni de
Amelia pro recuperanda possessione et iurisdictione Ecclesiae
.S. Iacobi de Redere in litigio quod perduravit 20 annis . Duo
exemplaria.

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82 L. MATTEI- CERASOLI

GXXIL — 1361. Decoinbris: 15:

Angelus Rictius et Antonius eius fratrer filii Petri Clarelle
de castro Massani in comitatu Ameliae ponunt finem inter se, et
pro heredibus, quaestionibus occasione dotis Illuminatae uxoris
dicti Angeli, et divisionis bonorum in castro praedieto . Poena
100 librae denariorum perusinorum . Actum Ameliae in platea
S. Mariae de Porta, testibus Meneco Guidi et Lutio Gerardelli
de Amelia . Bartholomaeus Marchi de Amelia not.

CXXIII. — 1364. Martii 14.

Petruccia filia et heres quondam Botii de Amelia, monialis
S. Manni, de consensu Abbatissae Clarae Marini et Monialium
ad evitandas lites cum sorore suà Firmina et nepotibus circa
quasdam. domos in contrata Vallis Ameliae et vineam cum domo
positam in contrata Viciplaneae, cum sorore sua et nepotibus
elegit arbitrum Martinum magistri Bartholomaei de Amelia, et
petit decisionem registrari in actis Communis Ameliae . Actum
eoram Ioanne Andrea de Rubeis de Pistorio iudice causarum
Ameliae, testibus Nicolao magistri Ioannis, Iacobo Gegnolelli,
et Ioanne Bartholelli de Amelia . Andreas Beraldi not.

CXXIV. — 1364. Junii 24.

Clara Abbatissa et Moniales S. Manni eligunt Petrum ma-
gistri Pauli de Gualdo, Gilium Bertuldi, Andream Pasquitti,
Nieolaum Angeli Geneporis suos procuratores in causa cum
Angelo Massioli de Spoleto cirea hereditatem matris sororis
Franciscae de Spoleto, monialis S. Manni . Actum in domo
intus portam dicti Monasterii, testibus Francisco Petri, Antonio
Tomassi et Conte Coloccii . Gerardus Quadrellanus not,
QAS VATI

LE CHIESE DI S. GIACOMO È bi S, MAGNO IN AMELIA

OXXV. — 1368. Maji 21.

. Ex mandato Guilielmi, Abbatis S. Pauli de Urbe, Clara
Abbatissa et Moniales S. Manni elegerunt suos procuratores
Petrum Lelli, Leonardum Dominici, et Ioannem mag. Cardinalis
de Amelia in causa, quam habent cum Manzella Cole et aliis
in quocunque tribunali . Actum in dicto Monasterio S. Manni,
testibus Pellegrino Ugolinelli, Marco Stractie de Amelia, fratre
Cecco magistri Ioannis lombardo, fratre Neri de Plumbino .
Faustinus quon. Iacobi de Amica not.

OXXVI. — 1369. Januarii 3.

Angelus Cioli de Narni vendidit Lello qd. Caldaracii olim
de Montorio, de Montecampio comitatus Ameliae terram in
.contrata Montiscampii vocabulo Fucharie pro pretio 104 libra-
rum et 8 florenorum bonorum provisin. ex dote suae uxoris
Sanctae . Actum in castro Montis campii in domo Antonii Ci-
tochii, testibus ipso Antonio et Montanario Martelli de Monte-
campio . Philippus qd. mag. Angeli magistri Cardinalis not.

CXXVII. — 1369. Januarii 19.

Testamentum Catharinae fil. qd. Nerii magistri Ranarii de

; Amelia et uxoris olim Stephani Mareucii . Relinquit pro iudicio

animae suae 5 florenos denar. provisin. ; episcopo Ameliensi pro
decimis.subtraetis flor. 5, presbytero Ioanni Masci de Amelia
suo patrino 5 flor., loco fratrum S. Augustini de Amelia pro
, fabrica ecclesiae apud quam eligit suam sepulturam 10 flor.,

pro fovea ipsius sepulturae 5 flor., ecclesiae S. Firminae ia
Amelia pro fabriea 5 flor., loco fratrum S. Francisci de Amelia
5 flor., fraternitati S. Mariae laycorum de Amelia 5 flor., mona-

Steriis S. Manni, S. Francisci, S. Stephani, S. Catharinae de
. Amelia pro quolibet 2 flor., in omnibus aliis bonis constituit

heredem Iacobum Ceccarelli de Amelia suum nepotem . Si autem

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hic moriatur sine filiis legitimis constituit haeredem Colaiolam
fil. magistri Petri, monialem S. Manni, sub conditione ut haec

disponere possit de hereditate sine consensu Abbatis et mona-

chorum S. Pauli de Urbe seu Abbatissae S. Manni, alioquin
haeredem constituit locum fratrum S. Augustini . Si autem Co-
laiola praemoriatur suo heredi universali hereditabit. omnia
Monasterium S. Manni. Actum Ameliae in contrata Pusterulae
in ecclesia S. Augustini praesentibus Colaiolo Toccii not. quinque
fratribus S. Augustini . Matthaeo Launi et Paulello Arcolani
de Amelia . Pellegrinus qd. Pellegrini de Amelia not.

OXXVIII. — 1369. Junii 3.

Tacobus Incoli de' Amelia testatur recepisse ab: uxore sua
Petrucia filia Iacobi Faustini summam 100 lil. rarum denariorum

perüsin. ex venditione cuiusdam terrae positae in contrata Sam- .

bucetule, vocabulo Vallispetruchi, quae erat eius dos, et pro-
'mittit dare fructum earum et restituere in casu mortis vel di-
vortii sive ipsi sive suis haeredibus . Actum Ameliae in via
publica iuxta rem domni Sanctoli de Campolagno et rem dieti
Iacobi, testibus Mannuccio Sciondi et Pellegrino Bati de Amelia .
Paulus Iacobucii not. |

OXXIX. — 1372. Junii 12.

Ioannes Blanehi, prior Montis Parionis et Vicarius Generalis
Esquini Abbatis S. Pauli de Urbe, cum vacet sedes abbatissae
S. Mandi (sic) de Amelia ob mortem Iacobae Abbatissae con-
firmatae olim per Abbatem Guilielmum S. Pauli, congregatis
Monialibus S. .Manni in capitulo, confirmat. domnam. Claram
per ipsas legitime et unanimiter electam in Abbatissam, aucto-
ritate qua fungitur . Actum in dieto Monasterio S. Manni
.testibus Quadrellano Angeli not. et Philippo magistri Angeli

de Amelia; not. Antonius magistri Pauli de Urbe de regione.

Campis martii not.
PI

LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI 8, MAGNO IN AMELIA

CXXX. — 1372. Junii 12.

Ioannes Blanchi, ut in N.° praecedenti, confirmat omnia et
singula gesta per Claram Abbatissam et Moniales S. Manni in
iudieio-et extra et dat eisdem plenam facultatem agendi in
omnibus . Actum ete. ut in N,° praecedenti.

CXXXI. — 1375. Januarii 20.

Nicolaus olim Episcopus Firmanus, nune Episcopus Civi-
tatis Castelli, Auditor et Commissarius Geraldi Abbatis Mona-
sterii Maioris Turonensis etc. in causa. inter Abbatissam et
Moniales S. Manni et Angelum Massioli, cum hie petitionem
contra sententiam latam ab Abbate Andrea de Amelia die
15 Iunii 1374 Abbati Geraldo praedicto porrexisset, ut appella-
tionem susciperet, et Abbas Geraldus, die 15 septembris eiusdem
anni rescriptum dedisset: iustitiam faciat Episcopus Firmanus,
confirmat sententiam Andreae de Amelia . Actum in quodam
banco existenti in domo suae residentiae, Perusii, in contrata
dicta Concha, testibus Dominico Iacobutii canonico Perusino,
Ioanne Putii rectore Eccl. S. Mariae de Biridenno, Petro Cec-
chini de Tuderto et Ameso de Locha de Alemannia . Antonius
Ciechi Bonoli de Eugubio not. (Adest sigillum cereum).

CXXXII. — 1380. Septembris 23.

Mannuccius qd. Tucii Todini de Amelia vendit Franciscae

Marini de Spoleto, moniali S. Manni pro eodem Monasterio

unam terram in territorio Amelino in contrata Forponte pro
pretio 29 florenorum auri . Actum Ameliae in eodem Monasterio,
testibus Iacobo Ceccarelli Naccii, Gilio Rascioni et Blasio Cole
de Amelia . Iacobus magistri Angeli de Amelia not.
86 L. MATTEI- CERASOLI

CXXXIII. — 1383. Martii 25.

Cola Lutii alias Gagloffo de castro Montis campii civitatis È

Amelinae et Firmina Iubacelle eius uxor, flexis genibus in prae-
gentia Abbatissae Clarae et Monialium' S. Manni offerunt omnia
sua et seipsos ut oblatos, famulos et servientes in praedicto
Monasterio et moniales promittunt eos alere et defendere . Bona
immobilia sunt: domus in contrata Vallis . terra in contrata
Quictoli in vocabulo Bectolini, terra in vocabulo Collis et alia
ibidem alia in contrata Montis campii in vocabulo vallis de
Speto . Acetum Ameliae in refectorio domus dieti Monasterii .
Petrus Petruecioli Andreaé not.

OXXXIV.. — 1385. Martii 29.

Mannuecius Gilioni de Amelia vendit Iacobutiae Buccia-
relli, moniali S. Manni pro eodem Monasterio terram positam
iuxta res S. Iacobi de Redere pro pretio sex florenorum auri .
Actum Ameliae intüs clausuram dieti Monasterii ubi capitulum
monialium congregari solet, testibus Iacobo Angeli Contis, Pau-
lello Blasii et Cecco de Amelia . Symon Sanctutii Thomae de
Spoleto not.

CXXXV. — 1398. Junii 19.

Litterae eompulsoriae per Brandam de Castellione . archi-
presbyterum S. Marani in Lenato Veronen. Dioecesis, Auditorem

Causarum sacri Palatii Apostolici Episcopo Ameliensi datae pro .

instruendo processu favore Abbatissae et monialium S. Manni
et Vannae eiusdem monialis contra Angelam Quartellani de
Amelia et haeredes Angeli Cecchi Cambii super haereditate qd.
Marei Cambii patris Vannae . Datum Romae apud S. Petrum
in palatio causarum testibus Bartholomaeo de Nibia, Hermanno

Proume et Franciscolo de Brinnio notariis et clericis Nova-.

riensibus, Leodiensibus et Mediolanensibus . Ioannes de Nana
elerieus Mediolanensis notar.

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tellani, plenissime confirmantur sententiae favore Monialium

LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI 8$. MAGNO IN AMELIA

CXXXVI. — 1399. Februarii 16.
Bullae Bonifacii Pp. IX pro unione Monasterii monialium

S. Mariae Canalis de Amelia ad Monasterium S. Manni. Datum
Romae.

CXXXVII. — 1401. Martii 18.

Bertrandus archiepiscopus Amalphitanus, auditor causarum
Palatii Apostolici, reiecta appellatione Angelae Quartellani, con-

firmat sententiam Brandae de Castellione, auditoris causarum

favore Abbatissae et Monialium S. Manni cirea haereditatem
Marei Cambii . Datum Romae apud S. Petrum in Palatio cau-
sarum Apostolico, testibus Henrico Crampen et Ioanne de Nussia
notariis et clericis Hildesemen. et Colonien. dioeceseon . Theo-
dorieus de Monte clericus Traiecten. dioec. not.

OXXXVIII. — 1405. Octobris 18.

Branda de Castellione Auditor eausarum Palatii Apostolici,

repetita et confirmata sententia ab ipso lata favore Monialium

S. Manni contra Angelam Quartellani diei 28 aprilis 1400, emanat
sententiam quoad taxationem expensarum processus ex parte
Angelae Quartellani solvendarum . Datum "Romae in Palatio
Apostolico, testibus Simone de Borussia et Iasone De Lon nota-
riis et clericis Coloniensis et Leodien dioeces. Bartholomaeus
de Nibia clericus Novariensis not.

(220026 — 1402. Februarii 26.

Bullares Litterae Bonifacii Pp. IX episcopo Florentino,
Abbati S. Pauli de Urbe et Praeposito Wormaciensi . Relata
historia processuum inter Moniales S. Manni et Angelam Quar-
88 ' L. MATTEI- CERASOLI

latae a Branda Castellione, Bertrando Episcopo Amalphitano
et Antonio Episcopo Sininen. et iubentur ad executionem deduci
per ecclesiasticas censuras . Datum Romae apud S. Petrum.
(Adest sigillum plumbeum). : :

OXL. — 1402. Maji 13.

Theodoricus Baghel, praepositus Wormaciensis, mandat Epi-
scopo Amelino, ex commissione Bonifacii pp. IX, ut cogat
Angelam Quartellani ad reddendam rationem et restituendam
haereditatem Vannae moniali S. Manni iuxta sententias latas et
ad solvendas expensas processus. Actum Romae in domo dieti
Praepositi in regione Pontis, testibus Thoma de Nussia et Eve-
rardo de Pexot notariis et clericis Coloniensis et Leodiensis
dioeces. Wenemarus Vrerit clerieus Colonien. not.

CXLI. — 1402. Junii 17.

Ad petitionem Abbatissae et monialium S. Manni Petrus
qd. Simonis de Florentia notarius et cancellarius Communis
Amelini ante portam domus Angelae Quartellani. consignavit
Bullares Litteras Apostolicas diei 26 Februarii 1402, processum
et sententiam definitivam diei 13 Maji 1402, praefiniens termi-
num 60 dierum pro executione . Actum Ameliae ante domum

"haeredum Angeli Quartellani positam in stráta plateae Com-

munis, testibus fratre Gregorio Andreucoli e& Ioanne magistri
Petri de Amelia . Angelus Colocii de Amelia not.

^ CXLII. — 1411. Novembris 30.

Gerardus Antonii de Castro Collicelli offert se et bona sua
mobilia et immobilia monasterio S. Manni in manibus Abbatissae
Franciscae . Bona sunt: domus in Castro Collicelli, terra in
civitate Tudertina in plano Canalis, altera Ameliae in vocabulo
Fagete et tertia in vocabulo Gallisciani . Actum Ameliae in dicto
Gderto , Areangelus Tellis de Amelia not,

LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 89

Monasterio iuxta portam primi ino testibus Francisco
Petuticoli et Germano . Franciscus Cillutii not.

CXLIII. — 1412. Septembris 3

Abbatissa Francisca, et Moniales S. Manni capiunt posses-
sionem casalis cuiusdam, positi in territorio Amelino in loco
Vestrole, cum domo, vinea et arboribus, et cedunt ad laboran-
dum Angelo EE alias dicto Cazapelle: sub obligatione red-
dendi rationem et fructus Monasterio praedicto . Actum in domo
eiusdem casalis, testibus Ioanne de Bonofa nte, Simeone de Castro
Penne et iani Mattioli . Nicolaus Pauli Macteroli de Urbe not.

OXLIV. — 1414. Maji 19.

Ioannes de Sanguineis, Abbas S. Pauli de Urbe confirmat
electionem, factam per Capitulum Monialium S. Manni, Abba-
tissae Caeciliae Blasii de Amelia post mortem Abbatissae Fran-
ciscae Petri de Spoleto . Actum Ameliae in Refectorio novo
dieti Monasterii, testibus Benedicto Rondi, Tello Ceccarelli,
Hugolino' lasci Goro Manutii et Luca Iacobuzi de Amelia .
Franciscus Collutii Margrafo de Amelia not.

CXLV..— 1428. Januarii 2.

Ioanna fil. qd. Angeluctii domni N epolionis d Urbe, vidua
Ioannis Ruberti de Amelia, volens fieri monialis S. Manni, offert
in manibus Abbatissae Üaeciliao Blasii se et sua bona omnia,
excepta quadam terra posita in civitate Ameliae in contrata

-Plagiarum parte Vallonis, quam voluit dare Hugolino Tacobutii

de Amelia, et emittit professionem monasticam coram Abba-
tissa et Monialibus . Actum in eodem Monasterio, testibus Iacobo
Areangeli, Nicolao Ugolini, Nicolao Arcangeli de Amelia, Ales-
sandro Leonori de Claravalle, et Ludovico Bartolomei de Tu-
TERR mm T eua.

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OXLVI. — 1464. Septembris 18. .

Paulus Pp. II ad petitionem Abbatissae et RR

S. Manni mandat episcopis Amelino, Tudertino et Civitatis -

Castellanae, ut sub excommunicationis poena faciant ab impiis
detentoribus restituere Monasterio praedicto bona mobilia et
immobilia, inique ablata . Datum Romae. (Adest sigillum plum-
beum cum figura Pontificis et aliorum).

CXLVII. — 1467. Julii 28.

Abbatissa Iacoba et moniales S. Manni, pro bono mona-
sterii eligunt procuratorem suum ad tractandas causas et lites
in omnibus Curiis Stephanum Bartholomaei de Amelia . Actum
in dieto Monasterio inter duas portas, testibus fratre Nicolao

- Ioannis ord. S. Augustini de Amelia, Nicolao Ceccicelli, et Bar-

tholomaeo Cole de Amelia . Thaddaeus Ioannis de Amelia not.

CXLVIII. — 1511. Decembris 30.

Diana Hieronymi Saxii de Amelia, uxor Thaddaei Paladini
de Amelia cum eius consensu vendit Angelicae Pizzuti de Ame-
lia, abbatissae et monialibus S. Manni unam domum positam
Ameliae in contrata Pusterulae iuxta bona dieti monasterii pro

| pretio 8 ducatorum ad rationem 10 caroleorum pro quolibet

ducato . Actum in monasterio praedicto in quadam salecta alias
dicta Casa nova, testibus Francisco Matelli et Prinnio Habel
de Amelia . Dominicus Micheletti de Vassano not.

CXLIX. — 1514. Junii 9.

Valentina fil. Silvestri Cechi Masii de Amelia vendit Ange-
licae Abbatissae S. Manni pro dieto Monasterio unum casalem
‘cum domo et arboribus in contrata Ferfronte vocabulo S, Marei

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LE CHIESE DI S. GIACOMO E DI S. MAGNO IN AMELIA 91

iuxta bona dicti Monasterii pro pretio 29 ducatorum ad rationem
10 caroleorum papalium pro quolibet. ducato . Actum in dieto
Monasterio, testibus Laurentio Bucarini et Caesare Crisostomi
de Amelia , Antonius Marini not.

CL. — 1542. Junii 5.

Cum Abbatissa et Moniales S. Manni petiissent à Summo
Pontifice licentiam vendendi quandam possessionem arativam,
olivatam, arboratam et vitatam extra civitatem Ameliae in loco
Montelabro, quae obvenit monasterio a Cassandra Delphina mo-
niali eiusdem, Antonius episcopus cardinalis Albanensis, vicarius
Pontificis, mandat ‘Valentino Roscio, canonico Amelino et Epi-
8copi vicario, ut si utilis erit venditio licentiam concedat . Datum
Romae apud S. Petrum.

CLI. — 1558. Januarii 12.

Litterae inhibitoriae sub excommunicationis poena, ad peti-
tionem Abbatis S. Pauli de Urbe, Pauli Odescalchi, Vicecame-
rarii Papae contra Nicolaum, alias Seiardiglia, Vietorium, Leo-
nardum, Ioannem Bapt. de Novellis, Bartholomaeum de Iustinis,

: Blasium Alessandrini de Tuderto, qui variis modis quaerebant

impedire quominus Iannotta qd. Morelli de Morello et Orinthiam
fil. Traiani de Arardanis, quae ingressae fuerant Monasterium
S. Manni, ibidem professionem religiosam emitterent . Datum

; Romae.

CLII. — 1570. Maji 13.

. Testimoniales Prosperi Colonna, Card. de S. Cruce, de indul-
gentia 7 annorum et totidem quadragenarum pro visitantibus
Ecclesiam S. Manni in proximo die veneris Hebdomadae sanctae,
obtenta vivae vocis oraculo a SS.mo Domino . Datum Romae.

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CLIII. — 1640. Maji 2.

Litterae gratiosae Congregationis Cassinensis in. favorem
Abbatissae et Monialium S. Manni datae per D. Andream à
Messana, Praesidem Congregationis praedictae . Acetum Parmae
in Monasterio S. Ioannis, in Capitulo Generali.

OLIV. — 1734. Maji 24.

Litterae inhibitoriae contra molestantes bona et possessiones
Monasteri S. Manni datae per Prosperum Colonna Protonota-
rium apostolicum, auditorem Causarum Palatii Apostolici . Da-
tum Romae ex Innocentiana Curia.

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corte » [

TERRE ARNOLEE:'

Dai registri del Patrimonio (1) ricaviamo le seguenti
notizie riferentisi alle Terre Arnolfe che nel sec. XIV erano
soggette alla giurisdizione del rettore del Patrimonio stesso.

Le terre degli Arnolfi facevano parte di uno speciale
governo dipendente da quello centrale della Provincia. I detti

registri abbracciano, con parecchie lacune, quasi P intero

periodo avignonese. |

Nel dare un rapido sguardo a questi registri ciò che più
ne colpisce è la frequenza delle ribellioni all’ autorità politica
della Chiesa, dei contrasti fra questa e le autorità locali per
l'esercizio della giurisdizione.

Gli ufficiali del Patrimonio subivano continui maltrat-

tamenti quando dovevano recarsi nei paesi per pubblicare

sentenze pontificie o rettoriali. Uno dei castaldi inviato nelle

* Il nostro Egregio Socio Collaboratore Ing. Edoardo Martinori,
ha inviato alla R. Deputazione un interessante lavoro sulle Terre Ar-
nolfe; lavoro che per ora, data la sua mole, non può essere pubblicato
nel nostro Bollettino.

Abbiamo creduto però di pubblicare per comodo dei nostri Lettori,
l’appendice che fa seguito al lavoro stesso; ci fa però notare l’ Autore,
che parte dei documenti sono stati stampati dall’ Egregio nostro Socio,

‘Avv. Mercurio Antonelli.

(1) Registrum curie Patrimonii B. Petri in Tuscia. — ANTONELLI,
Notizie Umbre ecc. — Arch. Vatic., Instrum. Miscell. (1324).

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Pi

SATIN bt rsa c

ET
94 E. MARTINORI

Terre Arnolfe nel 1324 fu ucciso sulla via presso il Nera da
fuorusciti spoletini.

Alla calata del Bavaro molte terre si ribellarono alla
Chiesa, ma nel 1330 Cesi e Sangemini tornarono a riverire

. autorità pontificia ed il rettore le prosciolse dall’ interdetto,

vi rimise i fuorusciti, fece le paci e vi pose a podestà un
Farnese guelfo devotissimo, Cola d’ Ancarano. |

I todini e gli amerini si posero a cospirare per ritogliere
alla Chiesa Sangemini, ma videro frustrati i loro sforzi dalla
buona custodia che vi si faceva. Un presidio armato fu posto

nelle case che Stefano Colonna aveva ereditate da un tale -

Egidio e che più tardi la Chiesa acquistò dallo stesso Colonna
e fortificò (1).

Nel 1332 Todi occupò ed ottenne la soggezione di Mes-
sinano, dopo averla molto danneggiata.

Nel 1339 fu intrapresa un’azione in grande stile contro

Todi; il pontefice aveva scritto lettere a Roma, Firenze,
Siena, Perugia e Spoleto per avere soccorsi di uomini e di
denaro. Ma nel dicembre 1339 gli ufficiali del Patrimonio
dovettero rivolgersi contro Amelia che si era ribellata e
che dopo 15 giorni di combattimento si arrese, e Manfredo
Vitelleschi di Corneto fu incaricato di aprire trattative di
concordia (giugno 1340).

Anche Terni si era ribellata alla Chiesa e la guerra per
domarla fu oltremodo micidiale e desolatrice. Il quartiere
generale della Chiesa era stato posto a Sangemini. Il 20 otto-
bre 1340 un procuratore del comune si presentò al rettore
Guido di San Germano implorando grazia e misericordia, e
promettendo riconoscerlo unico giudice degli appelli, e tor-
nare a pagare al tesoriere di Sabina il solito censo di 120
libbre di cortonesi (2).

(1) V. Secret. Iohann. XXII, VII, c. 336, Doc, 27 marzo 1332.
(2) THEINER, Cod. dipl., doc. 113
ace

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preme arena en

TERRE ARNOLFE : 95

Quantunque dopo la restaurazione albornoziana in tutto
lo stato ecclesiastico sia succeduto un periodo di ordine e
di tranquillità, Pavversione alPautorità rettorale del Patri-
monio duró ancera.

