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VOLUME LXVII

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DELLA

DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA
PER L'UMBRIA

VOLUME LXVII

FASCICOLO PRIMO

PERUGIA
1:9 70 Pubblicazione semestrale - Sped. abb. post. Gruppo IV

ARTI GRAFICHE CITTÀ DI CASTELLO
Città di Castello (Perugia)
Memorie

Di S. Vincenzo Vescovo e Martire
di Bevagna e della chiesa

di S. Vincenzo del Furlo

PARTE I

S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA

Nel mese di luglio del 1963, mons. Giovanni Capobianco, ve-
scovo di Urbania e S. Angelo in Vado e nativo di Bevagna 9, af-
fidava alle stampe una memoria di notevole importanza storica
e religiosa, rispolverando una tesi dimenticata, già nota ai bevanati
del passato, e sviluppando l’argomento, mettendo in risalto, cioè,
che la ultramillenaria Abbazia di S. Vincenzo del Furlo o di Pietra
Pertusa, nei pressi di Acqualagna in provincia di Pesaro, non solo
deve essere ritenuta dedicata al vescovo e martire di Bevagna, S.
Vincenzo, ma che tale basilica fu ancora la culla antichissima del
culto di questo Santo, il cui corpo, come ripeté l’Alberti dopo gli
Annales Camaldulensium ?, vi fu custodito per circa quattro secoli 9».

Il frutto delle antiche ricerche con le nuove fu esposto dal vescovo
Capobianco in occasione della festa di S. Vincenzo protettore di Be-
vagna (6 giugno), in Bevagna stessa nella sede della « Pro-Mevania ».
Di qui ha origine la ripresa piü approfondita di quelle memorie.

suscita certo meraviglia che le più moderne agiografie abbiano
lasciato in disparte il ricordo di un santo vescovo e martire, certa-
mente storico e non parto della mente di un fantasioso per quanto pio
autore, come è il S. Vincenzo bevanate ^, il quale ha avuto un culto
ininterrotto dalla sua morte cruenta e divulgatosi oltre i confini
dell'Umbria, in altre parti d'Italia e al di là delle Alpi, come è te-
stimoniato dallo Jacobilli e da Marco de Vipera citati dal Mittarelli-
Costadoni 9, e come canta l'inno della chiesa spoletina: « Si queunt
Thusci, Populique Rheni, | Resque Samnites memorare gestas, | Nos
tuas Umbri merito canamus | Carmine laudes | » 9.
CORRADO LEONARDI

Nella serie dei vescovi dell’antica « Mevania » il nome di Vin-
cenzo appare il primo. La sua figura e il suo martirio (6 giugno 303)
sono documentati dagli Atti, antecedenti forse al vi secolo ?, I Bol-
landisti conoscono tre codici, ma la Passio di S. Vincenzo fu molto
diffusa fino al sec. rx e Nocera, Lucca, Benevento, Capua, Metz,
Treviri e la stessa Bevagna posseggono copie dell'epoca 9. L'abbate
Alberti nel 1791 pubblicò, commentandolo criticamente, il codice
bevanate ?, dal quale, come ripetono le lezioni del Secondo Not-
turno dell'ufficio di S. Vincenzo della chiesa spoletina !? si apprende
che «S. Vincentius episcopus de Civitate Mevanie » (espressione in-
dicante forse anche la patria del Santo) subi il martirio insieme al
fratello Benigno, diacono della sua chiesa, nella persecuzione di
Diocleziano e Massimiano. L'arresto dei due fratelli fu ordinato
da Capitolino, prefetto della Tuscia e dell'Umbria, residente a Pe-
rugia. Ció spiega il giudizio svoltosi in questa città e conclusosi con
la decapitazione del diacono Benigno e con vari tormenti (percosse,
flagellazione, fuoco, immersione nel lago Trasimeno) inflitti a Vin-
cenzo, che potrà ritornare ancora vivo alla sua chiesa. Succeduto
a Capitolino il senatore Porfirio, il processo contro il vescovo fu ria-
perto e la sentenza portò il santo di fronte alle fiere nell'anfiteatro di
Bevagna, e quindi all'immersione nelle acque del portulus Mevaniae,
esistente fino al v secolo nella confluenza del Topino nel Clitunno 2,

Da tale supplizio la robusta fibra del vescovo non fu comple-
tamente stroncata : Vincenzo riuscì a trascinarsi « ad cellulam suam,
fatigato corpore », iniziare i sacri misteri, comunicarsi assieme ai
fedeli e spirare. Ciò avveniva il 6 giugno: «et deficiens tradidit
Domino sanctum spiritum. vir. Idus Junii ».

Il suo corpo, piamente raccolto e cosparso d'aromi dalla nobile
matrona Liceria, fu sepolto nel Campus Salutis, tra il porticciolo e
Bevagna, sui primi di agosto. Gli Atti terminano annotando che sul
luogo, venerato, si compiono « multa beneficia Dei ».

Ma il suo culto e le sue reliquie, oltre che in Bevagna, si diffu-
sero ben presto e assai largamente. A lui sembra dedicata la chiesa
di S. Vincenzo di Bergamo, eretta l’anno 959 dal vescovo Ambrogio
che ne richiese reliquie; a Lucca nel 1183 papa Lucio III, che vi era
stato canonico, fece trasferire nella cattedrale il capo di S. Vincenzo
e di S. Benigno, deposti allora sotto l’altare maggiore ed oggi nella
Cappella del Santuario in Muro, costruita dall’architetto urbinate
Muzio Oddi, diffondendone il culto con il passionario antecedente
(sec. x1) 12 ed il rituale del sec. xI11 ??. Da queste reliquie si estrasse
DI S, VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA TÀ

un notevole frammento restituito a Bevagna il 24 settembre 1609,
della cui traslazione la chiesa bevanate celebrava la liturgia il 22
dello stesso mese. e altro frammento venne concesso alla abbazia
di Bovara, ove i due santi sono venerati come comprotettori 14).
A Benevento la chiesa metropolitana fu centro del culto del santo
bevanate fino al 1943 quando gli eventi bellici distrussero tutte
le reliquie poste da Nicolò II (1277) sotto l’altare maggiore, come ci
testimonia il Proprium Sanctorum di quella archidiocesi 15),

Peccherebbe di imprudenza una sana critica storica se accet-
tasse nella sua integrità la narrazione del lezionario spoletino, il
quale deve essere sfrondato decisamente dai molti particolari e dai
vari tipi di martirio subiti dal santo bevanate. Ma quando si pensi
che la diffusione del cristianesimo in Umbria risale al Ir secolo e
che nel iri secolo già esistevano comunità organizzate lungo la via
Flaminia sulla quale Bevagna si trovava, come a Terni, Spoleto e
Foligno; che si conoscono i vescovi successori di S. Vincenzo, presenti
ai concili romani dal 487 in poi; che di S. Vincenzo vescovo e mar-
tire bevanate esistono sia la Passio nei quattro codici già citati,
sia il culto antichissimo con monumenti di indiscutibile valore, in
Bevagna e altrove, cui oggi si aggiunge quello dell’ Abbazia del Furlo
proprio a lui dedicata e che di lui ha custodito fino al secolo x le
venerate spoglie, poi trasferite a Metz; dopo tutto ciò, diciamo,
occorre riprovare e rigettare l’atto del semplice e facile colpo di
spugna che vorrebbe cancellare dal martirologio cristiano e dalla
storia il nome di S. Vincenzo primo martire e primo vescovo di Be-
vagna.

Il culto del Santo, ovviamente, come si è già accennato, si dif-
fuse subito in Bevagna.

Chi imbocca l’antica via Flaminia di Bevagna, l’attuale Corso
G. Matteotti, attraverso la Porta S. Vincenzo (Tav. I)!9, trova
a destra, in una piazzetta la chiesa di S. Vincenzo, oggi dolorosa-
mente sconsacrata 1”. (Tav. II).

Ma prima di questa — e la notizia va posta in particolare rilievo —
S. Vincenzo ebbe una chiesa fuori delle mura romane su cui sono in-
nestate e in gran parte sovrapposte quelle medioevali, e della quale
restano i ruderi dell'abside (Tav. IIT).

E da ritenersi, questo, il primo sacello o una piccola cripta,
poi custodita da una basilica paleocristiana, eretta sulla stessa tom-
ba del martire. Si trova, infatti, extra moenia, rispettando la legge
romana che proibiva di seppellire i cadaveri entro le mura della città

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CORRADO LEONARDI

e che imponeva, quindi, di inumarli o di conservare le ceneri in
monumenti al di fuori della cinta muraria del municipium.

Seguendo poi la Passio, ci troviamo proprio nella località tra
il suaccennato portulum del Clitunno e la città di Bevagna 1°),

Su questa piccola cripta venne eretto, nel periodo costantiniano,
il primo tempio con cattedra episcopale, come ci assicurano i libri
Rerum Mevaniensium dell'Alberti??9 i quali a spiegazione dell'as-
serto riferiscono il seguente passo dei Bollandisti: « I bevanati ten-
nero sempre in grande venerazione S. Vincenzo e ai primi anni della
pace cristiana gli eressero una chiesa presso il vecchio Campidoglio, le
mura e la città e la Porta che oggi è chiamata di S. Vincenzo. Questa
cattedrale fu a lui dedicata fino al tempo dei Longobardi, dai quali
Bevagna fu miseramente devastata come lo fu la stessa chiesa » 2°).

L’Ughelli, riferiscono le stesse fonti, è ancor più esplicito quando
asserisce che «la antica cattedrale di S. Vincenzo primo vescovo di
Bevagna e patrono del luogo, stava fuori della città presso la porta
detta, per questo, anche oggi di S. Vincenzo, devastata, assieme
alla città, dai Longobardi, e che fu riedificata al ritorno dei pro-
fughi . . . »32,

Questo tempio, indifeso e fuori delle mura, e quindi il primo ad
essere oggetto delle devastazioni e poi delle distruzioni nel sec. xri
sotto Federico II, quando il conte d'Aquino, capitano imperiale,
occupó e devastó Bevagna, non poté piü essere centro del culto del
santo, e poiché oramai quanto rimaneva era privo del corpo del
martire trasportato nei pressi del Furlo, fu abbandonato e in suo
luogo sorse una chiesa, più piccola, nell'interno della città, che aveva
priori e canonici e il fonte battesimale, trasferito poi, ma assai re-
motamente, nella Collegiata di S. Michele, la magnifica basilica
romanica costruita nel secolo xir»,

Negli ultimi tempi anche questa chiesa di S. Vincenzo decadde
e rovinata completamente nel tetto ai primi del 1900, fu sconsa-
crata e adibita a cinema, conservando le sue forme esterne.

Secondo l'antica tradizione, il Podestà di Bevagna, prima di
prendere possesso della sua carica, doveva recarsi in questa chiesa
e lasciarvi l’offerta di un pallio.

Per le tristi vicissitudini delle due chiese bevanati dedicate
a S. Vincenzo, il culto si trasferì sempre più nella Collegiata di S.
Michele, che ha dedicato a lui l’altare maggiore, sotto il quale, in
una urna di bronzo, sono poche reliquie dei SS. Vincenzo e Beni-
gno, ricevute nel sec. xviri da Lucca e trasportate solennemente

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BEVAGNA. Collegiata di S. Michele, Statua argentea di S. Vincenzo. (Sec. XVIII).
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ACQUALAGNA. Badia di S. Vincenzo. Resti della cinta fortificata.
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ACQUALAGNA. Badia di S. Vincenzo. Parte del monastero.
DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 9°

con una festa trionfale, di cui resta memoria nell'Archivio Capito-
lare di Bevagna e in un opuscolo stampato e conservato in quella
Biblioteca Comunale ?»,

L'altare barocco è adorno di marmi colorati e di angeli scol-
piti che recano simboli del martirio di S. Vincenzo.

Nella stessa collegiata, presso la seconda cappella detta della
Madonna del Carmine, è abitualmente esposta una statua in legno
di S. Vincenzo, eseguita a pubbliche spese nel 1638, che veniva por-
tata in processione.

Oltre a questa immagine esiste in Bevagna, depositata fino al
1964 nel secondo piano del Municipio, ed oggi in apposita cella nella
chiesa Collegiata di S. Michele, una statua argentea di S. Vincenzo
(Tav. IV), eseguita nel 1785 da Peter Ramoser di Bolzano (1722-
1802) che la derivò certamente dalla vicina statua di S. Feliciano
nella Cattedrale di Foligno 24).

La statua, portata in processione il giorno 6 giugno, veniva de-
positata in S. Michele per i primi vespri della vigilia ; veste para-
menti vescovili e tiene in mano un pastorale, seduta su una ricchis-
sima sedia, sormontata da un baldacchino ; nel postergale è rappre-
sentato l’episodio del martirio quando il Santo è invitato dal
prefetto romano al culto idolatrico 25).

La statua fu esposta alla pubblica venerazione il 14 dicembre
del 1797, presente il vescovo di Spoleto Francesco Maria Locatelli,
che la benedisse solennemente nel Palazzo dei Consoli, dove rimase
fino al 1810, quando il comune passò al Palazzo Lepri, in cui fu tra-
sferita e rimase fino al 1964 allorché un Comitato Cittadino ne pro-
mosse il trasferimento in S. Michele, in apposita piccola cappella.

PARTE II

LA CHIESA ABBAZIALE DI S. VINCENZO DEL FURLO

Ma la notizia e una prova di indubbio valore, rimessa in luce
da mons. Giovanni Capobianco, è il trasferimento del corpo di S.
Vincenzo da Bevagna alla chiesa del Furlo nel comune di Acquala-
gna e nell’archidiocesi di Urbino, che prese il suo nome e dalla quale
si propagò il culto nelle terre circostanti.

Vicino al Santuario del Pelingo, sulla riva sinistra del fiume
Candigliano, lungo la Flaminia e a tre chilometri da Acqualagna 39,
10 CORRADO LEONARDI

sorge la Badia di S. Vincenzo (Tav. V), detta del Furlo (dal latino
forulum, piccola apertura) o di Pietrapertusa, ossia * pietra forata ’,
perché prossima al foro o galleria del Furlo, fatta scavare dall’ Impe-
ratore Vespasiano ??,

Trattando dell'origine di questa vetusta basilica, che illustreremo
appresso, gli Annales Camaldulensium, fonte storica di primaria im-
portanza, scrivono che «la più antica memoria (riferita dagli autori
Mittarelli e Costadoni) circa il monastero di Pietra pertusa, trovasi
in un autore Anonimo, compagno di viaggio di Diodorico (= Teo-
dorico) vescovo di Metz, che, a testimonianza dello stesso anonimo,
scese in Italia l’anno 970. Lo stesso Diodorico — come risulta da un
documento Classense — fu in Italia anche nel 967, citato fra i Padri
del Concilio di Ravenna raccolti nella basilica di S. Severo. In una
di queste circostanze, o nel 967 oppure nel 970, Diodorico o Deodo-
rico prese i corpi di molti Santi da varie parti, chiese e monasteri
d’Italia, e li portò nella propria chiesa di Metz, fra i quali il corpo
di S. Vincenzo vescovo, che dava il titolo al monastero e alla basi-
lica dello stesso nome al Furlo » 28).

A questo punto il Mittarelli e il Costadoni riferiscono il passo
dell'Anonimo **) : « Dice questo autore, dopo aver lungamente nar-
rato come Deodorico abbia preso in Italia i corpi dei Santi, che dal-
l'abbate di un certo monastero nel territorio di Urbino, distante
circa 50 miglia da Ravenna, presso il Furlo, gravato di troppe ne-
cessità materiali, poiché null'altro aveva da offrire per risollevare
il luogo, prima offrendone una parte e poi convinto da Bertrao in-
viato sul posto come intermediario dimostratosi abile e deciso, ri-
cevette l'altro santo vescovo Vincenzo ».

Dunque, il corpo di S. Vincenzo fu oggetto di una materiale si-
monia, comprensibile con la decadenza del tempo e l'amore alle sacre
reliquie. L'abbate del Furlo, allettato da offerte del vescovo di Metz,
che offriva mezzi e denari per riparare il cenobio e risollevare le sorti
spirituali e materiali di esso *9, era disposto a cedere, in un primo
tempo, una parte del corpo del vescovo martire; ma poi, dietro
le insistenze e l'opera di convinzione del legato Bertrao, cedette
e privó per sempre l'abbazia pertusiana dell'intere reliquie di S.
Vincenzo.

Seguitano gli Annali Camaldolesi : « La storia dell’‘ invenzione '
di questi Santi, come l'intitola il citato Autore, ritrovasi nello Spi-
cilegio di Dacherio. Proprio da quella narrazione veniamo a cono-
scenza come per la dabbenaggine dell'abbate pertusiano il corpo
DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 11

di S. Vincenzo Vescovo proprio da quella chiesa, in cui riposava, sia
stato trasportato nella città di Metz.

«Scopriamo anche che il S. Vincenzo, dal cui nome si intitolava
il Monastero, non è stato il celebre martire (diacono) della Spagna
dallo stesso nome, ma il vescovo, e forse quel Vincenzo di Bevagna,
del cui martirio, sotto il giorno sei di giugno e all’anno 303 ha molto
scritto Godofredo Henscenio, e la massima parte del cui corpo,
come afferma il medesimo autore, è stato trasferito a Metz, in Lo-
taringia, dopo la devastazione della città di Bevagna e la spoglia-
zione delle preziosissime reliquie dei Santi » *.

Altre preziose testimonianze ci riferiscono gli Annali Camaldo-
lesi, desumendole da antichissime fonti, come il Chronicon del mo-
naco Sigeberto, oggi pubblicato nei Monumenta Germaniae Histo-
rica e nella Patrologia Latina del Migne, sulla * Vita Deodorici Pri-
mi '*2: « Infatti Sigeberto monaco di Gembloux che fu a Metz nella
chiesa di S. Vincenzo maestro dei fanciulli, nel suo Chronicon al-
l'anno 970 ha quanto segue: «Deodorico, Vescovo di Metz, consan-
guineo dell'Imperatore e a lui legato da particolare affetto e familia-
rità, allorché militava con lui per un triennio nella spedizione d’Ita-
lia, raccolse in ogni maniera molti corpi e reliquie dei Santi da varie
parti d'Italia... Da Foligno S. Feliciano Vescovo e Martire; da
Spoleto la martire Serena con il martire spoletino Gregorio ; da Cor-
tona i resti del martire Vincenzo diacono, dalla Spagna trasferito a
Capua da due monaci, e da Capua in quella località trasportati ;
da Bevagna l'altro Vincenzo vescovo e martite...; da Todi Fortu-
nato vescovo e confessore... Il presule Deodorico trasportò nel
detto anno [970] tutte queste reliquie nella Gallia e le depositó
nella chiesa di S. Vincenzo martire da lui costruita sull'isola della
stessa città » ?9).

Le notizie storiche della chiesa di S. Vincenzo di Metz confer-
mano con esattezza le notizie fin qui esposte.

Le fondazioni ex novo della chiesa abbaziale di Metz furono get-
tate nel 968?9, ma è da credersi che la detta chiesa e l'omonimo
monastero siano stati dedicati al S. Vincenzo diacono di Spagna, sia
perché le sue reliquie furono trasportate assieme a quelle di S. Vin-
cenzo di Bevagna ; sia per il grande culto professato al santo spa-
gnolo in quella regione ; sia perché vengono ricostruiti una chiesa
e un monastero, ex novo, su un vecchio complesso, antecedente all'ar-
rivo del corpo di S. Vincenzo di Bevagna, complesso che poteva es-
sere dedicato soltanto al diacono spagnolo largamente venerato.

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CORRADO LEONARDI

Ma il culto del vescovo martire di Bevagna è esistito dal sec. x
al sec. xix in quella abbazia di Metz, oggi intitolata al diacono di
Saragozza (Tav. VI). Lo documentano gli antichi calendari di quella
chiesa, come, ad esempio, il Martirologio della Collegiata primaria
di S. Salvatore, conservato a Metz, e che parla esplicitamente del
santo di Bevagna ®), come pure l’altro manoscritto olandese di La
Haye 8°).

Purtroppo è proprio in questa chiesa abbaziale di Metz che il
corpo di S. Vincenzo di Bevagna, gelosamente custodito fino al 1789,
è stato distrutto durante la rivoluzione francese. Tutte quelle reli-
quie, ad eccezione fortuita del corpo di S. Lucia, furono bruciate e
disperse ad impedirne la venerazione *? e da allora è anche scomparso
completamente in quella chiesa, ora parrocchia e basilica minore,
il culto del martire bevanate.

Dopo quanto è stato esposto ci sembra di poter accogliere con
fondatezza storica le conclusioni che il Mittarelli e il Costadoni,
sebbene privi di notizie di cui oggi noi possiamo disporre, tirano
chiudendo la loro argomentazione. Dicono essi : « È evidente che Si-
geberto abbia copiato l’autore Anonimo sopra riferito il quale narra
le stesse cose. Ma com'é che Sigeberto asserisce che il corpo di S.
Vincenzo martire fu sottratto da Bevagna, città presso Foligno,
mentre l'autore Anonimo, quasi uguale, scrive che fu tolto dal mona-
stero del Furlo ?

È giocoforza ritenere che il corpo di S. Vincenzo, al tempo dei
Longobardi, in cui Bevagna fu miseramente devastata, sia stato
trasportato in un primo tempo nel monastero del Furlo, e poi ai
tempi di Ottone I, dal Furlo sia stato portato a Metz » ?®).

La storia e il monumento stessi della chiesa e del monastero
di S. Vincenzo del Furlo confermano questa tesi e richiedono che
la basilica, la quale certamente custodì le spoglie del santo
vescovo bevanate, fu il centro del culto ed ebbe a titolare S.
Vincenzo di Bevagna, almeno fino al secolo xvii, epoca in cui
si cominciò a parlare, equivocando, dei santi Vincenzo diacono ed
Anastasio 59),

Le origini dell'edificio pertusiano risalgono al secolo vi e ne
fu motivo anche la necessità di rifornire la Flaminia di una fortezza
contro i Longobardi, sempre in armi e minacciosi ai confini della
Pentapoli.

Per tale ragione di sicurezza i profughi bevanati, ritirandosi
lungo la Flaminia nei luoghi meglio difesi dai Bisantini, si poterono
DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 13

portare in salvo, con le loro persone, anche il pegno più prezioso del
corpo del loro protettore S. Vincenzo.

Non è qui il caso di studiare a fondo le vicende e l’arte del mo-
numento pertusiano, vanto di Acqualagna. Tale opera in buona
parte è stata compiuta prima dal Vernarecci, che il 15 settembre
1896 promosse nell’Abbazia un convegno dei Comitati diocesani
della Provincia di Pesaro e Urbino 4°, e poi dal Buroni4), Breve-
mente diciamo che fu officiata dai monaci benedettini ed ospitò
s. Romualdo più che centenario (a. 1011) e S. Pier Damiani che vi
dimorò a più riprese, fungendo anche da abbate e riportando fra
quei religiosi il fervore della più esatta disciplina monastica. Tanto
il Damiani amò il cenobio, da farsene patrocinatore presso l’impe-
ratore e il marchese Bonifacio di Toscana per la restituzione di
varie possidenze tolte da predoni all'abbazia (1042) #2).

Chiesa e monastero subirono un terzo rinnovamento nel secolo
xir. Lo annuncia l'iscrizione gotica dell'architrave della porta d’in-
gresso : « + A.-D. MCCLXXI. ECCLESIA. VACANTE. ET IMPERIO. NULLO.
EXISTENTE. BONAVENTURA AB[BA]s s. VINCENTII. H [oc]oPus FIERI
FECIT ».

Dopo i tempi burrascosi della invasione dei Longobardi e dei
Franchi, i cattivi tempi non erano cessati e il monastero, infatti,
aveva sofferto nel 1264 la distruzione e l'incendio di una parte del
cenobio per opera dei Cagliesi.

Durante lo scisma d'Occidente, l'abbazia del Furlo si schieró
con il legittimo pontefice, e pertanto i monaci furono avversati dal
vescovo di Urbino, fautore dell'antipapa. L'abbate Nicolò de’
Baratali da Spoleto coi suoi monaci dovette abbandonare il mona-
stero di S. Vincenzo del Furlo e rifugiarsi in quello benedettino di
Castel Durante, l’ Urbania di oggi. Un rogito di ser Bartolomeo Tani
del 1° agosto 1378 ne fa esplicita memoria #9).

Venuta meno la monastica famiglia sul principio del sec. xv,
il pontefice Eugenio IV con bolla Divina disponente clementia
del 14 novembre 1439 incorporava in perpetuo l’abbazia e i suoi
possedimenti alla Massa Capitolare di Urbino, per il mantenimento
di dodici giovani destinati al servizio del canto liturgico nella catte-
drale *9, bolla riconfermata, con modificazioni, il 9 febbraio 1482
da papa Sisto IV 45).

In conseguenza di questo passaggio della chiesa e del cenobio
di S. Vincenzo al Capitolo di Urbino, sembra che nei primordi del
'500 fosse abbattuta la navata che era a destra del tempio. Le ar-

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cate, chiuse con muro, furono interamente affrescate e non si mancò
di raffigurarvi S. Gregorio Magno, il padre del canto liturgico 49.

Ma da quel periodo incomincia l'abbandono sempre piü totale
del luogo, di cui viene dimenticato perfino il vero titolare *?, Ed è
notevole rimarcare lo stato di dubbio in cui i documenti ci lasciano,
perché mai si specifica l'attributo di S. Vincenzo.

Solo nel 1589 il cappellano della parrocchia che trovasi di fronte,
detta del Pelingo, vi fissa la sua abitazione e dopo il 1637, fino al
1781, se ne serve per le funzioni parrocchiali a causa della pessima
statica della chiesa parrocchiale del Pelingo, denominando la Chiesa
del Furlo dei SS. Vincenzo ed Anastasio.

Poi la chiesa abbaziale fu di nuovo abbandonata, il monastero
e i suoi predi venduti a persone private, in seguito alle leggi eversive
italiane, trasformato in case agricole. Soltanto nel 1929, in occasione
delle feste centenarie di S. Romualdo celebrate nell’agosto, la chiesa
fu in parte restaurata. Oggi dello splendore esterno e dell’antica
opulenza non rimane che la sola chiesa nuda e spoglia di tutto, ma
pur in questo incomprensibile abbandono il monumento si impone,
quasi a protesta, e soggioga per la sua vetustà e maestosità.

PARTE III

I RESTI DEL CENOBIO DI S. VINCENZO DEL FURLO
E IL CULTO DEL VESCOVO BEVANATE

Il complesso monumentale del Furlo nei pressi di Acqualagna
è costituito dalla chiesa abbaziale, dal monastero benedettino,
dalle fortificazioni del luogo sul fiume Candigliano e sulla via Fla-
minia e su resti ciclopici notevolissimi di ponti e mura romane *9,

Delle fortificazioni e quindi dei limiti o recinto della abbazia
rimangono potenti ruderi. Resta ancora la fortezza (Tav. VII) con
muri dello spessore di m. 1,30, che elevandosi accanto al fiume Can-
digliano difendeva il monastero dagli assalti nemici.

Vi si accede per una bellissima porta gotica, dovuta a rimani-
polazioni, dopo di una antichissima sovrastruttura.

Esternamente la sua lunghezza è di m. 13,50 e la sua larghezza
di otto metri.
DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 15

Del monastero benedettino annesso al tempio rimangono con-
siderevoli avanzi, e per alcune parti quasi integri (Tav. VIII), come
la facciata di ingresso con il grande arcone semigotico affiancato
ad archi preromanici e romanici. Il resto fu trasformato nell’attuale
casamento ad uso colonico.

Il tempio è la costruzione più suggestiva e potente del vasto
complesso; vi si rivive tutta la storia tormentata dal secolo vri ai
nostri giorni!

La basilica ha una sola navata, coperta per due terzi con volta
a crociera reggente direttamente il tetto ; l’altro terzo è a tettoia,
perché la volta a crociera, crollata, non fu ricostruita come avrebbe
dovuto farsi.

Tutto l’edificio è costruito con pietra corniola locale, squadrata
e connessa con molta diligenza.

La pavimentazione è a grandissimi e spessi lastroni, mescolati
con pietre del periodo romano e paleocristiano.

L'esterno del tempio, chiaramente rivolto a oriente, si presenta,
sulla sinistra, lungo la via Flaminia, col suo aspetto preromanico e
romanico, saldo e maestoso, ingentilito posteriormente da finestre
e da una bifora.

L'abside principale (Tav. IX) del secolo x nasconde la absidiola
ancor più antica e certo non posteriore al secolo 1x, e su quella parete,
sopra il tetto, si presenta il campanile a batola, che richiama così
da vicino l’abside e il campanile della abbazia preromanica benedet-
tina di Lamoli, nella non lontana diocesi di Sant'Angelo in Vado
in comune di Borgopace confinante con l'Umbria 4°).

La fiancata destra, sul Candigliano, presenta quattro arcate
chiuse, le quali confermano come in questa parte sorgesse, prima del
1200, la navata minore dell'antico tempio, lunga quanto la maggiore
(Tav. X).

All'interno si accede dalla facciata principale, semplice e gran-
diosa, attraverso l'unica porta (Tav. XI), sormontata da un'ampia
finestra a strombatura. L'iscrizione gotica, scolpita sull'architrave
di pietra, annuncia i restauri fatti dall'abbate Bonaventura l'anno
1271 « quando la Santa Sede era senza papa e l'Impero senza l'im-
peratore », ossia nel tempo che intercorse dalla morte di Clemente
VI all'elezione di Gregorio X 5°),

L'interno (Tav. XII) si presenta maestoso, nella severità dei
muri e delle volte coi costoloni di pietra concia, qua e là coi colori
patinati degli affreschi sulle pareti e sul fondo, illuminato da una

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16 CORRADO LEONARDI

grande finestra a strombatura e da altre finestre quasi a feritoia,
con l’abside e il presbiterio elevatissimo e ampio, cui si accede attra-
verso una ripida scala di pietra, e al di sotto la cripta.

L'abside centrale è un vasto catino con la calotta delimitata da
un grosso cordolo di pietra scolpita, dominato al centro da un mas-
siccio altare. Anche questa costruzione deve assegnarsi al sec. rx.

Ai due lati estremi spiccano gli affreschi di cui diremo a parte,
in quanto uno, a nostro avviso, rappresenta la prima iconografia
di S. Vincenzo di Bevagna.

La nostra attenzione deve essere ora rivolta alla cripta (Tav.
XIII). Visi accede per due ingressi o brevi corridoi a botte con archi
di imboccatura, romanico quello di sinistra, gotico quello di destra.
Sei colonne cilindriche, sormontate da capitelli, reggono gli archi
della cripta.

Le colonne non hanno la stessa circonferenza. I capitelli, con
fregi variatissimi e figure goffe a bassorilievo, sono scolpiti in for-
ma primitiva, pur derivando la maniera da eleganti soluzioni bi-
santine 59,

Poca luce, che penetra attraverso le bislunghe finestrine, illu-
mina un'ara pagana coi segni cristiani assai primitivi, e con l'incavo
ove furono costodite sacre reliquie ; e un magnifico altare con un'unica
lastra di marmo di m. 2 x 0,95, sorretta da stipiti scolpiti con or-
nati a treccia di buona fattura, che possono attribuirsi all'inizio del
sec. VI.

All'ingresso sono posti frammenti di varie epoche, tra cui pezzi
di scultura marmorea di fattura bisantina.

La pietra dell’altare assieme agli stipiti forma un ampio loculo,
oggi vuoto, ma che una volta doveva contenere un sarcofago con il
corpo di un santo martire, per noi S. Vincenzo vescovo di Bevagna.

Non è temerario asserire, infatti, dopo la notizia certa lasciataci
dall'Anonimo scrittore del 970 e da Sigeberto di Gembloux, che in
questa cripta e in questo loculo fu custodito e venerato fino al secolo
x il corpo di S. Vincenzo vescovo e martire di Bevagna.

È stato scritto che « nel secolo 1x la chiesa abbaziale del Furlo,
pur rimanendo intatta la pianta, internamente subì una innovazione
da modificare l’antico aspetto. Il presbiterio e il coro vennero solle-
vati assai sopra il livello della chiesa, e sotto di essi si estese la cripta
sorretta da colonne. Lo si deduce dalla stessa cripta staccata dal re-
sto dell’edificio e quindi aggiunta ».

Secondo questa asserzione del Buroni ‘), sembrerebbe che la
Tav. IX

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Affresco nel presbiterio

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DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 17

cripta sia stata eretta nel secolo rx. Ciò è contestato decisamente
dall’opera stessa che offre tutte le caratteristiche proprie, anche con
la volta a botte di una piccola navata sul fianco destro della cripta,
del sec. vi. Non per nulla tutta questa parte della cripta è staccata
dal grande corpo della chiesa, che è stata rimanipolata nei secoli
IX e x, e più tardi nel secolo xir. Non si volle toccare la parte più
sacra e piü antica del tempio : quella in cui si conservavano le spo-
glie venerate del Santo titolare !

Si puó quindi credere che la cripta sia stata eretta, nella primi-
tiva basilica paleocristiana, col reimpiego di elementi romani, per
custodire le spoglie gloriose del martire Vincenzo, proprio nel mo-
mento del primo trasporto da Bevagna per salvarlo dalle invasioni
longobarde ; e che poi si è voluto ingrandire la basilica nel secolo
1x per il culto del santo, diffusosi al punto da provocare poi la * requi-
sizione ' del potente e ricco vescovo Teodorico o Deodorico o Thierry,
come lo chiamano le fonti francesi, di Metz.

Abbiamo accennato all'esistenza di affreschi, oltre che nelle
pareti della navata, anche nella parete dell'abside.

I più antichi affreschi della chiesa abbaziale del Furlo sono i
due primitivi che si trovano nell’abside e che devono essere attri-
buiti a una mano umbro-marchigiana del sec. xv.

È interessante notare come tutti gli autori che hanno trattato
di questi affreschi e ne hanno definito l’iconografia, abbiano omesso,
per evidente problema di riconoscimento, di citare quello che per noi
sembra acquisire particolarissima importanza.

Al posto d’onore della chiesa, nel presbiterio, a cornu epistolae è
l’immagine della Vergine con il Bambino ; di fronte ad essa, a cornu
evangelii, è la immagine di un santo vescovo, in atto benedicente.
Sono le due immagini presentate come le più importanti per il culto
in quella chiesa ; le altre di S. Sebastiano, di S. Rocco, di S. Grego-
rio e di altri santi monaci camaldolesi, questi ultimi di epoca assai
più tarda, sono sparse lungo la chiesa. La Madonna è al posto d’onore,
e subito dopo viene un santo vescovo che dovrebbe Ege cu
ad essere logici, il santo titolare, ossia S. Vincenzo.

Ma questo é un S. Vincenzo mitrato e benedicente (Tav. XIV),
nell'atteggiamento tipico di un vescovo, non é un diacono : non puó
essere che S. Vincenzo martire di Bevagna. Se ciò fosse, come è a
credere per quanto sopra detto, noi qui ci troveremmo di fronte ad
una comprova che la chiesa del Furlo è dedicata a S. Vincenzo ve-
scovo e martire di Bevagna ; qui avremmo la più antica iconografia

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18 CORRADO LEONARDI

di S. Vincenzo, giovane vescovo, asciutto, senza barba, dagli occhi
vivaci e penetranti, nell'atto di parlare e benedire *?.

Iconografia che non abbiamo potuto confrontare con un’altra
dovuta, al dire del Pungileoni, a Giovanni Santi, padre di Raffaello,
che appunto per la chiesa del Furlo avrebbe dipinto una tavola raf-
figurante la Natività di Nostro Signore, in cui da un lato appaiono
S. Giuseppe e S. Biagio, e dall'altro « S. Vincenzo martire » e S.
Pier Damiani *:). Notizia, comunque che conferma come ab an-
liquo la chiesa sia stata dedicata a S. Vincenzo vescovo e non ai
santi Vincenzo diacono ed Anastasio.

Il culto del santo e il titolo della chiesa pertusiana passarono
immediatamente ad altri luoghi dipendenti da quella abbazia.

Gli storici sostengono che appunto, dipendenti dalla abbazia
del Furlo di Pietra Pertusa, nei tempi gloriosi, erano forse la Pieve
di S. Vincenzo di Montepaganuccio *?9 e, certamente perché ciò è
documentato, la Pieve di S. Vincenzo in Candigliano, oggi apparte-
nente alla diocesi di Urbania, come ha dimostrato egregiamente il
ricercatore Enrico Rossi 5°.

Ma l’omonimia del santo titolare e la dipendenza, forse per fon-
dazione, delle due pievi, ci dicono verosimile l’ipotesi che anche
nella valle del Candigliano come nel territorio cagliese trattasi del
culto non del martire diacono spagnolo, ma di S. Vincenzo vescovo
mevanate.

Ed allora, concludeva mons. Giovanni Capobianco, nella sua
relazione, « poiché le notizie intorno all’abbazia di S. Vincenzo al
Furlo e alla sua chiesa intitolata a S. Vincenzo, vescovo e martire
di Bevagna, non possono essere messe in dubbio, la chiesa medesima,
quale si mostra sulla riva sinistra del fiume Candigliano per chi per-
corre la via consolare Flaminia, rimane ancora un insigne monumento
storico e religioso per i Bevanati, che vi riconoscono il penultimo se-
polero del glorioso loro Santo patrono; per gli Ordini Benedettino
e Camaldolese — particolarmente di Fonte Avellana — che non
potranno mai dimenticare l'eccelse figure di S. Romualdo e di S.
Pier Damiani che vi furono ed operarono e la storia di una loro ce-
lebre Abbazia, dal cui nome i monaci stessi furono chiamati « San-
vincenziani »; per le Diocesi della Provincia di Pesaro e Urbino. Con-
seguenza ultima : a S. ‘E. Mons. Anacleto Cazzaniga, attuale degnis-
simo Arcivescovo di Urbino, sarà fatta presente la necessità di
ripristinare il vero Santo Titolare della chiesa, S. Vincenzo ve-
scovo e martire di Bevagna, da festeggiare, con la Diocesi spole-
DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 19

tina, il 6 giugno, giorno del suo martirio, e non dubitiamo del suo
assenso ».

Il voto e l’azione dinamica del presule bevanate hanno otte-
nuto il pieno compimento. La città di Bevagna ha voluto donare
alla ultramillenaria chiesa del Furlo un frammento dei pochi resti
di S. Vincenzo, racchiuso in un tabernacolo di metallo dorato, omag-
gio di S. E. Giovanni Capobianco e opera originale del romano ing,
Arnaldo Brandizi. Alla base dell’artistico reliquiario si legge : « Re-
liquiam ex ossibus S. Vincentii E. M. Mevaniensis — cui perantiqua
abbatialis Ecclesia — ad Petram Pertusam Urbinat. Dioec. — ex-
tat — Ioannes Capobianco mevanas — Urbanien. et Vadens. Dioec.
Episcopus — ut cultus ibidem tanto Patrono praestitus reviviscat
— plaudentibus concivibus suis — a Clitumno ad Gauni oras pie
peregrinatis — A. D. mcmLxIv D. D. » 59.

In occasione di quella solenne consegna effettuata direttamente
dall’arcivescovo di Spoleto mons. Radossi il 10 settembre 1964,
presenti numerosi pellegrini umbri e marchigiani e le principali
autorità di Bevagna, di Acqualagna, di Urbino, di Urbania e di Fos-
sombrone 59 e una missione di Padri Camaldolesi, il metropolita
urbinate mons. Anacleto Cazzaniga disponeva ufficialmente il ri-
pristino del culto del santo bevanate e la solennità liturgica da cele-
brarsi, assieme alla chiesa di Spoleto, il 6 giugno di ogni anno *?,

Rimane ora soltanto che la Soprintendenza ai Monumenti di
Ancona attenda con migliore impegno alla decorosa manutenzione
della vetusta chiesa abbaziale e degli edifici e ruderi annessi, che
legano la storia e le glorie dell’Umbria e delle Marche e delle loro
civiltà, mescolate attraverso la comune strada consolare Flaminia.

ConRADO LEONARDI

NOTE

1) Giovanni Capobianco nacque in Bevagna il 24 giugno 1879 da France-
sco e da Maria Damiani. Compì gli studi ginnasiali a Bevagna e a Spoleto,
il liceo e la teologia in Roma nel Seminario Pio. Laureatosi in teologia e in
utroque jure, venne ordinato sacerdote il 13 dicembre 1902. Fu priore-parroco
di Bevagna, nel 1910 rettore del seminario di Spoleto, canonico, vicario gene-
rale. Il 2 luglio 1933 eletto vescovo titolare di Efesto e ausiliare dell’arcive-
scovo di Spoleto. Fu trasferito alle sedi vescovili di Urbania e di Sant'Angelo
in Vado il 1° aprile 1935 e nominato assistente al soglio pontificio nel 1952.

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Il 7 aprile 1965 moriva in Urbania dove è sepolto nella Cattedrale. Promosse
in patria gli studi storici quale membro attivo della « Pro Mevania »,.e.ire-
stauri di quegli insigni monumenti, e ogni attività pastorale e sociale nel tren-
tennio di episcopato. Su di lui cf. ConRADo LEONARDI, Giubileo episcopale
di S. E. Giovanni Capobianco, Urbania, Scuola Tipografica Bramante, 1959,
pp. 5-25 ; C. LEONARDI, Elogio funebre dei Vescovi di Urbania e Sant'Angelo
in Vado Guerr-Antonio Boscarini Gatti, Giovanni Maria Majoli, Giovanni
Capobianco. Urbania, Scuola Tipografica Bramante, 1966, pp. 18-24.

?) FABIO ALBERTI, Notizie antiche e moderne riguardanti Bevagna città
dell’ Umbria. Venezia, 1785, p. 51, n. 44.

*) Cf. «Bollettino Diocesano delle Diocesi di Urbania e S. Angelo in
Vado ». Urbania, Tipografia Bramante, giugno-luglio 1963, pp. 65-66.

*) Così è capitato, ad esempio, alla Bibliotheca hagiographica latina anti-
quae et mediae aetatis (I-II, Bruxelles, 1898-1901 ; suppl., 1911) e alla nuovis-
sima Enciclopedia Cattolica (Città del Vaticano, 1948 ss.). Lacuna oggi col-
mata con il nostro articolo Vincenzo Vescovo di Bevagna nella Bibliotheca
Sanctorum dell'Istituto Giovanni XXIII, vol. xii, Roma, 1969, coll. 1138-
1139.

5) « Eiusdem S. Vincentii episcopi mevaniensis corporis partem Lucae
asservati tradit Jacobillus (SS. Umbriae, tom. 1°); partem vero reconditam
esse Beneventi ; in Cathedrali sub altare maiori, ut ibi inscriptio docet, scribit
Marcus de Vipera». Cf. Annales Camaldulensium, Domino BENEDICTO
MITTARELLI et D. ANSELMO CostADONI presbiteris et monachis Congr. Ca-
maldulensis auctoribus, Venetiis, 1755, Tom. r, 334 A.

*) Cf. Officia Propria recitanda in Sancta Metropolitana Ecclesia et Ar-
chidiocesi Spoletana. Spoleto, Fasano e Neri, 1937, p. 88.

?) L. FAusTI, Gli antichi vescovi di Bevagna, in Omaggio a S. E. Mons.
Giovanni Capobianco. Spoleto, Fasano e Neri, 1933, pp. 15-16 ; CARLO PIE-
TRANGELI, Guida di Bevagna. Spoleto, Tipografia dell'Umbria, 1959, p. 11.

#) Acta Sanctorum, ed. pp. Bollandisti, 1, Anversa, 1695, p. 625 ; F. U-
GHELLI, Italia sacra sive de episcopis Italiae, a cura di N. CoLETTI. Venezia,
1722, p. 137 ; G. D. MansI-D. BARSOCCHINI, Diario sacro delle chiese di Lucca.
Lucca, Tipografia Giusti, 1836, p. 138; J. B. PELT, Basilique Saint-Vin-
cent, in Almanach de Marie Immaculée. Metz, 1934, pp. 19-29.

*) Atti, o sia racconto del martirio di S. Vincenzo Vescovo e protettore
principale di Bevagna, antica città dell' Umbria, pubblicato dal latino nell’ Ita-
liana favella tradotto, e con alcune note illustrato dall’ Abb. FABIO ALBERTI
patrizio della medesima. Camerino, Per Vincenzo Gori, 1791.

10) Officia Propria cit., pp. 92-93.

11) «Grande ornamento recava a Bevagna il Clitunno fiume prima del v se-
colo abbondantissimo d’acque, sì che come narra Plinio nella sua lettera a Ro-
mano ed altri autori, era navigabile a doppio ordine di barche, e presso il con-
fluente del Topino nel Clitunno si osservava una specie di porto, del quale
3
DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 21

si fa menzione negli Atti di S. Vincenzo Martire Protettore di Bevagna, ivi
leggendosi « Porphyrius iussit eum in aqua necari et ductus est ad portu-
lum Mevaniae ut mergeretur ». Cf. GrusEPPE BRAGAZZI, La rosa dell’ Um-
bria. Foligno, 1864, p. 253.

Lo stesso STRABONE, al lib. v del suo De situ Orbis scrive: « Tiberim in-
fluens paulo super Ocriculo exiguis navigabilis navigis. Dehinc Carsuli et Me-
vania: praeter quam labitur Teneas ; et hic ipse parvulis scaphis collectos ex
agro fructus devehit in Tiberim . ..». Il Clitunno, a quanto afferma il Bragazzi
(ibidem, p. 210), si impoverì d'acqua a causa del grande terremoto del 440
o 446 d. C. Questo fatto è una comprova della autenticità degli Atti di S.
Vincenzo. Un falsario non avrebbe mai potuto citare un fiume navigabile ed
il suo porto, proprio nel momento in cui questo fiume da tempo non era
navigabile né aveva il suo porto, magari in ruderi.

1?) Lucca, Biblioteca Capitolare, Passionario C, c. 182, V Jdus iunii.

1) Lucca, Biblioteca Capitolare, Rifuale Lucchese, Cod. 608. Nella dio-
cesi di Lucca fino al 3 marzo 1913 si celebrava la festa di S. Vincenzo solo
nella chiesa metropolitana ; dal 1913 si celebra in tutta l'archidiocesi il 7
giugno. Le notizie ci sono state gentilmente fornite dal rev. Eugenio Lucchesi
della Biblioteca Capitolare Feliniana di Lucca. Cf. anche G. D. Mawsr-D.
BonsAccHiNI, Diario sacro cit., p. 138.

14) Le notizie erano contenute in un voluminoso registro che nel 1910
B. Fabrizi, abbate di Bovara, ebbe fra le mani, ed oggi irreperibile. Cosi ci
scriveva il Fabrizi il 4 settembre 1963. Il culto di S. Vincenzo si diffuse an-
che alla vicina Trevi, nella Collegiata di S. Emiliano.

15) Così ci scrive mons. Ferdinando Grassin Bibliotecario della Pubblica
Biblioteca Arcivescovile « Pacca » di Benevento il 19 settembre 1963 : « Nel
Proprium dei Santi commemorati in questa chiesa Metropolitana di Bene-
vento, era ricordato al giorno 6 giugno S. Vincenzo e soci martiri. Estraggo
dalle lezioni: «... Sancti Vincentii vero sacras exuvias habemus in Bene-
ventano Metropolitico Templo, quae sub ara principe religiose coluntur ».
Purtroppo insieme a tante altre sacre reliquie, riposte da papa Orsini «sub
ara maxima », la guerra ha disperso anche le reliquie di S. Vincenzo. Nella
ultima edizione degli « officia propria » S. Vincenzo non è più ricordato ».

Reliquie di S. Vincenzo di Bevagna furono da noi rinvenute in un an-
tico reliquiario dell'Episcopio di Urbania e vennero deposte per la consacra-
zione dell'altare a cornu Evangelii nella chiesa dello Spirito Santo di Ur-
bania, ricostruita dalle macerie del bombardamento aereo del 1943 per vo-
lontà di mons. G. Capobianco e dedicata come tempio votivo delle vittime
della guerra. L'altare fu consacrato dall'arcivescovo Pietro Palazzini nel
1969, come dice la pergamena deposta nel piccolo sepolcreto : « A. D. MDMLXIX
die 10 mensis augusti. Ego Petrus Palazzini Archiepiscopus Tit. Caesarien.
in Cappadocia consecravi Altare hoc in honorem B.M. Virginis Matris Mise-
ricordiae et reliquias ex velo B.M. Virginis, et ex ossibus SS. Martt. Christo-

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phori et Vincentii Ep. de Mevania, et S. Vincentii Ferrerii in eo inclusi et
singulis Christifidelibus indulgentiam ad normam iuris concessi ». Cf. Ur-
bania, Archivio Curia Vescovile, Bullarium, 111, pp. 118-119, n. 113.

16) La Porta S. Vincenzo o Porta Foligno deve essere fra le più antiche
delle porte romane e poi medioevali, perché proprio sulla Flaminia. Non può
essere del 1797, come asserisce il Pietrangeli (C. PiEtTRANGELI, Guida di Be-
vagna cit., p. 19), ma allora restaurata e recentemente allargata. A noi qui
interessa il toponimo « S. Vincenzo » che è il più antico.

17?) È adibita a cinematografo. Sulla facciata, con rivestimento in tra-
vertino rimasto incompiuto, appaiono quattro frammenti di lesene scana-
late provenienti da un edificio romano.

18) La storia ha le sue regole, che vengono rispettate nel caso parallelo
di S. Feliciano vescovo e martire di Foligno: Cf. GIOVANNI CECCHINI, Fo-
ligno. Foligno-Torino, 1958, p. 11.

1*) Il pregevole ms. dell'abate Fabio Alberti (1720-1813) Rerum Meva-
nensium tabulae chronologicae sulla storia di Bevagna è conservato nella Bi-
blioteca Comunale « Francesco Torti » della stessa città. Ringraziamo qui il
direttore, prof. Candido Piatti, della sua collaborazione. « Anno 312, n. 29.
Pace per Constantinum Aug. Ecclesiae reddita, Mevanates Templum in ho-
norem S. Vincentii a fundamentis extruunt, in quo Episcopalis Cathedra
diu viget. Bollandist. et Ughellus ». A c. 46: « Antica Cattedrale di S. Vin-
cenzo primo vescovo di Bevagna, Patrono, era fuori delle mura della città
vicino alla porta detta di S. Vincenzo distrutta dai Longobardi ».

*) «In summa veneratione Mevanatibus semper S. Vincentius fuit,
qui primis statim temporibus christianae pacis Ecclesiam ipsi erexerunt iuxta
vetus Capitolium extra Civitatem suam et ad portam ac inde etiam nunc
dictam Sancti Vincentii. Haec autem Cathedralis ipsi fuit usque a tempore
Longobardorum, a quibus eversa miserum in modum Mevania, eversa etiam
Ecclesia illa est. Bollandistae in actis SS. Junii, tom. r, p. 625, n. 8 ».

Il ricordo archeologico di questo primo tempio eretto sulla tomba di
S. Vincenzo é oggi offerto dalla base di un torrione delle mura di Bevagna,
appartenente alla famiglia Angeli Nieri Mongalli, sul quale si nota la finestra
dell'abside e altre monofore. Nell'interno nulla è rimasto.

^) « Eius antiqua Cathedralis S. Vincentio primo Mevaniensi Episcopo
et loci Patrono dicata, stabat extra Civitatem ad portam inde etiam nunc
dictam S. Vincentii, quae a Longobardis una cum civitate miserum in mo-
dum eversa fuit. Illam deinde restituere Cives a dispersione regressi ; ipsamque
postea vel collapsam, vel dirutam reedificaverunt, sed nunquam pristino
reddiderunt splendorem, deperdita Episcopali Sede». Cf. UGHELLI, Italia
Sacra cit., x, p. 137.

?) Così scrive il PreRGILI (Vita e Miracoli del B. Giacomo, lib. 1, p. 7,
capov. 12): « Da questa nobile famiglia [Bianconi] nacque il Beato Giacomo,
il quale subito nato, fu, secondo il rito cristiano, portato a battezzare nella
DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 23

chiesa, dedicata a S. Vincenzo Martire primo vescovo di Bevagna. Era questa
chiesa in quel tempo la Parrocchiale matrice, e insieme Collegiata, la quale
con le replicate ruine della Patria, mancò, e il fonte Battesimale colle ragioni
della preminenza, furono trasferite alla Chiesa di S. Angelo [S. Michele Ar-
cangelo] come da noi si narra nell’istoria della Chiesa di Spoleto e sua Dio-
cesi...». A p. 27, lib. 11: «... e così fu edificata dai Priori e Canonici di S.
Vincenzo una nuova chiesa piü piccola in vero, ma non meno devota dedi-
cata al medesimo Santo, dove celebravano i divini uffici. Di questa chiesa
demolita per altri accidenti rimane solo il Coro ; e questo serve per uno dei
Torrioni delle nuove mura di Bevagna ; ed é appunto il primo in vicinanza
della porta S. Vincenzo, per andare verso la porta di S. Giovanni (Porta Can-
nara)». Cf. anche: BaArTIsTA PrERGILI-VINCENZO MicHILLI, Vita del B. Gia-
como da Bevagna. Todi, Vincenzo Galassi, 1678, pp. 6-7, 27 ; FiLiPPO ANGE-
LIco BeccHETTI, Vita del B. Giacomo Bianconi di Bevagna. Foligno, Feliciano
Campitelli, 1865, p. 14; BATTISTA PiERGILI, Idea del perfetto religioso, di-
mostrata sù gl’ Anni Santamente spesi dal Beato Giacomo Bianconi di Bevagna
del Sacro Ordine di Predicatori. Todi, Vincenzo Galassi, 1662, p. 194.

23) Cf. G. CAPOBIANCO, Relazione alla Pro-Mevanea, ms., c. 7. La liturgia
della chiesa di Bevagna, secondo il Proprium diocesano dell’arcivescovo Gio-
vanni Battista Arnaldi del 1856, ha la Messa « Gaudeamus » di S. Vincenzo
(6 giugno) e la « Missa in traslatione Reliquiarum S. Vincentii episcopi et S.
Benigni diaconi MM. » (22 settembre).

24) Questa è opera in argento sbalzato e cesellato, fusa su modello di G.
M. Maini, dagli argentieri Francesco Giardon e Filippo Vassoni in Roma nel
1733. Cf. G. CeccHINI, Foligno cit., pp. 12-13 ; D. ANGELO MESSINI, La sta-
tua d’argento di San Feliciano. Foligno, F. Salvati, 1943, p. 14.

25) È pubblicata da C. PIETRANGELI, Guida cit., p. 35.

:) Cf. Earprio CONTI, Cenni storici del paese di Aqualagna, 1-11. Cagli,
Belloni, 1897-99 ; C. LEONARDI, L'Abbazia di S. Vincenzo del Furlo nel co-
mune di Acqualagna. Urbania, Scuola Tipografica Bramante, 1964.

2?) Il Bellucci sostiene che il nome di Furlo non derivi dalla galleria ro-
mana aperta da Vespasiano, bensì da una parallela e più modesta perfora-
zione da attribuirsi agli Umbri. Cf. GrusePPE BELLUCCI, Il Furlo. Perugia,
Unione Tipografica Cooperativa, 1912, p. 14.

28) Annales Camaldulensium cit., 1, 334 A: «Aliqua, more nostro,
hic loci ad illustrationem huius Coenobii addimus. Antiquior, quam reperi-
mus, mentio Monasterii S. Vincentii ad Petram-pertusam, occurrit in auctore
anonimo, comite itineris Dioderici Mettensis Episcopi, qui a. 970, testimo-
nio eiusdem scriptoris, Italiam petiit. Diodericum etiam a. 967 Italiam lu-
strasse ostendimus ad eum annum ex charta nostra Classensi, cum unus
fuerit ex iis patribus Concilii Ravennatis collectis in Basilica S. Severi ad
tractanda Ecclesiae negotia. Ea igitur occasione vel anno 967, vel anno 970,
Diodericus, sive Deodericus plurimorum sanctorum corpora sustulit e variis

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24 CORRADO LEONARDI

Ecclesiis et Monasteriis Italiae atque ad propriam ecclesiam adsportavit, inter
quae corpus S. Vincentii Episcopi, qui nomen dabat monasterio et basilicae
eiusdemque nominis ad Petram-pertusam ».

?)) Ibidem: « Alterum Sanctum — inquit hic auctor — postquam lon-
gam narrationem recensuit sacra corpora quae sustulit ex Italia Diodericus
Vincentium Episcopum ex Monasterio quodam in Comitatu Urbini a Ra-
venna milliario fere quinquagesimo, iuxta Petram-pertusam, ab Abbate re-
bus necessariis nimis attrito, quia aliud, quod dare pro relevatione loci, non
habuerat, partem primo offerente, sed Bertrao illuc misso, multaque arte
strenue agente, percepit ». :

30) « Relevacio loci» ha appunto questo significato, come assai chiara-
mente risulta, ad esempio, dall'epistolario di Innocenzo III a Uguccione da
Pisa, il celebre decretista inviato « ad relevacionem monasterii Nonantulani
ab onere debitorum et usurarum et ad reformacionem tum in spiritualibus
quam in temporalibus ». Cf. C. LEONARDI, La vita e l'opera di Uguccione
da Pisa decretista, in Studia Gratiana, 1v. Bologna, Institutum Gratianum,
1957, pp. 65-69.

81) Ibidem: «Extat historia inventionis horum Sanctorum, ut eam inscri-
bit, supradictus auctor, apud Dacherium in Spicilegio ; ex qua narratione
intelligimus, ignavia Abbatis corpus S. Episcopi Vincentii ex ea Ecclesia in
qua iacebat in urbem Mettensem fuisse traslatum. Intelligimus pariter S.
Vincentium, ex cuius vocabulo Monasterium denominabatur, non fuisse cele-
brem huius nominis martyrem Hispaniae, sed Episcopum, et forte Meva-
niensem Episcopum illum Vincentium, de cuius passione plura habet ad
diem sextam junii, et ad annum 303, Godefridum Henscenius, cuius corporis
magnam partem Mettis in Lotaringia traslatum post desolationem civitatis
Mevaniae, ac post expoliationem praetiosissimorum sacrorum pignorum idem
asserit ».

*) MGH, 1v. Hannover-Berlino, 1826, p. 470 ss.; MicNE, PL, 160. Pa-
rigi, 1866, coll. 706 ss.

*) Ibidem: «Re enim vero Sigerbertus monachus Gemblagensis, qui
Mettis positus in Ecclesia S. Vincentii pueros instruxit, haec habet ad annum
DCCCCLXX, in suo Chronico: ‘Deodericus Mettensium Episcopus imperatori
sanguine dilectione ac familiaritate ceteris devinctior dum in Italica expe-
ditione per triennium sub eo militaret, multa corpora et pignora Sanctorum
de diversis Italiae locis, quocumque modo potuit, collegit. Primum a Martia
S. Elpidium confessorem, cuius socium Eutychium episcopum ipse impera-
tor iam sustulerat ; ab Amiernis Eutychetem Martyrem cum reliquiis Maro-
nis et Victorini Sociorum eius; a Fulginis Felicianum episcopum et marty-
rem ; a Spoleto Serenam martyrem cum Gregorio Spoletano martyre; a
Corduno pignora Vincentii martyris levitae ab Ispania olim a duobus mona-
chis Capuam, a Capua vero illuc deportata ; a Mevania alterum Vincentium
episcopum et martyrem ; a Vincentia Leontium episcopum et martyrem ; ab
DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 25

urbe Tudertina Fortunatum episcopum et confessorem ; a Corfinio Luciam si-
racusanam Virginem et martyrem, a Faroaldo duce Spoletanorum olim a Sira-
cusis illuc translatam ; a Sabinis partes corporum Proti et Hiacinti marty-
rum. Haec omnia... praesul Deodoricus in Galliam hoc anno transtulit,
etin Ecclesia S. Vincentii martyris a se in insula Urbis constructa locavit ».
Circa i prelevamenti di corpi di Santi effettuati dal cugino di Ottone I, il
vescovo Teodorico di Metz, anche per quanto concerne l'Umbria, cf. Eu-
GENIO DuPRE TuEsEIDER, La «grande rapina dei corpi santi » dall' Italia ai
tempi di Ottone I, in Festschrift Percy Ernst Schramm zu seinem Siegzigsten
geburtstag von Schülern und Freunden zugeeignet. Wiesbaden, Franz Steiner
Verlag, 1964, pp. 420-432.

34) Cf. DACL, x1, 39-41, n. 3; Ibidem, Voc. Metz, x1, 852. Sulla chiesa
di S. Vincenzo di Metz cf. M. R. Boun, Un document du I X* siècle. Note sur
l'ancienne liturgie de Metz et sur ses églises antérieures à l'an mil, in « An-
nuaire de la Societé d'histoire et d'archéologie de la Louraine, xxxv (Metz,
1929) 497-639, soprattutto pp. 535-537.

?5) Metz, Bibliothèque Municipale, ms. 44 : « vit. id. jun. Ipso die, nata-
lis sancti vincentii episcopi et martyris, de mevania, civitate italiae, cuius
sacra ossa ad monasterium sancti vincentii, pie memorie deodorico, eiusdem
loci constructore, translata sunt. rv Non. Jul. Eodem die, translatio sancto-
rum martyrum proti et iacinti, vincentii episcopi et martiris, quos domnus
deodoricus... episcopus transtulit ; positique iacent in loco, qui dicitur
ad sanctum vincentium, quem ipse sub regula beati benedicti a fundamentis
construxit. xr. kl. septembris. Eodem die metis natalis sancti vincentii mar-
tiris atque pontificis ».

?*) «Un manuscrit de l'abbaye de Saint-Vincent qui se trouve à La Haye
(Pays Bas) cite également parmi les saints honorés dans ce sanctuaire saint
Vincent « Mevaniae ep. et mart. ». Cosi ci scriveva da Metz I'8 settembre 1965
il can. E. Morhain, direttore degli studi in quella città.

2?) Cf. NOEL, Vie de Sainte Lucie. Metz, 1876, p. 93; J. B. PELT, Le
culte de Sainte Lucie à Metz, in Almanach cit. Metz, 1934, p. 28.

*5) Annales Camaldulensium cit., p. 334: « Patet Sigebertum exscripsisse
auctorem anonimum relatum qui eadem narrat. Verum Vincentium episcopum
sublatum asserit a Mevania urbe prope Fulginium Sigebertus, dum auctor
anonimus, suppar, ablatum scribit ex Monasterio Petrae-pertusae ? Subit
dicere, corpus S. Vincentii temporibus Longobardorum, a quibus urbs Me-
vania miserum in modum fuit eversa, translatum fuisse primitus in monaste-
rium ad Petram-pertusam, temporibus vero Octonis I, ex Petra-pertusa
secunda vice translatum fuisse Mettas ».

**) FnANCO NEGRONI, Santuario del Pelingo. Urbania, Scuola Tip. Bra-
mante, 1962, p. 7. Il motivo è trovato in una disposizione del Capitolo metro-
politano di Urbino che fece funzionare la abbandonata chiesa abbaziale anche
come chiesa parrocchiale del Pelingo, che cadeva in rovina.
CORRADO LEONARDI

‘°) AuGusto VERNARECCI, L'Abadia di S. Vincenzo presso il Furlo.
Parole rivolte ai rappresentanti diocesani della Provincia di Pesaro e Ur-
bino convenuti nella chiesa di detta Abbadia il giorno 15 settembre 1896.
Auditore, 1896.

4) GoTTARDO BuronI, I monasteri benedettini del Metauro nell’ Archi-
diocesi di Urbino. Il monastero di S. Vincenzo ad Petram Pertusam, in
Studia Picena, 24. Fano, Tipografia Sonciniana, 1940, pp. 1-17.

4) Oltre alle notizie in merito alla presenza di S. Romualdo e di S. Pier
Damiani, riferite nelle opere del Vernarecci e del Buroni citt., si confrontino
gli Annales Camaldulensium, T. 1, 133 c ; T. 11, n. 84, anno 1042. La perma-
nenza di S. Pier Damiani nel monastero di S. Vincenzo del Furlo ; l’abban-
dono in cui questa abbazia fin dal sec. xv fu lasciata al punto da creare poi
l'equivoco che fosse dedicata al S. Vincenzo diacono, hanno fatto attribuire
alla sua penna un Inno a S. Vincenzo diacono di Spagna, che invece è opera
(e ciò è spiegabile e comprensibile) di Adamo da S. Vittore. Cf. MiGNE, Pa-
trologia Latina, 196, 1475 ss. È EnRIco Jost: che lo ritiene di Pier Damiani,
in Enciclopedia Cattolica cit., Voc. S. Vincenzo diacono di Spagna.

4) Urbania, Arch. Not., Rog. Tani, 1 agosto 1378, c. 85: « Cum propter
guerrarum discrimina ac rebelliones contra S. Rom. Ecclesiam, in partibus
ubi Monasterium S. Vincentii situm est occurrentes, Rev.dus in Christo
Pater Nicolaus de Baratalibus de Spoleto, Dei et Apl.cae Sedis gratia Abbas
Mon. S. Vincentii de Petra-pertusa Ordinis S. Benedicti Urbinat. Dioecesis
nequeat nec possit cum Monacis suis apud d. Monast. residere nec de fruc-
tibus et redditibus aliquid percipere valeat ex quo possit vitam suam et
monachorum suorum quomolibet sustentari», concede a frate Rolando li-
cenza di trasferirsi al monastero di Pomposa. Troviamo in questi tempi cala-
mitosi rifugiati nel chiostro durantino Vincenzo abbate di S. Angelo di Gaifa,
quello di S. Maurizio di Fossombrone, quello di S. Salvatore di S. Agata Fel-
tria e fin dal 1377 anche l'abbate Nicola de' Baratali di S. Vincenzo del Fur-
lo, come si è detto. Cfr. ENnico Rossi, Memorie Ecclesiastiche di Urbania.
Urbania, Scuola Tip. Bramante, 1936, p. 24.

44) La bolla è stata pubblicata più volte e per ultimo da BRAMANTE
LiGI, La Cappella musicale del Duomo d' Urbino. Gubbio, Oderisi, 1933, pp. 18-
19 e tav. xir (p. 129) ; doc.. III.

*5) Ibidem, doc. 1v.

4) Forse a ricordare la destinazione dei beni abbaziali a favore dei pueri
cantores della Cappella musicale di Urbino.

4?) Da questo periodo incominciano i graffiti-ricordo lasciati soprattutto
dai ‘sindaci’ o amministratori della abbazia sopra la grande pietra dell’altare
nella cripta di S. Vincenzo, la cui data più antica è del 1440. Fra gli altri
leggiamo sulla parte destra: «1481 Ego frater Ioanes Antonius de Padua »,
il che significa, assieme ad altre testimonianze graffite che giungono fino al DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 27

sec. XVII, che in tutto questo periodo qualche monaco benedettino risiedette
nella abbazia di S. Vincenzo.

15) Una non autorizzata e non sorvegliata ripulitura dalla foltissima e
plurisecolare flora, ha messo in luce nell'estate del 1969 un tratto di oltre due-
cento metri di manufatto romano, alto sulla media di metri quattro, a enor-
mi blocchi di pietra corniola e con due ponti, costruiti certamente per ele-
vare la sede stradale della Flaminia sorretta, appunto dal manufatto. Sco-
perta che ha particolarmente valore dopo le devastazioni dell'ultimo periodo
bellico, ma che sembra ancora non segnalata alla competente Soprintendenza
alle Antichità di Ancona.

1*) Cfr. MaRIO SALMI, Miscellanea Preromanica, in Atti del 1° Congresso
Internazionale di Studi Longobardi. Spoleto, Accademia Spoletina, 1951,
pp. 475-477, tav. 1, fig. 3.

5°) Cfr. l’epigrafe riferita sopra a p. 13.

51) La cripta ha molte affinità alle più elaborate e posteriori cripte delle
chiese di S. Veriano e di Badicroce di Arezzo. Cf. M. SALMI, Miscellanea pre-
romanica cit., Tavv. 1v-v.

5) G. BUuRONI, 7 monasteri benedettini cit., in Studia Picena cit., 24 (1940),6.

5) Escludiamo che l’affresco possa raffigurare S. Nicolò da Bari, venerato
nella vicina parrocchia di S. Nicolò di Pietralata. Questo santo orientale ha
una iconografia prettamente bisantina, ieratica e barbata ; l’affresco del Furlo
ci offre una iconografia tipicamente romana. Del resto non si spiegherebbe
la mancanza del santo titolare nella propria chiesa, mentre sono presenti
numerosi altri santi che si ripetono, come il S. Rocco del 1525 e S. Antonio
abbate, che, in tempo posteriore, sarà affiancato, quale ex voto, tanto al-
l’affresco della Vergine, come a S. Vincenzo, quasi due identiche calcografie.

