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ARTI GRAFICHE CITTÀ DI CASTELLO
Città di Castello (Perugia)

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Su di un rilievo tardo - repubblicano
del Museo Civico di Terni

La recente esposizione intitolata «Preistoria e Protostoria a
Terni »?, organizzata dal Gruppo archeologico ternano, ha avuto
tra gli altri meriti quello di riproporre all'attenzione degli studiosi
un pezzo di notevole interesse.

Si tratta di un frammento scultoreo venuto alla luce fortuita-
mente nel 1901 a Terni, durante i lavori di ricostruzione di una villa
di proprietà dell'ingegnere Alfredo Campili, fuori di Porta Gari-
baldi e del cui ritrovamento fu data soltanto breve nota ?.

Esso venne alla luce assieme a materiali di scarico di varie
epoche e fu donato dal proprietario della villa al Museo Civico di
Terni; attualmente si trova nell'atrio della Biblioteca Comunale.

E in travertino locale e misura in altezza massima m. 0,90, in
larghezza massima m. 0,50, in spessore massimo m. 0,20 ; la faccia
posteriore é liscia e non presenta traccia di decorazione. Una pro-
fonda solcatura, riscontrabile sul lato sinistro, indica che fu riutiliz-
zato prima di essere abbandonato nello scarico.

Il rilievo si svolge su tre ordini; la mutilazione della sommità
della lastra ha dimezzato l’ordine superiore, nel quale sono i resti
di quattro figure: a partire da sinistra è la parte inferiore di tre
figure coperte da lunga veste che giunge ai polpacci ; la quarta, per
la grave usura della pietra, non è identificabile.

Nell'ordine mediano, meglio conservato, sono tre figure di cui
le prime due, coperte anch'esse da una lunga veste, reggono con la
sinistra un’asta, presumibilmente una lancia. L’ultima (Fig. 2), di
poco inferiore alle precedenti, sembra seduta e tiene in mano un
oggetto non identificabile. La testa, mentre nelle altre è rotonda,
in questa è di forma allungata.

Dell'ordine inferiore, probabilmente decorato a motivi ornamen-
tali, rimangono scarsi elementi difficilmente decifrabili.

Il rilievo, per lo scarso spessore, dovrà ritenersi destinato ad
essere applicato ad una struttura muraria, sia stata essa pertinente

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202 GIANFRANCO BINAZZI

ad un monumento onorario o funerario ; sebbene la rudezza dell'ese-
cuzione, piü ancora che il cattivo stato di conservazione, non ne
permetta un inquadramento stilistico, il rilievo richiama senz'altro
uno dei rari rilievi tardo-repubblicani, il cippo (Fig. 3), conservato
al Museo di Isernia, di Attalo servo di Nonio Marco.

Anche questo è diviso in tre ordini dei quali il superiore ed il
mediano sono figurati e l’inferiore presenta un motivo simbolico o
decorativo : tripartizione che di per sé stessa, a nostro avviso, lo
apparenta al rilievo ternano e che forse è da ritenere caratteristica
dei rilievi cosiddetti storici del mondo provinciale nel momento
tardo repubblicano. Anche la corposità data alle figure si ritrova
assai simile in entrambi, per quanto il rilievo di Isernia, il quale
d’altra parte presenta una notevole risonanza di schemi classici, mo-
stri una maggiore articolazione dei particolari.

Indubbiamente il rilievo ternano configura un episodio di vita
pubblica, è, cioè, quello che si usa chiamare un rilievo storico.

Le figure sorreggenti l’asta possono essere interpretate come sol-
dati, nel qual caso la scena avrebbe un carattere militare : è tuttavia
da sottolineare la circostanza che, a prescindere dalla «lancia », nes-
sun altro particolare di costume rivela il carattere militare delle fi-
gure; semmai la lunga veste potrebbe far pensare ad un costume
locale, d’altronde non documentato altrove.

GIANFRANCO BINAZZI

BIBLIOGRAFIA

(1) A. FINETTI, Preistoria e Protostoria a Terni, Terni, 1975, pp. 28-29.

(2) L. LANZI, Notizie degli scavi di antichità, 1901, pp. 176-181.