Dalle Terre Arnolfe si levarono sotto Clemente VI gridi
di dolore contro gli ufficiali, che commettevano soprusi ed
estorsioni inaudite; molti di ‘quegli abitanti dovettero tra-
sferirsi altrove ed il vescovo di Viterbo, Bernardo, ricevette
. dal papa che trovavasi in Avignone la lettera seguente, scritta
in seguito ai reclami di quelle terre:

« Nuper nobis exibita pro parte dilectorum filiorum
hominum et habitatorum Terre Arnulforum nobis et eccle-
sie romane immediate subiecte petitio continebat, quod
ipsi nostri et ipsius ecclesie fideles, et subditi ex eo contra
« iustitiam oppressi fuerunt hactenus: et opprimuntur etiam
incessanter, quia illi quibus regimen ac redditus et pro-
ventus dicte Terre sub firma tamquam plus offerentibus
« per te traduntur seu venduntur interdum et aliquotiens
« etiam commendantur, conventione facta cum eis quod
« certam partem ipsorum proventum sibi retineant et appli-
« cent, et aliam partem residuam assignare nostre camere
« teneantur, magis lucris propriis quam cultui iustitie inhian-
« tes, ad inferenda eisdem hominibus et abitatoribus diversa
.« indebita gravamina, ut ab ipsis bona sua extorqueant et
« Sibi applicent, extenderunt preteritis temporibus et exten-
« dunt continua avidas manus suas, que quidem gravamina
« sustinere quamplures diete Terre habitatores et incole non
« valentes eadem terra dimissa, se ad partes alias transtule-
-« runt. Nostre igitur provisionis remedio super hiis humiliter
« implorato, nos, qui subditorum gravamina non modicum
« abhorremus, discretioni tue per ap.liea scripta mandamus,
« quatenus, ad obviandum huiusmodi et similibus gravami-

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« nibus, personam fidelem et ydoneam, que nullam partem
' « dietorum reddituum et proventuum ad nos et ecclesiam
« memoratam in eadem Terra spectantium sibi retinere vel
SS meme egli E te t one me —_ ——
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4

96 FP. MARTINORI

applieare habeat, sed de illis per eam colligendis. exigendis
« et recipiendis ratione reddita legittima integraliter camere

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i A | « respondeat supradicte, de qua congruum stipendium pro

i « labore suo recipiat, deputare procures, tam personam ipsam
TE « quam alios officiales diete Terre in fine sui regiminis secun- )
« dum iustitiam et morem patrie, sit queque indebita tol-
« lantur inde gravamina, faciens nichilominus sindicari, te
« taliter super hiis habiturus, quod iura nostra et ecclesie pre-
« dicte super hiis observentur illesa, et prefati habitatores et

« homines a quibusvis gravaminibus indebitis releventur. —
« Dat. Avinion. rv Non. Iun. an. In » (1).
Uno degli ufficiali del Patrimonio, il vicario Cante
Gabrielli, si vide chiudere in faccia le porte dagli uomini di
Castiglione, i quali, invitati più tardi all’ udienza da un altro
vicario, non obbedirono. i
Nel 1334 il vicario Tommaso di Bevagna fece un’ inqui-
sizione generale e particolare di tutti i diritti della Chiesa e
degli obblighi degli abitanti delle Terre Arnolfe e la ridusse
in pubblica forma perchè se ne avesse perpetua memoria.
Nell’ aprile del 1330 il rettore del Patrimonio riammise .
gli estrinseci e ristabili la pace in Sangemini.
Gli speciali governi del comitato di Sabina e delle Terre
Arnolfe rispecchiavano nella loro costituzione quello generale
II del Patrimonio da cui dipendevano. Si componevano di un
| BE vicario, di un vicetesoriere, di giudici, notari ed altri ufficiali
M EI M minori. Quello delle Terre Arnolfe aveva sua sede ora a
P s Portaria, ora a Poggio Azzuano e Cesi. Fra Portaria e Poggio, |
in posto eminente, s'innalzavano le forche, simbolo della |
BUE E. : punitiva giustizia. Gli obblighi degli abitanti erano identici |
i : a quelli di tutti gli altri patrimoniali: intervenire agli eser- |
mI citi; mandare sindici ai parlamenti; pagare il focatico, la - |
i commestio alla venuta di ogni nuovo vicario, le solite offerte
Kid di cacciagione o d'altro a Natale e Pasqua.

(1) Secret. Clem. VI, P. II, doc. 32.
TERRE ARNOLFE 97

Molti: delle Terre. Arnolfe furono condannate, nel 1332,
per non essersi presentati. alla mostra dell’ esercito contro
Amelia e nel.1333 furono chiamati all’ esercito sopra Orchia,
| ! presso Vetralla. :
) Alla venuta di un nuovo vicario si teneva un parla-
mento. Ricordiamo nel:

3 1332 (luglio) quello del vicario Andrea di Bettona al 1
Colle d" Aiano.

1333 (agosto) di Grazia di Bologna alP Eremita.

1334 (settembre) di Tommaso di Bevagna, ibid.

1335 (settembre) di Raimondo de Ramis, ibid.

Quanto alla commestio essa già al tempo de’ vicari men-
tovati si trova convertita in una prestazione pecuniaria di
venticinque libbre di denari cortonesi per ciascuno dei cinque
castellati di Cesi, Portaria, Macerino, Castiglione e Gallicetoli.
| Il fuocatico si pagava una volta l’anno in ragione di ven- |
ys tisei denari per famiglia. Li

Da un registro. del 1332 apprendiamo che il numero «xu
delle famiglie era così ripartito :

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E

Cesi famiglie o focolari n. 140 i |
Portaria »c » » 122 . "
Poggio Azzuano » » cuf |
Paganico » » » 43

Tutti gli altri luoghi delle Terre Arnolfe ne contavano
circa 30 ciascuno e taluni pochi appena 20. Il numero totale
Penta era di 765 famiglie.

E ar AMI TR e e — MM

.' Al dominio delle Terre Arnolfe aspiravano Todi e Spoleto.
: I vicari erano costretti inibire persino agli abitanti di quelle
| .. . terre di andare a Spoleto senza speciale licenza. 2
: Il comune di Castiglione uno dei più refrattari al
dominio della Chiesa, si sottopose a Spoleto, ed a danno di
Fogliano gli spoletini fecero gravi danni. È da notare come,
quando si trattò di porre un freno a Todi, la curia non

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4

98 - E. MARTINORI

disdegnò di valersi anche dell aiuto dei spoletini, come nel
1332, per la difesa di Messe mano e Florentia.

EDOARDO MARTINORI

DOCUMENTI

Introitus et exitus Patrim. B. Petri Sabinae et Terre Arnul-
phorum (an. 1321-1331). Pietro de Artisio canonico della chiesa
di S. Frontone (Petragoricensis) tesoriere della Provincia.

I. — (e. 175) 1330. Marzo 12. — Tradidit Lotto castaldo
quem misit Portariam ad d.nm Manentem iudicem ad sciendum
de tractatu qui habebatur per Cesanos, quia exercitus Darasus
(est) contra eos — 10 80l. ppr. (paparinos).

II. — (e. 191) 1331. Aprile 24. — A comuni castri Sancti
Gemini pro generali composizione per eos firmata super omnibus
proeessibus et sententiis contra eos latis et habitis, et. quibus-
eumque excessibus per eos commissis usque ad tempus obe-
dientie faeta per eos quod fuit de mense novembris proxime
preteriti — 500 flor. au.

III. — (e. 205) 1330. Novembre 28. — Tradidit (dictus d.ns
rector et thesaurarius) cuidam nuntio quem miserat ser lellus
de Gualdo vicarius terrarum Arnulphorum ad eum ad. signifi-
candum sibi introytum suum in castro Sancti Gemini —

13 sol. 4 den. ppr.

IV. — 1330. — Tradidit magistro Alexandro notario suo
quem misit ad d.nm legatum apud Spoletum ad .significandum
sibi ea que tractata et ordinata erant per eum de castro Sancti
Gemini — 6 lib. 10 sol. ppr.

(1) ANTONELLI, Notizie Umbre tratte dai Registri del Patrimonio di
S. Pietro in Tuscia, Perugia, 1904.
TERRE ARNOLFE 99

V. — (e. 205 t.) 1330. Dicembre 4. — Tradidit Bertrando
famulo suo quem misit de Sancto Gemino ad Montemflasconem
pro quibusdam litteris bullatis necessariis sibi ad relaxationem
interdieti castri Saneti Gemini, pro expensis suis — 5 sol. ppr.

VI. — 1530. Dicembre 17. — Tradidit Iohannecto de Monte
Urbano d.ni n.ri pape cursori, cui tradidit litteras suas, quibus
significabat d.no n.ro pape predicto, quomodo, reintromixerat
exititios castri Sancti Gemini, et pacem faetam inter eos pro
expensis — 1 flor. au.

VII. — 1331. Gennaio 14. — Tradidit Colutio castaldo quem
misit cum litteris suis ad Colam de Ancarana ut festinaret
accessum suum ad castrum predictum Sancti Gemini pro pote-
state, eo quod ipse dominus recesserat de dicto loco — 5 sol. ppr.

Introitus et eritus ete. Stefano Lascoutz Canonico della
chiesa di Santa Maria Maggiore (Pictavensis) tesoriere del
Patrimonio.

VIII. — (e. 10 t.) 1331. Dicembre. — Solvi Arnaldo de
Manasio conestabili pro stipendios dieti mensis, qui fuit missus
per rectorem cum sociis suis infrascriptis ad castrum Sancti
Gemini pro custodia ipsius castri propter suspitiones que habe-
bantur de Tudertinis, et etiam quia populares ipsius castri guel-
phi et gibellini erant divisi inter se ... — 26 flor. au.

IX. — (e. 16) 1332. — Solvi Saccheto de Castro novo quem
rector et ego posuimus ad custodiam castri Sancti Gemini ac
domorum quondam d.ni Egidii de dicto Castro cum duodecim
clientibus, propter vehementes suspitiones quas habebamus de
Tudertinis et Ameliensibus rebellibus tune ecclesie ac curie Patri-
monii, qui obloquebantur dietum castrum velle auferre et furari
ecclesie ... pro custodia facta per ipsum ... a cal. Febr. 1332
usque ad cal. Mai anni predieti — 132 lib. ppr.

X. — (c. 20) 1331. Maggio 20. — Ego thesaurarius accessi
ad civitatem Urbevetanam pro recipiendo 1419 flor. in quibus
Narnienses tenebantur camere Patrimonii, quos portaverant in
dieta civitate, quia non audebant venire ad Montemflasconem
propter pericula viarum, et expendidi tam pro tela ad faciendum

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100 : : E. MARTINORI

saccos pro reponendo dictam pecuniam, que ut plurimum erat
in argento, tam pro bucillotis ad sigillandum dietam pecuniam,
quam etiam pro expensis meis ultra mea stipendia — 3 lib.
6 sol. 8 den. ppr.

XI. — (e. 23 t.) 1332. Gennaio. — Expendidi ego thesau-
rarius in castro Sancti Gemini ubi steti duodecim diebus cum |
rectore pro disponendo de statu dieti castri, quia guelphi et
gibellini ipsius. castri erant in ruptura et divisione inter se, ultra
mea stipendia — 4 flor. et med.

XII. — 1333. Aprile 24. — Dedi Cialino castaldo misso cum
litteris rectoris Petro de Radicoffano potestati castri Saneti
Gemini ut accederet ad dictum castrum quod erat in ruptura,
et assisteret mihi qui dicto die accessi ad dietum castrum pro
È dicta causa — 3 sol. 4 den. ppr. i
D : XIII. — (e. 81 t.) 1333. Novembre 12. — Dedi fratri Augu-
E | stino de Peyrusio ordinis sancti Augustini, per quem rector et

ego scripsimus d.no n.ro pape, qualiter Tudertini oecupabant
multa eastra in terris Arnulphorum peculiarium ecclesie, et quod
scriberet rectori quod intenderet ad recuperationem, et rectori \
Ducatus quod daret favorem et auxilium, et quod etiam mitte-
retur sub bulla confirmatio sententiae late per d.nm Petrum de
Artisio olim rectorem super exemptione castri Focis ab Ame-
liensibus, pro expensis — 40 flor. au.

XIV. — (e. 153 t.) 1336. Ottobre 8. — Dedi castaldo misso
eum litteris rectoris episcopo et potestati Tuderti, quod venirent
ad loquendum ipsi rectori in castri Saneti Gemini super qui-
busdam tractatibus de reductione civitatis Tuderti — 6 sol.
S den. ppr.

Iniroitus et ewitus ete. Gianfrancesco di Montegranario
(diocesi di Fermo) vicetesoriere per Stefano Lascoutz teso-
riere generale del Patrimonio del B. Pietro in Tuscia, del
eomitato Sabino, delle Terre Arnolfe ed anche di altre città
e terre sottoposte al governo del rettore di esso Patrimonio.

XV. — (Int. c. 1) 1331-1336. — In nomine d.ni amen. Hic
est liber continens in se introitus et proventus ecclesie Sancti
TERRE ARNOLFE 101

Erasmi de Civitella districtus castri Cesarum terre Arnulphorum, :

et etiam introitus eeclesie romane perceptos et habitos per me
Iunetam de. Radicofano notarium vicethesaurarium terre Ar-
nulphorum, per reverendum virum et dominum Stephanum
Lascoutz eto. ...

Et primo. Tempore prudentis viri d.no Manentis d.no
Iohannis de Spoleto collateralis iudices d.no Capitanei Patri-
monii et ipsius terre Arnulphorum vicarii generalis per reve-
rendum virum d.nm Petrui de Artisio canonicum Pictavensem
Patrimonii b. Petri in Tuscia, comitatus Sabine et memorate
terre Arnulphorum per eamdem romanam ecclesiam generalem
capitaneum comitem et rectorem. Ad quem d.nm Manentem
medietas pervenerat introitum curie dicte terre sub anno d.ni
millesimo CCCXXXI indictione xIII, tempore d.no Iohannis
pape XXII. Et temporibus subsequentium vicar. diete terre ecc.

(Il registró comincia cogli « Introitus eeclesie Sancti
Erasmi » [ec. 2-12] dal luglio 1331 al 21 dicembre 1336 consi-
stenti in rendite dei terreni. La somma totale è fiorini 272,
lib. 3, sol. 3, den. 6 corton.

Prosegue cogli « Introitus curie terre Arnulphorum pro
medietate cameram romane ecclesie contingente, salvo quod
de pretiis grani et spelte et alterius blade »).

XVI. — (c. 15 t.) 1331. Agosto 4. — A Lellutio Cioli de
Portaria solvente pro Bartholino Angelicci, Lucarino et Gilietto
de Stappio pro comp. facta cum eis per d.nm Manentem vica-
rium.... pro sententia lata contra eos et ipsorum quemlibet in
O. libr. tempore Galeardi de Sceleris olim rectoris terre Arnul-
phorum pro insultu facto cum armis et cavalcata in territorium
Mesennani, et captione in personam filii Iohannicti domini Iacobi,
pro medietate cameram contingente 4 flor. 42 sol. 6 den.

XVII. — (c. 34 t.) 1332. Marzo. — Infrascripti sunt denarii
percepti a baiulis infrascriptorum castrorum et villarum terre
Arnulphorum pro focularibus annis singulis debitis romane
ecclesie, scilicet XXVI den. pro quolibet foculare. :

— Macerino e Colle Aiano pagano insieme, per 61 focolari,
- 2 lib. 6 sold. 1 den.
tru" ‘’’icca =
102 ‘ . E. MARTINORI

— Cesi, per 140 focolari, 7 lib. 11 sol. 8 den.

— Castiglione, per 18 focolari, 19. sol. 6 den.

— Appecano, Aequapalomba e Laviano, insieme per 61 foco-
lari, 3 lib. 6 sol. 1 den. |

— Rivosecco, Poggio Lavarine e Villa formi, insieme, per
56 focolari, 3 lib. 6 sol. 8 den.

— Polinaco, per 24 focolari, 26 sol.

— Fogliano, per 28 focolari, 30 sol. 4 den.

— Campo, per 36 focolari, 39 sol.

— Arecio, per 33 focolari, 35 sol. 9 den.

— Castel Florentie, per 27 focolari, 29 sol. 3 den.

— Pruzano, per 21 focolari, 29 sol. 9 den.

— Poggio Azzuano, per 41 focolari, 44 sol. 5 den.

— Mesennano, per 23 focolari, 24 sol. 11 den.

— Stoppio Pignano, per 31 focolari, 33 sol. 7 den.

— Portaria, per 122 focolari, 6 lib. 13 sol.

— Paganico, per 43 focolari, 46 sol. 8 den.

Somma totale, per metà spettante alla Camera Apostolica,
lib. 42 sol. 8 den. 9 (1).

Somma di tutti i focolari 765.

XVIII. — (e. 36). 1332. Aprile 8. — Ego Iuncta vicethesau-
rarius prefatus habui et recepi a Ghyrario Iacoponis et Piciocho
Palini de Cesis solventibus vice et nomine communii castri Cesa-
rum, et deipsius communis pecunia pro compositione condempna-
tionis late contra ser Iacopum rectorem, consilium et commune
dieti castri per ser Mattheum presentem vicarium Terre Arnul-
phorum, quia idem rector accepit in preiudicium iurisditionis
eeclésie a Nichola Iohannucii pene nomine x sol., et quia idem
rector cepit et ligavit Tricciantem Guidicii de Cesis pro parte
eamere = 17 flor. et med.

XIX. — (e. 36 t.) 1332. Aprile 20. — Ab infrascriptis per-
sonis, scilicet, Bicocho et Govono Giori, Massiolo et Coletta
Manni, Iuzarono et Matthiolo Symucii de Castro Florentie pro
inquisizione habita contra eos quia. prestiterunt favorem homi-

(1) Questa somma riportata dall' Antonelli va corretta in lib. 41,
sol. 8 den. 8.
TERRE ARNOLFE n 103

nibus de Eremita exbannitis curie, et se eis adheserunt tempore
cavalcate per eos (facte) in districtum Castri Florentie — 15 flor.
et med. :

XX. — (e. 37 t.) 1332. Maggio 5. — A Mogio Tacoponis de

. Cesis pro compositione facta cum eo pro inquisitione habita
contra eum, quia eques cucurrit per castrum Cesarum clamando
« viva la parte ghybellina e muoia la parte guelfa », pro parte
camere — 8 flor. —

XXI. — (e. 38 t.) 1332. Maggio 28. — A Corvino Raynerii,
Iohannieto Paulitti, Iohanne Albasie, Iohanne Gilioni, d.no
Filippo Filippi, Thommassieto Andriani, Matthiolo Menutine,
Pieciolo Sabellecte, Romanono Scagnani de castro Mesennani et
Ciuccio Iacoppi de castro Florentie pro comp. facta cum eis
super inquisitionibus habitis contra eos pro eo quod occupave-
runt et detinuerunt domos et turres quorundam olim de dicto
castro habitatorum eastri Montis Sancte Marie publicatas romane
ecclesie pro quibusdam excessibus — 6 flor.

XXII. — (e. 39) 1332. Maggio 31. — A Matthiolo Raynerii
de Messennano solvente pro communi et specialibus hominibus
castri Messennani pro omnibus et singulis maleficiis excessibus
culpis negligentiis et delictis commissis per dietum commune et
speciales personas dicti castri usque in presentem diem, salvo
quod in hac eompositione non includatur submissio facta Tuder-
tino — 40 flor.

XXIII. — (e. 40) 1332. Giugno 10. — A Mattheutio Sy-
mueii camerario Castri Florentie solvente pro dicto communi

et ipsius communis pecunia pro comp. habita cum communi
predieto de omnibus maleficiis et excessibus et inhobedientiis
commissis et perpetratis per dietum commune et singulares
personas dicti castri usque in presentem diem, non incluso

tamen facto Tudertinorum in dicta comp. — flor. 10.

Introiti esatti da Giunta di Radicofani vieetesoriere delle
terre Arnolfe:

XXIV. — (e. 44) 1332. Luglio 20. — Habui et recepi ab
infraseriptis personis, scilicet ab Angelono et Francono Petroni,
^. heredibus Marani, Mascio Massaroni, Massaro Scagnani, An-

SEE — AMAT CI E ia — HRS

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E TERRE ARNOLFE 105

bannum et mandatum ‘factum per d.nm Andream vicarium —
49 sol. 12 den.
XXX. — (e. 71) 1333. Aprile 30. — A ‘Gregorio Oddonis
de Portaria solvente pro magistro Iohanne Filippi de dicto loco,
quia dixit verba iniuriosa et fecit rumorem et minas contra
ser Mattheum de Spoleto tunc vicarium d.ni Manentis rectoris
terre Arnulphorum et contra alios officiales, pro dimidia came-
ram contingente, tempore dicti d.ni Manentis — 9 flor.
XXXI. — (e. 72) 1333. Maggio 12. — A Cecho et Lello‘
d.ni Marini, Cecho Gherii et Andriutio et Ciardo Bucii d.ni Egidii |
de Interampne pro parte compositionis cLxxv lib. et Iv sol. I
pro condempnatione ipsorum quia accesserunt ad castrum Ce: i | |
sarum et fecerunt insultum contra Vannellum Nicholay de EI
Interampne et ipsum percusserunt causa occidendi eundem, et
propter rumorem propterea exortum in castro Cesarum, et pro
percussionibus faetis per dictum Cechum d.ni Marini in manibus
Sciarretto Pissioni de Cesis dimidiantis in rixa — 41 flor.
«XXXII. — (e. 80) 1333. Agosto 21. — Habui a consiliariis
et syndico Villarum Paganici quia non fuerunt cito ad parla- :

mentum faetum apud Eremitam — 7 sol. 6 dem. i |
XXXIII. — 1333. — A consiliariis et syndico castri Stoppii, i
pro dieta causa — 7 sol. den. 6. : |
XXXIV. — 1333. — A Gemino baiulo Aquepalumbi, pro |
dieta causa — 2 sol. 6 den. |

XXXV. — (c. 81) 1333. Agosto ‘30. — A tribus rectoribus
et consiliariis tribus communis Macerini quia venerunt ad par-
lamentum faetum apud Eremitam, dicto celebrato parlamento —
1 lib. 10 sol.

XXXVI. — (e. 88) 1333. Novembre 18. — A Mascio Alberti,
Bartholino Mascii, Lello Mascii, Picciolo et Nichola Mazetis de
Aquasparte comitatus Tuderti, pro eo quod fregerunt (sic) peda-
gium strate Castri Florentie romane ecclesie et in preiudicium
curia terre Arnulphorum, facta compositione eum eis super inqui-
sitione habita eontra eos, pro parte camere — 2 flor.

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(Il libro delle spese della curia delle terre Arnolfe fatte
da Giunta di Radicofani vicetesoriere per conto del tesoriere
generale del Patrimonio Stefano Lascoutz comincia con le

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104 E. MARTINORI

driono Riccii, Coltrello Crugoni, Iohanne Piechianelle, Ianne
Berardi, heredibus Symaroni, ‘Rigutio Iohannoni, Raynaldo
Iannis, Poecio Symaronis, Pornieciono Iontaroni, et quamplu-
ribus aliis de villis (sic) Paganica quia non fecerunt ad mon-

II Ibis : stram faetam apud monasterium saneti Gregorii pro exercitu
E: Amelie — 20 sol. |
113 [E XXV. — (e. 46) 1332. Agosto 2. — A baiulis castellatus
13S

ie: Castellionis solventibus pro communitatibus dieti castellatus
ge quia non fuerunt ad. parlamentum faetum apud Collem Aiani —

c 6 lib.
Ar INS XXVI. — 1332. — A baiulo Stopperi solvente pro communi
I B Ass i "S. :
Lbs. et hominibus Stoppii quia non miserunt federum apud Mesen-
SANT nanum — 3 lib.

XXVII. — (e. 51) 1332. Settembre 30. — A Iuceio Iohan-
nieti camerario Castri Florentie dante et solvente pro communi
dieti castri pro parte summe 4 flor. pro compositione faeta cum
dieto communi, .quia portari fecit palhum communi Tuderti
contra mandatum sibi faetum: per d.nm capitaneum — 18 flor.

XXVIII. — (e. 52 t.) 1332. Ottobre. — Ego Iuncta vice- . ^
thesaurarius prefatus habui a Chiatana de Cesis (per la tassa.
di commestione) — 5 lib. di den. cortonesi.

(Per lo stesso motivo pagarono ciascuno 5 lib. i castel-
lati di Macerino, composto. dei comuni |

— di Macerino, Colle Aiano, Fogliano, Villa Campi, e
degli uomini delle Ville. Paganici
| — di Portaria, composto dei comuni di Portaria e Poggio
Azzuano

— di Castiglione, composto dei comuni di Castiglione
e sue ville, Pruzano, Poggio Lavarina, Rivosecco, Appecano,
Acquapalomba e Polenaco | i

iS TIE — di Gallieetoli, compcsto dei comuni di Mesennano,
Castel Florentie, Arecio e Stoppio Pignano).

XXIX. — (e. 62) 1333. Gennaio 23. — Habui et recepi ab Li
infraseriptis personis (sono 11 di Cesi e 4 di Portaria) quia
iuraverunt per corpus et sanguinem et alia membra Dei, contra

sierra incrementi *-

106 E. MARTINORI

spese fatte per la chiesa di Sant? Erasmo (cc. 105-112 t.) dal
21 luglio 1331 al 21 dicembre 1336 consistenti in spese di
culto, salari del cappellano e del vicetesoriere stesso come
amministratore di detti beni. La somma totale è fior. 6,
lib. 232, sol. 17, den. 10).

XXXVII. — (c. 117 t.) 1331. Settembre 15. — Pro carnibus
et vino emptis quando duxi magistrum Andream muratorem,
presbiterum Petrum de Portaria et Marchettam Gerardi de Por-
taria ad videndum opportunum ad reparationem rocche Cesarum
et saneti Erasmi pro parte camere — 16 den.

: (Seguono le spese, relative tutte alla riparazione della
torre e del forno della rocea di Cesi). |

XXXVIII. — (ec. 120 t.) 1332. Maggio 1. — Expendi pro
expensis meis apud Tudertum pro ambassiata d.ni capitanei
pro facto exercitus quem Tudertini fecerant contra castra Me-
sennani et Florentie, et cum ivi Spoletum pro soccursu implo-
rando a Spoletanis ad defensam dietorum castrorum — 4 lib.

XXXIX. — (e. 122 t.) 1332. Luglio 2. — Dedi Ceccarello
de Interampne pro suo salario quia misi ipsum ad Montem-
flaseonem eum litteris ad d.nos capitaneum et thesaurarium ad

Signifieandum eisdem, qualiter homines Castri Florentiae mise-

runt palium Tudertinis — 20 sol. |

XL. — (e. 123) 1332. Luglio 9. — Dedi cuidam famulo
Sachecti eastellani Collis casalis pro suo viatico et labore, quem
misi ete. ut supra, qualiter Tudertini disposuerant facere exer-
citum eontra castrum Mesennani, eo quod non portaverant
homines dieti castri pallium 'Tudertinis, et cum litteris com-
munis Tuderti directis communi Mesennani predicto, cum propter
estatem alium nuntium habere non potui — 30 sol.

— Alteri numptio dieto die ad dictos d.nos capit. et thes.
ad notificandum eisdem minas et apparatus celeres Tudertinorum

_ eontra castrum Mesenani — 21 sol.

