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BOLLETTINO

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DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA
PER L'UMBRIA

VOLUME LXVI

FASCICOLO PRIMO

PERUGIA - 1969

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VOLUME LXVI

FASCICOLO PRIMO

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| (1 Pubblicazione semestrale - Sped. abb. post. Gruppo IV

ARTI GRAFICHE CITTÀ DI CASTELLO
Città di Castello (Perugia)
Carteggi e memoriali

Lettere di Luigi Bonazzi

a Luigi Morandi

Nel Carteggio Morandi, conservato nella Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze, si trova un notevole nucleo di lettere dirette
da Luigi Bonazzi a Luigi Morandi. Il nucleo comprende ottantadue
lettere, di cui settantadue di Bonazzi a Morandi, due di Ariodante
Fabretti a Bonazzi, una di Antonio Cristofani a Bonazzi, due minute
di lettere di Morandi, una delle quali diretta a Bonazzi ed una senza
destinatario, due lettere di Cesare Albicini, delle quali una diretta
a Bonazzi e una a Morandi, una di Francesco Dall’Ongaro a Bonazzi,
due di Maria Rocchi vedova Bonazzi a Morandi, una minuta di
lettera di Morandi a Maria Rocchi vedova Bonazzi.

Il carteggio è compreso tra il 1868 e il 1880 con una lacuna negli
anni 1873-74, che è verosimilmente attribuibile a dispersione delle let-
tere, poiché non sembra plausibile che il Bonazzi, stabilmente dimo-
rante in Perugia, avendo rinunciato all’attività di attore drammatico,
salvo qualche ripresa di passione per la scena sfogata nell’ambito
di esibizioni locali di filodrammatici, interrompesse per così lungo
tempo una relazione già negli anni precedenti divenuta così stretta
ed assidua.

Il carteggio si riferisce al periodo piü fervido dell'attività crea-
tiva del Bonazzi, cioé quello di programmazione e di gestazione della
Storia di Perugia ; esso rivela chiaramente i propositi, le ansie, i
turbamenti d'animo, le ambizioni del Bonazzi, uomo e letterato.
Nello spazio di dodici anni ch'esso abbraccia si profila con sem-
pre piü netta rilevanza il ruolo che Luigi Morandi, espertissimo re-
gista di edizioni di opere letterarie o storiche da metter su e da di-
vulgare, ha svolto per fare largo al Bonazzi nel mondo della pubbli-
cistica e della cultura del tempo.

Ma sopratutto questo carteggio consente di avvicinarsi all'in-
timo spirito del Bonazzi, di valutarne gli aspetti positivi e negativi,
di misurarne gli affetti più profondi, oltre quelli, umanissimi, per le
persone care, quelli viscerali per la sua Perugia.
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

PROSPETTO CRONOLOGICO NUMERICO DELLE LETTERE

1868 Lettere di Bonazzi n. 5

1869 » » ni

1870 » » DSi

1871 » » n. 11; Lettere di A. Fabretti n. 2; Lettere di
A. Cristofani n. 1.

1872 » » m 60

1875 » » n. 20; Lettere di L. Morandi n. 2; Lettere di
C. Albicini n. 1.

1876 » » n. 17; Lettere di C. Albicini n. 1; Lettere di
F. Dall'Ongaro n. 1.

1877 » » n. 4

1878 » » n: 3

1879 » » n. 2; Lettere di M. Rocchi n. 1; Lettere di
L. Morandi n. 1.

1880 Lettere di M. Rocchi n. 1.

N. B. — La segnatura delle singole lettere nel Carteggio Morandi é
indicata nella parentesi dopo il numero d'ordine.

1. (11-1-80)

Mio caro Morandi.
Umbertide 1 Giugno 1868

Mi è giunto tardi e fuori di Perugia il vostro bellissimo articolo sul mio
opuscoletto 2, Vi ringrazio di tutto cuore dell'affetto che mi dimostrate in
modo si splendido, senza dissimularvi una riflessione melanconica. Quando
ripenso che ho rimesso per le spese di stampa, io sono obbligato a concludere,
o che le lodi, benché non chieste, sian false, o che oggi sia assai più difficile
il trovare chi legga, che il contentare chi legge.

Fortuna che lo scoraggiamento non è così dannoso ad un vecchio come
ad un giovane, e che l'ambizione è l'ultima fra le passioni del vostro

aff.mo amico
Luigi BONAZZI

pue emu e iride ND LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

2. 01154-97)

Mio caro Morandi.
Perugia 26 Giugno 1898.

Dopo avervi lodato per un componimento non vostro, posso darvi una

lode che vi spetta, congratulandomi con voi per la bella originalissima poesia
che m’avete mandata, L'amore e la morte? Quanto all'articolo sul Gustavo Mo-

dena, io ho creduto ingenuamente che Pietro Ardito 3) fosse un Pseudonimo
vostro. Scusatemi dunque presso il Sig. Ardito e ringraziatelo da parte mia.
Che non gli faccia meraviglia questa mia ignoranza. Occupato di affitti cam-
pestri, mi trovo spesso distratto fra i pensieri delle viti e degli olivi. Ma ap-
punto nel ravvisare il mio errore, ho avuto occasione di sentire che egli è qui
conosciutissimo e stimatissimo da tutti gli uomini di lettere.
Proseguite coraggiosamente a coltivare i campi delle lettere, a volermi
bene, e a credermi sempre vostro
aff.mo amico
Luic1 BONAZZI

S^ (115£3102.)

Al Chiarissimo Signore
Il Sig. Prof. Luia1 MoRANDI
SPOLETO
Mio caro Morandi.
Perugia 29 Luglio 1868

Reduce da Villa Antria 9, luogo alpestre e remoto dove sono stato a bat-
tere il grano, trovo la vostra lettera e i quattro fascicoli. Si vede bene che
quando vi ho fatto capire che io sono un disperataccio, non m’avete creduto ;
e giacché non ci credete, bisognerà pure che io m’immoli per non passare per
avaro. Ma prima voglio fare un tentativo per sottrarmi ad una appendice
della tassa mobile. Vi mando otto copie del Gustavo Modena. Se non ne ven-
.derete nessuna copia a un franco l'una, io pagherò gli otto franchi. Se ne vende-
rete qualcheduna pagherò il resto, e rifornirò il fondo. Ne ho abbastanza per
tutta la vita, poiché facendo la regola dei vitalizi non dovrei campare che
altri cinque anni.

Quanto alla biografia del Guardabassi vi ringrazio della buona inten-
zione, perché non è mia. Non ho avuto occasione di leggerla, ma sento dire che
sia del Pennacchi 9.

Circa poi al vostro giornale vi diró sinceramente che un giornale di questo

calibro non era mai fino ad ora uscito dalle parti nostre 9.

Salutatemi il Sig. Ardito, e credetemi sempre vostro
aff.mo amico
Luigi BONAZZI
8 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI
4 (11 4111)

Al Chiarissimo Signore
Il Sig. Prof. Luia1 MORANDI

TODI
Mio caro Morandi
Perugia 31 Ottobre 1868

Vi mando sottofascia i due discorsi da me pronunciati recentemente in
Perugia ?, e perché non diciate che non vi mando nulla di nuovo, v'aggiungo,
fresco di grotta, un articoluccio politico scritto appositamente pel prossimo
numero del vostro giornale 9. È troppo poco, ne convengo, ma per me che in-
vece di stare tra i libri sto fra gli ulivi, è molto ; e vedrete che con questo
sforzo mi esaurisco.

Non per la gloria, che non c’entra, ma per propaganda di certe idee, pro-
curate di farlo poi inserire in qualche giornale politico, come il Diritto, la Ri-
forma, ecc.

Se credete che il nome del Broglio °) sia compromettente per voi e per me,
sostituitene un altro a piacer vostro. Raccomandate al tipografo la punteg-
giatura ; salutate il Sig. Ardito e abbiatemi sempre vostro

aff.mo Amico
LuIGI BONAZZI

5. (11-4-100)

Al Chiariss.o Signore
Il Sig. Prof. Lu1G31 MoRANDI
SPOLETO
Mio caro Morandi
Umbertide 18 Novembre 1868

Non date a un articoluccio un titolone, tanto più che le Fisiologie nei
giornali sono tutt'altro che nuove. Al più al più, mettete :

Fisiologie.
Il codino e l’assolutista

Deponete il pensiero di quella Nota, per carità. Broglio non ci perdone-
rebbe mai la colpa d’aver inserito l’articolo col suo nome, potendo voi, non
inserirlo. Piuttosto sostituite al suo nome quello di Gualterio o Galateri. Sa-
rebbe più indicato Gualterio, ma per altri riguardi sarà meglio evocare l'ombra
del Nardoni piemontese. Spero che mi favorirete, altrimenti sarei costretto a
ritirare lo scritto.
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 9

Vi mando copia de’ due discorsi, e de’ versi d’occasione 9), Per la prima
pubblicazione, giacché la vostra amicizia v'induce a farne parlare, baste-
ranno due righe ; altrimenti le si darebbe troppa importanza. Per la tradu-
zione del Ritorno 9, vi confesso che ci tengo, e per dimostrarvi quanta grati-
tudine ve ne avrei, esclamo anch’io con un eroe dell’Olimpiade :

Bramerei sentirmi dire
«T’han tradotto in tedesco » e poi morire.

Addio, vecchio mio, seguitate a farvi onore e credetemi

aff.mo amico
LuIiGI BONAZZI

6. (11-4-79)
Al Chiariss. Signore
Il Sig. Prof. Luigi Morandi
SPOLETO

Caro Morandi
Perugia 7 Marzo 1869
Per dimostrarvi quanto ci tengo ad esser tradotto in tedesco !9, vi mando
la mia biografia, che ho paura sia troppo lunga. Abbreviatela ed abbellitela
voi, e fatemi veder presto il mio nomuccio in alfabeto gotico ; ché io pagheró
quel gusto a qualunque prezzo.
Addio.
L'amico
LuiGg1 BONAZZI

7. (11-4-103) Raccomandata

Al Chiarissimo Signore
Il Sig. Prof. Luia1 MoRANDI

SPOLETO
Caro Morandi
Perugia 10 Giugno 1869

Prevedendo di non potervi essere utile come collaboratore, vi saró utile
come associato, almeno finché potró. Meglio qualcosa che niente. In fretta
addio.

L'amico
LuIGI BONAZZI
10 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

8. (11-4-107)

Al Ch.mo Signore
Il Sig. Prof. LurGir MoRANDI
SPOLETO
Caro Morandi.
Perugia 23 Agosto 1870. b
“Non so in che termini sto circa l'associazione !). Aspettando che me lo
diciate, vi mando intanto otto lire.
In fretta, addio.
L'Amico
LuIGI BONAZZI
P.S. E la traduzione in tedesco ?

9. (11-1-28)

Al Ch.? Signore
Il Sig. Prof. LurGr MoRANDI
SPOLETO
Mio caro Morandi.
Perugia 10 Aprile 1871 »
Voi siete una mosca bianca ; ed io non posso non ammirarvi, e ringraziarvi
del vostro zelo. Ma per la Rivista Europea, mi sembra d'esser portato
tropp'alto.
Fate quel che volete, ma non mi fate complice del vostro affetto per me.
Piuttosto mi farete cosa gratissima, se direte e farete dire qualche cosa del
mio primo Volume dl Storia di Perugia, quando sarà uscito negli ultimi di
maggio, o nei primi di giugno !9. |
Addio, anima bella. Seguitate a voler bene al vostro maestro che ha cosi |
pochi titoli all'onore che gli fate con la vostra bella riuscita. Addio
Aff.mo Amico
Lvuici BONAZZI

10. (11-1-31)
Al Ch.mo Signore
Il Sig. Prof. LurGr MoRANDI
SPOLETO )
Caro Morandi.
Perugia 11 Aprile 1871. |
Giacché preme a voi eccovi servito.
Del cenno che vi mandai, non serbai copia, e me ne ricordo affatto.

I SR SIAE Seat LO LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 11

1. Nato nel 1811. Fino al 1830 studente al Ginnasio e alla Università
senza aver compiuto gli studi di Medicina: Distratto per amore. Nel 1830
maestro di Rettorica a Bevagna, nel 31 in Ascoli, compromesso nella rivolu-
zione. Dal 32 al 36 soldato e foriere di Finanza. Dal 36 al 43 maestro privato
in Perugia. Dal 43 al 62 Commediante con Modena, con Morelli ec. Dal 62
al 65 Professore di Storia nel Liceo di Perugia. Dal 65 al 66-Commediante a
Napoli a rimpiazzare il Taddei. Dal 66 ad oggi tornato Professore.

Discorso sulla cultura delle Belle lettere nel Giornale Scientifico lette-'
rario di Perugia 1828 4). Vari componimenti d’occasione stampati in Perugia
in tempi diversissimi. Vari articoli di estetica drammatica stampati nel Co-
smorama pittorico di Milano dal 50 al 56. Il Gustavo Modena nel 65. Versi
d’occasione, non già scelti, ma i soli conservati per caso. Discorso su Lupat-

telli 58. Gli Svizzeri nel 60 e 61. Non mi ricordo d’altro. Vedete che miseria ?
Addio.

Aff.mo Amico
LuIGI BONAZZI

11. (11-14-14)

‘Caro Morandi.

Perugia 8 Giugno 1871

Il libro che vi mando è finora un segreto fra la mia penna e me !9, Ne ho
fatto tirare solo duecento copie, le quali, quand'anche fossero vendute tutte
dopo le regalate, non basteranno alla metà delle spese. È inutile dunque ogni
fervorino per i compratori. Nessun libraio avrà il mio libro ; e se ne andrà
«qualche copia in qualche altra città d’Italia, vi andrà per una mia sola curio-
sità, quella cioè di sapere quel che ho scritto ; e vorrei saperlo prima da altri
che da’ miei concittadini. Ve ne mando dunque tre copie perché ne diciate e
ne facciate dire qualche cosa secondo la sincera intenzione che vi ho espresso.
Perciò non faccio con voi nessuna prefazione, come non l’ho fatta nel libro.
Vi dirò solo che avendo scritto per occupare la triste solitudine della mia
vecchiezza, ho voluto talvolta divertirmi anch'io.

Il mio amico Ferruccio mi ha pregato di raccomandarvi il suo figlio che
viene a scuola da voi. Mi farete cosa graditissima se lo favorirete quanto più
‘è possibile e giusto.

Dite una cosa : Verreste volentieri a Perugia ? Se ciò fosse, potremmo fa-
vorirci a vicenda, voi col prendere, ed io col cedervi il mio posto.

Pensateci su, e ditemi poi qualche cosa. Una stretta di mano dal vostro
aff.mo amico.

LuIGI BONAZZI

erre A

+


LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

Voltate

P.S. Non mi è riuscito finora di leggere il vostro articolo della Rivista.

Ho trasentito che sia molto spiritoso. Non dite nulla delle copie, dei concitta-
dini, etc., altrimenti si manca allo scopo principale. Due copie mandatele
fuori, ve ne manderò delle altre, se ne sarà bisogno. Vi raccomando di nuovo

x

il Ferrucci. Il padre è un parlatore di crocchi che può giovarmi.

12. (11-3-65)

Ch.mo P. LuiGi BONAZZI
PERUGIA

Firenze 13 giugno 1871

Caro Bonazzi
Mi giunse il vostro bel volumetto in doppio esemplare, gradito assai:
ebbi tempo a percorrerlo qua e là e mi venne opportuno per citarlo a propo-
sito del Monte di Pietà in un mio breve scritto che era già impaginato : sarò
stato il primo a rammentarlo *). Disposi della seconda copia pel senatore Ri-
cotti 39), come quello che, professore di storia nella Università di Torino, si oc-
cupa anche di lavori storici. I corpi accademici non leggono : i libri vanno per
lo più sepolti nelle loro biblioteche ; ed è meglio disporne di qualche copia
per chi si occupa della ricerca delle patrie memorie: mandate il libro alle
Società di Storia Patria come a quella della Toscana (all’Archivio Storico) a
quella della Romagna, di Modena, di Parma, di Genova.
Ho trovato l’esposizione veramente vostra. Leggerò tutto con attenzione ;
e per ora mi limito a ringraziarvi.
Ricordatemi alla vostra consorte, e credetemi
Aff.mo
A. FABRETTI

13. (11-1-16)

Mio caro Morandi
Perugia 14 Giugno 1871

Mi è finalmente riuscito di leggere il mio Profilo *). Me ne rallegro, non
tanto per me quanto per voi, giacché, per adoperare una frasaccia teatrale il
vostro articolo ha fatto furore.

Di un'altra cosa mi rallegro con voi. Non ostante il vostro merito, anzi
appunto pel vostro merito, io vi credeva fornito d'uno stipendiuccio da pranzo
e cena, e di piü vi credeva solo. L'idea di farvi perugino é puramente mia,
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI T3

sebbene abbia scorto già qualche sintomo che l'idea sarebbe benissimo ac-
colta, attesa la bella riputazione che vi siete fatta anche qui. Ma il difficile
sta nell'accozzare uno stipendio almeno eguale, poiché in fatto di quattrini
bisogna andar sempre piü su, come negli ordini ecclesiastici. Il calare sa di
apostasia, e il vostro Sella approverà. Se si darà qualche occasione favorevole,
ve ne avvertirò.

La vostra Guerra me la sono goduta, e non vi ho trovato quella fretta
che dite. Benedetto quel fare spigliato ! Se me lo avessero insegnato quando.
ero giovine, faticherei meno a scrivere. Voglia il cielo che si avveri il vostro
favorevole giudizio sulla mia storia. Qui è letta avidamente. Si pubblicò ieri
mattina, e ieri a sera era già letta per metà. Vedremo se mi frutterà l'assicu-
razione della mia vecchiaia; altrimenti non seguito. Addio.

L. BONAZZI

14. (11-3-66)
Mio caro Bonazzi
Firenze 16 giugno

Ho ricevuto la vostra letterina e il primo volume della Storia. È un libro
eccellente per ciò che contiene, e per il modo e lo stile. Vorrei che tutte le
grandi città italiane avessero una storia di quel tenore. La lessi come un bel
poema e specialmente la parte etrusca l’ho assaporata con grandissimo pia-
cere, perché in non molte pagine avete saputo epilogare tanti sproloqui e
tante astruserie contraddittorie da perderne la pazienza.

A qual punto siete colla storia di Perugia moderna ? Dovreste mandarne
copia al ministro Correnti e al suo Segretario generale Cantoni. Non sarebbe
male mandarne un esemplare anche al Castagnola, ministro d’agricoltura e
commercio, che ha sotto la sua giurisdizione gl’istituti tecnici. Non crederei
difficile farne acquistare qualche centinaio di copie ad un ministro od all’altro.
Sempreché questo vi ridondi a vantaggio. Ecco un’occasione che abbraccerei
volentieri per esservi di qualche vantaggio. Io scriverò intanto un articolo
sull’ Italia Nuova.

Questa sera parto per Roma e Napoli. Il vecchio disegno teatrale è sempre
al limbo. Qualche cosa si farà, ma non ci veggo ancora gran chiaro. Qui a Fi-
renze si armeggia, ma per fare una nuova accademia delle solite. Io non mi
ci metto.

Il mio concetto sarebbe : che le principali comunità fabbricassero o com-
perassero un teatro decente, e lo accordassero gratis alla compagnia che di
tre in tre mesi presentasse il miglior elenco d’attori e di opere da rappresen-
tarsi. Pagassero però ogni sera il decimo brutto : per gli autori, se vivono, per
una cassa di pensioni ai veterani dell’arte, se si tratta di autori già morti o
14 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

stranieri all'Italia. Dovreste scrivere un progetto su questa base, se siete
d'accordo con me. S'intende che il teatro sarebbe tutto locabile palchi e sedie a
favore della compagnia.
In fretta, con una cordiale stretta di mano
vostro
F. DALL'ONGARO

Saró di ritorno fra due settimane.

15. (11-4-106)

Al Chiarissimo Signore
Il Sig. Prof. Lu1ia1 MORANDI

SPOLETO

Il sottoscritto si rammenta al suo buon amico per la sollecitazione del
maggior numero possibile di suffragi, prima che i suoi pochi ma malvagi ne-
mici ricorrano alla stampa venduta, non ostante il pieno ed unanime aggradi-

mento di tutta quanta la popolazione perugina.
LuIGI BONAZZI

P.S. Ho ricevuto una bella lettera dal Dall'Ongaro, che scriverà un arti-
colo sull'Italia nuova. Per ora si tratta di lavorare, ad improborum audaciam
coercendam. La critica coscienziosa e intelligente sia sempre la benvenuta.

(La data del timbro postale di Perugia è 26 Giu. 71.)

16. (11-3-64)
Torino 27 giugno 1871
Caro Bonazzi

Abituato da lunga pezza alla ricerca di minuzie epigrafiche e all’anatomia
delle parole, sono anni ed anni che non ho più letto un libro per intiero ; il
vostro l'ho percorso dalla prima all'ultima pagina (senza saltare una nota)
e con grande interesse, allettato sempre dalla importanza dell’argomento e
dalla forma della narrazione, chiara, spedita, vivace. Vi sono pagine stupende
e fatti scolpiti.

Quelle stesse allusioni, comecché frequentissime, ai vizi della società
moderna e agli sconci di un'amministrazione scomposta e mal condotta, mi
sono state cagione di diletto, e più quella filza di epigrammi che feriscono di-
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 15

rettamente. Nei quali epigrammi non sentiranno tutto l'amaro coloro che
non conoscono la piccola società perugina, subordinata e pedissequa in poli-
tica, e originale nel resto : e ciò sarà il difetto del vostro libro fra dieci anni.
Del resto manderei fin d’ora al diavolo i Moltke e compagni e il loro Gugliemo.
Vi dico con piena convinzione che avete soccorso la patria di un buon
libro, che riuscirà popolare ed utilissimo per la storia generale d’Italia, che si
era pei materiali avvantaggiata coi due volumi dell'Archivio Storico Italia-
no *). Il primo volume mi fa desiderare avidamente il secondo, e mi ha raf-.
forzato nel desiderio di ritornare alle memorie storiche perugine ; e se non
fossi stato troppo lontano avrei già a quest’ora ripreso l’antico cammino.
Abbiatemi, coi dovuti ringraziamenti
vostro Aff.mo
A. FABRETTI

17. (113-063)

Al Chiarissimo Professore

LuiG1 BONAZZI

PERUGIA
Mio caro e venerato Professore
Assisi 11 Luglio 1871.

Io mi vergogno dell’essere stato sì lento a rispondere e ringraziarvi del
caro dono della 1? parte della vostra Storia di Perugia, che mi trovò occupato
in più d’una faccenda, tantoché parecchi altri libri e libercoli, mandatimi si-
milmente in quel torno di tempo dagli autori loro, hanno dovuto aspettare
ch'io riavessi un po’ d’ozio. Eccovi la cagione del mio lungo indugiare, la quale
prego che valga a scusarmi un poco presso la cortesia vostra.

Fin da quando il Carattoli m’annunziò che l'Autore del Gustavo Modena
aveva posto mano a scrivere l’istoria della sua Patria, io tenni per fermo che
da quella penna sarebbe per uscire tale un’opera, da non temere nel suo ge-
nere il paragone delle migliori. Tale era la mia credenza. Ora Voi, Egregio
Professore, sapete come l’aspettazione sia esigente e difficile ad accontentarsi.
Eppure io vi confesso, che il vostro libro ha superato la mia aspettazione,
perché voi ci avete saputo raccogliere e contemperare da vostro pari il buono
degli antichi e de’ moderni, ottenendo, ciò che mi pare difficilissimo in così
fatti lavori, di farvi leggere con grandissimo diletto nella parte più arida e di-
sadorna del vostro tema : il che avete ottenuto e col profondo conoscimento
della materia e col finissimo vostro giudizio, e più ancora con quel vostro
stile così potente che sa tralucer dal fatto, ed illeggiadrire qualunque più ug-
gioso argomento, serbando però sempre la storica gravità. Io me ne congra-
16 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

tulo non solamente con essovoi, che ricusando l’usanza di questa età superba-
mente poltrona date alla nuova generazione esempio cospicuo di nobile ope-
rosità letteraria e civile, ma eziandio colla illustre Patria vostra, che da voi
onorata prima collo scenico alloro ed ora con sì egregi scritti non potrà senza
sua gran vergogna rifiutarvi uno de’ più eminenti luoghi tra’ più degni suoi
figli.

Della menzione che vi piacque fare del povero me, vi so grado infinita-
mente, e vi ringrazio ben di cuore, perché mi tirate in una danza che mi va
proprio a’ versi, abbominando io fieramente cotesta nuova razza di farisei
della odierna letteratura.

Seguite, Caro Professore, l’opera sì ben cominciata, e ricordatevi di chi
vi ha di continuo nella mente e nel cuore e si tiene avventurato dal potersi
dire

Vostro ammiratore caldissimo
ANTONIO CRISTOFANI

18. (11-1-42)

AI Chiarissimo
Prof. Luia1 MORANDI

SPOLETO
Anima bella!

Perugia 17 Luglio 1871

Prevenni il vostro desiderio col mandarvi due copie del mio volume. Ora
ve ne mando altre due per quell’uso che meglio vi piacerà. Ho ricevuto una
lettera assai incoraggiante, improntata di molta sincerità, dal Fabbretti, e
un’altra simile dal Cristofani. Ma il Fabbretti, ancorché avesse stampato un
articolo da pari suo, essendo concittadino, amico, e per dippiù democratico
avanzato, non avrebbe fatto gran testo per i nostri barbassori ; giacché do-
vete sapere che lo scopo della mia pubblicazione non fu già di trarre un lucro
dallo spaccio de’ libri: ché anzi ho venduto un vitello de’ miei poderi affit-
tati per supplire alle spese di stampa. L’unico scopo fu quello di farmi invîtare
dal municipio a proseguire la storia, esentandomi dalla scuola che m’ammazza,
ed ottenendo per questo titolo una pensione per i cinque o sei anni che se-
condo la regola dei vitalizi mi resteranno a campare. Perciò l'articolo della
Rivista viene proprio a proposito ; e se uscisse qualche cosa, non troppo tarda
dalla Germania e da Londra... eh! allora, fregna !, per me non cerco altro.
Ricevete intanto, o fenice degli scolari, con mille e mille ringraziamenti un
abbraccio di cuore dal vostro amico
LuIiGI BoNAZZI

Sl I ici de
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI
19. (11-1-19)

Anima bella !
Perugia 17 Settembre 1871

Oggi trovo la vostra lettera, ritornando da Firenze, dove sono andato
a farmi rimettere un dente. Non ho alcuna intenzione di tornare su le scene,
ma l'idea di non potere, volendo, mi turbava assai.

Quanto agli articoli, credevo che piovesse, ma non che diluviasse 2). E voi
siete il nume che ha aperto le cateratte. Adoro e taccio !

Appena uscito di casa, farò ricerca del Signor Castagnola *). È inesplica-
bile come mi pesa il fare conoscenze nuove. È una vera malattia! Ma per
gratitudine, e per molte altre ragioni sento che debbo forzarmi. E in grazia
‘vostra mi farò fare anche la fotografia. Io ne ho una sola, di quel famoso Bre-
mond che aveva l’arte di abbellire tutti ed ha abbellito anche me. Se avessi
‘avuto la vostra lettera un po’ prima, mi sarei fatto fotografare a Firenze.

‘Ora non mi resta che fotografarmi a Perugia. E a Perugia, quando verrete,
se volete abitare con me, voi già sapete che camera e che letticciuolo vi toc-

cherebbe. La mia vecchia poi mi dà precisa incombenza di dirvi che saranno
pronti quei famosi gnocchi di patate di cui si parlo.
Un abbraccio dal vostro amico
Luia1 BONAZZI

P.S. L'articolo dell'Antologia non l'ho letto, perché non é quella di Fi-
renze. Ne farò ricerca.

20. (11-1-40)

Al Chiarissimo
Prof. Luia1 MORANDI

SPOLETO
Caro Morandi.
Perugia 19 Settembre 1871

Il duro passo é superato, sono stato a visitare il Sig. Castagnola. Ho
trovato una brava e buona persona ; ma l'ho trovato continuamente e stret-
tamente assediato dall'inevitabile Ragnotti, e a spessi intervalli anche dal
Pennacchi.

Il Castagnola mi disse di avere scritto sul mio libro un giudizio che con-
tiene ancora delle critiche. Vi giuro in coscienza che se egli mi avesse detto
questa cosa a Spoleto, m’avrebbe consolato, perché m'avrebbe fatto sperare
di poter sapere finalmente quello che ho scritto: ma a Perugia, e circondato
da quegli ucelli per me di mal augurio, mi ha turbato anziché no. Per esempio

2
18 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

dal colloquio che ebbi con lui in presenza della guardia Ragnotti *? potei capire
che il Castagnola non ha letto Mommsen, e che dal Ragnotti, che non ha ve-
duto nemmeno le copertine dei volumi, è stato informato, così in nube, che
Mommsen dice peste di Cicerone. L'impudenza di quell'uomo nel parlare di
cose che non sa è incredibile, e per le maligne insinuazioni ha un’arte diabolica.
Se nell’articolo ci trovo qualche idea del Ragnotti, non mi tengo ; rispondo..

Mi disse il Ferretti che l’articolo, piuttosto lungo, fu mandato a voi.
Se esce subito, lo leggerò nella Libertà ; se tardasse, mi fareste un vero regalo:
a dirmi in generale e brevemente su che lati si aggira la critica.

Salutate il Sig. Tallarico ?9, e rallegratevi infinitamente da parte mia pel
suo dotto e sensatissimo libro, che ho letto tutto con vero piacere. Se seguito
la storia, svaligierò anche lui.

Addio, martire della mia gloria ! Conta almeno su i sentimenti di grati-

tudine del tuo
aff.mo amico

Luici BoNAZZI

21. (11-4-72)

Al Chiarissimo
Sig. Prof. Luia1 MORANDI
SPOLETO
Caro Morandi
Spoleto 13 8bre 1871

Che vi dicevo io delle conoscenze nuove ? Ci si perde sempre. Il Casta-
gnola mi ha edificato con la sua compita gentilezza ; ma mi è parso di con-
versare con un Santo ; e a me la santità mi mette un poco in disagio. La sua
Leopoldina ?9, all'incontro, che ho letto dopo la sua partenza, mi ha ricondotto:
al tempo della mia giovinezza, quando, dopo aver letto un buon romanzo,
stava melanconico per tre o quattro giorni, compiangendo la sventura dei
personaggi immaginari.

Egli ha mandato le sue opere a tutti i nostri barbassori ; ma io, povero
Samaritano, sarò forse il solo, e certamente il primo che avrà letto tutto e:
attentamente : i nostri Farisei non leggeranno che le opere loro.

Ora che lo conosco, non mi par uomo da subire la influenza di Ragnotti.
Quindi sono smaniosissimo di leggere il suo articolo o stampato o scritto. Fa-
temi il favore di ritirarlo da Arbib 29 a cui l'avete mandato, o dall'autore me-
desimo. Non è improbabile che lo faccia stampare io medesimo, perché l’arti-
colo non cede ad alcuno per autorità, e supererà forse gli altri per sincerità
di convinzione. i

Ormai siamo all’ergo col municipio ; non vi è bisogno di spinger più oltre.
E il Civinini, che sappiate, ha letto ? Non ha potuto o non ha voluto ?


Quanto alla vostra rassegna, se l'avete fatta, pubblicatela pure per onor
vostro ; ma se non l'avete fatta risparmiatevi pure per amor mio questa fa-
tica.

E a Perugia quando ci venite ? Se venite in Ottobre siete sicuro di tro-
varmi. Non tardate a rallegrare il vostro

Luiai BoNAzzx

22. (11-1-32)

Al Chiarissimo
Sig. Prof. Luia1 MoRANDI

SPOLETO
Anima bella !

Perugia 28 8bre 1871

Ho ricevuto la vostra lettera dal Sig. Prof. Lenzi??, che alla sua buona
fama aggiunge una simpatica fisonomia.

Invece di scrivere a quello screanzato di Arbib, date un sunto della mia
lettera al Castagnola facendogli conoscere che io sono smaniosissimo di sa-
pere il suo giudizio, sia pure in iscritto.

La seduta consiliare che deciderà della mia sorte va alla lunga ; per cui
siete sicuro di trovarmi a Perugia nella piü parte di novembre. Non mi bru-
ciate il paglione ; perché non veggo l'ora di fare un'altra chiacchierata. E il
vostro progetto di Roma si mette bene ? Ne parleremo allora.

Procurate di contentare il vostro

aff.mo amico
Lvuic1 BONAZZI

23. (11-1-41)

Mio caro Morandi
Perugia 14 Xbre 1871

Finalmente si ottenne l'intento. Nella prima seduta del Consiglio muni-
cipale mi si espresse il desiderio che io continuassi la storia: con votazione
unanime, tranne un fagiolo nero : nella seconda fui esentato dalla scuola per
tre anni senza perdita dello stipendio *9, con 17 voti favorevoli, e 6 contrari,
seguaci del Ticci, il quale diede un giudizio umoristico della storia, dicendo
senza altre ragioni che l'opera non gli piaceva. Di questo Ticci a tempo e luogo
ve ne racconteró delle belle.

LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 19 .

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LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

Lessi l’articolo del Castagnola, delle cui opere non mi piacque che la
Leopoldina, per l'interesse che io annetto alla storia contemporanea. Sic-
come egli si era prefisso di essere imparziale, a ciò forse istigato dal Ragnotti,
così io speravo di sentir cose che mi scuotessero la sinderesi, e mi dessero oc-
casione di profitto per la ristampa del primo volume. Ma poiché egli mi parla
d’una civiltà tirrena anteriore agli Etruschi, finché mi cita Augusto Castel-
lani?) che alla speculazione dei gioielli etruschi del fratello Alessandro ha ag-
giunto quella dei gioielli tirreni, finché sogna in Perugia monumenti che non
hanno mai esistito, finché mi fa dire il contrario di quel che dico intorno alla
religione dei primi Italioti, finché mi rimprovera di non dire la mia opinione
in questioni in cui non l’hanno detta i più eminenti archeologi, finché si scan-
dalizza perché dico progetto invece di disegno, io lascio stare il libro come sta,
e muoio peccatore impenitente.

E il tedesco ? Omai non vi è più bisogno di articoli. Pure, ansioso come
sempre sono di sapere la verità, mi premerebbe di sapere per mezzo sicuro se
il Civinini ha letto il libro, e in tal caso che giudizio ne porta, messo da parte
l'umorismo ; e bisognerebbe riferirmelo tale quale, perché potrebbe servirmi
‘pel lavoro futuro. La scappata del Ticci renderebbe non inutile una piccola
rassegna degli articoli usciti finora ; ma viene a tempo e non mi preme. Pen-
sate che noi dobbiamo fare i conti; voi dovete avere avuto delle spese, e non
‘voglio che ci rimettiate.

E l'affare di Roma cammina, oppure si è arrestato ? Venite a Perugia
per le vacanze ; faremo quattro chiacchiere e beveremo. Con questa speranza
vi abbraccio, e sono il vostro

aff.mo amico
LUIGI BONAZZI

24. (11-4-110)

Al Chiarissimo
Prof. Luia1 MORANDI
SPOLETO
Caro Morandi
Perugia 7 Febbraio 1872

Giacché anche il Tedesco é malato, non si potrebbero anticipare le Li-
tanie giornalistiche, per non fargli fare, aspettandolo, la stessa fine di Civi-
nini? Ma lasciate dire, che dico per ridere. Ormai l'intento l'ho ottenuto ;
e l'articolo non potrebbe più interessarmi che come cosa vostra, da farvi onore
come il mio profilo.

Fatemi, piuttosto e subito un altro favore. Il professore Ferdinando San-
tini 9 mi ha mandato a piü riprese parecchie sue importanti pubblicazioni, mi

GIS" SEEN STU FG SIEPI P
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 21

ha scritto, mi ha mandato il biglietto di visita, e una infinità di gentilezze.
Io non ho letto niente, non ho risposto niente, e non ho coraggio di scrivergli.
Fatelo voi per me. Ma per iscusarmi non basta dirgli che sono un villano ;
bisogna dirgli che sono un monomaniaco, che quando ha la sua idea fissa non
pensa ad altro. Ed è vero ; io non mi ricordo più nemmeno dei titoli. Se la
febbre che m'agita, a cagione del breve tempo che mi hanno assegnato a com-
pire la storia, mi darà un po' di tregua, faró il dover mio schiettamente, e mi
faró fare anche la fotografia. Addio.
L'Amico

LuIiGI BONAZZI

25. (11-4-101)

Al Chiarissimo
Prof. Luia1 MORANDI

SPOLETO

Caro Morandi
Perugia 7 Aprile 1872

Monsignor Liverani, autore, come sapete, di opere gravi, in un opusco-
letto su le Rive del Trasimeno *) ha chiamato la mia Storia la più arguta e sa-
porita storia municipale d'Italia. Io, naturalmente, non ci credo, ma non credo
nemmeno al giudizio del Ticci ; tanto piü che la cosa é spontanea, e per quanto
ho cercato, non ho potuto ritrovarne la influenza.

Questa lode del Liverani mi ha fatto ripensare al vostro tedesco, il quale,
se non m'inganno nel nome, ora mena romore di se nei giornali. Basterebbe
una frasuccia, breve quasi come quella del Liverani, inserita per incidenza in
qualche articolo.

Ma io ho paura d'aver disgustato anche voi, perché io doveva avere

maggior riguardo al Santini anche per riguardo a voi. Ma che volete ? Sono
giunto al punto, che nell'azienda de' miei affitti non segno nemmeno i maiali

e le pecore che vendo. Vedrete per altro che a tempo e luogo saprò riparare
al mal fatto.

Rispondetemi qualche cosa, perché fra le altre sono perfin curioso di
sapere se il Tedesco e il povero Civinini avean promesso di scrivere l'articolo
dopo aver letto il volume.

Venite una volta qua e presto, ché beveremo e chiacchiereremo. Sono
parecchi mesi che non discorro piü con nessuno. Addio.

L'amico
LuIiGI BONAZZI

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— -— 22 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI
26. (11-4-80)

Al Chiarissimo
Sig. Prof. Luiat MoRANDI
SPOLETO
Caro Morandi.
Perugia 10 Maggio 1872.

L'avevo detto io che vi sareste disgustato anche voi. Ma per giudicarmi
bene, bisogna aver provato due condizioni : fare un lavoro di lunga lena a ter-
mine prefisso, ed essere di testa debole. Quando io sono rinvenuto come da
un sogno, era troppo tardi. Se vi è modo di riparare, ditelo, ché io seguirò i
vostri consigli.

L'Amico
LuIGI BONAZZI

27. (11-4-73)

Al Chiarissimo
Sig. Prof. LurGr MoRANDI
SPOLETO
Caro Morandi
Perugia 19 Luglio 1872
Sto per finire un Capitolo della Storia. Quando l’avrò finito, manderò
le fotografie, e tutto il resto.
E voi venite a esaminare, quest’anno ?
Esaminatore o no, venite, ché vi aspetto, e ci conto : e se non volete an-
dare alla locanda, un letticino ci sarà.
L’Amico
LuIiGI BONAZZI

28. ‘((11-4:71)

Al Chiarissimo
Sig. Prof. Lu1a31 MoRANDI
SPOLETO
Caro Morandi
Perugia 30 Agosto 1872.

Ho ricevuto un po’ tardi la vostra lettera, e vi ringrazio per la conoscenza
che mi avete procurato. Quel che mi dite dei libri non mi ha fatto meraviglia,
perché quando quel bravo giovine mi scrisse da Todi per avere altre copie

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LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 23

desiderate da un ignoto professore, io da buon commediante annusai subito
l’amico Lelio 82), e non gli risposi.
Volete che i libri ve li mandi, o li prenderete quando venite ? Se volete
‘che ve li mandi, rispondete, se no, vi aspetto, come vi dissi, e conto che non
mi bruciate il paglione. Addio.
L'Amico
LuIGI BONAZZI

29. (11-1-15)

Mio caro Morandi.
Perugia 18 Settembre 1872.

Giacché non venite a prenderli, i libri, ve li mando ; e vi mando anche
‘una lettera perché mi aiutiate a fare ammenda del mio fallo.

Voi non ci crederete, ma pure è così. Ho finito ier l’altro il Capitolo V
— Il Feudalismo e il Comune. Finché ha durato questo benedetto Capitolo
che a me, povero istrione, ha costato fatica e ricerche lunghissime, non ho
potuto attendere ad altro nemmeno per un momento, nemmeno quando sul
fine non mi restava altro che ritrovare un testo originale da porre nell’ultima
nota. Partorito il gran sorcio, mi sono dato interamente a leggere gli scrittj
che durante il Ramazan del Capitolo V mi sono stati dati da amici e non amici,
ed ho incominciato dal Santini. L’amico vi fa onore. Le sue riflessioni sopra i
Tedeschi e i Francesi, sopra Shakespeare ed altre sono argutissime. Quanto
alle poesie, per mostrare che il mio giudizio è leale, io tradurrò in prosa i suoi
più bei versi, li inserirò nella storia, e non lo citerò.

Il ritratto, se lo volete anche voi, venite a prenderlo. Vi aspetto dopo la
vendemmia impreteribilmente. Sento dire che Fiorentino?9 sarà fatto Segretario
della pubblica Istruzione. Questo sarebbe un bel caso per voi ; per me no, che
ho finito, e non ho altro bisogno

«che d'anni queti e di romita stanza ».

Addio.

L'Amico Luic1i BONAZZI

30. (11-4-105)
Al Sig. Prof. Lu1a31 MoRANDI
FORLI

Caro Morandi,
Perugia 13 Genn. 1875
Che voi per troppa affezione verso di me abbiate sperato per me più di
quello che potevate sperare, e che io per troppa impazienza originata piü
che da altro dal bisogno di rimettermi al lavoro, abbia talvolta corrisposto

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24 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

alle vostre cure e fatiche con qualche leggero rimbrotto, su questo punto
avete ragione voi e ve ne chiedo scusa. Ma che poi pretendiate che io capisca
da me come stanno le cose, e lo capisca da un ammasso di contraddizioni e:
dal vostro lungo silenzio, su questo punto ho ragione io.

Spero pertanto che mi mandiate subito una lettera che in bene o in male:
concluda qualche cosa, perché vorrei farla finita, e capirete bene che col si-
lenzio non si finisce nulla.

E comunque stiano le cose, io sono e sarò sempre il vostro aff.mo amico

LuIiGI BONAZZI

31- (111-395)

Al Ch.mo Sig. Prof. Lurcr MoRANDI

FORLÌ
Caro Amico
Perugia 10 Febbraio 1875

Che direte di me ? Ma voi sapete la mia malattia. Fin da quando mi scri-
veste una lettera dolorosa io aveva intenzione di scrivervi per l’oggetto che
oggi vi espongo ; e non ci è stato verso di farmela scrivere finché non ho ter-
minato il secolo XV.

Il lavoro mi é cresciuto in mano ; e per trarne qualche frutto prima di
morire, ho pensato di pubblicare tutto ció che ho scritto finora dalle origini
al 1494, rimettendo a tempo non lontano il secondo volume contenente la
storia di Perugia moderna e i documenti. Saranno in tutto cento fogli di stampa
in ottavo, e tutta l'opera costerà una ventina di franchi.

A giorni vi manderó il manifesto senza fervorino. Nel Gustavo Modena
sono stato quasi rimproverato di non aver mischiato la politica all'arte. Ma
nella storia la politica è tutto ; la storia mia sarà coscienziosamente ed emi-
nentemente democratica, e il popolo sarà l'eroe. Dovrebbe quindi trovar
favore presso il partito. Ma... non ci sono che i preti e i consorti che si aiutino
fra di loro.

Di due cose avrei bisogno. Di trovare molti associati, e di prevenire i
giudizi ispirati dagli inimici col giudizio di qualche pezzo grosso. Sarei contento
anche d'una strapazzata purché vi trovaste qualche lato non dispregevole.

Per fare associati il Municipio mi farà una circolare ai Municipi e alle
Biblioteche. Resterebbero a pescarsi le scuole, gl'istituti minori, e le palombe
isolate. Dai librai non c'é da sperar nulla ; non si avranno né denari né libri.
Se vogliono associarsi senza ribasso pagando a pronta cassa potranno vendere
sopra il prezzo di coperta, che sarà il prezzo d'associazione. Voi siete al caso
di conoscere altre fonti, e m'affiderei a voi, ma non senza darvi un pegno di
gratitudine.
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 25
Vedo con qualche soddisfazione che anche dopo dieci anni il mio Gu-
stavo Modena viene citato quando si parla d’arte drammatica. Voi mi accen-
naste un giorno che l’avreste ristampato volentieri facendogli una prefazione.
Or bene: io lo incomincierò con una storia breve dell’arte prima di Modena,
vi darò appunti e documenti per incastrare nella vostra prefazione due righe
di biografia vera per me, e vi cederò come vi cedo fin da oggi tutta la proprietà
del libro ristampato che verrà un discreto volume, purché lo ristampiate da
Lemonnier, Barbera o simili 84).
Rispondetemi qualche cosa e credetemi vostro amico
LuIGI BONAZZI

99 4(11-1-13)

Caro Morandi
Perugia 4 Aprile 1875

Vi mando una diecina di manifesti, non perché vi abbiate ad ammazzare
a riempirli, ma perché possiate organizzare una piccola propaganda. In
questi affari bisogna procedere come le sette, bisogna far le vendite come i
carbonari : l’uno raccomanda all’altro, e questo a un terzo, e via discorrendo.
Con lo stesso metodo bisognerebbe procedere per fare annunziare l’opera nei
giornali più diffusi e vicini, anche senza cappello. Nel caso di farvi due righe
bisognerebbe accennare al favore ottenuto dal volumetto della Storia Antica.

Ditemi schiettamente che cosa vi ha risposto il Barbera. Se non volesse
comprar l’opera, si potrebbe anche procurare una associazione. Per la storia
dell’arte nei secoli scorsi io possiedo un libraccio (o libruccio) in forma di di-
zionario, così raro, che Dumas voleva darne 500 franchi. Ad ogni modo non
sarebbe cosa da pubblicarsi subito.

Ho sentito con piacere la vostra disgrazia. Ringraziate Dio che vi prov-
vede. Lasciate la banca del pubblicano, e mettetevi a lavorare. Se non'gua-
dagnerete adesso, guadagnerete più tardi. Date retta ad un uomo che la sua
gioventù l’ha sprecata e che si professa sinceramente vostro

aff.mo amico
Luici BONAZZI

339. (11-470)
Al Ch.mo Sig. Prof. Lu1G1 MoRANDI

FORLI
Mio ottimo amico.
Perugia 22 Aprile 1875

Al 19 del prossimo Maggio do mano alla stampa, e ritiro le reti. Perció
se a quell'epoca aveste trovato qualche pesce, mandatelo. Vi manderó a due
26 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI I

o a tre i fogli di stampa, secondo il convenuto. L'Insigne uomo che avete scelto
è stupendo; ma il giornale sarebbe migliore il Diritto perché è piü letto a i
Perugia, e bisognerebbe che non facesse un resoconto che dispensasse i pigri
e gli avari dal leggere il libro, ma un esame che dimostrasse esser l’opera una
utilissima e grata lettura anche per chi non prende un supremo interesse alla
storia di Perugia. |
Qui ho fatto una discreta messe di associati, ma la provincia pare che non )
voglia render molto.
Io non conosco certi misteri della stampa, ma se occorresse qualche spesa
o indennizzo, senza complimenti.
Ditemi che cosa vi ha risposto Barbera. Attendo ansioso vostre lettere,
e sono il vostro

Luigi BONAZZI

34:0 (11:1:33)

Mio caro Morandi.

Perugia 6 Maggio 1875.

Siamo in prigione per la medesima causa. Ma voi state peggio di me.
Io non ho trovato difficoltà a trovarvi una diecina di firme, ma le troverete
voi per me ? Dirigendovi al Saffi, qualche cosa si potrebbe pescare. Al Santini
e all’Ardito non ho mandato nulla, perché non vorrei che facessero compli-
menti associandosi per se medesimi. La cosa sarebbe diversa se venisse da voi.

L'opera non uscirà a fascicoli, ma in due volumi di cinquanta fogli di
stampa l'uno e il primo uscirà tra il settembre e l'ottobre al prezzo di 10 lire.
Io peró manderó a voi due o tre fogli alla volta affinché il Bimboni possa dar
presto un giudizio dopo uscito il volume. Ma il Bimboni lo avete assicurato ?
Se ha difficoltà pel Diritto prenda pur l'Opinione. Per i giornali che vengono a
Perugia ci vogliono articolisti forestieri; voi, perché amico, stareste meglio
all'estero.

Il tempo utile per occuparmi del Gustavo Modena sarebbe dopo la pub-
blicazione del primo volume della Storia, o del secondo. Intanto assicuratevi |
qualcuno di quei librai che mi avete nominato, affinché io non abbia a lavo- |
rare incerto dell'utile che potessi darvi, perché per me della gloria non me ne |
curo. Mandatemi dentro il mese la vostra pesca qualunque e addio.

L'Amico
LuIGI BONAZZI
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

35. (11-4-104)
Al Ch.mo Sig. Prof. Lureri MoRANDI
FORLÌ
Anima bella !
Perugia 16 Luglio 1875.

Ho ricevuto la lettera, la mia risposta non è andata perduta, ed io non
sono malato, ma son peggio che malato. Non avevo mai provato quel che sia'
il correggere le stampe d'un'opera lunga in pochi mesi con un cattivo stam-
patore. I cassi non capiti, i pentimenti, i miglioramenti mi hanno fatto la
testa come un cestone. Ma come mai poteste dubitare che il vostro progetto
potesse non piacermi ? Esso mi piace tanto, che ogn'altra cosa divien secon-
daria di fronte a quella dell'Accademia.

Vi manderò presto i fascicoli per il Vannucci 85) 3 ma sarebbe bene che lo
preveniste e sarebbe bene ancora che seguitaste a mandarglieli voi per far
la cosa più in regola.

Fra quelli che mi avete nominati il solo Sansi ) ha rimandato la scheda.
Io non me ne do più pensiero, e lo stesso fate voi. A tempo debito non man-
cheró di fare quant’altro mi avete detto.

Ne volete sapere un’altra ? Non potendo vivere con poco più di 200 scudi,
ho fatto qualche debituccio, ed ora è più di un mese che combatto con la
Giunta, la quale vorrebbe cogliermi il fiore di quei quattrocento associati
‘che con tanta fatica mi ho procurati per pagare i debiti, mentre la Giunta li
vorrebbe per rifarsi delle spese di stampa. E questa preoccupazione me ne dà
un’altra. Sarò buono in questo stato di mente a scrivere l’articolo per voi ?
E se non é bello, che utile potrà darvi un nome oscuro come il mio ? Basta ;
vedremo. Intanto non lasciate di disporre ogni cosa per la riuscita del pro-
getto Carducci. Hoc opus, hic labor est. E se voleste attenervi a questo solo
intento, per me vi dispenso dal resto, quando il resto fosse indifferente a voi.

Quando vi parlai di spese, intesi parlare d'indennizzi. Per esempio, il
viaggio a Bologna ve lo avrò da pagare. Lo stampatore mi chiama. . . Addio,
Anima bella ! Pensate a me e credetemi gratissimo e sincerissimo amico, ben-
ché un po’ ruvidotto

LuIGI BONAZZI

36. (11-4-98)
Mio caro Amico.
Perugia 22 Agosto 1875.

Ho sentito con estremo piacere, ma senza meraviglia, i vostri trionfi.
Non vi aspettate per altro che io vi dica nulla per ora. Io non ho ancora ve-
duto il secondo frontespizio del vostro libro. Vi ricordate della lettera a San-

ELET
4

— € Ó—
28 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

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tini? Le malattie bisogna rispettarle ; e assicuratevi che la mia è strana e
invincibile. E poi non vedete che vi do una sassata e chiedo un bacio ? Qui.
non c’è verso ; e delle due cose bisogna che me ne accordiate una : o di farmi
mandare un articolo che io copierò e sottoscriveró, o di aspettare che io lo
faccia dopo la pubblicazione dell'opera mia che avverrà certamente fra il Set-
tembre e l'Ottobre. E allora saró ricco, perché ho spuntato la vertenza col
Municipio per prendere i primi denari.

Non dubitate che non trascureró il vostro consiglio di mandare il libro
a quei tali, e di avvertirvi. Ve ne avverto fin d'adesso ; ma per non correre il
rischio di perdere una copia sarebbe bene di aver da loro la promessa, sotto
condizione, ben inteso, di dire qualche cosa. Di Tallarigo, col suo veltro e con
la sua enfasi, ho paura di non combinare. Se ristampate il mio profilo, vorrei
che c'incastraste sette o otto parole mie (di conto) sulla mia carriera dram-
matica. Mi parlaste anche di ritratto. Ma come fatto, e dove messo questo
ritratto ? Basta ; fate voi. Tutto mi preme e tutto mi sarà caro, e voi sapete.
quello che mi preme di più. Di quei due che mi nominaste l'uno mi dà timore,
perché tutti mi danno timore a me, ma quell'altro, Gregorovius, mi fa spavento,
e bisognerebbe metterne una ventina gradatamente inferiori per arrivare
fino a me.

Ma io faccio i conti senza l'oste. Per la mia ingratitudine austriaca voi
avete diritto di punirmi; ma punireste un malato.

Se dopo aver distribuito le vostre copie nelle varie città d'Italia, ve ne
restano ancora, mandatene pure dell'altre, che per un franco gli associati si
trovano sempre. Cosi pure, se volete fare qualche cadeau del mio volume,
non avete che a dirlo.

Non vi stancate di volermi bene, e credetemi sempre pieno di stima e

di gratitudine vostro sincero amico
LuIGI BONAZZI

\

37. (11-4-99)

Riccione (presso Rimini), 26 Agosto 75

Mio caro Maestro.

Non pensate più all’articolo, perché non ce n’è più bisogno, e perché se
voi faceste di me pubblicamente quelle lodi che m’avete fatte altra volta per
lettera, mi troverei poi un pò impicciato io a pubblicare o ripubblicare tutto
quel bene che sento di voi; giacché mi vedrei davanti il sogghigno beffardo
di qualche benevolo, il quale certo direbbe che tra maestro e scolaro facciamo
a scaricabarili. Dunque, vi proibisco assolutamente, vita natural durante, di
stampare una sola parola di lode sul conto mio ; ma in pari tempo v’impongo
di leggere il volumetto ??, appena vi sarà possibile, e di leggerlo in un momento
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 29

bono, perché io credo che ne’ giudizi di cose artistiche c'entri per due terzi
abbondanti il nostro rispettabilissimo io, e per l’altro terzo scarso e incerto,
il zibaldone delle regole. Poi mi direte schiettamente quel che ve ne sarà
parso.

Vi mando altre 10 copie del volumetto, parte delle quali potrete affidare
a qualche libraio, consegnandogli anche il manifestino che va unito alle copie,
€ che affiggerà sulla porta della bottega. Un amico mi avvisa che il Fanfani
ha detto del mio libro un mondo di bene nel suo Borghini 88) del 15 Agosto. Io:
non ho ancora avuto questo giornale ; ma voi costi potrete trovarlo certamente
dal Rossi fanfanista, o da altri; e se credete che il giudizio del Filologo pi-
stoiese possa far vendere qualche copia di più o produrre un'indigestione a
qualche maligno, fate ristampare il suo articolo in qualche giornale perugino ;
purché (badate bene a questo) purché ció non vi deva costare né pure un solo
centesimo, avendo io cento giornali a mia disposizione, che mi ripubbliche-
rebbero l'articolo volentierissimamente e gratuitissimamente, e disgustandomi
in sommo grado il solo pensare a un articolo letterario inserito a pagamento.
Ho molto piacere che il Fanfani m’abbia lodato, perché la sua lode non è
punto sospetta, avendolo io trattato molto bruscamente l’anno scorso in tutte
e due le edizioni di quel mio lavoruccio sui Promessi Sposi. E basti delle
cose mie.

Siate pur certo che tutti quelli che io v’indicai, terranno parola del vostro
libro ; purché due o tre giorni prima che lo mandiate, me ne facciate avvertito.
E non c’è punto bisogno d’averne una promessa anticipata. Io conosco bene
i miei polli. E soprattutto non temete del Tallarigo : egli è tutto per voi, e
me l’ha detto cento volte. È vero che egli sente con soverchia enfasi, ma am-
mira la naturalezza e la semplicità in voi come in altri.

A me manderete non più di 4 copie: una per me, una per il Carducci,
una per il Gozzadini ®) e una per il Propugnatore, al quale non avevo pensato
prima d’ora. Regalarne altre, no ; e vi proibisco di regalar copie anche del mio
volumetto, perché è tempo che finisca anche tra noi questa porca usanza
di scroccarsi i libri, e perché sono convinto che, in regola generale, un, libro
avuto in regalo piaccia meno.

Se non troverete a vendere tutte le copie mie, avrete la pazienza di riman-
darmele. Vi prego però di darvene cura solleticamente, perché verso la metà
di settembre avrò bisogno di raccogliere il denaro delle copie vendute.

Come vi dissi, appena avrò ricevuto la vostra Storia, partirò per Bologna.
Accetto che mi rifacciate le spese del viaggio, perché purtroppo verso in
condizioni economiche veramente deplorevoli. Se sapeste a quante privazioni
devo rassegnarmi per mantenere la mia dignità ! Mandatemi pure le giunte-
relle al Profilo, che faró ripubblicare (dopo che altri giornali avran parlato
della Storia) nell'Illustrazione Universale del Treves, col vostro ritratto in
litografia, ricavato dalla migliore delle fotografie vostre che ho già, o da altra
che me ne mandiate.
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

Nel rispondermi, ridate un’occhiata alle mie lettere, per non costrin-
germi, come avete fatto sinora, a ripetervi le stesse cose più d’una volta. Vi
dico così non perché io non abbia piacere a trattenermi con voi: tutt’altro,
e lo vedete dalla lunghezza delle mie lettere ; ma perché non rispondendomi
a tono, mi costringete a rilegger tutte le vostre e a ripensare a tutte le mie.
E io son sempre occupatissimo, anche qui, dove starò per i bagni sino a la
fine del mese, o giù di lì. E giacché per colpa vostra son ritornato a parlarvi
di me e delle cose mie, voglio anche dirvi, se ancora non ve l’ho detto, che la
compagnia Pietriboni rappresenterà in settembre a Genova una mia com-
media, La Maestrina *, nella quale ho tentato di mettere comicamente in ri--
lievo l’infelice condizione delle maestre nelle nostre campagne, e il lavorio:
che fan sott’acqua i clericali per tirare a sé tutte le scole. Raccomandatemi al
vostro Santo prediletto, ché se questo mio lavoro piacerà, io sono a cavallo.

Scrivetemi quanto prima potrete, e intanto gradite un abbraccio stret-
tissimo dal vostro aff.mo amico

Luic1 MORANDI

38. *(11°1:2)

Al Ch.mo Sig. Prof. LuiGir MoRANDI
RIMINI per RiccIoNE (poi) FORLÌ (di altra mano)

Caro Amico mio,
Perugia 6 settembre 1875

La idea che mi esternate circa lo scambio di lodi balenò in mente anche
a me, tanto più che io che non posso tenere niente ho pubblicato ai quattro
venti che di tutte le lodi dei giornalisti eravate voi il promotore. Ma non

crediate che fosse il vero motivo. Il vero motivo per me è l'assoluta impossi-

bilità di tralasciare una fatica intellettuale per prenderne un’altra qualunque.
Io sono la vera antitesi del genio.

I vostri volumetti sono in mani, la più parte, di tre librai, e a suo tempo:

vi dirò l'altrui giudizio ed il mio.
Dite bene che se la vostra commedia piace siete a cavallo. È il miglior

mezzo di guadagnare. Cercate però di amicarvi la camorra degli autori dram--

matici come Torelli *? ed altri che fanno guerra implacabile ai concorrenti, con
una società in accomandita sparsa in tutte le città d'Italia, e specialmente i
tre F di Milano, Forti, Ferrari e Filippi *°).

Cercare il Borghini non era una fatica intellettuale ; ed io l'ho fatto gi-
rando inutilmente per tutta Perugia. Arrivo finalmente a sapere che l'unico:
possessore ne era il prof. Marozzi del Collegio Pio. Lo cerco, e non lo trovo-
perché era fuori. Tornato, sa che lo cerco, e gentilmente viene da me, e mi dice.
che egli ha l'antico Borghini, non il recente. Chi vi ha avvisato dell'articolo.

=
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 31

non poteva mandarvelo o trascriverlo ? Ditemi voi quello che devo fare,
perché io a Firenze non conosco nessuno ; ma intanto non ho tralasciato di
raccomandarmi ad Adamo Rossi #) per farlo venire. Ad ogni modo, se non
avete voi un mezzo più pronto, la inserzione si farà.
La stampa procede alacremente e mancan soli sette fogli ai cinquanta.
A giorni, fuoco alla mina. Addio. Non vi stancate di voler bene al vostro
isolatissimo amico
LUIGI BONAZZI

39. (11-4-75)

Al Ch.mo Sig. Prof. Lu1c1 MoRANDI
(Raccomandata) FORLI

Caro Amico.
Perugia 25 Settembre 1875

Tandem aliquando ho letto con grandissima aspettazione, e vi dico schiet-
tamente che l'aspettazione é stata superata. Se per uno scrittore novello in
mezzo a tanti vecchiumi i tratti originali sono il pià da contarsi, mi pare che
il vostro libro debba eccitare la seria attenzione dei letterati per vedere se sia
da incoraggiarsi una nuova maniera di scrivere in cui entri quel misto di serio
e di comico, di sublime e pedestre che è nella natura umana. Oltre ai Due
tarli e al Campanile mi hanno piaciuto estremamente La morte e l'amore,
il Canto, la Preghiera d'un fanciullo, ' Incontro Enrico, Venezia e la Rondinella,
la Vedova del Volontario, e soprattutto il Coscritto suicida. Peccato che alla
pagina 40 vi sia un errore tipografico !

Dei vostri volumetti se ne sono venduti parecchi ; ma ve ne mando l'in-
tero importo perché andranno via tutti, meno cinque o sei per me.

Non so se dopo la pubblicazione dell'opera mia, i vostri amici e voi stesso
potrete dire e fare tante belle cose per me ; ma nel caso non disgraziato, vi
pregherei di mandarmi il profilo già stampato per rimandarvelo con qualche
leggerissima postilla. Dei ritratti sarà meglio scegliere quello a 55 anni, cioè:
il più giovane e di tutto vorrei almeno una copia, fosse anco da rimandare.

Dunque fuoco alla mina, perché a giorni, nell'entrante settimana saranno
spediti i volumi, e al Vannucci pel Diritto, se si potesse. Non occorre ripetere.
che ogni spesa sarà compensata, e intanto mi dico pieno di gratitudine e
d'ammirazione per la vostra filiale affezione. Vostro amico in eterno

LuIGI BoNAzzri

Vannucci - Tallarigo - De Gubernatis - D'Ancona - Opinione - Nazione
Perseveranza - Libertà - D'Ovidio - Diritto.
32 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI
40. (11-1-3)

Al Ch.mo Sig. Prof. Lurcr MoRANDI
(Raccomandata) ; FORLI

Caro amico,
Perugia 1 ottobre 1875

Eccovi il corpo del delitto. Siete il primissimo ad averlo. Esaminatelo a
vostro commodo prima di scrivere ai giudici. Il giudizio deve essere pronto,
ma non statario. Invece che ve lo mandi io, mandatemi voi il cenno di spedire
gli omaggi. E perché possiate esser pronto alle occorrenze, vi acchiudo intanto
una ottantina di lire.

Degli annunzi facciamone a meno. Un annunzio presuppone sempre un
accordo, mentre un articolo critico puó essere sine ira et studio.

Il profilo della Rivista è in mani d'un mio nemico. Fate di averlo e di
mandarmelo voi, ché subito ve lo rimando. Abbiamo tempo, perché il profilo
deve essere la coronazione dell'opera.

Mi parlaste d'una persona che doveva parlare ad un'altra. Fate voi.
Se sapeste a che intento mi servirebbe, ridereste di cuore, senza potermi ac-
cusare di vanità.

Alla pag. 40 ho letto : Nascosto il mio prim'avolo. Mi é sembrato che do-
vesse dire ovolo. Vi lascio prima d'empire la pagina, perché sono assai affac-
cendato ; ma sono con sempre grande e crescente affezione vostro amico vero

LuIGI BONAZZI

4t. (41-18)

Al Ch.mo Sig. Prof. Lu1a1 MORANDI
FORLÌ

Caro Morandi
Perugia 11 Ottobre 1875

Vi mando subito il Profilo. L’onore sarà troppo per me, e meritato per
voi. Procurate per altro di smorzare quegli epiteti di grande, profondo etc.
e di scostare più che potete dal nome mio i nomi di Michel'Angelo, Machia-
velli, Parini, benché si capisce che così intendete di farmi entrare con questi
come i cavoli a merenda. Sarà meglio per me e per voi.

Del Dall’Ongaro, giacché avete l’articolo, sarebbe meglio rifar quelle
frasi in cui accenna allo studio del Parini, del Venosino etc.

Quanto al recitare in Perugia, il fatto vero potrebbe narrarsi press’a
poco cosi: « A Perugia, le pochissime volte che recita nel teatro pubblico, lo

ha sempre pieno. Memore del proverbio: impara l’arte e mettila da parte, |

e Qi
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 30:

al suo ritorno in patria, prese in affitto i due teatrini del paese, per potere col
‘titolo di affittuario, se non con quello di direttore, avere a sua disposizione i di-
lettanti per qualche recita di quando in quando. Eppure si è trovato chi, pro-
fittando della lunga occupazione che gli costava il lavoro della storia, lo ha
per mezzo d'intrighi, come dicono i legali, tagliato fuori, togliendo al povero
vecchio anche quest’ultima risorsa ; e quando io lo rividi a Perugia nel 1871,
egli, narrandomi il fatto con tutti i suoi schifosi particolari, mi disse che come
si è inventato un termine greco per significare il furto del bestiame, bisognava
inventarne un altro per esprimere la truffa dei teatrini «. Fatemi questo fa-
vore e non temete dir troppo. Sarà pur bene che diciate che, nel 1865 tornò
sulle scene a Napoli rimpiazzando al Teatro del Fondo il celebre Taddei e
prendendo dal Municipio perugino il congedo d'un anno e poi etc. etc.
Se sapeste che quei letterati si sono assunto l'incarico di scrivere, non
mancate di avvisarmene.
Pel resto non ho fretta perché il lavoro é lungo, ed anch'io desidero di
avere un giudizio che, quantunque benevolo, sia coscienzioso.
Addio anima bella. Seguitate a beneficare il vostro
aff.mo amico
LuIGI BONAZZI

42. (Sulla 3? e sulla 42? pagina della precedente lettera minuta autografa del
Morandi come segue) 4).

Forlì, 18 Ottobre 75.
Chiarissimo Signore,

Alessandro D’Ancona deve averle scritto da Firenze per pregarla a gra-
dire il dono ch'io voglio farle di due libri di Luigi Bonazzi, i quali Le arrive-
ranno insieme con questa. Non si spaventi. L’usuraria intenzione che Ella
scriva qualcosa di que’ due libri c’è stata e c’è nell'animo mio ; ma Ella ac-
cettandoli, non assume obbligo nessuno, e scriverà se n’avrà voglia, anzi se
proprio si sentirà innamorato del Bonazzi, come ne sono innamorato io, che
lo ebbi a maestro.

Nella Rivista Europea del 1° giugno 71 io pubblicai un profilo di lui, e
bramerei che Ella lo leggesse, non per lo scritto in sé, che è meschinissima
cosa, ma per conoscere meglio quest'uomo singolare che da eccellente attore
drammatico compagno del Modena, diventò un bel giorno ottimo professore
di storia nel patrio liceo, e scrive versi da non invidiar nulla al Parini e fab-
brica vino eccellente, e poi lascia la cattedra per tornar su le scene del Fondo
a sostituire il Taddei, e poi all'improvviso si manifesta nel Gustavo Modena
critico arguto, originale e profondo della prima arte sua e finalmente oggi
dopo 10 anni di fatiche, pubblica un volumone di storia del suo paese, la quale

3

DERE 2t

POTOENNPIVETPT IUULIRTU

eT:
34 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

secondo il mio debole avviso, è la più bella delle storie municipali d’Italia ;
giacché il Bonazzi ha la rara abilità di dir cose gravissime senza seccare il
prossimo : pregio rarissimo nella nostra letteratura storica, in cui, com’Ella
sa meglio di me fu sempre di moda un certo sussiego papaverico ! E vedrà,
mio Signore, vedrà che rara potenza ha quest'uomo di rievocare vivo e par-
lante il passato, anche ne’ più triti particolari !

Insomma io credo di farle un piacere, dandole occasione di conoscere
uno scrittore valentissimo e quasi ignorato. Circa due mesi fa Le mandai a
Roma un mio volumetto di versi accompagnato da una cartolina. Non so se
Ella l’abbia ricevuto.

Mi creda
Devotiss.o suo

43. (11-4-74)

Al Ch.mo Sig. Prof. LuiGir MoRANDI

FORLI
Caro Morandi
Perugia 15 Ottobre 1875

Ho mandato la copia all’Albicini*) con quella pel Gozzadini. Quanto al
D'Ancona vi aveva già prevenuto, perché, scrivesse o no, era per me un debito
di gratitudine. Starebbe benissimo che l'Albicini scrivesse nel Monitore e.
il D'Ancona nel Diritto ; gli articoli per l'Archivio Storico e per l'Antologia
acquistano importanza dal giornale, e chi li scrive li scrive. L'articolo del Tal-
larigo, dopo che ne ha scritto uno bellissimo su la storia del Capponi, diver-
rebbe importantissimo se lo scrivesse dandogli la stessa importanza, e sferzi
pure se crede. Perció insistete.

Dopo la pubblicazione della Storia antica, Monsignor Liverani, quel me-
desimo che ebbe il primo premio a Berlino pel suo Spicilegium Litterarium,
scrisse che la mia storia era la più arguta e saporita storia municipale d'Italia.
Benché cosi sia giunto fino allo sproposito di dire che è la più dotta e la più
bella, pure anche nel senso suo si vede bene che ha considerato la Storia di
Roma del Gregorovius come una peregrina storia d'Italia ; ed io avrei una
matta voglia di mandare a quel dotto il volume come timido omaggio di gra-
titudine, quando avessi un introduttore. Mi basterebbe di avere una buona
risposta in tedesco. Ho detto omaggio di gratitudine, perché vedrete che ne
ho profittato. Del Gustavo Modena ho scritto senza memoria, come dite voi,
ma nella Storia vedrete che ne ho avuto abbastanza. Ma state zitto, e sto
zitto anch'io, perché se la critica mi metto a farla io, addio onori sperati!
Né degli onori mi curerei, se non avessi estremo bisogno di prevenire i miei
nemici e di assicurare un tozzo di pane per la vecchiaia.
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 35

Quando penso al profilo che avete ricamato a volo d'uccello, penso an-
cora a quello che sarebbe stato se vi fossero stati noti tanti curiosi particolari
della mia vita. Ma in certi lavori sopra persone viventi è meglio apparire
poco informati. Tuttavia sarebbe bene che cangiaste quella parola maledicente

in lingua caustica o carattere caustico, perché sento realmente d'essere l'uomo
più innocuo del mondo verso chi non mi dà fastidio. Per non far torto al

paese nell'affare dei teatrini, potrete anche dire: Eppure si é trovato, fra
le brutture del volgo, chi profittando etc.

Ed ora inter nos. I lettori che mi nominate, come hanno letto ? per or-
dine o a sbalzi ? Se hanno letto per ordine, avranno etto tutt'al piü la storia
antica, mentre la mia curiosità si riferisce alla nuova storia del medio evo. E.
voi, giacché m'immagino che non credete che io vi conti per nulla, e voi dove
siete arrivato ? Basta ; andate avanti piü che potete, anche per riferire, com-
pensando il male con un po' di bene.

Vi mando un altro volume. Addio. Badate a spendere, ché a tutto si
riparerà dal vostro

aff.mo amico
LuIGI BONAZZI

44. (11-4-109)

Al Ch.mo Signore il Prof. Luircr MoRANDI
FORLÌ (Emilia)

Bologna 17 ott. 1875
Mio riverito Collega

La lettera che le è piaciuto scrivermi mi ha arrecato il doppio piacere.
di rivedere i suoi caratteri, e ricevere un documento della squisita sua cortesia..
Mi sono stati eziandio recapitati i due esemplari della Storia di Perugia, e non.
ho tardato a mandare al suo destino quello del Gozzadini, serbando per me:
l’altro, che sto leggendo, e compiutane la lettura, vedrò se sarò da tanto di
farvi un articolo sopra ; perocché raccogliere in poco un’opera di lunga lena,
e darne un'idea sufficientemente ampia ed esatta non è facile per nessuno, e
difficilissimo per me. Ciò di cui prendo impegno si è che mi ci proverò, e fatto
che abbia l’articolo, lo sottoporrò al di lei giudizio. La ringrazio ancora del-
l'avviso datomi riguardo all'Archivio Storico, e se la cosa è affidata al Van-
nucci stimo meglio lasciar correre, essendo per ogni conto più utile alla ripu-
tazione del libro, che altri più autorevole di me se ne occupi in quel periodico.