(3) R. BrANcHI BANDINELLI - A. GiULIANO, Etruschi e Italici prima del do-
minio di Roma, Milano, 1973, pp. 340-341.
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Sulla * Decollatio Sancti Iohannis
Daptistae ,, del passionario perugino
(Perugia, Biblioteca Capitolare, ms. 40)

Il merito di avere richiamata l’attenzione, negli ultimi decenni,
sul passionario perugino, contenuto nel codice 40 della Biblioteca
Capitolare, è di Aldo Brunacci, che nel 1948 lo usò in uno studio
sul culto di S. Rufino di Assisi 9». Successivamente padre Baudouin
de Gaiffier, facendo propria l'attenzione del Brunacci, ha collocato
il passionario — sia pure dopo un rapido esame sul microfilm —
nel quadro di un'indagine complessiva sui santi e leggendari umbri,
letta nel 1964 a Gubbio ». Ma il bollandista non trova nel passio-
nario particolari motivi d'interesse agiografico, cosi che nel 1965
il Brunacci ritiene di doverne sottolineare l'importanza per lo studio
del culto dei santi locali ;;per alcuni anzi, allo stato attuale di ri-
cerca, la sola testimonianza si troverebbe nel passionario della Capi-
tolare 9. Anche a questo scopo il Brunacci dà una prima sommaria
descrizione esteriore del manoscritto 9. Qualche anno dopo, nel 1969,
Antonino Caleca, in uno studio sulle miniature dei codici capitolari
(per cui il passionario risulta un testimone della cultura figurativa
beneventano-cassinese in Umbria nella prima metà del secolo xti) 9,
offre una più ampia descrizione del manoscritto : ma nell'elenco dei
testi rimangono ancora varie opere non identificate 9. Cosi il padre
Guy Philippart, rivedendo la tavola del contenuto del Caleca, ha
recentemente proposto una serie di correzioni ?.

Crediamo che il passionario perugino meriti una illustrazione
piü accurata e completa 9, almeno per un esame esauriente dei testi
contenuti e per una definizione dei suoi rapporti con altre raccolte
agiografiche umbre. Per il momento la mia ricerca ha limitato il
proprio oggetto a individuare i testi non ancora identificati e a stu-
diare quelli inediti. La mia attenzione è stata innanzitutto richia-
mata da una Decollatio del Battista.

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204 I DEUG-SU

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Nel codice 40 della Biblioteca capitolare della Cattedrale di Pe-
rugia, del secolo x1 ®, è centenuta una Decollatio Iohannis Baptistae
non identificata dal Caleca e dal Philippart, e che risulta invece
essere un centone da Girolamo e da Beda, secondo il seguente schema.

1) Perugia, pp. 309a, 1l. 17-310b, 1. 28 : « Eodem die decollatio
sancti Iohannis Baptistae. Herodes autem tenuit Iohannem et alli-
gavit eum et posuit in carcerem propter Herodiadem uxorem fratris
sui ... Aliter: postquam a Iudaeis et rege Iudaeorum, prophetae
truncatum est caput, linguam ac vocem apud eos perdidit prophetia.
Iesus transiit ad desertum aecclesiae locum quae virum antea non
habuerat » (= Hieron. In Matth., in PL, 26, coll. 100, B 3-102,
C 11).

2) Perugia, pp. 310b, I. 29-313a, 1. 12: «Et audivit Herodes
rex. Manifestum enim factum est nomen Iesu, et dicebat: quia Io-
hannes Baptista surrexit a mortuis, et propterea operantur virtutes
in illo. Quanta Iudaeorum invidia qui contra dominum malitiae fu-
ror extiterit, et omnibus paene locis Evangelii docemur... Tunc
expurgato a sordibus templo Serapis, ibidem inlata et basilicam
praedicula Serapis in honore sancti Iohannis esse consecratam. Lege
undecimum historiae aecclesiasticae librum » (— Beda, In Marcum,
in Corp. Chr., 120, pp. 506, 691-510, 825) 1».

3) Perugia, pp. 313a, 1. 12-313b, 1. 9: « Matheus vero Marcus
colligitur Iohannem imminente festivitate paschali fuisse decollatum.
Et anno post hunc sequente, cum denuo tempus paschale rediret,
mysterium dominice passionis esse completum ... Ex quo tempore
coepit in eadem civitate beati precursoris decollatio ipso ut arbitra-
mur die, quo caput inventum sive elevatum est celebrari. De quibus
latius in prefato chronicorum libro scriptum reperies » (— Beda,
ibid., pp. 512, 905-513, 934).

La sezione prima del centone corrisponde al commento di Giro-
lamo ai versetti 3-12 del capitolo 14 di Matteo. La sezione seconda
é copia del commento di Beda ai versetti 14-29 del capitolo 6 di
Marco. La sezione terza é ancora da Beda, dal commento al versetto
37 del capitolo 6 con esclusione di alcune prime righe :

Provocat apostolos ad fractionem panis ut illis se non habere testanti-
bus magnitudo signi notior fiat simul insinuans quia cotidie per eos ieiuna
nostra sunt corda pascenda videlicet cum eorum vel exemplis vel litteris ad
amanda caelestia suscitamur. Notandum autem quod hoc miraculum panum
SULLA « DECOLLATIO SANCTI IOHANNIS BAPTISTAE » 205

scripturus evangelista Iohannes praemisit quia proximum esset pascha dies
festus Iudaeorum : Corp. Chr., p. 512, 899-905.