XLI. — (e. 132) 1333. Giugno 22. — Dedi et solvi magistro
Andree de Cesis cementario pro vr diebus et media opera quibus
fuit ad reparandum domos filiorum Massarelli Presule de Podio
».mumptio misso ad d.nos capit. et thes. cum litteris responsionis i

“pro expensis factis pro d.no capitaneo et thesaurario et de

TERRE ARNOLFE 107

Azuano in quibus curia venit ad habitandum die lune vir mensis
Iunii presentis, videlicet ad rumpendum muros dictarum domo-
rum et Noccii de dieto castro causa faciendi in eis hortia et :
locum privatum, et alia necessaria ad reparationem dietarum - bl
domorum — 3 lib. |"
XLII. — (e. 134 t.) 1333. Settembre 24. — Dedi filio Pelle-
grini de Castro Florentie destinato per d.nm Gratiam de Viterbio:
ad terras Arnulphorum mandato d.norum capitanei et thesau-
rarii cum litteris apparatus exercitus super Orclam — 6 sol.
XLIII. — 1333. — Gentilono de castro Podii Azuani desti-
nato ad dietos capitaneum et thesaurarium pro litteris execu-
tionis sententie late contra Cesanos — 8 sol. 13
XLIV. — (e. 135) 1333. Ottobre 10. — Habui dedi et solvi E
iSachecto de Castronovo custodi domorum Condam d.ni Egidii
de Saneto Gemino pro romana ecclesia pro residuo LXXx lib.
cort. quas tenebatur recipere a camera romane ecclesie pro |
reparatione et acconcimine turris et domorum predictarum, |"

secundum continentiam litterarum d.ni thesaurarii — 68 lib. Ì
12 sol. |
È!

XLV. — 1333. Ottobre 12. — Dedi Quatrochi de Podio |

ambassiate facte per d.nm Gratiam ad d.nm ducem Dueatus |
Spoleti et comune Spoleti pro facto terrarum terzerii Sancti
Severi que sunt romane ecclesie quas detinent Spoletani — È
6 sol. :

XLVI. — (c. 135 t.) 1333. — Dedi et solvi in castro Portarie

ipsarum licentia et mandato, quando venerunt ad terras Arnul-
phorum, pro carnibus vino pane annona et aliis rebus necessariis,
secundum scripturam factam per ser Cechum de Gradulis nota-
rium curie terre Arnulphorum, qui fuit super dietis expensis
faeiendis — 23 lib. 11 sol. 4 den.

XLVII. — (e. 138) 1334. Aprile 15. — Gentilono de Qua-
trellis habitatori Podii pro suo viatico quando ivit ad Montem-
flasconem cum copia processus et tertium receptorum contra
magistrum Petrum Iannis de Cesis super declaratione faeta di
ipso proeessu per d.nos iudices Patrimonii, scilicet per d.nos
Bartholomeum et Raynaldum — 8 sol.
108 i E. MARTINORI

XLVIII. — (c. 140) 1334. Luglio 16. — Ciuccio Catacci de -
Portaria quem misimus d.nus Gratia videlicet et ego ad. Mon-
"temflasconem cum litteris ad d.nos capit. et thes. cum littéris
nostris (sic) et processu et sententia latis contra hominem castri
Podii et comune Mesenani pro impetranda remissione , execu-
tionis ipsorum — 40 sol.

XLIX. — (c. 142) 1334. Settembre 20. — Dedi magistro .
Blasio medico de Saneto Gemino pro uno barili vini, quod dedi
bibere hominibus venientibus ad parlamentum quod fecit d.ns
Thomas vicarius in principio sui offieii — 29 sol.

L. — (e. 143) 1334. Novembre 6. — Pro pretio sex qua-
ternorum eartarum pecudinarum in quibus facio seribi inqui-
sitionem iurisdictionis quam habet romana ecclesia in terris
Arnulphorum, qui fuerunt empti in civitate Spoleti per ser Mat- :
theum Francie — 41. sol.

LI. — 1334. Novembre 13. — (Quatuor hominibus) de castri
Cesarum pro vicibus quas accreverunt ad incantum super trac-
tatu venditionis usus pedagi strate castri Cesarum et Vallonice,
Portarie et Podii pro uno anno incipiendo die xvII presentis
mensis — 41 sol.

— Novembre 20. — Pro vino exibito famulis qui iverunt
cum ser Bando notario curie ad capiendum exbannitos de Monte
Sanete Marie, et pro expensis quas feci quando ivi Cesas ad
vendendum passagium — 6 sol. 6 den.

LII. — (e. 144 t.) 1335. Gennaio 4. — Dedi et solvi d.no
Thome.de Mevanea pro parte sui laboris et scripture, quam
fecit de inquisitione Arnulphorum, in qua continentur genera-
liter et particulariter omnia iura romane ecclesie, et que Arnulphi
facere. tenentur eidem eeclesie, cum penes cameram romane
ecclesie nichil inveniatur de iuribus predictis, quam scripturam
redigi ordinate feci in quaternis in publicam formam ut per-
petua habeatur memoria de predictis — 8 lib.

LIII. — (e. 145) 1335. Aprile 28. — Cuidam numptio misso
per d.nm Andream de Cerreto iudicem Patrimonii de Tuderto
ad castrum Portarie cum litteris d.ni capitanei Patrimonii pro
facto novitatum Tudertinorum — 8 sol.

LIV. — (e. 148 t.) 1335. Settembre 2. — Pro vino empto.
apud Sanetum Geminum causa dandi potum hominibus venien-
n

nibus) de castro Cesarum pro vicibus seu promissionibus quas |

flaseonem cum processu et sententig latis et habitis contra

‘ castellano rocche Saneti Gemini pro expensis per eum factis

TERRE ARNOLFE 109

tibus ad parlamentum. quod fieri debet per Raymundum de

Ramis viearium terre Arnulphorum — 50 sol.
LV. — (e. 149 t.) 1335. Novembre 19. — (Quinque homi- : : |

fecerant in parlamento hominum dieti castri, dum incantari

feci passagium et olivas Sancti Erasmi ut melius venderentur,

et pro expensis factis in dicto castro pro me et notario et fa-

mulo dieto tempore — 4 lib. 12 sol. 6 den. x
LVI. — (e. 150) 1335. Dicembre 18. — Lello magistri Iohannis 1

de Portaria recipienti pro heredibus Offredutii d.ne Clare de

Aquasparta pro pensione domus sue posite in Portaria in qua

vicarius et officiales terre Arnulphorum resident ad ius redendum

et carcer tenetur — 4 lib. | è
LVII. — (c. 151) 1336. Febbraio 16. — Ser Bando notario |

curie terre Arnulphorum pro vi diebus quibus ivit ad Montem-

commune Castellionis qui submisit se communi Spoleto, ad
defendendam causam dictorum processus et sententiae, pro ex- So
pensis suis ete. — 4 lib. cort. |
LVIII. —.1336. Febbraio 25. — Solvi michi Iuncte vicethe- |
saurario pro VIII diebus continuis quibus fui in Monteflascone ... ||
pro faeto-apprehensionis tenute ecclesie Sancti Erasmi per ser |
Oddonem Sabe de Utriculo et pro defensione querelarum latarum
datarum per quondam Arnulphos contra officiales terre Arnulpho-
rum eoram d.no archiepiscopo (Ebredunensi) — 7 lib. 9 sol. cort.
LIX. — (e. 153) 1336. Giugno 30. — Dedi Defendolo de
Podio et quibusdam aliis pro lignis causa faciendi furcas tem-
pore Raymundi vicarii, et pro magisterio ipsarum positárum in
collinas inter castrum Portaria et Podii Azuani — 25 sol.

Esiti del Patrimonio, dal libro delle spese fatte da. Gia-
‘como di Gambaforte, vice tesoriere, per commissione di
Guigone di San Germano, rettore e capitano generale, essendo
vacante il posto di tesoriere per la morte di Ugo Cornuti.

LX. — (e. 9 t.) 1340. Luglio. — Solvi Iohanni Bayle olim
»

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110 - E. MARTINORI

de mense Decembris prox. pret. famulis venientibus de terris
Arnulphorum una cum. ser Iohanne de Radicofano vicethesaü-
rario dictarum terrarum Arnulphorum, et pluribus aliis vicibus
in subsidium dieti castellani et pro custodia diete rocche, tem-
pore quo Iannoctus de Alviano et alii rebelles ecclesie occupa-
verunt civitatem Amelie, qua de causa in castro Saneti Gemini

et aliis terris ecelesie suspitio maxima est extorta — 25 lib.
4 sol. ppr.
LXI. — 1340. — Item dedi et solvi (eidem) pro expensis

per eum factis in reparatione magne porte false diete rocche
Saneti Gemini — 29 sol. 8 den. ppr.

— (e. 32) 1341. Gennaio 28. — Solvi infrascriptis stipendia-
riis equitibus missis per d.nm capitàneum ad eustodiam terre
Saneti Gemini cum esset in suspicione, una cum d.no Andrea
de Bietonio iudice curie generalis Patrimonii ... (sono in numero
di nove) — (?). :

LXII. — (e. 79) 1341. Gennaio 28. — D.no Andree de Bic-

tonio iudici et ser Petro de Pontecurvo notario missis ser d.nmr

capitaneum ad castrum Sancti Gemini, eo quod gentes equites

et pedites accesserant ad civitatem Interampnis, et dubitabatur

ne attemptarent modo proditorio vel alio occupare castrum
Saneti Gemini, pro expensis ... per tresdeeim dies quibus fue-
runt ad custodiam dieti castri — 21 flor.

LXIII. — 1341. Giugno 27. — Duobus famulis de terris
Arnulphorum missis per d.nm capitaneum de exercitu ad civi-

.tatem Tuderti causa explorandi novitates ... — 26 sol. 8 dem.

LXIV. — 1341. Ottobre 18. — D.no Angelo de Cesis ... ut

solveret famulis facientibus guerram civitati Interampn. — 5 flor.

LXV. — 1341. — Gnortio carpentario de Balneoregio super
opere trabucorum pro suis stipendiis viginti duorum dierum,
quibus servivit curie in Sancto Gemino, dum fiebat apparatus
exercitus ... et in ipso exercitu — 17 lib. 12 sol.

LXVI. — 1341. — Ser Petro de Pontecurvo notario curie
pro expen. per eum factis tempore guerre et exercitus ... vide-
licet pro expen. suis unius famuli et unius equi, quos secum
habuit et tenuit pro viginti quinque diebus quibus fuit in
Saneto Gemino, dum d. capitaneus in dieto castro faciebat fieri
apparatus exercitus ... et in dieto postea exereitu facto, et in

O ove
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TERRE ARNOLFE 111

civitate Interampn. postquam pervenit ad manus ecclesie, quem
ser Petrum d.ns Guigo eapitaneus constituerat pro camera ad
solvendum stipendia equitibus et peditibus et faciendum. alias
expensas oportunas ete. — 32 lib. 6 sol. 8 dem.

LXVII. — 1341. Novembre 4. — Ser Petro de Pontecurvo
notario curie Patr. generalis pro expen. suis unius famule et
equi, quos secum duxit et tenuit per quadraginta dies in castro
Saneti Gemini, dum fiebat apparatus super exercitus faciendo,
.et dum fuit Mirande, Stronconi et Cesarum ad faciendum fieri
guerras et.cavaleatas per fedeles ecclesie contra dictam civita-
tem, et ad faciendum passus custodiri pro capiendo et. deti-
nendo portatores ... — 17 flor.

. (Spese fatte da m. Francesco di Lugnano castellano
del Castello e della Rocca di Miranda per la guerra contro i
ternani nell’ ottobre e novembre 1340, relative a Sangemini).

LXVIII. — 1340. — In primis expendit pro quadam cereo
empto pro faciendo intersigna gentibus ecclesie existentibus in
castro Saneti Gemini et aliis terris eeclesie cireumstantibus
diete civitate Interampn. tam pro custodia et cautela dictarum
gentium, quam pro offensa hominum diete civitatis, qui cereus
fuit ponderis trium lib. et dimid. cere — 27 sol. i

SR magistro Bernardo de Tholosa quem dictus magister

. Franciscus misit ad dictum capitaneum apud Sanetum Geminum

ad sciendum a d.no capitaneo quod ipse magister Franciscus
haberet facere ex quo Interampnenses redierant ad obedientiam
ecclesie — 55 sol. 4 den.

Dagli introiti ed esiti del Patrimonio dall’ anno 1350
al 1358, mentre era tesoriere Angelo Tavernini di Viterbo,
ricaviamo le spese da lui fatte per le terre Arnolfe.

LXIX. — (e. 14 t.) 1351. Settembre 3. — Recepi (ego

Angelus Tavernini cives Viterbiensis thesaurarius Patrim. ete.
112 1 E. MARTINORI

etc.) a Sbato Minelli Cioli de Sancto Gemino pro compositione
facta cum. eo, quia dicebatur una cum Lello Morgagloni de
dicto loco (voluisse) prodere dietum castrum Saneti Gemini, et
ipsum castrum tradere in manibus comunis Narniensis rebellis
ecelesie — 70 flor. ta

LXX. — (e. 59) 1352-1353. — Ego Angelus thesaurarius
recepi a d.no Petro magistri Angeli de Gallexio vicario et vice-
thesaurario terrarum Arnulforum quas ipse receperat a personis
infrascriptis de fructibus proventibus et emolumentis dictarum
terrarum et possessionum ecclesie. Saneti Erasmi, a die prima
Octobris ann. p.ni MCCCLII. usque in diem primum Iulii ann.
d.ni MCCCLIII. pecunias infrascriptas. |

LXXI. — (e. 59 t.) 1352-1353. — Ab Angelo Philipponi de
Podio pro compositione faeta cum eo occasione cuiusdam pro-
cessus formati contra ipsum eo quod dicebatur favorem dedisse
Petro Mannelli proditori Podi Acuani — 3 lib. cort.

LXXII. — (e. 60) 1352-1353. — A Iacobicto Iohannicti de
Prugano compositionis nomine occasione excessuum per ipsum
perpetratorum pluribus et interpolatis vicibus de aliudo exban-
ditis et proditoribus aliquibus de dictis terris Arnulforum, et
quia non revelavit certa revelanda et notifieanda curie de pro-
diments ipsorum proditorum — 18 flor. i;

LXXIII. — 1352-1353. — A Mattiolo Angelelli, Iacobutio
Iohannicti et Andrea ser Philippi de Messenano pro composi-
tione faeta cum eis occasione cuiusdam inquisitionis formate
contra ipsos, eo quod dicebantur voluisse in preiudicium ecclesie
dare dominium castri Messenani Bindocio de dominis Vaschi
(Baschi?) — 21 flor.

LXXIV. — 1352-1353. — A Ciolo Ciantis de Macerino, An-
gelo Tini de Campo, Franciolo de Cerro, Symeono Iacobelli de
dicto loco pro compositione facta cum eis occasione cuiusdam
excessus commissi per ipsos de contemptu mandati, eo quod

non assignaverunt certas res Cesanorum rebellium — 8 flor.

LXXV. — (e. 60 t.) 1352-1353. — A Iohanne Raynerii de
Prugano pro compositione facta cum eo pro Mancipto filio SUO,
qui tempore rebellionis Cesanorum moram traxit in castro Ce-
sarum in ipsorum favorem contra honorem ecclesie — 22 flor.

NP
TERRE ARNOLFE : 113

Somme percette dal tesoriere Angelo Tavernini per mezzo
di ser Pietro di Giovanni di Montefiascone vicetesoriere delle
terre Arnolfe, dal 1° agosto del 1355 al 1° agosto 1356.

LXXVI. — (e. 170) 1355-1356. — A comuni Paganici pro
compositione facta cum eo, quia homines diete terre posuerunt
insidias in tenimento dicte terre contra extitios Spoletanos, et
quia aliqui homines diete terre accesserunt ad civitatem Spoleti
sine licentia — 15 lib. 18 sol. cort.

LXXVII. — (e. 171) 1355-1356. — A Ceccho Galgani sol-
vente nomine comunis Castiglionis pro comp. facta cum dieto
comuni quia non permiserunt intrare homines dicti castri Contem
viearium.nune terrarum Arnulforum — 4 flor.

LXXVIII. — (c. 172) 1355-1356. — A comune Prucani pro
comp. facta cum eo quia non miserunt (sic) ad parlamentum —
med. flor. :

(Simili composizioni dai comuni « castrorum Mesennani,
Aretii et Florentie »).

(Somme esatte dal suddetto tesoriere a mezzo di ser
Cecchino di m.° Filippo di San Gemini vicetesoriere nelle
terre Arnolfe dal 1° agosto 1356 al 1° agosto 1357).

LXXIX. — (e. 224) 1356-1357. — A Francia Palicti de
Catinellis distrietus Spoleti pro comp. facta cum eo, quia comune
et singulares persone civitatis Spoleti et eius comitatus sunt
eurie dietarum terrarum exbandite, occasione excessus facti
contra castrum Fogliani dietarum terrarum — 10 flor.

LXXX. — (e. 349) 1357. Agosto 20. — Recepi a comuni
castri Saneti Gemini pro generali compositione facta cum dicto
comuni et singularibus personis dieto castri, quia dicebatur
dietum comune excessisse in quibusdam articulis inquisitionis
generalis, et contenisisse quodam mandatum dicto comuni fac-
tum pro parte d.ni rectoris dicti Patrimonii in quo continebatur,
quod infra eertum terminum deberent mittere in exercitum
114 : È E. MARTINORI

faciendum per dietum d.nm rectorem super. castrum Suriani
centum numerum pavesariorum balistariorum et quastatorum,
et generaliter de omnibus et singulis processibus sententiis ete.
habitis contra comune et singulares personas dicti castri, et de
omnibus et singulis excessibus culpis ete. per (ipsos) commissis

et perpetratis ... sitque in diem xx Iun. prox. pret. exceptis
easibus reservatis, de quibus non potest componi, et datione

domini, et exceptis Gamnello, Benedicto Sunucii Abbrici, Ugu-
linuccio Pellini, Ceccarello genero Lelli Ambrosi et Benedicto

Petruccioli de dieto Sancto Gemini — 100 flor.

LXXXI. — (e. 256 t.) 1357. Dicembre 22. — A comuni castri
Saneti Gemini pro comp. facta cum dieto comuni, quia dice-
batur eos assumpsisse in eorum dominum et maiorem comune
Perusii, et ipsius dominum et maioritatem recepisse in dieto
castro, et generaliter de omnibus et singulis processibus, ex
bandimentis ete. factis contra dietum comune, et de omnibus
et singulis excessibus, culpis -ete. per dictum comune commissis
et perpetratis usque in diem XXVII apr. prox. pret. exceptis
casis reservatis — 125 flor.

Riscossioni fatte dal tesoriere Tavernini a mezzo di
ser Pietro di Bartolomeo di Magliano (Sabina) vicetesoriere
delle terre Arnolfe, dal 1° agosto 1357 al 1° ottobre 1358.

LXXXII. — (e. 356) 1357-1358. — A Ceccho Galgani de
castro Castiglioni solvente pro castellatu Castiglionis pro comp.
facta cum eo de contemptu mandati, eo quod non miserunt

"quatuor homines pro dieto castellatu eoram vicario terrarum

Arnulforum ad audiendum quedam que dietus viearius dicere eis
intendebat pro statu provincie et honore ecclesie — 40 sol. cort.

Lo stesso tesoriere paga le seguenti somme con i pro-
venti ed. emolumenti della camera del Patrimonio ete. entro
Panno che ebbe inizio alle ealende di maggio del 1351 e

finì alle calende di maggio del 1352 mentre erano rettori.

del Patrimonio il magn.? miles d.ns Iacobus de Gabriellibus
^ TERRE ARNOLFE 115

de Eugubio (fino al 20 febbraio 1352) ed il magn.? miles
d.ns Nicolaus de la Serra (dal 20 febbraio alle calende di
maggio 1352).

LXXXIII. — (e. 41 t.) 1351-1352. Aprile 8. — Solvi Trova-
ticio de Monteflaseone nuntio misso per d.nm rectorem. cum
litteris suis apud castrum Saneti Gemini confortando ipsum
comune et homines dicti castri in costanzia fidelitatis ecclesie,
et non dubitarent propter offensas, quas Narnientes inferebant
dieto castro, pro suo viagio — 2 flor.

Seguita il tesoriere Angelo Tavernini come sopra dalle
calende di maggio del 1352 alle calende di maggio del 1555,
nel quale anno fino al 26 di giugno fu rettore del Patri-
monio Nicola de la Serra, e dal 26 detto fino alle calende
di luglio fu vacante quell’ uffieio per la morte del de la Serra,
e dalle dette calende fino al giorno 8 di settembre governò
la provincia Ponzio vescovo di Orvieto come vicario alme
Urbis, ed al 10 settembre 1353 fu nominato rettore del Patri-
monio Giordano de filis Ursi (Orsini). Pietro de Gallexio
(Gallese) era vicario e vicetesoriere delle terre Arnolfe.

LXXXIV. — (e. 92) 1352. Giugno 7. — Solvi ... missis de
nocte per d.nm rectorem apud castrum Perii cum litteris ipsius
d.no rectoris portandis deinde apud castrum Saneti Gemini ad
sciendum statum dieti castri, quod in subversione existere dice-
batur, pro ipsorum viagio — 30 sol. ppr.

(Un’ambasceria del rettore del Patrimonio fu mandata

al vicario delle terre Arnolfe ed al maresciallo del Patri-

monio che dimorava a Sangemini il giorno 3 febbraio del 1353
eon lettere contenenti che facciano buona eustodia, perché
i Narnesi si riunivano per invadere le terre della Chiesa).

UNE. — 1358. Febbraio 13. — Solvi Riccio castaldo
nun. mis. per d. rect. apud Sanetum Geminum cum litteris suis

a;
d
1

Ì

i

2X

o:

iii Xa amm
116 ; ; E. MARTINORI

comuni dieti castri continen. qualiter Petrus, de Vico exiverat
de Viterbio et iverat versus Narniam eum gentibus equitibus

et peditibus, et quod propterea essent. advisati, ne possent ali-

quam lexionem recipere — 1 flor.

LXXXVI. — (e. 103 t.) 1353. — Solvi Pieeiolo de Rotellis
nun. mis. per d. rectorem apud Sanctum Geminum cum litteris
suis comuni dieti castri quod deberent receptare gentes ecclesie
quando irent ad offendendum civitatem Narniensem rebellem
eeclesie et redderent cum offensis vel sine — 1 flor. je

LXXXVII. — (e. 302) 1358. Ottobre 28. — Solvi d.no For-
tunato d.ni Raynaldi et Francho Mascioli de civitate Tuderti

pro. stipendiis ipsorum quinque annorum inceptorum die xv apr. .

1353 et finitorum die xIV apr. anni presentis quibus custodive-
runt et custodiri fecerunt roccham castri Cesarum recomendatam
dudum dicto condam d.no Raynaldo patri dieto d.ni Fortunati
et Francho per d.nm capitaneum Patrimonii, post rebellionem

hominum castri Cesarum predicti et obedientiam factam per

eos romane ecclesie — 165 flor.

(Dal libro del tesoriere del. Patrimonio (ab am. 1359
ad an. 1364. - Collectorie, N. 247) Angelo Tavernini).

LXXXVIII. — (e: 37 t.) 1359-1364. — A Vanne Gilii de Flo-
renzola de bonis Palieti. marescalchi de Spoleto exbanditi et
condempnati. in confiscatione omnium bonorum suorum, quia
ipse una cum pluribus aliis sociis per vim et violentiam intravit
castrum Aritii et ibi moram trassit frangendo et desrobando
domos in dicto castro, et per eos non stetit quin dietum castrum

tenerent occupatum ad rebellionem sanete matris ecclesie, de .

parte contingente dieto Palicto de soccita quarumdam pecudum
quas dietus Vannes tenebat a dicto Palieto ex eausa soceite —
5 flor. | Y
LXXXIX. m 123 t.) 1360. — A Ceccho Galgani de
Castigliono, condemibrs in 7 flor. eum mid. eo quod fuit inventus
portare arma offendibilia, videlicet unam ensem noctis tempore
per terram Cesarum, in qua curia residentiam facit, contra for-
mam costitutionum, remissa/ ete. — 5 flor. cum dim. et dim.
quarto.

—— TERRE ARNOLFE 117

XO. — (e. 251 t.) 1361. Agosto. — Solvi ser Blaxio de
Aritio misso per d.nm rectorem apud civitatem Amelie et castra
Lugnani, Porclani, Focis et Saneti Gemini ad ordinandum quod
mitterent apud castrum Coleelli certum numerum famulorum
pro offendendo personas existentes in castro Casalis rebelles
ecclesié, pro expensis suis — 2 flor.

(Dal libro degli exitus del Patrimonio 1362-1364 - N. 177
Collectorie).

XCI. — (e. 5 t.) 1362. Maggio 24. — Sanscio Iacobi de
Sancto Lepidio notario vicarii Interampnensis, quos ipse solvet
. vigintiduobus famulis Interampnensibus pro stipendiis ipsorum
duorum dierum et duarum noctium quibus serviverunt ad custo-
diendum stratas in tenimento Interampnis et terrarum Arnul-
forum pro capiendo ambaxiatores d.no Bernabonis predicti qui
dicebantur accessisse apud Urbem, et de proximo debere red-
dire — 14 lib. 13 sol. 4 den.

XCII. — (e. 6) 1362. Giugno 7. — Solvi ser Iohanni Gui-
dotti de Monteflascone, quos ipse solvit Paulino castaldo habi-
tatore Montisflasconis misso die xXIIII mai prox. pret. de nocte
cum litteris d.norum cancellarii ac rectoris predictorum directis
comunibus civitatis Amelie et castrorum Lugnani, Porclani,
Sancti Gemini, Stronconis et Mirande continentibus, quod mit-
terent ad custodiam civitatis Interampnis certum numerum
famulorum propter gentes conductas per d.nm Bernabonem que
dicebantur esse in castro Luchy (Piediluco) dicte civitati prope
per quatuor miliaria, quod circa diligentem custodiam terrarum
redderent se attentos — 30 sol.