La prego di ringraziare intanto in mio nome il Prof. Bonazzi, e significargli
la mia gratitudine, come ringrazio Lei dell’interesse che si è preso per la pub-
blicazione del Fontana.
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

Non mi resta che esprimerle il vivo desiderio che ho di conoscerla perso-
nalmente, che spero fra brevissimo di poter sodisfare, dacché posso assicu-
rarla che il Prof. Carducci da qualche giorno è tornato.

E facendole i saluti cordiali di Liverani, mi pregio raffermarmi con sensi
di perfetta stima per

suo dev.mo ed aff.mo
C. ALBICINI

45. (11-1-26)

Caro Morandi,
Perugia 23 Ottobre 1875.

L'Albicini mi ha ringraziato con un biglietto di visita, e il Gozzadini
con una compitissima lettera. Il preludio, a dirvi quel che sento, mi sembra
quel medesimo del Vannucci, e m'ispira qualche dubbio sul risultato delle
vostre amorevoli premure tanto per gli articoli quanto per le altre cose. Non
temete per altro che io ne resti disappuntato : le sono cose a cui mi rassegno
subito.

Porro unum et necessarium è quell'articolo, che sebbene coscienzioso, non
viene mai se non é sollecitato, cioé un articolo di fondo, analitico di tutta
l'opera, e questo tra il D'Ancona, Tallarigo *9), De Gubernatis *) ecc. spero di
averlo. Gli altri potrebbero venire anche da sé. Una incensata del Fanfulla
non mi dispiacerebbe, ma non per prima.

Per carità non fate confondere la storia col Gustavo Modena. Le lodi di
questo in tale occasione potrebbero sembrare una critica indiretta della Storia,
come qui la intendeva il Ragnotti. Del Gustavo Modena ne parleremo molto
fra poco ; e ad ogni modo quel libraccio (o libruccio ?) rarissimo che posseggo
a qualcheduno servirà. Quello che importa adesso é, la storia, che malgrado
i difetti che vi scorgo o mi pare di scorgervi è il lavoro che tengo piü in conto,
indipendentemente dall'interesse. |

Non potete credere quanto mi abbia piaciuto che nelle vostre lettere di
famiglia la predilezione sia caduta sopra le mie pagine predilette. Ma appar-
tenendo esse più alla storia generale che particolare, non sarebbe bene di
darle per saggio d’una storia municipale. Potrei indicarvene delle altre, e spe-
cialmente una scena serio-faceta ; ma per timore che m'inganni l'amor proprio,
non vi dico nulla. Cosi non vi dico null'altro su i casi curiosi della mia vita,
perché il profilo potrebbe sbiancarvi la biografia nel Gustavo Modena.

Gli epigrammi del Nerbini li cominciai a leggere subito alla Spezieria
dove li ricevetti, e col mio leggere allegro feci nascere il desiderio di leggere
anche agli altri frequentatori, tantoché dovetti lasciarli per alcun tempo alla
Spezieria. E tanti ringraziamenti e congratulazioni al Sig. Nerbini.
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 37

Quanto alla domanda del D’Ancona, nell’Archivio Storico Italiano,
vol. 16 Parte 1* a pagina 349 e all'anno 1444 troverà scritte queste parole
del Graziani: «e doppo mangiare fecero la storia del Minotauro quando fu
morto». Del Sagrifizio d'Ifigenia non mi ricordo il luogo dove l'ho letto,
perché postomi a trattare di storia alla tenera età di sessant'anni, non ho
contratto l'abitudine di prendere appunti, ma l'ho letto di certo. Nella mia
storia per altro è segnato il secolo XV e non il dugento come mi scrivete. Non
rispondo direttamente a quel buono e valentissimo letterato, perché da cósa
potrebbe nascere cosa, ed io sono pigro a scriver lettere, non posso attendere
a più cose ad un tempo, e dopo aver finito i lavori perdenti *9 (2?) avrei voglia,
se non mi facesse male, di prendere una sbornia ogni giorno. Ho scritto il
Gustavo Modena per ordine del medico, per sollevarmi un poco da un terri-
bile spleen che mi rendeva noiosa la vita ; ho scritto la storia per assicurare
a me e alla mia vecchia un tozzo per gli ultimi anni, e per non fare piü scuola.
D'aver fatto scuola per altro ringrazio il cielo, perché fra tanti giovani demo-
litori ne ho trovato uno che mi vuole edificare.

Addio.

L'amico
LuIGI BONAZZI

P.S. Gli articoli bisognerà prenderli quando possono e quando vogliono
gli articolisti. Il primo per altro, come sentirebbe di favoritismo prima d’un
mese dalla pubblicazione dell’opera così sentirebbe un poco d’indifferenza
(il primo) molto più in là del mese.

46. (11-1-6)

Al Ch.mo Sig. Prof. Lu1a1 MoRANDI
FORLÌ

Caro amico.
Perugia 7 Novembre 1875.

Le buone notizie che voi mi date da parte dei lettori dell’opera mia com-
binano perfettamente con la benevola opinione universale di Perugia. Ma i
miei nemici già trionfano traendo indizio sfavorevole dal lungo silenzio della
critica giornalistica. Era meglio che il primo articolo di fondo lo aveste fatto
voi, immolandovi all'amicizia sotto l'anonimo o sotto altro nome.

Pare che l’affare del noto personaggio ‘°) prendesse buona piega, poiché
alcuni amici miei architetti e pittori mi scrissero che gli mandassi il libro
a Roma, e mi telegrafarono perché andassi in Asisi a presentarglielo. Ma io
ho preferito di ottenere l’intento per mezzo vostro, facendogli presentar
38 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

l’opera da un letterato che l’abbia letta tutta, senza correre il pericolo d’una
visita infruttuosa. Vedete dunque di affrettare le cose, perché qui siamo pro-
prio al caso di dire che il tempo è moneta.

Ho ricevuto l’annunzio di Berlino e manderò il volume.

Non rammento se vi ho mandato altre copie del Gustavo Modena. Se
non lo avessi fatto, avvertitelo. Se prevedete altre spese, domandate pure.

Aspetto con ansietà qualche saggio di critica, specialmente pel Diritto, e sono
il vostro

LuIGI BONAZZI

A7. CTI)

Al Ch.mo Sig. Prof. Lura1 MoRANDI
FORLI
Anima grande !
Perugia 14 Novembre 1875

Benissimo il preannuncio della Nazione, benissimo pensato quello del Di-
ritto, tagliato proprio sul coscio il pezzo riportato. Ma dite : l'insigne lette-
rato del Diritto è il medesimo D'Ancona ? Sono due, o no, gli scrittori ?

La dilazione dei quindici giorni non mi farebbe niente, quante volte
per accordi al tempo della proposta fosse decisa la elezione, poiché non vorrei
correre il pericolo d'una sfagiolata *).

Se aspettiamo che quell'amico legga la storia con tutte le faccende che
adesso ha sulle spalle, andiamo alle calende greche. Sarebbe meglio che cre-
desse a qualcuno sulla parola, o che qualcuno gli additasse qualche pezzo mi-
gliore. Fra i passi citabili mi parrebbe che fossero quello riportato dal Diritto
pag. 35, il Museo perugino 40, l'assedio di Perugia 89, i primi Cristiani 117,
l'influenza di Gregorio Magno 159, Gregorio IX in Perugia 280, Innocenzo
IV in Perugia 296, il Capitano del Popolo e gli Anziani 335, i Palazzi pubblici
distrutti 359, il ritorno dei Legati pontifici 431, la guerra con Gregorio XI
460, Pandolfo Baglioni e Michelozzo Michelotti 508, le Beffe municipali 549,
la Sassaiuola 564, Baldo 590, la tattica di Braccio 634, i Professori della Uni-
versità nel secolo XV 741, e qualche cosa ci sarebbe da pescare fra le belle
arti del secolo stesso. Non credo che tutti questi pezzi siano egualmente buoni ;
ma li cito per la varietà dei generi. Che anzi credo che l'autore ci scapiti.
Tutte le cose dette da lui solo, le notizie peregrine, le vedute nuove, le qui-
stioni schiarite t utto ció insomma che costituisce il nerbo ed il filo della storia
è appunto quello che non si trova nei luoghi più splendidi e meno brevi ma
anche meno originali del libro ; e tuttociò intendesi in data proporzione fra
me e i pezzi grossi.

Il profilo vi starà bene come coronazione dell’opera, dopo scoppiate tutte
le bombe. E l’Albicini scrive ?

tai RE CSR SR So 2A Dar E i n n SEE FERRO "d si

OEERA

———
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 39

Ho creduto che mi venisse da voi e potesse riferirsi al Gregorovius, un
‘invito del libraio Calvanese Co. per mandare a Berlino l’opera mia e per averne
relazione. Lo stesso invito mi ha mandato la Gazzetta degli Impiegati, ma non
ispreco un’altra copia.

Vi mando l'articolo del Dall'Ongaro e i versi: la penultima copia. Vado
alla stamperia a vedere se vi sono fogli scarti da mandarsi. In ogni caso fate
copiare, spendete, che di tutto sarete rimborsato.

Addio, anima grande. Il vostro LuIGI BONAZZI

P.S. Prima che me ne scordi: siccome nella truffa dei teatrini vi ebbe
parte un meschino paglietta, sarà bene dire: fra le brutture del volgo e del
foro.

48. (11-1-10)

Al Sig. Prof. Lu1G1 MoRANDI

FORLÌ
Caro amico
Perugia 26 Novembre 1875

Spero che quando vi perverrà questa lettera, potrete dirmi subito che
cosa è avvenuto della Proposta. Trovo strano per altro che la proposta sia
stata fatta prima che i proponenti abbiano pubblicato i loro articoli.

Vi ringrazio del benevolo ed opportuno pensiero di scrivere un articolo
da voi medesimo. Perché io vi dicessi d’immolarvi all'amicizia, m'immagino
che lo avrete compreso da voi medesimo. In tutta questa faccenda, per la
quale non avrei scritto una mezza lettera, io non penso che a Perugia : e per
Perugia il vostro nome è meno opportuno, perché tutti sanno che siete il mio
devoto, arcidevoto scolaro. Ma fuori di Perugia il vostro nome e il vostro
articolo mi gioveranno quanto gli altri e più degli altri, purché non eccediate,
almeno nella forma.

Quanto alle due nomine, se non fosse il partito bello e curioso che ne
trarrei contro i miei nemici, volete che ve lo dica ? La prima mi piacerebbe
sempre per tranquillare un po’ la mia coscienza intorno al mio lavoro ; l’altra,
lo dico ? la rifiuterei. Ma che volete ? Per una strana sventura, il mio mondo
è quello de’ miei nemici, e senza loro sarei stato contento che la prima nomina
restasse segretissima.

Piango ancora la copia sprecata per l'Archivio Storico, il quale ha pub-
blicato un annunzio di poche righe così scipito ed apatico, che finge d’aver
letto e non ha letto, e se non dicesse che non vuole anticipare il giudizio altrui,
sembrerebbe quasi ostile.

Mando la copia al Braico 5) e al Tallarigo. Quei birbaccioni di Napoli chi
sa che cosa hanno fatto ? perciò bramerei che pregaste il Tallarigo di infor-

ACTU 27S

—O 40 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

marsi se abbiano ricevuto le copie Guido Pompili, parente del Provveditore
degli Studi e il prof. Luigi Settembrini. Quanto al noto personaggio, il mezzo
più spiccio per ottenere l’intento, è piuttosto una pronta sollecitazione che:
l'intervento di altri aiuti. Attendo smanioso le vostre lettere e sono il vostro
gratissimo amico

LuIrGI BONAZZI

40. (11.1.1)

Al Ch.mo Sig. Prof. LuiGa1 MoRANDI

FORLI
Caro Amico

Perugia 29 Novembre 1875-

Una cosa che da tanto tempo mi sono dimenticato di dirvi. M'é venuto
uno scrupolo letterario. Intorno alle pagine del Mille vorrei rendere una te-
stimonianza al Cantù per l'utilità che ne ho tratto. Io non so bene determinare
da me stesso se quelle pagine siano un impasto delle idee del Cantü, del Gre-
gorovius, del Sismondi, e specialmente del Cantü. Consultate i capitoli 73,
74, e 75 della Storia degli Italiani, e quando vedeste che quelle pagine ne sen-
tissero troppo, potreste lodare l'impasto come fatto con garbo e abbellito da |
idee nuove. Ad ogni modo vorrei che fosse nominato onorevolmente il Cantü, |
e ciò dovrebbe farsi nel primo articolo, perché servisse di norma ai posteriori.

Non avendo avuto notizie della Proposta, comincio, a dirvi il vero, a
temere che la vostra amorevolezza per me vi faccia sperar troppo. D'altra
parte io sono impaziente di rimettermi al lavoro. e non mi ci rimetto se non
depongo tutti questi pensieri. Dunque pensiamo soltanto al necessario. Il ne-
cessario è l’articolo del Diritto, perché è annunciato, e annunciato come arti-
colo di un pezzo grosso. Se tardasse troppo potrebbe far supporre che fosse
stato deciso prima di leggere, e voi sapete che ciò non è vero. Se poi man-
casse, sarebbe una mistificazione vergognosa per me. Che si farebbe in tal
caso ? In punizione del vostro troppo amore, pensateci voi. Quanto a tutte
le altre pagine, non temete di reminiscenze. È tutta tela uscita dal corpo di
quel povero ragno, che è il vostro amico caldissimo

LuiGi BoNAzzr

50. (11-4-81)

Al Ch.mo Sig. Prof. LuiG1 MORANDI

FORLÌ !
Caro Amico.

Perugia 3 Decembre 1875.

Non vorrei apparire più impaziente di quel che sono. Qui non si tratta
d'impazienza per la venuta di tutti gli articoli e di tutti gli onori, ma per la

A 5 mg 9t UE NERA ES To PES ta, | A eoi
aia. ii ic i EC NETTE rit LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 41

venuta del solo primo articolo annunciato nel Diritto, stilato il quale, si puó

mettere tanto intervallo fra gli uni e gli altri, da arrivare senza impazienza
fino al 1877.

Dunque le due onorificenze lasciamole là ; lasciamo gli articoli del Fan-
fulla e della Perseveranza, da cul si potrebbe dispensare l'Albicini perché si
occupi meglio dell'altro affare. Ma se il Carducci, come sembra chiaro, non
potrà occuparsene, chi scriverà l'articolo nel Diritto ? Io non ci vedrei altro
rimedio che trasportare l'articolo del D'Ancona dalla Nazione al Diritto, e'il
vostro nella Nazione ; nel qual caso vi rifarei delle trenta lire che perdereste
col Dina.

E se si squaglia anche il D'Ancona? Allora finiamo tutto con due arti-
coli vostri, l'uno sottoscritto da qualcuno degli amici vostri nel Diritto, e
l’altro sottoscritto da voi, nel quale citereste i nomi e il giudizio dei cospicui
letterati a cui avete fatto leggere l'opera mia, e potreste anche fondere il pro-
filo con l'articolo, poiché capirete bene che senza certi precedenti il ritratto
e il profilo sembrerebbero una ironia.

Non vorrei nemmeno che mi credeste soverchiamente preoccupato de'
miei nemici. Sappiate che la mia Storia ha fatto in Perugia una cosi favore-
vole impressione, che mi ha convertito una buona parte de’ miei stessi nemici,
fra i quali il competentissimo giudice D. Adamo Rossi. Ma assicuratevi pure
che se l'insigne letterato storico non comparirà nel Diritto, mi sarà convertito
l'onore in vergogna, non solamente presso i convertiti che torneranno all'an-
tica religione, ma anche presso gli amici, che dividono la mia impazienza.
Voi giornalista sapete bene che certi annunzi non seguiti da effetto sono il
solito disimpegno dei giornalisti per le opere che fanno fiasco. Se penso alla
causa della vostra precipitazione non solamente vi assolvo, ma vi ammiro ;
ma confesserete che avete corso troppo.

Il bello si è che io stesso ho tenuto indietro gli articoli perugini nel Cor-
riere, nella Provincia, nella Favilla *9, aspettando gli articoli forestieri, poiché,
a dirla schiettamente, negli articoli forestieri, benché procurati, si scuopre
sempre per chi sa leggere il fondo vero del pensiero dello scrittore, mentre
negli articoli indigeni si puó temere l'accecamento dell'amor patrio e della
amicizia concittadina.

Non vi date a credere che un ministro possa leggere, non che un libro,
un articolo letterario, se non é in villeggiatura. Il miglior espediente, come
vi scrissi, è una forte sollecitazione. E per dire l'ultima parola su questo pro-
posito del quale non voglio più preoccuparmi da parte mia, si potrebbe usare
un mezzo che riposa sulla pura verità.

Voi sapete bene che il primo a farmi balenare una idea per me stranis,
sima siete stato voi. Ma la stessa idea venne in mente al Cav. Domenico Bru-
Schi*9 professore di pittura in Roma, e ad altri amici perugini, e al distinto
architetto Cav. De Angelis, tutti familiarissimi al ministro. Quest'ultimo poi-
che è stato mio scolaro, spinse lo zelo a segno di telegrafarmi perché mi recassi

ARDUIS TUN eta tie d mors

TIAS
42 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

dal ministro in Asisi ; al che non aderii per la ragione che vi dissi. Quel tele-
gramma fece spargere a Perugia la voce che io fossi destinato a qualche ono-
rificenza ; e di questa voce non avverata restarono disappuntati non pochi
cittadini ed io stesso, benché assai più leggermente, fregandomene (questo
in parentesi) di certe cose, a cui non ho mai pensato nemmeno per sogno.
Quando il Braico narrasse queste cose al ministro, se fosse influente presso
lui, e il ministro fosse ben disposto, è un affare che si conchiuderebbe con una
lettera. Ma non isperiamo più di quello che si può sperare, né più di quello
che ci preme. Risparmiate a voi le fatiche, a me le speranze, e credetemi pieno
di gratitudine l’amico

LuIiGI BONAZZI

51 (11.155)

Tassata.
Al Ch.mo Sig. Prof. Luia1 MoRANDI

FORLÌ

Caro Martire della mia impazienza,
Perugia 11 Xbre 1875

Questa volta non mi trovate con lo stesso umore, ma nello stesso pen-
siero della volta passata, cioè di badare al puro necessario, che è quanto dire
ai due articoli della Nazione e del Diritto, per la gran ragione che sono stati
annunciati. E per averli e presto, sollecitate, promettete, spendete ; che io
son disposto a tutto.

E qui per riassumere lo spirito generale che regna nella nostra corrispon-
denza vi tornerò a ripetere ciò che mi pare d’avervi detto un’altra volta. Se
io fossi stato sicuro che alcuni reputati pubblicisti avessero, per dovere, reso
conto dell’opera, io stando con le mani alla cintola, avrei tranquillamente
aspettato il loro giudizio, qualunque fosse. Ma io sono invece sicurissimo, che
avendo operato in tal modo io sarei sceso nel sepolcro senza sapere quel che
avessi scritto. Poiché dunque in Italia, come dice il Cattaneo, manca la pub-
blicità alla pubblicità, è necessità il procurarsela, e pagarla ancora, e quando
non si dica all’articolista quel che ha da dire, non ci trovo nemmeno simonia
letteraria. Né è soltanto un legittimo amor proprio che spinge a sollecitare,
ma anche un legittimo interesse. Più presto e più compiuti saranno gli arti-
coli e più le copie si spaccieranno e più disposti saranno i padri della patria
a ricompensare un’opera che mi ha costato tanta fatica. Vedete dunque che
anche la mia situazione è compatibile, e spero che mi assolverete un’altra
volta.

Attendo ansiosamente vostre lettere e sono tutto vostro

LuIiGI BONAZZI

: IE EER SI SOSIA A rotto pie Man X b cedo
52. (11-4-85)

LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

Al Ch.mo Sig. Prof. Lu1a1 BoNAZZI

Caro Amico.

FORLI

Perugia 17 Xbre 1875

Prima di tutto mi rallegro 5on voi e sapete il perché. Ho ricevuto la vostra
da Bologna. Ne troverete una mia a Forli, e ringraziate vostra moglie per me
del gentile pensiero d'informarmi della vostra situazione.

Torno a ripetervi ciò che vi ho detto : non più speranze, e unica cura il
necessario. L'articolo del Diritto si é convertito in giudizio sommario. Pa-
zienza ! Ora scappa fuori il Decreto Regio. Ma il Carducci, citando il parere
de' suoi colleghi, potrà annunciare la mia nomina ? Qui sta il busillis, poiché
capirete bene che del Decreto Regio, anche se non venisse mai, e m'impedisse
d'essere ascritto nell'Albo, me ne importa sino a un certo segno. Per carità
rispondetemi subito su questo punto, e ditemi le cose come stanno, senza
speranze e lusinghe ; ché mi fate piacere. Capirete bene che omai è venuto il
tempo di parlar chiaro. Viene quindi l'articolo del D'Ancona. Li battete il ferro,
‘e basta. Tutto il resto verrà quando vorrà venire. Va bene cosi? Attendo la

vostra risposta e sono

58. (11-4-78)

Al Sig. Prof. Lurci MoRANDI

Caro Amico.

Credo che a quest'ora vi sarete persuaso della ragionevolezza della mia
impazienza. Bisognava prevenire non solo il giudizio degli inimici, ma anche
degli amici men certi. Nella Rivista Europa del 2 gennaio 1876 * leggo un ar-
ticolo sulla mia Storia che incomincia : L'opera d'un dilettante etc., e questa
iniqua parola distrugge tutte le lodi che seguono, delle quali mi sarei conten-
tato nonostante le critiche che le accompagnano. Lo sento da me medesimo che

FORLÌ

Tutto Vostro
LuIiGi BONAZZI

Perugia 5 Gennaio 1876

sono un dilettante nel senso vero e non comune di questa parola. Ma nel senso
comune, che è il più dispregevole che possa darsi in fatto d’arte, chi scrive

una storia della mole e della importanza che ha la mia, potrà non essere un
grande artista, non mai un dilettante, perdio ; e chi giudica di tutta l’opera

confessando di aver letto i soli due primi capitoli, dei quali aveva già dato

giudizio quattro anni fa, è un giornalista senza coscienza, come tutti i suoi
compagni. Non mi state a dare spiegazioni benigne, ché non ho bisogno di
44 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

certi lumi. Ché anzi se qualcuno di quei lettori che insieme col Braico hanno
giudicato, come mi ha scritto egli stesso, che la mia Storia è un’opera grave,
avesse per disgrazia da scrivere qualche articolo, lo pregherei di confutare
la contraria opinione indirettamente, senza mai proferire quella parola dilet-
tante. E assicuratevi che per adoperarla vi è stata una influenza prevalente
alla vostra.

Dopo ciò non vi domando nemmeno che ne è stato della mia nomina
alla Deputazione. Quella non è roba da dilettanti, e omai mi persuado che
nemmeno le opere lunghe sono roba da giornalisti. Col Gustavo Modena non
ho speso che due o tre copie, mentre con questa fatica di sei anni ho sprecato
quasi mezzo migliaio di lire. Benché deserto di speranze, attendo tuttavia

per curiosità vostre lettere e sono l’amico
LUIGI BONAZZI

P.S. E del vostro articolo pieno di idee ardite che ne è stato ? Avete
ricevuto una cassetta di pinoccati ? 5)

54. (11-4-84)

Al Sig. Prof. Luigi MoRANDI
FORLÌ '

Anima bella !
Perugia 17 Genn. 1876

Voi già sapete che io ho la debolezza di pensare piü a Perugia che alla
Italia. Ma quando un articolo critico é scritto come il vostro fa bene anche per
Perugia, e lo ha fatto; e tutti ne dicono mirabilia.

Assicuratevi pure che se, senza fare sperpero delle poche copie della mia.
Storia che non mi basteranno per gli associati, si fosse pensato fin da prima
a fare una modesta cenetta con un paio di articoli ben fatti, io sarei stato
stracontento. Ma voi avete voluto far convito generale e solenne ; avete vo-
luto portarmi nel gran mondo ; e voi siete stato canzonato da gente che non
legge, non puó leggere e non vuol leggere le opere di certi autori ; ed io sono
stato per voi la sessagenaria Margherita del Fausto. Ed ora voi invece di pro-
vocare un si o un no dal povero Braico che non puó decidere da sé, invece
di adoperare la lettera orlata a nero col guazzabuglio delle domeniche, do-
vreste far sapere a me, che sono schietto fino alla brutalità, qualche cosa di
positivo da parte di coloro che possono, e che dopo il Gregorovius hanno am-
messo il Capponi.

Dunque di altri articoli, specialmente dell'Albicini, non ne voglio. E
quanto al profilo e al ritratto, anche qui ritrovo voi stesso. Potreste incon-
trare molte difficoltà nella esecuzione del progetto: perché volete darmi per
certo ciò che è possibile ? Fate e poi dite ; e quando tutto è sicuro manda-

— Á SH SISI az A EISSC
SES pA

LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 45 .

temi il profilo per qualche rettificazione o giunterella, ed io penseró a com-
pensarvi di tutte le spese. Ma tanto vi ringrazio con tutta la esternazione del
cuore pel magnifico articolo e per le generose intenzioni, e aspettando la luce

sull'affare di Bologna, sono il vostro aff.mo Amico
LuIrGI BONAZZI

55. (11-4-83)

Al Sig. Prof. Lurcr MoRANDI

FORLÌ
Caro Amico.
Perugia 18 Gennaro 1876

Ho ricevuto la vostra del 16. Fate voi. La proposta mi piace ; tanto più
‘che prevedo che dell’articolo del Carducci non si farà niente, come niente si
farà di quell’altro affare. Intanto io mi son rimesso al lavoro. Procuriamo di
supplire con la moltiplicazione dei pani, facendo riprodurre il vostro articolo
e quello del D’Ancona in altri riputati e diffusi giornali. E perciò intanto
vi mando trenta lire per le inserzioni che non tutti i giornali fanno gratis,
e perché possiate mandarmi qualche esemplare di ciò che si pubblicherà.

Fatemi sapere se c'è qualche cosa di nuovo. Ringraziate caldamente in
mio nome l’illustre professore D’Ancona, del cui benigno articolo sono rimasto
soddisfattissimo, e voi seguitate a voler bene al vostro fastidioso ma affe-

zionatissimo amico
LuiGi BONAZZI

56. (11-4-88)

Al Sig. Prof. Luia1 MoRANDI
FORLÌ
Caro Morandi.

Perugia 29 Gennaio 1876.
Ho veduto nel piccolo Faust un altro articolo sulla vostra Maestrina,
e mi rallegro dei vostri trionfi.
Quanto a me mi restano pendenti tre cose.

1) Aspetto il sì o il no deciso intorno all’affare della Deputazione e
all’articolo del Carducci, e vi assicuro che ormai il no non mi darebbe il mi-
nimo dispiacere.

2) Per l’articolo della Nazione non avrei fretta; ma giacché siete
tornato a prometterlo, vorrei fin da ora saper di certo che verrà ; e se anche
per questo avete qualche timore, ditelo.

3) Aspetto ancora la riproduzione dell'articolo del D'Ancona nel
Diritto, e non arrivo a comprendere che cagione di ritardo vi possa essere
per un articolo già stampato.

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46 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

Credo che finalmente vi sarete stancato anche voi di tante canzonature-
che vi danno, ed io per discrezione vi offro il mezzo di farla finita. Ditemi se
avete ricevuto la lettera assicurata e l'articolo del Tiberi, e seguitate a voler:

bene al vostro affezionatissimo amico
Luigi BONAZZI.

57. U(LIST:11)

Mio caro Morandi.
Perugia 5 Marzo 1876.

Ritornando da Assisi, dove sono stato a dirigere alcune recite di Dilet-
tanti, ho letto nella Libertà un articolo che ho ammirato al pari del vostro,
perché per saper lodare oltre il merito del lodato abbisogna molto ingegno e
molta dottrina da parte del lodatore.

Le notizie che mi date intorno all'articolo del Diritto mi fanno traseco-
lare, e la lettera del Santini rende più oscuro l’enigma. E come va questa fac-
cenda ? Il Diritto annuncia sulla mia Storia un articolo scritto da uno dei più.
insigni letterati d’Italia (il che fu una gran cosa) ne trascrive uno squarcio,
e poi nega di riprodurre l'articolo del D'Ancona. Io non so come intenderla.

In questo garbuglio vedo chiare due cose sole, cioè che tutto quanto di-
pendeva da voi è stato fatto a puntino con un zelo senza esempio, e che il
Braico e l'Albicini mostrano buona volontà. Tutto il resto è tenebre e confu-
sione.

Quanto al Bonghi, l'architetto De Angelis, un altro spontaneo seduttore
della povera Margherita, mi dice che Martedì 22 febbraio avendolo solleci-
tato a soscrivere per un qualche numero di copie, il Ministro gli rispose che.
aveva provveduto altrimenti. Di più non ha potuto dirmi, e mi domandava se
avevo ricevuto qualche comunicazione. Povera Margherita !

Circa poi al Gozzadini, vedrete che sarà irremovibile, perché me lo im-
magino un aristocratico ed anche codino, tutto invaso dagli onori idolatrici
resi oggi al Capponi, in cui l’uomo politico ricuopre la povertà dello storico.

Il battesimo di Venezia è un buon battesimo per la vostra Maestrina ;.
procurate ora di farle avere il battesimo d’un buon teatro di Milano, ma non
trascurate i tre F. ed altri della cricca.

Addio. Seguitate ad interessarvi per me, datemi notizie appena ne avrete,.

ed assicuratevi della gratitudine del vostro
aff.mo Amico.

LuIiGI BONAZZI

P.S. A Assisi ho recitato il Luigi XI, con mezzi assai superiori a quelli.
d'un attore di 66 anni. Vi mando la storia dei due Teatrini *9, ma capirete che
dopo pratiche inutili fatte da altri per onori più sostanziosi, il profilo e il ri--
tratto sarebbero una ironia.

RASEN Ln e
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

58. (11-4-96)

Al Sig. Prof. Lu1831 MoRANDI

FORLI
Caro Amico
Perugia 10 Aprile 1876

Prima di questa ho scritto la lettera al Morelli *9, affacciandogli il vostro

merito, e la mia vecchia amicizia. Ma pel triste privilegio che ho d'avere i ,

capelli grigi, non vi ho sperar cosa che non dipende da me. Conosco i capico-
mici, i loro interessi, e la loro condotta verso i poveri autori.

Ora levatemi di corpo una curiosità. Spiegatemi l'enigma del Diritto,
che per me é incomprensibile. Capisco che tenga il broncio perché gli avete
fatto annunziare solennemente un articolo che poi non è venuto, ma non ca-
pisco come gli faccia ribrezzo qualunque scritto inchiudesse qualche lode per
me. Aspetto la spiegazione.

E il Carducci che secondo voi andava in visibilio, che ne è stato ? Che
dice ? E l'Albicini ? Tempo fa in casa mia un giovinotto con un biglietto di
visita di T. Liverani che mi annunziava la prossima visita dell'Albicini. Sa-
pete quanto tempo è ? Tre mesi circa. E adesso avrei da credere al Tallarigo,
al Fanfulla ec. ? Per carità non mi mandate l'articolo compendioso del Di-
ritto, senza prima mandarmi l'articolo grande della Rivista.

Quanto al Braico non ho che a lodarmene. Quello che ha potuto lo ha
fatto. Quello che voi desideravate non poteva darmelo lui. Ma quelli che vi
hanno promesso, avevano in lor potere il mezzo di mantenere, e se hanno
promesso senza leggere, tanto peggio per loro. Io non ho mai preteso ch'essi
lodassero senza che l'opera gli piacesse, e potevano prendere a prestito il
libro senza scroccarlo.

Basta ; io adesso lavoro alacremente il principio del secondo volume ;
lo manderò a tutti per riguardo vostro, ma con patto di eterno silenzio. Addio.

Aspetto vostre lettere, e sono col solito affetto il vostro
Lura1 BONAZZI

P.S. Il Fantasio *'9 non promise, e va scusato, tanto più che mostra buona
intenzione.

59. (11-4-86)

Al Sig. Prof. Lu1G81 MORANDI

FORLI
Caro Morandi.
Perugia 14 Aprile 1876
Tenebre e confusione! ve l'ho già detto un'altra volta. E un'altra volta
vi ho raccomandato di fare e non dire, e voi seguitate a dire, e quelli non
48 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI ,
fanno. E un’altra volta vi ho detto di non darmi speranze, e voi seguitate a
farmi sperare, senza riflettere che tante coglionature, specialmente come
quelle dell'Albicini e Liverani sono cose da berichini, e da indispettire la più
buona pasta d’uomo, quando non sia un berichino anche lui.

Quanto al Diritto che avvenimento posteriore volete che sia avvenuto ?
E come mai domandate a me se ho segni di ribrezzo? Che volete che sappia
io ? Io non so niente, e giudico solo dagli effetti. Il Diritto non vuole metter
cose che mi riguardino, e se lo fa perché è stato coglionato, ha ragione. Quanto
al Carducci ha ragione anche lui. Dopo aver tentato di illustrare un uomo
senza genio come il suo Gobbati non ha voluto compromettersi un’altra volta.

Dunque alle corte : non più articoli, non più riproduzioni, non più tran-
sunti, non più Nazione, non più Diritto, non più Fantasio, non più niente :
e se non vi rincrescesse troppo, non più Profilo. Quanto all’articolo del Tal-
larigo io crederò quando lo avrò veduto.

Per concludere, io sono contentissimo di quello che ho ottenuto per
mezzo delle vostre cure amichevoli, e se per ottenere questo solo avessi do-
vuto regalare a voi tutte le copie che ho speso, sarei stato contento. Voi ne
avreste gratificato i vostri amici ed io non le avrei sciupate per farmi coglio-
nare, per mantenere un carteggio inconcludente, per farmi perdere un tempo
di cui ho estremo bisogno.

Ciò non toglie per altro che io vi sia sempre più obbligato appunto perché
avete voluto far troppo. Io seguito a scrivere il secondo volume, e sono impa-
ziente di pubblicarlo perché già torna ad ardere la reggia, voi cessate le fa-
tiche che devono stancare anche voi, e seguitate invece a volermi bene ché

di ciò solo è contento il vostro aff.mo Amico
Luigi BONAZZI

60. (11-1-39)

Caro Morandi.
Perugia 17 Aprile 1876.

Ho stampato 750 esemplari dell’opera mia, e ho trovato finora 450 asso-
ciati,-e il municipio ha sborsato le spese di stampa. Dei 750 volumi il muni-
cipio me ne ha lasciati 350 per pagare i miei debiti. Dei 350 ne ho venduti
300, e 50 fra qui e fuori li ho regalati. I residui 400 volumi e tutti gli associati
futuri e tutte le copie del secondo volume, tranne le cinquanta da regalarsi,
appartengono al municipio, finché non si è rifatto delle spese che ammontano
a tre mila lire il volume ; ed io in casa mia non ho che pochi refus della stam-
peria °°).

Benché arda la reggia, non m’importerebbe il comprarne una copia dal
municipio. Ma omai quello che è fatto è fatto; io sono contento di quello
che ho ottenuto ; e se ci fossimo fermati qui la nostra gioia non sarebbe stata,
direi quasi distratta da altre amarezze. La mia mira era volta a Perugia ;

Et Rad f E aca. La oW. wr za sa r- = my! A
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 49

€ la cosa è andata bene. Dell'Italia non guardo più che tanto : ho fatto capo-
lino da uno spiraglio del mio tugurio, e rientro tranquillo, sereno e più con-
tento adesso che prima nella mia oscurità. Che più ? Mi dispiacerebbe se
‘uscisse fuori qualche altro articolo.

Io non credo di essermi sdebitato con voi per le spese e perdita di tempo
‘anche il tempo è denaro) che avete fatta per me. Procurerò di farlo a mi-
gliore occasione.

Intanto abbiatevi l'amore e la eterna gratitudine del vostro

Luigi BONAZZI

61. (11-4-94)

Caro Morandi
Perugia 6 Luglio 1876
Volete ridere? A Perugia tutti mi domandano se mi é venuta la nomina.
E la verità e qualche schiarimento desidererei di averlo anch'io. La data di
Bologna non l'ho veduta riportata che nella Perseveranza. Che sia tanto dif-
ficile ottenere quest'intento ? Basta ; omai é passato il tempo e non ci penso
piü. Fatemi sapere qualche cosa, e seguitate a voler bene al vostro amico

LuIicIi BONAZZI

62. (11-4-69)

Al Sig. Prof. LurGr MoRANDI
FORLÌ

Caro Amico.
Perugia 23 Luglio 1876
Sempre più mi edificate con le vostre amorevoli premure. Ma se avessi
da dirvi schiettamente il mio parere, la pubblicazione del profilo sarebbe pre-
matura prima della comparsa del secondo volume, che uscirà fra non molto.
Vedremo quel che sarà quando l’opera compita potrà più facilmente com-
prarsi. Intanto assicuratevi che l’opera mia non ha alcuna pubblicità. Fatto
quel po’ di associati, quasi tutti perugini, non ho più venduto una copia. Ne
richiesero una Coen da Venezia, Bocca da Torino e da Roma, un tedesco da
Milano, ma senza altre commissioni : e voi col profilo mi fareste autore famoso
d’un’opera sconosciuta. Intanto io raccozzerò notizie vere per fare un profilo
completo, e ad ogni modo voi siete in tale età da poter pubblicarlo anche senza
licenza mia. Non vedo l'ora di finire ; mi sento stanco. Rammentatevi che a
tempo opportuno io mi rammento, e ricevete un abbraccio dal vostro aff.mo

amico
LuIiGi BONAZZI

LASCIAR PRI TTI

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—————S—M——

M

e
50 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

63. (11-1-35)

Garo Morandi,
Perugia 7 Agosto 1876.

È venuta la nomina con un bel decreto di approvazione di Vittorio Ema-
nuele *), Ho scritto officialmente al Gozzadini, in particolare all’ Albicini, rin-
graziandolo caldamente. Il Gozzadini mi esorta a scrivere, ma voi che avete
amicizia coll'Albicini fategli capire cosi in nube e alla lontana che dei lavori
in senso gozzadiniano io non ne fo. Se dopo che avrò finito il mio lavoro, farò.
qualche altra cosa, stamperó per conto mio la Storia dell'arte drammatica,.
la Biografia di Modena, e i Versi d'occasione tutto insieme e se voi con ade-
guata ricompensa vorrete scrivere per me un cenno biografico procurerò di.
non farmi canzonare.

Non so capire che scherzo volete mettere nel Fanfulla. Se non voleste
farmene un cenno, lo vedrò in stampa, ove conserviate la stessa intenzione.

Addio, anima bella! Vi salutano da qui i vostri comici del Pietriboni, che
fanno magri affari non per mancanza di favore alla Compagnia, ma per ra-
gione dei tempi. Io, pel caldo, ma più per gli anni, non mi sento bene. Purché
arrivi a finire il lavoro, del resto non m'importa niente. Addio.

Il vostro.
Luigi BONAZZI

64. (11-4-89)

Al Sig. Prof. Luia1 MoRANDI

FORLI

Caro Morandi mio !
Perugia 14 Agosto 1876

Prima di tutto una dimenticanza. Nel ringraziare il Gozzadini, mi sono
scordato di un monte di libri che mi hanno mandato, relativi alla Deputazione.
D'altra parte io non so se vi sia qualche cosa a pagare. Vorreste dirmene qualche
cosa, e scusarmi coll'Albicini della omissione quando ne aveste occasione ?

Il Loescher ha chiesto al Municipio duecento manifesti. Tanti non ne
rimangono. Gliene hanno mandati trenta, dicendogli che se egli ne vedesse
frutto si farebbero ristampare. Ditemi schiettamente: gli avete scritto voi?
Vor-ei sapere la verità.

Ora a quel che più mi preme. Il vostro amico Bernabei ©!) con le più buone
intenzioni del mondo, ha scritto l'acchiusa lettera al Corriere dell'Umbria,
il quale l'ha fatta vedere a tutti. Come si fa a non capire che avendomi taciuto
le osservazioni contrarie come se io divenissi idrofobo verso la critica, io sarei
stato ansioso di vedere tutto l'articolo senza poter trovarlo in Perugia ?
Come si fa a non capire che la reticenza avrebbe esaltato la fantasia a me
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI bi.

e agli altri e che per quanti vituperi mi fossero detti, l’infamia sarebbe stata
sempre maggiore.

Dunque, per carità, fatemi avere a qualunque prezzo l’intero articolo,
o prestato con tutte le cautele di posta o comprato, o stampato, o letteral-
mente trascritto, non vi dirò a posta corrente, ma poco meno. Vi rimborserò
di tutto. Lavoravo tanto bene, ci mancava questa ! Per carità non mancate.

Addio in fretta. Il Vostro
LuIiGI BONAZZI

65. (11-4-87)

Caro Morandi
Perugia 20 Agosto 1876
La vostra commissione é stata subito eseguita. Volevo ad ogni costo
mandarvelo io : ma l'avrei anche letto ; ma ve lo manda da sé stesso.

Ho scritto al Bernabei, e l'ho ringraziato con una lettera di giustifica-
zione contro tutte le critiche del francese e l'ho impostata subito per mostrare:
che faccio presto a ritrovare il pello (sic) sull'ovo. Che vogliam fare ? Vogliamo:
metterla in tacere ? Per me ce la metto. Si ha da rispondere ? Bisognerebbe
che l'articolo fosse elaborato con lungo studio dell'opera. Vogliamo pubbli-
care la lettera ? In tal caso hisognerebbe fingere una indiscrezione, pubbli-
cando la lettera senza licenza : bisognerebbe ripulirla, ed io non ne ho nessuna
copia. Intanto non vorrei che il Bernabei la pubblicasse davvero senza li-
cenza.

Non vi date pensiero per me, ormai non ho più desideri. « E alla fortuna,.
come vuol, son presto ».

I miei ossequi e saluti all'ottimo Sig. Braico, e ricevete un abbraccio dal

vostro
Luici BONAZZI:

66. (11-4-77)

Al Sig. Prof. Lv1ia1 MoRANDI

FORLÌ

Caro Morandi.
Perugia 27 Agosto 18706.
Dopo la lettera scritta al Bernabei, ho seguitato a ritrovare il pelo sul-
l’uovo, e ho scritto una lettera meno disordinata e più asprigna. Poi l’ho dige-
rita meglio, e l'ho mitigata. Ve ne mando la minuta senza averne fatto copia,
perché io a copiare muoio. Se della lettera voleste farne un articolo vostro, se
voleste pubblicarla con un cappello facendo vostra la trascrizione delle note,

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LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

52

fate voi, o faccia Bernabei. Io sono indifferente anche pel silenzio. Ritirate
la lettera dal Bernabei perché è scritta in un momento cattivo, o almeno man-
dategli questa. Fatemi sapere qualche cosa, se qualche cosa fate, e addio.

Il vostro
Luici BONAZZI

67. (11-4-76)
Al Sig. Prof. Lurcr MoRANDI

FORLÌ

«Garo Morandi. |
2 Perugia 3 Settembre 1876.
Fatemi il favore di rimandarmi sotto fascia o entro lettera, tutto ció

che ho mandato a voi, o vi ha mandato il Bernabei sull'articolo della Revue
historique®), poiché dopo avere scoperto a Fuligno altre sei eccezioni di Podestà
cittadini, ho intenzione di scrivere una lettera al Direttore ribattendo tutte
le critiche grandi e piccole, e pubblicandola nella Provincia di Perugia *9). Que-
.sto é quel che mi preme, e se il Bernabei non avesse scritto quella fatalissima
lettera al Corriere dell’ Umbria, non mi sarei dato per inteso del giornale pari-
gino, che non mi fa, fuori di Perugia, né caldo né freddo. Addio in fretta. Il

vostro
Luiai BONAZZI

«68. (11-1-4)
AI Sig. Prof. Lu1ia1 MoRANDI
FORLI
«Caro Morandi.
Perugia 14 Settembre 1876

Vi mando l'articolo di risposta alla Revue historique.

Mi pare che sia conciato per le feste.

Vi dissi già che il Profilo per ora mi sembrava inopportuno. Lasciamo
«qualche cosa pel secondo volume, quando l'opera forse sarà piü diffusa e piü
letta, e allora aggiungeró la postilla drammatica.

Domani vado a dirigere e a recitare in Asisi per una quindicina di giorni.
.Addio, anima mia.

Il Vostro
LuIGI BONAZZI

CI

P.S. Ho mandato una copia dell’articolo al Bernabei. Mi ha rallegrato
‘la notizia del buon esito della Maestrina. Seguitate a tenerla alla prova del
fuoco.
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

69. (11-4-108)

Al Ch. Signore Il Prof. Luicy MoRANDI
FORLÌ

Bologna 6 Dic. 1876.
Caro Amico.

Voi che più attentamente di me, tenete dietro alla Perseveranza, avrete
potuto vedere che i miei due articoli sopra il Bonazzi videro mai la luce. A
me non è avvenuto di leggerveli. Se realmente non furono mai usciti vi con-
fesso che mi sembra che il Direttore di quel Periodico si sia meco condotto
con rara scortesia. Né egli potrebbe addurre a scusa di non averli ricevuti,
perché li raccomandai, accompagnandoli con una lettera, nella quale dicevo
che se non gli piaceva fare quella pubblicazione, non serviva mi rimandasse
il manoscritto, ma solo m’avvertisse con una cartolina postale, affinché
avessi potuto provvedere altrimenti. È inutile dire che non vidi mai una
linea di riscontro. Se a voi pertanto piace che questi articoli, qualunque siano,
siano letti, pensate se altro giornale li accogliesse, avvisatemene, ed io li farò
ricopiare, e li spedirò a voi. Al Direttore della Perseveranza potremo poi an»
nunziare che si stampano da altri; e così finisca.

Che ve ne pare ? Mi farete piacere se mi darete un cenno di riscontro in
proposito.

Speravo di vedervi qua in queste vacanze, e m’avrebbe fatto piacere
parlare qualche ora con voi. Intanto vi saluto caramente e mi ripeto.

v. aff. Amico
C. ALBICINI
P.S. Gli articoli furono spediti nell’Agosto.

70. (11-4-92)

Al Sig. Prof. LurGr MoRANDI

FORLÌ
Caro Amico.
Perugia 22 Xbre 1876
Vi mando il mio solito ricordino. Io sto lavorando giorno e notte, e spero
dentro il prossimo anno d’aver finito. Vedremo allora se le copie invendute
avranno spaccio. Intanto il Loescher con la sua sparata mi ha fatto sprecare
una sessantina di manifesti. Ma sono cose che non m'attristano perché non
mi giungono nuove.
Ho sentito con gran piacere il buon successo d’un’altra vostra comme-
dia ®*). Seguitate, non vi fate sgomentare dalle contrarietà ; e variate i tasti del
54 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

cembalo per trovare il tasto buono.
Addio. Buone feste. Ricordatevi che io non sono ancora sdebitato con

voi, e seguitate a voler bene al vostro
LuIiGI BONAZZI

71. (11-4-95)

Anima bella!
Perugia 22 Aprile 1877

Ho tardato a rispondere per vedere se fra me e Cocchi *9 si poteva racca-
pezzare qualche associato di più. Intanto vi mando i pochi delle inchiuse note.

Col mio lavoro sono bene avanti. Ma per ora subisco una distrazione,
poiché avendomi i condomini del teatrino di Minerva reso l’affitto col dare
una sfagiolata al sartore e alla sua società, mi converrà fare il lavoro di Pro-
meteo creando nuovi dilettanti *9, Se il marmo fosse buono, non tremo. Ma chi
sa? Ad ogni modo ripiglieró presto il lavoro, e dentro il futuro anno spero
di averlo pubblicato.

Addio. Seguitate a drammeggiare, e variate tasti, non perché non sia
buono quello che avete toccato, ma perché voi poeta con anima e cuore po-
treste trovarlo anche migliore. Ricordatevi di ció che vi ho detto piü volte
circa alle vostre cure per me ; e intanto compatite alla miseria del vostro

Aff.mo Amico
Luici BoNAZZI

72. (11-4-82)

Con vaglia
Al Sig. Prof. Luigi MoRANDI
FORLÌ
Caro Morandi.
Perugia 8 Giugno 1877

A Perugia non vi sono più librai. Liberati è fallito, Luini è impazzito,
e non si vende più un libro. Delle prime trenta copie che mi mandaste, ne ho
riscuotute circa una ventina; qualche altra copia speriamo di venderne. Il
secondo pacco è ancora intatto ; e giacché mi dite che la stampa vi costa un
occhio, potete fare delle due cose l’una, cioè ritirare il pacco per distribuirlo
a più piccole porzioni in luoghi meno disgraziati del nostro, o darlo a Lupat-
telli, e da Lupattelli farvi mandare i denari. Mi direte che cosa debbo fare.
Intanto quel di più che vi mando nel vaglia di Cento lire, ve lo mando a conto
d’indennizzo per le spese e fatiche che avete incontrato per me, e scuserete
l'incendio della reggia che ancora arde.
——————— — "a -

— *——

LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 55.

Il vostro discorso sull'unità della lingua *? é un modello di stile e di logica
serrata, e la Maestrina conto di farla una volta o l'altra al Teatrino, che mi è
stato dato in affitto, provocando infami dispetti de’ miei nemici.

Non so se vi ho fatto sapere che ho scritto all'Albicini una lettera della
quale è rimasto così contento, che se sentiste la sua risposta ; stupireste. Deve
essere un gran buon cuore !

Presentemente il mio lavoro è interrotto per le ire teatrinesche che mi
hanno assai amareggiato ; ma sono a buon punto, e dentro l’anno futuro sarà
pubblicato il secondo volume. Addio. Seguitate a voler bene al vostro

LuiGI BONAZZI

73. (11-4-93)

Caro Morandi.
Perugia 18 8bre 1877.
Eccovi la risposta del consigliere Oderigi Lucarelli $). Vi mando anche un
pamflet 9 teatrinesco. Le cure del teatrino mi hanno costato cinque mesi di ozio
storico, ed ora che ho vinto su tutta la linea, non vedo la via di ripigliare il
lavoro. Ma sono arrivato al 600 e dentro l’anno venturo spero di aver compito,
ed anche pubblicato il lavoro. Addio anima bella. Seguitate a voler bene al

vostro
aff.mo amico

LuIGI BONAZZI

P.S. Il pacco dei libri è intatto e a vostra disposizione.

74. (11-3-61)

Al Sig. Prof. Lu1iG1 MORANDI

FORLÌ
Caro Morandi.
Perugia 8 Novembre 1877.

L’articolo è riprodotto ma senza cappello, perché l’irreperibile e sventato
Tiberi non finì di leggere la lettera, che, per fare presto, gli mandai insieme
con la Nazione : così mi ha detto egli stesso.

Non vi mando il fascicolo delle Rime, perché voglio che venghiate voi
stesso a prenderlo, tanto più che assai tempo dopo la mia risposta è uscito
in quel giornale un secondo articolo che corregge il primo, specialmente in-
torno all’importanza di Perugia.

Vi aspetto, e addio.

L’amico
LuIGI BONAZZI

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X ) 56 LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI
75. (11-1-29)

Al Sig. Prof. Lurer MoRANDI
PARMA

Anima bella !
Perugia 16 Genn. 1878.

Il vostro profilo fa furore come lo fece un’altra volta, ma questa volta
con assai più persone. Non vi faccia specie del Bini; è un villanzone sempre
astratto ; e trovo cosa indelicata l’avervi fatto sopprimere sul teatrino due
pagine, che egli stesso mi dice saporitissime : e tutto questo per essere amico
di quel birbaccione. Ma ricordatevi che quelle due pagine le voglio leggere
e presto. Io non ho fatto alcuna variazione al vostro scritto, tranne la sop-

pressione d’un fatto che non mi ricordo mi sia accaduto. A Pasqua spero di.

aver finito il secondo volume e così il lavoro che mi ha costato sette anni sul
primo volume lo avrò compito in tre, con sei mesi di inazione che mi ha co-
stato la guerra del teatrino.
Mi rallegrai già pel vostro cavalierato, ma ora mi rallegro assai più per
le vostre 4.000 lire. Addio.
Il vostro
LuIGI BONAZZI

76. Al Ch.mo Sig. Prof. Luia1 MORANDI
PARMA

6 febbr. 78
Caro Morandi.

Sono stato fatto cavaliere nelle ultime creazioni di Vittorio Em. II.
Nel brevetto non si dice a che titolo ; ed io vorrei prenderlo più come attore
che come letterato, per pungere i zingaroni. Due righe le posso fare anche da
me, per esempio : Fra le ultime nomine ec. è stato creato cavaliere della Co-
rona d’Italia l’attore, oppure l’attore letterato Luigi Bonazzi, e basta. Ma mi
dirigo a voi perché facendo la catena, trovaste il modo di farmelo inserire
in più giornali.

Se costì vi accostaste a qualche vecchio amatore d’arte drammatica, tro-
vereste forse chi mi rammenta. Certo è che vi sono stato tre volte, e benché
teatro rigoroso, è stato per me il teatro più benevolo che abbia incontrato.
Ma le nostre memorie si disperdono presto. Periit memoria eius cum sonitu.
Addio. Se viene fatto di favorirmi senza nessun incommodo, bene. Se aveste:
a perdervi tempo, non ci tengo più che tanto.

Luia1 BONAZZI

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LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI
77. (11-4-90)
Al Sig. Prof. Lurcr MoRANDI

PARMA

Anima bella mia !
Perugia 5 Luglio 1878

Dopo molto tempo ho saputo che siete stato male per molti giorni. Per .

ispiegarvi questa mia ignoranza e il mio silenzio, sappiate che dentro questo
anno sarà pubblicato il secondo volume della storia mia. Per ottenere questo
intento non esco mai di casa, specialmente alla mattina, e trascuro parecchi
miei interessi.

Spero che il secondo volume sarà più letto, non solo per la maggiore vici-
nanza dei tempi, ma anche per la maniera, non so se bella, ma certo originale
con cui ho trattato gli ultimi capitoli.

Per non fare doppia spedizione, ricordatemi tutti i nomi di quelli a cui
abbiamo mandato il primo volume, avvertendo che del primo non posso di-
sporre nemmeno per una copia.

Vi ringrazio per la diffusione che date al vostro bel profilo della mia povera
persona. Addio. Seguitate a voler bene al vostro amico, che per parte mia
sono stereotipato, e non c’è bisogno di nuovi punzoni per ristamparmi.

LuicI BONAZZI

78. (11-1-9)
Al Sig. Prof.re Luis: MoRANDI

PARMA
Caro Morandi
Perugia 2 Gennaio 1879

Certissimo del vostro amore per me, ho indugiato a darvi notizia della
mia inaspettata e fiera malattia, aspettando di darvi notizia d’un tempo del
mio miglioramento. Ma per ora non posso contentare appieno il vostro desi-
derio.

Il mio secondo volume è sotto i torchi spero che sarà letto anche più del
primo, perché i tempi sono più vicini a noi, e perché è più originale. Ho prov-
veduto a tutte le occorrenze, se mai si pubblicasse l’opera quando io...

Addio mio buon amico.

Il tuo
LuIGI BONAZZI

(N.B. - L’indirizzo della busta e il testo della lettera è scritto da mano
femminile, probabilmente della nipote ; solo la firma è autografa.)

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79. (11-1-37)
(Cartolina postale)

Al Signor professore Lurcr MoRANDI
PARMA

Informazioni incerte. Condannato ad uno stato d’incessanti e atroci tor-
menti senza saperne la durata. Nel dubbio, ricevi amplesso diretto dettato

dal tuo amico
LuIGI BONAZZI

(N.B. - Tutta la missiva, compresa la firma, è scritta da mano femminile.)

80. (11-2-43)

All’Onor. Signore
Sig.re Prof.re LurGi MORANDI

PARMA
Preg.mo Sig.re Prof.re

Il mio grande e insuperabile dolore è tale che nessuno basterebbe a con-
solarmi. Pure faccio forza a me stessa e tento divariarmi. Ho ricevuto con
sommo piacere il giornale « La Perseveranza », da lei così gentilmente invia-
tomi, e non trovo parole per esprimerle la mia riconoscenza di ciò che ha scritto
in quell’articolo ad onore del mio tanto compianto ed amato consorte. Solo
voglio torgli un dubbio ; cioè che l'Autobiografia *? è finita già da qualche set-
timana ; così avrà il piacere di leggerla, quando sarà stampata. In una delle
sue ultime cartoline scriveva che sarebbe venuto a Perugia per riabbracciare
il suo caro Maestro, ma giacché la disgrazia ha voluto così spero che non mi
negherà il piacere d’una sua visita. Fa tanto bene nelle sventure rivedere
un amico ! Quando verrà le darò una fotografia del mio povero Gigi, che lei
spero gradirà. Accetti di nuovo i miei ringraziamenti e mi creda

sua aff.ma
MARIA RoccHi ved. BoNAZZI

(N.B. Il testo della lettera è scritto da altra mano, probabilmente dalla
nipote : la firma è autografa.)

81. (Minuta) Parma, 27 apr. 79.
Egregia Sig. Maria,

Ho avuto le 5 copie della Storia, e ne la ringrazio. Manderò le quattro
non mie al prof. D'Ancona, al Carducci, all'Albicini, al Martini, che ebbero
anche il primo volume : ma questo lo ebbero anche i signori prof. Angelo De
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 59

"Gubernatis a Firenze, comm. Cesare Braico a Roma (Archivio di Stato), prof.
C. M. Tallarigo Direttore del... i quali meriterebbero di avere anche il se-
condo, perché fecero qualche cosa per il povero Maestro. Quindi, se lei glielo
"vorrà mandare, lo mandi pure direttamente, indicando che lo manda a nome
-del caro perduto e mio. A ogni modo poi, sappia dirmi se lo manda o no ; e,
rispondendomi, mi dica anche quando sarà pubblicata l'Autobiografia, che
io aspetto con quel desiderio che Lei si puó figurare.

Vorrei anche pregarla di mandarmi una copia o due del Gustavo Modena, '

:del quale il povero Maestro, come forse Le avrà detto, con lettera del 10 feb-
braio 1875 mi regalava la proprietà letteraria.

{Carta listata a lutto)

.82. Preg.mo Sig. Professore

Perugia 25 vi
80

Le rendo grazie le più distinte, ge.mo Sig. Professore, per quanto Ella
:si è compiaciuta fare per me ! Conoscendomi incapace di dire quanto dovrei,
mi limiterò ad assicurarla che il mio animo è penetrato da vera gratitudine.

Sentendo che Ella non aveva ancora ricevuta la lettera del mio povero
Bonazzi, mi sono recata subito dal Sig. Prof.re Vecchi, mostrandomi (come
lo sono realmente) dolentissima di questa sua negligenza. Ho quindi ritirata
la lettera, che le accludo con tanto piacere, poiché so che le è cara, e per me
l’unico conforto che mi è rimasto è di sapere sempre onorata la memoria del
compianto mio povero marito.

Riguardo alle copie rimaste, per quella dell’Università, lerimetto la scheda
di associazione, e così credo tolto ogni ostacolo perché venga accettato il vo-
lume. Per quella del Sig. C.re Gadda, se Ella crede che la sua venuta in Roma
sia ritardata di poco, sembrami convenga pazientare, ma se dovesse passare
lungo tempo, forse sarebbe meglio inviare il volume ove si trova, ma su ciò
poi mi rimetto al suo savio parere. Per l’altra in fine del Sig.e Marchesini con-
verrà rassegnarsi, poiché non vorrei certo dare a Lei il disturbo di citarlo.

Pel denaro, sperando realizzare l’importo dei due volumi, sarà meglio
fare tutto un invio, prelevando tutto ciò che Ella avrà speso per la distribu-
‘zione dei libri.

Nel rinnovare a Lei Ge.mo Professore i miei ringraziamenti insieme alle
mie scuse per tanti fastidi che le reco, la prego a voler presentare i miei com-
plimenti alla sua Signora, e ad avermi sempre per la sua

Dev.ma obbl.ma Serva
MARIA Rocchi ved. BONAZZI

(N.B. Il testo della lettera è scritto da mano femminile, probabilmente
della nipote: solo la firma è autografa.) Giovanni Cecchini

STE ER TAI ACE IAS TO OA AI v vC
E ; Y 2^ id sep» LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

NOTE

1) È il Gustavo Modena e l’arte sua. Il saggio ebbe una larga risonanza

nella stampa italiana e una favorevole accoglienza. Estratto da un articolo:

della « Gazzetta dell'Umbria » n. 163 del 1865 a cura di Cesare Ragnotti
fu stampato dallo Stabilimento Tipo-litografico in S. Severo un opuscolo

intitolato Giudizio della stampa italiana intorno al libro del prof. Luigi Bonazzi”

intitolato Gustavo Modena e l’arte sua.

2) Inserita nella raccolta MoranpI L., Poesie. Roma, Loescher, 1875,.

ristampata dal Lapi di Città di Castello nel 1888.
3) Pietro Ardito, critico e poeta calabrese, direttore del Ginnasio di

Spoleto. L'articolo cui allude il Bonazzi è: Gustavo Modena e l’arte sua per:

L. Bonazzi. Rassegna critica. Sanseverino Marche, 1868.

4) A Villa Antria, frazione del Comune di Magione, in collina alle spalle.

del lago Trasimeno, il Bonazzi aveva tre poderi in affitto.

5) Illustri italiani nel secolo xIx. Francesco Guardabassi di Perugia,.

Ricordi di un vecchio. Perugia, Tipografia di G. Boncompagni e C., 1871.
Estratto dal periodico « La Favilla » A. 111 (1871), fasce. vir e 1x, pp. 329-367.

9 «L'Umbria e le Marche ». Rivista letteraria e scientifica. Monitore.

delle Biblioteche circolanti d'Italia. Anno r. Dal 15 maggio 1868 al 15 aprile

1869. Sanseverino Marche, Tip. Soc. Editrice diretta da C. Corradetti, 1868..

Direttore: Luigi Morandi.

*) Gli Svizzeri in Perugia e Domenico Lupattelli. Discorsi di Luici Bo--

NAZZI. Perugia, Stabilimento Tipo-litografico di G. Boncompagni e Comp.,

1868. Il primo fu pronunciato nel Camposanto il 20 giugno 1868 ; il secondo-

in Piazza d’armi il 13 settembre 1868. I due discorsi vennero pubblicati a
spese del Municipio come il Bonazzi dichiara nella lettera al Morandi del 17

settembre 1868 pubblicata da Franco MANCINI, Miscellanea di lettere su:
Luigi Bonazzi in « La rassegna della letteratura italiana », A. 65, n. 2 (maggio--
agosto 1961), pp. 287-88. Versi d’occasione di LurGr Bonazzi. Perugia,

Stabilimento Tipo-litografico in S. Severo, 1867.

8) L. B., Il codino e l’assolutista, in « L'Umbria e le Marche » Anno r

(1868), 25 novembre 1868, pp. 305-306.

?) Emilio Broglio, scrittore lombardo, economista, patriota, deputato,.

già ministro della Pubblica Istruzione dopo Mentana.

10) Vedi nota 7.

11) Il Bonazzi compose questa lirica nel 1866 al ritorno a Perugia da
Napoli, stampata coi Versi d’occasione. L’autore la pose quale congedo alla
fine del secondo volume della Storia di Perugia.

12) Non si ha conferma che questa versione sia stata fatta o perlomeno:

pubblicata.
13) Associazione al periodico « L'Umbria e le Marche».
—w-

LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI 61

14) LurGi Bonazzi, Storia di Perugia dalle origini al 1870, Vol. 1. Pe-

rugia antica, Perugia, Tipografia di V. Santucci, 1871. È il primo tentativo

fatto dal Bonazzi di redigere una storia di Perugia, come saggio per tastare
il terreno ai fini ch’egli si proponeva come è chiaramente mostrato da
questo carteggio.

15) Sulla cultura delle Belle Lettere, in « Giornale scientifico-letterario »

‘pubblicato in Perugia sotto la direzione del dott. Ferdinando Speroni, N. 58,

dicembre 1838. Perugia, Tipografia Baduel, pp. 257-265.

16) Il Bonazzi gli aveva mandato il volumetto della Storia di Perugia.

17) Nota storica intorno alla origine dei Monti di Pietà in Italia di Arro-
DANTE FABRETTI, Torino, Stamperia Reale, 1871. Estratto dagli Atti della
Reale Accademia delle Scienze di Torino, Vol. vi. Adunanza del 21 maggio
1871. Il Bonazzi è citato nella nota !) della pagina 14.

18) EncorE RicoTTI, eminente storico, autore di molte opere, tra le quali
la Storia delle compagnie di ventura in Italia.

19) Il profilo fu pubblicato nella « Rivista europea » (Anno 2?, volume 3°,
fascicolo 1°, 1° giugno 1871, pp. 53-59 col titolo, nella rubrica Profili di scrit-
tori italiani viventi, Luigi Bonazzi (nato a Perugia nel 1811.) Fu poi ristam-
pato in vari altri periodici.

20) Vol. xvi, P. 1 e P. 11 contenenti varie cronache perugine pubblicate
a cura di A. Fabretti, F. Bonaini, F. L. Polidori.

21) Del volumetto sulla storia di Perugia tra gli altri hanno scritto Carlo
Bruschi nel « Corriere dell'Umbria » , A. 11, N. 107 del 7 agosto 1871; l'avv.
‘Goffredo Franceschi ne «La scena» di Venezia, A. 1x, N. 9 del 27 luglio
1871.

?) Castagnola Paolo Emilio, scrittore, rappresentante della scuola let-
teraria romana classicamente elegante.

?) Cesare Ragnotti, patriota, insegnante, pubblicista e letterato perugino.

24) Carlo Maria Tallarigo, calabrese, scrittore, insegnante al Liceo di
Spoleto.

25) CASTAGNOLA P. E., Leopoldina. Racconto. Seconda edizione. Imola,
Galeati, 1871.

26) Edoardo Arbib, pubblicista e romanziere fiorentino.

2?) Alceste Lenzi, professore, collaboratore de « L'Umbria e le Marche ».

28) Archivio di deposito del Comune di Perugia. Atti del Consiglio del
1871, Adunanza del 13 novembre, pp. 216-217. Mozione: I sottoscritti Con-
siglieri Municipali fanno istanza all’on. Signor Sindaco di Perugia perché
venga posta all’ordine del giorno della prima tornata consiliare che avrà
luogo la seguente proposizione: « Se piace al Consiglio d’invitare il Sig. Prof.
Luigi Bonazzi alla prosecuzione della Storia di Perugia, ritenendo che Ja
detta opera, compiuta che sia, sarà per risultare di molto decoro alla patria
nostra. Perugia, 1° ottobre 1871. Giancarlo Conestabile, Carlo Bruschi, An-
nibale Vecchi, Ruggero Torelli ».

TINTE IZ SIONI A CT DONE RIA EROICA MITI =;
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i LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

La votazione diede 11 voti contrari, 11 favorevoli; non approvata.
Viene successivamente messa ai voti la proposizione formulata dal prof.
Torelli: « Il Consiglio desideroso che venga compita la storia di Perugia tanto.
lodevolmente incominciata dal Prof. Bonazzi, incarica la Giunta a manife-
stare al med.o questo suo desiderio ». Votazione: 20 favorevoli, 1 contrario..

Adunanza del 24 novembre 1871, pp. 222-225.

È in discussione l’argomento della prosecuzione della storia di Perugia.
in base alle due lettere dirette dal prof. Bonazzi al Sindaco e al Consiglio.
La discussione piuttosto disordinata verte sulla sicurezza che il Bonazzi.
porti a termine la storia in tre anni, come asserisce; sulla necessità di eso-
nerarlo dall’insegnamento nel liceo; sulla attribuzione della proprietà lette-
raria dell’opera; sull'opportunità di bandire un concorso pubblico col tema.
della storia di Perugia (proposta consigliere Bavicchi); sulla forma e misura
di concorso finanziario alla realizzazione dell’iniziativa. A favore della pro-
posta avanzata dal prof. Bonazzi fervidi interventi di Carlo Bruschi e Braccio.
Salvatori; dubbiosi o contrari gli interventi di Domenico Bavicchi, del cav.
Francesco Baldoni e del prof. Torello Ticci, che fa alcune negative consi--
derazioni in merito alla storia pubblicata dal Bonazzi e invita il Consiglio-
a considerare che con la proposta avanzata dal Bonazzi di essere dispensato.
dall’insegnamento al liceo sono spostati i termini della questione. Viene:
messa ai voti la seguente proposizione : « Se piace accettare le condizioni.
proposte dal prof. Bonazzi nella sua lettera in data 18 novembre 1871, di.
venire esentato cioè dal Magistero della sua Scuola di Storia e Geografia
al Liceo per anni tre, durante i quali percepire il relativo annuo stipendio.
che gode attualmente, e tutto ciò all’oggetto di poter dare opera al compi-
mento della sua Storia di Perugia che dovrà essere da esso pubblicata sia pure:
a carico del Municipio, salva la proprietà letteraria e gli utili della stampa
stessa defalcate le relative spese ».

La proposizione è stata vinta con 14 voti favorevoli opposti a 6 con-
trari essendosi astenuto dal votare il Consigliere Bavicchi.

29) Augusto Castellani, romano, critico d’arte, direttore onorario del
Museo Capitolino.

89) Modesto autore di poesie e di traduzioni di opere letterarie straniere,.
collaboratore della rivista « L'Umbria e le Marche ».

31) LIVERANI F., Le rive del Trasimeno da Tuoro a Montalera e da Mon-
talera a Tuoro e le sue leggende. Perugia, Tipografia di V. Santucci, 1872.
Pubblicazione ricordo dedicata al conte Cesare e alla contessa Luisa Mon-
tesperelli. La citazione del Bonazzi è a p. 51.

8) Riferimento al personaggio della commedia dell'arte.

88) Francesco Fiorentino, il noto filosofo e storico, docente universitario.

34) Fu invece ristampato da Scipione Lapi a Città di Castello: BoNAzzr.
Luici, Gustavo Modena e l'arte sua. Prefazione di Lure1 MoRrANDI. Seconda.
edizione. Città di Castello, S. Lapi Tipografo-Editore, 1884.

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GRAVI ERE SR E rara A MERE - x z E v uad : A i -
LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

35) Atto Vannucci, il noto storico e filologo pistoiese.

39) Barone Achille Sansi, storico di Spoleto.

3?) É la raccolta delle sue poesie: MonANni L., Poesie. S. Severino Marche,
Corradetti, 1867. La seconda edizione, Roma, Loescher, 1875 (é quella cui
si riferisce la lettera); la terza edizione, Città di Castello, Lapi, 1888.

38) « Il Borghini ». Giornale di filologia e lettere italiane compilato da
P. Fanfani e C. Arlia, Firenze, Tipografia del Vocabolario diretta da G. Pol-
verini, 15 agosto 1875.

89) Conte Giovanni Gozzadini, storico e archeologo bolognese, Presi-
,

dente perpetuo della Deputazione di Storia Patria per le province dell'Emilia
e della Romagna.

40) La commedia La maestrina fu rappresentata la prima volta al teatro
Doria di Genova dalla Compagnia drammatica di Giuseppe Pietriboni l'11
dicembre 1875 ed ebbe successo (Telegramma del Pietriboni all'autore del
12 dicembre 1875, Carteggio Morandi, pacco 18). Fu poi rappresentata in
varie altre città. Nell'anno successivo Teodoro Cuniberti acquistó per la
sua compagnia dialettale piemontese i diritti di rappresentazione della com-
media nella versione fatta da Giovanni Barberis dietro corresponsione al-
lautore di L. 50 e del decimo dellintroito lordo delle sere in cui sarebbe
stata rappresentata (Carteggio Morandi, pacco 18). Nel 1877 Angelo Morolin
per L. 100 acquistó dall'autore il diritto di rappresentarla nella versione in
vernacolo veneziano col titolo La mestra comunal (Carteggio Morandi, pacco 18).

41) Achille Torelli allora all'apice del successo.

4) I tre F erano: Filippo Filippi, critico drammatico e musicale della
« Perseveranza », collaboratore musicale dell’« Illustrazione » e del « Cor-
riere della Sera » ; Paolo Ferrari, noto e fortunato commediografo modenese ;
Leone Forti, critico, pubblicista e autore drammatico fiorentino. A Milano
essi facevano il buono e il cattivo tempo nel campo della drammatica e della
lirica.