Il centone perugino — va inoltre detto — non è una organica
selezione delle fonti: nelle sezioni bediane sono infatti ripetuti tre
passi della sezione geronimiana. Beda li aveva inseriti alla lettera
nel suo commento, e il centonatore non si accorge di averli già tra-
scritti nella prima sezione. Precisamente :

Perugia, pp. 309a, 1. 19-309b, 1. 9 = pp. 311a, I. 45-311b, 1. 22: « He-
rodes autem tenuit Iohannem et alligavit eum et posuit in carcerem propter
Herodiadem uxorem fratris sui... Et non liceat fratre vivente germano
uxorem illius ducere, mallens periclitari apud regem, quam propter adulatio-
nem esse inmemor preceptorum dei» (= Beda, In Marcum, in Corp. Chr.,
120, pp. 507, 726-508, 743 = Hieron., In Matthaeum, in PL, 26, col. 100,
B 2-C 10).

Perugia, pp. 309b, 1l. 25-310a, 1. 15 = p. 312a, ll. 7-48: «Ergo non
excuso Herodem quod invitus et nolens propter iuramentum homicidium
fecerit... dissimulator enim mentis suae, et artifex homicida tristitiam pre-
ferebat in facie, cum letitiam haberet in mente » (— Beda, op. cit., pp. 508,
763-509, 784 — Hieron., op. cit., col. 101, A 9-C 8).

Perugia, p. 310a, ll. 35-39 = p. 312b, Il. 3-6: «Hoc iuxta litteram
factum sit, nos autem usque hodie cernimus in capite Iohannis prophetae
Iudeos Christum qui caput prophetarum est perdidisse » (— Beda, op. cit.,
p. 509, 789-791 — Hieron., op. cit., col. 102, A 9-13).

Le sole varianti (oltre a quelle dovute a sviste dell'amanuense
e a quelle ortografiche), nei passi ripetuti, si trovano nelle citazioni
bibliche, perché mentre Girolamo segue la narrazione di Matteo,
Beda segue quella di Marco. Nelle sezioni bediane del centone, no-
tiamo tuttavia altri due particolari: il redattore non accoglie la
parte iniziale del commento (a Marco 6,14-16 : lo scambio di opi-
nioni davanti ad Erode), e poi saltando la parte relativa a Marco
6,33-36, perché riguarda ormai l'episodio successivo (la moltiplica-
Zione dei pani), riprende un passo dal commento al versetto 37,
dove Beda osserva che l'episodio della moltiplicazione dei pani av-
viene nel Vangelo di Giovanni in modo diverso che negli altri due
Vangeli di Luca e Marco, e cosi riapre il discorso sul Battista.

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Non é possibile proporre un'ipotesi sull'identità del redattore.
Ma si devono segnalare due scritti di Rabano Mauro sul medesimo

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206 I DEUG-SU

argomento, molto vicini al centone perugino almeno per la comu-
nanza delle fonti. Si tratta del capitolo 14 del Commentarium in
Matthaeum (« Narratur decollatio Joannis Baptistae, cum miraculo
quinque panum, et ambulatione super aquas», etc.) 1), e del ser-
mone 157 («In passione sancti Joannis Baptistae ») 19).

Il capitolo 14 è infatti tratto dal commento di Girolamo a Mat-
teo e di Beda a Marco, in passi che si ritrovano anche nel centone
perugino. Diciamo subito, tuttavia, che il centone-commento di Ra-
bano é ben diverso da quello perugino. Rabano ricuce si alcuni passi
di Girolamo e di Beda, ma li utilizza entro un suo criterio : egli segue
infatti in una serie di passi Girolamo e in altri Beda. Crediamo utile
presentare qui un'analisi delle fonti, anche perché non sempre esat-
tamente indicate dall'editore della Paírologia Latina del Migne.