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PERUGIA
DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO

I.
Le origini di Perugia. - La via Amerina.

La fondazione di Perugia deve riferirsi senza dubbio
agli Umbri; e più specialmente, secondo il frammento delle
Origini di Catone, alla forte tribù dei Sarsinati.

Dalle valli del Savio e della Marecchia, gli Umbri disce-
sero nell’ Umbria occidentale; e, col loro rito dell’ incene-
razione, penetrarono per Palta valle del Tevere, ponendo
stanza su Perugia e nel territorio intorno al Trasimeno, spin-
gendosi fino a Chiusi, che conservò il vecchio nome italiano
Camars fino al 295 a. C., e nelle vecchie monete etrusche è
indicata col nome etruschizzato XA; e sulla sinistra del
Tevere si inoltrarono fino a Terni, ove se ne ritrovarono
tracce evidenti alla confluenza del Velino (1).

Subentrarono poi gli Etruschi al tempo della colonizza-
zione di Chiusi e di Cortona; e la leggenda vuole che Perugia
fosse edificata dall’ etrusco Auleste, fratello di Ocno; que-
st'ultimo però, a causa di discordie con Auleste, avrebbe poi

(1) F, Von Dunn, Italische Graberkunde, Heidelberg, 1914, pag. 181.
PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO 121

Da Monte Gualandro, in prossimità di Tuoro, proviene
la grande stele di arenaria, con graffito di stile molto arcaico,
rappresentante una lotta tra due guerrieri provvisti entrambi
di scudo circolare ed armati di lancia e pugnale (Arte etrusca,
VIII sec. a. C:) (1).

Urne etrusche furono anche rinvenute nella zona del
Trasimeno; notevole fra esse quella con iscrizione riferentesi
alla famiglia Lusania, ritrovata nel 1857 a Montesperello
(Magione) in una cameretta funebre (2).

Per lo studio della colonizzazione etrusca è poi impor-
tante la scoperta fatta a Caligiana (Magione), che denota
l’esistenza di un sacello etrusco in quel paesello montuoso:
la stipe votiva era costituita da statuette in bronzo e da
monete: degno di rilievo è un simulacro in bronzo, estrema-
mente allungato, della dea Hygea; le monete romane appar-
gono al sistema semilibrale, e quindi gli ex-voto di Caligiana
debbono riferirsi al III secolo a. C. (3).

Fittili in frammenti ed una piccola statua in agata
furono rinvenuti presso Magione, nel fondo La Rocca, tra il
castello di Zocco ed il villaggio di San Feliziano, a 400 metri
circa dalle sponde del Trasimeno (4).

Notevolissima per Palto pregio artistico è la statua in
bronzo dell’ arringatore Aulo Metello rinvenuta a Sanguineto,
che rappresenta il più insigne esempio della toreutica sta-
tuaria degli Etruschi (5).

(1) Museo Arch. di Perugia, vestibolo N.° 10; MiLanI, Italici ed
Etruschi, tav. XIV, pag. 63, in Atti progresso Scienze, II, 1908.

(2) CONESTABILE, Monumenti di Perugia etrusca e romana, vol. IV,
pag. 105, N.° 107.

(3) Bull. Ist. Arch., 1869, pagg. 187 e segg.; GERHARD, Ueber die
Gottheiten der Etruschen, pl. II, N.° 6; S. R. TAYLOR, Local cults in
Etruria, 1923, American Academy in Roma, pag. 190.

(4) Notizie degli Scavi, 1886, pag. 441.

(5) C. I. E., 4196; Bruun Bruckmann Denk., tav. 320,

E

IDEATE PARTITE ZI NEO
120 S A. PAOLETTI

emigrato nell’ Italia Settentrionale. Silio Italico chiama
perciò Perugia « Ocni prisea domus »; e Servio (Ad Aen.,
X, 198) aggiunge: « Hune Oenum alii Aulestis filium, alii
fratrem, qui Perusiam condidit, referunt; et ne cum fratre
contenderet, in agro gallico Felsinam, quae nune Bononia
dieitur, condidisse » (1).

Il limite occidentale del territorio perugino è segnato
dal Lago Trasimeno; nè si estende più oltre, poichè i mate-
riali archeologici rinvenuti in varî paesi posti sulle sponde
meridionali ed occidentali di detto lago presentano mani-
festi caratteri chiusini; e quindi è d’uopo concludere che
Perugia avesse con Chiusi il condominio del lago (2).

Passando in rassegna le principali scoperte fatte nei
dintorni delle sponde settentrionali ed orientali, troviamo
anzitutto tracce di una stazione eneolitica sul monte Belve-
duto, posto tra i gioghi del Trasimeno, che sovrastano Pas-
signano: raschiatoi, piccole lame, oggetti di forma geome-
trica, pendaglio in quarzo, frammenti in rame, cuspidi di
freccia. Oggetti analoghi furono pure rinvenuti in abbon-
danza in tutta la zona di Magione, percorrendo la serie dei
monti che circondano il lago, nella parte nord-orientale sino
alP altezza di Tuoro (3).

Sulle sponde del lago furono poi ritrovate ascie e spade
delP età del bronzo (4).

Osserviamo però che in questo territorio non sono venuti
alla luce i caratteristici cinerari villanoviani, di cui si sono
invece ritrovati rari frammenti a Perugia.

(1) E. C. HamiLton Gray, The history of Etruria, London, 1868,
parte III, pag. 26; SoLARI, Topografia storica dell’ Etruria, Pisa, 1918,
vol. I, pag. 305.

(2) BIANCHI BANDINELLI, Clusium, in Mon. Ant. dei Lincei, pag. 513.

(3) CALZONI, Umbria preistorica, Perugia, 1923, passim.

(4) MoNTELIUS, La civilisation primitive, tav. 124, figg. 1 e 13;
tav. 126, fig. 21. - RELLINI, Per lo studio delle spade. di bronzo, in Bull.
| Paletn., XLVI, 1926, pag. 62. C————————— * nn

122 Ai PAOLETTI

Nel territorio del Trasimeno, infine, fu anche ritrovata
una piccola statua in bronzo di fanciullo seduto, che si con-
serva nel Museo Vaticano (1).

Tutto questo insieme di scoperte, mentre attesta il
carattere prettamente etrusco e perugino del territorio nord
‘orientale del Trasimeno, indica altresì la grande floridezza
economica e commerciale di questa zona, di cui, del resto, si
ha conferma mediante lo studio delle comunicazioni stradali.

*
Wo

La Tabula Peuntigeriana segna una via, detta Amerina,
che, partendo dalla Cassia presso Vacanas, proseguiva per
Nepi, Faleri, Amelia, Todi e Bettona, passava per Perugia
e tornava di nuovo a sboccare sulla Cassia presso Chiusi (2);
questa via metteva dunque in comunicazione Perugia con
la rete stradale dell’ Etruria meridionale e settentrionale e
doveva avere un'importanza notevole, dal momento che vi
era preposto un pubblico ufficiale, denominato Curator viae
Amerinae (3).

Il tratto Perugia-Chiusi di detta strada non seguiva
l'odierno tracciato della via Pievese per Tavernelle, Piegaro
e Città della Pieve, ma passava alquanto più a nord; ed
entrava precisamente nella conca del Trasimeno, attraver-
sando una plaga ricca di centri abitati; e in quasi tutte le
colline, che in questo tratto la fiancheggiavano, sono stati
rinvenuti materiali archeologici funerari.

La via Amerina, infatti, uscendo da Perugia per la porta
di Bornia o della Mandorla, discende a ponente nella sotto-

(1) CIATTI, Perugia etrusca, pag. 129.

(2) « Itineraria romana », Romische Reisenvege an der Hand del
Tabula Peuntigeriana, ediz. Miller, Stuttgart, 1916; Italia, IV, pag. 292,
carta 92.

(8) 0; T; D., XI, 5833.
PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO 128

stante pianura, ove si trovano l’ ipogeo di San Manno (1)
e varie tombe (2); ripiega sotto il colle di Gualtarella sulla
destra del torrente Genna, alle falde del Monte Lacugnano,
ove si rinvennero urne etrusche; e valica poi il crinale di
questo monte in località San Sisto, dove troviamo l'impor-
tante sepolereto della famiglia etrusca Tizia Vesia (3).

Proseguendo più oltre, altre tombe etrusche e romane (4)
fiancheggiano la via Amerina in località Strozzacappone e
Castel del Piano, al di là delle cave di travertino dei sodi
di Santa Sabina.

A. Castel del Piano, nel luglio 1878, si scoprì una tomba
a camera di forma quadrata con quattro urne cinerarie, nelle
cui iscrizioni latine si leggono i nomi di due famigliari delle
| illustri genti etrusche Volumnia e Praesentia (5).

Una ben più antica ed importantissima colonia etrusca
troviamo poi nel sovrastante colle di Castel San Mariano con
sontuosa stipe votiva in argento e bronzi sbalzati, che, insieme
ai tripodi perugini Loeb, attestano l'esistenza in Perugia fin
dal VI sec. a. C. di un centro di lavorazione del bronzo (6).

Da Strozzacappone la via Amerina, attraverso la fertile
valle del torrente Caina, prosegue verso il colle di Santa
Maria del Mandoleto, donde provengono tre vasi dipinti di
fabbrica perugina, posti a corredo di una tomba etrusca e
conservati nel Museo Vaticano (7); raggiunge l'alto castello

(1) G. BuonAMICI, L’ ipogeo e l' iscrizione etrusca di S. Manno presso
Perugia, in Studi etruschi, vol. II.

(2) BeLLUCCI, Guida ed., pag. 144, N.° 293.

(3) CONESTABILE, Mon. di Perugia cit., vol. IV, pagg. 211 e segg.,
N.' 232-241. i

(4) A. PAOLETTI, in Notizie degli Scavi, 1921, pag. 341.

(5) GAMURRINI, in Notizie degli Scavi, 1878, pag. 701.

(6) PETERSEN, om, Mitteil., 1894, pag. 177.

(7) INGHIRAMI, Monumenti etruschi, vol. V, pag. 40; PassERr, De
tribus vasculis etruscis etc., Firenze, 1872; GALLI, Una fabbrica di vasi a
Monteluce, in Bollettino d’ Arte, 1921.

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E.

MI SCUSA.
124 A. PAOLETTI

perugino di Agello a 18 Km. da Perugia, dove troviamo
iscrizioni funebri di soldati romani della tribù Tromentina;
indi, attraverso le pendici boscose di Montebuono, sbocca
nel bacino del Trasimeno, e precisamente sulla riva sud-orien-

tale, nei pressi dell’antico emissario, e continua verso il terri- |

torio chiusino.

Più oltre non rinveniamo tracce di vita etrusca con i

peculiari caratteri archeologici del territorio perugino; e qui
troviamo anche i confini della diocesi di Città della Pieve
e di Orvieto.

Dalle sponde del Trasimeno il confine del nostro terri-
torio scende verso sud, lungo la linea del torrente Cestola,
indi segue la riva destra del Nestore fino alla confluenza
col Tevere, nella pianura di Marsciano. |

>*
* >*

In questa zona meridionale del territorio perugino, tro-
viamo numerosi avanzi preistorici ed etruschi; a San Biagio
della Valle, paese posto tra la Caina, la Genna ed il Nestore,
dove già furono rinvenuti copiosi manufatti paleolitici (1),
nel 1891 venne alla luce una tomba etrusca con urna iscritta,
che porta il gentilizio della famiglia perugina Sentia, già
conosciuta siccome congiunta alla ben nota famiglia Rafia
a causa delle scoperte perugine del 1822 (2); e nell’ attiguo
paese di Badiola troviamo appunto un’iscrizione etrusca
relativa alla famiglia Rafia (3). Un poco più a sud e sempre

nella sinistra del Nestore, nel paese di Spina, furono recen-

(1) BELLUCCI, L’ epoca paleolitica nell’ Umbria, in Archivio per U' An-
trop. e l' Etnolog., vol. 44, 1914, pagg. 285 e segg.

(2) CARATTOLI, in Notizie degli Scavi, 1891, pag. 160; O. I. E.,
N.° 4089.

(3) C. I. E., N.° 4088.

-—— e
e eem

PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO . 125

temente raccolti oggetti votivi, statuette in marmo di
epoca romana. i

Marsciano, estremo limite meridionale del territorio
archeologico di Perugia, a sua volta, è famoso per un'im-
portante tomba dell’ età eneolitica (1) con scheletro, pugnale
di rame ed armi di selce, materiale conservato nel Museo
Civico di Bologna. Indubbiamente appartiene al territorio,
che stiamo delimitando, in quanto vi furono rinvenuti anche
copiosi frammenti di situle e vasi in bronzo, che fanno
parte del materiale non ancora catalogato del Museo di
Perugia, e che ci illuminano ancora una volta sull’ esistenza
in Perugia di un centro di lavorazione del bronzo.

Notiamo altresì che a Villanova presso Marsciano è stata

ritrovata una bellissima anfora a figure nere, di spiccato

carattere ionico (VI sec. a. C.), con la rappresentazione cen-
trale di Teseo ed il minotauro, proveniente dal corredo di
una ricca tomba etrusca (2).

Nel soprastante Castello di Cerqueto fu scoperto nel 1834
un sepolcro con le urne cinerarie iscritte in etrusco di quattro
matrone della famiglia Rustenia (3). E così pure nel prossimo
paese di Papiano fu ritrovata una tomba etrusco-romana con
cinerari e tegoloni. i

Abbiamo fissato a Marsciano il limite meridionale della
nostra zona archeologica, perchè a sud di questo paese si
entra subito nel territorio tudertino, ove, oltre all influenza

(1) Brizio, Tomba ad inumazione, contenente oggetti litici ed armi
di rame, scoperta mella località detta Poggio Aquilone (Marsciano), in
Notizie degli Scuvi, 1899, pagg. 283-289; Bull. di Paletn., XXIV, 1898,
pagg. 216-238, figg. 43-45; Von DunuN, Italische Graberkunde, I, pag. 28;
MoNTELIUS, Civ. pr., pl. 129. :

(2) BELLUCCI, Guida cit., pag. 110, N.9 186; CurrRERA, Vasi di-
pinti del Museo di Valle Giulia, in Mon. Ant. dei Lincei, vol. XXIV,
pag. 359.

(3) C. I. E., N.' 4083-4086; CONESTABILE, Mon. di Perugia cit.,

vol. IV; pag. 186.

———

— — — — [ Ó—n _——
TL e EQ —

126 : A. PAOLETTÍ

perugina, è manifesta quella del grande eentro etrusco di
Orvieto.

Il Pauly concorda in questo nostro avviso, pur dubi-
tando se l'iscrizione N. 4087 apposta ad una stele funebre,
ritrovata in questi paraggi, sia perugina o tudertina. Il dub-
bio tuttavia non ci sembra possibile, trattandosi di gentilizio
perugino (famiglia Aconia Venetia). Ì

II.

I confini del territorio perugino a sud-est.
La città di Arna.

Con la ripartizione territoriale decretata da Augusto il
contrastato confine degli Umbri eon gli Etruschi fu ripor-
tato al corso del Tevere (1); e così parecchi centri etruschi
vennero nuovamente inclusi nella circoscrizione umbra, men-
tre, attraverso le opere architettoniche e le necropoli, ormai
essi appariscono indubbiamente etruschi per lingua, per
costumi e per civiltà.

Difficile, per altro, è di stabilire in quale epoca gli
Etruschi vi avessero posto piede. Le tracce preistoriche ci
illuminano molto imperfettamente, mediante ritrovamenti
sporadici, circa il succedersi delle due civiltà, senza che
possediamo dati archeologici sicuri, che possano informarci
sulla cronologia di tale successione. La tradizione ci parla
soltanto di trecento castelli, che gli Etruschi avevano con-
quistato agli Umbri, così penetrando nel cuore del loro
territorio (2).

(1) Studi etruschi, vol. II, pag. 686.

(2) PLinIo, III, 53; BoRMANN, C. I. L., IX; BELOCH, Rómische
Geschichte, Lipsia, 1926, passim; GARTHAUSEN, Augustus und seine zeil.,
Lipsia, 1891-1904, vol. I, pag. 941; VARRONE, Apud Censorimwum, '17.
PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO 1277

Relativamente piü agevole, al contrario, riesce di deter-
minare fino a dove era giunta l'espansione militare, politica e
culturale degli Etruschi. Il territorio estendentesi ad oriente,
di rimpetto all’ Arce perugina, ricco di corsi d' aequa (Tevere,
Topino e Chiascio) e di un vasto bacino lacustre, per la sua
stessa conformazione idro-orografica comprendeva fiorenti
campagne, ove gli Etruschi, subito dopo la conquista della
riva orientale del Tevere, non tardarono ad allargarsi con
la loro occupazione stabile, e nei conquistati castelli null’altro
rimase di umbro e di italico se non le copiose e talvolta
bellissime statue del dio umbro Marte, che gli Etruschi con-
servarono a guisa di trofei. Dal canto loro gli Umbri, dopo
lunghe ed aspre lotte, finirono per ritirarsi più ad oriente,
tra i gioghi dell’ Appennino, e nelle loro preghiere nazionali
lanciarono anatemi e maledizioni contro gli usurpatori (1).

Più tardi, però, dovettero certamente stabilirsi tra gli
Umbri e gli Etruschi rapporti normali. di buon vicinato,
tanto è vero, che, due secoli appresso, noi ritroviamo i loro
eserciti collegati contro i Romani nei sanguinosi fatti d? arme,
che ebbero il loro epilogo con la battaglia di Sentino del
295 a. C. (2); ed in ulteriore prosieguo di tempo vediamo
gli Umbri federati insieme con gli Etruschi per la celebra-
zione delle solennità religiose in Volsini.

Il limite dell’ espansione etrusca nel territorio umbro
può farsi giungere a Santa Maria degli Angeli, ove, infatti,
furono rinvenuti i seguenti materiali e monumenti etruschi :

1) Antefisse e lastre di rivestimento in terracotta, con .

semplici baccellature, conservate nel Museo Archeologico
di Perugia; i
2) Stipi votive in bronzo ed avorio (3);

(1) BrEAL, Les Tables Eugubines (1875); Conway, The Italic Dialects,
399 segg.

(2) Livio, X, 25; Dioporo, XX, 35, 44.

(3) Museo di Perugia, camera 5, N.° 297.
128 A. PAOLETTI

3) Iscrizioni di tombe romane appartenenti alla fami-
glia Vespria, e particolarmente notevoli in quanto talune di
esse sono scolpite sopra cippi di termini sepolcrali, onde il
Gamurrini (Notizie degli Scavi, 1886, pagg. 205 e segg.) ha
osservato che doveva qui passare un’antica via, poichè tali
cippi si usavano lungo e presso le strade.

Probabilmente questa via doveva condurre alla sovra-
stante città etrusca di Arna, a cui si ricollegano iscrizioni
romane rinvenute nel territorio di S. Maria degli Angeli (1);
e d’altra parte gli stretti rapporti di Arna con questa parte
di territorio emergono sia nella iscrizione riportata al N. 5610
del C. I. L., vol. XI, e rinvenuta nel 1815 a poche miglia
dalla porta settentrionale di Perugia, donde apprendiamo
che il duumviro della contigua colonia romana di Spello
Versenio Graniano era anche patrono del municipio di Arna;
sia dalla pietra terminale scoperta ad Arna e pubblicata dal
Vermiglioli (2), la quale ivi appunto segnava i confini della
colonia di Spello. Ma la prova più eloquente dell’ apparte-
nenza di queste tombe romane di S. Maria degli Angeli a
famiglia di origine etrusca si lascia desumere precisamente
dal nome Vespria; giacchè noi sappiamo che la sontuosa
tomba etrusca di Bettona scoperta nel 1913 appartiene alla

stessa famiglia (3).

Per la nostra delimitazione del territorio perugino in
direzione sud-est giova infine considerare che una parte del
materiale archeologico rinvenuto più oltre, e cioè ad Assisi,
risente bensì l'influenza etrusca, ma ormai se ne differenzia

È essenzialmente per natura e caratteri stilistici, e che l’ antica
diocesi di Perugia, sorta sulla circoscrizione romana, termina
ad Ospedalicchio, località del territorio di Bastia Umbra
assai prossima a S. Maria degli Angeli.

(1): C. I. L., XI, N.° 5614.
(2) VERMIGLIOLI, Iscrizioni perugine, vol. II, pag. 284, N.° 10.
(3) CULTRERA, in Notizie degli Scavi, 1916, pag. 28.
PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL ‘TERRITORIO ARCHEOLOGICO 129

Al di là di questo vero e proprio limite territoriale,
anche in altri paesi finitimi dell’ Umbria si trovano qua e
là tracce di espansione della civiltà etrusca, attestata dai riti
funebri e dal materiale che presenta le stesse impronte arti-
stiche dei centri e delle necropoli poste nell’ambito della
regione soggetta a Perugia; sicchè può dirsi che la linea
dorsale dell’ Appennino ha segnato il limite massimo di infil-
trazione della civiltà etrusca, in quanto pagi etruschi si erano
formati anche sulle prime pendici e raramente si erano incu-
neati fra i gioghi dei monti.

L'occupazione etrusca nel territorio sulla sinistra del
Tevere nelle vicinanze di Perugia si appoggiava a tre grossi
Vici fortificati a guisa di teste di ponte, e cioe Arma, Bettona
e Deruta, di cui la seconda, posta su ripido colle sovrastante
al Chiascio, è ancora oggi circondata da una cerchia impo-
nente di mura squadrate (1).

Nè vale l'obbiezione che queste rocche umbre vennero
poi ascritte alla tribù Clustumina, mentre Perugia fu asse-
gnata alla tribù Tromentina; ciò si può spiegare pensando
che questi castelli si siano sottratti ben presto all’ egemonia
di Perugia, poichè è noto che il predominio e l'influenza
di Perugia sui Comuni posti al di là del Tevere scemarono
dopo la battaglia di Sentino.

'attuale Civitella d' Arna (2), paese a 12 Km. da Perugia,
é posta su una collina ad est del Tevere, in un terreno ter-
ziario, ricco di banchi di sabbia e di affioramenti sabbiosi.

(1) Prinio, III, 114; Tab. Peunt., ediz. Miller; Geogr. Raven.,
N.° IV, 33; C. I. L., XI, N.° 747; BIANCONI G., Bettona umbro-etrusca,
Bettona romana, in Arte e Storia, 1896, XV, pagg. 77, 78; GAMURRINI,
in Notizie degli Scavi, 1884, pagg. 143 e segg.; BrancoNI G., Di Deruta
terra della provincia perugina: Cenni storici descrittivi, Todi, 1854; NISSEN,
Die ‘italische Landeskunde, pag. 321.
i (2) VERMIGLIOLI, Del Municipio Arnate nuovamente scoperto in lapide
inedita del museo lapidario dell’ Università di Perugia, in Giornale Arca-
dico, 1819, pagg. 283-296; Ip., Dell’ antica città di Arna umbro-etrusca,

EL mori I
A. PAOLETTI

Abbiamo traccie di materiale preistorico:
Luoghi ossiferi di quaternario.
Area ricca di manufatti paleolitici (1).

Plinio (2), descrivendo la VI regione dell’ Italia, colloca
nell’ Umbria i popoli Arnati; Silio Italico (3) pone Arna fra
le città umbre; Tolomeo (4) la distingue come prima fra gli

Umbri più orientali,

Doveva trattarsi di un oppido difeso da una cinta di
mura; alcuni tratti sono ancora visibili.

La tradizione storica dà a questo paese una posizione
importante nelle guerre combattute da Roma in Etruria ed
Umbria contro i collegati (295).

L’esercito romano, poco prima della battaglia di Sentino,
si trovava ad oppidam Aharnam, dove avvennero importanti
operazioni strategiche (5).

Il materiale archeologico proveniente da Arna si presenta
con una facies, che ci rinvia al periodo più tardo della civiltà
etrusca e all’ arte romana. i

Da Arna proviene un ricco materiale di urne (6), ori,
pietre incise, vasi, monete, di cui manca la notizia di scavo;
molti oggetti emigrarono in musei esteri e furono dispersi
in collezioni private. |

Perugia, 1800; LuPATTELLI, Dell’ antica Arna città umbro-etrusca poi
romana esistente presso l’ attuale Civitella d' Arna, Firenze, 1885; BORMANN,
C. I. E., XI, pag. 811.

(1) BeLLUCEI, in Archivio per V Antrop. ed Etn., anno 1914.

(2) PLInIO, libro III, cap. 14.

(3) Stio ITALICO, libro VIII.

(4) TorowEo, libro III, cap. 1.

(5) Livio, 25, 4.

(6) VERMIGLIOLI, Dell'antica città di Arna, pag. 193, . PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO 131

Pure in località presso Arna fu ritrovata la testa in
bronzo di Hipnos, ora al British-Museum (1).

Di una scoperta notevole (2) ci dànno notizia antichi
storici perugini:

I. — TOMBA.

Non se ne conosce la struttura; risulta solo che il cor-
redo era ricco di bronzi pregevoli.

Bronzi.
Due statuette, che servivano. di sostegno a specchi
concavi,
Grande vaso.
Due candelabri.
Lucerna con catenella.

II. — TOMBA.

Si tratta di una tomba ad inumazione (3), dove fu rin-
venuto uno scheletro, coperto di tegoloni in terracotta; non
si ha notizia, se vi fosse sarcofago o cassa di legno.

COnt.

Bulla (venne fusa per ricavarne il prezioso metallo).
Bronzi.

Bisellium con piedi torniti e bracciali pregevolissimi per

la fine esecuzione delle teste di animali scolpiti superior-
mente e dei busti di genî scolpiti in basso.

(1) Mon. d. Tust., VIII, tav. XII; Brunn.- Bull. Ist., 1864; Brunn.-
Bruckmann, N.° 235.