54) Il Pungileoni (Elogio storico di Giovanni Santi. Urbino, 1822) asse-
risce che la tavola proveniente dall'abbazia del Furlo, trovavasi ai suoi tempi
in Urbino in casa Liera, opera irreperibile e comunque negata al Santi dal
Passavant che la concede ad un raffaellita. Ecco esattamente quanto si legge
nel Passavant: «Fu altresì mal giudicata del nostro pittore una Natività
di Cristo che si conserva presso la Famiglia Lieri di Urbino, con ai lati San
Giuseppe e San Biagio, San Vincenzo Martire e San Pier Damiano, e nella
parte superiore lo Spirito Santo in mezzo a angioli e cherubini. Questo quadro
proveniente dalla cattedrale di quella città, potrebbe anche esser quello ri-
cordato al principio di questo Catalogo, descritto da Michele Dolci, da Tom-
maso Morelli, dal Lazzei e da altri come opera di Giovanni, che si trovava
a’ loro tempi nella detta cattedrale. Ma è un dipinto a olio nella maniera del
Seicento, con Nostra Donna... composizione quasi simile al quadro di Raf-
faello che trovasi al Louvre noto col nome di Sonno di Gesù, e Vergine del
Diadema. Non è dunque da accettare la congettura del P. Pungileoni, il
quale crede che pervenisse dall’Abbazia di Pietra Pertusa, posta a pié del
Furlo, dubitando peraltro della sua autenticità ». J. D. PASSAVANT, Raffaello
28 CORRADO LEONARDI

d’Urbino e il padre suo Giovanni Santi, tradotta corredata di note e di una no-
tizia biografica dell'autore da GAETANO Guasti, I. Firenze, Successori Le
Monnier, 1891, pp. 321-322. Più sopra, pp. 317-318, il Passavant aveva scritto:
«Quadro per l’altare dei santi Biagio e Vincenzo nella Cattedrale di Urbino.
In un manoscritto del 1709 col titolo Chrographia sive Theatrum metropo-
liticum Urbinatense di Antonio Vannucci d’Urbino, che è a Roma nella
Biblioteca Albani, si legge: « Metropolitana Ecclesia. Tabulam (S. Blasii)
praestans Joannis Sanctii... manus... ingenti studio et vigilantia suis
pinniculis coloribus conspersit... S. Basilicam exornavit inter nobiliores ta-
bulas collocata ». Nel catalogo dei quadri e di altri notevoli oggetti che erano
in Urbino, composto dall'avvocato Francesco Maria « de Praetis », sta scritto :
«Quadri della navata a cornu Evangelii. Il S. Biagio e il S. Vincenzo è di
Giovanni Santio, padre di Raffaello ». Finalmente Michele Dolci dà le stesse
notizie nella sua guida manoseritta di Urbino; e Tommaso Morelli, nella
relazione del 1719, descrive così il dipinto : « Tabella repreesentans sacrum
Praesepe sanctosque martyres Blasium et Vincentium ... est Joannis Sancti
.. .». Invece Ascanio Maffei, nella descrizione della cattedrale di quella città
scritta nel 1643, attribuisce il quadro a Timoteo Viti, e l'Anonimo della fa-
miglia Antaldi lo crede opera d'un Galeazzo Sanzio. A un Antonio Sanzio . . .
lo concede il Lazzari, ma confessa ingenuamente che alcuni lo giudicavano
di Giovanni Santi. Dopo questi esempi iconografici e gli altri citati di Bevagna,
non va omessa la tela (m. 2 x 1,40) del sec. xvii esposta nella chiesa par-
rocchiale ed ex abbaziale di Bovara, dove é rappresentato S. Vincenzo che
distribuisce la comunione presso l'altare, mentre il suo diacono e fratello
S. Benigno stramazza al suolo colpito a morte dai carnefici.

55) GIUSEPPE PALAZZINI, Pievi e parrocchie del cagliese. Isola del Liri,
M. Pisani, 1968, p. 44. Senza solidi elementi, anzi con molti contrari, il Pa-
lazzini sostiene che trattasi di S. Vincenzo diacono di Spagna, culto diffuso
dalla «devozione a questo Santo martire » venuto « quasi certamente dal
vicino monastero di S. Vincenzo de Petra Pertusa ». Il titolo di S. Anastasio,
‘che « poi venne aggiunto nei documenti » denoterebbe che « non si possa in-
tendersi di altro S. Vincenzo che quello che la chiesa commemora il 22 gen-
naio ». Ma fino a tutto il sec. xv la chiesa di Montepaganuccio non è forse
chiamata semplicemente Plebs Sancti Vincentii ?

^) E. Rossi, Memorie ecclesiastiche cit., I, pp. 362-367.

**) Cf. La Reliquia di San Vincenzo restituita all’ Abbazia del Furlo,
in « Bollettino Diocesano delle Diocesi di Urbania e di S. Angelo in Vado », 4.
Urbania, Scuola Tip. Bramante, 1964, pp. 89-93. L’autentica della reliquia
dice: «Ioannes Capobianco Dei et Apostolicae Sedis gratia Episcopus Ur-
baniae et S. Angeli in Vado Solio Pontificio Adstans — Universis et singulis
praesentes litteras inspecturis fidem facimus ac testamur Nos ex autenticis
locis, seu ex reliquia quae Mevaniae extat et quotannis venerationi exponi-
tur in rationali argenteae statuae S. Vincentii Ep. et Mart. eiusdem civita-
DI S. VINCENZO VESCOVO E MARTIRE DI BEVAGNA 29
tis Patroni principalis, particulam ex ossibus eiusdem Sancti extrassisse eam-
que collocasse in theca metallica formae ovalis, unico cristallo munita, bene
clausa, funiculo serico rubri coloris colligata et sigillo Nostro obsignata ;
ut inserviat perantiquae Ecclesiae Abbatiali S. Vincentii ad petram pertusam,
ipsi dicatam (uti ex Annalibus Camaldulensium — Venetiis, 1755 tom. 1, 334
A). Reliquia haec in manus Rev.mi ac Excellentissimi Dom.ni Anacleto
Cazzaniga hodierni Urbinatensis Archiepiscopi directe traditur, una cum

Reliquiario ex aere ab Arnaldo Brandizzi affabre Romae confecto et per to-:

tum deaurato ut eiusdem Praesulis auctoritate, cultus Eidem Martyri ibidem
olim praestitus, praesertim in die natali sui, nempe die sexta junii cuiusvis
anni reviviscat, et religiose in posterum servetur. In quorum fidem has lit-
teras testimoniales, a Nobis subscriptas sigilloque Nostro munitas, con-
cedimus. Datum Urbaniae, die 25 Julii 1964. + Joannes Capobianco Epi-
scopus ». Copia autografa del documento, assieme a tutta la documentazione
concernente S. Vincenzo di Bevagna esiste in Urbania, Arch. Curia Vesco-
vile, Fondo Giovanni Capobianco, Busta: S. Vincenzo.

55) Guidava il pellegrinaggio dei Bevanati D. Guido Rosini priore-par-
roco della Collegiata di S. Michele Arcangelo e rappresentava quel comune
il prof. Candido Piatti ; di Acqualagna era presente il sindaco Ovidio Luccia-
rini con tutta la Giunta ; da Urbania il vescovo Capobianco con rappresen-
tanze del Capitolo Cattedrale unite a quello metropolitano di Urbino ; da
Fossombrone mons. Giovanni Vernarecci ; dalla Provincia di Pesaro il Pre-
fetto Granato. La stampa quotidiana di quei giorni ha messo in grande ri-
salto l'avvenimento.

59?) «..., per l'avvenire saremo felici di celebrare la festa di S. Vincenzo
vescovo e martire il 6 giugno, con i fedeli di Bevagna». Così scriveva il presule
di Urbino il 6 ottobre 1964 a mons. Capobianco. La lettera integralmente è
pubblicata in « Bollettino Diocesano delle Diocesi di Urbania e S. Angelo in
Vado » cit., 4 (1964), pp. 92-93. Per l’ufficiatura e la Messa si è adottato il testo
spoletino e nel bell’inno medioevale « Jugibus virtus » in onore del santo, a
mezzo del prof. Agostino Rossi bevanate, sono state apportate delle modifi-
che : così i due ultimi versi della terza strofa : « Nos tuas Umbri merito ca-
namus Carmina laudes » sono modificati in « Te colant Umbri merito et Pi-
ceni Carmina jungant»; e il secondo verso della quinta strofa « Hoc tibi
carmen, repetatque nomen » si muta in : « Hoc tibi carmen, repetatque Gau-
nus», appunto per ricordare il Gaunus o fiume Candigliano sulle cui rive
sorge l'abbazia di S. Vincenzo del Furlo.

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Ebrei in Todi nel secolo XIII

Il Comune di Todi, come tutti i Comuni minori, ha origine ari-
stocratica e ne conserva le strutture con particolare riguardo ai centri
di potere economico fino alla metà del secolo x.

Lorenzo Leonij ? fa risalire al 1080 le prime lotte tra i casati
che si dividevano i domini tuderti, dando notizia del rafforzamento
dei castelli da parte dei conti di Montemarte, Chiaravalle, Colle-
medio ed Atti. È una prova del fatto che anche nel Fuderte il vecchio
sistema feudale, con i suoi limiti angusti, era di ostacolo alle nuove
eesigenze della ripresa economica che investi l'Italia dopo il Mille.

I signori feudali, desiderosi di conservare i loro privilegi, cer-
carono di risolvere il problema con le armi, a danno dei piü deboli
signori dei domini limitrofi, con l'intento di ampliare il loro potere
politico ed economico.

Ma proprio le fortificazioni dei castelli resero tale impresa dif-
ficile. I più forti si unirono spostando il centro delle lotte dal feudo
alla città che costituiva il centro naturale atto a sostituire la corte
perché offriva un mercato piü ampio, condizioni di vita piü civili,
e rispondeva anche alla necessità di creare istituzioni politiche piü
evolute e più adeguate ai tempi.

Todi, come tutte le città longobarde ®, aveva dato i primi segni
di ripresa già nell’viri secolo e per questo probabilmente la sua ascesa
a città comunale fu particolarmente rapida e felice. Si può dire in-
fatti col Leonij? che nel 1124 il Comune aristocratico tuderte è
praticamente nato : ora alle lotte intestine si uniscono le lotte espan-
sionistiche contro la vicina Orvieto, di cui si ha notizia sin dal 1137 4),
e contro i signori confinanti non aggregati al comune tuderte, quali
quelli di Acquasparta (anno 1184) 9.

Nel 1198 siamo già alla organizzazione di tipo comunale con la
nomina dei primi consoli, i quali sono investiti delle relative cariche
fino al 1206 ?.

Dal 1201 si afferma anche in Todi l'istituzione del podestà *).
Il superamento della istituzione aristocratica dei consoli non
toglie però alle famiglie più potenti il potere politico ed economico :
gli Atti ed i Chiaravalle, divisi nelle opposte fazioni dei guelfi e dei
ghibellini continuano infatti a contendersene le redini. Il fenomeno
dell’inurbamento è cominciato, ma gli artigiani non sono ancora in
grado di ascendere la scala sociale e politica. Si può dire comunque
che esiste già la differenziazione tra cittadini ed abitanti del contado
così determinante per la formazione delle nuove classi sociali 9. L'ar-
tigiano che prima gravitava intorno alla corte feudale vive ora in
città ed ha modo di associarsi e di giungere presto a considerare la
partecipazione alla gestione del potere politico come un suo diritto.

Mentre le nuove classi sociali di estrazione borghese vanno for-
mandosi nella prima metà del sec. xir, Todi persegue una politica
di espansione territoriale che culmina in successi di considerevole
portata. Nel 1208 Amelia stipula patti di sottomissione 1° ed egual-
mente fanno Terni nel 1217 1) ed i signori di Alviano nel 1233, cosi
come avevano già fatto i signori di Collazzone e di Acquasparta 12),

La potenza militare deve essere certo notevole, e florida la
situazione economica sulla quale la medesima poggia. L'importanza
di Todi come nascente centro artigianale e di commercio, sia pur
limitata ai confini del comune, favorisce il compimento del fenomeno
di formazione della piccola borghesia. Viene infatti istituito nel 1255 19)
il Capitano del popolo, mentre dal 1258 si ha notizia della parteci-
pazione ai consigli comunali del Consiglio delle Arti 14),

L'inurbamento era evidentemente giunto ad un punto tale da
consigliare gli aristocratici a concedere alla piccola borghesia arti-
giana e commerciante una piccola fetta di potere politico. A tale
fenomeno fa riscontro, a partire dal 1245, una precisa politica di
popolamento delle campagne, basata sulla concessione di immunità
da dazi a chi si recasse nel territorio del Comune di Todi per lavo-
rare la terra.

Tale politica, che raggiunse il massimo successo nel 1278 con
la introduzione di ben 11 nuclei familiari, portò, dal 1245 al 1291,
ad un incremento demografico non trascurabile e favorevole all’au-
mento della produzione agricola, come risulta da numerosi atti del

comune 15),

Non si può infatti parlare della presenza di attività di commer-
cio di notevole portata in Todi. Esistevano istituzioni di un certo
tipo, quale il Consiglio delle Arti, ma tale fenomeno va visto nella
prospettiva cui ho già fatto cenno, cioè nel senso che l’attività arti-

LUCIANO ROSSI
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 33

gianale doveva essere limitata alle esigenze del comune, senza la
creazione di eccesso di produzione destinato al commercio interco-
munale, che invece costituiva la base della potenza dei grossi comuni
commerciali. Il numero delle arti nel 1258 doveva essere esiguo se
si pensa che la prima elencazione reperibile nelle decretali e risa-
lente al 1332, dà un numero di 19 +9 e che solo nel 1339 si aggiunge
l’arte dei « guarnellarii » 1°, i quali producevano i famosi « guarnelli »
(tessuti di canapa) destinati all'esportazione per via mare 19)

I confini del comune cominciano a cedere soltanto nel 1294,
anno nel quale Todi e Perugia pattuiscono una reciproca esenzione
dal pedaggio (vir) !®, e nel 1315, anno nel quale Todi e Foligno
stabiliscono che i rispettivi cittadini possano abitare liberamente nei
due comuni 2°),

Per tutto il sec. xir1 il Comune di Todi, come tutti i comuni
minori *9, riproduce in definitiva, sia pur con le dovute differenze,
gli schemi economici autarchici propri del vecchio sistema feudale.

Nulla toglie a tale considerazione il fatto che istituzioni poli-
tiche tuderti avessero subito un’evoluzione in senso democratico con
la creazione del Capitano del Popolo e del Consiglio delle Arti, con
l'emanazione dello statuto del 1275 2° e con le statuizioni del 1278,
relative alle spese dell’accavallata poste direttamente a carico del
comune 2°),

I cavalieri, stando al Leoni] 24), sono descritti per casata ; ciò
prova che il potere economico in Todi è ancora saldamente tenuto
dagli aristocratici.

In mano agli stessi doveva essere anche buona parte del potere
politico se si considera che ancora nel 1277 *5 continuano le lotte
tra guelfi e ghibellini, e che si giunge ad una pacificazione nel 1279
con l’istituzione del magistrato dei dodici (sei guelfi e sei ghibellini)
al quale viene affidato il compito di governare la città 2°.

Il perdurare della posizione di privilegio degli aristocratici pro-
prietari dei domini terrieri, la politica di incremento della produzione
agricola perseguita con la concessione di immunità, lo scarso potere
politico ed economico della piccola borghesia artigiana e commer-
ciante, l’assenza di attività di scambi e commerci di notevole por-
tata, inducono a ritenere che l’economia locale traesse i massimi
proventi dell’agricoltura.

In tale situazione il Comune di Todi si trova a sostenere, proprio
nella seconda metà del xIrr secolo, ingenti spese per soddisfare esi-
genze di ordine militare, urbanistico e viario ??.,

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LUCIANO ROSSI

Appare così evidente come, in una economia a base essenzial-
mente agricola, in concomitanza di una spesa pubblica in notevole
espansione *9), non potesse mancare un ricorso al prestito di danaro,
sempre più in uso nell’economia del tempo.

Di notevole entità sono infatti i mutui contratti da cittadini
tuderti come privati ** e dal Comune di Todi direttamente #°) con
prestatori ebrei e toscani dal 1266 al 1289.

Tali mutui venivano ovviamente concessi previa prestazione di
garanzia, per lo più reale, che si estendeva agli eventuali eredi nel
prestito a privati? e ai cittadini nel prestito pubblico 29),

E così che si giunge, nel 1289, alla introduzione in Todi dei
primi prestatori ebrei.

Alla stipulazione definitiva dei patti *9) si giunge in tre consigli
successivi.

Primo Consiglio tenuto il 2 gennaio 1289 : mentre si dà nessuna
notizia dei messi inviati in Lombardia dal comune tuderte alla ri-
cerca di un nuovo podestà, prende la parola Rambaldus Bonaven-
ture «adunator veterarum et novarum artium civitatis Tuderti pro
se et aliis suis sociis ibidem presentibus consentientibus ». Questi,
dopo aver portato a conoscenza del consiglio che certi giudei « fue-
runt requisiti » per esercitare in Todi l'arte del prestito e che gli
stessi «se offerunt » a condizione che intervenissero precise pattui-
zioni, «proponit quid placet Consilio super providere et ordinare ».

Il consiglio, su ulteriore proposta di Guidarellus Johannis, sta-
bilisce che la questione «remaneat in provissione et examinatione »
degli adunatori, di Guicardino notaro e di dodici sapienti.

Secondo Consiglio generale tenuto il giorno quarto del mese di
gennaio: alla presenza degli adunatori, del notaro e dei sapienti si
dà lettura dei patti «in quibus se offerunt iudei ».

A lettura ultimata D. Raynuculus Hermani propone che « pac-
ta petita et lecta examinentur » dai dodici sapienti e da altri « per
ipsos elligendos, in ea quantitate quam viderent convenire et pro-
vissa et examinata per eos ad presens Consilio reducantur ».

Il consiglio accetta la proposta riservandosi di decidere « se-
cundum quod [Consilio] placuerit ».

Terzo Consiglio generale tenuto il giorno quinto del mese di gen-
naio : Rambaldus Bonaventure, dando lettura dei nomi degli ebrei
(Vitalle domini Genati, Sabbatus domini Matassie, Manoellus domini
Helie, Manoellus domini Habrae) e preso atto dell'esame dei patti
e capitoli da parte dei dodici sapienti e dei sei da loro eletti « petit
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII di

Consilio exiberi an ipse tractatus deberet acceptari vel non ». Esposti
di nuovo i patti sopra detti, d. Oddo di Acquasparta propone che i
detti giudei « pro utilitate communis Tuderti et singulorum » siano
accolti in Todi e che «integre observentur et observare debeant
omnia predicta capitula pro se et eorum filiis, heredibus et nepoti-
bus, familiaribus, et sociis omnibus de eorum societate ».

La maggioranza del consiglio decide cosi che «predicti iudei
accipiantur et acceptentur et integre sine ulla diminutione, omnia
suprascripta eis observentur ».

Il tenore dei patti prova che gli ebrei conclusero un buon af-
fare, tanto che le condizioni alle quali « se offerunt » furono integral-
mente accettate #4. Il loro potere nell’accordo doveva essere note-
vole, anche perché l’iniziativa era stata presa dai Tuderti (« certi
iudei fuerunt requisiti »). Le stesse conclusioni derivano dall'esame
dei diritti, privilegi e garanzie che il Comune di Todi si nu a
concedere ad essi e ai loro soci e parenti.

Fondamentale è il diritto di esercitare l'attività del prestito su
pegno con esclusiva e con assoluta libertà di mettere a disposizione
i capitali secondo « eorum voluntate », senza cioé essere costretti a
«mutuare aliquam pecunie quantitatem communi vel specialibus
personis » *9, Il regime dei beni pignorati è tale da garantire il pieno
soddisfacimento del credito e da attribuire al pignorante il minor
rischio possibile in caso di furto o di deterioramento del bene oggetto
del pegno.

Il comune inoltre si impegna a mettere a disposizione le proprie
strutture giuridiche « potestatem ... curiam... eorum officiales »,
per facilitare il recupero dei crediti, sancendo che nessuna eccezione
possa essere opposta « nisi per istrumentum quietationis vel... can-
gellationis per notarium ... scriptum ».

La loro posizione giuridica é equiparata *9 a quella dei cittadini :
il comune ne garantisce la difesa « tamquam cives Tuderti » e l'im-
munità da qualsiasi rappresaglia « contra aliquem ex iudeis... com-
mune Rome... illum vel illos qui venirent... ad domus ipsorum ».
Ció non bastando, viene riconosciuto agli ebrei anche il diritto « por-
tandi arma offendibilia et defendibilia ».

Le garanzie di incolumità personale e di difesa delle ricchezze
vengono estese anche al tempo di guerra, durante il quale il comune
sì impegna « eos defendere et custodire in persona et rebus... emen-
dare ».

Anche la posizione degli ebrei nei confronti del fisco è parti-
36 LUCIANO ROSSI

colarmente favorevole in quanto essi sono « liberi et franchi et exempti
ab omni data et collecta ».

Ma il privilegio più importante è quello relativo al riconoscimento
del diritto di vivere secondo «eorum lege », esteso agli ebrei che
esercitano l’attività del prestito ed ai loro soci e parenti.

Da tale clausola discende un interessante quesito : se gli Ebrei
siano stati introdotti « uti singuli » o « uti communitas ». Il problema
è risolto da ciò che occorse in Todi dopo la loro introduzione, se si
tiene presente che le caratteristiche della comunità non sono soltanto
quelle relative al diritto di esercitare il proprio culto, ma anche quelle
relative alla autonomia amministrativa, normativa e giurisdizio-
nale ??,

Non essendo reperibili notizie sulla vita degli ebrei in Todi
tali da testimoniare l’esistenza di una comunità autonoma nel senso
suddetto, ritengo di poter affermare che la loro ammissione avvenne
«uti singuli », anche perché l’esiguo numero doveva ostare alla co-
stituzione di una comunità vera e propria. L’ampiezza della dizione
«eorum lege » peraltro e l’estensione del privilegio a soci e parenti
fanno pensare che gli ebrei abbiano preteso di inserire tale clausola
proprio per rendere possibile in futuro la creazione di una vera co-
munità ?9,

Molto interessanti infine sono le clausole con le quali si garan-
tisce loro l'immunità dalla giurisdizione ecclesiastica per preteso eser-
cizio di attività usuraria, e la penale di mille fiorini d'oro a carico
del comune per ogni inadempienza.

L'immunità dal foro ecclesiastico veniva garantita rispetto ad
eventuali chiamate sia da parte di laici che da parte di vescovi.

Il laico che avesse citato l'ebreo prestatore « ad aliquam aliam
curiam » sarebbe incorso in una penale di cento fiorini d'oro: « pu-
niri debeat per potestatem vel rectorem communis Tuderti... in
medietatem communi et in alia medietate ipsis iudeis ».

In caso di chiamate da parte del vescovo o di qualche vicario
incombeva al comune l'onere di «eos defendere » a sue spese.

La penale di mille fiorini d'oro infine veniva posta a carico del
comune per eventuali inosservanze dei patti a favore « medietatem
dictis iudeis et aliam medietatem Curie romane ».

L'immunità per questioni di usura dal foro ecclesiastico, garan-
tita dal comune, e la clausola penale di mille fiorini d'oro, dalla
quale si deduce con certezza l'interesse patrimoniale della Curia
romana all'esercizio del prestito da parte di ebrei **), suggeriscono
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 37

interessanti considerazioni relative alla posizione dei comuni e della
Chiesa nei confronti della condanna dell’usura.

È indispensabile a tal fine tenere presenti alcune notizie storiche
sull’usura.

Il c. 17 del Concilio di Nicea (325) così stabiliva : « Iustum foe-
nus est qui amplius non requirit nisi quantum praestitit » : « quic-
quid sorti accedit » era considerato usurario quale che fosse la natura
della «res prestita », ivi compreso il denaro. Tale concetto è anco-
rato all’idea medioevale secondo la quale l’unica cosa produttiva è
la terra.

I contratti di commercio e di assicurazione sovvertono nel x«i
secolo questo ordine di valori affermando la produttività del de-
naro che è alla base del fenomeno di ascesa economica dei comuni
più progrediti.

Questo fatto nuovo pone la Chiesa di fronte all’alternativa di
rinunciare alla condanna dell’usura o di assumere una soluzione di
compromesso nella forma della fissazione di un massimo e di un
minimo di interesse.

La Chiesa d’altronde sapeva bene che i comuni, pur avendo
accolto nei propri statuti la condanna dell'usura ‘°, erano di fatto
i primi a non rendere operanti tali disposizioni tollerando o addirit-
tura promovendo l'attività del prestito, spinti com'erano da pres-
santi esigenze economiche 45).

L’unica soluzione possibile era quella di salvare il salvabile fa-
cendo una questione di misura : si introduce così fin dal 1215 il
concetto di « usuras graves immoderatasve » ‘). A questa posizione
la Chiesa giunge tramite un affannoso lavoro di aggiornamento ope-
rato dai canonisti, i quali cominciano con l’accogliere il concetto ro-
manistico del mutuo, utile per l'affermazione della gratuità *9, per
giungere alla distinzione tra usura ed interesse sulla base delle me-
desime fonti romane *9, Di qui la distinzione tra prestito di con-
sumo necessariamente gratuito e prestito di produzione suscettibile
di applicazione di interesse 15).

Ma chi mai avrebbe prestato gratuitamente quando avrebbe
potuto accrescere il proprio capitale ?

La distinzione tra prestito di consumo e prestito di produzione
era destinata a rimanere sul piano teorico in quanto era utile sol-
tanto alla Chiesa per velare il superamento della condanna dell'usura.
La posizione della medesima era in pratica assai piü aperta e tolle-
rante nei confronti dell'esercizio dell'attività del prestito ad interesse.

co
LUCIANO ROSSI

La clausola penale di mille fiorini d’oro stipulata in Todi nel
1289 a favore « medietatem curie romane » è una evidente prova di
ciò e va considerata come un primo passo verso la posizione che la
Chiesa assumerà nel xv secolo con la concessione delle licenze di
prestito agli ebrei.

Si può dire in definitiva che già nel xri1 secolo l'usura viene con-
siderata un male necessario ed inevitabile.

Tornando ad esaminare la situazione tuderte successivamente
al 1289, occorre notare che, mentre non si ha notizia alcuna sull'at-
tività del prestito ebraico dalla quale possa desumersi il tasso di
interesse applicato, continua, per tutto il 1290, il ricorso del comune
e dei cittadini a banchieri forestieri per attività mutuatarie :9,

Nel medesimo anno si ha notizia della introduzione in Todi di
due prestatori: Azolino Gualteroni *? e Michele Diotaiuti, al quale
viene concessa anche la cittadinanza :9,

Se si pensa al diritto di esclusiva stabilito a favore degli ebrei
ed all'assenza di notizie relative a loro reclami, si ha la precisa idea
di quanto spazio offrisse Todi al mercato del denaro. Ulteriore prova
di ciò offre il perdurare dei rapporti tra comune 4) e privati 5° ed i
prestatori non residenti in Todi, per gli anni 1291 e 1292 ai quali
risale la massima contrazione della spesa pubblica tuderte 5). Tali
rapporti, stando alla documentazione dei mutui reperibili presso
l’Archivio tuderte, cessano soltanto nel 1292, quando vengono intro-
dotti altri prestatori ebrei 9 : Bonaventura domini Beniamini, Dac-
tolus magistri Moyse, Leo Sabbati, Foschus domini Beniamini, Man-
nellus Beniamini 59),

I patti sono identici a quelli del 1289, ad eccezione di due im-
portanti innovazioni relative alla fissazione di un tasso di interesse
massimo, pari a «duorum denariorum cortonensium pro qualibet
libra et pro quolibet mense » nei mutui contratti con il comune, ed
a «trium denariorum » in quelli contratti con i privati. Con tale
clausola il comune ottiene la stipulazione di una di quelle condizioni
di favore cui il Poliakov fa riferimento (cfr. nota 35).

Allo stato delle mie ricerche non ho potuto reperire notizie re-
lative alla mole dell'attività del prestito svolta da questi prestatori,
ma le notizie che seguono valgono indirettamente a testimoniare
la buona consistenza degli affari conclusi.

Il 16 luglio 1297 *9 infatti Dactolus iudeus, socio degli ebrei
introdotti nel 1292, chiede al Comune di Todi che i patti stipulati
in quell'anno vengano estesi a lui ed a nuovi soci. La richiesta di
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 39

Dactolus non si limita però alla estensione dei patti per l’esercizio
dell’attività del prestito, ma si spinge alla richiesta di concessione
della cittadinanza.

Il 23 luglio successivo tali richieste vengono integralmente ac-
colte dal comune e la stipulazione dei patti viene fatta «in platea
comunis... solempniter et legaliter ».

Gli ebrei sono: Dactolus, Begnaminus e Abramus, fratelli
e figli di ser Maffei (detto altrove Moyse), Bonaventura Begna-
mini, Salomon e Begnaminus, figli di ser Bonaventura, Manuel,
Consilius e Sabatus, figli di ser Ley, Begnaminus e Bonaventura,
fratelli e figli di ser Manuel.

La formula di concessione della cittadinanza è la seguente:
«recepti sunt in cives et perpetuos habitatores civitatis et comitatus
Tuderti dando et concedendo... privilegium et concessionem im-
munitatis libertatis et franchitie qua gaudent alii cives Tuderti ut
possint et debeant uti et frui statutibus reformationibus ordinibus
honoribus dignitatibus libertatibus et franchittiis et privilegiis dicti
comunis secundum quod alii cives . . . ».

Si stabilisce inoltre che « pacta obtineant perpetuam firmita-
tem »; viene confermata la penale di mille fiorini d'oro per ogni ina-
dempienza della quale si renda responsabile l'una o l'altra parte.
Il pagamento di tale penale é garantito dai beni del comune e degli
ebrei.

Il 25 luglio *9 tali patti, per interessamento di Dactolus e di
Bonaventura Begnamini vengono estesi a questi altri prestatori :
Dactulus Angeli, Benedictus Moyse e suo figlio Abraam, Manuel
e Angelus Bonaventure, Dactulus Vitalis, Vitale Bonaventure, Mu-
sectus Begnamini, Bonaventura Angeli.

E facile notare che tutti gli ebrei introdotti nel 1297 sono legati
da vincoli di parentela con quelli già immessi in Todi nel 1289 e nel
1292 59),

Il ruolo colonizzatore dei primi ebrei aveva cosi sortito gli ef-
fetti desiderati, tanto da legittimare l'opinione della esistenza in
Todi di una numerosa comunità ebraica alla fine del secolo xiri.

Luciano Rossi
LUCIANO ROSSI

NOTE

1) L. LEONIJ, Memorie storiche di Todi. Todi, Natali, 1850, p. 288.

3) A. SOLMI, Storia del diritto italiano. Milano, Ed. Libraria, 1930, pp. 105-
106.

*) L. LEONIJ, op. cit., p. 290.
*)) L. LEONIJ, op. cil., p. 295.
*) G. CECI, Piazze e palazzi di Todi, s.n.t., p. 65.
*) G. CECI, Podestà, Capitani e Giudici di Todi nel sec. XIII, in « Bol-
lettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria », 11 (1897), p. 303.
?) G. CECI, Podestà, Capitani cit., con elenco dei Podestà, pp. 310-315.
*) L. LEONIJ (op. cit., p. 228), riferisce che gli Atti erano guelfi ed i Chia-
ravalle ghibellini.
*) In tal senso G. Luzzatto, Storia economica d'Italia. Il Medioevo.
Firenze, Sansoni, 1967, D- 104
1°) Vedi Appendice, n.
") Vedi Appendice, n.
12) Vedi Appendice, n.
1) G. CECI, Podestà... cit., p. 304.
14) Vedi Appendice, n.
15) Vedi Appendice, n.
14) Vedi Appendice, n.
1?) Vedi Appendice, n.
15) A. Comez, Compagnie mercantili a Todi sulla fine del secolo XIV,
in «Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria
(1939), p. 167.
!*) Vedi Appendice, n. 8.
**) L. LEoNzu, op. cit., p. 330.
*) G. LUZZATTO, loc. cit.
7) L. LEONIJ (op. cit., p
salirebbe al 1201.
*) Vedi Appendice, n. 9.
**) L. LEONIJ (op. cit., p. 323) cita il Liber scortarum e fa risalire il nu-
mero dei cavalieri a 1000 per un totale di 10.000 ar
di circa 40.000 cittadini.
°5) L. LEONIJ, op. cit., p. 322.
®*) L. LEONIJ, op. cit., p. 323.
*) Vedi Appendice, n. 10.
**) Cf. Appendice, n. 10 con particolare riguardo alle spese sostenute
per l'acquisto di Montemarte.
*?)) Vedi Appendice, n. 11.
°°) Vedi Appendice, n. 12.

^) Cf. Appendice, n. 12, istrumento di mutuo del 23 settembre 1266.

go un

Moos

)» XXXVI

p. 305-306) asserisce che il primo statuto ri-

mati su una popolazione
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 41

?) Vedi Appendice, n. 13. Per un bilancio approssimativo della situa-
zione debitoria del Comune relativa all'anno 1289 vedi G. Ceci, Todi nel
Medio Evo. Todi, Tip. Trombetti, 1897, p. 338.

3) Vedi Appendice, n. 14.

34) Le lievi differenze o aggiunte che si notano nella lettura delle con-
dizioni accolte dal consiglio, rispetto a quelle proposte dagli ebrei, riguardano
soltanto variazioni dettate da esigenze di carattere formale o di adozione di
una più precisa tecnica giuridica, mentre la sostanza delle medesime rimane
del tutto immutata.

85) L. PoLIAKOv, Les banquiers juifs et le Saint-Siége du XIII? au XVIIe
siécle. Paris, Calmann-Lévy, 1967, p. 54, riferisce che questa contropartita
era normalmente oggetto di un'apposita clausola nei patti del tempo, e che
a favore del comune veniva applicato anche un tasso di interesse ridotto.

?*) Stando alla lettera del documento non ritengo si possa parlare di
concessione della cittadinanza agli ebrei, in quanto che per questa venivano
usate formule diverse, quale quella che leggesi nel documento 17 del 15 di-
cembre 1290 ; si può dire però che di fatto erano estesi agli ebrei i più im-
portanti diritti riconosciuti ai cittadini.

?7) Si vedano per questo : V. CoLORNI, Legge ebraica e leggi locali. Milano,
Giuffrè, 1945 ; e G. BrusTEIN, Storia degli Ebrei in Roma. Roma, Maglione
e Strini, 1921, p. 85.

?*5) In tal senso anche il PoriAkov (loc. cit.), il quale pone in evidenza
il ruolo colonizzatore dei primi nuclei ebraici stanziatisi nelle varie città
d'Italia.

**)) PorrAkKOv (loc. cit.) fa risalire il primo esempio di interesse della
Curia romana all'esercizio del prestito ebraico al 1309, anno in cui una iden-
tica clausola veniva inserita nei patti tra gli ebrei di Siena e il Comune di S.
Gimignano.

4°) A. PEnTILE, Storia del diritto italiano dalla caduta dell’ Impero romano
alla codificazione. Torino, UTET, 1893, rv, p. 594, nota 22.

*) I tassi d'interesse praticati erano questi: dal 20 al 40% a Pistoia
(A. SAPonr, L'usura nel dugento a Pistoia, in « Studi Medioevali », 11 (1929),
p. 213; del 40% a Lucca e dal 20 al 30% a Firenze (A. SAPonr, L'interesse
del denaro a Firenze nel 300, in « Archivio storico italiano », S. vir, t. x (1928),
p. 178).

4?) Concilio 1v Laterano del 1215, c. « Quanto amplius»; Concilio di
Narbona del 1227, c. ,xvir ; Concilio di Vienne del 1267, c. xix.

4) F. SCHUPFER, I! diritto privato dei popoli germanici con speciale ri-
guardo all’Italia, 111. Città di Castello, S. Lapi, p. 199.

*3) C. NANI, La teoria dell'id quod interest sotto la influenza della legisla-
zione e delle dottrine canoniche, in « Archivio giuridico Serafini », xvi (1876),
p. 237, pone in evidenza il ruolo esercitato dalla giurisprudenza commerciale.
TeuTONICcUS (glossa al Decretum Gratiani, c. 7, c. xIV, q. 1v) così si esprime :
LUCIANO ROSSI

«Videtur hic quod prohibeamur sumere usuram causa lucri captandi, non
autem vitandi damni ».

*5 G. Luzzatto, op. cit., p. 297.

*) Vedi Appendice, n. 15. Per una elencazione sintetica dei nomi dei
prestatori, oltre che in Appendice (nn. 11, 12, 13, 15, 18, 19), vedi anche G.
CEcr, Todi nel Medio Evo, cit., p. 335 e segg.

4?) Vedi Appendice, n. 16.

45) Vedi Appendice, n. 17.

**) Vedi Appendice, n. 18.

5°) Vedi Appendice, n. 19.

8) Vedi Appendice, n. 10.

?*) Vedi Appendice, n. 20.

*) Dai documenti cui ho fatto riferimento risulta piü precisamente
quanto segue: gli ebrei furono introdotti il 7 gennaio 1292 e l'ultimo mutuo
contratto dai privati con prestatori non residenti in Todi risalirebbe al 28
febbraio successivo. L'ultimo mutuo contratto dal comune con banchieri
non residenti in Todi sarebbe invece quello di 20.000 fiorini d'oro dell'ii
novembre 1291. Successivi contatti tra il comune e quei banchieri sono sol-
tanto tesi a definire i rapporti debitori pendenti : mi riferisco alle quietanze
del 28 febbraio, 19 marzo, 22 maggio e 9 giugno (cf. Appendice, n. 19).:I
prestatori ai quali il comune aveva fatto ricorso si affrettano a far rientrare

i propri capitali. Il motivo può essere duplice : o questi banchieri conside-
ravano ormai perduta la piazza di Todi a seguito della introduzione degli
ebrei, o la situazione finanziaria del comune era considerata particolarmente
pesante al punto da non offrire piü serie garanzie.

** Vedi Appendice, n. 21.

5) Vedi Appendice, n. 22.

5) Si prospetta una ricostruzione plausibile dei rapporti di parentela
degli ebrei citati nei vari documenti :

SABBATUS D. MATASSIE BEGNAMINUS
(1289)
Teo Pabbati'(1292) Foschus Bonaventure Mannellus
Begnamini Begnamini Bengnamini
(1292) (1292) (1292)
Manuel Consi. Sabbatus
Ley lius Ley Ley
9 9 997
(1497) EEUU (1297) Manuel Angelus Bignaminus Salomon
Bonaven- Bonaven- Bonaven- Bonaven-
ture (1297) ture(1297) ture (1297) ture (1297)
Dactolus Bonaven- Musettus
Angeli tura Ange- Bignamini
(1297) li (1297) (1297)
Bignaminus Bonaven-
Manuelis tura Ma-

(1297) nuelis (1297)
1)

2)

3)

4)

9)

EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII

A:P*P.E:N*D: EQ E:9

1208, 1 giugno. I consoli della città di Amelia giurano obbedienza a
Giovanni di San Guido da Pavia, podestà di Todi e di presentare in ogni
anno nella festa di San Fortunato un cero di 15 libre. (Armadio 1, Cas. 1,
fasc. 1. n. 1).

1217, 6 agosto. Istrumento di sottomissione del comune di Terni, che
si obbliga di pagare annualmente 10 marche d'argento. (Armadio 1,
(a8: 1; fasc. 1 n. 2).

1233, 26 marzo. Rinaldo di Uffreduccio di Bonconte fa dedizione di sé,
dei suoi beni, dei suoi castelli di Alviano, Pesciano, Guardea, Attiliano
al comune, con le stesse condizioni della sottomissione del castello di
Collazzone e della terra di Acquasparta. (Armadio 1, Cas. 1, fasc. 1 n. 7).

Cf. documento del 26 ottobre 1258 al n. 5.

1245, 16-17 gennaio. «... In reformatione consilii potestate proponente
placuit toti consilio partito facto quod concedatur locus ad Casalinam
ubi utilius videbitur pro comuni hominibus sancti Laurentii ad habi-
tandum secundum pacta et condictiones lectas in consilio que pacta et
condictiones sunt iste videlicet quod ipsi homines de villa sancti Lau-
rentii petunt locum sibi dari et concedi pro Comuni Tuderti ad habi-
tandum in Casalina circa confines ubi placuerit potestati et Comuni
Tuderti, quem locum volunt emere eorum expensis iusto pretio si po-
testas et comune faciet eis vendi et ipso loco fatiant domos et munire
ipsum de carbonariis et steccatis et ipsum munitum manutenere pro
posse eorum expensis et custodient et tenebunt senaitas Tuderti iuxta
eorum posse ad honorem et utilitatem comunis Tuderti et utantur ipsis

a) I documenti sono stati tratti dall’ Archivio Comunale di Todi ;
alcuni sono stati trascritti parzialmente dall’originale ed altri
riprodotti dalla notazione inventariale. L’elencazione dei vari
documenti per anno non ha alcuna pretesa di completezza
statistica, ma risponde semplicemente all’esigenza di fornire
un orientamento indicativo. Per soddisfare esigenze statisti-
che occorrerebbe compiere indagini piü accurate, al compi-
mento delle quali ostano, allo stato, le difficoltà di ricerca
che si incontrano in un Archivio storico quale é quello del
Comune di Todi, nel quale il notevole patrimonio si trova an-
cora sistemato cosi come si trovava alla fine del secolo passato
(per opera di L. Leonij e G. Ceci) senza che si sia dato ad oggi
inizio ad un'opera generale e sistematica di ordinamento dei
documenti.

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1
LUCIANO ROSSI

et neminem recipient ad habitandum in ipso loco de iurisdictione Tuderti
sine licentia potestatis et Comunis Tuderti nec aliquem alium hominem
qui homo sit alicuius domini vel ecclesie alterius iurisdictionis quam Tu-
derti. Item annuatim dare, prestare et solvere volunt Comuni Tuderti
in festo sancte Marie de augusto pro qualibet familia que ibidem habi-
taverit quinque solidos et ab omnibus aliis exactionibus Comunis Tu-
derti petunt esse immunes excepto quod prestare et facere volunt Co-
muni Tuderti hostem et parlamentum et esse de iurisdictione comunis
Tuderti in causis civilibus et criminalibus et facient eorum expensis fon-
tem et quod facere possint fontem adiacentem ipsi loco ad quem ire et
redire possint et valeant sine alicuius contradictione... ». (Registrum
Vetus Instrumentorum Comunis Tuderti,.c. 81v.; 1..13) V,

1246, 12 gennaio. «... Rolandus de Rotellis urbevetane diocesis, Iohannes
Ventura et Iulianus eius filii et Aurella filius dicti Iohannis et nepos
dicti Rolandi eiusdem loci, venientes coram domino Cacianimico Iacobi
potestati comunis Tuderti enarrando proponentes et dicentes quod cum
ipsi sint alterius iurisdictionis scilicet de comitatu urbevetano et velint
venire, stare et morari cum tota eorum familia in comitatu et iurisdic-
tione Tuderti ad lucrandum et laborandum terras ad servitium dicti
comunis, petierunt a dicto potestate eis dari et concedi libertatem, fran-
kitiam et immunitatem deinceps liberam et absolutam de non solvendo
aliquam datam, muttam seu collectam dicto comuni et quod semper
sint exempti a dicto comuni ab omnibus datiis, muttis, exactionibus seu
collectis excepto feudo consulatus scilicet. xxvJ. denariis per annum de
inde ad .x. annos quod solvere teneantur. Elapsis vero .x. annis dicto
comuni .v. solidos per quemlibet annum pro eorum lare tantum solvere
teneantur et non plus. Cum hoc totum contineatur in capitulo statuti
dicti comunis. Qui potestas, visa et considerata dicti comunis utilitate
et inspecta forma capituli statuti dicti comunis, nomine et vice ipsius
comunis eosdem Rolandum,... in cives et comitatenses Comunis Tu-
derti admisit et recepit dans et concedens eisdem frankitiam et...»
(le condizioni sono le medesime sopra esposte).

« Qui omnes iuraverunt ad sancta Dei evangelia, corporaliter tacto libro,
semper cum tota eorum familia inhabitare, stare et morari in civitate vel
comitatu Tuderti ». (loc. cit., c. OSY.- E d

1261, 18 aprile. «... Qui iudex tunc super hec intendebat petere a dic-
to iudice se recipi in comitatensem et civem tudertinum et pro comita-
tensi et cive dicte civitatis et dari et concedi sibi immunitatem de non
solvendo aliquam datam vel exactionem hinc ad .X. annos et ab inde

antea ...». (Si ripetono le condizioni già trascritte nei precedenti do-
cumenti).
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 45.

«... secundum formam statuti Tuderti quod loquitur de volentibus
venire ad habitandum Tudertum sic incipientis: « Item quicumque vo-
luerit venire de aliena iurisdictione ad laborandum Tudertum vel in
comitatu sit ab omnibus datis et exactionibus et collectis de inde ad .x.
annos, excepto feudo consulatus, absolutus. Elapsis postea .x. annis
solvat .v. solidos quolibet anno tantum ». Unde dictus, iudex viso capi-
tulo constituti predicto, iuxta formam ipsius capituli secundum tenorem
petitionis ipsius Bonagure prefatum Bonaguram Aldebrandine in comi-
tatensem et civem et pro comitatense et cive Tuderti recepit et eidem
Bonagure predictam immunitatem nomine dicti comunis pro ipso dedit

et concessit et eundem absolvit ...». (loc. cit., c. 68v., 1l. 34, 1. 38).
1258, 26 ottobre. «... Consilium generale et speciale populi et comunis
cum antianis et consulibus artium ..... Item in eodem consilio... fe-

cerunt, constituerunt, ordinaverunt et creaverunt Angelerium Accu-
rimbone presentem et recipientem nomine et vice comunis et populi
Tuderti, syndicum et procuratorem comunis et populi ad promittendum
et curiam faciendum hominibus de Plano Lameti et Cervarascionis ha-
bitantibus in dictis locis et omnibus aliis volentibus venire ad habitan-
dum ibidem de alia iurisdictione, eos non adgravare neque molestare de
aliqua dicta collecta seu libra... secundum reformationem consilii su-
pradicti ». (loc. cit., c. 67).

1262, 14 agosto. « Privilegium immunitatis Crescii Iannis Acti de Siana
[de comitatu Urbeveteris] ». Si ripete la formula: «... secundum for-
mam statuti Tuderti quod loquitur de volentibus venire ad habitandum
Tuderti ». (loc. cit., c. 68 bis).

1263, 29 settembre. « Privilegium immunitatis Massaronis Gualterii et
Iohannis eius fratris ». (loc. cit., c. 68 bis, rubrica).

1265, 11 aprile. « Privilegium immunitatis Iohannis Ugolini de Bulseno ».
(10C. Cit; 6. O9 V.).

1267, 23 aprile. « Privilegium immunitatis Raineri Parentis et Gratie fi-
liorum Petri de Rasa [de comitatu Urbeveteris] ». (loc. cit., c. 69v., ru-
brica).

1271, 4 luglio. « In palatio Comunis Tuderti... dictus potestas propo-
suit quid placet ipsi consilio facere de Vegnate Erculani magistro ossum
qui petit quod sit exemptus a dativis et collectis et ipse vult suam artem
operari et medicare omnes illos quibus ossa frangerentur quid inde sit
faciendum petit consilium sibi dari 2)». (Proposta approvata). (loc. cit.,
c. 192v.).

1274, 15 gennaio. « Privilegium immunitatis Lucii et Iohannucii Guastari
[de Comitatu Perusii] ». (loc. cit., c. 70).
LUCIANO ROSSI

1276, 20 novembre. « Privilegium immunitatis Venturelle et Iohannis Ben-
venuti de Rotellis; ... secundum consilii Tuderti reformationem . . . » o
«qui... promiserunt... esse perpetuo habitatores et comitatenses Tu-
derti et ipsi domino potestati et suis successoribus obedire et elapsis
.X. annis facere et prestare dicto comuni servitia et honera sicut alii
comitatenses dicti comunis sub obligatione bonorum suorum omnium,
renuntiantes doli mali... et omnibus aliis legum et iuris auxilio ». (loc.
cit 5: c:70);

1277, 7 gennaio (c. 71’); 16 gennaio (c. 72) ; 19 marzo (c. 71?).

1278, 26 aprile (c. 73") ; 4 giugno (c. 76) ; 8 giugno (c. 79") ; 11 giugno (c.
75) ; 25 giugno (c. 78) ; 25 giugno (c. 77") ; 25 giugno (c. 78) ; 20 agosto
(c. 73’); 26 agosto (c. 74); 26 agosto (c. 74) ; 22 ottobre (c. 76).
1279, 11 marzo (c. 79’).

1280, 29 aprile (c. 80) ; 26 dicembre (c. 80).

1281, 1291 (con esclusione degli anni 1284 e 1285) vengono concesse im-
munità in misura di una all'anno.

6) 1332, 1) iudices et notarii 12) bambaciariorum
2) cappellarii 13) tabernarii
3) calcolarii 14) lanaioli
4) pelliparii 15) speciari
5) merciarii 16) macellarii
6) muratorii 17) piccicaiolii
7) magistri lignaminis 18) barbitonsores
8) mercatores 19) camangiankolaii 9) et ortulani.
9) aurifici (Cosi si desume dal libro delle
10) fabri riformanze dell'anno).
11) sarti

7) 1339, Agli speciarii (cf. sopra n. 15) sono aggiunti i medici. Ai « bamba-

ciarii » (cf. sopra n. 12) vengono aggiunti i « guarnelarii » (idem).

8) 1294, 10 gennaio. Procura del comune di Perugia per stipulare la esen-

zione dal pedaggio nel contado di Todi. (loc. cit., c. 214v.).

28 settembre. Procura del comune a Lamberto di Pietro per promettere
ai perugini esenzione dal pedaggio nel contado di Todi. (loc.:cit.,,c..212v.).

1287, 18 aprile. Tuzzolo di Rinaldo di Cospano domanda il prezzo di un
cavallo mortogli in onore e servizio del comune. Il Consiglio Generale
delibera che i cavalli morti nel servizio siano pagati a stima. (Armadio 1,
cas. I; n. 32).

ro
10)

EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 47 .

1288, 20 maggio. Istrumento nel quale un cavallo dell'accavallata viene
stimato 25 fiorini d'oro. (Armadio 1, cas. 1, n. 43).

1287, 29 giugno. Elezione degli stimatori dei cavalli dell’accavallata. (Ar-
madio 1, cas. I, n. 34).

1242-1243. Fatta la fonte di Scarnabecco. (L. LEONIJ, op. cit., p. 315).
1252. Guerra ad Orvieto (L. LEONIJ, op. cit., p. 316).

1254. Amelia si ribella e viene costretta con le armi. (L. LEONIJ, op. cit.,
p. 317).

1258. Rifabbricato il castello dell'Ammeto (L. LEONI3, op. cit., p. 318).
1262. Lastricata la piazza con scoperta delle sottostanti cisterne romane.
(L. LEONIJ, loc. cit.).

1288, 21 novembre. Riformagione consiliare per la costruzione della cister-
na del campidoglio. (Armadio 1, cas. 1, n. 45).

1289, 2 agosto. Stime di terreni occupati per la strada di Ponte Martino.
(Armadio 1, cas. rr, n. 53).

6 ottobre. Stima dei terreni occupati per la strada di Ponte Martino
apprezzati 60 libre di denari cortonesi per ogni quartengo. (Armadio 1,
cas. II, n. 61).

7 agosto. Stima fatta avanti al giudice, da alcuni maestri di pietre delle
case da occuparsi per la strada di S. Stefano. (Armadio 1, cas. II, n. 57).

19 luglio. Stime di alcune case da demolire per edificare sulla loro area
il campidoglio. (Armadio 1, cas. I, n. 6).

1 agosto. Compra delle case da occuparsi per le cisterne del campidoglio.
(Armadio 1, cas. I, n. 50).

1290, 11 gennaio. Istrumento di compera delle case da occuparsi per la
fabbrica del nuovo palazzo comunale. (Armadio 1, cas. 11, n. 68).

13 maggio. I conti di Montemarte vendono al comune di Perugia il loro
castello, pel prezzo da fissarsi da Bernardino Conte di Marsciano. (Ar-
MAadio.IL, CAS. IX, I88C. 1, nh. 7).

21 settembre. Il consiglio generale di Todi nomina procuratori Gentile
di Giacomo, ecc...., per portare a Perugia 25.000 fiorini d'oro, prezzo
del castello di Montemarte. (Arm. II, cas. IX, n. 8).

2 ottobre. Il comune di Perugia vende a quello di Todi per 25.000 fiorin.
d'oro, il castello di Montemarte ; vi sono uniti atti relativi alla pratica,
alla consegna del castello, alla descrizione dei confini, ecc. ... 9. (Armi
It, C88. Ix, n. 9);
11)

12)

LUCIANO ROSSI

1293. « Fo comperato el palazzo del populo et fu principiato ». ([G. CECI,
Piazze... cit., p. 67]; con citazione della cronaca cittadina di G. F.
Atti).

1266, 19 gennaio. « Qualiter Deodatus Mancie creatus fuit syndicus ad
pecuniam mutuo recipiendam pro comuni Tuderti ... ad acquirendum et
recipiendum, seu accipiendum nomine dicti comunis et pro ipso sub
mutuo a quocumque sive a quibuscumque poterit usque in quantitate
duo millia librarum . . . ». (Registrum Vetus... cit., c. 98).

1276, 14 ottobre. « Procura di Andrea di Ugolino a Blunicalvo di Magno,
per fare quietanza di un mutuo resogli dal Comune ». (Armadio 1; cas. 1,
fasc. 4, n. 23).

1283, 21 agosto. Istrumento di procura per contrarre un mutuo con frate
Bentivegna, Cardinale Vescovo albanese, rogato in platea comunis (in
[G. CEcr, Piazze... cit., p. 3] con indicazione della fonte: Armadio v,
cas.: V 5. n. 95).

1288, 7 novembre. Riformanza per imporre un dazio per pagare un debito
di 8.889 libre contratto per mandare l'esercito ad oste contro Foligno.
(Armadio 1, cas. r, n. 38).

1289, 20 settembre. Istrumento di due mutui, uno di 140 fiorini d'oro e
l'altro di 180, contratti dal Comune con alcuni mercanti fiorentini. (Ar-
madio 1, cas. II, n. 58).

1289, 24 settembre. Mutuo di 2.000 fiorini d'oro contratto dal Comune
con alcuni mercanti fiorentini in Roma. (Armadio 1, cas. 11, n. 59).

16 dicembre. Istrumento di quietanza di un mutuo di 4.000 fiorini di
oro restituiti dal Comune ad alcuni mercanti fiorentini nella curia ro-
mana. (Armadio r, cas. rr, n. 65).

1266, 23 settembre. «... Nos dominus Guerriscus domini Albrici confi-
temur nos recepisse et habuisse per mutuum a te magistro Polo Iohannis
Gregorii de Interapne ducentas libras bonorum denariorum minutorum
usualis monete. Quos denarios principaliter uterque nostrorum in soli-
dum omni exceptione et occasione remota promictimus tibi magistro
Polo aut cui dederis et cesseris ius tuum reddere, solvere et numerare
hinc ad annum finitum sub obligatione bonorum nostrorum mobilium
et immobilium presentium et futurorum ... . Hoc actum est in Aqua-
sparta ». (Registrum V., cit., c. 164).

1276, 14 ottobre. I procuratori di alcuni cittadini di Perugia fanno quie-
tanza di alcune somme loro restituite da alcuni cittadini di Todi. (Ar-
madio 1, cas. I, fasc. 4, n. 22).
13)

14)

EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII : 49

1290, 20 luglio. « In presentia mei, notarii et testium subscriptorum
Nucius domine Rainaldi de Tuderto procurator domini Nini domine
Sibilie... constitutus ab eis ad constituendum se nomine ipsorum et
ipsos omnes et quemlibet ipsorum in solidum fideiussores pagatores et
principales debitores penes infrascriptos mercatores silicet Labrum Vul-

pelli de societate Riccardorum de Lucca et eius sotios Lanfrancum An-

selmi de societate Clarentum de Pistorio et socios Bonansegnam Bonac-
cursi de societate Pulicum et Rembertinorum de Florentia et eius sotios Tu-
ram Bonamici de societate filiorum Bonsignoris et Bonaventure Reo-
nardinis de Senis et Feum Bonfantini de sotietate domini Thome Spil-
liati et Lapi Spine de Florentia et eorum sotios et quemlibet eorum ad
debitum viginti milium florinorum auri, quod dominus Matheus Petri
iudex syndicus et procurator rectorum consulum artium consilii et co-
munis civitatis Tuderti pro negotiis dicti comunis contraxit cum eisdem
mercatoribus, silicet cum qualibet sotietate pro quinta parte solvendum
in romana Curia usque ad festum omnium sanctorum proximum ». (Re-
gistrum V., c. 197).

1289. In nomine Domini, amen. Millesimo ducentesimo octuagesimo nono,
ducentesimo octuagesimo nono, indictione?), tempore domini Nicholai
pape quarti. Liber continens proposiciones et reformationes consiliorum
generalium Communis Tuderti factarum tempore regiminis providorum
virorum Henrighelli domini Egidii, Rambaldi Bonaventure, Philippucii
domini Tudini de pallacio et Petrucii Jacobucii adunatorum vetero-
rum et novorum artium civitatis Tuderti et Guicardini de Morano de
Mutina notarii et nunc scribe dicti communis ellectorum et deputatorum
ad custodiendum Pallacium communis et ad gerenda alia negotia neces-
saria et oportunia pro communi prefacto scriptum per meipsum Guiccar-
dinum prefactum.

Die dominico, secundo mensis januarii.

In nomine Domini amen. Congregato Consilio generali communis Tuderti
una cum consullibus artium dicte civitatis ut moris est ad sonum cam-
pane, tube et vocem preconiam, de mandato dictorum adunatorum et
Guicardini ex baylia eis concessa per consulles artium dicte civitatis ex
auctoritate eis atributa per consilium generale communis Tuderti, in
quo quidem consilio cum nula nova pro communi habeantur de sindicis
communis Tuderti missis pro communi pro potestate novo in partibus
Lombardie, et ipsis adunatoribus et Guigardino instetur quod pro com-
muni Tuderti mittatur, scitum quid sit de dictis sindicis, proponit et
consilium sibi dari petit Rambaldus Bonaventure pro se et aliis suis

a) indictione seguita da prima espunta.

^K * 8
ri
ti. iii di
LUCIANO ROSSI

sociis ibidem presentibus consentientibus et volentibus quid placet con-
silio super hoc providere et ordinare.

Item cum certi iudei qui alias per commune fuerunt requisiti venire ad
standum et ad exercendam eorum artem in civitate Tuderti certis pactis ,
et condicionibus et nunc se obferiunt et obtellerunt se velle venire pactis
et condicionibus alias inter dictum commune et eos factis et ordinatis
proponit idem Rambaldus quid placet Consilio super providere et ordinare.
Guidarelus Johannis arengando consuluit super posta judeorum quod
factum dictorum iudeorum remaneat in provissione dictorum adunatorum
et Guicardini et .xii. sapientum elligendorum per duos homines per re-
gionem. ad examinandum cum dictis judeis dicta pacta que petuntur
per eos et provissa per eos reducantur ad presens consilium ... In refor-
matione cuius consilii facto partito per dictum Rambaldum super posta
iudeorum placuit maiori parti dicti consilii quod negotium dictorum iu-
deorum auctoritate presentis consilii remaneat in provissione et exa-
minatione dictorum adunatorum et Guicardini et xir. sapientum elli-
gendorum per duos homines per regionem et provissa et examinata per
eos, reducantur ad presens consilium ... Nomina .xrr. sapientum ellec-
torum ad examinandum factum et pacta iudeorum secundum formam
suprascripte reformationis :

Odducius Paulocti de regione Camucie ellectus per dominum Oddo-
nem de Aquasparta

Portexella Milli de eodem regione ellectus per Andriolum Petri

Guitus Gualterii de regione Nidoli ellectus per Raynalducium Tedixii

Angelucius Berardoli de eodem, ellectus per Andriolum Iacopi

Andrictus Bartholi de regione Vallis, ellectus per dominum Guinfium
domini Oddonis

Bonaventura Bonagure de eodem regione, ellectus per Mane Compagni

Berarducius Castellonis de regione sancte Prasedis, ellectus per Xan-
drum Iannis

Colla Bartholi de eodem, ellectus per Colum Angelerii

Nicholucius Tudinucii de regione sancti Silvestri, ellectus per Aginan-
tem Bonagure

D...) de regione Collis ellectus per Gualfreducium Fortis

Angelucius Blaxii de eodem, ellectus per Scatonum Raynaldi

Nicholucius Albrici de regione sancti Silvestri ellectus per Symucium
Tudini.

Presentibus testibus: Johannes Lascha et Johanutio, banitoribus com-
munis Tuderti.

a) abrasura dopo la D.
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 51

Et ego Guigardinus notarius et nunc scriba dicti communis interfui et
Scripsi.

Die quarto mensis ianuarii. In nomine Domini amen. Congregato con-
silio generali communis Tuderti, una cum consullibus artium dicte civi-
tatis in pallatio dicti communis ad sonum campane, tube et vocem preco-
nis de mandato?) dictorum adunatorum et Guicardini ; in quo quidem
consilio Rambaldus Bonaventure pro se et aliis suis sociis de eorum as-
sensu et voluntate ibidem presentibus, consensientibus et volentibus
cum alias per consilium generale communis Tuderti fuerit reformatum
super facto iudeorum quod pacta que petuntur per ipsos iudeos deberent
remanere in provissione et examinatione dictorum adunatorum et mei
Guicardini et.xrr. sapientum et provissa et examinata per eos reduci
debeant ad presens consilium et dicti sapientes per dictos adunatores
asumpti fuerunt in concordia de predictis quod infrascripta pacta por-
recta per ipsos iudeos") pro communi Tuderti prout scripta sunt admit-
tantur, proponit idem Rambaldus quid placet consilio super hoc provi-
dere et ordinare generaliter consulatur ; quorum pactorum tenor inferius
declaratur lectorum per me notario in presenti consilio.

Hec sunt pacta in quibus se offerunt iudei.

In primis quod ipsi volunt esse defensi in civitate et comittatu Tuderti
tamquam cives Tuderti et liberi et franchi et exempti ab omni data et
collecta que imponeretur pro communi cum ipsi vellint esse cives.

Item quod nula persona audeat vel presumat extrahere eos de eorum
lege nec aliquid eis facere quod sit contra eorum legem.

Item quod non obsint eis alique represalie quas aliquis haberet contra
aliquem ex iudeis vel contra aliquem alium vel contra commune Rome
vel contra illum vel illos qui venirent vel venire voluerint ad domum
ipsorum.

Item quod ipsi nec alter ipsorum cogantur mutuare aliquam pecunie
quantitatem communi vel specialibus personis contra eorum voluntatem.

Item quod si aliquis poneret aliquod pignus vel aliqua pignora pro aliqua
quantitate pecunie quod nulus alius possit ab eo repetere ipsa pignora
sive pignus occasione rapine salvo quod si aliquis probaret quod esset
suum pignum sive pignora quod debeat solvere eis pecuniam mutuatam
pro parte que restaret et reciperet pignus nominata eadem persona que
pignus per dictum suum dixerit que dictum pignus pignoraverit.

Item quod si aliquis poneret ei aliquod pignus, quod pignus ipsi habe-
bant per unum annum quod ipsi possint ipsum pignus vendere requisito

a) espunto nobil.
b) Ripetuto porrecta per ipsos iudeos.
LUCIANO ROSSI

primo illo qui ipsum pignus eis dederit ut infra mensem unum debeat
recoligere et si non recoligeret infra dictum tempus ipsi habeant licen-
tiam vendendi. Et si dictum pignus non valeret tantum, vel non esset
sufficiens, quod iudex curiarum capere illum in personam et capi facere
teneatur ad voluntatem ipsorum iudeorum ut ipsum pignus recoligat,
quod pignus vendi possit et debeat publice et patenter in civitate Tu-
derti. Et si pluris acceptum fuerit, restituatur debitori residuum.

Item quod si aliquod pignus vel pignora fuerint devastata sive rosa per
mures sive vermes, quod ipsi non teneantur emendare.

Item quod ipsi iudei habeant licentiam et potestatem portandi arma
offendibilia et defendibilia per civitatem et comittatum Tuderti, de die
et de nocte, sine aliqua pena. Et si aliquem vel aliquos offenderent,
teneantur ad illas penas quemadmodum alii cives et comittatini Tuderti.

Item quod nula persona possit vel debeat eos vocare vel vocare facere
ad aliquam aliam curiam nisi ad curiam communis Tuderti et quilibet
contrafaciens puniatur per potestatem vel rectorem communis Tuderti
in .C. florenis auri, scilicet in medietate communi et in alia medietate
eis.

Item quod nulus alius iudeus vel iudej possint stare vel morari ab hodie
in antea in civitate vel comittatu Tuderti et si aliquis vel aliqui venerint,
quod potestas vel rector communis Tuderti teneantur eum vel eos
expellere de civitate et comitatu Tuderti ad eorum voluntatem et pe-
titionem ; et quotiens ipsi vel alter eorum non adimpleverint promissa
per eos, quod commune Tuderti non teneatur ad aliqua eis promissa
per commune et quod ipsum commune possit eos licentiare ad eorum
voluntatem, facta eis prius satisfactione de omni eo quod habere vel
recipere tenerentur.

Item quod quilibet debitorum ipsorum cogatur per potestatem et curiam
Tuderti in personam ad eorum voluntatem ad solvendum debitum de
quo apparebit publicum instrumentum scriptum per aliquem notarium
tudertinum vel comittatinum Tuderti et dummodo solvatur salarium.

Item quod nulus possit opponere contra eorum instrumentum aliquam
exceptionem vel aliquid aliud, nisi per instrumentum quietationis vel
instrumentum cancellatum scriptum per notarium Tuderti vel comit-
tatus.

Item quod si episcopus tudertinus vel eius vicharius vel aliqua alia per-
sona voluerit eos extrahere vel vocare ad aliquam curiam, nisi in curia
communis Tuderti, quod commune teneatur eos defendere, expensis co-
mmunis, sicut alios cives et comittatenses tenetur.
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 53

Item quod commune Tuderti teneatur eos defendere et custodire in per-
sona et rebus tempore alicuius guerre, et si esset eis aliquid, acceptum
tempore guerre quod commune teneatur eos defendere, expensis com-
munis, eis emendare quod eis acceptum esset in civitate Tuderti tantum
et per vim.

Item quod si aliquis repeteret ab eis aliquod pignus vel pignora, quod
non audiatur nec eis ius fiat nisi appareret scriptum in libris ipsorum
iudeorum, data eis policia per ipsos iudeos et de sua manu.

Item quod de omnibus predictis et singulis eis observandis fiat et con-
stituatur sindicus per commune Tuderti et curare?) eos judeos sub pena
mille florenorum auri solvendorum medietatem dictis iudeis et aliam me-
dietatem curie Rome.

D. Raynugolus Hermani arengando consuluit quod capitula sive pacta
petita per iudeos et lecta in presenti consilio") examinentur per .xii. sa-
pientes, alias super eis habitos, et alios per ipsos elligendos in ea quanti-
tate quam viderent convenire et provissa et examinata per eos ad presens
consilio reducantur.

In reformatione cuius consilii facto partito ad sedendum et levandum
per dictum Rambaldum, placuit maiori parti dicti consilii quod dicta
capitula sive pacta dictorum iudeorum remaneant in provissione et exa-
minatione dictorum .xii. sapientum et aliorum quos cum eis habere vo-
luerint ; et provissa et examinata per eos redducantur ad presens con-
silium et secundum quod tunc consilio placuerit procedatur.

Actum in pallatio dicti communis, presentibus testibus Symucio domini
Tudini, Nicholucio Albrici, Johanne Lascha et Johanacio Leonardi, ba-
nitoribus communis.

Et ego, Guigardinus de Morano de Mutina, notarius et nunc scriba dicti
communis, scripsi.

Die quinto mensis ianuarii. In nomine domini amen. Millesimo ducen-
tesimo octuagesimo nono, tempore domini Nicholai pape quarti, indic-
tione secunda.

Congregato consilio generali Communis Tuderti, una cum consulibus ar-
tium dicte civitatis de mandato dictorum adunatorum et Guicardini
positorum per consilium Communis Tuderti ad standum in pallatio com-
munis predicti et ad ipsum custodiendum et pro factis communis geren-
dis sono campane ut moris est voce preconia, sono tube premisso in pal-

a) lettura dubbia.
b) segue parola illeggibile per la piegatura del foglio.
in dna ENT \ 4 boe al Vs ^d bw.