1) Rabanus, In Matth., in PL, 107, col. 958, C 4-D 6: (dopo
la citazione di Matteo 14, 1-2) « Lucas de his ita scribit... Intelle-
gendum est ergo aut post hanc haesitationem confirmasse eum in
animo suo... ut aut confirmatum eum ex aliorum verbis creden-
tem dixisse accipiamus, aut adhuc sicut Lucas commemorat, haesi-
tantem » (— Beda, In Marcum, in Corp. Chr., 120, p. 507, 712-725).
Beda qui usa alla lettera il De consensu evangelistarum di Agostino
(Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum, 43, p. 196, ll. 12-24 :
«intellegendum est... sicut Lucas commemorat, haesitantem »). Ra-
bano non dipende da quest'ultimo, ma da Beda, perché il riferi-
mento iniziale a Luca è un’aggiunta che Beda fa alla fonte agosti-
niana.

Rabano prosegue con una breve parafrasi delle ultime parole
della citazione da Matteo, poi torna al commento di Beda.

2) Rabanus, col. 958, D 11-15: «Bene omnimode de virtute
resurrectionis senserat... cum carnis adhuc infirmitate gravaren-
tur » (= Beda, op. cit., p. 507, 703-706).

3) Rabanus, coll. 958, D 15-959, A 13: «Sed quanta Iudaeo-
rum invidia... sed furtim esse ablatum credere maluerunt » (=
Beda, op. cit., p. 506, 693-701).

Questi due passi sono attribuiti dall’editore a Rabano, che uti-
lizza invece un passo di Beda operandovi qualche intervento : cioè
lo utilizza solo in parte, inverte l’ordine dei luoghi usati e vi aggiunge
una breve considerazione originale (col. 959, A 13-B 4).

4) Rabanus, col. 959, B 5-D 3: «' Herodes autem tenuit..."
(Matth., 14, 3-5). Vetus narrat historia Philippum maioris Herodis
filium ... ob cuius ardorem etiam Dei praecepta neglexerat » (— SULLA « DECOLLATIO SANCTI IOHANNIS BAPTISTAE ) 207

Hieron., In Matthaeum, in PL, 26, col. 100, B 5-D 1). Ma il pezzo
(col. 959, B 8-C 12: « Vetus narrat historia... praeceptorum Dei »)
si ritrova anche in Beda (op. cit., pp. 507, 729-508, 743) che a sua
volta ricopia alla lettera il commento di Girolamo, come s'é visto a
proposito del centone perugino. ;

5) Rabanus, coll. 959, D 5-960, C 12: « ‘ Die autem natalis..."
(Matth., 14, 6-9). Soli mortalium Herodes et Pharao leguntur diem
natalis sui gaudiis festivis celebrasse... ut in luxurioso impuroque
convivio cruentae epulae deferrentur » (= Beda, op. cit., pp. 508,
745-509, 789). L'ultima parte (col. 960, A 14-C 12: « Non excusatur

. epulae deferrentur ») si ritrova anche in Girolamo, che Beda
trascrive in questo luogo ad eccezione delle prime parole mutate in
forma impersonale (« excusatur » da «excuso »).. È evidente che Ra-
bano ricorre a Beda (non a Girolamo, come vuole l'editore della
PL), pur inserendo una breve considerazione in aggiunta al com-
mento del versetto 6.

6) Rabanus, col. 960, D 1-15: «Legimus in Romana historia
... qui caput prophetarum est, perdidisse » (= Hieron., op. cit.,
coll. 101, C 11-102, A 13). Ma l'ultima parte del passo (col. 960,
D 12-15 : « Hoc iuxta litteram factum sit... qui caput prophetarum
est, perdidisse ») si ritrova anche in Beda (op. cit., p. 509, 791-807),
che la prende, al solito, da Girolamo.

7) Il discorso di Beda prosegue con alcune sue considerazioni
costruite come glossa alla fonte geronimiana. E Rabano lo segue.
Così : coll. 960, D 15-961, B 4: « Aliter, decollatio Ioannis minora-
tionem famae illius, qua Christus a populo credebatur insinuat...
Dominus vero qui vera lux mundi est, eo anni tempore quo dies
crescere incipit, luciflua nobis suae dona nativitatis exhibuit » (—
Beda, op. cit., p. 509, 791-807).

8) Le fonti del passo successivo non sono indicate dall'editore
della Patrologia Latina. Si tratta della parte in cui Rabano inter-
viene sulle fonti piü spesso che in altri luoghi. In un primo mo-
mento egli continua a seguire Beda alla lettera : col. 961, B 8-D 4:
«narrat Iosephus, vinctum loannem in castellum Macherunta ab-
ductum... vel sui vel eiusdem discipuli Ioannes ei renuntiant »
(Beda, op. cit., pp. 509, 809-510, 830). Ma Rabano rende più di-
scorsiva questa fonte con delle aggiunte. Infatti la fonte bediana e
preceduta da un breve passo costruito anche sulla base del commento
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208 I DEUG-SU
Girolamo Rabano

Refert Iosephus in quodam Ara- Hic ergo discipulos et ipsius
biae oppido Ioannem capite trunca- Ioannis et Salvatoris possumus intel-
tum. Et quod sequitur: « Accedentes ligere. Nec praetereundum quod (qui
discipuli eius, tulerunt corpus», et si riporta il passo di Beda: «narrat
ipsius Ioannis, et Salvatoris discipu- Iosephus . ..») (PL, 107, col. 961, B
los possumus intelligere (PL, 26, col. 6-8).