(2) CESARE CRISPOLTI, Perugia Augusta, Perugia, 1648, pag. 204;
Mss. PP. Olivetani.

(3) Scoperta avvenuta nel 1787. VERMIGLIOLI, Dell’ antica città di
Arna, 1800, pag. 178; LuPATTELLI, Dell’ antica Arna città umbro-etrusca,
1885, pag. 17; BELLUCCI, Guida cit,, N.° 239, figg. 30 e 31,
132 A. PAOLETTI

*
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Notizia di scoperte varie abbiamo dal Vermiglioli (1):

Pavimento a mosaico in tessere a colori.

Castone di anello in corniola, che porta incisa la figura.
di un attore scenico con maschera (2).

Scarabeo in corniola, ove è scolpita la figura di Ercole,

III. — SEPOLCRETO.

Gli oggetti di corredo funebre vennero rinvenuti nel 1886
in scavi (3) nei vocaboli « La Madonna » e « Pepaia »: si
tratta di tomba depredata.

Urne cinerarie in travertino con coperchio foggiato a
kline, dove si trova una figura recumbente.
Tombe a fossa d'inumati coperti da tegoloni, vicino
furono rinvenuti gli oggetti di corredo:
Ori.

Coppia d’orecchini; anello.

Bronzi.
Specchio graffito: giudizio di Paride.
Vetri.
13 balsamari.
| Pittili,

Lucerne fittili; vasi aretini.

(1) VERMIGLIOLI, op. cit. sopra, pag. 190, tav. XI.

(2) LUPATTELLI, op. cit., pag. 20; CONESTABILE, Monumenti di
Perugia cit., pag. 481.

(3) Notizie degli Scavi, 1886, pag. 287, PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO

IV. — TOMBA.

Tomba a camera (1)'seavata nel terreno; si rinvennero
i resti di un inumato ed una ricca e preziosa suppellettile.
Ori.
Anello sigillo. Nel castone dell’ anello si rinvenne pasta
vitrea bruciata.
Argento.
Spillone da capo in forma di spada.
Due balsamari con coperchio. Nella cavità è ancora
della materia balsamica (2).
Bronzi.
Piedi torniti di biselliwm ; numerosi frammenti di lamina
spettanti allo stesso oggetto.

Alcune laminette con doratura, tagliate a foglie di lauro,

avanzi di una corona fogliata.
Fittili.
Numerosi balsamari fittili con corpo ingrossato, rispetto
al collo ed al piede molto sottili e stretti.
Vetri.

Pastiglie in pasta vitrea; latruncoli.

V. — SEPOLCRETO (3).

Nel 1887 avvenne la scoperta di tombe in vocabolo
Osteria (Arna).

Non se ne conosce la struttura. Il corredo funebre ap-
pare molto ricco.

(1) Notizie degli Scavi, 1886, pagg. 411 e 449; LUPATTELLI, op. cit.,
! pag. 24. -
| (2) BELLUCCI, Guida cit., pag. 128, N.' 672 e 675.
(3) GAMURRINI, in Notizie degli Scavi, 1887, pag. 85,
A. PAOLETTI

a) Tomba.
Ori.
Orecchini a cordone ritorto, che termina in un’ estremità
a testa leonina e nell'altra con globetto (IV sec.) (1).
Bronzi.

Specchio graffito: una figura femminile abbraccia un
giovane, ai lati due figure.

b) Tomba.

Argento.

Anello sigillo. Il castone porta due teste, l'una maschile
a destra, l'altra femminile a sinistra (rovinato).

c) Tomba.
‘Ori.
Coppia di orecchini a rosetta, da cui scende un’ anforina
con dei pendagli a catenella (III sec.) (2).

*

Anello sigillo. Nel castone è incastrato un granato.

Argento.

Tre unguentarî a bocciuolo con elegante manico.

Unguentario con coperchio a campanula. Nel corpo
sono festoni pendenti da teste di ariete.

Vasetto con coperchio sormontato da uccello.

Laminette.

(1) Gatti, in Notizie degli Scavi, 1915, pagg. 261 e segg.; HADACZECK,
Der Ohrschumck der Griechen und Etrusker, in Abhandl. d. Arch. Seminars
d. Univers. Wien, 1903, pag. 75, fig. 146.

(2) GAMURRINI, in Notizie degli Scavi, 1887, pag. 86; HADACZECK,

‘ Der Ohrschumek, op. cit., pag. 72 (per il tipo cfr. CONESTABILE, Dei

monumenti di Perugia: Palazzone, to. XXIII, 9).
PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO 135

Bronzi.

Basi e rivestimento di letto funebre in legno.

d) Tomba.
Ori.

Coppie d’orecchini a rosetta da cui pendono catenelle (1).
Grosso anello a castone sagomato con pastiglia violacea.

Vetri.
Unguentarî di vetro turchino con strie verdi ed onde.
Bronzi.

Specchi in bronzo; due strigili.

e) Tomba.

Quattro urne cinerarie in travertino con prospetto scol-
pito.
Vasi aretini; lucerna fittile.

Fra il terreno furono rinvenute monete di Domiziano
e Costantino.

Le numerose epigrafi latine ben testimoniano Pimpor-
tanza di Arna romana.

Arna ottenne la cittadinanza romana nell’anno 89 e fu
assegnata alla tribù Clustumina (2).

(1) HADACZECK, op. cit., pag. 72.
(2) KuBITSCHEK, Imperium Romanum tributim descriptum.
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IERI ARE ia

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136 As PAOLETTI
I magistrati di Arna sono nominati nelle iscrizioni:

< aed(ilis) II vir i(ure) d(icundo) q(uaestor)
reip(ublicae) et alimentorum Arni(um) » (1).
« Patronus Municipi Arnatum » (2).

« Dispensator Poppaae » (3).

Anche in Arna la magistratura dei quattro viri è sosti-
tuita da quella dei due viri. Ottaviano, dopo la guerra del 41,
costituì Arna sull’ esempio di Perugia (4).

Altro materiale epigrafico, scavato nelle immediate vici-
nanze di Arna, ci fornisce dati che confermano le notizie
di scrittori perugini, su di un tempio dedicato alla Fortuna
aneora esistente in età imperiale.

Nelle adiacenze del tempio sono apparse traccie di terme
e favisse, dalle quali provennero numerosi oggetti votivi (5).

Il Ciatti (6), parlando di questo tempio, ricorda le mura;
abbiamo inoltre una testimonianza medioevale per le colonne
di raro pregio, trasportate da Arna a Perugia nel tempio
di S. Angelo (7).

« Fortunae - Bon (Sacrum) L. Vibl. Tro. Clemens V. S. » (8).

« Phileros, qui praefuit Templo Arnati Statia Carite. Fortunae
D: D; (9)

« Fortunae saerum ».

« C. Doius C. F. Chor. ex. Auri P. R. V. V. L. M. » (10).

(EOS. XI; N.9» 5614.

(2) C. I. L., XI, N.° 1815 (da Arna).

(3).C. I. L., XI, N.° 5612 (da Arna).

(4) BeLocH, Die Rómische Geschichte, 1926, pag. 510.

(5) CRISPOLTI, Perugia Augusta, p. 204, ms. PP. Olivetani.
(6) CrATTI, Perugia romana, pag. 407.

(7) Bolla di Bonifacio VIII; Mss. Bulgari Montemelini, N.» XXX,
anno 1295; VIVIANI, Tempio di 8. Angelo, in ‘Bollettino della R. Deput.
di Storia Patria dell’ Umbria, vol. XVII, 1911, pag. 875.

(8) O. I. L., XI, N.° 5611.

(9). €. I. y: XI, N.» 1814.

(10) C. I. L., XI, N.° 1813.

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PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO 137

La prova evidente delPesistenza di questo tempio, in
epoca etrusea, si desume dalla stipe votiva, da un'antefissa (1)
(II sec. a. C.) e dal culto della Fortuna, che si identifica
con quello della dea Nortia (2).

Restano traccie di costruzioni romane, vani adibiti a
serbatoi d’acqua.

CONCLUSIONI.

La necropoli ed i monumenti di Arna offrono documenti
sicuri dell’ esistenza di un importante centro abitato.

Il paese che circonda Arna, ricco d’acqua e di foreste,
influì certamente allo stanziamento di popolazioni, sin dalla
età paleolitica.

Accanto al ricco e svariato materiale (urne cinerarie,
olle fittili, oreficerie e vasi) con le peculiari caratteristiche
delle sepolture etrusche del Perdgino (IV, III sec. a. C.)
rinveniamo, in altre tombe, oggetti inerenti all’ abbiglia-
mento, alla mobilia ed al rituale funebre (orecchini, anelli,
bisellia, letti e unguentari) che rivelano contatti con Parte
e l’industria romana.

Arna, ricca stazione di civiltà nella valle del Tevere,
fiorì in età etrusca, dominata da Perugia, ma, sottrattasi a
questa egemonia, ebbe una vita prospera e rigogliosa in

‘ periodo romano.

III,
I confini tra Arna ed il Trasimeno.

A nord della testa di ponte di Arna, proseguendo la
delimitazione del territorio perugino, il confine degli Etruschi
con gli Umbri ritorna sulla riva del Tevere, la cui valle,

(1) Museo Universitario Archeologico di Perugia.
(2) TAYLOR, Oults, pag. 154.
138 x A. PAOLETTI

più ristretta ed ombrosa, è .cireondata da terreno sempre
più aspro e montuoso.

Varie tombe occupano qui le sommità delle colline
marnose-arenacee, che fiancheggiano a sinistra la valle del
Tevere. Casamanza, Villa Pitignano, Cordigliano, Monte Ba-
gnolo, Monte Paciano, Ponte Pattoli ci forniscono una prova
della densa colonizzazione nei dintorni di Perugia.

Presso il confine N. E., N. e N. O., nel territorio di
Monte Tezio e di Monte Acuto, troviamo importanti sepol-
creti, collocati nei predi di ricche famiglie etrusche, le quali
presso la loro villa vollero avere anche la tomba.

A Casamanza, nel 1904, si scoprì una tomba a fossa (1)
con scheletro coperto di tegoloni e corredo funebre di bronzi,
di armi in ferro e di fittili di fattura ordinaria; pregevoli
sono i bronzi, che, per la finezza della materia e della tec-
nica, conferiscono alla tomba stessa qualche importanza e
permettono di assegnarla al III secolo a. C.

Alla base dei colli di Villa Pitignano e di Cordigliano,
presso i grandi torrenti Rio Grande e Rio Bosco, è un’ area
ricca di manufatti paleolitici (2).

Presso Villa Pitignano fu altresì rinvenuta una piccola
lastra in bronzo; nelliserizione di questa tessera pagana in
bronzo, fatta fondere da un tal Lucius Farusanus Favor, è
notato il pago paetiniano (3).

Ivi fu pure rinvenuta una stele in marmo, monumento
funebre di un Publio Pacilio Leone (4).

Al contiguo paese di Cordigliano appartiene una tomba
etrusca a fossa (5), contenente un’ urna cineraria e fittili

(1) LuPATTELLI, in Notizie degli Scavi, 1904.

(2) BELLUCCI, op. cit., in Arch. per V Antr. ed Etn., vol. 44, 1914,
pagg. 285 segg.

(3) C. I. L., XI, 1947; Rossi, in Giornale di erudizione artistica,
anno I, tav. 2-A.

(4) O. I. L., XI, 1936.

(5) E. GALLI, 1915, pag. 270.
PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO 139

comuni; questo sepolcro, la cui volta si ritrovò franata, può
datarsi tra il III ed il II secolo a. C.

Nel sovrastante Monte Bagnolo rinveniamo una stele
funebre. etrusca (1) ed un cippo sepolcrale (2) con iscrizione
latina,

A Monte Paciano furono ritrovate olle cinerarie etrusche
appartenenti alle famiglie Causna e Cracna (3).

Un’importante scoperta di ricca tomba etrusca è avve-
nutà nel 1897 a Colognola (4), paesello: situato su di un? al-
tura del massiccio del Monte Tezio. Si tratta di una camera
sepolcrale con volta formata da grandi massi sovrapposti
(franata in antico).

La suppellettile consta di cinque urne cinerarie e di
fittili di ordinaria fattura. Fra le urne ve n’è una vera-
mente pregevole per la forma elegante e per la decorazione
architettonica del letto funebre, onde è foggiato il prospetto.

La zona di Monte Tezio e di Monte Acuto assume una
certa importanza per i ricchi monumenti funebri, che vi
sono stati rinvenuti, sebbene non. vi abbia fiorito nessun
centro abitato di rilevante grandezza.

AI di là di questa zona montuosa non vi sono altre
vestigia di colonizzazione etrusca; e quindi è agevole segnare
il confine dell’antico territorio perugino.

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Da Compresso, paese appoggiato sui contrafforti del
Monte Tezio, proviene una piccola statua in terracotta, del-
l’ultima epoca dell’arte etrusca, rappresentante una divinità

(1) O. I. E., 3442; DEECKE, Bezz. Beitr., III, 44, N.? 75; PAULI,
Bir. Stud., X, 18, N.° 23; Etr. Fo. w. Stu., I, 22, N.0.115.

(2) €. I. L., XI, N.° 2047; Bull. Inst., 1882, pag. 185.

(3) O. I. E., 3441.

(4) Notizie degli Scavi, 1899, pag. 263,
140 A. PAOLETTI

maschile seduta, che doveva avere il suo culto in quel
luogo (1).

In un territorio montuoso, presso il Monte Tezio, nella
regione di Faggeto, fu scoperta nel 1924 una tomba genti-
lizia della famiglia Cairunia (2) di forma architettonica inte-
ressante. Trattasi di cameretta quadrangolare con volta a
botte, composta di massi accostati, combacianti tra loro, che
riposano sopra un frontoncino monolitico triangolare.

: Di fronte al dromos d'ingresso si apriva la porta di tra-
vertino ad un battente, girevole sopra i cardini. La tomba,
depredata in antico, conteneva solamente un'urna cineraria
e fittili grezzi (IV e III sec.). -

Il territorio perugino comprende tutto il sistema mon-

tuoso formato da pendici e colline variamente orientate e
dominate dai due massicci del Monte Tezio e del Monte
Acuto, estendentesi sino alla riva destra del Tevere e lungo
questa fino alla confluenza del torrente Niccone.

Da Migiana di Monte Tezio (3) e da Antognolla (4)
provengono iscrizioni etrusche su pietre di travertino.

Nel paesello di Preggio fu scoperta un’importante costru-
zione tombale, formata internamente da una cameretta qua-
drangolare con dromos. Le pareti, scavate in parte nel ter-
reno, sono composte da filari di massi squadrati; copriva la
tomba una volta a tutto sesto, di cui restano alcuni blocchi
ineurvati (b).

(1) PASSERI, IMustrazione di un simulacro argillaceo scoperto melle
campagne di Perugia nel 1773, Perugia, 1774; BELLUCCI, Guida cit.,

N.° 151, fig. 25. i

(2) E. GALLI, in Notizie degli Scavi, 1924, pag. 322.

(3) C. I. E., N.' 3436-3438.

(4) O. I. E., N.° 3440.

(5) ConTINI, in Notizie degli Scavi, 1922, pag. 106. Nella zona di
Perugia sono numerose tombe etrusche a botte; tra le più importanti
notiamo S. Manno, Bettona, Faggeto e Preggio.

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xem e PERUGIA - DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO ARCHEOLOGICO 141

Pure notevoli come materiale archeologico sono alcune
lampade metalliche (1), provenienti da Preggio: due di esse
hanno un’iscrizione votiva, con cui Flavia Epictisia le dedica
alla Fortuna (2). L'iscrizione è in caratteri romani frammisti

ad alcune lettere etrusche, che ben attestano la trasforma-

zione della lingua etrusca nella latina.

Avanzi di fabbriche romane, conserve d’acqua, ninfeo di
fontana dell’ età imperiale sono venuti alla luce nel predio
Falco, presso Umbertide, estremo limite settentrionale del
nostro territorio archeologico (3).

Il Beloch (4), delimitando i territori delle città italiche,
fa coincidere sul corso del Niccone il confine settentrionale
del territorio perugino con quello della diocesi odierna;
senz'altro, accettiamo siccome esatta questa linea, nè cre-
diamo di poter estendere più oltre il territorio archeologico
di Perugia.

ANNA PAOLETTI

(1) BeLLUCCI, Guida cit., pag. 134, N.° 248; FABRETTI, N.' 2012-2014
(scoperte nel 1794).

(2) TAyLOR, Local cults in Etruria, pag. 154.

(3) GUARDABASSI, in Notizie degli Scavi, 1878, pag. 292.

(4) BeLOCH, Rómische Geschichte, Lipsia, 1926, pag. 572.

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LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO
“ URBINUM HORTENSE ,

Nella bassa quota della pianura umbra, a nord di Can-
nara, in vocabolo Pantano, presso la casa colonica Pesci,
costruita sul diruto monastero di S. Caterina, al lato sinistro,
sul più estremo margine della stradetta che vi si estende,
emerge una pietra confinale, a forma ‘di cippo, su cui, cor-
rosa dal tempo e mutilata da mani vandaliche, si legge la
seguente iscrizione:

L'iscrizione va così completata: « Comunità Colleman-
cio 1610 ».

Fino a quei pressi, dunque, giungeva il territorio di
Collemancio nel 1610 ed il 3 ottobre 1757, presso lo stesso
termine, gl’illustri magistrati della Comunità di Cannara,
stabilivano i confini tra questa e quella Comunità (1).

(1) Archivio Notarile di Cannara, Instrumentorum, appaltis, eic.
Visitatio terminorum et confinio Territorialium sub die 3 oct. 1757. La
visita fu compiuta dai Sigg. Cap. Pietro Feltri ed Ettore, suo figlio,
Alessandro e Raimondo Tani, protopriori, e Giovanni. Salemmi e
Bartolomeo Modestini,. priori, assistiti dal notaio e segretario priorale
Filippo Bacchini, con intervento del pubblico trombetto Francesco
Antonio Ferroni.

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G. CANELLI - BIZZOZZERO

Di fronte alla predetta casa colonica passa una strada
che si estende diretta, curvandosi leggermente in fondo,
verso destra, fino a raggiungere la riva del fiume Topino,
anzi si tronca addirittura sulla sponda, quasi che debba
proseguire.

Esaminando le rive opposte del fiume si. scorgono i
resti di due pilastri, i quali ricordano un ponte esistente
certamente nel secolo passato. i

Al suo posto oggi traghetta una vecchia barca, mante-
nuta a riva da un robusto canapo.

La strada, oltre il fiume, continua e, passando per Tor
d' Andrea, sbocca a S. Maria degli Angeli.

Dalla parte opposta della casa colonica Pesci, in direzione

‘del tronco descritto, prosegue, leggermente serpeggiando, tra

due folte siepi. Poi lievemente: sale e s'interseca con la
strada comunale che, da Bevagna, mena a Bettona.

L’intero tronco è chiamato Strada Ducale, dai nobili
Ughi di Firenze, che divennero proprietari di quei terreni:
con la scomparsa dell’ ultimo Baglioni, Malatesta V, vescovo
di Assisi.

Sembra che la via debba arrestarsi di fronte ad un’ edi-
cola di recente costruzione, situata sul margine opposto della
strada comunale; ma invece non si arresta: sale ancora
verso la montagna, si protende in uno stretto viottolo in-
gombro di sassi, si confonde con il letto di un torrentello,
passa presso modeste case campestri, si spinge sempre più
in alto, finchè conquista il colle.

Da lassù appaiono le prime manifestazioni archeolo-
giche.

Lungo la strada, tra gli sterpi, sulle pareti delle ca-
panne e delle case, si osserva un marmo che può essere
una cornice, una pietra d’intaglio e qualche grossa tegola
dell’epoca romana. Osservando il terreno, tra le zolle, 1’ oc-
chio esperto scorge tesserine di mosaico e terrecotte fine-
mente verniciate. LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 145

Sono frammenti appartenenti alle ville che una volta
si elevavano superbe lungo la strada, sul fianco della collina
ubertosa, di fronte a quel meraviglioso paesaggio umbro
che allora, più di oggi, doveva essere attraente.

Prosegue la strada per scomparire, attraversata da un.
largo vigneto: gli sterpi la fiancheggiano nuovamente, mentre
appare il primo indizio della città sepolta. Non è più terra
ingombra di sassi, che si vede; ma un lastricato compatto,
omogeneo, formato di pietre ineguali, irregolari, corrose ai
due lati, dove una volta passavano le ruote dei carri: è la
strada romana che appare ai nostri occhi, conservata intatta,
per brevi o lunghi tronchi, così come la videro e la prati-
carono gli Urbinati.

Ora taglia netta, in una larga linea, la curva della
montagna, poi si avanza in mezzo al residuo di quello che
fu fitta boscaglia e, interrotta spessissimo, riappare per
lunghi tratti lastricata, lasciando alla sua destra la vetusta
chiesa di S. Lucia, sorta certamente sulle rovine di qualche
villa sontuosa: tutta la zona d'intorno è cosparsa di fram-
menti di tegole, tessere di mosaico e marmi antichi.

Descrivendo ancora altre curve, giunge sul culmine
estremo della collina, dove scompare il lastricato.

A sinistra si scorge la valle umbra ed a destra la massa
oscura dei monti Martani, alle cui falde scorre l’acqua del
Sambro.

Ancora qualche passo innanzi, verso la sommità della
collina, dove gli sterpi sono più numerosi e dove il terreno
forma delle superfici pianeggianti a più ripiani; un breve
sentiero ci conduce sopra un greppo: siamo nel recinto della
città sepolta.

‘Su, in alto, nel punto dominante tutta la zona, si eleva
il rudero preromano, attualmente rimesso alla luce: la massa
oscura dei blocchi ciclopici appare possente, quasi che su di
essa ancora sorgano le grevi colonne del tempio!
e = - reato) xx pero MÀ Le = —
È : È cd roiyu1[ = eucarioti
—_____._- -- :

146 G. CANELLI - BIZZOZZERO

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inu tempi assai remoti, ia valle umbra, dalle fonti del
Clitunno fino a Torgiano, era completamente sommersa nelle
acque, che, al dire di Paolo Diacono, avrebbero dato il nome
all’intera regione (1). i

La grande distesa di acque formava il lago Umbro, il
quale lambiva, presso a poco, le località dove si trovano
oggi Parrano di Trevi, Cave e monte di Fiammenga di Fo-
ligno, valle di Capitan Loreto di Spello, monte di Rivotorto
di Assisi e di S. Maria degli Angeli, Torchiagina, parimenti
di Assisi, Capro di Bevagna e monte del predio di S. Croce
di Cannara. Si addentrava nelle sinuosità dei monti, tutti
coperti di fitta boscaglia, formando frastagliatissime coste:
era sbarrato dalle pendici del monte di Deruta, unité alle
colline di Torgiano, Brufa, Collestrada e S. Egidio (2).

Il punto migliore per vedere lo specchio completo delle
acque doveva essere il picco più elevato dei monti Martani,
che si trova dietro alla zona archeologica di Collemancio,
verso Bettona. Anche oggi, dopo tanti secoli, si chiama
« Veduta del lago » (3).

(1) PAoLO VARNEFRIDO detto DIACONO, Dei fatti dei Longobardi,
libro II, capo XVI.

(2) GruLio BALDACCINI, Contributo alla storia fisica della valle spole-
tana e folignate (pianura umbra) in rapporto alla irrigazione, Foligno,
Pol. Salvati, 1903, pag. 35. Una naturale diminuzione delle acque av-
venne per il terremoto dell’anno 444 che, scuotendo i monti umbri,
chiuse le sorgenti del Clitunno che le alimentava, riducendolo nel ruscello
di oggi. Altra incisione della sella di Torgiano, per cui la pianura fu
completamente prosciugata, fu operata nell’anno 489, quando Teodorico,
re degli Ostrogoti, ordinò il prosciugamento della valle spoletana, meri-
tando dagli Umbri il titolo di glorioso. Secondo la tradizione, le prime
opere di bonifica furono praticate dai monaci Benedettini di monte
Subasio e dei monti Martani.

(3) Guida d' Italia del Touring Olub Italiano - Italia centrale, vol. III,
1923, carta im scala 1:250.000, Il Tevere da Perugia a Todi e i territori
di Assisi, Foligno e Spoleto, pag. 496. Il picco si trova a quota 577,

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LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 147

La prima incisione della sella di Torgiano, per cui le
acque poterono sboccare nel Tevere, sembra sia stata ope-
rata dagli Etruschi ed al tempo di Roma rimanevano sola-
mente due residui del lago: quello di Bastia, per cui questa
città reca anche oggi nel suo stemma i motti: Lacus vetus,
Lacus Persius, Insula romana, e quello tra Foligno e Beva-
gna, chiamato dai Latini « Lago Umbro: », forse in riferi-
mento al lago scomparso: lo citano Strabone, Plinio, Silio
Italico e Properzio (1).

I recenti lavori di scavo nella zona archeologica di
Collemancio hanno dimostrato che altri popoli, molto più
antichi dei Romani, si stabilirono sulla collina, elevando su
di essa i loro templi e le loro fortificazioni.

A tal proposito mi piace menzionare D. Sante Sabba
tini, curato di Collemancio, circa un secolo fa. Nello scrivere
una storia delle chiese dipendenti dalla sua pievania, si
riferì alla città sepolta, dicendo che era stata edificata nel
2556 dalla creazione del mondo, come attestavano, sembra
concordemente, lo storico Ant. Francesco Egidi di Assisi ed
il priore D. Stefano Tofi di Bettona, i quali, inoltre, ammet-
tevano che si chiamasse Orviano (2).

L’affermazione non ha fondamento storico; tuttavia è
il risultato della tradizione, la quale spesso è guida preziosa
per le ricerche, come appunto è avvenuto per il rinveni-
mento storico in questione: tradizione che conferma larga-
mente come.la collina fosse popolata in tempi antichissimi.

Considerando adunque che la; valle umbra, in quei lon- .
tani tempi, come abbiamo visto, era coperta dalle acque,
la strada che ci ha condotti nella zona archeologica non è
la sola che conduceva ad Urbinum Hortense..