LUCIANO ROSSI

latio dicti communis in quo quidem consilio Rambaldus Bonaventure
proposuit tractatu habito cum Vitalle domini Genati, Sabbato domini
Matassie, Manoello domini Helie et Manoello domini Habrae iudeis re-
cipientibus pro se, eorum filiis et heredibus et nepotibus, familiaribus et
eorum filiorum et nepotum, heredibus et sociis; in quo consilio lecta
fuerunt infrascripta capitula examinata cum .xii. sapientibus viris, et
cum aliis .vi. adiunctis de voluntate dictorum .xii., secundum reforma-
tionem consilii communis prefacti, super quibus omnibus et singulis pre-
dictus Rambaldus de voluntate et consensu aliorum suorum sociorum,
.Sibi petiit consilium exiberi an ipse tractatus deberet acceptari vel non,
et ipsi iudei essent recipiendi in civitate Tuderti cum ipsis pactis et con-
dicionibus et capitulis infrascriptis et super ipsis firmandis et promit-
tendis observare et observari facere, sindicus citaretur per ipsum con-
silium et ad penam promittendum predictis omnibus et singulis infra-
scriptis et quolibet predictorum et infrascriptorum observandis; que
quidem capitula ista sunt et quorum tenor talis.

In nomine Domini amen. Hec sunt pacta in quibus se offerunt supra-
dicti iudei.
In primis quod ipsi volunt esse defensi in civitate et comitatu Tuderti

tamquam cives Tuderti et liberi et franchi et exempti ab omni data et
collecta que imponeretur pro communi cum ipsi vellint esse cives.

Item quod nula persona audeat vel presumat extrahere eos de eorum
lege nec aliquid eis facere quod sit contra eorum legem.

Item quod non obsint eis alique represalie quas aliquis haberet contra
aliquem ex iudeis vel contra aliquem alium vel contra commune Rome
vel contra illum vel illos qui venirent [vel] venire voluerint ad domum
ipsorum et hoc intelligatur de iudeis.

Item quod ipsi nec ipsorum alter cogantur mutuare aliquam pecunie
quantitatem communi vel specialibus personis contra eorum volun-
tatem.

Item quod si aliquis poneret aliquod vel aliqua pignora pro aliqua quan-
titate pecunie, quod nulus alius possit ab eo repetere ipsa pignora sive
pignus occasione rapine vel alia quacumque cum salvo quod si aliquis
probaret quod esset suum pignus sive pignora, quod debeat eis solvere
pecuniam mutuatam pro parte que resteret 2) et reciperet pignus facta
mentione de persona que sibi dictum pignus dederit.

Item quod si aliquis poneret ei aliquod pignus, quod pignus ipsi habe-
bunt per unum annum et quod ipsi possint ipsum pignus vendere requi-

a) resteret per restaret.
+

EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 905

sito primo illo qui ipsum pignus eis dederit ut infra unum mensem debeat
recolligere et si non recolligeret infra dictum tempus ipsi habeant li-
centiam vendendi et si dictum pignus non valeret tantum, vel non esset
sufficiens, quod iudex curiarum teneatur capere illum vel illos in persona
ad eorum voluntatem ut ipsum pignus recoligat, quod pignus vendi
debeat publice et patenter in civitate Tuderti, et si pluris acceptum
fuerit, restituatur debitori residuum per predictor.

Item quod si aliquod pignus vel pignora fuerint devastata sive rosa per
mures sive vermes quod ipsi non teneantur eis aliquid emendare.

Item quod ipsi iudei habeant licentiam et potestatem portandi arma of-
fendibilia et defendibilia per civitatem et comittatum Tuderti de die et
de nocte sine aliqua pena ; et si aliquem vel aliquos offenderent, tenean-
tur ad illas penas quemadmodum alii cives et comittatini Tuderti.

Item quod nula persona de civitate vel comittatu Tuderti laycus possit
vel debeat eos vocare vel vocari facere ad aliquam aliam curiam, nisi ad
curiam communis Tuderti et quilibet contrafaciens puniri debeat per
potestatem vel rectorem communis Tuderti in .C. florenos auri scilicet
in medietate communi et in alia medietate ipsis iudeis.

Item quod nulus alius iudeus vel iudei possint stare vel morari ab ho-
dierna die in antea in civitate vel comittatu Tuderti et si aliquis vel
aliqui venerint, quod potestas vel rector qui pro tempore fuerint, tenean-
tur et debeant eum vel eos expellere de civitate et comittatu Tuderti
ad voluntatem et petitionem ipsorum ; et quotiens ipsi iudei supra no-
minati vel alter eorum non adimplerent promissa per eos, quod commune
Tuderti non teneatur ad aliqua eis promissa per commune ; et quod ip-
sum commune possit eos ad eius voluntatem, facta eis satisfactione de-
bita de omni eo quod habere teneantur a quacumque persona.

Item quod quilibet debitorum ipsorum cogatur per potestatem et curiam
Tuderti et eorum officiales in persona ad eorum voluntatem ad solven-
dum debitum scilicet debitum de quo apparet pubblicum instrumentum
per aliquem notarium Tuderti vel comittatus scriptum, dummodo sol-
vatur communi salarium et teneatur dictus potestas et curia ipsos de-
bitores capere et detinere et capi facere personaliter ad petitionem ip-
sorum iudeorum.

Item quod nulus possit opponere contra eorum instrumentum aliquam
exceptionem vel aliquid aliud nisi per instrumentum quietationis vel
instrumentum cangellationis per notarium civitatis vel comittatus Tu-

derti scriptum.

Item quod si episcopus tudertinus vel eius vicharius vel aliqua alia per-
sona voluerit eos extraere vel vocare ad aliquam curiam nisi in curia

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LUCIANO ROSSI

communis Tuderti, quod commune teneatur eos defendere expensis com-
munis sicut tenetur alios cives et comittatenses Tuderti.

Item quod commune Tuderti teneatur eos defendere et custodire in per-
sona et rebus tempore alicuius guerre et si esset eis aliquid acceptum
tempore guerre, quod commune Tuderti teneatur eis emendare acceptum
in civitate Tuderti tantum et per vim.

Item quod de omnibus predictis et singulis observandis et adimplendis
fiat sindicus per commune Tuderti et curare eos iudeos sub pena mille
florenorum auri solvendo medietatem dictis iudeis et aliam medietatem
curie Romane.

Nomina sapientum additorum .xii. sapientibus ad providendum et exa-
minandum pacta supra scripta, ellectorum secundum reformationem su-
prascriptam : Vivianelus Ugolini, d. Salamo iudex, Convitatus d. Iacopi,
d. Oddo de Aquasparta, Aco faber, Leonucius Tudini.

D. Oddo de Aquasparta arengundo consuluit quod predicti iudei pro
utilitate communis Tuderti et singulorum hominum dicte civitatis et
comittatus Tuderti recipiantur in civitate predicta ut cives dicte civita-
tis ad mercandum et negociandum et ad: morandum in eundo et in re-
deundo et quod ipsis iudeis integre observentur et observare debeant
omnia predicta capitula pro se et eorum filiis, heredibus et nepotibus,
familiaribus, et sociis omnibus de eorum societate, et quod sindicus ci-
tetur, ordinetur et constituatur in presenti consilio qui nomine dicti com-
munis recipiat promissionem a predictis iudeis et obligare de stando et
morando tamquam cives et ad mercandum et negotiandum in civitate
et comittatu Tuderti secundum formam predictorum capitulorum qui
sindicus promittat nomine et vice dicti communis et sub obligatione
omnium bonorum dicti communis predictis iudeis attendere et obser-
vare et observari facere omnia et singula capitula suprascripta et quod-
libet predictorum in omnibus prout scripta sunt.

In reformatione cuius consilii facto partito per dictum Rambaldum ad
sedendum et levandum, placuit multo maiori parti dicti consilii ita quod
clare et manifeste patuit, quod predicti iudei accipiantur et acceptentur
et integre sine ulla diminutione omnia suprascripta eis observentur et
fiant sicut per eos positum fuit et sicut consultum fuit per dictum d.
Oddonem et sicut continetur in omnibus et singulis capitulis supradictis
presentis consilii sancione, non obstantibus aliquibus statutis ordina-
mentis seu reformationibus in contrarium loquentibus a quibus ipse
Rambaldus, eius socij et ceteri qui tenerentur, sint totaliter absoluti.

Actum in pallatio communis Tuderti presentibus testibus Raynucolo
d. Hermani, Symucio Tudini, Johanne Lascha et Johan[n]acio Leonardi
banitoribus communis Tuderti.
15)

16)

17)

18)

EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 57

Et ego Guigardinus de Morano de Mutina notarius nunc scriba dicti
communis interfui et scripsi.

Nomen sindici supradicti est Nicholucius Albrici (Libro delle riformanze,
Sala 111, Arm. III, Sea. A, n. 3) 9.

1290, 13 giugno. Marocco di Guerrigio ed altri prendono a mutuo 250
libre di denari cortonesi da Bernardo di Giovanni. (Armadio 1, cas. II,
nad),

28 luglio. Mutuo di 1.000 fiorini d’oro contratto con un tale Azolino
Gualteroni mercante fiorentino, stabilito a Todi, da alcuni todini. (Ar-
madio I, cas. II, n. 83).

1290. Idem : il pessimo stato di conservazione del documento non con-
sente di stabilire se al Gualteroni fosse stata concessa la cittadinanza,
il Gualteroni riappare come prestatore di 2.000 fiorini d’oro in un istru-
mento di mutuo del 2 febbraio 1291. (Arm. 1, cas. II, n. 88) 9.

1290, 15 dicembre. «... In dicto namque consilio proponit dictus do-
minus potestas quid placet providere super petitionem Michaelis domini
Deotaiuti de Aretio que talis est: Michael domini Deotaiuti civis de
Aretio habitator civitatis Tuderti et cansor et tabularius supplicat vobis
domino Ubaldo potestati Tuderti et consilio Tuderti quatenus recipiatis
eum in civem et pro cive Tudertino cum ipse paratus sit ex parte sua
facere que faciunt boni cives et convenientia sibi et quod sibi conce-
dantur et fiant pro parte comunis que sunt consueta fieri civibus novis
quando recipiuntur in cives... In reformatione cuius consilii facto et
misso partito per dictum dominum potestatem ... stantiatum est per
omnes consiliares in consilio stantes quod petitio Michaelis domini Deo-
taiuti sit admissa [qui Michael] manuteneatur in ea libertate et immu-
nitate qua alii cives civitatis Tuderti ». (Registrum V. cit., c. 135v., Il. 29,
34 ?).

1290, 16 luglio. « Qualiter dominus Matheus domini Petri syndicus et
procurator... et comunis se obligavit mercatoribus romane curie per
xx millium florinorum auri » *).

1291, 5 e 11 novembre. Giovanni Lasca procuratore del comune, dichiara
che il debito fatto da alcuni cittadini verso Zolo di Iacopo per 1.000
libbre é a carico del comune, e che fu fatto per edificare le case nella
zona di Montemarte e Pompignano. (Armadio 1, cas. 11, n. 98). La copia
trovasi nel Registrum V. cit., c. 207).

1292, 28 febbraio. Bindo « Macii », mercante fiorentino della società di
Tommaso Spilliati e di Lapo di Ugo Spini, e Lanfranco di Anselmo, pi-
stoiese «societatis Clarentum », eleggono Benincasa « Melii » pistoiese e
19)

LUCIANO ROSSI

Bartolo di Gerardo « de Buscolis » fiorentino procuratori a riscuotere dal
comune di Todi 8.000 fiorini d’oro già avuti in mutuo per mano di Lino
di Sibilla e di Tello di Giacomo. Stipulato in Roma, notaio Tommasino
del fu Petrigolo di Armanino da Bologna. (Registrum V., c. 195).

1292, 19 marzo. Francesco « Anglarii » todino, procuratore di Mainerio
di Ranaldo Pulci e di Simone di Rota e di Amannito di Gaetano di Ode-
ringo, mercanti fiorentini della società dei Pulci e dei Rambertini, fa
quietanza di 2.250 fiorini d’oro ad Anastasio di Giovanni, camerario del
Comune di Todi, quale rata per la restituzione di un mutuo di 4.000
fiorini d'oro. (Registrum V., c. 201).

22 maggio. Alcuni mercanti della società Bonsignori da Siena, dimo-
ranti nella curia romana, fanno procura ad Ubertino di Manetto da
Cascia, della diocesi di Fiesole per ritirare un mutuo di 4.000 fiorini
fatto al comune. (Armadio 1, cas. 11, n. 108).

9 giugno. Quietanza fatta da Nino di Bartolomeo Baldovillano mercante
senese per la restituzione fattagli dal comune di un mutuo di 2.250 fio-
rini d’oro. (Armadio 1, cas. rri, n. 112).

1291, 15 gennaio. Istrumento di un mutuo di 300 fiorini d’oro contratto
da alcuni cittadini con Gino di Ruggero da Firenze. (Armadio 1, cas. rr,
n. 87).

29 marzo. Francesco di Bonaventura ed altri contraggono un mutuo di
600 libre di denari cortonesi con maestro Ugolino di Ugo, manescalco.
(Armadio 1, cas. 11, n. 89).

29 aprile. Francesco di Bonaventura contrae un debito di 200 libre di
denari cortonesi con Buccio di Mannello Bentivegna. (Armadio 1, cas.
II, n. 90).

9 giugno. Istrumento di un mutuo contratto per 240 libre di denari
cortonesi, da Andreolo di Pietro da Ruggero di Angelaio e da altri a
favore di Martino di Machello. (Armadio 1, cas. rr, n. 93).

6 luglio. Mutuo di libre 150 contratto da Lamberto di Pietro, come pro-
curatore di più cittadini, con Sardolo di Angelario. (Armadio 1, cas. 11,
n. 94).

16 agosto. Istrumento di un mutuo di 200 libre di denari contratto da
Tommaso di Forte e da altri cittadini di Todi con Petrucciolo e Lello
di Gratia. (Armadio 1, cas. II, n. 95).

29 settembre. Mutuo di 1.000 libre di denari cortonesi e di 224 fiorini
d’oro contratto da Ugolino di Giovanni, orefice, con Neri di Giulio di
Magnatello. (Armadio 1, cas. 11, n. 96).
20)

EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 59

3 ottobre. Istrumento di mutuo di 200 fiorini d’oro contratto da Lello
di Monalduccio. (Armadio 1, cas. rr, n. 97).

28 novembre. Istrumento di mutuo di 200 fiorini d’oro contratto con
Nereo di Egidio da Pellegrinetto di Fenile. (Armadio 1, cas. II, n. 100).
1292, 3 gennaio. Mutuo di 140 fiorini d’oro contratto da Giovannello di
Andrea di Bernardo con Cola di Giacomo. (Armadio 1, cas. 11, n. 101).

8 gennaio. Mutuo contratto da Jacobello di Raniero e da altri per 200
libre di denari cortonesi con Buccio... (Armadio 1, cas. 2, n. 103).

28 marzo. Mutuo di 1.800 libre di denari cortonesi contratto da Massa-
rello di Plenario con Ciolo di Gerarduccio. (Armadio 1, cas. 11, n. 110).

1292, 7 gennaio. [Capitula facta quibusdam hebreis foeneratoribus].

... Item quod quotiensqumque ipsi iudei vel aliquis eorum suam pecuniam
mutuabunt vel mutuaverint Communi Tuderti vel aliis specialibus per-
sonis pro dicto Communi vel aliis specialibus personis dicte civitatis et
commitatus Tuderti pro eorum factis propriis teneantur et debeant
ipsam pecuniam mutuare Communi Tuderti vel aliis specialibus perso-
nis recipientibus pro dicto Communi ad rationem duorum denariorum
cortonensium pro qualibet libra et pro quolibet mense. Et intelligatur

fuisse et esse debitum Communis Tuderti et pro dicto Communi con- -

tractum esse quotiens apparuerit per pubblicum instrumentum quod
syndicus Communis Tuderti promiserit specialibus personis ad dictum
debitum obligatis conservationem indempnitatis pro dicto debito ad quod
dicte speciales persone essent obligate apud ipsos iudeos vel aliquem
eorum. Et si aliquibus aliis hominibus et personis civitatis vel commita-

tus Tuderti pro eorum factis propriis mutuaverint eorum pecuniam mu-

tuent ipsam pecuniam ad rationem trium denariorum cortonensium pro
qualibet libra pro quolibet mense...

Qui iudei sunt isti silicet Bonaventura domini Beniamini, Dactolus ma-
gistri Moyse, Leo Sabbati, Foschus domini Beniamini et Mannellus Be-
niamini.

... Acta sunt predicta in civitate Tuderti in palatio Communis dicte
civitatis presentibus domino Tudino Egidij, Lamberto Petri, Baldutio
Massei et pluribus aliis testibus vocatis et rogatis.

Ego Franciscus de Sancto Benedicto civis Castellanus sancte romane
ecclesie auctoritate notarius et dicti Communis Tuderti notarius cancel-
larius et scriba ad reformationum officium deputatus predictis omnibus
presens interfui et ut supra legitur rogatus scripsi et publicavi.

(Ann: 1 cab ir n. 102).
60

LUCIANO ROSSI

|
|
| | 21) [Instrumenta super receptione iudeorum Tudertum].
|

In nomine Domini Amen. Hoc est exemplum exempli quorundam publi-
corum instrumentorum sive actorum quorum tenores cum die et consule

tales sunt.

In nomine Domini Amen. Hic est liber consiliorum et syndicatus officia-
lium comunis Tuderti et reformationum propositionum comunis Tuder-

ti factus et compositus tempore magnifici et potentis militis domini
Raynaldi de Bronforte honorabilis potestatis civitatis predicte et scrip-
itus per me Maffeum olim Abadegni de Cicitate Castelli notarium ad
predictum officium deputatum. Sub annis Domini millesimo ducente-
simo nonagesimo sectimo indictione decima tempore domini Bonifatii
pape octavi die .xvr. mensis julii. Convocato et congregato generali et
maiori consilio comunis civitatis Tuderti in palatio dicti comunis ad
sonum campane et voce preconia ut modis est de mandato sapientis viri
domini Percivalli de Firmo iudicis et vicarii magnifici et potentis militis
domini Rainaldi de Brunforte honorabilis potestatis civitatis predicte ;
in quo quidem consilio predictus dominus Percivallus vicarius proponit
quid placet consilio providere super petitione Dactoli iudei lecta per me
notarium in presenti consilio que talis est: Coram vobis domino Perci-
vallo vicario domini Rainaldi de Bronforte civitatis Tuderti honorabilis
potestatis Dactolus iudeus supplicando petit pro se et infrascriptis suis
sotiis et famulis eorum silicet Begnamino Dactolo et Ambramo fratribus
filiis olim ser Maffey et ser Bonaventura Begnamini et Salomono et Be-
gnamino filiis ser Bonaventure et Manuele, Consilio et Sabato fratribus
filis ser Ley et Begnamino e Bonaventura fratribus filiis ser Manuelis
per se et heredes eorum qui cum ipse et dicti sui sotii velint cives civita-
tis Tuderti et subire munera et honores sicut alii cives civitatis predicte
quatenus placeat vobis proponere in consilio generali seu proponi facere
si placet ipsi consilio ipsum Dactolum et dictos suos sotios cum eorum
famulis in cives recipere et pro civibus tenere cum illis pactis et condic-
tionibus quibus ammissi fuerunt Leoni Sabati, Manuele Begnamini, Dacto
magistri Moyse et Fulco Bengamini sociis ipsius Dactoli cum paratus
sit dictus Dactolus et dicti sui sotii in civitate predicta emere domum
et alias possessiones hac etiam fideliter intendant servire cum personis
et rebus comunis civitatis Tuderti sicut quilibet alii boni et fideles cives
civitatis predicte.

Galganus Johannis surgens in dicto consilio arengando consuluit quod
petitio Dactoli iudei admictatur et recipiatur ipse et predicti sui sotii
et habeantur pro civibus civitatis Tuderti et eorum famuli sicut et qua-
liter in sua petitione continetur cum illis pactis et condictionibus quibus
ammissi fuerunt aliis iudeis?) videlicet Leoni Sabati, Manuele Begna-

a) sta per alii iudei.
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 61

mini, Bonaventure Begnamini, Dacto magistri Moyse et Fulco Begna-
mini sotiis?) ipsius Dactoli auctoritate presentis consilii capitulo, statuto
aliquo non obstante, vel reformatione consilii facta vel facienda.

In reformatione cuius consilii facto partito per supradictum dominum
Percivaldum iudicem et vicarium ad levandum et sedendum ut moris
est placuit maiori parte consilii et ita obtentum fuit sicut consultum fuit
per Galganum Johannis qui supra consuluit.

Pacta vero facta per comune Tuderti Leonj Sabati et aliis iudeis sunt
ista. In primis quod ipsi volunt esse defensi in civitate et comitatu Tu-
derti tamquam cives Tuderti et liberi et franchi et excepti ab omni data
et collecta que imponeretur pro comuni cum ipsi volunt esse cives ;
item quod. nulla persona audeat vel presumat extrahere eos de eorum
lege nec aliquid eis facere quod sit contra eorum legem ;

item quod non obsint eis alique represalie quas aliquis haberet contra
aliquem ex judeis vel comune Rome vel contra illum vel alios qui veni-
rent vel venire voluerint ad domos ipsorum ;

item quod ipsi nec alter ipsorum cogantur mutuare aliquam pecunie
quantitatem communi vel specialibus contra eorum voluntatem ;

item quod si aliquis poneret aliquod pignus vel aliqua pignora vel ali-
quam quantitatem pecunie quod nullus alius possit ab eo repetere ipsa
pignora sive pignus occasione rapine, salvo quod si aliquis probaret quod
esset suum pignus sive pignora quod debeat eis solvere pecuniam mutua-
tam pro parte que cresceret et reciperet pignus nominato eidem quod
pignus predictum suum dixerit persona que dictum pignus pignoraverit ;
item quod si aliquis poneret eis aliquod pignus quod pignus ipsi habe-
bunt per unum annum quod ipsi possint ipsum pignus vendere requisito
prius illo qui ipsum pignus dederit ut infra mensem unum debeat recoli-
gere et si non recoligeret infra dictum tempus ipsi habeant licentiam
vendendi et si dictum pignus non valeret tantum vel non esset sufficiens
quod iudices curiarum capere illum in persona et capi facere teneantur
ad voluntatem ipsorum iudeorum et ipsum pignus recoligat quod pignus
vendi possit publice et patenter in civitate Tuderti et si plus receptum
fuerit restituat debitori residuum ;

item quod si aliquod pignus fuerit deguastatum sive rosum per mures
sive vermes quod ipsi non teneantur emendare ;

item quod ipsi iudei habeant licentiam et potestatem portandi arma de-
fensibilia et offensibilia per civitatem et comitatum Tuderti de die et
de nocte sine aliqua pena et si aliquem vel aliquos offenderent teneantur
ad illas penas quemadmodum alii cives et comitatenses Tuderti ;

item quod nulla persona possit vel debeat eos vocare vel vocari facere

a) sta per sotii.

M LS

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2:336 4 A ni to
LUCIANO ROSSI

ad aliquam aliam curiam nisi ad curiam comunis Tuderti et quilibet

| contrafaciens puniatur per potestatem vel rectorem comunis Tuderti in
| centum florenis auri silicet medietatem comuni et aliam medietatem eis ;
| item quod nullus alius iudeus vel iudei possint stare vel morari ab hodie
L| | in antea in civitate vel comitatu Tuderti et si aliquis vel aliqui venirent
.quod potestas vel rector comunis Tuderti teneantur eum vel eos expel-
lere de civitate et comitatu Tuderti ad eorum petitionem et voluntatem
et quotiens ipsi vel alter ipsorum non adimpleverint promissa per eos
quod comune Tuderti non teneatur ad aliqua eis promissa per comune
‘ et quod predictum comune possit eos licentiare ad eius voluntatem, facta
| | eos prius satisfactione de omni eo quod habere vel recipere tenentur ;
L| item quod quilibet debitori ipsorum cogatur per potestatem et curiam
Tuderti in persona ad eorum voluntatem ad solvendum debitum de quo
apparere publicum instrumentum scriptum per aliquem notarium Tu-
derti vel comitatus Tuderti et dummodo solveret salarium ;

item quod nullus possit opponere contra eorum instrumenta aliquam
exceptionem vel aliquid aliud nisi per instrumentum quietationis vel
instrumentum cancellationis scriptum per notarium Tuderti vel comi-
tatus ;

item quod si episcopus Tudertinus vel eius vicarius vel alia aliqua per-
sona voluerit eos extrahere vel vocare ad aliquam curiam comunis Tu-
derti quod comune teneatur eos defendere expensis comunis sicut alios
cives et comitatenses tenetur ;

item quod comune teneatur eos defendere et custodire in persona et re-
bus tempore alicuius guerre et si aliquid esset eis acceptum tempore
guerre comune teneatur eis emendare quod eis acceptum esset in civi-
tate Tuderti tantum et per vim ;

item quod de omnibus et singulis predictis eis observandis fiat et con-
stituatur sindicus per comune Tuderti et curet eos iudeos sub pena mille
florenorum auri solvendorum medietatem Judeis dictis et aliam medie-
tatem curie romane.

In Christi nomine Amen. Anno Domini millesimo ducentesimo nonage-

simo sextimo indictione decima tempore domini Bonifatii pape octavi

| die .xxr. mensis iulii in palatio comunis Tuderti presentibus testibus
| IBI domino Bonavere de Sancto Geniscio et domino Benvenuto de Roccha-
| contrata notario domini potestatis, Nuto macellario, magistro Jannino
i | de Collacone et Galgano Johannis notario de Tuderto et pluribus aliis.
| Sapiens vir dominus Percivallus de Firmo iudex et vicarius potentis viri
domini Ranaldi de Brunforte potestatis civitatis Tuderti cum consensu
voluntate et auctoritate consilii generalis dicte civitatis Tuderti in pa-
latio dicte civitatis more solito congregato et ipsum consilium cum con-
sensu voluntate et auctoritate dicti vicarii communiter et concorditer
vice et nomine dicti comunis Tuderti pro se et eorum successoribus fe-
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 63

cerunt et constituerunt et ordinaverunt Jovenatum Leonardi preconem
dicti comunis eorum et ipsius comunis verum et legitimum sindicum et
procuratorem et nuntium specialem vel si. quo alio nomine de iure et
facto et consuetudine melius dici potest vel censeri et specialiter ad re-
cipiendum vice et nomine dicti comunis pro ipso comuni Tuderti Dacto-
lum Begnaminj et socios suos et familiam eorum presentes et futuros in
cives et perpetuos habitatores civitatis et comitatus Tuderti ad dandum
et concedendum eidem et cuilibet eorum sociorum privilegium et con-
cessionem immunitatis et franchitie libertatis que gaudent alii cives
Tuderti et ut possint uti et frui statutis et reformationibus, honoribus,
libertatibus, dignitatibus et franchitiis dicti comunis secundum alii cives
predicte civitatis nullo penitus obstante et ad faciendum et recipiendum
cum ipso Dactulo et sociis suis pacta et conventiones et promissiones
facta seu factas et initas inter dictum comune Tuderti seu eius sindicum
ex una parte et Leonem Sabbati, Manuelem Bignamini, Fuscholum Bi-
gnamini, et Dactolum Moise et Bonaventuram Bignamini iudeos ex alia
parte ut de ipsis pactis et conventionibus plenius scriptum apparet per
Franciscum de Sancto Benedecto notario et publicatos per Rammaldum
notarium ; et ad penam mille florenorum de auro eis et cuilibet eorum
promictendum secundum formam dictorum pactorum pro predictis om-
nibus et singulis ipsis et cuilibet ipsorum integraliter observandis. Et
generaliter ad omnia alia et singula facienda, geranda et exercenda que
in predictis et circa predicta fuerint opportuna et que in predictis pactis
et conventionibus plenius continetur; promictentes predictus dominus
vicarius cum voluntate dicti consilii et ipsum consilium cum auctoritate
et consensu dicti vicarii perpetuo gratum et ratum et firmos habituros
quicquid per dictum sindicum et procuratorem factum et gestum fuerit
in predictis et quolibet predictorum et aliis quibuscunque ineherentibus
dependentibus et pertinentibus ad predicta sub jpotheca et obligatione
bonorum dicti comunis non obstante predictis vel alicui predictorum
aliquo capitulo statuti facto vel etiam faciendo aut reformationibus
consilii facte vel faciende nec aliquo pacto vel conventione quo vel que
predictis possent in aliquo derogare, set predicta semper obtineant per-
petuam roboris firmitatem. Et ego Maffeus olim Abbadengi de Civitate
castelli imperiali auctoritate notarius et nunc dicti comunis Tuderti
notarius et scripsi super reformationibus consiliorum et syndacatuum
predictis omnibus interfui et rogatus scribere scripsi et publicavi.

Et ego Philippus condam Francucii imperiali auctoritate notarius pre-
dicta omnia et singula de libro comunis Tuderti prout inveni fideliter
exemplavi et publicavi.

Item hoc est exemplum alius publici instrumenti cum die et consule
seu actorum publicorum eius sive quorum tenor talis est.

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PIRRO GIP ENS SIRIO 7 np ER DI AE I E i

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LUCIANO ROSSI

In nomine Domini Amen. Hic est liber seu quaternus officialium comunis
civitatis Tuderti inquisitionum et aliorum extraordinariorum factus et
compositus tempore potestarie nobilis et potentis militis domini Ray-
naldi de Brunforte honorabilis potestatis prefate civitatis Tuderti, sub
examine sapientis et discreti viri domini Percivalli de Firmo iudicis
extraordinarii civitatis predicte pro ipso domino potestate et scriptus
per me Benvenutum de Rocchacontrata notarium prefate civitatis pro
ipso domino potestate ad dictum officium extraordinarium specialiter
deputatum, sub annis Domini millesimo ducentesimo nonagesimo sectimo
indictione decima tempore domini Bonifatii pape octavi.

Die veneris .xvir. maii in publico et generali consilio civitatis Tuderti
voce preconis et sono tube de mandato magnifici et potentis militis
domini Raynaldi de Brunforte dicte civitatis honorabilis potestatis in
palatio dicti comunis more solito congregatus. Prefatus dominus potestas
de voluntate dicti consilii nemine discordante fecit, constituit et or-
dinavit quemlibet in solidum de suis iudicibus et sociis et unumquenque
ipsorum ipsius domini potestatis et dicti comunis Tuderti vicarium seu
vicarios generales ad omnia et singula gerenda, facienda et exercenda
tam in presentia quam in absentia ipsius domini potestatis civiliter et
criminaliter ordinarie et extraordinarie que ad eorum et cuiuslibet eorum
et ipsius domini potestatis et comunis Tuderti officium quocumque modo,
iure et causa pertinet et expectat et generaliter ad omnia et singula que
fieri et exerceri possent per ipsum dominum potestatem, volens et pro-
mictens idem dominus potestas voluntate dicti consilii ratum, gratum
et firmum habiturus quicquid per ipsos iudices et milites seu socios suos
et quemlibet eorum in solidum factum et gestum fuerit in predictis et
quolibet predictorum et aliis quibusqumque dignoscuntur iure vel con-
suetudine ad vicariatum officium pertinere; nomina vero predictorum
iudicum sunt hec : dominus Acolus de Ripatransonis iudex malleficiorum,
dominus Gentilis de Sancto Geniscio maior iudex civilium causarum,
dominus Percivaldus de Firmo iudex extraordinarius deputatus ; et no-
mina sociorum sunt hec : dominus Adonolfus de Sancto Geniscio, Nucius
domini Raynaldi de Rocca, Ranaldus Macellani de Firmo, Vanninus
Ugolini de Ripatransonis presentibus domino Nino milite, Galganello
notario, magistro Maffeo de Civitate Castelli notario reformationum et
Manalducio de Murro notario prefati domini potestatis et aliis pluribus
testibus. Et ego Phylippus cuondam Francucii de Tuderto imperiali auc-
toritate notarius predicta de libro comuni Tuderti fideliter exemplavi
et publicavi.

Item hoc est exemplum alius publici instrumenti cuius tenor cum die
et consule talis est.
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 65.

In nomine Domini Amen. Anno eiusdem millesimo ducentesimo nona-
gesimo octavo, indictione undecima, tempore domini Bonifatii pape oc-
tavi, die .xxirj. mensis iunii. Actum in platea comunis Tuderti coram
Ranollo Angelarii, Nucio domini Ranaldi, Gualterocto Finilis, Bartho-

lello Plenerii de Cammorata et Iegio Iovenatii precone testibus presen- :

libus et rogatis. Hoc quidem tempore Iovenatis Leonardi de Regione
Collis publicus preco comunis predicti, sindicus et procurator ipsius co-
munis Tuderti ad infrascripta omnia et singula specialiter ordinatus
prout dixit apparere sindicatus manu Maffei de Civitate Castelli notarii
reformationum dicti comunis sindicario nomine ipsius comunis et pro
ipso comuni Tuderti pro se et suis successoribus recepit Dactolum Be-
gnamini iudeum ibidem presentem pro se et Bignamino Dactulo et
Abbramo fratribus filiis ser Moyse et ser Bonaventura Bignamini et
Salamone et Bignamino filiis ser Bonaventure et Manuele, Consilio e
Sabbato filiis ser Ley et Bignamino et Bonaventura fratribus filiis ser
Manuelis et pro omnibus et singulis supradictis et quolibet predictorum
et eorum heredibus, successoribus, famulis et familiaribus presentibus et
futuris sollemniter et legitime stipulantibus et recepit in cives et perpetuos
habitatores civitatis et comitatus Tuderti, dando et concedendo ei[s]dem
et cuilibet eorum et dicto Dactulo pro se et pro dictis omnibus et singulis
recipienti privilegium et concessionem immunitatis, libertatis et fran-
chitie qua gaudent alii cives Tuderti ut possint et debeant uti et frui
statutibus, reformationibus, ordinibus, honoribus, dignitatibus, liberta-
tibus et franchitiis et privilegiis dicti comunis secundum quod alii cives
civitatis predicte nullo penitus obstante. Et hoc ideo quia dictus Dacto-
lus nomine quo supra promisit stare et morari in dicta civitate et mutuare
et omnia alia et singula facere que continentur in pactis et promissio-
nibus et conventionibus factis et initis inter comune Tuderti et Johannem
Lascham sindicum dicti comunis ex una parte et Leonem Sabbati, Ma-
nuelem Bignamini, Fuscholum Bignamini et Dactolum Moyse et Bona-
venturam Bignamini iudeos ex alia parte ut de ipsis pactis et conventio-
nibus plenius scriptura apparet per Franciscum de Sancto Benedecto
notarium de Civitate Castelli que sunt publicata per Rammaldum Bona-
venture notarium, promictens dictus sindicus quod contra presentes pro-
missiones et contra pacta predicta scripta per dictum Francischum et
publicata per dictum Rammaldum per comune Tuderti aut officiales
dicti comunis presentes et futuros non fiet aliquod statutum nec refor-
matio nec promissio aut conventio nec est facta vel factura per quod
vel quem posset presentibus contractibus et promissionibus in aliquo
derogari set semper dicta pacta et presens promissio perpetuam obti-
neant firmitatem. Que omnia et singula in presenti contracti contenta et
quecumque in dictis pactis et promissionibus scripta per dictum Franci-
scum et publicata per dictum Rammaldum, dictus sindicus nomine et



x - D 9, , i ^ D. rds
RIA DP E OI OO
LUCIANO ROSSI

vice dicti comunis ex una parte et dictus Dactolus nomine quo supra
ex altera parte invicem inter se promiserunt per sollemnem stipulatio-
nem hinc idem intervenientes perpetuo grata, rata et firma habere et
tenere actendere et observare et in nullo eorum contrafacere vel venire
de iure vel de facto in iudicio vel extra ratione aliqua, occasione vel ex-
ceptione sub pena contenta in dictis pactis et promissionibus scriptis
per dictum Franciscum et publicatis per dictum Rammaldum stipulatione
premissa et sub obligatione bonorum dicti comunis et dicti Dactuli pre-
sentium et etiam futurorum de quibus bonis dedit una pars alteri parti
liberam potestatem accipiendi, apprhendendi et detinendi tenutam et
possessionem quandocumque utile fuerit vel necesse auctoritate propria
sine curie reclamatione iura aliqua non obstante et dampnum... extra
que et quas et que quilibet eorum propterea facerent in iudicio sive extra
invicem reficere promiserunt. Et ipsa pena soluta vel non predicta omnia
et singula perpetua nichilominus obtineant firmitatem. Renuntiantes
exceptioni non facte, recepte promissionis et conventionis doli mali in-
facto et sine causa et omni alii reali et personali legum et iuris auxilio
renuntiantes quibus contra dictum Dactulum et dictos suos socios et
familiam uti aliquo tempore non presumet per se vel alium. Et insuper
ego Philippus notarius infrascriptus ex licentia et auctoritate mihi con-
cessa a capitulo statuti comunis Tuderti quod loquitur de guarentiis
nomine guarentie precepi predictis sindico et Dactulo et cuilibet ipsorum
presentibus et volentibus et ipsum preceptum guarentie in se sponte re-
cipientibus, ut unus alteri ipsorum actendant et observent omnia et sin-
gula supradicta promissa et nominata per eos secundum capitulum gua-
rentie comunis Tuderti. Et ego Phylippus eondam Francucii de 'Tuderto
imperiali auctoritate notarius predictis omnibus interfui et rogatus scri-
bere scripsi et publicavi.

Et ego Tellus Coli imperiali auctoritate notarius de Tuderte predicta a
dictis autenticis instrumentis seu actis sumsi et prout in eis inveni ita
hic in duabus cartarum petiis simul sutis fideliter exemplavi, copiavi et
transcripsi cum licentia, auctoritate et decreto sapientis et discreti viri
domini Iacobi de Civitate Castelli iudicis maioris comunis Tuderti per
magnificum virum Galassinum de Carnano honorabilem potestatem ci-
vitatem Tuderti, sub anno Domini millesimo trecentesimo decimo in-
dictione octava tempore domini Clementis pape quinti die .XXIIIJ. mensis
novembris. Actum in palatio comunis Tuderti coram Nino Bovicelli et
Nallo Giliutii de Tuderto testibus presentibus et vocatis et presentibus
discretis viris Iacobo Angelarii et Petro Nucii notariis Tudertinis cum
quibus presentia instrumenta cum dictis autenticis diligentius abscul-
tavi qui se subscripserunt in testes.

Et ego Petrus Nucii de Tuderto auctoritate imperiali notarius abscul-
tator dictorum instrumentorum cum autenticis simul cum suprascripto EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 67

Tello et infrascripto Iacobo interfui et in testem me subscribens meum
signum apposui consuetum.

Ego Iacobus olim Angelarii de Tuderto imperiali auctoritate notarius
abscultator dictorum intrumentorum cum autenticis simul cum infra-
scriptis Tello et Petro publicis notariis et in testem me subscribens meum
signum apposui consuetum.

Et ego Iohannes eondam Gerardi de Tuderto imperiali auctoritate nota-
rius et iudex ordinarius predicta omnia et singula a dictis exemplis sump-
tis copiatis et exemplatis a dictis instrumentis autenticis sive actis et
ut supra patet cum dictis notariis abscultatis sumpsi et prout in eis
inveni ita hic nil adens vel minuens per quod posset intellectus in aliquo
variari fideliter transcipsi copiavi et exemplavi in tribus cartarum petiis
simul iunctis et in earum iunctusis apposito solito signo meo de mandato
licentia decreto et auctoritate sapientis et discreti viri domini Guelfi
iudicis magioris curie comunis civitatis Tuderti tempore nobilis militis
domini Petri de Santo Geminiano honorabilis capitanei dicti comunis
sub anno Domini ab eiusdem nativitate millesimo trecentesimo vigesimo
sexto indictione nona tempore domini Iohannis pape vigesimi secundi
die ultima mensis septembris a dicto iudice concessa et facto in palatio
novo comunis Tuderti coram Iolo Vignutii et Ciechino Iacobelli Nisterne
notariis de Tuderto testibus presentibus et vocatis dicto iudice sedenti
pro tribunali in dicto palatio ut est moris et presentibus Francischo et
Iacobo notariis infrascriptis qui se subscripserunt in testes et cum quibus
hec instrumenta cum dictis exemplis diligentius abscultavi.

Et ego Franciscus quondam Iacobi Francisci de Tuderto imperiali
auctoritate notarius abscultationi presentium instrumentorum cum dictis
instrumentis sumptis ut exemplis ab instrumentis autenticis sive actis
et interpositioni auctoritatis predicte una cum dicto Iohanne et infra-
scripto Iacobo notario presens fui et quia concordare inveni de mandato
et auctoritate dicti iudicis me in testem subscribens aposui solitum sin-
gnum meum.

Et ego Iacobus cuondam Gilii Benvengnatis de Tuderto imperiali auc-
toritate iudex ordinarius et notarius abscultationi dictorum instrumen-
torum et exemplorum et auctoritatis interpositioni una cum dictis Io-
hanne et Francisco notariis interfui et quia dicta exempla cum exemplis
a quibus sumpta fuerunt diligentissime concordare inveni ideo hic de
mandato et auctoritate dicti iudicis cum appositione mei signi soliti me
in testem subscripsi.

(Arm. 1, cas. III, n. 122).

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A MM eom ssim eat TE sant etras dre irene td

- MEL
68

LUCIANO ROSSI

22) [Instrumentum acceptationis quorundam judeorum |.

In nomine Domini Amen.

Hoc est exemplum cuiusdem rogitus scripti et registrati in libro rogit[u]um
et protocolorum scripto manu Filippi Francucii notarii de Tuderto de-
funti copiatum per me Franciscum Iacobi Francucii notarium de ipso
libro, cuius contractus cum die et consule tenor talis est.

In nomine Domini Amen.

Anno Domini millesimo ducentesimo nonagesimo septimo indictione de-
cima, tempore domini Bonifatii pape octavi die .xxv. iulii. Actum in
palatio comunis Tuderti coram domino Percivaldo iudice domini Ray-
naldi de Brunforte potestatis Tuderti et domino Maffeo notario reforma-
tionum de Civitate Castelli, Lippo Martini de regione Nidola, Ierio Iove-
natii et Galgano Camppanario testibus presentibus et rogatis. Iovanatius
Lonardi preco comunis Tuderti sindicus et procurator ipsius comunis ad
infrascripta omnia et singula specialiter ordinatus ut de ipsius sindicatus
plenius scriptum apparet per Mafeum de Civitate Castelli notarium sin-
dicus nomine ipsius comunis et pro ipso comuni Tuderti pro se et suis
successoribus recepit Dactulum Begnamini iudeum presentem pro se et
dicto Begnamino suo patre et heredibus suis et dicti sui patris et Dactulo
Angeli, Benedicto Moyse, Abraam eius filio, Manuele et Angelo Bonaven-
ture, Dactulo Vitalis, Vitale Bonaventure et Musecto Begnamini et Bo-
naventura Angeli et pro omnibus et singulis sociis dictorum Bengnamini
et Dactuli et eorum heredibus successoribus et familiaris presentibus et
futuris soleniter et legitime stipulantibus et recepit in cives et perpetuos
habitatores civitatis et comitatus Tuderti dando et concedendo eisdem et
cuilibet eorum et dicto Datulo pro se et predictis omnibus et singulis
recepit privilegium et concessionem immunitatis, libertatis et franchitie
que gaudent alii cives Tuderti ut possint et debeant uti et frui statutis,
reformationes, ordinamentis, honoribus dig[n]itatis libertatis et franchi-
tiis et privilegiis dicti comunis secundum quod alii cives civitatis predicte
nulla penitus obstante et hec ideo quia dictus Dactolus nomine quod
supra promisit stare et morari in dicta civitate et mutuare et omnia alia
et singula facere que continentur in pactis promissis et conventionibus
factis et initis inter comune Tuderti et Iohannem Lascam sindicum dicti
comunis ex una parte et Leonem Sabbati et Manuellem Bignamini et
Fusculum Begnamini et Dactulum Moysi et Bonaventura Begnamini
iudeos ex alia parte ut de ipsis pactis at conventionibus plenius scriptum
apparet per Franciscum de Sancto Benedicto de Cicitate Castelli nota-
rium que sunt pubricata per Rabaldum notarium promictentes dictus
sindicus quod contra presentes promissiones et contra pacta predicta
scripta per dictum Franciscum et pubblicata per dictum Raynaldum per
comune Tuderti aut officiales dicti comunis presentes et futuros non EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 69

fiet aliquod statutum nec reformationes nec promissio aut conventio
nec est factum vel facturum per quod vel que possit presenti contratu[l]et
promissionibus in aliquo derogari set semper dicta pacta et presens per-
petuam promissio octineat firmitatem ; que omnia et singula in presente
contractu contenta et quecumque continentur in dictis pactis et promis-
sionibus scriptis per dictum Franciscum et publicatum per dictum Ray-
maldum dictus sindicus nomine et vice dicti comunis ex una parte et
dictus Dactolus nomine et vice quo supra ex altera parte invicem inter
se promiserunt per solemnem stipulationem hinc inde interveniente per-
petuo grata, rata et firma habere tenere actendere et observare et in
nullo eorum contrafacere vel venire de iure vel de facto in iudicio vel
extra ratione aliqua vel occasione sub pena contenta in dictis pactis et
promissionibus scriptis per dictum Franciscum et publicatis per dictum
Ramaldum stipulatis promissionibus et sub obligatione dicti comunis
bonorum et dicti Dactuli presentis et etiam futurorum de quibus bonis
dedit una pars alteri liberam potestatem accipiendi apphrendendi et
detinendi tenutam et possessionem quandocumque utile fuerit vel ne-
cesse auctoritate propria sine curia reclamato iure aliquo non obstante
et da[m]pno et expensis que quilibet eorum propterea faceret in iudicio
sive extra invicem reficere promiserunt et ipsa pena soluta vel non pre-
dicta omnia et singula perpetua nihilominus octineant firmitatem. Et
ego Philippus notarius infrascriptus et licentia et auctoritate michi con-
cessa a capitulo constituto comunis Tuderti qui loquitur « de guarentigiis
nomine guarentigie », precepi predictis sindico et Datulo et cuilibet eo-
rum pro se et in solidum presentibus et volentibus et ipsum in se sponte
recepit ut unus alteri actendet et observet omnia et singula supra dicta
et nominata secundum capitulum guarentigie comunis Tuderti etcetera.

Et ego Franciscus cuondam Iacobi Francucii de Tuderto imperiali
auctoritate notarius predicta de rogitibus et protocollis predicti Filippi
notarii defunti prout in ipsis inveni ita hinc nilli adens vel minuens
per quod posset intellectus in aliquo variari fideliter trascripsi copiavi
et exemplavi in hanc publicam formam rediens de mandato licentia et
auctoritate mihi concessa per sapientem virum dominum Gorum iudicem
maioris curie comunis Tuderti tempore nobilis viri Cappeti de Monte
Acuto dicti comunis honorabilis potestatis sub anno Domini millesimo
trecentesimo vigesimo sexto, indictione nona, tempore domini Iohannis
pape .xxiJ. die ultima mensis septembris prout de ipso mandato patet
manu Petri Pauli de regione Collis notarii presentibus infrascriptis Ia-
cobo et Iohanne notariis qui se subscripserunt in teste[s] et cum quibus
presens instrumentum cum rogitu abscultavi.

Et ego Iohannes condam Gerardi de Tuderto imperiali auctoritate no-
tarius abscultationi predicte et interpositioni dicte auctoritatis una cum

TIA
LUCIANO ROSSI

dicto Francisco et infrascripto Iacobo notariis presens fui et quia dictum
instrumentum inveni cum rogitu concordare in testem mandato et auc-
toritate dicti iudicis me subscribens apposui solitum signum meum.

Et ego Iacobus condam Gilii Benvengnatis de Tuderto imperiali auc-
toritate iudex ordinarius et notarius abscultationi predicte et auctori-
tatis interpositioni una cum prefatis Francisco et Johanne notariis pre-
sens fui et quia presens exemplum et instrumentum cum rogitu novi
diligentissime concordare ideo de mandato et auctoritate dicti iudicis
me in testem subscripsi et signum meum apposui consuetum.

(Arm. 1, cas. m, n. 123).

NOTE

1) La numerazione del Registrum Vetus è quella a stampa.

?) Il sistema della immunità viene usato anche per la introduzione in
Todi di un medico specializzato in ortopedia.

3) Esiste tuttora nei pressi di Todi, vicino al torrente Naia, una loca-
lità detta Camagna.

3) «I patti della transazione del 1290 sono più chiaramente espressi
nel più volte citato libretto del conte Ettore di Titignano : «lodaro che esso

- castello si vendesse per venticinquemila fiorini, con patto che il castello dai

fondamenti si dovesse scarcare, et mai più in perpetuo nel poggio si dovesse
fare nullo edificio, et similmente in la tenuta di detto castello, salvo che case
per i lavoratori, non in modo di fortezza, né che stiano quattro o sei case
per luogo, ove possa abitare lavoratore, quattro o sei famiglie, et se ci voles-
sero far case per più non ci si possan fare ; et così dice lo strumento della ven-
dita allo scendico del comune di Peroscia la quale fu nel 1290 alli 13 di mag-
gio, al tempo di papa Nicola IV etc. ». Nota eziandio il medesimo come i
Todini mancarono a questi patti: « Et da poi detti Todini comperatori, in
ogni tinuta fecero, contra li patti, una fortezza a Pompignano, l’altra in la
tenuta della rocca di Montemeleto, alla quale posero nome la Pomponessa,
l’altra in la tenuta di Montemarte, la quale ebbe nome Montemarte nuovo,
et questo sotto colore che possevano fare in essa tenuta quattro o sei case
per i lavoratori, et ogni fortezza fecero in modo di sei case longhe circa 40
piedi e disgiunta una dall’altra quattro o sei dita et redutto tutto ad una
parte per la quale si possa entrare in esse, et fecero le mura alte 40 piedi in-
circa, et grosse quattro senza fossi et steccati, et senza merli, ma per esse
mura certe feritore. Et in questo modo le tennero molti anni . . . » (Così FRAN-
cesco MonTEMARTE CoNTE DI CoRBARA, Cronaca inedita degli avvenimenti
di Orvieto e d’altre parti di Italia dall'anno 1333 all'anno 1400, a cura di FiLIPPO
ANTONIO GUALTERIO. Torino, Stamperia Reale, 1846, vol. rr, p. 9.

5) G. CEcr (Todi nel Medio Evo, cit., p. 339-340) fa riferimento a questo
documento esponendone sommariamente i punti salienti senza porre in luce
l'interesse della curia romana ; l'A. inoltre nella elencazione dei nomi degli
EBREI IN TODI NEL SECOLO XIII 71

ebrei riporta erroneamente i nomi di quelli introdotti nel 1292 anziché di
quelli introdotti con i patti ai quali si riferisce e qui sopra trascritti.

9) Per indicazione di altre fonti vedi G. Ceci, Todi nel Medioevo, cit.,
p. 336 nota 2.

?) Dell’attività del Diotaiuti in Todi quale prestatore di danaro si ha
notizia attraverso due mutui contratti il 2 febbraio 1291 per 2.000 fiorini
d’oro (Arm. I, cas. irr, n. 88) ed il 13 gennaio 1292 per 400 libre di denari cor-
tonesi a favore di Jacobello di Raniero ed altri (Arm. 1, cas. 11, n. 103).

#) L'originale dell’istrumento si trova nella sala in Armadio 1, cas. 11,
n. 76 ; per i nomi dei mercanti e delle società prestatrici vedi il doc. 13 che
riguarda lo stesso mutuo.
Note e documenti

Lettera papale erroneamente
attribuita a Gregorio IX

Nell'Archivio di Stato di Perugia si conserva la seguente let-
tera graziosa di un papa Gregorio ”, la cui datatio è leggibile sol-
tanto in parte per la scomparsa di elementi, non riemersi neppure
con l’esame della lampada di Wood.

Gregorius episcopus, servus servorum Dei, dilectis filiis priori et fra-
tribus hospitalis leprosorum / de Colle ad Romanam ecclesiam nullo me-
dio pertinentis, Perusine diocesis, salutem et apostolicam benedictionem.

Cum a nobis peti/tur quod iustum est et honestum tam vigor equita-
tis quam ordo exigit rationis ut id per sollicitudinem / officii nostri ad de-
bitum perducatur effectum. Eapropter, dilecti in Domino filii, vestris iu-
stis / postulationibus grato concurrentes assensu, omnes libertates et im-
munitates a predecessoribus nostris / Romanis pontificibus sive per pri-
vilegia vel alias indulgentias vobis aut hospitali vestro / concessas, necnon
libertates et exemptiones secularium exactionum a regibus et principibus
et aliis / Christi fidelibus rationabiliter vobis aut hospitali predicto indul-
tas, sicut eas iuste et pacifice obtinuistis, / vobis et per vos eidem hospitali
auctoritate apostolica confirmamus et presentis scripti patrocinio communi-
mus. Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostre confirmationis
infringere vel ei au/su temerario contraire. Si quis autem hoc attemptare
presumpserit, indignationem omnipotentis Dei et / beatorum Petri et Pauli
apostolorum eius se noverit incursurum.

Datum apud Urbemveterem, ri(r)n nonas (a)p(ri)(lis), / pontificatus
nostri anno secundo.

(Membr., mm. 225 x 271. In exteriore parte plice, in latere dextro, le-
gitur nomen scriptoris « B. Perusin(us) ». Extat unum filum sericum tantum
flavi coloris, bulla dep.).

Eruditi perugini, quali Giuseppe Belforti 9), Annibale Ma-
riotti ? e Giuseppe Fabretti ?, attribuita la lettera a Gregorio IX,
la pongono nel 1228, ottobre 12.

nre — Ic ——
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; m" a —iió | QD lio iati
Loi MMLe NA n i
TARCISIO MANNETTI

Il Belforti — seguito dai due — sia nelle Bolle e Diplomi,
sia nel Transunto — composti rispettivamente nel 1784 e nel
1792 — così si esprime : «1228, 12 ottobre, Gregorio IX con sua
bolla diretta al Priore e Fratelli dell’ospedale de’ Leprosi di Colle,
immediatamente soggetto alla Santa Sede, conferma al medesimo
tutte le essenzioni, privilegij e grazie ad esso accordate e concesse
dai suoi predecessori. Datum apud Urbemveterem, pont. A. ir» ®.

Nel 1896 si riferirono a questa lettera Vincenzo Ansidei e Luigi
Giannantoni, i quali l’attribuirono ugualmente a Gregorio IX e
la posero nel secondo anno del suo pontificato 9.

Giuseppe Mazzatinti — in dipendenza forse dagli eruditi pe-
rugini — raccolta la notizia, l'inseri nella sua opera Gli archivi della
storia d’Italia ?. E Paul Sabatier, presala per buona, pienamente la
condivise nell’edizione de Le Speculum perfectionis del 1928 9. E
Ja medesima cosa fece Arnaldo Fortini nella Nova vita di san Fran-
cesco, ma senza riferirsi ad alcuno ?.

A parte che Gregorio IX passó il periodo luglio-ottobre del
1228 tra Assisi e Perugia, proprio del 12 ottobre 1228 si hanno atti
di lui datati da Perugia : « Datum Perusii, ri idus octobris, ponti-
ficatus nostri anno secundo » !?,

Non é verosimile datare documenti da due luoghi diversi con-
temporaneamente, e di conseguenza non è ammissibile l'attribuzione
della lettera a Gregorio IX con la data riferita. Il documento, al-
lora, o dovrebbe essere un falso, o contenere un errore nella datatio,
o gli eruditi perugini ricostruirono male la parte illeggibile della data.

Dall'esame dei criteri interni — come si potrà constatare —
nulla emerge che possa far ritenere falsa la lettera. Le parti del
protocollo, del contesto e dell'escatocollo sono ben distinte e sepa-
rate, cosi come lo erano nei documenti di questo genere emanati
dalla cancelleria pontificia.

I criteri esterni corrispondono pienamente a tutte le regole di
cancelleria in uso. La scrittura é elaborata (cancelleresca), partico-
larmente nella intitulatio (nome del papa scritto interamente con
lettere allungate e con l’iniziale ornata), e nella inscriptio. La sa-
lutatio è abbreviata come di norma ; la narratio, la dispositio e le
clausole (decreto, Nulli ergo ... e sanzione Si quis ...) hanno la
lettera iniziale maiuscola più cospicua. Nella datatio, nonostante
la mancanza di spazio, non vien separato, secondo la norma, il mese
dall’anno.

Il segno di abbreviazione è il normale tifulus, simile a un 8
Pr gag re i smi Bde. — S. di

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LETTERA PAPALE ERRONEAMENTE ATTRIBUITA A GREGORIO IX 75

con la parte inferiore aperta e divaricata. E ct, et, st hanno la linea
di legamento protratta, così da lasciare tra le due lettere il normale
spazio più dilatato.

Il sigillo è perduto, e della cordula serica è rimasto un solo filo
giallo, fissato attualmente presso i fori con del nastro adesivo !.

Delle note di cancelleria si ha soltanto il nome dello scrittore
nell'angolo destro sopra la plica: « B. Perusin (us)». Il numero atti-
guo e la nota dorsale « Hospitalis de Colle et cetera » sono posteriori.

Nello schedario Baumgarten il «B. Perusin (us) »?? appare
per la prima volta in un documento di Innocenzo IV del 15 febbraio
1245, e, ripetendosi in continuazione nella medesima forma !?,
giunge fino a Giovanni XXI in uno dei suoi atti del 9 dicembre
1276 '9, Dalla prima apparizione, dunque, (febbraio 1245), all'ul-
tima (dicembre 1276), corre un divario di tempo di trentuno anni.

Non si esclude che il « B. Perusin (us) » sia entrato nella can-
celleria pontificia prima del 1245, e vi sia rimasto anche dopo il
1276. Ma volervelo vedere fin dal 1228, e di conseguenza per qua-
rantotto anni, é un'esagerazione, anche ricordando che Poggio
Bracciolini vi rimase per un periodo maggiore di tempo'9?. Ma pur
ammettendo l'ingresso di « B. Perusin (nus) » nella cancelleria pon-
tificia intorno al 1228, non si spiegherebbe l'assenza del suo nome
in tutti gli altri documenti emanati da Gregorio IX.

Per quanto possa riuscir difficile la lettura della datatio (giorno
e mese), da un esame accurato di tutti i suoi elementi, confrontati
con altri analoghi del « B. Perusin (us) » 19, è possibile decifrarla
quasi completamente.

Il «r(1)r1» potrebbe sembrare un «ir», ma la distanza tra
la prima e la seconda asticina è tale da indurre a inserirvene un'al-
tra. Da un'attenta osservazione, poi, risulta la traccia lasciata dal-
l'inchiostro scomparso nel posto della seconda delle quattro asticine.

Il « Non(as) » potrebbe presentare una certa difficoltà di iden-
tificazione per la caratteristica forma della « N » iniziale sbiadita.
Il confronto però con i luoghi paralleli, mentre fa éscludere «Kalen-
das» e « Idus», conferma inequivocabilmente la lettura « Non(as) » 1”.

Il luogo occupato dal mese conserva una sola lettera che po-
trebbe essere quasi certamente una «p» per la somiglianza con le
altre del testo. Essa non potendo esser preceduta — per la ristret-
tezza di spazio — se non da una sola lettera, che per di più doveva

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76 TARCISIO MANNETTI

esser maiuscola, mostrerebbe di appartenere a un «Aprilis ». Se
dovesse appartenere a un « September» (altro solo mese latino con
la « p »), richiederebbe uno spazio maggiore per le due lettere che
avrebbero dovuto precederla.

La datatio, quindi, potrebbe cosi ricostruirsi : « Datum apud
Urbe(m) vetere(m) 1(1)r1 Non(as) (A)p(ri) (lis), pontificatus n(ost)ri
anno secundo ».

Anche tale ricostruzione peró contrasta con l'attribuzione del
documento a Gregorio IX, il quale né il due aprile del secondo anno
del suo pontificato, né mai fu in Orvieto 9. Ed allora sia per il nome
dello scrittore, sia per il luogo e sia per il tempo di datazione la
lettera papale anziché a Gregorio IX, deve essere attribuita a Gre-
gorio X'?.

Quest'ultimo, eletto il 1° settembre del 1271, fu incoronato
il 27 marzo del 1272. E, contandosi gli anni di pontificato dall'in-
coronazione, con il 27 marzo del 1273 terminava il primo anno di
pontificato e iniziava il secondo.

Dal 26 giugno del 1272 al 5 giugno del 1273 Gregorio X dimorò
in Orvieto 2°), e il documento ivi datato nel «rm nonas aprilis »
(necessariamente perché in settembre era già partito), nel secondo
anno di pontificato, e scritto dal « B. Perusin(us)», non potrà es-
sere attribuito che a lui, finché nuovi elementi non mostrino il con-
trario.

L'espressione « ad Romanam ecclesiam nullo medio pertinentis »
non contraddice alla posizione giuridica del lebbrosario: infatti,
anche se di giuspatronato comunale, era di giurisdizione pontificia,
e non diocesana.

Asserire che la lettera papale sia un falso, senza prima provarlo,
sarebbe un assurdo.

Opinare che sia errata la datatio per voler assolutamente at-
tribuire il documento a Gregorio IX, significherebbe considerare
esatti gli eruditi perugini, e giusta un'attribuzione arbitraria e priva
di fondamento. Pertanto : a) il documento è autentico ; b) fu emesso
da Gregorio X in data 2 aprile del 1273 da Orvieto; c) è erronea
la lettura della data e l'attribuzione a Gregorio IX da parte degli
eruditi perugini e di coloro che li hanno: seguiti.

Tarcisio MANNETTI DA MICIGLIANO
LETTERA PAPALE ERRONEAMENTE ATTRIBUITA A GREGORIO IX 77

NOTE

1) Perugia, Arch. di Stato = ACP, Pergamene A, cass. I, perg. 1.

?) G. BeLFORTI, Bolle e Diplomi. Indice di tutte le bolle e brevi pon-
tifici, di diplomi di principi e di vari istromenti che si conservano nella can-
celleria decemvirale di Perugia. Perugia, Bibl. Aug., ms. 1931, c. 5r; Tran-
sunto delle pergamene volanti che si conservano nella cancelleria decemvirale.
Perugia, ACP, c. 1r; Illustrazioni storiche e topografiche della città e del con-
tado di Perugia. Perugia, Bibl. Aug., ms. 1419, c. 58v.

*) A. MARIOTTI, Memorie del territorio perugino. Perugia, Bibl. Aug.,
ms.;1913;:c. 71r.

*) G. FABRETTI, Memorie dei paesi soggetti a Deruta. Perugia, Bibl. Aug.,
ms. 2006, cc. 204-205 ; Memorie dei paesi soggetti a Deruta con disegni topogra-
fici. Perugia, Bibl. Aug., ms. 2007, cc. 225-226.

*) Il Mariotti e il Fabretti si esprimono in termini analoghi : è evidente
la dipendenza dal Belforti.

*) V. ANSIDEI - L. GIANNANTONI, / codici delle Sommissioni al comune

di Perugia, in « Bollettino della Società Umbra di Storia Patria », Vol. 11, 1896,

p. 134, nota 2.

?) G. MAZZATINTI, Gli archivi della storia d'Italia, 1. Rocca S. Casciano,
1897-98, p. 107.

5) P. SABATIER, Le Speculum perfectionis ou mémoires de Frére Léon
sur la seconde partie de la vie de saint Francois d' Assise, 1. Manchester, 1928,
pp. 32, 87, nota a.

*) A. FoRTINI, Nova vita di san Francesco. Assisi, 1959, pp. 2, 4, 174.

19) Città del Vaticano, Arch. segr. vat., Reg. Vat. 14, c. 82v ; A. THEI-
NER, Codex diplomaticus dominii temporalis S. Sedis. .., 1. Roma, 1861,
87, N. 149 ; A. PorrHasT, N. 8266 ; L. AvuvnaY, Les régistres de Gregoire IX,
1, 1. Paris, 1890, p. 132, N. 218 ; T. LEccIsoTTI e C. TABARELLI, Le carte del-
l'archivio di S. Pietro di Perugia. Milano, 1956, 1, pp. 134-140.

") Quando nel 1951 esaminammo il documento per la prima volta,
uno dei fori era ancora attraversato da piü fili rossi e gialli.

1) Non è altri che Bartolomeo di Pero di Egidio, che è ricordato come
scrittore papale nel 1258 (cf. Reformationes comunis Perusii quae extant anni
MCCLXII a cura di UGoLINO NICOLINI oFM, p. 5, nota 4. Perugia, Depu-
tazione di Storia Patria per l'Umbria, 1969, « Fonti per la Storia dell' Umbria »,
ni 5).

7) G. BATTELLI, Schedario Baumgarten. Descrizione diplomatica di
bolle e brevi originali da Innocenzo III a Pio IX. 1, Città del Vaticano, 1965,
p. 399, N. 1541 ; 2, Città del Vaticano, 1966, p. 12, N. 2312 ; p. 185, N. 2985 ;
p. 276, N. 3325 ; p. 379, N. 3715. I numeri citati vanno, uno per ciascun
papa, da Innocenzo IV a Gregorio X.

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TARCISIO MANNETTI

14) P. HERDE, Beitrüge zum Püpstlichen Kanzleiund Urkundenwesen in
13 Jahrhundert, 1961, p. 209, N. 252.

15) Poggio Bracciolini rimase praticamente nella cancelleria pontificia,
anche se con varie interruzioni, per circa mezzo secolo (cf. L. PASTOR, Storia
dei papi dalla fine del Medio Evo, 1. Roma, 1958, pp. 1, 2, 174; C. da Capo-
DIMONTE, Poggio Bracciolini autore delle anonime « Vitae quorundam pontifi-
cum », in « Rivista di Storia della Chiesa in Italia », A. 16, 1, gennaio-aprile
1960, pp. 36-40.

16) Città del Vaticano, Arch. segr. vat., Fondo Domenicani, NN. 102
e 364; Instr. Misc., N. 132. Tra gli altri si adducono questi tre documenti
per l'esame dei termini « Kalendas », « Idus » e « Octobris ».

1?) Cf. nota 16 e particolarmente N. 364 in cui si ha « Nonas ».

18) PorrHAsT, NN. 7862-11072; NN. 8162-8163 per il 2 aprile del se-
condo anno del suo pontificato.

19) G. MoronI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, 32. In Ve-
nezia, 1845, voce Gregorio IX ; voce Gregorio X ; 49. In Venezia, 1848, voce
Orvieto ; 52. In Venezia, 1851, voce Perugia.

20) Città del Vaticano, Arch. segr. vat., Instr. Misc., N. 132 ; M. I. Gr-
RAUD, Les régistres de Grégoire X. Paris, 1892-1896, Appendice II, vari nu-
meri di pp. 384-385; MGH, SS, 19, Annales Urbevetani, 270, s. a. 1272,...
«die dominica, quinta exeunte mense Iunii, dominus Gregorius papa X in-
travit Urbemveterem » ; 270, s. a. 1273, « Item eodem anno domnus Gregorius papa
X recessit de Urbeveteri die quinta mensis Iunii » ; F. A. GUALTERIO (marchese),
Cronaca inedita degli avvenimenti d'Orvieto e d'altre parti d'Italia dall'anno
1333 all'anno 1400 di Francesco Montemarte conte di Corbara corredata di
note storiche e d'inediti documenti. Torino, 1846, Documenti, 217 ; PoTTHAST,
s. a. 1273.
RECENSIONI

RiccaRDO Capasso, Libro di censi del sec. XIII dell'abbazia di S. Croce di
Sassovivo. Perugia, Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, 1967,
pp. xvir-223. Fonti per la Storia dell'Umbria, N. 4.

Dopo Le carte dell’archivio di S. Pietro di Perugia, a cura dei benedettini
T. Leccisotti e C. Tabarelli (2 volumi, Giuffrè, Milano 1956), Le più antiche
carte dell'abbazia di S. Maria Val di Ponte (Montelabbate), I (969-1170), a
cura di V. De Donato (« Regesta Chartarum Italiae », Istituto Storico Ita-
liano per il Medio Evo, Roma 1962) e il Liber contractuum (1331-32) dell’ Ab-
bazia Benedettina di San Pietro in Perugia, a cura di C. Tabarelli (Deputazione
di Storia Patria per l'Umbria, Fonti per la Storia dell'Umbria - N. 3, Perugia
1967), questa pubblicazione di R. Capasso arricchisce splendidamente la do-
cumentazione sulle abbazie benedettine dell'Umbria, portando al centro degli
interessi storiografici, vicino ai nomi di S. Pietro di Perugia e di Montelab-
bate, quello non meno famoso dell’abbazia di Santa Croce di Sassovivo,
presso Foligno, fondata dal beato Mainardo verso il 1080.

L’opera presenta la documentazione concernente l’amministrazione fon-
diaria, contenuta in un registro del sec. xirr, giustamente chiamato Libro
di censi, in italiano, anziché Liber censuum, secondo la denominazione latina
e ufficiale che implicherebbe un significato piü preciso, almeno in quanto
associabile ai noti registri medioevali delle fondazioni ecclesiastiche, primo
fra tutti il Liber censuum Romanae Ecclesiae di Cencio Camerario.