102, A 15-B 4).

9) Tuttavia la costruzione più ampiamente personale appare
dopo un’altra utilizzazione della fonte bediana : coll. 961, D 4-962,
D 13: «Mystice autem Ioannes Domino praecursor legem Veteris Te-
stamenti significare videtur... qui Instrumente Veteri Novum fecit
succedere Testamentum ». In questo lungo passo Rabano si ispira
solo sporadicamente al commento di Girolamo e di Beda (cfr. Hie-
ron., op. cit, col. 102, C 7-11: « Postquam a Iudaeis... non ha-
buerat » e Beda, op. cit., p. 510, 830-854: «sicut Matheus descri-
bit... ne ea quae verbis docent factis impugnent » e pp. 473, 1430-
474, 1440: «O quam felix occupatio... propinquorum aestimatio
pendat»).

Da questa descrizione della struttura e delle fonti del suo com-
mento a Matteo risulta che Rabano ricuce passi di Girolamo e Beda,
ma li utilizza — come si diceva — secondo un suo criterio : infatti
egli non solo vi ricorre senza mai sovrapporli (come invece accade
al centonatore perugino), ma interviene — sia pure modestamente
— sulle sue fonti con proprie considerazioni. Per queste caratteri-
stiche il centone-commento di Rabano è ben diverso da quello pe-
rugino, ed è da escludere che questi possa avere Rabano come suo
modello. Nei due testi sono si presenti le stesse fonti, ma Rabano
è un centonatore di ottimo livello, mentre non lo è il perugino.

Rabano — come s'é detto — dedica anche un sermone alla
Decollatio del Battista: è la 1572 delle Homeliae in Evangelia et
Epistolas, disposte in ordine liturgico ; sermone che è ripreso lette-
ralmente, in tutta la sua lunghezza, dal commento di Beda a Marco :

Rabanus, Hom., 157, in PL, 110, coll. 444, C 9-446, B 2: « Vetus
narrat historia Philippum Herodis maioris filium ... Dominus autem
qui vera lux mundi est, eo anni tempore, quo dies crescere incipit,
luciflua nobis suae dona nativitatis exhibuit... Amen» (— Beda,
In Marcum, ibid., pp. 507, 729-509, 807). E lo stesso che si ritrova
anche nel commento di Girolamo a Matteo, meno l'ultima parte SULLA « DECOLLATIO SANCTI IOHANNIS BAPTISTAE » 209

(coll. 445, D 11-446, A 15: «aliter : Decollatio Ioannis minorationem
famae illius... dona nativitatis exhibuit »), che è di Beda (op. cit.,
p. 509, 791-807). Ora il commento di Beda non è neppure ricordato
dall'editore delle Homeliae di Rabano nella Patrologia Latina.

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Una prima indagine sui rapporti della Decollatio perugina con
altre raccolte agiografiche umbre porta a segnalare la sua vicinanza
con i testi dei passionari spoletini studiati recentemente dal de Gaif-
fier»

Anche qui ritorna il nome di Rabano. Il de Gaiffier, infatti,
segnala come di Rabano Mauro uno dei cinque testi dedicati alla
Decollatio nel passionario I (proveniente da S. Felice di Narco), nel
tom. II, ff. 83'-84" (cui dà il n. 32c) '9 ; e uno dei quattro del pas-
sionario II (proveniente da S. Brizio), ai ff. 168"-179" (nr. 60b) :».
Per il de Gaiffier i testi 32c e 60b corrispondono al sermone n. 157
di Rabano. In realtà i due testi spoletini, l'uno identico all'altro,
sono una semplice copia dal commento di Girolamo a Matteo :

Spoleto: «' Herodes autem tenuit Iohannem ... Non licet tibi habere
eam’ (Matth., 14, 3-4). Vetus narrat hystoria Philippum Herodis maioris
filium... Iesus transiit ad desertum ecclesiae, locumque virum antea non

habuerat » (— Hieron., op. cit., coll. 100, B 3-102, C 11).