4) Adamo Rossi, già sacerdote, volontario nel '48, poi bibliotecario co-
munale, serio ricercatore ed erudito, che soccorse il Bonazzi per la sua Storia
di Perugia, segnalandogli e passandogli numerosi documenti esistenti nel-
lArchivio storico del Comune, di cui egli era conservatore.

44) È probabilmente la lettera con la quale Morandi presentò la Storia di
Perugia e il Bonazzi a varie personalità: Carducci, Albicini, Gozzadini e simili.

45) Conte Cesare Albicini, giureconsulto, pubblicista, uomo politico,
docente universitario romagnolo.

45) Carlo Maria Tallarigo pubblicò un articolo sul primo volume della
Storia di Perugia nel « Giornale napoletano di filosofia e lettere scienze mo-
rali e politiche » (A. 11; Vol. rrr, Fasc. rr) diretto da Francesco Fiorentino.

4?) Recensione del primo volume della Storia di Perugia pubblicata
dal De Gubernatis nella « Rivista europea » (A. 7°, Vol. 1°, Fasc. 2°, gen-
naio 1876, pp. 361-62).

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LETTERE DI LUIGI BONAZZI A LUIGI MORANDI

48) Lettura incerta.

49) Il ministro della Pubblica Istruzione.

50) Allude alla proposta di nomina a socio della Deputazione di Storia
Patria per le province di Romagna.

51) Cesare Braico, funzionario dell’Archivio di Stato di Roma.

5) Recensione di Leopoldo Tiberi del primo volume della Storia di
Perugia in «La favilla », rivista perugina. Il « Corriere dell'Umbria » di Pe-
rugia di venerdi 2 giugno 1876, n. 128, pp. 1-2, ha riprodotto nella rubrica
«Appendice - Bibliografia » alcuni brani dell'articolo di C. M. Tallarigo,
già citato (v. nota 46). In « La Provincia » giornale dell' Umbria Amministra-
tivo, Economico, Politico, Letterario, Perugia, Anno mi, 23 gennaio 1876,
n. 4, p. 1, un'ampia recensione di Leopoldo Tiberi sul primo volume della
Storia di Perugia.

53) Notissimo pittore perugino.

54) E quella del De Gubernatis (v. nota 47). Impennata del Bonazzi
a causa del termine « dilettante » con cui inizia la recensione, usato nel senso
di non professionale, ma senza alcuna intenzione di declassamento dell'autore,
verso la cui opera mostra favorevole consenso con sostanziale valutazione
del lavoro storico.

55) Tradizionale confettura natalizia perugina.

56) Storia di due teatrini di Lu1c1 Bonazzi. Perugia, Tipografia di V.
Santucci, 1875. I due teatrini erano quelli della Minerva, oggi incorporato
nell’Autogarage Augusta, e quello del Carmine, oggi Cinema Modernissimo.

57) Il capocomico bresciano Alamanno Morelli.

58) Pseudonimo letterario di Ferdinando Martini.

59) «La Provincia », n. 9 del 13 settembre 1876. Con questa importante
specifica del Bonazzi sembra non concordare la rettifica inviata al giornale
«La Provincia » di Perugia (A. vi, n. 29, 9 aprile 1879) da Annibale Vecchi
e Tito Orsini del seguente tenore : « Sig. Direttore del giornale La Provincia.
Perugia. Nella Cronaca locale del suo giornale n. 28 si dice che la Storia di
Perugia del Prof. Bonazzi fu stampata a spese del Municipio. Ai sottoscritti,
quali esecutori testamentari dell’illustre defunto, corre obbligo di rettificare
questo fatto. Il Municipio garantì il pagamento della spesa di stampa al ti-
pografo, con l’obbligo del Bonazzi di rilasciare al Comune n. 300 copie, al-
l'oggetto di rivalersi della spesa. Le 300 copie sono infatti a disposizione del
Municipio presso la Tipografia Boncompagni ».

6°) Decreto di nomina a Socio Straordinario della Deputazione di Storia
Patria per le province dell'Emilia e della Romagna.

61) Ettore Bernabei, giornalista, direttore de «La Nazione ».

6) «Revue historique» dirigée par MM. G. Monod et G. Fagniez.
Première année, Tome second, Juillet à decembre 1876. Paris, Librairie
Germer Bailliére et C.ie. La recensione del primo volume della Storia di
Perugia è veramente piuttosto generica e sfocata con puntualizzazione di

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LETTERE DI LUIGI BOGNAZZI A LUIGI MORANDI 65

rilievi parziali e talvolta gratuiti senza voler essere affatto negativa. Incom-
prensibile e per possibile supposizione ironica l’asserzione : « Cette mono-
graphie, oeuvre d'un jeune enlevé par une morte prematurée, est loin d'étre
sans mérite ».

6) La sapida ma misurata replica del Bonazzi sotto forma di lettera
indirizzata Al Sig. Direttore della Revue historique di Parigi fu pubblicata
in «La Provincia » Giornale dell'Umbria, Anno mi, Perugia, 13 settembre
1876, n. 49, pp. 1-3. j

64) Si tratta della commedia La figlia senza babbo. Nella versione in dia-
letto piemontese Una fia sensa papà per l’interpretazione della piccola attrice
Gemma Cuniberti fu rappresentata dalla Compagnia di Teodoro Cuniberti.

65) Prof. Giuseppe Cocchi, todino, poeta e insegnante nel Liceo di Pe-
rugia ; anche di lui fu discepolo il Morandi.

66) Del fatto è data notizia in Sulla adunanza dei condomini del Teatro
di Minerva nel 12 aprile 1877. Cenno di LuiGi Bonazzi. Perugia, Tip. di
V. Santucci, 1877.

67) MANZONI A., Le correzioni ai « Promessi Sposi » e l’unità della lingua.
Lettera inedita di A. M. con un discorso di Luis: MoranDI. Milano, Rechie-
dei, 1874. La lettera inedita qui pubblicata era stata inviata dal Manzoni
al marchese Alfonso Della Valle di Casanova, che non diede corso alla pub-
blicazione del raffronto da lui compilato tra l'una e l'altra redazione dei
Promessi Sposi, cui si proponeva di aggiungere la lettera del Manzoni.

$8) Oderigi Lucarelli avvocato, pubblicista e consigliere comunale di
Gubbio.

69) Vedi nota 66.

7) « Il Borghini ». Giornale di filologia e lettere italiane compilato da
P. Fanfani e C. Arlia, Firenze, Tipografia del Vocabolario diretta da G. Pol-
verini, 15 agosto 1875.

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durante il periodo avignonese con
particolare riferimento all'Albornoz

APPENDICE

1
1320, febbraio 9, Avignone.

Giovanni XXII chiede ai Perugini di aiutare il rettore ed il tesoriere
del ducato a ricuperare libri, oggetti preziosi e denaro, appartenenti
alla Chiesa di Roma e finiti in mani estranee.

Originale. Perugia, Arch. di Stato, Arch. Storico del Comune,
Bolle, brevi e diplomi, sec. XIV, perg. 9 (cass. 3).

A tergo : Dilectis filiis.. potestati.. capitaneo, consilio et communi Peru-
sino.

Con sigillo di piombo pendente. Tralascio, in questa come nelle altre
pergamene, il regesto dell’erudito perugino G. Belforti, della seconda metà.
del sec. XVIII.

Iohannes episcopus servus servorum Dei dilectis filiis — ..pote-
stati, ..capitaneo, consilio et communi Perusino salutem et apo-
stolicam benedictionem.

Cum olim bone memorie Petrus, episcopus Spoletanus, multo-
rum bonorum ad Ecclesiam Romanam spectantium a longis retro-
actis temporibus administrationem gessisse noscatur, nec de illis.
debitam reddiderit ut audivimus rationem, nos volentes super hoc.
indempnem prefatam Ecclesiam conservare, dilecto filio Raynaldo
de Santa Arthemia thesaurario Ecclesie Noviomensis, ducatus Spo-
letani rectori, damus per nostras litteras in mandatis ut ipse una cum
dilecto fllio Iohanne de Amelio canonico Lichefeldensi, nostro et.

. eiusdem Ecclesie in dicto ducatu thesaurario, libros, aurea et ar-

gentea vasa, pecunias et res alias in quibuscumque consistant, du-
dum tam per dictum episcopum et alios pro eodem, dum viveret
68 MARIA PECUGI FOP

quam post obitum eius, penes ..priorem et conventum fratrum
Ordinis Predicatorum Perusinum et quosvis alios ubicumque et
a quibuscumque deposita ab eisdem priore et conventu et aliis de-
positariis et quibusvis detentoribus eorundem, nostro et eiusdem
Ecclesie Romane nomine petere, exigere ac recipere cum integritate
procuret eos et ipsorum quemlibet, ad tradendum et assignandum
sibi et thesaurario supradicto libros, vasa, pecunias et res predic-
ta, si necesse fuerit per censuram ecclesiasticam super quibus
omnibus dicto rectori potestatem concedimus, appellatione post-
posita compellendo, invocato ad hoc, si opus fuerit, auxilio brachii
secularis. Qua re universitatem vestram rogamus et hortamur ac-
tentius, quatinus rectori et thesaurario supradictis circa recupera-
tionem et receptionem librorum, vasorum, pecuniarum et rerum pre-
dictorum, pro nostra et Apostolice Sedis reverentia, cum ab eis
vel ipsorum altero fueritis requisiti, sic efficaciter assistatis quod illa
plene ac libere ad ipsorum rectoris et thesaurarii manus valeant
pervenire nobisque sincere devotionis affectum, quem ad nos et
prefatam Ecclesiam vos habere confidimus, pateat per effectum et
proinde diligentiam quam in hac parte duxeritis adhibendam com-
mendare non immerito valeamus. Datum Avinione, .v. idus februarii,
pontificatus nostri anno quarto.

2

1321, aprile 5, Avignone.

Giovanni XXII chiede ai Perugini di prestare aiuto al rettore della
Marca d'Ancona, impegnato nella lotta contro i ribelli della Marca
stessa.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
€ diplomi, sec. XIV, perg. 29 (cass. 5).

A tergo: Dilectis filiis .. potestati, ..capitaneo, consilio et communi
Perusino.

Iohannes episcopus servus servorum Dei dilectis filiis ..po-
testati, ..capitaneo, consilio et communi Perusino salutem et
apostolicam benedictionem.

Gaudemus et letamur in Domino, filii, et de vobis causam exul-
tationis habemus, quod vos illius sincere devotionis affectu quo Ro-
manam Ecclesiam matrem vestram filialibus studiis honoratis, ad

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 69

rebellium suorum edomandam superbiam, vestram exercuistis po-
tentiam et virtutem super quo tanto amplius sinceritatem vestre
devotionis et fidei cum gratiarum actionibus commendamus, quanto
magis per hoc honorem nostrum et eiusdem Ecclesie diligere, sicut
benedictionis filii demonstratis. Cum igitur, filii, non fit cepisse sed
potius perfecisse virtutis, nec inchoantibus sed perseverantibus
premium tribuatur, universitatem vestram paterno rogamus: et
hortamur affectu, quatinus faciem vestram contra prefatos rebelles
stabiliter affirmantes, dilecto filio Amelio abbati monasterii Sancti
Saturnini Tholosane provincie, Marchie Anconitane rectori, contra
rebelles eiusdem provincie, pro nostra et Apostolice Sedis reverentia,
sic potenter et viriliter assistatis quod dictorum rebellium prostrata
superbia eiusdem provincie status ad quietis optate dulcedinem,
austro flante celestis auxilii, reducatur et proinde plenitudinem
nostri favoris et gratie, in vestris et vestre civitatis honoribus pro-
movendis, promptam reperiatis oportunis temporibus et paratam.
Datum Avinione, nonis aprilis, pontificatus nostri anno quinto.

3

1323, giugno 1, Avignone.

Giovanni XXII invita i Perugini a non opporsi alle sanzioni ec-
clesiastiche previste contro i ribelli del ducato di Spoleto e a non vessare
Montefalco con richieste di uomini e denaro.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi

e diplomi, sec. XIV, perg. 44% (cass. 5).
A tergo: Dilectis filiis ..potestati, capitaneo, consilio, populo et com-

muni Perusino.
Con sigillo di piombo pendente, molto logoro.

Iohannes episcopus servus servorum Dei dilectis filiis ..po-
testati, capitaneo, consilio, populo et communi Perusino salutem et
apostolicam benedictionem.

Diligenter attendite, filii, et prudenter inspicite ne rationis
| vietas 2) sic excedat affectio voluntatis ut et vosmetipsos in vestra
opinione fallentes agatis plerumque contraria eorum que vestris
animis rationabiliter sunt votiva. Sane audivimus quod cum de

(a) Cosi il testo.

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70 MARIA PECUGI FOP

condempnatione aut compositione criminosorum seu rebellium nostri
Spoletani ducatus per ducalem curiam agitur, interdum vos per
ambassiatores vestros seu nuncios, aut ex vestris concivibus aliqui,
huiusmodi condempnationi aut compositioni opponitis faventes
eisdem criminosis atque rebellibus ne de ipsis ullum aut integrum |
iusticie debitum exigatur. Preterea fidelibus et devotis ducatus
eiusdem, nobis et Ecclesie Romane immediate subiectis, specialiter
autem hominibus castri Montisfalci, tallias et alias pecuniarias pre-
stationes imponitis, exigentes ab eis illas vestrisque comodis ap-
plicantes hec profecto que nobis et ipsi Ecclesie ac subditis pariter,
quorum affectum filialiter communicatis et statum iniuriosa cogno-
scitis, offendunt omnino iusticiam sine qua nullus bene regitur po-
pulus, turbant subsequenter et pacem sine qua libertatis quispiam
non est locus cum pax et iusticia sororia unitate conveniant et tan-
quam indivisibiles, penitus altera sine reliqua non subsistant. Et
quia nostras et eiusdem Ecclesie ac predictorum subditorum iniurias
ex premissis non credimus, ymmo scimus tanquam piis considera-
tionibus obvias fore vestris affectibus odiosas, universitatem vestram
rogamus, monemus et hortamur attente quatinus ab oppositione,
impositione ac talliarum exactione huiusmodi et aliis quibuscumque
iniuriis atque molestiis prefatis subditis dicti Spoletani ducatus et
maxime ipsius castri Montisfalci hominibus inferendis laudabiliter
desistatis, quinymmo pro nostra et Apostolice Sedis reverentia
vestra sinceritas sic assistat iustitie ipsosque subditos caritativis
prosequatur affectibus quod dignas retributiones propterea laudis
et premii tam a nobis quam ab Apostolica Sede post Deum valeat
promereri.

Datum Avinione, kalendis iunii, pontificatus nostri anno sep- i
timo.

4

1323, luglio 15, Avignone.

Giovanni XXII chiede ai Perugini di prestare aiuto al rettore della
Marca nella lotta contro i Fabrianesi ribelli.

gra.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, Brevi
e diplomi, sec. XIV, perg. 45 (cass. 5).

A tergo: Dilectis filiis.. potestati.. capitaneo, prioribus artium, consilio
et communi Perusino.

Con sigillo di piombo pendente, molto logoro.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 71

Iohannes episcopus servus servorum Dei dilectis filiis ..pote-
stati, capitaneo, prioribus artium, consilio et comuni Perusi-
no salutem et apostolicam benedictionem.

Tam prudenter quam moleste referimus illatas nobis et sancte
Romane Ecclesie atque vobis, o filii, Fabrianensium detestandas
iniurias quas adhuc penitentie venia et congrua satisfactione operis
contumax delinquentium spiritus ab ultrice iustitia non redeunt.
Sane dum peccatur intrepide, dum gloriatur de impunitate, nocentia
et plectenda temeritas debaccatur, contempnitur facile presidentis
auctoritas et eo altius crescit audacia criminis quo protrahitur lon-
gius acceleranda inflictio ultionis. Ipsi namque Fabrianenses de sue
rebellionis et hostilitatis ausibus, delictis variis et multis excessibus,
per eos commissis assidue contra nos et predictam Ecclesiam atque
vos ac fideles et devotos alios regionis hactenus impuniti et querentes
sue dampnationis habere correos, nituntur in Anconitana Marchia
virus concepte iniquitatis evomere, ut sinceros fideles patrie puros
utique confratres vestros inficiant et inter eos taliter seminata zi-
zania ipsos, quod absit, in devium dampnande rebellionis impellant
in contumeliam Dei et improperium eiusdem Ecclesie sponse sue
nec minus et vestrum obprobrium, dampnum et iniuriam pariter
devotorum et fidelium reliquorum. Et quia vos, devotionis valido
federe ac iniurie portione non parva nostri et ipsius Ecclesie, facti
estis eiusdem litis in hac parte consortes et sicut fida relatione didi-
cimus dilecti filii Amelii abbatis monasterii Sancti Saturnini Tho-
losani cappellani nostri, Marchie predicte rectoris, licet supponamus
indubie vos idem semper velut rem propriam in animo gerere ad
puniendam et confundendam rebellium prefatorum insaniam alias
favoris et operis vestri suffragium liberaliter promisistis, universi-
tatem vestram rogamus et monemus attente quatinus ad requisi-
tionem prefati rectoris in premissis sic eidem immo nobis et ipsi Eccle-
sie favoribus fervidis et propinquis operibus realiter assistatis, quod
nostra et eiusdem Ecclesie simul cum vestra reprimatur iniuria, pau-
sent fideles et devoti omnes in quietis et pacis amenitate pulcherrima
et vobis propterea gratiam dominici muneris ac nostram et eiusdem
Ecclesie benivolentiam augeatis.

Datum Avinione, idibus iulii, pontificatus nostri anno septimo.

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5

1323, agosto 18, Avignone.

Giovanni XXII ringrazia i Perugini per i consigli dati a Fal-
cone di Sistarico circa i fatti di Spoleto ed accetta le loro scuse per la
sospensione degli aiuti al rettore della Marca.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
e diplomi, sec. XIV, perg. 46 (cass. 5).

A tergo : Dil[ectis] filiis [potes]tati, capitane[o], prioribus artium, [c]on-
silio, populo et comm[uni] Perusino.

Pergamena lacera nei margini superiore e inferiore, ma il testo é perfet-
tamente leggibile.

Iohannes episcopus servus servorum Dei [dilectis] filiis ..po-
testati, ..Capitaneo, prioribus artium, consilio, populo et communi
Perusino salutem et apostolicam benedictionem.

Litteris vestris noviter nobis missis, consueta benignitate su-
sceptis, notavimus prompta esse vestre devotionis ingenia et af-
fectus rerum vestrorum obedire affectibus animorum, dum que cu-
pimus in honorem Dei et sancte Romane Ecclesie prosperumque
statum fidelium grata mente concipitis et sinceritate benivola pro-
movetis. Quapropter de favore per vos prestito hactenus dilecto
fllio ..Marchie Anconitane rectori contra rebellem Fabrianensium
pravitatem, ipsorum quoque ad oportuna eorum victualia passibus
adhibita ibi custodia iam preclusis, prout alias inde rectoris
eiusdem scriptio fide digna nos docuit, de reformatione insuper
vestri consilii acta salubriter in hac parte, Spoletanorum rebel-
lium obsidione perstricta, etiam de dilecti filii Falconis de Sistar[ico]
Ordinis Predicatorum tractatione benivola, dato sibi preterea pro
vestra facultate consilio super dictorum Spoletanorum reconcilia-
tione, ad gratiam si contingat et de hiis demum que super Spoleta-
norum ipsorum demeritis ac intentione perversa et tenenda forma
sedandi discriminis eorundem fideliter nobis atque utiliter, prout
latius ipse littere continent, impressistis ex tantorum Operum me-
ritis, prudentiam vestram pro dignis laude laudabiliter commen-
damus in Domino et pro hiis que premium digne gratitudinis exigunt,
bonitati vestre gratiarum uberes referimus actiones. Super su-
spensa vero guerra contra Fabrianenses uhiusmodi facienda, con-
sideratis iustis causis quas inde pretenditis, habemus vos ra-

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= —— OUT mo ENSE FL SO IUBE UMS TERRE E tionabiliter excusatos, universitatem et devotionem vestram ro
ganteset hortantes attente quatinus tam prefato Falconi quam
eiusdem Marchie ac ducatus Spoletani rectoribus circa prosecutio-
nem negotiorum ipsorum pro reverentia nostra et Apostolice Sedis
assistatis solito more auxiliis, consiliis et favoribus oportunis. Sic
enim dictum Spoletanum negotium maxime intendimus assi-
stente Domino prosequi, quod per aliquorum ipsorum Spoletanorum
astutiam inde credimus non eludi.

Datum Avinione, .xv. kalendas septembris, pontificatus nostri
anno septimo.

6

1322, novembre 5, Avignone.

Giovanni XXII chiede ai Perugini di prestare ogni aiuto a Fal-
cone di Sistarico e ad Ademario di Targa, nunzi apostolici speciali de-
putati a ristabilire l'ordine in Spoleto.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
e diplomi, sec. XIV, perg. 51 (cass. 6).

A tergo: Dilectis filiis ..potestati, ..capitaneo, antianis, consilio
et communi Perusinis.

Di mano diversa, ma coeva: Prime litere quo ordine procedatur in ne-
gotio Spoletanorum.

Con sigillo di piombo pendente.

^

Iohannes episcopus servus servorum Dei dilectis filiis ..po-
testati, ..capitaneo, antianis, consilio et communi Perusino sa-
lutem et apostolicam benedictionem.

Intrinseci Spoletani de gravissimis et nifandis ex delictorum ab-
hominatione multiplicium, prout apertissime nostis, filii, illatis
nobis et Romane Ecclesie ac insuper concivibus eorum iniuriis
manifestis tam nunciis quam litteris a nobis et eadem Romana
Ecclesia misericordie gratiam ut asserunt humiliter implo-rantes,
se ipsamque terram Spoleti, personas, res et bona eorum omnia
nostris et eiusdem Romane Ecclesie solitis beneplacitis et mandatis
summittere per nuncios et huiusmodi litteras noviter obtulerunt.
Nos vero primitus experiri volentes quantam ipsi ex eorum offen-
sione multiplici possunt pro immensitate peccati venie gratiam
promereri, eorum in hac parte vota per dilectos filios magistrum
Ademarium Targe, archipresbiterum ecclesie Sancti Africani Va-

IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 73-
74 MARIA PECUGI FOP

brensis diocesis, et Falconem de Sistarico de Ordine Fratrum Predi-
catorum Apostolice Sedis nuncios, commissarios nostros propterea
deputatos, et eorum alterum mandamus inquiri solicite ipsis inter
cetera per speciales litteras iniungentes ut, vocato ad id si interesse
poterit et voluerit dilecto filio magistro Raynaldo de Sancta Artemia
thesaurario Noviomensis Ecclesie, ducatus Spoletani rectore, ac-
cedant ad dictam terram Spoleti vel aliquem alium vicinum locum
de quo magis expedire putaverint et vocatis ad eorum presentiam
dictis intrinsecis Spoletanis, si repererint, quod que iidem intrinseci
nunciis obtulerunt et litteris, ut prefertur, firmiter gerant in cordibus
et oblata verbo velint realiter adimplere, statim studeant predictam
terram cum eius territorio et districtu, nomine nostro et eiusdem
Romane Ecclesie, in eorum recipere manibus et ad nostrum et ipsius
Romane Ecclesie dominium pristinum revocare, regendam et gu-
bernandam de cetero simul cum aliis locis predicti ducatus per
ipsius rectoris officium nomine nostro et Romane Ecclesie memorate,
reducentes ad terram ipsam omnes extrinsecos dummodo ipsi et
iidem intrinseci in fide ac devotione nostra et eiusdem Romane Ec-
clesie unanimiter permansuri se alterutrum aliquatenus non offen-
dant. Circa quod una vobiscum quos rerum experta palpatio in
agendis nobis indicat providos et invicta fidelitas probataque de-
votio nobis exhibet fide dignos, deliberatione prehabita diligenti,
formidandas altrinsecus spirituales et temporales ante reductionem
ipsam interponant penas et talia, insuper adhibeant congrua cautele
remedia prout imminenti fortassis eiusdem offensionis casui viderint
expedire quod ex intrinsecis et eisdem reductis extrinsecis offendi
nequeant ab aliis alii et inde contingat nos et eandem Romanam
Ecclesiam non eludi. Requirimus ergo vestram discretionem in Do-
mino et rogamus attente quatinus ad requisitionem commissariorum
ipsorum vel alterius eorundem, pro reverentia et honore nostris et
ipsius Romane Ecclesie, in quantum permiserit vobis Altissimus, in-
formetis et dirigatis eos in premissis prout exigit negocii qualitas
sibique in illis alias sicut expediens fuerit, efficaciter assistatis pro-
videntes ne prefati extrinseci circumveniri valeant ab intrinsecis
memoratis. Ut hiis, actore Deo, informatione ac directione vestris
provide reformatis fidem et obedientiam vestram quam nos et pre-
dictam Romanam Ecclesiam gratam semper invenimus tam laude
quam premio commendemus.

Datum Avinione, nonis novembris, pontificatus nostri anno
septimo. Gaucelinus
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 75.

7

1324, luglio 20, S. Fortunato.

Giovanni Amiel e Falcone di Sistarico mandano ai Perugini copia
della lettera del 17 giugno con cui Giovanni XXII, dopo aver ricordato
la presa di Spoleto da parte dell’esercito alleato della Chiesa, si lamenta
che il Comune di Perugia eserciti in detta città, a mezzo di propri uf-
ficiali, tutte le funzioni di governo. Il rettore ed il tesoriere esortano i
Perugini perché recedano da un simile comportamento.

Copia semplice. Arch. Segreto Vaticano, A. A. Instrum., Arm. C,
n. 349.

In nomine Domini amen. Anno Domini a nativitate millesimo
CCCXXIIII. indictione .vir., tempore pontificatus sanctissimi patris et
«domini domini Iohannis divina providentia pape xxii, die vicesimo
mensis iulii. Actum apud plebem Sancti Fortunati Spoletane diocesis
in camera Iacobi de Amelio ducalis curie marescalli presentibus fratre
Iohanne de Valentia et domino Conato de Narnia iudice generali
curie ducatus et Lippo Maffei de Fulano testibus ad hec vocatis
et rogatis. Reverendi viri domini Iohannes de Amelio Foroiuliensis
archidiaconus, ducatus Spoletani in spiritualibus et temporalibus
rector per sanctam Romanam Ecclesiam generalis, et frater Falco de
Sistarico Ordinis Fratrum Predicatorum Apostolice Sedis nunctius
comiserunt et mandaverunt Massio Puccoli de Mevania baiulo cu-
rie ducatus presenti et audienti quatinus vadat et ex parte ipsorum
presentet .. potestati, ..capitaneo,.. prioribus, consilio et co-
muni civitatis Perusii licteras sigillatas a tergo sigillis predictorum
dominorum rectoris et nunctii, infrascripti tenoris, qui Massius baiu-
lus predictus coram dictis dominis rectore et nunctio in dicto loco
personaliter constitutus iuravit ad sancta Dei evangelia corporali-
ter tactis sacrosanctis scripturis licteras infrascripti tenoris, predic-
tas ipsis .. potestati, .. capitaneo, .. prioribus, consilio et comuni
civitatis Perusii presentare et de ipsis licteris presentationem facere
et presentationis ipsarum licterarum relationem facere coram eis
vel altero ipsorum bona fide, sine fraude, remoto hodio, amore,
pretio, precibus et speciali lucro. Quarum licterarum tenor talis est:

«Nobilibus et prudentibus viris.. potestati, ..capitaneo, ..priori-
«bus artium, consilio et comuni civitatis Perusii Iohannes de Amelio
«archidiaconus Foroiuliensis, Spoletani ducatus in spiritualibus et
76 MARIA PECUGI FOP

«temporalibus rector per sanctam Romanam Ecclesiam generalis, et
«frater Falco de Sistarico Ordinis Fratrum Predicatorum Apostolice
«Sedis nunctius salutem prosperam et felicem.

«Noveritis nos a sanctissimo in Christo patre et domino nostro
«domino Iohanne divina providentia sacrosancte Romane et uni-
« versalis Ecclesie summo pontifice nunc noviter recepisse licteras in-
«frascripti tenoris:

«Iohannes episcopus servus servorum Dei dilectis filiis Iohanni
«de Amelio archidiacono Foroiuliensi, ducatus Spoletani rectori, et
«Falconi de Sistarico de Ordine Fratrum Predicatorum, Apostolice
«Sedis nunctio, salutem et apostolicam benedictionem. Scire nos vo-
«lumus quod per alias nostras licteras quas per dilectos filios.. archi-
«presbiterum et Bartucium canonicum Ecclesie Perusine ac Alexan-
«drum penitentiarium nostrum et Monaldum procuratorem Ordinis
«Minorum Fratrum ambasiatores suos mictimus inpresentiarum scri-
« bimus dilectis filiis civibus Perusinis, quod sicut nostra tenet memoria
«nec a sua credimus excidisse, dudum eis per nostras licteras intimato
«quibus modo et ordine vos intraretis, apprehenderetis seu ingredi-
«remini civitatem nostro et Ecclesie Romane nomine Spoletanam.
« Et per eos, licteris ipsis visis, earum forma sibi adeo grata extitit et
«accepta quod sollennes sindicos ordinarunt et ad intimandum et
«notificandum vobis eorum sindicario nomine qualiter licteras huius-
«modi receperant ipsasque ac decisionem, determinationem et vo-
«luntatem apostolicam alia omnia et singula contenta in eisdem lic-
«teris tanquam discreta, laudabilia et salubria quantum erat in eis et
«populo Perusino acceptaverant et acceptabant ac eis in omnibus et
«per omnia consenserant specialiter et expresse et ad requirendum vos
«et protestandum quod vos vestrum quilibet ad executionem deberetis
« celeriter procedere in eisdem licteris contentorum quodque omnia
«grata erant immo tanquam gratissima sibi placebant et eidem populo
« Perusino et quod pro perfectione contentorum in licteris prelibatis se-
«cundum votum et mandatum apostolicum facienda parati erant fide-
«liter vobis assistere et intendere iuxta posse. Qui quidem sindici ad
«vestram presentiam accedentes dictorum Perusinorum et universita-
«tibus eorum sindicario nomine vobis intimaverunt et obtulerunt pre-
«dicta inde facientes confici publicum instrumentum, quod nobis pre-
« dicti Perusini una cum suis licteris premissa continentibus transmise-
«runt. Rursus quod ab eorum memoria non credimus recessisse quo-
«modo die nona mensis aprilis proxime preteriti Spoletani intrinseci in
«manibus nobilis viri quondam Poncelli de filiis Ursi eorum exercitus
«capitanei generalis, eandem civitatem Spoletanam nostro et eiusdem
«Ecclesie Romane nomine reddiderunt et per suum sindicum sol-
«lempniter ordinatum observare mandata Ecclesie ac dicti Poncelli,
«ipsius Ecclesie nomine recipientis, et sub vexillo Ecclesie pure et
«simpliciter intraverunt dictamque civitatem in eiusdem Poncelli
«Ecclesie nomine recipientis predicte manibus posuerunt. Quodque
«ipse die predicto una cum dilecto filio Conato de Narnia iudice tuo,
«fili Rector, et vicario predictam civitatem intravit Ecclesie vexillo
«previo memorate et tenuit quamdiu ipsam ibi esse contigit viriliter
«et potenter. Que omnia nobis tam per te rectorem et dictum Pon-
«cellum quam per ..capitaneum partis guelfe et partem ipsam ac
«plures alios per suas licteras nunctiata grandem vero non indigne
«iocunditatis et letitie materiam nostris affectibus actulerunt ad
«eorundem Perusinorum dilectionem animum nostrum vehementius
«accendendo, proquibus eis referre curavimus multas grates. Illud
«etiam subiungentes quomodo subsequenter deduxerunt ad nostram
«notitiam varie lictere nobis misse quod, post ipsius Poncelli occa-
«sione supervenientis infirmitatis ipsius de civitate predicta reces-
«sum, predicti Perusini dilectum filium nobilem virum Vencolum
«militem concivem suum potestatem elegerunt de facto et, nulla
«nobis facta mentione super hoc, ad civitatem transmiserunt eandem,
«qui forma licterarum nostrarum penitus pretermissa veniens, in
«manu valida reduxit extrinsecos Spoletanos et multos de intrinsecis
«non tyrampnos vel potentes extromixit, intrinsecis ipsis feroces ni-
«chilominus incutiendo terrores. Ipsique Perusini deinde, ad sum-
«missionem et subiugationem dicte civitatis et eius territorii sicut
«asseritur ulterius procedentes, summissionem et subiugationem
«easdem, ab eisdem intrinsecis iuramentis et obligationibus de facto
«interpositis, dicuntur pro sue voluntatis libito recepisse ad id eos
«nichilominus specialiter obligando quod imperpetuo in potestatem
«et capitaneum ac quoslibet officiales alios tam in civitate predicta
«quam eius comitatu recipere debeant, quos eis duxerint destinandos.
«Quodque ad maioris subiugationis inditium annis singulis, certa
«die, mictere prefatis Perusinis debeant unum palium certi valoris
«in equo sollemniter cohoperto et nichilominus in omnibus taliis,
«collectis et datiis ac exactionibus quibuscumque pro rata bonorum
«suorum eis contribuere debeant, sicut ceteri Perusini et insuper ca-
«valcatas et exercitus suos quocumque iusserint se imperpetuo te-
«neantur, necnon quod iidem Spoletani statuta sua singulis annis
«eisdem presentent Perusinis per eos ordinanda, corrigenda et re-

IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 77

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X 78 MARIA PECUGI FOP

«formanda sicut sue placuerit voluntati et multa alia hiis similia,
«non absque divine maiestatis offensa, nostri et Ecclesie Romane |
«evidente iniuria ac diminutione sui nominis et honoris de facto pre- |
«sumpserunt, cum de iure vel ratione ipsis non licuerit attemptare,

«que utique nobis et multis aliis ingentis admirationis et turbationit. |
«materiam, si facta scriptis corespondeant, potuerunt et possuns ,
«non immerito ministrare. Verum quia vix ad rem tam detestabilem,.

«tam enormem et tam omni rationi obviam eos credimus processisse

«etsi forsan hoc per ipsos fuerit acceptatum, precipitanter et inpro--

«vide ad tumultum populi supponimus factum esse, ipsos per easdem

«licteras requirimus et rogamus instanter ut attendentes diligentius.

«quod sapientis est errata corrigere, quodque licet sit humanum pec--

«care, perdurare tamen diabolicum est censendum, premissa si acten-

«tata fuerint celeriter ac provide et effectualiter corrigentes, iuxta

«promissa et oblata per eos ut premictitur circa regimen et ordina-

«tionem civitatis predicte, vobis et aliis officialibus nostris assistant.

«consilis, auxiliis et favoribus oportunis et nichilominus nunctii et.
«ambasiatores sui predicti, qui diu moram traxerunt in Curia, se ad

«eorum presentiam de nostro beneplacito conferentes et de nostra
«conscientia super hiis informati, ea sibi serio sive referre poterunt. »
«viva voce. Quocirca volumus et discretioni vestre per apostolica

«scripta mandamus quatinus si predicti Perusini nostris requisitio--

«nibus et precibus huiusmodi parere voluerint ut speramus, predicta

«que fore dicuntur actemptata per eos effectualiter corrigendo, pro-

«cedatis ulterius cum eorum consilio prudenter super negotio memo-.

«rato sicut alias vobis meminimus mandavisse. Et ecce quod pro in-
«formatione vestra licterarum nostrarum continentium decisionem,
«determinationem et voluntatem nostras predictas necnon instru-

«menti publici per quod dicti Perusini approbaverunt expresse ac.
«licterarum tui rectoris et Poncelli predicti capitanei partis guelfe

«et eiusdem partis quibus nobis premissa significata fuerunt, tenores.

«vobis trasmictimus in cedulis presentibus interclusis. Quicquid

«autem super hiis et aliis duxeritis faciendum nobis fideliter rescriba-

«tis. Datum Avinione, .xv. kalendas iulii, pontificatus nostri anno

«.VIII.

«Quas licteras humili et devoto ut tenemur suscipientes affectu à
«et ad ipsarum executionem intendentes solerter ac fideliter prout
«decet vobis, tenore presentium, duximus intimandas, universitatem
«vestram harum serie cum instantia requirentes necnon rogantes et:
«hortantes in Domino, quatinus secundum ipsarum continentiam et.
«tenorem revocata effectualiter summissione premissa, errata de qui-
«bus predicitur realiter abrogatis ipsamque civitatem Spoleti eiusque
«territorium et districtum omni iugo quo vobis et universitati vestre
«fore de facto, cum de iure non potuerit, noscitur subiugata, ut in
«dictis apostolicis licteris continetur repudiato ut convenit regendam,
«ordinandam et disponendam secundum rogamina, requisitiones et
«ordinationes ac decisiones per vos sollempniter acceptatas ac etiam
«approbatas patris sanctissimi memorati precibus, monitis et requi-
«qusitionibus eiusdem efficaciter et salubriter acquiescendo prout
«superius est narratum, supradicte Romane Ecclesie dictoque patri
«sanctissimo seu nobis recipientibus nomine patris sanctissimi memo-
«rati cum effectu liberaliter dimictatis. Intendimus enim, divina pro-
«videntia assistente, in negotiis predictis procedere cum vestro sano
«consilio et favore prout continent rescripta apostolica, si salubriter
«elegeritis ut speramus mandatis et monitis prelibati patris sanctis-
«simi effectualiter obedire. Aperientes nobis animi vestri votum et
«rescribentes dilucide et celeriter quicquid vestri oculata circum-
«spectio predicta duxerit faciendum. Datum in palatio plebis Sancti
«Fortunati de Montefalcone, die .xx. mensis iulii .McccxxuI., in-
«dictione .vir, pontificatus dicti patris sanctissimi anno .vII.

«Die vicesimaoctava mensis iulii, dictus Massius baiulus et nunc-
«tius iuratus predictus, yens et rediens retulit in claustro domorum
«hospitalis S. Leonardi de burgo Montisfalconis, presentibus fratre
« Iohanne de Valentia, Guiglelmo dicti domini nunctii nepote et Nerio
«Raynalducii de Mevania testibus ad predicta vocatis et rogatis co-
«ram me Andrea Vannis domini Massei de Spello notario dicti domini
«rectoris et magistro Petro Iohannis de Baone notario dicti domini
«nunctii, se die vicesimasecunda presentis mensis iulii proxime pre-
«terita predictas licteras presentasse in manibus priorum comunis
«et populi Perusini et ad palatium ..potestatis, ..capitanei et
«populi dicte civitatis et omnia et singula retulit se fecisse secun-
«dum formam dicte conmissionis per dictos dominos rectorem et
«nunctium superius sibi facte.

«(S. T.) Ego Iacobus Bartholi de Spoleto publicus notarius pre-
«dicta omnia et singula suprascripta prout in quodam registro michi
«asignato et tradito per Andream Vannis domini Massei de Spello
«notarium dicti domini rectoris inveni, ita hic fideliter exemplando
«scripsi et ascultavi cum eodem Andrea notario et de mandato, li-
«centia et auctoritate nobilis et sapientis viri domini Conati de Nar-

IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 79 ;

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CONI TRITO 80 MARIA PECUGI FOP

«nia legum doctoris, iudicis generalis curie ducatus Spoletani, in
«publicam formam redegi, sub anno Domini a nativitate millesimo
«.CCCXXIII., indictione septima, tempore domini Iohannis pape
«xxii et die quarta mensis augusti. Actum apud plebem Sancti
« Fortunati Spoletane diocesis, in camera reverendi viri domini Iohan-
«nis de Amelio rectoris dicti ducatus, presentibus dompno Bartholo
«Aldrevandini et magistro Iacobo Simonis de Fulgineo testibus ad
«hec vocatis et rogatis.

8

1325, giugno 1, Avignone.

Giovanni XXII avverte il rettore ed il tesoriere del ducato che i
Perugini hanno accettato le sue decisioni circa il governo della città
di Spoleto.

Copia semplice. Arch. Segreto Vaticano, Registri di G. XXII,
Reg. vat. 113, n. 592.

Iohannes episcopus servus servorum Dei venerabilibus fratribus
rectori et thesaurario ducatus Spoletani salutem et apostolicam
benedictionem.

Ordinato per nos pridem negotio civitatis nostre Spoletane super
quo dilecti filii populus et comune civitatis Perusine se nostre
submiserant libere voluntati, ecce quod licteras apostolicas super
ipsa ordinatione confectas nobis providimus destinandas quibus pre-
fatis populo et comuni Perusino exibitis et ostensis, volumus et
mandamus quatinus nostre illarum tenorem ac seriem in executione
prefati negotii mature ac provide procedatis ac illas penes nos in archi-
vis ducalis camere conservandas retineatis, nichilominus ad cautelam
presertim cum similes licteras de verbo ad verbum dilectis filiis
dictorum comunis et populi syndicis in Romana curia tunc pre-
sentibus pro ipso comuni duxerimus assignandas. Datum Avi-
nione, kalendis iunii, anno .ix.

9
1332, settembre 26, Avignone.
Giovanni XXII ringrazia i Perugini per l'aiuto prestato nella

riconquista della ribelle Amelia e li esorta a persistere nella devo-
zione verso la Chiesa.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 81

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi

e diplomi, sec. XIV, perg. 92 (cass. 7).
A tergo: Dilectis filiis communi civitatis Perusine.
Di mano diversa ma coeva e quasi illeggibile : De factis Amelie.

Iohannes episcopus servus servorum Dei dilectis filiis communi
civitatis Perusine tsaluem et apostolicam benedictionem.

Sincerum devotionis affectum quem ad nos et Romanam geritis
Ecclesiam, ab experto probatum hactenus, liberalis succursus per
vos pridem circa reductionem civitatis Ameliensis ad veritatis viam
tam strenue quam oportune exhibitus, prout ex grata dilectorum
filiorum ..rectoris et thesaurarii patrimonii nostri beati Petri in
Tuscia relatione nobis pridem innotuit, evidentius manifestat.
Super quo sinceritatem vestram plurimum in Domino commendantes,
universitatem vestram rogamus et hortamur attente, quatinus
in huiusmodi devotionis integritate, que Deo et hominibus vos red-
det acceptos, studeatis persistere inconcusse. In oportunitatibus
vestris, in quibus honestate previa vobis adesse proponimus, ad
nos confidenter habituri recursum.

Datum Avinione, .vi. kalendas octobris, pontificatus nostri anno
decimoseptimo.

10

1335, gennaio 9, Avignone.

Benedetto XII annuncia ai Perugini di essere stato eletto al sommo
pontificato e li esorta a rimanere fedeli alla Chiesa.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi

e diplomi, sec. XIV, perg. 106 (cass. 7).
A tergo, sul margine superiore : R. [registrato] ; sulla plica : B. de Spello.

Benedictus episcopus servus servorum Dei dilectis filiis — ..po-
testati, ^ ..capitaneo, prioribus et consilio ac communi civitatis
Perusine nostris et Ecclesie Romane fidelibus salutem et apostolicam
benedictionem.

Altitudo celestis consilii supra cunctas tenens in excelsis impe-
rium sic dat esse rebus et dispensat ineffabili providentia munera
gratiarum, sic creaturarum conditiones et status ordinat ac, prout
vult, variat et disponit quod sensus humanus eius secreta consilia
perscrutari non valens in horum consideratione potius hebetatur,

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cum sint investigabiles vie Domini et sapientie sue magnitudinem
humani non capiant intellectus. Facit enim fortem ex debili, balbu-
tientibus eloquium tribuit et ponit nonnunquam humiles in sublimi,
plenam et perfectam habens ad singula tamquam palmo concludens.
omnia potestatem. Sane felicis recordationis Iohanne papa xxII
predecessore nostro nuper, sicut Domino placuit, ab hac luce sub-
tracto et ad celestem patriam ab huius mundi miseria sicut pie
credimus evocato, eiusque corpore cum exequiarum solennitate de-
bita tumulato, venerabiles fratres nostri episcopi, presbiteri et dia-
coni sacrosancte Romane Ecclesie cardinales, de quorum numero:
tunc eramus, pro futuri substitutione pastoris convenientes in unum,
sub deliberatione consilii quam tanti negotii qualitas exigebat habi-
to super electionis futuri pape celebratione tractatu, licet consen-
tire potuissent in alios maiorum meritorum claritate conspicuos et.
plurium virtutum titulis insignitos, tandem tamen ad personam
nostram dirigentes unanimiter vota sua nos ad summi pontificatus.
apicem divine dignationis clementia evocarunt. Nos igitur nostra-
rum insufficientiam virium et administrationis tam ardue sarcinam
tamtique oneris gravitatem intenta consideratione pensantes intra
nostra precordia quid inter tot diversas et varias seculi fluctuationes.
et pungnas agendum quidque tenendum quidve pensandum exi-
steret, animo duximus trepido revolvendum, demum vero spiritus
virtute resumpta in illo qui assurgit in occursum timentium et im-
plorantium humiliter nomen suum quique clementer in semitis suis.
gressus hominis perficit, inter huiusmodi cogitationum fremitus an-
choram spei nostre fiximus ad ferendum sub eius fiducia iugum ser-
vitutis apostolice, imbecilles humeros humiliter summittentes ac
subsequenter benedictionis et coronationis solennia et cetera rece-
pimus secundum morem eiusdem Romane Ecclesie in personis Roma-
norum pontificum predecessorum nostrorum hactenus observatum,
anxiato et humiliato spiritu Domino supplicando ut ipse qui nos
iugum huiusmodi subire concessit sic ad ipsum portandum debili-
tatem nostram sue virtutis roborare fulciat, sicque illud faciat sua
benignitate portabile, quod sub eo nos non contingat ex nostra de-
bilitate deficere sed ita sua onnipotentia nobis et gregi dominico
vigilantie nostre commisso potius proficere quod de talento nobis
credito dignam valeamus in extremo iudicio reddere rationem. Pre-
missa namque vobis eiusdem Ecclesie fidelibus intimantes, univer-
sitatem vestram attentius exhortamur quatinus ad nos et dictam
Ecclesiam reverenter et humiliter vestre devotionis intuitum eri-
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 83

gentes ad servandum erga nos et dictam Ecclesiam debite fideli-
tatis constantiam corda vestra perseveranter et firmiter?) stabi-
lite, illamque per incrementa temporum in efficacis virtute obe-
dientie ac bonorum experientia operum exhibite ut semper exinde
digne comendationis preconium et laudis titulus vos illustrent
ac nostram et ipsius Ecclesie benedictionem uberem et plenam beni-
volentiam acquiratis. Nos enim vos tamquam devotos et peculiares
filios prosequi, Deo annuente, prout secundum Deum poterimus in-
tendimus favoribus oportunis. Quia vero sicut accepimus portitores
huiusmodi litterarum qui propriis comodis inhihantes interdum con-
sueverunt petitores existere importuni et diversis modis aliis onerosi,
universitatem vestram scire cupimus quod de nostra intentione pro-
cedit portitoresque ipsos iurare fecimus quod a tali petitione et re-
ceptione penitus desistant, sed nolumus quod ipsi portitores nostri
perceptione premii sint contenti quibus congrue intendimus pro
eorum laboribus et meritis respondere.

Datum Avinione, .v. idus ianuarii, pontificatus nostri anno
primo.

11

1335, novembre 17, Avignone.

Benedetto XII notifica ufficialmente ai Perugini, tramite il vescovo
di Assisi e Bartolino da Brescia, la propria elezione al soglio ponti-
ficio.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
e diplomi, sec. XIV, perg. 104 (cass. 7).

A tergo: Dilectis filiis nobilibus viris, prioribus artium nostre civitatis.
Perusii.

Di mano diversa ma coeva: Littera credentie pape Benedicti xur
1334 (sic). Prima.

Benedictus episcopus servus servorum Dei dilectis filiis nobilibus
viris prioribus artium nostre civitatis Perusii salutem et aposto-
licam benedictionem.

Dilecti filii per venerabilem fratrem nostrum ..episcopum
Assisinatem et dilectum filium nobilem virum Bartolinum de Brixia
licentiatum in legibus, latores presentium, devote vestre prudentie

(a) Abrasione riempita da una linea.

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84 MARIA PECUGI FOP

assumptionem de nobis factam ad pontificatus fastigium et regimen
Ecclesie sancte Dei, necnon dispositionem et animum quem habemus
ad unionem eiusdem Ecclesie, per nostras litteras intimamus spe-
rantes firmiter et tenentes quod vos tanquam viri catholici et ama-
tores Ecclesie ac zelatores nostri, vestros animos ex hiis non modica
ac iocunda alacritate replebitis. Ceterum prefatis nonnulla nobili
tati vestre commisimus referenda, quibus placeat tanquam nobis
fidem credulam ac indubiam adhibere.

Datum Avinione, .xv. kalendas decembris, pontiflcatus nostri
anno primo.

N. de Brayo

12

1338, marzo 11, Avignone.

Benedetto XII ringrazia i Perugini per l’aiuto prestato al rettore
della Marca nella lotta contro i ribelli, come gli è stato narrato dal ret-
tore stesso.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
e diplomi, sec. XIV, perg. 115 (cass. 7).

A tergo : Dilectis filiis communi Perusino.

Con sigillo di piombo pendente.

Benedictus episcopus servus servorum Dei dilectis filiis .. com-
muni Perusino salutem et apostolicam benedictionem.

Licet devotionis et fidei sinceritas quam ad sanctam Romanam
Ecclesiam inconcusse gessistis hactenus et gerere continue non ces-
satis, apud nos et Sedem Apostolicam pateat et patuerit per ef-
fectum, tamen dilectus filius magister Canhardus de Sabalhano
canonicus Rivensis, rector Marchie Anconitane, illam attollendo
multipliciter hiis diebus preteritis nobis scripsit quod vos multi-
plices offensas et iniurias, que prelibate Ecclesie ab infidelibus et
rebellibus irrogantur in eadem Marchia, non valentes tanquam devoti
filii eiusdem Ecclesie equanimiter tolerare, ad reprimendos eorun-
dem infidelium et rebellium ausus nefandos et temerarios iuraque
ipsius Ecclesie defendenda et manutenenda militare subsidium ad
eandem Marchiam prefato rectori transmisistis et tenetis ibidem.
Super quibus vobis gratiarum actiones uberes exolventes, univer-
sitatem vestram attentius deprecamur, quatinus fervor devotionis

GGG AE IZ SEIT UP
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 85

huiusmodi non tepescat sed potius augeatur in vobis prefato rectori
sic circa hec assistendo, quod apud nos et Sedem eandem vobis ube-
rioris favoris et gratie locum de bono semper in melius vendicetis.
Datum Avinione, .v. idus martii, pontificatus nostri anno quarto.

A. Fabri

13

1345, ottobre 11, Avignone.

Clemente VI, avendo saputo che focolai di ribellione si sono accesi
nel Patrimonio di S. Pietro, esorta i Perugini ad aiutare Bernardo,
vescovo di Viterbo, incaricato di ristabilire l’ordine e l’obbedienza.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
e diplomi, sec. XIV, perg. 143 (cass. 8). i
A tergo: Dilectis filiis comuni civitatis Perusine.

Clemens episcopus servus servorum Dei dilectis filiis communi ci-
vitatis Perusine salutem et apostolicam benedictionem.

Cum sicut relatu displicibili ad nostrum pervenit auditum, aliqui
de patrimonio beati Petri in Tuscia contra nos et Ecclesiam Romanam
ac venerabilem fratrem nostrum Bernardum episcopum Viterbien-
sem, eiusdem patrimonii rectorem, et alios officiales et fideles nostros
dicti patrimonii rebellionis cornua temerariis ausibus erigentes, ad
perpetrationem detestandorum excessuum turbationemque, status
ipsius patrimonii pacifici presumpserunt prosilire nosque dicto re-
ctori demus per nostras litteras in mandatis ut ad compescendos
ausus presumptuosos talium exigente iustitia procedere non post-
ponat, universitatem vestram rogamus et hortamur attente qua-
tinus prefato rectori prout vos requirendos duxerit, pro nostra et
Apostolice Sedis reverentia velitis assistere auxiliis et favoribus
oportunis.

Datum Avinione, .v. idus octobris, pontificatus nostri anno
quarto.

14

1346, agosto 22, Avignone.

Clemente VI chiede ai Perugini di soccorrere il vescovo di Viterbo,
Bernardo, nella lotta contro il ribelle Giovanni di Vico, prefetto di Roma.

È MARIA PECUGI FOP

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
€ diplomi, sec. XIV, perg. 148 (cass. 8).
A tergo: Dilectis filiis comuni civitatis Perusine.

Clemens episcopus servus servorum Dei dilectis filis ..comuni
civitatis Perusine salutem et apostolicam benedictionem.

Licet alias vobis qui ex fervore devotionis et fidei quibus erga sanc-
tam Romanam Ecclesiam claruistis hactenus tanquam filii bene-
dictionis et gratie ac prefulgere continue non cessatis, offensas
et iniurias ipsius Ecclesie tolerare cum patientia nequivistis, dire-
xerimus preces nostras ut adversus offensores et rebelles nostros
et ipsius Ecclesie in patrimonio beati Petri in Tuscia venerabili
fratri nostro Bernardo episcopo Viterbiensi rectori eiusdem patri-
monii velletis assistere auxiliis et favoribus oportunis. Quia tamen
perditionis et iniquitatis filius Iohannes prefectus Urbis cum suis
nonnullis nequam in hac parte complicibus contra nos et eandem
Ecclesiam dictumque rectorem durius solito cervicem rebellionis,
occupando bona, iura et honores ad nos et eandem Ecclesiam in pa-
trimonio predicto spectantia presumpsit erigere hiis temporibus et
presumit, vos attentiori qua possumus affectione rogamus qua-
tinus prefato rectori immo nobis et ipsi Ecclesie, circa predictorum
rebellium et presumptorum humiliandam superbiam et malitiam
conterendam recuperandaque bona et iura nostra et ipsius oc-
cupata per rebelles eosdem, sic prompte celeriter et liberaliter
velitis assistere auxiliis et favoribus oportunis quod inde nobis
vendicetis, apud nos et ipsam Ecclesiam locum amplioris favoris
et gratie non indigne.

Datum Avinione, .x1. kalendas septembris, pontificatus nostri
anno quinto.

P. Stephani

15

1350, marzo 31, Avignone.

Clemente VI chiede ai Perugini di interrompere la costruzione
della rocca in Gualdo Tadino, perché delta terra EDIT esclusiva-
mente alla Chiesa di Roma.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
e diplomi, sec. XIV, perg. 163 (cass 8).
A tergo : Dilectis filiis regiminibus, consilio et communi civitatis Perusine.

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 87

Clemens episcopus servus servorum Dei dilectis filiis regiminibus,
consilio et communi civitatis Perusine salutem et apostolicam be-
nedictionem. i

Sincere devotionis affectum, quo Romanam fuistis reveriti et reve-
remini sempre Ecclesiam, et quo illius honorem et beneplacita promo-
vere attentis studiis curavistis, ab eorum abstinentes contrario atten-
dentes, credimus et sine dubitatione tenemus quod in ea devotionis
sinceritate, in ea puritate fidei persistentes nostrum et ipsius Ecclesie
honorem zelatis attentius et sicut ipsius Ecclesie iura consuevistis
tueri et preservare ab occupatione aliorum, sic et manus vestras
ab eis occupandis etiam preservetis. Cum itaque in terra Gualdi
Nucerine diocesis, ad nos et Romanam Ecclesiam pertinente, quod-
dam castrum edificari facere inceperitis sicut fertur, nos licet id a
veritate qualibet alienum probabiliter extimemus, universitatem
vestram requirimus et hortamur attente, nichilominus deprecantes
quatinus, si est ita, illud super hoc remedium vestra devotio adhibere
procuret per quod eorundem iurium servetur integritas et fidei vestre
sinceritas non ledatur. :

Datum Avinione, .1r. kalendas aprilis, pontificatus nostri anno

octavo.
M. Paschalis

16

1353, aprile 4, Sarzana.

Elenco delle località e dei nobili che vengono rappresentati dal Co-
mune di Perugia alla pace di Sarzana del 1353.

Copia coeva. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Miscel-
lanea I, n. 34, cc. 8v-Or.

[In margine] Adherentes et terre subiecte comunis Perusii.
Et dicti dominus Bectus [Andrutii Nini] Legerius [Nicolutii
Andriocti] et Bectolus [Peri de Pelacanis] pro civitate et comuni
Perusii et pro terris et locis que tenet et possidet dictum comune
Perusii, et pro :
Civitate Spoleti
civitate Fulginey
civitate Asisii
civitate Nucerii

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Xx ) 88 MARIA PECUGI FOP

Terra Gualdi Nucerii

terra Canarie

terra Saxiferrati et

Domino Ungharo et

domino Aloigio et eorum consortibus de dicta terra
terra Spelli

terra Trevi

terra Montis Falconis

terra Mevanie

Districtualibus Bictonii

terra Cerreti

Civitate Castelli

domino episcopo Tudertino et
civitate et comuni Tuderti
civitate Clusi

terra Castri Plebis Sancti Cervasi
Ranerio comite de Sartiano
terra Sartiani

castro Porcarie

terra Rocche Contrate

terra Foiani

terra Lucingnani

terra Montis Sancti Savini

terra Castilionis olim Aretini
castro Monticuli Visponum
marchionibus terre Sancte Marie cum suis terris
comite Ildebrandino et fratribus
filiis condam comitis Guidonis de Soana de Filiis Ursi et eorum terris
castro Durantis

castro Sancti Angeli in Vado
castro Saxicorbay et

castro Turris Abatie

terra Sancti Gemini.

Et cuiuslibet dictarum terrarum et locorum et dictorum domi-
norum supra nominatorum, comitatibus et districtibus et pro omni-
bus et singulis aliis terris quas comune Perusii habet sub sua
protectione in provintia Masse Trabarie et in comitatu olim Urbini.
Et pro omnibus et singulis infra in capitulis presentis pacis nomi-
natis.

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 89

17

1353, aprile 4, Sarzana.

Pace di Sarzana del 1353 : le parli contraenti ribadiscono l'invio-
labilità dei diritti della Chiesa di Roma.

Copia coeva. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Miscel-
lanea I, n. 34, c. 61r.

[In margine] Protestatio facta per partes pro reservatione iuris
Ecclesie Romane.

Item cum per suprascriptum dominum archiepiscopum sint
dati pro adherentibus eiusdem quidam nobiles de Spoletano du-
catu et quidam alii de Marchia Anconitana ut sacrosante Romane
Ecclesie honor in omnibus prebeatur et eius obedientia illesa ser-
vetur, protestantur supradicti ambaxiatores et sindici dicti domini
archiepiscopi quod dictos adherentes in tantum offerunt et dant pro
adherentibus dicti domini archiepiscopi in quantum iniuriam, con-
temptum vel preiuditium dicte Romane Ecclesie non redundat nec
redundare potest et ex nunc non intelligatur redundare nisi singni-
ficatum fuerit pro parte dicti domini archiepiscopi comuni Perusii
sic redundare et eos pro adherentibus nolle habere et interim et eo
casu adhuc usque ad menses quatuor tunc proxime futuros teneantur
pro hiis sicud ante dictam denumptiationem tenebantur, antequam
habeantur et tractentur ut et sicud de aliis adherentibus dictum est.
Et e converso protestantur supradicti ambaxiatores et sindici dicti
comunis Perusii quod adherentes dati pro parte comunis Perusii
de provintia Spoletani ducatus et Marche Anconitane in tantum
offerunt et dant pro adherentibus dicti comunis Perusii in quantum
iniuriam, contemptum et preiuditium dicte Romane Ecclesie non
redundat nec redundare potest. Et ex nunc non intelligatur redun-
dare nisi singnificatum fuerit pro parte dicti comunis Perusii dicto
domino archiepiscopo sic redundare et eos pro adherentibus nolle
habere et interim et eo casu adhuc usque ad menses quatuor tunc
proxime futuro teneantur pro hiis sicud ante dictam denunmptia-
tionem tenebantur, antequam habeantur et tractentur ut et sicud
de aliis adherentibus dictum est.
MARIA. PECUGI FOP

18

1353, agosto 5, Villanova.

Innocenzo VI notifica ai Perugini di aver eletto Filippo, vescovo

Originale.

di Ferrara, rettore della città di Perugia e del suo territorio.

Arch. Segreto Vaticano, Registri di I. VI, Littere ca-

merales, Reg. vat. 242, c. 71.

Innocentius episcopus etc. dilectis filiis clero et populo civi-

tatis ac districtus et comitatus Perusini, ad nos et Ecclesiam
Romanam immediate spectantium, salutem et apostolicam bene-
dictionem.

Grata memoria recensentes quantum vos, nos et Ecclesiam Ro-

manam sincere devotionis affectu estis reveriti hactenus prout nos
et eam filialibus studiis reveremini, de vestro statu prospere diri-
gendo solicite cogitamus et ut pacis, que bonorum omnium fecunda
parens et nutrix est, opulentia gaudeatis libenter provisionis nostre
studium adhibemus, venerabilem igitur fratrem nostrum Philippum
episcopum Ferrariensem civitatis et districtus ac comitatus Perusini
ad nos et Ecclesie Romane inmediate spectantium, qui, prout habet
fidedignorum asserctio et in magnis et arduis probata experientia
docuit, in virtutum exercitio delectatur quique amare iustitiam et
equitatem zelare probatur, rectorem civitatis et districtus ac comi-
tatus predictorum in temporalibus, ita tamen quod censuram eccle-
siasticam in fuleimentum temporalis iurisdictionis dumtaxat exer-
cere valeat usque ad apostolice Sedis beneplacitum, auctoritate
apostolica duximus deputandum, sibi rectoriam civitatis, comita-
tus ac districtus predictorum et pertinentiarum ipsorum etiam per
ipsum commorantem in provincia ducatus Spoletani, cuius rector
existit, vel aliis terris, suo per nos conmissis regimini, exercendam
usque ad dicte Sedis beneplacitum. Comittentes disponendi quoque,
ordinandi, precipiendi, faciendi, gerendi et exercendi omnia et sin-
gula que ad officium huiusmodi rectorie pertinent ac honori et co-
modo Ecclesie statuque prospero fidelium civitatis ac comitatus
et districtus et pertinentiarum predictorum convenire noscuntur.
Contradictores insuper temporali districtione appellatione postposita
conpescendo eidem episcopo tenore licterarum nostrarum faculta-
tem plenam et liberam concedentes. Quocirca universitati vestre
per apostolica scripta mandamus quatinus eundem episcopum rec-

SELLA IA SR 4 SEEGEU TODI ZIE EE BI a TENER -
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE O1

torem devote suscipientes et honorificentia debita pertractantes,

ei tanquam rectori civitatis et districtus ac comitatus predictorum

pareatis in omnibus que ad officium rectorie huiusmodi pertinent
et efficaciter intendatis. Alioquin processus et sententias sive penas

quos ipse rite fecerit, statuerit sive tulerit in rebelles, ratos habebi-
mus et faciemus usque ad satisfactionem condignam, auctore Do-

mino inviolabiliter observari.

Datum apud Villamnovam, Avinionensis diocesis, .virr. idus
augusti, pontificatus nostri anno primo.

19

1353, agosto 6, Villanova.

Innocenzo VI notifica a Filippo, vescovo di Ferrara e rettore della
ciltà di Perugia, di essere stato eletto anche rettore del ducato di Spoleto.

Originale. Arch. Segreto Vaticano, Registri di I. VI, Littere ca-
.merales, Reg. vat. 242, c. 70.

Innocentius etc. venerabili fratri Philippo episcopo Ferra-
riensi, civitatis et districtus ac comitatus Perusini, ad nos et
Ecclesiam Romanam inmediate spectantium, pro nobis et Ecclesia
predicta rectori, salutem et apostolicam benedictionem.

Grata memoria recensentes quantum dilecti filii clerus et po-
pulus civitatis et districtus et comitatus Perusini, ad nos et Ec-
clesiam Romanam inmediate spectantium, Ecclesiam ipsam , sin-
cere devotionis affectu sint reveriti hactenus prout nos et eam fi-
lialibus studiis reverenter, de ipsorum statu prospere dirigendo, so-
licite cogitamus et ut pacis, que bonorum omnium fecunda pa-

.rens et nutrix est, opulentia gaudeant libenter provisionis nostre

stuudim adhibemus. Te igitur qui prout habet fidedignorum asser-
ctio et in magnis et arduis probata experientia docuit, in virtutum
exercitatio delectaris quique amare iustitiam et equitatem zelare
probaris, rectorem civitatis et districtus ac comitatus predictorum
in temporalibus, ita tamen quod censuram ecclesiasticam qui in ful-
cimentum temporalis iurisdictionis dumtaxat exercere valeas usque
ad apostolice Sedis beneplacitum, auctoritate apostolica deputamus
tibi rectoriam civitatis, comitatus et districtus predictorum etiam
per te commorantem in provincia ducatus Spoletani, cuius rector
existis, vel aliis terris per nos tuo commissis regimini exercendam

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92 MARIA PECUGI FOP

usque ad dicte Sedis beneplacitum. Committentes disponendi quoque,
ordinandi, precipiendi, faciendi, gerendi et exercendi omnia et sin-
gula que ad officium huiusmodi rectorie pertinent ac honori et co-
modo Ecclesie statuque prospero fidelium civitatis, comitatus et
districtus predictorum convenire noscuntur. Contradictores insuper
temporali districtione, appellatione postposita conpescendo, tibi
tenore presentium facultatem plenam et liberam concedentes. Quo-
circa fraternitati tue per apostolica scripta mandamus quatinus.
rectorie huiusmodi officium sic solerter et fideliter studeas exercere
quod exinde prefate Ecclesie ac fidelibus ipsis sperata proveniant
comoda tuque, preter retributionis divine mercedem, nostram ac
eiusdem Sedis gratiam uberius merearis. Nos enim processus, sententi-
as et penas, quos rite feceris, tuleris et statueris in rebelles, ratos habe-
bimus et faciemus, auctore Deo, usque ad satisfactionem condignam
inviolabiliter observari, non obstantibus quibuscumque privilegiis,
indulgentiis et licteris apostolicis generalibus vel specialibus quibus-
cumque personis, cuiuscumque condictionis et status vel dignitatis
existant, necnon comunitatibus, universitatibus et locis ab eadem
Sede concessis, per que huiusmodi tue iurisdictionis exercitio posset
quomodolibet impediri et de quibus quorumque totis tenoribus de
verbo ad verbum habenda sit in nostris licteris mentio specialis.

Datum apud Villamnovam, Avinionensis diocesis, .vir. idus
augusti, pontificatus nostri anno primo.

20

1355, gennaio 21, Avignone.

Innocenzo VI si meraviglia con i Perugini per l'aspra reazione corr
cui essi hanno accolto la notizia che Filippo d'Antella era stato eletto:
rettore della loro città.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
e diplomi, sec. XIV, perg. 170 (cass. 8).

A tergo : Dilectis filiis regiminibus, consilio et communi civitatis Peru-
sine.

Innocentius episcopus servus servorum Dei dilectis filiis regi-
minibus, consilio et communi civitatis Perusine, salutem et aposto-
licam benedictionem.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 93

Audivimus quod pretextu licterarum, quas venerabili fratri
nostro Philippo episcopo Ferrariensi super officio rectorie civitatis

vestre transmisimus, iuxta morem quem Romani pontifices prede-
cessores nostri super hoc observarunt, corda vestra turbata sunt

et quod adversus dilectum filium Marinum abbatem monasterii
de Podiobonizi, ordinis sancti Benedicti Vulterranensis diocesis,
qui huiusmodi litteras eidem rectori transmisisse dicitur, indigna-
tionem et rancorem etiam concepistis. Ad tollendum itaque de ipsis
cordibus vestris turbationem huiusmodi scire vos facimus quod in
mittendo litteras ipsas morem tantum predecessorum servantes
ipsorum, non intendimus per hoc libertatibus vestris derogare in
aliquo aut civitati vestre, quam in se ipsa et in civibus suis attollere
gratiis, ampliare privilegiis, libertatibus communire, beneficiis pro-
sequi et favoribus apostolicis confovere disponimus, duce Deo, su-
biectionem adicere aut inponere servitutem aliquam, plusquam
predecessores fecerint antefati, et quod idem abbas, qui libenter
pro posse suo vestris intendit honoribus, licet litteras ipsas recepisset
mittendas prefato episcopo et eas nuntio qui eas detulit presentan-
das eidem episcopo tradidisset, ignoravit quid littere ipse, quas
ligatas et involutas receperat, continerent.

Datum Avinione, .x1r. kalendas februarii, pontificatus nostri anno
tertio.

Transmontanus

21

1353, settembre 23, Perugia.

Sentenza di condanna contro Franceschino degli Oddi, incolpato
di aver montato false accuse di tradimento a danno di alcuni nobili
di Perugia.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Giudiziario,
Sentenze del Capitano del popolo, 1353 (164/1).

Poiché la serie non è stata ancora inventariata, i codici non sono né nu-
merati né cartolati. .

In nomine Domini amen. Hec est quedam condempnatio corpo-
ralis et sententia condempnationis corporalis data, lata et senten-
tialiter promulgata per mangnificum et potentem militem dominum
Rodulfum de Ciaccionibus de Sancto Miniato honorabilem capitaneum

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94 MARIA PECUGI FOP

communis et populi civitatis Perusii eiusque commitatus, fortie et.
districtus ; sub examine sapientis viri domini Iohannis iudicis mal-
lefitiorum dicti domini capitanei ad dictum officium per ipsum do-
minum capitaneum specialiter deputati, de consensu, presentia et.
voluntate ac deliberatione omnium aliorum eius iudicum, contra.
et adversus infrascriptum Francischinum pro infrascripto excessu,
mallefitio et delicto per eum factis commissis et ‘perpetratis*). Et
scripta, lata et publicata per me Iacobum olim ser Tuccii de Chastro:
Franco notarium et nunc notarium et offitialem dicti domini capi-
tanei, ad offitium mallefitiorum per ipsum dominum capitaneum
spectialiter deputatum. Sub annis Domini millesimo .cccrmr. ,indic--
tione .vr. tempore domini Innocentii pape sexti, die et mense in-
frascriptis.

Nos Rodulfus miles, capitaneus suprascriptus, sedens pro tri-
bunali ad solitum bancum maiestatis positum in sala palatii resi--
dentie domini potestatis Perusii, ubi solitum est ferri sententias.
in consilio generali ut moris est in dicta sala, de mandato dicti domini
capitanei more solito congregato, infrascriptam sententiam corporalem
contra infrascriptum Francischinum pro infrascripto excessu, mal-
lefitio, delicto per ipsum factum, commissum et perpetratum damus.
et sententialiter proferimus in hiis scripturis hunc modum videlicet.

Francischinum olim Petruccii de Oddonibus, porte Sancte Su-
xanne et parrochie Sancte Marie de Francholinis de Perusio, nobilem
et de prole mangnatum dicte civitatis, hominem seditiosum, do-
losum, schandalorum et infamie seminatorem et perversorum ma-
lorum et iniquitiarum excogitatorem, contra quem per viam et mo-
dum inquisitionis proceximus ex nostro et nostre curie offitio, in.
eo, de eo et super eo quod fama publica precedente et clamose insi-
nuante refertur non a malivolis, sed a pluribus et diversis fide dignis.
personis amatoribus boni et paciffici status communis et populi
civitatis Perusii, ad aures et notitiam dictorum domini capitanei,
iudicis et sue curie auditu pervenit, quod dictus Francischinus hoc
anno et de mense augusti proxime preteriti, spiritu iniquitatis dia-
bolice istigatus, Deum pre oculis non habendo sed potius immemor
salutis eterne, cupiens bonum, pacifficum ac tranquillum presentem
statum communis et populi Perusii subvertere et turbare, et ad hoc
ut Niccholaus domini Simonis domini Simonis et certi mangnates civi--
tatis Perusii efficerentur inimici et rebelles civitatis prefate, ac ipsius.