Il testo è preceduto da un'introduzione (pp. v-xvii) e seguito da un
indice cronologico dei documenti, dall'indice ricchissimo e perfetto dei nomi
di persona e di luogo, e da un elenco delle opere citate.

Il registro dei censi di Sassovivo è composto di 72 carte e ben divisi-
bile, per il contenuto, in due parti. La prima, comprendente 105 documenti
completi, è di mano dei notai Benvenuto Carpelle e Benentendi, che roga-
rono per il monastero dal 1225 al 1280, con irregolare alternanza. La seconda
parte contiene 432 estratti di documenti (1080-1222), probabilmente di mano
d'un ignoto economo dell'abbazia, che la compilò tra il 1222 e il 1226. Questi,
sommariamente, i risultati dell'esame accuratissimo del codice, esposti lim-
pidamente dall'A. nell'ampia introduzione. L'edizione diplomatica del re-

*

gistro è condotta con estremo rigore ; la meticolosità dell'apparato critico-
80 RECENSIONI

testuale, che si esercita sulla parola scritta con impegno incessante, è una
sicura garanzia per l’esattezza della lettura. Gli errori di stampa che dispiac-
ciono a tutti, specialmente agli editori di documenti, sembrano scongiurati
anche mediante un errata-corrige (almeno per quanto concerne il testo di-
plomatico). Nei pochi casi in cui certi documenti erano stati pubblicati,
questa edizione migliora quasi sempre le precedenti letture (vedi, per es.,
pp. 142-43). A p. 59 e 62 non è chiara la ragione dello scioglimento del com-
pendio « Ass » in « Ass(isis) » anziché in « Ass(isio) ».

Come si è accennato, il Libro di censi di Sassovivo si inserisce tra i con-
tributi migliori di questi ultimi anni nel settore delle edizioni di fonti documen-
tarie umbre in rapporto alla storia delle fondazioni monastiche. Quando sa-
ranno pubblicate le pergamene dell’abbazia di Sassovivo — e la sollecita edi-
zione potrebbe considerarsi il più appropriato monumento alla memoria
del Maestro prof. Giorgio Cencetti rapito a tutti noi il 13 giugno 1970 —, i
vari problemi che si affacciano alla stimolante lettura di quest’opera po-
tranno essere avviati a soluzione.

Anzitutto si avvarrà di questa pubblicazione di R. Capasso la storia del
notariato. La conquista della « publica fides » da parte dei notai laici, il loro
inarrestabile progresso che è una marcia trionfale e un dilagare nel Duecento
(insieme con la definitiva scomparsa dei notai « clerici », diaconi, presbiteri,
ecc. al servizio delle chiese), balzano evidenti anche da questa opera. Come
gli episcopii e i capitoli delle cattedrali, anche le abbazie si servono, nel sec.
xin, esclusivamente di notai laici per la loro documentazione (a S. Pietro
di Perugia sono ben 60 quelli che figurano con loro atti autentici nel primo
registro di censi, comprendente appena l’ultimo trentennio del secolo), pur
godendo gli abati del privilegio di creare giudici e notai. Non è escluso, tut-
tavia, che ciò sia effetto d’una positiva norma giuridica o imposizione delle
«consuetudines monasticae ». Si noti, per esempio, che tra gli « Statuta re-
formationis » (circa a. 1235), dettati da Giovanni da S. Germano per ordine
di Gregorio IX ai benedettini di S. Pietro di Perugia, si legge : « Cellararius
curam gerat de omnibus, et singulis mensibus abbati coram aliquibus hone-
stioribus et maturioribus monachis, quos abbas elegerit, de acceptis et expen-
sis reddat rationem » (LECCISOTTI-TABARELLI, Le carte cit., 1, p. 1541-20),
Ma mentre in questo caso non si accenna alla presenza del notaio, il registro
delle entrate e delle uscite (sec. xir) dell'abbazia di Val di Ponte presenta
per ogni conto mensile (o bimestrale) scritto dall'economo del monastero,
l'autenticazione del notaio ; tuttavia in tre o quattro casi (tra il 1282 e il
1283) si legge questa o analoga sottoscrizione : « Quia notarius non potuit
interesse, ex voluntate domini abbatis et eius capituli ego dompnus Brunatius
scripsi et publicavi et hoc signum apposui » (Archivio di Stato di Perugia,
S. Maria Val di Ponte, Miscellanea, 25, cc. 96r, 97r, 98r, 100r). Come fu messo
in evidenza nel 1967 dagli organizzatori della mostra documentaria allestita
in occasione del xvi Congresso del Notariato italiano svoltosi a Perugia,
RECENSIONI 81

l'osservazione potrebbe rivestire una certa importanza non solo circa la que-
stione della presenza del notaio anche nei più modesti atti dell'amministra-
zione ordinaria, ma anche per la storia delle cancellerie monastiche, sul cui
funzionamento ben poco si conosce.

Si è detto che i notai dell’abbazia di Sassovivo, in questo Libro di censi,
sono Benvenuto Carpelle (ben noto nelle vicende storiche del Duecento foli-
gnate) e Benentendi. Non sappiamo da quali scuole provenissero, ma i con-
tratti da essi rogati, quasi sempre enfiteusi e locazioni o conferme di esse,
presentano a volta a volta sia nel formulario sia nella parte dispositiva dif-
ferenze e sfumature di molto interesse e forse sufficienti a individuarne certi
aspetti della personalità e perfino della scuola di provenienza, specialmente
per Benentendi. Benvenuto Carpelle ha servito l’abbazia dal 1237 al 1280,
rogando quasi sempre contratti di enfiteusi e locazione, tutti in forma ogget-
tiva (« donnus Angelus... dedit et concessit ...») ; la quietanza per la som-
ma ricevuta non è espressa direttamente e l’impiego del denaro pagato dal-
l'enfiteuta o dal locatario è dichiarato sempre con formula generica, tranne
una volta in cui il notaio specifica che cinque lire lucchesi venivano spese
per i lavori dell’acquedotto dell’abbazia (3 maggio 1238, p. 34). Coloro che
chiedono la redazione dei documenti, indicati nella sottoscrizione notarile di
Benvenuto, sono o l’autore dell’azione, o il destinatario, o entrambi.

Apparentemente, più enigmatico il modo di procedere del notaio Benen-
tendi, rogante tra il 1225 e il 1239. Dei suoi 77 documenti, 42 sono redatti
in forma soggettiva (« Ego quidem donnus Angelus » ecc.), 35 in forma ogget-
tiva. Ora, pur essendo ben noto che le due forme, fondata l’una sulla « charta »,
l'altra sulla « notitia », erano venute perdendo fin dal sec. 1x le caratteristiche
che le distinguevano, fino a confondersi del tutto, è sempre notevole tuttavia,
per la storia dei formulari notarili, che la medesima persona passi dall’una
all’altra forma senza una qualsiasi ragione e con assoluta libertà. Se si cono-
scesse qualche cosa sulla eventuale separazione della mensa abbaziale di
Sassovivo da quella conventuale, si potrebbe pensare che a questo fatto
alludano i due modi diversi della compilazione dei documenti di Benentendi.
Infatti nel 1226 una locazione di terre per 45 anni si presenta in forma ogget-
tiva (p. 74), ma un’altra dell’anno successivo e fatta solo per 12 anni, è in
forma soggettiva (p. 75). Ma è evidente che questa ipotesi (e qualche altra
che si tralascia di accennare) sarà persuasiva solo quando si potrà suffragare
con altri elementi desunti dal cartario di Sassovivo. Benentendi esprime la
quietanza per il pagamento del canone con la formula « confiteor » (0 « con-
fessus est ») « me recepisse, renuntians » ecc. Anch'egli una sola volta dichiara
il preciso impiego delle somme riscosse dall'abbazia: 12 lire lucchesi « pro
claustro faciendo » (21 giugno 1233, p. 43). In un altro caso ai destinatari
della conferma di locazione d'una terra appartenente al priorato di S. Croce
presso Perugia, dipendente da Sassovivo, fa seguire, dopo la solita espressione
«tuisque filiis et heredibus utriusque sexus», le parole «in servis servorum

FUEL AX REA: AVEPA M ISP ee CENSET SOT? c ENIRO ip X Aes EC Se RESI DI ERA T

EL
82 RECENSIONI

Dei » (p. 24), rara sopravvivenza di più antiche formule. Nella sottoscrizione
notarile usa sempre le parole « hanc apparam scripsi et subscripsi ». Benen-
tendi é generalmente piü diffuso e diligente del suo collega Benvenuto Car-
pelle nel redigere le clausole contemplate nella parte dispositiva dei contratti.
Solo lui infatti, per fare qualche esempio, ci informa che un locatario (o l'aba-
te?) sperava che, scavando in una vigna, avrebbe potuto trovare il tesoro
(pietre preziose, oro, argento, ecc.), nel qual caso la metà doveva andare al
monastero (p. 78) ; lo stesso si dica della menzione della proibizione di subaf-
fittare « potentiori vel loco religioso » (pp. 51, 53, 78), del taglio quinquennale
dei boschi (p. 46), di alcune caratteristiche del diritto consuetudinario in ma-
teria d'enfiteusi e di locazione (pp. 50, 51, 62, 68, 80), della particolare ripar-
tizione dei prodotti agricoli quando si trattava di viti, olivi, quercie, e di
un pero (pp. 18, 75).

Concludendo, non si può fare a meno, dopo la lettura del Libro di censi
di R. Capasso, di augurare che al piü presto vedano la luce i primi volumi
delle pergamene di Sassovivo, senza la cui conoscenza qualsiasi osservazione
sulla storia della famosa abbazia avrà soltanto un carattere interlocutorio.

UcoLINO NicoriNi O.F.M.

UcoriNo NicoLINI O.F.M., Reformationes comunis Perusii quae extant anni
MCCLXII. Perugia, Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, 1969,
pp. xLIX-154, ill. « Fonti per la storia dell'Umbria », N. 5.

Troppi anni erano passati dalla pubblicazione del Regestum reformatio-
num comunis Perusii ab anno MCCLVI ad annum MCCC (Perugia, 1935)
di V. Ansidei. Lo splendido materiale rimaneva giacente in archivio, ma la
tenace volontà della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria ha avuto
ragione delle difficoltà che ostacolavano la ripresa della pubblicazione. Ora
il Nicolini, che si é affermato in questi anni come uno dei migliori conoscitori
della storia perugina ed umbra, riaffronta il problema con una tecnica ed
una metodologia ben piü scaltrite di quelle dell'Ansidei. In piü egli dà in
ottima edizione il testo completo.

Il volume si apre con una densa e puntuale introduzione, nella quale
l'autore presenta i documenti, il citato testo e in piü il frammento di un pro-
cesso contro Matteo di Mauro da Rieti (celebratosi in Perugia, 1260-1261)
nonché il sindacato della podesterìa di Bernardo da Castelnuovo (Perugia,
19-29 aprile 1262) ; testi questi due ultimi che completano la storia di uno
dei momenti piü intensi del Comune di Perugia. E non si dica che siano do-
cumenti « extravaganti », proprio perché, nella non vasta documentazione del-
lepoca che ci è rimasta, «fanno corpo » in certo senso con il testo delle
Reformationes del 1262.
RECENSIONI 83

L’introduzione, dunque, è una presentazione dei documenti, ma non è
solo questo, poiché è una persuasiva interpretazione della complessa vita co-
munale perugina. Quanto scrive l’autore sull’officium reformationis, sui qua-
terni delle riformanze, sui documenti d’appendice, sui sistemi di datazione a
Perugia nel sec. xirr, sulla «fortuna » delle riformanze del 1262 nella storia
locale gettano uno squarcio di luce non solo sulla diplomatica perugina ma
sulla storia tout court di una città tra le più illustri del Duecento italiano.
Storia economico-sociale della città, rapporti città-campagna, possedimenti
terrieri della « città », condizione dei contadini, organizzazione amministrativa
della città ne ricevono ampia luce.

Luce che viene non soltanto dall'introduzione ma anche dalle fitte, dotte,
documentate note ai testi pubblicati, dove naturalmente emergono anche le
curiosità di un certo orgoglio cittadino.

Ma, sia ben chiaro, il lavoro non è di storia locale, ma è uno spicchio di
storia italiana ; lavoro dietro al quale é una conoscenza profonda degli archivi
perugini, e di una tecnica storiografica, che ha assorbito, unificandole in sé,
le esperienze della storiografia cosiddetta economico-giuridica e della sto-
riografia politica, e le esigenze del contemporaneo rinnovamento storiografico
che punta anche sulla storia religiosa e spirituale, e sulla storia come storia
di una tecnica organizzativa (urbanistica, architettura, mura della città,
rioni, parrocchie, castelli del contado, elementi della storia della toponoma-
stica, ecc.).

Per quanto concerne piü da vicino la lettura, l'autore, alle prese con
minute notarili di mano diversa e con un dettato assai scadente, caratteri-
stiche inerenti ai verbali delle riformanze, é riuscito a darci un testo direi
sempre intelligibile. Quando lo sforzo della lettura interpretativa non rag-
giunge lo scopo, data la irrimediabile difettosità del testo, viene esplicitamente
dichiarato. Notiamo, comunque, che a p. 31”, invece di « Silvestri » è prefe-
ribile leggere «similiter »; tanto più che in questo modo è stato letto il me-
desimo compendio « silr » (con segno abbrev. che taglia la lettera /) anche a
pp. 36**, 48? e 63®, e anche in considerazione che il padre di Andrea sembra
essere Tiberio, non Silvestro (vedi p. 30, nota 4). Parimenti, a p. 32?* si legge,
per evidente errore di stampa, « del Arcipreite » invece di « dell Arcipreite » :
la doppia /! del volgare in questo testo latino duecentesco è da segnalarsi ai
filologi.

Il volume presenta anche un accurato indice dei nomi di persona e di
luogo, con lemmi particolari (sotto Perusium-Perugia) dedicati alle voci
ambasciatori, capitani del popolo, consiglieri, notai (giudici, procuratori,
sindaci), podestà, porte.

In conclusione un'opera che fa veramente onore alla nuova giovane
scuola storiografica perugina.

MassiMo PETROCCHI

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84 RECENSIONI

UGuccIONE RANIERI DI SorBELLO, Perugia della bell'epoca. Perugia, Vo-
lumnia editrice, 1969, pp. 601, L. 5500.

Una pubblicazione come questa non può non suscitare il consenso o il
dissenso nel lettore. Per darne quindi, se non un giudizio, almeno una valu-
tazione pertinente ed equilibrata. bisognerà sottrarsi alla suggestione dell’im-
mediata impressione che si prova alla lettura.

Quella della stesura, anche senza pretese di impostazione storiografica,
di una cronaca degli avvenimenti accaduti a Perugia dal 1860 ad oggi è stata
un po’ un’idea fissa di Uguccione Ranieri, cara e simpatica figura di colto e
brillante giornalista, di moderno gentiluomo fervidamente interessato alle
sorti della sua città. E tenacemente infervorato di questo suo proposito non
si capacitava — e se ne rammaricava — come non incontrasse favore in am-
bienti di studi storiografici, quale questa Deputazione, di cui del resto faceva
parte, in seno alla quale, proprio in un’Assemblea generale dei Soci, la pro-
posta da lui avanzata e sostenuta con molto calore incontrò negative rea-
zioni.

Egli non si perse d’animo e, svolgendo assiduamente nel corso di vari
anni un faticoso lavoro di spoglio di fonti non da lui indicate, ma presumibil-
mente periodici locali, carteggi, memoriali, ha provveduto da solo a stendere
questa compilazione, che ora è stata pubblicata senza che egli, rapito prema-
turamente dalla morte, abbia potuto rivederla prima di consegnarla alle stam-
pe ed emendarla delle sviste più grossolane, che nel corso della revisione delle
bozze di stampa si sarebbero potute facilmente eliminare.

Ma, guardando un poco più addentro a questo lavoro, due sembrano
essere i filoni conduttori fondamentali della tessitura della narrazione. L’uno
è quello, diremmo, consueto, tradizionale della cronaca cittadina contempo-
ranea di fatti grandi e piccoli messi insieme un po’ a caso, quasi affatto priva
di commento ; ad esempio l’ultima portata a conoscenza del pubblico, uscita
nel « Bollettino » di questa Deputazione, la Cronaca, scarna nella esposizione
degli avvenimenti, ma efficacissima, di Giambattista Marini. L’altro è il
filone di vivace, pungente commento di fatti e persone, di cui Luigi Bonazzi
ha offerto un modello esemplare nell’ultima parte della sua Storia di Perugia.

In quanto al primo elemento Uguccione Ranieri ha dovuto ed ha saputo
in gran parte superare lo svantaggio di dover annotare cronachisticamente
fatti e avvenimenti per tramite di note di cronaca giornalistica in gran parte
vergate da persone di diversa complessione intellettuale e morale, secondo
particolari indirizzi pratici, inserite in diverse temperie politiche e sociali.
In questo sforzo di inserimento nel vivo di vicende cittadine se non remote
certo lontane da oggi, l’A. ha dimostrato un intuito assai felice e un’apprezza-
bile padronanza nell’impiego del materiale narrativo conseguendo una gene-
ralmente efficace caratterizzazione delle figure più rappresentative nella vita
cittadina.
RECENSIONI 85

Probabilmente se non fosse stata seguita rigorosamente l’esposizione
annalistica di fatti e vicende (che ha permesso all’ A. di rievocare secondo il
suo gusto fatterelli e personaggi popolari tipici, che compensano se non ri-
scattano del tutto la monotonia di una troppo minuta narrazione) si sarebbe
automaticamente pronunciata con sufficiente evidenza una linea evolutiva,
che allo stato attuale è più difficile afferrare.

Vien fatto di rilevare che da parte di chi ha curato l'edizione sarebbe
stato opportuno, sopratutto per un riguardo all’A., eliminare la parte finale
in cui il materiale si trova ancora allo stato grezzo nella fase di prima rac-
colta senza che abbia avuto la rielaborazione per la stesura definitiva.

GIOVANNI CECCHINI

tetti

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SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

SoMMARIO : Preistoria, Archeologia classica e cristiana p. 87 ; Storia po-
litica, civile, religiosa p. 89 ; Filologia e Glottologia p. 101 ; Storia e Critica lette-
raria p. 102 ; Storia e Critica delle arti p. 107 ; Geografia p. 114; Scienze poli-
liche, giuridiche, economiche, sociali, Statistica p. 116 ; Scienze agrarie p. 125 ;
Francescanesimo p. 132 ; Biografia p. 145 ; Bibliografia p. 146 ; Varie p. 147.

PREISTORIA, ARCHEOLOGIA
CLASSICA E CRISTIANA

Carsulae

VaLerI M., Carsulae, in « Archeolo-
gia», 3, 1965, pp. 76-78.

Crotti UMBERTO, Memorie archeolo-
giche, in La chiesa e l’abbazia di S.
Nicolò a Sangemini. Sangemini,
1967, pp. 51-56.

Cascia

Crorri UMBERTO, Rassegna degli scavi
e delle scoperte (Villa S. Silvestro-
Cascia), in «Studi Etruschi »,
XXXIV, 1966, p. 306.

Gualdo Tadino

SriaisMONDI Gino, La baltaglia tra
Narsete e Totila nel 552 d. C. in
Procopio, in « Bollettino della De-
putazione di Storia Patria per l'Um-
bria», vol. LXV, fasc. 1, 1968,
pp. 5-68.

Gubbio

DrEvoro Giacomo, Tabulae Iguvinae,
38 ed., p. V: appendice. Roma,
Ist. Poligrafico dello Stato, 1962,
pp. 493.

RECENSIONI: J. UNTERMANN, in
«Gnomon », XXVI, 1964, pp. 62-
64.

M. Leroy, in «Latomus», XXIII,
1964, p. 142.

Prirric AmBros JosEFr, Religio Igu-
vina. Philologische und Religions-
geschichtliche Studien zu den Ta-
bulae Iguvinae. «Denkschr. d. Oest.
Akad». Phil. hist. kl. LXXXIV,
1964, pp. 119, tavv. f. t. 8.

Orvieto

DusenBERY ELsBETH B., Two frag-
ments of a Roman Cameo glass Cup,
in «Journal of Glass Studies »,
VI, 1964, pp. 31-33.

Frammento di coppa trovata nel
territorio di Orvieto, in possesso del-
lA.

Bizzanni MARIO, Rassegna degli sca-
vi e scoperte (Orvieto), in « Studi
Etruschi », XXXIV, 1966, p. 302.

ANDREN AnvID, Rivista di epigrafia
etrusca (Orvieto), in «Studi Etru-
schi », XXXIV, 1966, pp. 334-337.

TALOCCHINI ANNA, Forma Etruriae
(Orvieto), in «Studi Etruschi »,
XXXIV, 1966, pp. 270-271.

À d.
——— i Mii a
Bizzarri MARIO, La necropoli di
Crocifisso del Tufo, II, in «Studi
Etruschi », XXXIV, 1966, pp. 3-
109.

KLAKOWICZ B., Il riordinamento della
collezione dei conti Faina in Or-
vieto, in « Musei e Gallerie d’Ita-
lias, 12, 1967, pp. 30-38.

BiIzzARRI MARIO, Orvieto etrusca : arte
e storia. Orvieto, Zamperini, 1967,
pp. 35, tavv. f. t. 38.

ANDREN AnvID, Jl Santuario della
necropoli di Cannicella ad Orvieto, in
«Studi Etruschi», XXXV, 1967,
pp. 41-85.

GATTI ENzo, Le scritte etrusche di
Orvieto. Modena, 1967.

BELLONI ANTON, Ueber die Darstel-
lung schlachtbetrieblicher Einrich-
tungen, in einem Gemaelde der Tom-
ba Golini I, Orvieto, in «Schla-
cht-und Viehhaf Zeitung », LXVII,
2, 1967, pp. 73-76.

Rec. : M. G. COSTAGLI MarzI, in
«Studi Etruschi », XXXVI, 1968,
pp. 505-506.

BIzzARRI MARIO, Rassegna di scavi e

scoperte (Orvieto), in « Studi Etru-
Schi» XXXVI, 1968, p. 162.

Corpus Vasorum antiquorum, Ita-
lia XLI, Orvieto, Museo Claudio
Faina (I) a cura di Licia VLAp Bon-
RELLI. Roma, 1969.

Otricoli

BALTY JEAN CH., Notes d'iconogra-

phie Julio-claudienne I. Le toga-
tus d'Otricoli, Vatican, Salle des
Candélabres IV, 93 (208), in « Mon.
Piot », LIIII, 1963, pp. 95-134.

Secondo l'A. si tratta di un ritratto

giovanile di Claudio.

88 SEGNALAZIONI

BIBLIOGRAFICHE

Perugia

SIMON ERIKA, Die Wiedergewinnung
der Helena, in « Antike Kunst DA
VII, 1964, pp. 91-95.

Specchio etrusco da Perugia.

PALLOTTINO Massimo, Nota sulla
iscrizione dell’ Arringatore, in « Bol-
lettino d’Arte », XLIX, 1964, pp.
115-116.

DounN ToBias, L’arringatore, capo-
lavoro del Museo Archeologico di
Firenze, in «Bollettino d’Arte »,
XLIX, 1964, pp. 97-114, figg. 1-33.

Sarebbe stato trovato a Pila presso
Perugia.

DoHRN ToBIas, Der « Arringatore »,
Monumenta Artis Romanae, VIII.
Gebr. Mann ed., Berlin, 1968, pp.
23, tavv. 1. t..32.

FERUGLIO ANNA E., Rassegna degli
scavi e delle scoperte (dal 1 gennaio
1960 al 31 dicembre 1965) avvenute
in Perugia città, nella loc. Case
Bruciate, sulla Strada delle Sette
Valli, in loc. Monterone, nella ne-
cropoli del Palazzone, a Pieve di
Campo, a Ponte S. Giovanni, a S.
Fortunato della Collina, a Strozza-
capponi, a Città della Pieve, a Cor-
ciano, a Monte del Lago (Magione),
a S. Feliciano (Magione), a Olmeto
(Marsciano), in « Studi Etruschi »
XXXIV, 1966, pp. 302-306.

FERUGLIO ANNA E., Rassegna di sca-
vi e scoperte (Perugia, necropoli del
Palazzone), in «Studi Etruschi »,
XXXV, 1967, pp. 485-486.

FERUGLIO ANNA E., Rassegna di scavi

e scoperte (Perugia, Pila, Tuoro sul
Trasimeno, Panicarola), in « Studi
Etruschi » XXXVI, 1968, pp. 161-
162.
— 9

FERUGLIO ANNA E., Rassegna di epi-
grafia etrusca (Perugia, Ponte S.
Giovanni, Pieve di Campo), in
«Studi Etruschi », XXXVI, 1968,
pp. 195-197; 232-235.

Plestia

CAMPOREALE GIOVANNANGELO, Note
sulle dediche umbre a Cupra da
Colfiorito, in «Rend. Lincei»,
XXII, 1967, pp. 65-72.

Rec.: A.N.M., in « Studi Etruschi»,
XXXV, 1967, p. 692.

FERUGLIO ANNA E., Rassegna degli
scavi e delle scoperte (Colfiorito), in
«Studi Etruschi », XXXIV, 1966,
p. 306; XXXVI, 1968, p. 162.

Spello

Ciorri UMBERTO, Spello, in Enciclo-
pedia dell’ Arte Antica, VII, 1966,
pp. 438-439.

Spoleto

GazzoLa Piero, Ponti romani. Fi-
renze, 1963, II, p. 50 (Spoleto).

BucHER F.-Toscano B., The Pa-
lace of Theodoric (?) in Spoleto, in
« Gesta », 1964, 1-2.

Ciotti UMBERTO, Spoleto, in Enci-
clopedia dell’ Arte Antica, VII, 1966,
pp. 456-458.

SaLMI MARIO, Ancora per la storia
di San Salvatore di Spoleto, in
« Spoletium », XI, 1968, pp. 3-12.

Terni

FERUGLIO A. E., Terni, in Enciclo-
pedia dell’ Arte Antica, VII, 1966,
pp. 721-723.

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Todi

Criorri UMBERTO, Todi, in Enciclope-
dia dell’ Arte Antica, VII, 1966, pp.
893-894.

PAOLETTI ANNA, Marmi tudertini, I,
Edicola — Ara — Base di cande-
labro. Todi, 1968, «Res Tudertinae »,
n. 6. i

Si tratta della nota edicola dei

Musei Vaticani e di due sculture nel
Museo Comunale di Todi.

Urvinum Hortense

CiorTI UMBERTO, Urvinum Hortense,
in Enciclopedia dell Arte Antica,
VII, 1966, p. 1078.

Umbria

ScHMIEDT GIiuLIo, Contributo della
foto-interpretazione alla conoscenza
della rete stradale dell'Umbria nel-
l’alto medioevo, in Atti del terzo
convegno di studi umbri. Gubbio,
23-27 maggio 1965, pp. 177-210.

OLzscHa K., Ein etruskisch-umbri-
sche Parallele, in Hommages à
Albert Grenier, III. Bruxelles, 1962,
pp. 1188-1193.

BLocH RAYMOND, Parenté entre re-
ligion de Rome et religion d'Ombrie :
thèmes de recherche, in « Revue des
études latines », XLI, 1963 (1964),
pp. 115-122. (C. P.)

STORIA POLITICA, CIVILE,
RELIGIOSA

Città di Castello nella storia nell'eco-
nomia nel territorio. Sintesi per il
Piano Regolatore Generale. Città
di Castello, Scuola Tecnica Indu-
striale Statale per le Arti Grafiche,
1960, pp. 125, 13 tavv. f. t. di cui
una a colori, alcune ripiegate,

ill.

Accurata pubblicazione promossa
dall’Amministrazione comunale di
Città di Castello, che contiene i risul-
tati degli studi compiuti per una
previa conoscenza dei problemi di
carattere economico, sociale, urba-
nistico insiti nel territorio tifernate
e i lineamenti costitutivi del Piano
Regolatore Generale. Redattori del
testo : Angelo Baldelli, Mario Coppa,
Marinella Ottolenghi. Contributo va-
lidissimo alla conoscenza retrospet-
tiva della vivace e colta città umbra
e utile per valutare le linee di svi-
luppo futuro e la sua funzione nel-
l'ambito dell’alta valle del Tevere.

Ottima stampa nel testo e nelle
tavole; per sopracoperta un inin-
telligibile quadro del pittore Burri.

(G. C.)

FERRI CRIsPINoO, San Bonaventura e
Orvieto, in «Doctor Seraphicus »,
II, Anno XI, maggio 1964, pp.
55-62.

L'A. riferisce sui diretti rapporti
tra il santo e la città di Orvieto, in
particolare sui vari soggiorni da lui
fatti colà, mettendo a partito la piü
recente bibliografia sulla vita del
santo. Ma in un determinato periodo
furono con certezza piü frequenti gli
accessi di S. Bonaventura nella città
umbra; egli «ritornó spesso in Or-
vieto negli ultimi tredici anni della
sua vita, tra il 1260 e il 1273, come
già vi fu sicuramente da giovane, ora
quale generale dell'Ordine france-
scano e quale cardinale di romana
Chiesa ». (G. C.)

L'attesa dell'età nuova nella spiritualità
della fine del Medioevo. Todi, 16-19
ottobre 1960. Todi, 1962.

RECENSIONE: in « Collectanea Fran-
ciscana », 34 (1964), pp. 407-409.
(B: N.)

90 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

MANCINI FRANCO, Todi e i suoi ca-
stelli. Pagine di storia e d’arte.
Città di Castello, 1960.

RECENSIONE : in « Miscellanea Fran-
cescana », 64 (1964), pp. 237-238.
(U. N:)

RurENBURG Victor, Ustavy Lom-
barda 1463: 1499 gg. Gubbio [Sta-
tuti del Monte di Pietà di Gubbio,
aa. 1463 e 1499], in « Ital’ianskie
Kommuny XIV-XV vekov. Sbor-
nik documentov iz archl’siva Lenin-
gradskogo otdelenija Instituta Isto-
rii ». A.N.SSSR ; Izdatedtvo « Na-
uka ». Moskva-Leningrad, 1965, pp.
351-393.

L'A. pubblica gli Statuti secondo
il manoscritto originale che si con-
serva nell'Archivio di Stato di Lenin-
grado, del cui frontespizio si dà an-
che la riproduzione fotografica. Gli
Statuti del Monte di Gubbio, come
lA. ricorda, erano stati studiati dal-
lo Scalvanti verso la fine del secolo
scorso. (U. N.)

Arti e Corporazioni nella storia d’ Ita-
lia. Centro Italiano di Studi sull’Alto
Medioevo, Spoleto. Mostra nella
sede di palazzo Ancaiani. Cata-
logo, con prefazione di ERNESTO
SESTAN. Spoleto, 25 giugno-7 lu-
glio 1966.

Il Catalogo presenta, dopo la pre-
ziosa introduzione al problema storico
delle Corporazioni in Italia, le varie
arti nei grandi centri italiani e docu-
menti sulle corporazioni artigiane di
Perugia, Gubbio, Assisi, Foligno, Tre-
vi, Todi, Orvieto, Spoleto, Deruta,
ecc. (U. N.)

CAPASSO RiccaRDO, La raseria, mi-
sura medievale per aridi e la sua
diffusione nel territorio folignate.
Estratto da « Annali della Scuola
speciale per Archivisti e Bibliote-
cari dell’Università di Roma »,
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 91

Anno VI, n. 1-2, gennaio-dicembre
1966, pp. 125-130.

Servendosi di documenti dell’ar-
chivio dell’abbazia di S. Croce di
Sassovivo, l’A. riscontra l’uso del
termine raseria come unità di misura
per aridi al 30 agosto 1180, rispetto
ai riscontri del termine segnalati da
Cesare Paoli, il più antico dei quali
è del 1255 negli statuti di San Gi-
mignano. (G. C.)

CAPASSsO RiccarDpo, Sulla data della
morte di Mainardo abate di S. Croce
di Sassovivo e della successione di
Dionisio secondo abate. Estratto
da «Annali della Scuola speciale
per Archivisti e Bibliotecari del-
l’Università di Roma », Anno VI,
n. 1-2, gennaio-dicembre 1966,
pp. 131-135.

Presi a base della sua indagine nove
documenti dell’archivio dell’abbazia
di S. Croce di Sassovivo, l’A., dopo
averne ricostituita l’esatta datazione,
giunge alla determinazione del pe-
riodo, agosto-settembre 1096, in cui
Mainardo dimise l’officio abbaziale,
il che non contrasta con la data della
sua morte, indicata da Lodovico Ja-
cobilli, al 10 dicembre dello stesso
anno. (G. C.)

CENCI (P.) CESARE orM, Fr. Ur-
bano da Perugia, frate minore Pa-
triarca di Grado (1385), in «Le
Venezie francescane », Anno XXX
(1963), settembre 1966.

Una documentata riesumazione di
un frate minore di notevole riguardo
per dottrina e per offici ricoperti;
bandito nel 1374 da Perugia in seguito
al processo intentatogli dall’abate di
Monmaggiore, prestò la propria opera
al servizio di Venezia nel conflitto
di questa con genovesi, padovani e
ungheresi, fu inquisitore degli eretici
nel territorio della Repubblica Ve-
neta; eletto patriarca di Grado (1381),
morì a Venezia il 25 dicembre 1385.
(G. C.)

Elogio funebre dei Vescovi di Urbania
e di Sant Angelo in Vado Guerr-
Antonio Boscarini Gatti, Giovanni
Maria Maioli, Giovanni Capobianco
detto nella Cattedrale di Urbania
dal Primicerio D. Corrapo LEOo-
NARDI il 30 aprile 1966 in occasione
della traslazione delle loro salme.
Urbania, Scuola Tipografica Bra-
mante, 1966, pp. 24, ill.

Dei tre vescovi commemorati il
primo, mons. Guerr-Antonio Bosca-
rini Gatti, si laureò all’Università di
Perugia in giurisprudenza canonica
e civile; il terzo, nato a Bevagna il
24 giugno 1879, frequentò il ginnasio
a Spoleto; ordinato sacerdote nel
1902, fu priore-parroco di Bevagna ;
dal 1910, a Spoleto, successivamente
rettore del Seminario, canonico e
vicario generale ; cappellano dell'O-
spedale durante la guerra 1915-1918
e ausiliare dell'arcivescovo dal 1933
al 1935. Diffuse, tra altri culti, quello
di S. Vincenzo vescovo di Bevagna.

(B.3P.)

FRANCESCHINI Gino, La dedizione
di Perugia a Gian Galeazzo Vi-
sconti Duca di Milano, in « Ar-
chivio storico lombardo. Giornale
della Società Storica Lombarda »,
Anno XC (1963, edito nel 1966),
pp. 287-305.

L'A. a complemento di una memo-
ria già pubblicata in questo « Bol-
lettino » (Vol. XLV, 1948, pp. 92-133,
Biordo Michelotti e la dedizione di
Perugia al Duca di Milano) puntua-
lizza le circostanze e i fattori che
determinarono la sottomissione di
Perugia a Gian Galeazzo Visconti,
giovandosi per la migliore illumina-
zione della vicenda di numerosi do-
cumenti in gran parte inediti estratti
dagli Archivi di Stato di Siena e di
Perugia e dall'Archivio Comunale di
Città di Castello. Questo volume del-
l’« Archivio Storico Lombardo» è
una Miscellanea in onore di Gian-

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piero Bognetti. Rilevabili nel testo
e nelle note molti refusi tipografici.
(G:=C.)

MomaRoNI PriETRO, Castrum Montis
Leonis comitatus civitatis Urbis
Veteris. Origine e cenni storici, in
« Bollettino dell’Istituto Storico Ar-
tistico Orvietano », Anni XIX-XX,
1963-64 (pubblicato nel 1966), pp.
101-108.

Il breve saggio si sofferma a rista-
bilire la data di fondazione del ca-
stello di Monteleone d’Orvieto, da
assegnarsi alla fine del secolo XII
o al principio del XIII, denunciando
la confusione che fu fatta dal cronista
orvietano Cipriano Manente tra Mon-
teleone e Castel Brandetto. Seguono
a questa puntualizzazione alcune som-
marie notizie storiche di epoca po-
steriore. (G. C.)

MoManoN:i PriETRO, Per le Chiane
invasa l'Umbria dai Fiorentini nel
XVII secolo compartecipi alla guerra
del Ducato di Castro, in « Nuova
Economia » edito dalla Camera di
Commercio, Industria e Agricol-
tura di Perugia, n. 11, novembre
1966, pp. 4.

Rievocazione dei fatti d'arme svol-
tisi in Umbria tra fiorentini e mi-
lizie pontificie durante la cosidetta
guerra di Castro (1639-1649).

(G 6»

ODOARDI GIOVANNI O. F. M. Conv.,
Il « Mons Pauperum » di Perugia
(1462), in «Miscellanea France-
scana », 66 (1966), pp. 202-216.

Analisi critica condotta con meto-
do scientifico e con risultati positivi
del volume di Majarelli-Nicolini, Il
Monte dei Poveri di Perugia. (V).

(U. N.)

PADRI BENEDETTINI DI S. PIETRO,
Millenario della Basilica Benedet-
tina di S. Pietro in Perugia, 966-
1966, pp. 32 nn.

CERA

92 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Opuscolo pubblicato in occasione
delle manifestazioni indette dai PP.
Benedettini per celebrare il millennio
dalla fondazione dell’abbazia peru-
gina. (G6)

PAGLIACCI GIUSEPPE, Rilievi a pro-
posito di un contratto commerciale
perugino del 1333, in « Nuova Eco-
nomia » LXXVIII (n. s.), 1966/4,
pp. 8-13.

Il documento, pubblicato con ade-
guato commento, é tratto dal fondo
« Gardone » dell'Archivio di Stato di
Perugia. Si tratta della fondazione,
con relativo capitolato, d'una com-
pagnia tra mercanti di Lucca re-
sidenti a Siena e mercanti di Arezzo
e Perugia, dimoranti a Perugia, per
il commercio di stoffe francesi e
fiorentine. (U.N.)

PoLiAKov LEON, Les banchieri juifs
et le Saint-Siége du XIII® au
XVII? siècle. Paris, 1965.

RECENSIONE: in «Collectanea Fran-
ciscana », 36 (1966), pp. 456-458.
(U. N.)

RoccHINI GIusEPPINA, Lo statuto
dell’ Arte dei Vetturali di Orvieto,
in «Bollettino dell’Istituto Sto-
rico Artistico Orvietano », fa-
scicolo unico, anni XIX-XX, 1963-
64 (pubblicato nel 1966), pp. 3-90.

È il più antico statuto fra quelli
noti delle Arti orvietane : è del 1341
e il codice membranaceo che lo con-
tiene, conservato nell’archivio del
conte Ranieri Fumi di Orvieto, pre-
senta anche varie modifiche e ag-
giunte fino al 1379, in parte di ini-
ziativa dell'Arte e in parte di inizia-
tiva del Comune. Per la particolare
categoria della quale disciplina l'eser-
cizio é di singolare interesse.

A] testo dello statuto, che consta
di trentaquattro capitoli, è premessa
la descrizione del codice e un rias-
sunto per argomenti delle norme sta-
tutarie. (G. C.)
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 93

ADRIANI MauniLIO, Idea d'« Italia »,
in «Cultura e scuola », anno VI,
n. 24, ottobre-dicembre 1967,
pp. 74-84.

Fra i momenti in cui coglie l’evol-
versi dell'idea d'Italia nei secoli, l'A.
ricorda il fatto che il nome Italia
«si delinea nitido e suggestivo nel
cielo tipicamente medioevale raffi-
gurato su di una volta nella chiesa
superiore di Assisi », opera di Cima-
bue. (R;*P.)

BrssuTTI GiusePPE M., La « legenda »
perugina di San Filippo da Fi-
renze, in «Studi storici dell'Or-
dine dei Servi di Maria», XVII,
(1967), pp. 90-115.

Oltre l'interessante testo della Le-
genda beali patris nostri Philippi —
contenuta nel cod. G 9 della Biblio-
teca Comunale Augusta di Perugia —
l’A. riporta un accurato indice del-
lintero ms. dopo una breve intro-
duzione ; ritenendo che il ms. com-
pilato tra il 1460 ed il 1470 provenga
dall'area padana. Già noto al Maz-
zatinti, nel 1950 era stato descritto
nel primo volume dell'edizione cri-
tica dell'Opera Omnia di Scoto.

(M. P.)

BinLLANOovICH MARIA Pia, Falsi epi-
grafici, in « Italia medioevale e uma-
nistica », X (1967). Padova, Edi-
trice Antenore, MCMLXVII, pp.
25-110.

Per l'attività cui l'articolo si ri-
ferisce, l'A. ha occasione di citare
il «professionista dei falsi Alfonso
Ceccarelli » (p. 29), e di menzionare
l’opera di G. B. VERMIGLIOLI, Le
antiche iscrizioni perugine (Peru-
gia, 1805) per il capitolo, appunto,
sui falsi.

Del benedettino Francesco Maria
Galassi si dice (p. 77) che a partire
dal 1780 formò un museo nel mo-
nastero di S. Pietro di Perugia, e vi
raccolse lapidi, passate in collezione

al Museo Archeologico di Perugia, tra
le quali l'A. afferma di aver « riscon-
trato solo pochissimi falsi ». (P. P.).

BoNADONNA Russo MARIA TERESA,
I Cesi e la Congregazione dell’Ora-
torio, in « Archivio della Società
Romana di Storia Patria », Terza
Serie, Vol. XXI, Annata XC, 1967,
fasc. IV, pp. 101-163.

Da un gruppo di 21 lettere, con-
servate nell’archivio della Congre-
gazione dell’Oratorio di Roma, nella
maggior parte scritte da Alfonso
Paleotti a Francesco Maria Ta-
rugi, e da altri documenti l'A. met-
te in risalto l'aiuto offerto alla con-
gregazione di San Filippo Neri da
parte del card. Pierdonato e del fra-
tello Angelo Cesi « per attuare l'am-
pliamento della antica chiesa della
Vallicella... e quell’attività edi-
lizia che in cinquant’anni cambiò
completamente il volto di tutta la
zona ». (M. P.)

Capasso HRiccampo, Un preteso man-
dato imperiale del 1209. Spoleto,
Centro italiano di studi sull’alto
medioevo, 1967, pp. 16.

La trattazione verte su un man-
dato dell’imperatore Ottone IV che
l'avrebbe emesso in Assisi nel 1209,
e concernente la chiesa di S. Libe-
rato nel territorio del castello di
Muggiano già sottoposta all’abbazia
di S. Croce di Sassovivo. (G. C.)

Devoto Giacomo, Gli antichi Italici.
Firenze, Vallecchi editore, 1967,
pp. 309, 30 tavv. f. t., L. 5.000.

Questa terza edizione di un testo
che può considerarsi classico con-
ferma gli scopi che l'A. nella Pre-
messa alla seconda edizione dichiara
di essersi prefisso: dare un quadro
moderno dell’Italia antica attraverso
occhi non romani e accentuare il
principio che nella storia dell’anti-
chità le scienze speciali devono essere

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messe a profitto con imparzialità
e reciproca comprensione.

Questa edizione rispetto alla pre-
cedente offre un congruo arricchi-
mento della bibliografia e alcune
illustrazioni f. t., mentre l'A. di-
chiara di non aver potuto aggiornare
tutto il testo in relazione ai reperi-
menti e ai risultati delle ricerche con-
seguiti negli anni susseguenti alla
seconda edizione (1951). (G. C.)

GUTTINGER CHANTAL, Le collège des
Notaires de Spolète au XIV® siè-
cle, in «Melanges d’Archéologie
et d'Histoire » publiés par l'Ecole
Francaise de Rome, 79 (1967), pp.
679-697.

Il più antico statuto, o matricola,
del collegio dei notai di Spoleto
é del 1318, ma la prima menzione
dell'arte è negli Statuti comunali del
1296. L'A. analizza brevemente l'at-
tività del collegio, la sua autonomia,
la sua importanza nel quadro della
vita politica di Spoleto nel sec. XIV.

(U. N.)

LATTANZI BERNARDINO, La Famiglia
Lupicini di Orvieto, in « Bollettino
dell’Istituto Storico Artistico Or-
vietano », Anno XXI, 1965 (edito
nel 1967), pp. 74-82.

Vi è tracciato un lineamento della
genealogia dall’XI al XIV secolo di
questa famiglia che, originaria di
Fiesole, prese stanza in Orvieto con
un suo ramo, che discese da un mem-
bro investito del consolato nella città
umbra. Vi è ricostruito l’albero genea-
logico sino al 1385. (G. C.)

NEssI SILVESTRO, La Confraternita di
S. Girolamo in Perugia, in « Mi-
scellanea francescana », 67 (1967),
pp. 78-115.

Ricostruzione storica effettuata in
base alla documentazione superstite,
conservata prevalentemente — nel-
l'Archivio di Stato di Perugia, della
Confraternita di Disciplinati di S.

94 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Girolamo, denominata poi Compagnia
dei SS. Girolamo, Francesco e Ber-
nardino. Essa fu istituita il 24 gen-
naio 1445 da S. Giacomo della Marca,
discepolo di S. Bernardino da Siena,
ed ebbe l’oratorio nell’ambito del
Convento di S. Francesco al Prato
in Perugia. Fu soppressa nel 1797
con la prima occupazione francese.
La Confraternita curò la gestione della
Pia Casa della Carità, istituita nel
1561, ed esercitò l’assistenza agli
infermi dell’Ospedale della Miseri-
cordia.

L’A. pubblica in Appendice due
matricole dei confratelli, cinque in-
ventari di beni mobili e un testa-
mento. Studio ben condotto non
esente da grossolane sviste nella
trascrizione di documenti. (G. C.)

NOVELLI NovELLO, La ricostruzione
di Monte S. Maria (Tiberina) nel
1199: S.15t5: 8.2. *[1967];- pp. 4.

Placchetta in cui si tratta della ri-
costruzione del castello di S. Maria
Tiberina dopo la distruzione avve-
nuta nel 1198 ad opera dei Castel-
lani per ordine di Innocenzo III:
la notizia si basa su un disegno del
castello ricavato dal Litta, che si ri-
porta al 1325. (G6)

PisTELLI SENOFONTE, Memorie sto-
riche di Castiglion Fosco. S. Ma-
ria degli Angeli-Assisi, Tip. Por-
ziuncola, s. a. [1967], pp. 51, ill.

L'opuscolo, con la prefazione del
prof. Ottavio Prosciutti, tratta nella
prima parte la storia civile secondo la
documentazione frammentaria dispo-
nibile; nella seconda sono raccolte
alcune « note d'arte ». (UNS)

Procissi AwGrOLO, Lo stato attuale
degli studi sui discepoli di Galileo,
in «Cultura e scuola », anno VI,
n. 23, luglio-settembre 1967, pp.
227-230.

Si ricorda lo studio di Gino
ARRIGHI, Benedetto Castelli e il pro-
-—-»————

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 95

blema del Lago Trasimeno (Faenza,
Lega, 1958). (B?sP5)

RopoLico NiccoLó, Dal IV al XIV
secolo. Lavoro e lavoratori nella
storia d'Italia, in «Nuova Anto-
logia » anno 102°, vol. 501°, fasc.
2004 (dicembre 1967), pp. 477-492.

Vi è ampiamente ricordato quanta
parte abbia avuto nella valorizzazione
del lavoro nel mondo altomedievale
Benedetto da Norcia. (PP)

SERANTONI AGosTINO, La rocca di
Cascia. Cenni storici. A cura del-
lAzienda Autonoma di Soggiorno
e Turismo di Cascia, 1967, pp. 39,
ill.

L'A. nell'intessere le vicende della
rocca, ricostruendone idealmente, in
base a rilievi e a documenti, la pianta
e le principali strutture, fornisce
un'interessante traccia della storia
di Cascia dal sec. XIII al XVI.

(G. C.)

TREPAOLI ANNA MARIA, Notizie sto-
riche di Castello delle Forme. Mar-
sciano, Scuola Tipografica, 1967,
pp. 28, 3 tavv. f. t.

Piccola monografia che, pur lon-
tana da un’elaborazione storica me-
todologicamente ineccepibile, ha il
merito di raccogliere quante più no-
tizie di storia religiosa e civile l’A.
ha potuto mettere insieme da varie
fonti. (G.8C)

ALBERICO GENTILI, Lodi delle Acca-
demie di Perugia e di Oxford.
Testo latino con versione italiana
e note a cura di GirusEPPE ERMI-
NI. Perugia, Libreria universitaria,
1968, pp. 85, rilegato.

Giuseppe Ermini si è opportuna-
mente presa la cura di ristampare
le due orazioni : una in lode dell'Ac-
cademia perugina, pronunciata nel
luglio 1602, e l’altra in lode dell’Ac-

cademia oxoniense, pronunciata due
anni dopo, già pubblicate dal figlio
Roberto in un volumetto (ALBERICI
GENTILIS, iurisconsulti, professoris
regii, Laudes Academiae Perusinae et
Oxoniensis. Hanoviae, Apud Guiliel-
mum Antonium, 1605) oggi assai
raro. Giuseppe Ermini ha corredato il
testo latino e la versione italiana da
lui redatta con abbondanti e perti-
nenti note. (G. C.)

BnENTANO RoBERT, Two Churches.
England and Italy in the thirteenth
century. Princeton, New Jersey,
Princeton University Press, 1968,
pp. XVI-372, ill.

Nel vasto complesso di episodi e
personaggi assai vari di cui si com-
pone la trattazione, solo collegati dal
riferimento alle « due chiese », sono

frequentemente citati — con mag-
giore o minore ampiezza — città,

istituti ecclesiastici, personaggi del-
l'Umbria, come Perugia, Assisi, Città
di Castello ; san Francesco e santa
Chiara, Pietro d’Assisi etc. (B: P.)

BnicHETTI ANTONIO, Alle origini del
famoso « orvietano », in « Bollet-
tino dell'Istituto Storico Artistico
Orvietano », Anno XXII, 1966 (edi-
to nel 1968), pp. 53-61.

Viene chiarita l'origine dell'elet-
tuario, detto orvietano, in base ad
alcuni documenti rinvenuti nell'Ar-
chivio di Stato di Roma. Girolamo
Ferranta da Ficulle nella diocesi
d’Orvieto, morto probabilmente ver-
so la fine del Cinquecento, in un
codicillo del suo testamento « de-
claravit et dixit secretum contra
venena per ipsum in publicum bene-
ficium dispensatum.... reliquit et
legavit » Vengono poi seguite le suc-
cessive vicende della formula.

(G. C.)

CERVELLI INNOCENZO, Cultura e po-
litica nella storiografia italiana ed
europea fra Otto e Novecento, in
« Belfagor », anno XXIII, n. 5,
30 settembre 1968, pp. 596-616.

L’A. ricorda che al Primo Con-
gresso Storico Italiano, tenuto a Na-
poli nel 1879, l'Umbria, facente parte
della Deputazione di Storia Patria
per la Toscana, l'Umbria e le Marche,
fu rappresentata da Pasquale Vil-
lari. (B.. P.)

DIVIZIANI ANTONIO, Francesco Mo-
naldeschi vescovo di Orvieto e di
Firenze, in « Bollettino dell'Istituto
Storico Artistico Orvietano », Anno
XXII, 1966 (edito nel 1968),
pp. 16-39.

Organico saggio monografico su
Francesco Monaldeschi, oriundo di
Bagnoregio, che fra l'altro fu vescovo
di Orvieto e di Firenze e che, tra i
numerosi meriti conseguiti nel corso
di un'intensa operosità pastorale, pro-
mosse la costruzione del duomo di
Orvieto e di S. Maria del Fiore di
Firenze. (G. C.)

FRANCESCHINI ToccHINI MARGHERI-
TA, Un illustre Tifernate Ippolito
Salviani. Città di Castello, Scuola
Grafica dell'Istituto Professionale
per l’Industria e l’Artigianato,
1968,.- DD....39.

Breve e vivace rievocazione del
noto medico e naturalista tifernate,
in cui alle notizie biografiche fa se-
guito l'esposizione in qualche punto
un po' frettolosa della materia con-
tenuta nella sua opera fondamentale
Aquatilium animalium historia. Pec-
cato che nel tracciare la biografia,
con poco ordine, del Salviani si ri-
scontrino sviste come quella dell'iden-
tificazione del cardinale Marcello
Cervini col papa Giulio III. (G. C.)

FnEscucci Bruno, Il castello di Pier-
le. Cortona, Grafiche Calosci, 1968,
Dp:*53;.1ll.

Pierle, nel territorio di Cortona ma
al confine tra il contado di Città di

96 SEGNALAZIONI

BIBLIOGRAFICHE

Castello e quello di Perugia, con-
serva uno dei piü caratteristici ca-
stelli e relativo borgo di tutta l'Ita-
lia centrale. Antico feudo dei mar-
chesi di Santa Maria, rel sec. XIII
passó a Perugia che lo contese lunga-
mente a Cortona. L'A. pubblica vari
documenti tratti dagli archivi di Cor-
tona e dai libri delle Sommissioni
di Perugia, ma tale pubblicazione è
quasi inservibile, data la grande
quantità di errori di trascrizione e di
stampa. (0: N:)

LATTANZI BERNARDINO, La fami-
glia Lattanzi di Orvieto, in « Bollet-
tino dell’Istituto Storico Artistico
Orvietano », Anno XXII, 1966
(edito nel 1968), pp. 40-52.

Della famiglia Lattanzi come pro-
secutrice della famiglia Lupicini, che
in quella rifluì per tramite femminile,
trasferendo ad essa lo stemma e il
titolo nobiliare, sono in particolare
ricordati Bernardino I, Lattanzio III,
Bernardino II, Bernardino IV, Do-
menico II. È allegato l’albero genea-
logico della famiglia sino al princi-
pio del secolo XVII. (G. C.)

MarcHETTI LowNaGHi GiusEPPE, Fu
« Viltade » il « Gran Rifiuto » ?, in
« Archivio della Società romana di
Storia patria», vol XCI, XXII
della Terza Serie, fasc. I-IV, 1968,
pp. 57-100.

Per giungere alla valutazione sto-
rica della elezione di Pietro da Mor-
rone a pontefice, e a quella morale
della accettazione da parte di lui,
l'A. coglie il lungo conclave di Peru-
gia nel momento culminante, in cui
Benedetto Caetani prende posizione
contro l'ingerenza di Carlo II d'An-
gió. (pP.

MARTINA GrACOMO S. J., Una rela-
zione inedita sulle «stragi di Pe-
rugia», in «Rassegra storica del
Risorgimento », anno LV, fasc. III,
luglio-settembre 1968, pp. 461-64.
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 97

L’insurrezione di Perugia del 14-
20 giugno 1859 è ormai acquisita alla
storia nel suo significato e nei suoi
esatti contorni, se pure non sono
state messe in chiaro le forze ester-
ne che l’hanno determinata. Alla
già ragguardevole bibliografia sul-
l'argomento si unisce ora questo con-
tributo, che non aggiunge gran che
alla conoscenza della vicenda, per
la condizione dell'estensore del rap-
porto, che ne rivela più gl’impulsi
guerrieri che la sacerdotale mitezza
(«.... io mi sono trovato sempre
alla testa della colonna, e mi sono
erpicato coi miei soldati, comandando
col mio entusiasmo anch'io l'assalto » ;
«Io ho ricevuto sul mio soprabito
una delle prime palle, giacché sono
stato sempre alla testa della colonna
di attacco »). Il contributo nuovo
apportato da questo rapporto, reso
dal cappellano delle truppe svizzere,
mons. Oberson, al cappellano mag-
giore dell’esercito pontificio, mons.
Vincenzo Tizzani, è costituito da al-
cuni dettagli dell’azione considerata
dalla parte papalina. (G:*C,)

RHopEs DENNIS E., La vita e le ope-
re di Castore Durante e della sua
famiglia. Viterbo, Agnesotti, 1968,
pp. 71, ill. « Biblioteca di Studi Vi-
terbesi », vol. II.

«Castor et Pollux domini Iohan-
nis de Durantibus de Gualdo », si
legge nei Catasti perugini di Porta
Sole, parrocchia di S. Maria Nuova
(Archivio di Stato di Perugia, Ca-
tasti, II, 9, c. 179r-v). L'intesta-
zione è preceduta dallo stemma gen-
tilizio dei Duranti: tre monti in
campo azzurro sormontati da una
conchiglia (o un fiore ?) e una stella
a sinistra. Questa informazione com-
pleta le notizie che l’A. fornisce sulla
cittadinanza perugina ottenuta nel
1571 dai fratelli Duranti (meglio che
« Durante ») da Gualdo Tadino. L'o-
pera del Rhodes è un prezioso con-
tributo erudito alla storia della scien-
za in Umbria, anche se il famoso

7

«semplicista » di Gualdo oggi è di-
menticato. A proposito dell’anno di
nascita di Castore, lA. la fissa al
1529, leggendo — con una teoria a
me sconosciuta — per 44 il numero
romano xLIII. L'opuscolo è arricchito
da un’ottima bibliografia delle opere
di Castore, nella quale l'A. mostra
la sua specifica competenza, e dal-
l'indice dei nomi di persona e: di
luogo. (U. N.)

SeGOLONI DANILO, Per la storia dello
Stato della Chiesa nel secolo XIII.
Città di Castello, Arti Grafiche,
1968, pp. 30.

L’A. prende lo spunto da un’at-
tenta e pacata disamina del lavoro di
D. WarEv, The Papal State in the
Thirteenth Century (London, 1961)
per esporre alcune pertinenti osser-
vazioni sopratutto sulla natura dei
rapporti tra le potestà assolute, papa
e imperatore, e i sudditi e le comunità
soggette, rapporti specificati dal con-
tenuto dei termini, nel loro pieno
valore giuridico, e quindi politico,
di fidelitas, devotio, protectio.

« A conclusione di queste osserva-
zioni — afferma VA. — che non in-
tendono sminuire il valore ed i pregi
propri al lavoro del Waley, vogliamo
richiamare alcune idee di fondo che
in teoria sono certo ben note ai me-
dievalisti, ma in concreto sono tal-
volta dimenticate e talaltra non cor-
rettamente applicate.

La libertà e la spontaneità della
formazione e della regolamentazione
della vita comunale, da una parte,
e il limite ed il freno derivanti dal
riconoscimento di un dominio dal-
l’altra, si uniscono, talvolta conci-
liandosi talaltra scontrandosi, per
dar vita alla cosidetta autonomia co-
munale. Il rapporto tra le due com-
ponenti del sistema varia*nel corso
del tempo con il mutare delle condi-
zioni politiche: nessuna visione è
storicamente più falsa di quella che
veda nei comuni gli stessi poteri dagli
inizi alla fine e che non tenga conto
della grande varietà della loro situa-
zione in uno stesso momento ».
(G. C.)

ACCADEMIA FULGINIA DI LETTERE
ScIENZE E ARTI, Bollettino sto-
rico della Città di Foligno. Foli-
gno, 1969, Anno I, pp. 169.

L’Accademia Fulginia resuscitata
col programmatico scopo principale
di predisporre quanto occorre per
giungere alla compilazione di una
storia di Foligno completa e scientifi-
camente rigorosa, ha iniziato la pub-
blicazione del suo periodico, presen-
tato con molta cura e particolare de-
coro. Questo primo volume contiene,
oltre agli atti accademici, articoli e
contributi storici su vari argomenti
tutti attinenti a Foligno : GIOVANNI
AMBROSI, Profilo storico critico del-
l’umanista umbro Federico Flavio ;
FELICIANO BALDACCINI, La «forma
urbis » di Foligno ed una pianta ine-
dita del 1635 ; ToMmMASsO BIONDI, Me-
daglioni francescani; ANTONINO CA-
LECA, Contributi al catalogo dell’opera
di Bartolomeo di Tommaso, pittore ;
EMILIO DE PASQUALE, Brevi note bi-
bliografiche su Ludovico Jacobilli ;
Don DELFO GIoACCHINI, Mons. Lo-
renzo De Dominicis, una gloria di Fo-
ligno ; PAoLO MAFFEI, Feliciano Scar-
pellini; AnGELO MESsSsINI, Pale at-

. traverso i secoli ; PIETRO PAMBUFFET-

TI, L'Accademia Fulginia e la storia
della città; MARIO SENSI, Tradizioni
riguardanti il passaggio degli Apo-
stoli Pietro e Paolo nelle diocesi di
Foligno e Camerino; ALDO ZAMA,
La medicina a Foligno nei secoli XIV-
XVII; Recensioni.

BINACCHIELLA .(Don) EGIDIO, Me-
morie di Panicarola. Milano, Tip.
del Pontificio Istituto Missioni
Estere, 1969, pp. 95, ill.

Nell’impossibilità di ricostruire una
continuativa storia della piccola lo-
calità, l'A. ha raccolto con ottimi-

98 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

stica indulgenza tutte le notizie che
dalle età più remote potessero anche
alla lontana riguardare Panicarola.
Peccato che i riferimenti bibliogra-
fici e archivistici siano espressi som-
mariamente in modo da non poter-
sene giovare nella maggior parte dei
casi. Capitoli particolari son riser-
vati alla chiesa parrocchiale e ad
altre chiese del territorio, ai profili
dei parroci dal sec. XVII, a elenchi
di prelati e sacerdoti. (G. C.)

BonzoMaATI PIETRO, La « Nova Ju-
ventus » in Italia e le origini del
movimento cattolico in Umbria.
Estratto da Spiritualità e azione
del laicato cattolico italiano, Ita-
lia Sacra, 11-12. Padova, Edi-
trice Antenore, 1969, pp. 705-794.

L’A. ha condotto le ricerche, per
questo vasto e impegnativo lavoro,
negli archivi vescovili di Perugia,
Gubbio, Assisi, Terni, Orvieto, sen-
za trascurare le fonti manoscritte
e carteggi vari di altri centri minori.
Più approfondite e con lusinghieri ri-
sultati le ricerche nell'Archivio Cen-
trale dello Stato; utilissimo lo spo-
glio dei periodici locali, spoglio che
comporta — come è noto — ardue
e spesso insormontabili difficoltà. Ne
é risultato un quadro affollatissimo,
di idee, di uomini, di iniziative, di
lotte, di successi, di fallimenti. L'A.,
trattando la materia con padro-
nanza e chiarezza, apre ben piü che
uno spiraglio alla conoscenza d'un
periodo della storia umbra rimasto
quasi del tutto nell'ombra. (U. N.)

ForrANO Tino, Tra Padova, Parma
e Pavia: appunti su tre allievi di
Gasparino Barzizza, in « Quaderni
per la storia dell'Università di Pa-
dova », 2, MCMLXIX, pp. 29-41.

Dagli Acta graduum dell'Univer-
sità di Padova risulta che fra i testi-
moni presenti alla laurea, conseguita
il 17 febbraio 1418 in diritto canonico,
di Antonio di Francesco di S. Dimi-
trio di Aquila, erano alcuni studenti
originari di Perugia, insieme a Giu-
liano Cesarini che in Perugia aveva
iniziato gli studi universitari (p. 37).

(B;P))

FRAJESE ATTILIO, Algebra araba o al-
gebra greca ?, in «Cultura e scuola»,
anno VIII, n. 29, gennaio-marzo
1969, pp. 201-206.

Vi si cita la relazione su La scienza
nell Islam e in Occidente, tenuta nel
1964 da Juan Vernet Gines a Spoleto
in occasione della Settimana del
Centro di studi sull’alto medioevo.

(B. P.)

LEONELLI PAoLo E STRUZZI MARIO,
Terni nel 1854, in « Terni. Rassegna
del Comune e Bollettino di Stati-
stica », A. XI, Num. 1-2, gennaio-
aprile 1969, pp. 6-7, 4 tavv. f.t.

Sono raccolte varie considerazioni
e ipotesi concernenti l’evoluzione
della struttura urbanistica di Terni,
con particolare riguardo alle strade
e ai monumenti, basandosi sul rap-
porto comparativo di alcune piante :
quella di autore ignoto del sec. XVII-
XVIII, quella disegnata dallo Stra-
botti e la mappa del 1854. Non è
stato tenuto conto, per l'apporto che
avrebbe potuto arrecare all'argo-
mento, della pianta disegnata da
Cipriano Piccolpasso nel 1579.
(e 6.)

MAMMOLI DoMwENiCO, Processo alla
Strega Matteuccia di Francesco.
20 marzo 1428. Todi, 1969, « Res
Tudertinae », n. 8, pp. 59, 2 tavv.
ft HE

Questa interessante e assai minu-
ziosa sentenza di processo per stre-
goneria pronunciata dal capitano e
giudice dei malefici Lorenzo Sordi,
romano, fu pubblicata nella rivista
«Lares» del 1955 (XXI, pp. 1-17)
da Candida Peruzzi, con ampio
commento storico e critico. La ver-
sione italiana della sentenza a cura

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

99

di Carlo Grondona fu pubblicata a
puntate nella rivista todina di vita
cittadina « Volontà » (1952, nn. 1-12 ;
1953, n. 1) e per intero nella « Rivista
giuridica umbra» (XIII, 1968, 4°,
p. 883 e segg.)

Ora Domenico Mammoli ha pub-
blicato insieme i due testi, latino e
italiano, affrontati, dotandoli del
corredo di una introduzione e di un
ampio Indice dei nomi di persona, di
luogo, delle locuzioni e delle cose più
notevoli. Notata qualche imprecisione
di scarso rilievo : ad es. Antria (23r.,
30) è nella forma corrente attuale
Antria e non Andria, rettificata
poi nell’Indice. Nella soscrizione della
sentenza non si capisce perché gli
attributi nella forma consueta dopo
il nome, «publicus imperiali aucto-
ritate notarius et offitialis malefi-
tiorum » siano resi con « pubblico no-
taro e notaro e giudice dei malefici ».

(G. C.)

MARIANO DA ALATRI, O. F. M. Cap.
Accuse di eresia a Spoleto e a Narni
negli anni 1259 e 1260, in « Collecta-
nea Franciscana », 39 (1969), pp.
419-427.

L'A. pubblica tre documenti dell'ar-
chivio dell'Ospedale della Stella di
Spoleto, conservato presso il mona-
stero di S. Ponziano della stessa città,
e una bolla (mandatum) di Alessandro
IV del 25 luglio 1260, tutti poco noti
e inediti. Anche con questa pubblica-
zione si fa maggiore luce sull'attività
degli eretici nell'Umbria e sull'opera
di fra Andrea da Todi, minorita,
uno dei principali inquisitori del tem-
po nella regione. (U. N.)

NATALUCCI Manio, Filottrano nella
storia. Città di Castello, Arti Gra-
fiche Città di Castello, s.a. [1969],
pp. 318, 6 tavv. ft.

Nel frettoloso racconto delle com-
plicate vicende storiche della Marca
nella seconda metà del secolo XIV
son ricordati Biordo Michelotti e
Boldrino da Panicale, mostrando di
ignorare su quest’ultimo i precedenti
contributi storici pubblicati in questo
stesso « Bollettino ». (GG)

PaAGLIACCI GivusEPPE, Le matricole
dell’ Arte della Mercanzia in Perugia,
in «Nuova economia ». Periodico
della Camera di Commercio, In-
dustria e Agricoltura di Perugia,
aprile 1969, pp. 3-9.

A una premessa contenente un
fugace, frettoloso e in parte impre-
ciso cenno storico sull’organizza-
zione economico-sociale della pro-
duzione artigianale, segue la descri-
zione codicologica delle tre matri-
cole (1323, 1356, 1599) dell’Arte
della Mercanzia, conservate nell’Ar-
chivio del Collegio stesso. (G.C.)

PiANA CELESTINO O. F. M., La Fa-
coltà teologica dell’ Università di Bo-
logna nella prima metà del Cinque-
cento, in « Archivum Franciscanum
Historicum », 62 (1969), pp. 196-
265.

Tra le varie serie degli elenchi no-
minativi che figurano nello Studio,
si segnalano : fra Nicolò da Cascia
dell'Ordine dei Celestini, baccalario
fin dal 1520 ; fra Giulio da Cascia e
fra Matteo da Gubbio, anch’essi Ce-
lestini, sono presenti nel monastero
di S. Giovanni Battista nel 15533 ; il
maestro Graziano da Foligno, mi-
nistro generale degli Eremitani, ri-
sulta incorporato alla facoltà nel
1502. (U. N.)

ScerNI NERI, La zecca di Perugia
nel 1798-99, in «Bollettino nu-
mismatico », A. VI, N. I, Feb-
braio 1969, pp. 8, ill.

L'articolo passa in rassegna un po’
sommariamente la produzione della
zecca perugina nel periodo della
Repubblica Romana (1798-99) ridi-
mensionandone l’attività in senso
maggiorativo con l'assegnare ad essa
molte monete di piccolo taglio già

100 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

attribuite alla zecca romana. Col suf-
fragio di un documento reperito nel
fondo della Repubblica Romana al-
l'Archivio di Stato di Perugia viene
giustificata cotesta ampia produzione |
monetale, compreso il famoso scudo é
«REPUBBLICA ROMANA PERUGIA,
ANNO VII » di estrema rarità.