E vero che anche Beda ricorre a Girolamo, e Rabano nel suo
sermone segue Beda. Ma non mi pare si possa seguire il de Gaiffier
nell'identificare il testo dei sermoni spoletini con il sermone attri-
buito a Rabano, per due ragioni. Nel testo spoletino manca innanzi-
tutto quell'aggiunta di Beda di cui s'é parlato poco fa, e che Rabano
presenta. Inoltre la Decollatio spoletina segue la fonte geronimiana
più ampiamente di Beda, cioè ne sfrutta anche il commento al ver-
setto 12 (Beda e quindi Rabano si fermano al versetto 11).

I sermoni spoletini corrispondono invece letteralmente alla se-
zione geronimiana del centone perugino. Questo particolare è da
sottolineare, anche perché i due sermoni spoletini sono seguiti, nei
due diversi passionari, cosi come avviene per il centone perugino,
da un altro testo — che il de Gaiffier non identifica —, che è copia
del commento di Beda a Marco : il sermone 32d (ff. 84-85") del pas-
sionario spoletino I, tom. r1 — il sermone 60c (ff. 169-171") del pas-
sionario spoletino II : «* Ut audivit Herodes ... inopinantur virtutes
in illo* (Matth., 14, 6). Quanta Iudaeorum invidia qui contra do-
210 I DEUG-SU

minum malitiae furor extiterit... aut stagno proximo (sic) eius re-
gionis loco (sic) audierunt (sic), quod etiam inde pestres (sic) venire
poterant » (= Beda, op. cit., pp. 506, 691-511, 865) 19. Il commento
di Beda nei sermoni spoletini corrisponde dunque alle sezioni be- :
diane 2 e 3 del centone perugino, eccetto la parte finale 1”).

Non è possibile, solo da questa sezione, stabilire rapporti più
precisi tra i tre passionari perugino e spoletini, ma la corrispondenza
andrà segnalata (come anche andrà notata una diversità). Deriva-
zione indipendente, per il perugino e i due spoletini, da un unico
modello ?

La diversità sta nel fatto che i sermoni 32d e 60c di Spoleto
corrispondono sì, come avviene per il testo perugino (sezione 2:
pp. 310b, 1. 29-313a, 1. 12), a Beda, ma, mentre quest'ultimo si ar-
resta a «historiae ecclesiasticae librum » di Beda (p. 510, 825), per
riprendere, senza segno di omissione, con «Matheus vero» (Beda,
p. 512, 905), i due spoletini non si arrestano, proseguendo nella tra-
scrizione di Beda fino a « pervenire poterant » (Beda, p. 511, 867),
ma qui s'interrompono.

*oCk ok

Esaminiamo altri passionari umbri : Roma, Bibl. Vallic., I del se-
colo x11 (ant. 1170) 19, II del secolo xir '9, VII del secolo XIII-XIV ??,
XII del secolo xi*0, XXIV del secolo x1?) e XXV del secolo
XI-XII 2). Questi passionari provengono dall'abbazia di S. Eutizio
di Norcia : essi furono tra i manoscritti donati da Giacomo Cre-
scenzio, abate commendatario (1570-1638) a S. Filippo Neri *». Tro-
viamo nei passionari norcini numerosi testi dedicati alla Decollatio
(solo i codd. II e XII non contengono la festività della passione
di Giovanni), tra cui in alcuni sono utilizzati Girolamo e Beda.

Uno dei due testi del cod. VII, ff. 240-241” (n° 306 nella de-
scrizione a cura di Anna Maria Giorgetti Vichi e Sergio Mottironi),
‘corrisponde al commento di Girolamo a Matteo : « © In illo tempore
... Virtus operantur in eo’ (Matth., 14, 1-2). Quidam ecclesiastico-
rum, interpretum causas querit, quare Herodes ista sit suspicatus . . .
Iesus transiit in desertum ecclesie locum que virum antea non ha-
buerat » (= Hieron., op. cit., coll. 100, A 5-102, C 11) 5). Lo stesso
commento di Girolamo si ritrova anche in uno dei sei testi del cod.
: XXV (collocati in due diversi gruppi dedicati In Decollatione) 3%,
AZ ff. 106"-107* (n° 128) : «' In illo tempore . . . virtus operantur in eo '
di (Matth., 14, 1-2). Quidam ecclesiasticorum interpretum causus que-
SULLA « DECOLLATIO SANCTI IOHANNIS BAPTISTAE »

211

rit... et postes credentium sanguinae respergendi » (= Hieron.,
op. cit., coll. 100, A 5-102, B 14) 2”. Il testo del cod. XXV è, rispetto
a quello del cod. VII, meno esteso di qualche frase («Sive ideo re-
cessit... virum ante non habuerat»: Hlieron., Opicit:; col. 102;
B 14-C 11).