(a) Factum, commissum et perpetratum.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 95

civitatis, communis et populi dolose, scienter, tractate et fraudulenter
et ex proposito, animo et intentione infamandi et kalupniandi dictum
Niccholaum et ceteros nobiles civitatis predicte, falso modo et contra
veritatem, dicens dictus Francischinus quod dictus Niccholaus ordi-
naverat, tractaverat et tractatum habuit cum ipso Francischino de
predictis et infrascriptis omnibus et singulis contra pacifficum sta-
tum communis Perusii, adcessit ad mangnificentiam dominorum
priorum civitatis prefate die .xxv. mensis augusti predicti. Et eis
dominis prioribus predictis infamando dictum Niccholaum et ma-
rum vipredictos, narravit verba tenoris et continentie infrascripto-
ngnates delicet :

«Ando a Chastel della Pieve Niccholò di messer Simone degli
« Oddi e con lui era Carnavale de Monte Mellino; il quale Niccholó
«usó a Francieschino queste parole: Tu non se piü riccho che tu
«sie. Tu puoi fare che tu serai sempre riccho e grande e averai gran-
«de honore. E elli rispuose: In che modo. E ’1 detto Niccholò
«disse: Che tu corri il Castel della Pieve et tenghilo per questi
«gentili homini di Perugia; e quando tu ti disponghi a ció volere
«fare eglie quivi presso Borghoro da Marciano dal quale averai gen-
«te quanta serà mestieri. E elli rispuose: Che parole son queste
«che tu mi dici? Onde vieni tu ora? E elli rispuose chelli ve-
«nia da Monte Mellino e chelli avea parlato con messer Franciescho
«e con messer Tivieri et era venuto rieto a Pacciano che avea par-
«lato con Ghiottolo d'Alexandro. E queste parole elli li dicea per
«loro parte et anche per parte di tucti gli altri dicendo chome messer
«Franciescho avea Monte Mellino, messer Giovanni era intrato in
« Preggio et che aveano Montone et il Poggio di Manente e Reschio,
«la Fracta, Vidara, Ciardolino per ciò chelli a molto debito, Chasti-
«glione Ugolino et Chastiglione dellabate, Vinterra, Simone di
« Baldello et molte altre chastella del comune di Perugia ».

Et quamplura alia verba dicta et tractata fuerunt adinvicem sicut
dixit dictus Francischinus, ut plenius et latius in actis nostris et
nostre curie continentur. Et predicta ommia et singula et quamplura
alia prout in actis nostris et nostre curie continentur dicta et perpe-
trata fuerunt per dictum Francischinum in palatio dominorum piorum
et etiam dicti domini capitanei palatio civitatis Perusii contentis et
confinatis in dicta inquisitione, et chastrum Plebis est de protectione
et iurisdictione communis Perusii. Et constant nobis et nostre curie
predicta omnia et singula et alia, que in actis nostris et nostre curie
continentur, vera esse et fuisse per legiptimam confessionem dicti Fra-

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- 96 MARIA PECUGI FOP

ncischini coram nobis in iudicio sponte factam in preiuditium et infa-
miam et chalupniam dicti Niccholai et aliorum mangnatum predicto-
rum et contra paciffichum et tranquillum statum communis et populi
Perusii, contra formam iuris statutorum et ordinamentorum
communis et populi Perusii abserentis, dicentis et confitentis quod
predicta omnia et singula in inquisitione contenta dixit et narravit
ad instigationem et ortationem quorundam quorum nomina ad pre-
sens pro meliori tacentur. Cui Francischino datus et assignatus fuit
certus terminus ad omnem suam defensionem faciendam et nullam
fecit sed ipsi termino potius renuntiavit sponte prout hec et alia
in actis nostris et nostre curie plenius continentur. Ideo ut ipsius
Francischini pena aliis transeat in exemplum et de tam enormi de-
licto se ipsum gloriari non possit et ut mallefitia non remaneant
impunita, quod ipse Francischinus ducatur ad locum iustitie et
ibidem ei capud a spatulis amputetur ita quod a corpore separetur
et penitus moriatur; et quod omnia sua bona confischentur et pu-
blicentur et confischata et publicata perpetuo esse intelligantur com-
muni Perusii secundum formam statutorum dicti communis, omni
via, iure et modo quibus melius possumus, sequentes formam iuris
et statutorum dicti communis, in hiis scriptis sententialiter con-
dempnamus. Et commictimus et mandamus ser Paulo militi et sotio
nostro quod dictum Francischinum ducat ad locum iustitie consue-
tum et de eo executionem faciat prout in dicta sententia continetur
ipsamque sententiam executioni mandando.

Data, lata et sententialiter promulgata fuit dicta condempnatio
corporalis et sententia condempnationis corporalis per suprascriptum
dominum capitaneum sedentem pro tribunali ad solitum bancum
maiestatis positum in sala palatii residentie domini potestatis ubi
solitum est ferri sententias, in consilio generali de mandato dicti
domini capitanei in dicta sala more solito congreghato, de consensu,
presentia et voluntate omnium eius iudicum. Et scripta, lecta et
publicata per me Iacobum olim ser Tuccii de Chastro Franco nota-
rium infrascriptum de mandato dicti domini capitanei. Sub annis
Domini millesimo .cccrrrr., indictione .vi., tempore domini Innocentii
pape sexti, die .xxrn. mensis septembris ipso Francischino ad dictam
sententiam corporalem audiendam coram nobis personaliter consti-
tuto, presentibus Martino Lelli, Masciolo Bonelli, Andrucolo magistri
Ugolini, Angelo Paulutii, Matheuolo Andreutioli et Iacobo Bernardi
prioribus, ser Raynaldo Iacobi notario predictorum priorum et do-
mino Heustaghio de Firmo iudice potestatis.

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 97

(S.T.) Ego Iacobus olim ser Tuccii de Chastro Franco imperiali
auctoritate notarius et iudex ordinarius et nune notarius et offi-
tialis mallefitiorum dicti domini capitanei, predicta omnia et sin-
gula.de mandato dicti domini capitanei scripsi, legi et publicavi.

22

1355, giugno 19, Gubbio.

Niccoló degli Acciaioli, Gran Siniscalco del Regno di Napoli,
riceve in Gubbio, alla presenza del cardinal Albornoz, duecento cava-
lieri che il Comune di Perugia manda in servizio della regina Giovanna.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle, brevi
e diplomi, sec. XIV, perg. 176 (cass. 9).

In nomine Domini amen. Anno Domini millesimo .ccciv., indi-
tione .vir., tempore domini Innocentii pape .vr., die .xvIrri. mensis
iunii. Actum in claustro monasterii Sancti Petri de Egubio ordinis
sancti Benedicti, presentibus dompno Angelo Brucimi, dompno
Bettino Spinutii de Egubio ambobus monacis dicti monasterii
et Restoro Chole de Perusio porte Solis, Massolo Herculani porte
Sancti Angeli et Iuntolo Bucari de Perusio testibus rogatis.

Magnificus milex dominus Nicolaus de Acciaiolis de Florentia,
comes Melfye, mangnus rengni Sicilie senescalcus, nomine et vice se-
renissimorum principum dominorum Lodovici regis et Iohanne re-
gine Ierusalem et Sicilie, fuit confessus et contentus habuisse et
recepisse a comuni et populo Perusino, ducentos equites ad ser-
vitia prefatorum dominorum regis et regine in dicto rengno, qui ser-
vient et servire debent sub nomine illustris Karoli Romanorum
imperatoris et semper augusti et pro imperatoria maiestate, in dic-
to rengno per tempus unius mensis cum dimidio, secundum promis-
sionem de predictis factam prefato domino inperatori per amba-
siatores comunis Perusii, de quibus ducentis equitibus et de ser-
vitio per eos prestito et prestando, ut predicitur, prefatus mangnus
senescaleus nominibus quibus supra fecit finem et refutationem
providis viris Theo domini Peroni, Egidio Martini, Felici Bramantis
et Angelino Bectoli ambasiatoribus comunis Perusii, pro dicto
comuni et eius vice et nomine recipientibus, rogantes me nota-
rium infrascriptum, una cum infrascripto ser Iohachino notario, ut
de predictis conficeremus publicum instrumentum.

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MARIA PECUGI FOP

(S.T.) Et ego Nicolaus Iohannis de Perusio, imperiali auctoritate
notarius, predictis interfui et ea rogatus scripsi et publicavi.

(S.T.) Ego Iohachinus filius ser Michelis de Loro, imperiali aucto-
ritate notarius et iudex ordinarius, predictis omnibus interfui et de
ipsis, una cum prefato ser Niccholao, rogatus fui.

23
1355, giugno 17, Perugia.

Quietanza di 3.830 fiorini d'oro, rilasciata dagli ambasciatori
perugini che hanno consegnato tale somma a Niccolò degli Acciaioli,
per il pagamento dei cavalieri mandati dal Comune di Perugia in ser-
vizio dei reali di Napoli.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Conserva-
lori della moneta, Exit. 1355, reg. 7, c. 12r.

Die .xvir. mensis iunii. Actum in camera residentie conservato-
rum monete comunis Perusii, presentibus ser Paulo magistri Luce
et ser Cola ser Vannis notario et Iacobo Utii testibus.

Egidius Martini, civis Perusinus de porta Sancti Angeli, col-
lega infrascriptorum Cionis et Andrutii ac ambasciator destinatus.
per comune Perusii, una cum certis aliis ambasciatoribus dicti
comunis, ad civitatem Eugubii ad dominum legatum Apostolice
Sedis et ad magnificum militem dominum Nicolaum de Accarolis.
comitem Melfie et regni Sicilie mangnum siniscalcum, fuit confessus.
et contentus habuisse et recepisse et habuit et recepit, presentibus.
me notario et testibus predictis, a Cione Iacoputii et Andructio
Puccioli maioribus conservatoribus dicti comunis dantibus et
solventibus de pecunia dicti comunis, ad ipsorum et dicti Gilii
pervencta occasione dicti offitii, Triamilia octingentos trigin-
ta florenos auri, causa dandi et solvendi per dictum Gilium dicto
domino Nicole mangno rengni Sicilie siniscalco nomine dicti comunis
Perusii, pro compensatione armigerarum gentium equestrium dicti
comunis Perusii, quas dictum comune Perusii mictere et dare
debebat pro uno mense cum dimidio illustrissimo principi domino
Alovigio, lerusalem et Sicilie regi, iusta provisionem factam per
ambasciatores comunis Perusii domino Romanorum imperatori,
secundum mandatum dominorum priorum artium civitatis Perusii,
ut patet manu Martini Ciccholi de Perusio notarii dominorum prio-
rum, de quibus fecit eisdem finem et refutationem.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 99

24

1355, maggio 19, Pietrasanta.

Privilegio con cui Carlo IV conferma alla città di Perugia i di-
ritti e le libertà che essa ha acquistato o che le sono stati concessi dai
precedenti imperatori.

?

Copia coeva. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle,
brevi e diplomi, sec. XIV, perg. 178 !/, (cass. 9).

L'originale è in cattive condizioni. Rispetto ad altre copie, i nomi dei
testimoni presentano delle differenze.

In nomine Patris et Filii et Spiritus Santi amen.

Hec est copia sive exemplum cuiusdam privilegii imperialis cum
bulla aurea pendente ad cordulam syrici, coloris nigri et crocei, et
cum signo cuiusdam imperialis carateris, cum licteris et figuris
que intra scripturam dicti privilegii desingnantur. In qua bulla
aurea ex una parte est sculta maestas imperialis tenens in capite
diadema, sedens super trono cum sceptro in manu dextra et cum
pomo rotundo cum cruce in manu sinistra; et ex parte dextra est
scutus sive clipeus cum figura unius aquile coronate et ex parte sini-
stra est scutus sive clipeus cum leone coronato habente duas caudas.
Et in circuitu dicte bulle erant sculte lictere que sic legebantur: «Ka-
«rolus quartus divina favente clementia Romanorum imperator sem-
« per augustus », et intra circulum dictarum licterarum erant sculte
alie lictere que sic legebantur : « et Boemie rex». Ex alia vero parte
dicte bulle sculta erat Roma seu forma cuiusdam edifitii urbem
representans, in cuius porta sculte erant lictere que sic legebantur :
«Aurea Roma » et in rotunditate dicte bulle sculte erant lictere que:
sic legebantur: « Roma caput mundi regit orbis frena rotundis».

Cuius privilegii tenor quidem talis est:

« In nomine sante et individue Trinitatis feliciter amen. Karolus
«quartus, divina favente clementia Romanorum imperator semper
«augustus et Boemie rex, nobilibus ordini priorum et populo civi-
«tatis Perusii, devotis suis dilectis, gratiam suam et omne bonum.
« Etsi cesaree maestatis generosa sublimitas votis iusta petentium
«aurem consuevit inclinare benignam, illorum tamen desideria
«ampliori favore prosequitur qui immota constantia atque devo-
«tione sincera imperialibus meruerunt favoribus preceteris preve-
«niri. Sane petitionibus vestris per honorabiles Ugolinum Pelloli

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————ÀH— EZ 100 MARIA PECUGI FOP

«et Bartholum de Saxoferrato legum doctores, et nobiles Legerium
« Nicolutii de Andrioctis, Theum Peronis de Micheloctis et Felicem
«Bramantis, concives et ambaxiatores vestros pro parte vestra
«nostre maestati porrectis, favorabili occurrentes assensu, uni-
«versa et singula privilegia per quoscumque predecessores nostros
« celebris memorie divos Romanos imperatores et reges, principesi seu
«comites, vobis et civitati Perusii, conmictatui, districtui, terrtorio
« vel populo data rationabiliter et concessa super quibuscunque liber-
«tatibus, immunitatibus, iuribus, iurisdictionibus, honoribus, utilita-
« tibus et aliis quocumque nomine appellentur, auctoritate imperato-
«ria de plenitudine etiam potestatis imperialis, ratificamus, approba-
« mus, innovamus et tenore presentium de certa scientia comfirmamus
«in omnibus et singulis punctis, sententiis et clausulis suis per omnia,
«ac si eorum omnium et singlorum tenores de verbo ad verbum pre-
«sentibus inserti fuissent, etiam si qua contineantur in illis que
«spetialem de se et expressam requirerent fieri mentionem, sup-
«plentes de plenitudine imperatorie potestatis ex certa scientia
«omnem defectum, si quis ex parte solempnitatis substantie sive
«forme in prefatis privilegiis vel eorum aliquo fuisset admissum,
« vosque et civitatem, comitatum, territorium, et districtum prefata,
«indultis, libertatibus, iuribus et gratiis per privilegia ipsa acquisitis,
« concessis et datis, frui volumus ac presenti edicto imperiali decer-
« nimus libere perpetuis temporibus et gaudere per presentem autem
« confirmationem nostram concessioni vobis per nos facte vel inposte-
«rum fiende, nolumus nec intendimus in aliquo derogari. Nulli ergo
« omnino hominum liceat hanc paginam nostre maestatis infringere vel
«ei quovis ausu temerario contraire, si quis autem hoc atenptare
« presumpserit, indignationem nostram et penam centum marcarum
«auri puri, totiens quotiens contravenerit, se noviter irremissibiliter
«incurrisse, quarum medietate, erarii nostri seu fisci imperialis,
« aliam vero iniuriam passorum usibus statuimus applicari. Signum 2)
«serenissimi principis et domini domini Karoli quarti Romanorum
«imperatoris invictissimi et gloriosissimi Boemie regis. Testes huius
«rey sunt: venerabiles Arnestus archiepiscopus Pragensis, Iohan-
«nes Olomucensis, Iohannes Lutomuschlensis sacre imperialis
«aule nostre cancellarius, Marquardus Augustensis, Gherhardus
«Spirensis, Iohannes Spoletanus et Prothyroa Segniensis episcopi
«et illustres Nicolaus Oppavie et Bolko Falkemburgensis duces,

(a) Segue spazio per il monogramma, ma vuoto.

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 101

«Iohannes marchio Montisferrati necnon spectabiles Burgardus
«burgravius Magdeburgensis magister curie imperialis et Fentius
«de Pratis comites ac nobiles Brenhardus de Czimmemburg,
« Iesco de Rosemberg et Sdenco de Stremberg barones regni nostri
« Boemie et alii quamplures presentium sub bulla aurea typario
«nostre maestatis impressa testimonio licterarum.

«Datum Pisis anno Domini millesimo trecentesimo quinqua-
«gesimo quinto, indictione octava, xim: kalendas iunii, regnorum
«nostrorum anno nono, imperii vero primo.

«Ego Iohannes Dei gratia Lutomunschlensis episcopus, sacre
«imperialis aule cancellarius, vice reverendi in Christo patris do-
«mini domini Guillielmi Coloniensis archiepiscopi sacri imperi[i]
«per Ytaliam archicancellarii, recognovi supradicto domino meo
«imperatore Karolo feliciter inperante ».

25

1355, maggio 19, Pietrasanta.

Diploma con cui Carlo IV annulla tutte le sentenze di condanna e
le pene comminate dai suoi predecessori contro la città di Perugia e
il suo territorio.

Copia coeva. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Bolle,
brevi e diplomi, sec. XIV, perg. 173 A (cass. 9).
Originale in condizioni non buone.

In nomine Patris et Filli et Spir[i]tus Sancti amen.

Hec est copia sive exemplum cuiusdam privilegii imperialis cum
bulla aurea pendente ad cordulam sirici coloris nigri et crocei coloris,
et cum signo cuiusdam imperialis carateris cum licteris et figuris que
intra scripturam dicti privilegii designantur. In qua bulla ex una parte
est sculta maestas imperialis tenens in capite diadema, sedens super
trono cum sceptro in manu dextra et cum pomo rotundo cum cruce
in manu sinistra ; et ex parte dextra est scutus sive clipeus cum figura
unius aquile coronate et ex parte sinistra est scutus sive clipeus cum
leone coronato habente duas caudas et in circuitu dicte bulle erant
sculte lictere que sic legebantur: «Karolus quartus divina favente
«clementia Romanorum imperator semper augustus». Et intra
circulum dictarum licterarum, erant sculte alie lictere que sic le-
gebantur: «et Boemie rex ». Ex alia vero parte dicti sigilli sculta

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102 MARIA PECUGI FOP

erat Roma sive forma cuiusdam edifitii urbem representans, in cuius
porta sculte erant lictere que sic legebantur: « Aurea Roma», et in
rotunditate dicte bulle sculte erant lictere que sic legebantur :
«Roma capud mundi regit orbis frena rotundi ».

Cuius quidem privilegii tenor talis est:

«In nomine sante et individue Trinitatis feliciter amen. Karolus
«quartus divina favente clementia Romanorum imperator semper
«augustus et. Boemie rex, ordini ..priorum et populo civitatis
«Perusii, devotis suis dilectis, gratiam suam et omne bonum.

«Accepta sincere devotionis obsequia et immotam prudentie
«vestre constantiam, quibus nostre maestati gratos exibuistis
«multipliciter et acceptos, et reddetis peramplius in futurum, be-
«nigne considerationis intuitu advertentes ac ob inde gratiam vobis
«cupientes de innota nobis clementia facere specialem, omnes et
«singulas sententias, processus, condempnationes multas et fori
«bannitiones, per quoscumque divos Romanos imperatores re-
«ges predecessores nostros, contra vos vel singulares civitatis vel
«comitatus Perusii personas seu in civitatem ipsam, comitatum vel
« territorium, terras, civitates aut loca que per vos reguntur, tenentur
«et destringuntur, latas, factos seu promulgatos vel promulgatas,
«omnesque penas notas infamias reatus et inhabilitates ac defectus
«seu amissiones et privationes bonorum, qui vel que ex hiis vel ob
«ea aut eorum aliquod contrahy, commicti vel infligi a lege vel ab
« homine potuissent vel possent, seu contracte, commisse vel inflicte
«sunt 2), aut contracti seu inflicti de imperatorie potestatis pleni-
«tudine, ex certa scientia gratiose tollimus, relassamus, remictimus
«et in totum favorabiliter abolemus, vosque et vestrorum ac pre-
«missorum singulos adversus hec omnia in integrum de impera-
«toria autoritate ex certa scientia restituimus gratiose, videlicet
« ad honores pristinos, famam et bona iura, privilegia et alia universa
«et in eum statum reducimus in quo eratis priusquam tales incur-
«reretis sententias, penas notas, inhabilitates, reatus, infamias vel
« defectus. Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostre
« maestatis infringere vel ei quovis ausu temerario contraire ; si quis
«autem hoc atemptare presunserit, indignationem nostram et pe-
«nam centum marcarum auri puri, totiens quotiens contravenerit,
«se noverit irremissibiliter incurrisse, quarum medietatem erarii

(a) Il testo ha sunte.

: ; = TESINA ; FOR IRA RCM DER IUE
Lacie citt E c UE:
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 103

«nostri seu fisci imperialis, aliam vero iniuriam passorum usibus
« statuimus applicari.

«Signum P) serenissimi principis et domini domini Karoli quarti
«Romanorum imperatoris invictissimi et gloriosissimi Boemie regis.

« Testes huius rey sunt: venerabiles Arnestus archiepiscopus Pra-
«gensis, Iohannes Olomucensis, Iohannes Luthomuschlensis sacre
«imperialis aule nostre cancellarius, Marquardus Augustensis, Ge-
«rhardus Spirensis, Iohannes Spoletanus et Protyroa Segniensis
«episcopi; et illustres Nicolaus Opavie et Bolko Falkembergensis
«duces, Iohannes marchio Montisferrati, necnon spectabiles Burcar-
«dus burggravius Magdeburgensis magister curie imperialis Fen-
«cius de Pratis comites, ac nobiles Brenhardus de Czinnenburg,
« Tesco de Rosemberg et Sdenko de Sterumberg barones rengni
«nostri Boemie et alii quamplures presentium sub imperialis mae-
«statis nostre sigillo testimonio licterarum.

«Datum Pisis anno Domini millesimo trecentesimo quinquage-
« simo quinto, indictione octava, quartodecimo kalendas iunii, regno-
«rum nostrorum anno nono, imperii vero primo ».

26

1355, giugno 27 e luglio 1, Perugia.

Quietanze di vari ambasciatori, tra i quali Bartolo da Sassoferrato,
dei compensi pagati loro dal Comune di Perugia, per le ambascerie a
Carlo IV.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Conserva-
tori della moneta, Exit. 1355, reg. 7, cc. 12v-14r.

1) Die .xxvir. mensis iunii. Actum in camera ressidentie conserva-
torum comunis Perusii, presentibus ser Paulo magistri Luce et
Iacobo Utii testibus.

Felice Bramantis civis Perusinus porte Sancti Angeli et paro-
chie Sancti Fortunati et ambasciator comunis Perusii destinatus
ad serenissimum principem Romanorum imperatorem, fuit confessus
et contentus habuisse et recepisse et habuit et recepit, presentibus
me notario et testibus predictis, a Gilio Martini, Ciono Iacoputii et
Andrutio Puccioli conservatoribus monete comunis Perusii, trecentos-

(b) Segue spazio per il monogramma, ma vuoto.

LOTTE.

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2 - " : d 104 MARIA PECUGI FOP

triginta filorenos auri, quos habere debet a comune Perusii, quos
adseruit solvisse pro licteris et scripturis gratiarum et privilegiorum
obtentorum per comune Perusii a dicto domino imperatore, secun-
dum mandatum factum per presentes dominos priores, ut patet
manu ser Martini Ciccholi notarii dictorum dominorum priorum,
de quibus fecit eisdem finem et refutationem.

2) — Item fuit confessus et contentus habuisse et recepisse et ha-
buit et recepit, presentibus me notario et testibus predictis, a dictis.
conservatoribus monete comunis Perusii de pecunia ad ipsorum.
manus perventa occasione dicti eorum offitii, pro eius salario septem
dierum quibus servivit dicto comuni Perusii in ambasciata facta per
eum occasione predictarum scripturarum et privilegiorum, cum qua-
tuor equis ad rationem duorum florenorum pro quallibet die, secun-
dum mandatum factum per presentes dominos priores ut patet
manu ser Martini Ciccholi notarii dictorum dominorum priorum,
quattuordecim florenos auri, soluta prius gabella .x11. denariorum
solidorum pro libra secundum formam statutorum, de quibus fecit.
eisdem finem et refutationem.

3) — Die predicta, loco et testibus.

Legerius Nicolutii de Perusio porte Solis et parochie Sancti Flo-
rentii ambasciator olim comunis Perusii destinatus ad predictum
dominum imperatorem occasione predicta, fuit confessus et contentus
habuisse et recepisse, et habuit et recepit presentibus me notario et
testibus predictis, a dictis conservatoribus monete solventibus no-
mine quo supra de pecunia ad ipsorum manus perventa occasione
predicti offitii, pro .xxximi. diebus quibus servivit in dicta amba-
sciata, secundum mandatum factum per presentes dominos priores
ut patet manu ser Martini Ciccholi notarii dictorum dominorum
priorum, sexcentas duodecini libras denariorum Perusinorum, de
quibus fecit finem et refutationem.

4) — Eodem die, loco et testibus.

Teus domini Peronis porte Heburnee et Felice Bramantis porte
Sancti Angeli olim ambasciatores comunis Perusii destinati ad
dictum dominum imperatorem pro privilegiis et scripturis predictis,
fuerunt confessi et contenti habuisse et recepisse, et habuerunt et
recepperunt presentibus me notario et testibus predictis, a dictis
conservatoribus solventibus de pecunia ad ipsorum manus perventa

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 105

occasione dicti eorum offitii, pro eorum salario pro .xv. diebus quibus
serviverunt dicto comuni in dicta ambasciata cum sex equis pro
quollibet eorum, ad rationem trium librarum denariorum pro quol-
libet equo, quollibet die et quollibet eorum, secundum mandatum
factum per presentes dominos priores scriptum manu ser Martini
notarii, quingentas quadraginta libras denariorum Perusinorum, vi-
delicet dicto Teo .celxx. libras et dicto Felice .cclxx. libras dena-
riorum, de quibus fecerunt sibi finem et refutationem soluta prius
gabella .xII. denariorum pro libra secundum formam statutorum.

9) — Eodem die, loco et testibus.

Dominus Bartolus Ciccholi de Sassoferrato legum doctor de
Perusio, civis Perusinus, olim ambasciator dicti comunis desti-
natus per presentes dominos priores, una cum quibusdam aliis am-
basciatoribus ad supradictum dominum imperatorem, pro supra-
dictis scripturis et privilegiis dicti comunis, fuit confessus et con-
tentus habuisse et recepisse, et habuit et recepit presentibus me
notario et testibus predictis, a supradictis conservatoribus monete
dicti comunis solvendo de pecunia ad ipsorum manus perventa
occasione dicti offitii, pro .xv. diebus quibus servivit dicto comuni
cum sex equis ad rationem trium librarum denariorum pro quol-
libet equo et quollibet die, ducentas septuaginta libras denariorum
Perusinorum, de quibus fecit finem et refutationem.

6) — Eodem die, loco et testibus.

Ser Cola Biccholi notarius de porta Heburnea olim destinatus
per comune Perusii ad dictum dominum imperatorem, una cum
ambasciatoribus dicti comunis, ad scribendum occurrentia circha
commissa dictis ambasciatoribus pro obtinendis privilegiis predictis,
pro .xxv. diebus quibus servivit dicto comuni cum duobus equis,
ad rationem duorum florenorum auri pro quollibet die, fuit con-
fessus et contentus habuisse et recepisse, et habuit et recepit, pre-
sentibus me notario et testibus predictis a dictis conservatoribus
solventibus de pecunia ad ipsorum manus perventa occasione pre-
dicta, pro dictis .xxv. diebus quinquaginta florenos auri quos a
dicto comuni habere debet secundum mandatum factum per pre-
sentes dominos priores, manu dicti ser Martini notarii, de quibus
fecit eisdem finem et refutationem soluta prius gabella .x11. dena-
riorum pro libra secundum formam statutorum comunis Perusii.

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7) - Eodem die, loco et testibus.

Andrutius Celloli porte Sancte Subxanne et Peruccolus Novel-
lini porte Sancti Angeli, cives Perusini, fuerunt confessi et contenti

habuisse et recepisse et habuerunt et receperunt presentibus me
notario et testibus predictis, a predictis Cione et Andrutio conser-
vatoribus predictis solventibus nomine quo supra, sexaginta florenos
auri, videlicet triginta florenos auri pro quollibet ipsorum quos
habere debent a dicto comuni pro .xx. diebus pro quollibet ipsorum
quibus serviverunt dicto comuni cum duobus equis pro quollibet
et steterunt in terra Pretrasante, una cum ser Cola Biccholi de
Perusio, post discessum ambasciatorum Perusinorum a dicta terra
Petrasante et a dicto domino imperatore, de mandato dominorum
priorum et dictorum ambasciatorum, pro solicitando et habendo
privilegia gratiarum habitarum a dicto domino imperatore cum
bullis aureis, secundum formam mandati facti perpresentes dominos
priores, ut patet manu ser Martini Ciccholi notarii dictorum domi-
norum priorum, soluta prius gabella .xrr. denariorum pro libra
secundum formam statutorum, de quibus fecerunt eisdem finem
et refutationem.

8) In nomine Domini amen. Anno Domini millesimo .ccclv., indic-
tione .vrur, tempore domini Ynnocentii pape vi, die mercurii
primo mensis iuli. Actum Perusii in camera residentie conserva-
torum monete civitatis Perusii, presentibus Bonaora Nicolutii porte
Sancti Angeli et Ugolino Bernardoli porte Sancte Subxanne.

Dominus Ugolinus Pelloli iudex de Perusio, porte Sancti Angeli
et parochie Sancti Fortunati, olim ambasciator comunis Perusii
destinatus una cum quibusdam aliis ambasciatoribus dicti comunis,
ad dominum Romanorum imperatorem pro impetrandis et habendis
privilegiis gratiarum habitarum a dicto domino imperatore, pro
comuni Perusii, fuit confessus et contentus habuisse et recepisse
et habuit et recepit presentibus me notario et testibus predictis,
a Gilio Martini et Andrutio Puccioli conservatoribus monete comunis
Perusii, solvendo nomine ipsorum et Cionis Iacoputii eorum sotii,
de pecunia ad ipsorum manus perventa occasione dicti eorum offitii,
trecentas quindecim libras denariorum Perusinorum, quos habere
debet pro suo salario .xxr. dierum per eum servitorum in dicta
ambasciata ultra alios dies pro quibus ei extitit satisfactio, cum .v.
equis ad rationem trium librarum denariorum pro quollibet equo
et quollibet die, secundum mandatum factum per dominos priores

€ CEA TENOESEM ORE: [x o7 n ex = EINEM TETI
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 107.

‘civitatis Perusii ut patet manu ser Martini Ciccholi notarii de qui-
bus fecit eisdem finem et refutationem, soluta prius gabella .xrr. de-
nariorum pro libra secundum formam statutorum comunis Perusii.

27

1356, gennaio 5, Perugia.

Ugolino di Pellolo e Nino di Lello di Guidalotto vengono nominati
ambasciatori del Comune di Perugia ed incaricati di raccogliere le ade-
sioni di varie città alla lega di Toscana.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Fondo Gar-
-done-Raccolta Günther, busta del 1356 (pergg. sciolte non num.).

In nomine Domini amen. Anno Domini millesimo .ccclvi.,
inditione nona, tempore domini Innocentii pape .vi., die quinto
mensis ianuarii. Actum Perusii in palatio domini potestatis civi-
tatis, in audientia ipsius palatii, presentibus ser Francischo Lippi
notario et cancellerio comunis Perusii et Tinolo Ceccoli precone de
Perusio testibus rogatis.

Maiori et generali consilio comunis civitatis Perusii, de mandato
nobilium et potentum militum domini Andree de Bardis de Floren-
tia honorabilis potestatis dicte civitatis et domini Gelfi de Gaytanis
de Pisis honorabilis capitanei populi Perusini et dominorum prio-
rum artium civitatis Perusii, ad sonum campane vocemque pre-
conum more solito convocato et congregato. In quo consilio sa-
piens vir dominus Iohannes de Bononia iudex et vicarius dicti
domini potestatis et sapiens vir dominus lacobus de Pisis iudex
et vicarius dicti domini capitanei et domini priores artium civitatis
Perusii, numero octo presentes et in concordia, una cum dicto con-
silio et consiliariis in dicto consilio existentibus, et ipsum consilium
et consiliarii una cum dictis dominis vicariis et dominis prioribus
artium predictis, simul et in plena concordia existentes, nomine
eorum et vice et nomine comunis Perusii omni modo, iure et forma
quibus potuerunt, fecerunt, constituerunt, ordinaverunt atque crea-
verunt nobiles et sapientes viros dominum Hugolinum Pelloli
iurisperitum de Perusio presentem et acceptantem et Ninum Lelli
domini Guidalocti de Perusio absentem tamquam presentem et
quemlibet eorum in solidum ita quod non sit melior condictio

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EDO - Aq om di 108 MARIA PECUGI FOP

occupantis et quod unus eorum inceperit, alter prosequi valeat et

finire, eorum et cuiuslibet eorum et dicti comunis Perusii veros et

legitimos syndicos et procuratores, actores, factores et numptios

speciales, sufficientesque personas ad faciendum, inhyendum et
contrahendum ligam, unionem, confederationem et sotietatem cum
nobilibus et potentibus comunibus civitatum Florentie, Pisarum

et Aretii et Vulterrarum et terre Sancti Miniati del Tedescho et.

alis comunibus de Tuscia ad dictam ligam venire venientibus, sive

eorum vel alterius eorum syndicis et procuratoribus et prout et

sicut dictis domino Hugolino et Nino syndicis Perusinis videbitur
et placebit et prout de eorum processerit voluntate cum omnibus

et singulis promissionibus et obligationibus, pactis, capitulis, ordi-

nibus, modis et condictionibus, et formis et penarum adiectionibus.
de quibus fuerint in concordia, que ex nunc habeantur et sint pro
expressis et declaratis in presenti instrumento syndicatus et prout
dictis syndicis et procuratoribus Perusinis placuerit et videbitur
convenire. Et ad super predictis et ipsorum occasione instrumenta
et contractus sotietatis et lige faciendum, celebrandum et contra-
hendum cum omnibus capitulis et clausulis necessariis et oportunis
et plenitudine iuris, quomodo et quando et prout et eo tempore
de quo concordaverint. Et generaliter ad faciendum et fieri facien-
dum omnia et singula ea que in predictis et circa predicta erunt
utilia, necessaria et oportuna et que ipsum consilium et comune
in predictis et circa predicta facere et exercere possent, ratum, gra-
tum et firmum habere atque tenere promiserunt totum et quid-quid
per dictos eorum syndicos et procuratores super predictis factum,
gestum et procuratum fuerit et non venire contra, sub ypotheca et
obligatione omnium bonorum eorum, volentes insuper eorum syn-
dicos et procuratores relevare ab omni honere satisdationis, pro-
miserunt michi notario infrascripto stipulanti et recipienti vice et
nomine omnium quorum interest, intererit vel interesse posset de
iuditio sisti et iudicato solvendo, fideiubendo pro eis sub ypotheca
et obligatione omnium eorum et dicti comunis Perusii bonorum.

(S.T.) Ego Blaxius Francisci de porta Eburnea et parochia Sancti
Iacobi, imperiali auctoritate notarius et nunc notarius dictorum do-
minorum priorum, predictis omnibus intefui et ut supra legitur,
ab eis rogatus scripsi predicta eorum mandato, subscripsi et.
publicavi.
TETTE

IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 109:

28

1357, gennaio 1, Spoleto.

Istromento pubblico con il quale il notaio Paolo di Nero di Uguc-
cione del Piegaro attesta di aver letto, a Spoleto, l'atto di sottomissione
e sudditanza di detta città al Comune di Perugia.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Fondo Gar-
done-Raccolta Günther, busta del 1357 (pergg. sciolte non num.) Cartaceo.

In nomine Domini amen. Anno Domini millesimo .CCCLVII.,
indictione .virrr. tempore domini Innocentii pape vi et die prime
mensis ianuarii.

Pateat omnibus evidenter ex tenore huiusmodi publici instru-
menti quod die suprascripto in primo, pleno et generali consilio
comunis civitatis Spoleti, convocato et coadunato more solito in
pallatio priorum dicte civitatis, de mandato nobilis viri Ugolini
Bernardoli de Perusio honorabilis potestatis dicte civitatis Spoleti,
ser Paulus Nerii Ugutionis de Plagario, notarius et offitialis dicti
domini potestatis, expoxuit et vulgariter de eius mandato legit
summissionem et suiectionem dicte civitatis Spoleti, eiusque comi-
tatus et curie et hominum et personarum ipsius quam Ugolinus
potestas predictus fecit dicto ser Paulo predicto legi et vulgariter
exponi et omnia et singula pacta, conventiones et promissiones hinc
inde inter comune Perusii et comune dicte civitatis Spoleti, pre-
sentibus Vanutio Nutii de villa Sancte Enee, Petrino et Berardutio
Berardini de Collemecco testibus ad predicta vocatis et rogatis.

(S.T.) Et ego Paulus Nerii Ugutionis de Plagario, publicus impe-
riali auctoritate notarius et tunc notarius et offitialis dicti domini
potestatis, supradictis omnibus interfui et de dicta lectura rogatus,
subscripsi et publicavi.

29
1356, marzo 28, Villanova.
Innocenzo VI raccomanda ai Perugini di coadiuvare, qualora ne

siano richiesti, il cardinale legato nella riconquista di Canalicchio
(Castrum Canalis), occupata dai Chiaravallesi di Todi.

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Copia semplice. Arch. Segreto Vaticano, Instrum. M iscellanea,
n. 6252.

Innocentius episcopus servus servorum Dei dilectis filiis regi-
minibus, consilio et comuni civitatis Perusine, salutem etc.

Cum venerabili fratri nostro Egidio episcopo Sabinensi, Apo-
stolice Sedis legato et dilecto filio nobili viro Iordano de filiis Ursi
rectori patrimonii beati Petri in Tuscia, ad nos et Romanam Eccle-
siam inmediate spectantis, demus per alias nostras licteras in man-
datis ut castrum Canalis pertinens ad eandem Ecclesiam, Tudertine
diocesis, quod quidam Tudertini cives qui Claravallenses congnomi-
nantur occupant, ad ius et proprietatem eiusdem Ecclesie revocare
procurent. Ideoque universitatem vestram attente requirimus et.
rogamus quatenus dictis legato et rectori ad requisitionem eorum in.
revocatione huiusmodi efficacibus auxiliis atque favoribus pro nostra
et Apostolice Sedis reverentia assistatis.

Datum apud Villamnovam, Avinionensis diocesis, .v. kalendas.
aprilis, anno quarto.

30

1357, novembre 6, Monte S. Savino.

Istromento pubblico con il quale il notaio Andrea di Polto da
Cannara attesta essere stati pubblicamente letti, a Monte S. Savino,
i patti di sottomissione di detta città al Comune di Perugia.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Fondo Gar-
done-Raccolta Giinther, busta del 1357 (pergg. sciolte non num.).

In nomine Domini amen. Anno Domini millesimo trecentesimo.
quinquagesimo .vir, indictione decima, tempore sanctissimi patris.
et domini domini Innocentii pape vr, die sexto mensis novembris.

Pateat omnibus evidenter hoc presens instrumentum publicum
inspecturis quod ser Mascius Bartholi de Perusio, potestas castri
Montis Sancti Savini, deferri fecit ad ipsum castrum Montis et etiam
legi fecit in primo consilio facto [in] infrascripto palatio habitationis
et residentie predicti domini potestatis, pacta et iurisdictiones.
comunis Perusii que et quas ipsum comune Perusii habet in dicto:
castro, inita et facta inter comune Perusii et syndicos ipsius ex.
parte una et comune dicti castri Montis et ipsius sindicos ex parte.
altera.
Actum in predicto castro Montis in palatio residentie supradicti
domini potestatis, presentibus Iohanne Cennis, Guidocto Fey, Paulo
Vannini et Andrea Telli prioribus dicti castri, Blaxio Masoli de
Perusio porte Sancti Petri et ser Stefano Ioli de Cannario testibus
ad hoc vocatis et rogatis.

(S.T.) Et ego Andreas condam Polti de Cannario, imperiali
auctoritate notarius et nunc notarius dicti domini potestatis, pre-
dictis omnibus interfui et ea rogatus subscripsi et de mandato
dicti domini potestatis publicavi et singnum meum consuetum
apposui.

31

1359, novembre 6, Cetona.

Istromento pubblico con cui il notaio Azolino di Rosso de Sighi-
[redis da Reggio attesta essere stati pubblicamente letti, in Cetona
(Castrum Scetonii), i patti di sottomissione di detta città al Comune
di Perugia.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Fondo Gar-
done-Raccolta Günther, busta del 1359 (pergg. sciolte non num.).

In nomine Domini amen. Anno eiusdem millesimo trecentesimo
quinquagesimo nono, indictione .xir, tempore domini Innocentii
pape vi, die sexto mensis novembris.

Pateat omnibus evidenter presentem paginam inspecturis quod
de mandato, licentia et voluntate nobilis et potentis viri Restori
Cole de Bocholis de Perusio, honorabilis potestatis castri Scetonii
eiusque territorii et districtus, ego Acolinus notarius infrascriptus
in publico generali et primo consilio hominum et personarum dicti
castri, de prefati domini potestatis mandato, sono campane voce-
que preconis solito more congregato, legi quedam pacta, submis-
sionem et conventiones factas, initas et celebratas inter comune
Perusii et comune dicti castri, sub anno Domini .mcccliti., indic-
tione .vr, tempore domini Innocentii pape vr, die .xir. mensis
octubris et scripta manu ser Francisci condam Lippi de Loro no-
tarii et cancelarii dicti comunis Perusii. Que submissio sive pacta
sic incipiuntur: In nomine Domini, et finiuntur: de iure vel de

IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 111 -

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facto. Quam submissionem, conventiones et pacta et omnia et
singula in eis contenta, vulgari sermone dilligenter et singulariter
et distincte exposui ad omnium et singulorum consiliariorum et
aliorum in dicto consilio existentium plenissimam intelligentiam et
ipsorum nemine contradicente nec discentiente.

Actum in dicto castro Scetonii, in pallatio dicti comunis, cui
ab uno res ecclesie Sancti Stefani, ab alio quedam plateola et ab
alio res Rossi Berti et alia latera, presentibus domino Tebaldo
Loli de Bitonio, ser Iacobo Guillielmi de Regio, ser Nerio Boniho-
minis de Camerino et Angelello Ciucii de Perusio et pluribus aliis
testibus ad hoc vocatis et rogatis.

(S.T.) Et ego Acolinus condam Rubei de Sighifredis de Regio,
publicus imperiali auctoritate notarius et nunc notarius et officialis
supradicti domini potestatis, et dicti comunis predictis omnibus
et singulis interfui et predicta pacta, ut supra predicitur, de
mandato dicti domini potestatis legi et rogatus scribere scipssi
et signum meum apposui consuetum.

32

1361, ottobre 12, Perugia.

Sentenza di condanna contro 132 persone accusate di aver tra-
mato per rovesciare il governo popolare di Perugia e instaurare un go-
verno di nobili. Alla fine, cassazione della sentenza, in data 22 feb-
braio 1371.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Giudiziario,
Sentenze del Podestà, 1361, II semestre (152/2), cod. non cartolato.

In nomine Domini amen. Hec est quedam condempnatio et
sententia condempnationis lata........ è) in hiis scriptis sen-
tentialiter pronumptiata et promulgata per mangnificum et poten-
tem" dominum Antonium domini Thome de Octinellis de
Firmo honorabilem potestatem comunis et populi........ Pe-

i (a) Lacerazione sul margine superiore destro che ha asportato la parte finale delle prime quat-
ro righe.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 113

rusii eiusque comitatus, fortie et districtus sub examine sapientis et
discreti viri domini [Molucti] condam domini Florelli de Monte
Rubbiano iudicis mallefitiorum predicti domini potestatis et co-
munis Perusii, per ipsum dominum potestatem ad offitium malle-
fitiorum specialiter deputati, de voluntate, consensu, presentia et
deliberatione omnium aliorum iudicum curie presentis domini po-
testatis et scripta, lecta et publicata per me Massium magistri Donati
de Monte Monacho notarium et nunc notarium et offitialem dicti
domini potestatis ad offitium mallefitiorum per ipsum dominum
potestatem specialiter deputatum sub anno Domini millesimo
.CCCLXI., indictione .xIItI., tempore domini Innocentii pape vr, die et
mense infrascriptis.

Nos Antonius miles et potestas predictus, pro tribunali sedentes
ad solitum banchum magestatis, situm in sala inferiori pallatii co-
munis Perusii in quo residentia facimus, sequentes formam iuris
statutorum, ordinamentorum et reformationum comunis Perusii,
et omni modo, via, iure, forma et causa quibus melius possumus et
debemus, infrascriptam condempnationem et sententiam condem-
pnationis contra infrascriptos homines et personas pro infrascriptis
mallefitiis, excessibus, culpis et delictis per ipsos et quemlibet ipso-
rum factis, conmissis et perpetratis et que per ipsos et quemlibet
ipsorum conmissa et perpetrata dicebantur, damus et in hiis scrip-
tis sententialiter proferimus et in hunc modum videlicet :

Dominum Averardum Ciccholi de Monte Spirillo porte Solis et
parochie Sancte Lucie.

Dominum Alesandrum Pelloli de Venciolis porte Sancti Petri et
parochie Sancte Marie de Mercato.

Traballinum Manfredini porte Sancti Angeli et parochie Sancti ?)
Donati.

Nicolaum Iohanelli alias dictum Squatranum porte Sancti Petri
et parochie Sancte Lucie de Colle.

Colactium Chucchi de Balionibus porte Sancti Petri.

Francischum domini Ranutii porte Sancte Suxanne et parochie
Sancti Iohannis Rotundi.

Iacobum domini Guidonis porte Eburnee.

Herculanum Benvenuti porte Sancti Angeli et parochie Sancti
Christofari. Tomassium domini Vincioli porte Sancti Petri et parochie
Sancte Marie de Mercato.

(a) Seguito da Christofari cancellato.

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Conte Ciccholi porte Sancti Petri.

sala ot Nerii de Monte Melino porte Sancti Petri et
A enne parochie Sancti Pauli.
gr m Masscii porte Solis et parochie Sancti Andree. |

Iohannem Duratii porte Solis.
Tancredutium Actaviani porte Solis et parochie Sancti Andree.

[2 v] [Dominum] Nicolaum et ) Nerii porte Solis et parochie Sancti

[Petrum] | Andree.

[Ceccho]lum et 2) | Petrutii domini Iannis porte Solis et parochie:

[Mari]nellum sancte Lucie.

Cangiutium domini Iannis porte Solis et parochie Sancte Lucie.
Uguctionum et
Iohannem
Bargarutium Nardi porte Solis et parochie Sancte Lucie.
Iacobum Guillani porte Solis et parochie Sancti Florentii.
Petrum Francischum porte Solis de Petrorio.

Guidonem Pucciacti porte Solis.

Nicolaum Lelli porte Solis.

Dominum Iohannem de Monte Melino porte Solis.

Iohannem domini Averardi porte Solis et parochie Sancte Lucie.
Franceschum Trabellini porte Sancti Angeli et parochie Sancti

Agabiti porte Solis.

Donati.

Machtiolum Benvenuti porte Sancti Angeli et parochie Sancti Chri-
stofari

Cicchum et | ,, i

Jebtouei ) Alesandri porte Sancti Angeli.

Angelum domini Fey porte Sancti Angeli.
Ciardolinum Gilii porte Sancti Angeli.

Iohannem Amatutie porte Sancti Angeli.

Catelutium Lelli porte Sancti Angeli.

Dominum Guidum de Cornea porte °) Sancte Suxanne.
Iohannem Berardelli porte Sancte Suxanne.
Tomam Macthioli porte Sancte Suxanne.

Francischum domini Andree porte Eburnee.

(a) Segue Marinellum espunto.
(b) Segue Iohannem espunto.
(c) Porte ripetuto.

LLL a aaa w - IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 115

Ciardolinum dictum cianmaccha
Bartholomeum
Iohannem et

Francischum i
Paulum Nicolay porte Eburnee.
Guillelmum et
Vicum
Bartholomeum Balioni porte Eburnee.

Oddonem Andreutii porte Eburnee.

Bartholum Ciccholi porte Eburnee.

Ser Iohannem magistri Stephani porte Eburnee de Compingnano. //
[2 r] Iacobum Angelelli Spitialium porte Eburnee.

Vannutium Maritati porte Eburnee.

Dominum Francischum Bectholi porte Sancti Petri.

Nicolaum Carlutii porte Sancti Petri.

Symonem Hermanni porte Sancti Petri.

Iohannem Bectholi porte Sancti Petri.

Pellinum Cicchi porte Sancti Petri.

Iohannem Angeli Spine porte Sancti Petri.

Francischum Boctholi porte Solis.

Dominum Guidum de Montone porte Solis.

Nicolaum Vanduccioli porte Solis.

Paulutium Turpinutii porte Solis.

Rigutium Vanutii porte Sancti Angeli.

Vicum et
Andream
Vannutium Angelelli porte Sancti Angeli.
Servudeum Contoli porte Sancti Angeli.

Iohannem Francisci porte Sancti Angeli.

Nicolaum Accomandini porte Sancti Angeli.
Bandinum Francie porte Sancti Angeli.

Raynallutium Helemoxine porte Sancti Angeli.
Masscium domini Dini porte Sancti Angeli.
Casaletam quondam Uguctionis porte Sancti Angeli.
Iohannem Oddi porte Sancte Suxanne.

Blaxium Toldoli porte Sancte Suxanne.

Bartolum Paulutii porte Sancte Suxanne.

Paulum Macthioli Marini porte Sancte Suxanne.
Bartholomeum Berardelli porte Eburnee.

Iohannem Berardoli porte Eburnee.

Paulutii porte Eburnee.

Ugolini Lenmi porte Eburnee.

Cole Galiffi porte Sancti Angeli.

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116 MARIA PECUGI FOP

Petrum Nutii porte Eburnee.

Francischum Nerii de Monte Ubbiano porte Eburnee.
Andream Pelloli Berardi porte Sancte Suxanne.
Iacobum Prioris de Fonte porte Sancti Petri.
Dominicum domini Pellini porte Sancti Petri. /

[2 v] Paulum Nini porte Sancti Petri.

Petrum Carlutii porte Sancti Petri.

Hermannum Nini porte Sancti Petri.

Lodovicum Guidarelli porte Sancti Petri.
Francischum Iacobi porte Sancti Petri.
Francischum Gilii porte Sancti Petri.

Ser Guidonem Andreutii porte Sancti Petri.
Petrosillum alias Petrinum Raynallutii porte Sancti Petri.
Nicolaum Burgarutii porte Sancti Petri.
Piccerium alias vocatum Francischum Herculani porte Sancti Petri.
Andream Burgarutii porte Sancti Petri.

Iacobum domini Percevalli porte Sancti Petri.
Guelferium domini Ballioni porte Sancti Petri.
Ninum Hermanni porte Sancti Petri.

Nerium Petrutii porte Solis.

Andreutium Ninoli porte Solis.

Pellolum Nerii porte Solis.

Dorem Ioctoli porte Solis.

Paulum Petrutii porte Solis.

Petrum Ciecharelli porte Solis.

Ser Nicolaum Alegrutii porte?) Solis.

Donatum Sanguinutii porte Sancti Angeli.
Guiductium Nini porte Sancti Angeli.

Nicolaum Celloli porte Sancti Angeli.

Francischum domini Berardi porte Sancte Suxanne.
Ranutium Ceccholi porte Sancte Suxanne.
Rodulfum Ceccholi porte Sancte Suxanne.

Lippum Lamberti porte Sancte Suxanne.
Pollastrum Celloli porte Eburnee.

Nicolaum de Monte Iuliano porte Eburnee.
Montem Cini porte Eburnee.

Cecchum Pelloli Bruscholi porte Eburnee.
Angelutium Gelli porte Solis.

(a) Segue Sancti Angeli cancellato

- E RR MD Ecc ou SEES RAD: x E pata PRA ME
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE

Mutium Petri Armelutii porte Eburnee.
Angelum Lelli.

Angelutium Paulutii.

Teccolum Paulutii. //

[3 r] Iacobum Goccioli dictum Pocciorella.
Iohannem Ceccholi.

Gilium de Meghis.

Tanutium Giliutii.

Sardellam.

Bartholutium domini Averardi.
Ciccharellum Rencii de Castro Diruti.

Contra quos et quemlibet eorum per modum et viam inquisi-
tionis processimus ex nostro ®) nostreque curie offitio formata, in
eo, de eo et super eo quo loco et tempore in inquisitione contentis,
fama publica precedente et clamosa insinuatione referente, non qui-
dem a malivolis vel subspectis sed ab honestis et fidedingnis personis,
ad aures et notitiam dicti domini potestatis dictique eius iudicis
et curie, non semel sed pluries et sepe sepius auditu, veridica re-
latione pervenit quod predicti omnes et singuli scienter, dolose,
appensate, nequiter et omni pravo et iniquo proposito, hoc anno et
de mense agusti ut iniquitatis filii et omnis tranquilitatis et pacis
qua florebat et floret laudabile commune Perusii, eiusque comi-
tatus, fortie et districtus et indifferenter omnes ibi suppositi vera-
citer inimici, animo et intentione subvertendi, turbandi et mutandi
et ad pravitatem tirannicam inducendi civitatem Perusinam eiusque
comitatum et districtum, dicti dominus Averardus, dominus Ale-
sander, dominus Guidus de Cornea et Traballinus simul cum ceteris
aliis ex supra nominatis, tractassent, deliberassent et firmassent de
mutando, runpendo et subvertendo et mutare, runpere et subvertere
statum pacificum popularem et liberum quem nunc et tunc habet
et habebat civitas Peruxina, et pro predictis per eos tractatis, deli-
beratis et firmatis exequendis et effectui demandandis, animo, vo-
luntate, proposito et intentione predictis, misissent et destinassent
ex parte magiori omnium predictorum, Petrutium Cole de Spoleto
ad reverendissimum in Christo patrem et dominum dominum Egi-
dium cardinalem in partibus Italie Apostolice Sedis legatum, ad
requirendum et inducendum ipsum dominum legatum in predictis

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118 MARIA. PECUGI FOP

et ut ad predicta daret, preberet eisdem ausilium, consilium et fa-
forem et gentes equites et pedites, quos et quot ad hoc putarent
fore necessarios et oportunos ut predicta predicti in civitate predicta
executioni mandarent. Et cum ipse dominus legatus audivisset
dictum Petrutium ex parte predictorum omnium, scivit predicta
omnia que ut supra dicitur enarrare prout a supradictis omnibus
eidem Petrutio fuerint impositum in mandatis, noluit aliqualiter
consentire nec absensit sed petita per dictum Petrutium sibi omni
modo denegavit ipsum omnimodo increpando. Et cum et quoniam
conperta per dictum Petrutium essent manifesta predictis domino
Averardo, domino Alesandro / [2 v] domino Guidone, Traballino et
pluribus aliis tractatoribus antedictis procter relationem dicti Petrutii
factam eisdem de omnibus supradictis sibi per eundem dominum
legatum dictis et narratis, et cum predicti dominus Averardus, do-
minus Alesander, dominus Guido, Traballinus et alii tractatores
superius nominati vidissent et putarent executionem et effectum eorum
que tractaverant et formaverant et deliberaverant non valere nec
posse ausilio consilio et brachio dicti domini legati perficere, ab eorum
pessimo et malivolo proposito, voluntate et intentione minime desi-
stentes sed in predictis obstinati malitia et intento corde du-
rius et acrius perseverantes et ut ipsorum inveterata et indurata
mallefitia efficaciter, ut putaverant, deliberaverant et tractaverant
exequerentur et executioni mandarent, deliberaverunt, tractave-
runt et firmaverunt quod in et pro dicto pacifico, populari et libero
statu dicte civitatis Perusii, quem tunc et nunc habebat et habet
ipsa civitas Peruxina, et in ea pro rumpendo, mutando et subver-
tendo statum popularem pacificum civitatis predicte, et ad pre-
dicta et ad infra dicenda fieret et fieri deberet investigatio et inqui-
sitio, per certos. ex supra descriptos et nominatos, de omnibus et
singulis nobilibus et popularibus dicte civitatis, eorum amicis com-
plieibus et sequacibus, quos putarent et crederent huic tractatui
velle consentire et quod ad predicta una cum eis adtenderent ad
mutandum, runpendum et subvertendum dictum statum pacificum,
popularem et liberum civitatis Perusii. Et facta inquisitione, investi-
gatione predicta, omnes qui ad hoc esse et consentire valent, fa-
cerent, tractarent et firmarent ligam, confederationem et iuram ad
ipsum statum pacificum popularem et liberum dicte civitatis Pe-
rusii mutandum, runpendum et subvertendum. Et subsequenter
ipsum tractatum et deliberationem opere exequentes, dictam inqui-
sitionem et investigationem inter plures nobiles et populares dicte
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 119

civitatis Perusii fecissent et multos ?) nobiles et populares dicte ci-
vitatis Perusii invenissent qui consentierunt et obtulerunt se velle
esse una cum supradictis domino Averardo, domino Alesandro, do-
mino Guidone, Traballino et pluribus aliis ex supra nominatis ad
runpendum, mutandum et subvertendum dictum statum pacifi-
cum popularem et liberum civitatis Perusii et presentem regimen
ipsius civitatis. Et omnes et singuli supra nominati ligam, iuram et
confederationem fecerunt de simul stando, tragendo et tenendo ad
unum, ad runpendum et mutandum statum pacificum quem tunc
et nunc habebat et habet ipsa civitas Peruxina et regimen ipsius
civitatis. Quamquidem iuram, ligam et confederationem omnes et
singuli supradicti firmaverunt et roboraverunt promissionibus, vin-
culis et iuramentis, et in fidem, singnium et testimonium dicte lige
in quadam carta de corio seu pecudina ex supra nominati infra-
scripti se scrisserunt et subscrisserunt per eorum nomina et prono-
mina, videlicet Trabellinus Manfredini, Ciardolinus Gilii, Raynaldu-
tius Helemoxine, Francischus domini Ranutii, Servudeus Contoli,
Tomas Macthioli, Lodovicus Cole, Iacobinus Franceschini, Cicchinus
Alesandri, Paulus Macthioli, Iohannes Alesandri, Andreas Cole, Ban-
dinus Francie // [4 r] Herculanus Benvenuti, Macthiolus Benvenuti,
Iohannes Francie, Iohannes Berardelli, Blaxius Guidutii, Iohannes
Berardoli, Ciccharellus Ciutii, Vanutius Angelelli, Meus domini Rof-
fini, Iohannes Angelelli, Nicolaus Adcomandini, Casaleta domini
Uguctionis, Bartholus Paulutii, Conte de Meghis, Paulutius Turpi-
nutii, dominus Francischus Bectholi. In qua scripta erat quedam
intitulatio sive prescritio que efectualiter continebat ad que et pro
etiam que liga et confederatio facta erat et ad que ipsorum coniu-
ratorum esse debebat intentio et quod ipsi et quilibet ipsorum in
dicta carta descriptorum iuraverant ad sancta Dey evangelia secundum
omnibus qui tunc erant et in futurum essent in dicto tractatu, con-
federatione et liga senper ad unum tenere, in omnibus que perti-
nerent ad bonum statum ipsorum coniuratorum, mutationem et
subverssionem dicti status popularis et liberi regiminis civitatis Pe-
rusii, et omnia facere et tractare que pro expeditione et executione
predictorum fuerint necessaria et ut dictus status popularis dicte
civitatis Perusii et regimen ipsius rumperetur, subverteretur et
mutaretur et subsequenter ipsa civitas et status dicte civitatis ar-
bitrio ipsorum coniuratorum disponeretur et regeretut. Et post-

(a) Multos ripetuto.
120 MARIA PECUGI FOP

modum predicti dominus Averardus, dominus Alesander, dominus
Guido et Traballinus, una cum omnibus aliis suprascriptis ut abilius.
et conmodius eorum malingnitates effectualiter propositum obtine-
rent, eligerunt, nominaverunt et adsumserunt in eorum capita et
magiores, propositi ad predicta, tractanda, deliberanda, facienda et.
exequenda, Colactium Cucchi de Balionibus, Iacobum domini Gui-
donis de Monte Melino pro parte nobilium et mangnatum dicte ci-
vitatis in dicta liga et confederatione consistentium et Francischum
domini Ranutii pro parte popularium qui una cum dictis nobilibus.
erat in dicta liga, in potestate quorum et in quibus remissum, con-
missum et repositum fuit tractare, deliberare, facere et firmare,
ordinare et executioni mandare omnia et singula que eis viderentur
necessaria, oportuna vel utilia pro expeditione et executione omnium
predictorum. Et ad hoc, ut dictus status pacificus popularis et li-
berus, quem tunc et nunc hàbebat et habet dicta civitas Peruxina,
mutaretur, subverteretur et rumperetur et ad libitum et volunta-
tem ipsorum disponeretur et gubernaretur et ad manus ipsorum co-
niuratorum totaliter perveniret, et ut predicti Colactius, lacobus
et Francischus, ad predicta prepositi et magiores, predicta omnia
et singula magis viriliter, audaciter et efficatius perficerent et con-
plerent, predicti dominus Alesander, dominus Averardus, dominus
Guido nobiles, una cum omnibus aliis nobilibus existentibus in dicto
tractatu, confederatione et liga, et dictus Traballinus una cum aliis
popularibus existentibus in dicto tractatu, confederatione et liga,
promiserunt, iuraverunt in manibus predictorum Colactii, Iacobi et
Francisci prepositorum et preelectorum ad predicta se perpetuo simul
tenere et inpensas in tractatu, liga et confederatione predictis et
omnia facere, observare et effectualiter adinplere omnia et singula
que eisdem vel alteri eorum iniungerentur vel mandarentur vel in-
ponerentur ab eisdem sic prepositis in et pro expeditione et execu-
tione omnium predictorum, et se firma et rata habere et tenere
omnia et singula que et prout per ipsos sic prepositos in et pro su-
prascriptis eisdem conmissis et / [4 v] in ipsorum executione et expe-
ditione tractata, deliberata, facta, gesta et firmata forent vel fierent
quoquo modo. Et post hec subsequenter predicti Colactius, Ia-
cobus et Francischus prepositi et preelecti predicti, volentes que
eis per suprascriptos conmissa fuerant pro posse perficere cum
effectu et super hiis perficiendis et exequendis pluries et pluries
habitis inter eos colloquio et tractatu ut ad ipsa perficienda et
exequenda se facerent fortiores conati fuerunt, dicte eorum coniu-

e
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 121

rationi, confederationi et lige plurimos et plurimos cives agregare
et quamplurimos subvariis fictis et falcis modis et coloribus subdu-
cere dicendo eisdem quod ipsi intendebant solum ad procurandum
quod sacchuli offitiorum et offitialium dicte civitatis per ipsum po-
pulum et comune Perusii rumperetur et de novo per ipsum po-
pulum et comune fierent magis communia quam tunc essent, et
ipsa civitas Peruxina magis communiter et populariter regeretur,
nec esset regimen dicte terre solum in manum quorumdam sed
communier omnium popularium. Et multos populares sub hoc co-
lore et aliis similibus deceptionibus subdusserunt ipsi lige et con-
federationi adherere et consentire fecerunt. Et postmodum, subse-
quenter predicti Colactius, Iacobus et Francischus prepositi et electi
ad predicta habitis super premissis pro expeditione predictorum
pluries colloquio, deliberatione et tractatu simul deliberaverunt
et formaverunt de conveniendo simul ipsi una eum quibusdam de
nobilibus et popularibus ex dicta liga pro dando operam, execu-
tionem et expeditionem predictorum eis commissorum. Et die
. XIII. mensis agusti proxime preteriti dicti Colactius, Iacobus et Fran-
cischus, una cum Thomassio Macthioli, Ciccharello Ciutii et Uguc-
tione. Nerii pro dando operam executioni et expeditioni predictorum,
in domo Baccelli Iacobi de Balionibus de Perusio, posita in civitate
Perusii in porta Sancti Petri iuxta viam, cuius a duobus lateribus et
alia latera, in qua domo simul existentes contulerunt et col-
loquium inierunt verba in hac forma videlicet : Tempus adpropin-
quatur in quo extragi debent novi priores et communiter fertur
quod in dicto offitio extragi debent ad dictum offitium exercendum
ex principalibus nostris inimicis et ideo nos oportet in huiusmodi
factis nostris et nostre lige dare expeditionem tempore istorum
priorum presentium. Et tunc simul super predictis habito longo
colloquio, tractaverunt communiter et concorditer deliberaverunt
et firmaverunt predicti Colactius, Iacobus et Francischus, una cum
predictis Uguctiono, Ciccharello et Thomassio, de runpendo statum
pacificum popularem et liberum quem tunc et nunc habebat et
habet civitas Peruxina per hunc infrascriptum modum ut melius
et conmodius eorum malingni propositi. Et putantes perficere et
effectualiter exequi que per ipsos colligatos et congiuratos eisdem Co-
lactio, Iacobo et Francischo imposita fuerint et conmissa, del be-
raverunt, tractaverunt et firmaverunt de interficendo et interfici
faciendo quosdam populares civitatis predicte, quos putabant et
credebant posse magis eis resistere et obstare. In perficiendo et
122 MARIA PECUGI FOP

exequendo dictos eorum // [ór] malum animum et propositum ad
quos occidendos, deliberaverunt et firmaverunt quod essent et esse
deberent triginta tres nobiles et mangnates et undecim populares ex
hiis mangnatibus et popularibus qui erant in dicta confederatione
et liga, ordinantes et confirmantes quod saltim de qualibet domo
nobilium et mangnatum, qui adtenderent ad predictam ligam, esset
unus ad interficiendum ipsos populares et post occisionem ipsorum

popularium per ipsos occisores et alios existentes in dicta liga rumor -

elevaretur in civitate Perusii. Et ipsa civitas per eos rumorigeretur
et curritur et omnes volentes eis in predictis resistere vel obstare
ipsos offendere vel occidere ad hoc ut nullam resistentiam habeant
in dicto rumore, et gridare in dicto rumore Vivat populus Perusi-
nus. Et hec omnia supradicti omnes fecerunt, tractaverunt, delibe-
raverunt et firmaverunt animo et intentione runpendi, prodendi,
subvertendi et mutandi et ut volentes subvertere, runpere et mu-
tare statum pacificum popularem et liberum quem tunc et nunc
habebat et habet civitas Peruxina et alia facienda que pluries scripta
sunt superius. Et insuper predicti Colactius, Iacobus et Francischus,
de voluntate, deliberatione et consensu omnium supra scriptorum
in dicta liga existentium et coniuratorum, pro expeditione et exe-
cutione omnium. predictorum miserunt Squatranum de civitate Pe-
rusii et porte Sancti Petri exbanditum et condempnatum civitatis
Perusii, ad civitatem Florentie ad conducendum certam quanti-
tatem equitum armieros ad stipendium et soldum domini Bartho-
lomei domini et tirandi civitatis Cortonii ut ipsos equites predicti
superius nominati haberent in et pro predictis facilius exequendis,
una cum quibusdam exbanditis dicti comunis Perusii et aliis amicis
ipsorum coniuratorum, quos ad hoc requisierant ut darent opem,
auxilium et favorem. Qui Squatranus ex dicta gente condusserat cen-
tum quinquaginta homines equites armieros et dux et caporalis dicte
gentis erat dominus Philippus domini Manuelis de Massa in districtu
civitatis Perusii in territorio castri Montis Melini prout a predic-
tis Colactio, Iacobo et Francischo predictus Squatranus habuerit
in mandatis. Insuper volentes in omni casu eorum succhurri et
statui eorum utiliter providere, advertentes quod multa consueve-
runt plerumque solida et matura ordinatione disisponi, que multis
inminentibus humani fragillitatis vestigia futurorum obstaculis et
dubiis et variis fortune subcessibus nequeunt opere percompleri, provi-
derunt, deliberaverunt, tractaverunt et firmaverunt quod statim quod
rumor esset et fieret in civitate Perusii per predictos qui interesse de-

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 123

beant subverssioni predicte ut dictum est, in ipso comitatu Perusii tol-
lerentur, occuparentur et rebellarentur per infrascriptos, infrascriptas
civitates, castra et fortillitia, videlicet per dominum Averardum ca-
strum Montis Colonie et castrum Montis Spirelli; per dominum
Iohannem de Monte Melino et Herculanum de Labona castrum
Pregii et per Francischum domini Ranutii castrum Agelli; per
Ciardolinum Gilii castrum Fracte; per illos de Monte Ubbiano
castrum Montis Ubiani; per Catelutium Lelli civitatem Cluxii et
per dominum Alesandrum de Vincolis castrum Rufiani et per filios
condam Paulutii Andrutii castrum Galcorum. Et quod predicte
fortillitie detinerentur et custodirentur tirandice / [5 v] extra fortiam
et custodiam dicti comunis Perusii. Et in rebellione ipsius quousque
viderent aperte quomodo ad eorum votum subcedetur rumor et
mutatio dicti status in dicta civitate Perusii et in casu quod occisio
dictorum popularium et rumor predictus et subverssio et mutatio
dicti status civitatis Perusii in ipsa civitate non subcedetur ad votum
ut sperabant et desiderabant, quod in dicto casu supradicti omnes
qui interesse debebant occisioni dictorum popularium et alii omnes
nobiles et populares dicte civitatis, qui erant in dicta confederatione
et liga, possent et deberent se in dictis fortillitiis ut supra dicitur
tunc rebellandis reducere et recuperare et ipsos contra dictum co-
mune Perusii in rebellione tenere donec per ipsum comune Perusii
super inpendendo et dando veniam libere de conmissis oportune
provideret eisdem, sperantes quasi firmiter quod procter magnum
numerum qui tunc videretur esse in liga et confederatione predictis
ab ipso comune Perusii obtinere veniam de conmissis ex quibus
omnibus sequebatur et sequi poterat et debebat mutatio et subverssio
dicti pacifici liberi et popularis status civitatis Perusii. Et verisi-
militer etiam credi potest et poterat ipsam civitatem ex hiis sub
tirandidem devenire. Que omnia et singula gesta facta, tractata et
deliberata et firmata per supradictos Colactium, Iacobum et Franci-
schum et alios omnes suprascriptos, ad notitiam omnium supra
nominatorum clarissime devenerunt quibus omnibus supradictis do-
minus Averardus, dominus Alesander, dominus Guido et Trabal-
linus et omnes alii superius nominati et unusquisque ipsorum eorum-
prebuerunt adsensum et consensierunt eisdem et dederunt in pre-
dictis omnem quam potuerunt opem et operam, ausilium, consilium
et favorem et per eos et quemlibet ipsorum non stetit quod predicta
omnia effectum et executionem haberent sed quicquid potuerun,
fecerunt quod predicta fierent et executioni mandarentur. Et pret
124 MARIA PECUGI FOP

dictus dominus Averardus rebellavit castrum Montis Spirilli; et
illi de Monte Ubbiano rebellaverunt castrum Montis Ubbiani; et
fili Paulutii Andrutii castrum Galcorum et ad omnes et singulos
actus veniendos predictos extrinsecus et venire ad alios pluries pro
posse dederunt operam et dare erant in futurum parati, sed divina
favente clementia que pravis et perverssis non sinit eorum mali-
volum propositum et voluntatem efficaciter operari, quia tractatus
subverssionis, mutationis et turbationis status popularis tranquilli
et pacifiei comunis Perusii fuit quasi omnibus patefactum. Ideo
predicti malivoli superius nominati non potuerunt predicta per
ipsos ordinata in civitate predicta effectui demandare et petere
bonam et sollicitam custodiam adque curam quam in dicta civitate
habere fecerunt priores civitatis predicte. Et constat nobis et nostre
curie predicta omnia et singula vera esse et fuisse’ per legitimam
contumaciam ipsorum et cuiusque eorum prout hec et alia in actis
nostris et nostre curie plenius continetur.

Idcirco nos Antonius miles et potestas predictus, pro tribunali
sedentes ut supra, sequentes formam iuris statutorum et reforma-
tionum comunis Perusii, et omni modo, via, iure et causa quibus
melius possumus et debemus dictos//

[6 r] Dominum Averardum

Dominum Alesandrum

Traballinum

Herculanum Benvenuti

Nicolaum Iohanelli alias Squatranum
et quemlibet ipsorum quia fuerunt principales autores, factores,
tractatores et operatores omnium predictorum de quibus in dicta
inquisitione fit mentio, a longo tempore citra et magis enormiter
pecchaverunt, ipsos et quemlibet ipsorum ut proditores et rebelles
comunis Perusii, quod si quo tempore ipsi vel aliquis ipsorum per-
venerint in fortiam nostram et nostrorum subcessorum vel comunis
Perusii, quod ducantur ad locum iustitie consuetum et ibidem eisdem
et cuilibet ipsorum capud a spatulis amputetur ita et taliter quod
a corpore separetur et penitus moriantur, et omnia eorum et cuiusque
ipsorum bona mobilia et immobilia comuni Perusii publicentur,
confischentur et applicentur, et ea ex nunc publicamus, confischamus.
et applicamus. Et ipsos et quemlibet eorum et eorum immagines
desingnari et depingi mandamus in pariete palatii ex parte exteriori
habitationis iudicis iustitie in pede platee, vel alibi ubi prioribus
comunis Perusii ad perpetuam rey memoriam videatur expediri

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 125

ita et taliter quod ab omnibus videant. Et eorum filios et descen-
dentes ipsorum et cuiusque eorum per lineam masculinam usque
in tertiam generationem pro proditoribus et rebellibus comunis
Perusii; quod si quo tempore pervenerint in fortiam comunis
Perusii ducantur ad locum iustitie consuetum et ibidem capud
a spatulis amputetur ita et taliter quod penitus moriantur. In hiis
scriptis, sedentes pro tribunali ut supra, sententialiter condem-
pnamus.