(1) Libro 4 de bello pwnico; Elegia I, libro 4.
(2) D. SANTE SABBATINI, Storia insulsa delle chiese del territorio di
Collemancio, manoscritto inedito del 20 dicembre 1828. Lo possiede
l’attuale Parroco di Collemancio, Rev. D. Raniero Morettini.
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148 G. CANELLI - BIZZOZZERO
Doveva esisterne altra più antica, la quale doveva sno-
darsi presso il sentiero che attualmente conduce a Bettona.

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Alcuni carbonai, pratici di ogni angolo della montagna,

.mi hanno riferito che a Sorniano, località dei Martani situata

nel versante opposto a quello che si scorge dalla zona archeo-
logica di Collemancio, esistono alcune grotte.

Non ho avuto occasione di visitarle, ma se la posizione
e conformazione è quella che mi è stata descritta, si do-
vrebbe pensare alle caverne preistoriche, simili a quelle sco-
perte recentemente a Cetona. i

Non è che una semplice supposizione la mia e so di
ardire alquanto: se corrispondesse a verità si dimostrerebbe
che questi monti furono abitati dalle prime popolazioni che
sì spinsero nella Penisola: avvalora l'ipotesi il fatto che la
valle, essendo coperta dalle acque, era inabitabile.

Che popolazioni antichissime, come ho detto, abbiano
elevato le loro costruzioni sulla collina di Collemancio, lo
confermano gli scavi archeologici, i quali hanno rimesso
alla luce il basamento di un tempio certamente preromano.

Gli scavi sono all’inizio e non forniscono ancora mate-
riale sufficiente per identificare quelle prime popolazioni.

La struttura del monumento, però, mi fa pensare seria-
mente alla maniera etrusca. ‘

Ma gli Etruschi, secondo alcuni storici, non si sarebbero
spinti oltre la riva sinistra del Tevere; in conseguenza di
ciò il monumento non potrebbe essere etrusco.

Innanzi tutto occorre distinguere i varî periodi di tale
civiltà. (od

Intorno al X secolo a. C., troviamo gli Etruschi stan-
ziati nella penisola propriamente detta, assieme agli Umbro-
Sabelli; nel VII o VI secolo, li troviamo spingersi nell’ Emilia
e nella Liguria, dove soggiogarono quell’ antichissima stirpe,
i Liguri, i quali, secondo gli studi toponomastici, avevano

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LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 149

conquistato non solo l’Italia, ma anche buona parte del-
l Europa. meridionale. Proseguendo nella loro espansione,
conquistarono «la pianura del Po e, nel centro e meridione
d’Italia, si spinsero nel Lazio e nella Campania, dove si
rinvengono le loro vestigia archeologiche: Roma, Capua,
Nola, Ercolano e Pompei furono indubbiamente etrusche.

Catone dichiara che questo popolo aveva sottomesso
quasi tutta l'Italia e Livio afferma che per mare e per terra
costituiva la più grande potenza prima dell'avvento dei
Romani (1).

Se il monumento preromano rimontasse a tale epoca
remota, non vedo l’impossibilità che esso possa essere etrusco,
essendo etrusca quasi tutta la Penisola e quindi una propag-
gine di tale popolo poteva ben incuniarsi nel territorio
umbro-sabello.

Se però rimontasse oltre il secolo IV, quando, dopo la
caduta di Melpo, il popolo etrusco dovette ridursi al primi-
tivo confine, presso i duodecim populi Etruriae, tra il Tevere
e l’ Arno, troverei sconcordi gli studiosi.

Eppure la zona archeologica di Collemancio, prima di
Roma, ha appartenuto. all’ Etruria, e forse dalle epoche più

remote.

Non voglio riferirmi alle mura di Bettona, prevalente-
mente etrusche, che si trovano oltre il confine del Tevere,
nè al monumento preromano, come ho detto innanzi, nè al
materiale rinvenuto; per dimostrare il mio asserto dirò sem-
plicemente che nel Museo Etrusco-Romano di Perugia è
conservata una lapide, già appartenente alla nostra zona, la
quale cita la tribù Stellatina. La stessa tribù è citata più volte
in altra lapide, rinvenuta nel 1568, come dirò più innanzi.

Ma la tribù Stellatina fu istituita dai Romani vittoriosi
nel 387 sul conquistato territorio etrusco, precisamente sui

(1) Caro in Ser., II, 567; fr. 62 in PETER, Vet. Hist. Rel.; Liv.,
V, 33 e segg.
-

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rp rr. oa e deo ciIee-<—QiÈcis/lisa —— —Ó— .
M ———————————————— Y od

150 G. CANELLI - BIZZOZZERO *

confini, presso il Tevere, assieme alla tribù Sabatina sul
lago di Bracciano, l Armiensis sull’ Arnone e la Tramontanina
in prossimità di Veio (1).

La zona archeologica di Collemancio apparteneva dun-
que al territorio etrusco.

*
LEE

Tra gli autori classici, l'unico che faecia menzione alla
città distrutta, è Plinio il vecchio, il quale, descrivendo le

‘undici provincie d'Italia, secondo la divisione di Augusto,

nel menzionare i popoli della sesta regione, che è l Umbria,
scrisse: « Urbinates cognomine Metaurenses, et alii HORTEN-
SES » (2).

Due popoli differenti menzionò Plinio: i Metaurensi e
gli Ortensi.

Dimenticata l antica città umbra, molti sono stati i
pareri degli eruditi, a traverso i secoli, nell’interpretare il
passo di Plinio e nello stabilire dove si trovassero i primi
ed i secondi: quasi tutti li cercarono nei pressi del Metauro,
senza riuscire però a convalidare le varie ipotesi con argo-
menti convincenti.

Cluverio.nella sua Italia antiqua, Luca Obstenio nelle
sue Adnotationes in Italiam antiquam Cluveri, V Arduino nelle
sue Note sul testo di Plinio, il Cimarelli nella Storia dei Galli
Senoni, più o meno concordemente, accennarono ad Urbania,
già Castel Durante e all'attuale Urbino. ;

Lo stesso Muratori, illustrando una lapide, si riferl al
dotto Cluverio ed il grande Mommsen, in tempi recenti,
dubitó assai che l’ ubicazione di Urbinum Hortense fosse
quella dove sono avvenute le ricerche archeologiche.

(1) PIETRO BONFANTE, Storia del Diritto Romano, parte II, cap. XII
Il sistema federale e municipale, ecc.
(2) Lib. 3, cap. 14.
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 151

Fu il benedettino abate Giuseppe Di Costanzo che, per
il primo, cercò la città. di Plinio nell’ Umbria cismontana,
cioè al di qua degli Appennini, contrariamente a quanti lo
avevano preceduto nelle indagini.

Nella preziosa opera Disamina di $.-. Rufino, stampata
in Assisi dalla Tipografia Sgarigliana nel 1797, dopo aver
confutato che Castel Durante non poteva essere 1’ Urbinum
Metaurense, ma il Municipium Ripense di Simon Majolo,
vescovo Volturnense, che ne faceva menzione nella Vita di
Guglielmo Durante; ed aver ammesso che la moderna Urbino
non poteva essere altro che l'antiea Metaurense, si richiamò
alla tradizione di questo popolo,. il quale affermava, come
attualmente afferma, che nei pressi di Collemancio era sepolta
una grande città, denominata volgarmente Urvino, Orvino
oppure Orviano.

Lo stesso Di Costanzo spiegò che la denominazione
Hortense, « attribuita ‘a varie altre città, proviene dalla loro
situazione, prendendo la parola Horti, non già mel significato
volgare di sito, dove si coltivano gli erbaggi, ma in senso più
esteso, come insegna Festo, di luogo abbondante di alberi frut-
tiferi, fertile, ameno e inaffiato di acque », precisamente come
doveva essere l’antica città, situata nella posizione incan-
tevole che anche oggi si ammira.

Documenti dell’ archivio assisano ed alcune lapidi servi-
rono al dotto Di Costanzo per convalidare, in maniera incon-
futabile, la sua opinione. i

Oggi però, era restata solamente la tradizione nei mo-
desti abitanti di Collemancio e l’ indicazione di Urbana nelle
carte geografiche, indicazione ben lontana dal corrispondere
al punto preciso dove sono avvenute le ricerche archeolo-
giche (1).

(1) Touring Club Italiano, luogo cit.

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DENDUM. An 152 G. CANELLI - BIZZOZZERO

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Alla fine del 1700, come diró piü innanzi, furono. pra-
ticati dei sondaggi per opera del predetto abate Di Costanzo,
cosa che io ignoravo completamente fino a questo punto e
che mi ha sorpreso assai.

Il risultato di tali sondaggi, condotti in zona ristrettis-
sima, è descritto nell’ Odeporico (1), che mi ha indicato e
favorito il chiarissimo Prof. Guido Boccolini, direttore nella
R. Soprintendenza all’ Arte Medioevale e Moderna di Perugia.

Tra le lapidi allora ‘rinvenute, un frammento, secondo
una dotta congettura del Di Costanzo, sembra che riporti
la denominazione Hortense.

Se questa attribuzione é ancora avvolta nel mistero che
solo i lavori futuri di seavo potranno dissipare, oggi non v?é
dubbio aleuno che la città sepolta si chiamasse Urbino.

NelParchivio. di Collemancio, attualmente conservato
in questo palazzo comunale di Cannara, esistono dei docu-
menti eatastali, certamente del secolo 1300, che largamente
lo confermano.

Uno di essi è del seguente tenore:

« Santes Francisci Angeli vici de Colle mance habet terram
in Voc. La costa Darbo juxta fossatum sambri, bona ecclesiae
sancti angeli et res baptistae laurentii indivisam cum Iohanne
suo fratre et consortibus, quae est pars sua stariorum octo et
pugillorum quinque extimata librae UNE AE

Item habet.terram in .....

Item habet terram in vocabulo URBINO juta viam com-
munis, bona plebis saneti stefani, ves berardini petruccioli et

2

(1) Mons. FALOCI PULIGNANI, L' Odeporico dell’ abate Di Costanzo,
in Archivio Storico per le Marche e V Umbria, diretto da M. Faloci, Maz-
zatinti e Santoni, vol. II, fase. VII e VIII, 1885. Gli appunti su tale
opera mi è stato possibile prenderli lo stesso giorno 10 febbraio, presso
la Biblioteca Comunale di Perugia.
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 159

res pascutii menecutii a duobus quae est modii unius et sta-
riorum octo extimata librae (mancante).

Item habet terram in vocabulo URBINO juaxta viam com-
munis, res Cecchi nactiactii et res Iohannis francisci quae est
stariorum quinque et pugillorum sex extimata librae XLIIII.
A E ER A M RE E No MU Wc Tar

. Altro documento, ST catastale, dello stesso secolo,
dice:

« Nicolaus Jacobi Antonij de Colle mance .....
Item habet terram in vocabulo COLLIS URBINI juxta
viam Communis a duabus, res Hieronime ricotti ..... » (2).

Ma anche in altro codice cartaceo del 1419, tra i desi-
gnati al pagamento delle dative, per atto del podestà di
allora, Petrum de Trevio, trovo gli abitanti del Voc. COLLIS
URBINI, de VILLA URBINI o semplicemente URBINJ (3).

Ed é interessante il numero delle famiglie contribuenti,
le quali nel 1419 ascendevano a 57, nel 1479 a 29 e nel 1553
a 77: ciò fa conoscere che in quei tempi il colle era ancora
abitato da molte persone (4).

In altro codice del 1492 trovo nuovamente la denomi-
nazione DE VILLA URBINI; ridotta alla semplice parola
URBINO, la trovo in un codice del 1664: le macerie ed i
luoghi adiacenti furono dunque abitate fino a questa tarda
età (5).

(1) Archivio Comunale di Cannara - Collemancio, Copertina in per-
gamena del cod. n. 118, anno 1573, Liber (mancante).

(2) Archivio Comunale di Cannara - Collemancio, Copertina in per-
gamena del cod., anno 1590, Liber criminalium tpre mei Guidubaldi Oer-
quetani po.tis de Tuderte.

(3) Archivio Comunale di Cannara - Collemancio, cod. n. 106 (2),
anno 1419.

(4) Archivio Comunale di Cannara - Collemancio, cod. n. 96,
anno 1479 - anno 1553.

(5) Archivio Comunale di Cannara - Collemancio, cod. n. 144,
anno 1492, Ludovici de Captaneis de Imola Potestatis; cod. n. 70, anno 1664,
Copia dell’ Estratto del Cammerlengato del Sig. Cap. Angollona. G. CANELLI - BIZZOZZERO

Non sono stati semplicemente i summenzionati docu-
menti che hanno rilevato l’esistenza della città sepolta.

Nello stesso archivio di Collemancio, tra i codici del
1500, ricordo di aver letto, prima di ogni altra notizia, l'espres-
sione S. Mariae de Urbino, la quale precisamente, messa in
relazione con la tradizione del popolo, fornì lo spunto pe
le ricerche storiche ed archeologiche. o

Da cosa nasce cosa.

S. Maria delle Grazie, detta della Fontanella o anche
Madonna del Latte (questo è il nome con cui viene attual-
mente distinta), così chiamata da un affresco quattrocentesco
che una volta ornava l’altare, è una chiesa di stile romanico,
fino ad un secolo fa « facta spelunca » (1): sorge ancora
presso il presunto cerchio delle mura della città distrutta,
esternamente, alla distanza di pochi metri e sulla strada che
da Collemancio reca alla via romana di cui ho parlato.

Tale chiesa è stata l’unico punto di riferimento per gli
scavi, essendo strettamente collegata al nome della città
sepolta, fin dai tempi più remoti. ;

Un placido dell'anno 1018, rilasciato dal duca e mar-
chese Raniero in favore di Giorgio, vescovo di Assisi, tra le
pieve dipendenti da questa città, menziona: « Plebem Sancta
Maria de ORBINUM cum terris et vineis et decimationem et
mortuorum, sicut ad ipsa terris ..... » (2).

Una bolla d’ Innocenzo III, data dal Laterano il 28 mag-
gio 1198 e diretta a Guido Ascanio, vescovo di Assisi, tra
le pievi della diocesi assisana pone: « Plebem S. Mariae de
URBINO cum omnibus Cappellis suis » (3).

Ma anche lo stesso archivio di Collemancio, fino a qualche
anno fa, conservava una pergamena dell’11 luglio 1293, che

(1) D. SANTE SABBATINI, op. cit.
(2) DE Cosranzo, Disamina di S. Rufino, Tipografia Sgarigliana di
Assisi, 1797, doc. Arch. Cat. As. fasc. extra vag.
(3) Archivio S. Convento di Assisi.
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 155 -

trattava una permuta di terreni tra questa chiesa e la Comu-
nità. Diceva: « Dom.nus Taneredus Thomasutii Tancredi Archi-
presbiter Plebis Ecclesiae S. Mariae de URBINO districtus
Collismanci, et Angelutius Petrutii Canonici dictae Plebis » (1).

Altra pergamena del 1322, dello stesso archivio, ripe-
teva: « Dom.nus Tancredus Plebanus Ecclesiae S. Mariae. de
URBINO diocesi Assisi » (2). i

Sebbene più recenti, perchè degli anni 1403 e 1405,
archivio di Assisi ha due documenti notarili, i quali con-
tengono la seguente espressione: « Plebs et Ecclesiae S. Mariae
de MONTE URBINI extra Collemancium diocesi asisana » (3).

Una documentazione tanto ricca, delle più svariate epo-
che, taglia netto ogni discussione ed ammette luminosamente
che la zona presso la Chiesa di S. Maria era denominata
Urbino, come Urbino era denominato il colle e come, infine,
il gruppo di case formasse la Villa di Urbino.

Tale denominazione l’ attesta anche un documento dei
primi anni del 1600 dell’ archivio ecclesiastico di Assisi.
Citando i luoghi già soggetti a questa città ripete: « Collis
Manci jiam ORVINENSIS CIVITAS, Umbriae Emporium,
Civitati Asisi postea obediens » (4).

Carlo Egidi, nella sua opera Eroi di Assisi, pubblicata
a Perugia l’anno 1654, scrive: « Col di Mancio, Terra del-
VUmbria, fabbricata presso le ruine della già famosa CITTÀ
D' ORVIANO, che da tempo immemorabile in qua giace del
tutto estinta sette miglia lungi d’ Assisi ».

Quest’ affermazione dice chiaramente che al tempo del-
l’autore il ricordo della città distrutta era più vivo di oggi:

(1) Esisteva nell’ Archivio Comunale di Cannara - Collemaneio ed
era sotto il n. 214 d' inventario.

(2) D. SANTE SABBATINI, op. cit.

(3) Archivio pubblico di Assisi, Rog. Ser Frafici e Ser Benvenuti
Stephani, 2-8, fogl. 46. |
(4) DE Costanzo, Disamina cit., Appendice, pag. 502.
156 G. CANELLI - BIZZOZZERO

non poteva essere altrimenti; forse ancora sorgevano i ruderi
delle mura e qualche colonna dei templi si sarà ancora ele-
vata a dispetto del tempo e della malvagità umana.

*
* >

Gli autori classici, come abbiamo visto, non ricordano
la città sepolta, fatta eccezione di Plinio il vecchio. Eppure
a Properzio, che cantò i rosai di Paestum, non doveva sfug-
gire Urbinum Hortense, parimenti fiorita, tanto vicina alla
sua patria, qualunque essa sia.

Per conoscere l’importanza della zona archeologica è
necessario riferirci ai documenti lapidari, di cui 1’ Odeporico
di De Costanzo, ci fornisce molti esemplari, forse oggi di-
spersi: col progredire degli scavi c'è la speranza che diven-
tino più numerosi ed altre notizie si possano raccogliere,
compresa la precisa denominazione della città sepolta, per
quanto anche Roma non abbia ancora restituito iscrizioni
dei primi secoli che citino il suo nome.

La seguente bella epigrafe, rinvenuta nel territorio di
Collemancio nel 1568 ed ora smarrita, ci fa conoscere che
Urbinum Hortense fu municipio romano :

VARLE. L. F. GESTIANZE
VXORI
L. CALIDI. L. F. STEL. NIGRINI. IIII VIR
IVR. DIC. IIII. VIR. QVINQ. II. AVGVR. FLAMI
NIS. AVG. PARENTIS. PATRONI. MVNICIPI
FILLE
L. VARI.'L. F. QVINTIANI. TRIBVNI. MILITVM
LEG. II. ADIVTRICIS TRIBVNI MILITVM
LEG. X. GEMINJE. IIII. VIR. QVINQ. PATRO
NI. MVNICIPI
MVNICIPES. ET. INCOLZE

LB ROM MEA
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Uere go) rm

SIT TIA ACUTE IS trapo mem

D NNUS IN



xem

ES
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 157
. Lato destro: - Lato sinistro:
L. CALIDIO. L. F. STEL. NI... L. CALIDIO. L. F. STE. VAT
GRINO - QVINTIANO
FILIO FILIO :
L. CALIDI. NIGRINI. PATRO - L. CALIDI. NIGRINI. PATRO
NI. MVNICIPI NI. MVNICIPI
NEPOTI NEPOTI
L. VARI. QVINTIANI. PATRO L. VARI. QVINTIANI. PATRO
NI. MVNICIPI NI. MVNICIPI
ip : | D.
de Sa D. (1)

Nella stessa epigrafe (nel lato sinistro, l ultima parola
della prima riga, si legge: Stellat) è notata più volte la tribù |
| Stellatina, la quale conferma, secondo la mia modesta impres- |

sione, che la città, prima di essere romana fosse etrusea. -
: Altra lapide, di cui ho già fatto menzione e che attual-
mente è conservata nel Museo Etrusco-Romano di Perugia,
parla della tribù Stellatina :

T. ELVFRIO. T. F. STELL. MELIORI
IN HONOREM T. ELVFRI
JELIANI PATRIS QVOD ANNO IIII
VIR. SVI ANNONAM SVFFICIENTEM
CIVITATI PECVNIA SVA
PRASTITERIS CVIVS OB ME..... î

NI TP 611107. 0910, 830581101150. 0.95 0430 0726 199 €f,» e NARO

Nel lato sinistro :

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DEDICAT. PR. IDVS
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(1) DE Costanzo, Disamina cit.

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Ria Ri ARM RO GL AO A xi Ld «wol 44 NM orm XN
G. CANELLI - BIZZOZZERO

Si tratta di una base onoraria, rinvenuta alla fine del
1700 tra le macerie di un orticello, appartenente al parroco
di Collemancio e poi conservata nel cortile della chiesa di
S. Pietro in Perugia. Il De Costanzo la crede dedicata l’anno
di Roma 937, di Cristo 184, in cui furono consoli L. COS-
SONIVS EGGIVS MARVLVS e GN. PAPIRIVS /ELIANVS
e, per morte o rinuncia del console Eggio Marullo, fosse
eonsole suffetto Roscio Pacullo.

Ecco Pepigrafe onoraria, riportata dal De Costanzo ed
in cui ha congetturato di poter leggere il nome del Municipio:

(EX D.) D.
(T.IV) LIO T. F. T. N:
(QV)I OC. APPIANO
(MVNI)C HO(R)T. HONOREM .
(QVIN)QVENNALITATIS
(H)VIC PRIMO
um NATO (1)

Le lettere tra parentesi sono state aggiunte dal De Co-

stanzo, che, da quellerudito che era, leggerebbe la quarta:

riga: MVNICIPIVM HORTENSE HONOREM.

Una pietra miliare, attualmente nella chiesa di S. Qui-
rico, in territorio di Bettona, non molto lontano dalla strada
romana, di cui ho parlato, ricorda l’imperatore Vespasiano:

IMP. CJESAR
VESPASIANVS
AVG. PONTIFEX MA
XIMVS TRIB. POT. X
IMP. XX. P. P. CENSOR .

9 19] 05010-597/9:, 9 8: /9/70,-0^-70 9 60. 94 €

(1) FALOCI, L'Odeporico cit,

dira
TA um nm mmt em

omoes

LA ZONA ARCHEOLOGICA. DI COLLEMANCIO . 159

— 1 De Costanzo, che certamente ebbe 1 iscrizione in
copia, scrisse la XI potestà tribunizia di Vespasiano la quale
non esiste. Esiste invece la X che va dal 1° luglio del 78 al
24 giugno del 79, giorno della morte dell’imperatore. La
XX acclamazione va dalla fine dell’anno 78 allo stesso giorno
della morte, quindi il sasso, mancante della base in cui do-

veva essere incisa l'indicazione delle miglia, fu eretto nel 79.

Quest'altro frammento di epigrafe ricorda altro impe-

ratore : i :

. (SEV)ERI. PII. PERT . ...
ERO MAX^CE.-RB sous.

gero rei 91 SUV NS 19 9I. $5.95 9/79, 9/970, 9 ^ Jet DAS]

icu DESC ERM SAR, .. 52

E in onore di Caracalla, figlio di Settimio Severo, deno-
minato Pertinace.
In Urbinum Hortense erano presenti membri delle più

importanti famiglie romane. La seguente epigrafe cita un
soggetto della celebratissima gente Marcia:

RT NT DI /910/9:20 5129/0 9:5:0:4,0/*0€,0./3,0 0,0,/.041,0 .9. 0 50/0, 9. 9 e €

S UDEJMPORECPONTC T eins :
A Ee MARCIO SECVNDO. ......
ORUM VE. PRIVATORVM FIAT ...
E QUT INSRIBI. VT. MORES. T. ...
DP ES QVOQVE. IMITANDI...... (1)

"Anche quest'altra si riferisce ai Vareno, nome celebre
nella storia di Roma:

VARENO P.
P. ITERVM
FELICITE (1)

‘ (1) FaLOCI, L'Odeporico cit.
G. CANELLI - BIZZOZZERO

Va letta: « Vareno, plaudite, plaudite iterum feliciter ».
La seguente epigrafe sepolcrale contiene il nome di un
arcade illustre, rammentato da Pausania in Arcadicis, Ladas:

L. OCTAVIVS L. L. LADA:
BABVDIA L. L. ANTIOPA
L: OCTAVIVS L. F. LADA
€. OCTAVIVS L. F. LADA VIV. (1)

L'iscrizione che segue reca il nome di un preconsole di

Spagna :
HISPANIA. HANC
. PROCVLVS:
. 1. PROCONSVLE
. OPTINVIT. (1)

Forse si riferisce ad Euticchio Proculo, vissuto ai tempi
di Antonino Pio, precettore di Marco il filosofo e famoso
grammatico, nativo di Sicca, città dell’Africa, nella Numidia.

Anche le seguenti altre epigrafi riporta l'Odeporico del
De Costanzo:

| L. BABVDIO. L. L. RVFVS
P. HETERIO P. L. NAR ... Ld CEVO SCE APOLLDVS
SS Le LSVITALI, 2v 2. V8. Q. Fi GAMALA
«x VLIO. LL: SPIRATO-:— 15.450: T2; NICEPHOR
s.s. RIO. L. L. FORTYNATO ++ 8. D. L. PHILODAMS
pcm IO..L. L. VALE: dd ue rVOGVNDVSS (1)

La prima si riferisce ad un'antica corporazione civile e
la seconda ricorda il cognome di due figli di Rufo e di tre
liberti. ;

(1) FaLocI, L'Odeporico cit,

vee tane ceno

ECONTENT
" a »

AINT IUE pn SEIS UNI RETI RE
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO . 161

La. seguente è un frammento di nobile iscrizione in
marmo candido, in onore di Plauzio Lamia Silvano, console
con Asinio Pollione l’anno 81 d. C.:

Durante i sondaggi, eseguiti dal De Costanzo, tu rinve-
nuto anche un tegolo col nome del figulo Titij Heleni:

TIT. HELENI (1)

Un'ultima epigrafe riporta P Odeporico ed è questa:

9e et PA €. 90 9 Ps 6 e Dire RIC

VS IVSTI
NVS ET CA
SIA SATVRNINA
FILIA F.