(G. C.)

Speria GriuLIO, Alfonso Ceccarelli il
medico di Bevagna. Storia docu-
mentata sulle avventure, processo,
sentenza e decapitazione del fa-
moso falsario che voleva fabbricare
il Papa. S. Maria degli Angeli, Tip.
Porziuncola, 1969, pp. 146, L. 3.000.

Questo studio compilato vari anni
fa dal valoroso pubblicista bevanate
vede la luce per le affettuose pre-
mure della sorella contessa Laura
Spetia. Le vicende del famoso fal- |
sario, che pagò con la vita le truffe L
storico-genealogico-documentarie, già
illustrate da Luigi Fumi, sopratutto
come tentativo di ricostruzione delle
fonti storiche inventate o contraffatte,
sono qui ricomposte in un colorito
quadro generale, cui conferisce un
particolare rilievo la piacevole, fluida
esposizione della materia. (Gi* G)

STANISLAO DA CAMPAGNOLA, O.F.M.
Cap., La predicazione in Italia
durante le soppressioni religiose na-
poleoniche (1809-1814), in « Colle-
ctanea Franciscana », 39 (1969),
pp. 304-361.

L'occasione per questo importante
studio é stata offerta all'A. dal mate-
riale documentario giacente «nel-
l'Archives Nationales di Parigi, nel
fondo F'* Cultes », che contiene, ap-
punto la documentazione dell'opera
svolta nel settore religioso dal Bigot,
ministro dei Culti del governo napo-
leonico. Per quanto si riferisce alla
situazione della predicazione reli-
giosa in alcune città umbre dello Stato
della Chiesa, le poche testimonianze
riguardano i seminari di Perugia, Spo-
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 101

leto, Orvieto, Terni, Città della Pieve,
Foligno, Todi, Amelia, Città di Ca-
stello, del Dipartimento del Trasi-
meno, e Narni, del Dipartimento di
Roma. L’oratore più vivace dello
Stato della Chiesa durante il primo
periodo francese fu il conventuale
Domenico Martinelli da Alatri, che
predicò anche in Orvieto ; deportato
in Corsica nel 1811, fu in seguito
rimpatriato. (U. N.)

DONATI-GUERRIERI MARIA GA-
BRIELLA, S. Margherita « da Cor-
lona » fiore mistico della terra pe-
rugina. Perugia, Grafica, s.a.,
DD. 33,4 ill.

Per soddisfare il sentimento di
ammirazione e di devozione alla
santa, l'A. ne ha rievocate alcune vi-
cende, illustrando in particolare, con
una forma espositiva talvolta piut-
tosto soggettiva ed ermetica, i luoghi
ai quali sono legate memorie del suo
passaggio terreno. (G. C.)

MaNcINI Manio, La monetazione in
Foligno durante i secoli, la moneta-
zione dei papi nelle zecche dell’ Um-
bria. Perugia, Stabilimento Tipo-
grafico « Grafica » di Salvi & C.,
$.8:;, pp. 19.

Alle notizie riguardanti la zecca
folignate dal 1240 al 1534, e la cir-
colazione monetaria dal periodo ro-
mano fino al 1860, fanno seguito no-
tizie sulle zecche umbre di Spoleto
Perugia, Orvieto, Gubbio.

Il volumetto é stato edito a cura
dell'Azienda di Soggiorno di Foligno.

(M. P).

SERRA ARISTIDE MARIA - MONTAGNA
DavibpE MARIA, 0. S. M., Filippo
Benizzi, quinto generale dei Servi
di Maria, santo, in Bibliotheca
Sanctorum, vol. V.

Il primo ha curato l’aspetto bio-
agiografico sviluppando il tema at-
traverso le fonti, la vita ed il culto ;

il secondo tratta l’iconografia, del
santo nato a Firenze nel 1233, morto
e sepolto a Todi nel 1285.

(M. P.)

FILOLOGIA E GLOTTOLOGIA

BriANCONI SANDRO, Lettere volgari del-
la regione orvietana, in « Bollettino
dell'Istituto Storico-Artistico Or-
vietano », anno XXI, 1965 (pub-
blicato nel 1967), pp. 30-73.

Prese in esame le centinaia di lettere
originali in volgare, indirizzate al
Comune di Orvieto e conservate nella
locale Sezione di Archivio di Stato,
l’A. ne pubblica sessantadue, che pos-
sono attribuirsi al periodo compreso
tra il 1390 e il 1420, e che vengono
ordinate secondo un criterio di rag-
gruppamento territoriale, al fine di
studiare l'estensione geografica del-
l'area dialettale orvietana ; segue in-
fatti l'analisi dei fenomeni linguistici
di maggiore interesse riscontrati nei
testi. (P P.)

CAMPANILE EnRICO, Note sulla stra-
tificazione del lessico italico, in
«Studi e saggi linguistici », VII
(1967), pp. 106-41. Suppl. alla ri-
vista «L'Italia dialettale », XXX,
(1967) N. S., VIII. Istituto di
Glottologia dell’Università di Pisa.

Ampia ricerca sull’antico substrato
italico, appoggiata alla toponoma-
stica umbra e ad elementi lingui-
stici desunti dalle Tavole Eugubine.

(M. C. O.)

FnaANcOo MANCINI, Jl Codice Oliveriano
4 e l’antica tradizione manoscritta
delle laude Jacoponiche. Pesaro, En-
te Olivieri Editore, MCMLXVII,
pp. 291.

Rec. : Piero CuDINI, in « Giornale
storico della Letteratura Italiana »,
Anno LXXXVI (1968), Vol. 145,
fasc, 450-51, pp. 407-12.
Il recensore fa notare come lo
studioso prosegua sulla duplice linea
già proposta nei precedenti studi di
argomento Jacoponico, e cioè la
fusione dell’indagine strettamente fi-
lologica con lo studio critico: ope-
razione che risulta quanto mai utile
nei confronti di un testo complesso
come quello di Jacopone. Infatti il
Mancini è così autorizzato a trarre
alcune deduzioni che gli permettono
di correggere in modo molto plausi-
bile talune incertezze di interpreta-
zione del testo della Ageno. Questo
nuovo importante studio del Man-
cini, che può considerarsi compendio
e coronamento dei suoi numerosi studi
sull’argomento, sembra preludere alla
auspicata pubblicazione di una edi-
zione critica delle laude Jacoponiche.

(MC. 0.)

ForaBoscHI PorRrINO LUCIANA, Per
uno studio delle corrispondenze
poetiche che legano alcune lingue
indeuropee al sanscrito, in « Isti-
tuto Lombardo, Accademia di
Scienze e Lettere. Rendiconti. Clas-
se di Lettere e Scienze Morali e
Storiche » volume 103, fasc. I,
(1969), pp. 49-77.

Nel tentativo di precisare la dina-
mica dei rapporti tra lingue indo-
europee, si procede all'esame di
corrispondenze oscoumbro-arie me-
diante riferimenti alle Tavole Eugu-
bine. (P:P.)

STORIA E CRITICA LETTERARIA

BRUNETTI LEANDRO, Benuccio da
Orvieto, in «Bollettino dell’Isti-
tuto Storico Artistico Orvietano »,
anni XIX-XX, 1963-64 (pubbli-
cato nel 1966), pp. 109-117.

L’A. ricorda di aver trovato il
nome del rimatore orvietano, vissuto
nella seconda metà del sec. XIV,
nella Storia della letteratura italiana

102 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

del De Sanctis, il quale lo citava anche
altrove come autore di cinque so-
netti, i soli a lui noti. Reperiti questi
sonetti, indirizzati a Franco Sac-
chetti, nella silloge Poeti antichi rac-
colti da codici MSS. della Biblioteca
Vaticana e Barberina da Monsignor
LEONE ArLAcci (Napoli, Per Se-
bastiano d'Alecci, 1661), e rintrac-
ciata una canzone di Benuccio, sco-
nosciuta al De Sanctis, in un arti-
colo di Lurar Fumi, Saggi di volgari
orvietani del buon tempo, in « Pro-
pugnatore », a. XIV, 1, 1881, il
Brunetti ripubblica di seguito, con

adattamenti — egli dice — «di
grafia e di interpunzione », e senza
note, i sei componimenti. (PB)

MARANI ALMA NovELLA, Jacopone
da Todi. La Plata, Universidad
Nacional, 1964, pp. 139. i

Accurata compilazione scolastica
che ricalca lo schema tradizionale :
la vita del poeta, le questioni di
autenticità del laudario, i temi e
le forme della lauda, le origini del
teatro italiano in Jacopone, la lauda
dopo Jacopone. Oltre la bibliografia
di ogni capitolo vi è in fine la biblio-
grafia generale. (M... P.)

GUERRIERI GUERRIERA, / codici dan-
teschi della Biblioteca Nazionale di
Napoli, (Archivio di Stato di Na-
poli, Scuola di Paleografia). Na-
poli, 1965, pp. 14.

Il codice XIII. C. 4 contiene, tra
l’altro, il «capitolo » di Bosone da
Gubbio. Il cod. XIII. C. 7 presenta
il seguente «explicit»: « Expletus
scribi die XIII Augusti 1463, in-
ceptus per me Franciscum Baldi die
VIII* iulii 1463, in castro plebis ».
L'A. si domanda : « In quale Palazzo
del popolo dette inizio al suo lavo-
ro?» dimenticando che «Castrum
Plebis » è Città della Pieve. Nell'in-
terno del foglio di guardia anteriore si
leggono le seguenti interessanti sotto-
scrizioni : « Io sono mesere Nicholone
de casa Baldesche. Io sono mesere
Alberto de chasa de conte Gulino de
Marsano. Io sono mesere Baldo de
casa Ubaldis. Io sono Dardeno de
casa de Baldesche. Io sonno ’1 sere
Ceco de lu ducu de Lacerbe [o l'A-
cerbe ?]. Io so madonna Clarice Cri-
spolti ». (USINO)

AcGANOOR VITTORIA, Lettere a Do-
menico Gnoli (1898-1901) per la
prima volta edite a cura di BIAGIA
MARNITI. Caltanissetta-Roma, Sal-
vatore Sciascia Editore, 1967 pp.
XLVIII-378, L. 4.000.

Si tratta di centosettantadue let-
tere comprese in un vasto carteggio
diretto da vari corrispondenti a Do-
menico Gnoli, che nel 1950 fu donato
dai suoi discendenti ed eredi alla
Biblioteca Angelica di Roma. Furono
scritte tra il 1898 e il 1901 : e quindi
puntualizzano il formarsi e l'evolversi
dell'interesse reciproco e dell'ami-
cizia — prima letteraria poi pruden-
temente amorosa tra i due poeti.
Singolarmente interessante il fatto
che le lettere illustrino il momento
in cui stava maturando la nuova
espressione poetica che di sé lo
Gnoli riveló sotto il nome di Giulio
Orsini: giustamente — ci sembra —
la Marniti riconduce lo «schermo »
Orsini alle proporzioni di una fase
del rinnovamento letterario e tec-
nico che lo Gnoli andava cercando
per la propria poesia; sottraendolo
perció alla suggestione di una pura
genesi sentimentale legata a Vittoria
Aganoor. Le note accuratamente
apposte dall'A. sono dirette, oltre
che a precisazioni puntuali, alla rico-
struzione, sia pure essenziale, degli
ambienti culturali e sociali in cui i
personaggi si muovono. Ci sia con-
sentito precisare che don Brizio Ca-
sciola, citato nella lettera n. 92, non
nacque a Fermo — come é detto
nella nota 2 p. 316 — ma a Monte-
falco (Perugia) nel 1871 e mori a
Napoli nel 1958 (v. Srt vEsrRO NESSI,
Un dantista umbro sconosciuto : don

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 103

Brizio Casciola, in « Bollettino della
Deputazione di Storia Patria per
l'Umbria », vol. LXII, 1965, pp. 247-
259). (P. P5

AMBROSI GriovANNI, L’umanità di
Dante nel poema dell'universo. Spo-
leto, Comitato Spoletino della
«Dante Alighieri», s.a., pp. 32.

Testo di una conferenza tenuta. il
19 dicembre 1967 nella sede dell'Ac-
cademia Spoletina per invito della
«Dante Alighieri». Lettera-prefazione
di Luigi Pompilj. (PAP)

Bonora ErronE, Luigi Foscolo Be-
nedetto, in « Giornale storico della
letteratura italiana », vol. CXLIV,
anno LXXXIV, fasc. 445 (1967),
pp. 154-160.

Nel necrologio dell’illustre . stu-
dioso, larga parte è data all'impor-
tanza che ebbe negli studi francescani
l'interpretazione del Cantico di frate
Sole proposta dal Benedetto nel no-
tissimo saggio del 1930. (P?9Pi)

E. Bnr (Eugenio Bratto)

Nota su: Arte della caccia. Testi
di falconeria, uccellagione e altre
cacce, a cura di G. INNAMORATI,
Vol. I, Milano, Il Polifilo, 1966,
in « Giornale Storico della Lettera-
tura Italiana », Vol. CXLIV, Anno
LXXXIV, fasc. 446-447, 2° e 39
trim. 1967, pp. 472-473.

(M. C. O.)

GIOvANNI Pontano. I trattati delle
virtù sociali. Intr., testo, traduzione
e note a cura di F. TATEO. Roma,
Edizioni dell'Ateneo, 1965.

Rec. : FLORIANI PIETRO, in « Gior-
nale storico della letteratura italia-
na», Vol. CXLIV, Anno LXXXIV,
Fasc. 445, I trim. 1967, pp. 134-137.

Recensione e note relative alla
edizione curata da Francesco Tateo
di cinque trattatelli del grande uma-

d LE v 4
cina emeton A iii i ana empor t aen irc co rino fe
nista umbro pertinenti all’uso del
denaro: De liberalitate, De benefi-
centia, De magnificentia, De splen-
dore, De conviventia. Tranne po-
chissime modifiche, il testo è quello
dell’edizione del 1498, Napoli, « per
Ioannem Tresser de Hoestet et Mar-
tinum de Amsterdam Alamanos ».

(Mi CO)

PrETROCCHI Massimo, Scrittori di pie-
tà nella spiritualità toscana e ita-
liana del Trecento. Estratto dal-
l’« Archivio Storico Italiano », di-
spensa I, 1967, pp. 33.

Tra i rappresentanti della spiritua-
lità domenicana è ricordata breve-
mente la beata Margherita da Città di
Castello (1287-1320). Il valore del
ritorno alla povertà nell’Ordine Fran-
cescano è testimoniato dal moto di
riforma osservante del beato Pao-
luccio Trinci da Foligno e dei con-
venti umbri che vollero la sua guida.
L’A. accenna anche alla figura del
beato Tommaso Unzio e al suo carme
profetico. Maggiore rilievo è dato
alla forte personalità dell’agostiniano
Simone Fidati da Cascia, conside-
rato da qualche studioso, erronea-
mente, precursore di Lutero. (U. N.)

PuccioniI GiuLIo, Sui carmina di
Giovanni Pontano, in « Cultura e
scuola » anno VI, n. 23, luglio-
settembre 1967, pp. 16-24.

Breve rassegna bibliografica degli
studi sul Pontano dagli anni della
seconda guerra mondiale, e proposta
di alcuni problemi sul testo dei
Carmina. CERES

Bici EmiLIo, Vita e letteratura nella
poesia giovanile dell’ Ariosto, in
« Giornale storico della letteratura
italiana», vol. CXLV, anno
LXXXYV, fasc. 449 (1968), pp. 1-37.

Rilievo non trascurabile viene dato
al contributo fornito alla formazione
dell'Ariosto da Gregorio da Spoleto.

(P. Bi)

104 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

BINNI WALTER-SAPEGNO NATALINO,
Storia letteraria delle regioni d' Italia.
Firenze, Sansoni, 1968, pp. 885,
32 tavv. f.t., ill. nel testo, L. 9.000.

Il volume è costituito dalla rac-
colta dei saggi dedicati allo svolgi-
mento culturale e letterario delle re-
gioni d'Italia, originariamente inse-
riti nelle monografie di « Tuttitalia »,
e quindi determinati nella loro mi-
sura — pur senza venir meno ad un
impianto scientifico — da esigenze
editoriali e divulgative. I profili sono
corredati da succinte, essenziali bi-
bliografie curate da Enrico Ghidetti.
La parte dedicata alla tradizione cul-
turale umbra, dovuta a Walter Binni,
richiama vivamente l'attenzione sul
periodo comunale come su quello di
maggiore multiforme vitalità ; ma non
manca di individuare, pur schemati-
camente, gli aspetti essenziali dei
successivi svolgimenti, illustrandone
gli uomini e i caratteri precipui, fino
al Mariotti, al Bonazzi, all'impegno di
attività erudita e storiografica svolta
in vari modi nel secolo scorso e al-
l'inizio di questo ; e si chiude con un
rapido richiamo alle esigenze etiche
e politiche cui si informano gli scrit-
tori umbri degli ultimi decenni (si
richiamano Umberto Fracassini, Lui-
gi Salvatorelli e Aldo Capitini).

L'illustrazione n. 431 porta la di-
dascalia : Testata de « Il Parricida »,
rivista dei primi del Novecento stam-
pata a Città di Castello ; si deve pre-
cisare che si tratta invece di un opu-
scolo polemico, composto da Eugenio
Mannucci contro Carlo A. Mor-
purgo, autore del romanzo storico
Il Parricida, e stampato a Città di
Castello nel 1874 dalla Tipografia
Donati; venne invece eseguita dalla
Litografia Lapi, Raschi la copertina,
che porta il seguente titolo: Breve
rivista all'opuscolo intitolato Il par-
ricida Romanzo storico contemporaneo
di Carlo A. Morpurgo (cfr. Catalogo
generale delle edizioni di Scipione Lapi
a cura di Giovanni Cecchini e Paola
Pimpinelli. Città di Castello, Casa
Editrice S. Lapi, 1969, p. 31). (P. P.) SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 105

CosTANZO MARIO, Dagli « Adversaria »
di Aurelio Orsi e Francesco Bar-
berini, in « Giornale storico della
letteratura italiana », vol. CXLV,
anno LXXXV, fasc. 450-451 (1968),
pp. 336-349.

Introducendo il discorso sulle prc-
dilezioni letterarie di Urbano VIII,
lA. coglie l'occasione per ricordare
un aneddoto, di cui è protagonista
quel papa, narrato dal perugino Sc-
condo Lancellotti nella sua autobio-
grafia. (B ip)

CupINI Piero, Contributo ad uno
studio di fonti siciliane nelle laude
di Jacopone da Todi, in « Giornale
storico della letteratura italiana »,
vol. CXLV, anno LXXXV, fasc.
452 (1968), pp. 561-572.

Riconosciuta ed esemplificata nella
poesia di Jacopone la presenza di
stilemi e di temi della lirica siciliana,
lA. afferma che, operando sui temi
stessi e sulle forme metriche una
scelta, c trasferendoli in un diverso
ambito ideologico-culturale, Jaco-
pone li contempera con esperienze
mistiche e popolareggianti, in una
consapevole dialettica tra la sua cul-
tura e la sua polemica dell'anticul-
tura. (D. ER)

DeRrLA Luiar, La critica romantica in
Italia, Giuseppe Pecchio, in « Nuova
Antologia » anno 1039, vol 5039,
fasc. 2011 (luglio 1968), pp. 379-
397.

Visi ricorda che nel 1915 una nuova
edizione della Vita di U. Foscolo del
Pecchio uscì a cura del tifernate
Pietro Tommasini Mattiucci, che vi
premise un lungo saggio e la corredò
ampiamente di note. (EP)

FERRONI GiuLIO, « El Beco » di Fran-
cesco Belo, in «La Rassegna della
letteratura italiana », serie VII,
anno 729, n. 2-3, maggio-dicembre

1968, pp. 345-537.

Trattando dell'opera del commedio-
grafo cinquecentesco romano (p. 345,
n. 1) VA. ricorda che il giovanile
poemetto in ottave Laberinto d'amore
fu stampato in Perugia da Bian-
chino dal Leone (controversa la data :
1523 secondo il Vermiglioli, 1524
secondo il Mazzucchelli) e che è
«senz'altro legato all'ambiente let-
terario perugino ». (1 P.)

PEA MAURO, Lettere e poesie inedite
di Ada Negri, in « Archivio Storico
Lodigiano », Serie II, anno XVI,
1968, pp. 156-171.

L'ipotesi, già avanzata dall'A.,
che il giovane al quale la Negri rivolse
liriche appassionate e nostalgiche,
quand'egli emigró in America e si stac-
có da lei, fosse l'ing. Ettore Patrizi
di Terni, é confermata dall'episto-
lario donato dalla nipote del Pa-
trizi alla Biblioteca Comunale di
Lodi. (B;BR)

Tateo FnRANCESsCO, Giovanni Pon-
tano : dalla poesia all'impegno etico,
in «Cultura e scuola »; anno VII,
n. 26, aprile-giugno 1968, pp. 27-34.

Compiendo un discorso sui nuclei
fondamentali della produzione del
Pontano, l'A. vuole giungere ad un
piü compiuto ed armonico apprezza-
mento di essa, nella saldatura fra i
suoi due aspetti, di lirica e di tratta-
tistica. (ESS

Urivi FERRUCCIO, Lettere di Vittoria
Aganoor a Domenico Gnoli, in
«Nuova Antologia » Anno 1039,
fasc. 2010, giugno 1968, pp. 229-
240.

Il saggio, che si allarga poi in
considerazioni sul mondo interiore e
poetico della scrittrice, prende l'av-
vio dalla pubblicazione di un corpus
di 172 lettere della poetessa allo
Gnoli, pubblicate per la prima volta
da Biagia Marniti, Lettere a Domenico
Gnoli (1898-1561), Caltanissetta-Ro-
ma, Sciascia, 1967. Richiama altresì
una precedente pubblicazione concer-
nente un epistolario con la Aganoor,
dovuta a Paola Pimpinelli Scara-
mucci, Lettere d'amore a V. A., in
« Perugia », n. 6, nov-dic. 1956, pp. 7-
13. (M. C. O.)

BALDUINO ARMANDO, Appunti sulle
rime del Coppetta (Una scelta del-
l’autore e alcuni componimenti
inediti), in « Giornale storico della
letteratura italiana », vol. CXLVI,
anno LXXXVI, fasc. 453 (1969),
pp. 52-74.

Muovendo dall’osservazione che il
regesto dei codici contenenti rime
del perugino Francesco Coppetta de’
Beccuti è ancora largamente incom-
pleto, VA. descrive, per segnalare
agli studiosi nuovi mss., il cod. 665
della Biblioteca del Seminario di
Padova, che reca all’inizio la copia
di una lettera del perugino Andr:a
Baldeschi, e la cui importanza lo
studioso riconosce sopratutto in un
certo numero di varianti, da lui in-
dividuate nella collazione con l’edi-
zione Ciorboli del 1912 ; in secondo
luogo il cod. 2391 della Biblioteca
Angelica di Roma, contenente, tra
l’altro, adespote, rime che il B. ri-
tiene di poter attribuire al Coppetta.
Segnala infine una copia dell’edi-
zione Bianchi del 1580, conservata
nella Biblioteca Marciana, postillata
da Pier Caterino Zeno e che potrebbz
in parte supplire il mai rinvenuto
codice di Apostolo Zeno che Vin-
cenzo Cavallucci asseriva di avere
adoperato per l'edizione coppet-
tiana del 1751. (EE)

Di BeRNARDO FLavio, C. P., Gian-
nantonio Campano, tipica figura di
umanista-vescovo. Roma, Ponti-
ficia Universitas Gregoriana, 1969,
DD: 77.

Si tratta d'un « excerptum » della
dissertazione di laurea conseguita pres-
so l'Università Pontificia Gregoriana.

106 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

L’A. ha tratteggiato la figura del
Campano (1429-1477) in ben 17 ca-
pitoli. di cui ora pubblica il 13° dedi-
cato a « L'uomo Campano », analiz-
zando il suo fisico, lo spirito e la
psiche, i costumi. Il famoso umanista,
studente e poi professore all'Uni-
versità di Perugia (1452-1459), go-
vernatore a Todi (aprile-maggio
1472) e a Foligno (12 ott. 1472-mar-
zo 1474), legato a Città di Castello
(marzo-agosto 1474) per mediare la
pace tra i tifernati ribelli e Sisto IV,
a buon diritto fu considerato quasi
umbro dagli studiosi regionali e lo-
cali. Riguardo ai suoi costumi, l’A.
esamina acutamente l’affermazione
di Gioviano Pontano, quale fu in-
terpretata e diffusa dal Bini e dal
Vermiglioli, mettendo in evidenza
l’abbaglio dei suddetti autori nella
lettura dell’oscuro passo del Pon-
tano. (U. N.)

GiAccHIERI RENZO, La Passione
nella poesia e nella tradizione,
(da Jacopone da Todi ai nostri
giorni) a cura di R. G. Todi, s.n.t.,
Venerdì Santo 1969, pp. 33.

Testi: dalle laude umbre, Jaco-
pone da Todi, Canti tradizionali negri
americani, R. M. Rilke, E. Lee
Masters, C. A. Belloni, E. Evtu-
scenko. (M. P.)

Gnis: FRANCEScO, La protesta di Ja-
copone da Todi. Roma, Trevi Edi-
tore, 1969, pp. 52, L. 1.000. « Res
Tudertinae », n. 9.

L'A. compie della vita e dell'at-
tività di Jacopone una ricostruzione
assai soggettiva, sulla base di una
asserita sua consonanza con quella
disponibilità alla «avventura» che
egli vede nel tudertino ; appoggian-
dosi sulla lettura delle tre satire a
Bonifacio VIII, il cui testo è pubbli-
cato in una «rielaborazione » della
quale non sarebbe stato inopportuno
indicare i criteri ; come utile sarebbe
stato qualche piü preciso riferimento

—-
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 107

bibliografico. Non agevolano la let-
tura i numerosi refusi; particolar-
mente perplessi lasciano quelli che
deformano il testo della lapide ap-
posta in San Francesco di Todi sulla
tomba di Jacopone (p. 31). Efficaci
i disegni di Domenico Purificato.
(DP

MENEGHIN VITTORINO, Jl « Mons Eu-
ganeus » di Giovanni Barozzi, poe-
metto sull’erezione del Monte di
Padova (1491). Estratto da « Fon-
ti e ricerche di storia ecclesiastica
padovana », II, pp. 109-216, ill.;
(Istituto per la storia ecclesiastica
padovana, 1969).

All’edizione integrale del poemet-
to, che consta di 14 brevi canti in
esametri, VA. premette una dotta
introduzione nella quale si fa rife-
rimento più volte ai Monti di Pietà
di Perugia, Assisi e Orvieto, come an-
che al consulto del collegio dei giu-
risti dell’Università perugina per il
Monte di Padova, stampato a Vene-
zia o a Padova nel 1494. (U. N.)

PeTROCCHI Massimo, Un Seicento spi-
rituale italiano non formalistico.
Estratto da « Cultura e scuola », n.
29, gennaio-marzo 1969, pp. 92-108.

Tra gli scrittori in volgare, VA.
si sofferma sulla figura del gesuita Vir-
gilio Cepàri, nato a Panicale verso
il 1564, mai citato dalle storie let-
terarie, ma «la cui opera è essenziale
per la comprensione di come il Ba-
rocco italiano sentisse la miseria e al
tempo stesso la grandezza del cuore
umano ». (U. N.)

FERRARI ALpo, L'anima e l'arte di
G. Carducci. La Spezia, Tip. Mo-
derna, s.a., pp. 18.

L'opuscolo, analizzando sommaria-
mente la produzione carducciana,
ricorda i motivi umbri che hanno
ispirato al Carducci Il! canto del-
l'amore e Alle fonti del Clitunno.

(Pi*Bj)

STORIA E CRITICA DELLE ARTI

PREVITALI GIOVANNI, Giotto, I parte.
Milano, Fratelli Fabbri editori,
1964. « I Macstri del colore », fasc.
26.

PREVITALI GIOVANNI, Giotto, II parte.
Milano, Fratelli Fabbri editori,
1964. « I Maestri del colore », fasc.
27. (C. B.)

MARTELLI GisBERTO, Le più antiche
cripte dell' Umbria. Estratto dagli
Atti del Terzo Convegno di Studi
Umbri. Gubbio 23-27 maggio 1965,
« Aspetti dell'Umbria dall'inizio del
secolo VIII alla fine del secolo XI »,
pp. 323-353, 24 tavv. f.t.

L’A. conferisce i risultati di varie
esplorazioni da lui condotte come
Soprintendente ai Monumenti e alle
Gallerie dell’Umbria nell’area ancor
poco studiata dell’architettura in
Umbria tra il secolo VIII e il X. A
parte le chiese di S. Pietro in Valle
presso Ferentillo e di S. Pietro di
Perugia, viene trattata la ricogni-
zione delle cripte della basilica ugo-
niana nel S. Rufino di Assisi, del-
l'abbazia di S. Benedetto al Subasio,
della chiesa di S. Maria di Valdiponte,
(Montelabate), della chiesa di S. Bar-
tolomeo di Camporeggiano presso
Gubbio, della chiesa abbaziale di S.
Egidio di Petroia presso Città di
Castello, della chiesa di San Giustino
di Valdiponte o della Colombella (Pe-
rugia), della chiesa di S. Maria di
Plestia a Colfiorito di Foligno,
della Cattedrale di Todi, della chiesa
di S. Lorenzo di Galliano presso Città
di Castello, della chiesa abbaziale di
S. Salvatore di Monte Corona.

Di molte altre cripte, alcune delle
quali attribuibili ai secoli XI e XII,
vengono date notizie e descrizioni
più o meno sommarie a seconda dello
stato di conoscenza o la possibilità
di accesso. (G. C.)

1 xi ; } ^ TUI i SUN
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E
er — M — uit conio de ll atm dem a

argen
li A— M m mnt
| BuLGARI CosTANTINO, Argentieri,
NI] gemmari e orafi d’Italia. Roma,
| | Del Turco, 1966.

È il terzo volume (i primi due
sono stati pubblicati nel 1959) che
conclude la sezione dedicata a Roma
e tratta Lazio e Umbria, corredando
il testo di un ricco materiale d'illu-
strazionc. (C. M.)

DE ANGELIS D'OssAT GUGLIELMO, La
Chiesa di S. Angelo di Perugia, in
"i Corsi di Cultura sull'arte ravennate
e bizantina, 13, 1966, pp. 105-111.
(CE P.)

Il coprifuoco. Antico inno comunale
di Assisi. Musica di Anonimo del
149 secolo. Adattamento rit-
mico di ARNALDO FORTINI. Tra-
serizione di ALBINO VAROTTI. As-
sisi, Cappella Musicale di S. Ru-
fino, 1966, pp. 10.

La composizione musicale risulta
come interpretazione e integrazione
I t della melodia tradizionale traman-
I data dall'assisano Rinaldo Compa-
I rozzi, l'ultimo dei trombetti del
| Comune. x OG. C)

Rossi FnRANcESCO, Un ciclo di af-
d freschi allegorici di Ottaviano Nelli,
MICGI LUI in « Arte antica e moderna », aprile
H HI -dicembre 1966, pp. 197-208.

| | Inserisce nel ciclo della decora-
TM zione di palazzo Beni a Gubbio quat-
Im tro affreschi monocromi della rac-
In colta Cagnuola alla Gazzada. Per
|| l'attribuzione si orienta verso Otta-
IM viano Nelli e propone una datazione
TI al quarto decennio del '400 basandosi
ii | sulla cronologia della costruzione del
Id blocco architettonico centrale del
7 palazzo e sul successivo inserimento

| a secco dello stemma dei Colonna.

| L'opera si rivela interessante al fine
Lil di approfondire la ricerca sull'ul-
ul timo periodo del Nelli e circa la co-
| noscenza del’ gusto padano di An-

108 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

tonio Alberti per una più precisa ca-
ratterizzazione della scuola gotica
umbra. (C. M.)

VAROTTI ALBINO, Laudes Italiae. Can-
tico per tenore a solo, Coro a 4
voci miste, Pianoforte e orche-
stra. Versi di GIovaNNI Jorn-
GENSEN. Assisi, Cappella Musi-
‘ale di S. Rufino, 1966, pp. 41.

Ad alcuni brani trascelti da II libro
del pellegrino seguono i versi delle
Laudes Italiae di Giovanni Joergen-
sen e lo spartito musicale. (G. C.).

VAROTTI ALBINO, Mattutino assisano.
Melologo per Soprano a solo, Voce
recitante di Tenore e Orchestra.
Testo di GIovANNI JOERGENSEN
con interpolazioni di testi popolari
e di S. Francesco d’Assisi. Assisi,
Cappella Musicale di S. Rufino,
1966, pp. 32.

Il testo letterario contiene : I. Ba-
luginare dell’alba. Brume mattuti-
ne. II. Stormir d’ulivi. Risveglio di
uccelli. III. L’aurora. IV. Il campa-
none di S. Rufino. V. Le campane
delle convalli. VI. La tomba di S.
Francesco. VII. La preghiera di un
bimbo. VIII. La «Preghiera sem-
plice». IX. La benedizione di S.
Francesco. Segue lo spartito musi-
cale. (G.C.)

Zeri FEDERICO, The Italian pictures,
discoveries and problems, in
« Apollo », n. 84, 1966, pp. 442-451.

Fig. I: Madonna (parte di una
Crocefissione della scuola di Spoleto,
1200 circa). (C. B.)

BARRICELLI ANNA, La collegiata di
Maria Assunta di Lugnano in
Teverina, in «Commentari », a.
XVIII (1967), fasc. I, pp. 7-20.

Accenna ai rapporti con una serie
di edifici del territorio compreso fra
Bevagna, Todi e Spoleto : San Brizio,

Pa
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 109

San Felice di Giano, San Gregorio
Maggiore a Spoleto, costruiti da
maestranze benedettine di origine
lombarda. L’A. confronta gli im-
pianti compositivi e le strutture ar-
chitettoniche.

L’indagine iconografica e stili-
stica delle sculture rivela che nella
chiesa si susseguirono due momenti
nella sistemazione del presbiterio :
il primo assetto è testimoniato da
frammenti della suppellettile, il se-
condo dalle decorazioni della cripta.

Cfr. anche G. MARTELLI, L’ Abbazia
di San Felice di Giano e un gruppo
di Chiese romaniche nei dintorni di
Narni, in « Palladio », n. 2-3, 1957,
pp. 74-91. (C. M.)

CALECA ANTONINO, L'evangelario alto-
medioevale di Perugia, in « Critica
d’arte », a. XIV, fasc. 88, agosto
1967, pp. 17-35.

L’autore compie un’accurata ana-
lisi degli ornati del codice « Perugino
Capitolare 2» (sul piano composi-
tivo, iconografico e stilistico) non
ancora edito nel complesso delle sue
decorazioni.

Le scene del codice non trovano
corrispondenze iconografiche con al-
tri monumenti altomediovali ; si rin-
tracciano « concordanze di lessico ico-
nografico con l’arte esarcale » ma
l’opera si differenzia per il tono pro-
fondamente originale dello stile.

(C. M.)

CECCHINI GIOVANNI, Evoluzione ar-
chitettonico-strutturale della biblio-
teca pubblica in Italia dal secolo
XV al XVII, in «Accademie e
Biblioteche d’Italia » anno XXXV,
n. 1 (gennaio-febbraio 1967), pp.
27-47.

Uno degli esemplari scelti ad il-
lustrare l'evoluzione architettonica
della biblioteca è costituito da quella
del Convento di S. Domenico in
Perugia, costruita nella seconda metà
del sec. XV, che l’A. considera
«l’ultima fase dell'evoluzione » com-

piuta da questo tipo di biblioteca,
cioé dall'archetipo fiorentino del Con-
vento di S. Marco. (PPS

GuALDI FAUSTA, Contributi alla mi-
niatura umbra del Rinascimento,
in «Commentari », a .XVIII, otto-
bre-dicembre 1967, fasc. IV, pp. 297
-324 (I parte).

È.

Si tratta di uno studio sui corali
miniati provenienti dall'Abbazia di
Monte Morcino di Perugia e conser-
vati ora nell'Abbazia di Monte Oli-
veto Maggiore (Siena) e su numerosi
altri minii, inediti o poco conosciuti.
L'A. si serve di un vasto materiale
di confronto reperito nell'Abbazia di
San Pietro, nella Biblioteca Augusta,
nel Museo dell'Opera del Duomo (Pe-
rugia). Per una più vasta documen-
tazione ha studiato anche i minii
contenuti nei documenti conservati
all'Archivio di Stato di Perugia.

In questo importante gruppo di
codici e documenti si rintracciano in-
fluenze ferraresi ma s’individua so-
prattutto la continuazione di moduli
di ispirazione peruginesca.

L’A. fornisce un’appendice con la
descrizione dei fogli miniati.

(C. M.)

La chiesa e l'abbazia di San Nicolò
a Sangemini. Spoleto, Panetto e
Petrelli, 1967, pp. 71, ill.

Contiene : ALBERTO VIOLATI, Pre-
messa, GIUSEPPE DE CESARIS, Cenni
storici, ALFONSO VITTORIO DAMIANI,
Indagine geologica preliminare al re-
stauro, RENzo PARDI, Il consolida-
mento della chiesa, GisBERTO MAR-
TELLI, La restaurata chiesa di San Ni-
colò nel quadro dell’architettura ro-
manica dell’ Umbria Meridionale, Uw-
BERTO CriorTI, Memorie archeologiche,
FRANCESCO SANTI, Sculture e pit-
ture. (M. P.)

MARIANI VALERIO, Dante e Giotto,
in «Il Veltro », XI, 6, dicembre
1967, pp. 751-764.
Premette una rapida introduzione
bibliografica e quindi esamina i rap-
porti fra Dante e Giotto. Suppone un
incontro tra i due artisti a Roma in
occasione del Giubileo : il viaggio di
Giotto sarebbe provato dall’inter-
ruzione degli affreschi di Assisi. Vede
inoltre nella cultura figurativa di
Dante, soprattutto nei «rilievi» del
Purgatorio, suggestioni arnolfiane
quali gli « assetati » di Perugia.

(C. M.)

MENEGHIN VITTORINO O. F. M., Ico-
nografia del B. Bernardino Tomi-
tano da Feltre. Venezia, Convento
di San Michele in Isola, 1967,
pp. 194, ill.

Tra le 91 opere descritte si segna-
lano: tavola a tempera nella Pina-
coteca comunale di Narni, prove-
niente dal convento francescano sop-
presso di S. Girolamo, attribuita a
Giovanni di Pietro detto Spagna;
particolare della grande pala d’al-
tare, nella Pinacoteca comunale di
Todi, proveniente dal convento di
Montesanto, di Giovanni di Pietro
detto Spagna; affresco nella chiesa
del convento di Montesanto di Todi ;
affresco nella Pinacoteca comunale
di Città di Castello, proveniente dal
monastero di S. Cecilia, attribuibile
alla scuola di Luca Signorelli ; tela
ad olio nella cattedrale di Feltre, di
Francesco Agosti: vi si «raffigura
il B. Bernardino che interpone la sua
opera di pacificatore fra i capi di
due fazioni che dividevano e turba-
vano la città di Perugia ». (U. N.)

NAVA CELLINI ANTONIA, Note per
l'Algardi, il Bernini, il Reni, in
« Paragone », a. XVIII, n. 207/27,
maggio 1967, p. 38.

Si associa al Wittkover nell’at-
tribuire il Crocefisso in bronzo con-
servato in Palazzo Barberini al-
l’Algardi invece che al Bernini, e
porta a sostegno dell’ipotesi un con-
fronto iconografico e stilistico con il

110 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Crocefisso nella sacrestia di San Pietro
a Perugia, inserito nel catalogo del-

l’Algardi già dal Posse nel 1907.
La paternità algardiana per il
Crocefisso di Perugia risulta indi-
scussa nella «Guida» di Giovan
Francesco Morelli e ribadita, con
più vaste informazioni, dall'Orsini.
(C. M.)

Nessi SiLvEesTRO, Documenti sulla
arte umbra ; I, Pittori perugini del
sec. XIII, in «Commentari ».
XVIII, I, 1967, pp. 73-80.

Pubblica una serie di documenti,
dai quali emergono i nomi di ventisei
artisti perugini, pittori o miniatori,
noti solo in parte. La fonte princi-
pale della ricerca è costituita dai
registri inediti dei Massari e da docu-
menti coevi quali il Giudiziario an-
tico, i Catasti e la Libra del 1285
(Archivio di Stato di Perugia), regi-
strazioni scarsamente consultate e
studiate dagli storiografi ed eruditi
perugini.

Riassume inoltre i dati fondamen-
tali sulla pittura perugina del Due-
cento e fornisce la bibliografia essen-
ziale. (C. M.)

NEssI SiLvEsTRO, Le pergamene del
comune di Montefalco. Inventario.
Foligno, 1967, pp. 19, ill. Quaderni
della « Pro-Montefalco », n. 5.

Il regesto delle 46 pergamene (1374-
1848) é preceduto da una breve nar-
razione delle vicende dell'archivio
comunale (vicende che anche in que-
sto caso significano distruzione o di-
spersione). L'opuscolo fu distribuito
in omaggio ai partecipanti al 19
Congresso Nazionale di Scienze Sto-
riche in visita a Montefalco il 13
ottobre 1967. (U. N.)

Omaggio a Dante degli artisti italiani
d'oggi. Università degli Studi di
Perugia. Perugia, Palazzo Donini,
maggio-giugno 1967. Roma, Isti-

ME Lala a

d ge
AERE SPE

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 111

tuto Grafico Tiberino De Luca,
pp. 33, 36 tavv.

L’opuscolo contiene il Catalogo de-
gli autori e delle opere partecipanti
all’Omaggio promosso dalla Quadrien-
nale Nazionale d’Arte di Roma di
intesa con la Società «Dante Ali-
ghieri ». La raccolta delle opere,
prima esposte a Roma, e la mostra
al Palazzo Donini di Perugia, fu-
rono iniziativa dell'on. prof. Giu-
seppe Ermini, rettore magnifico del-
l'Università di Perugia e dei presidi
delle facoltà di Lettere e Magistero.
Valentino Martinelli (Dante e gli
artisti italiani contemporanei) e Fer-
ruccio Ulivi (Dante e l’interpreta-
zione figurativa) presentano il cata-
logo. (U. N.)

SCARPELLINI PIETRO, L’ispirazione
dantesca negli affreschi del Signo-
relli ad Orvieto, in « Bollettino del-
l’Istituto Storico Artistico Orvie-
tano» Anno XXI, 1965 (edito
nel 1967), pp. 3-29.

Notevole contributo in cui l'A.,
tornando su un argomento già ripe-
tutamente trattato da altri, facendo
scorrere i vari momenti del ciclo
signorelliano annota i richiami al
poema dantesco che vi si riferiscono.

(G. C.)

SERRA DowrENICO, Le maioliche’ di
Deruta, in « Antichità viva », a. VI,
n. 2, marzo-aprile 1967, pp. 17-21.

Pubblica alcuni pezzi, piuttosto
belli, della produzione rinascimen-
tale proveniente da Deruta (1505-
23). Premette alcune considerazioni
sull'attività dei vasai derutesi che
presuppone una tradizione locale
esistente, secondo i documenti, già
dal 1358. Descrive i motivi ornamen-
tali più diffusi. (C. M.)

SERRA DoMENIcO, Maioliche di Gub-
bio, in « Antichità viva », a. VI,

n. 5, settembre-ottobre 1967,
pp. 54-58.

Nell'ambito della lavorazione della
maiolica ai primi del '500, la figura
di Mastro Giorgio assume notevole
importanza per aver portato la tec-
nica del lustro ad un raffinato
grado di perfezione.

L'Autore pubblica e descrive pezzi
rari e firmati come il piatto « Ninfe
al bagno » (6 aprile 1525) tratto da
composizioni di Raffaello incise da
Marcantonio Raimondi.

Illustra anche un'altra produzione
tipica di Gubbio : le coppe abborchia-
te e lustrate di pasta leggera e di
dimensioni ridotte del periodo 1525-
1530. (C. M.)

WHITE JoHN, Art and Architecture
in Italy, 1250 to 1400. Baltimore,
Penguins Books, 1966, « The Peli-
can History of art.».

Rec. : PREVITALI GIOVANNI, Un
manuale sul Trecento italiano, in « Pa-
ragone », n. 213, a. XVIII (novembre
1967), pp. 62-66. (C. B.)

BoccoLini Guipo, Sculture lignee
medioevali. La Madonna e il Cro-
cifisso di Bevagna. Urbino, 1968,
pp. 22. (C3 P)

DE BENEDICTIS CRISTINA, Sull'atti-
vità orvietana di Simone Martini e
del suo seguito, in « Antichità viva »,
a. VII, n. 3, maggio-giugno 1968,
pp. 3-9.

Data il ciclo di affreschi in Assisi
di Simone Martini ad un periodo
compreso fra il 1317-1319.

Avanza l’ipotesi che la santa che
compare sul pannello laterale del
polittico destinato alla chiesa di San
Francesco (Orvieto) e conservato dal
1956 al Museo di Ottawa, e le sante
Lucia e Caterina (Firenze, coll. Be-
renson) siano opera del Maestro di
Palazzo Venezia. Da ciò deduce che
esse siano le parti smembrate di uno
stesso complesso, avente per scom-
parto centrale la Madonna del Museo
dell'Opera del Duomo. (C. M.)

DI DowENICO CorTESE GEMMA, La
vicenda artistica di Andrea Camas-
sei, in «Commentari», a. XIX,
settembre-dicembre 1968, fasc. IV,
pp. 281-298.

Traccia un profilo dello svolgi-
mento artistico del Camassei (nato
a Bevagna nel 1602) dalla prima
maniera ispirata dal Domenichino
allo sbocco nel senso di un classi-
cismo alla Sacchi, e fino alla «crisi
barocca », determinata dalla presenza
del Cortona.

L’attento esame stilistico è volto
a rintracciare le fonti della sua cul-
tura figurativa e ad individuare le
numerose citazioni. Lamenta la per-
dita dell'affresco col Miracolo di
San Domenico nel Refettorio dei
Predicatori a Bevagna, raschiato
nel corso del rifacimento degli am-
bienti del convento, e la mancanza
di quello in Palazzo Pallavicini-
Rospigliosi.

I documenti attestanti i pagamenti
(che l'A. non pubblica), i bozzetti,
disegni e incisioni colmano le lacune,
almeno in parte. Nega l'attribuzione
al Camassei di una Scena di Bat-
tesimo (coll. privata) in quanto
bozzetto preparatorio dell'affresco di
G. Abatini per il fregio nella sala
di Carlo Magno (Palazzi Vaticani).
Anche le Storie d'Ovidio (Roma,
Palazzo Doria-Pamphily) che il Pas-
seri assegnava a Camassei, sono opera
di Giacinto Brandi, secondo i docu-
menti relativi ai pagamenti.

Al Camassei, prima, e al figlio
Giuseppe dopo la sua morte, fu pa-
gata la decorazione della stanza
detta «di Bacco ». (C. M.)

DonaTI PIER Paoro, Aggiunte al
Maestro di San Torpé, in « Com-
mentari », a. XIX, fasc. IV, set-
tembre-dicembre 1968.

112 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Inserisce alcuni numeri nel cata-
logo del Maestro di San Torpé, fra
questi i putti affrescati sulle fasce
decorative della prima campata della
Chiesa superiore di San Francesco in
Assisi.

L’ipotesi di una attività assisiate,
sia pure limitata, del maestro pisanu
troverebbe così conferma. (C. M.)

DonATI PiER Paoro, Per la pittura
aretina del Trecento (1), in « Para-
gone », a. XIX, 215/35, gennaio
1968, pp. 22-39.

Rintraccia le radici dell’attività
pittorica aretina « nella cultura giot-
tesca diffusasi dall'Umbria ». (C. M.)

DoNATI PiER Paoro, Per la pittura
aretina del Trecento (II), in « Para-
gone», a. XIX, n. 221/41, luglio
1968, pp. 10-21.

Accenna ai rapporti culturali fra
gli artisti aretini e l'ambiente assi-
siate dell'epoca.

Circa gli affreschi di Pietro Loren-
zetti in Assisi concorda con il Volpe
per una datazione oscillante fra l'ini-
zio del secondo decennio e. il
1320. (C. M.)

HorFFMANN CunriUs KATHRIN, Das
Programm der Fontana Maggiore
in Perugia. Düsseldorf, Rheinland-
Verlag, 1968.

Si tratta di uno studio molto ap-
profondito sull’iconografia e sull’ico-
nologia del celebre monumento pe-
rugino, che viene considerato in un
quadro assai vasto di relazioni con
molti monumenti di tutta Europa.

Per l’autrice la Fonte Maggiore, al )
pari di molte altre fonti medioevali,
deve essere messa in rapporto con
l’antica tradizione della « Fons
Vitae ». (B. 'Si)

MELLINI GIAN LonENZO, Pittura fio-
rentina del primo Trecento e Maso,
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 113

in «Critica d'Arte», a. XV, fasc.
98, ottobre 1968, pp. 49-64.

Ricorda, fra le personalità di ri-
lievo, il cosiddetto Maestro delle Vele,
autore delle «Virtù francescane »
nella Basilica inferiore in Assisi.

(C. M.)

Mostra antologica delle opere di Ugo
Scaramucci. Foligno, Palazzo Trin-
ci, 29 settembre-12 ottobre 1968.
Perugia, Grafica Salvi.

Catalogo a cura di Italo Tomas-
soni e Antonino Caleca. Stampato a
cura dell’Azienda Autonoma di Sog-

giorno e Turismo di Foligno.

(C. M.)

RoTONDI PASQUALE, Giotto nella cap-
pella della Maddalena in Assisi,
in « L'Arte » a. I, n. 1, marzo 1968,
pp. 75-97.

Illustra con ricco materiale foto-
grafico gli affreschi della Maddalena
(Assisi, Basilica inferiore) assegnando
a Giotto i cartoni e parte dell'esecu-
zione di alcune scene: Noli me tan-
gere, Maddalena in colloquio con gli
Angeli ; e gli sfondi della Comunione
e del Convito, della Resurrezione di
Lazzaro, della Vestizione e dello Sbar-
co della Maddalena a Marsiglia.

Aggiunge una documentata nota
tecnica circa lo stato di conserva-
zione degli affreschi e sui particolari
del restauro che permette una let-
tura dell’opera più adeguata.

(C. M.)

SABATINI RENATO, Medaglioni musi-
cali umbri. Perugia, Tipografia
Giostrelli, 1968, pp. 528, tavv. 35.
Ed. numerata f.c.

L’opera, informata ad un vasto e
vario eclettismo di materia storica,
artistica, aneddotica, epistolare e gior-
nalistica, porta il sottotitolo : Note
per una iniziativa musicale. Con ciò
l’A. vuol riferirsi al Gruppo Musicale
Umbro, da lui stesso costituito con

8

la prevalente finalità di eseguire pa-
gine antiche e recenti di compositori
umbri o attivi nella regione. Una
azione artistica seria e, per molti
sensi, appassionata che trova eco,
altrettanto appassionata, nel volume,
una cui ultima parte è destinata ad
un biennio di programmi, di adesioni
e di cronache relativi al Gruppo Mu-
sicale medesimo. (V.: C.)

SANTI FRANCESCO, Un alíro « scriba »
di Arnolfo per la fontana perugina
del 1281, in « Paragone », a. XIX,
n. 225/45, novembre 1968, pp. 3-
10.

Lo studioso annuncia il ritrova-
mento della scultura, avvenuto in
una villa, in stato di conservazione
quasi perfetto.

Il pezzo documenta l'apparte-
nenza dei due «scribi» alla fontana
del 1281 e propone altre possibilità
di sistemazione del complesso e di
ulteriori interpretazioni iconogra-
fiche. L'A. (da tempo attento al pro-
blema) é propenso ad individuarvi
un frate francescano in qualità di
massaro del comune di Perugia.

Dall'acuta indagine stilistica e dai
confronti con opere d'arte tardogo-
tica si desume che la struttura e
l'iconografia della fontana si distac-
cano dagli altri esemplari ducente-
schi. (C. M.)

STORELLI Enzo, Una tavola di Sano
di Pietro senese nella Pinacoteca
di Gualdo Tadino. Assisi, Tipogra-
fia Porziuncola, 1968.

Puntuale ed esauriente saggio cri-
tico dedicato all’illustrazione storica
e artistica di una delle opere più
significative conservate nella Pina-
coteca di Gualdo Tadino : la Inco-
ronazione della Vergine e santi di
Sano di Pietro. (G. C.)

DowNATI PrEeR Paoro, Inediti orvie-
tani del Trecento, in «Paragone», a.
XX, n. 229, marzo 1969, pp. 3-17.
tire e imm©ùn n

114

L’A., operando un'attenta rico-
gnizione nella zona gravitante in-
torno ad Orvieto, ne amplia il pa-
norama culturale cosi da confermare
come questa scuola si differenzi dalla
senese. Il substrato culturale degli
artisti si rivela piü articolato e com-
plesso dall'analisi degli affreschi di
San Giovenale (Orvieto), delle Storie
di San Francesco e di San Giovanni
Battista (Todi, San Fortunato) orien-
tati verso stimoli giotteschi ma con
caratteri già schiettamente orvietani.

L'A. rintraccia i fatti di cultura
specificamente orvietana presenti
nelle opere dei maggiori esponenti
della scuola: Ugolino, Cola Petruc-
cioli, Piero di Puccio.

Aggiunge al catalogo di Cola Pe-
truccioli l'affresco sull'arcone esterno
della chiesa di San Lorenzo in Assisi
(ora proprietà Berkeley) con Ma-
donna e Bambino in trono, San Fran-
cesco e una compagnia di flagellanti :
questo comporta la necessità di
una revisione critica dell'attività di
Cola nell'ultimo decennio del secolo
e testimonia una svolta nello stile
dell'artista, imputabile a Piero di
Duccio, apportatore di novità me-
diate dall'ambiente pisano. Auspica
un allargamento della ricerca docu-
mentaria e figurativa alle opere degli
altri frescanti operosi ad Orvieto ;
rende nota l’urgente necessità di
salvare o, almeno, fotografare alcuni
affreschi inediti come quelli in San
Fortunato (Todi), a San Claudio di
Spello, nell'Oratorio di Sant'Ansano
di Allerona (ridotto a fienile), a
Sant'Agostino di Panicale. (C. M*)

DRAGO ANTONIETTA, Ricordo di Giu-
seppe Pedota, in « Altamura », n. 11,
1969, pp. 77-92.

Ricostruzione della biografia del
musicista di Altamura (Bari), che
fu Maestro di Cappella del Duomo
di Orvieto dal 19 giugno 1778, e in
quella città morì nel 1831.

Segue l’elenco delle composizioni

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

musicali di Giuseppe Pedota esistenti
nell'Archivio dell'Opera del Duomo

di Orvieto. (D.P.)
MARTINELLI VALENTINO, Una testa
sconosciuta di Giovanni Pisano a

Perugia (e il problema di Giovanni
Architetto), in Momenti del marmo.
Scritti per duecento anni dell’Ac-
cademia di Carrara. Roma, M.
Bulzoni Editore, 1969, pp. 27-37.

Pubblica una testa di donna ri-
dente nel portico della Canonica del
Duomo di Perugia come opera tarda
di G. Pisano, che secondo il Vasari
avrebbe lavorato nella navata cen-
trale di San Domenico. Il M. ac-
cetta l'indicazione vasariana e col-
lega l'opera in questione (proveniente
da San Domenico), con uno dei capi-
telli gotici della chiesa. (B.#8.)

VAROTTI (P.) ALBINO O.F.M. Conv.,
Assisi. Storia musicale. Estratto
dalla Enciclopedia Musicale Ri-
cordi, pp. 129-130, tav. LXV.

In questa voce di enciclopedia è
tracciata per sommi capi la storia
dell'evoluzione della musica, preva-
lentemente sacra, in Assisi, dal se-
colo XIII all'età contemporanea.

(G. C.)

GEOGRAFIA

DESPLANQUES HENRI, Carte du peu-
plement dans la région de Gubbio
au XVI? siècle, in « Méditerranée »,
Janvier-Mars 1963, n. 1, pp. 5-13.

L'A. illustra una singolare carta
geografica della diocesi di Gubbio
compilata dal chierico eugubino
Ubaldo Georgii in seguito alla ri-
chiesta di dati statistici fatta dal
vescovo Mario Savelli nel 1567. Ese-
guito con vera maestria su cuoio il
prezioso documento si conserva nel-
la locale sottosezione di Archivio di
Stato. (M. P.)

—w
—w

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 115

Lippi-BoncAMPI CESARE, L'Umbria.
Sintesi monografica. Estratto da
«L’Universo ». Rivista trimestrale
dell’Istituto Geografico Militare,
A. XLIV, n. 1, gennaio-febbraio,
e n. 2, marzo-aprile 1964, pp. 92,
8 tavv. f.t.

È un breve, ma completo saggio,
in cui é presentata la regione nei
caratteri geo-fisici, idrografici, della
fauna e della flora, storici ed antro-
pici. La parte terza è dedicata agli
aspetti economici della regione.

(G. C.)

LipPi-BONCAMPI CESARE, Umbria. To-
rino, Loescher editore, 1965. « Col-
lana di monografie delle regioni
d’Italia diretta da Giuseppe Nan-
geroni », pp. 113, 1 tav. f.t., ill,
L. 900.

È l'esposizione in forma piana e
succinta dei dati geografici, storici,
demografici, economici, artistici della
regione umbra appositamente re-
datta per gli alunni delle scuole medie
con abbondante corredo di illustra-
zioni in buona parte a colori.

(G. C.)

BATTISTELLA RENZO, Il Subasio. Pae-
saggio Ambiente Economia. Bo-
logna, Calderini, 1967, pp. 68, 11
ill. « Collana di Ricerche di Geoeco-
nomia in Umbria dell’Istituto di
Geografia Economica dell’Univer-
sità di Perugia », Vol. II.

Del monte storico dell'Umbria, l' A.
offre una descrizione ispirata alla
«geografia attiva ».

Da un lato il paesaggio, sintesi di
elementi sensibili, estetici, morfolo-
gici, culturali e spirituali, dall’altro
l’ambiente, fatto di clima, di carat-
teri geologici, di acque, di precipi-
tazioni, di insediamenti umani. In-
fine le risorse economiche, le infra-
strutture, le attività umane, le isti-
tuzioni che vi operano. Per conclu-
dere che l’indagine geoeconomica « ha

confermato che paesaggio e ambiente
possono essere oggi utilizzati per uno
sviluppo delle risorse economiche 1o-
cali solo se saranno lasciati nella at-
tuale situazione ». Come dire che il
paesaggio va difeso dalla specula-
zione edilizia. (AT CPP.)

BATTISTELLA RENZO, Piano di. svi-
luppo per l'Umbria e geoeconomia.
Bologna, Calderini, 1967, pp. 56.
« Collana di Ricerche di Geoecono-
mia in Umbria dell'Istituto di Geo-
grafia Economica dell’Università di
Perugia», Vol. I.

Partendo da alcuni appunti ri-
volti al «Piano di sviluppo econo-
mico dell'Umbria» (carenze geogra-
fiche, uso indiscriminato di termini
geografici non omogenei, identifi-
cazione tra pianificazione territo-
riale e pianificazione urbanistica, ina-
deguatezza del «quadro di riferi-
mento », ecc.) l’A., giustamente, spez-
za una lancia in favore dell’economia
spaziale, dell'economia dinamica, che
deve partire da una base territo-
riale, cioè da un’esatta conoscenza de-
gli elementi ambientali che condi-
zionano i fenomeni economici. Ad
opprimere alquanto il testo, sta una
certa incertezza di dettato, forse da
addebitarsi alle difficoltà dell’argo-
mento e alla flessibilità dei concetti
di questa disciplina, ancora ai primi
passi in Italia. (AG Gi B.)

MenGHINI GIULIO, MASCAMBRUNI
Bruno, Marche e Umbria. Milano,
Franco Raiteri, 1967, pp. 127, ill.
«Le Regioni d’Italia »,

Descrizione piuttosto sommaria
della regione umbra, a fine prevalen-
temente turistico, abbastanza accu-
rata tuttavia nell’informazione sto-
rica e artistica, se pure assunta non
di prima mano. È ovviamente super-
fluo rilevare esclusioni, imprecisioni e
piccole sproporzioni nella trattazione,
avvivata da molte illustrazioni a co-
lori. (G. C.)

nti e 3

PORZIO a ine

ades.

)*

dre iii rientro at"

NEL
116

Atti del Convegno di studio sulla pre-
visione e prevenzione e contenimento
dei danni delle alluvioni (Spoleto,
25-26 febbraio 1967). Perugia, Gra-
fica, 1968, pp. 206, ill.

Nel volume sono raccolte ventisette
relazioni.

Le relazioni più pertinenti a que-
sta sezione, paiono essere : prof. Pa-
tella, Le alluvioni in Umbria : con-
siderazioni geografiche ; dott. Pialli
e dott. Sabatini, Aspetti idrogeologici
del problema delle alluvioni in Um-
bria; ing. Alimenti, Considerazioni
generali sul problema della difesa dal!e
alluvioni; dott. Pialli, Tentativo di
ordinamento della bibiiogrefia idro-
geologica sul problema delle alluvioni
in Umbria. Più o meno ampi rife-
rimenti ai bacini idrografici umbri
sono contenuti anche in altre re-
lazioni. (AC. Pò

SAccHI DE ANGELIS MARIA ENRICA,
Umbria. Consiglio Nazionale delle
Ricerche, Comitato per le Scienze
Storiche, filologiche, filosofiche,
1968, pp. 206. « Collana di Biblio-
grafie Geografiche delle Regioni
Italiane », n. XII.

Il volume rientra nel quadro di
una collezione di monografie biblio-
grafiche regionali, la cui pubblica-
zione è stata promossa nel 1959 dal
Consiglio Nazionale delle Ricerche, e
si adegua, nei caratteri e nei limiti,
alle norme relative che una apposita
Commissione ha a suo tempo appro-
vato. Nella prima parte sono raccolti
gli scritti che concernono, relativa-
mente all’intera regione, aspetti geo-
grafici o di scienze strettamente af-
fini, e che — secondo tali diversi
aspetti — sono divisi in sezioni. Nella
seconda parte si trovano invece ci-
tate le pubblicazioni che si riferiscono
a singole città o a singoli territori.
Essenziali indicazioni metodologiche
precedono la raccolta, nella quale ri-
sultano non solo citate ma anche
brevemente illustrate le opere che

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

l'A. ha giudicato di più rilevante im-
portanza. A corredo della raccolta,
una nitida carta dell'Umbria rimanda
con apposita numerazione delle lo-
calità alle opere inserite nella Guida
bibliografica, nel numero complessivo
di 1369 titoli. (RP)

CoMuNE DI Topnr, Convegno di studio
sul tema Le frane del Colle di Todi :
Consolidare per salvare (Todi, 16
marzo 1969). Assisi, Tip. Por-
ziuncola, s. a. [1969], pp. 34, ill.

Le precarie condizioni di stabilità
del colle di Todi hanno spinto gli
amministratori a divulgare e a stu-
diare il problema, commissionando ai
geologi Pialli e Sabatini uno studio
geolitologico, nominando una commis-
sione di indagine, promuovendo un
convegno. (A.C.P.)

SCIENZE ECONOMICHE,
SOCIALI, STATISTICA, ETC.

VALDINA PiETRO, Jl problema degli
anziani. Aspctti generali e possi-
bilità attuali di assistenza nella
provincia di Terni, Provincia di
Terni, Terni. Tip. Celori, 1904,
pp. 152, ill.

I problemi gerontologici e geriatrici
esistenti nella provincia di Terni. Esa-
me delle istituzioni provinciali com-
petenti. Proposte di assistenza e
confronti con sistemi stranieri.

(A. * GO BS)

CENTRO REGIONALE PER IL PIANO DI
SVILUPPO ECONOMICO DELL'Uw-
BRIA, Il piano di sviluppo econo-
mico dell'Umbria. Relazione ge-
nerale del piano. Foligno, Salvati,
1965, pp. 772, 131 tabb. « Collana
degli Studi per il Piano», Vol. I.

Si tratta del primo piano regionale
di sviluppo elaborato in Italia (ri-
sale al 1962) e del più importante e
completo studio ricognitivo della real-
tà economica e sociale dell'Umbria,
e delle possibili soluzioni. Inoltre,
il piano umbro è un piano d’interven-
ti, non soltanto un piano di previ-
sioni.

Punti focali del documento sem-
brano essere: la suddivisione della
regione in dieci comprensori econo-
mico-urbanistici, l’individuazione del-
le risorse, delle carenze e degli inter-
venti necessari per lo sviluppo, la
ripartizione del territorio in zone
agrarie omogenee e in zone di svi-
luppo turistico. Altre trattazioni im-
portanti concernono l’artigianato, la
industria, i centri storici, la derura-
lizzazione, le zone demografiche.

(A-G.-Pò)

BELLINI Luci, 7 licenziati dalla «Ter-
ni» nel 1952; la loro situazione
dieci anni dopo. Centro Regionale.
Foligno, Salvati, 1966, pp. 34, 3
tabb. « Collana degli Studi per il
Piano », Vol. XI, Tomo X.

Nel 1952 la « Terni » licenziò 2400
dipendenti. L’indagine verifica la de-
stinazione dei licenziati e il tipo di
assorbimento da parte dei settori eco-
nomici, a dieci anni di distanza, met-
tendo in luce come l’emigrazione e
l'occupazione presso altre aziende o
in proprio siano stati i due orienta-
menti «scelti» dai lavoratori.

(Ax, D.)

BELLINI Luiar, Il movimento turistico
in Umbria nel periodo 1958-1963.
Centro Regionale. Foligno, Salvati,
1966, pp. 208, 79 tabb. e grafici.
« Collana degli Studi per il Piano »,
Vol. XI, Tomo VIII.

x

Il volume è diviso in due parti.
Il movimento alberghiero ed extra-
alberghiero in Umbria dal 1958 al
1963. Il turismo a Perugia nel 1961
(indagine campionaria). I flussi turi-
stici vengono distinti per nazionalità,
per sesso, per categoria di alloggio, se
singoli o in comitiva. Presenti nel
testo considerazioni critiche sulla rac-

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

117

colta e sulla elaborazione dei dati
da parte dell’ISTAT e dell’ENIT.
Nel lavoro è dato anche cogliere, in
diversi punti, alcune notazioni di po-
litica turistica. (A CEP.)

BELLINI LuiGi, Movimento pendo-
lare dei lavoratori per alcuni cen-
tri dell Umbria. Centro Regionale.
Foligno, Salvati, 1966, pp. 40, 5
tavv., 1 cartina f. t. a c. « Collana
degli Studi per il Piano », Vol. XI
Tomo XI.

I centri considerati in ordine ai
flussi pendolari dei lavoratori sono :
Foligno, Perugia, Spoleto, Narni e
Terni. (A. CT PS

BiANcHI TANCREDI, J| mercato del
credito in Umbria. Centro Regio-
nale. Foligno, Salvati, 1966, pp.
120, 19 tabb. « Collana degli Studi
per il Piano », Vol. XI, Tomo I.

Il volume costituisce il primo ten-
tativo di un esame organico del cre-
dito regionale. Le conclusioni cui
perviene l’A., ordinario a Ca’ Fo-
scari, sono piuttosto negative, so-
prattutto per ció che attiene alla
struttura territoriale delle aziende (ec-
cesso numerico di sportelli, inci-
denti quindi sui costi di gestione,
troppe banche, ecc.). Lo studio, arti-
colato in capitoli dedicati alle condi-
zioni di efficienza di un mercato re-
gionale del credito e alla dinamica del
mercato del credito umbro nel qua-
dro di una politica di sviluppo, pro-
pone vari strumenti per razionaliz-
zare il settore. (AC)

FACOLTÀ DI ARCHITETTURA. UNI-
VERSITÀ DI ROMA, Il territorio della
media valle del Tevere e la pianifi-
cazione territoriale comprensoriale
a cura di vari collaboratori. «Qua-
derni dell’Istituto di Ricerca Ur-
banistica e tecnica della pianifica-
zione », n. 3, 1966.

Tra l’altro ampia trattazione su
Narni (pp. 142-149). (C7 Pj

Y à RR * 4 2% HE ro } C. d p
inten | iii cirie gt tire te ine forni finti citizen s
118 SEGNALAZIONI

FepERICI Nora-BELLINI LuIGI, La
evoluzione demografica dell’ Um-
bria dal 1861 al 1961. Centro Regio-
nale. Foligno, Salvati, 1966, pp.
436, 160 tabb., 90 carte e grafici.
« Collana degli Studi per il Piano »,
Vol. II. 3

L’enorme massa di dati forniti dai
nove censimenti italiani, effettuati
in un secolo, è stata organicamente
sistemata e analizzata con il sussidio
di vasta e profonda dottrina, non-
chè con estrema intelligenza di so-
luzioni grafiche e cartografiche.