Et dictos Colactium Chucchi

Iacobum domini Guidonis

Francischum domini Ranutii
et quemlibet ipsorum quia fuerunt capitanei seu caporales ab aliis
preelecti et ac etiam prepossiti et antepositi ad exequendum et
executioni mandandum tractatum subverssionis statum pacifici
et tranquilli popularis et liberi civitatis et comunis Perusii, ad
providendum et ordinandum executionem omnium predictorum, ad
quos tam mangnates quam populares ac etiam alii coniurati et con-
federati ut supra dicitur, concurssum habebant ut proditores et re-
belles comunis Perusii; quod si quo tempore ipsi vel aliquis ipsorum
devenerint in fortiam comunis Perusii, ducantur ad locum iustitie
consuetum et ibidem eisdem et cuilibet ipsorum capud a spatulis
amputetur ita et taliter quod vita a corpore separetur et penitus
moriantur, et omnia eorum bona et cuiusque ipsorum mobilia et
immobilia deveniant in comune Perusii et comuni Perusii appli-
centur, publicentur et confischentur et ea ex nunc applicamus, pu-
blicamus et confischamus. Et ipsorum filios et desscendentes ex eis,
usque in tertiam generationem, priventur et denudentur et ex nunc
privamus et denudamus omnibus offitiis, benefitiis et honoribus co-
munis Perusii. Et ipsos Colactium, Iacobum et Francischum et quem-
libet ipsorum et eorum immagines desingnari et depingni / [6 v] man-
damus in pariete palatii ex parte exteriori habitationis iudicis iustitie
in pede platee vel alibi ubi prioribus comunis Perusii ad perpetuam
rey memoriam videant expediri ita et taliter quod ab omnibus vi-
dentur, sequentes formam statutorum et reformationum comunis et
populi civitatis Perusii in hiis scriptis, pro tribunali sedentes ut
supra, sententialiter condempnamus.

Lodovicum
Uguctionum et ) Nerii
Tiberutium

Et predictos Tomassium do-
mini Vincoli
Contem Ciccholi

ra

—-=-re————m—moI@@I@@
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————— M —H EIECTUS

Vicum et
Nicolaum
Iohannem Duratii
Tangredutium Actaviani
Dominum Nicolaum et
Petrum
Ceccholum et
Marinellum
Cangiuctium domini Iannis
Uguctionum et Agabiti
Iohannem
Burgarutium Nardi
Iacobum Guillani
Petrum Francischum
Guidonem Pucciacti
Nicolaum Lelli
Dominum Iohannem de Monte
Melino
Iohannem domini Averardi

Masscii

Nerii

Petrutii

126 MARIA PECUGI FOP

Dominum Guidum de Cornea
Iohannem Berardelli

Thomam Macthioli
Francischum domini Andree |
Ciardolinum dictum canmaccha |
Bartholutium I
Iohannem et } Paulutii

Francischum

Paulum Nicolay

Guillelmum et | Ugolini

Vicum |
Bartholomeum Balioni |
Oddonem Andreutii

Bartholum Ciccholi

Ser Iohannem magistri Stephany

Iacobum Angelelli |
Vanutium Maritati
Angelum Lelli
Angelum Paulutii

Francischum Traballini Teccolum Paulutii j
Macthiolum Benvenuti Iacobum Goccioli

Cicchum et AIC Dd Iohannem Ceccholi |
Iohannem Gilium de Meghis

Angelum domini Fey Tanutium Giliutii |
Ciardolinum Gilii Sardellam |
Iohannem Amatutie Bartholutium domini Averardi |
Cateluctium Lelli Ciccharellum Rentii

ipsos et quemlibet ipsorum ut rebelles et proditores comunis Pe-

rusii, quod si quo tempore pervenerint in fortiam nostram et no-

strorum subcessorum vel comunis Perusii, quod ducantur ad lo-

cum iustitie consuetum et ibidem eisdem et cuilibet ipsorum capud

a spatulis amputetur ita et taliter quod a corpore separetur et pe-

nitus moriantur. Et ultra dictam penam omnia eorum et cuiusque

ipsorum bona mobilia et inmobilia deveniant in comune Perusii

et comuni Perusii publicentur, applicentur et confischentur, et. l

ex nunc publicamus, applicamus et confischamus, sequentes for-
mam statutorum et reformationum comunis et populi civitatis.
Perusii, in hiis scriptis, sedentes pro tribunali ut supra, sententia-

liter condempnamus. //

5 A BERT SIETE ERE CES ER RS t 7 SU Ee [I ac TERN OT cr E 2" —9—— —

IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 127

[7 r] Et dictos dominum Fran-
cischum Bectholi

Nicolaum Carlutii

Simonem Hermanni

Iohannem Bectholi

Pellinum Chucchi

Iohannem Angeli

Francischum Bectoli

Dominum Guidum de Montone

Andream Pelloli

Nicolaum Vannuccioli

Paulutium Turpinutii

Riguctium Vanutii

er Cole Galeffi

Vannutium Angelelli

Servudeum Contoli
Iohannem Francisci
Nicolaum Adcomandini
Bandinum Francie
Raynallutium Helemoxine
Massium domini Dini
Casaletam ser Uguctionis
Iohannem Oddi

Blaxium Toldoli
Bartholum Paulutii
Paulum Macthioli
Bartholomeum Berardelli
Iohannem Berardoli
Petrum Nutii et
Franciscum Nerii

et quemlibet ipsorum in trecentis florenis aurei pro quolibet in pe-
cunia numerata, et dominum Angelutium Gelli in ducentis florenis
aurei in pecunia numerata sine excomputatione aliquarum appodis-
sarum dandis et solvendis infrascripto modo camere comunis Pe-
rusii, pro ipso comuni recipienti secundum formam ordinamentorum
et reformationum comunis Perusii, infra duos menses a die facte
adunantie generalis in qua fuit propossitum, deliberatum et obten-
tum de reformatione fienda contra predictos proditores et rebelles.
Et ultra dictam penam ipsi et quilibet ipsorum condempnatorum
in trecentis florenis, ire et accedere teneantur et debeant ad con-
finia ad loca inferius eisdem et quibuslibet ipsorum deputata per
ordinem comunis Perusii ut inferius continetur, que loca distent
a civitate Perusii saltim per miliaria sexaginta. Et dictus Angelutius,
condempnatus in ducentis florenis aurei, ire et accedere teneatur
et debeat ad locum eidem deputatum qui distet a civitate Perusii
saltim per miliaria quadraginta, que loca non sint supposita sub
tirandis vel comuni Perusii non sint suspecta, infra mensem a die
presentis late sententie ®) computandum. Et infra decem dies in-
mediate sequentes post finitum mensem predictum, representare
se ipsos personaliter debeant coram rectoribus locorum eisdem et
quibuslibet ipsorum deputatorum. Et quod durantibus dictis con-

(a) Sententie ripetuto e cancellato.

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finibus saltim semel in qualibet edomada coram presidibus et recto-
ribus ipsorum locorum se debeant personaliter presentare, de quibus
et quibuslibet ipsorum presentationibus de tribus mensibus in tres
menses saltim semel fidem coram prioribus artium civitatis Perusii
facere tenenantur per publicam scripturam. Que confinia ipsi et
quilibet ipsorum teneantur et debeant cum effectu servare prout
eisdem et cuilibet ipsorum inferius fuerint desingnata secundum de-
clarationem factam per ordinem comunis Perusii et inde non re-
cedere aliqua ratione vel causa quousque per generalem adunatiam
populi Peruxini a dictis confinibus non fuerint revocati, possint tamen
eisdem per priores et camerarios civitatis Perusii, qui pro tempore
fuerint, dicta eorum confinia in aliis locis eisdem permutare et de
novo adsingnare dummodo /[7 v] dicta loca distent a civitate predicta
ut superius est expressum et non sint supposita tirandis et suspecta
comunis Perusii; dummodo dicti confinati ultra quatuor ex eis
non possint stare in aliqua civitate vel loco. Et si ipsi vel aliquis
ipsorum condempnationem predictam non solverint in terminum
supradictum vel si ipsi vel aliquis ipsorum ad ipsa confinia inferius
desingnata non iverint infra dictum terminum superius declaratum,
vel si ipsi vel aliquis ipsorum de dicta eorum prima presentatione
fidem non fecerint prioribus artium civitatis Perusii per publicum
instrumentum, vel si de dicta eorum presentatione fienda qualibet
edomada coram presidibus et rectoribus locorum eisdem et cuilibet
ipsorum inferius deputatorum et desingnatorum fidem non fecerint
coram dictis prioribus artium civitatis Perusii per publicam scrip-
turam ut superius est narratum, vel si confinia non observaverint
cum effectu in civitatibus, terris et locis eisdem et cuilibet ipsorum
inferius deputatis nisi ut superius est narratum, ipsi et quilibet
ipsorum ut proditores et rebelles comunis Perusii condempnentur
et ex nunc condempnati esse intelligantur. Et quod si quo tempore
ipsi vel aliquis ipsorum pervenerint in fortiam nostram vel nostro-
rum subcessorum et comunis Perusii, ducetur vel ducantur ad
locum iustitie consuetum et ibidem ei vel eisdem capud a spatulis
amputetur ita et taliter quod a corpore separetur et penitus moriatur
vel moriantur. Et ultra dictam penam omnia eorum et cuiusque
ipsorum predicta non observantium, bona mobilia et immobilia
deveniant in comune Perusii et comuni Perusii publicentur et
confischentur et ea ex nunc publicamus, applicamus et confischamus
sequentes formam statutorum et reformationum comunis et populi
civitatis Perusii et supradictum terminum unius mensis ipsi vel
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 129

aliquis ipsorum gaudere non debeant, nisi in octo dies a die pre-
sentis late sententie computandos idonee satisdederint vel solverint
camere civitatis Perusii; qui vero predicta non fecerint cum effectu,
loco dicti mensis habere debeant solummodo .x. dies. Civitates vero
et loca eisdem et quibuslibet ipsorum per ordinem comunis Perusii
deputata ?) et adsingnata ad confinia inferius continentur videlicet :
dominus Francischus et Iohannes Bectholi ad civitatem Senarum
vel Vineonis alternative prout elierint infra mensem ire et stare
teneantur; Nicolaus Carlutii et Pellinus Chucchi ad civitatem Fani;
Iohannes Angelelli Spine ad castrum Podii Bonici; Francischus
Becthi ad civitatem Aquile; dominus Guido de Montone ad civi-
tatem Rachaneti; Nicolaus Vanuccioli ad civitatem Neapolis;
Paulutius Turpinutii ad civitatem Venectiarum ; Riguctius Vanutii
et Vanutius Angelelli ad civitatem Corgneti; Vicus et^) Andreas
Cole Galeffi ad civitatem Racaneti; Nicolaus Adcommandini ad
civitatem Senarum ; Raynallutius Helemoxine ad civitatem Rome,
Massius domini Dini ad civitatem Neapolis; Casaleta magistri
Uguccionis ad civitatem Rome; Iohannes Oddi ad civitatem Ra-
cheneti ^); Bartholus Paulutii ad civitatem Aquile; Paulus Macthio-
li [ad civitatem] Pisarum ; Andreas Pelloli ad civitatem Pisarum ;
Francischus Nerii et Bartholomeus Berardeli ad civitatem Pisarum ;
Petrus Nutii ad civitatem Senarum ; Angelutius Gelli ad civitatem
Viterbii; Simon Hermanni Rome vel Prati prout eligerit infra tres
dies a die presentis late sententie, quod si non eligerit intelligatur
Rome; Servudeus Contoli ad civitatem Arimini; Iohannes Fran-
cissci ad civitatem Arimini; Bandinus Francie ad civitatem Arimini;
Blaxius Guidutii ad civitatem Home; Iohannes Berardoli ad civi-
tatem Aquile. Et si predicti dominus Francischus et Iohannes
Bectholi vel alter eorum eligerent confinia in civitate Avineonis infra
mensem predictum, quod ipsi vel alter eorum habeant terminum
post dictum mensem, unius mensis in medietate sequentis ad appli-
candum et se representandum coram rectore civitatis predicte, de
quorum representatione fidem facere teneantur ut superius est nar-
ratum. Et quod dictus dominus Francischus in dicta civitate Avi-
neonis advocare vel adrogare non possit contra comune Perusii vel
aliquem civem Perusinum vel aliquos degentes ibidem secundum
ordinationem factam per dominos priores et sapientes comunis
Perusii. Quas quidem quantitates denariorum // [8r] predicti Ray[na]

(a) Letteralmente deputatum e corretto. (b) Et ripetuto.
(c) Il testo ha letteralmente Ranacheneti.

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130 MARIA PECUGI FOP

ldutius Helemoxine et Vannutius Angnelelli solvere teneantur [et de-
beant] ?) massariis camere comunis Perusii pro ipso comuni recipien-
tibus. Alii vero omnes supradicti solvere teneantur et [debeant
massariis] camere conservatorum comunis Perusii pro ipso comuni
recipientibus secundum formam provisionis facte per dominos p[rio-
res] et sapientes civitatis Perusii.

Et dictos Iacobum prioris de Nerium Petrutii
Fonte Andreutium Ninoli
Dominicum domini Pellini Mutium Petri Armelutii
Paulum Nini Pellolum Nerii
Petrum Carlutii Dorem Ioctoli
Hermanum Nini Paulum Petrutii
Lodovicum Guidarelli Petrum Ciccharelli
Francischum Iacobi Ser Nicolaum Alegrutii
Francischum Gilii Donatum Sanguinutii
ser Guidonem Andreutii Guiductium Nini
Petrosigllum alias Petrinum Nicolaum Celloli
Raynallutii Francischum domini Berardi
Nicolaum Burgarutii Ranutium Ceccholi
Piccerium alias vocatum Fran- Rodulfum Ceccholi
cischum Herculani Lippum Lamberti
Andream Burgarutii Pollastrum Celloli
Iacobum domini Percevalli Nicolaum de Monte Giuliano
Guelferium domini Balioni Montem Cini
Ninum Hermanni Cecchum Pelloli

et quemlibet ipsorum in centum florenis aurei pro quolibet in pe-
cunia numerata dandis et solvendis conservatoribus camere co-
munis Perusii per totum presentem mensem octubris in pecunia
numerata et non in excomputatione aliquarum appodessarum in
totum vel in partem. Et quod ipsi et quilibet ipsorum priventur
et ex nunc privati sint et esse intelligantur et ipsos ex nunc privamus
et dinudamus omnibus offitiis et honoribus comunis Perusii, et
sic privati sint et esse debeant quousque dicti priores, camerarii et
sapientes civitatis Perusii dusserint aliud statuendum. Et quod
si ipsi vel aliquis ipsorum dictam condempnationem non solverint

(a) Il margine superiore della carta à lacero.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 131

infra terminum supradictum, ipsi et quilibet ipsorum remanenat
condempnati et exbanditi pro proditoribus et rebellibus comunis
Perusii, et ipsos ut proditores et rebelles comunis Perusii con-
dempnamus, quod si quo tempore ipsi vel aliquis ipsorum perve-
nerint in fortiam nostram vel nostrorum subcessorum vel comunis
Perusii, ducantur ad locum iustitie consuetum et ibidem ei vel eisdem
capud a spatulis amputetur ita et taliter quod a corpore separetur
et penitus moriatur vel moriantur. Et ultra dictam penam omnia
eorum et cuiusque ipsorum bona mobilia et immobilia deveniant
in comune Perusii et comuni Perusii publicentur et confischentur
etea ex nunc publicamus, applicamus et confischamus sequentes
formam statutorum et reformationum comunis Perusii, in hiis
scriptis, pro tribunali sedentes ut supra, sententialiter condem-
pnamus /.

[8 v] Lata data et in hiis scriptis sententialiter promulgata et pro-
numptiata fuit dicta condempnatio et sententia condempnationis
per supradictum dominum potestatem sedentem pro tribunali ad
solitum banchum magestatis positum in sala inferiori pallatii comu-
nis Perusii, residentie domini potestatis, in publico et generali
consilio hominum dicte civitatis ibidem sono canpane voceque pre-
conis, sono tube premisso, de mandato ipsius domini potestatis
more solito congregato, scripte, lecte et publicate per me Massium
magistri Donati de Monte Monacho?) notarium et nunc notarium
et offitialem dicti domini potestatis, per ipsum dominum potesta-
tem ad officium mallefitiorum in porta Solis spetialiter deputatum,
sub anno Domini millesimo .cccrxi., indictione .xIIII., tempore san-
tissimi patris et domini domini Innocentii pape vr, die .xir. mensis
octubris, presentibus Bectholo Pelacanis, Arlocto Arlocti, Contutio
Arloctutii, Teo magistri Iohannis, Angello Vannis, Guido Magioli,.

Nicolao ser Bartholi, Benedictolo Rubey prioribus artium civitatis.
Perusii, ser Petro Tancii notario dictorum dominorum priorum et.

domino Nello de Visso iudice presentis domini capitanei et pluribus.
alis testibus in dicto consilio existentibus.

(S.T.) Et ego Massius magistri Donati de Monte Monacho, publi-
cus imperiali auctoritate notarius et nunc notarius et offitialis
dicti domini potestatis et comunis Perusii, per ipsum dominum

(a) Il testo ha Monahco.
132 MARIA PECUGI FOP

potestatem ad offitium mallefitiorum spetialiter deputatus, supra-
scriptam condempnationem et sententiam condempnationis de man-
dato ipsius domini potestatis scripsi, legi et publicavi et singnum
meum consuetum apposui 9).

In nomine Domini amen. Anno Domini millesimo .cccrxxr., in-
dictione .vinr., tempore domini Gregorii pape xr, die .xrr. mensis
februarii, de licentia et expresso mandato sapientium virorum do-
mini Angeli ser Francisci iudicis de Perusio, Andreutii Paulutii,
Iacobi Angelutii, Iohannis Nutii, Munaldutii Cole et Tomassi Amo-
rutii de Perusio, sex offitialium comunis Perusii electorum per
ipsum comune Perusii super restitutione facienda et fieri facienda
de bonis stabilibus rebellium dicti comunis Perusii, que resti-
tuenda veniunt vigore capitulorum reconciliationis facte inter
sanctam matrem Ecclesiam et comune Perusii et super cancel-
latione et cassatione facienda et fieri facienda de processibus et
condempnationibus exititiorum et rebellium dicti comunis, necnon
statutorum ordinamentorum et reformationum editorum contra
ipsos exititios et rebelles et etiam de licentia et mandato Guidonis
Gigii et Massoli magistri Sensi de Perusio offitialium armarii li- |
brorum dicti comunis, prout de mandato predicto mihi Iohanni |
notario infrascripto, facto per dictos sex offitiales, patet dicto die
mandato Francisci Dominici de Perusio notarii, cassa et cancellata
fuit per me Iohannem notarium infrascriptum suprascripta pro-
xima sententia et condempnatio lata per supradictum dominum
Antonium olim potestatem civitatis Perusii contra supranominatos
dominum Averardum Ceccoli, dominum Alexandrum Pelloli et |
Tribaldinum Manfredini et omnes alios in ipsa sententia una cum |
predictis nominatos, scripta in presente quaterno et modis ut supra
in ipsa sententia declaratur et cassa et cancellata fuit scriptura
ipsius sententie et condempnationis ; et hoc vigore capitulorum dicte
reconciliationis et vigore reformationis comunis Perusii nuper facte
de offitio dictorum sex offitialium pro observatione promissorum pro
parte comunis Perusii in contractu reconciliationis predicte.

Ego Iohannes Mateoli Carlutii de Perusio porte Solis notarius
et offitialis in dicto armario predicta scripsi et cassavi mandato |
dictorum offitialium et cetera.

(a) Dall'inizio della sentenza fino a questo punto, tulle le carte sono state annullate con tratti |
di penna.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 133

33

1365, marzo 6, Perugia.

Composizione tra il Comune di Perugia e la Compagnia della
Stella, alla quale vengono versati 1.200 fiorini d'oro.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Conservatori
della Moneta, Exit. 1365, reg. 14, c. 3v.

In nomine Domini amen. Anno Domini .mccclxv., indictione
tertia, tempore domini Urbani pape v, die .vi. mensis martii. Actum
Perusii in camera residentie dominorum conservatorum monete co-
munis Perusii, presentibus domino Andrea domini Raverii de Monte
Vibiano, domino Marino Ceccoli porte Heburnee et Iohanne Peruccoli
de porta Sancti Angeli testibus ad hec vocatis et rogatis.

Infrascripta sunt pacta facta et habita inter dominos priores
artium civitatis Perusii, nomine dicti comunis, ex parte una et no-
bilem virum Andream Roti capitaneum compangne et brigate de
la Stella, que sotietas est et moratur in comitatu Perusii, videlicet in
Clusio Perusino, promictentem nomine suo et nobilis viri Anese de
Rieten eius sotii capitanei, una cum eo dicte sotietatis et conpangne
ac etiam vice et nomine omnium et singulorum hominum et persona-
rum dicte sotietatis eorum ex parte altera, videlicet quia ad hoc
ut dicta conpangna in dicto loco et comitatu Perusii amplius non
moretur set de loco predicto et comitatu Perusii discedat et totaliter
se extollat propter da[m]pnum et varias et diversas oppressiones
quod et quas inferunt in eodem, idcirco discreti viri Iohannes Iannis
et Ciaccius Ricciardi cives Perusini, conservatores monete comunis
Perusii, nomine eorum et Angeli Leggerii eorum sotii, de voluntate,
consensu, licentia et mandato dominorum priorum artium civitatis
Perusii videlicet Nicolay Bettoli, Peri Celloli, Niccolay Benetelli,
Iacobi Tudinelli, Gualfredi magistri Angeli, Mateoli Giorgii, Cole
Ceccoli et Vannutii ser Iacobi, vice et nomine dicti comunis Pe-
rusii dederunt et solverunt domino Andree capitaneo predicto, re-
cipienti pro se et nomine quo supra, milleducentos florenos auri.
Et hoc fecerunt pro eo quia dictus Andreas capitaneus predictus,
nomine quo supra, promixit dictis conservatoribus recipientibus
vice et nomine dicti comunis Perusii, de dicto loco ac comitatu Pe-
rusii se cum dicta eius sotietate et brigata, elevare et discedere

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2A 134 MARIA PECUGI FOP

hinc ad sex dies proxime sechuturos et non offendere nec aliquod
da[m]pnum quomodolibet 2) inferre in civitate vel comitatu Perusii
ac etiam terris dicto comuni Perusii subiectis et hominibus et spe-
tialibus personis alicuius earum, set potius dicti comunis esse
benivolos et amicos. Quamquidem florenorum quantitatem prefatus
Andreas nomine quo supra confessus et contentus fuit a dictis con-
servatoribus, nomine quo supra et de pecunia ad eorum manus
perventa occasione dicti eorum offitii, habuisse et recepisse et ipsos
florenos habuit et recepit in numeratis in presentia dictorum te-
stium et mey notarii infrascripti, ex causa supradicta, de quibus
fecit eisdem, ut supra stipulanti, finem et refutationem.

34

1365, marzo 16, Avignone.

Urbano V raccomanda ai Perugini di conservarsi fedeli alla Chiesa
e di assistere, con aiuti e consigli, il Cardinale Egidio Albornoz.

Originale. Arch. Segreto Vaticano, Registri di U. V, Reg. vat. 247, c. 63v.

Urbanus episcopus etc. dilectis filiis regemini et populo civita-
tis Perusine salutem etc.

Zelum sincere devotionis et fidei puritatem quibus vos et ante-
cessores vestri erga matrem vestram sanctam Romanam Ecclesiam
claruisse probamini, in apostolice considerationis libro conscriptos
grata memoria recensentes, in vestra filiatione secure quiescimus,
utpote in radice dilectionis et fidelitate constantissima roborati et
cum agendi aliter quod Deus advertat rationabilis causa non
subsit, vos eidem Ecclesie non formidamos adversos, quod constat
retroactis temporibus propitios extitisse, vero quia ex commoni-
tione paterna debetis ut reverentes filii constantie semper recipere
incrementum et precavere solerter ne quod absit ex seductione qua-
cumque vel inconsultis motibus prosiliatis ad aliqua ex quibus posset
preclaro vestri nominis titulo derogari, ponique macula in vestre
fidei claritate, sinceritatem vestram rogamus et hortamur attente,
mandantes quatinus provide attendentes quam esset vobis dedeco-
rosum et dampnosum pro tempore, ab antiquorum vestrorum laudan-
dis semitis declinare quantisque sententiis subiciantur et penis qui

(a) Il! esto ha comodolibet.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 135

invadentibus et occupantibus ac invadere et occupare nitentibus
terras Ecclesie prelibate prestant directe vel indirecte, publice vel
occulte, auxilium consilium vel favorem a prestandis favoribus qui-
buslibet eiusdem Ecclesie inimicis et eius terras occupantibus seu
occupare conantibus qui tandem, ut speramus in Domino, in suis
malignationibus prevalere nequibunt et evanescent in fumus, cu-
retis ut benedictionis filii attentissimis studiis abstinere quinimmo
ipsi Ecclesie et officialibus suis, presertim venerabili fratri nostro
Egidio episcopo Sabinensi, Apostolice Sedis legato, precipue ubi
de vestra vel alia communi utilitate agitur, subveniatis et assistatis
vestris efficacibus auxiliis consuetis.
Datum Avinione, .xvir. kalendas aprilis, anno tertio.

35

[1365, dopo il 27 luglio, Perugia]

Il Comune di Perugia stabilisce di erigere, in S. Mariano, una
Chiesa dedicata a S. Vittore, in memoria della vittoria riportata coníro
la Compagnia Bianca degli Inglesi, il 27 luglio 1365.

Copia della fine del sec. XVIII. Perugia, Bibl. Com. Augusta. MARIOTTI
A., Saggio di memorie storiche della città di Perugia, Ms. 1669, cc. 20v-22v.
L'originale non esiste più nel luogo indicato dall’ A.

«Mancando gli annali della Cancelleria Perugina dal 1352 fino
«al 1374, è degna di essere stimata qualunque memoria antica che
«si abbia degli atti del Magistrato in questo spazio di tempo. For-
«tunatamente questo dì, 5 febbraio 1785, avendo io per le mani in
«detta Cancelleria l'Annale che comprende gli atti pubblici dal
«1536 al 1540, ho trovato in due cartapecore che servono di risguar-
«do allibro suddetto tolte da libro piü antico e di carattere del
«secolo xiv, una delle quali è incollata sulla tavoletta al principio
«del suddetto annale e l'altra al fine, la seguente memoria appar-
«tenente probabilmente all'anno 1365 inserita fra alcuni altri or-
«dinamenti e Statuti della città. In essa memoria adunque si trova
«lo statuto seguente »: De electione et officio offitialium super qua-
«dam ecclesia hedificanda in plano Sancti Mariani. Rub.

Cum ratione felicis et perpetuo recollende victorie a Deo con-
cesse populo Perusino contra Anglicos et Anglicorum compagniam
qui comitatum Perusinum inimicabiliter irruerunt, in generali adu-

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nantia artium et artifichum civitatis Perusii, extiterit ordinatum

quod fiat, hedificetur et fabricetur quedam ecclesia in plano Sancti

Mariani vel Bagnarie, ubi dicti Anglici conflictum mirabiliter re-
ceperunt; ad quam ecclesiam fabricandam providi viri Tavius Fal-

cutii, Danolus Vannis cives Perusini fuerunt in superstites deputati.

Idcirco statuimus et ordinamus quod dicti offitiales possint, te-
neantur et debeant dictam ecclesiam construere, ordinare et fabri-

cari et construi et ordinari facere et ipsam dotare de bonis dicti
comunis seu de bonis emendis per dictos offitiales, de quacumque
pecunia dicti comunis et de quacumque camera dicti comunis,
etiam de camera conservatorum comunis predicti, non obstante
quod pecunia predicta sit ad alium usum deputata, que pecunia
solvi debeat per quoscumque officiales dicti comunis ad mandatum
et secundum mandatum dictorum bonorum hominum, viso eorum
mandato, pena officialibus non solventibus ut dictum est quingen-
tarum librarum denariorum pro quolibet officiali non obediente.
Possint etiam dicti boni homines et officiales permutare de bonis
comunis Perusii cum bonis aliorum si eis videbitur expedire pro
constituenda dote dicte ecclesie. Quorum Tavii et Danuli officium
duret et durare debeat usque ad perfectionem et complementum
operis dicte ecclesie construende et donec dictam ecclesiam dotave-
rint non obstante aliquo tempore supra etc., et quod omnes et
singuli cives et comitatenses Perusini testantes vel alia disponentes,
teneantur et debeant in eorum testamentis et ultimis voluntatibus.
ligare et relinquere tali ecclesie construende, pro fabrica ipsius ec-
clesie, scilicet cives ad minus decem solidos denariorum et comita-
tenses ad minus quinque solidos denariorum pena notarii scribenti
aliquod testamentum vel aliam ultimam voluntatem in qua non
fieret ligatum predictum decem librarum denariorum pro qualibet
vice et nichilominus talis condens testamentum vel aliam ultimam
voluntatem (e cosi finisce la carta attaccata alla Tavoletta del
detto annale al principio e segue poi in altra carta al fine dell'an-
nale) intelligatur dictum legatum fecisse et perinde habeatur si
notarius fuisset rogatus de huiusmodi legato. Item ad hoc, ut fabrica
dicte ecclesie celerem expeditionem habeat et finem habeat concu-
pitum, statuimus et ordinamus quod dicti officiales possint, tenean-
tur et debeant eligere et nominare quemcumque dictis bonis homi-
nibus videbitur et placebit etiam ante inceptionem dicti operis
seu dicte ecclesie, unum bonum, honestum et sufficientem sacerdotem
qui sit et esse debeat rector dicte ecclesie in vita sua, qui sacerdos

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 137

gratis et sine aliquo salario teneatur et debeat ad dictum opus et
laborerium dicte ecclesie se immiscere et operare et superstes sit et
esse intelligatur et, finito dicto opere, dicte ecclesie continue serviat
in divinis et in ipsa ecclesia continuam teneat et debeat facere
residentiam et post mortem dicti sacerdotis eligendi, electio et
institutio dicti subcessoris fiat et fieri debeat per dominos priores
et camerarios artium civitatis Perusii. Item ut dicta ecclesia a
civibus et comitatensibus Perusinis reverenter frequentius visitetur,
quod. prope ipsam ecclesiam in loco declarando per dominos offi-
ciales fiat et fieri debeat qualiter edomada in die iovis generale
mercatum de omnibus et singulis victualibus et rebus et animalibus
et de omnibus et singulis rebus in dicto mercato emendis et ven-
dendis nulla solvatur gabella. Item quod domini offitiales possint
et eis liceat cogere et cogi facere homines et personas castrorum et
villarum adiacentium et circumstantium realiter et personaliter et
ad dicta opera facienda personaliter cum bestis dent et prestent
auxilium, consilium et favorem, pena universitati, castro vel ville que
fuerit inobediens vel contrafaciens in predictis, pro qualibet vice
viginti quinque librarum denariorum, universitati exigendis et aufe-
rendis de facto per ipsos officiales et convertendis et distribuendis
in opere supradicto. Item quod dominus potestas et dominus capi-
taneus et maior sindicus comunis Perusii teneantur et debeant ad
petitionem et requisitionem dictorum officialium, vel alterius eorum,
teneantur et debeant dare officiales et familiares suos pro cogendo
personaliter et realiter inobedientes et obedire recusantes mandatis
dictorum officialium et pro exeguendo et executioni mandando opus
et laborerium supradictum, sub pena quingentarum librarum dena-
riorum pro quolibet officiali negligente vel contradicente, sibi de
facto auferendarum per suos sindicatores, tempore sui sindicatus,
convertendo in opere et laborerio supradicto.

36

1366, giugno 1, Avignone.

Urbano V comunica ai Perugini di aver benignamente accolto,
quali ambasciatori, il vescovo Andrea di Martino Bontempi e Tibe-
ruccio Montemelini e di aver accettato, tramite loro, le scuse della città.

Originale. Arch. Segreto Vaticano, Registri di U. V., Reg. vat. 248,
cc. 97v-98r.

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Urbanus episcopus etc. dilectis filiis regimini et communi civi-
tatis Perusine salutem etc.

Venerabilem fratrem nostrum Andream episcopum Perusinum
et dilectos filios nobilem virum Thiberium de Montemelino militem
ac Petrum Venzoli iurisperitum, cives et ambaxiatores vestros,
harum latores ad nostram presentiam destinatos, tam mittentium
intuitu quam ipsorum bonitatis et circumspectionis obtentu, leta
facie animoque recepimus letiori et super hiis que nobis ex parte
vestra curaverunt exponere sepius benigne audivimus et certas
excusationes vestras nobis, per ambaxiatores eosdem prudenter
factas, gratiose duximus admictendas, ceterum non ignorantes quod
vos et predecessores vestri sempre fuistis prout estis speciales Ro-
mane Ecclesie filii et devoti eique occurrentibus casibus multa grata,
favores et servitia impendistis, proinde vos sincere diligimus et habere
semper proponimus in caritatis visceribus ac in vestris petitionibus,
quantum cum Deo poterimus, prosequi gratiis et favoribus A posto-
lice Sedis tamquam devotos filios eiusdem Ecclesie atque nostros,
prout iidem ambaxiatores, quos de multa fidelitate ac prudentia
possumus commendare, quique tanquam intelligentes viri affectum
nostrum erga vos benivolum et sincerum potuerunt agnoscere,
plenius quam calamus possit exprimere, vobis referre poterunt
oraculo vive vocis.

Datum Avinione, kalendis iunii, anno quarto.

37

1366, novembre 2, Perugia.

Sentenza con cui Alberto Sterz, conestabile tedesco al servizio del
Comune di Perugia, viene condannato a morte per tradimento.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Giudiziario,
Sentenze del Podestà, 1366, III quadrimestre, cod. non num. né cartolato.

In nomine Domini amen. Hec est quedam condempnatio corpo-
ralis et pecuniaria et sententia condempnationis corporalis et pe-
cuniarie lata, data et in hiis scriptis sententialiter promulgata et
pronumptiata per mangnificum et potentem militem dominum
Perum de Lamarina de Racaneto, civitatis Perusii eiusque comi-

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 139

tatus, fortie et districtus honorabilem potestatem, sub examine et
congnitione sapientis viri domini Bartholomei de Novaria iudicis et
assessoris dicti domini potestatis, et ad offitium malefitiorum per
ipsum dominum potestatem spetialiter deputati et de consensu,
voluntate, presentia et deliberatione omnium aliorum iudicum curie
prefati domini potestatis et scripta et publicata per me Petrum
Vannutii de Sancto Gemino publicum notarium et notarium et offi-
tialem nunc dicti domini potestatis et comunis Perusii et per ipsum
dominum potestatem ad offitium malefitiorum spetialiter deputatum
et lecta et vulgariccata per infrascriptum ser Burgarutium Bernardi
sub anno Domini .mecclxvr., indictione quarta, tempore domini
Urbani pape quinti, die et mense infrascriptis.

Nos Perus miles et potestas antedictus, pro tribunali sedentes
ad solitum banchum magistratus, positum in sala mangna palatii
nostre solite residentie, site iuxta palatium episcopale Perusii
et scalas dicti nostri palatii et alia latera, infrascriptam condem-
pnationem et sententiam condempnationis contra infrascriptum
dominum Albrectum pro infrascriptis tractatis, ordinamentis et
malefitiis peripsum conmissis damus et proferamus in hunc modum
videlicet :

Dominum Albrectum domini Arrigi de Stercco tehothonicum
in nostra et comunis Perusii fortia constitutum, presentem huic
nostre corporali sententie audiende, contra quem per modum et
viam inquisitionis processimus ex nostro et nostre curie offitio, ar-
bitrio et balia, necnon ad denumptiationem plurimorum civium
Perusii in dicta inquisitione descriptorum in eo, de eo et super eo,
quod fama publica precedenti et clamosa insinuatione, non semel sed
sepe, sepius et sepissime referetur non quidem a malivolis et suspectis
sed a fidedignis personis providis et honestis et ex relatione et in-
formatione supradictorum civium pervenit auditui quod prefa-
tus dominus Albrectus ausu temerario tractavit et ordinavit quod
proderetur et prodatur libertas et pacificus status quem et quam
nunc habet civitas Asisii recommendata et subgecta comuni Perusii
et quod dicta civitas Asisii proderet et mutaret statum pacificum
et libertatem quam nunc habet, contra formam statutorum et or-
dinamentorum comunis Perusii, hoc modo et forma videlicet quod
idem dominus Albrectus causa adimplendi predictum eius iniquum,
nefandum et sacrilem tractatum et ordinamentum et ut ipsa ad
effectum perduceret dum de anno presenti et preterito mense octobris
cogitasset, deliberasset et proposuisset ita tractare et ordinare dictis
140 MARIA PECUGI FOP

anno et mense ut predictum tractatum et ordinamentum quod per
se ipsum ad executionem mandare non poterit, executioni effectua-
liter demandaret, deliberavit et tractavit congregare et coadunare
gentem armigeram equestrem et pedestrem et ut dictam congrega-
tionem et coadunantiam faceret pro predictis omnibus adimplendis,
adcessit ad terram Spelii, Spoletani ducatus, et ibidem, loco in
dicta inquisitione confinato, fuit locutus et ratiocinatus cum Ru-
bino barbaro, Rebellitio et Turbaro, hominibus de gente Angli-
corum quorum dictus dominus Albrectus aliam notitiam habuerat et
habebat?). Qui cum eis habebant") multam gentem Anglicorum
equestrem et eisdem dixit et exponit quod pro quibusdam ipsius.
factis, eidem necessaria erat aliqua quantitas gentium et quod
eisdem placeret eidem domino Albrecto servire et ad ipsius servitium
esse per aliquod tempus, promictens eisdem partem omnium eorum
que lucrarentur volens predictos congregari et secum habere causa
ordinandi et tractandi predicta et ipsum tractatum et ordinamentum
effectualiter adimplendi. Qui Rubinus, Rebellitius et Turbarus firmi-
ter promiserunt eidem domino Albrecto cum eo esse et ad eius
servitium causa adimplendi pro posse omnia que eisdem impone-
rentur per eum. Et post, dictis anno, mense et loco, causa abilius
et melius adimplendi dictum tractatum et ordinamentum, quollo-
quium habuit cum quodam alio cuius nomen ad presens pro meliori
tacetur, qui eidem promisit, ad petitionem dicti domini Albrecti,
secum conducere et in ipsius servitium quingentos famulos pede-
stres et aliquos equestres. Et post hec, ut iterum melius, celerius,
abilius et perfectius predictum tractatum et ordinamentum causa
subvertendi statum et libertatem dicte civitatis Asisii et quam
ipsa civitas nunc habet, locutus fuit cum quibusdam famulis et
pedestribus in civitate Perusii in burgo Sancti Petri dicte civitatis
in quadam via in dicta inquisitione posita et confinata ut cum eo
et in eius servitium essent occasionibus predictis ; quod quidem
quolloquium habitum fuit dicta occasione dictis anno et mense. Item
in eo, de eo et super eo quod dictus dominus Albrectus dictis anno
et mense scienter °), dolose et appensate, ausu temerario ordinavit.
et tractavit omnia supradicta causa inveniendi cum dicta gente
in et super contra civitatem Perusii et contra formam dictorum
statutorum et ordinamentorum. Item in eo, de eo et super eo
quod predicta omnia et singula infallibiliter perficeret et impleret

(a) Il testo ha abebat. (b) Zl testo ha abebant. (c) Il testo ha sienter.

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IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 141

occasionibus supradictis, modo et forma iam dictis et ut dictam ci-
vitatem Asisii per vim et violentiam et ostiliter caperet et eius sta-
tum pacificum tranquillum et eiusdem libertatem subverteret, de-
strueret et mutaret, quod minime facere poterat sine mangna con-
gregatione gentium, misit quemdam ipsius domini Albrecti num-
ptium, nomine Ricciardum Balseman, cui presenti et audienti et
intelligenti idem dominus Albrectus commisit, imposuit et mandavit
quatenus ex sui parte et mandato adcederet ad terram Spelii pre-
dictam et ibidem loqueretur predictis Rubino, Rebellitio et Turbaro
et cuidam alii, cuius nomen ut supra tacetur ad presens pro meliori,
quatenus cum ipsorum gentibus subito parati essent et irent ad
terram ?) domini Burgari, ubi prefatus dominus Albrectus cum eis
loqui debebat et ipsorum congregationem facere, et deinde venire
ad civitatem Asisii predictam et eandem per vim et violentiam
ostiliter versus, partem superiorem dicte civitatis tenere, capere et
eius statum et libertatem pacificum et tranquillum quam nunc
habet dicta civitas Asisii mutare, prodere, destruere et usurpare.
Que impositio mandati facta dicto numptio conmissa et imposita
fuit per ipsum dominum Albrectum dictis anno et mense et loco
in dicta inquisitione positis et confinatis. Que predicta omnia et
singula ordinata, tractata, conmissa, deliberata et perpetrata fuerunt
dictis locis et temporibus, contra formam statutorum, ordinamen-
torum et reformationum comunis et populi Perusii in dampnum et
preiuditium, perditionem et destrutionem pacifici status et libertatis
quam habet dicta civitas Asisii et in diminutionem iurisdictionis
et honoris dicte civitatis Perusii, cui civitati Perusii dicta civitas
Asisii reconmendata et subgecta est. Et de predictis omnibus et
singulis fuit et est publica vox et fama in dicta civitate Perusii
et locis publicis dicte civitatis. Et constat nobis et nostre [curie]
predicta omnia et singula in dicta inquisitione contenta, de quibus
idem dominus Albrectus inquisitus est, vera esse et fuisse et per
ipsum fuisse tractata et ordinata, conmissa et perpetrata, locis et
temporibus in dicta inquisitione contentis, per legiptimam confes-
sionem dicti domini Albrecti coram prefato nostro iudice malefitio-
rum, in iuditio sponte et ex certa scientia factam. Cui domino
Albrecto presenti, audienti et intelligenti per prefatum nostrum
iudicem, datum et adsignatum fuit certum terminum ad omnem
ipsius defensionem faciendam de predictis, si quam de iure facere

(a) Il testo ha terra.

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142 MARIA PECUGI FOP

poterat et volebat vel intendebat et nullam fecit. Sed potius dicte
dilationi et termino coram nobis constitutus renumptiavit, dicens.
se nullam defensionem habere, prout hec et alia in actis nostris et.
nostre curie plenius continetur.

Idcirco nos Perus miles et potestas predictus, status pacifici
et tranquilli dicti comunis Perusii celatores, volentes audantiam
tantam temeritatem gladio iustitie compescere et invidentibus tran-
quillo et pacifico statui dicte civitatis Perusii vel terrarum eidem
subgectarum cum iuris tramite oviare, ne prefatus dominus Albrec-
tus de tanto et tali crimine et sacrilegio remaneat impunitus et ut
eius pena metus possit esse multorum et ceteris transeat in exemplum,
ne quisque de cetero cogitare, deliberare seu adtemptare presumat
quod in status iurisdictionis et libertatis dicte civitatis Perusii de-
trimentum seu diminutionem resultet et ut dictus dominus Albrectus
de male gestis et tractatis fructum reportet quem merit, quod
ipse dominus Albrectus ducatur ad plateam comunis Perusii, ibi-
dem et ipsi domino Albrecto capud a spatulis amputetur ita et
taliter quod a corpore separetur et penitus moriatur et quod eius
bona omnia comunis Perusii publicentur et sint comuni Perusii
perpetuo publicata que per hanc nostram sententiam dicto comu-
ni publicamus et confiscamus secundum formam statutorum et
ordinamentorum et reformationum comunis Perusii et vigore nostri
arbitrii omnique modo, via et iure et forma quibus magis et melius
possumus et debemus in hiis scriptis, pro tribunali sedentes ut.
supra, sententialiter et condempnamus.

Et commictimus, imponimus et mandamus provido viro ser Cole
Minocci de Sancto Severeno sotio et militi nostro, quatenus dictam
sententiam corporalem impersonam dicti domini Albrecti exequatur
et exequi faciat secundum seriem et tenorem dicte nostre sententie
et prout in ea seriosius continetur mandatum et eidem quod facta
dicta executione fieri de ea faciat publicum instrumentum.

Lata data?) et hiis scriptis sententialiter promulgata et pro-
numptiata fuit dicta condempnatio et sententia condempnationis per
supradictum dominum potestatem, pro tribunali sedentem ad soli-
tum banchum magestatis positum in sala maiori inferiori palatii
residentie dicti domini potestatis, in publico et generali consilio
populi Perusini ad sonum campane voceque preconis, sono tube
premisso, more solito in dicta sala congregato, cui sale ab uno pa-

(a) Data ripetuto.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 143

latio episcopali Perusino, ab alio scale dicti nostri palatii et alia
latera, et scripta et publicata per me Petrum Vannutii de Sancto
Gemino publicum notarium et offitialem prefati domini potestatis
et comunis Perusii et per ipsum dominum potestatem ad malefitia
spetialiter deputatum. Et lecta vulgariccata per supradictum ser
Burgarutium Bernardi de Monte Alto publicum notarium et nunc
notarium et offitialem dictorum ?) domini potestatis et comunis
Perusii et per ipsum dominum potestatem ad malefitia spetialiter
deputatum sub annis Domini .mecclxvi., indictione quarta, tempore
domini Urbani pape quinti, die .11. mensis novembris, presentibus
Contutio Arlectutii porte Sancte Susanne, Cola Masioli porte He-
burnee P) prioribus artium civitatis Perusii, domino Iacobo iudice
presentis domini capitanei, ser Luca domini Andree notario dicto-
rum dominorum [priorum] et quampluribus aliis in dicto consilio
existentibus, testibus rogatis.

Et ego Petrus Vannutii de Sancto Gemino predictus, publicus
imperiali autoritate notarius et nunc notarius et offitialis supra-
dicti domini potestatis et comunis Perusii et per ipsum dominum
potestatem ad malefitia spetialiter deputatus, predictis omnibus
interfui rogatus et de mandato dicti domini potestatis scripsi ^)
et publicavi. Qui dominus potestas mandavit dicto ser Burgarutio
quod dictam sententiam legeret et vulgariccaret; quibus omnibus
interfui et rogatus me subscripsi cum appositione mei signi ?) con-
sueti.

(S.T.)

38

1366, ottobre 31, Avignone.

Urbano V si lamenta con i Perugini per i loro sospetti verso il
legato.

Originale. Arch. Segreto Vaticano, Registri di U. V., Reg. vat.
248, cc. 172v-173v.

Urbanus episcopus etc. dilectis filiis regiminibus et populo Peru-
sino salutem etc.

Auribus nostris nuper displicenter insonuit quod vos contra
venerabilem fratrem nostrum Egidium episcopum Sabinensem Apo-

(a) Seguito da dominorum cancellato. (b) Seguito da domino Iacobo iud cancellato.

(c) Letteralmente scrispsi. (d) Seguito da con e g cancellati. Il S.T. è rappresentato da una.
mano che stringe un cartiglio nel quale sono le parole Ave Maria.
144 MARIA PECUGI FOP

stolice Sedis legatum, nescimus quibus causis seu occasionibus, signa
turbationis ostenditis contra eum immo contra sanctam Romanam
Ecclesiam matrem vestram, novitatem noxiam productura et inter
alia dicimini velle favere filiis nobilis viri Branchaleonis de Castro-
duranti militis ad retinendum quedam castra que noviter contra
eandem Ecclesiam temere rebellarunt. Continet etiam alia fidedigna
relatio nobis facta quod vos societati Anglicorum dampnabili, terras
Romane Ecclesie hostiliter invadenti iamdiu, etiam post publicatio-
nem nostrorum processuum contra societates huiusmodi generaliter
habitorum, favistis et favetis assidue, gentibus societatis eiusdem
victualia et arma resque alias tribuendo et alias eis datis auxilium
consilium et favorem ; de quibus, si vera sint, miramur non modi-
cum et tristamur, cum. vestra fidelitas erga dictam Ecclesiam semper
ostensa non consueverit ipsius favere rebelles et hostes sed illos
potius persequi et pro viribus conculcare. Quare filiationem et
prudentiam vestram rogamus et hortamur attente mandantes, qua-
tinus mature considerantes quod si hactenus eisdem servivistis
Ecclesie eiusque hostes non solum non favistis sed potenter et
fideliter comprexistis, hec tanto libentius facere debetis ad presens,
quanto adventum nostrum ad Urbem vobis placere debetis signis
evidentioribus demonstrare ac penas et sententias contra contu-
berniones societatum huiusmodi per nos iuste inflictas et latas
merito formidantes ab omni favore dictorum rebellium et societatum
aliaque omnimoda novitate penitus abstinere curetis, dictum adven-
tum qui Deo previo cito erit, filiali patientia prestolantes. Nosque
cum in illis partibus erimus omnem discordiam, si quam cum pre-
fato legato forsan habebitis, dante Domino, curabimus radicitus
amovere et etiam ante dictum adventum omnem vestram iustam
querelam, si quam contra iamdictum legatum velitis proponere,
parati sumus audire et prout iustum et equum fuerit, exaudire.
Datum Avinione, .11. kalendas novembris, anno quarto.

39

1366, ottobre 31, Avignone.

Urbano V chiede al cardinal Albornoz di inviare la lettera acclusa
(cfr. n. 38), diretta ai Perugini, solo se lo ritiene opportuno.

Originale. Arch. Segreto Vaticano, Registri di U. V., Reg. vat.
248, c. 103v.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 145

Urbanus episcopus etc. venerabili fratri Egidio episcopo Sabi-
nensi, Apostolice Sedis legato, salutem etc. Propter quedam, que a
fidedignis et fidelibus nobis notificata fuerunt, scribimus dilectis
filiis Perusinis licteras quas et earum formam mittimus interclusas,
igitur dictas licteras si et prout expedire videris, facis presentari,
tuaque circumspecta prudentia omnem novitatem que nostrum
posset turbare adventum, quem multi maligni impedire conantur,
quanto tolerabiliter poteris studeas evitare, nobis quomodo ibunt
ista negotia celeriter rescripturus.

Datum Avinione, .rr. kalendas novembris, anno quarto.

40

1367, giugno 22, Perugia.

Lamberto di Guglielmo da Pietramala, conestabile, Niccoló da Bu-
scareto, conestabile, e Primerano di Torello dei Conti di Colle Galli,
podestà di Perugia, vengono rimborsati delle somme da essi anticipate
per riscattarsi dalla prigionia della Compagnia Bianca.

Copia semplice, contenuta in un fascicolo composto da 4 fogli
di carta, tenuti insieme da un filo bianco, inserito tra le cc. 6-7 del reg. 20
Conservatori della moneta, Exit. 1367. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del
Comune.

In nomine domini Amen. Inter alia que reperiuntur in quodam
libro cartarum pecudinarum, scripto et publicato partim manu in-
frascripti Nicolai et partim aliorum notariorum, continens in se
reformationes, provisiones, ordinamenta, precepta, electiones of-
fitialium et alias quamplures varias et diversas scripturas, infra-
scripte continentie et tenoris videlicet :

In nomine Domini amen. Hic est liber in se continens provi-
siones, ordinamenta, reformationes, precepta, electiones offitialium
et alias quamplures varias et diversas scripturas occurrentes offi-
tio prioratus artium civitatis Perusii, tempore offitii infrascriptorum
dominorum priorum artium dicte civitatis pro duobus mensibus,
videlicet mense maii et iunii, editus et compositus per me Nicholaum
Iohannis de Perusio notarium et nunc notarium infrascriptorum
dominorum priorum, sub anno Domini millesimo .cccrxvit., indic-
tione .v., tempore sanctissimi in Christo patris et domini domini

10

——— Ó M
+

TRERZE ENTI 146 MARIA PECUGI FOP

Urbani divina provvidentia pape v, diebus et mensibus infra-
scriptis. Qorum dominorum priorum nomina sunt hec:

Nicolaus Ugutii mercator

eee Dedi nai (Es s. Angeli

'Tavius Falcutii camsor

Dinolus Bindoli camsor portu pubzanne

Iacobus Piccioli mercator

Daniel Iohannelli petraiolus Dor EU LUrQer

Nicolaus Cole mercator

: : . Petri
Simon Cieccholi camsor pore o Bou

Vannolus Monutii spetiarius

Nicolaus Lelli calcolarius porte Solis

Nicolaus Iohannis notarius

Iohannes Amatutii numptius porte 5. Angeli

Singnum mei Nicolai Iohannis notarii.

Die .xxir. mensis iunii.

Domini priores artium civitatis Perusii, numero novem presentes
et in concordia existentes, in palatio eorum solite habitationis,
absente Iohanne Andrutii eorum sotio priore, ex omni auctoritate
et arbitrio eisdem ?) concessis a consilio camerariorum artium ci-
vitatis Perusii, habentes arbitrium ab adunantia generali populi
Perusini, ut constat manu mei notarii infrascripti et omni modo,
iure et forma quibus melius potuerunt, providerunt, ordinaverunt
et reformaverunt ac etiam expresse mandaverunt quatenus conser-
vatores monete comunis Perusii, vel saltim duo ex eis, sine alia ^)
apodissa, precepto vel mandato, de quacumque pecunia dicti co-
munis ad eorum manus perventa vel pervenienda, dent et solvant
et dare et solvere teneantur et debeant Lamberto Guillielmi de Pe-
tramala, olim captivo et detento per improbas gentes Anglicorum,
in servitium comunis Perusii tempore inoppinati casus debellationis
gentium comunis Perusii, .vi. centos florenos auri, sine solutione
vel retentione alicuius gabelle, pro redemptione sua de mani-
bus et carceribus dictorum Anglicorum. Aliquo statuto, ordina-

(a) Il testo ha eidem. (b) Z1 testo ha ala.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 147

mento vel reformatione contra loquentibus non obstantibus queque
ad predicta, sint et esse intelligantur sublata et revocata.

Die .xxII. mensis iunii.

Prefati domini priores, numero otto presentes et in concordia,
presentibus et non consentientibus Simone Cieccholi et Nicolao
Lelli prioribus eorum sotiis, ex omni auctoritate et arbitrio eisdem
concessis a consilio camerariorum artium super infrascriptis, haben-
tes arbitrium ab adunantia generali populi Perusini, ut constat
manu mei notarii infrascripti et omni modo, iure et forma quibus
melius potuerunt, providerunt, ordinaverunt et reformaverunt qua-
tenus conservatores monete comunis Perusii, vel duo ex eis, sine Il
alia apodissa, precepto vel mandato et sine solutione vel retentione In
alicuius gabelle, de quacumque pecunia dicti comunis ad eorum |
manus perventa vel pervenienda, dent et solvant et dare et solvere |
teneantur et debeant Mattaconti filio Nicolai de Buscareto olim ill
capto in servitium comunis Perusii et detento in carceribus et Ill
conpedibus per gentes improbas Anglicorum, pro redemptione fienda
per eum de dicto Nicolao suo patre de carceribus et manibus dic-
torum Anglicorum, nongentos nonaginta florenos auri, non obstante
statuto comunis Perusii loquente de gabella .xir. denariorum pro
quallibet libra solidorum, ex solutionibus fiendis per dictos conser-
vatores, nec aliquo alio quod in contrario loqueretur et non obstante
quod dicta pecunia esset ad usum alium deputata, quibus quoad
predicta sint et esse intelligantur totaliter derogata.

Eodem die prefati domini priores, omnes decem presentes et in.
concordia existentes, in palatio eorum solite habitationis, ex aucto-
ritate et arbitrio supradictis, et omni modo, iure et forma quibus. I
melius potuerunt, providerunt, ordinaverunt et reformaverunt ac: Ill
etiam expresse mandaverunt quatenus conservatores monete co-
munis Perusii, vel saltim duo ex eis, sine alia apodissa, precepto
vel mandato et sine solutione vel retentione alicuius gabelle, de
quacumque pecunia dicti comunis ad eorum manus perventa vel
pervenienda, dent ac solvant et dare et solvere teneantur et debeant
nobili militi domino Primerano, presenti potestati civitatis Perusii, |
olim capto per gentes improbas Anglicorum dum accederet in servi- |
tium comunis Perusii ad recuperationem civitatis Assisi, pro dampno
per eum passo occasione dicte capture et pro tallia quam solvit
eisdem Anglicis pro sua redemptione de carceribus dictorum Angli-
148 MARIA PECUGI FOP

corum mille florenos auri, non obstante dicto statuto loquente de
dicta gabella .xii. denariorum pro libra quallibet, solvendorum ex
solutionibus fiendis per dictos conservatores et non obstante quod
dicta pecunia esset ad usum alium deputata, nec aliquo alio gene-
rali vel spetiali quod in contrarium loqueretur.

Et ego Nicolaus Iohannis de Perusio, imperiali auctoritate no-
tarius et nunc notarius dictorum dominorum priorum, predictis
omnibus interfui et ea rogatus eorum mandato, scripsi et publicavi.

Extracta de cancellaria civitatis Perusii.

Ego Iacobus condam Bondi de Amelia, imperiali auctoritate
notarius et iudex ordinarius et nunc cancellarius civitatis Perusii
pro sancta Romana Ecclesia, manu propria me subscripsi.

(S.T.) Signum mei Iacobi notarii et cancellarii suprascripti.

41

1367, ottobre 23, Perugia.

Quietanza di 330 fiorini d'oro che il Comune di Perugia rimborsa
a Pimerano di Torello, podestà della città, per le cavalcature ed i
bagagli rimasti nelle mani degli Inglesi.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Conservatori
della moneta, Exit. 1367 (II semestre), reg. 19, c. 15r.

Ser Granius ser Baldi de Sancto Miniate procurator nobilis et
potentis militis domini Primerani olim Torelli de comitibus de Colle
Galli, honorabilis potestatis civitatis Perusii, ut de eius procuratione
potet manu ser Nicolay Marcoli notarii, fuit confessus et contentus
habuisse et recepisse et habuit et recepit, presentibus me notario et
testibus a dictis duobus conservatoribus solventibus ut supra no-
minibus, soluta primo gabella, trecentos triginta florenos auri, quos
recipere debet a dicto comuni Perusii pro emenda quinque equorum
et arnensium et armorum sibi domino Primenerano potestati et suis
familiaribus et militibus aceptorum et derobatorum per gentes
Anglicorum inimicas tunc comunis Perusii, dum accederet dictus
dominus potestas, mandato dominorum priorum artium civitatis
Perusii, ad civitatem Assisii pro recuperatione dicte civitatis.
IL COMUNE DI PERUGIA E LA CHIESA DURANTE IL PERIODO AVIGNONESE 149

42

1367, luglio 15, Perugia.

Quietanza di 100 fiorini d’oro, versati da alcuni ambasciatori del
Comune di Perugia a Francesco Bruni, segretario del papa, perché
curi gli interessi del comune stesso presso la Curia Romana. Segue
la trascrizione della ricevuta rilasciata dal Bruni il I° agosto.

Originale. Perugia, A.d.S., Arch. Storico del Comune, Conserva-
tori della moneta, Exit. 1367 (II semestre), reg. 19, c. 27r.

Petrutius domini Francisci et Tantinus Bramantis, cives Perusini
conservatores monete et averis comunis Perusii, ex auctoritate eis
in hac parte concessa a consilio dominorum priorum et camerario-
rum artium civitatis Perusii, auctoritatem habentes ab adunantia
generali populi Perusini, de quibus constat manu Nicolay Iohannis
notarii, elegerunt, nominaverunt et deputaverunt dominum Ugoli-
num Pelloli et dominum Petrum Vencioli, cives Perusinos presentes
et acceptantes, anbaxiatores comunis Perusii ituros in Curia Ro-
mana in numptios et ut portent et portare debeant et tradant et
tradere et solvere debeant caute et honeste prudenti viro domino
Francischo Bruni de Florentia protectori in Romana Curia comunis
Perusii centum florenos auri, secundum ordinem factum per dictos
dominos priores et camerarios, quos quidem florenos auri predicti
dominus Ugolinus et dominus Petrus confessi fuerunt habuisse et
recepisse et habuerunt et receperunt, a dictis conservatoribus pre-
sentibus me notario infrascripto et supradictis testibus occasione
predicta et secundum formam dicti ordinamenti, de quibus flore-
nis dandis ut supra fidem faciant et referant dictis conservatoribus
et de quibus fecerunt eisdem conservatoribus finem et refuta-
tionem.

Die .xxv. mensis augusti, supradicti dominus Ugolinus et do-
minus Petrus, numptii supradicti, retulerunt et produsserunt coram
dictis conservatoribus quamdam litteram scriptam, ut asseritur,
manu dicti domini Francisci Bruni protectoris et eius sigillo sigil-
latam, cuius quidem lictere tenor talis est videlicet :

«In Dei nomine amen. Anno Domini millesimo .cccrxvir., die
«primo mensis agusti.
150 MARIA PECUGI FOP

«Ego Franciscus Bruni de Florentia, domini nostri pape secre-
«tarius, confiteor me habuisse et recepisse a providis viris dominis
«Ugolino Pelloli egregio legum doctore et Petro Vencioli iurispe-
«rito, anbaxiatoribus comunis civitatis Perusii dantibus vice et
«nomine dicti comunis et pro ipso comune, florenos centum auri,
«ex abundanti eorum liberalitate et puro dono propter quod et
«alia me reputo dicto comuni perpetuis temporibus obligatum et
«ad cautelam predictorum anbaxiatorum hanc scripturam in Vi-
«terbio propria manu feci et meo sigillo sigillavi ».

MARIA Pecuci Fop

erat fl MD ES Bi od vut TTI LIRE [ox ord TIE op M ERA UESOA
RECENSIONI

HERMANN M. GOLDBRUNNER, Die Ubergabe Perugias an Giangaleazzo Visconti
(1400), in « Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und
Bibliotheken », B. 42/43 (Tübingen Max Niemeyer Verlag, 1964), S. 285-
369.

L'esigenza di una ampliata ed approfondita ricostruzione della storia
‘perugina, al lume di una esegesi critica delle fonti archivistiche ancora ine-
dite, direttamente riesaminate, viene, di giorno in giorno si puó dire, avver-
tita dagli studiosi con più acuta sensibilità, ed in attesa e preparazione di un
lavoro sistematico da programmare e svolgere necessariamente in « équi-
pe» non mancano validi contributi di ricercatori italiani e, cosa ancor piü
apprezzabile, stranieri. In proposito potremmo ricordare fra gli inglesi il
Potter e il Black, fra gli americani il Grundman, fra i tedeschi il Weigle, l'Ha-
gemann ed ora Hermann M. Goldbrunner, con una pubblicazione di rigoroso
impegno sulla resa di Perugia a Giangaleazzo Visconti nel gennaio del 1400,
condotta sulla scorta di tre lettere reperite in copia in un manoscritto miscella-
neo del sec. xv esistente nella Biblioteca Capitolare di Viterbo. Scoperta
quanto mai importante, come giustamente rileva l'Autore, poiché la consi-
stenza di documenti originali per quanto riguarda la corrispondenza ufficiale
del Comune di Perugia fra lo scorcio del Trecento e l'inizio del Quattrocento
è estremamente scarsa, e concerne per giunta solo le relazioni con la Curia
e con Milano, ma non con Firenze. Né d'altra parte va sopravalutata quella
fonte, pure preziosa, che sono i « Consigli e Riformanze », senza lacune per
questo periodo, ma ove gli scopi e gli intenti di ambascerie e trattative ven-
gono spesso adombrati sotto formule generiche come « Pro certis arduis ne-
gotiis ». Si aggiunga che i registri della Cancelleria fiorentina risultano per il
periodo considerato estremamente lacunosi, mentre quelli della Cancelleria
dei Visconti mancano quasi senza eccezione, presumibilmente distrutti con
la costituzione della Repubblica ambrosiana. Tali gravissime perdite sono,
per fortuna, compensate in parte dalle numerose copie che l'impulso umani-
stico a riprodurre, quale modello di stile, la corrispondenza ufficiale di comuni
e signorie ci ha fatto pervenire. A questa amorosa cura dei contemporanei
si deve, ad es., la conservazione in copia di tutta una serie di lettere di Coluccio
Salutati e del cancelliere bolognese Pellegrino Zambeccari. Cosi è anche per

— >

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IMLVERNOZRZDMOICELYWNZLTUITURTCT€TIYUIT
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152 RECENSIONI

le tre lettere scoperte dal Goldbrunner a Viterbo, delle quali le prime due pro-
vengono dalla Cancelleria fiorentina, e ci sono state tramandate anche in
numerosi altri manoscritti miscellanei, mentre la terza, compilata a Perugia,
sembra essere conservata solo in questa copia.

La prima delle tre lettere, in data 25 gennaio 1400, è indirizzata da Fi-
renze al marchese Niccolò III di Ferrara, per fargli presente come « inclitus
ille quondam populus Perusinus, ecclesie pugil libertatisque non vindex et
defensor solum, sed acerrimus expugnator, sub ducis Mediolani iugum mise-
rabiliter est perductus » e per chiedergli di indurre Venezia ad intervenire
per liberare Perugia: «... Quamobrem excitate Venetos, caput lige (la lega
stretta contro Milano il 21 marzo 1398 fra Venezia, Firenze, Bologna, Pa-
dova, Ferrara e Mantova) a CRE vocent socios et simul congregent
sine more dispendio colligatos.

Nella seconda, in data 18 i 1400, si esortano i Perugini a riacqui-
stare la libertà anche a costo della guerra: «... Ponite vobis ante oculos li-
bertatem et servitutem, ponite vobis et bellum! Horum trium duo vobis
oportet eligere : vel simul habenda servitus atque bellum vel libertas cum
belli molestia conservanda. Quid eliget vestra fraternas ?... ». Firenze
offre soccorsi e la conclusione di una lega: «... Habebimus immediate ca-
pitaneum et gentes, que vobis et nobis abunde sufficient ad defensam, ex
quibus secundum electionem vestram, quanto requiret vestra securitas
semper habebitis. Nostros autem oratores cum mandato firmande lige subito
remittemus . .. ».

La terza lettera, non datata ma inviatacertamente subito dopo la resa,
contiene la risposta di Perugia, che ringrazia Firenze per l'aiuto offerto e
giustifica la propria dedizione al Visconti: «... ut haec civitas tam diu la-
cessita quiesceret, plena antiquis cicatricibus et recentibus saucia ictibus
impensis iniuste — qui enim dolet, meminit — Liguistice potentie pro
nostrorum liberorum civitatisque totius salute tamquam ad libertatis tutri-
cem duximus adherendum...». L'importanza del documento consiste
nella giustificazione ufficiale che i responsabili perugini della cosa pubblica
danno della «translatio dominii », che tutte le fonti finora conosciute giudica-
vano e condannavano dal punto di vista fiorentino.

Goldbrunner rileva poi i pregi di lingua e di stile delle tre lettere, per le
prime due delle quali non é azzardata l'ipotesi di una attribuzione allo stesso
Coluccio Salutati, che già in altre occasioni si era battuto in difesa delle libertà
comunali contro l'espansionismo milanese. È anche lecito ipotizzare che le
erdoo siano opera di due discepoli di Coluccio, Leonardo Bruni e Poggio Brac-
ciolini, in quel tempo presso la Curia viterbese. Autore della risposta potrebbe
essere stato Lodovico di Jacopuccio Tommasoni, di Rieti, a quel tempo can-
celliere perugino, o l'« Abbreviator Reformationum » Francesco da Monte-
pulciano, ma il tono della lettera, particolarmente enfatico nell'ultima parte,
con l'appassionata esaltazione di Giangaleazzo idealizzato come luminosa

E RV S fl I SS ATE TREO fee EROINA

—— — *»——
RECENSIONI 153

figura di difensore della libertà e degli oppressi, suggerisce piuttosto il nome
di Galieno Palmiero di Terni, coadiutore prima e successore poi di Francesco
da Montepulciano, amico del Salutati e per molti anni figura rilevante a
Perugia, ove dal 1402 al 1412 fu anche cancelliere.

Il problema della redazione di questa lettera rimane comunque inso-
luto : di certo si può solo osservare, e non è poco, come lo spirito dell’Umane-
simo, con la forza del suo linguaggio e la coloritura delle sue immagini fosse,
agli inizi del sec. xv, già profondamente penetrato nella nostra città.

L’A. delinea infine, anche sulla scorta di materiale ancora inedito degli
Archivi di Stato di Firenze e Perugia, il quadro storico degli avvenimenti
che condussero alla capitolazione di questa, avvertendo che uno studio ac-
curato sulle relazioni fra Perugia ed il mondo politico italiano di quel tempo
è ancora da compiersi e che pertanto si è ben lungi dal poter dare giudizi
esaurientemente documentati. Certo è che la politica di equilibrio e di disim-
pegno che la Serenissima condusse sullo scorcio del sec. xv, preoccupandosi
soprattutto di mantenere l’egemonia nell’Italia Settentrionale, consentì
a Giangaleazzo di realizzare le sue mire espansionistiche verso il centro della
Penisola. Venezia nel marzo 1398 era sì entrata, con Firenze e Bologna, nella
lega antiviscontea, ma due mesi dopo, nel maggio, stipulava una tregua di
dieci anni con Milano, in aperto contrasto con i desideri e gli interessi di Fi-
renze, nei confronti della quale rivendicò sempre una piena autonomia di
iniziativa politica. Così il Visconti poté tranquillamente attendere all’attua-
zione dei suoi piani di conquista, intesi ad isolare ed accerchiare Firenze,
acquistando nel 1399 Pisa, ricevendo subito dopo la «translatio dominii »
di Siena e giungendo infine a Perugia, ove l’assassinio di Biordo Michelotti
aveva rinfocolato discordie e rancori, su cui giocavano gli interessi di Boni-
facio rx, protettore dei nobili esiliati nel 1393, e di Firenze, che fin dalla se-
conda metà del secolo sosteneva con Milano un’aspra gara per attrarre
Perugia nella sua zona d’influenza. Il controllo del centro umbro signi-
ficava, oltre tutto, la sicurezza delle comunicazioni tra Firenze e Roma, e
pertanto la diplomazia fiorentina fece ogni sforzo per riconciliare Perugia
con il Papa e per metterla in guardia sui pericoli di un’alleanza con Milano.
La spuntò Giangaleazzo, dopo ribellioni, cospirazioni e torbidi d’ogni genere
che i nobili fomentavano nei castelli (Brufa, Montemelino, Compignano,
ecc.) sotto la guida di Braccio Fortebracci, con l’appoggio del Papa e dei Fio-
rentini, al fine di porre le premesse per una decisa azione di riconquista del-
la città.

A] giungere delle truppe del duca i Perugini fecero festa, dice il Pellini,
ma il Bonazzi osserva che «se vi fu allegrezza, fu quando gli ambasciatori
tornarono da Milano coi capitoli e col denaro ». I vantaggi economici, in verità,
ebbero il loro peso determinante nell'accettazione della «translatio »: il po-
polo tripudiò quando, in esecuzione di un capitolo di pace, fu bruciato in piaz-
za il libro pubblico dei debitori del governo.

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154 RECENSIONI

Perugia rimase ai Visconti fino al 1402, quando la vedova del duca,
fatta pace con Bonifacio ix, gli restituì la Città assieme a Bologna ed Assisi.

Il Goldbrunner termina il suo interessante ed accurato lavoro con l'edi-
zione critica delle tre lettere e l'indice dei nomi dei personaggi ricordati.

Lopovico SCARAMUCCI

Nino CARBONERI, Ascanio Vitozzi, Un architetto fra Manierismo e Barocco,
Roma, Officina Edizioni, 1966, pp. 241, fig. 207, L. 6.000.

Ascanio Vitozzi nacque a Baschi nel 1539 ; recatosi adolescente nella
vicina Orvieto, iniziò lo studio delle discipline architettoniche osservando
quanto allora progettavano e realizzavano Raffaello da Montelupo e Simone
Mosca : la produzione archittetonica di entrambi oscillava fra un manieri-
smo di marca sansoviniana e modi appartenenti al repertorio michelangio-
lesco. Successivamente, Ascanio completò la preparazione artistica studiando
i monumenti del Rinascimento in Umbria, come la Consolazione di Todi
la quale costituirà poi un costante punto di riferimento nella produzione vi-
tozziana, e seguendo soprattutto l’insegnamento del Vignola in Roma.

Onde la formazione artistica del nostro architetto avvenne essenzialmente
nell’ambito di questa scuola di pretta marca romana. Tuttavia, l’attività
costruttiva del Vitozzi si esplicò alla corte sabauda di Carlo Emanuele I;
qui egli si recò nel 1584, iniziando immediatamente a produrre nel campo
dell’architettura religiosa.