Facendo ora un confronto con il centone perugino, i testi nor-
cini corrispondono alla sezione geronimiana del perugino con va-
rianti poco rilevanti: nel testo perugino è escluso il commento di
Girolamo ai primi due versetti del capitolo 14 di Matteo, da cui
invece i norcini cominciano. Un'altra variante si trova nella parte
finale, rispetto al testo del codice vallicelliano XXV (n° 128), cioè
quello più breve dei due testi norcini, perché anche la sezione gero-
nimiana del centone perugino termina con « virum ante non habue-
rat » (Hieron., col. 102, C 11), come avviene nell’altro testo nor-
cino, quello più esteso (cod. vir, n° 306).

Uno dei due testi dedicati alla Decollatio nel codice vallicelliano
I, ai ff. 255'-258" (n° 100), corrisponde al sermone di Beda In De-
collatione : « Natalis fratres karissimi beati Iohannis diem ... ad cae-
los Iesus Christus dominus noster qui... Amen» (— Beda, Hom.,
XXIII homeliarum evangelii libri II, in Corp. Christ., 122, pp. 349-
397) *9. Il sermone di Beda si ritrova anche in due dei sei testi (uno
in ciascuno dei due gruppi In Decollatione) del codice vallicelliano
xxv, ai ff. 107-109" (n° 129) *» e ai ff. 2927-293" (n° 251) »».

Mentre é da segnalare una prossimità tra la sezione geroni-
miana del passionario perugino e i testi di S. Eutizio, non lo si puó
affermare per le sezioni bediane dello stesso centone.

*ock ok

. Dovremmo esaminare gli altri passionari che secondo il Gar-
rison ®) e il de Gaiffier *» sono di origine umbra o che con l'Umbria
possono essere posti in rapporto. Solo i due passionari, tra quelli
segnalati, è presente la Decollatio. Ma si tratta di testo diverso dal
centone perugino :

1) Firenze, Bibl. Laurenz, Amiat., II, del secolo xr» f. 26475, 1, 19-vb,
l. 30 (cui il Bandini dà il n° 122)*) (= Beda, In Marcum, in Corp. Christ.,
120, pp. 507, 726-509, 809) e ff. 264Y5, 1. 31-267°>, 1. 30 (n° 123): Rela-
lio de inventione et translatione capitis Beati Iohannis Baptistae 35).

2) Napoli, Bibl. Naz., VIII, B, 2 del secolo x1 3°), ff. 1607-161Y (S BEHIS
4293: Translatio capitis Angeriacum) *?.
212 I DEUG-SU

Possiamo aggiungere che uno spoglio, ancora rapido e dunque
provvisorio, condotto negli «Analecta Bollandiana», ha dato un ri-
sultato estremamente circoscritto.

1) Milano, Bibl. Ambr., E 84 inf. del secolo xir, ff. 189Y-190" (n° 67):
In decollatione sancti Iohannis Baptistae (= Acta Sanctorum, lun, t. 4,
p. 694, nn. 13-5: desunto dal racconto di Giuseppe Flavio. Ma nel co-
dice è inserito anche qualche riferimento biblico) *9.

2) Milano, Bibl. Ambr., E 55 inf. del secolo xr, f. 103" : identico con
il cod., E 84 inf., n° 67 :»,

3) München, Bayer, Statsb. Clm., 22243, f. 30"Y : In decollatione S.
Iohannis Baptistae (dalle Antiquitates di Flavio Giuseppe e dalle narrazioni
bibliche) ‘°).

4) Rouen, Bibl. Publ., U. 32 del secolo xir, ff. 1067-108": In decol-
latione S. Iohannis Baptistae (= BHL, 4297: Translatio) *).

5) Bruxelles, Société des Boll 14 dei secoli x e xt, f. 40" : De pas-
sione S. Iohannis Baptistae: « Beatus igitur Iohannes Baptista dum praedi-
caret Iudaeos...pluresque per memoriam et vitae illius doctrinam ad fi-
dem Christi confluerent, et Domino gratias de suis beneficiis multo latius
agerent, qui vivit et regnat...» (Cfr. Catalogus Codicum Hagiographicorum
Bibliothecae Regiae Bruxellensis, 11, Bruxell, 1889, pp. 40, 69» e 360, 439) 12),

6) Napoli, Bibl. Naz, xv. AA, 13 del secolo xir, ff. 189Y-7191T : In
decollatione S. Iohannis Baptistae (= BHL, 4293: Translatio capitis Ange-
riaricum) *».