Ne risulta la migliore opera apparsa
in Umbria sull’argomento. La rela-
zione è dovuta al Bellini, mentre la
Federici ha impostato e diretto le
ricerche. (A C. P.)

Focu Nicora, I problemi dell Um-
bria e le prospettive aperte dal Pia-
no regionale di sviluppo economico,
in «Aspetti dell'Italia in cam-
mino », n. 2, maggio 1966, pp. 7-29.

Documentato articolo sull'esperien-
za di programmazione umbra, sulla
situazione economica e sulle pro-
spettive di sviluppo. (AUC UP)

Inpovina FnaNcEsCO, Le attività,
commerciali in Umbria. Centro Re-
gionale. Foligno, Salvati, 1966,
pp. 122, 17 tabb., 2 grafici f. t. a c.
« Collana degli Studi per il Piano »,
Vol. XI, Tomo III.

Valore aggiunto commerciale al
1951 e al 1961. Aree di mercato.
Struttura del commercio al 1951 e al
1961. Il mercato delle carni bovine.
Distribuzione dei prodotti ortofrut-
ticoli. Il mercato dei prodotti del-
lartigianato. Il mercato del vino.

(A. CP)

INDOVINA FRANCESCO-CASTAGNA Lo-
REDANA, ll valore aggiunto della
regione umbra al 1951 e al 1961.
Centro Regionale. Foligno, Salvati,

1966, pp. 44, 4 tabb. « Collana degli

BIBLIOGRAFICHE

Studi per il Piano», Vol. XI,
Tomo V.

Il valore aggiunto umbro, nei due
anni considerati, risulta essere pari
all'i95 del v. a. italiano (161 mi-
liardi nel 1951 e 236 miliardi nel
1961). La partecipazione della re-
gione alla formazione del v. a. in
agricoltura è diminuita, L'analisi,
estesa agli altri settori, fa emergere
la debolezza della struttura econo-
mica dell'Umbria. (X ID)

INDOvINA FRANCESCO-CIORLI ADINA,
Le cooperative di consumo in Um-
bria. Centro Regionale. Foligno,
Salvati, 1966, pp. 60, 23 tabb., 2

cartine f. t. a c. «Collana degli -

Studi per il Piano», Vol. XI,
Tomo IV.

Inventario delle 50 cooperative esi-
stenti al 1963. Loro localizzazione.
Distribuzione geografica degli spacci
(101). Caratteristiche merceologi-
che delle vendite. Addetti alla di-
stribuzione. Attrezzature degli spac-
ci. Ne risulta un insufficiente svilup-
po della cooperazione. (A. C; B.)

MonRETTI GIAMPAOLO-GIANOTTI FRAN-
cESCO SAvERIO, Per bilancio ittio-
logico delle acque umbre. Centro
Regionale. Foligno, Salvati, 1966,
pp. 70. « Collana degli Studi per il
Piano », Vol. XI, Tomo XIII.

Gli AA., rispettivamente Diret-
tore e Aiuto dell’Istituto di Zootec-
nia, Idrobiologia e Pescicoltura del-
la Università di Perugia, distin-
guono la ricerca in vari capitoli, che
riguardano le acque correnti (si-
stemi idrici maggiori e sistemi idrici
minori), le acque stagnanti (laghi
maggiori e laghi minori), la fauna
ittica vivente in dette acque, noti-
zie sulla pesca (pescatori professionali
e produzione ittica), impianti it-
tiogenici e iniziative a tutela della
pesca, inquinamenti e opere idrau-
liche. (A. C. P.)

Em
Eur MN

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 119

PrgRACCINI GIOVANNI, Lo sviluppo
della regione umbra nella program-
mazione. Roma, Tip. Olimpica,
s. a. [1966], pp. 28.

È il testo del discorso tenuto, il 18
aprile 1966, dall’allora Ministro del
Bilancio, a conclusione della discus-
sione parlamentare sui problemi del-
l'Umbria. (Ast C, D.)

RASIMELLI ILvANO-SANTI MARIO,
Acque, ligniti e fonti d’energia.
Centro Regionale. Foligno, Salvati,
1966, pp. 54. « Collana degli Studi
per il Piano », Vol. XI, Tomo II.

Risorse idriche (utilizzazione ra-
zionale delle acque umbre, il proble-
ma del Tevere, il problema del Tra-
simeno, ecc.); ligniti e altre risorse
minerarie ; energia elettrica (produ-
zione regionale, consumi, la politica
delle imprese elettriche in Umbria).
L’indagine è stata effettuata nel 1961.

CA Ga.)

Umbria. Monografie regionali per la
programmazione economica. Unio-
ne Italiana delle Camere di Com-
mercio, coordinatore Siro Lom-
bardini. Milano, Giuffrè, 1966,
pp. 150, tavv., ill.

Il volume, che fa parte di una col-
lana interamente portata a termine, è
stato coordinato dal prof. Lom-
bardini, che ha diretto gli studi per
il «Piano di sviluppo» del 1962.
Numerosi i dati e le informazioni,
Buona la cartografia. (A; a Qi B.)

BACCARELLI MARIA Luisa, Industria
e conurbazione a Perugia. Bologna,
Calderini, 1967, pp. 28, ill. « Col-
lana di Ricerche di Geoeconomia
in Umbria dell'Istituto di Geografia
Economica dellUniversità di Pe-
rugia», Vol. III.

Il breve testo tenta di cogliere al-
cune relazioni fra la crescita urba-
na di Perugia e la sua industrializza-
zione.

Esamina come l'industrializzazione
sia condizionata dall’ambiente e co-
me l'ambiente determini un certo
tipo di insediamento umano.

La crescita di Perugia é stata non
troppo accelerata, ma continua. Il
centro storico ha perduto gradual-
mente popolazione, mentre le fra-
zioni, specie i «ponti» (Ponte San
Giovanni, Ponte Felcino, Ponte Val-
leceppi, ecc.), hanno incrementato i
livelli demografici.

L'A., inoltre, affronta lo sviluppo
periferico della città, verificatosi in-
torno ai grossi stabilimenti indu-
striali, usciti dalla cinta urbana tra-
dizionale, e attestati nelle cosiddette
zone industriali suburbane, inse-
diamenti che fanno da cerniera fra
città e campagna e che pongono tutta
una serie di problemi (servizi so-
ciali, trasporti urbani, ecc.), spe-
cialmente di ordine urbanistico e di
«aménagement du territoire ».

(A. 1C. cP)

BARBANERA ANTONIO, Appunti di
programmazione per il Piano di
sviluppo della Istruzione pubblica
in Umbria e per un problema di
distribuzione. Estratto da « Ras-
segna Economica », nn. 2-3-5 (1967),
pp. 1-22.

La «programmazione lineare » ap-
plicata all’istruzione regionale.
(A. C. P.)

CAMILLI ConnADO, Analisi delle strut-
ture organizzative del « Centro Re-
gionale per il Piano di Sviluppo
economico dell' Umbria», in «La
scienza e la tecnica della orga-
nizzazione nella pubblica ammini-
strazione », n. 2, aprile-giugno 1967,
pp. 275-313.

Interessante studio giuridico sulla
natura e le funzioni di questo orga-
nismo di studio, dai compiti nuovi e
in parte pubblicistici. L'interesse é
notevole anche perché il saggio per-
viene a conclusioni valide per tutti
gli istituti di ricerca attualmente
operanti in Italia. (A. C. P.)

CENTRO REGIONALE PER IL PIANO DI
SVILUPPO ECONOMICO DELL’UM-
BRIA, Síatuto e atti istitutivi. Fo-
ligno, Tip. Salvati, 1967, pp. 76.

Contiene una relazione illustrativa
sulle origini, l’attività e le funzioni
del Centro Regionale (quale Isti-
tuto regionale di ricerche economico-
sociali), lo statuto e altri documenti.

(A. C. P.)

Funzione delle Aziende a partecipa-
zione statale nell’economia di Terni.
Atti del Convegno (Terni, 3 dicem-
bre 1966), in « Terni », nn. 1-2, gen-
naio-aprile 1967, pp. 3-84.

Prendendo occasione dalla «iriz-
zazione » della «Soc. Terni», av-
venuta nel 1965, il convegno ha cer-
cato di mettere a fuoco il ruolo delle
aziende pubbliche in un’economia
aperta quale quella italiana, e nel-
l'economia del ternano. (A. C. P.)

GATTI FRANCESCO, Una regione al
mese: L’Umbria, in «Orienta-
menti Sociali », n. 1, gennaio 1967,
pp. 54-71.

L'articolo fa il punto sull'esperienza
umbra in campo socio-economico, una
regione, cioè, che si è dotata assai
presto di strumenti conoscitivi.

(A. C. P.)

LoMBARDINI Sino, La programma-
zione. Idee, esperienze, problemi. 'To-
rino, Einaudi, 1967, pp. 269.

Di uno dei piü importanti econo-
misti italiani d'oggi, il volume com-
pendia tutta l'esperienza di program-
mazione del nostro paese, da Va-
noni al «Piano Pieraccini ».

Dell’esperienza umbra VA. tratta
diffusamente, in varie parti di que-
sto libro di economia, godibile come
un romanzo. (A. C3: Pi)

120 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Lonco PIETRO-RUBERTO AUGUSTO,
Scuola e formazione professionale
in Umbria. Centro Regionale. Fo-
ligno, Salvati, 1967, pp. 324, 90
tabb. « Collana degli Studi per il
Piano », Vol. XI, Tomo VI.

Dinamica e struttura delle atti-
vità formative. Processi scolastici in
atto. Popolazione universitaria nel
1962. Prospettive di sviluppo nel de-
cennio 1966-1976. Obiettivi di svi-
luppo della scuola. Fabbisogno di
insegnanti e di edilizia. Bisogni prio-
ritari e linee di intervento.

Indagini speciali fra i laureati e
fra i docenti dell'Università di Pe-
rugia. Vastissima è la documenta-
zione statistica.

SERRA MARIO, Progetto di massima per
la variante di Monte Coronaro- Ver-
ghereto, in « Centro Regionale In-
formazioni », nn. 2-3, marzo-giu-
gno 1967, pp. 4-5, ill.

L'itinerario internazionale « Euro-
pa 7» — coincidente, sul territorio
umbro, con la SS 3 bis Tiberina —
rappresenta, per la regione, un in-
dubbio fattore di sviluppo sociale ed
economico. La grande arteria, in
parte realizzata, nel Passo del Ver-
ghereto trovava un ostacolo note-
vole.

Il progetto del « Centro Regionale »,
elaborato dall'ing. Serra, presenta una
soluzione razionale ed economica per
il superamento delle « viziosità pla-
no-altimetriche » caratterizzanti il
tratto Verghereto-Monte Coronaro.
A colori fuori testo la planimetria
e il profilo altimetrico. (A. C. P.)

Umbria: edizione speciale, in « Ita-
lia in cammino », s. n. t., s. a. [1967],
pp. 210, ill.

Si tratta di un centone o alma-
nacco, con dentro un po' di tutto.
La sezione migliore é quella dedicata
all'economia regionale. (A GS cp)

(AR OP.
CeERIONI MARINO, Il consorzio del Ve-
lino fra le Province umbre e la So-
cietà « Terni ». Sua storia e sue vi-
cende. Terni, Tip. Nobili, 1968,
pp. 122.

L’A. fa la storia del Consorzio del
Velino, ente costituito nel 1924 fra la
Provincia dell'Umbria e la « Terni »,
dopo che nel 1917 la Provincia del-
lUmbria, la «Terni» e la Società
per il carburo (poi fusa con la « Ter-
ni») avevano presentato domanda di
concessione delle acque e nel 1923 ne
era stato concesso il decreto. La con-
venzione apparve subito come una
operazione che andava al di là della
razionalizzazione del fiume Velino,
infatti la « Terni» divenne, de facto,
l'unica proprietaria delle acque, tan-
to da «ottenere» perfino rinunce in
ordine all’utilizzazione dell'energia
elettrica. Il libro fa il punto, inol-
tre, sulla lunga vertenza fra le pro-
vince di Perugia e Terni e la Società,
a partire dal 1944, per limitare la
politica meramente elettrica del con-
sorzio ai danni degli altri compiti sta-
tutari, quali la bonifica e la navi-
gazione, d'interesse pubblico.

(A..G. P)

COMITATO REGIONALE PER LA Pro-
GRAMMAZIONE ECONOMICA DEL-
L’UMBRIA, L’insediamento e l'av-
vio dell’attività del Comitato Re-
gionale per la Programmazione Eco-
nomica dell' Umbria. Roma, Isti-
tuto Poligrafico dello Stato, 1968,
pp. 150.

Il volume contiene, da un lato gli
atti relativi alla cerimonia dell’inse-
diamento del CRPEU (12 giugno
1965), fra cui il discorso dell’allora
Ministro per il Bilancio Pieraccini,
e la relazione del Presidente Fio-
relli ; dall'altro i documenti legati al-
l’inizio dell'attività dell'organismo
(prima riunione, nella quale il « Pia-
no» del 1962 fu accolto quale base
di lavoro, discorso dell’on. La Mal-
fa, Ministro per il Bilancio nel 1963,

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

121

all'atto della consegna al Governo
del « Piano », ecc.). (A5*G=#P})

COMITATO REGIONALE PER LA Pro-
GRAMMAZIONE ECONOMICA DEL-
L’UMBRIA, Rapporto straordinario
del CRPE dell'Umbria. Perugia,
1968, Spoleto, Tip. Panetto & Pe-
trelli, pp. 40.

Il documento, sul quale si è in-
centrata, il 25 ottobre 1968, una riu-
nione pubblica del Comitato, è, in-
sieme, una lucida analisi delle insuffi-
cienze socio-economiche che caratte-
rizzano l'Umbria ; un’amara consta-
tazione di come tutto il lavoro e le
proposte degli organi della program-
mazione regionale siano stati disat-
tesi sul piano operativo; una pro-
posta a non fermare le ricerche, a non
ripudiare quanto fatto ; un invito alla
volontà politica locale e agli Umbri
di muoversi per cambiare le cose.

(ACE)

COMITATO REGIONALE PER LA PRo-
GRAMMAZIONE ECONOMICA DEL-
L’UMBRIA, Schema Regionale di
sviluppo economico dell’ Umbria. Cen-
tro Regionale, Perugia, 1968. Fo-
ligno, Tip. Salvati, pp. 278, 52
tabb., 23 cartogrammi f. t.

È lo studio più importante, rea-
lizzato dal Centro Regionale per con-
to del CRPEU, dopo il « Piano » del
1962.

Si tratta di un progetto di piano
(voluto, per tutte le regioni, dal
Ministero del Bilancio, per realizzare
una ricognizione delle risorse regio-
nali, individuare i problemi e gli
obiettivi da perseguire), sulla base
del quale articolare la programma-
zione nazionale a livello regionale.

Lo «Schema», approvato a lar-
ghissima maggioranza nel novembre
1967, è stato «adottato », nei suoi
orientamenti ed indirizzi di politica
economica, da tutti gli Uffici perife-
rici dello Stato e dall’Ente di sviluppo
agricolo. Sul piano operativo, data la
rese

stagnazione della programmazione na-
zionale, è stato soltanto in minima
parte (strade, interventi in agricol-
tura) attuato, tanto da provocare,
a distanza di un anno, la riunione
pubblica del CRPEU. (AL C P

FonNACI CurIo, Ancora su Roma nei
suoi rapporti con i centri indu-
striali circumvicini, in « Rassegna
Economica», n. 3, maggio-giu-
gno 1968, pp. 31-42, ill.

Sul problema del decentramento di
Roma, onde ovviare alla congestione
della capitale. I1 problema é inqua-
drato nella più vasta tematica dell'as-
setto territoriale dell’« area laziale »,
delimitata, grosso modo, dall’arco
di cerchio che include Civitavecchia,
Viterbo, Terni, Rieti, Frosinone.

(AG P.)

IseA (Istituto per lo sviluppo eco-
nomico dell’ Appennino centro-set-
tentrionale), Atti ufficiali del 2°
Convegno per il turismo appenni-
nico e del 10° anniversario del-
l’ISEA, (Spoleto, 23-25 settem-
bre 1967). Bologna, Tamari, 1968,
pp. 224, tabb., ill.

Convegno-consuntivo dell'attività
dell'ente in favore del turismo col-
linare e montano, con numerosi rife-
rimenti agli interventi realizzati in
Umbria, fra cui spicca il villaggio «Le
Fontanelle» in comune di Campello.

L'iconografia del volume riguarda
città umbre. (A. C. P.)

LEONARDI SILvIO-INDOVINA FRAN-
cesco, Struttura, dinamica e pro-
blemi |. dell'industria in Umbria.
Centro Regionale. Foligno, Salvati,
1968, pp. 354, 93 tabb. « Collana
degli Studi per il Piano », Vol. III.

La parte dovuta all’on. Leonardi
riguarda le caratteristiche strutturali
e i problemi dell’industria manifat-
turiera. L'individuazione di zone in-
dustriali. I poli industriali di Perugia

122 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

e di Terni. Gli aspetti e gli ostacoli
allo sviluppo industriale umbro.

Le due parti a cura del prof. In-
dovina riguardano le trasformazioni
intervenute nella struttura industriale
tra il 1951 e il 1960 e un’indagine
campionaria sui problemi del set-
tore.

Alcune conclusioni: debolezza del-
la struttura, pletora di minuscole
aziende e presenza di alcuni grandi
complessi, specie nel ternano. As-
senza di un tessuto medio-industriale.
Scarsi effetti diffusivi dell’industria
di base presente in Umbria.

(At P.)

Raccordo autostradale Terni-Orte. Pro-
getto per la variante di San Pelle-
grino, in «Centro Regionale In-
formazioni », n. 1-2, gennaio-apri-
le 1968, p. 2, ill.

È il progetto di massima per la
variante di San Pellegrino, variante
che abbandonando come tracciato
la valle del Nera, eviterà la strozza-
tura viaria oggi esistente proprio
alle porte della regione (tratto Nera-
Montoro della E7, cioè della SS 3 bis
Tiberina). Questo progetto, com-
missionato dalla « Terni » alla SPEA
di Roma, rientra fra quelle grandi in-
frastrutture stradali che, una volta
realizzate, romperanno l’isolamento
umbro. La nota ha allegate due
grandi carte a colori fuori testo
(planimetria e profilo altimetrico).

(A. C. P.)

Relazione sulla situazione economica
delU Umbria nel 1967. Unione re-
gionale delle Camere di Commer-
cio delPUmbria. Perugia, Grafica,
1968, pp. 102, 45 tabb.

Formazione del reddito dei vari
settori economici, Scambi con l'este-
ro. Movimento demografico e forze
di lavoro. (A COSE)

RINALDI N., Il tartufo nei riflessi del-
l'economia dell’ Appennino Umbro-

>
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 123

Marchigiano, Congresso interna-
zionale sul tartufo (Spoleto, 24-
25 maggio 1968). Parma, Tip. Amo-
retti, s. a. [1968], pp. 12.

Relazione al congresso, nella quale
viene sottolineata l’importanza eco-
nomica del tubero, di cui è così ricco,
in Umbria, tutto il Nursino.

(A-C#P))

RovcuH MARIO, La legge speciale di
Assisi, in «Centro Regionale In-
formazioni », nn. 5-6, settembre-
dicembre 1968, pp. 16-19.

La cosiddetta legge speciale di As-
sisi (Legge 9 ottobre 1967, n. 976),
fu emanata per la salvaguardia del
carattere storico, monumentale e ar-
tistico della città e del territorio di
Assisi. Alcune sue norme prevede-
vano speciali agevolazioni, finanzia-
rie e fiscali, al fine di favorire il
trasferimento in loco di industrie o
linsediamento di nuove imprese in-
dustriali,

L’articolo, denso e minuzioso, ana-
lizza gli effetti industriali quanti-
tativi e qualitativi, provocati dal-
l'avvento della legge nell'economia
assisiate. Le conclusioni cui per-
viene l'A. non sono del tutto posi-
tive. (A. C. P.)

SPATERNA ALpo, Il Mediocredito Re-
gionale Umbro, in «Nuova Eco-
nomia », n. 8, agosto 1968, pp. 3-7.

Investimenti provocati dal Me-
diocredito. Sviluppo del volume dei
finanziamenti industriali nel de-
cennio 1958-1968. Le leggi di finan-
ziamento. Attività del Mediocredito
1958-1968 per settori e classi di at-
tività. (As GPS)

TROIANI FELICE, La coda di Mi-
nosse. Milano, Mursia, 1968, pp. 245.

Contiene dati e notizie sull'Aero-
nautica Umbra (Macchi), industria

piuttosto florida di Foligno, distrut-
ta dagli eventi bellici del 1943, e oggi
in via di ricostituzione, sia pure con
altro indirizzo. (AT C. P

ABBOZZO PaAoLOo, Considerazioni sui
modi e sui tempi di utilizzazione
delle acque umbre. Perugia, Tip.
Perugina, s. a. [1969], pp. 14; car-
togramma f. t.

Il breve scritto si riallaccia al pro-
gramma irriguo per l’Umbria, del
quale si occupa l'Ente Autonomo di
Bonifica e Irrigazione di Arezzo, e
tratta del problema della concessione
delle acque e delle opposizioni di al-
cuni Enti Locali della regione. L'A.
prospetta soluzioni diverse e di com-
promesso, quale quella di separare il
programma irriguo orientale, che ri:
cade interamente in Umbria, da
quello occidentale che riguarda anche
territori toscani. (A:;C. P.)

ALIMENTI CESARE, Proposte di nuo-
vi indirizzi produttivi per le in-
dustrie umbre, in «Nuova Eco-
nomia », n. 3, maggio 1969, pp. 3-9.

Possibili iniziative nei settori dei
materiali da costruzione, delle acque
minerali, delle ligniti. Utilizzazione
del futuro metanodotto. Iniziative
nel settore metalmeccanico, elet-
tronico, della meccanica di preci-
sione, calzaturiero, delle materie pla-
stiche, del giocattolo, dell’artigia-
nato vario. (AG. P)

Cassano Cosimo, 7 contratti di lavo-
reccio e di cottimo a Perugia nel
XV secolo. Associazione Nazio-
nale Giovani Agricoltori. Roma,
Tip. « Elengraf », 1969, pp. 24, ill.

La ricerca, corredata dal testo ori-
ginale di alcuni contratti, è un no-
tevole contributo alla storia della
mezzadria umbra. I contenuti dei
contratti risultano essere, a distanza
di secoli, estremamente vessatori nei
confronti della parte più debole, non
124 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

till tanto nella ripartizione dei prodotti, ^ CowrrATO REGIONALE PER LA PRO-

I La constatazione globale é che gli
| obiettivi fissati dallo « Schema » non
sono stati che parzialmente raggiunti
(gli obiettivi di fondo: stabilizza- ^ FomwAcr Cunio, Su una possibile

(A. C. P.)

peraltro immutata fino al cosiddetto GRAMMAZIONE ECONOMICA DEL-
«lodo De Gasperi », quanto nei do- L’UMBRIA, Proposte conclusive con-
| veri di «corvée», nei doveri del cernenti le ipotesi di assetto terri-
| | conferimento in natura in occasioni toriale del Umbria con riferimento "
T EHE particolari, nel vincolo che legava in- all’assetto territoriale dell Italia Cen-
t ANT dissolubilmente alla terra l'intera fa- tro-Settentrionale. S. n. t., 1969,
| | miglia, ecc. pp. 99, 23 grafici.
| I contratti che l'A. esamina mo- i 1
strano anche, nelle pieghe delle clau- Si tratta del capitolo sull'assetto
b sole « leonine », la funzione che l'isti- territoriale contenuto nello « Schema
| tuto mezzadrile ha svolto storica- regionale di sviluppo economico del-
| mente ; tra le righe del commento se l'Umbria» stampato separatamente.
| n'intravvede l’inattualità. (A. C. P.) (A. C. P.)
EU CENTRO REGIONALE, La situazione ENTE DI SVILUPPO NELL'UMBRIA,
I dell' Umbria nel periodo 1966-1968 Sintesi delle principali attività. Pe-
B in relazione allo Schema regionale rugia, Guerra, 1969, pp. 20.
B di sviluppo approvato dal CRPE il Un consuntivo dell'ente, che opera
E 30 novembre 1967. Estratto da « Cen- dal gennaio 1968. |
| tro Regionale Informazioni », nn. 3- Settori: vitivinicolo, oleario, zoo- |
MI || 4, maggio-agosto 1969, pp. 44. tecnico e lattiero-caseario, mediante
| | Lo studio, sorta di aggiornamento Programmi di potenziamento e ra- de
dello «Schema », è un’analisi mi- zionalizzazione. Cooperazione, for- |
EE | nuziosa di alcuni fenomeni econo- MAazione di aziende attrezzate ed eco-
d | mici e la verifica di alcune ipotesi. nomiche Sa: Trezzadri.
Attività progettuale gratuita. |
|

zione della popolazione .e aumento connessione del bacino del Tevere

dell'occupazione non sono stati rag- con il mare implicante la protezione

I i giunti). Un capitolo é dedicato alla di Roma dalle inondazioni, in

i attuazione della legge 614 per le «Rassegna Economica », n. 1, gen-
M I aree depresse del ia P.) naio-febbraio 1969, pp. 37-47, ill.

Il saggio ha per oggetto lo studio
di una idrovia tendente ad allacciare
ComriraTo REGIONALE PER LA PRO- ;l Tevere a Castel Giubileo con il
SRRIDEZZIONE ECONOMICA DEL- porto di Civitavecchia e con l'area
L’UMBRIA, Affi della discussione ^ popntina, e a collegare il tutto, attra-
alla Camera dei Deputati sulla si- verso il medio Tevere e il basso Nera,
l1 tuazione economica dell'Umbria. Pe- con Orte e Terni. Questa idrovia
l3 rugia, 1969. Roma, Poligrafico avrebbe, secondo I'A., molteplici van-
: | dello Stato, pp. 284. taggi, fra cui quello di regimare le ta
piene del Tevere e quello di realiz- |
zare un collegamento fra l'industria
ternana, e del suo hinterland, e il
porto di Civitavecchia. (ACC. P.)

Nel volume sono riuniti tutti gli
interventi e le mozioni che dettero
vita, nel 1966, alla discussione parla-
mentare sulla situazione economica
delPUmbria. Una precedente, ana-
loga discussione parlamentare ebbe PIALLI GIAMPAOLO, SABATINI PIETRO, |
luogo nel 1961. (Asso P) SERRA Manio, Indagini geologiche |
s TP

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 125

e progetto preliminare della strada
Schifanoia-Branca. Estratto da
«Centro Regionale Informazioni »,
nn. 5-6, settembre-dicembre 1969,

pp. 8, ill.

Si tratta di una strada della mas-
sima importanza per lo sviluppo del-
l’Eugubino. La nuova strada, finan-
ziata sulla legge 614, permetterà
un più rapido collegamento fra Pe-
rugia e Gubbio. Il tracciato e i pro-

fili altimetrico e geologico sono ri-

prodotti sulle carte allegate.
(A. C, P.)

PIALLI GIAMPAOLO, SABATINI PIETRO,
SERRA MARIO, Strada Foligno-Or-
vieto. Indagini geologiche e pro-
getto preliminare del tratto Bastardo-
Todi. Estratto da «Centro Re-
gionale Informazioni », nn. 3-4,
maggio-agosto 1969, pp. 8, ill.

Gli autori, esperti del Centro Re-
gionale, hanno scelto il tracciato più
idoneo per l’importante collegamento
viario, finanziato sulla legge 614 (per
le aree depresse) e previsto dallo
«Schema regionale » quale intervento
prioritario. Due tavole a colori ri-
portano i profili altimetrico e geo-
logico e la planimetria, nonché le
zone geologiche attraversate.

(AS Gi P.)

Sassi ConRADO, Metano per UÜ Umbria,

in «Nuova Economia», n. 7, lu-
glio 1969, pp. 11-14, ill.

L'A., riprendendo i dati da un'in-
dagine del Centro Regionale sui
consumi potenziali di metano in
Umbria, tratta del metanodotto che
sarà realizzato nella regione, quale
prolungamento del gasdotto che giun-
ge attualmente a Terni, ed illustra
alcuni dei vantaggi che da questa
nuova fonte d’energia riceverà la
economia regionale. (A. C. P.)

SERRA MARIO - ZANNETTI FRANCE-
sco, Lo stato attuale e le prospet-

tive di sviluppo del turismo in Um-
bria. Centro Regionale. Foligno,
STE, 1969, pp. 120; 2 cartogrammi
f. t. «Collana degli Studi per il
Piano », Vol. XI, Tomo VII.

Un libro di idee per la valorizza-
zione dell'Umbria, più che uno stu-
dio completo delle risorse e del
patrimonio storico-artistico, anche se
contiene dati quantitativi. Molto bel-
le due carte, una dedicata alle at-
trezzature ricettive, l’altra, a colori,
che dà una visione della regione indi-
cando i centri storici maggiori e mi-
nori, la rete idrografica, le sorgenti
di acque minerali, le acclività e il
tipo di vegetazione. (A GC. P.)

CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA
ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI
TERNI, Per favorire nuovi inse-
diamenti industriali. Terni, Alte-
rocca, s.-a., pp. 12, ill.

Breve resoconto sul programma
di incentivazione industriale promos-
so dalla Camera di Commercio, sotto
forma di contributi sugli interessi per
mutui, cessioni di aree, ecc. Elenco
delle imprese che hanno ottenuto il
beneficio. (AS CESBS

SCIENZE AGRARIE

BONCIARELLI FRANCESCO-COVARELLI
Gino, Primi risultati di prove spe-
rimentali sul miglioramento dei pa-
scoli dell’ Appennino Umbro, in
«Annali della Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia », vol.
XVIII, 1963, pp. 203-216.

Gli AA. riferiscono sui risultati di
prove di concimazione e di semina
di diversi miscugli sui Monti Martani
(Appennino Umbro) per migliorarne
la produttività. (M. S.)

CovARELLI Gino, Il diserbo della len-
ticchia, in « Rivista di Agrono-
mia », n. 1, 1963, pp. 59-62.
L’A. riferisce della prima prova ef-
fettuata in Italia sul diserbo chimico
selettivo della lenticchia. La speri-
mentazione è stata effettuata pre-
valentemente al Castelluccio di Nor-
cia. (M. S.)

GUERRIERI GIUSEPPE, Struttura, dina-
mica e problemi dell’agricoltura in
Umbria. Centro Regionale. Foligno,
Salvati, 1964, pp. 350, 65 tabb., 11
grafici, 1 cartina f.t. ac. «Col-
lana degli Studi per il Piano »,
Vol. V.

Sulla base di ampie e approfondite
ricerche condotte per l’elaborazione
del piano di sviluppo, l'A. ha fornito
un’opera veramente importante sul-
l’attuale agricoltura della regione.

Le indagini, e i risultati, riguardano
l’ambiente agricolo, la popolazione ru-
rale, le imprese e le proprietà, ana-
lisi socio-economiche su di un vasto
campione di aziende, gli ordinamenti
colturali e le produzioni.

La regione, inoltre, vi appare sud-
divisa in nove «zone omogenee »,
ciascuna delle quali è stata studiata
sotto vari aspetti (fisico-pedologico,
aziendale, per forma di conduzione,
indirizzi colturali, ecc.). Nei due ul-
timi capitoli sono indicati gli inter-
venti necessari per superare la crisi
del settore e le previsioni circa il fu-
turo assetto dell’agricoltura regionale.

(AG 3P2)

ABBOZZO PaoLo, Problemi tecnici ed
analisi dei costi di produzione re-
lativi all’ingrasso del vitello. Ca-
mera di Commercio di Perugia.
Perugia, Tip. Guerra, 1966, pp.
154, tabb.

L'azienda agricola e l'allevamento
bovino. Risultati economici dell’in-
grasso di 100 vitelli in un’azienda um-
bra. Il mercato delle carni (che po-
trebbe anche dirsi l’avventuroso viag-
gio di un chilo di carne, dalla stalla
al banco del macellaio). (A. C. P.)

126 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

CARDINALI ALFREDO-COVARELLI Gi-
NO, Sulle possibilità di introduzione
nell’alta collina umbra di piante
foraggere danesi, in « Annali della
Facoltà di Agraria di Perugia »,
vol. XXI, 1966, pp. 283-289.

Gli AA. riportano i risultati pro-
duttivi delle principali foraggere da-
nesi coltivate in Umbria. (M. S.)

CovARELLI GriNO, Alcune possibilità
di intervento in post-emergenza sul
diserbo chimico selettivo della bar-
babietola da zucchero, in « Annali
della Facoltà di Agraria di Peru-
gia », vol. XXI, 1966, pp. 115-190.

L'A. riporta i risultati ottenuti in
Umbria sul diserbo chimico selettivo
della barbabietola da zucchero in
post-emergenza. (M. S.)

IsrrrUTO DI TECNICA AGRARIA, Gui-
da breve dell’agricoltura italiana.
Roma, Dell'Orso, 1966, pp. 510,
ill.

Succinta panoramica dell'agricol-
tura regionale (pp. 319-332).
(A; GC, -P;)

RiccaRDI HiccAnpo, Memoria illu-
strativa della Carta della utilizza-
zione del Suolo dell’Umbria (Fo-
gli 10-11-12 e 13 della « Carta del-
la utilizzazione del Suolo d'Ita-
lia »). Roma, C. N. R., 1966, pp. 138,
figg. 22.

È un importante contributo allo
studio degli aspetti e problemi ter-
ritoriali dell'economia rurale dell’Um-
bria. La trattazione sintetica, ma
esauriente e ben documentata, delle
condizioni fisiche (geologia, morfolo-
gia, pedologia, clima) ed umane (svi-
luppo demografico, distribuzione de-
gli abitanti, tipi di insediamento),
considera in particolare i fattori am-
bientali più significativi per la loro
influenza sulle attività agricole e sul-
lo spopolamento collinare e mon-
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 127

tano. L’analisi accurata degli aspetti
peculiari dell’agricoltura umbra, ric-
ca di interessanti confronti con le
regioni vicine, si conclude con l’indi-
viduazione di tre tipi di paesaggio
agrario (differenziati dal clima, dal-
la morfologia, dalla costituzione geo-
litologica) e con un accenno alle pro-
spettive per la attività agricola nella
regione. (E, :VOPS

Rossi GiusEPPE, Il tabacco nell’ Alta
Valle del Tevere, in « Umbria Agri-
cola », nn. 7-8, luglio-agosto 1966,
pp. 179-189, ill.

Origini della coltivazione del ta-
bacco nell’Alta Valle del Tevere um-
bra (notizie storiche su Cospaia, da
cui iniziò la coltivazione; l’intro-
duzione del tabacco in Italia ; cro-
nistoria dell'azione del Monopolio di
Stato; crisi della coltura negli anni
1960 e 1964, a causa della perono-
spera tabacina). (Aus P2)

ScorTTON MARIO-Bucossi ANTONIO,
La piovosità a Perugia nel decen-
nio 1956-1965, in «Annali della
Facoltà di Agraria dell’Univer-
sità di Perugia », Vol. XXI, 1966,
pp. 3-16.

Sono analizzati i dati relativi alla
piovosità a Perugia nel decennio 1956-
1965, considerando le precipitazioni
sia per ogni mese che per ogni ora
del giorno di ciascun anno. I valori
relativi sono riportati in tabelle e
diagrammi. (M. S.)

BATTAGLINI MARCELLA-RICCIARDELLI
D'ALBORE GIANCARLO, Indagini
preliminari sulla flora pollinifera vi-
sitata da « Apis M. Ligustica Spin. »
nella zona di Perugia, in « Note ed
appunti sperimentali di entomo-
logia agraria », fasc. XII, 1967,
pp. 3-21.

Lo studio della flora pollinifera
bottinata dalle api nella zona di
Perugia ha permesso di valutare la

importanza che le diverse specie ri-

vestono ai fini dell’approvvigiona-

mento in polline della colonia.
(M. S.)

BELLINI Luici, Appunti per la storia
dell’agricoltura umbra negli ultimi
100 anni, in «Rivista di Storia del-
l’Agricoltura », n. 1, marzo 1967,
pp. 12-36; n. 2, giugno 1967, pp.
15-31.

Utilizzando egregiamente i mate-
riali dell’« Inchiesta Jacini», del-
l’inchiesta Inea sulla proprietà fon-
diaria, le ricerche del Guerrieri e una
vasta letteratura del secolo scorso e
dell'inizio di questo, l'A., cui si de-
vono molti scritti sull'argomento,
traccia a grandi linee una proposta
di studio e un'ipotesi di lavoro.

(AGD)

BONCIARELLI FRANCESCO-COVARELLI
Gino, Deux ans d’essais avec dif-
férents herbicides en culture de bet-
teraves en Italie du Centre, in
Journées Intern. d'études sur le
désherbage sélectif en cultures de
betteraves. Marly-Le-Roi, 9-10 mars
1967, pp. 121-128.

Gli AA. riferiscono delle prime pro-
ve sperimentali eseguite in Umbria
sul diserbo chimico selettivo della
barbabietola da zucchero. (M. S.)

BONCIARELLI FRANCESCO-COVARELLI
GiNo, Pyramin e Venzar a diverse
dosi ed epoche di impiego in prove
su bietole da zucchero nell’ Italia
centrale, in « Umbria agricola », n. 1-
2, 1967, pp. 3-12.

Gli AA. riferiscono dei risultati di
diserbo chimico selettivo con Pyra-
min e Venzar sulla barbabietola da
zucchero coltivata nella pianura um-
bra. (M. S.)

CAMMILLI ALFIO, Evoluzione delle
strutture agricole nella zona colli-
nare di Orvieto ((1951-1961). INEA.
Foligno, Salvati, 1967, pp. 76, 36
tabb.

L’indagine, eseguita su 35 aziende,
verifica l’evoluzione delle strutture,
della produzione vendibile e dei costi
di produzione, quindi dei redditi netti.

Alcune risultanze : la mezzadria ap-
pare superata; il prodotto netto
aziendale è diminuito ; il lavoro dei
coltivatori diretti non è sufficiente-
mente remunerato ; riduzione delle
unità attive e della popolazione agri-
cola; «senizzazione» e «femminizza-
zione » della popolazione agricola.

(AX QU P

CAMMILLI ALFIO, La meccanizzazione
agricola in Umbria. Analisi tec-
nico-economica della gestione del-
le macchine in alcune aziende mez-
zadrili. INEA. Foligno, Salvati, 1967,
pp. 56, 8 tabb., 10 grafici.

L’analisi, eseguita su dieci aziende
mezzadrili della provincia di Peru-
gia, ha determinato la misura del co-
sto del lavoro delle macchine e il
costo di gestione delle trattrici.

(NCC GP.)

CovARELLI Gino, Studio ecologico dei
pascoli del Monte Subasio, in « Eco-
logia agraria », n. 1, 1967.

È stata studiata e classificata per
la prima volta dal punto di vista
fitosociologico la vegetazione dei prati
e dei pascoli del Monte Subasio (As-
sisi). (M. S.)

CovARELLI Gino, Vecchi e nuovi pro-
dotti nel diserbo del frumento, in
« Progresso agricolo », n. 3, 1967.

CovarELLI Gino, I diserbanti per
frumento nel controllo della camo-
milla, in « Progresso agricolo », n. 5,
1967, pp. 509-520.

L'A. riferisce dei risultati delle
prove di diserbo chimico selettivo

128 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

nel frumento realizzate con i nuovi
prodotti per la prima volta in Um-
bria. (M. S.)

GUERRIERI GIUSEPPE, Situazione del-
l’agricoltura in Umbria in rela-
zione ai mutamenti intervenuti nel
quinquennio 1962-1966 e prospet-
tive al 1970. Centro Regionale.
Perugia, Grafica, 1967, pp. 146,
21 tabb.

Il volume contiene dati e valuta-
zioni sull'evoluzione della agricol-
tura umbra. Un esame dell’intervento
pubblico in agricoltura (1961-1965).
Le prospettive del settore.

In un’ampia appendice sono ripor-
tati, fra l’altro, gli orientamenti per
l’attuazione in Umbria del « Secondo
Piano Verde » e le direttive ministe-
riali. "OP

NICOLELLI FULGENZI Uco, La zootec-
nia in Umbria con particolare ri-
guardo agli allevamenti bovini.
Estratto da « Umbria Agricola »,
nn. 5-6, maggio-giugno 1967,
pp. 99-104, ill.

Ambiente fisico ed agricolo del-
l'Umbria. Consistenze dei suini, degli
ovini e dei bovini. Prospettive.

(ALRCL PS)

ScOTTON Manio, La meccanizzazione
integrale dell'agricoltura (Primi ri-
sultati nell'azienda di S. Apolli-
nare), in « Annali della Facoltà di
Agraria dellUniversità di Peru-
gia», Vol. XXII, 1967, pp. 3-19.

L'A. riferisce sui primi risultati di
una sperimentazione che si deve svol-
gere durante un quinquennio con fi-
nanziamento del C. N. R. presso
l'azienda di S. Apollinare (Perugia),
caratteristica dell'ambiente collinare
umbro, e che riguarda un program-
ma di ricerca per la meccanizzazione
integrale delle aziende agricole.

(M. S.)
BATTAGLINI MARCELLA-Bosi GIro-
LAMO, Studio degli acidi grassi dei
pollini più intensamente bottinati
da «Apis M. Ligustica Spin.»
nella zona di Perugia, in « L'Api-
coltore d’Italia », n. 2, 1968, pp.
35-43.

L’analisi gas-cromatografica di 15
pollini intensamente bottinati dalle
api nella zona di Perugia ha consen-
tito di attribuire ai medesimi un
determinato valore biologico e trofico,
in funzione del loro contenuto in
acidi grassi. (M. S.)

Bruno F.-CovARELLI GINo, I pa-
scoli e i prati pascoli della Val-
sorda, in « Notiziario della Soc. It.
di Fitosociologia » n. 5, 1968,
pp. 47-65.

Gli AA. classificano dal punto di
vista fitosociologico la vegetazione
della Valsorda (Gualdo Tadino) e ne
indicano le possibilità di migliora-
mento. (M...S.)

Cassano Cosimo, Situazione e pro-
spettive dell’agricoltura nel com-
prensorio dell’ Alta Valle del Te-
vere e del Comune di Città di Ca-
stello, in « Bollettino del Centro
Regionale » nn. 5/6, settembre-
dicembre 1968, pp. 1-12, 5 tabb.,
1 cartina f.t.

Descrizione del comprensorio del-
l’Alta Valle del Tevere umbra. Po-
polazione residente, popolazione agri-
cola (in decremento), forze di lavoro,
l’agricoltura del Comune di Città di
Castello, prospettive di sviluppo, pre-
visioni sulla consistenza della popo-
lazione agricola del capoluogo nel
1981. (ARG, BR.)

Consorzio DI BoNIFICA MONTANA
DELL'ALTO CHIASCIO E AssINO, Atti
del Convegno sui problemi dell’agri-
coltura del comprensorio nel qua-
dro di una generale prospettiva di

sviluppo (Gubbio, 25 giugno 1967).

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

129

Roma, Aldina, 1968, pp. 186, 8
tabb., ill.

Incentrato su tre relazioni (V. Bal-
delli, C. Cassano, G. Soldan), il con-
vegno ha prodotto un’ampia e ap-
profondita disamina dei problemi so-
ciali ed economici del comprensorio
(Assisi, Costacciaro, Fossato, Gualdo
T., Gubbio, Scheggia, Sigillo e ‘Val-
fabbrica) e indicato alcune possibili
soluzioni. (A. C. P.)

ConBA GusTAvo, L’agricoltura um-
bra : le proposte del PCI per uscire
dalla crisi, in « Cronache Umbre »,
A. XIV (Nuova serie), nn. 1-2,
gennaio-aprile 1968, pp. 23-34.

L'A. trae spunto dalle valutazioni
e dalle scelte contenute nello « Sche-
ma regionale di sviluppo economico »,
per tracciare a grandi linee un qua-
dro delle difficoltà in cui versa l'agri-
coltura umbra, e indica le politi-
che del suo partito capaci di inver-
tire la tendenza. (A. C, P)

COVARELLI GINO, Esperienze di con-
cimazione in copertura alla barba-
bietola da zucchero con differenti
concimi complessi e azotati e di-
verse modalità di distribuzione, in
« Rivista di Agronomia », dicem-
bre 1968, pp. 59-62. (M. S.)

CovARELLI Gino, influenza delle
azotature tardive per via fogliare e
radicale sulle caratteristiche qua-
litative del frumento duro in Um-
bria, in Colloquio Naz. sull’ Azoto
in Agricoltura, Roma 19-20 gen-
naio 1968, pp. 181-188.

Si riferisce della prima prova spe-
rimentale sulla coltivazione del fru-
mento duro in Umbria. (M. S.)

CovARELLI GINO, Prove sperimentali
con concimazione liquida azotata lo-
calizzata a mais e sorgo, in « May-
dica », XIII (aprile 1968), pp. 70-
80.
L’A. riporta i risultati di una nuova
tecnica di concimazione a mais e
sorgo realizzata nella pianura e nella
collina umbra. (M. S.)

CovARELLI GiNO, Pyramin e Venzar
nel controllo delle erbe infestanti la
barbabietola da zucchero, in « L'in-
dustria Saccarifera Italiana », n. 9-
10, 1968, pp. 288-295. (M. S.)

CovARELLI Gino, Risultati sperimen-
tali di un biennio di prove con er-
bai intercalari autunno-vernini, in
« Umbria agricola », n. 11-12, 1966,
.pp. 255-272.

CoVARELLI GINO, Risultati di un qua-
driennio di sperimentazione con er-
bai intercalari estivi, in « Umbria
agricola », n. 5-6, 1968, pp. 105-
128.

L'A. riferisce sui risultati della
coltivazione in Umbria di erbai in-
tercalari invernali ed estivi costi-
tuiti da specie in coltura pura o
consociata in differenti rapporti.

(M. S.)

COovARELLI Gino, Studio fitosociologi-
co ed ecologico delle erbe infestanti
la barbabietola da zucchero nel-
l’Italia centrale, in « Notiziario del-
la Società It. di Fitosociologia »,
n. 5, 1968, pp. 33-45.

L’A. classifica dal punto di vista
fitosociologico le erbe che infestano
in Umbria la barbabietola da zuc-
chero. (M. S.)

LAunETI MARIO, Il tartufo nero e i
suoi rapporli giuridici nello spo-
letino e nel nursino, Congresso in-
ternazionale sul tartufo (Spoleto,
24-25 maggio 1968). Parma, Tip.
Amoretti, s. a. [1968], pp. 8.

Problemi giuridici in ordine alla
« cerca » del tartufo (res nullius), con
alcune notizie storiche che inquadrano

130 . SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

l'argomento anche in relazione al-
lirrisolta questione degli usi civici,
in Umbria presenti sotto forma di co-
munanze agrarie in quasi tutti i Co-
muni appenninici. (A, SG3cP.)

PAMPANINI ALBERTO, Attività del-
l'Azienda di Stato per le Foreste De-
maniali, in «Nuova Economia »,
n. 5, maggio 1968, pp. 3-6.

L'A., direttore dell'Azienda, tira
le somme su quanto realizzato e pro-
spetta i programmi. Alcuni dati:
patrimonio silvo-agro-pascolivo 16.462
ettari, distribuito in quattro com-
prensori: Monte Subasio, Pietralun-
ga, Monte Peglia, Bocca Serriola.
Interventi previsti per oltre un mi-
liardo e mezzo di lire. (AGE)

Rossi ALFIO C., Il ruolo della mecca-
nizzazione nella trasformazione del-
l’agricoltura umbra, in « Umbria
Agricola », nn. 9-10, settembre-ot-
tobre 1968, pp. 179-203, tabb.

Evoluzione del parco macchine um-
bro. Confronti con le regioni più pro-
gredite nel settore della meccanizza-
zione (Emilia-Romagna, Lombardia,
ecc.) Fabbisogni regionali per et-
taro. Dati statistici. (A. C. ;P.)

ScoTTON MARIO, La meccanizzazione
integrale dell'agricoltura (Azienda di
S. Apollinare : risultati anno 1967).
Perugia, Tipografia Perugina, 1968,
pp. 31.

L'A. riferisce sui risultati del se-
condo anno di sperimentazione ese-
guita presso l'azienda di S. Apolli-
nare (Perugia), riguardante ricer-
che sulla meccanizzazione integrale
delle aziende agricole. (M. S.)

ScoTTON Manio, La meccanizzazione
integrale dell'agricoltura (Azienda di
S. Apollinare : risultati anno 1968),
in « Annali della Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia», Vol.
XXIII, 1968, pp. 105-125.

L’A. riferisce sui risultati del terzo
anno di sperimentazione relativo ad
un programma di ricerca per la mec-
canizzazione integrale delle aziende
agricole, in corso di svolgimento
presso l’azienda di S. Apollinare (Pe-
rugia), con finanziamento del C.

(M. S.)

CASSANO CosiMo, Problemi dell'agri-
coltura montana in Umbria. Centro
Regionale. Foligno, STE, 1969,
pp. 108, tabb. « Collana degli Studi
per il Piano », Vol. VI.

Breve descrizione delle caratteri-
stiche economiche delle zone di alta
collina e di montagna. Modelli di
aziende per forma di conduzione. In
appendice l’A., aiuto presso l'Isti-
tuto di Economia e Politica Agraria
dell’Università di Perugia, presenta
dieci monografie aziendali (quattro
delle quali del prof. A. C. Rossi).
Il volume, ben documentato, è pre-
sentato dal prof. G. Guerrieri.

(Ar-Q EP.)

CovARELLI GiNO, Dosi crescenti di
azoto e resa quantitativa e qualita-
tiva della barbabietola da zucchero, in
«L’Industria Saccarifera Italiana »,
n. 1-2, 1969, pp. 1-18.

L’A. riporta i risultati di numerose
prove sperimentali eseguite in Um-
bria sulla barbabietola da zucchero,
risultati che indicano la tecnica più
idonea da seguire per coltivare que-
sta saccarifera. (M. S.)

GIAMMARIOLI PaoLo, L'economia de-
gli allevamenti nell’agricoltura um-
bra, in « Nuova Economia », n. 11,
novembre 1968, pp. 3-9; n. 5,
maggio 1969, pp. 3-6 ; n. 10, ot-
tobre 1969, pp. 5-9.

Lungo articolo sulla zootecnia re-
gionale, la cui debolezza. economica

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

131

mette ancora di piü in crisi l'agri-
coltura, e questo, insieme con la per-
manenza della mezzadria e con la
acclività di gran parte della super-
ficie agraria e forestale (basti ricor-
dare come appena il 695 del territo-
rio umbro sia di pianura). Consi-
stenza degli allevamenti. Prospet-
tive. (A. (4 P)

MILLETTI ROBERTO, Piano program-
mato per una zona moníana. Unio-
ne Regionale delle Camere di Com-
mercio. Perugia, Grafica, 1969, pp.
152, 7 tavv. f.t. di cui 6 a c., 17
tabb., 26 ill.

I] territorio (52.970 ettari), stu-
diato nei vari aspetti, e per il quale
l'A. prospetta una serie di interventi,
comprende i comuni di Norcia, Pre-
ci, Sellano, Cerreto, Vallo di Nera,
Sant'Anatolia, Poggiodomo, Scheg-
gino, Arrone, Ferentillo, Monte-
franco e Polino, cioè alcuni fra i co-
muni più piccoli e depressi della re-
gione. (ASEC.#P.)

PAMPANINI ALBERTO, Caratteri e pro-
spettive di intervento della A.S.F.D.
nella dorsale appenninica dell’ Um-
bria. Città di Castello, Tip. Poli-
dori, 1969, pp. 36, tabb., 1 carta f.t.
a c.

L'edizione aggiornata e ampliata
dell'articolo apparso su « Nuova Eco-
nomia », qui segnalato. (A. C. P.)

PiccHI ANTONIO, Difficile avvio dei
nuovi enti di sviluppo agricolo, in
«Quaderni di azione sociale », n. 6,
giugno 1969, pp. :639-656.

Uscito sulla rivista mensile delle
ACLI, l’articolo, redatto con la col-
laborazione di M. Paron per il Friuli-
Venezia Giulia, di A. C. Ponti per
l’Umbria, di B. Regini per le Mar-
che, fa il punto sull’attività degli
Enti di sviluppo di recente costi-
tuzione, ne rimarca le difficoltà obiet-
tive (finanziarie, di personale), ne
sottolinea le carenze. istituzionali
(cioè la mancanza di veri poteri ca-
paci di trasformare l’agricoltura), pro-
spetta alcune soluzioni indicandone
gli strumenti. (A: QG3:P3)

Rossi ALFIO C., 7l progresso della
meccanizzazione agricola. L'adatta-
mento strutturale e imprenditoriale
delle aziende agricole di fronte alla
crescente meccanizzazione. Isti-
tuti di Economia e Politica Agra-
ria delle Università di Perugia e
Roma. Foligno, STE, 1969, pp. 206,
15 tabb. e 12 grafici f. t.

L’indagine riguarda il grado di
meccanizzazione delle operazioni col-
turali raggiunto da venti grandi azien-
de, quattro delle quali situate in pro-
vincia di Perugia. (A Gi P.)

ScorTON MARIO, La distribuzione del
lavoro e la richiesta di energia nella
coltura del frumento, in « Macchine
e Motori Agricoli », n. 6, 1969,
pp. 67-73.

L’A. riferisce sulla distribuzione
del lavoro e sulla richiesta di energia
nel ciclo di produzione del frumento,
relativo ad una superficie di oltre
200 ha dell’azienda di S. Apollinare
(Perugia). (M. S.)

TOMAN RiccaRrDo, 7| comprensorio
dell’ Alta valle del Tevere e il Rap-
porto Mansholt, in «Centro Re-
gionale Informazioni », nn. 1-2, gen-
naio-aprile 1969, pp. 9-12.

È il testo della relazione svolta
dal Direttore dell’Ente di Sviluppo,
alla 28 Mostra-Convegno sulla tra-
sformazione dell’agricoltura nell'al-
ta Valle del Tevere, tenuta a Città
di Castello nei giorni 12 e 13 aprile
1969. LAU ER)

VALLERANI ROBERTO, La viticoltura
provinciale, in « Nuova Economia »,
n. 1, gennaio 1969, pp. 30-35.

132 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

L'A. fa il punto sull'attività di po-
tenziamento e rinnovamento della vi-
ticoltura della provincia di Perugia,
cui sono impegnati gli Ispettorati
dell'Agricoltura, l'Ente d'Irrigazione,
lEnte di Sviluppo, ecc.

Alcune note sugli interventi at-
tuati con i due « Piani Verdi ». Di-
rettive provinciali. Varietà fonda-
mentali di vitigni e zone viticole. Ca-
ratteristiche vegetative, colturali e
produttive dei vitigni. (A. GP)

FRANCESCANESIMO

BRACALONI LEONE O. F. M., La spi-
ritualità francescana nei suoi co-
rollari. S. Maria degli Angeli - Assi-
si, 1962.

RECENSIONE : in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 57 (1964),
pp. 252-253. (U. N.)

FELICE MoLca pA MARETO O. F. M.
Cap., Missione di S. Veronica Giu-
liani, in « Italia Francescana », 39
(1964), pp. 253-262.

Riprende in parte e volgarizza lo
studio di Metodio da Nembro Misti-
cismo e missione di S. Veronica Giu-
liani, Milano, 1962. (U. N.)

ForTINI ARNALDO, Frate Pietro da
Assisi primo maestro di Bartolo da
Sassoferrato. Estratto dal vol. Bar-
tolo da Sassoferrato. Studi e docu-
menti per il VI centenario, II. Mi-
lano, pp. 253-260.

RECENSIONE : in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 57 (1964),
p. 258. (U. N.)

I Frati Minori dell’ Umbria missionari
nel Nicaragua, a cura di P. Lu-
ciano Canonici O. F. M. S. Maria

— M Ó —————— SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 133

degli Angeli - Assisi, Edizioni Por-
ziuncola, 1964, pp. 192, ill.

Il volume contiene notizie di rile-
vante interesse storico sulle varie
missioni dei Frati Minori dell'Um-
bria, come quella di Hodi e Dode-
caneso, quella di Dessié in Etiopia
(ora estinta), quella di Ciudadela
(Buenos Aires), e particolarmente su
quella fiorente del Nicaragua, nel-
l'America Centrale. (I, ND

Il millenario dell'archivio capitolare
di Assisi (963-1963). Assisi, 1963.

RECENSIONE : in « Archivum Fran-
ciscanum . Historicum », 57 (1964),
pp. 411-412. (U. N.)

METODIO DA NEMBRO O. F. M. CaP.,
Misticismo e missione di S. Vero-
nica Giuliani, cappuccina (1660-
1727). Milano, 1962.

RECENSIONE : in « Collectanea
Franciscana » 34 (1964), pp. 202-
203. (U. N.)

PARISCIANI Gustavo O. F. M. Conv.,
San Giuseppe da Copertino e la
conversione di Giovanni Federico di
Sassonia duca di Braunschweig-
Lüneburg, in «Collectanea Fran-
ciscana », 34 (1964), pp. 391-403.

x

Lo studio è interessante anche per
le notizie sul viaggio del duca ad
Assisi nel 1651. (U. N.)

SACCHETTI SASSETTI ANGELO, Gio-
vanni da Capestrano e Lorenzo
da Rieti, Inquisitori in Sabina, in
«Archivum Franciscanum Histo-
ricum », 57 (1964), pp. 200-204.

Dei due documenti pubblicati dal
compianto A., è particolarmente inte-
ressante il secondo, nel quale si legge
l'assoluzione di Colassia « Matthaei »
seguace dell’eretico fra Francesco da
Terni. Per quanto l’A. confessi di
non sapere nulla sulla figura di costui,

sembra utile ricordare che si tratta
evidentemente di colui che «ipsi
fraticelli et eorum sequaces appellant
patriarcham ipsorum et tenent et
affirmant quod ipse dumtaxat et alii
quos ipse ordinaverit episcopos vel
presbyteros habeant auctoritatem et
potestatem . clavium...» secondo
quanto dichiarava, riferendosi espres-
samente a fra Francesco da Terni, un
certo Bartolomeo «quondam Lem-
mi», in un processo subito a Lucca
nel 1411 (BALUZE-MANSI, Miscellanea,
I, p. 484). (U. N.)

SoRBI SALMAREGGI ANNA MARIA, I
primordi della chiesa di San Fran-
cesco al Prato in Perugia. S. Maria
degli Angeli - Assisi, s. a. [1963].

RECENSIONE : in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 57 (1964),
pp. 246-247. (U. N.)

BnENG1IO Lopovico 0. F. M., L'Osser-
vanza francescana in Iíalia nel se-
colo XIV. Roma, 1963.

RECENSIONE: in «Collectanea
Franciscana », 65 (1965), pp. 218-219.
(U: NS)

I Fioretti di Santo Francesco. In-
troduzione e note di Giovanni Ba-
stianini, O. F. M. Conv. Assisi,
1963.

I Fioretti di San Francesco. Con
prefazione e note di P. Luciano Ca-
nonici, O. F. M. S. Maria degli An-
geli - Assisi, 1964.

RECENSIONI : in « Miscellanea Fran-
cescana », 64 (1964), pp. 500-501;
« Collectanea Franciscana », 34 (1964),
pp. 404-405 ; « Archivum Francisca-
num Historicum », 58 (1965), pp.
160-162; «Studi Francescani», 62
(1965), p. 201. (U. N.)

MaATTESINI FRANCESCO O. F. M., Le
origini del Terz' Ordine francescano.

EL Re FIA

tt o ot
134 SEGNALAZIONI

Regola antica e vita del Beato Luc-
chese. Milano, 1964.

RECENSIONE : in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 58 (1965),
p. 188. (U. N.)

Saint Francis of Assisi. A biogra-
phy by OwER ENGLEBERT. A new
translation by Eve MARIE Cooper.
Second English Edition revised and
augmented by IGNATIUS BnADY
O. F.M. and RAPHAEL BROWN,
with introduction, appendices, and
comprehensive bibliography cove-
ring modern research. Chicago, Il-
linois 60609, Franciscan Herald
Press Publishers of Franciscan Li-
terature, 1965.

Questo annuncio bibliografico di
un’opera del 1965 viene con gran ri-
tardo, di cui responsabile è il sotto-
scritto, e non la rivista. Non è una
giustificazione e neppure una atte-
nuante il fatto che il testo dell’opera
principale non è nuovo, e neanche
originale, ma traduzione dal fran-
cese: perché nella presente edizione
l’opera è stata grandemente e util-
mente arricchita di una bibliografia,
che vuole essere completa per gli
anni 1939-1963, e semplicemente una
scelta per il periodo anteriore. L’opera
originale aveva già una serie di ap-
pendici critiche (otto) sulle fonti,
la cronologia, la famiglia, e i punti
principali della vita e dell’opera del
Santo, e inoltre un corredo di note
minutissime, sempre di carattere
esplicativo e critico, per i singoli ca-
pitoli. In quanto alla biografia pro-
priamente detta (compresa l’Intro-
duzione), possiamo dire che essa ha
carattere espositivo secondo lo schema
usuale e senza novità di concezione
e approfondimento di questioni, tut-
tavia con sufficienti accenni ai punti
controversi per chi codesto appro-
fondimento voglia compiere per suo
conto. La dizione è facile e piana,
non tuttavia monotona e scolorita,
dimodoché nell’insieme il libro può
dirsi una buona opera di divulga-

BIBLIOGRAFICHE

zione e di avviamento alla ricostru-
zione storica. (I5 5.)

ScHRADE HuBERT, Franz von Assisi
und Giotto. Kéòln, 1964.

RECENSIONE: in «Collectanea Fran-
ciscana », 35 (1965), p. 452. (U. N.)

SEGOLONI DANILO, Bartolo da Sasso-
ferrato e la Civitas Perusina. Estrat-
to da Bartolo da Sassoferrato. Stu-
di e documenti per il VI centenario,
II. Milano, 1962.

RECENSIONE: in «Miscellanea Fran-
cescana », 65 (1965), pp. 420-421.
(U; N.)

SPIRITO SILVANA, Il francescanesimo
di fra Tommaso da Celano. S. Ma-
ria degli Angeli - Assisi, 1963.

RECENSIONI: in «Miscellanea Fran-
cescana», 64 (1964), pp. 240-242; « Ar-
chivum Franciscanum Historicum »,
98 (1965), pp. 150-151; «Collecta-
nea Franciscana », 35 (1965), pp.
206-207. (U. N.)

BRAVETTA VITTORIO EMMANUELE,
Dio ci salvi dai Mongoli. La vita
avventurosa di fra Giovanni da
Pian del Carpine. Milano, 1960.

RECENSIONE : in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 59 (1966),
pp. 172-174. (U. N.)

CENCI CESARE O. F. M., Un codice
di Rieti e fr. Roberto da Lecce, in
«Archivum Franciscanum Histo-
ricum », 59 (1966), pp. 85-104.

Nell’opuscolo di Angelo Sacchetti
Sassetti Fra Roberto da Lecce al ca-
pitolo di Fontecolombo (1459), Rieti,
1965, si prospettava la singolare ipo-
tesi che due fossero i personaggi col
nome di Roberto da Lecce. L’A. prova
a sufficienza che si tratta di un errore
di Sacchetti Sassetti. Descrivendo
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 135

ampiamente il codice, l'A. cita lo
« exemplum » famoso della strega San-
tuccia da Nocera arsa viva a Peru-
gia nel 1445, episodio più d’una volta
ricordato nelle sue prediche da san
Giacomo della Marca. Ora sappiamo
che l’esempio era citato anche da Ro-
berto da Lecce, come di lì a poco
entrerà nelle prediche di fra Ber-
nardino da Foligno (v. « Miscellanea
Francescana », 3 [1888], pp. 65-69).
Roberto da Lecce ricorda anche un
fatto occorsogli a Foligno e un
altro narratogli da Bartolomeo Vi-
telleschi vescovo di Corneto (Tar-
quinia) e governatore di Perugia nel
1459. Altra cosa notevole è il fatto
che il codice I. 2. 6 di Rieti, illustrato
dall’A., contiene un sermone sulla
Passione di Cristo intercalato da 88
stanze di 53 ottave e 35 quartine,
messe in bocca ai vari personaggi ;
la cosa, secondo l’A., deve mettersi
in rapporto con la predicazione peru-
gina di Roberto del 1448. (U. N.)

CHIARETTI GIiusEPPE, Archivio Leo-
nessano. Documenti riguardanti la
vita e il culto di san Giuseppe da
Leonessa. Roma, 1965.

RECENSIONI: in «Collectanea Fran-
ciscana », 36 (1966), pp. 216-217; «Mi-
scellanea Francescana », 66 (1966),
pp. 244-245. (U. N.)

EMMEN AQUILIN 0. F. M., Jean Mi-
chaelis O. F. M. et son Commentaire
du troisiome livre des Sentences
(vers 1292). Identification du Ms.
Vatican Chigi B. VI. 95, in « Ar-
chivum Franciscanum Historicum»,
59 (1966), pp. 38-84.

Tra le opere di questo autore fran-
cescano è notevole per una certa pro-
fondità d’accenti mistici il trattato De
mansionibus, contenuto anche nel
ms. 555 della Biblioteca Comunale
di Assisi. (U. N.)

FELICE DA Mareto O. F.M. CAP.,
Bibliografia dantesco-francescana, in

«Collectanea Franciscana », 36
(1966), pp. 111-185.

Nella introduzione e tra le 471
schede bibliografiche gli studiosi tro-
veranno molti dati concernenti Dante
e l'Umbria. (U. N.)

GRANNEL FERGALO. F. M., Letters
of Daniel Papebroch S. J. to Fran-
cis. Harold O. F M. (1665-1690),
in «Archivum Franciscanum Hi-
storicum », 59 (1966), pp. 385-455.

Si tratta di 30 lettere del famoso
bollandista al non meno noto Fran-
cesco Harold, nipote del Wadding
e continuatore degli Annales Mi-
norum. La pubblicazione del car-
teggio, che contiene la richiesta di
notizie circa i santi e beati — spe-
cialmente francescani — compresi
negli Acta Sanctorum dei mesi feb-
braio-maggio, arricchisce notevol-
mente la storia dei rapporti, per quan-
to indiretti, dei bollandisti con l'am-
biente umbro e si aggiunge ai due
studi di M. Battistini sul viaggio
dei padri Papebroch e Henskens ad
Assisi («Studi Francescani», 27
[1930], pp. 161-5) e nell’Umbria
(«Miscellanea Francescana»,34 [1934],
pp. 53-9; cf. P. L. MELONI, Mona-
steri benedettini in Umbria tra VIII
e XI secolo nella storiografia di Lo-
dovico Jacobilli, in Aspetti dell’ Um-
bria dall’inizio del secolo VIII alla
fine del secolo XI. Atti del III Con-
vegno di Studi Umbri, Gubbio 23-27
maggio 1965. Perugia, 1966, pp. 317-
8). Le lettere, in particolare, conten-
gono notizie su molti argomenti o
personaggi d’interesse regionale ri-
levante, come la menzione di fra
Gentile da Foligno, agostiniano, de-
stinatario degli scritti sui miracoli
di Angelo da Chiarino, compilati dal
contemporaneo Roberto da Mileto.
Da sottolinearsi, inoltre, le informa-
zioni trasmesse ai bollandisti dal-
PHarold sul b. Enrico da Perugia,
ma raccolte precedentemente e in-
viate al Wadding dai Minori Conven-
tuali di Perugia ; altre informazioni.
date o richieste, riguardano il b.
Andrea da Spello, il b. Ercolano. da
Piegaro, Alessandro Vincioli di No-
cera, fra Giovanni Tentialbene, il
b. Antonio Tigrini, morto e venerato
a Spoleto, il b. Giovanni Bonvisi da
Lucca, il b. Giovanni da Stroncone,
fra Damiano da Todi scrittore d’una
vita, perduta, di fra Giovanni Ten-
tialbene, il b. Antonio da Norcia, fra
Serafino da Castello scrittore d’una
vita del b. Giovanni Bonvisi, l’osser-
vante Stefano Tofì da Bettona, autore
d'un Trattato (Urbino, 1644) sul-
l'indulgenza della Porziuncola.

(U. N.)

MANCARELLA GIOVAN BATTISTA, Una
Regola in volgare dell'Ordine di Pe-
nitenza da un codice umbro del
XIV secolo, in « Annali della fa-
coltà di Magistero dell’Università
di Bari», 5 (1966), pp. 203-323.

L’A. riprende l’argomento già trat-
tato nell’altra sua opera Il dialetto
di Gubbio nel Trecento (Manduria,
1964) pubblicando integralmente il
testo della Regola con osservazioni
linguistiche, fonetiche e lessicali.

(U. N.)