Prima di accennare, però, a quanto egli compì nel campo sopra citato,
non è possibile non porre in evidenza il brillante curriculum militare che con-
tribui, sorprendentemente, a completare la personalità architettonica del
nostro personaggio : egli fu un uomo dalla poliedrica attività, che partecipó
in veste di protagonista ai maggiori avvenimenti politico-militari dello scor-
cio del xvi secolo.

Trattasi quindi di una personalità viva, che ha cioè pienamente vissuto
il suo tempo, e che sembra tagliata su misura per prestare i propri servigi,
nella duplice veste di capitano d’artiglieria ed architetto di vaglia, all’irre-
quietissimo duca Carlo Emanuele I di Savoia.

Per inciso si potrebbe anche concludere che ancora sulla fine del xvi se-
colo si manteneva viva nell’Italia centrale la tradizione dei capitani di ventura
che partendo dagli umilissimi, sconosciuti borghi natii, si ponevano al servizio
dei vari sovrani o principi capi si Stato europei, riuscendo di frequente a sa-
lire al vertice della carriera militare. Ma ritorniamo al Vitozzi: a trentadue
anni lo troviamo arruolato nell’armata cristiana a Lepanto e subito appresso
alla conquista del Portogallo, nell’esercito di Filippo II di Spagna. RECENSIONI 155

Nel 1584 si recò, come sopra è stato accennato, a Torino : qui partecipò
alla conquista del Marchesato di Saluzzo ; ; poi, nel 1594, diresse l'attacco di
Bricherasio, con a fianco il nipote di Witozio! e comandò le batteria alla presa
di Lucerna.

La prima guerra di successione del Monferrato ebbe in Ascanio uno fra
i capitani più impegnati.

Verso il 1588 ispezionò le fortificazioni di Barcellonnette Le Lauzet,
Nizza, Antibes, S. Paolo di Vence, Cannes, proponendo dovunque modifiche
e miglioramenti di quegli impianti difensivi.

Accanto a questa intensa attività nel campo bellico egli andava intanto
sviluppando la sua opera di insigne architetto, precorritore, per molti versi,
della successiva esperienza borrominiana ; il guerriero, all’occorrenza, sapeva
trasformarsi in poeta.

Esordì nel 1584 costruendo in Torino la Chiesa di S. Maria al Monte dei
Cappuccini, ove è evidente quanto egli sia stato sensibile al precedente della
Consolazione tudertina : anche qui, infatti, la chiesa spazia sulla sommità di
un colle ; anche qui viene stabilita una stretta correlazione fra architettura
e circostante paesaggio. La chiesa inoltre fornisce accenti che già preludono
al Borromini: è chiaro pertanto che il grande maestro ticinese sintetizzò
nella propria audacissima ed innovatrice lezione artistica istanze architetto-
niche poste in forma ancora imperfetta da inquiete personalità che storica-
mente si collocano fra epoca manieristica ed epoca barocca, come è appunto
il caso del Vitozzi.

Nel 1596 iniziò la realizzazione, che condusse solo per l’intero piano
inferiore, del Santuario della Madonna di Mondovì a Vicoforte, opera inno-
vatrice nel quadro dell’architettura piemontese di quel tempo, per la quale
l’evocazione di uno spazio così «romano » era del tutto inconsueta.

Al Vitozzi spetta poi la concezione dell'impianto del Palazzo Reale di
Torino e del Casino del Bastione verde, dipendenza del Palazzo stesso, per
la cui progettazione egli strasse ispirazione dai pavillons dei castelli francesi.

Particolari e frammenti di sicura ispirazione vitozziana si ritrovano
anche nel Palazzo Madama. Agli inizi del xvir secolo lo troviamo impegnato
nel tracciare le grandi direttrici urbanistiche del futuro sviluppo della città
di Torino e nel portare a compimento le sue ultime due grandi opere : La
Chiesa della SS. Trinità, a schema triangolare preludente ancora — e in forma
più marcata — a raffigurazioni architettoniche tipiche della successiva pro-
duzione borrominiana ed il parco di Viboccone. Morì a Torino nel 1615.

L’esperienza architettonica del Vitozzi inizia quindi con saggi critici
tendenti al miglioramento di un repertorio di forme, di una grammatica ar-
tistica che verso la metà del xvi secolo era diventata di comune acquisizione
«ed applicazione.

Egli ben presto corresse e chiarificó questi caratteri stilistici sotto l'in-
fluenza dei numerosi studi compiuti nel campo dell'arte fortificatoria. Una

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156 RECENSIONI

ulteriore chiarificazione del repertorio formale fu operata dal Vitozzi tramite:
la lezione ricevuta dal Vignola. Arrivò infine a piena maturazione artistica
realizzando edifici di grande equilibrio compositivo, sobriamente ed elegan-
temente decorati, sì che l’amore per l’ornato non pone mai in secondo piano
il risultato raffigurativo, nè tanto meno nasconde l’anelito verso il raggiungi-
mento di nuove concezioni di spazio precorrenti talvolta la esperienza del Bor-
romini. È infine notevolissimo che il Vitozzi cerchi sempre di stabilire chiari
rapporti fra l’edificio e l’ambiente circostante. L’eredità del Vitozzi, in To-
rino, fu raccolta dal messinese Filippo Juvarra.

Il libro che Nino Carboneri ha dedicato a questa luminosa figura di ar-
chitetto, probabilmente quasi sconosciuto anche nella regione ove egli nac-
que, ha il merito di far conoscere una brillante personalità dal poliedrico
ingegno, sinora non inquadrata, anzi sfuggita alla critica architettonica del-
l’epoca manieristica.

Ci sembra però che nel libro, pur ricchissimo di riferimenti storici e re-
cante una vastissima illustrazione grafica e fotografica, si sarebbe potuto me-
glio correlare il contenuto tra le varie fasi della produzione vitozziana ed evi-
denziare le opere di sicura attribuzione rispetto a quelle ove, invece, la perti-
nenza all’artista non può essere stabilita con dati di fatto ineccepibili. Resta
tuttavia all’autore il grande merito di aver colmato una notevole lacuna
nel campo della storia dall'architettura e di aver riscattato dall'ombra di
una generica e sommaria conoscenza una delle figure più luminose, nel cam-
po artistico dell'Umbria.

RENZO PARDI

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Necrologi

FAUSTO ANDREANI

Fausto Andreani nacque a Perugia nel 1893. Suo padre,
Francesco Andreani, fu uomo dal vivido ingegno e dalla solida cul-
tura, avvocato civilista, che ebbe a trattare, in un periodo di quasi
vent’anni, dal 1910 al 1930, gli interessi patrimoniali di buona parte
delle famiglie perugine.

Francesco Andreani era stato anche politicamente impegnato,
con molta vivacità, nelle correnti radicali repubblicane che non eb-
bero, allora, la comprensione e i seguaci che avranno invece con le
generazioni della seconda guerra mondiale. Candidato della coali-
zione dei partiti popolari (repubblicani, radicali e socialisti) fu infatti
sconfitto, nelle elezioni del 1910, per il 1° Collegio di Perugia, dal
liberale-monarchico Gallenga.

Il figlio Fausto fu quindi educato a chiari orientamenti politici
e naturalmente venne indirizzato agli studi giuridici, che concluse
a Roma, all’insegnamento di Vittorio Scialoja.

Interrotti gli studi universitari, allo scoppio della prima guerra
mondiale, Fausto Andreani partì volontario come soldato semplice.

Finita la guerra e laureatosi a Roma, s’inserì in quel gruppo di
giovani che, indirizzati da Gaetano Salvemini, si impegnarono al
riesame critico delle ideologie politiche allora tradizionali.

Con un acuto e completo studio sulla Legislazione sociale in Ita-
lia, pubblicato dal periodico « La Voce » nel 1921, con prefazione di
Salvemini, Fausto Andreani anticipò idee e programmi che avrebbero
formato oggetto delle premesse normative in materia trent'anni
dopo : il diritto di tutti i cittadini di essere protetti nella vita e
nel lavoro e l’intervento dello Stato in questa tutela.

Gaetano Salvemini lo definì, a proposito di questa opera, « un
critico penetrante e coscienzioso ».

A sua volta, Piero Gobetti, pur essendo di avviso contrario al-
lingerenza dello Stato in materia di assicurazioni sociali, perché
organismo costituzionalmente « malato di politica », così commen-
tava l’opera: «F. Andreani ha dedicato uno dei migliori volumi

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CIUITATES 158 NECROLOGI

che la letteratura italiana possegga sull’argomento a indagare le cor-
renti d’interessi più o meno confessabili che hanno cercato di svuo-
tare le nostre leggi di ogni sincero contenuto sociale» («La Rivolu-
zione Liberale », anno r, n. 8, 9 aprile 1922, p. 32).

Alseguito di Gobetti, Fausto Andreani firmó il « Manifesto di
Rivoluzione Liberale », che fu il fondamentale documento program-
matico di quella corrente, rinnovatrice di ideali e di sistemi politici,
sociali ed economici, che muovendo dal pensiero di Salvemini tentava
di dare alla veste liberale un corpo nuovo, giovane e rivoluzionario.

Nell'editoriale del primo numero di «La Rivoluzione Liberale »,
nell'appello agli amici de « L'Unità » — giornale fondato e diretto.
da Salvemini fino al 1920 — Gobetti scriveva : « Mentre « LUnità »
tace, noi, che ci formammo una coscienza politica dei problemi
concreti alla sua scuola, crediamo di poter raccogliere gli uni-
tari alla nostra opera di studio e di libera critica : Salvemini, Prez-
zolini, Einaudi, Savelli, Ansaldo, Emery, Formentini, Andreani,
Stolfi e gli altri migliori, con altri giovani maturatisi a severa di-
sciplina nella loro solitudine, lavorano con noi ».

L'avvento delle intemperanze fasciste colpi «in corpore » la
famiglia Andreani.

Francesco, il padre, che con il suo spirito intransigente e ardito
non si peritava di esprimere le sue idee di libertà, fu percosso brutal-
mente dalle squadracce; Fausto, meno impulsivo, si rinchiuse nel
silenzio, dedicandosi interamente alla professione forense, rima-
nendo «sorvegliato speciale» e «in lista ».

Dotato di una eccezionale capacità di lavoro si applicava instan-
cabile 10-12 ore al giorno allo studio. Scriveva e leggeva moltissimo.

La sua biblioteca si arricchiva di centinaia di volumi : ne ha lasciati
circa ottomila.

Civilista di indole, oltre che di elezione, appunto per il suo ca-
rattere riflessivo, per il gusto della ricerca speculativa, fu esclusi-

vamente — può dirsi — dedicato, nella professione, a questo settore.
Nella ricerca, lo interessavano particolarmente gli studi socio-

logici, retaggio del maestro Salvemini, e quelli di diritto internazio--

nale privato e comparato. Questi ultimi lo portarono poi a divenire

uno dei più noti specialisti italiani di diritto matrimoniale ; nell’ar-
chivio del suo studio sono conservati quasi mille «dossiers» di

procedure matrimoniali.
Pur avendo studio anche a Roma e pur potendo facilmente
optare, all'apice della sua carriera di avvocato, che lo vedeva in.
NECROLOGI 159

relazione con tutta Italia, per un trasferimento nella capitale, con
le migliori prospettive, preferì restare nella sua città, che amava
moltissimo, per le sue vecchie pietre, per la provinciale tranquilla
vita che egli, certamente non affetto da provincialismo, stimava
serena e riteneva accogliente, forse perché ne rimaneva sostanzial-
mente distaccato. D'altra parte è indubbio che, in quanto rifug-
giva da tutto ciò che fosse insincero e disordinato, preferisse la vita
quotidiana in un ambiente, pur ristretto ed a volte meschino, di ‘cui
tuttavia sapeva con chiarezza misurare i limiti. Ciò forse gli permet-
teva di dedicarsi al suo lavoro indisturbato, senza problemi di inse-
rimento.

Conosceva la distrazione e la dispersione delle grandi città
e dopo i frequenti, ma brevi, contatti con Roma e Milano, rientrava
a Perugia, rinchiudendosi nel suo studio, con le grandi finestre aperte
sulla piazza bellissima.

«Sono stato appartato per lunghi anni a meditare », diceva.

« Meditare » gli era espressione cara e consueta e ne usava op-
portunamente per se stesso e per gli altri. «I giovani meditino »
soleva ammonire. « Meditare » significava rifuggire dalla superficialità,
dall’improntitudine, dalla faciloneria.

Le sue comparse ed i suoi scritti erano letti e riletti, corretti e
«meditati». Si preparava sempre allo svolgimento di una tesi giu-
ridica con un’accuratissima consultazione di testi. Eppure era tut-
t'altro che un quieto, che un lento: non perdeva mai tempo, il suo
lavoro era sempre a ritmo pressante.

Ebbe, da giovane e nell'età matura, contatti molteplici, con
molti ambienti, in molte regioni d'Italia e all'estero. Gli incontri
lo entusiasmavano sempre: era facile per lui inserire nel rapporto
professionale un rapporto di amicizia, con il collega, con il cliente.
Stabilire un dialogo con l'amico e con l'avversario era per lui una
regola: un dialogo che fosse aperto, fecondo scambio di opinioni,
senza preconcetti, senza personalismi.

se l'integrità dell'animo e la coerenza delle idee fecero di lui
un uomo socialmente e professionalmente apprezzato, conquistan-
dogli stima e devozione, la sua umanità aperta e sensibile gli creó
amicizie profonde e costanti.

Quelle regole e quei principi volle assolvere scrupolosamente
quando si trovó ad amministrare la cosa comune, divenendo Sindaco
di Perugia, subito dopo la caduta del fascismo, alla liberazione.

In quelle difficili contingenze, non solo seppe placare gli animi,
160 NECROLOGI

ma riuscì a stabilire rapporti di aperta e sincera collaborazione, senza
odii e rivalità, fra tutti i membri della Giunta che allora, essendo
designati dal C.L.N., erano i rappresentanti di tutti i partiti.

Iscritto al Partito Liberale, ne fu membro dell’esecutivo, sotto
la presidenza di Benedetto Croce. Sperava di ritrovare, nel nuovo
partito laico, quell’ansia di rinnovamento che il movimento di « Ri-
voluzione Liberale » aveva saputo a suo tempo creare.

Coerente ai suoi ideali, affermava la necessità della libertà po-
litica ed economica.

Nello stesso tempo auspicava il superamento del nazionalismo,
la collaborazione internazionale, con vera e profonda coscienza eu-
ropeistica.

Fin da giovane le sue idee sulla necessità di denazionalizzare
e deprovincializzare l'economia furono modernissime e aperte.

Nel 1920 scriveva: «La collaborazione economica tra nazioni
alleate e amiche è una necessità inerente alla collaborazione politica,
la quale non è possibile senza che si stringano legami industriali e
commerciali d’ogni genere, che escludano gretti pregiudizi naziona-
listici ».

Dopo quasi 40 anni, le sue idee stavano attuandosi e commen-
tava :

«Pensando ad un mercato comune europeo, noi non possiamo
limitarci a considerare solo la così detta « piccola Europa », ma dob-
biamo esaminare con pazienza e perseveranza se il mercato comune
può estendersi alla Gran Bretagna e al vasto Commonwealth » (In-
tervento al Congresso Internazionale di studi della Ceca. Stresa, 31
maggio-9 giugno 1957).

Sensibile e preveggente quindi nella impostazione più moderna
dei problemi di politica economica internazionale, nutriva una con-
vinta sfiducia nell’organizzazione statuale nazionale, per cattiva
amministrazione, per inguaribile lentezza, deficienza e corruttibilità
della burocrazia.

« Il rapporto costante necessario tra spesa e impresa, fra spesa
e risultato deve essere uno dei canoni fondamentali di uno Stato
ben amministrato ». (Dialogo sul metodo liberale, settembre 1954).

Auspicava l'avvento del regionalismo, reputando la Regione
un organo amministrativo più immediato e sensibile.

«Ogni agevolazione di credito e fiscale va attuata regional-
mente, in modo assolutamente decentrato, ad evitare favoritismi,
dispersioni, costi eccessivi di gestione ».

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NECROLOGI 161

Denunciava in chiari termini le « forme meticcie di un socia-
lismo di Stato che allignano in Italia, che creano feudi e feudatari eco-
nomici, incontrollati, dispersivi di centinaia di miliardi mentre ogni
cittadino è disorientato da leggi fiscali e previdenziali mal fatte e
confuse, che creano una litigiosità statale abnorme ».

Suggeriva, per combattere i monopoli industriali, di creare
un « proletariato azionario » più che « nazionalizzazioni antiecono-
miche che accrescono burocrazia, incontrollata e incontrollabile ».

Ribadendo il suo credo politico, così scriveva in una lettera
aperta a Mario Pannunzio nel settembre 1954:

« A mio avviso il liberalismo innovatore (questa parola mi pare
riassuma il nostro programma adeguatamente alle esigenze odierne
e in sostanza equivale alla qualifica di riformista proposta da Cro-
ce, o di rivoluzionario affermata da Gobetti) occorre che affronti
tutti i complessi problemi di uno Stato moderno, con precisione,
con completezza, ma anche con costanza ». Aggiungendo:

« Tal liberalismo innovatore deve uscire dalle discussioni astratte
di destra e di sinistra, deve affrontare tutti i problemi concreti con
la serietà che i grandi maestri ci hanno insegnato. La vita dello
Stato moderno è complessa e tecnicamente difficile ». E concludeva:
«La mia esperienza mi insegna che solo affrontando i problemi
concreti, mordendo la realtà, come diceva Salvemini, si creano ade-
sioni e solidarietà inaspettate, proprio in quei medi ceti di cui tutti
parlano, ma di cui nessuno seriamente, sinceramente sì interessa
con la costanza e competenza indispensabile in un paese distratto
quale è l’Italia ».

Da quanto si è detto di lui, da quanto si è riportato del suo
pensiero e dei suoi scritti risulta che non era nè un quieto, nè un
placato. A volte si faceva aggressivo e nello stesso tempo poteva
sembrare un idealista, ma al confronto dei fatti, gli si debbono ri-
conoscere delle qualità di precursore ; nè tali qualità debbono at-
tribuirsi soltanto a felici intuizioni, ma a convinzioni razionali e
coscienti.

A chi lo conobbe, nella età matura, poteva apparire, a volte, di-
stratto, concentrato nei suoi pensieri ; poi ci si accorgeva che aveva
seguito l'interlocutore e le sue parole, vagliando l'uno e «medi-
tando » le altre.

Fausto Andreani era socio aggregato della Deputazione di

Storia Patria per l'Umbria.
M. C.
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NECROLOGI

SCRITTI DI FAUSTO ANDREANI

I) DIRITTO COMPARATO ED INTERNAZIONALE

Eseguibilità in Italia delle sentenze straniere, « Foro Umbro », Perugia,
1924.

La responsabilità extracontrattuale nel diritto anglo-americano, in « Diritto
e pratica commerciale », Padova, 1932, n. 5.

Il « Lien » nel diritto inglese e la ritenzione nel diritto italiano, in « Rivista
di Diritto Privato », Padova, 1933, n. 2.

La eseguibilità in Italia di sentenza straniera che annulli un matrimonio:
concordatario, in « Rivista di Diritto Matrimoniale », Milano, 1942, n. 5.
Annullamento di trascrizione di matrimoni concordatari e giudizi d'inter-
dizione all'estero, in « Foro Italiano », 1942, fasc. 13-14.

Sulla dichiarazione di efficacia in Italia di sentenza sammarinese, in « Si-
nossi Giuridica » Ottobre 1943, 611.

Sulla competenza nel giudizio di delibazione, in « Monitore dei Tribunali ».
Milano, 1948, 45.

Sulla esecutorietà dei giudicati stranieri su matrimoni concordatari, in.
«Monitore dei Tribunali », Milano, 1948, 171.

Un singolare caso di delibazione, in « Monitore dei Tribunali » Milano,
1948, 314.

Sentenze titine, in « Monitore dei Tribunali », Milano, 1948, 16.

Sulla convenzione Italo-Austriaca del 6 aprile 1922 (Legge 13 dicembre:
1923, n. 3281), Torino, 1950.

La nazionalizzazione dell'industria elettrica in Francia, in « Monitore dei
Tribunali », Milano, 1951, n. 17.

Sulla eseguibilità in Italia delle sentenze estere in relazione al nuovo co-
dice di procedura civile, Benucci Perugia, 1952.

Influenza del Diritto romano nel Diritto inglese, Perugia, Benucci, 1953,
La esecutorietà in Italia delle sentenze di divorzio, in «Monitore dei
Tribunali », Milano, 1954, 6.

Sulla attuazione in Italia del divorzio tra stranieri, in «Monitore dei
Tribunali », 1954, 12.

Sulla eseguibilità in Italia delle sentenze estere, 6* edizione, Perugia, 1956.
Appunti per l’arbitrato interno ed internazionale, Camera Commercio
Interregionale, 1957.

Per due orientamenti europei : I. Libera Concorrenza ; II. Accordi con l'In-
ghilterra, Roma, 1959.
NECROLOGI

II) DIRITTO CIVILE

A) Famiglia e Successioni

20) Sulla nullità del matrimonio, in « Foro Umbro », Perugia, 1934.

21) La revoca tacita dei testamenti, in « Monitore dei Tribunali », Milano'1935,
728.

22) La rappresentazione delle successioni testamentarie, in « Foro Umbro »,
Perugia, 1936, n. 7.

23) La conversione degli atti giuridici ed in particolare nei testamenti, in « Giu-
risprudenza Italiana», Torino, 1938.

24) Impugnativa di olografo ed effetti sulla divisione fra coeredi legittimi e
testamentari, in «Rivista di diritto matrimoniale e dei rapporti di
famiglia », Milano, 1939, I.

25) Sulla ingiuria grave nella separazione di coniugi, in «Foro Italiano »
Roma, 1960, col. 1422.

B) PROPRIETÀ, OBBLIGAZIONI, SOCIETÀ

26) La mediazione negli affari civili, in « Diritto e pratica commerciale », Pa-
dova, 1927, 3.

27) Sulla interpretazione dei contratti, in « Diritto e pratica commerciale »,
1934, 5, Padova, 1927.

28) Limiti dell'attività del buon padre di famiglia, in « Diritto e pratica com-
merciale » Padova, 1932, 4.

29) Novazione, delegazione e indicazione di pagamento, in « Diritto e pratica.
commerciale », Padova, 1933, n. 2.

30) I contratti di fornitura elettrica e il fallimento dell'utente, in « L'energia.
Elettrica » Roma, 1932.

31) Il privilegio del fornitore di energia elettrica sul rimborso delle tasse, in.
« Diritto e pratica tributaria », Padova, 1934, III.

32) La responsabilità automobilistica (Giurisprudenza comparata), in « Diritto

. e pratica commerciale », Padova, 1935, n. 4.

33) Le condizioni fisiche del responsabile di fatto colposo, in « Foro Umbro »,
Perugia, 1935, X.

34) In tema di servitù di elettrodotto, in «Diritto e pratica commerciale »,
Padova, 1936, 4.

35) Assicurazione contro la responsabilità civile, in « Giurispondenza Italiana »,

1937; 13.
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36) Sulla responsabilità civile della pubblica amministrazione e del podestà, in
« Rivista di diritto e pratica commerciale », Padova, 1937, n. 1.

37) Sulla fideiussione a termine, «Diritto e pratica commerciale », Padova,
1937; 3.

38) La responsabilità degli automobilisti, in « Realtà», Milano, 1938.

39) L'evoluzione della proprietà privata, in « Diritto e pratica commerciale »,
Padova, 1938, 2.

40) Sulla validità della clausola oro, in « Diritto e pratica commerciale », Pa-
dova, 1938, 5.

41 Presupposti e limiti della evizione, in « Diritto e pratica commerciale », Pa-
dova, 1939, 6.

42) Sul privilegio degli artefici, in « Diritto e pratica commerciale », 1939, 7.

43) L’evoluzione della responsabilità civile, Milano, 1953.

44) Azioni di disturbo nelle società azionarie, « Monitore dei Tribunali », 1953,
n. 14, Milano, 1953.

45) Sul progetto del nuovo codice stradale, in « Diritto Automobilistico » Mi-
lano, 1955, 8.

46) Sulla assicurazione obbligatoria automobilistica, in « Atti 3° congresso
internazionale A.C.I. », Perugia, 1956.

47) Sulla legge stradale del 1952, (Convenzione di Ginevra), in « Rivista di
Diritto Civile », Padova, 1957, 4.

48) Sulla natura del diritto di autore, in « Rivista di Diritto commerciale »
Milano, 1958, n. 1 e 2.

49) Il diritto industriale e gli scritti di Mario Rotondi, in « Sinossi giuridica »,
Roma, 1959, n. 693.

III) DIRITTO PROCESSUALE

50) I provvedimenti di volontaria giurisdizione, Perugia, Guerra, 1933.

51) Sulla competenza « Forum rei sitae », in « Monitore dei Tribunali », Milano,
1935, 7.
52) Per la riforma dell'arbitrato, in « Monitore dei Tribunali », Milano, 1954, 20.

IV) DIRITTO PUBBLICO E SOCIOLOGIA

53) Il privilegio fiscale dei sindacati mutui, in « Foro Italiano », 1919, III fasc.
54) Saggi critici sulla legislazione sociale in Italia (con prefazione di Gaetano
Salvemini), La Voce editrice, Firenze, 1921. í
NECROLOGI 165

55) Natura giuridica delle parrocchie, in «Monitore dei Tribunali», 262,
Milano,1947.
56) Statistica e matrimoni, in « Monitori dei Tribunali », Milano, 1959, 20.

V) PoLITICA E NOTE VARIE

57) L’arte umbra, Selci, Pliniana, 1944.

58) Opera e propositi della prima amministrazione comunale di Perugia li-
berata, Perugia, Santucci, 1945.

59) Per la Magistratura, in «La Toga », Napoli, 1946.

60) Per l' Unione forense italo-francese, in « La Toga », Napoli, 1948.

61) Il centenario della confederazione elvetica, Rotary Club Perugia, 7.

VII, 1948.
62) L'azione internazionale del Rotary e dellUnesco, Perugia, Donnini,
1948.

63) Problemi e sviluppi dell’artigianato umbro, in « Bollettino della Ca-
mera di Commercio », Perugia, 1949, 10.

64) Rilievi sulle assicurazioni sociali in Italia, Rotary Club Perugia, 18.
III. 1952.

65) Per l’artigianato umbro, Perugia, Guerra, 1953.

66) Europa unita e libera, Città di Castello, Arti Grafiche 1953.

67) Per un Centro internazionale dei Magistrati a Perugia, Perugia, 1954.

68) Sul metodo liberale, Perugia, 1954.

69) Sul diritto di Perugia alla strada di gran traffico internazionale. Edizione
A.C.I., Perugia, 1957.

70) Perugia, città internazionale, e l’Università degli Studi, Perugia, 1956.
(2® edizione, 1959).

71) Per una società di tipo europeo, in « La Voce Giudiziaria », Palermo, 1960,
n: 8:

72) Su di una pianificazione in agricoltura, in « Atti Congresso Interregionale
di Diritto Agrario e Comparato », Firenze, 1963.

73) Necessità della educazione ed istruzione tecnica elementare e media in agri-

coltura, Perugia, Grafica, 1963.

VI) ProrFIiLI E NOTE

74) Vittorio Scialoja, in « Foro Umbro », Perugia, 1934, I.

75) Lelio Giacobuzzi, in « La Toga », Napoli, 1948.

76) In memoria del Prof. Mariano Guardabassi, Rotary Club Perugia, 26. II.
1952.

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rà 166 NECROLOGI

77) Dante Livio Bianco, Città di Castello, 1953, in « Monitore dei Tribunali »
1953, 4.

78) Un Magistrato umbro: Luigi Severini, Perugia, Grafica, 1954.

79) Un giurista inglese: R. H. Graveson, in « Monitore dei Tribunali 1954 »,
272, Milano, 1954.

80) H. G. Gutteridge, Perugia, Grafica, 1957.

81) La vicenda di Prato, in «La voce Giudiziaria », Palermo, 1958, n. 7.
82) Catone da Utica e la Giustizia, Perugia, Grafica, 1958.

83) Una udienza romana, in «La Voce Giudiziaria », Palermo, 1959;.n; 1.
84) Emilio Storoni, in « Rivista Penale », 1959, n. 4.
ATTI DELLA DEPUTAZIONE

ADUNANZA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 25 FEBBRAIO 1967

Presenti: il presidente prof. Giovanni Cecchini, il vicepresidente dott.
Francesco Santi, i consiglieri p. Giuseppe Abate, prof. Luigi Salvatorelli,
prof. Leopoldo Sandri. La seduta è aperta alle ore 17.

Si dà lettura del verbale della precedente adunanza, che viene approvato
all’unanimità, dopo che sono stati forniti su di esso alcuni chiarimenti.

Si passa quindi a trattare i vari argomenti posti all’ordine del giorno.

Pubblicazioni. — Il primo fascicolo del vol. Lxrv (1967) del Bollettino
sarà presumibilmente del tutto costituito dagli Atti del Convegno Storico
per il Millennio dell’Abbazia di S. Pietro, per i quali si procede alla laboriosa
raccolta del materiale. Per quanto concerne le segnalazioni bibliografiche,
si propone che quelle relative alla storia dell’arte siano affidate al socio prof.
Bruno Toscano, bene qualificato a questo compito.

Gli Statuti di Foligno sono attualmente sottoposti a definitiva revisione
presso l’Istituto di Paleografia e Diplomatica dell’Università di Roma.

Il Liber contractuum 1331-32 dell'Abbazia di S. Pietro è tutto composto ;
sono pronte altresì le note e l’introduzione redatta dal prof. Giuseppe Mira.

Per il regesto delle Riformanze del Comune di Perugia, p. Ugolino Nico-
lini deve consegnare le note.

È infine in via di composizione il volume di p. Ettore Ricci d. O. sulla
Chiesa Nuova, al quale il dott. Santi apporrà le note di aggiornamento sulle
bozze.

Gli ultimi mesi hanno visto un rallentamento nel ritmo delle pubblica-
zioni a causa della situazione fallimentare in cui le Tipografia è venuta a tro-
versi ; le cose sembrano tuttavia avviate a soluzione, e il lavoro sarà prossi-
mamente ripreso per portare a termine le pubblicazioni in corso. Per la stampa
di nuove pubblicazioni, come quella sulla Chiesa Nuova di Perugia, ci si è
rivolti alla Tipografia Porziuncola di S. Maria degli Angeli.

Proposte di pubblicazione. — Il p. Giuseppe Zaccaria OFM Conv. propone
la pubblicazione in volume di un suo Diario del Sacro Convento di Assisi,
parte del quale è già uscita in « Miscellanea Francescana », e parte è inedita.
Dopo che il Presidente ha dato lettura del prospetto inviato dall’autore, si
apre la discussione sull’argomento : mentre il p. Abate spiega che il carat-
tere teologico della rivista francescana può realmente essere ostacolo alla
168 ATTI DELLA DEPUTAZIONE

prosecuzione della pubblicazione, data la sua estensione, il prof. Sandri os-
serva che sarebbe interessante che l’autore facesse preciso riferimento alle
fonti da cui attinge, e il dott. Santi si pone il problema del criterio col quale
la scelta del materiale è stata effettuata dal p. Zaccaria. Il prof. Salvatorelli
propone che sia esaminata la prima parte a stampa per decidere se valga
la pena di pubblicare anche la seconda, che sarà certo meno interessante,
per il periodo che dovrà abbracciare : infine il Consiglio dà incarico ai mem-
bri Abate, Sandri e Santi di esaminare la parte pubblicata, e di presentare:
poi una breve relazione in proposito, perché possa prendersi una decisione de-
finitiva. È stata inoltre esaminata l’opportunità della pubblicazione di due.
lavori del defunto giornalista Giulio Spetia, l'uno su Bevagna e l’altro su
Alfonso Ceccarelli, affidati ora all’esame e al giudizio rispettivamente del
prof. Carlo Pietrangeli e del prof. Leopoldo Sandri, e da pubblicare eventual-
mente a spese dei familiari dell’autore ; nonché di uno studio sul movimento
modernista in Umbria, sul quale si attende il giudizio del prof. Salvatorelli.
Si tornerà poi sull’argomento, per una meditata deliberazione, alla prossima.
riunione del Consiglio.

Centro di Documentazione sul Movimento dei Disciplinati. — Il Presi-
dente fornisce un consuntivo del lavoro svolto, mettendo in evidenza il soddi-
sfacente ampliarsi e approfondirsi della Ricerca, e le prospettive di lavoro
e finanziarie per il 1967. Annuncia inoltre che è prossimo il Quinto Incontro
di Studio dei Collaboratori.

Situazione finanziaria. — Non è nel complesso preoccupante, e il bi-
lancio annuale si è chiuso in attivo. È prevedibile che alla piena ripresa dî
attività della Tipografia, le spese di stampa incideranno in misura rilevante,
dato il numero delle pubblicazioni in corso di stampa. Per la vendita delle
pubblicazioni, il Presidentè propone che sia concesso ai Soci lo sconto del 20% :
il Consiglio approva. 1

Commissione per la riforma degli Istituti di Studi Storici. — Il Presidente:
riferisce brevemente sullo stato attuale dei lavori di essa.
Premio « Bertini Calosso » 1967. — È stato pubblicato il relativo bando,

che viene ora distribuito ai membri del Consiglio.
La seduta è tolta alle ore 19.

Il Presidente
GIOVANNI CECCHINI

La Segretaria
Paola Pimpinelli

ADUNANZA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 25 MAGGIO 1967

Presenti : il presidente prof. Giovanni Cecchini, il vicepresidente dott.
Francesco Santi, i consiglieri p. Giuseppe Abate, prof. Luigi Salvatorelli,
prof. Leopoldo Sandri, il revisore dei conti rag. Angelo Biagetti.

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ATTI DELLA DEPUTAZIONE 169

La seduta è aperta alle ore 10. Il verbale della precedente adunanza è
dato per letto ed approvato.

Il Consiglio è chiamato ad esaminare due proposte di pubblicazioni.
Come risulta dal verbale della precedente adunanza, il p. Giuseppe Zacca-
ria aveva proposto alla Deputazione la stampa in volume di documenti del
Sacro Convento e della Basilica di S. Francesco d'Assisi, in parte già editi
in «Miscellanea Francescana » sotto il titolo Diario del Sacro Convento etc.
Dopo che lo stesso p. Zaccaria ha fornito ulteriori ragguagli, dei quali si dà
lettura, e che alcuni membri del Consiglio hanno esaminato il materiale edito
ed inedito, il Consiglio ritiene che, dato l'interesse dell'argomento, si possa
prendere in considerazione la preparazione di un volume da inserire nella
Collezione delle « Fonti per la Storia dell’Umbria ». Si raccomanda viva-
mente che dal titolo si deduca che non si tratta di diario né di cronistoria, ma
di documenti inediti tratti da alcuni fondi archivistici; e che siano compiute
opportune integrazioni, per esempio con quanto di attinente puó essere conte-
nuto nellArchivio di Stato di Perugia. Inoltre si suggerisce che si prenda
come termine conclusivo il periodo delle operazioni di conversione dei beni
degli Enti ecclesiastici (1866).

Il Presidente comunica quindi al Consiglio che il prof. Giorgio Cencetti,
Direttore dell'Istituto di Paleografia dell'Università di Roma, ha avanzato
la proposta che la Deputazione curi ledizione delle Carte di Sassovivo, pro-
mossa e finanziata dall'Università degli Studi di Perugia. L'edizione della ri-
levante raccolta documentaria, di primaria importanza per la storia dell’Um-
bria, uscirà a cura della Università degli Studi e della Deputazione. Il Consi-
glio ritiene che sia importante dal punto di vista scientifico pubblicare tali
carte nella Collezione delle. « Fonti », e dà mandato al Presidente di trattare
l'aspetto amministrativo della edizione con la Università degli Studi.

Infine il Consiglio delibera che sia assegnato un compenso ai due revi-
sori del primo volume degli Statuti di Foligno, appartenenti all'Istituto di
Paleografia dell'Università di Roma, nella misura complessiva di L. 300.000.

La seduta è tolta alle ore 10.50.

I] Presidente

La Segretaria
GIOVANNI CECCHINI

Paola Pimpinelli

ADUNANZA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 10 OTTOBRE 1967

Presenti : il presidente prof. Giovanni Cecchini, e i consiglieri prof. Luigi
Salvatorelli e prof. Leopoldo Sandri. Assenti giustificati i consiglieri Abate

e Santi.
‘La seduta è aperta alle ore 18. Il verbale della precedente adunanza e

dato per letto ed approvato.
170 ATTI DELLA DEPUTAZIONE

| | : Il Presidente riferisce circa la corrispondenza intercorsa con il Rettore
dell'Università degli Studi di Perugia a proposito della edizione delle Carte |
di Sassovivo, che sarà finanziata dalla stessa Università e curata dalla Depu- |
tazione ; il Consiglio dà il suo benestare per quanto si è deciso nelle trattative. |

Il Presidente fornisce poi le seguenti notizie su altre pubblicazioni in |
corso o in programma.

Il primo volume degli statuti medievali del Comune di Foligno è pronto
per la stampa, poiché è stata portata a termine la revisione affidata alla
dott. Giovanni Nicolaj e alla dott. Paola Supino, alle quali è stato corrisposto
il compenso di L. 150.000 (centocinquantamila) ciascuna ; il secondo volume
sarà entro breve tempo rivisto dal prof. Vittorio De Donato.

Il prof. Antonino Lombardo si è offerto di curare l’edizione dello statuto
medievale del Comune di Gubbio ; il Consiglio ritiene che la proposta debba
| | essere presa in considerazione, e che al prof. Lombardo sia quindi affidato
il i | tale lavoro, per il quale si prevede l’opportunità di un compenso da stabi-

nni lire. Si provvederà inoltre per tramite del Direttore dell'Archivio di Stato
di Perugia ad ottenere che presso l'Istituto di Patologia del Libro si effettui
| I il restauro di cui il codice originale contenente lo statuto ha bisogno.
| | | | | Il Presidente riferisce circa l'edizione dello statuto di Perugia del 1279,
| di aver avuto pochi giorni fa un abboccamento col prof. Abbondanza, il quale
| | lo ha messo al corrente del lavoro compiuto, mostrandogli anche la trascri-
A | | zione del testo effettuata sin qui, che deve essere integrata per il completa-
B mento con la trascrizione di una trentina di rubriche. Il prof. Abbondanza
ha assicurato che al ritorno dalla missione che dovrà compiere negli Stati
| Uniti nei prossimi mesi di novembre e dicembre, riprenderà il lavoro inter-
| | rotto. Il Presidente assicura che lo seguirà passo passo sino al completamento
| del lavoro. 1

Il Consiglio costituisce la Commissione per l'assegnazione del Premio
Bertini Calosso 1967, chiamando a comporla il prof. Leopoldo Sandri, il prof.
Raoul Manselli, il prof. Adriano Prandi. Procede quindi all’esame delle opere
presentate al concorso, due delle quali ritiene di dover escludere perché non
l rientrano nei requisiti richiesti dal bando di concorso.

La seduta é tolta alle ore 19.30.

La Segretaria Il Presidente
Paola Pimpinelli GIOVANNI CECCHINI

ADUNANZA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 20 GENNAIO 1968 $

Presenti: il presidente prof. Giovanni Cecchini, il vicepresidente dott.
Francesco Santi, i consiglieri p. Giuseppe Abate e prof. Luigi Salvatorelli.
Assente giustificato il prof. Leopoldo Sandri.

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La seduta si apre alle ore 10. Si dà lettura del verbale della precedente
adunanza, che viene approvato all’unanimità. Il Presidente dà quindi inizio
alla trattazione degli argomenti all’ordine del giorno.

Pubblicazioni. — Il vol. LXIv, fasc. secondo del Bollettino è in corso
di stampa ed uscirà entro il mese corrente. Il primo fascicolo del vol. Lxv
(1968) è quasi completamente composto, ed è costituito in gran parte da uno
studio di Gino Sigismondi e da uno di Alberto Grohmann, di cui si illustrano
le caratteristiche. Il Presidente prospetta poi la necessità di completare il
vol. xix del Bollettino, che fu a suo tempo edito solo nel primo fascicolo e che
& dedicato ad argomenti di storia tudertina, suggerendo eventuali contri-
buti : il Consiglio approva la proposta.

Il Presidente continua a seguire il lavoro di revisione degli Statuti di
Foligno, nonché la preparazione dello Statuto di Perugia del 1279, per il quale
il prof. Roberto abbondanza potrà tener conto anche di frammenti di elabo-
razione statutaria del 1283, che ha recentemente rinvenuto.

Per la edizione dello Statuto di Gubbio é necessario prima di tutto un
restauro del manoscritto, di competenza della Soprintendenza Archivistica.
Per la continuazione del Regestum Reformationum Communis Perusii del-
l'Ansidei, di cui si sta occupando il p. Ugolino Nicolini, il Consiglio si accorda
sul titolo Reformationes Comunis Perusii, dal momento che, nei mutati e ag-
giornati criteri metodologici, non si puó piü parlare di regesti. Il consigliere
Salvatorelli insiste perché di queste Riformanze si faccia un programma di
pubblicazione che resti entro un tempo ragionevolmente breve. È a questo
proposito, riscontrando la carenza di collaboratori sopratutto giovani, da av-
viare a tali lavori, che il Consiglio formula e approva il seguente voto, da
inviare al Rettore dell’Università degli Studi di Perugia :

«Il Consiglio Direttivo della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria
nella riunione del 20 gennaio 1968

constatato, su rilievo fatto dal prof. Luigi Salvatorelli, che il programma
di pubblicazione delle fonti documentarie dell'Umbria procede con lentezza
a causa della scarsa disponibilità di elementi capaci di prestare una valida
e continuativa collaborazione all'incremento di questa impresa, fondamentale
per la migliore e più esatta conoscenza storica dell'Umbria

rilevata la necessità di reperire un congruo numero di collaboratori
che attendano con assiduità e con pieno rispetto delle esigenze scientifiche
allo sviluppo del programma stabilito in questo settore;

formula il voto

da rivolgere al Magnifico Rettore della Università degli Studi di Perugia
affinché nel vasto panorama delle discipline coltivate in seno alle Facoltà
umanistiche della medesima Università venga al più presto inserita una
cattedra per l'insegnamento della Diplomatica e della Paleografia da coprirsi
con un Maestro di indiscusso prestigio, sì da dar luogo con una scuola ad alto
livello, alla formazione di un vivaio di selezionati e ben preparati giovani da

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172 ATTI DELLA DEPUTAZIONE

avviare, almeno in parte, all’impegnativo lavoro di edizione delle numerose
fonti documentarie dell’Umbria, che attendono di esser tratte fuori dalle
biblioteche e dagli archivi».

Il Presidente fornisce poi ragguagli sullo stato attuale delle altre pubbli-
cazioni: cioè del volume di p. Ettore Ricci sulla Chiesa Nuova, del Libro
di Censi di Sassovivo, e dell’edizione delle Carte di Sassovivo, per la quale si
è iniziata la stampa, mentre sono tuttora da perfezionare le intese con l'Uni-
versità di Perugia.

È stato proposto alla Deputazione per eventuale pubblicazione un la-
voro sui lebbrosari dell'Umbria e del Lazio: dopo attento esame ed ampia
discussione, i componenti del Consiglio riconoscono che, pur presentando i
risultati di una precisa ed ampia ricerca documentaria, il lavoro nella sua
attuale strutturazione non è adatto ad essere pubblicato nel Bollettino. Il
consigliere Salvatorelli osserva che a tale fine potrebbe proporsi all’autore,
p. Tarcisio Mannetti, di completarlo con una specie di regesto che, presentando
i dati essenziali di ciascun lebbrosario, permetta agevolmente di ricostruirne
la storia ; in via subordinata, gli si potrebbe chiedere di estrarre dalle sue ri
cerche una monografia sul lebbrosario di Colle, di particolare interesse. Il p.-
Abate avverte inoltre che potrebbe mettere altro materiale documentario
sui lebbrosari a disposizione dello studioso. Siccome, infine, lo stesso studioso
ha proposto di fornire alla Deputazione una collaborazione continua e pro-
grammata, se ne discutono le possibilità e i modi.

Il prof. Salvatorelli promette di preparare per il secondo fascicolo del
vol. Lxv del Bollettino una rassegna di cose francescane.

Premio « Bertini Calosso » 1967. — Si attendono dalla Commissione che è
stata costituita per l'assegnazione di esso notizie sullo stato dei lavori.

Centro di Documentazione sul Movimento dei Disciplinati. — Il Presi-
dente fornisce le necessarie informazioni sui progressi che la Ricerca sta com-
piendo, e mostra il materiale iconografico che è stato raccolto da diversi
Collaboratori.

Commissione per la riforma degli Istituti di studi storici. — Il Presidente
riferisce che il progetto di legge preparato dalla Commissione deve ora essere
discusso dalla Giunta Centrale per gli studi storici, ed espone alcune sue
gravi perplessità nei confronti della organizzazione periferica richiesta da-
gli Istituti storici nazionali.

Soci. — Si ricorda con stima e rimpianto il socio ordinario dott. Raffaele
Belforti, venuto a mancare nei giorni scorsi.

La seduta è tolta alle ore 12.45.

La Segretaria Il Presidente
Paola Pimpinelli GIOVANNI CECCHINI
ATTI DELLA DEPUTAZIONE 173
ADUNANZA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 18 APRILE 1968

Presenti : il presidente prof. Giovanni Cecchini, il vicepresidente dott.
Francesco Santi, i consiglieri p. Giuseppe Abate e prof. Luigi Salvatorelli, il
revisore dei conti rag. Angelo Biagetti.

La seduta è aperta alle ore 10. Il verbale della precedente seduta è dato
per letto ed approvato. Si tratta quindi l'argomento delle proposte di nuovi
soci, e si prepara un elenco da sottoporre all’assemblea dei soci ordinari.

Poiché questo è il solo argomento all’ordine del giorno, esauritolo con
ampia discussione, la seduta è tolta alle ore 11.

Il Presidente
GIOVANNI CECCHINI

La Segretaria
Paola Pimpinelli

ADUNANZA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 12 OTTOBRE 1968

Presenti : il presidente prof. Giovanni Cecchini, i consiglieri p. Giuseppe
Abate, prof. Luigi Salvatorelli, prof. Leopoldo Sandri. Il Presidente dà ini-
zio alla seduta alle ore 11, procedendo alla trattazione dei vari argomenti
all’ordine del giorno.

Centro di Documentazione sul Movimento dei Disciplinati. — Il Consiglio
si pone il problema di dare una adeguata pubblicità, come è ormai esigenza
sentita anche da parte di molti studiosi, ai risultati conseguiti dal Centro ;
in modo particolare insiste su questa necessità il prof. Salvatorelli. In linea
di massima il Consiglio ritiene che il Presidente possa di volta in volta dare
notizia del lavoro di ricerca compiuto, o almeno indicare quali località siano
state esplorate, nei Quaderni del Centro o in periodici di natura specifica.

Commissione per la riforma degli istituti di studi storici. — Negli ultimi
mesi non si è avuto alcun ulteriore segno di progressi compiuti dal progetto
di legge compilato da detta Commissione, rimesso al Presidente della Giunta
Centrale per gli studi storici.

Pubblicazioni. — Sono in corso di stampa : gli statuti del Comune di Fo-
ligno, la cui complessa opera di revisione sta per giungere a termine ; le Ri-
formanze del Comune di Perugia dell’anno 1262, a cura di p. Ugolino Nico-
lini; il fascicolo secondo del volume rxv del Bollettino. Si conferma l'inten-
zione del Consiglio di promuovere l’edizione dello statuto del Comune di
Gubbio, affidandone l’incarico al prof. Antonino Lombardo, dopo che sarà
stato portato a termine il restauro del codice originale.

Tavola rotonda sull’organizzazione di congressi e convegni a carattere cul-
turale e scientifico. — Il Presidente riferisce sul progetto di incontro di stu-
cdio che è stato da lui formulato e per il quale ha sollecitato adesione e colla-
borazione da parte di enti: la Presidenza del Consiglio, l'ENIT, la Giunta

entrale per gli studi storici, la Società Italiana per il progresso delle scienze.

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n 4 174 ATTI DELLA DEPUTAZIONE

Il Consiglio riconosce l’opportunità che si esprima la necessità di porre ordine
nel complesso settore ; nello stesso tempo tuttavia discute ampiamente le
difficoltà di attuazione che si presentano, lasciando al Presidente l’incarico
di determinare i successivi sviluppi e di verificare la possibilità di realizza-
zione dell’iniziativa.

Pubblicazione delle Carte di Sassovivo. — In collaborazione con l'Univer-
sità degli Studi di Perugia. Il Presidente dà lettura delle condizioni propo-
ste dal Rettore prof. Giuseppe Ermini per questa edizione; il Consiglio dà
il suo consenso anche per la formula («con la collaborazione della Deputa-
zione ») che sarà stampata in copertina. Si riconosce da parte del Consiglio
l'opportunità che sia compilato da parte dell'Istituto di Paleografia, che cura.
l'edizione, un preciso programma editoriale per la vasta impresa.

La situazione finanziaria senza prestarsi a valutazione eccessivamente:
ottimistiche, non é tuttavia tale da destare preoccupazioni, almeno per il
momento.

Revisori dei conti. — Il Presidente ricorda che con la dolorosa perdita
del socio ordinario rag. Angelo Biagetti si è determinata la necessità di so-
stiturlo nel Collegio dei Revisori dei Conti. Dopo ampia discussione il Consi-
glio decide che, a norma di statuto, la elezione del nuovo revisore sia fatta
dall'Assemblea dei Soci Ordinari, nella convocazione del1969 ; a tale assem-
blea il rendiconto finanziario sarà quindi presentato con la firma di uno solo
dei Revisori.

La seduta é tolta alle ore 13.

La Segretaria
Paola Pimpinelli

Il Presidente
GIOVANNI CECCHINI

ASSEMBLEA DEI SOCI ORDINARI DEL 25 MAGGIO 1967

Presenti i Soci Ordinari: p. Giuseppe Abate, rag. Angelo Biagetti, prof.
Giovanni Cecchini, prof. Mario De Dominicis, ing. Piero Grassini, p. dott.
Ugolino Nicolini, prof. Luigi Salvatorelli, prof. Leopoldo Sandri, dott. Fran-
cesco Santi. Ha giustificato la sua assenza il prof. Ignazio Baldelli.

Il Presidente apre la seduta alle ore 11 in seconda convocazione ; si

dà lettura del verbale della precedente assemblea, che viene approvato al-

l'unanimità.

Il Presidente presenta quindi una relazione sull'attività della Deputa-

Zione, che si articola nei seguenti punti:
Pubblicazioni. — A causa del fallimento dell'Unione Arti Grafiche di

città di Castello, l'attività di stampa ha subito un forte rallentamento che

appare ora superato per quanto riguarda il completamento dei lavori in corso ;

mentre per ulteriori pubblicazioni la nuova gestione presenterà un preven-
tivo con prezzi aggiornati, che verranno a suo tempo esaminati. Le pubbli-

E cune ster PR PRIM Nen. Oe ae
ATTI DELLA DEPUTAZIONE 175

cazioni tuttora in corso sono: il Liber contractuum del 1931-32 dell'Abbazia
di S. Pietro di Perugia, a cura di don Costanzo Tabarelli, con prefazione di

Giuseppe Mira; gli statuti medievali del Comune di Foligno a cura di Feli-
ciano Baldaccini, con la revisione dell'Istituto di Paleografia dell'Università
di Roma; lo studio sulla Chiesa Nuova di Perugia di P. Ettore Ricci d. O
con note di Francesco Santi; un Libro di censi dell'Abbazia di Sassovivo,
a cura di Riccardo Capasso ; i Regesti delle Riformanze del Comune di Pe-
rugia dell’anno 1262, a cura di p. Ugolino Nicolini.

Si sta preparando il fasc. 1 del vol. rxrv (1967) del Bollettino, che con-
terrà studi e note di Albino Varotti, Angelo A. Bittarelli, don Delfo Gioac-
chini, Massimo Petrocchi, Salvo Mastellone etc.; mentre il secondo racco-
glierà gli Atti del Convegno per il Millennio dell'Abbazia di S. Pietro. Tra
gli annali tipografici in via di compilazione, i pià avanzati sono quelli relativi
ad Orvieto, curati da Lucia Tammaro Conti.

Si presentano ai soci le ristampe anastatiche già effettuate dei voll. xt
e xxm del Bollettino.

Centro di Documentazione sul Movimento dei Disciplinati. — Ill Presi-
dente fornisce un ragguaglio sull'attività del Centro, finanziato dal C.N.R. ;
all’esposizione seguono, su interventi dei Soci, chiarimenti sul meccanismo
dei compensi ai Collaboratori.

Commissione per il riordinamento del settore della ricerca storica. — Il
Presidente illustra brevemente lo stato attuale dei lavori, cui egli regolar-
mente partecipa.

Bilancio. — Si presenta il consuntivo 1966 e si dà lettura della relazione
ad esso pertinente dei Sindaci Revisori. Ci sono poi vari interventi dei pre-
senti, in particolare circa il disavanzo che si prospetta nel preventivo del
1967, e circa le entrate che potrebbero essere costituite da eventuali contri-
buti dei Comuni della regione. Il Presidente fornisce le necessarie spiegazioni ;
dopo di che il prof. De Dominicis si rende interprete del pensiero dei presenti,
dicendo che l'Assemblea approva il consuntivo e si associa al plauso espresso
nella relazione dei Revisori.

Quote sociali. — Lo stesso prof. De Dominicis fa sua la proposta, in assem-
blee precedenti già presentate dal rag. Biagetti e da altri Soci, di aumentare
le quote sociali. Dalla discussione emerge che non si ritiene opportuno, per
diversi motivi, un aumento congruo (che sarebbe d’altronde giustificato
anche dai volumi che annualmente vengono distribuiti ai Soci), ma si giudica
utile una non grave maggiorazione, che costituisca il riconoscimento della
attività della Deputazione, in costante incremento, e una espressione della
partecipazione di tutti i Soci alla vita della associazione. Si delibera quindi
che a partire dall’anno 1967 la quota annuale per i Soci Ordinari e Corrispon-
denti sia portata da L. 1.500 a L. 2.500, e quella degli Aggregati da L. 1.000
a L. 2.000.

Soci. — Il Presidente ricorda il socio corrispondente gr. uff. dott. Nallo

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Mazzocchi Alemanni, recentemente scomparso, e l’ing. prof. Piero Grassini
si assume l’incarico di prepararne il necrologio, corredato di bibliografia
delle pubblicazioni del socio defunto.

Il Presidente dà lettura dell'elenco formato con le proposte avanzate
dai Soci per la elezione di nuovi Soci, giusta l'art. 9 dello statuto ; proposte
che sono approvate dall'Assemblea all’unanimità.

L'arch. Renzo Pardi passa dalla categoria degli Aggregati a quella dei
Corrispondenti ; sono inoltre eletti Soci Corrispondenti il prof. Giorgio Cen-
cetti e il prof. Massimo Petrocchi. Sono chiamati a far parte della categoria
degli Aggregati : il dott. Riccardo Capasso, il prof. Henri Desplanques, mons.
Delfo Gioacchini, il prof. Marcello Fruttini, p. Giuseppe Palumbo, p. Ra-
niero Sciamannini.

Il prof. Leopoldo Sandri propone che si tenga una riunione dei soci della
Deputazione che saranno presenti a Perugia nell’ottobre del corrente anno
in occasione del Congresso degli Storici Italiani.

Infine l'Assemblea fa voto che sia suggerita ad editori o tenuta pre-
sente per un eventuale programma di ristampe la seguente nota di pubbli-
cazioni : il ms. inedito di Mariano Guardabassi dell' Indice guida dei monumenti
dell' Umbria, esistente presso la Soprintendenza ai Monumenti e alle Gal-
lerie delPUmbria ; la Scoría Sacra di Ottavio Lancellotti; le Riformanze di
Terni del Silvestri.

La seduta é tolta alle ore 13.

La Segretaria I] Presidente
Paola Pimpinelli GIOVANNI CECCHINI

ASSEMBLEA DEI SOCI ORDINARI DEL 28 APRILE 1968

Presenti: i Soci Ordinari p. Giuseppe Abate, rag. Angelo Biagetti, prof.
Giovanni Cecchini, prof. Mario De Dominicis, don Mario Pericoli, prof.
Luigi Salvatorelli, dott. Francesco Santi.

Hanno giustificato la loro assenza i Soci; mons. Bruno Frattegiani,
prof. Giuseppe Mira, p. Ugolino Nicolini, prof. Masino Pallottino, prot.
Leopoldo Sandri.

Il Presidente apre la seduta alle ore 11, in seconda convocazione. Viene
dato per letto ed approvato il verbale della precedente assemblea.

Il Presidente commemora il Socio Ordinario dott. Raffaele Belforti,
da poco scomparso, e dà quindi inizio alla relazione sulla attività svolta dalla
Deputazione nel corso di un anno.

Consiglio Direttivo. — È stato convocato tre volte, come risulta dai re-
lativi verbali ; il 10 ottobre 1967, il 20 gennaio e il 18 aprile 1968.
Soci. — Si ricordano con compianto, oltre il dott. Belforti di cui si é

detto, il socio corrispondente Italo Ciaurro e la socia aggregata Adele Cate-
ATTI DELLA DEPUTAZIONE 177

rini, deceduti nell'anno in corso. Si é dimesso, per trasferimento da Perugia,
il socio arch. prof. Gisberto Martelli.

Pubblicazioni. — Ripreso con ritmo normale, dopo le vicende dello scorso
anno, il lavoro della Tipografia, sono usciti il volume rxiv (1967) del Bollet-
tino, in due fascicoli semestrali, e il Liber contractuum (1331-32) della Abbazia
benedettina di S. Pietro in Perugia, a cura di don Costanzo Tabarelli. Sono
tuttora in corso di stampa, oltre al primo fascicolo del volume Lxv del Bol-
lettino, il volume di Reformationes Comunis Perusii per l’anno 1262, a cura
di p. Ugolino Nicolini, gli statuti medievali del Comune di Foligno, la cui
revisione è ora quasi completata da parte dell’Istituto di Paleografia dell’Uni-
‘versità di Roma, il volume sulla Chiesa Nuova di Perugia del p. Ettore Rici
d. O. , il Libro di censi di Sassovivo a cura di Riccardo Capasso. È già iniziata
inoltre la stampa delle Carte di Sassovivo, a cura dell’Istituto di Paleogra-
fia dell’Università di Roma, promossa dall’Università degli Studi di Perugia
e atuata con la collaborazione della Deputazione. È nelle immediate pro-
spettive la continuazione della pubblicazione delle Reformationes : si è de-
ciso da parte del Consiglio Direttivo di affiancare, per accelerare il ritmo del
lavoro, al p. Ugolino Nicolini un collaboratore di provata capacità per la
trascrizione del testo, nella persona del p. Tarcisio Mannetti.

Premio Bertini Calosso 1967. — È stata a suo tempo costituita dal Con-
siglio Direttivo la Commissione Giudicatrice (formata dai proff. Leopoldo
Sandri, Raoul Manselli, Adriano Prandi) per l'assegnazione del premio, per
cui sono in gara sette concorrenti. Si attendono dalla Commissione stessa
i risultati del suo lavoro.

Commissione per la riforma degli istituti di studi storici. — Il Presidente
illustra brevemente il progetto di legge in cui sono sfociati i lavori della Com-
missione, a suo tempo nominata dalla Giunta Centrale per gli studi storici.
Il socio Salvatorelli, autorevole membro della Giunta, completa le informa-
zioni, osservando infine che il Presidente Ferrabino ha invitato ciascun com-
ponente della Giunta ad esprimere il proprio parere sul progetto e in parti-
colare sui riflessi inerenti alla sistemazione dell’Istituto Storico del Risorgi-
mento ; il prof. Salvatorelli promette che seguirà da vicino (non appena si
sarà concluso l’attuale periodo di stasi) gli orientamenti della Giunta in tutto
ciò che possa implicare la posizione delle Deputazioni.

Centro di Documentazione sul Movimento dei Disciplinati. — Il Presi-
ente illustra la progressiva estensione e l’attuale stato della Ricerca, riepi-
logando anche i modi in cui il Centro la attua: per mezzo di collaboratori
periferici (il cui numero è aumentato nell’anno trascorso) e di collaboratori
centrali; i primi sono stati riuniti in un Incontro di Studio — il quinto —
I'11 giugno 1967 ; dai centrali si provvede a coordinare e discutere le fasi del
lavoro in incontri mensili. Il Presidente illustra altresì quali siano gli attuali
rapporti del Centro con il Consiglio Nazionale delle Ricerche che ne è il prin-
cipale finanziatore. Poiché l'anno prossimo scade il quinquennio originaria-

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T 178 ATTI DELLA DEPUTAZIONE

mente programmato per la Ricerca, il Centro dovrà opportunamente fare il
punto della situazione, predisponendo una pubblicazione o un convegno.

Terminata la relazione del Presidente, si hanno su singoli punti di essa
interventi dei soci, quali il prof. Mario De Dominicis, che chiede chiarimenti
sulle introduzioni preposte agli statuti di Foligno, e don Mario Pericoli, che:
sollecita la programmazione della stampa di altri statuti umbri. Il Presidente:
nel rispondere fa presente la grave carenza di collaboratori giovani e preparati,.
ricordando come il Consiglio Direttivo abbia a questo proposito formulato
nella sua penultima riunione un ordine del giorno, indirizzato al Rettore
dell'Università degli Studi di Perugia, perché sia istituita una Cattedra di
paleografia e diplomatica affidata ad un maestro di provata esperienza.

Il Presidente fa l’esposizione del conto consuntivo dell’anno 1967 con
ampia delucidazione delle cifre che lo compongono : il conto stesso si chiude.
con un avanzo di L. 479.551. Il Presidente dà poi lettura della relazione dei
Revisori dei Conti, e apre la discussione cui partecipano vari soci. Su proposta
del prof. Mario De Dominicis l'Assemblea delibera di aumentare il prezzo di
vendita del Bollettino, in considerazione delle forti spese di stampa che la.
Deputazione sostiene, e affida al Consiglio Direttivo di fissarne la misura.
Chiusa la discussione, il conto consuntivo è approvato all’unanimità dall’as-
semblea dei Soci, il compiacimento dei quali per gli eccellenti risultati è espres-
so per tutti dal prof. Mario De Dominicis.

Il Presidente dà poi lettura del conto preventivo per il 1968, per il quale
è previsto un disavanzo di L. 1.555.499 determinato dalle forti spese di stam-
pa dei volumi delle Fonti per la storia dell'Umbria (n. 4) e di Appendici al
Bollettino (n. 11), la cui stampa molto avanzata sarà compiuta entro l’anno.
Per far fronte in misura possibilmente adeguata a tale disavanzo l'Assemblea
auspica che, come è presumibile un incremento del gettito delle vendite, si
produca un aumento dei contributi degli Enti sovventori, in particolare il
Ministero della Pubblica Istruzione.

Si passa poi al punto dell’ordine del giorno che contempla la nomina di
nuovi Soci. In parte su proposta del Consiglio Direttivo, in parte su pro-
posta di singoli soci, all’unanimità vengono fatte le seguenti nomine :

a Soci ordinari: prof. Giorgio Cencetti ;
a Soci Corrispondenti: prof. Paolo Brezzi, dott. Giocondo Riccia-
relli, prof. Lucio Severi;

a Soci Aggregati: prof. Sergio Angelini, dott. Antonino Caleca. dott.
don Giuseppe Chiaretti, Gian Franco Grechi, don Corrado Leonardi, prof.
Pietro Pambuffetti, prof. Tommaso Peccini, dott. Lia Sbriziolo, dott. don.
Mario Sensi.

Esauriti gli argomenti all’ordine del giorno, la seduta è tolta alle ore 13.

La Segretaria Il Presidente
Paola Pimpinelli GIOVANNI CECCHINI
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Gli inizi del Movimento dei Disciplinati
a Bologna

e la Confraternita di Santa Maria della Vita

SOMMARIO : 1. Stato della questione. — 2. I pretesi documenti anteriori al
1260. — 3. Contenuto e datazione degli Statuti comunemente ed erro-
neamente ritenuti del 1260 o del 1286. — 4. Documenti sul primo quin-

quennio di attività dei Disciplinati bolognesi (1261-1265). — 5. Docu-
menti dal 1270 alla fine del secolo XIII ; l'ospedale di suor Dolce e quel-
lo dei Battuti. — 6. La articolazione dell’originaria Societas Devotorum in
confraternite autonome e il sorgere di nuove compagnie di Disciplinati.
— 7. Conclusioni.

1. — Sull’origine della più antica confraternita bolognese di
Battuti, quella che più tardi prese il titolo di S. Maria della Vita,
e dell'ospedale omonimo, è stato scritto non poco ma, salvo rari casi,
gli autori, anche recenti, si sono limitati a ripetere le solite notizie
leggendarie onde si rende necessario, per chi non sia disposto ad
accontentarsi di esse, un riesame dell’intera questione, sia attraverso
un più approfondito vaglio dei dati già noti, sia alla luce di nuovi
documenti che vengano a rendere meno fitta l’oscurità che si addensa
sui primi anni di vita della Congregatio devotorum civitatis Bononie.

Sull’argomento, le più antiche ed autorevoli cronache bolo-
gnesi non forniscono molti lumi, limitandosi a ricordare l’inizio della
« devozione » in Bologna nell'ottobre 1260 ?; alle cronache dichiara
di aver attinto il Sigonio il quale tuttavia aggiunse l’inedito e non
documentato particolare della presenza in Bologna in Raniero Fa-
sani 2), mentre il Ghirardacci non fece che tradurre letteralmente
il Sigonio, aggiungendo tuttavia, sia pure per confutarla, l’ombra
di un dubbio sulla diretta fondazione della società dei devoti bolo-
gnesi da parte del Fasani in persona 3).

Il Sarti da Piano si limita a fissarne il principio al 1260 ?, men-
tre cauto si dimostra il Vizani che riferisce le notizie date dagli au-
tori precedenti lasciandone a loro la responsabilità 5); per contro

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il Faleoni non ha dubbi sulla fondazione della congregazione dei de-
voti e del loro ospedale da parte del Fasani 9, e la sua opinione è
seguita da tutti gli autori del sec. xvir e della prima metà del sec.
xvin ?. È solo verso la fine del Settecento che gli autori bolognesi
assumono una posizione di prudente cautela verso tali notizie, pro-
babilmente perché si accorsero del silenzio mantenuto dalle più an-
tiche fonti sia sulla presenza del Fasani a Bologna, sia sulle origini
della congregazione e dell'ospedale 9.

Nell'Ottocento e nel nostro secolo la confusione non ha fatto
altro che accrescersi, malgrado la scoperta di qualche documento
però non rettamente interpretato. Il Guidicini, che pure ebbe il
merito di consultare, ma troppo affrettatamente, l’archivio della
confraternita, non fu molto felice nelle sue conclusioni: infatti,
basandosi su documenti erroneamente datati, asserì che l’istituzione
era addirittura anteriore al 1260 ? e tale asserto fu ripetuto dal
Sighinolfi come cosa indubitabile, benchè egli confessasse di non
aver reperiti i documenti che l'avrebbero provato !®. La labilità
dei fondamenti di tali affermazioni non è sfuggita ad un moderno
autore che ha potuto constatare l'erronea datazione di un documento,
citato dal Guidicini e dal Sighinolfi come appartenente al 1200 e che
è invece molto più tardo !!.

Infine, in una recente raccolta di scritti sugli ospedali bolo-
gnesi !?, vengono in più punti, ed ad opera di autori diversi, ripetute
le gratuite affermazioni dei vecchi testi, senza neppure le doverose
riserve che ritennero di dover fare il Vizani, il Melloni, il Savioli e,
recentemente, il Simili 13).

Tra coloro che, occupandosi delle confraternite medievali da un
punto di vista più generale, hanno parlato dei disciplinati bolognesi,
basterà ricordare, anche perché riassume il pensiero di altri autori, il
Monti, il quale non dubita di assegnare al 1260 e al diretto intervento
del Fasani la fondazione della confraternita bolognese !4 ; solo re-
centemente il Meersseman, nel corso dei suoi acuti ed esemplari
studi sulle confraternite domenicane, pur non entrando nell'argo-
mento ha giustamente assegnato «au début de 1261» il sorgere
della «congregatio fratrum devotorum seu batutorum civitatis ed
diocesis bononiensis »!5).

2. — Prima di procedere all'esame dei documenti che possono
portare un po' di luce sui primi decenni di attività dei Battuti bolo-
gnesi, si rende necessario sgombrare il campo dal dubbio che il movi-
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 183

mento dei Disciplinati, come vogliono alcuni degli autori sopra ri-
cordati, si sia innestato, a Bologna, su un precedente sodalizio re-
ligioso.

Che a Bologna, come altrove, siano esistite societates religiose o
a carattere parzialmente religioso, di fondazione assai anteriore al
1260, è noto e se ne conoscono almeno tre: quella presso l'eremo
dei Camaldolesi 19), quella di S. Sisto 1? e quella di S. Eustachio 18) ;
la quarta, se le testimonianze addotte fossero veritiere ed attendi-
bili, sarebbe una fantomatica società dei « Devoti di Maria », per la
quale si citano i seguenti documenti :

a) 1200, giugno 5. Chiara di Benedetto lascia per testamento
al Massaro dei Devoti di Bologna soldi dieci di bolognini al fine di
pagare le decime imposte alla congregazione stessa.

b) 1218, marzo 1. Pagamento di lire dodici di bolognini fatto
dalla compagnia dei Devoti a Ghisella de' Principi quale prezzo
d'un casamento posto nella parrocchia di S. Matteo degli Accarisi.

c) 1252, febbraio 22. È ricordata la compagnia dell'Ospedale
dei Devoti presso la chiesa di S. Vito.

I] primo documento é ricordato dal Sighinolfi con la seguente
oscura citazione : « Rogito di ser Giovanni de Ferrantis, alla data,
ma irreperibile » 19, dalla quale di certo appare solo che egli non
vide l'originale ed ebbe la notizia di seconda mano. Effettivamente
in un settecentesco Sommario degli istrumenti dell'ospedale della
Vita 29, il documento è registrato in questo modo : « 1200, 5 giugno.
Testamento di Chiara figlia di Benedetto col quale lascia all'Ospi-
tale de Devoti L. 10 per l'anima sua. Rogito di Giovanni Ferranti.
Autentico bruciato nella estremità superiore e nel mezzo », e si rin-
via al Libro A, n. 1; infatti nel cartone degli Istrumenti dell'ospe-
dale della Vita che porta la segnatura Libro A, il primo documento
è quello indicato, avvolto in una carpetta, pure settecentesca, in cui
è ripetuta la stessa data con lo stesso regesto ?".

Una mutilazione nella parte superiore della pergamena non per-
mette di leggere completamente le note cronologiche, dalle quali è
scomparso l’anno restando tuttavia visibili le altre indicazioni :
«indictione iij, die v intrante junio»; il Simili basandosi sul fatto
che il testamento risulta inserito nei memoriali del Comune, isti-
tuiti nel 1260, e sull'indizione, concluse che la data 1200 e inaccet-
tabile e che il documento deve invece attribuirsi all'anno 1275 o
1290 in cui ricorreva l'indizione terza 22). Il dilemma è risolto dal
documento stesso che presenta una nota dorsale coeva in cui si legge

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ancora la data mccLxxxx. Il presunto documento del 1200 è, in
realtà, posteriore di ben novant’anni. i

Il secondo documento è ricordato dal Guidicini 23), che non ne
cita la fonte, e dal Sighinolfi che fornisce una seconda indicazione
sibillina : « Rogito di ser Bombologno Lamberti, alla data, ma irre-
peribile » 24. Nel citato Sommario il documento è cosi registrato :
«1218, 1° marzo. Assoluzione di Ghisella Principi all'Ospitale della
Vita per L. 12 ressidue del prezzo di una casa venduta al detto Ospi-
tale. Rogito di Bombologno Lamberti. Manca», e si rimanda al Li-
bro A, n. 2, dove la carpetta corrispondente non contiene il documento
bensì un biglietto settecentesco che reca l’indicazione « Documento
mancante ». Venendo in tal modo a mancare la possibilità di consul-
tare l’originale, il dubbio sull’attendibilità di tali indicazioni pareva
destinato a sussistere; fortunatamente ci è venuto in aiuto un atto
in data 12 settembre 1318 e rogato dallo stesso notaio « Bombo-
lognus Lamberti Barrabani », col quale certa « domina Ghixela filia q.
domini Bartholomei de Principibus et uxor q. domini Amadoris de
Gogadinis » confessa di aver ricevuto «a domino Paulo Belondini
notario, sindico et procuratori societatis domus hospitalis et uni-
versitatis devotorum civitatis Bononie... decem octo libras bono-
nenorum specialiter et nominatim pro parte et de parte pensionis
et redditus elapsi tempore unius chaxamenti eiusdem domine Ghi-
xole, super quo quidem chaxamento constructa sunt hedifficia do-
morum posite Bononie in cappella Sancti Mathei de Acharixiis » 25).