Come si vede l'esplorazione archeologica di allora diede
ottimi risultati per quanto riguarda le iscrizioni, mentre non
è stato così per quella recentemente compiuta ed in cui sono
affiorati solo alcuni frammenti indecifrabili. Ritengo che allora,
senza procedere ad escavazioni, fosse facile rinvenire iscri-

‘zioni tra le macerie, cosa impossibile oggi, essendo stato

tutto sepolto per rendere seminativa l’intera zona.

(1) FaLOCI, L’ Odeporico cit,

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"LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 163

Una bella iscrizione funeraria fu rinvenuta, quattro 0
cinque anni or sono, durante i lavori campestri, presso l'at-
tuale strada di Collemancio, sul culmine di un colle, nella
prossimità del quale sorge la casa colonica Pesci, fabbricata
sulle rovine della chiesa di S. Caterina e S. Biagio, distrutta

—pnel secolo XVIII. Fa parte di una tomba barbaresca del VI

o VII sec., formata di grossi lastroni di travertino, tolti ad
antiche costruzioni romane. Nell interno della tomba furono
rinvenuti un calice di vetro finissimo ed una lucernetta di
terracotta. Il primo, secondo quanto si afferma, fu rotto e
disperso dal contadino superstizioso che l’ aveva in custodia
e la seconda è visibile anche oggi. La tomba, che già manca
di un lato, asportato per farne un trocolo, era stata rinter-
rata ‘e solo durante gli ultimi scavi è stata rimessa alla luce
per leggere l' iscrizione inedita del seguente tenore:

.T. VERIA-SIVS. T. F. SERT. N. AID. P.

Va letta così: TITVS VERIASIVS TITI FILIVS SER-
TORII NEPOS AIDILIS POSVIT.
La parola Sert, riportata anche da un frammento di

— lapide, conservato nell'atrio del palazzo Municipale di Beva-

gna (SERT. N.), rappresenta qualche difficoltà di traduzione.
Il De Costanzo, pubblicando una lapide assisana, già ripro-

-dotta da Giusto Lipsio e da Grutero, cita la parola Sert,

che traduce Sertor, riferendosi a Carlo Sigonio, il quale clas-
sificherebbe il prenome tra i dodici non romani, nè del Lazio,

ma pellegrini. Altri dicono che trattasi di prenome umbro

o sabino.

L’ epigrafe, scritta in una sola riga, nella lastra che
forma il lato destro della tomba, è molto bene conservata.
È in bellissimi onciali ed appartiene senza dubbio al periodo
d’oro dell’ impero.

Un corredo così vario d’iscrizioni specialmente onorarie,

‘che richiamano i più illustri nomi di Roma, palesa chiara-

i

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G. CANELLI- BIZZOZZERO

La seguente iscrizione, al tempo di De Costanzo, era
affissa al muro esterno di una casa fuori di Collemancio;
non mi è stato possibile rinvenirla : -

. PRIAMVS. MAR
SIIRVS. MAGISTII.
NAVIVM. (1)

Il De Costanzo la traduce in questo modo: PRIAMVS
MARVVINORVM SERVVS MAGISTER NAVIVM, cioè
Priamo, servo de’ Marsi o Marrucini del Lago di Fucino,
al suo padrone.

- La .chiesa di S. Lucia, sulla strada romana, è stata restau-
rata durante il secolo passato. Prima del restauro serviva di

architrave ad una finestra una pietra con questa scritta :

CASSIA C. FILIA
PRISCA (1)

Altra pietra funeraria, un cippo, è stato rinvenuto du-
rante il secolo scorso, in prossimità delle rive del Sambro,
sotto la zona archeologica. Certo Baroni, che la rinvenne,
la murò alla parete della sua casa in Cannara, sità in Voca-
bolo Castello, dove si trova anche oggi. È inedita e del
seguente tenore:

O. SVRA PVBLILIA
CLEVPATRA

Il primo segno O, puntato nel centro, è il segno di Obi-
tus, morto.

Dal fregio e dai caratteri si può arguire che 1’ epigrafe
appartenga all’ ultimo secolo della Repubblica.

(1) De Cosranzo, Disamina cit.

TIENI 07
164 i ._ G. CANELLI- BIZZOZZERO

mente l’importanza dell’antico Municipio, il quale, come ve-

dremo innanzi, aveva terme grandiose, grandiosi templi ed un ‘

panorama incantevole che lo rendeva ambita dimora estiva.

*
LEES

Le incursioni dei Goti e quelle ancor più incruente dei
Longobardi sono narrate da Procopio e da Marcellino conte,
i quali descrivono il guasto che diedero alle terre dell'Umbria
ed altrove.

Anche Urbinum Hortense fu certamente distrutta durante
tali incursioni barbariche.

A tal proposito, una Cronica manoscritta del sec. XIII,
conservata nella Biblioteca comunale di Assisi (1), in una
nota marginale, nel'capitolo intitolato: De oppressione Duca-
tus Spoletani a Totila et Ghotis, si legge: « Ideo autem regio
Umbriae Ghotis, et Totila oppressa fuit, et reducta in servitutem,
Quia in obsione Perusiae civitatis et. Tudertinae detenti Goty
occupatis civitatibus. et oppressis Eugubia, Rosella, Tadinato,
Asisio eis propinqua et Spoletana et Mevanea et Spellatensi, et
Bictonia et ARBINENSI Goty discurrents victualia pro se et
iumentis suis e populis istarum. petebant et auferebant, et coge-
bant eos secum pergere. et rebellantes expugnare. Plurium vero
islorum fugientes a Gothis seminudi et pauperes in aliam pa-
iriam, perrezerunt ».

Se effettivamente furono i Goti che distrussero il Muni-
cipio Urbinum Hortense, ció dovrebbe essere avvenuto nel 545,
quando Totila, piombato nell’ Umbria, reduce dell’ espugna-
zione di Spoleto, pose il campo intorno ad Assisi, difesa da
Sisifrido, goto al servizio dei Greci. Il protrarsi dell'assedio
e l’esasperazione lo avrà indotto a dare il sacco alle città
vicine, tra cui Bettona, Urbino, Bevagna e Spello.

(1) Biblioteca Comunale di Assisi, cod. n. 341, fogl. 24 v.

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TO—ÓÉÁÁ—
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LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 165

La stessa Cronica, nel capitolo: Memoriale vulgo de

- distructione Bevanee urbis (1) dice: « ARBINENSIS VERO

OPPIDUM EXTERMINATUM EMARCUIT ET DEINCEPS
NON RESURREXIT ».

—.. Urbino dunque non più risorse: le nuove e più incruenti
incursioni dei Longobardi le diedero il colpo di grazia. .

I superstiti abitanti tornarono sulle rovine della loro
Patria distrutta, sulle rovine dei loro templi e del fóro
grandioso.

Presso i loro morti elevarono i templi cristiani e dopo

di varî secoli la chiesa di S. Maria che aveva, come ha oggi

DO?
la mensa dell’altare formata di una lastra di travertino,

‘appartenente al Municipio sepolto.

*
dx >

Quando il De Costanzo compì le esplorazioni, ciò che
avvenne, ripeto, alla fine del sec. XVIII, la zona archeolo-

gica di Collemancio non si presentava uniforme, completa-

mente coltivata come oggi.
Riporto il brano con cui la descrisse: « ..... pochi passi
prima di entrare a Collemancio, a man dritta per breve tratto,

‘e assai agitatamente salendo, trovasi una spaziosa pianura

sparsa tutta intorno da vecchie rovine con muri e fondamenti,

alcuni sopra terra ed altri in numero maggiore a livello del

terreno discernibili a ogni passo. Immenso è il numero di pietre

conce di travertino servite per antiche fabbriche, che adoperate

‘sî veggono im questo campo per formare macerie da cingere e
rinchiudere per lungo tratto. le possessioni. Grande pure è il

- qmero: di mattoni e mattoncelli sparsi qua e là, e tra. questi

8$ sono trovati parecchi rottami di plastica....., indizio ancor

questo di nobili fabbriche, e non mancano le impronte di antiche

(1) Biblioteca Comunale di Assisi, cod, cit., fogl. 41.

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166 G. CANELLI- BIZZOZZERO

figuline. Fw: estratto da queste rovine wn piede di pietra' mar-.

morea rossigna da sostenere una mensa, adorno di una scultura
di grifo di bel lavoro antico ; più un pezzo di colonnetta con
fogliami scolpiti di buono stile, pezzi di cornice di marmo greco,
rottami di ornati parimenti di marmo mischio serviti per pavi-
menti, condotti di piombo ..... » (1).

Oggi invece non si scorgono traccie di costruzioni sopra
terra, nè si nota immenso numero di pietre, salvo qualche
mucchio di rottami, coperto di sterpi, tra cui è possibile
rinvenire, dopo qualche ricerca, un frammento di cornice o
un semplice e minuto pezzo di marmo. Il lavoro del con-
tadino, per eirea un secolo e mezzo, ha seppellito ogni cosa
e demolito ogni traccia di antichità.

L'esplorazione di allora fu dunque piü facile di quella
compiuta ultimamente; mentre per questa era difficile sta-
bilire persino l'ubieazione della città distrutta e si è dovuti
rieorrere alla chiesa di S. Maria, come l'unico punto di
riferimento, allora le copiose macérie erano indizio piü che
sicuro per gli scavi, non solo, ma bastavano esse stesse ad
indicare dove avrebbero dato il risultato migliore.

Il De Costanzo fu tanto soddisfatto dei lavori che si
ripromise di continuarli « con tanto più di coraggio, dacchè
— scriveva — alla spesa fatta fino a questo punto, supplisce
Vimpresa ».

Compì solamente tre esplorazioni, le quali forse avven-
nero nella parte più alta della collina, che appunto è pia-
neggiante.. t

Con la prima rimise alla luce un tratto di fortilizio dei
bassi tempi che fu subito abbandonato e con la seconda una
chiesa eristiana eon molti scheletri sotto il pavimento e che
fu parimenti abbandonata essendo costruzione medioevale.

La terza esplorazione, invece, fu molto interessante.

(1) FALOCI, L' Odeporico cit.

TERIIATAMIREVTT RETE"
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 167

. Durante il lavoro fu rimessa alla luce una piscina romana,

‘con mura in laterizi, fornita di due grosse fistole di piombo

del peso di libbre 1100, le quali naturalmente servivano per
la-condottura dell’ acqua. Aveva due celle: nella prima
furono ‘rinvenuti un pezzo di marmo cipollino, tagliato a
forma di un’ erma, con nobili iscrizioni e rocchi di colonne

| di piperino, servite per sostenere la volta; nella seconda

furono rinvenuti un torso di statua di marmo ed altra parte
della stessa statua, oltre a frammenti di sculture a basso
rilievo. Così descrive la statua il De Costanzo: « ..... queste
: parti del nudo, la muscolatura specialmente, indicano un eccel-
lente scalpello e la statua che è di grandezza maggiore del
naturale, rappresenta un Marte o un Ercole ..... » (1).
Interessante sarebbe poter conoscere dove sono andati
E finire questi frammenti, per poterli riunire in un unico
luogo, in un Museo, che vado sollecitando, purtroppo senza
risultato.

In seguito ad analogo invito dell'On. Presidenza del
"Touring Club Italiano, il 15 agosto 1931, anno IX dell E.F.,
in Cannara, l industriale Leopoldo Bonaca, PAvv. Fran-
cesco Mattonelli ed il sottoscritto Console formarono un
Comitato, aderente a quello Nazionale, presso lo stesso Ente,
per la protezione dei monumenti e del paesaggio, ai sensi
della Legge 11 giugno 1922, n. 778.

Il Comitato, dopo aver compiuto alcune ricerche storiche
ed una escursione in Collemancio, desiderando compiere delle
esplorazioni archeologiche in tale zona, in primo luogo, sentì
il dovere di partecipare il progetto: al sig. Podestà del Comune
N. U. Comm. Ettore Pesci-Majolica, il quale, con lettera

| (1) FaLocI, L’ Odeporico cit, 168 ^ ^ G. CANELLI-BIZZOZZERO .

13 febbraio 1932, si dichiaró molto lieto dell'iniziativa, alla
quale aderi di buon grado. |

Fu allora che il Comitato preparó il materiale storico
per documentare la domanda all’ Ecc.mo Ministero dell’ Edu-

. cazione Nazionale per ottenere la licenza per compiere i

sondaggi.
In seguito a tale richiesta, nel giugno, giunse a Cannara
l'illustre archeologo Comm. Dott. Giuseppe Moretti, direttore
del Museo Nazionale Romano, Soprintendente all'Arte Antica,
il quale, esplorata la zona archeologica, concesse l'invocato
permesso, dando, in pari tempo, istruzioni sul modo con cui
dovevano essere condotti gli scavi. :
Questi furono iniziati il 23 giugno e smessi, quasi senza

‘interruzione, l' 8 settembre. Dallinizio al 22 luglio furono

impiegate circa 12 opere; da questa data alla fine del lavoro
semplicemente 2, di cui una alla custodia di notte.

Il 29 giugno era scoperto il basamento del tempio pre-
romano, il 2 luglio il mosaico e qualche parte del calidario,
il 9 dello stesso mese il pavimento opus spicatum, il 22 buona
parte del peristilio e 1°8 settembre gli scavi avevano rimesso
alla luce anche un tratto delle presunte piscine ed il peri-
stilio al completo.

*
KYock

Al momento degli scavi la zona si presentava comple-
tamente seminata a grano ed erba medica.

Nel punto più alto, a livello della terra, emergevano
però grossi blocchi di pietra arenaria, i quali fecero pensare
al Comm. Moretti che ivi doveva esserci il basamento .di
qualche costruzione importante, come un fortilizio o l'arz.

Intorno a questi blocchi furono iniziati i lavori.

Con il procedere di essi apparve il basamento di una co-
struzione grandiosa, formata di blocchi ciclopici di arenaria, la
pietra locale, combacianti perfettamente senza traccia di calce.

da
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 169

Ad oggi non è sterrato ancora l'interno ed è sepolto un
angolo, quello più alto, che sarà di circa m. 2,50; tuttavia
si comprende che il rudero è lo stilobate di un tempio.

Il lato maggiore misura circa m. 24 e quello minore
m. 18. I singoli blocchi misurano anche un metro di lun-
ghezza e circa em. 60 di altezza.

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Mkonumento heromano

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Pianta degli scavi.

Il pronao doveva trovarsi dalla parte di Collemancio,

quindi il tempio era rivolto a mezzogiorno.

|. Dalla parte opposta, secondo alcuni muri divisori, che

- affiorano, dovevano esistere tre celle, di eui l’ interna più

. ampia delle altre. La lunghezza delle celle comprende circa
un quarto del corpo del tempio.

Sue TR Nel lato di levante scorre una cornice rovescia, che
i i i : A

T . molto probabilmente riapparirà nel lato opposto completando
| lo scavo.

Durante i lavori, intorno al tempio, sono state rinve-
nute molte antefisse di terracotta con i relativi chiodi, un 170 G. CANELLI - BIZZOZZERO .

demone femminile alato, mutilo del capo e del lato sinistro :

indossa una specie di chitone manicato, il quale, largo e

svolazzante sotto il gomito, simile al vestimento dei demoni
rinvenuti nella tomba dei Volumni di Perugia, è trattenuto
e stretto alla vita da un sottile nastro. Sono stati inoltre
rinvenuti una testina e varî altri frammenti con plastiche
spirali che hanno tutta P impronta della maniera etrusca.

Lo stesso sistema della costruzione senza traccia di calce,
a blocchi ciclopici, e il modo di fermare le decorazioni di
terracotta sull’ epistilio e sul fronte, a mezzo di chiodi, è
segno evidente della costruzione accennata ed in tutti i modi
preromana, come tutti hanno riconosciuto.

Nello scavare il lato di ponente sono stati rintracciati
molti scheletri, giacenti sotto semplici lastre di travertino o

‘ cornici romane, disposti senza ordine ed ammassati gli uni

sugli altri, il che fa pensare alla sepoltura di morti che non
poterono essere ricoverati nelle tombe cristiane, in seguito
a qualche epidemia o a qualche assalto sanguinoso intorno
al castello di Collemancio, cosa avvenuta molte volte.

.Il monumento è di sommo interesse archeologico e lo
sarà maggiormente, quando sarà sgombrato del materiale
interno.

Proseguendo gli scavi, in una zona molto più bassa,
prossima al presunto ingresso della città, è stato rimesso alla
luce un grandioso edificio romano in laterizi, il quale, nella
sua struttura, richiama assai alle Terme,

Un atrio centrale, con mosaico istoriato, immette nel
peristilio di forma quadrata, avente m. 11,90 di lato. Il pavi- .
mento è in mosaico bianco, non troppo bene conservato, ed
ha nel centro l’impluvium di m. 5,80 di lato: questo è limi-
tato da una cornice di travertino, su cui poggiano otto colonne
in laterizi, tre per lato, rivestite d’incausto, con capitelli
toscani. |

. Da una porticina dellatrio centrale si entra in tre am-
bienti molto ampi, non ancora completamente dissotterrati,
‘ Pinterna, limita la decorazione, fascia che si ripete nel centro;

LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO

i quali recano i pilastrini in laterizi, che servivano per soste-
nere il doppio pavimento, crollato e che doveva essere di
‘mosaico istoriato a tre tinte, come è stato possibile osservare
in alcuni frammenti, rinvenuti durante lo sterro.

Traccie di tegole vuote lungo i muri, privi d’intonaco,

e la fuliggine ancora aderente ai pilastrini fanno pensare al

calidarium delle Terme, come lo fa pensare seriamente un

altro scavo, praticato vicinissimo a tale edificio e che ha
rimesso alla luce una costruzione in laterizi ed in pietra,

rivestita di spessi lastroni di arenaria, con varî divisori, for-

manti delle celle che forse erano le piscine.

-— -fTale scavo è state praticato lungo il muro che è certa-

mente quello esterno dell intero edificio: lo sterro misura
oltre sei metri di lunghezza.

Oltre il lato del peristilio, opposto ‘a quello dell atrio

centrale, da alcuni sondaggi, emerge un pavimento opus spi-

catum che si prolunga per circa m. 12.
L'atrio centrale, di forma rettangolare, ha m. 8,90 di

"lunghezza e m. 6,80 di. larghezza. Un’ abside, forse destinata

ai Lari, inserita nel lato maggiore, dalla parte di levante,
ha le dimensioni di m. 3,67 e m. 2,80.

- Nel mezzo c’è un piccolo impluvium: tutto il pavimento
forma mq. 65 di mosaico istoriato nelle tre tinte: bianca,

“nera e rosa e conservato in ottimo stato.

Il mosaico. è di soggetto niliaco.

In esso appaiono i minuscoli popoli delle sorgenti del
Nilo, i pigmei, che scherzano con coccodrili ed ippopotami,
gli uni adorati dagli antichi popoli di Tebe e del Lago Meris
e gli altri venerati dagli stessi Egizi. Varie ibis, parimenti
adorate da questo popolo antico, completano l’insieme uni-
tamente ‘ad eleganti ninfee, consacrate al sole.

Il tutto è movimentato ed armonico; denota fine senso

‘artistico.

Una fascia, formata di tre striscie, nere le esterne e rossa

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formando un rettangolo intorno all’ impluvium: questa però
è formata di due striscioni solamente di colore nero e rosso.

Entro il rettangolo dell’impluvium sono rappresentate,
nei quattro angoli, quattro tipiche scene di .pigmei, che,

‘ sopra a minuscole imbarcazioni, gettano in mare la lenza

per la pesca. Tutti e quattro, con il berretto frigio, sosten-
gono il cestello del pesce con la propria virilità. Varî pesci

completano il quadro che arieggia molto a furbesca. cari- :

catura.

Tra la fascia esterna e la interna, nei quattro lati, sono

rappresentate altre scene le cui figure sono di piü grandi
dimensioni.

Nel rettangolo dinanzi al punto di vista, che à l'ingresso |

DI

al peristilio, è rappresentato un coccodrillo con le mascelle
aperte il quale è rivolto verso ad un pigmeo che, in atteg-

siamento pornografico, brandisce alcune verghe. Più in alto -

una ibis divora un serpentello che tiene stretto con gli artigli.

Nel rettangolo a sinistra è rappresentato un pigmeo
sopra ad una elegantissima anfora che gli serve d’imbarca-
zione. Con la vela al vento cerca di fuggire ad un ippo-

potamo, che lo insegue aprendo le mascelle. In atto di

scherno gl'irrora spregiudieatamente sul muso.

Nello spazio opposto, altro pigmeo, sopra ad un cavallo

marino, fugge ad altro ippopotamo, verso eui irrora mentre.
brandisce le verghe.

Nell’ ultimo rettangolo, in alto, è rappresentato u un cocco-
drillo alle. prese con. un pigmeo, oe sostenendosi elegan-
temente sopra ad una ninfea, gl’irrora contro, mentre agita
il tridente,

. Varie ibis, con. o senza ian completano il quadro
che é ornato tutto intorno da ninfee elegantissime.

Nell'abside sono rappresentati vari pesci e la loro meta-
morfosi.

Il mosaico, eminentemente pornografico, ricco di tante
figure GONNA MIR appamone al secondo 0 terzo secolo.
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 173

La giocondità del soggetto ed i suoi elementi lo rendono
affine agli altri rinvenuti in terme romane.

Aderenti al muro di questo atrio esistono ancora dei
frammenti di marmo finissimo che indicano come le pareti
fossero così riccamente rivestite; nel peristilio invece si rin-
vengono traccie d’incausto.

L’ intero edificio delle terme è assai vasto, non essendo
stato rimesso alla luce che una parte.

Altro scavo è stato operato nello stesso piano del ter-
reno, ma molto più indietro, verso il rudero preromano,
precisamente ai piedi dello sterpo che indica dislivello di
terreno, quando si entra in questa zona.

È stato rinvenuto il pavimento opus spicatum di un
ambiente romano, di cirea m. 3 di lato.

Nel punto più alto, verso la sommità del colle, sono
stati rimessi alla luce degli scalini alti e stretti, i quali sono
assai caratteristici.

I muri interni sono coperti d’intonaco.

Durante lo sterro di questo ambiente sono state rinve-
nute alcune terrecotte, tra cui una medusa anguicrinita ed
un bel fiore, oltre ad una moneta d’argento del IV secolo
appartenente alla colonia Campana.

Altri bellissimi frammenti di terrecotte, marmi di ogni
qualità e svariatissime cornici di ogni foggia e colore sono
stati rinvenuti durante lo scavo delle terme.

Veramente ‘gli scavi non sono stati condotti con tecnica,
giacchè era assai più razionale ritrovare prima la cerchia

delle mura della città sepolta; il Comitato eredette di fare

così per invogliare, con la documentazione di buon mate-
riale archeologico, le locali Autorità ad assecondare ed aiu-

tare finanziariamente l'iniziativa.

. Intanto occorre procedere immediatamente all'esproprio
della vasta zona di Urbinum Hortense, per evitare ulteriori
danneggiamenti da parte dei proprietari dei terreni, i quali,
come è avvenuto qualche mese fa, si sono permessi di rin-

2 MITE E N TH

— 174 G. CANELLI - BIZZOZZERO

terrare buona parte dello scavo, riseppellendo, in questo
modo, quanto con molta fatica era stato rinvenuto.

E dire che ha proceduto a tale poco lodevole atto chi
doveva essere invece il più geloso custode del materiale
archeologico !

*
* >
Esplorando la zona archeologica di Collemancio, dopo
attento esame di ogni angolo, è possibile stabilire, presso a
poco, dove si elevava la cinta delle mura.

Nel lato di mezzogiorno dovrebbe seguire la linea di
Sterpi che si scorgono, su in alto, quasi alla cima del colle,
guardando dalla parte del castello di Collemancio.

A sinistra dovrebbe proseguire fino a raggiungere la
strada che: passa da tale parte, per poi voltare a destra
quando appaiono gli sterpi. i

Girando sempre intorno alla collina, ad un certo punto
gli sterpi scompaiono, ma le mura dovevano proseguire
verso il declivio, scendendo molto in basso, dove, precisa-
mente, affiorano dei massi identici a quelli del monumento
preromano.

Risalendo gradatamente il fianco della collina si ritorna
presso gli sterpi, osservati nella parte di mezzogiorno.

Il territorio di Urbinum Hortense. era dunque assai
spazioso.

Entrando dalla porta, menzionata al principio di questa
memoria, a sinistra è facile osservare le traccie di un muro
ciclopico in pietra arenaria, sempre della stessa struttura
del monumento preromano : forse è il fianco sinistro della
porta stessa.

L’interno della città è formato di più ripiani, di cui il
primo, il più elevato, è assai spazioso.

Mentre questo: piano è quasi orizzontale e declinante
leggermente ai lati, gli altri sono tutti inclinati,
UEDHESLASIIBIL METUIT ISBD RESI TRI

Verso il declivio della collina, dove le macerie, a tra-
verso i secoli, si saranno sovrapposte in maggiore quantità,
sarà possibile rinvenire costruzioni importanti e forse tesori
‘d’arte.

LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 175

È certo che questa è la zona archeologica più interes-

sante dell’ Umbria.

Ovunque è stato rimosso il terreno, sono affiorate tes-

sere di mosaico di varî colori, molti tegoloni, purtroppo
senza il nome del figulo, frammenti di marmo greco, antico,
cipollino e pario e un’infinità di frammenti di anfore, vasi
e stoviglie, tra cui alcuni di Buccaro e Protocorinzi.

*
*ock

Urbinum Hortense era collocata in una posizione incan-

tevole.

Anche o

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giungendo sul culmine della collina e spin-

gendo lo sguardo verso la pianura, non possiamo fare a
meno di ammirare il magnifico panorama della valle umbra.

Essa ci appare come una conca scintillante di argento

ed opulenta di verde, screziata di fiumi e di strade lunghe
e dritte, così fantastica e bella che nessun miniatore potrebbe
mai ritrarre.