Manifestazioni della Sala di Cultura di
San Damiano in Assisi nell’anno
1965, in «Studi Francescani », 63
(1966), p. 133.

Il resoconto delle conferenze mette
bene in rilievo l’attività della Sala.
Dopo la morte del fondatore P. An-
tonio Giorgi O. F. M. (28 gennaio
1965), commemorato solennemente
dall’on. prof. Giuseppe Ermini, la
Sala — che ora s'intitola alla me-
moria dello scomparso — è diretta dal
fratello P. Pietro Giorgi O. F. M.

(U. N.)

NicoLinI UcoLINO O. F. M., Fra Ber-
nardo da Parma, custode di Terra
Santa, in un documento perugino

136 SEGNALAZIONI

BIBLIOGRAFICHE

del 1472, in «Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 59 (1966),
pp. 139-140.

Si pubblica la delibera priorale e il
bollettino di pagamento di 30 fio-
rini donati dal comune al neo-eletto
custode e guardiano di Monte Sion
di passaggio a Perugia prima di
partire per la Palestina. (U. N.)

NicoLINI UcoriNo O.F. M., Le ta-
vole dei capitoli provinciali del Um-
bria del 1408 e del 1431, in « Ar-
chivum Franciscanum Historicum »
59 (1966), pp. 301-322.

L'edizione dei due documenti co-
stituisce un valido contributo per la
conoscenza della storia dei conventi
disseminati nella regione e per la
prosopografia francescana umbra del
sec. XV. tU ND)

PALUMBO GIUSEPPE, Jl codice 492
della Biblioteca di S. Francesco nel-
la Comunale di Assisi, in Dante
e l’Italia Meridionale. Atti del II
Congresso Nazionale di Studi Dan-
teschi, Caserta 10-16 ottobre 1965.
Firenze, 1966, pp. 463-478.

Il Palumbo identifica l’autore del
Quadragesimale contenuto nel codice
di Assisi con fra Ruggero « de Hera-
clia », distinguendolo da due altri
omonimi dello stesso sec. XIV, uno
«de Phaleriis », l’altro «de Cecilia».
Secondo l’A., l’opera sarebbe stata
scritta poco prima del 1336 ; sono
quindi di rilevante interesse le ci-
tazioni della Commedia, a cosi breve
distanza dalla morte di Dante. Nel
Quadragesimale si legge anche un ac-
cenno alla setta dei fraticelli « de
spiritu amoris » di Perugia. (U. N.)

ScHMITT CLEMENT O. F. M., Docu-
ments sur la Province Franciscaine
de Strasbourg aux XIV-XV siècles
d’après un formulaire de Lucerne, in
=

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 137

«Archivum Franciscanum Histo-
ricum », 59 (1966), pp. 210-300.

Svariate notizie sull'Umbria sono
contenute in questa ricchissima rac-
colta di documenti. Per quanto con-
cerne la storia dei formulari france-
scani, é citato il ms. 653 della Comu-
nale di Assisi, edito nel noto studio
di Giuseppe De Luca nell'Archivio
italiano per la storia della pietà del
1951, secondo il testo del ms. 9
della Biblioteca Casanatense di Ro-
ma. I documenti testimoniano, per il
sec. XIV, la frequenza dei pelle-
grinaggi in Assisi dall'Alsazia. Più
d'una volta l'A. ha occasione di ri-
cordare il capitolo generale d'Assisi
del 1367, lo spostamento della Curia
papale o la sua permanenza a Peru-
gia con i papi Urbano VI, Bonifacio
IX e Innocenzo VII. (U. N.)

T" SERSTEVENS A., Les précurseurs de
Marco Polo. Textes intégraux éta-
blis, traduits et commentés, avec
introduction sur la géographie de
l’Asie avant Marco Polo. Greno-
ble, 1959.

RECENSIONE : in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 59 (1966),
pp. 167-172. (U. N.)

BascaPÉ GrACOMO CARLO, Tre sigilli
francescani, in «Collectanea Fran-
ciscana », 37 (1967), pp. 374-375.

Uno dei tre sigilli è quello della ba-
silica di S. Francesco di Assisi, del
sec. XVII. (UND

CatTto J. L, Guillaume du Pré and
the Tartars, in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 60 .(1967),
pp. 210-213.

Riassumendo alcuni dati concer-
nenti la presenza dei francescani in
Cina prima di Guglielmo « de Prato »,
arcivescovo di Pechino nel 1370, VA.
cita anche la lettera di fra Andrea da

Perugia, scritta da Canton nel 1326,
al guardiano del convento della sua
città. (UN)

CENCI CESARE O. F. M., Silloge di
documenti francescani trascritti da
P. Riccardo Pratesi O. F. M., in
«Studi Francescani », 62 (1965),
pp. 364-419; 63 (1966), pp. 95-
125; 64 (1967), pp. 80-104.

Sono 129 documenti, dal 1255 al
1519, dei quali i primi 84 vengono
pubblicati integralmente, gli altri in
regesto. Furoro trascritti dal p. Pra-
tesi, appassionato ricercatore di sto-
ria francescana medioevale, morto nel
marzo 1963. Segnaliamo il più bre-
vemente possibile alcune notizie che
riguardano l'Umbria: Severino di Gia-
como da Firenze nel testamento ro-
gato a Pisa nel 1278 lascia 10 lire al
convento di S. Francesco e 5 a
quello della Porziuncola in Assisi;
al testamento era presente anche il
francescano Vitale da Cascia. Il
cardinale Matteo d’Acquasparta in
data 23 agosto 1297 incarica Gozio
da Orvieto, cappellano papale, di
assolvere i Nepesini, fautori dei Co-
lonna ; nella lettera si fa menzione
anche di fra Angelo da Rieti inqui-
sitore nella provincia di S. Francesco.
Nel 1326 sono presenti a Firenze Ra-
niero di Zaccaria da Orvieto e Gu-
glielmo da Todi: il primo come vi-
cario ducale, il secondo come giudice e
collaterale. Il 14 gennaio 1353 fanno
parte del capitolo conventuale di S.
Croce di Firenze, tra gli altri, fra
Pietro da Assisi, baccalario, fra An-
tonio « Iohannuoli» da Gubbio, fra
Andrea da Norcia, fra Salvuccio e
fra Stefano da Terni. Piü volte ri-
corre, dal 1353, il nome di fra An-
drea Righi (« Ricchi »), il noto auto-
re d'un trattato contro i fraticelli.
Nel 1362 dimorava a S. Croce un
fra Giovanni di Pietro da Gualdo.
Due documenti degli anni 1394 e
1395 riguardano fra Nicoló da Peru-
gia, predicatore di due quaresime con-
secutive a Firenze. Nel 1421 era pre-

mdi
sente a S. Croce un fra Paolo di Nicolò
da Orvieto. Molti altri documenti del
sec. XV forniscono notizie su vari
personaggi illustri: due lettere di
fra Nicolò Spinelli a Cosimo dei Me-
dici, spedite da Perugia, nel 1458,
con notizie sugli umori politici presso
la corte del governatore Bartolomeo
Vitelleschi ; una lettera della Signo-
ria fiorentina a fra Paolo d’Assisi
per la predicazione della quaresima
del 1432 e un’altra di fra Fortunato
Coppoli da Perugia a Lorenzo il Ma-
gnifico nel 1473; una testimo-
nianza sulla predicazione della Cro-
ciata del 1482 e l’elargizione d’una
indulgenza da parte di fra Cherubino
da Spoleto. (U. N.)

CRESI DomENICO O. F. M., Un viag-
gio oltretomba con S. Bernardino, in
«Studi Francescani », 64 (1967),
pp. 58-72.

Nel 1510 arrivò in pellegrinaggio
alla Verna fra Biagio da Cascia e
raccontò ai frati ciò che gli accadde
in visione nel 1460, quando era fan-
ciullo : san Bernardino da Siena lo
accompagnò attraverso l’inferno, il
limbo, il purgatorio e il paradiso. I
frati raccolsero dalla bocca del pelle-
grino il resoconto di quella visione,
che ora l’A. pubblica integralmente.

(U. N.)

DESBONNETS THÉOoPHILE 0. F. M.,
Généalogie des biographies primi-
Lives de S. Francois, in « Archi-
vum Franciscanum Historicum »,
60 (1967), pp. 273-316.

L’A. tratta la « Questione france-
scana », sottoponendo all’attenzione
degli studiosi il risultato del metodo
dei « gruppi varianti » applicato alla
Vita II del Celano, allo Speculum
Perfectionis e alla Legenda Peru-
sina (ms. 1046 della Comunale di
Perugia). I testi esaminati dal calco-
latore elettronico permettono al-
lA. di confermare certe conclusioni
alle quali già la critica era pervenuta

138 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFIGHE

(per quanto senza unanimità), come
il fatto che la Legenda Perusina è
da considerarsi fonte comune della
Vita II e dello Speculum Perfectionis.

(U. N.)

DoIMIi SAMUELE, OFM Conv., La spi- .
ritualità del Terz Ordine Francesca-
no nei Sermones di S. Antonio, in « Il
Santo », Anno VII, fasc. 2, maggio-
agosto 1967, pp. 17.

Caratterizzata la spiritualità del
Terz'Ordine Francescano nel pe-
riodo delle origini, rifacendosi al
testo della prima Regola, lA. sta-
bilisce i punti di contatto fra la spi-
ritualità medesima e i principi infor-
matori e gli obiettivi finali dei Ser-
mones antoniani, affermando l’esi-
stenza di intrinseci rapporti fra gli
uni e gli altri. (G. C.)

Giornata di studio in onore di Giovanni
Joergensen nel centenario della na-
scita .(1886), nel decennale della
morte (1956). Perugia, s. a. [1967].

RECENSIONE: in «Collectanea Fran-
ciscana », 37 (1967), pp. 450-451.
(U. N.)

GUARNIERI ROMANA, Il Movimento
del Libero Spirito. Testi e documen-
ti. Estratto dall’ Archivio italiano
per la storia della pietà, 5, 1965,
pp. 353-708.

RECENSIONE: in «Collectanea Fran-
ciscana », 37 (1967), pp. 417-419.
(U. N.)

La povertà. A cura di fr. GAUDENZIO
MELANI O. F. M.; Antologie del
pensiero spirituale francescano. S.
Maria degli Angeli - Assisi, 1967,
pp. VI-550.

È il primo volume delle Antologie
che raccoglieranno i testi — libera-
mente scelti e ordinati — pertinenti
a ciascun argomento trattato nei
Quaderni. I testi qui presentati, con
adeguata introduzione, vanno dalle
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 139

primitive fonti francescane, com-
presi gli scritti di san Francesco, alle
più significative pagine degli scritto-
ri contemporanei. Per quanto si ri-
ferisce alle fonti antiche, che si dàn-
no sempre tradotte, i testi sono presi
dalle migliori edizioni, tra le quali il
curatore di questa antologia si muo-
ve con sicurezza, dedito com’è da
anni agli studi francescani. Il vo-
lume è arricchito dall’indice degli
autori dei brani e da quello dei nomi
di persona e di luogo. (U. N.)

Le Miroir de Perfection. Traduction
francaise du Speculum Perfectionis.
Introduction et notes de Marie-
Therèse Laureilhe. Paris, 1966.

RECENSIONI : in «Miscellanea Fran-
cescana », 68 (1968), pp. 205-207; «Col-
lectanea Franciscana », 37 (1967), pp.
187-188 ; « Archivum Franciscanum
Historicum », 60 (1967), pp. 254-
256. (U. N.)

Lior ERMENEGILDO O. F. M, S.
Bonaventura e la questione auto-
grafa « de superfluo » contenuta nel
ms. di Assisi, Bibl. Com. 156, ci-
trata al Concilio Vat. II. Testo con
studio critico-letterario e dottri-
nale. Roma, 1966.

RECENSIONE: in « Collectanea Fran-
ciscana », 37 (1967), pp. 430-431.
(U. N).

PELLEGRINI Lupovico O. F. M.,
L'inquisizione francescana sotto A les-
sandro IV (1254-1261), in «Studi
Francescani », 64 (1967), pp. 73-100.

Molte pagine dello studio sono de-
dicate all'inquisizione e agl’inqui-
sitori umbri, specialmente all'attività
di fra Andrea da Todi. (U. N.)

ScHNEYER JOHANNES BarrisT, Eine
Sermonesliste des Nicolaus de Byard,
O. F. M., in «Archivum Franci-
scanum Historicum », 60 (1967),
pp. 3-41.

Tra i codici che contengono sin-
goli « sermones » del predicatore fran-
cescano francese della seconda metà
del sec. XIII, sono segnalati anche
i mss. 362 e 432 della biblioteca
Comunale di Assisi. (U. N.)

ABATE GIUSEPPE, O. F. M. Conv.,
La casa natale di S. Francesco e la
topografia d'Assisi nella prima
metà del secolo XIII, in questo
« Bollettino », LXIII (1966), pp. 5-
110; (estratto: presso « Miscella-
nea Francescana », via del Sera-
fico 1, Roma).

NOTA BIBLIOGRAFICA : in « Archi-
vum Franciscanum Historicum », 61
(1968), pp. 486-7, di GiAcoMo SABA-
TELLI, O. F. M. Il Sabatelli mette in
evidenza come il p. Abate confuti ad
una ad una tutte le asserzioni del For-
tini, lo studioso che incautamente nel-
la Nova vita di San Francesco ha messo
in campo una terza casa paterna del
Poverello, quella in via S. Paolo. Il
Sabatelli conclude dicendo : «... non
si deve perdere di vista il fatto che
una minuzia non può diventare un
problema di importanza vitale ». Giu-
stissimo. Eppure i proprietari del-
l’edificio di via S. Paolo, segnalato
dal Fortini, avvalendosi della buona
fede dell'« Osservatore Romano » (10.
III. 1968, p. 7) e della « Famiglia
Cristiana » (26. X. 1969, pp. 62-63)
hanno imbastito una propaganda sul-
la falsissima ipotesi fortiniana, crean-
do in Assisi una situazione che, per
essere grottesca, non si sa se muove
più a riso che a sdegno.

RECENSIONE: in «Collectanea Fran-
ciscana », 37 (1967), p. 188. |. (U. N.)

BASTIANINI M. JoANNES O. F. M.
Conv., Brevis conspectus Seraphi-
cae Provinciae Umbriae S. P. N.
Francisci Ordinis Fratrum Mino-
rum Conventualium. Perugia, 1964.

RECENSIONE: in «Miscellanea Fran-
cescana », 68 (1968), pp. 451-452.
(U. N.)
140 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

BERARDINI Lorenzo O. F. M. CoNv.,
Frate Angelo da Chiarino alla luce
della storia. Osimo, 1964.

RECENSIONI: in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 58 (1965),
pp. 162-168; «Collectanea Franci-
scana », 35 (1965), pp. 212-213;
« Miscellanea Francescana», 68 (1968),
pp. 392-401. (U. N.)

BnApYv IcwariUs O. F. M., Questions
at Paris c. 1260-1270 (cod. Flor.
Bibl. Naz. Conv. soppr. B. 6. 912),
in «Archivum Franciscanum Hi-
storicum », 61 (1968), pp. 434-451.

Rifacendosi a un accenno che molti
anni fa il p. Vittorino Doucet aveva
fatto a questo codice fiorentino nella
descrizione del ms. 172 della Comu-
nale di Assisi, VA. tratta ampia-
mente, per quanto concerne la prima
parte del codice, del problema del-
l’autore delle « Quaestiones » di Pa-
rigi tra gli anni 1260-1270. La testi-
monianza esplicita del più antico
catalogo delle biblioteche francesca-
ne, quello di S. Fortunato di Todi
del 1336, parla di un « frater Guillel-
mus Baglionis », francese per i più,
italiano per l'A., ma non da ricolle-
garsi alla famiglia perugina dei Ba-
glioni. Potrebbe invece trattarsi di
Baglione, frazione del comune di
Sala S. Giovanni in provincia di Cu-
neo. (U. N.)

CARETTA ALESSANDRO, Del Beato
Michele Carcano, in « Archivio Sto-
rico Lodigiano », Serie II, anno
XVI, 1968, pp. 175-181.

Ricostruendo l’attività missionaria
di predicatore del Beato, minorita os-
servante del sec. XV, l'A. pone un
suo soggiorno a Perugia tra la Quare-
sima predicata a Bologna nel 1464
e il 1466. (P.P.)

ENGLEBERT OMER, Saint Francis of
Assisi. A Biography. A new Trans-
lation by Eve Marie Cooper. Se-

cond English Edition revised and
augmented by Ignatius Brady, O.
F. M. and Raphael Brown, with in-
troduction, appendices and com-
prehensive Bibliography covering
modern research. Chicago, 1965.

RECENSIONI: in «Collectanea Fran-
ciscana », 36 (1966), pp. 443-445; «Mi-
scellanea Francescana », 67 (1967),
pp. 436-439; «Archivum Franci-
scanum Historicum », 61 (1968),
pp. 234-237. (UI. INS)

I Fiori dei tre Compagni. Testi
francescani latini ordinati con intro-
duzione e note di fr. JAcQUES CAM-
BELL, O. F. M. Versione italiana a
fronte di NELLO VIAN. Milano, 1967.

RECENSIONI: in « Collectanea Fran-
ciscana», 38 (1968), pp. 210-211; «Mi-
scellanea Francescana », 68 (1968),
pp. 199-204. (U. N.)

METODIO DA NEMBRO O. F. M. CAP.,
Note d'archivio relative alle missio-
ni cappuccine nel Brasile, in « Col-
lectanea Franciscana », 38 (1968),
pp. 398-429.

Tra i missionari cappuccini in
Brasile figura il p. Florido da Città
di Castello, che operò tra gli indios
Coroados del Paraiba del Sud (1847).

(U. N.)

PETROCCHI Massimo, La spiritualità
nel Settecento italiano. I. Dallo
Scaramelli a S. Paolo della Croce.
Estratto da «Cultura e scuola »,
n. 27, luglio-settembre 1968, pp. 68-
83.

Accennato al beato Leopoldo da
Gaiche, dei Minori, erede spirituale
della predicazione di san Leonardo da
Porto Maurizio, l'A. pone tra gli espo-
nenti della «grande mistica» santa
Veronica Giuliani, la cappuccina di
Città di Castello (1660-1727).

(U. N.)
E o oen s E

SEGNALAZIONI

PrANA CELESTINO O. F. M., Lo Stu-
dio di S. Francesco a Ferrara nel
Quattrocento. Documenti inediti, in
« Archivum Franciscanum Histo-
ricum », 61 (1968), pp. 99-175.

Tra la ricchissima documentazione
si segnalano le seguenti notizie : nel
1433 è presente a Ferrara il maestro
fra Nicoló da Rimini, che nel 1431
era stato eletto custode del Sacro
Convento di Assisi nel capitolo pro-
vinciale celebrato a S. Crispolto di
Bettona; fra Cristoforo da Città
della Pieve, laureato nel 1453; fra
Bartolomeo da Lendinara, lettore a
Perugia nel 1454; un Diotisalvi da
Foligno, vicario generale della dio-
cesi di Ferrara nel 1437 ; fra Fran-
cesco e il maestro fra Agostino d’As-
sisi, presenti a Ferrara rispettiva-
mente nel 1456 e nel 1458 ; fra Pie-
tro Riario nipote di Sisto IV e poi
cardinale (m. 1473), studente a Pe-
rugia ; fra Giacomo « Fornarius » in-
viato a Perugia nel 1491 per eserci-
tarsi come baccalario nel collegio del-
la Sapienza Vecchia ; fra Giuliano «de
Fortia » presente ad Assisi come « bi-
blico » nel 1493. (D; SIND)

ScHMUCKI OCTAVIANUS O. F. M. CAP.,
A Francisco Legendarum ad Fran-
ciscum historicum. Quaestio franci-
scana et vita S. Francisci duplici
opere illustratae, in « Collectanea
Franciscana », 38 (1968), pp. 373-
392.

Acuta ed esauriente analisi delle
opere : CLASEN SoPHRONIUS O. F. M.,
Legenda antiqua S. Francisci. Un-
lersuchungen ... (vedi CAMBELL) e
DresBoNNETS TuÉoPHiLE O. F. M.-
VonnEUX DAMIEN O. F. M., Saint
Francois d'Assise. Documents .....
(vedi Dr FoNzo). (U. N.)

ScHNEYER JOHANNES BarrisT, La-
leinische Sermones-Initien des Ho-
chmittelalters für die Heiligenfe-
ste des Franziskanerordens, in « Ar-

BIBLIOGRAFICHE 141

chivum Franciscanum Histori-
cum », 61 (1968), pp. 3-78.

Sono segnalati gli Incipit delle pre-
diche per le feste dell'Ordine france-
scano fino al 1350, in quanto tali

feste sono registrate nelle rubriche

dei codici. L'A. ha svolto il prezioso
lavoro nelle principali biblioteche
europee. Dell'Umbria figura soltanto
la biblioteca Comunale di Assisi,
che contiene i seguenti codici con
«sermones » francescani: 543 e 675
(Bertrando «de Turre »), 471 e 535
(Iacopo «de Voragine»), 522 (Pie-
tro «Aureoli », 432 (Siboto), 532
(Sigieri de Courtray o Cordigerus) ;
i codici 542, 432 e 539 contengono
« collectiones fratrum» e anonimi. Non
sono segnalate le prediche conte-
nute nei mss. della Comunale di Pe-
rugia B. 2, cc. 69v-85r; E. 26, c.
15v ; 1226, cc. 358v-366r. (U. N).

Statistica personale dei Religiosi Cap-
puccini della Provincia Serafica.
Santa Maria degli Angeli - Assisi,
Tipografia Porziuncola, 1968,
pp. 62, 2 carte geogr.

Pubblicato come numero unico
straordinario dalla Curia Provinciale
dell'Ordine, oltre l'elenco degli at-
tuali conventi, ospizi ed opere so-
ciali nell'Umbria e nelle provincie
di Macerata e Chieti, offre un pro-
spetto dei conventi soppressi nel
1860-1866 e non piü riaperti, segna-
landone la data di origine ed il titolo.
Segue un prospetto dei conventi la-
sciati, di quelli passati ad altre pro-
vincie dell'Ordine, la serie cronolo-
gica dei Superiori Provinciali, dei
santi e venerabili, ecc. (M. P.)

AUBERT VicTOR, S. Francesco d' Assi-
si e il Cantico delle Creature. (Tra-
duzione dal francese autorizzata
dall'Autore). Roma, 1969, pp. 40.

Arduino Terzi, offrendo in omag-
gio l'opuscolo, ne definisce il conte-
nuto come «elevati pensieri cristia-
ni ». (U. N.)
BASTIANINI GIovaNNI M., I Frati
Minori Conventuali a Roma. Estrat-
to da «Rivista Diocesana di Roma»,
n. 5-6, maggio-giugno 1969, pp. 6.

Breve nota storica sull’insedia-

. mento in Roma dei Minori Conven-

tuali; elenco, con cenni illustrativi,
delle parrocchie, comunità ed istituti
che i Conventuali vi hanno attual-
mente. (E PS

BERTAGNA MARTINO O.F.M., Note
storiche e documenti intorno a S.
Lucchese da Poggibonsi, in « Ar-
chivum Franciscanum Historicum »,
62 (1969), pp. 3-114 ; 449-502.

Trattazione quanto mai esauriente
e documentatissima sulla popolare
figura del beato terziario francescano
venerato come santo a Poggibonsi.
Secondo una testimonianza di fra

Mariano da Firenze, già Gregorio X,

di passaggio a Poggibonsi nel 1273,
ne avrebbe approvato il culto. In
effetto, Gregorio X, partito da Or-
vieto il 5 giugno e passato per Assisi
e Perugia, l'11 era a Magione (Pot-
THAST, n. 20747) e il 20 a Firenze
(PorrHasT, n. 20748). Si.osservi tut-
tavia che da Magione a Firenze la via
piü breve non é certamente quella
che passa per Poggibonsi. Ma non é
impossibile che per rendere omaggio
al b. Lucchese, Gregorio X abbia
ordinato la vistosa deviazione alla
curia itinerante. Altre notizie impor-
tanti si leggono su Rainuccio, nel
1285 priore di S. Michele di Castiglion
Fiorentino e collettore delle decime a
Perugia (Archivio capitolare di Pe-
rugia, Istromenti, II, c. 124r), sui co-
dici Lat. 1756 dell’Angelica di Roma
e VIII. C. 7 della Nazionale di Na-
poli, provenienti da Perugia e da As-
sisi, sui luoghi (Cannara e Alviano)
che si contendono l’episodio della
vita di san Francesco concernente
l’Ordine della Penitenza, sul passag-
gio del Poverello per Lisciano Nic-
cone. (U. N.)

142 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

BionpI Tommaso, Medaglioni fran-
cescani : Paolo Trinci, il frate ri-
formatore ; Angela da Foligno, mae-
stra dei teologi. Perugia, Grafica,
1969, L. 2.000.

Il saggio, che tende ad illustrare
— sopratutto da un punto di vista
religioso ed artistico — i due note-
voli personaggi del Medioevo foli-
gnate (l'iniziatore della riforma degli
Zoccolanti e la Beata mistica) è
introdotto con appropriate e at-
tente parole da una Presentazione di
Mario De Dominicis. (B2B)

CAMBELL JACQUES O. F. M., Une ten-
lative de résoudre la question fran-
ciscaine, in «Miscellanea France-
scana », 69 (1969), pp. 187-206.

Acuta analisi del lavoro di Sophro-
nius Clasen O. F. M., Legenda anti-
qua S. Francisci. Untersuchungen über
die nachbonaventurianischen Franzi-
skusquellen, Legenda Trium Socio-
rum, Speculum Perfectionis, Actus bea-
ti Francisci et sociorum eius und
verwandtes Schrifttum. Leiden, 1967.

(0 ND)

CANONICI Luciano O. F. M., La Por-
ziuncola e gli inizi dell'Ordine Fran-
cescano. Ricerche storiche. S. Maria
degli Angeli - Assisi, 1963.

RECENSIONI: in «Collectanea Fran-
ciscana », 34 (1964), p. 186; « Archi-
vum Franciscanum Historicum, 60
(1967), pp. 225-227; « Miscellanea
Francescana », 69 (1969), pp. 228-
250. (U. N.)

CENCI CESARE O. F. M., Fr. Pietro
Arrivabene da Canneto e la sua atti-
vità letteraria, in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 61 (1968),
pp. 289-344; 62 (1969), pp. 115-
195.

Dal Regesto dell’Osservanza e dal-
le note autobiografiche delle predi-
che, l'A. ricostruisce le date princi-
Pe

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 143

pali di questo infaticabile predica-
tore e scrittore francescano vissuto
tra i secoli XV e XVI. Nel 1475 ad
Assisi, nel 1477 nella Valle Reatina,
a Montefalco, a Spoleto, al lago
Trasimeno, a Perugia, a Gubbio. Do-
po un viaggio in Palestina, di nuovo
in Umbria, a Perugia e Assisi, nel
1485. Alla Porziuncola nell’agosto
predica il Perdono, dichiarando di
aver visto nella biblioteca del Sacro
Convento di Assisi il libro dell’ Indul-
genza, chiara allusione al famoso Trac-
tatus di Francesco Bartoli. Racconta
uu episodio miracoloso riguardante i
frati del convento della Porziuncola,
narratogli a sua volta da fra Giu-
seppe da Gubbio guardiano del con-
vento di Monteripido in Perugia nel
1485. Di grande interesse sono le
notizie ch'egli riferisce nel discorso
sull Indulgenza della Porziuncola, cir-
ca il comportamento dei pontefici Pio
II, Paolo II e Sisto IV nei riguardi
della stessa Indulgenza, notizie che
non sono conosciute dagli autori Giu-
sto e Polticchia (Storia documentata
della Porziuncola, I, S. Maria degli
Angeli-Assisi, 1926) né dagli edi-
tori del Bullarium Franciscanum ; esse
concordano però con la testimonianza
di un cronista perugino : « Adì ditto
[3 agosto 1470] memoria come fino
adì ditto de agosto, papa Pavolo II
levò tutti li perdoni, quali erano po-
sti già da li altri papi, eccetto quelli
de Roma e de S. Maria de li Angeli
de Asese : fra li altri levò in Peroga
quello de S. Domenico, e quando fo
ragionato de quello de S. Maria de li
Angeli, che se levasse, respose che li
Iui non volea poner bocca, e vene una
bolla a li frati del Monte [= Monteri-
pido], che qualunque persona ragio-
nasse de tal cosa che fosse ben fatto
o mal fatto, incade in scomunicatio-
ne» (O. SCALVANTI, Cronaca peru-
gina inedita... , in questo « Bollet-
tino », IX [1903], p. 70). Altri riferi-
menti personali dell'Arrivabene e della
sua predicazione in Umbria riguar-
dano episodi raccontati da san Ber-
nardino a Perugia, l'assistenza ai

condannati a morte da parte dei
Disciplinati di Città di Castello, la
testimonianza sui tre sassolini nel
cuore di santa Chiara da Montefalco,
« exemplum » che l'Arrivabene ha in
comune con fra Cherubino da Spo-
leto e con altri predicatori del Quat-
trocento. (U. N.)

Di FoNzo LonENzo O. F. M. Conv.,
Una pregevole edizione francese delle
leggende francescane, in « Miscella-
nea Francescana », 69 (1969), pp.
206-227.

Lunga e impegnativa disamina del
volume di DESBONNETS THEOPHILE
O. F. M. - VonnEUX DAMIEN O. F.
M., Saint Francois d'Assise. Docu-
ments, écrits et premiéres biographies,
rassemblés et présentés parles PP...
Paris, 1968.

RECENSIONE: in «Collectanea Fran-
ciscana », 38 (1968), pp. 373-392.
(U. N.)

JEAN DE PLAN CARPIN, Histoire des
Mongols. Traduit et annoté par
Don Jean Bequet et par Louis
Hambis. Paris, 1965.

RECENSIONI: in « Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 59 (1965), pp.
166-169 ; « Collectanea Franciscana »,
37 (1969), p. 214. (U. N.)

MAJARELLI STANISLAO O. F. M.-
NicoLINI UGoLINO O. F. M, 1l
Monte dei Poveri di Perugia. Pe-
riodo delle origini (1462-1474). Pe-
rugia, 1962.

RECENSIONI : in « Miscellanea Fran-
cescana», 66 (1966), pp. 202-216;
«Atti e Memorie della Deputazione
di Storia Patria per le Marche », serie
VIII, volume V (1966-67), pp. 111-
118; «Archivum Franciscanum Histo-
ricum », 62 (1969), pp. 406-409 ; « Pi-
cenum Seraphicum », 6 (1969), pp.
134-141. (U. N.)

X du a
ELT A^ MM m acd qme op and em n t et utis ccn ranno e
MENEGHIN VirrTORINO 0. F. M., Il
beato Bernardino da Feltre elo-
giato dall’umanista Francesco Ma-
turanzio, in « Archivio Storico di
Belluno, Feltre e Cadore», 39
(1969), pp. 103-112.

Il Maturanzio nella quaresima del
1494 era a Vicenza, tra gli uditori
del predicatore francescano, che ave-
va scelto per tema della predicazione
il motto biblico « Attende tibi », ti-
tolo anche d’una operetta di san Ba-
silio di Cesarea. Per omaggio al ce-
lebre predicatore, il Maturanzio tra-
dusse dal greco in latino l’opera di
san Basilio, preceduta da una let-
tera dedicatoria, che VA. pubbli-
ca da un codice della Biblioteca Capi-
tolare di Padova. (U. N).

NESSI SILVESTRO, S. Chiara da Monte-
falco e il francescanesimo, in « Mi-
scellanea Francescana », 69 (1969),
pp. 369-408.

L’A. fa anzitutto il punto della si-
tuazione sulla interminabile « que-
relle » circa l’Ordine religioso cui ap-
partenne santa Chiara, fondandosi sul-
le conclusioni del p. Oliger, il più
autorevole studioso della materia ne-
gli ultimi tempi. Ma al di là della po-
lemica, l'A. tende a cogliere, con
acuta e serrata analisi dei documenti, i
molteplici legami che misero a con-
tatto la mistica vergine di Monte-
falco con l’ambiente francescano, fat-
to concretamente di persone, di cose
e di luoghi. (U.N.)

ODOARDI GIOVANNI O. F. M. Conv.,
Porziuncola e Rivotorto, in «Mi-
scellanea Francescana », 69 (1969),
pp. 228-250.

Si tratta d'un esame critico del ca-
pitolo recante la medesima intesta-
zione e compreso nel volume di L.
CANONICI, La Porziuncola e gli inizi
dell'Ordine Francescano. Ricerche sto-
riche. S. Maria degli Angeli - As-
sisi, 1963. Quando si discute di

144 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

cose concernenti direttamente san
Francesco, é comprensibile che an-
che le minuzie diventino importanti,
ma volere rivendicare a Rivotorto
volontariamente abbandonato da
san Francesco e poi, per più secoli,
dai suoi figli — «la gloria di essere
stato e di essere il più antico con-
vento [?] francescano », non è una
esagerazione ? (U. N.)

Quaderni di Spiritualità francesca-
na. S. Maria degli Angeli - Assisi :

12 [1966]. La vita spirituale nel pen-
siero di Giovanni Duns Scoto.

13 [1966]. Prudenza ^e Semplicità
francescana.

14 [1967]. Giustizia e virtù di reli-
gione nella Spiritualità francescana.

15 [1967]. La Preghiera nella Spiri-
tualità francescana.

16 [1968]. L'Obbedienza nella Spi-
ritualità francescana.

17 [1969]. Fortezza e pazienza nella
Spiritualità francescanu. (U. N.)

Scritti inediti di fra Alvaro Pais.
Pubblicati a cura del P. Vittorino
Meneghin O. F. M. Instituto de
Alta Cultura, Centro de Estudos de
Psicologia e de Historia da Filo-
sofia anexo à Facultade de Letras
da Universidade de Lisboa. Li-
sboa, 1969, pp. xxxix-195.

Di estremo interesse l'edizione di
questi scritti dell'autore del De planc-
tu Ecclesiae. Vissuto per circa venti
anni, ma non continui, nei conventi
dell'Umbria (Perugia, Cibottola, As-
sisi) durante un periodo turbolen-
tissimo per l'Ordine Francescano e per
lo Stato ecclesiastico, Alvaro Pais
(Pelajo), dopo una breve crisi mi-
chelista, svolse un'intensa attività a
favore dell'unità dell'Ordine e del-
lobbedienza all’autorità ecclesia-
stica. Fu anche direttore spirituale
della compagnia dei Disciplinati di S.
Francesco di Perugia. Da vari luo-
ghi dove si trovava per la predica-
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 145

zione o per altre mansioni (Spoleto,
Montefalco, Todi, Roma, ecc.) scrisse
9 lettere ai suddetti confratri. Nel-
l’ultima (da Roma, 1329) rassicura i
Disciplinati perugini a non temere
per il loro istituto perché un certo
privilegio di Gregorio IX, abrogativo
delle confraternite, riguarda — co-
me egli ha constatato «de visu» —
solo quelle di Roma. Li esorta poi a
pregare per i confratelli di Roma,
tribolati. (U. N.)

TERZI AnDUINO, San Francesco d' As-
sisi. La prima missione di pace. La
nuova Betlemme. Jl Sinai France-
scano. La Laude delle Creature.
(Studio di critica testuale). Roma,
1969, pp. 60.

Il sottotitolo « Studio di critica te-
stuale » è solo un ingenuo uso (0
abuso) di parole serie e proprie del
lavoro scientifico in un opuscoletto
di nessun conto. (U. N.)

BIOGRAFIA

In memoria del Generale di Squadra
aerea Celso Ranieri atlantico me-
daglia d’oro al V. A. Commemora-
zione tenuta il giorno 8 ottobre
1966 all'Accademia dei Filedoni
di Perugia. Perugia, Stabilimento
tipografico « Grafica» di Salvi &
($18.82:

Al discorso commemorativo te-
nuto dal generale di Squadra aerea
Ercole Savi son premesse alcune pa-
role del dott. Tommaso Angelucci,
Presidente dell'Accademia dei File-
doni, e del dott. Alberto Andreani,
Assessore del Comune di Perugia.

(G. C.)

In memoria del P. Ettore Ricci d. O.
nel ventesimo della morte e cente-
nario della nascita: agosto 1866-

10

gennaio 1946-dicembre 1966. Pe-
rugia, Tip. Guerra, 1966, pp. 4 n.n.

Parole di commosso ricordo scritte
da una fedele discepola del Ricci,
Adele Caterini. (P... P

ABATE (P.) GiUsEPPE O. F. M. Conv.,
Le primitive biografie di S. Antonio
nella loro tradizione manoscritta. Te-
sti Antoniani. Estratto dalla Ri-
vista « Il Santo », Anno VII, fasc.
3, settembre-dicembre 1967, pp. 82.

L’esimio storico francescano si è
assunto, meritoriamente, il compito
di dare una definitiva sistemazione,
mediante una preliminare ricerca ge-
nerale di testi, alle più antiche narra-
zioni della vita di S. Antonio, im-
presa ch’egli viene mirabilmente con-
ducendo con eccellenti risultati. In
tale ambito critico sono esaminati
e vagliati i manoscritti della Vita
prima, della Vita secunda, della Rai-
mondina, della Leggenda Rigaldina,
della Leggenda fiorentina, della Leg-
genda « Benignitas », della Vita di S.
Antonio del domenicano Pietro Calò.
Fra tali manoscritti sono compresi
alcuni di Assisi, i n.ri 265, 271, 272,
429, 527, 600, 603 della Biblioteca
Comunale, uno di Terni, n. 227 bis, e
un breviario della chiesa di S. Fran-
cesco di Monteleone di Spoleto.

(G. C.)

A ricordo del V Centenario della na-
scita della Beata Colomba da Rieti
(1467-1967). Perugia, 1967, pp. 80,
ill.

Il convento dei Domenicani e il
monastero della b. Colomba di Pe-
rugia sono i promotori di questa pub-
blicazione commemorativa. Essa con-
tiene : DOMENICO CINELLI O. P., Co-
lomba da Rieti, pp. 19-25 ; BALEONEUS
AsTOR, I biografi della Beata Colom-
ba, pp. 27-30; DoMENICO RIPOSATI,
Il monastero e la chiesa di Santa
Agnese in Rieti, pp. 31-36; INNOCENZO
VEgNCHI 0. P.. Memorie domenicane
nella patria della Beata Colomba,

rr tr —À: o ——
MICI VINCE RETI — Tri
, " act, à ‘ ?
i E =
146

pp. 37-41 ; Vrrronio Giusto, Il Cro-
cifisso della Beata Colomba, pp. 43-
45 ; MARIA CARLONI, Le reliquie della
Beata Colomba in Rieti, pp. 47-48 ;
OTTORINO GURRIERI, La Perugia della
Beata Colomba, pp. 49-54; SALVA-
TORE Buonocore O. P., La mistica
Colomba, pp. 55-63; in appendice
sono pubblicati Documenti da «1l
libro delle vestizioni, professioni e
morti di tutte le monache del monastero
della Beata Colomba in Perugia »,
pp. 65-76. (OEN.)

Angelo Sacchetti Sassetti (1873-1968).
Rieti, 24 maggio 1969, ma Spo-
leto, Panetto & Petrelli, 1969,
pp. 19:

Vari autori hanno concorso a rie-
vocare in questa pubblicazione la
nobile figura dello studioso reatino,
che già fu socio della Deputazione di
Storia Patria per l'Umbria.

(GC)

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia del P. Ettore Ricci a cura
di ADELE CATERINI. Perugia, Stab.
Tip. Guerra S.r.l., s.a. [1963],
pp. 11.

L’elenco degli scritti a stampa va
dal 1886 al 1960 ; vi sono aggiunti i
titoli di otto lavori inediti di vario
argomento, per lo più di storia pe-
rugina, lasciati dall’operoso studioso.

(G. C.)

FRASCADORE ERMENEaGILDO O. F. M.-
Ooms Hrnwia O.F.M., Biblio-
grafia delle bibliografie france-
scane, in «Archivum Francisca-
num Historicum », 57 (1964), pp.
311-366, 433-528 ; 58 (1965), pp. 89-
536 ; 60 (1967), pp. 116-209.

Le varie puntate di questa rasse-
gna sono state raccolte anche in un
volume con propria paginazione dalla

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

stessa rivista. L’opera costituisce il
«vademecum » indispensabile per gli
studiosi di cose francescane. Sono
ricordati, tra l’altro, i più antichi
inventari delle biblioteche france-
scane del Medioevo, tra cui quello di
S. Fortunato di Todi (1334), quello
di S. Francesco di Gubbio (1360) e
quello di Assisi (1381). Tra le ri-
viste fiorite in Umbria e non più
vive non è segnalata « Oriente Sera-
fico », che pure pubblicò documenti
e articoli importanti.

RECENSIONI : in « Miscellanea Fran-
cescana », 68 (1968), pp. 370-381;
«Collectanea Franciscana », 38 (1968),
pp. 434-436. (U. N.)

MiLHAM Manv ELLA, Toward a stem-
ma and fortuna of Apicius, in
« Italia medioevale e umanistica »,
X (1967), pp. 259-320.

Lo studio comprende un capitolo in-
titolato The roman (and perugian ?)
tradition. (p p

FARE PAoLo A., I manoscritti T inf.
della Biblioteca Ambrosiana di Mi-
lano. Milano, Società Editrice Vita
e Pensiero, MCMLXVIII, pp. VII-
232, L. 5.500.

I manoscritti compresi nell'inven-
tario di soggettiva e anomala impo-
stazione sono di interesse linguistico
€ provengono essenzialmente dalle
carte di Francesco Cherubini, Fran-
cesco Domenico Falcucci, Pier Enea
Guarnerio, Carlo Salvioni. Pertinenti
all'Umbria le voci seguenti: Cro-
nache perugine. Spoglio (p. 24);

Orvieto. Spoglio (p. 25) ; Orvieto,
vocaboli dialettali. (p. 81) ; Dialetto
perugino, vocaboli. (p. 85) ; Dialetto
umbro, vocaboli. (p. 88); Vocaboli
perugini. (p. 89); Dialetto di Or-
vieto, vocaboli. (p. 91); Annuncio
di pubblicazione del II volume dei
« Documenti di Storia Perugina », rac-
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 147

colti da A. Fabretti. (p. 101) ; Corri-
spondenza da Perugia (a firma Carlo
Culcati e Cesare Musatti). (p. 121) ;
Corrispondenza da Orvieto (a firma
A. Prati), (p. 172). (D.P.)

MonorTi FERNANDO, Tipografia ed
editoria in Umbria. Assisi. Peru-
gia, 1966.

RECENSIONI: in « Giornale storico
della letteratura italiana», vol.
CXLIV, anno LXXXIV, fasc. 446-
447, 29 e 39 trim. 1967, pp. 476-
477. (M. C. O.); «Miscellanea Fran-
cescana », 69 (1969), pp. 315-317.

: (UN

PeEBLES BERNARD M., Urbino im-
prints in Washington, in «Italia
dioevale e Umanistica », XI (1968),
pp. 331-338.

L’A. fornisce delle aggiunte (stam-
pe possedute dalla biblioteca della
Catholic University of America) al
recente volume di L. MoRANTI, L'ar-
te tipografica in Urbino (Firenze, OI-
schki, 1967); dai frontespizi di p.
334 risulta la citazione di Tiferno
Metaurense (oggi S. Angelo in Vado)
che i compilatori dell’Indice dei nomi
(p. 453 della rivista) sembrano erro-
neamente identificare con Città di
Castello (Tiferno Tiberino). (P.P.)

PontTI ANTONIO CanLo, Per una bi-
bliografia ^ economico-sociale ^ del-
l'Umbria. Estratto da « Centro Re-
gionale Informazioni », nn. 1-2, gen-
naio-aprile 1969, pp. 1-26.

Repertorio di 796 titoli, ordinati
in diciotto sezioni, fra cui « program-
mazione economica », « sviluppo eco-
nomico », «assetto del territorio »,
« occupazione-sindacalismo ». Un in-
dice alfabetico per autore compendia
oltre quattrocento nomi.

(A. C. P.)

VARIE

Il nuovo Ospedale civile di Terni. (In
occasione della posa della prima
pietra). Terni, Edizioni Thyrus,
1958, pp. 29, 4 tavv. f.t., ill

A un breve cenno alle vicende cui
fu soggetto l'Ospedale Civile di Terni
dal 1943 in poi, poiché la sede fu
quasi distrutta nei bombardamenti
aerei di quell'anno, segue la illustra-
zione del progetto del nuovo com-
plesso che sta sorgendo a Colle
Obito. (G. C.)

CECCHINI GIOVANNI, Aspetti, centri di
produzione e prospettive di sviluppo
della cultura. in Umbria. Centro Re-
gionale. Foligno, Salvati, 1966,
pp. 40. « Collana degli Studi per il
Piano », Vol. XI, Tomo XII,

Nell’agile volumetto l'A. compie
un’informata ricognizione delle isti-
tuzioni culturali umbre, distinguendo
momenti e organi produttori di cul-
tura (società storiche, accademie,
case editrici, riviste, ecc.) e centri
di distribuzione e diffusione della
cultura, non senza concludere pro-
spettando alcune soluzioni per il loro
sviluppo, in primis quella di un coordi-
namento organico fra le diverse
espressioni. (A 1C. B.)

Liceo GINNASIO STATALE « A. Ma-
RIOTTI », PERUGIA, Annuario (1961-
1966). Città di Castello, Istituto
Professionale per l'Industria e l'Ar-
tigianato, 1966, pp. 203, L. 1.500.

Il nutrito volumetto contiene nella
prima parte una dettagliata croni-
storia del movimento di insegnanti ed
alunni e delle vicende dell’istituto
nel sessennio, a cura del preside prof.
Francescaglia. Nella seconda parte
contributi storico-letterari e peda-
gogici di Marcello Grego, Averardo
Montesperelli, Francesco France-
scaglia, Ennio Montagnini, Sandro
Ficca, Vincenzo Bellomo, Enzo Ca-
tagna. (G. C.)

RuaHI Quinico, Gubbio. Guida per
la visita ai principali monumenti.
A cura dell'Azienda Autonoma di
Soggiorno e Turismo, 1966, pp. 100,
ill.

E la quarta edizione di questa
guida breve, che puó soddisfare le
esigenze del turista di media cultura,
e nella quale sarebbe opportuno dare
un maggiore sviluppo al cenno storico
che vi é premesso. (G. C.)

Umbria, con 9 carte geografiche,
13 piante di città, 10 piante ce
schemi di edifici, 20 stemmi. Quarta
edizione. Milano, 1966, «Guida
d’Italia » del Touring Club d'Ita-
lia.

Salvo alcune apprezzabili retti-
fiche e integrazioni, non sempre esat-
tissime, del testo, ripete l'edizione
precedente. Opportunamente in una
appendice finale son raccolte le
notizie pratiche concernenti le prin-
cipali località dell'Umbria. Nel com-
plesso sempre un’ottima guida, la
migliore attualmente esistente.

(G. C.)

« Accademie e Biblioteche d'Italia »,
anno XXXV, supplemento al n. 1
(gennaio-febbraio 1967).

Questo fascicolo, curato dal dott.
Giorgio De Gregori, é dedicato al XV
Congresso dell'Associazione Italiana
Biblioteche, svoltosi a Spoleto nei
giorni 8-10 maggio 1964. (D E)

AMERIGHI GUGLIELMO, La ceramica a
Deruta Gubbio Gualdo, in « Arti-
gianato », n. 62, settembre 1967,
pp. 3-34, ill.

Classico servizio di colore sulla ce-
ramica del trittico umbro. Belle le
fotografie a colori di V. Rinaldelli.

148 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Il testo è presentato anche in fran-
cese, inglese e tedesco. (A. C. P.)

A Perugia il I Congresso Nazionale
di Scienze Storiche, in « Accademie
e Biblioteche d'Italia », a. XXXV,
n. 6 (novembre-dicembre 1967),
p. 529. (B?"^P»

CoMuNE ni Toni, Regolamento edi-
lizio, in « Rassegna giuridica um-
bra», Anno XIII, fasc. 4, otto-
bre-dicembre 1967, pp. 849-880.

E il Regolamento approvato con
deliberazione del Podestà di Todi,
n. 116, in data 25.3.1929, approvata
dalla G.P.A. di Perugia il 24.6.1929.

(M. P.)

Esposte all'Università di Perugia le
tavole dell’« Omaggio a Dante degli
artisti italiani », in « Accademie e
Biblioteche d'Italia», a. XXXV,
n. 3 (maggio-giugno 1967), p. 228.

DD

FoRNARI DoMwENICO, Nocera Umbra.
S. Maria degli Angeli, Tipografia
Porziuncola, 1967, pp. 119, 1 tav.
E. IE

Guida pratica dalla piana esposi-
zione di essenziali notizie storico-
artistiche, comprese quelle biografiche
dei piü noti nocerini. Sono ricordati
anche i dintorni di Nocera, Pusti-
gnano in particolare. Interessanti le
notizie sulla lotta partigiana conte-
nute nell'Appendice dedicata al mo-
vimento di liberazione durante l'ul-
timo conflitto mondiale. (G. C.)

La XV Settimana di Spoleto, in
« Accademie e Biblioteche d’Italia »,
anno XXXV, n. 2 (marzo-aprile
1967), p.: 148.

Breve cronaca dellannuale con-
vegno promosso dal Centro spoletino
di studi sull’alto medioevo, e dedi-
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 149

cato in questo caso agli « Ordina-
menti militari in Occidente ».
(BEP)

Perugia Assisi Spoleto, in « Merian »,
n. 7/XX, Juli 1967, pp. 1-94, ill.

La rivista monografica di Amburgo,
specializzata in servizi di divulga-
zione turistica, in questo numero af-
fronta l'Umbria, o meglio la pro-
vincia di Perugia. Scritti di arte e
storia di G. R. Hocke, P. Scarpel-
lini, O. Gurrieri; pezzi di colore di
K. Helbig, H. Scheibenpflug, L. M.
Elwenspoek; articoli sul folklore
eugubino di H. Bauer, H. von Hiilsen -
sulla situazione economica scrive F;
Meichsner, ecc. Gli articoli introdut.
tivi sono di R. Assunto e di Von
Eckart Peterich. Assai belle le fo-
tografie. (AG. P

PicugGI Enzo, L’Istituto Tecnico Com-
merciale « Feliciano Scarpellini » di
Foligno. Cinquant'anni di vita
(1917-1967). Foligno, Salvati, 1967,
pp. 184, ill.

Volume encomiastico sulla scuola,
intitolata all’astronomo folignate. In-
teressanti i dati sulla dinamica della
popolazione scolastica. (AP CR)

PironTI ALBERTO, «Don Giovanni» a
Spoleto, in « Il Veltro », n. 3, anno
XI, giugno 1967, p. 320.

Breve cronaca del Festival dei
Due Mondi, con particolare attenzione
all'opera mozartiana cui si riferisce
il titolo. (DP)

Rassegna di Arte. Musica. La XXII
Sagra Musicale Umbra (20 set-
tembre-1 ottobre 1967), in « Nuova
Antologia » anno 1029, vol. 5019,
fasc. 2004 (dicembre 1967), pp. 562-
564.

La cronaca é condotta da Carlo
Marinelli. (Bip)

Umbria, in «Roma EUR», n. 75,
aprile 1967, pp. 1-80, ill.

La rivista monografica del Ro-
tary Club di Roma Sud dedica il
suo numero 75 all’Umbria, con ar-
ticoli di L. Salvatorelli (Spiritua-
lità umbra), G. Cecchini (Cultura),
G. Guerrieri (Agricoltura), V. Par-
lavecchio (Turismo), G. Moretti e
F. S. Gianotti (Lago Trasimeno),
L. Balsotti (Difesa idrogeologica), G.
Messina (Problemi economici). Al-
tri articoli sono firmati da G. Ago-
stini, V. Coletti, O. Prosciutti, V.
Mazzoli, V. Catte, G. F. Servanzi,
C. Belli, L. Pillitu, A. Pugliese.

(A C SD.)

ANGELETTI R., DELOGU S., MAGHE-
RINI G., I servizi per la protezione
della salute mentale nella provin-
cia di Terni, in « Rivista Italiana
di Sicurezza Sociale», n. 4, ot-
tobre-dicembre 1968, pp. 504-536.

Crisi dell’ospedale psichiatrico tra-
dizionale. Esigenze di rinnovamento
e di nuove terapie. Programma edi-
lizio per i centri di salute mentale
nella provincia di Terni e previsione
di spesa. Il saggio ampliato, è stato
pubblicato anche in volume, a cura
della Provincia di Terni. (Terni, No-
bili, 1970, pp. 40, tavv., ill).

(AC)

ANPE (Associazione per la Program-
mazione Economica), Program-
mazione Economica e Regioni. Atti
del Convegno (Roma, 12-13 aprile
1967). Roma, Tip. d’Urso, s. a.
[1968], pp. 212.

Nella relazione del prof. Miro Al-
lione, ampia e sottile analisi dell'espe-
rienza umbra di pianificazione eco-
nomica (pp. 96-100). (AT OSPS

BizzozzERO GIOVANNI, Urbinum Hor-
tense patria di Properzio ? Estratto
da «Nuova Economia», 10 otto-

——— A Di lizzato ie ino
bre 1968. Spoleto, Arti Grafiche
Panetto & Petrelli, 1968, pp. 6.

L’A., che fu nel 1932 l’iniziatore
degli scavi di Urbinum Hortense, e
che ne ricavò, pur senza esprimerla, la
congettura che potesse essere stato la
patria di Properzio, si dice lieto che
tale supposizione sia stata ora ri-
presa dallo studioso Gianfranco Mad-
doli (Ancora sulla patria di Pro-
perzio, in «La parola del passato »,
fasc. XCI). (D: EX)

DELOGU SEVERINO-MORETTI ALDO,
Un programma di riconversione di
un istituto per l’assistenza all’in-
fanzia, in « Rivista Italiana di Si-
curezza Sociale », n. 4, ottobre-
dicembre 1968, pp. 552-576.

L’organismo studiato è l’Istituto
per l'assistenza all'infanzia « Beata
Lucia » di Narni. L'esame riguarda la
situazione del personale, la struttura
dell'edificio, proposte operative (sul-
l'organico, personale specializzato, re-
perimento di fondi, ecc.) (A.C. P.)

El mal del moc. I rimedi della
nonna descritti dai bambini delle
varie regioni d'Italia a cura di
MATIZIA MARONI LumBRroso. Ro-
ma, Fondazione Ernesta Besso,
1968, pp. 485.

Testimonianze raccolte in Um-
bria (pp. 381-410), a Ocenelli di
Spoleto, Montefalco, Norcia, Monte
Pennino, Scheggia, Spoleto, Colle di
Monteleone d’Orvieto. (GP.

MANZOTTI FERNANDO, Congresso della
Società degli Storici italiani a Pe-
rugia, in «Convivium», Anno
XXXVI, n. 1-2, 1968, pp. 243-246.

Rapporto sullo svolgimento e sulle
conclusioni del congresso svoltosi in
Perugia dal 9 al 12 ottobre 1967.
Mentre i precedenti congressi ave-
vano avuto scopi prevalentemente
organizzativi e didattici, l’attuale si
è prefisso uno scopo essenzialmente

150 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

scientifico : fornire un panorama di
insieme della storiografia italiana
dalla fine della seconda guerra mon-
diale ad oggi. (M. C. O.)

MINISTERO DELLA PUBBLICA IsrRU-
ZIONE, Centro didattico nazionale
per l’istruzione tecnica e profes-
sionale. Corso di aggiornamento per
Presidi e Professori degli Istituti
Professionali di Stato | del Um-
bria (Terni 9-15 ottobre 1966), Isti-
tuto Professionale di Stato per l’In-
dustria e l'Artigianato di Terni.
Città di Castello, Tip. ScuolaEGra-
fica Ist. Prof, di Stato per l’Ind.
e l'Artig. di Città di Castello,
1968, pp. 300, tabb. e grafici.

Il libro, nato da un corso di ag-
giornamento didattico, si presenta co-
me un completo esame dei problemi
inerenti la formazione professio-
nale. Cinque «lezioni», dovute a V.
Baldelli, O. Pirrami, A. Negrini, M.
T. Bianchi, F. Micheli, trattano il
tema della formazione e dell'istru-
zione professionale in Umbria.

CAI CP.)

Piano ospedaliero per la regione um-
bra, in «Terni», nn. 4-6, luglio-
agosto 1968, pp. 3-36.

Sono gli atti dell’incontro avve-
nuto a Terni il 20 luglio 1968 (pro-
mosso dal Comune di Terni), sul
tema della programmazione ospe-
daliera, in occasione della pubblica-
zione del « Piano ospedaliero per la
regione umbra », qui segnalato.

(A s Cy P.)

PrRoNTI ALBERTO, La XXIII Sagra
Musicale Umbra, in «Il Veltro »,
n. 4-5, anno XII, agosto-ottobre
1968, pp. 418-419. uU p)

Rassegna di Arte. Musica. La XXIII
Sagra Musicale Umbra, in «Nuova
Antologia » anno 1039, vol. 504,
fasc. 2015 (novembre 1968), pp.
426-429. (P;5Bj)
m

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 151

VALERI Mino, Brevi appunti sulla
storia del giornalismo ternano, in
« Rassegna Economica », n. 1, gen-
naio-febbraio 1968, pp. 41-49.

I] periodo esaminato va dalla
presa di Roma al 1946. L’A. ha rac-
colto oltre settanta testate di perio-
dici ternani. Giornali importanti so-
no stati « L'Umbria », scritto, dopo
alcuni numeri, in francese, e molto
diffuso anche all’estero ; il settima-
nale « L'Unione Liberale », durato 46
anni, dal 1880 al 1926. Il testo è cor-
redato dalle fotografie di undici pe-
riodici. (A: CCP)

ANGELETTI R., BARRO G., CARNEVALI
O., DELOGU S., Mori M., MENI-
cHETTI P., Piano ospedaliero per
la regione umbra. Padova, Marsi-
lio, 1969, pp. 142, tabb., grafici.

Dovuto all’iniziativa del Centro
Regionale e dell'Istituto di Igiene
dell’Università di Perugia, lo studio
si presenta non soltanto come una
valutazione del fabbisogno di posti-
letto e una localizzazione degli ospe-
dali, ma si inserisce nell’ambito della
politica sanitaria e di un sistema di
sicurezza sociale.

Individua, inoltre, le Unità Sani-
tarie Locali, indica dove, e come,
debba essere l’ospedale regionale, of-
fre la situazione analitica di tutti
gli ospedali esistenti e, sulla base di
ricerche demografiche, individua il
fabbisogno di personale medico e non.

(AG: Pò)

ConoNELLI VINCENZO, Umbria. Pe-
rugia, Volumnia Editrice, s. a.
[1969].

È in un'edizione anastatica la ri-
produzione dell'atlante in 40 ta-
vole che il celebre cosmografo dedicó
nei primi anni del sec. XVIII alla
illustrazione topografica e monu-
mentale dell'Umbria. Vi ha premesso
una breve introduzione Uguccione
Ranieri.

Con questo album di buona ese-
cuzione (ai fini pratici sarebbe stato
opportuno dare una numerazione alla
tavole) inizia la propria attività la
Casa editrice perugina, cui auguriamo
prospera e lunga vita. (G. C.)

FioRAVANTI RoBERTO, Il culto della
musica in Prato, in « Prato. Storia
e Arte », n. 26, anno X, dicembre
1969, pp. 101-146.

Tracciando profili di artisti lirici
nati a Prato, l'A. ricorda che Egisto
Niccoli debuttò nel 1866 al Teatro
« Morlacchi » di Perugia, imponendosi
con un ottimo successo. (P7P5

ISTITUTO ARTIGIANELLI CRISPOLTI.
Topi, Nel primo decennio della
sua riapertura. Todi, Tip. Tuderte,
1969, pp. 28, ill.

Contiene : Saluto di UGO POLETTI,
Amministratore apostolico, Breve sto-
ria di VALENTINO VALENTINI, pro-
fessore, Ringraziamento, di ADRIANO
CIANI, ex-alunno. (M. P.)

La storiografia altomedievale nel con-
vegno della 174 Settimana Spole-
tina, in « Accademie e Biblioteche
dala a. XXXVII n 3
(maggio-giugno 1969), p. 247.

(PSP)

Perugia. Inaugurata la nuova sede
della Biblioteca Comunale Augusta,
in «Accademie e Biblioteche di
Italia», a. XXXVII, n. 1 (gen-
naio-febbraio 1969), pp. 77-78.

(PP)

I Mostra Mercato Nazionale del-
l'Artigianato, Città di Todi, Pa-
lazzo del Vignola, 19 Marzo-20
Aprile 1969. Todi, Editrice Nuova
Umbria, 1969, pp. XLIV - 134,
11 tavv. a colori, ill. (M. P.)

IsTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE
«A. CIUFFELLI », Topi, Cento anni
di istruzione agraria a Todi. Dalla
Colonia Agricola all'Istituto Tec-
nico Agrario (1864-1964). Città
di Castello, Istituto Professionale
di Stato per l'Industria e l'Arti-
gianato, s.a., pp. XVIII-299, ill.

È una pubblicazione ufficiale, che
documenta l’evoluzione compiuta dal-
la primitiva Colonia Agricola (1863-
1883) alla R. Scuola Pratica di Agri-
coltura (1883-1924), alla R. Scuola
Agraria Media (1924-1933) sino al-
l’attuale Istituto Tecnico Agrario ;
ed illustra sotto l’aspetto ammi-
nistrativo e quello didattico le varie
fasi di sviluppo. In Appendice sono

152 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

inseriti i più rilevanti documenti a
sostegno dell'esposizione. (G. C.)

PIRRAMI OsvaLpo, Prospettive per
lo sviluppo della città di Todi e
frazioni. Santa Maria degli Angeli,
Tip. Porziuncola, s.a., pp. 82, 1 tav.
LU “HI

Vasto panorama di situazioni pre-
carie riguardanti mura, palazzi, edi-
fici privati, strade, scarichi, ecc.
tanto della città che delle frazioni
che impongono un programma coor-
dinato di lavori di consolidamento e
restauro. (M. Bj)

SIGLE DEI COLLABORATORI

Antonio Carlo Ponti As CEP.
Clara Bargellini C. B.
Cecilia Mazzi C. M.
Carlo Pietrangeli CR:
Giovanni Cecchini GC;
Luigi Salvatorelli L. S.

Luigi Vincenzo Patella BH WES

Maria Clotilde Ottaviani M. C. O.

Mario Pericoli M. P.
Maria Scaramucci M. S.
Paola Pimpinelli LP
Pietro Scarpellini PS:
Ugolino Nicolini UNI

Virgilio Coletti Ma

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La vertenza
fra una Confraternita di Disciplinati
di Crema e il Visitatore apostolico

Il processo verbale di questa singolare vertenza, che si svolse
con accenti assai vivaci tra la Confraternita di Disciplinati di S.
Maria Elisabetta di Porta Rivolta di Crema” e mons. Giovanni
Battista Castelli vescovo di Rimini e visitatore apostolico della città
e della diocesi di Piacenza, fu segnalata al Centro dal prof. p. Al-
berto M. Boldorini, che la trascrisse da una copia ch’egli trovò al-
l'Archivio Vaticano fra mezzo a documenti genovesi ; probabilmente
la copia inviata alla Curia romana dallo stesso visitatore apostolico.

La vertenza è di particolare importanza sotto molti rispetti e
tale, a nostro giudizio, da meritare la pubblicazione : lo è innanzi
tutto perchè è l’unica nota che presenti il completo svolgimento
della vicenda, ma anche per gli argomenti prospettati dalle due
parti in conflitto a sostegno della propria tesi e illuminanti circa la
posizione delle confraternite di laici di fronte all’autorità ecclesia-
stica ; e infine perché, sia pure indirettamente, essa è in relazione con
la istituzione della cattedra vescovile nella città di Crema.

Il Centro, non avendo potuto il prof. p. Boldorini proseguire
nelle ricerche e mettere a punto il contributo da pubblicare, ha cre-
duto opportuno di raccogliere gli elementi utili alla migliore defi-
nizione dell'argomento per poi conferirne i risultati nel presente arti-
colo. È stata quindi effettuata la trascrizione del documento dai re-
gistri della Visita apostolica compiuta tra l'estate e l'autunno da
mons. G. B. Castelli nella città e nella diocesi di Piacenza cui appar-
teneva il distretto di Crema ?, per poi rintracciare nell'Archivio di
Stato di Venezia due documenti ufficiali che si riferiscono alla ver-
tenza e che ne rivelano gl'intimi motivi ?.

Il processo verbale ha inizio il 27 settembre 1579, giorno in
cui su invito del visitatore si presentarono a lui alcuni officiali e con-
fratelli della confraternita assistiti da un legale, Bartolomeo Cat-

4 NL *. Y, K^
RÀ dA Min ici e aea my ream tr c an
ATENE

156 GIOVANNI CECCHINI

tani. Essi fornirono al visitatore tutte le notizie inerenti al mome
della confraternita, all’abito, alla partecipazione alle processioni con
la disciplina, alla chiesa. Esibirono inoltre la regola redatta nel 1568,
nonché lettere del doge Agostino Barbarigo sotto l’anno 1490 in cui
è affermato che la confraternita fu fondata nel 1307 con l’espresso
mandato al pretore di Crema «ne permittatur quod bona conver-
tantur in alios usus quam ex eorum constitutionibus convertenda
essent ». Esibirono anche una scrittura con la quale il pretore di Cre-
ma il 15 settembre 1554 notificó al suffraganeo di Piacenza di non
ingerirsi a visitare detti Disciplinati, perché erano laici e i beni
erano laicali e sotto la protezione dei rettori di Crema, uno dei quali
li visitó; e il suffraganeo revocó il precetto. Ma esibirono ancora
una scrittura stipulata a Venezia il 30 luglio 1566, dalla quale ri-
sultava che il legato del papa presso il Dominio veneziano e i collet-
tori delle decime, constatato che questi beni sostenevano oneri lai-
cali, ordinarono che fosse cassata la loro partita dai libri delle de-
cime. Infine mostrarono molti testamenti per i quali i beni lasciati
alla confraternita erano senza alcun onere religioso.

Il visitatore disse che avrebbe considerato tutto ciò ; dopo di che
chiamò di nuovo i rappresentanti della confraternita, ai quali dichia-
ró che, nonostante la documentazione esibita, « iudicandum sit hanc
scolam esse ecclesiasticam et subiacere visitationi praecipue aposto-
licae ». I rappresentanti della confraternita, ricevuta la copia del pre-
cetto, se ne andarono dicendo che avrebbero considerato la cosa
e avrebbero dato risposta.

Dopo un nuovo incontro delle parti, il 3 ottobre, senza che si
addivenisse ad alcuna soluzione, l'8 dello stesso mese il visitatore
apostolico al priore, a due sindaci della confraternita e al loro legale,
appositamente convocati, constatato che « eos non iure, sed ex mala
voluntate nolle eundem reverendissimum patrem ad visitationem
admittere » intimó che sarebbero incorsi nella pena di cinquecento
monete d'oro e nella scomunica se il giorno dopo, 9 ottobre, non aves-
sero tenuta aperta dalle quattordici alle diciotto la chiesa di S.
Maria Elisabetta e osservate altre modalità al fine di rendere possi-
bile la visita della chiesa e della confraternita. Ingiunse anche che,
se non avessero a ció adempiuto, dovessero comparire alle ore venti
nella chiesa collegiata di Santa Maria di Crema per esser dichiarati
scomunicati col prescritto rituale. Ma il priore e i due sindaci rifiu-
tarono di prendere le copie del precetto del visitatore.

Nel medesimo giorno, considerato l'atteggiamento negativo degli

e)
-@)—

LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI 157

officiali della confraternita, Giovanni Domenico Cicogna pretore e capi-
tano della Terra di Crema, per mezzo di Zanobio Figati vicario in
Crema del vescovo di Piacenza e canonico della chiesa maggiore di det-
ta terra, per tramite di Francesco Bergamasco pubblico ufficiale di
Crema fece rimettere agli officiali della confraternita il precetto del
visitatore apostolico. Ma il priore e i due sindaci della confraternita
in presenza di vari testimoni nemmeno da Francesco Bergamasco
pubblico ufficiale della curia di Crema accettarono di ritirare le copie
del precetto, che furono restituite al notaio del visitatore apostolico.

Nel giorno e nell’ora fissata dal visitatore per la visita della
chiesa e della scuola di presentarono due delegati del vescovo Ca-
stelli, i dottori Vincenzo Caldari, priore della collegiata di S. Colom-
bano di Bologna, e Lorenzo Faicardo, rettore parrocchiale della
chiesa di S. Martino in Monte, che trovarono la porta chiusa e per
quanti tentativi facessero non risultò che all’interno vi fosse alcun
confratello. Di ciò il notaio del visitatore apostolico Lorenzo Benti-
vengo redasse regolare verbale ?.