Se dunque, conie appare in maniera indubitabile da questo do-
cumento, Ghisella Principi e il notaio Bombologno di Lamberto vi-
vevano al principio del sec. xiv, si deve dedurre che il perduto atto
a cui era attribuita la data del 1? marzo 1218 sarà stato, invece,
posteriore di un secolo ed avrà avuto riferimento a precedenti rap-
porti di affari tra Ghisella e i Devoti, rapporti che il documento del
12 settembre 1318 lascia chiaramente intravedere. Anche in questo
caso, quindi, un vecchio errore archivistico ha condizionato le con-
clusioni dei detti autori.

Il terzo documento é ricordato dal Guidicini, che come al solito
non specifica dove esso si trovi, in questi termini : « Chiesa e già Ospi-
tale di S. Maria della Vita, che si disse compagnia dell'Ospitale dei
Devoti, presso S. Vito, come da un rogito di Enocco di Zaccaria di
Enrighetto, delli 22 febbraio 1252» 29; non siamo in grado di iden-
tificare la fonte della notizia, ma non dubitiamo di trovarci, anche
qui, di fronte ad un errore di datazione, come dimostra inoltre la
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 185

dizione di «compagnia dell'Ospitale» che non può non riferirsi,
come vedremo, all'ultimo ventennio del sec. xirr.

I documenti addotti per provare l’esistenza di una «Società
dei Devoti » anteriormente al 1260 si rivelano, quindi, inconsistenti,
ferma restando la possibilità che alla sua costituzione abbiano preso
parte anche persone appartenenti alle ricordate più antiche societa-
les; ma ciò non potè avvenire prima che a Bologna giungesse, con
la sua carica travolgente di spirito penitenziale e caritativo, il grande
moto di religiosità popolare che aveva avuto origine in Perugia.
Anteriormente le ricordate societates bolognesi ci appaiono come qual-
cosa di intermedio tra il sodalizio religioso, la corporazione artigiana
e il consorzio di persone legate da interessi comuni, famigliari e di
gruppo; è solo dopo l’esperienza del movimento dei Disciplinati
che nascono, in Bologna come altrove, vere e proprie confraternite
spirituali con esclusivi scopi religiosi: orazione, penitenza ed eser-
cizio di opere di misericordia corporali e spirituali verso i bisognosi.
È solo allora che sorge il primo ospedale nella accezione più larga
del termine, fondato e gestito da laici ed indipendente dalle tradi-
zionali forme ospitaliere delle canoniche e degli ordini monastici ??.

3. Il primo documento autentico ed indiscutibile sui Discipli-
nati di Bologna, finora conosciuto, sarebbe dunque il notissimo
Statuto che porta nel proemio la data 1260 28, pubblicato dal Gau-
denzi 2°, ma sulla cui datazione vennero avanzati ben presto fon-
dati dubbi e che oggi è comunemente assegnato al 1286, anno della
sua conferma da parte del vescovo di Bologna 39; datazione, que-
sta, che ci sentiamo di accettare se la si riferisca al tempo probabile
della materiale stesura del codice, ma non per quanto riguarda il
contenuto che deve ritenersi notevolmente anteriore e, per una
parte, appartenente ai primi anni successivi a quello fatidico della
generalis devotio, come ora proveremo di dimostrare.

Gli statuti dei Battuti Bolognesi pubblicati dal Gaudenzi con
la data 1260 ed oggi comunemente ritenuti del 1286, mostrano,
ad un più attento esame, di non essere un testo concepito organica-
mente e unitariamente, ma la risultante di una vicenda e di una espe-
rienza di molti anni, attraverso la quale il nucleo originario delle
più antiche regole è stato via via modificato al fine di un maggior
perfezionamento giuridico delle norme esistenti, ed accresciuto con
nuove disposizioni per adeguarlo alle nuove situazioni che la Con-
gregazione doveva affrontare.

CUEHCEME

RIUNIRE GI 186 MARIO FANTI

Tale nucleo più antico si può individuare nelle prime diciannove
rubriche, dove è possibile cogliere la logica di una disposizione risul-
tante da una visione abbastanza organica della materia da trattarsi:

H Quod dicta Congregatio habeat omni tempore unum Rectorem cum qui-
busdam aliis officialibus.

II. Quod nullus possit esse Rector dicte Congregationis qui non sit de dicía
Congregatione.

III. Quibus diebus ipsa Congregatio debeat insimul coadhunari.

IV. De illis qui non debent recipi in dicía Congregatione.

v. Si lix vel discordia esset inter aliquos sociorum dicte Congregationis.

VI. Quid debeant facere homines dicte Congregationis tempore rumoris.

vi. Quod predicti vadant ad ecclesiam omni mane.

vir. Quod homines dicte Congregationis debeant revereri picture sanctorum
cum fuerint coram eius.

IX. Quid debeant facere predicti quando ellevatur Corpus Christi.
xi Quod homines dicte Congregationis teneantur confiteri quolibet mense.
XI: Quod massarius dicte Congregationis teneatur facere dici quolibet mense

duas missas.
xII. Quod quando predicti vadunt per civitatem honeste debeant ire.
XIII. Quod non debeant se verberare eundo per aliquam ecclesiam.

xiv. Quando homines dicte Congregationis recipiunt confessiones in aliqua
ecclesia.

xv. Si aliquis de dicta Congregatione infirmaretur.
xvi. Si aliqui predictorum moriretur et non haberet unde posset sepelliri.
xvn. De mortuis dicte Congregationis portandis.

xvin. Quod illi de dicta Congregatione debeant ire honeste quando portant
mortuum.

xix. Quod corpus debeat circuiri per illos dicte Congregationis et poni in |
medio.

Come si vede, si tratta innanzi tutto degli organi deliberativi |
ed esecutivi della Congregazione (rubr. 1-11), della sede della stessa |
e delle adunanze (ri), dei requisiti necessari per entrarvi (1v), del
modo da tenere in caso di controversie tra i confratelli (v) ; si danno,
quindi, regole di comportamento sia in caso di tumulti cittadini (vr),
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 187

sia circa l'adempimento delle pratiche devozionali (VII-XIV), a cui
seguono disposizioni sull’assistenza materiale e spirituale da pre-
starsi ai confratelli infermi (xv) e sulle onoranze e suffragi da tri-
butare ai defunti (xvI-xIx).

Il filo logico e la concatenazione che regolano il succedersi di
queste direttive vengono meno a partire dalla rubrica xx; di qui
in avanti, infatti, ci si trova di fronte ad una serie di disposizioni
non legate tra di loro dall’affinità degli argomenti e nella cui succes-
sione non si può vedere altro motivo che la necessità di modificare
o di precisare meglio gli articoli precedenti ed il bisogno di regolare
con nuovi provvedimenti le sopravvenute situazioni che la congre-
gazione si trovava a fronteggiare. Vediamo meglio :

xx. De illis qui intrare voluerint dictam Congregationem.

Questa rubrica, stabilendo l'età minima.di 18 anni per l'ammis-
sione e subordinandola alla felice riuscita di un noviziato di due mesi
continuativi, integra il disposto dalla rubr. rv dove l'unico requi-
sito richiesto per entrare a far parte del Sodalizio era non essere
«fenerator», non «tenere amasiam» e non «ire per tabernas sive
alia turpiora et decenciora loca nisi esset causa mercationis ».

Siamo dunque di fronte ad una disposizione che lascia intravve-
dere il trasformarsi della Congregazione da movimento spontaneo ed
incomposto di popolo devoto a vera e propria confraternita, vinco-
lata da norme sempre più precise e sempre più rigide e preoccupata
di subordinare l'accettazione di nuovi membri ad un criterio se-
lettivo più severo che non la semplice buona fama dei postulanti.
Anche l'introduzione del limite di età ci sembra caratteristico di
una fase di assestamento del movimento dei disciplinati dopo gli
ardori e gli eccessi dell'inizio, quando secondo la testimonianza
di un cronista contemporaneo 1), perfino gli «infantes etiam quin-
que annorum» partecipavano alle pubbliche pratiche penitenziali.

xXI. Quod visitatio debeat fieri in dicta Congregatione.

Vi si stabilisce una visita di controllo da farsi ogni sei mesi da
parte del Rettore « ad hoc ut ordinamenta dicte Congregationis ob-
serventur»; non é spiegato in cosa la visita avrebbe dovuto consistere
e cosa in particolare avrebbe dovuto riguardare, ma si puó supporre
che interessasse in modo particolare le attività caritative della
Congregazione, di cui si parla in seguito.

xxII. Quod quicumque de dicta Congregatione teneatur relinquere de bonis
suis dicte Congregationi.
188

MARIO FANTI

xxun1I. Quod de predictis quilibet teneatur promittere de bonis suis dicte Con-

gregationi.

Entrambe queste rubriche sono del massimo interesse perché
stabilendo l'obbligo dei confratelli di lasciare nel loro testamento
un'offerta «ad manutenendum domum et opera misericordie que
fiunt in ea domo et Congregatione», e stabilendo a garanzia di
ció, il versamento di una cauzione, ci mostrano che quando tali
disposizioni furono aggiunte, la Congregazione dei Devoti doveva
già esser impegnata, anche economicamente, nella realizzazione
di un'attività ospedaliera, anche se non di un ospedale vero e pro-
prio, la cui esistenza appare esplicitamente nella rubrica seguente.

xxiv. Quod massarius dicte Congregationis reddat rationem sue massarie.

XXV.

Vi si stabilisce che il Massaro duri in carica un anno e tenga
in iscritto la contabilità di tutte le entrate ed uscite della Congre-
gazione, delle quali dovrà rendere conto allo spirare del tempo del
suo mandato ; egli era anche tenuto a «procurare et videre lectos
et res dicte Congregationis et si necesse fuerit aliquod linteamen
actari vel lectum debeat facere actari expensis dicte Congrega-
tionis. Et hoc teneatur procurare et videre predicta ter in anno,
hoc est quilibet quatuor mensium semel ad annum ». Questo chia-
rissimo riferimento alla attività ospitaliera della Congregazione è
di per se stesso sufficiente a datare questa rubrica a parecchio tempo
dopo l’inizio del movimento dei disciplinati a Bologna (ottobre
1260), non potendosi presumere che il reperimento di una sede ido-
nea per l’ospedale e la sua entrata in funzione avvenissero con
tanta celerità.

Quod nullus de dicta Congregatione operetur dictam penitentiam de

nocte extra domum.

Affinchè «predicta Congregatio non possit incurere infamiam vel
scandalum » si stabilisce che nessun confratello possa disciplinarsi
di notte fuori della sede della Congregazione o fuori di casa propria,
e sempre insieme agli altri confratelli. La disposizione è evidente-
mente intesa ad evitare circostanze suscettibili di provocare disor-
dini e scandali e di compromettere l'ordinato e collettivo esercizio
della pratica penitenziale; siamo dunque, anche qui, in una fase
successiva ai primi tempi del movimento, allorquando i disciplinati
«non solum itaque in die, verum etiam in nocte cum cereis accensis,
in hyeme asperrima, centeni et milleni, decem milia quoque per
civitatem et ecclesia circuibant »??).

xxvi. Quod nullus de predictis debeat se obligare pro aliquo.

Si dispone che nessun confratello « debeat fideiubere pro aliquo
vel obligare sine licencia Rectoris dicte Congregationis » ; è una
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 189

norma che mira ad evitare che l’intera Congregazione possa esser
ritenuta responsabile degli impegni eventualmente contratti da
uno dei suoi membri, e che forse fu dettata dopo qualche spiacevole
precedente.

xxvII. Quod predicti non debeant canere eundo per civitatem.

Quando la Congregazione andrà per la città « operando eius pe-
nitentiam » nessun confratello potrà cantare «letanias et laudes »
all'infuori di quelli che saranno stati a ciò deputati dal Rettore e
Guardiani e che dovranno essere «de melioribus cantoribus de
dicta Congregatione » e dovranno recitare le dette preci « cum ma-
gna reverentia et honestate ». La disposizione è diretta a far sì
ehe il canto delle laudi ed orazioni non si tramutasse, come l’espe-
rienza doveva aver dimostrato, in un confuso e scomposto salmo-
diare, il che avveniva quando tutti prendevano parte al canto.

xxvi. Quod orationes debeant dici ut in libro orationum dicte Congrega-
tionis apparet.

È un'altra disposizione che presuppone una non breve esperienza
antecedente, il cui frutto é appunto il liber orationum, cioé una specie
di rituale in cui sono state canonizzate, in una forma definitiva,
le preghiere e le usanze tradizionali del movimento di devozione
popolare. Puó essere interessante, in proposito, osservare che le
norme stabilite in quessa rubrica costituiscono il prototipo dell'uf-
fizio divino che sarà poi adottato dalla quasi totalità delle confra-
ternite bolognesi originate dalla devocio del 1260 o ad essa ispi-
rate. 83)

xxix. In questa rubrica, che, probabilmente per una dimenticanza dello
scrittore del codice, manca del consueto titolo in inchiostro rosso,
si stabilisce che i confratelli non siano obbligati verso la Congrega-
zione « per votum vel sacramentum » ma solo sotto la pena previ-
sta dai suoi statuti «et non ad culpam ». Questa precisazione sarà
stata aggiunta quando, in seguito ad un caso concreto, sarà sorta
la necessità di definire se l'appartenenza alla Congregazione com-
portasse veri e propri obblighi configurabili giuridicamente (nel
campo civile e canonico) o, invece impegnasse soltanto la co-
scienza dei confratelli.

xxx. De dispensatione omnium et cuiuslibet supradictorum statutorum et ordi-
namentorum dicte Congregationis.

La rubrica consta di due parti distinte. La prima stabilisce che
l'osservanza degli statuti può essere dispensata, in certi casi (non
specificati), dal Rettore, sentito il parere dei Guardiani; anche qui
ci troviamo di fronte ad un provvedimento che, in seguito alla MARIO FANTI

esperienza di governo del sodalizio, tende a perfezionare la legge fon-
damentale rendendola più elastica e più adattabile alle varie necessità,
ampliando nel contempo il potere discrezionale del Rettore. La se-
conda parte prevede che i guardiani, il massaro e il nunzio debbano
esser eletti dal rettore e dai guardiani, che escono di carica e
che la loro elezione debba esser pubblicata nell’adunanza di tutti
i confratelli. In tal modo si integra e si precisa quanto disposto
nella rubr. I, dove si prevedeva che la Congregazione dovesse esser
governata da un rettore e dodici guardiani coadiuvati dal massaro
e dal nunzio di durata annua, ma non si davano direttive precise
per la loro elezione.

xxxi. Quod nullus debeat sedere super bancha rectoris et guardianorum.
Rubrica che dovette essere aggiunta dopo il verificarsi di qual-
che divergenza intorno al luogo da occupare nell'oratorio.

xxxII. Quod guardiani teneantur venire ad dictam congregationem quando
fuerint requisiti.
Altra disposizione che dovette esser occasionata da un fatto
concreto e particolare, cioé l'assenteismo di alcuni confratelli eletti
alla carica di guardiani.

xxxin. Quod nullus debeat portare corpus nisi ellecti per guardianos dicte
congregationis.

Dispareri sul modo di fare i funerali suggerirono certamente
questa precisazione che, come quella della rubr. xxvir, mirava ad
evitare il ripetersi di inconvenienti che l'esperienza aveva mostrato
possibili.

xxxiv. Quod nullus veniat ad conscillium illud quando guardiani erunt ad
conscillium separati.
Nessun confratello potrà partecipare alle adunanze dei guardiani
e del rettore senza il loro consenso ; la rubrica fu, evidentemente,
causata dalle pretese di qualche confratello e fu inserita negli sta-
tuti onde tacitare, una volta per tutte, ogni analoga pretensione.

xxxv. Quod omnes guardiani teneantur facere fieri unam matriulam.
La necessità di compilare «novam matriculam » dei confratelli
in sostituzione della vecchia (ricordata nella rubr. xx), diede oc-
casione di aggiungere questa rubrica dove è anche stabilito che non
sarebbero stati compresi nel ruolo dei confratelli coloro che non
avessero voluto fare la promessa di cui alla rubrica xxii e versare
la cauzione prevista dalla rubr. xxr.
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 191

XXXVI. Quod massarius teneatur reddere rationem omni mense de introytibus
et expensis.
Questa disposizione modifica la rubr. xxrv dove era previsto che
il massaco rendesse conto della sua amministrazione solo al ter-
mine del suo mandato annuale, e stabilisce altresì che la contabi-
lità sia tenuta dal notaio della Congregazione (figura che qui è
menzionata per la prima volta) mentre, secondo la rubr. XXIV,
era lo stesso massaro a doverla effettuare.

XXXVII. Quod vexilla congregationis semper portentur per guardianos.

Rubrica che sarà stata aggiunta dopo il verificarsi di questioni
circa il portare l’insegna della congregazione.

xxxvii. Quod ellectio guardianorum elligatur per guardianos veteres.

XxXIX. Quod ellectio rectoris fiat ad scruptinium et massarius eligatur per
guardianos.
Queste due rubriche completano ed in parte modificano quanto,
in materia di elezione degli ufficiali, era disposto nelle rubr. 1 e
XXX. Prima il rettore e guardiani uscenti nominavano i nuovi guar-
diani e il massaro, ora nominano solo i guardiani che dovranno es-
sere dodici e il cui mandato da annuale diviene semestrale, mentre
il massaro sarà eletto dai guardiani nuovi e starà in carica un anno,
come pure il rettore eletto a scrutinio tra i confratelli.

XL. Quod nullum festum possit fieri nisi secundum hoc ordinamentum.

Essendo la congregazione gravata di molti debiti « propter emp-
tionem domorum dicte congregationis et propter allias expensas quas
faciunt circha hospitale et que pertinent ad hospitale», si ordina
che quando i confratelli parteciperanno a qualche festa religiosa
in qualsivoglia parte della città, debbano andarvi con l'abito di
penitenza e flagellandosi (il che forse non veniva sempre né da
tutti osservato) e possano offrire all'altare dove si celebra la fe-

sta un denaro grosso o piccolo o una candela grande o piccola,
senza alcuna altra spesa 24).

XLI. Quod nullus portet caputios ad scibecam, infulam de sirico, sutelares 85)
intagliatos.

Disposizione rivolta ad evitare lussi superflui nell’abbigliamento

e non consoni allo spirito penitenziale della congregazione, che

dovevano essersi introdotti col passar del tempo e l’attenuarsi
del primitivo rigore.

Con questa rubrica terminano gli statuti ; segue la loro con-
ferma e approvazione da parte di Bonincontro, dottore di decretali

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192 MARIO FANTI

e vicario generale del vescovo di Bologna Ottaviano II Ubaldini 39,
in data 15 febbraio 1286, a rogito del notaio « Bartholomeus magistri
Petri. ». 1

Da tutto quanto abbiamo esposto, appare in maniera assai
chiara che un corpus statutario come quello di cui i Disciplinati
bolognesi ottennero la conferma dal Vescovo nel 1286 non può es-
sere datato al 1260, anche se porta questo anno nel suo principio.
D'altronde sappiamo che il movimento dei flagellanti si diffuse in Bo-
logna nell'ottobre di quell'anno, allorché « quilli d'Imola veneno a
Bologna adi x de ottobre batendose chiamando : ** Misericordia e
paze" ; et dopo li Bolognesi comenzono a fare el simile e si andono
a Modena batendose adi 19 d'otobre. Et allora fu primieramente
la devotione di Battuti »??.

E dunque assolutamente inverosimile che sübito, nel giro di
qualche mese, il movimento di devozione popolare si trasformasse
in una Congregatio con statuti e regole, quantunque semplici, e con
una sede propria ove riunirsi, chiaramente indicata nella rubr. ir
dove é stabilito che ogni domenica e nelle feste della Madonna e dei
santi apostoli «omnes devoti et de congregatione eorum debeant con-
gregari ad domum dicte congregationis, et ibi se induere vestimen-
tis penitencie et debeant ire per civitatem 38) se verberando in ho-
norem dulcis Christi, qui in redemptionem peccatorum voluit verbe-
rari et mori ».

Si dovrà perció datare il nucleo piü antico degli statuti, che a
noi é parso di poter individuare nelle prime diciannove rubriche,
a qualche tempo dopo il 1260, forse a due o tre anni piü tardi, men-
tre tutte le altre disposizioni (dalla rubr. xx in poi) non sono che suc-
cessive aggiunte e modificazioni riflettenti l'assestarsi del movi-
mento penitenziale e il suo progressivo inquadrarsi entro le strutture
di una regolamentazione sempre meglio definita e in continuo ade-
guamento ai compiti, sempre piü impegnativi sul piano organizza-
tivo ed economico, che la Congregatio devotorum, ormai vera e pro-
pria confraternita munita anche del riconoscimento dell'autorità
religiosa, si assumeva in relazione all'ospedale da lei gestito. Tali
disposizioni vanno perciò distribuite nell'arco di tempo che inter-
corre tra il 1262-1263 circa e il 1286, anno dell'approvazione vesco-
vile che costituisce un incontrovertibile termine aníe quem.

Circa il riferimento al 1260, che si legge nell'intestazione del co-
dice degli statuti e che è stato causa della loro assegnazione a quel-
l'anno, ci pare che valga in pieno l'osservazione del Monti e che si
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 193

debba interpretare come un riferimento a posteriori 39. A questo
proposito non nascondiamo la nostra opinione, che il codice attra-
verso cui ci sono pervenuti gli statuti sia stato scritto proprio in vi-
sta della sua presentazione al vescovo per l'approvazione e sia quindi
da datare a poco prima del 1286. Non vogliamo anche omettere
una osservazione che si trae dall'esame del codice : nella rubr. 1 la
cifra indicante il numero dei guardiani (xir) è scritta su rasura da
mano coeva, se non addirittura dalla stessa che vergò tutti gli statuti ;
alla rubr. xxxvii, che modifica la rubr. 1, lo stesso numero, scritto
in lettere, non reca tracce di correzioni. Si puó pensare che nella
rubr. r, rispecchiante il piü antico assetto della congregazione, il
numero dei guardiani fosse diverso e che lo scrittore, giunto alla rubr.
xxxvIH e resosi conto della contraddizione, lo abbia corretto ade-
guandolo al tenore della più recente e vigente disposizione. Sem-
bra infatti poco probabile l'ipotesi di un errore materiale proprio
in quel punto, mentre, a confortare la supposizione che la rubr.
xxxvin abbia introdotto una modifica nel numero dei guardiani
rispetto al più antico disposto della rubr. 1, sta la frase : «et sint
numero duodecim ad honorem Dei et duodecim appostolorum »;
disposizione e spiegazione che sarebbero state superflue qualora non
si fosse fatto altro che confermare quanto già stabilito in precedenza.

Altre correzioni su rasura, ad opera della stessa mano che scrisse
gli statuti, si notano nelle rubriche xir e xxvii 49 : forse sono dovute
a mutazioni introdotte all'ultimo momento e suggerite dallo stesso
vicario del Vescovo.

In conclusione, il codice che ci ha tramandato i più antichi sta-
tuti dei disciplinati bolognesi potrà essere datato a poco prima del
1286, mentre le disposizioni in esso contenute andranno assegnate
a qualche anno dopo il 1260, per quelle che costituiscono il più an-
tico nucleo della compilazione, e distribuite nell'arco del ventennio
successivo per quanto riguarda le evidenti aggiunte e modificazioni
che furono giustapposte al testo più antico via via che se ne presen-
tava la necessità. Anche così, tuttavia, la compilazione statutaria
dei Battuti bolognesi resta la più antica che si conosca e ne esce
confermata la diretta derivazione della Congregatio Devotorum ci-
vitatis Bononie, che si chiamerà poi Confraternita di S. Maria della
Vita, dal movimento fasaniano del 1260 4.

4. — Stabilita in tal modo una più probabile datazione degli
Statuti, veniamo ad illustrare i numerosi documenti del sec. xiii,

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(4 194 MARIO FANTI

relativi alla Congregazione dei Devoti Battuti della città e diocesi
di Bologna, che costituiscono le più antiche testimonianze sul mo-
vimento dei Disciplinati non solo per Bologna ma per tutta l’Italia,
ove si eccettuino i noti documenti perugini del 1260 pubblicati
dall'Ansidei #2).

Il primo documento sui flagellanti bolognesi è l’indulgenza
loro concessa il 15 febbraio 1261 da Alessandro IV ad istanza dei
frati Eremitani dell'Ordine di S. Agostino, alla cui chiesa i Devoti
convenivano periodicamente per lo svolgimento delle loro pratiche,
pervenutaci in una copia autentica sincrona :

Hoc est exemplum literarum domini Alexandri pape quarti quarum lite-
rarum tenor talis est.

Alexander episcopus servus servorum Dei, dilectis fillis Priori et fratri-
bus heremitanorum ordinis Sancti Augustini extra circlam bononiensem
salutem et apostolicam benedictionem. Sincera devotio quam erga nos et ro-
manam ecclesiam geritis promeretur ut vestris supplicationibus favorabi-
liter annuamus, presertim in hiis que ad perpetuum ecclesie vestre honorem
et profectum pertinent animarum. Cum igitur sicut ex parte vestra fuit pro-
positum coram nobis nonnulli fideles civitatis et diocesis bononiensis zelo
fidei et devotionis accensi, die quo divina gratia inspirante in suorum dete-
stationem criminum et ad iudicis superni misericordiam implorandam nudi
publice se fustigare ceperunt, annis singulis in vestra ecclesia convenire statue-
rint ibique laudibus divinis et operibus insistere caritatis, nos eorum laudabile
in hac parte propositum fovere volentes, omnibus vere penitentibus et con-
fessis qui dicta die ad ecclesiam predictam annuatim causa devotio-
nis accesserint, de omnipotentis Dei misericordia et beatorum Petri et Pauli
apostolorum eius auctoritate confisi, quadraginta dies de iniuncta eis peni-
tentia misericorditer relaxamus, presentibus post triennium minime vali-
turis. Datum Laterani, xv kalendas martii, pontificatus nostri anno septimo.

Et dominus Octavianus bononiensis ellectus fecit sui sigilli munimine
has litteras roborari ut dictis literis plena fides adibeatur.

S. T. Ego Guilielmus Nadalini Petri Nadalis, imperiali auctoritate no-
tarius, ut in predictis literis domini pape inveni nichil addens minuens sive
mutans quod sensum mutet vel intellectum, fideliter exemplavi et scripsi,
subscripsi et subsignavi *?).

Il documento coglie veramente i Disciplinati bolognesi ai pri-
mordi della loro attività, ad appena cinque mesi da quando il grande
moto penitenziale aveva raggiunto la città ed erano iniziate le proces-
sioni dei flagellanti alle quali appare qui interessata la chiesa degli
Eremitani ; il Pontefice precisa che con la concessione dell’indul-
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 195

genza vuol favorire, oltre i frati, il lodevole proposito di quei fedeli,
ma «in hac parte » (cioè nell'intenzione di visitare annualmente la
chiesa degli Eremitani per cantarvi laudi e compiervi opere di ca-
rità) e non, quindi, per incoraggiare la nuova pratica della pubblica
flagellazione, quella « penitentia repentina » che, secondo le parole
di un cronista contemporaneo, faceva meravigliare molti « maxime
cum iste modus penitentie inauditus non fuisset a summo pontifice
institutus » 49. Anche il fatto che l’indulgenza avesse la sua durata
limitata ad un triennio, benché ciò non si discosti dalla prassi co-
mune in simili casi, può confortare l’ipotesi di una concessione ad
experimentum, in attesa di vedere gli ulteriori sviluppi ed attività
del gruppo spontaneo dei flagellanti bolognesi ; non si parla, infatti,
ancora di «Società dei Devoti» (come si farà l’anno seguente) ma
di « nonnulli fideles », benchè nella decisione di costoro di visitare ogni
anno la chiesa degli Eremitani vi sia già la prospettiva di una at-
tività di carattere continuativo e, quindi, un embrione di organiz-
zazione.

Un mese e mezzo più tardi, il 31 marzo 1261, una nuova indul-

genza era concessa ai Disciplinati dall’ Arcivescovo di Ravenna, per la
stessa ragione :

Philippus Dei et apostolica gratia sancte Ecclesie Ravennatensis electus,
viris religiosis Priori et conventui sancti Facobi Bononie ordinis heremitanorum
salutem in Domino. Quamquam ex debito pastoralis officii ad quequam pie-
tatis opera teneamur, illa tamen nos sollicitudo propensior et cura magis per-
vigil excitat per que honoratur magnificentius ipse Deus et evidentior utilitas
provenire dinoscitur volentibus animarum suarum saluti condignis penitentie
fructibus providere. Cum igitur lux nova orriri sit visa super terram in eo
quod quidam nudata carne ad instar omnipotentis Dei et ob honorem beate.
gloriose Marie Virginis matris eius ipsorum corpora diris verberibus ferunt et
affligunt, nos hoc tanto amplius commendantes quanto id acceptus esse cre-
dimus Deo Patri, omnibus vere penitentibus et confessis qui ecclesiam vestram
nudata carne et se verberando cum devotione duxerint visitandam de omni-
potentis Dei misericordia, auctoritate quoque beatorum martirum Apolle-
naris, Vitalis atque Ursicini patronorum nostrorum, singulis diebus quibus
hoc duxerint faciendam, quadraginta dies de iniuncta sibi penitentia miseri-
corditer in Domino relaxamus. In cuius rei testimonium presentes litteras
nostri fecimus sigilli muninine roborari. Datum Ravenne, II kalendas apri-
lis, pontificatus domini Alexandri pape quarti anno septimo 45),

Un anno dopo, la Societas Devotorum civitatis et diocesis bono-
niensis era una realtà e ad essa il Priore generale degli Eremitani

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1 196 MARIO FANTI

concedeva la partecipazione a tutti i benefici spirituali dell’Ordine,
come dalla sua lettera del 12 marzo 1262:

Viris. catholicis et in Christo plurimum diligendis universis de societate
devotorum civitatis ed diocesis bononiensis se super nudo verberantibus
propter Deum, frater Lanfrancus generalis Prior heremitarum ordinis sancti
Augustini licet indignus, salutem in Domino sempiternam. Si vestra in no-
stris auribus lingua taceret illa quam in vobis vidimus sufficienter conver-
satio loqueretur. Et si nichil a nobis vocali prolatione gratie peteretis flos,
sola vestra quam diligenter inspeximus vobis ad gratiarum impertionem
devotio coherceret. Si vere autem quia et lingue vestre iuste deprecando
locuntur et vester exigit caritatis affectus eo quidem exigente quem ad or-

| dine[m] nostrum habere probamini vehementem ut missis in vobis a Do-
| mino ignis amoris divini salubrius ardeat et perseverantur bone conscien-
| cie honesteque operationis lucem ostendat, vos qui de dicta societate nunc
| | estis et alios qui erunt Domino inspirante, omnium missarum, orationum,
i predicationum, vigiliarum, ieiuniorum ac aliorum bonorum que per Dei gra-
B tiam fiunt in ordine nostro et in posterum fient, participes facimus et consor-
1 tes. Statuentes insuper ex gratia spetiali ut cum obitus alicuius vestri nostro
| generali Capitulo fuerit nunciatus, idem pro vobis devote fiat quod pro de-
HW functis fratribus nostri ordinis in comuni fieri consuevit. Datum Bononie
T ini idibus martii, pontificatus domini Urbani pape quarti anno primo 10):

La favorevole accoglienza data dagli Eremitani bolognesi al
nuovo movimento spirituale e la propensione ad aiutarlo trova la
| sua giustificazione non solo nel fatto che i Disciplinati si raccoglie-
| vano periodicamente presso la chiesa di tali religiosi, 5. Giacomo
di Sàvena, collocata poco fuori dalle mura della città, tra Porta $5.

T Vitale e Porta S. Donato, ma nelle particolari condizioni in cui si
il | | trovava in quel tempo la comunità agostiniana bolognese, al cui svi-
TIE luppo eal cui trasferimento entro le mura si opponevano decisa-
| mente i parroci circonvicini, il Capitolo della Cattedrale ed il Ve-
AIME scovo 47). L'appoggio dato alla nascente Congregazione dei Devoti
UM contribuiva a convogliare verso la chiesa degli Eremitani una vasta
HUP corrente della devozione popolare con vantaggio anche economico ;
TH infatti una delle ragioni che facevano insistere i frati nelle loro istan-
ze per essere ammessi entro le mura cittadine era che dimorare
all’esterno della cerchia significava esser tagliati fuori dalla zona |
più fittamente abitata e di maggior movimento, per cui asserivano
che nel convento di Sàvena «assai volte patiscono et hanno gran
necessità nelle cose temporali et fame », che il luogo « era fuore delle
habitationi delle genti et lontano da ogni vicinanza». onde «gli
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA :197

huomini et le donne molte volte dicevano loro : se voi foste più vi-
cini a noi vi sovenerissimo assai più di quello facciamo hora, per-
ché ora siete troppo lontani» 49. A ciò si aggiunga che il convento
di S. Giacomo di Savena era uno dei principali dell'Ordine ed in esso
risiedeva abitualmente frate Lanfranco da Milano, primo Priore
generale dell'Ordo Eremitarum Sancti Augustini sorto in seguito
all'unione delle varie congregazioni di eremiti agostiniani effettuata
nel 1956 da Alessandro IV ; il detto fra' Lanfranco, prima di essere
elevato a tale carica, era stato priore del convento di S. Giacomo di
Sàvena quando esso, anteriormente alla detta unione, era in mano della
congregazione di eremiti agostiniani detta dei Giamboniti ^? ; uomo,
quindi, non nuovo all'ambiente bolognese e a cui non poteva sfug-
gire la convenienza, per l'Ordine da lui retto, di appoggiare il nuovo
e fervoroso movimento devozionale.

Questi rapporti tra i Disciplinati e gli Eremitani non ebbero
però sèguito, perché i primi si organizzarono ben presto in congre-
gazione indipendente, con sede propria e senza alcun legame con.
questo come con altri ordini religiosi, contrariamente a quanto avven-
ne altrove (si pensi a Perugia con le sue tre confraternite di Battuti
erette presso i tre grandi conventi degli ordini mendicanti : france-
scani, domenicani e agostiniani) e, più tardi, nella stessa Bologna 59.
Questa assoluta autonomia dagli ordini religiosi, sia riguardo alla
sede, sia riguardo alla direzione spirituale, è una caratteristica co-
stante e ininterrotta della Congregatio Devotorum bolognese che
assunse poi il titolo di S. Maria della Vita, l’unica, fra le tante con-
fraternite di Disciplinati sorte in Bologna dal xim ai xvi secolo,
che ebbe diretta origine dalla generalis devolio del 1260.

Del resto, i tre citati documenti sono gli unici che attestino
qualche rapporto iniziale tra i flagellanti bolognesi e un ordine re-
ligioso ; gli Eremitani poterono ottenere nel 1267 la sospirata li-
cenza di trasferirsi in città 51) e non si trova traccia di ulteriori rap-
porti tra essi e la congregazione dei Devoti. Questa, per il numero
degli aderenti e per il suo fervore, si imponeva sempre piü all'atten-
zione non solo delle autorità religiose ma anche di quelle politiche ;
è del 1262 la seguente disposizione degli Statuti del Comune :

Quod ordinamenta facta occasione devotionis debeant legi in contione.

Ad honorem Dei et beate Marie Virginis et ut paces et concordie facte
tempore devotionis perpetuam habeant firmitatem, statuimus et ordinamus
quod Potestas qui nunc est teneatur semel facere legi ordinamenta facta oc-

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casione generalis devotionis in contione generali, et quod venturus Potestas
teneatur quatenus in anno facere legi singulis tribus mensibus dicta ordina-
menta, et quod dicta ordinamenta valeant et plenum robur habeant in illis

qui sunt in presenti devotione vel fuerunt; et presens statutum sit precisum
in omnibus suis partibus 52),

La disposizione é interessante non solo perché ci fa conoscere
l'esistenza di ordinamenti fatti in occasione della devozione e ne la-
scia intravedere il contenuto e il fine (le « paci » o « concordie »,
piü o meno effimere, tra cittadini e fazioni), ma perché precisa che
la loro efficacia si applicava ad una particolare categoria di per-
sone, «illi qui sunt in presenti devotione vel fuerunt », categoria,
quindi, facilmente individuabile e ufficialmente riconosciuta, tanto
riconosciuta che tre anni dopo, come vedremo, venne considerata
alla stregua di una qualunque Società delle Armi agli effetti del ser-
vizio obbligatorio per la repressione dei tumulti. Questo Statuto
del 1262 é, dunque, un altro elemento che conferma come in tale
anno i Devoti fossero già costituiti in un gruppo organico e ben
definito 53),

Una ulteriore conferma di ciò è data dalla nuova indulgenza
che il ricordato Filippo, Arcivescovo di Ravenna, concedeva il 7
maggio 1263 ai Disciplinati bolognesi, dove, contrariamente all’ana-
logo documento di due anni prima, non si parla più di « alcuni » che,
denudatisi, si flagellano per amore di Dio e della Vergine, ma ci
si rivolge direttamente «congregationi devotorum seu nudorum
civitatis ed diocesis Bononie » i cui componenti «nuda carne ad instar
omnipotentis Dei et ob honorem et reverentiam beate et gloriose
Marie- virginis matris eius» si affligevano «diris verberibus»; ad
essi l'Arcivescovo concedeva indulgenza di quaranta giorni per ogni
giorno in cui, confessati e comunicati, avrebbero fatto la detta peni-
tenza 54),

Anche il vescovo di Bologna Ottaviano II Ubaldini, con un
documento databile tra il 1261 e il 1263, si rivolgeva « congrega-
tioni devotorum civitatis Bononie et diocesis » concedendo un anno
di indulgenza « ut vestra fidelis congregatio et merito numero augeatur,
omnibus vere penitentibus et confessis qui ob divini respectus amore
pariter et timore congregationem ipsam intraverint », e quaranta
giorni «vobis et ipsos quociens publice in generali congregatione
vos verberare contingerit » 55).

Negli anni immediatamente seguenti c'é da registrare la ripe-
tizione, nel codice degli Statuti bolognesi del 1264, del ricordato de-
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA .199

creto del 1262 relativo agli ordinamenti fatti in occasione della devo-
zione 59 e, cosa. di ben maggiore interesse, le particolari disposi-
zioni riguardanti la Societas devolorum negli Statuti e Ordinamenti
fatti nel 1265 dai due celebri « frati godenti » Loderingo di Andaló e
Catellano di Guido di madonna Ostia a cui era stato affidato il com-
pito di comporre le discordie che agitavano la città. Essi istitui-
rono un corpo di 1200 cittadini, con lo scopo specifico di sedare i
tumulti, i cui componenti, in caso di disordini e di scontri tra le
fazioni, non avrebbero dovuto recarsi, armati o no «ad domum ali-
cuius magnatis » ma radunarsi sotto il vessillo dei detti frati e stare ai
loro ordini onde intervenire per ristabilire la tranquillità ; altret-
tanto erano tenuti a fare i Gonfalonieri del Popolo, «omnes et sin-
guli de populo », gli appartenenti alle società delle Armi e delle Arti
e gli stessi componenti la Società dei Devoti a cui fu dedicata una ru-
brica particolare :

Quod illi de societate devotorum trahere debeant cum vexillo et armis eo-
rum ad vexillum et fratres ^? tempore rumoris.

Item statutimus et ordinamus atque precipimus quod illi qui sunt de
societate devotorum licet sint de societatibus artium seu armorum, tempore
predicto debeant trahere cum vexillo et armis eorum ad vexillum et fratres
beate Marie predictos. Et deinde se non separare absque licencia fratrum
ipsorum. Salvo quod in aliis factis et temporibus obediant sicut tenentur
societatibus eorum 59),

Ben diversamente stabiliva invece la rubrica vi dello Statuto
dei Devoti bolognesi, ispirata a concetti non politici ma religiosi:

Quid debeant facere homines dicte Congregationis tempore rumoris.

Ad honorem dulcis Christi et ut penitentia quam facimus sit nobis me-
ritoria apud Deum, statuimus et ordinamus quod nullus de dicta congrega-
tione tempore rumoris qui esset in civitate Bononie, quod Deus avertat,
non debeat ire pro parte nec occasione partis ad domum alicuius magnatis,
sct tempore dicti rumoris debeat ire ad societatem suam; et si est aliquis
qui non sit de aliqua societate, debeat venire ad domum dicte congregatio-
nis et facere ea que placuerint eis ad bonum Statum Communis Bononie,
et qui contra fecerit non habeatur pro socio et canceletur de matricula et
nunquam in matricula reponetur.

A questo punto sorge il problema di stabilire se l'odinanza dei
frati Gaudenti sia anteriore o posteriore allo Statuto dei Devoti ; pro-
blema di non facile soluzione. Non nascondiamo peró la nostra pro-
200 MARIO FANTI

pensione a credere che lo Statuto dei Devoti sia anteriore alla disposi-
zione del 1265 dato l’accenno, in questa, al dovere dei Devoti di obbedire
«in aliis factis » alle società delle Arti e delle Armi di cui facessero par-
te, cosa prevista dallo Statuto dei Disciplinati, e data la frase «li-
cet sint de societate artium seu armorum » che conferisce a tutto
il disposto dai frati Gaudenti l’aspetto di una deroga a quanto sta-
bilito nei detti Statuti. La disposizione del 1265 va inquadrata nel-
l’opera di Loderingo e Catellano rivolta alla mobilitazione morale e
materiale di varie componenti della società cittadina al fine di ristabi-
lire la pace 59, opera che attingeva le sue radici ideali anche a forti
motivazioni di carattere religioso ; è perciò logico che i Gaudenti
tendessero ad assicurarsi l'appoggio concreto della nuova fervente
e numerosa radunanza dei Devoti, nata lo stesso anno in cui era
sorto l'Ordine dei Gaudenti e sotto la spinta dello stesso clima so-
ciale e religioso, facendone un corpo alle loro dirette dipendenze
e sottraendoli in tal modo, sia pure temporaneamente, alle società
delle Arti e delle Armi verso le quali i due frati potevano avere qual-
che buon motivo di diffidenza 69,

Non possediamo alcun elemento per stabilire se tale disposizione
avesse effetto e fino a quale punto: certamente essa era troppo
ripugnante all’indirizzo spirituale dei Devoti per poter essere ac-
cettata pacificamente ; il ristabilire la pace e la giustizia anche con
l'uso della forza come si proponeva l’istituto dei fratres milites, le-
gato alle tradizioni militari e cavalleresche della classe magnatizia
di cui era emanazione, si trovava in troppo evidente contrasto con
l'indirizzo penitenziale ed escatologico del movimento fasaniano
il cui carattere eminentemente popolare poteva costituire un ulte-
riore elemento di sfiducia e di diffidenza nei confronti dei nobili
pacieri. Comunque andassero le cose appare chiaro, ed è ciò che qui
importa rilevare, che il disposto dei frati Gaudenti, diretto a mobi-
litare la congregazione dei Devoti per fini ben lontani da quelli
suoi propri, dimostra che nel 1265 essa costituiva una componente
di un certo peso nella vita cittadina e che era bene organizzata e
numerosa : diversamente non avrebbe avuto senso il prescriverne
la mobilitazione come un corpo a parte, al di fuori delle tradizionali
società delle Arti e delle Armi.

Il carattere schiettamente religioso ed espiativo del movimento
dei Disciplinati, specie in quella prima e più fervorosa fase, non
avrebbe mai potuto conciliarsi col tentativo di parificare la Congre-
gatio Devotorum, sodalizio prettamente spirituale, ad una qualun-
== — - ^m — — —

GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 201

que società temporale come erano quelle delle Arti e delle Armi
sotto le cui insegne, soltanto, i Devoti avrebbero dovuto compiere,
come ammetteva anche il loro Statuto, il servizio in occasione dei
tumulti. Non ci sembra quindi che si possa parlare, come é stato
fatto da qualeuno recentemente, di «partecipazione attiva » del-
la Congregazione dei Disciplinati bolognesi «ai disegni politici del
Governo », tanto più che gli episodi che si citano a: prova del fatto
sono leggendari o fantastici $9.

Nello stesso anno 1265 in cui Loderingo e Catellano emanavano
le loro ordinanze, giunse a Bologna il Legato papale Goffredo di
Belmonte, vescovo di Sulmona, per incontrarsi con l'esercito di
Carlo I d'Angió che muoveva alla conquista del Regno di Sicilia 92,
ed é proprio a questo soggiorno bolognese del Legato che risale il
privilegio di poter partecipare ai divini uffici anche in tempo di in-
terdetto, concesso ai Disciplinati il 5 novembre :

Gaufridus de Bellomonte Apostolice Sedis legatus. Dilectis filiis recto-
ribus et fratribus fraternitatum devotorum Beate Marie Virginis gloriose
per bononiensem civitatem et diocesim constitutis, salutem in Domino. De-
votionis vestre sinceritas promeretur ut petitiones vestras quantum cum Deo
possumus ad exauditionis gratiam admittamus. Hinc est quod nos devotionis
precibus inclinati ut in locis in quibus fueritis et que auctoritate . . . *9 conti-
gerit supponi ecclesiastico interdicto, possitis, eodem interdicto durante,
audire divina officia in locis in quibus illa celebrabuntur ex indulto Sedis
Apostolice specialis vobis auctoritate qua fungimur indulgemus. Nulli ergo
omnino hominum nostre legationis liceat hanc paginam nostre concessionis
infringere vel ei ausu temerario contraire. Si quis autem hoc attemptare pre-
sumpserit indignationem omnipotentis Dei et beatorum Petri et Pauli apo-
stolorum eius se noverit incursum. Datum Bononie, nonas novembris, ponti-
ficatus domini Clementis pape III anno primo 94).

Da tutti questi documenti, relativi al primo quinquennio di vita
della Socielas Devotorum, si può trarre, dunque, un quadro assai
significativo sul suo progressivo sviluppo e sull'importanza che essa,
ormai, rivestiva nella vita religiosa e civile della città, oltre alla
prova evidente della sua diretta derivazione dal grande movimento
penitenziale del 1260.

5. Contrariamente a quanto è stato asserito da alcuni 5? non
vi è alcun elemento che autorizzi l’ipotesi di una attività ospedaliera
dei Battuti bolognesi fin dai primi anni della loro istituzione ; il
primo documento che ci ha conservato memoria di ciò, ma non come 202 MARIO FANTI

cosa già in atto bensì come prospettiva futura, risale al 3 novembre
1270 allorquando «soror Bonasante de ordine humiliatorum seu
ordinis Beati Bernardi, uxor fratris Jacobi q. Victorii de Monte
sancli Petri» donó «domino fratri Johanni q. Cambii Guidoboni
rectori universitatis Devotorum civitatis Bononie et diocesis, stipu-
lanti et recipienti nomine et vice dicte universitatis Devotorum »
quattro tornature e mezza di terra, con una casa « posite in curia
Casalicli de Reno in loco qui dicitur fossatus grilli », allo scopo di
farvi un ospedale che la donatrice e suo marito si sarebbero incari-
cati di condurre, mantenendo, vita natural durante, l’usufrutto
degli immobili donati : «taliter quod dictus frater Johannes et eius
successores, nomine dicte universitatis, in dicta domo cum posses-
sione predicta debeant facere fieri hospitale ad honorem Beate Ma-
rie Virginis Gloriose et ipsius universitatis, ad pauperes peregri-
nos et infirmos recipiendos, hospitandos et alendos, salvo quod ipsa
donatrix et eius vir dum vixerint habitationem et usufructum pre-
dictarum rerum et administrationem in dicto hospitali habeant
et aministrent, pro salute animarum suarum serviendo pauperi-
bus peregrinis et infirmis » 59.

L'ospedale di Casalecchio effettivamente si fece e sembra es-
sere stata la prima impresa ospedaliera dei Disciplinati bolognesi ;
esso peró non ebbe alcun considerabile sviluppo e sopravvisse fino
alla fine del secolo xviri come piccolo ospizio per pellegrini 57, Nei
quindici anni seguenti il 1270 i documenti non accennano ad alcun
ospedale dei Battuti in Bologna e le indulgenze che la Congregazione
dei Devoti ottenne in questo periodo sono rivolte unicamente ad
alimentare la pietà dei confratelli e ad accrescerne il numero ; cosi

appare nella concessione del vescovo di Cesena in data 8 novembre
1270 :

Enverardus episcopus Cesenas, universis Christifidelibus presentes lit-
teras inspecturis salutem in Domino Jhesu Christo .... Sane cum in civitate
Bononia et episcopatu sint devoti et se pro amore Dei verberantes, nos de
omnipotentis Dei misericordia et meritis Beati Johannis Baptiste patroni
nostri confisi, de assensu venerabilis domini Otaviani Dei gratia Bononien-
sis episcopi, omnibus vere penitentibus et confessis qui se verberaverint pro
amore et reverencia pasionis filli Dei et eis qui eorum societati se devote
ascripserint, quadraginta dies de iniuncta sibi penitentia misericorditer rela-
xamus $9),

Altrettanto si ricava dalla analoga concessione che Rodolfo
vescovo di Luni, « de voluntate et licentia venerabilis patris domini
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 203

‘Ottaviani bononiensis episcopi», rilasciò il 27 gennaio 1273 «con-
gregationi devotorum se verberantibus propter Deum in civitate
Bononie et diocexi... ut vestra fidelis congregatio merito et nu-
mero augeatur » 99. A sua volta il vescovo di Gaeta, Benvenuto,
rivolgendosi ai « aet in Christo sibi congregationi devotorum seu
nudorum se verberantibus propter Dominum civitatis Bononie et
diocesis », stabiliva: «omnibus vere penitentibus et confessis, tam
masculis quam [feminis qui congregationem predictam intraverint
et in ea perseveraverint secundum formam constitutionum pre-
dicte societatis, de consensu et voluntate venerabilis patris domini
Otaviani bononiensis episcopi, unum annum de iniuncta eis peni-
tentia ac etiam vobis et ipsis quotiens publice in generali congrega-
tione vos verberare contigerit... singulis diebus in quibus hec
duxeritis fatiendum, quadraginta dies de iniuncta vobis penitentia
misericorditer relaxamus » ?9, Il documento reca la sola datazione
«Datum Bononie, die quintodecimo exeunte augusto » (corrispon-
dente al 17 agosto), senza indicazione dell'anno, ma non può essere
anteriore al 1263, epoca della consacrazione dell'Ubaldini a vescovo
di Bologna, né posteriore al 1276, limite estremo dell'episcopato
di Benvenuto a Gaeta; di particolare interesse in questa concessione
sono gli espliciti riferimenti agli statuti della Società dei Devoti ed
al fatto che in essa potessero entrare anche le donne, elemento, que-
st'ultimo, confermato da successivi documenti che citeremo piü
innanzi e che si inserisce nella discussa questione della Ed que
delle donne alla disciplina 7.

L'anno 1286 segnó un evento di particolare importanza per la
Congregazione dei Disciplinati bolognesi i quali, come abbiamo
già ricordato, ottennero dal vescovo della città la approvazione dei
loro statuti nel testo che ci è pervenuto e del quale abbiamo trattato
nelle pagine precedenti ; approvazione che fu data in questi termini :

In Christi nomine amen. Anno Domini millesimo ducentesimo octuage-
simo sexto, indictione xir, die xv februarii. Coram nobis Bonincontro de-
cretorum doctore, vicario generali venerabilis patris domini Ottaviani Dei
gratia bononiensis episcopi, presentato libro statutorum et ordinamento-
rum congregationis devotorum beate Virginis Marie de batutis civitatis Bo-
nonie et visis, lectis et dilligenter examinatis dictis statutis et ordinamentis
per nos ipsos, et super hiis habita plena et solepni deliberatione cum dicto
patre, et quia invenimus predicta statuta et ordinamenta satis continen-
tia honestatem et bonam vitam, confortamus et exortamus predictos de dicta
congregatione dictam vitam et penitentiam observare; ad hoc ut Deo gratam 204 MARIO FANTI

exhibeant servitutem, cum sint satis preparatoria et inductiva animas pre-
dictorum in viam pacis et salutis eterne, et conformancia exemplar aliis
hominibus penitendi, predicta approbamus fore satis bona et congrua, ac
dicimus et volumus ipsa esse valida et meritoria ad ipsorum animarum glo-
riam bene observancium salutarem, dantes eisdem nostram beneditionem
et gratiam concedentes. Insuper protestamus legis scripto nos minime obviare.
velle, nec intendentes propterea novam religionem de novo creare ?2).

In questa approvazione ha particolare importanza la frase ul-
tima che riflette la preoccupazione dell'Ubaldini di non favorire,
con la sua sanzione degli Statuti, una eventuale trasformazione della
Congregazione dei Devoti (qui per la prima volta chiamati Battuti)
in ordine religioso ; preoccupazione che si comprende facilmente
quando si tenga presente la costante opposizione del vescovo e del
capitolo della cattedrale, in questo periodo, allo stabilirsi in città
di nuovi ordini regolari, sulle cui ragioni religiose, politiche ed eco-
nomiche rinviamo a quanto scritto in altra occasione 73).

Avuta la conferma dei loro statuti, che significava la formale
erezione della societas in confraternita, i Disciplinati ottennero po-
chi giorni più tardi (18 febbraio 1286) un'indulgenza di quaranta
giorni dal vicario generale Bonincontro, diretta « omnibus et sin-
gulis de congregatione devotorum beate Virginis Marie de Batutis
per bononiensem civitatem et diocesim constituta, qui ob reveren-
ciam Jhesu Christi et in remissionem suorum peccaminum verbe-
rant se flagellis, quociescumque se devote verberaverint in congre-
gatione predicta, suisque benefactoribus ac omnibus qui cum de-
votione ad ipsam congregationem quando se flagellant accesserint,
quique eamdem intraverint » 74. Il riconoscimento ufficiale da parte
dell'autorità ecclesiastica dovette fornire nuova lena ai Battuti e
spingerli a dare sviluppo alla loro attività ospitaliera: infatti risale
a questo tempo il primo acquisto di case e terreni nel centro citta-
dino, nel luogo dove sarebbe sorto l'ospedale di S. Maria della Vita,
come si apprende da un atto del 2 aprile 1287 col quale il procura-
tore dei frati Predicatori vende a « Lambertino domini Mercadantis
Artuxini rectori societatis seu congregationis et universitatis De-
votorum civitatis Bononie et districtus », a « Paci Benevegne sindi-
cho dicte societatis » ed ai guardiani della stessa, « domum quan-
dam cum solo, caxamento et edificiis super eo constructis, sitam
Bononie in capella sanctorum Vitis et Mathey de Acharixiis » per il
prezzo di lire 350 75).
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 205

Allo stesso anno 1287 appartengono tre indulgenze concesse
dai vescovi di Betlemme, di Trento e di Imola ai Disciplinati bolo-
gnesi e a quanti sarebbero entrati a far parte della loro congrega-
zione 76); al 1288, invece, risale il testamento di certo « Ghisilimerio
q. domini Thouci de capella sancti Ysaie » in cui è disposto un la-
scito di venti soldi alla società dei Devoti di Bologna 7”.

Mentre i confratelli pensavano alla costruzione del loro ospedale,
una generosa e fervente donna, di nome Dolce, aveva aperto in Bo-
logna un ospizio nella sua casa, nella quale aveva raccolto poveri
infermi e fanciulli abbandonati che curava e nutriva mendicando
in loro nome; tutto ciò si apprende dalla concessione di venti giorni
di indulgenza rilasciata il 15 dicembre 1288 dal canonico Gonardo
da Cesena, vicario generale del vescovo di Bologna Ottaviano Ubal-
dini, a tutti i fedeli che avessero aiutato la caritatevole iniziativa
della pia donna, la cui attività è espressa nei termini seguenti :

Cum igitur mulier quedam Dulcis nomine, latrix presentium, hospita-
litati disposueri domum suam et hiis non contenta limitibus, non vereatur
amore Christi pauperis pro pauperibus mendicare, parvulos infantes, abiec-
tos, pauperes, debiles et infirmos, pauperculas mulieres ne peccati laqueo
capiantur, recipiat, conducat, nutriat et substentet aliaque multa fatiat opera
pietatis, nec ad tam laudabile opus agendum mulieris eiusdem suffitiant
facultates nisi vestra aliorum fidelium subventione unietur, universitatem
vestram rogamus et ortamus in Domino ac vobis in remissione iniun-
gimus peccatorum quatenus eidem mulieri ac suis nunciis latoribus presen-
tium, cum ad vos venerint elemosinas petituri, erogetis benefitia caritatis
ut per subventionem vestram ipsius mulieris pauperum inopie consulatur
et vos per hec et alia bona que Domino inspirante feceritis ad eterne felici-
tatis gaudia mereamini pervenire ?8),

Analoghe indulgenze, che ripetono lo stesso identico formula-
rio, furono concesse nel 1289 da frate Francesco vescovo di Siliwri
(salubriensis) ") e da Sinibaldo vescovo d'Imola$9, e, nel 1291,
dallo stesso Ubaldini 81) ; infine, il 6 settembre 1295, dodici vescovi
rilasciavano da Anagni quaranta giorni d’indulgenza a chi avesse
aiutato l’ospedale di suor Dolce e pregato per la salute di essa fon-
datrice :

Cupientes igitur ut hospitale Beate Marie Virginis Bononie in campum
Reni de capella Beati Thome apostoli ad refugium pauperum et infirmorum
multitudine copiosa illuc confluentium sit constructum et ibidem, prout
proprie ipsius hospitalis suppetunt facultates, pauperes et infirmi et [....

DEOR
i ih | es. H e) e " MARIO FANTI

Gets ] 8) ac etiam alii egentes de quibuscumque precibus fidelium illuc
cons d. ict ] et sincera in Domino caritate pertractentur, universitatem ve-
stram monemus, rogamus et in Domino exortamus quatinus in remissionem
vestrorum peccaminum de bonis vobis a Deo collatis pias elemosinas et grata
caritate subsidia predicto hospitali pro supradictis infirmis et aliis cristianis
illuc confluentibus irrogetis... Nos enim de omnipotentis Dei misericordia
et Beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius auctoritate confisi, omnibus.
vere penitentibus et confessis qui iam dicto hospitali legaverint, dederint
seu procuraverint ac etiam qui pro statu salubri sororis Dulcie, predicti
hospitalis fun[datricis..... ] singulas dierum quadragenas de iniunctis sibi
penitentiis, dummodo consensus dyocesani ad id accesserit, misericorditer
relaxamus 8°),

Questi documenti sono del massimo interesse, innanzi tutto
perché tolgono definitivamente la figura di suor Dolce dalla leg-
genda per farla entrare nella storia, e perché ci assicurano che l’ospe-
dale da essa fondato era qualcosa di completamente distinto da quello
che i Battuti andavano erigendo in quegli stessi anni ; quest'ultimo,
infatti, sorse ed ebbe per secoli la sua sede presso la Piazza Mag-
giore della città, sotto le parrocchie di S. Vito e di S. Matteo degli Ac-
carisi, mentre quello di suor Dolce, come si apprende dal riportato do-
cumento del 1295, sorgeva in tutt'altra parte, nel «campo del Reno »,
sotto la parrocchia di S. Tommaso del Mercato e cioé nella zona
nord-orientale della città, nei paraggi dell'attuale Piazza dell'Otto
Agosto (già Campo del Mercato).

Inesatte sono dunque le notizie riportate dai vecchi autori (e
da alcuni moderni) sulla figura di suor Dolce ?9: questa non fu,
come essi asserirono, la pia donatrice del fabbricato dove Raniero
Fasani avrebbe istituito un ospedale, ma fu invece la fondatrice
di un ospedale autonomo, dedicato alla Vergine Maria, come si ap-
prende dallo stesso documento, ed anteriore a quello dei Battuti. Il
titolo di soror, con cui la indica la stessa fonte, dovette derivare dall'at-
tività che suor Dolce svolgeva, ed é significativo che il precedente
documento del 1288 si limiti ad indicarla semplicemente come « mu-
lier quedam » ; al massimo si potrebbe pensare, anche se i documenti
non ne danno alcun indizio, ad un legame di suor Dolce coi Penitenti, o
con gli Umiliati, o coi Disciplinati, stessi, ma si deve escludere che essa
fosse terziaria di S. Francesco, come vogliono i vecchi autori i quali
muovevano dall'erroneo presupposto che Raniero Fasani e tutti quelli
che agli inizi avrebbero collaborato con lui in Bologna, fossero del
Terz'ordine francescano.
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 207

L'invito a pregare per la salute di suor Dolce, contenuto nel-
l’indulgenza del 1295, lascia supporre che la pia donna sia morta
in quel torno di tempo; è certo comunque che di essa e del suo ospe-
dale non si parla più nelle carte posteriori a quell’anno, le quali,
come vedremo, riguardano il proseguimento della costruzione del-
l'ospedale dei Battuti. Il fatto, poi, che i documenti riguardanti
suor Dolce siano finiti nell'archivio della Societas Devotorum, auto-
rizza a credere che, morta la fondatrice, l'ospedale da lei istituito
sia stato assorbito in quello che i confratelli avevano ormai condotto
a termine, il che renderebbe anche ragione della tradizione che as-
segna, seppure nebulosamente, un ruolo di primo piano a suor Dolce
nella fondazione dell'ospedale di S. Maria dei Battuti: titolo, que-
sto, che forse riecheggiava quello della piü antica istituzione (hospi-
lale Beate Marie Virginis) sorta ad opera della pia donna, la cui
figura, attraverso le poche ma sicure memorie ora riesumate, ci
appare tanto piü grande e luminosa quanto piü é rimasta oscura e
dimenticata per molti secoli.

Mentre l'ospedale di suor Dolce già funzionava, quello dei Battuti,
la cui realizzazione si presentava in termini ben piü complessi, muo-
veva i suoi primi passi; se a suor Dolce era bastato adattare la sua
casa all'ospitalità, i confratelli della Congregatio Devotorum perse-
guivano un disegno ben piü ampio, che contemplava la costruzione
di un edificio apposito. In questa impresa essi trovarono l'appoggio
del vescovo Ubaldini che il 28 marzo 1289 concedeva la devoluzione
a tal fine delle cosidette «restituzioni incerte », cioè delle somme
lasciate nei testamenti con la motivazione « pro male ablatis incer-
tis », qualora non si fossero potute reperire le persone a cui sareb-
bero spettate tali restituzioni :

In Christi nomine amen. Anno eiusdem millesimo ducentesimo octua-
gesimo nono, indictione secunda, die quarto exeunte martio. Venerabilis pa-
ter dominus Octavianus Dei gratia bononiensis episcopus, considerans quod
per congregationem fratrum devotorum seu batutorum civitatis ed dio-
cesis Bononie et per ipsos fratres multa facta sunt et cotidie fiant et spere-
tur quod faciant in futurum opera misericordie et pietatis et precipue in hedi-
ficando et construendo unum hospitalem et manutenendo ipsum in civitate
Bononie, in capella sancti Vitis iuxta plateam Communis Bononie, in quo
multi receptantur pauperes debiles et infirmi et multa ibidem pietatis et ca-
ritatis opera exerceantur et fiunt que absque Christifidelium auxilio fieri
et manuteneri commode non possunt. Et volens dictus pater tam pro operi
suum prestare auxilium et consilium et iuvari cum eiusdem devotis et fra- 208 MARIO FANTI

tribus, misericorditer dispensando concessit eisdem ut de male ablatis in-
certis per eos vel aliquos ipsorum habitis et aceptis dummodo non possint
inveniri persone quibus facienda restitutio, auctoritate dicti patris possint
convertere et expendere in utilitatem prefati hospitalis et domorum eiusdem
hospitalis usque in quantitatem librarum ducentarum quinquaginta bono-
ninorum parvorum, mandans michi Forensi notario infrascripto ut de
predictis faciam publicum instrumentum et ad maiorem sic auctoritatem
iussit sui sigilli apositione muniri 8°).

A quella dell'Ubaldini fecero seguito numerose altre conces-
sioni da parte di vari vescovi e dello stesso pontefice, dirette ad aiu-
tare la costruzione dell'ospedale e ad assicurarne il funzionamento :
così il 2 maggio 1291 Nicolò IV, preso atto che i «dilecti filii prior et
fratres hospitalis sancte Marie devotorum bononiensis, sicut ipsi
nobis significare curarunt, multa rerum temporalium paupertate
graventur nec possint de facultatibus propriis substentari », conce-
deva ai fedeli delle diocesi di Bologna, Ferrara e Imola un anno
e quaranta giorni di indulgenza qualora avessero aiutato l'ospedale 89);
delle altre indulgenze, rilasciate in quegli anni da vari vescovi, al-
cune sono dirette esplicitamente a sovvenire ai bisogni dell'ospedale,
altre rivolte semplicemente ad incrementare la Congregazione dei
Battuti 87).

Ma oltre a queste indulgenze, altri documenti ci sono pervenuti,
attestanti sia l'attività dei Devoti alla fine del secolo xri per la co-
struzione e l’esercizio dell’ospedale, sia la partecipazione della citta-
dinanza mediante offerte e lasciti testamentari: è del 30 ottobre
1289 il testamento di certo «frater Bencevene q. Ugolini, calcola-
rius, ordinis fratrum Penitentie de capella sancte Marie Maioris »
nel quale è disposto un legato di dieci soldi alla Società dei Devoti 88);
del 5 giugno 1290 è il testamento di « Clarca filia q. maistri Bene-
dicti» che lasciò «iure legati massario Devotorum decem soldos
bononinorum pro solvendis decimis » 8° ; il 28 settembre 1292 i
procuratori di Bonrecupro e di Azzolino, figli del fu Castellano di
Fabro dei Lambertazzi, affittarono per tre anni a Giovanni Magnani
«sindico et procuratori congregationis Devotorum ... casamentum
et curiam positum et positam Bononie in capella sancti Vitis, iuxta
domos Devotorum dicte congregationis.... iuxta curiam que est
ante ecclesiam sancti Viti, scilicet illum casamentum totum et cu-
riam ubi non sunt domus hedifficate, cum omni iure spectante ad
dictos casamentum et curiam videlicet edifficandum et construen-
dum ibidem domum et domos et quicquid aliud voluerint » ?9,
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GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 209

Il 13 luglio 1294, Filippo q. Bonandrea Lisignoli, cedette « do-
mino Johanni q. Jacobini custodi domus congregationis et societatis
Devotorum civitatis Bononie et districtus », che agiva in nome
della Congregazione stessa, tutti i suoi diritti ed azioni «in quodam
casamento heredum q. domini Bartholomei de Principibus, descrip-
to in libris Communis Bononie tamquam de bonis rebellium bannito-
rum Communis Bononie pro parte Lambertaciorum ?9, sito Bononie
in capella sancti Mathey de Acarixiis, iuxta dominum Adelardum
de Acarixiis, iuxta viam publicam, iuxta dictam domum societatis
Devotorum a duobus lateribus » 92) ; al 23 settembre 1299 risale in-
‘vece il testamento di Ugolino q. Zane da Monteombraro, abitante
sotto la parrocchia di S. Procolo, in cui è disposto un legato a favore
della casa dei Devoti di Bologna ?? ; al 4 novembre dello stesso
anno, infine, appartiene il testamento di « Thomaxina filia q. do-
mini Zoennie de Pepolis», la quale lasció «hospitali Devotorum
unum lectum videlicet unam cultram, quatuor linteamina, unam
culcitram, unum capicale et unam lecteriam », il tutto del valore di
otto lire 94. L'ospedale dei Devoti andò dunque progressivamente svi-
luppandosi, divenendo in breve la principale istituzione ospitaliera
della città, e la Congregazione dei Battuti crebbe ulteriormente nel-
l’estimazione generale, traendo, dall’esercizio di una attività cosi
squisitamente umanitaria e cristiana, nuovo fervore di motivi idea-
li ed aumento di prestigio ; ai confratelli, per la loro fama di retti-
tudine e di onestà, venivano non di rado affidate mansioni di fidu-
cia da parte di privati, come quella di esecutori testamentari ?9.

6. — Nei primi decenni del secolo xiv é attestato non solo il
progressivo svilupparsi dell'ospedale dei Battuti di Bologna, come
dimostrano numerosi documenti degli anni 1302-1335 concernenti
acquisti di case e terreni sotto le parrocchie di S. Matteo degli Ac-
carisi e di S. Vito al fine di ingrandire l'ospedale ?9, ma anche l'esten-
dersi dell'attività ospedaliera dei Disciplinati oltre i confini cittadini,
nel territorio della diocesi bolognese, come si apprende da due con-
cessioni di indulgenze a favore dei benefattori degli ospedali dei De-
voti eretti nella città e diocesi, non datate ma collocabili tra il 1302 e
il 1322??. La prima, rilasciata da Simone vescovo di Brugnato, è.
del seguente tenore :

Frater Symon miseratione divina Episcopus Brugnatensis, dilectis in
Christo rectoribus et guardianis et universis personis utriusque sexus de con-

14
210 MARIO FANTI

gregatione Devotorum civitatis Bononie et eius diocesis, nuda carne se ver-
berantibus in memoriam passionis dominice, tam presentibus quam futuris
ac universis et singulis Christifidelibus clericis et laycis per civitatem et dio-
cesim Bononie constitutis, salutem in eo qui in medio terre salutem est ope-
ratus. Mercedis est particeps qui sanctorum operum se constituit adiutorem;
cum igitur in domibus Devotorum civitatis ed diocesis Bononie hospitalia
plurima commendabilia nimium sunt constituta in quibus infirmi, debiles.
et pauperes recipiuntur et recepti nutriuntur ac eciam inibi a mendicantibus.
recipiuntur liberalia subsidia caritatis, et ad hec peragenda facultates bono-
rum hospitalium non sufficiant nisi fidelium subventione iuventur cum pre-
ter predictas domos possessionibus careant hospitalia ipsa; horum intuitu
nec non eciam pia consideratione congregationis Devotorum se nuda carne
verberantium certis temporibus et horis in memoriam et reverentiam domi-
nice passionis ac eciam ad idem volentes personas alias indulgenciis et remis-
sionibus invitare ut quo amplius donis se conspexerint spiritualibus advi-
vari eo ardentius in amorem ferveant crucifixi. Nos de omnipotentis Dei
misericordia et gloriose Virginis Matris eius nec non beatorum apostolorum
Petri et Pauli et aliorum sanctorum meritis confidentes, de licentia speciali
optenta a venerabili patre domino Uberto Dei gratia bononiensi episcopo,
omnibus vere penitentibus et confessis qui congregationem ipsam Devoto-
rum in civitate vel diocesi ad ipsas letanias et laudes gloriose Virginis ubi-
cumque quandocumque et quocienscumque devote sociaverint, seu qui sta-
tutis horis se nudos verberaverint publice vel oculte, seu qui cum eis Dei
laudibus et piis orationibus ubicumque et quandocumque cum devotione
steterint, seu qui dictis debilibus pauperibus et infirmis in civitate vel dio-
cesi manum caritative porrexerint adiutricem, quadraginta dies de iniuncta
eis penitencia misericorditer in Domino relaxamus. In cuius rei testimonium
presentes litteras fieri fecimus et eas nostri sigilli speciali impressione mu-
niri. Datum Bononie in pallacio domini Episcopi bononiensis 98).

La seconda è di contenuto in tutto analogo ?9. Da questi docu-
menti e da quelli riportati nelle pagine precedenti, tutti e sempre
diretti alla « Congregazione dei Devoti Battuti della città e diocesi
di Bologna », si deve trarre la conclusione che non solo nella seconda
metà del secolo xir1 ma ancora ai primi del x1v i vari gruppi di Di-
sciplinati, costituiti nella diocesi bolognese ed esercitanti l'ospita-
lità, non erano considerati istituzioni del tutto autonome, come
avvenne piü tardi, ma membri e parte integrante dell'unica Congre-
gatio Devotorum comprendente i Battuti della città e della diocesi
(o del districtus come, avendo riguardo non all'ordinamento territo-
riale ecclesiastico ma a quello civile, si esprime il documento del 2
aprile 1287 citato alla nota 75).
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 211

La articolazione della originaria unica Congregatio in confrater-
nite del tutto autonome e legate soltanto dal comune indirizzo spi-
rituale e ospedaliero, dovette avvenire tra la fine del secolo xr e il
principio del xrv, in dipendenza della sempre maggiore diffusione
che l’attività religiosa e caritativa dei Disciplinati andava assumendo
nella città e fuori di essa, in particolare in alcuni dei principali cen-
tri del contado bolognese, ciascuno dei quali ebbe la sua confraternita
di Battuti, spesso con relativo ospedale : a Castelfranco, a Creval-
core, a S. Giovanni in Persiceto, a Cento, alla Pieve, a Minerbio,
a Medicina, e altrove 100%, È interessante il fatto che tutti questi
luoghi si trovino nella pianura, mentre nella parte montagnosa
del territorio bolognese non si registrano analoghe istituzioni; tale
mancato, o assai tardivo, attecchimento dei Disciplinati nella
montagna va attribuito alle particolari condizioni in cui essa venne
a trovarsi durante il secolo xir e per buona parte del seguente, a
causa delle lotte che il Comune di Bologna vi sostenne contro il
tradizionale nemico rappresentato dal feudalesimo filoghibellino 104).