Spoleto, Trevi, Montefalco, Bevagna, Foligno, Spello,

Assisi, S. Maria degli Angeli e Bastia fanno corona, mentre
lontano, profilata nell’opalescenza del cielo, si scorge Perugia.

Le finestre di Assisi, più vicina e più bella, sfavillano,

come sfavilla la Madonnina dorata dall alto della Basilica
di S. Maria degli Angeli.

Se tanto attraente oggi si presenta il panorama, un

tempo, quando le acque del lago occupavano completamente
‘la pianura, doveva essere più suggestivo.

Allora, dalle mura, gli antichi Urbinati seguivano 1’ on-

deggiare delle acque, in cui si specchiava la massa oscura
- dei monti opposti, chiomati di fitta boscaglia; ne ascoltavano
. 176 G. CANELLI - BIZZOZZERO

il sussurro a cui si univa il canto dell’usignolo, nascosto
tra la verdura del pendio del colle.....

Meravigliosa visione!

Ma passarono i secoli ed il lago scomparve.

Gli Urbinati, perplessi della potenza di Roma invadente,
dalle stesse mura, videro gli Umbri in rotta sulla pianura
paludosa presso Mevania, incalzati dalle Legioni del Con-
sole Fabio.

Maturarono gli eventi ed i tardi nepoti, orgogliosi ormai
e fidenti nelle aquile dell’ Impero, ammirarono, giù, nel piano,
i legni dorati di Caligola risalire l’incerto ed abbondante
Fiume, per recarsi a sacrificare a Giove Clitunno ed impe-
trare l’ oracolo.

Tra la verdura del colle sfavillavano i rilucenti marmi
delle ville!

*
* >

Oltre alle terme nell' interno della città, Urbinum Hor-
tense aveva le sue terme grandiose di aequa solfurea, presso
l’attuale castello di Limigiano.

Sorgevano alla destra del poggio sovrastante il torrente
Rapace, alle cui falde, anche oggi, scaturisce una piccola
sorgente di acqua solfurea: accostando P orecchio alla roccia
si sente il rumore delle acque che copiosamente scorrono
entro le viscere della terra.

La tradizione del luogo dice che in tempi remoti, presso
la sorgente, si fermasse una gran dama, la quale era affetta
da scabbia. La cura delle acque le restituì la salute ed allora,
per non allontanarsi più dal luogo miracoloso, costruì una
villa che abitò fino alla morte. Intorno alla villa sorsero
altre case, che, a mano a mano, diventarono tanto nume-
rose da formare un paesino, il quale si chiamò Limisano,
appunto perchè la gran dama soleva ripetere: Lì mi sano
o mi sanai.
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 177

L'etimologia della parola Limigiano, secondo la tradi-
zione, per quanto ci abbia prestato fede persino un dottore,
che fu vanto di questi luoghi, è semplicemente puerile, per
non dire di più. Non posso conoscere quanto ci sia di vero
nel racconto della dama, la quale veramente può aver dato
origine al castello di Limigiano, durante il medio-evo; ma
il nome del luogo deriva indubbiamente da Limes Janti, dal
dio Giano che presiedeva alle vie, appunto come è avve-
nuto per altri luoghi della provincia di Perugia.

Che nel luogo dove scaturisce IL acqua solfurea esistessero
delle Terme grandiose è confermato dagli scavi eseguiti qual-
che anno fa e che furono provocati dal rinvenimento di un
tratto di mosaico a grandi tessere, durante i lavori campestri.
. Fu allora rimesso alla luce il pavimento di un grande
ambiente, delle dimensioni di m. 15 di lunghezza e m. 3,50
di larghezza, tutto in mosaico bianco, contornato da una
larga fascia nera.

Verso il torrente furono rinvenuti i gradini di pietra che
vi davano accesso ed altri gradini furono rinvenuti più in alto,
verso il culmine del poggio: dall’ ambiente del mosaico im-
mettevano nel piano superiore che non fu rimesso alla luce.

Tronchi di colonne, cornici di marmo, capitelli corinzi
e varî bassorilievi in marmo di più qualità completarono
gli scavi di allora che furono condotti per semplice curiosità.

Nel seno del poggio certamente esistono delle celle che
forse si trovano al primitivo stato di conservazione.

Oggi tutto appare risepolto, ad eccezione di uno sperone
in pietra, indicante la maniera romana degli alti tempi, il quale
deve essere la spalla sinistra della gradinata di cui ho parlato.

*
*

Intorno alla vasta zona archeologica di Collemancio,
esistevano delle ville, sulle rovine delle quali, con l’ andar dei
secoli, furono costruite delle chiese cristiane e dei monasteri. G. CANELLI - BIZZOZZERO

Non eonoseo eon precisione se tutte le numerose chiese
esistenti e scomparse, sparse per la collina di Collemancio,
siano sorte da ville romane: molte lo sono certamente, come
quella di S. Lucia, quella di S. Niccola e quella di S. Cate-
rina e S. Biagio; faró di aleune, senza distinzione, un breve
cenno, lasciando allo studioso e alle esplorazioni da com-
piersi la cura di stabilire la loro origine.

La piü antiea chiesa che io conosea, dopo quella di
S. Maria di Urbino, è quella di S. Apollinare, i cui ruderi
esistono aneora verso mezzogiorno, sotto ai dirupi di Colle-
mancio, nei pressi del Sambro. Fu edificata, insieme ad un
monastero, da certo Mevanio Giudice nel X secolo. Pa-
squale II, con bolla data dal Laterano il 16 marzo del 1116,
l'uni al celebre monastero di S. Croce di Sasso Vivo di
Foligno (1).

La chiesa di S. Lucia, presso la strada romana, come

abbiamo visto, è antichissima. Ha dato costantemente nome

a quella contrada, come risulta dall'antico catasto (2). Era

| priorato dipendente dal celebre monastero benedettino di

Monte Subasio. In un istrumento del 26 maggio 1395, con-
servato nell’archivio di Assisi, si legge: « Franciscus Vagnoli
de Asisio monacus Monasterii Montis Subasii Prior S. Luciae
de Collemancio » (3).

Chiesa pure molto antica è quella di S. Lorenzo di
Manciano, vocabolo costantemente ricordato nelle antiche
carte catastali. Con rogito di Ser Benvenuti Stephani, in
data 30 luglio 1403, ne prese possesso il canonico di S. Ru-
fino di Assisi, Francesco de Burgari (4).

(1) JACOBILLI, S. R., c. 33; DE Costanzo, Disamina cit., cc. 253
e 391.

(2) Archivio Comunale di Cannara - Collemancio, catasto cit.

(3) Archivio pubblico di Assisi, a. 1395, Ser Gio. di Cecco Bevi-
gnate.
(4) Archivio pubblico di Assisi, a. 1403, Ser Benvenuti Stephani,
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 179

Parimenti antica è la chiesa di S. Niccola, attualmente
distrutta e che aveva un convento annesso, facente capo
alla Congregazione Agostiniana di Perugia. È rammentata
da Ludovico Jacobilli nel secondo tomo della Vita dei Santi.

Altra chiesa antichissima è quella di S. Salvatore, di-
stante da Collemancio un miglio e che oggi è completamente
distrutta.

La chiesa di S. Caterina e di S. Biagio, di cui ho par-
lato nel corso di questa memoria e che fu eretta sulle rovine
di una villa romana, era parimenti vetusta.

*
* *

Prima di giungere nella zona archeologica, salita la
nuova via che si snoda adagiatamente ed a larghe curve
per i varî recessi della collina, appare il castello di Colle-
mancio, glorioso baluardo di difesa dell’ alto medio-evo.

Era addirittura inespugnabile.

Anche oggi il visitatore che l' osserva nota le sue mura
smantellate elevarsi a picco sul colle, il suo cassero, seppure
decapitato del maschio, a guardia dell’ingresso principale e
i suoi mozzieoni di torri, da cui venivano lanciate pietre e
saette a quanti avessero tentato salire l'erta scoscesa.

Due porte vi sono: porta Cannara e porta Sambro, col-
locate ai due estremi del fortilizio.

Due vie parallele lo percorrono: da ogni lato sono
finestre e porte ogive o alla maniera | quattrocentesca con
arco rotondo e mensoline pensili.

È uno dei pochi castelli che conserva ica la fiso-
nomia antica.

Non è possibile poter stabilire quando sia stato edificato
dagli Urbinati dispersi, esposti alle soverchierie de’ potenti,
nè il perchè del suo nome. Alcuni ritengono che questo
‘derivi da Mancio, proprietario del colle su cui venne fab-
bricato. |
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180 G. CANELLI - BIZZOZZERO

Fu preso dai Perugini nel 1378 e fu riperduto nel 1384,
quando ne tornó signore ser Guglielmo di Assisi: nel 1419
apparteneva ai Trinci di Foligno.

L’occupò Braccio Fortebracci e quindi l'ebbero i Ba-
glioni, diventando loro formidabile strumento di guerra e
luogo di soggiorno incantevole.

Ospitò liete brigate di personaggi illustri; fu meta di
artisti e sogno di elette dame.

Giacoma Fortebracci, Atalanta Baglioni, Monaldesca
Monaldeschi, ‘Francesca Petrini, Costanza e Giulia Vitelli
trascorsero giorni felici entro le sue mura.

Interessante è il palazzo del Podestà, tutto in pietra
d’intaglio, opera del quattrocento.

Di fronte ad esso sorge la chiesa parrocchiale di S. Ste-
fano, patrono. È rammentata nel catasto del 1300, citato in
questa memoria, e, quindi la costruzione attuale, dei primi
anni del 1500, è sorta su quella più antica.

*
* >

Gli scavi saranno ripresi alla prossima stagione di pri-
mavera, per cura MO R. Soprintendenza all’ Arte Antica
di Roma.

L’ illustre archeologo Comm. Dott. Giuseppe Moretti,
che tante volte si è recato a visitarli, interessandosi viva-
mente, rintraccerà la cerchia delle rura: che intende rimet-
tere completamente alla luce.

Apparirà allora tutto il perimetro della città,, con le
torri e le porte: alla fine di questo importante lavoro, nuovi
elementi faranno luce sulla storia delle due civiltà sepolte.

Essere riusciti a questo risultato, dopo tanti contrasti,
è la migliore delle soddisfazioni.

L'erta di Collemancio, che fu salita dall’ Alfani e dal

Nelli, sarà praticata da veloci macchine che si snoderanno
per la nuova adagiata via,
LA ZONA ARCHEOLOGICA DI COLLEMANCIO 181

Il profumo della verdura e della ginestra, che emana
dal colle, ed il canto dell’usignolo, nascosto tra gli sterpi,
commuoverà l animo del visitatore che si sentirà più vicino
a Dio, dinanzi alle meraviglie dell’ incantevole panorama
umbro.

, Quel profumo, quel cielo e quel canto di augelli che
addolcivano il cuore di Atalanta Baglioni quando suggerì
al divino Raffaello di porre ai piedi di Cristo, in atto di
somma pietà, il suo Grifonetto.

Cannara, 16 febbraio 1933 -xr.

GIOVANNI CANELLI - BIZZOZZERO

Nota. — Al finanziamento dei lavori fin qui compiuti hanno con-
E' tribuito anche la R. Soprintendenza all’ Arte Antica di Roma, il N. U.
Comm. Ettore Pesci-Majolica, Podestà di Cannara, il Cav. Claudio Bo-
naca, con larghi aiuti materiali e morali, ed il figlio Camillo.

Le fotografie, di cui ai clichés, sono state eseguite, per gentile
E eoneessione del Comm. Dott. Bertini-Calosso, dell Uffieio Teenico della
R. Soprintendenza all' Arte Medioevale e Moderna di Perugia.
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Particolare del monumento preromano.

Peristilio.
Insieme del mosaico e scorcio del peristilio.
Frammenti.
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CONTRIBUTO

PER UNA

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* Avendo molti Soci espresso il desiderio che vengano continuate
nel Bollettino le « Analecta » le quali passavano annualmente in rassegna
le pubblicazioni riguardanti l' Umbria, ci proponiamo di farlo nei pros-
simi faseicoli. :

Frattanto, abbiamo creduto di offrire il presente contributo biblio-
grafico dell' ultimo quinquennio.

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WapDpINGO Luca — Annales minorum seu trium ordinum a S. Francisco
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=="

H
I

DERTODICI IN CAMBIO O IN DONO - OMAGGIO DI PUBBLICAZIONI

Accademia (Reale) Virgiliana di Mantova (Serie Miscellanee di « Studi
Virgiliani »).

Accademia Romana di Archeologia (I Musei e le Gallerie pontificie).

Accademie e Biblioteche d’ Italia, Annali della Direzione Generale delle
Accademie e Biblioteche d’Italia.

Analecta Bollandiana, Revue subventionnée par la Fondation Univer-
gitaire.

Archiginnasio, Bullettino della Biblioteea Comunale di Bologna.

Archivio della Società Romana di Storia Patria.

Archivio Storico della Svizzera Tialiana,

Archivio Storico Italiano, fondato da G. P. Vieusseux e pubblicato dalla
R. Deputazione Toscana di Storia Patria.

Archivio Storico Lombardo, Giornale della Società Storica Lombarda.

Archivio Storico per la Sicilia Orientale.

Archivio Storico per le Provincie Napoletane, pubblicato a cura della So-

| . eietà di Storia Patria di Napoli.

Archivio Storico Pratese.

Archivio Storico Siciliano, pubblicazione periodica della Società Siciliana
per la Storia Patria.

Archivio Veneto, a cura della R. Deputazione di Storia Patria per le
Venezie.

Archivum Franciscanum Historicum, Periodica pubblicatio trimestris cura

PP. Collegii Bonaventurae Quaracchi.

Ateneo Veneto, Rivista di Scienze, Lettere ed Arti.

Atti dell’ Accademia Roveretana degli Agiati.

Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino.

Atti della Società Ligure di Storia, Patria.

Atti della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti.

Atti e memorie della R. Accademia « Petrarca » di Lettere, Arti, Scienze.

Atti e memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie di

Rlomagna.
208 PERIODICI IN CAMBIO O IN DONO - OMAGGIO DI PUBBLICAZIONI

Bollettino della R. Deputazione Abruzzese di Storia Patria.

Bollettino della R. Università per Stranieri a Perugia.

Bollettino della Società Pavese di Storia Patria.

Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti.

Bollettino del Museo Civico di Padova, Rivista Padovana di Arte antica
e moderna, di Numismatica, di Araldica, ecc.

Bollettino Storico Bibliografico Subalpino.

Bollettino Storico Cremonese.

Bollettino Storico per la Provincia di Novara.

Bullettino dell’ Istituto Storico Italiano e Archivio Muratoriano.

Bullettino Senese di Storia Patria.

Bullettino Storico Pistoiese.

Civiltà (La) cattolica.

Commentari dell’ Ateneo di Brescia.

Istituto (Reale) Lombardo di Scienze e Lettere, Rendiconti e memorie.

Istituto Storico Italiano.

Japigia, Rivista Pugliese di Archeologia, Storia, Arte.

Lincei (Accademia Nazionale dei Lincei), Atti e rendiconti.

Memorie Storiche Forogiuliesi, a cura della R. Deputazione Friulana di
Storia Patria.

Raetia, Rivista di cultura dei Grigioni italiani.

Rivista di Storia, Arte, Archeologia per la Provincia di Alessandria.

Studi e Testi della Biblioteca Vaticana.

Studi Trentini, Rivista della Società degli Studi Trentini.

x
— I AT a

da al EY
FRANCESCO PENNACCHI
FRANCESCO PENNACCHI

Molti sono stati in questi ultimi anni gli avvenimenti
che hanno richiamato sulla Città di Assisi l’attenzione del
mondo e moltissimi sono stati coloro che, entrando tra le
sue vecchie mura, hanno creduto scoprirvi qualcosa di nuovo
e di interessante per gli articolisti e per gli esteti.

Pochi però conoscono + meriti grandi e un poco caduti
in oblio di quella gloriosa schiera di cittadini interamente
votata alla difesa del patrimonio spirituale della Città sera-
fica, eroi purissimi che in silenzio vissero, conservando intatta
la fiamma del loro appassionato amore.

Tra gli ultimi di questi il Prof. Francesco Pennacchi:
una fra le più belle e degne figure del mondo francescano.

Nato nel 1860, visse 1’ adolescenza e la giovinezza in
Assisi da cui solo si allontanò per qualche anno di studio
a Spoleto e a Bologna; qui fu discepolo caro del Carducci
sotto cui si laureò, tornando poi in Assisi, dove prese ad inse-
gnare nel Ginnasio Cristofani del quale più tardi divenne
direttore.

Dopo la soppressione del Ginnasio comunale passò all’ in-
segnamento nelle scuole governative che tenne fino al 1922.

Ma la sua più fervida e operosa vita il Pennacchi la
visse tra le mura dell’antico palazzo Giacobetti-Vallemani,
dove il Comune di Assisi nel 1900 aveva raccolto la famosa
biblioteca del Sacro Convento unendola a quelle di S. Maria
210 FRANCESCO PENNACCHI

degli Angeli e delle altre comunità. Degno seguace del Cri-
stofani e dell’ Alessandri, il Pennacchi fu della « Comunale »
intelligente e attivissimo bibliotecario-archivista. Il ricco
materiale delle vaste sale fu da Lui accuratamente inventa-
riato e ripartito con criteri più razionali. Raccolse in luoghi
separati i preziosi Incunaboli, le opere di indole francescana,
gli autori classici, tutto il materiale di musica. Di quest’ul-
timo. compilò anche un Catalogo cronologico (di musiche
inedite degli Autori vissuti nel 5, 6 e 700) edito a Parma
nel 1916 per cura della Società Musicologa Italiana e assai
apprezzata.

Nella revisione rinvenne parecchi originali di bolle pon-
tificie e di documenti importanti e dopo le laboriose ricerche
trovò raddoppiato il numero dei volumi, che nell’ antico
catalogo ascendeva a sedicimila.

Con la fondazione della Società internazionale di studi
francescani aggiunse a quella della Biblioteca una nuova
sala in cui fu raccolto tutto quanto intorno al Santo di Assisi
si veniva pubblicando in ogni parte del mondo; dando,
accanto al Sabatier, tanto dell’amorosa opera sua alla glo-
riosa Istituzione.

- A questa fervida operosità si unì negli anni seguenti il
lavoro per la preparazione del 7° centenario francescano.
Già nel dicembre del 1921 il Pennacchi proponeva al Sindaco
di Assisi di creare un Comitato per'le onoranze commemo-
rative, e due anni dopo iniziava la pubblicazione di quel
periodico Frate Francesco che venne poi rapidamente dif-
fuso in tutto il mondo. Trovò ovunque il plauso più largo
per le iniziative intraprese, e per quattro anni fu Presidente
del Comitato spendendovi le sue energie con una generosità
senza limite, finchè fu colpito dal male che sei anni dopo
doveva condurlo alla tomba.
| Sempre rieco di meravigliose energie spirituali, trovò
nella pace della sua Biblioteca fonte di nuove gioie, motivo
di nuovo lavoro, pronto ad accogliere in ogni ora del giorno

ORI SZ ALE E EE VT: Ri

FRANCESCO PENNACCHI 211

con la sua squisita bontà i tanti studiosi che a Lui chiede-
vano consiglio ed aiuto. « Homme plus aimable il n° en existe
point sur terre », queste le parole con cui lo scrittore Schnei-
der ricordava a Parigi il tempo vissuto con Lui: « però ci
si ingannerebbe assai a credere il Prof. Pennacchi un sem-
pliee topo di biblioteca che non abbia altro merito che una
memoria esercitata, nè altra virtù che un lodevole fervore
amministrativo. Latinista e storico emerito, Egli è ovunque
noto per l’ alto valore scientifico e personale. Tutti gli stu-
diosi conoscono la sua preziosissima Legenda S. Clarae e da
qualche tempo Egli dedica le sue cure a un lavoro su Frate
Elia atteso da tutti con impazienza. Degno della più soave
tradizione francescana, Egli ci ricorda gli antichi filosofi che
contemplavano il movimento dell'universo sotto 1° angolo
limpido dell’ eterno avvenire. La saggezza del Portico si
perpetua nella sua anima ».

E certamente si può dire che l’affabilità e la modestia
dell’ illustre storico assisano non avesse confine. Mai brigò
per ottenere ricchezze ed onorificenze anzi, nella sua ada-
mantina tempra morale, cercò schivarle e quando ricoprì
importanti cariche e pubblici uffici mai volle 1’ elogio non
riconoscendosi merito alcuno. Così quando fu Presidente della
Congregazione di Carità, quando diresse per un anno il Col-
legio per gli Orfani dei Sanitari a Perugia, quando fondò in
Assisi il Comitato per l'assistenza agli Orfani di guerra, di
cui fu Presidente fino al 1928. Dal 1922 era R. Ispettore
Onorario dei Monumenti e Scavi per il Mandamento di Assisi,
carica che gli venne riconfermata per tre trienni come titolo
di benemerenza dalla Direzione delle Belle Arti. Era Diret-
tore del Civico Museo e della Pinacoteca, Vice Presidente
delP antiea Accademia Properziana del Subasio, socio ono-
rario di molte illustri istituzioni italiane e straniere. Contava
numerosi amici tra personalità della letteratura e dell’ arte
in ogni nazione ma, interprete sincero delle idealità france-
scane, Egli amò sopratutto la paziente e oscura fatica sui
212 FRANCESCO PENNACCHI

vecchi codici donde traeva materia di pagine rivelatrici

d'uno spirito eletto.

Basta leggere infatti i numerosi scritti del Pennacchi,
poco noti forse al gran pubblico ma assai apprezzati in tutto
il mondo fracescano, per trovare attraverso essi la limpida
poesia di un’anima vissuta nelPausterità degli studi storici
e nutrita del genuino succo delle più belle tradizioni.

Tralasciando i giovanili scritti che pure hanno una loro
particolare flessibilità musicale (che profumo virgiliano nei
poemetti latini e che comica arguzia nei poemetti eroicomici!),
rieordiamo la notissima Legenda S. Clarae Virginis edita in
latino e tratta dal Codice 338: vasto e profondo lavoro arric-
chito da un largo commento storico intorno ai punti più
discussi della Leggenda. Fu questa la prima pubblicazione che
diede al Pennacchi fama sicura di scrittore e di storico, fama
che venne sempre maggiormente affermata dalle susseguenti
pubblicazioni: il Bullarium Pontificum, gli Actus S. Prancisci
in Valle Reatina tratto dal Codice 679, i Saggi del processo per
la canonizzazione di San Francesco, Le stimmate, L’anno della
prigionia di San Francesco a Perugia e specialmente da Lo
specchio di perfezione edito per la terza volta nel 1925. In
questo mirabile saggio di prosa, perfettamente improntata

allo stile del più puro 300, P A. — scrive Giovanni Joergen-

sen nella Prefazione — parla del Santo di Assisi e dei suoi
primi discepoli da conterraneo e quasi quasi da contempo-
raneo. Molto interesse il Pennacchi dedicò anche al france-
scanesimo degli studi manzoniani su cui scrisse due volumetti:
San Francesco d’ Assisi e A. Manzoni e Riflessi francescani
nell’ opera di A. Manzoni.

Lo studio più appassionato fu quello su Frate Elia ma
il lavoro non fu compiuto per l’ aggravarsi della malattia
dell A. e solo i Saggi sulla vita di Frate Elia rimangono a

te FRANCESCO PENNACCHI 213

testimoniare la dottrina e l’amore con cui Egli si era accinto
a rivalorizzare la malcompresa figura del Gran Generale
dei Minori,

Ultima delle pubblicazioni del Pennacchi è il Diario
storico Assisano Francescano uscito nel 1928; esso è « la storia
della Città pazientemente ritessuta — scrive il Fortini nella
prefazione — da chi logorò l’esistenza tra le pergamene e i
codici, è il pegno più grande d'amore che l'illustre storico
possa oggi offrire alla sua diletta Assisi cui tutto sacrificò ».

Questo P ultimo scritto; poi con la commovente comme-
morazione di Paolo Sabatier che Egli, quale Presidente, tenne
nella Società Internazionale finiva la lunga attività di Fra-
cesco Pennacchi. Nella modestia della sua casa, tra le cure
amorose della Compagna adorata e dei figli, passò gli ultimi
anni in attesa della corporal sorella morte.

Povero come era vissuto, della. vera fulgida povertà
francescana, sereno come solo sanno esserlo i giusti, la sera
del 10 gennaio Egli chiudeva tra le braccia del figlio, che
era stato il discepolo e l’amico suo prediletto, la nobilis-
sima vita.

Sulla bara in cui vennero deposte le venerate spoglie
mortali, avvolte dal ruvido saio dei Terziari, fu incisa la fran-
cescana invocazione d'amore: « Pax et Bonum ».

(Dal Messaggero, 19 febbraio 1932-X)
‘E RE X 1
TO
INDICE DEL TRENTESIMO VOLUME
Nuovo Statuto della R. Deputazione di Storia Patria per 1’ Um-
bria approvato con R. Decreto I7 novembre 1932- XI . Pagg. v-xv
Memorie e Documenti.
Le Chiese di S. Giacomo e di S. Magno in Amelia (Conti-
nuazione e fine). (L. MATTEI-CERASOLI) . . . . . . .. Pag. 1
Terre Arnolfe. (E. MARTINORI) DUE DULCE ae » 93
Perugia. - Delimitazione del territorio archeologico. (A. PAo-
LETIL) 5 5881. P S S peus PU E ETE 19
La zona archeologica di Collemancio. - « Urbinum Hortense ».
(GC CANELLI-BIZZOZZERO)R d aene itus coge us Ue oU e » 143
Contributo per una Bibliografia riguardante 1° Umbria e gli
scrittori umbri dall'anno 1927 al 1931... . . . . . . Pag. 183
Periodici in cambio o in dono. - Omaggio di pubblicazioni . »^ 207
Necrologio,
TEvancesco3BennAcohi. iti ON e roo Pag. 200
Indice-deb volume. 252. sone endo r9 c0. c Pag. 215
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consultate.
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