La medesima sera alle ore venti suonate il visitatore apostolico
in paramenti pontificali, assistito dai canonici e dai prebendari del-
la chiesa maggiore di Crema accedette alla medesima chiesa e se-
condo il prescritto rituale procedette alla intimazione della scomu-
nica e dell’interdetto a carico degli officiali e di tutti i confratelli
della Confraternita di S. Maria Elisabetta di Porta Rivolta di Crema,
dalla quale sarebbero potuti essere prosciolti dal papa o dal visita-
tore apostolico mons. Castelli.

Nel frattempo era giunto all’orecchio del visitatore apostolico
che il reverendo Angelo Petrucci, già vicario del cardinale di Trani
vescovo di Piacenza « auctoritate ordinaria » aveva visitato i Disci-
plinati della Confraternita di S. Maria Elisabetta di Porta Rivolta.
Mandò perciò a chiamare, come testimoni, il reverendo Vincenzo
«de Meleriis », prebendario della chiesa maggiore di Crema, il reve-
rendo Paolo Scalabrini, Agostino Assandri, Giovanni chiamato della
Serina, Bernardino Calci, il reverendo Aurelio Valcarengi, preposto
della chiesa di S. Giacomo, i quali tutti, interrogati, confermarono
con maggiore o minore precisione di dettagli che nel 1566 Angelo
Petrucci visitó, se pure con qualche riluttanza e resistenza da parte
dei confratelli, la chiesa e la Confraternita di S. Maria Elisabetta di
Porta Rivolta.

Il 16 ottobre di quell'anno Giovanni Domenico Cicogna, pretore e
capitano della Terra di Crema, avendo ricevuto speciali lettere dal
158 GIOVANNI CECCHINI

doge di Venezia, si recò dal vescovo Castelli e a nome del doge gli
chiese che sospendesse la scomunica e l’interdetto inferti agli offi-
ciali e ai confratelli della Confraternita di S. Maria Elisabetta di
Porta Rivolta di Crema «quia idem serenissimus dux causam vi-
sitationis eiusdem scolae ad eumdem Sanctissimum Dominum No-
strum deducere vult et intendit ». In conseguenza di questo inter-
vento della potestà civile il visitatore apostolico assolse dalla sen-
tenza di scomunica gli officiali della confraternita. Ma se questa causa
a nome del doge entro il quindici del venturo dicembre non venisse
inoltrata al papa i predetti già scomunicati ricadranno in tale stato
senza che occorra alcuna dichiarazione.

Il visitatore apostolico prescrisse ai reverendi Vincenzo Caldari
e Lorenzo Faicardi di recarsi da Giovanni Domenico Cicogna, pretore
di Crema, e consegnargli la copia autentica di tutto ciò. I predetti
reverendi confermarono al notaio di avere consegnato al pretore di
Crema la copia autentica di tutte le predette cose.

Queste in breve le fasi della vicenda, di cui il notaio verbaliz-
zante ha reso con curiale precisione gli aspetti e le graduazioni che
la caratterizzano con un crescendo d’intensità sino alla crisi finale,
alla quale l’intervento del doge fornì un plausibile sbocco.

Nell'Archivio Vaticano si è rintracciata la registrazione integrale
della risoluzione adottata dal visitatore apostolico il 16 ottobre 1579 9.

Ma la spiegazione del movente specifico che indusse i membri
della Confraternita di S. Maria Elisabetta di Porta Rivolta di Crema
ad assumere un atteggiamento di opposizione alla visita apostolica
sino alle estreme conseguenze è fornita da due documenti rintracciati
nell’Archivio di Stato di Venezia. Promossa dai rettori della città
di Crema era in gestazione l’istituzione della cattedra vescovile in
quella città, che con bolla di papa Gregorio XIII del marzo 1580
fu effettivamente istituita. Si trattava necessariamente di costi-
tuire mediante quotazione di enti religiosi e civili la massa vescovile ;
e i confratelli di S. Maria Elisabetta di Porta Ricolta intendevano
sottrarsi a quest'onere. Infatti l'ambasciatore a Roma della Repub-
blica veneta. Giovanni Cornaro, l'8 ottobre 1580 — ancora si trasci-
nava la vertenza ! — informava il doge che il cardinale di S. Sisto °)
gli aveva fatto sapere che « non s’espedirebbe quella Chiesa, se pri-
ma la Communità (di Crema) in conformità di quanto scrissi io alla Se-
renità Vostra, di ordine di Sua Sanittà, non offriva almeno la metà
dell'entrata di quella confraternita che si chiama la Rivolta, in au-
SELMI NL

LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI 159

gumento della Mensa Episcopale ». L’ambasciatore intervenne su-
bito presso il cardinale « pregando a levar questo impedimento »
col fargli presente «che l’entrate di quel luogo sono solamente de
500 ducati incirca et non mille ottocento, com’Ella mostrava di
credere ». In tal senso intervenne il cardinale presso il papa, che per-
sistette nel suo proposito, per cui l'ambasciatore supplicò il papa
«a consolar quella Città del suo Pastore, aspettato con molto desi-
derio da ogn’uno ». « Disse Sua Beatitudine : aspettiamo la risposta
della Signoria et poi l’espediremo. Et certo è necessario che la mi
scriva alcuna cosa in questo proposito, perchè la Beatitudine Sua
per la relatione del visitatore è persuasa che tutta quella entrata sia
malissimo amministrata a comodo solamente de pochi ».

Degli interventi sia del doge, sia della Città di Crema non s'é
trovata traccia, ma debbono essere stati tali da piegare la resistenza
del papa e da liberare, se non in tutto, in parte, dal previsto gra-
vame la Confraternita di S. Maria Elisabetta di Porta Rivolta di
Crema, poiché in un brano di deliberazione del 26 novembre 1580
del Senato veneto, da partecipare all’ambasciatore in Roma, è asse-
rito che «levata ogni difficoltà, si fusse per venire finalmente all’espe-
dizione del Vescovato di quella Città ». Probabilmente la «resolu-
tione del rev.mo mons. Diedo » ?, che fu il primo vescovo di Crema,
realizzava una soluzione di compromesso, che, se non liberava da
ogni onere la confraternita, lo conteneva entro limiti sopportabili.

Purtroppo né nell'Archivio della Curia vescovile, né nell’ Archi-
vio Storico del Comune di Crema, conservato nella Biblioteca Co-
munale, s'é trovata alcuna notizia sulla consistenza finanziaria della
mensa vescovile, né sulle quote dei singoli enti con cui era stata co-
stituita. Dalla Storia di Crema di Francesco Sforza Benvenuti? si
apprende che a costituire la mensa vescovile Gregorio XIII destinó
i beni della prepositura dei SS. Giacomo e Filippo, che appartene-
vano già agli Umiliati, per mille ducati; successivamente con bolla
dell'8 novembre 1580 lo stesso papa vi destinó le sostanze del prio-
rato di S. Antonio Viennese. Ma un contributo degli enti religiosi
e laici della città — il comune diede il palazzo per l'episcopio — do-
vette pur esservi; è probabile che anche la Confraternita di S. Ma-
ria Elisabetta di Porta Rivolta vi fosse compresa, presumibilmente
con un'equa misura di tributo, apprezzabile risultato della negativa
opposta al visitatore, dell'intervento del doge veneziano e della me-
diazione di mons. Diedo.

GIOVANNI CECCHINI GIOVANNI CECCHINI

DOCUMENTI



Die xxviJ septembris 1579.

Cum idem reverendissimus pater et visitator intellexisset quod confra-
tres disciplinae Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae praetendunt se
non posse visitari, asserentes locum mere laicum esse, mandavit eos evocari
cum iuribus suis, quibus id probare intendunt. Ideoque accesserunt ad eum-
dem Reverendissimum patrem dominus Bartholomeus de Cataneis doctor
eiusdem scolae advocatus, et cum eo nonnulli officiales eiusdem confrater-
nitatis et alii confratres eiusdem confraternitatis. Qui, ad interrogationem
ipsius reverendissimi domini, dixerunt: quod ipsi vocantur confratres disci-
plinati scolae Sanctae Mariae Elisabeth sive Portae Rivoltae ; habent habi-
tum album, disciplinatorum more, perforatum in tergore ; cum eunt ad pro-
cessiones, ultra illum habitum deferunt etiam disciplinam cum catenis fer-
reis, crucem et confanonum, pro ut alii disciplinati defferunt ; habent ec-
clesiam sub invocatione Sanctae Mariae Elisabrth, quae in pascha cunctis
patet et ornatur, sed ibi missa non celebratur; habent campanam sed sub
tecto, qua ipsi confratres convocantur.

Iuravit idem dominus Bartholomeus Cattaneus, iuravit etiam officialis
confraternitatis eosdem confratres non habere aliam regulam quam illam
quam tradiderunt confectam anno 1568, cuius titulus est: « Regula de li
confratri di Santa Maria Elisabeth de la Porta de Rivolta in Crema ».

Exhibuerunt etiam litteras serenissimi ducis Augustini Barbadici, aedi-
tas anno 1490, quibus in summa narratur quod anno 1307 constituta fuit
per homines Portae Rivoltae scola batutorum ad honorem Dei et eius glorio-
sissimae matris apud Portam Rivoltam, et eisdem mandatur clarissimo
praetori Cremae ne permitatur quod bona convertantur in alios usus quam
ex eorum constitutionibus convertenda essent.

Item et scripturam aeditam a praetore Cremae, anno Domini 1554, 15
septembris, qua idem clarissimus potestas mandavit suffraganeo Placentiae
ne se ingereret in dictis disciplinis visitandis, quia erant laici et bona erant
laicalia et sub protectione clarissimorum rectorum Cremae, et quod alias fuit
visitata ab uno ex clarissimis rectoribus, et suffraganeus revocavit praeceptum.

Item et scripturam confectam Venetiis anno Domini 1566, 30 iulii, qua
constat quod reverendissimus legatus sanctissimi Domini Nostri apud se-
renissimum Dominium, et alii decimarum colectores, visa fide quod haec
bona sufferunt onera laicalia pro ea quae viderunt mandant cassari eorum
partitam ex libris decimarum.
LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI

161

Exhibuerunt praeterea multa testamenta, quibus constat multa bona
relicta fuisse huic confraternitati, absque aliquo pio onere. Et reverendis-
simus pater dixit se ea esse consideraturum.

Quibus consideratis, idem reverendissimus pater eosdem doctorem
et nonnullos officiales eiusdem confraternitatis ad se advocavit dixitque se
ex scripturis exhibitis formasse dubium infrascriptum, quod tale est. Prae-
suposito quod confratres vocentur disciplinati scolae Sanctae Mariae Elisa-
beth Portae Rivoltae, et quod haec scola fuerit erecta per nonnullos homi-
nes Portae Rivoltae ad honorem Dei et sua gloriosissimae matris, ut in lit-
teris serenissimi ducis Augustini Barbadici narratur, et habent cappam al-
bam disciplinatorum more perforatam in tergore, et eant ad ecclesiasticas
processiones eamdem cappam defferentes una cum cruce et confalono et di-
sciplina catenis ferreis munita, iuxta morem aliorum disciplinatorum, et
quod habeant ecclesiam cum altari sub denominatione Sanctae Mariae Eli-
sabeth, et regulam cum hac inscriptione : « Regola de confratri di Santa Ma-
ria Elisabeth dela Porta de Rivolta in Crema », in qua regula descriptum sit
officium quod ipsi recitant et multae piae orationes ab ipsis recitande, cum
his verbis in fine descriptis: « Finisse l'ufficio de li Devoti confratri di Santa
Maria Elisabeth in Crema ».

Item quod in capitulo secundo eiusdem regulae adsint haec verba: « Chi :

vole entrare in detta scola habbia obligatione di portare la sua veste et la
disciplina, e la corda, e mezza lire di cera per l'altare, et se fosse legitima-
mente espulso non possa rihavere le predette cose, perché quello che una
fiata é stato dicato al'altare non deve piü essere convertito in uso de secolari »;
et quod in capitulo sexto iussum est: « Che ciascuno habbia a communicarsi
due volte l'anno et se preterirà questo commandamento et non habbia no-
tificato al priore questa causa, sia espulso, ma significando la cagione, il priore,
secondo la discretione sua, gli imponga una pia penitenza ».

Et quod in capitulo decimo dicitur : « Che contentandosi l'amalato d'es-
sere sepolto con la veste della compagnia, tutta la compagnia vestita al so-
lito li faccia il debito honore accompagnandolo, altramente non sia tenuta
la compagnia accompagnarlo, e che per la morte d'ogni confratre si facciono
dire cento Pater noster et cento Ave Maria ».

Et quod in testamento Johanni de Bonadeo confecto anno 1414, 28 fe-
bruarii, per eosdem confratres exhibito, factum sit legatum sociis huius sco-
lae batutorum loco pauperum Christi, et instituti postea heredes intuitu pie-
tatis ac misericordiae, iudicandum sit hanc scolam esse eclesiasticam et su-
biacere vissitationi praecipue apostolicae, non obstante quod in litteris se-
renissimi ducis Augustini Barbadichi praecipiatur clarissimis praetoribus
Cremae ut non permittant haec loca ad alios usus converti quam solitum sit;
et quod anno 1554, ad mandatum clarissimi praetoris Cremae revocatum
fuerit a suffraganeo Placentiae praeceptum factum iis confratribus ut admit-
terent eum ad visitationem ; et quod haec scola quandoque visitata sit a re-

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verendissimis praetoribus Cremae ; item et quod anno 1566, 30 iulii, a le-
gato sanctissimi Domini Nostri apud serenissimum Dominium mandatum sit
ut bona ipsius confraternitatis non solvant decimas, quia onera laicalia su-
stinent. Qui, recepta copia, abierunt dicentes se consideraturos et responsum
daturos. |

Die tertia octobris 1579.

Idem doctor et officiales ab eodem reverendissimo patre evocati, acces-
serunt dicentes eadem quae antea dixerant: locum esse mere laicalem, ad
quod supportabant omnia onera laicalia, et quod solvebant quandam portionem
pro nautis uti laici. Et cum reverendissimus pater eos admonuisset ut iterum
diligentius considerarent an stantibus iis, de quibus in puncto scola haec
sit laicalis vel ecclesia[stica] cum in ea videantur concurrere omnia quae
Scolam ecclesiasticam constituere possunt. lidem se consideraturos dixerunt,
et reversuros.

Die 8 octobris 1579.

Idem reverendissimus pater mandavit ad se evocari Galeatium Mon-
tenarium, priorem eiusdem scolae; Aloisium de Dantiis; Iohannem Pe-
trum de Girolis, appellatum de Sapionis ; Troilum de Ghetto et Iohannem
Angellum de Ferla sindicos et Michaellem de -Vincentia, cancellarium, et
dominum Bartholomeum Cattaneum doctorem ipsorum advocatum ; ex
quibus comparuerunt dominus Galeatius, Troilus et Iohannes Angellus pre-
dicti nec non et praefatus dominus doctor Cataneus. Qui, cum ad eundem
reverendissimum patrem accessissent, ipse eos admonuit ut si quod haberent
quod dicere possent eorum scholam non subiacere visitationi ecclesiae, pre-
sertim apostolicae, id proferrent, se enim libenter auditurum et iura sua
conservaturum. Qui ea tantum replicarunt que prius dixerant: locum scilicet
esse laicalem et non posse visitari ab eclesiasticis personis. Unde reverendis-
simus pater, videns eos non iure, sed ex mala voluntate nolle eundem reve-
rendissimum patrem ad visitationem admittere, eisdem domino Galeatio
Montanario, priori, Troilo Ghetto et Iohanni Angelo de Ferlis, sindicis pre-
dictae: confraternitatis Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae, ibi pre-
sentibus et ut aparuit audientibus, mandavit ut sub quingentorum nummo-
rum aureorum paena et excummunicationis in iuris subsidium, die crastina,
quae erit dies nona mensis octobris, hora decima quarta usque ad horam
decimam octavam, eclesiam Sanctae Mariae Elisabeth eiusdem scolae ape-
riant ac praeterea ipsi officiales ac scolares, in loco eorum congregationis,
tune conveniant cum ipsorum statutis, et libris, in quibus redditus et expen-
sae descriptae sunt, ut visitatio eiusdem eclesiae et scholae, sanctissimi Do-
mini Nostri Gregorii papae XIII nomine, ex sacrorum canonum iure perfici
possit. Quod si non paruerint eosdem monuit ut eadem die crastina, hora
vigesima, compareant ad videndum se excummunicari ac litteras publicato-
rias decerni aliaque peragi quae contra huiusmodi contumaces peragenda


pn

LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI 163

sunt; eisdemque copia praecepti a me notario presentata fuit, quam recu-
sarunt accipere; cuius tenor est qui sequitur, videlicet : « De mandato illu-
strissimi et reverendissimi in Christo patris et domini domini Iohannis Bapti-
stae Castellii, Dei et apostolicae sedis gratia episcopi Arimini, et in ecclesia
Placentiae sanctissimi Domini nostri Gregorii XIII sanctaeque sedis aposto-
licae visitatoris praecipitur domino Galeatio Montanario priori, Troilo Ghetto
et Iohanni Angelo de Ferlis sindicis confraternitatis disciplinatorum Sanctae
Mariae Elisabeth Portae Rivoltae Cremae, quod, cum ex iis quae pluries inter
ipsos reverendissimum patrem et eosdem confratres, etiam adhibito ecclesie
advocato, pluries acta sunt, atque ex iis quae ab ipsis confratribus exhibita
sunt constet quod ipsi confratres vocantur disciplinati scolae Sanctae Mariae
Elisabeth Portae Rivoltae, et quod haec scola fuit erecta per nonnullos ho-
mines Portae Rivoltae ad honorem Dei et suae gloriosissimae matris, ut in lit-
teris serenissimi ducis Augustini Barbadici narratur, et habeant cappam
albam disciplinatorum more perforatam in tergore, et eant ad eclesiasticas
processiones eandem cappam deferentes una cum cruce et confalono, et di-
sciplina, catenis ferreis munita iuxta morem aliorum disciplinatorum ; et
quod habeant ecclesiam cum altari sub denominatione Sanctae Mariae Eli-
sabeth et regulam cum hac inscriptione : « Regula de confratri di santa Maria
Elisabeth della Porta de Rivolta in Crema », in qua regula descriptum est
officium quod ipsi recitant et multae piae orationes ab ipsis recitandae, cum
his verbis in fine descriptis: « Finisse l'ufficio deli devoti confratri di Santa
Maria Elisabeth in Crema ».

Item quod in capitulo secundo eiusdem regulae assunt haec verba:
« Chi vole entrare in detta scola habbia obligatione di portare la sua veste,
e la disciplina e la corda, e mezza libra di cera per l'altare, et se fosse legit-
timamente espulso non possa rihavere le predette cose, perché quello che una
fiata é stato dedicato al'altare non debbe piü essere convertito in uso de se-
colari » ; et quod in capitulo sexto iussum est : « Che ciascuno habbia a com-
municarsi due volte l'anno, et se preterirà questo commandamento, et non
habbia notificato al priore questa causa sia espulso, ma significando la ca-
gione il priore, secondo la discrettione sua gli imponga una pia penitenza » ;
et quod in capitulo decimo dicitur: « Che contentandosi l'amalato di es-
sere sepolto con la veste della compagnia, tutta la compagnia vestita al so-
lito gli faccia il debito honore accompagnandolo, altramente non sia tenuta
la compagnia accompagnarlo, et che per la morte d'ogni confratre si facciono
dire cento Pater noster, et cento Ave Maria » ; et quod in testamento Iohan-
nini de Bonadeo, confecto anno 1414, 28 februarii, per eosdem confratres
exhibito, factum fuit legatum sociis huius scolae batutorum loco pauperum
Christi, et instituti postea heredes intuitu pietatis ac misericordiae ; atque
ideo constet eamdem scolam esse ecclesiasticam et subiacere visitationi ec-
clesiasticae ut aliae scolae disciplinatorum in terra Cremae erectae. Neque
ipsi ad probandum eamdem scolam esse laicalem aliud deduxerint nisi litteras
164 GIOVANNI CECCHINI

serenissimi ducis Augustini Barbadici, quibus praecipitur domino praetori
Cremae ne permittat quod bona huius confraternitatis ad alios usus conver-
tantur quam ex scolae erectione converti debeant ; et preaceptum quoddam
paenale factum a clarissimo praetore Cremae reverendissimo suffraganeo
Placentiae, ne se in eadem scola tanquam laicali ingereret ; et litteras reve-
rendissimi legati sanctissimi Domini Nostri nomine apud serenissimum Do-
minium Venetiarum residentis quibus ex iis quae ipse vidit iussum ut bona
huius scolae e libro decimarum delerentur, quia eadem bona onera laicalia
sustinebant ; quae cum non ostendant eamdem scolam esse laicalem, neque
bona ad usum insolitum convertenda sint, multique etiam mere ecclesiastici
viri aliaeque scolae mere ecclesiasticae huius terrae Cremae eamdem decla-
rationem ab eodem reverendissimo Legato obtinuerint, atque ideo aperte
constet ipsos confratres non iure sed voluntate velle se a visitatione apostolica
subtrahere, eisdem domino Galeatio pretori, Troilo et Iohanni Angelo sindicis
supradictae confraternitatis ut praedictum est sub quingentorum aureorum
paena Camerae Apostolicae aplicanda et excommunicationis in iuris
subsidium et interdicti ecclesiastici quo ad confraternitatem quatenus die
crastina, quae erit veneris nona mensis octobris anni 1579 hora decima quar-
ta eamdem ecclesiam Sanctae Mariae Elisabeth aperiant et eiusdem confra-
terniatis confratres in loco solito eorum congregationis item aperto cum eo-
rundem statutis, et libris in quibus redditus et expensae praedictae scolae
descripti sunt conveniant eamdemque ecclesiam apertam teneant ipsique eo-
dem in loco aperto congregati permaneant usque ad horam decimam octa-
vam eiusdem diei, nisi visitatio antea perfecta sit ad effectum ut eadem die
ipsa ecclesia et confraternitas ex sacrorum canonum et Tridentini Concilii
praescripto visitari possit. Quod si non paruerint ex nunc pro ut ex tunc
eosdem dominum Galeatium, priorem, Troilum et Iohannem Angelum,
sindicos praedictae confraternitatis, uti vere contumaces et sante sedi aposto-
licae inobedientes in praedictam 500 aureorum paenam condemnavit eosdem-
que praecipue cum exegutio praedictae mulctae libere haberi non possit in
iuris subsidium excommunicavit ipsosque monuit ut eadem die crastina hora
.xx. in ecclesia collegiata Sanctae Mariae Cremae compareant ad videndum
se declarari excommunicatos et litteras publicatorias [decerni], ac cetera pe-
ragi quae contra huiusmodi inobedientes et excommunicatos peragi solent
et debent. Datum Cremae, die 8 octobris 1579. Iohannes Baptista episcopus
Arimini, visitator. Loco + sigilli. Laurentius Bentivegnus notarius.

Eadem die 8 octobris 1579, statim facto a prefato illustrissimo et reve-
rendissimo patre domino episcopo et visitatore supradictis dominis Galea-
tio, Troilo et Iohanne Angelo presentibus et audientibus suprascripto prae-
cepto ad praesentiam domini Bartholomei Cattanei ipsius scolae advocati
oblate fuerunt eisdem priori et sindicis eiusdem praecepti copiae a predicto
reverendissimo patre, qui eas recusaverunt accipere.
LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI

Eadem die.

Deinde, cum clarissimus dominus Iohannes Dominicus Ciconia, pretor
et capitaneus Terrae Cremae medio reverendi domini Zanobii Figati vicarii in
terra Cremae reverendissimi patris episcopi Placentie et canonici eclesiae
maioris eiusdem Terrae pluries instetisset ut praeceptum eisdem priori et
sindicis factum diffunderet ad diem sabbati tandem ut eidem clarissimo
domino praetori gratificaretur praeceptum supradictum et paulo ante factum
revocavit et aliud simile preceptum eisdem priori et sindicis pro die sabbati
proxime sequentis transmitti mandavit per Franciscum Bergomascum unum
ex officialibus publicis Cremae quem ad hunc actum suum etiam officialem
constituit mandans ei ut infrascriptum preceptum eisdem propri et sindicis
personaliter presentaret eosdemque iuxta formam praedicti praecepti mo-
neret et haec omni meliori modo videlicet : Cuius quidem precepti tenor talis
est videlicet: « De mandato illustrissimi et reverendissimi in Christo patris et
domini domini Iohannis Baptistae Castellii, Dei et apostolicae sedis gratia epi-
scopi Arimini et in eclesia Placentiae sanctissimi Domini Nostri Gregorii
XIII sanctaeque sedis apostolicae visitatoris praecipitur domino Galeatio
Montanario priori, Troilo Ghetto et Iohanni Angelo de Ferlis sindicis confra-
ternitatis disciplinatorum Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae Cre-
mae, quod cum ex hiis quae pluries inter reverendissimum patrem et eosdem
confratres, et adhibito ecclesiastico advocato pluries acta sunt atque ex hiis
quae ab ipsis confratribus exhibita sunt constet quod ipsi confratres vocan-
tur disciplinati scolae Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae et quod haec
scola fuit erecta per nonnullos homines Portae Rivoltae ad honorem Dei
et suae gloriosissimae matris, ut in litteris serenissimi ducis Augustini Bar-
badici narratur; et habeant cappam albam disciplinatorum more perfora-
tam in tergore, et eant ad eclesiasticas processiones eamdem cappam deffe-
rentes, una cum cruce et confalono, et disciplina catenis ferreis munita iuxta
morem aliorum disciplinatorum ; et quod habeant ecclesiam cum altari sub
denominatione Sanctae Mariae Elisabeth, et regulam cum hac inscriptione :
« Regula de confratri di Santa Maria Elisabeth dela Porta di Rivolta in Crema,
in qua regula descriptum est officium quod ipsi recitant et multae piae ora-
tiones ab ipsis recitandae cum hiis verbis in fine descriptis: « Finisse l'Uf-
ficio de li devoti confratri di Santa Maria Elisabeth in Crema ». Item quod
in capitulo secundo eiusdem Regula[e] adsunt haec verba : « Chi vole entrare
in detta scola habbia obligatione di portare la sua veste, et la disciplina, et
la corda, et mezza libra di cera per l'altare, et se fosse legittimamente espulso
non possa rehavere le predette cose, perché quello che una fiata è stato di-
cato al'altare non deve piü essere convertito in uso de secolari ». Et quod
in capitulo sexto iussum est: « Che ciascuno habbia a communicarse due
volte l'anno et se preterirà questo commandamento et non habbia notifi-
cato al priore questa causa sia espulso, ma significando le cagioni il priore
secondo la discrettione sua gli imponga una pia penitenza ». Et quod in capi-
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166 GIOVANNI CECCHINI

tulo decimo dicitur: « Che contentandosi l'amalato di essere sepolto con la
veste della compagnia tutta la compagnia vestita al solito, gli faccia il debito
honore. Altramente non sia tenuta la compagnia accompagnarlo, et che per
la morte d’ogni confratre si facciono dire cento Pater noster et cento Ave
Maria ». Et quod in testamento Iohannini de Bonadeo, confecto anno 1514,
28 februarii per eosdem confratres exhibito, factum fuit legatum sociis huius
scolae batutorum loco pauperum Christi et instituti postea heredes intuitu
pietatis ac misericordiae. Atque ideo constet eandem scolam esse eccle-
siasticam et subiacere visitationi ecclesiasticae ut aliae scolae disciplinato-
rum in terra Cremae erectae. Neque ipsi ad probandum eamdem scolam esse
laicalem aliud deduxerint nisi litteras serenissimi ducis Augustini Barbadici,
quibus praecipitur domino praetori Cremae ne permittat quod bona huius
confraternitatis ad alios usus convertantur quam ex scolae erectione con-
verti debeant. Et praeceptum quoddam penale factum a clarissimo praetore
Cremae reverendissimo sufraganeo Placentiae ne se in eadem scola tanquam
laicali ingereret. Et litteras reverendissimi legati sanctissimi Domini Nostri
nomine apud serenissimum Dominium Venetiarum residentis, quibus ex
iis quae ipse vidit iussum est ut bona huius scolae e libro decimarum dele-
rentur quia eadem bona onera laicalia sustinebant. Quae cum non osten-
dant eandem scholam esse laicalem neque bona ad usum insolitum conver-
tenda sint multique etiam mere ecclesiastici viri aliaeque scolae mere ecle-
siastice huius terrae Cremae eandem declarationem ab eodem reverendissimo
legato obtinuerint atque ideo apperte constet ipson confratres non iure sed
voluntate velle se a visitatione apostolica subtrahere ; eisdem domino Ga-
leatio priori, Troilo et Iohanni Angelo sindicis suprascriptae confraterni-
tatis ut predictum est, sub quingentorum aureorum paena Camerae Aposto-
licae applicanda et excommunicationis in iuris subsidium et interdicti ecle-
siastici quoad conífraternitatem ; quatenus die sabbati, quae erit decima
mensis octobris anni 1579, hora decima quarta eandem ecclesiam Sanctae Ma-
riae Elisabeth aperiant et eiusdem confraternitatis confratres in loco solito
eorum congregationis item aperto cum eorumdem statutis et libris, in quibus
redditus et expensae praedictae scolae descripti sunt conveniant eamdemque
eclesiam apertam teneant ipsique in eodem loco aperto congr[eg]ati perma-
neant usque ad horam decimam octavam eiusdem diei, nisi visitatio antea
perfecta sit, ad effectum ut eadem die ipsa eclesia et confraternitas ex sa-
crorum canonum et Tridentini Concilii prescripto visitari possit. Quod si
non paruerint ex nunc prout ex tunc eosdem dominum Galeatium priorem,
Troilum et Iohanem Angelum sindicos praedictae confraternitatis uti vere
contumaces et sanctae sedi apostolicae inobedientes in praedictam 500 au-
reorum paenam condemnavit eosdemque praecipue cum executio praedictae
mulctae libere haberi non possit, in iuris subsidium excummunicavit, ipsos-
que monuit, ut eadem die sabati hora .xx. in eclesia colegiata Sanctae Ma-
riae Cremae compareant ad videndum se declarari excommunicatos et li-
LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI 167

teras pubblicatorias decerni ac caetera peragi quae contra huiusmodi inobe-
dientes et excommunicatos peragi solent et debent. Datum Creme, die viij
octobris 1579. Iohannes Baptista, episcopus Arimini Visitator. Locus + si-
gilli. Laurentius Bentivegnus notarius mandato rogavit.

Eadem die.

Retulit michi notario infrascripto Franciscus Bergomensis, Curiae Cre-
mae publicus officialis et prefati illustrissimi et reverendissimi patris ad hunc
actum etiam officialis se ad presentiam prefatorum dominorum Galeatii,
Troilii et Iohannis Angeli in pallatio clarissimi praetoris Cremae repertorum
eisdem singulis suprascriptum praeceptum intimasse et unicuique ipsorum
copiam eiusdem precepti obtulisse seque omnia alia fecisse quae sibi deman-
data erant et in praecepto continentur, eosdemque dominos Galeatium,
Troilum et Iohannem Angelum respondisse se copiam dicti precepti nolle
acceptare haecque acta fuisse ad praesentiam reverendi domini Zanobii Fi-
gati vicarii terrae Cremae, et domini Bertholamei Cattanei iurisconsulti
Cremae, ac nonnullorum aliorum ibi praesentium.

Ego Laurentius Bentivegnus notarius rogatus fui.

In Christi nomine amen. Cunctis pateat evidenter et sit notum quod
anno a Nativitate eiusdem Domini Nostri Iesu Christi millesimo quingen-
tesimo septuagesimo nono, indictione septima, die vero sabbati decima men-
sis octobris pontificatus sanctissimi in Christo patris et domini nostri domini
Gregorii divina providentia papae XIII anno septimo. Constituti personaliter
coram me notario et testibus infrascriptis ante ostium eclesiae Sanctae Ma-
riae Elisabrth Portae Rivoltae disciplinatorum sub eodem vocabulo Sanctae
Mariae Elisabeth Cremae, placentinae diocesis reverendi iuris utriusque doc-
tores dominus Vincencius Caldarius, prior eclesiae colegiatae Sancti Colum-
bani Bononiae, et dominus Laurentius Faicardus rector parochialis eclesiae
Sancti Martini in Monte, abbatis diocesis Ariminensis visitatores constituti ab
illustrissimo et reverendissimo in Christo patre et domino domino Iohanne
Baptista Castellio, Dei et apostolicae sedis gratia episcopo Arimini, et in eclesia
Placentina sanctissimi Domini Nostri Gregorii XIII sanctaeque sedis aposto-
licae visitatore prout ex litteris eorumdem deputationis constat manu mei
notarii infrascripti sub presenti die subscriptis, eiusdemque reverendissimi
patris et domini solito sigillo munitis, ad quas exposuerunt qualiter ipsi
domini Vincentius et Laurentius predicti deputati fuerunt visitatores ad
visitandas nonnullas ecclesias et alia pia loca quae nundum ab eodem reve-
rendissimo patre visitata erant et praecipue supradictam ecclesiam discipli-
natorum Sanctae Mariae Elisabeth et confraternitatem in ea erectam, ad
quam visitandam eisdem confratribus et presertim domino Galeatio Monta-
nario, priori dictae scolae, Troilo Chetto et Iohanni Angelo de Ferlis, eiusdem
scolae sindicis, mandatum fuerat ab eodem reverendissimo patre Visitatore
ut hac presenti die, hora decima quarta eandem ecclesiam asperiant et eius- 168 GIOVANNI CECCHINI

dem confraternitatis confratres in loco solito eorum congregationis item aper-
to cum eorumdem statutis et libris in quibus redditus et expensae predictae
scolae descripti essent convenirent ad effectum ut eandem eclesiam et confra-
ternitatem visitaret sanctissimi Domini Nostri nomine, eamdemque eclesiam
apertam tenerent et ipsi in eodem loco permanerent usque ad horam deci-
mam octavam eiusdem diei, et donec visitatio eiusdem eclesiae et scolae
perfecta esset, sub paenis de quibus in precepto eisdem facto ad quod etc.

Et quod propterea ipsi domini Vincentius et Laurentius visitatores ut
supra deputati ac ordinati ad eamdem eclesiam Sanctae Mariae Elisabeth,
et scolam visitandam hora ut supra eisdem priori et sindicis intimata reperie-
runt ostium eiusdem eclesiae clausum et facta debita diligentia imperqui-
rendo an essent ibi aliqui ex confratribus ad effectum ut eamdem eclesiam et
scolam prout ipsis demandatum erat visitarent nullos invenerunt et prop-
terea idem dominus Vincentius et dominus Laurentius visitatores prae-
fati accusaverunt contumatiam praefatorum confratrum eiusdem confrater-
nitatis et specialiter domini Galeatii Montanarii eiusdem scolae prioris et
Troili de Ghetto ac Iohanni Angeli de Ferlis dictae scolae sindicorum tan-
quam contumacium et inobedientium mandatis apostolicis omni meliori
modo etc. super quibus omnibus idem dominus Vincencius et dominus Lau-
rentius visitatores praedicti rogaverunt me notarium publicum infrascrip-
tum quatenus de praedictis unum vel plura conficerem instrumentum seu
instrumenta. Actum Cremae placentinae diocesis ante portam dictae ecle-
siae Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae, in via publica, presentibus
ibidem reverendis dominis Antonio Maria Pugnetto, rectore Sancti Salvarii
Placentiae, domino Ioanne Baptista Reggio, clerico Mutinensi, familiari
prefati reverendissimi patris domini episcopi et visitatoris, reverendo pa-
tre fratre Dario de Rufellis Senogaliense priore Sancti Bartolamei Cremae
ordinis Cruciferrorum, domino Octavio de dictis Rufellis eiusdem fratris
Darii fratre et vexilifero strenui capitanei Livii Podacattari et Bernardo
quondam Iohannis Malvetii Placentino Gerulo et habitatore Cremae in pa-
rochia Sancti Petri in Burgo Cremonensis diocesis, testibus ad praedicta
adhibitis, vocatis et rogatis.

Et ego Laurentius Bentivegnus notarius Beatissimi Patris Visitatoris
rogatus fui etc.

Eadem die, hora vigesima pulsata, idem reverendissimus pater et do-
minus Visitator associatus a reverendis dominis canonicis et prebendariis
eclesiae maioris Cremae accessit ad eandem ecclesiam et pluviali ac mitra
indutus, sedensque ad altare maius eiusdem eclesiae sermonem habuit ad
populum de excommunicatione et eius effectibus ac deinde ab eisdem reveren-
dis dominis canonicis et prebendariis et clero circondatus qui canellas accen-
sas in manibus habebant sententiam declaratoriam contra praefatos prio-
rem et sindicos protulit in hanc quae sequitur formam : « Cum nos, Iohannes
Baptista, episcopus Arimini et sanctissimi Domini Nostri Gregorii papae
Li

LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI 169

XIII sanctaeque sedis apostolicae in civitate ac diocesi Placentinae visita-
tor, officiales et scolares scolae disciplinatorum Sanctae Mariae Elisabeth
Portae Rivoltae ad nos avocatos admonuerimus ut nos ad eandem eclesiam
et scolam Sanctissimi Domini Nostri Gregorii XIII et sanctae sedis aposto-
licae nomine visitandam admitterent, ac deinde Galeatium Montanarium
olim priorem et massarium scolae Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivol-
tae Troilum Ghettum et Iohannem Angelum de Ferlis olim sindicos eiusdem
scolae legitime monuerimus ut hodie eclesiam Sanctae Mariae Elisabeth
Portae Rivoltae et scolam disciplinae ibi erectae aperirent ut eamdem ecle-
siam et scolam et disciplinos auctoritate apostolica visitare possemus, ipsi
vero mandatum hoc apostolicum adimplere contempserint quia obedientia
nihil humilibus prodesse videretur si contemptus contumacibus non obesset ;
idcirco auctoritate Dei omnipotentis, Patris et Filii et Spiritus Sancti,
et Beatorum apostolorum Petri et Pauli et omnium sanctorum, ita exigente
eorumdem contumatia, Galeatium Montenarium, olim priorem et massarium
dictae scolae Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae, Troilum Ghettum
et Iohannem Angelum de Ferlis, olim sindicos eiusdem scolae excommunicatos
declaramus et quatenus opus sit in his scriptis excommunicamus et a prae-
ciosi corporis et sanguinis Domini nostri perceptione et a societate omnium
christianorum separamus et a liminibus sanctae matris Eclesiae in coelo et in
terra excludimus et dannatos cum Diabolo et Angelis eius, et omnibus repro-
bis in ignem aeternum iudicamus donec a Diaboli laqueis rescipiscentes quod
eis mandatum est adimpleverint ut eorum spiritus in die Iudicii salvus fiat,
eorumdemque absolutionem sanctissimo Domino Nostro tantum reserva-
mus, et candelis ab eodem reverendissimo patre et aliis in terram proiectis
subdidit haec quae sequuntur: insuperque eandem eclesiam Sanctae Mariae
Elisabeth et scolam et universos scolares seu disciplinatos eiusdem scolae
Sanctae Mariae Elisabrth Portae Rivoltae ob eorumdem notoriam contu-
matiam et inobedientiam speciali suponimus interdicto eclesiastico ita ut
praeter alia quae in locis interdictis et a personis eclesiastico interdicto sup-
posit exerceri non possunt id praecipue eis interdictum sit ut usquequo con-
Lumaces extiterint collegialiter et uti scholares et disciplini eiusdem scolae
et discipline ad res eiusdem scolae pertractandas congregari non possint
omni meliori modo etc.

Iohannes Baptista episcopus Arimini visitator. Lata, data et in his scriptis
pronuntiata et promulgata fuit suprascripta sententia excommunicationis
per supradictum illustrissimum et reverendissimum patrem et dominum do-
minum Iohannem Baptistam Castellium, Dei et apostolicae sedis gratia epi-
scopum Arimini et sanctissimi Domini Nostri Gregorii XIII sanctaeque sedis
apostolicae in civitate et diocesi placentina visitatorem pontificaliter indu-
tum et pro tribunali sedentem in eclesia maiori Cremae, eiusdem placenti-
nae diocesis, super quadam catedra lignea, cum proiectione candelarum ac-
censarum in terram et premisso campanae sono. Rogata vero et publicata

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170 GIOVANNI CECCHINI

per me Laurentium Bentivegnum, eiusdem illustrissimi et reverendissimi pa-
tris notarium ac notarium publicum ariminensem, sub anno a Nativitate
Domini nostri Iesu Christi millesimo quingentesimo septuagesimo nono,
indictione septima, die vero decima mensis octobris, pontificatus sanctissimi
in Christo patris et Domini Nostri domini Gregorii, divina providentia papae
decimi tertii anno septimo. Presentibus ibidem reverendis iuris utriusque doc-
tore domino Leandro Vicomercato archidiacono eclesiae maiores Cremae
et domino Zanobio Fidato eiusdem eclesiae canonico et in terra Cremae re-
verendissimi patris episcopi Placentiae vicario, testibus ad predicta adhibi-
tis, vocatis et rogatis.

Et ego Laurentius Bentivegnus notarius ariminensis et praedicti reveren-
dissimi patris notarius rogatus fui.

Deindeque idem reverendissimus pater et visitator litteras publica-

torias contra suprascriptos Galeatium Montanarium, Troilum Gettum et
Iohannem Angelum de Ferlis decrevit, quae litterae ad portam eclesiae
maioris Cremae et alibi publicae affixae fuere in hanc quae sequitur
formam: «Hic auctoritate apostolica denuntiantur excommunicati et a
societate omnium cristianorum separati, et a liminibus sanctae matris Eclesiae
in coelo et in terra exclusi Galeatius Montanarius, infrascriptae scolae olim
prior, Troilus Ghettus et Iohannes Angelus de Ferlis olim eiusdem scolae sin-
dicis, eo quia mandato a reverendissimo patre et domino domino Iohanne
Baptista episcopo Arimini et visitatore apostolico eisdem iniuncto ut eccle-
siam Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae et scolam disciplinatorum
in eadem eclesia erectam aperirent et auctoritate apostolica visitari permit-
terent, inobedientes et contumaces fuerunt, eorumdemque absolutio sanctis-
simo Domino Nostro reservatur; insuperque eadem eclesia Sanctae Mariae
Elisabeth et scola et universi scolares seu disciplinati eiusdem scolae Sanctae
Mariae Elisabeth Portae Rivoltae ob eorumdem notoriam contumatiam et
inobedientiam speciali supponuntur interdicto eclesiastico, ita ut praeter
alia quae in locis interdictis et a personis eclesiastico interdicto suppositis
exerceri non possunt eis praecipue id interdictum sit ut usquequo contuma-
ces extiterint collegialiter et uti scolares et disciplini eiusdem scolae et
disciplinae ad res eiusdem scolae pertractandas congregari non possint.

Iohannes Baptista Castellius Dei et apostoluae sedis gratia episcopus
Arimini et in eclesia placentina etc. visitator apostolicus.

Quoniam in reservatione absolutionis a sententia excommunicationis
lata contra Galeatium Montanarium olim priorem scolae disciplinatorum
Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae Cremae, Troilum Ghettum et
Iohannem Angelum de Ferlis olim eiusdem scolae sindicos et interdicti ec-
clesiastici cui ecclesiam, scolam et scolares eiusdem disciplinae Sanctae Ma-
riae Elisabeth Portae Rivoltae supposuimus per errorem omissum est ut
eiusdem absolutio interdictique relaxatio nedum sanctissimo Domino Nostro
sed etiam nobis qui eam protulimus reservata esset ; idcirco declaramus men- LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI 171

tis nostrae fuisse ut eiusdem absolutio et relaxatio respetive sanctissimo
Domino Nostro et nobis quamdiu visitatio eclesiae placentinae absoluta
fuerit et reservata sit atque haec omni meliori modo etc. Datum Cremae, die
xI Octobris 1579. Iohannes Baptista episcopus Arimini visitator.

Die xir octobris 1579.

Cum ad aures eiusdem reverendissimi patris et domini domini Iohannis
Baptistae Castellii, episcopi Arimini, visitatoris apostolici, devenisset reve-
rendum dominum Angelum Petrutium, olim vicarium illustrissimi domini
cardinalis Traniensis episcopi placentini, auctoritate ordinaria visitasse sco-
lares et disciplinos scolae Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae, manda-
vit vocari infrascriptos testes, videlicet : reverendum dominum Vincentium
de Meleriis, prebendarium eclesiae maioris Cremae, reverendum dominum
Paulum de Scalabrinis, Augustinum de Assandris, Iohannem nuncupatum
della Serina et Bernardinum de Calciis, ac reverendum dominum Aurelium
Valcarengum, praepositum ecclesiae Sancti Iacobi; et coram eodem reveren-
dissimo patre constitutus reverendus dominus Paulus de Scalabrinis, aetatis
annorum 55, eique dellato iuramento etc., quod praestitit tactis etc., inter-
rogatus an cognoverit dominum Angelum Petrutium, et quae fuerit causa

cognitionis, respondit : « Si l'ho conosciuto vicario di Piacenza, quando era ve- .

scovo il cardinale de Trani, che era de l'anno 1566 ». Interogatus an praedic-
tus dominus Angelus, dum esset vicarius accesserit ad visitandas ecclesias
et pia loca Cremae, respondit : « Signor si che vi vene l'anno del 1566, et vi-
sitó tutti li lochi pii et chiese di dentro, e di fuori di Crema de la diocesi di
Piacenza, et io fui sempre seco in tutte le visite ». Interogatus an visitaverat
scolas disciplinatorum et praecipue scolam disciplinatorum Sanctae Mariae
Elisabeth Portae Rivoltae, respondit: «Signor si, che la visitó essendo io
seco et entrato per la chiesa andó di sopra nel refettorio d'essi scolari essen-
doci molti de loro scolari, che non so se vi fossero tutti, ma fra li altri vi era
il priore dela scolla nominato messer Agostino Patrino, et subito si fece dare

la regola sopra i capitoli de la quale interogó il priore et i scolari, et fattoli

molte altre interogationi se ne partessimo, esortandoli a vivere come con-
viene a disciplinati ». Interogatus de contestibus, dixit : « Vi era molta gente,
ma particolarmente me ricordo che vi fu il reverendo messer Aurelio Val-
carengo canonico e rettore di San Iacomo, prete Vincenzo de Malerii, pre-
bendario del domo di Crema, et Agostino Marzaro ». Interrogatus in causa
scientiae, dixit praedicta scire per ea quae supra deposuit etc.

Eadem die.

Augustinus quondam magistri Philippi de Assandris de Maerano mar-
zarius Cremae aetatis annorum ultra 57 eique dellato iuramento etc. quod
praestitit tactis etc., interogatus an viderit aliquem vicarium reverendis-
simi episcopi placentini visitare scolam et scolares seu disciplinatos disciplinae
Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae, respondit : « Io non vi so dire se

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vi sia venuto di Piacenza perché io non so se quello vicario che vi vene fosse
vicario di Piacenza, ma so bene che essendo priore di detta scola Agostino
Patrino vi andò uno prete che dicevano che era vicario, et io se bene non era
disciplino, vi andai per vedere quello che si faceva, perché stavo in una casa
lì apresso al cantone dell’abbadia ». Et ad interrogationem reverendissimi di-
xit : «Lui visitó per tutto, et si fermò poi nel refettorio dove erano il priore
et molti disciplini, et si fece dare la sua regola et gli andò legendo la regola di
cosa in cosa et domandando quello che osservavano di detta regola, et trovò
che molte cose non osservavano et li reprendeva ». Et ad aliam interrogatio-
nem reverendissimi dixit : « Io non me ricordo l’anno quando el fosse, ma so
che quello Agostino era priore». Interrogatus de contestibus, dixit: «Io so
che vi erano molti disciplini, et molta altra gente, ma ne sono molti morti,
et mi soviene, che vi era Giovanni de Serina, che era vestito de brettino, et
mi parve che vi fossero ancora de preti ». In causa scientiae per ea quae su-
pra deposuit.

Eadem die.

Reverendus dominus Vincentius de Meleriis prebendarius eclesiae maio-
ris Cremae aetatis annorum 45 vel circa eique delato iuramento etc., quod
praestitit tactis etc. interogatus an tempore quo reverendus dominus Ange-
lus Perutius, vicarius placentinus accessit ad visitandas eclesias Terrae Cre-
mae diocesis placentinae ipse esset in Terra Cremae, respondit : « Quando
il prefato monsignor Angelo Perutio vene a Crema per visitare, io ero in Cre-
ma et molte volte ero seco quando andava a visitare le chiese et luoghi pii
di Crema ». Interogatus an praefatus dominus Angelus visitaverit scolam
disciplinatorum Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae, respondit : « Si-
gnor si che la visitó et io era seco, et partitosi da la visita del Monte dela Pietà
andó a visitare detta scola». Et ad interogationem reverendissimi domini
dixit : « Quelli disciplini vi fecero uno poco di resistenza massimamente uno
che si domandava il Ferno ma ultimamente apersero la chiesa et lui entrò
et andò poi di sopra nel refettorio, et essendoci il priore, sindici et altri scolari
si fece dare la regola, et sopra quella li andò interogando di quello che li parve,
et finalmente li comandò che li dovessero portare li libri de li suoi conti, et
de le elemosine et spese che facevano a casa ». Interogatus de contestibus, re-
spondit: « Io non me posso ricordare de particolari perché è tempo assai,
ma vi era gente assai, et preti et laici et vi era quello vechietto che è poco fa
partito da vostra signoria reverendissima, quale si chiama Agostino, del quale
non me ricordo il cognome ma è marzaro, et mi ricordo di un prete Paolo
Scalabrino, et vi erano delle persone almanco cinquanta, et ne erano sino su la
scala che stavano ascoltare quello che si faceva ». In causa scientiae, dixit prae-
dicta scire per ea que supra deposuit quia vidit etc.

Eadem die.

Iohannes quondam Iacobini alias Comini de Serina, habitator Cremae aeta-
tis annorum 69 vel circa, eique delato iuramento etc., quod praestitit tactis
LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI 173

etc., Interogatus an viderit aliquem vicarium episcopi placentini visitare sco-
lam et disciplinos disciplinae Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae, re-
spondit : « Io so che essendo priore Agostino Patrino di questa scolla che io
non mi ricordo qual'anno fosse, vene uno vicario del vescovo di Piacenza,
che non mi ricordo il suo nome, et havendo voluto visitare detta scola, li
scolari li fecero qualche contrasto ma finalmente vi venne a visitarla, et es-
sendo andato di sopra nel refettorio, essendovi il priore, et molti disciplini
si fece dare la regola loro, et sopra quella gli andó interogando et volse inten-
dere come dispensavano la robba di detta scola et statoli quanto li parve si
parti poi». Interrogatus in causa scientiae, dixit: « Io all'hora ero scolaro
di detta scola, et fui presente quando fu visitata, et vi concorse molta gente,
perché si diceva che quello vicario ce la voleva torre, et vi erano de preti
ancora ma dei disciplini che vi si trovorno ne son morti assai, fra li altri vi fu
uno Aloisio Danzo detto de Pomi, Bernardino Calzi, et molti altri, che adesso
non me ricordo il nome ».

Eadem die.

Dominus Bernardinus de Calciis quondam Antonii de Calciis habitator
Cremae aetatis annorum 63, eidemque dellato iuramento etc., quod prae-
stitit tactis etc. Interogatus an sciat dominus Angelus Perutius vicarius epi-
scopi placentini, visitaverit scolam et disciplinos Sanctae Mariae Elisabeth
Portae Rivoltae, respondit: « Io non me ricorso già se il vicario, che visitó
la detta scola di Santa Maria Elisabeth di Porta Rivolta havesse nome Angelo
Perutio, ma so bene che vene uno che disse che era vicario di Piacenza, il
quale volendo visitare la detta scola, noi scolari li facessimo difficoltà ma
poi anco di volontà del clarissimo podestà, l'amettessimo a la visita, il quale
visitata la chiesa andó di sopra in refettorio dove essendo il priore, che era
Agostino Patrino, et molti de noi altri disciplini, et molta altra gente, et preti
et secolari, si fece dare la regola et ei ne interrogó del vivere nostro, et statovi
quanto li parse, se ne andó». Subdens ad interogationem reverendissimi
domini, dixit: « Io non me ricordo se comandasse che vi fossero portati li
libri a casa o no ». Interogatus de contestibus dixit. « Adesso non me ricordo
chi vi fossero presenti, perché sono molti anni, et mi conviene travagliare
in molte cose ». In causa scientiae per ea quae supra deposuit etc.

Eadem die.

Reverendus dominus Aurelius Valcarenghus praepositus eclesiae Santi
Iacobi maioris Cremae, aetatis annorum 48 vel circa alius testis etc., eidemque
dellato iuramento etc., quod praestitit in manibus reverendissimi patris. do-
mini episcopi et visitatoris tactis etc. Ad opportunam interogationem re-
spondit: «Io mi ricordo firmamente essere ad accompagnare monsignor
vicario generale di Piacenza, qual'a quello tempo era il signor Angelo Perutio
quale era venuto in visita qui a Crema. Quando havendo visitato la mia chiesa
et altre chiese di Crema, visitó anco la chiesa et scola de disciplini di Santa
Maria Elisabeth di Porta Rivolta essendo priore a quello tempo messer Ago-

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174 GIOVANNI CECCHINI

stino Patrino, quale mostrò le sue regole, et sopra li capitoli di quelle in-
terogò detti scolari, benché al principio facessero un poco di resistentia ».
Subdens ad interogationem reverendissimi domini [dixit]: « Il detto monsi-
gnore Peruci visitó li sudetti scolari dopo che habbe visitata la chiesa et nel
suo refettorio ». Et ad aliam interogationem reverendissimi domini dixit:
« Il medesimo monsignor Peruci in quello atto de la visitatione volse intendere
come governavano le loro entrate, et come le dispensavano ». Interogatus de
contestibus, dixit: « Vi era monsignor prete Paolo Scalabrini, maestro Gio-
vanni de Serina et Bernardino de Calci, et molti altri che al presente non me
ricordo, ma vi era peró molta gente cosi preti come secolari ».

Die xvi octobris 1579.

Cum clarissimums dominus Iohannes Dominicus Ciconia praetor et
capitaneus Terrae Cremae receptis litteris specialibus a serenissimo duce Ve-
netiarum eiusdem serenissimi ducis nomine instanter perquisierit reverendis-
simum patrem dominum lohannem Baptistam Castellium, Dei et apostoli-
cae sedis gratia episcopum Arimini et sanctissimi Domini Nostri Gregorii
XIII sanctaeque sedis apostolicae in civitate ac diocesi placentina visitatorem,
ut idem reverendissimus pater asseruit, quod excummunicationem latam
diebus praeteritis contra Galeatium Montanarium olim priorem scolae disci-
plinatorum Sanctae Mariae Elisabeth Portae Rivoltae Cremae, Troilum Ghet-
tum et Iohannem Angelum de Ferlis olim sindicos eiusdem scolae suspendere
et interdictum eclesiasticum cui eclesiam et scolam praedictam et eius scola-
res supposuerat relaxare vellet eo quia idem serenissimus dux causam visi-
tationis eiusdem scolae ad eumdem sanctissimum Dominum Nostrum dedu-
cere vult et intendit, et id exequtioni demandare quod idem sanctissimus
Dominus Noster in hac re exequendum esse declaraverit. Idem reverendissi-
mus pater volens ipsi serenissimo Duci grattificari, iis attentis ac consideratis,
praefatos Galeatium olim priorem, et Troilum et Iohannem Angelum, olim

sindicos dictae scola, absolvit a sententia excommunicationis qua ligati erant
cum reincidentia ad omnem sanctissimi Domini Nostri voluntatem aut nu-
tum, et praedictum interdictum cum eadem reincidentia relaxavit. Ita ta-
men ut haec causa serenissimi Ducis nomine per totam decimam quintam
diem mensis decembris proxime secuturam ad sanctissimum Dominum No-
strum deducta sit ; quae si eodem tempore non deducatur, praefati olim ex-
cummunicati et interdicti, in eandem excommunicationis et interdicti sen-
tentiam, qua ante hanc sententiam ligati erant absque aliqua declaratione

reincidant, mandavitque praedicta omnia ad no[ti]tia eiusdem clarissimi

domini praetoris et eorum omnium quorum interest, deduci, et hec omni
meliori modo etc. |

Actum Cremae in domibus canonicalibus eclesiae colegiatae Cremae in
camera solariata residentiae praefati illustrissimi et reverendissimi patris
domini episcopi et visitatoris, presentibus ibidem reverendis iuris utriusque

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LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI 175

doctoribus domino Vincentio Galdario, priori eclesiae colegiatae Sancti Co-
lumbani Bononiae, et domino Laurentio Facciardo rectore Sancti Martini
in Monte abbatis Ariminensis diocesis, testibus ad praedicta adhibitis, voca-
tis et rogatis.

Deinde idem reverendissimus pater iussit supradictos reverendos do-
minos dominos Vincentium Galdarium, et Laurentium Faciardum ad eumdem
clarissimum dominum Iohannem Dominicum, praetorem Cremae ut ad eius
notitiam praedicta deduceret atque eorumdem omnium copiam auctenti-
cam ei traderet.

lidem reverendi domini Vincentius et Laurentius retulerunt mihi no-
tario se hodie et paulo [ante] accesisse ad clarissimum dominum Iohannem
Dominicum praetorem Cremae eique copiam auctenticam praedictorum
omnium reliquisse.

(Archivio della Curia Vescovile di Piacenza. Visita apostolica di Mons.
Giovanni Battista Castelli, vescovo di Rimini, vol. tv, cc. 678r-691v).

IIo
Die XVJ octobris 1579

Cum clarissimus Dominus Iohannes Dominicus Ciconia praetor et ca-
pitaneus terrae Cremae receptis litteris specialibus a serenissimo Duce Ve-
netiarum eiusdem serenissimi Ducis nomine instanter perquisiertit Reve-
rendissimum patrem D. Io. Baptistam Castellium Dei et Apostolicae sedis
gratia episcopus Arimini et sanctissimi D. N. Gregorij XIIJ Sanctaeque
sedis Apostolicae in civitate ac dioecesi placentinensi Visitatorem, ut idem
Reverendissimus pater asseruit, quod excomunicationem latam diebus pre-
teritis contra Galeatium Montanarium olim priorem scolae disciplinatorum
Sanctae Mariae Elisabet Portae Rivoltae Cremae, Troilum Ghettum et Iohan-
nem Angelum de Ferlis olim sindicos eiusdem scolae suspendere et interdic-
tum ecclesiasticum cui ecclesiam, et scolam praedictam et eius scolares
supposuerat relaxare vellet, eo quia idem serenissimus Dux causam visi-
tationis eiusdem scolae ad eundem sanctissimum D. N. in hac re exequendum
esse declaravit. Idem Reverendissimus pater volens ipsi serenissimo Duci
gratificari, iis attentis ac consideratis, prefatos Galeatium olim priorem et
Troilum ac Johannem Angelum olim sindicos dictae scolae absolvit a sen-
tentia excomunicationis qua ligati erant cum reincidentia ad omnem sanc-
tissimi Domini nostri voluntatem aut nutum et predictum interdictum
cum eadem reincidentia relaxavit. Ita tamen, ut haec causa serenissimi Du-
cis nomine per totam decimam quintam diem mensis decembris proxime se-
quturam ad sanctissimum D. N. deducta sit quae si eodem tempore non dedu-

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176 GIOVANNI CECCHINI

cautr predicti olim excomunicati, et interdicti in eadem excomunicatione
et interdicti sententiam qua ante hanc absolutionem ligati erant absque
aliqua declaratione reincidant mandavitque praedicta omnia ad notitiam
eiusdem clarissimi domini praetoris et eorum omnium quorum interest de-
duci et hec omni meliori modo etc.

Actum Creme in domibus canonicalibus ecclesiae collegiatae Cremae
in camera solariata residentiae praefati Illmi et Rev.mi patris Domini
episcopi et Visitatoris presentibus ibidem Reverendis J. U. Doctoribus Do-
mino Vincentio Galdario priore ecclesiae Collegiatae sancti Colombani Bono-
niae et Domino Laurentio Faciardo Rectore sancti Martini in Monte Abbati
Ariminensis dioecesis testibus ad predicta adhibitis vocatis et rogatis.

Deinde Idem Reverendissimus pater misit supradictos Reverendos D.
D. Vincentium Galdarium et Laurentium Faciardum ad eundem clarissimum
Dominum Jo. Dominicum praetorem Cremae ut ad eius notitiam praedicta
deduceret atque eorundem omnium copiam autenticam ei traderet.

Iidem Reverendissimi Domini Vincentius et Laurentius retulerunt mi-
chi notario se hodie et paulo accessisse ad Clarissimum D. Io. Dominicum
praetorem Cremae eique copiam autenticam predictorum omnium reliquisse ».

(Archivio Vaticano, S. Congregazione del Concilio, Visite apostoliche,
Crema Placentinae Diocesis, 1579, vol. 55, c. 207 v).

III

Questi giorni l'ill.mo cardinale S. Sisto per un gentil'huomo Cremasco,
agente della Comunità, mi fece dire che non s'espedirebbe quella Chiesa, se
prima la Comunità, alla quale fecero scriver dal suddetto gentil'huomo, in
conformità di quanto scrissi io alla Serenità Vostra, di ordine di Sua Santità,
non offeriva almeno la metà dell'entrata di quella confraternita che si chia-
ma la Rivolta, in augumento della Mensa Episcopale. Io mandai subito il
Secretario a Sua Signoria ill.ma che voleva in quello ritornarsene alla villa,
pregando a levar questo impedimento sganandola insieme, ché l'entrate
di quel luogo sono solamente de 500 ducati incirca et non mille ottocento,
com'ella mostrava di credere. Promise il Cardinale di fare buon officio. Ma,
rtornato, mi fece intendere che il Pontefice persisteva pure in questa opi-
nione. Per questo rispetto, supplicai hieri Sua Santità a consolar quella Città
(dii Crema) del suo Pastore, aspettato con molto desiderio da ogn'uno, né
volesse tardare per la causa fattami sapere dall'ill.mo S. Sisto, perché, se la
Comunità non risponde, ció forse procede che, per esser quella confraterna
de popolari, ella non se ne puó disponer, né vogliono quei cittadini conci-
tarsi l'odio del popolo con mostrar desiderio di questa smembratione. Disse
Sua Beatitudine: Aspettiamo la risposta della Signoria et poi l'espediremo.
Et certo è necessario che la mi scriva alcuna cosa in questo proposito, perché

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LA VERTENZA FRA UNA CONFRATERNITA DI DISCIPLINATI 177

la Beatitudine Sua per la relatione del Visitatore è persuasa che tutta quella
entrata sia malissimo amministrata et ritorni a comodo solamente de pochi.
Et se non fosse il rispetto c'ha avuto alla Serenità Vostra dubitando di far
cosa che le dispiaccia, haverebbe da sé, senza aspettar altro consenso della
città, fatto la sudetta applicazione.

(Archivio di Stato di Venezia. Senato Secreta, Dispacci Ambasciatori,
Roma Ordinaria, Filza 14, cc. 400v.-401v., dispaccio n. 107 di Giovanni
Cornaro ambasciatore, del 1580, ottobre 8).

IVo

All'Ambassator in Roma

Havemo sentito con molto piacer nostro che Sua Santità sia restata sod-
disfatta di quanto Voi le avete esposto in nome nostro nella materia delle
entrate della Scola de Disciplini di S. Maria di Rivolta di Crema, et che abbia
accettate le buone ragioni che le sono state addotte et laudata la resolutione
del rev.mo mons. Diedo: onde levata ogni difficoltà, si fusse per venire final-
mente all'espedizione del Vescovato di quella Città ...

Omissis.

(Archivio di Stato di Venezia. Senato. Roma ordinaria, Deliberazioni,
Registro n. 4, c. 142v. del 1580, novembre 26).

NOTE

1) E singolare il fatto che a Crema siano contemporaneamente esi-
stite tre confraternite di Disciplinati intitolate a S. Maria Elisabeth, con-
tradistinte dal quartiere della città in cui era situata la rispettiva sede,
e cioè : di Porta Ripalta, denominazione deteriorata in Porta Rivolta ; nella
contrada del Serio; nel Borgo. Esse risultano nella Visita apostolica della
diocesi di Piacenza compiuta nel 1579 da mons. G. B. Castelli e nella Vi-
sita apostolica della novella diocesi di Crema effettuata nel 1580 da mons.
Gerolamo Ragazzoni vescovo di Bergamo. In quest'ultima la Confraternita
di S. Maria Elisabeth «in contrata Serii» non é qualificata come discipli-
nata, mentre lo è nella Visita di mons. Castelli (Vol. I, cc, 505r-506v.).

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^R 178 È GIOVANNI CECCHINI

Della sede di questa confraternita a me è sembrato veder tracce nell’ul-
timo edificio a sinistra di via S. Elisabetta, venendo da via Manzoni, oggi
adibita ad abitazione ; tra l’altro nell’andito di accesso al cortile vi è una
magnifica cancellata di legno intagliato di carattere gotico attribuibile al
Sec. XIV-XV.

?*) L’intestazione del primo dei quattro volumi contenenti i verbali della
Visita apostolica, conservati nell'Archivio della Curia Vescovile di Pia-
cenza, è la seguente: « Reperitur in libris visitationum et decretorum ec-
clesiarum, et aliorum locorum Civitatis et Dioecesis Placentie factorum per
m.Il.m et Rev.m in Christo Patrem et D.D. Joannem Baptistam Castel-
lium Arimini Episcopum, et in dictis Civitate et Dioecesi Visitatorem Apo-
stolicum a Sanctissimo D.N. Gregorio PP. decimo tertio constitutum et
registratorum in actis Curie causarum Episcopalis Placentie scriptorum et
rogatorum per Curie Episcopalis Placentie Cancellarium inter coetera fore
scriptum ».

Ringrazio vivamente don Luigi Tagliaferri per avermi cortesemente
agevolato per la consultazione dei registri di detta Visita apostolica.

*) Tali documenti mi sono stati conferiti dal Direttore dell'Archivio
di Stato di Venezia dr. Luigi Lanfranchi, che ringrazio vivamente.

‘) Nella via che conduceva alla Porta Ripalta, ora inesistente, cor-
rispondente a via Matteotti, sul lato sinistro venendo da via Manzoni, poco
prima della chiesa di S. Giacomo Maggiore, v'é un oratorio, occupato at-
tualmente da una scuola media, che presumibilmente apparteneva alla
Confraternita di S. Maria Elisabeth di Porta Rivolta o, piü esattamente,
Ripalta.

? Archivio Vaticano. S. Congregazione del Concilio. Visite apostoliche :
Crema Placentinae Dioecesis, 1579, vol. 55, c. 207v.

*) Filippo Boncompagni, creato cardinale da papa Gregorio XIII, suo
zio, il 2 giugno 1572; morto il 3 giugno 1586.

'") Gerolamo Diedo fu il primo vescovo di Crema dal 19 maggio 1581
al 1584.

*) FRANcESCO Sronza BENVENUTI, Storia di Crema. Milano, Giuseppe
Bernardoni, 1859, Vol. II, p. 291.
INDICE DEL VOLUME

Memorie

Corrapo LEoNARDI, Di S. Vincenzo Vescovo e Martire di Be-
vagna e delta chiesa di S. Vincenzo del Furlo .
LuciANO Rossi, Ebrei in Todi nel secolo XIII .

Note e documenti

TARCISIO MANNETTI, Lettera papale erroneamente attribuita a Gre-
gorio IX ;

Recensioni

Riccarpo Capasso, Libro di censi del sec. XIII dell'abbazia di
S. Croce di Sassovivo. Perugia, Deputazione di Storia Patria
per l'Umbria, 1967 (Ugolino Nicolini OFM) .

Ucorivo NicoLINI OFM, Reformationes Comunis Perusii quae
extant anni MCCLXII. Perugia, Deputazione di Storia Pa-
tria per l'Umbria, 1969 (Massimo Petrocchi) . . .

UGuccIoNE RANIERI DI SonBELLO, Perugia della bell’ epoca. Pe-
rugia, Volumnia Editrice, 1969 (Giovanni Cecchini) .

Segnalazioni bibliografiche

SOMMARIO : Preistoria, Archeologia classica e cristiana ; Storia po-
litica, civile, religiosa ; Filologia e Glottologia ; Storia e Cri-
tica letteraria ; Storia e Critica delle arti ; Geografia ; Scienze
politiche, giuridiche, economiche, sociali, Statistica ; Scienze
agrarie ; Francescanesimo ; Biografia ; Bibliografia ; Varie

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
SUL MOVIMENTO DEI DISCIPLINATI

GIOVANNI CECCHINI, La vertenza fra una Confraternita di Disci-
plinati di Crema e il Visitatore apostolico

Pag.

73

79

82

84

87

155

Pror. GIOVANNI CECCHINI - Direttore responsabile

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