Nella città, alla fine del Duecento e nei primi decenni del Tre-
cento, sorsero nuove confraternite di Disciplinati che istituirono
ospedali 102, e ad una di queste, S. Maria di Mezzaratta, che aveva
sede poco fuori dalle mura urbane, si riferiscono indubbiamente
i due documenti che qui riportiamo, diretti alla società dei Devoti
di Maria Vergine «apud Bononiam congregatis», appartenenti
agli anni 1291 e 1300 e relativi alla estensione, ai confratelli, dei bene-
fici spirituali dell'Ordine dei Predicatori e dell'Ordine dei Serviti :

In Christo sibi dilectis viris ac mulieribus societatis Devotorum in ho-
norem Beate Marie semper Virginis apud Bononiam congregatis, frater
Munio magister ordinis fratrum Predicatorum salutem cum augmento con-
tinuo celestium gratiarum. A celi civibus celestia obtinere suffragia contra.
hiusmodi dampnosa discrimina cupientes, beatam Mariam semper Virginem |
impatronam et advocatam propitiam vobis eligere provide procurastis, in. |
ipsius honorem societatem Devotorum gratam [....... ] meritorum sca-
niendo annulo ; et quia filiorum eiusdem fratrum nostrorum desideratis opor-
tunis auxiliis adiuvati a me humiliter postulastis ut bonorum ordinis nostri
fratrum vos fateremur participatione gaudere. Ego igitur vestre devotionis
meritis debita recordatione pensatis, vobis et ceteris qui et que se pio vestro
consortio imposterum duxerint agregandos et agregandas, omnium missa-
rum, orationum, predicationum, ieiuniorum, abstinentiarum, vigiliarum,
laborum, ceterorumque bonorum que per fratres nostri ordinis Dominus
per mundum fieri dederit universum, participationem concedo tenore presen-
212 MARIO FANTI

tium specialem. In cuius concessionis testimonium sigillum nostrum duxi
presentibus apponendum. Datum apud Urbemveterem, anno Domini mille-
simo ducentesimo nonagesimo primo, idus aprilis 192),

In Christo dilectis viris ac mulieribus societatis Devotorum in honorem
beate Marie semper Virginis apud Bononiam congregatis, frater Lotteringus
fratrum Servorum sancte Marie ordinis sancti Augustini, auctoritate sedis
Apostolice generalis prior licet immeritus, salutem cum augmento continuo
celestium gratiarum. Exigente pie devotionis affectu quod ad nostrum habe-
tis ordinem, omnium missarum, orationum, predicationum, vigiliarum, ieiu-
niorum, abstinentiarum, helemosinarum, ceterorumque bonorum que per
Dei gratiam in toto nostro ordine fiunt et fient inposterum, vos participes
facimus et consortes. Vobis nichilominus concedentes ut cum obitus alicuius
vestrorum nostro fuerit generali capitulo nuntiatus [...... ] fiat factum quod
pro fratribus nostris fieri comuniter consuevit. In cuius rei testimonium no-
stro sigillio presentes fecimus comuniri. Datum [Bononie in] capitulo gene-
rali, anno Domini Mccc, die xr mensis iunii intrantis 104).

La Compagnia di S. Maria di Mezzaratta aveva la sua sede poco
fuori dalla città, dal lato di mezzogiorno, lungo la antica strada che,
inerpicandosi sul colle detto poi dell'Osservanza, proseguiva attra-
verso Gaibola, Sabbiuno e Pieve del Pino, verso l'alto Appennino
bolognese e verso la Toscana, seguendo sempre il crinale delle
montagne costeggianti a est la valle del Reno, tracciato quindi com-
pletamente opposto a quello delle strade piü recenti che percorrono
il fondovalle. Il nome di « Mezzaratta » le derivò dalla posizione
dell'oratorio, costruito a metà della ripida salita (in bolognese raía)
del colle predetto, e tuttora esistente ; oratorio reso celebre, nella
storia dell'arte, per il grande ciclo di affreschi di Vitale da Bologna e
di altri pittori di scuola bolognese del Trecento, oggi distaccati e
custoditi nella Pinacoteca Nazionale di Bologna. La Compagnia
alla quale notizie leggendarie, ma di cui il Guidicini aveva già notato
l’inattendibilità, assegnavano un’origine risalente addirittura al
1106 199, sorse invece verso il 1291, come si ricava anche dalla con-
cessione del Maestro Generale dei Predicatori che parla della fonda-
zione del sodalizio, sotto l’invocazione della Vergine, come di un fatto
recente, operato dalle stesse persone a cui egli si rivolge ‘99. Docu-
menti della prima metà del secolo xrv ricordano la costruzione della
«domus Devotorum Beate Marie Virginis » posta «in capite ratte
montis » o «iuxta rattam de monte » 197), che continuò a funzionare
fino al 1352, quando i confratelli si trasferirono in città, in Strada
S. Mamolo, dove aprirono un ospedale che, come la Confraternita,

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GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA ‘213

in seguito ad una riforma operata intorno al 1430 da S. Bernardino
da Siena, assunse il titolo di « Buon Gesù » 199,

Alla Compagnia di S. Maria di Mezzaratta non possono non ri-
ferirsi i due documenti qui sopra riportati, perché essa fu l’unica
ad avere la sua prima sede nelle vicinanze della città ; documenti
che gettano qualche sprazzo di luce sul nascere di una nuova so-
cietas Devotorum nell’àmbito cittadino, distinta da quella di cui
abbiamo in precedenza trattato. Il fenomeno è degno di ogni atten-
zione perché lascia intravedere il costituirsi di nuove compagnie
di Battuti la cui origine non è direttamente connessa con la grande
devozione del 1260, la possibilità di scissioni nel primitivo nucleo
dei Disciplinati, l'incoraggiamento dato dagli Ordini religiosi alla
formazione di nuove confraternite legate al fecondo filone della di-
sciplina ma, nello stesso tempo, agli Ordini stessi e separate, quindi,
dall’antica e originaria Societas Devotorum che a Bologna seppe sem-
pre mantenersi sodalizio prettamente laicale; tutte quelle cose,
insomma, di cui si cercherebbe invano traccia nell'arido e consueto
formulario dei documenti ufficiali ma che costituiscono, tuttavia, le
ragioni vere per cui furono scritti.

7. — Le conclusioni che si traggono dai documenti fin qui espo-
sti si possono dunque restringere ai punti seguenti :

1. A Bologna e nel territorio a lei soggetto il movimento dei
Disciplinati si trapiantò fin dai suoi inizi: la prima testimonianza
documentaria sull’attività dei Battuti bolognesi è del 15 febbraio
1261 e ad essa seguono ininterrottamente numerose altre che con-
fermano la diretta derivazione di essi dal grande movimento peni-
tenziale del 1260. Allo stato attuale delle conoscenze, Bologna è
dunque la città che può vantare la più antica e più ricca documenta-
zione sui suoi Disciplinati.

2. Fin dai primi anni della loro attività i Disciplinati bolo-
gnesi si organizzarono in un sodalizio, la Societas Devotorum civita-
tis et diocesis bononiensis se super nudo verberantium propter Deum
( come è definita nel primo documento che la nomina esplicitamente,
del 12 marzo 1262) ; essa ebbe i suoi statuti il cui nucleo iniziale si
può riconoscere nelle prime diciannove rubriche del noto testo pub-
blicato dal Gaudenzi. A tale nucleo si andarono via via aggiungendo
ulteriori disposizioni rivolte a perfezionarlo sul piano giuridico e ad
adeguarlo ai compiti sempre più impegnativi che la Societas doveva
affrontare in relazione all'attività ospedaliera a cui aveva dato ini- 214 MARIO FANTI

Zio; il corpus statutario così formatosi fu approvato dal vescovo
di Bologna nel 1286.

3. Le prime notizie relative ad una attività ospedaliera dei
Battuti bolognesi risalgono al 1270, allorché ebbero un lascito per
di la creazione di un ospedale a Casalecchio di Reno, presso Bologna,
e ad alcuni accenni negli statuti, in rubriche risalenti circa alla stessa
epoca e comunque anteriori al 1286. Il primo documento relativo
all'acquisto, da parte dei confratelli, di case e terreni in città, nello
stesso luogo ove sorse l’ospedale, risale al 1287.

4. Mentre i Battuti organizzavano la loro attività ospedaliera,
una pia donna, di nome Dolce, aveva aperto nella sua casa un ospi-
zio per infermi e fanciulli abbandonati, intitolato alla Vergine Ma-
ria, la cui prima memoria appartiene al 1288; questa istituzione

B dovette in seguito essere assorbita, dopo la morte della fondatrice,
A | | dall'ospedale dei Battuti.

1 9. Tra la fine del secolo xri e il principio del xiv la Societas
| o Congregatio Devotorum civitatis et diocesis Bononie, cominció ad
TL : articolarsi in varie confraternite del tutto autonome, che nei prin-
Aul cipali centri del contado bolognese diedero vita ad ospedali, mentre
in città si assiste alla nascita di nuove compagnie di Disciplinati
e di nuovi ospedali. Questo fenomeno continuerà poi, con maggiore
o minore intensità, fino a tutto il secolo xvi, ma tali tardive com-
pagnie riconobbero sempre la preminenza e maggiore antichità di
| quella di S. Maria della Vita, la sola che, a ragione, identificó sempre
i la sua origine col movimento fasaniano del 1260, come diretta con-
BU tinuatrice dell'antica Società dei Devoti 199,

Mario FANTI
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA XO s

NOTE

1) Cronaca Villola : « Item eo anno [1260] Ymolenses ultra M. venerunt
Bononiam se verberando per civitatem Bononie. Et tunc venit primo devo-
cio. Item eo anno dominus Octavianus de Ubaldinis ellectum fuit in episco-
pum civitatis Bononie et sic Bononienses iverunt Mutinam verberando et
sic de civitate in civitatem facte fuerunt multe pace per Lombardiam » ;
Gronaca A (Rampona): « E quilli d'Imola veneno a Bologna adi x de otto-
bre [1260] batendose chiamando Misericordia e paze; et dopo li Bolognesi
comenzono a fare el simile e si andono a Modena batendose adi 19 d'otobre.
Et allora fu primeramente la devotione di Battudi». Analoghe frasi ripetono
le cronache B (Varignana) e la Bolognetti ; cfr. per tutte Corpus Chronico-
rum Bononiensium a cura di A. SoRBELLI, in R.I.S. 2, tom. xvrm, parte I,
vol. 11, pp. 151-152 e 156-157.

2) C. SraoNro, De episcopis bononiensibus libri V, Bologna, per Alexan-
drum Benatium, 1586, pp. 121-124: « Praecipue autem Bononiae hoc anno
[1260] sodalitas inchoata est, quae ab recenti studio Devotorum societas
appellata, post ab ipsa erga pauperes hospitalitate ascita, Hospitalis S. Ma-
riae Vitae nomen accepit, B. Rainerio Perusino in urbem veniente, ac magna
ad rem illam adiumenta subministrante : quod nomen eremitae illius [ricor-
dato sopra come iniziatore della disciplina in Perugia] fuisse existimatur,
quo auctore illa Devotorum instituta multatio dicitur ». In fine al volume,
nella Locorum indicatio unde superior est sumpta historia il Sigonio cita:
«De processione Devotorum Mutinam, ex chronicis utriusque civitatis ».

3) C. GurnAnDAccr, Della historia di Bologna, parte 1, Bologna, per Gio-
vanni Rossi, 1596, pp. 200-201 : « Questa nuova Religione adunque tradotta
di luogo a luogo, fu dal vulgo chiamata la Compagnia de’ Divoti, e l'anno det-
to l'anno di generale divotione ; e la prima Congregatione di tali huomini che
in Bologna s'introducesse (perché li detti Devoti erano totalmente al servigio
de’ poveri infermi intenti e sollevavano quei che per disagio quasi morivano)
hebbe il nome della Compagnia della Vita. Vogliono alcuni scrittori che que
sta Compagnia la introducesse nella città un Beato Riniero Perugino e che
questo Beato fosse quello stesso Eremita di cui habbiamo hora ragionato
[cioè l’iniziatore della disciplina in Perugia]. Il che piamente creder si può
e si deve ; poiché quei devoti sempre da indi in poi hanno havuto in venera-
tione il nome di quel Beato, e anco dura, e nella loro insegna portano la sua
effigie ».

4) L. SarTI DA Prano (pseudonimo di FrLiPPo DE’ BIANCHI), Thesoro
delle indulgenze di Bologna, ivi, per Gio. Rossi, 1589, p. 392: «ebbe princi-
pio questa Società l’anno del Signore 1260 ».

5) P. VizaNr, Diece libri delle Historie della sua patria, Bologna, presso

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) 216 MARIO FANTI

gli heredi di Gio. Rossi, 1596, p. 134: « Alcuni vogliono che un B. Rainero
Perugino sia stato inventore e autore di quella divotione e che passando da
Bologna desse principio alla Compagnia e Confraternita della Vita, la quale
tuttavia sotto la invocatione di quel Beato si conserva e ha il governo di uno
assai ricco Hospitale chiamato l’Hospitale della Vita ».

6) C. FALEONI, Memorie historiche della Chiesa bolognese e suoi pastori,
Bologna, per Giacomo Monti, 1649, pp. 263-264, scrive che un «romito pel-
legrino chiamato Rainerio » diede inizio alla devozione (ma non dice dove)
e che i bolognesi si portarono a Modena ; quindi «ritornati i Bolognesi alla
patria, acciochè a posteri non mancasse la memoria di cosi sant' Impresa, fu
nella città da Rainerio eretto un'Oratorio nel quale si congregavano tutti li
penitenti con diversi essercity spirituali, sotto il nome di divoti. A questo
si aggionse un ricovero di poveri infermi, col titolo di spedale della Vita ».

?) L. IacoBILLI, Vife del Santissimo Sommo Pontefice Pio V, del B. Bo-
naparte, della B. Filippa e delli Servi di Dio D. Paolo . . .e del P. D. France-
sco... tutti cinque della fameglia Ghisiliera..., Todi, appresso Vincenzo
Galassi, 1661, p. 20: scrive che il 10 ottobre 1260 il Fasani giunse a Bologna
con molti seguaci « e predicando con molto fervore e spirito la penitenza, vi
fece molti buoni discepoli, e fra gli altri questo B. Buonaparte Ghisilieri e
Suora Dolce, nobile bolognese di molta santità di vita, i quali con altri ma-
schi e femine presero dalle sue mani l'habito e la regola del Terz'ordine di S.
Francesco, e donarono ad esso B. Rainiere molti loro beni per la fondatione
del suo Instituto in Bologna, e in particolare la detta Sora Dolce gli donó
la sua casa, nella quale il Beato eresse un'Hospidale con una confraternita
che intitoló di S. Maria della Vita... Quest'Archiconfraternita con Ho-
spidale fé egli capo dell'altre ch'eresse in Italia, e da essa hanno havuto fon-
damento tutte l’altre confraternite de’ Disciplinanti; poichè i Confrati di
esse vivevano con instituti formati da detto Beato con molt’osservanza, con
la cura de’ poveri infermi e moribondi esistenti in quelli Hospidali, e obbligo
di disciplinarsi a sangue nelle spalle, di predicar la penitenza e far alcuni di-
giuni, orationi e altr’opere di pietà ». i

A. MAsInI, Bologna perlustrata, Bologna, per l’erede di Vittorio Benac-
ci, 1666, 1, pp. 137, 341, 539 : « Questa chiesa, ospitale e confraternità fu fon-
data dal B. Riniero Barcobini Fagiani da Perugia del Terz’ordine di S.
Francesco, l’anno 1260 »; «Suor Dolce Terciaria Nobile Bolognese, donna
di santa vita, la quale del 1260 donò al B. Riniero una casa per fondare il
suddetto ospitale, dov’essa s’impiegò poi in servitio de’ poveri ammalati ».

E. CAMPANA, Il Beato Riniero institutore dell Ill.ma Arciconfraternita
della Vita prima in Bologna, ivi, per l’erede di Dom. Barbieri, 1681, pp. 42-
48: « Instituì intanto una Compagnia con titolo dei Divoti... Era in quei
tempi molto conosciuta la Venerabile Serva di Dio Suor Dolce dell'Ordine
terzo di S. Francesco... questa... offerse al Beato Riniero certa piccola
casa... qui pertanto instituì egli un’Ospidale » (identiche parole si leggono
N

GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 217

nella seconda ediz. di questo opuscolo, Bologna, per Gio. Pietro Barbiroli
alla Rosa, 1714, pp. 39-44).

A GaGGI, Del principio e progressi della prima Compagnia ora Arcicon-
fraternita di S. Maria della Vita, Bologna, per Gio. Pietro Barbiroli, 1714,
pp. 6 e 11, ripete sostanzialmente le stesse cose.

Breve compendio dell'origine, manifestazione, grazie meravigliose e pro-
gresso della miracolosa immagine di Santa Maria della Vita in Bologna, ivi,
nella stamperia di Gio. Pietro Barbiroli sotto le Scuole alla Rosa, 1714, pp. 5-
6: vi si afferma che il Fasani giunto a Bologna animó i cittadini a « formare
ed istituire un Consorzio di Divoti» che andarono con lui a Modena a pro-
pagare la devozione ; al ritorno, egli «scegliendo li più fervorosi ne formó
una Compagnia chiamata de’ Divoti, denominati così dall’anno dell’ Univer-
sale divozione, assistito dal divoto Bonaparte Ghiseglieri, che era il più fer-
voroso di spirito, come pure dalla caritatevole Suor Dolce terziaria del Se-
rafico Padre, i quali tutti e due furono indivisi compagni del nostro Beato ;
nella casa di Suor Dolce, da essa prontamente somministrata, diede princi-
pio questa divota Compagnia con Marta ad esercitarsi in atti di carità col
prossimo nell’Ospitalità, con Maddalena nelle orazioni, meditazioni e disci-
pline ».

8) G. B. NELLONI, Atti o memorie degli uomini illustri in santità nati o
morti in Bologna, classe 11, vol. i, Bologna, per Lelio dalla Volpe, 1773, p. 261,
nota 19, dove rileva la confusione e l’incertezza dei vari autori intorno alla
figura di Raniero Fasani e, per quanto riguarda l’origine della confraternita
bolognese, si limita a riferire che essa «lo riconosce per suo Fondatore
e lo venera qual Beato » ; L. V. SAvioLI, Annali bolognesi, vol. 111, parte 1,
Bassano, s. t., 1795, pp. 341-342, si limita a ricordare il sorgere della devo-
zione a Perugia e la venuta dei disciplinati a Bologna nell’ottobre 1260, sen-
za nominare il Fasani, e a p. 346, nota G, aggiunge semplicemente: « Intanto
le scuole, ossia fratellanze dette de’ Battuti, o Devoti, che propagaronsi per
tutta Italia, sembrano dedur da quel tempo l’epoca loro, e si novera in fralle
prime in Bologna quella che dicono Arciconfratria di Santa Maria della Vita ».

?) Che le origini della confraternita fossero anteriori al 1260 fu sostenuto
per la prima volta nell'opuscolo Compendio breve dell'origine, manifestazione,
gratie meravigliose e progressso della miracolosa Imagine di S. Maria della
Vita in Bologna, ivi, per Theodoro Mascheroni e Clemente Ferroni, 1622
(ebbe due successive edizioni, Bologna, presso Gio. Battista Ferroni, 1668
e 1669, senza variazioni). Ivi (pp. 5-7) si afferma che sono trascorsi piü di
quattrocento anni da quando fu edificata « da divoti confrati della prima Con-
fraternita di Bologna » una piccola chiesa dedicata alla Vergine presso la
piazza, dove « detti divoti si radunavano a recitare laudi e orationi in honore
di Dio e di essa Sacratissima Vergine... .. L'anno del Signore 1260 il Beato
Rainero del Borgo S. Sepolcro, all'hora Eremita, essendo venuto a Bologna,
fece dimora appresso i detti divoti, e insegnó loro l'essercitio della Santa Di- 218 MARIO FANTI

sciplina, flagellandosi ogni sera»; i devoti si portarono poi a Modena, e, al
ritorno, al B. Raniero « venne inspiratione di fondare un’Hospitale per i po-
veri infermi, sì come con l’aiuto di detti divoti, che in una loro casa posta ap-
presso la detta chiesa e in un’altra ivi contigua, donatagli da una divota don-
na chiamata Suor Dolce, fabricorno un’Hospitale, ove concorrevano molti
infermi; quali essendo serviti da detto B. Rainero e da essi divoti, per gratia
e intercessione della gloriosissima Madre di Dio, tutti in breve tempo da
qual si voglia grave infermità erano risanati, nè alcuno era che ivi perisse ma
tutti ricuperavano la perfetta sanità ; onde con voce e acclamatione pubblica
di tutto il popolo la detta chiesa e Hospitale furno chiamati di Santa Maria
della Vita, attribuendo meritamente all’istessa Beatissima Vergine gli ef-
fetti della sanità di tutti i detti infermi ». L’ipotesi della preesistenza di un
sodalizio di devoti al diffondersi a Bologna del movimento dei disciplinati
fu accettata dal MELLONI (op. cit., p. 265, nota 25) e ripresa e diffusa nella
notissima opera di G. GuripriciNr, Cose notabili della città di Bologna ossia
storia cronologica de’ suoi stabili pubblici e privati, 1, Bologna, Tipi delle Scien-
ze, 1868 (opera che, benchè pubblicata solo nella seconda metà del sec. xix,
fu compilata tra il 1818 e il 1830), p. 416: « Questa compagnia puó ritenersi
la prima istituita in Bologna, e fors'anco in Italia. Un'antica lapide diceva:
Societas Devotorum facta fuit in civitate Bononiae in anno Domini 1260...
Si crede peró che anche prima del 1260 questi Devoti avessero cominciato
a radunarsi per cantar laudi, ma che nel predetto anno solamente si dedi-
cassero a raccogliere elemosine per far curare gli ammalati. Il B. Riniero
de' Fagnani, o de' Barcobini, di Perugia, o Borgo S. Sepolcro, giunse
a Bologna li 10 ottobre 1260, quando questo lodevole istituto era nel
suo nascere, e collopera sua e col suo esempio l'incoraggi talmente
che non tardó molto a costituire un ospitale. Secondo il Masini, certa
suor Dolce, Terziaria Francescana del terz'ordine, nobile bolognese, donó
al B. Riniero una piccola casa annessa a una ristretta cappella dedicata a M.
V. per fondare l'ospitale della Vita, ma l'archivio di questa Arciconfraternita
non facendo parola affatto di tale circostanza, saremmo autorizzati a non
prestarvici fede veruna. Sembra peró che il B. Riniero assumesse la dire-
zione dell'ospitale, e che quando mori in Perugia, alli 9 giugno 1275, dove fu
sepolto nella chiesa di S. Francesco, l'avesse di già abbandonata ». Il Gui-
dicini cita poi due documenti, uno del 1218 e uno del 1252, in cui sarebbero
ricordati i Devoti, ma vedremo più avanti qual valore si debba attribuire alle
sue affermazioni e cosa sia possibile sapere sui sodalizi bolognesi di ispira-
zione religiosa anteriori al movimento dei Disciplinati.

10) L. SIGHINOLFI, La chiesa e l’oratorio dell’ospedale di S. Maria della
Vita, Bologna, Coop. Tipogr. Azzoguidi, 1927, p. 3; ritorneremo più oltre
sulle asserzioni del Sighinolfi.

11) A. SIMILI, Ospedali della vita e della morte a Bologna, in « Rivista Ospe-
daliera », Roma 1957, nn. 1 e 2, pp. 1-3 dell’estratto.
GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 219

12) Sette secoli di vita ospitaliera in Bologna, ivi, Cappelli, 1960, volume
in cui, secondo un giudizio qualificato, «le pagine scientificamente attendi-
bili sono scarse » (cfr. G. ALBERIGO, Contributi alla storia delle confraternite
dei Disciplinati e della spiritualità laicale nei secc. XV-XVI, in Il movimento
dei Disciplinati nel Settimo Centenario dal suo inizio, Perugia, Deputaz. di
Storia Patria per l'Umbria, 1962, p. 182, nota 2).

1°) Si veda ad esempio, nel detto volume, come saggio di apodittiche
quanto fallaci asserzioni, ciò che si legge a p. 55 (« Il giorno 10 ottobre del-
l’anno 1260 il Frate Ranieri Barcobini Fasiani fondò in Bologna una confra-
ternita detta dei Devoti o dei Battuti che aveva tra i suoi fini il reggimento
di un xenodochio »), a p. 56 (« Da allora, l'Ospedale della Vita, così come Ra-
nieri Barcobini l’ha organizzato, è pervenuto fino a noi attraverso una sicura,
ricca e ininterrotta documentazione »), a p. 114 (« Il 1260, quando padre Bar-
cobini viene a Bologna,... »), a p. 117 («Il Barcobini veniva da Perugia,
città guelfa; e Perugia nel 1260 aveva un Podestà bolognese, Orlandino
Marescotti, che aveva suggerito al Barcobini l’idea di venire a Bologna »), e
‘alle pp. 103-107 dove è uno sprovveduto compendio delle più leggendarie
notizie su Raniero Fasani, eseguito ignorando completamente la più mo-
derna bibliografia sull’argomento a al difuori di ogni prospettiva storica.

14) G. M. Monti, Le confraternite medievali dell'alta e media Italia, Venezia,
La Nuova Italia, 1927, 1, pp. 269-270: « A Bologna il movimento dei Disci-
plinati prese vasto sviluppo: e fu proprio il Fasani, ripeto, a fondarvi, proprio
nel 1260, la ** confraternita. di S. Maria della Vita "' » (cfr. anche p. 200).

15) G. MEERSsEMAN, Études sur les anciennes confréries dominicaines :
I, Les confréries de Saint Dominique, in « Archivum Fratrum Praedicatorum »,
XX,1950;. p... 25;

16) Cfr. MONTI, op. cit., 1, p. 75; A. SoRBELLI, La «nazione » nelle anti-
che Università italiane e straniere, in « Studi e memorie per la storia dell’Uni-
versità di Bologna », XVI, 1943, p. 136 e 162-164 ; G. GENTILI, L'antico scom-
parso éremo di S. Maria di Camaldoli presso Bologna, in « Strenna Storica Bo-
lognese », XIV, 1964, pp. 119-135. È da avvertire che su questa, come sulle
altre due societates di S. Sisto e di S. Eustachio, le opinioni dei vari autori
sono contradittorie (ed assai discordanti, perció le conclusioni) essendovi
chi vede, in esse, istituzioni prevalentemente religiose e chi vi scorge invece
corporazioni studentesche od artigiane. Tutta la materia meriterebbe di es-
sere riesaminata ed il tema ulteriormente approfondito.

17) Cfr. A. GAUDENZI, Gli statuti delle Società delle armi del popolo di Bo-
logna, in « Bullettino dell’Istituto Storico Italiano », VIII, 1889, pp. 14-16;
MONTI, op, cit., 1, pp. 75-76; M. FANTI, San Procolo : la chiesa, l'abbazia. Leg-
genda e storia, Bologna, Cappelli, 1963, pp. 72-74.

18) Cfr. GUIDICINI, op. cit., v, p. 151; MONTI, op. cit., 1, p. 105.

19) SIGHINOLFI, Op. cil., p. 3.

??) Archivio di Stato di Bologna (di qui in avanti indicato come ASB),

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Archivio degli Ospedali, Ospedale della Vita, grosso volume senza segnatura
nè indicazioni di sorta. i

21) ASB, Ospedale della Vita, Istrumenti, lib. A, n. 1.

22) SIMILI, op. cit., pp. 1-2.

33) Op. cit., 1, p. 416.

34): Opi* cit p. 9:

25) ASB, Osped. della Vita, Locazioni diverse e processi in causa tra l'O-
spitale e conduttori 1292-1599, cartone seg. N. 7, fasc. 5.

26) GUIDICINI, Op. cit., 1, p. 416.

2?) Cfr. in proposito le interessanti osservazioni di C. VIOLANTE, in JT
movimento dei Disciplinati cit., pp. 384-387. Gli ospedali canonicali e mona-
stici della città e diocesi di Bologna, anteriori all'ospedale dei Battuti, furono
numerosi ed importanti, ma su di essi manca ancora uno studio organico ed.
approfondito ; si veda in ogni modo, per una prima informazione, G. GENTILI,
Ospedali non più esistenti in Bologna, in Sette secoli di vita ospitaliera cit.,
pp. 29-54, mentre dal punto di vista generale e metodologico si rimanda a
E. NASALLI Rocca, Canoniche e ospedali, in Atti della settimana di studio sulla
vita comune del clero nei secoli XI-XII (1960), Milano, 1962, 11, pp. 17-26, e a
C. D. Fonseca, Canoniche e ospedali, in Atti del primo congresso europeo di
storia ospitaliera (1960), Reggio Emilia, 1962, pp. 482-498.

28) « Hec sunt ordinamenta facta et composita per rectorem et guardianos
congregationis devotorum civitatis Bononie, ad honorem et reverentiam
domini nostri Jehsu Christi et beatissime Marie virginis matris eius adsalutem
et gloriam animarum et catholice fidei perpetuam firmitatem et a ad bonum
et pacificum statum Communis Bononie, sub anni domini MCCLX, indictione
tertia, tempore generalis devotionis cuius in auxilium Christum invocatur ». Il
codice degli Statuti si conserva nella Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio
di Bologna, Fondo ospedali, n. 1.

29) A. GAUDENZI, Statuti delle Società del Popolo di Bologna, 1x11, Roma,
Forzani, 1896, pp. 421-436.

30) Il primo a constatare l'inattendibilità della datazione 1260 fu P. EGIDI,
La fraternita dei disciplinati di Viterbo, in « Archivio della Società Romana
di Storia Patria », xx111, 1900, pp. 335-336, nota 4: «... solo si può dire che
[lo Statuto] era formato nel 1286, in cui fu confermato dal Vescovo, ma seb-
bene nel proemio porti la data 1260 tempore generalis devotionis, pure eviden-
temente nella forma in cui ci è giunto, non può essere che il risultato di parec-
chie elaborazioni, poiché presenta tra le varie parti mutevoli contraddizioni
(cf. i capp. 1, 38 e 39; 23 e 36) »; parere condiviso dal MONTI, op. cit., 1, (
p. 270. Il MEERSSEMAN lo indica senz'altro come «statuto del 1286 » (Discipli-
nati e penitenti nel Duecento, in Il movimento dei Disciplinati cit., p. 69 e nota 6).

81) Chronicon Marchiae Tarvisinae et Lombardie, a cura di A. BorTE-
cHI, in R.I.S. 2 tom. vin, parte 111, p. 44 (pubbl. precedentemente col titolo
di Annales Sanctae Justinae Patavini in MGH, Scriptores, x1x, p. 179).

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32) Ibidem.

33) La rubrica stabilisce infatti « quod orationes que dicuntur quando-
cumque dicta congregatio coadhunatur debeant dici in corpore dicte congrega-
tionis, in primis laudare et benedicere dominum nostrum Jhesum Christum et
beatam Virginem Mariam et horare pro ecclesia romana, pro domino papa, pro
fidelibus romane ecclesie (accenno, questo, di pretto sapore guelfo), pro perse-
cutores eiusdem, pro Sepulcro domini nostri Jhesu Christi quod restituatur
christianis et semper in manibus christianorum permaneat, pro illis qui non
sunt in penitentia, pro illis qui sunt in penientia, pro omnibus de congrega-
tione, pro civitate Bononie et alliis civitatibus, pro pellegrinis, pro benefac-
toribus nostris, pro illis qui fecerunt nobis iniuriam quod nobis prestare di-
gnetur qui est benedictus in secula secullorum Amen « (cfr. in proposito le os-
servazioni del MEERSSEMAN, Disciplinati e penitenti cit., pp. 65-66). Come
esempio di uffizio divino di confraternite bolognesi che ricalca quello dei
primi Disciplinati basterà ricordare quello della Compagnia di S. Domenico
Biblioteca Comunale dell'Arcleiginnasio di Bologna, ms. Gozz. 210, cc. 29-32.

Sarebbe anche molto interessante poter stabilire se il rituale previsto
nelle varie edizioni del Libro da Compagnie sia riconducibile ad un unico pro-
totipo bolognese (cfr. un copioso elenco di tali edizioni dato da G. ALBERIGO,
Contributi alla storia delle confraternite cit., pp. 210-212); notiamo intanto
che l’edizione di Venezia del 1535 riporta indubbiamente il rituale di una
compagnia di Battuti bolognesi, come appare dalle seguenti orazioni: (c.
112v.) « Faremo etiamdio oratione per el nostro venerabil padre predicatore
don Marcho canonico regulare de San Giovanni in Monte, lume de tutte le
compagnie spirituali, cosi come con grande amore e caritade ce ha amaestrati
alla via de Dio, cosi esso Signor lo conduca lui insieme con noi ne li beni di
vita eterna amen » ; (c. 113v.) « Anchora devotissimi oraremo per questa no-
stra citade de Bologna e territorio suo, che sempre fia bisogno per essa pregare
che lo eterno Idio non guardi ali peccati e mancamenti che in essa continua-
mente se cometteno, ma per la sua sanctissima misericordia e pietà guardar-
la da pestilentia, da fame, da guerra e da ogni altro incommodo che in essa
potesse advenire, accrescendola in felicità, prosperità e devotione e conceda
gratia a chi la rege in spirituale e temporale di governarla con unità, cle-
mentia, abundantia e iustitia. Amen ».

34) Questa rubrica che ricorda le spese fatte per l'ospedale, essendo, come
tutte le altre, anteriore al 15 febbraio 1286 (data della conferma degli statuti
da parte del vescovo di Bologna), é assieme alla rubrica xxiv, la prima men-
zione esplicita dell'attività ospedaliera dei Battuti. Il primo documento
riguardante l’acquisto di case e terreni per la creazione dell’ospedale, serba-
toci dall’archivio della confraternita, risale a poco dopo, cioè al 2 aprile 1287
come diremo più avanti (cfr. nota 75). |

35) Ad scibecam, a sghimbescio ; infula, benda ; sutelares, calzature (cfr.
P. SELLA, Glossario latino-emiliano, Città del Vaticano, 1937, ad vocem).

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°°) Su questo vescovo cfr. T. CASINI, La diocesi bolognese e i suoi vescovi,
Bologna, Zanichelli, 1917, p. 23 ; F. LANZONI, Cronotassi dei vescovi di Bolo-
gna dai primordi alla fine dei secolo XIII, Bologna, La Grafica Emiliana,
1932, pp. 126-136, dove fra i vari atti compiuti dall'Ubaldini non è ricordata
la conferma degli statuti dei Battuti.

8?) Cfr. cronaca citata alla nota 1.

®8) A questo punto, nel codice, sono aggiunte a margine, da mano del
tempo, le seguenti parole: «et intrare in maioribus cellis quarteriorum quan-
do ibunt per quarteria » ; che esse siano un’aggiunta non è notato dal GAv-
DENZI, 0p. cit., p. 424, la cui edizione di questi Statuti lascia alquanto a desi-
derare. Egli osserva che, dove ha letto cellis, il cod. reca « cettis (cellariis ?).
o cottis (collectis ?)» e si domanda: « Che debba correggersi ecclesiis ? ». In.
realtà, la parola, che é ripetuta, compare come collis o cellis, sovrastata,
sulle due 1, da un segno che parrebbe indicare una abbreviazione per contra-
zione e che autorizzerebbe, nel primo caso, a scioglierla in collegiis.

39) MONTI, op. cit., 1, p. 270.

4°) Nella rubr. xIrI sono su rasura le ultime parole ( «si canitur officium
et si non canitur debeat canere »), nella rubr. xxvii lo è tutto il testo da
«in primis laudare » alla fine.

4) Condividiamo pienamente le riserve espresse dal Frugoni circa il
rapporto diretto tra il movimento dei flagellanti e il sorgere delle confrater-
nite di disciplinati, rapporto che non di rado è stato invocato fuor di propo-
sito non essendo dimostrata, in molti casi, la « immediata derivazione dal
movimento, per volontà proprio dei partecipanti alla verberatio del 1260 »-
(A. FrugonI, Sui flagellanti del 1260, in « Bullettino dell'Istituto Storico
Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano », n. 73, 1963, pp. 233-
234). Il caso della Congregatio Devotorum bolognese qui esaminato è uno dei
pochi, tra quelli finora conosciuti, che non lasci dubbi di sorta su tale immediata
derivazione ed è il solo anche per Bologna ; d’altra parte, tra le numerose:
compagnie di Battuti di cui fu feconda Bologna dal sec. xIII al xvi, solo quel-
la di S. Maria della Vita identificò sempre le sue origini col movimento del 1260
e per questa ragione fu considerata la più antica della città ed ebbe, nelle pro-
cessioni, la precedenza su tutte le altre. Resta quindi giustificata in molti casi,
e dovrebbe costituire incentivo alla cautela per chi si accinga allo studio
delle confraternite dei Disciplinati, la domanda che si poneva il Frugoni :
«Dovremmo pensare che piuttosto il ricordo di quella verberatio nel suo si-
gnificato penitenziale, e non l’esperienza di chi era stato travolto, in quei
giorni irripetibili, dall'invocazione di misericordia e di pace, fu presente
nelle confraternite che presero il nome dalla disciplina ? ».

42) V. ANSIDEI, Regestum reformationum Comunis Perusii ab anno MCCLVI
ad annum MCCC, Perugia 1935, pp. 180, 181, 338 ; tali documenti sono del
22 aprile, 4 maggio e 31 dicembre 1260. Sulla loro importanza e sulla loro
relazione con altri documenti perugini posteriori riguardanti Raniero Fasani

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GLI INIZI DEL

MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 223
e il movimento di cui fu animatore cfr. E. Anpv, Frater Raynerius Faxa-
nus de Perusio, in Il movimento dei Disciplinati cit., pp. 84-92 ; U. NICOLINI,
Nuove testimonianze su fra Raniero Fasani e i suoi Disciplinati, nel quaderno
n. 2 del « Centro di Documentazione sul movimento dei Disciplinati », Peru-
gia 1965, pp. 4-17; Ip., Ricerche sulla sede di fra Raniero Fasani fuori Porta
Sole a Perugia, nel quaderno n. 5 del detto Centro, Perugia, 1967, pp. 3-18.

5) ASB, Demaniale, S. Giacomo, 83/1689, n. 21; il documento fu ci-
tato dal GHIRARDACCI in un suo abbozzo ms. della storia del convento di
S. Giacomo e pubblicato, con qualche piccola variante, da L. TORELLI, Se-
coli agostiniani, 1v, Bologna, per Giacomo Monti, 1685, p. 652 (cfr. il nostro
lavoro Gli Agostiniani a Bologna e la chiesa di S. Giacomo. Gli inizi (1247-
1315), in Il tempio di S. Giacomo in Bologna, ivi, Poligrafici, 19675:p:: 7.

44) Cfr. cronaca cit. alla nota 31.

45) ASB, Demaniale, S. Giacomo, 83/1689, n. 23, pubbl. dal TORELLI,
op. cit., Iv, p. 653, con alcune varianti tra cui la data che figura 22 marzo
anzichè 31, a causa della errata trascrizione del 77 kal. aprilis che divenne
XI kal. aprilis, svista in cui siamo caduti, in un primo tempo, pure noi (Gli
Agostiniani cit., p. 7). Sul vescovo Filippo cfr. C. EuBEL, Hierarchia catho-
lica medii aevii, I, Monasterii, 1913, p. 415.

4) ASB, Arch. degli Ospedali, Ospedale della Vita, Miscellanea -- 2,
nigi

4?) Circa le ragioni dell’opposizione del vescovo Ubaldini e del Capitolo
della Cattedrale allo stabilirsi in città di nuovi ordini religiosi, che si rivelò
in modo particolare nei confronti degli Eremitani, rinviamo al nostro contri-
buto Gli Agostiniani a Bologna cit., pp. 1-35.

48) GHIRARDACCI, Abbozzo ms. di una storia di S. Giacomo, cc. 5-6 e
Libro economico, c. 24 e segg. (cfr. FANTI, Gli Agostiniani cit., p. 11).

49) TORELLI, 0p. cit., Iv, pp. 470 e 481.

°°) Ci limitiamo a ricordare le compagnie di S. Bernardino (presso i Fran-
cescani), di S. Maria della Consolazione o della Cintura (presso gli Agosti-
niani), di S. Maria dei Servi o dell'Ospedale di S. Biagio (promossa dai Ser-
viti) e di « Messer Gesù Cristo » (promossa dai Gesuati).

51) Gli Agostiniani cit., pp. 9-10.

5) L. FRATI, Statuti di Bologna dall’anno 1245 all'anno 1267, 1, Bologna,
Regia Tipografia, 1869, p. 268 ; la stessa prescrizione fu ripetuta nel 1264.

5) Il SIGONIO, op. cit., p. 126, racconta che nello stesso anno 1262 i Di-
sciplinati bolognesi, su invito del vescovo di Bologna Ottaviano Ubaldini,
si recarono processionalmente a Modena «vexilla purpurea praeferentes » per
implorare la pioggia durante una grande siccità ; e come fonte cita (in fine
al volume, nella Locorum indicatio unde superior est sumpta historia): « De
processione Devotorum Mutinam, ex Chronicis utriusque civitatis ». Ma il fatto
non é ricordato né nelle cronache bolognesi oggi conosciute (cfr. Corpus Chro-
nicorum Bononiensium cit.) nè in quelle modenesi (cfr. Chronicon Muti-

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nense Johannis de Bazano a cura di T. Casini, in R.I.S.2, tom. xv, parte v,
p. 33; Annales veteres mutinenses, in R.LS.!, tom. xr, col. 66; Chronicon
Estense a cura di G. BERTONI e E. P. Vicini, in R.I.S. ?, tom. xv, parte 111,
p. 41).

54) ASB, Arch. cit., Miscellanea + 4, fasc. 24 (indulgenze diverse),
doc. 1. è

55) Ibidem, doc. 22. Il documento non è datato ma recando l’intesta- |
zione Ottavianus promissione divina Bononiensis ellectus deve assegnarsi al
tempo tra il 1261 (anno dell'elezione dell'Ubaldini al vescovato di Bologna)
e il 1263 (anno della sua consacrazione) ; cfr. SAVIOLI, op. cit., vol. rir, parte 1,
p. 369 e LANZONI, op. cit., p. 126 ss. Non è esatto, come afferma il SORBELLI
(Corpus Chronicorum, cit., vol. rz, p. 151 nota 3, p. 154 nota 3 e p. 159 note
di 2 e 4), che le cronache bolognesi siano in disaccordo tra loro a proposito della
M nomina dell'Ubaldini, perché alcune riferiscono l'anno dell'elezione ed al- È
tre quello della consacrazione.

56) FRATI, Statuti cit., alla nota 52. |

57) Si intendono i frati Gaudenti e il loro vessillo. | ;

58) FRATI, Statuti cit., 111, Bologna, Regia Tipografia, 1877, pp. 595-596.
59) Non ricorderemo qui la vasta bibliografia sui frati Gaudenti e sulla
loro attività a Bologna e fuori, che va dall’opera settecentesca del Federici
ili a quella ottocentesca del Gozzadini e agli scritti successivi del Gaudenzi,
tll del Vitale, dell'Hessel, del Salvemini, della Fasoli ; rimandiamo per un'ampia
|

sintesi a G. RoversI, L'Ordine della Milizia di Maria Vergine Gloriosa detto |
dei Frati Gaudenti, in Ronzano e i Frati Gaudenti, Bologna, Tip. SAB, 1965, |
pp. 11-50. {(°

69) Non comprendiamo come M. Manaar, Gli antichi statuti dello Spedale
di S. Maria della Vita, in Sette secoli di vita ospitaliera cit., pp. 119 e 126,
| abbia potuto interpretare la disposizione di Loderingo e Catalano asserendo
EEUU d che recepi quanto in materia di comportamento nei tumulti stabiliva lo
I Statuto dei Disciplinati, mentre, essa ordinava esattamente il contrario.
| 61) Che nel 1261 i Battuti bolognesi eseguissero un secondo pellegrinaggio
i | a Modena, come ricorda il MAnaar (op. cit., p. 118), è riferito solo dagli storici
AU bolognesi posteriori al Sigonio e non trova conferma nelle fonti cronistiche
TE piü antiche (cfr. quanto detto alla nota 53); che tali pellegrinaggi fossero
sollecitati dall'autorità perché rispondenti a «disegni politici del governo »
nei confronti della ghibellina Modena, ci pare un'illazione abbastanza gra-
NUTI tuita che distorce il senso del grande movimento penitenziale ed ignora il
| | clima di accesa religiosità popolare che ne favorì la diffusione. L'altro fatto
| che si cita a prova dell’impegno politico della Società dei Devoti, (MARAGI, è.
Tl op. cit., pp. 118-119) sarebbe la partecipazione di diecimila bolognesi, nel
| | 1265, alla crociata indetta dal papa contro Manfredi re di Sicilia, dei quali
seimila sarebbero stati al comando « del Rettore della Compagnia dei Battuti » :
ma le fonti che si citano in proposito (cioè le storie bolognesi cinquecen-
De, | «ea SI

Ventum; al ia iii ut mon let 3

GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA . 225

tesche del Ghirardacci e dell'Alberti e quella, seicentesca, del Vizani) si limi-
tano a ricordare la partecipazione di quattromila bolognesi al comando di
Guido Antonio Lambertini, senza far parola di alcun rettore dei Battuti ;
le fonti più antiche, cioè le cronache, ignorano l'episodio e ciò, oltre alle con-
traddizioni tra gli autori più tardi, dovette essere alla radice delle riserve
espresse dal SAvioLI, op. cit., vol. irr, parte I, p. 385 e p. 388 nota F.

62) Cfr. per tutti SAVIOLI. op. cit., parte III, vol. I, p. 385.

$3 A questo punto nel documento vi è una parola cancellata ma che,
con ogni probabilità, doveva essere apostolica.

64) ASB, Archivio degli Ospedali, Ospedale della Vita, Miscellanea + 4,
fasc. 24, doc. 2.

85) Cfr. Sette secoli di vita ospitaliera cit., pp. 55-57 e passim.

66) ASB, Arch.cit., Istrumenti, lib. A, n. 3, rog. Guidolinos q. Lambertini
de Montessio (e non Guglielmo Montesi come riporta il MARAGI, op, cit., p.135,
nota 18). Può rivestire un certo interesse il fatto che la donazione sia per-
venuta da una persona appartenente all’ordine laicale degli Umiliati, specie
se ciò sia collegato ai legati testamentari a favore dei Devoti da parte di frati
della Penitenza (che ricorderemo più oltre), perchè ciò potrebbe attestare che
la Società dei Devoti costituì un centro di attrazione anche nei confronti di or-
ganizzazioni religiose già affermate quali gli Umiliati e i Penitenti; ma un
discorso concreto su questo si potrà fare solo quando saranno stati studiati
i documenti riguardanti gli Umiliati e i frati della Penitenza a Bologna, di
cui nessuno finora si è occupato in modo specifico.

67) Cfr. S. CALINDRI, Dizionario corografico-storico ... della Italia, mon-
tagna e collina del territorio bolognese, parte 111, Bologna, Tipogr. di S. Tommaso
d’Aquino, 1781, pp. 91-92; a p. 104, nota 120, lo stesso autore ricorda an-
che l’ospedale del ponte di Casalecchio che non pare sia da confondersi con
quello testé menzionato. L. LiPPARINI, Casalecchio di Reno, Bologna, Tip.
L. Parma, 1953, non ricorda l’ospedale di Casalecchio ma a p. 15 riproduce
un disegno del sec. xvii in cui è indicato lo « Spedalino della Madonna della
Vita ».

68) ASB, Arch. cit., Miscellanea + 4, fasc. 24, doc. 4; il documento è
dato in Bologna.

69) Ivi, doc. 3, anch’esso dato in Bologna.

70) Ivi, doc. 23.

1) Cfr. in proposito C. NasELLI, Notizie sui Disciplinati in Sicilia, in Il
movimento dei Disciplinati cit., pp. 321-322, e le osservazioni del Meersse-
man, ivi, p. 381. A Bologna, dai documenti esaminati dal sottoscritto e da
Giancarlo Roversi nel corso delle ricerche sulle confraternite bolognesi, ap-
pare in modo certo che varie compagnie di Disciplinati avevano anche un
ramo femminile o « congregazione delle donne », le quali, tuttavia, non face-
vano parte della confraternita vera e propria, non erano descritte nelle matri-
cole e non erano ammesse all’oratorio. Il caso esposto dalla Naselli, di una

15
226 MARIO FANTI

societas fustigantium seu disciplinantium domnarum a Catania, cioè di una
confraternita esclusivamente femminile, resterebbe quindi l’unico finora
conosciuto. Ci sia permesso però di notare che il problema non è tanto di sta-
bilire se le donne, nei tempi meno lontani dall’inizio del movimento, si disci-
plinassero : a ciò ci pare risponda con sufficiente chiarezza il cronista contem-
poraneo, autore del Chronicon Marchiae Tarvisinae et Lombardiae (cit. alla
nota 31), quando racconta che anche le donne si disciplinavano ma non pub-
blicamente, bensì in privato : « Mulieres quoque tante devotionis fuerunt mi-
nime inexpertes, sed in cubiculis suis, non tantum populares sed etiam matro-
ne nobiles et virgines delicate cum omni honestate hec eadem faciebant ». Il
problema, almeno per Bologna, è di stabilire se questa pratica ebbe seguito
dopo il periodo più ardente della devozione, e se la partecipazione alle con-
gregazioni femminili, che fino al sec. xvirr continuarono ad affiancare al-
cune confraternite di Disciplinati bolognesi, comportasse precisi obblighi
al riguardo, o se invece, come riteniamo più probabile, le congregazioni delle
donne fruissero solo dei benefici spirituali della confraternita maschile a cui
aderivano, limitando la loro partecipazione a determinate funzioni religiose
che si svolgevano non nell’oratorio (riservato ai soli confratelli) ma nella
attigua chiesa pubblica di cui gran parte delle confraternite bolognesi era
provvista. Soltanto un approfondimento delle ricerche potrà dare una ri-
sposta precisa.

7?) Codice degli Statuti cit. alla nota 28, c. 8 v. ; cfr. GAUDENZI, Statuti
delle Società del Popolo, cit., 11, p. 436.

73) Cfr. la nota 47.

74) ASB, Arch. cit., Miscellanea + 4, fasc. 24, doc. 5.

75) Ivi, Zstrumenti, lib. A, n. 7, rog. Michilinus Zambonini ; al verso della
pergamena è scritto, di mano del sec. Xiv 0 xv: « Compara fatta per la Com-
pagnia del Spedale de la Vita de alcune caxe per fare el dito spedale ». Il do-
cumento è citato dal SIGHINOLFI, op. cit., pp. 9-10, che ricorda anche un altro
acquisto di case e terreni in data 2 aprile 1288 per il prezzo di lire 350 e indica
in lire 250 l'importo dei beni acquistati col documento del 2 aprile 1287;
la stessa cosa è riportata dal MARAGI, op. cit., p. 134. A noi non è riuscito
di reperire il documento del 2 aprile 1288 e, data la coincidenza del giorno e
del mese e l'inesattezza del prezzo indicato, abbiamo il forte sospetto che di
un solo documento se ne siano fatti due, in dipendenza di un vecchio errore
archivistico o di una inesatta rilevazione da parte del Sighinolfi.

7€ I tre documenti si conservano in ASB, Arch. cit., Miscellanea + 4,
docce. 8, 6 e 7. Il primo è in data 6 giugno 1287 e con esso «frater Hugo Ordi-
nis Predicatorum ... sancte Bethlemitane ecclesie episcopus » concede 40
giorni di indulgenza al «dilectis in Christo sibi nudorum seu devotorum col-
legio se verberantium propter Dominum, civitatis ed diocesis bononiensis ».
Il secondo documento è una analoga concessione di Enrico vescovo di Trento,
in data 8 luglio 1287, e cosi pure il terzo, emanato da Sinibaldo vescovo d'I-
h umm

GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA ! 027

mola il 9 luglio 1287 ; tutti e tre sono datati da Bologna. Per questi vescovi
cfr. EUBEL, op. cit., 1, pp. 135, 498, 284.

°°) ASB, Arch. cit., Istrumenti, lib. A, n. 8a, 11 maggio 1288, rog. Cacani-
micus q. domini Bertholomei olim Bolognitti.

75) Ibidem, Miscellanea + 4, fasc. 24, doc. 9 ; ricordato dal SIGHINOLFI,
0p. cil; p.10:

**) Ibidem, doc. 12, 24 gennaio 1289 ; per il vescovo ctr. EUBEL, op. cil.,
I, p. 431.

°°) Ibidem, doc. 11, 1289 (manca l'indicazione del giorno e del mese) ;
accennato dal SIGHINOLFI, op. cit., p. 10, nota 2.

81) Ibidem, doc. 14, 2 aprile 1291.

8) Qui, come nelle altre parti in cui abbiamo posto i puntini tra paren-
tesi quadre, il documento si presenta illeggibile o per mutilazioni della per-
gamena o perché la scrittura é scolorita in modo tale da non risultare intelli-
gibile neppure con l'uso della lampada di Wood.

$) ASB, Arch. cit., Miscellanea + 4, fasc. 24, doc. 19, accennato dal
SIGHINOLFI, Op. cit., p. 10, nota 2. Il documento oltre ad essere, come abbiamo
detto, assai deteriorato, é privo di tutti i sigilli dei vescovi che in origine vi
erano appesi.

84) Per gli autori antichi, oltre a quelli citati alla nota 7, ricordiamo il
MELLONI che nella parte inedita degli Atti o memorie degli uomini illustri
in santità nati o morti in Bologna (di cui stiamo curando la pubblicazione),
dedicó alcune pagine a suor Dolce, senza peraltro discostarsi dalla versione
tradizionale ; per gli autori moderni cfr. il più volte citato volume Sette se-
coli di vita ospitaliera in Bologna, p. 56 e 104-107, dove sbrigativamente e
perentoriamente si afferma che suor Dolce fu « monaca » terziaria di S. Fran-
cesco e nobile di Bologna : il che appare ancor piü ingiustificabile pensando
che il Sighinolfi, più di trent'anni prima, aveva già indicato alcuni indiscuti-
bili documenti relativi a suor Dolce, che avrebbero almeno potuto suggerire
il desiderio di continuare la ricerca in quella direzione.

$5) ASB, Arch. cit., Miscellanea + 4, fasc. 24, doc. 10, rog. Forensis q.
Cambii de Luca, redatto «in castro Oliveti de Muscello ».

8) Ibidem, doc. 15; la concessione, data da Orvieto, era valida per tre
anni.

8?) I documenti relativi sono i seguenti :

a) 1291 (manca l'indicaz. del mese e del giorno), Orvieto : dodici ve-
scovi concedono 40 giorni di indulgenza a chi aiuterà l'ospedale (ASB, Arch.
cit., Miscellanea -- 4, fasc. 24, doc. 16, lacerato in due parti e deteriorato ;
nella plica restano le sottoscrizioni dei vescovi e di alcuni anche il sigillo, di
altri solo la cordicella serica, di altri nulla).

b) 1291 (mancano mese e giorno), Orvieto : simile indulgenza concessa
da quattro vescovi a chi sovverrà l'ospedale «Beate Marie et domus devo-
torum Bononie congregationis» (Ibidem, doc. 17, i sigilli sono perduti).

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228 MARIO FANTI

c) 1294, ottobre 18, Rimini : l’arciprete Pietro « de Bucclan », vicario
della Chiesa per Bologna e la Romagna, concede a tutti i confessati « tam
viris qual mulieribus ... qui congregationem ipsam intraverint ... quo-
tiens publice vel privatim in generali congregatione verberare contingerit »
40 giorni di indulgenza, e 20 giorni « ut alii spirituali fulciantur exemplo ad
vestram congregationem devote venientibus » (Ibidem, doc. 18).

d) Indulgenza di 40 giorni concessa dal vescovo di Rimini, Guido, ai
«dillectis in Christo congregationis devotorum passionis filii Dei et Beate
Virginis Gloriose civitatis Bononie et diocesis »' e a tutti coloro che entre-
ranno nella loro congregazione o interverranno alla disciplina. Questo do-
cumento (Ibidem, doc. 13) è dato da Rimini il giorno 11 giugno di un anno
non specificato, ma essendo indicata la indizione vi deve essere riferito al
1278 o al 1293, essendo stato Guido de Caminate vescovo di Rimini dal 1277
al 1300 (EUBEL, op. cit., 1, p. 107).

88) ASB, Arch. cit., Istrumenti, lib. A, n. 8b, rog. Cacanimicus q. do-
mini Bertholomei olim Bolognitti.

89) Ibidem, n. 1, rog. Johannis de Ferantibus. È il documento che erro-
neamente era stato ritenuto dell’anno 1200, come abbiamo detto nel secondo
paragrafo del presente lavoro.

90) ASB, Arch. cit., Locazioni diverse e processi in causa tra l’ospitale e
conduttori, cart. N. 1, doc. 1, rog. Bartolomeus Gilii de Argellata.

91) Ci si riferisce alla cacciata dei Lambertazzi (ghibellini) da Bologna,
avvenuta nel 1274, ed alle successive confische dei loro beni. Non è impro-
babile che tale circostanza, che si risolse in un grosso trasferimento di pro-
prietà immobiliari urbane dalle famiglie ghibelline, bandite, a quelle guelfe,
abbia facilitato ai Devoti l'acquisto di terreni e di edifici per l'ingrandimento
del loro ospedale.

®) ASB, Arch, cit., Istrumenti, lib. A, n. 10, rog. Michilinus Zambonini ;
il documento è ricordato dal MARAGI, op. cit., p. 134.

98) Ibidem, n. 12, rog. Lucianus Useppi.

94) Ibidem, n. 13, rog. Albergatus fratris Hugolini q. Albergati.

95) In un atto in data 8 giugno 1291 è ricordato « dominum Detesalvi
rectorem ecclesie sive domus Devotorum de Bononia », eletto esecutore te-
stamentario da «Guillielmus Arnaldi Guillielmi Vaschi de Vernio » (Ibi-
dem n. 9, rog. Rolandus q. Bonsignori) ; il 28 ottobre 1294, Alberto q. Gio-
vanni de Plana, della parrocchia di S. Isaia, fece il suo testamento nomi-
nando esecutore lo stesso « dominum Deutesalvi, spadarium, de societate
Devotorum de Bononia » (Ibidem, n. 8 c, rog. Cacanimicus q. domini Ber-
tholomei olim Bolognitti).

96) a) 1302, marzo 31, Bologna. « Bonrecuprus vocatus Courucius filius et
heres pro dimidia q. Domini Castellani domini Fabri de Lambertaciis» vende
a «Johanni q. Jacobini sindico congregationis et universitatis Devotorum
civitatis Bononie» la metà «pro indiviso cuiusdam soli sive terreni super quo GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 229

situm [est] quoddam edificium sive hospitale dicte congregationis », posto nella
parrocchia di S. Vito, per la somma di lire 200. Rog. Guido q. Zambonini
(ASB, Arch. cit., Istrumenti, lib. A, n. 18; ricordato dal MARAGI, op. cit.,
p. 134).

b) 1303, novembre 6, Bologna. Analogo aquisto da Azzolino del fu
Castellano di Fabro Lambertazzi, per il prezzo di lire 218. Rog. c. s. (Ibidem,
n. 20; ricordato dal MARAGI, luogo cit.).

c) 1303, settembre 23; 1304, novembre 7; 1305, novembre 10, Bolo-
gna. Il Depositario del Comune di Bologna dichiara di aver ricevuto dal
sindaco dei Devoti la somma di lire 58 per l’affitto (pensio) di un terreno
(casamentum) posto sotto la parrocchia di S. Matteo degli Accarisi. Rog.
Guido Dominici Penacii, Matheus fratris Johannis de Devotis, Vinciguerra
Bonixii (Ibidem, n. 21 ; inesattamente citati dal Manacr, luogo cit.).

d) 1304, ottobre 27, Bologna. Sentenza di Lorenzo da Città di Castello,
vicario del Podestà di Bologna, sulla questione vertente tra la Compagnia
dei Falegnami e la Congregazione dei Devoti; si stabilisce che i Falegnami
non possano impedire ai Devoti di costruire sopra certo terreno posto «in
cappella sancti Vitis iuxta domum societatis magistrorum lignaminis mediante
quadam via qua itur ad domum Devotorum, iuxta ecclesiam sancti Vitis
et iuxta hospitale societatis Devotorum et iuxta stratam publicam de super ».
Rog. Antholinus Rolandini de Thebaldis (ASB, Arch. cit., Istrumenti, lib. +
1, n. 5; non esattamente citato dal MARAGI, luogo cit.).

e) 1333, settembre 10, Bologna. Alcuni membri della famiglia Benti-
voglio vendono ai Devoti certi edifici ad uso di beccarie e scorticatoio sotto la
parrocchia di S. Vito, per lire 550. Rog. Vinciguerra q. domini Bertolomei
Iudicis (ASB, Arch. cit., Istrumenti, lib. A, n. 47; non esattam. citato dal
MARAGI, luogo cit.).

f) 1335, dicembre 21, Bologna. Alcuni membri della famiglia Carrari
fra cui Guido «ordinis militie sancte Marie Virginis Gloriose » vendono
a Bartolomeo q. Pietro salarolo, sindaco « societatis universitatis seu fraterni-
tatis Devotorum civitatis Bononie et hospitalis eiusdem societatis » un casa-
mentum sotto la parrocchia di S. Vito, per lire 40. Rog. Vinciguerra q. domini
Bertolomet Iudicis (ASB, Arch. cit., Istrumenti, lib. B, n. 2; non esattam.
citato da MARAGI, luogo cit.).

A questi documenti altri si potrebbero aggiungere, come quello del 12
settembre 1318 che abbiamo citato alla nota 25. Rivestono inoltre uno spe-
ciale interesse per la storia della Congregazione dei Battuti nel sec. xiv, l'ac-
cordo stabilito in data 11 luglio 1315 tra essa e il Capitolo della chiesa catte-
drale di S. Pietro «super decimis eidem ecclesie et capitulo bononiensibus
subtractis et in posterum solvendis ab hominibus et singularibus personis
laycis utriusque sexus tam maribus quam mulieribus dicte congregationis et
ab ipsa congregatione existentibus de plebatu et moram trahentibus conti-
nuam in plebatu eiusdem maioris bononiensis ecclesie sancti Petri, a qui-

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230 MARIO FANTI

bus prenominati canonici et capitulum debent decimas predicta recipere »
(Rog. Guido q. Hugolini de Querciis in ASB, Arch. cit., Istrumenti, lib. A,
n. 29), e la bolla di Benedetto XII del 3 aprile 1340 diretta « dilectis filiis rectori
et fratribus hospitalis sancte Marie fraternitatis disciplinatorum bononiensis,
ordinis sancti Augustini » (sic!), con la quale si confermano tutti i privilegi
già conceduti ad essi e al loro ospedale : « omnes libertates et immunitates a
predecessoribus nostris romanis pontificibus, sive privilegia, sive alias in-
dulgentias vobis et hospitali vestro concessas, nec non libertates, exemptio-
nes secularium exactionum a regibus et principibus et aliis Christifidelibus
rationabiliter vobis et hospitali vestro indultas sicut iuste et pacifice obti-
netis, vobis et per vos hospitali vestro auctoritate apostolica confirmamus
et presenti scripto patrocinio communimus » (Ivi, Miscellanea + 2, n. 14).

?") Infatti furono rilasciate col consenso del vescovo di Bologna Uberto
Avvocati, che sedette sulla cattedra petroniana dal 1302 al 1322.

°*) ASB, Arch. cit., Miscellanea + 4, fasc. 24, doc. 20; questo fr. Si-
mone non figura nella serie dei vescovi di Brugneto data dall EUBEL, 1,
p. 148.

°°) Ibidem, doc. 21, rilasciata da «frater Jacobus episcopus Panidarum »
in Bologna «in ecclesia sancti Jacobi fratrum heremitarum ». Si tratta di
quel frate Giacomo degli Eremitani episcopus Panadensis (Banados, in Tra-
cia), che secondo l'EUBEL, I, p. 387, sarebbe morto in Bologna intorno al
1316.

100) Sulle compagnie di Disciplinati del Bolognese mancano ricerche
organiche e documentate ; un primo bilancio si potrà fare quando sarà ter-
minata l'esplorazione dei fondi documentari relativi, condotta dallo scri-
vente e da Giancarlo Roversi, nell'Archivio di Stato di Bologna, nell'Arehivio
Generale Arcivescovile e presso le località ove le compagnie avevano sede.
Scarse e malfide sono le notizie fornite dalla vecchia (ed anche recente) sto-
riografia provinciale, tra le cui opere ricordiamo : A. BAccHr, Notizie istorico-
artistico-biografiche sopra Castelfranco, Bologna, tip. Guidi, 1844, p. 14;
G. FORNI, Persiceto e S. Giovanni in Persiceto, Bologna, Cappelli, 1921 e 1927,
I, p. 102 e rr, p. 274 ss. ; G. F. ErRI, Dell'origine di Cento e di sua Pieve, Bolo-
gna, per Lelio dalla Volpe, 1769, pp. 212-213 ; G. MAGNANI, Un comune della
Bassa bolognese : Pieve di Cento, Bologna, Forni, 1967, p. 133 ss. ; G. LANDI,
La bolognese pianura e la terra di Pieve presso Cento, Bologna, Tip. Composi-
tori, 1877, passim ; In., Storia dell'antica terra di Pieve presso Cento, diocesi
di Bologna, ivi, Tip. Gamberini e Parmeggiani, 1855, passim ; C. ZAMBONI,
Cronaca del Castello di Minerbio, Bologna, Società Tipogr. Bolognese e Ditta
Sassi, 1855, p. 98 ss.; G. SiMoNi, Cronistoria del Comune di Medicina,
Bologna, Tip. Compositori, 1880, pp. 98-99 ; In., 7 monumenti cristiani della
terra di Medicina, 11, Medicina, Tip. Toffaloni, 1885, p. 5, ss. ; G. TAGLIA-
SACCHI, Dell'origine e progressi della Confraternità di S. Maria Assunta...
della Terra di Medicina, Bologna, per Lorenzo Martelli, 1744 ; Le chiese par- e...

GLI INIZI DEL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI A BOLOGNA 231

rocchiali della diocesi di Bologna ritratte e descritte, Bologna, Tip. S. Tommaso
d'Aquino, 1844-1851, voll. 4, passim; L. BortoLOoTTI, I comuni della Pro-
vincia di Bologna, ivi, Tip. S. Francesco, 1964, passim.

101) Rinviamo per tutti ad A. PALMIERI, La montagna bolognese del Me-
dio Evo, Bologna, Zanichelli, 1929.

102) Ci limitiamo a ricordare le compagnie di S. Maria della Morte, di S.
Biagio, di S. Maria dei Guarini o dell’ospedale di S. Giobbe, di S. Maria delle
Laudi o dell’ospedale di S. Francesco, sulle quali, per una prima informazione,
cfr. MASINI, op. cit., 1, passim, e GUIDICINI, op. cit., passim. Su queste compa-
gnie mancano, in genere, studi recenti, ma per quella delle Laudi cfr. C. ME-
sINI, La compagnia di S. Maria delle Laudi e di S. Francesco di Bologna, in
«Archivum Franciscanum Historicum », 52, 1959. pp. 361-339.

13) ASB, Arch. cit., Miscellanea + 2, n. 10. Il documento presenta abra-
sioni che impediscono la lettura di alcune parole.

104) Ibidem, n. 12. La datazione topica non è leggibile, ma essendo pre-
cisato che il documento fu redatto durante il capitolo generale del 1300,
non può essere individuata altro che in Bologna, dove appunto si tenne in
quell’anno il capitolo dei Serviti (cfr. A. GrANr-L. GARBI, Annalium sacri
ordinis fratrum Servorum B. Mariae Virginis... centuriae quatuor, 1, Lucca,
Typis Marescandoli, 1719, p. 189 ss).

195) GUIDICINI, Op. cit., III, p. 91.

106) Ciò è confermato da quanto si legge nel proemio del « Sommario de-
gli istrumenti » della compagnia (ASB, Demaniale, 2/7624) dove è detto che
i confratelli eressero l’oratorio a Mezzaratta nel 1292.

10?) GUIDICINI, luogo cit. alla nota 105.

108) Ciò si ricava da un memoriale degli uomini della Compagnia diretto
al Papa nel 1585 per una questione di precedenza nelle processioni tra essi
e i confratelli di S. Maria della Vita (Archivio Generale Arcivescovile di Bo-
logna, Ricuperi beneficiari, fasc. 665, doc. 4).

109) La spiegazione della denominazione «S. Maria della Vita» data
dal MEERSSEMAN (Disciplinati e penitenti cit., p. 71, nota 1), secondo cui il
termine si deve interpretare come «ospedale sotto il patrocinio di S. Maria
di coloro che hanno adottato la vita, cioè lo stato e lo statuto dei Discipli-
nati», é indubbiamente molto suggestiva ed anche possibile. Ma occorre
notare che tale intitolazione, nei documenti da noi esaminati, compare solo
dopo la metà del sec. xiv (mentre prima si parla semplicemente di Società
e di ospedale dei Devoti Battuti), cioé quando era già sorta l'altra Compagnia
di Disciplinati intitolata a S. Maria della Morte ; non sarà quindi del tutto az-
zardato ipotizzare che tali denominazioni rispecchino i compiti propri di cia-
scuna confraternita : quella della Vita, dedita ad alleviare, con la sua atti-
vità ospedaliera, i disagi dei poveri «in vita », e quella della Morte che ac-
compagnava i defunti alla sepoltura, ne curava i suffragi, esercitava la con-
forteria dei condannati alla pena capitale. Anche a S. Giovanni in Persi-
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232 MARIO FANTI

ceto, nel sec. x1v, vi erano due compagnie di uguali nomi e con gli stessi com-
piti particolari, che vennero poi unite in una sola (FORNI, op. cit., 11, p. 274).
Il fatto che anche i confratelli di S. Maria della Morte aprissero un ospedale
non infirma ma conforta questa ipotesi, quando si sappia che l'ospedale di S.
Maria della Morte serviva al ricovero non dei malati comuni, colpiti dalle
consuete infermità che si possono contrarre nel corso della vita umana (per
i quali c'era l'ospedale della Vita), ma di coloro che avevano riportato lesioni
per incidenti o per violenza subita dagli altri o fatta a se stessi (tentativi di
suicidio) : di coloro, quindi, che repentinamente si erano trovati in pericolo
di morte. Era quindi un ospedale riservato alla cura dei malati acuti, con
esclusione esplicita dei cronici e dei contagiosi (cfr. V. BusAccHI, L'ospedale
della Morte, in Sette secoli di vita ospitaliera cit., pp. 159-161).
INDICE DEL VOLUME

Carteggi e memoriali

GiovaNNI CEccHINI, Lettere di Luigi Bonazzi a Luigi Morandi.

Memorie

MARIA Pecuci Fop, Il Comune di Perugia e la Chiesa durante il
Periodo avignonese con particolare riferimento all’ Albornoz.
Appendice

Recensioni

HERMANN M. GOLDBRUNNER, Die Übergabe Perugias an Gian-
galeazzo Visconti (1400), in « Quellen und Forschungen aus ita-
lienischen Archiven und Biblioteken », B. 42/43 (Tübingen
Max Niemeyer Verlag, 1964), S. 285-369 (Lodovico Sca-
ramucci). QUU PM I SUN RO

NINO CARBONERI, Ascanio Vitozzi. ‘Un architetto fra Manierismo
e Barocco. Roma, Officina Edizioni, 1966, pp. 241, 206; 207,
L. 6.000 (Renzo Pardi). born 3

Necrologi

M. C. Fausto Andreani

Atti della Deputazione

Adunanza del Consiglio Direttivo del 25 febbraio 1967

) ) » 25 maggio 1967
» » » 10 ottobre 1967
» » » 20 gennaio 1968
» » » 18 aprile 1968

» » » 12 ottobre 1968

Assemblea dei Soci Ordinari del 25 maggio 1967
» » » 28 aprile 1968

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
SUL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI

Manro FANTI, Gli inizi del Movimento dei Disciplinati a Bologna
e la Confraternita di Santa Maria della Vita. E

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Pror. GrovANNI CECCHINI - Direttore responsabile

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