7) Würzburg, Bibl. Univ., MP. TH. Q. 15 dei secoli rx, xii e xv, ff.
148Y-150" : De passione S. Iohannis Baptistae *9..

8) Würzburg, Bibl. Univ., MCH. F. 121 del secolo xv, ff. 246Y-247" :
Decollatio Iohannis Baptistae 45).

9) Bologna, Bibl. Univ., 1473 del secolo xir, ff. 1577-1597: De de-
collatione S. Iohannis Baptistae (= BHL, 4296 : Inventio) *9..

A. questi vanno aggiunti il Magnum legendarium Austriacum *?, il Ma-
gnum legendarium Bodecense *9 e il Legendarium di Pietro Calò 49).

*ock ck

Nei vari omiliari medievali studiati da Réginald Grégoire 59,
notiamo tre testi dedicati alla Decollatio nell'omiliario di Paolo Dia-
cono 5). Anche questi sono ugualmente estranei al centone perugino.

Ma il controllo dei passionari toscani, sia pur limitato solo ad
alcune sezioni, risulta più proficuo. Possiamo infatti accostare al
centone perugino due passionari vallombrosani, i codici di Firenze,
Bibl. Laurenz., Conventi Soppressi 230 del secolo ximn-xiv *? e 300
del secolo xIri 59. Nel gruppo di sermoni In decollatione del lauren-

| emmmamucauenuy x ESTO ERU | emmmausmar ax 7237-811;

SULLA « DECOLLATIO SANCTI IOHANNIS BAPTISTAE ) 213

ziano C.S. 300 è presente un sermone (f. 328”>-"®) che corrisponde,
con qualche lieve variante, alla parte bediana del centone perugino :
vi si nota l'omissione della medesima parte del commento di Beda
(pp. 510, 825-512, 905). La stessa costruzione si trova anche nel ser-
mone del laurenziano C.S. 230, dedicato alla festa dell'Inventio: ca-
pitis Iohannis Baptistae (f. 1637-Y") ma vi manca, rispetto alla
parte bediana del centone perugino, una sezione iniziale :

Beda, pp. 506, 691-510, 825 e pp. 512, 905-513, 934.
Beda, pp. 509, 809-510, 825 e pp. 512, 905-513, 934.

Cod. perugino :

Cod. laurenziano :

Oltre queste due esclusioni sono da notare altri due punti di
diversità nella tradizione dei testi. Il primo riguarda la parte ini-
ziale della seconda sezione bediana (sezione 3 del centone perugino) :

Beda

Notandum au-
tem quod hoc mi-
raculum panum
scripturus evan-
gelista Iohannes
praemisit quia
proximum esset

, pascha dies festus

Iudaeorum — Ma-
theus vero et Mar-
cus hoc interfecto
Iohanne continuo
factum esse com-
memorant. Unde
colligitur Iohan-
nem imminente
eadem festivitate
paschali fuisse de-
collatum et anno
post hunc sequen-
te cum denuo tem-
pus paschale redi-
ret mysterium do-
minicae passionis
esse completum
(Corp. Christ.,
120, p. 512, 903-
910).

2

Perugia

Matheus vero
Marcus colligitur
Iohannem immi-
nente festivitate
paschali fuisse de-
collatum. Et anno
post hunc sequen-
te cum denuo
tempus paschale
rediret, myste-
rium dominice
passionis esse
completum (p.
313a, ll. 12-15).

Laur. C.S. 300

Notandum au-
tem quod hoc mi-

raculum panu
scripturus evan-
gelista — Iohannes
premisit, quia

proximum esse
pascha diem fe-
tus Iudeorum.
Matheus vero et
Marcus hoc inter-
fecto Iohannes
continuo factum
esse commemo-
rant. Unde colli-
gitur Iohannem
imminentem ea-
dem festivitatem
paschali fuisse
decollatum et
anno post hunc
sequente cum
denuo tempus
pascale — reddiret
mysterium domi-
nicae passionis
esse completum
(f. 32875, 11.16-29).

Laur. C.S. 230

Matheus vero
Marcus hoc, inter-
fecto Iohanne
continuo factum
esse |. commemo-
rat. Unde colli-
gitur Iohannem
imminente eadem
festivitate pascha-
li fuisse decolla-
tum et anno post
hunc sequente
cum denuo tem-
pus paschale re-
diret mysterium
dominicae passio-
nis esse comple-
tum (ff. 163", 1,
34-163*", 1. 7).
put "uS

im ir amio to utt arto a gm. ms e M rte in n m non sions E s RD arem rsen i Po »

214 I DEUG-SU

Notiamo che l'avvio nel perugino è corrotto per l'omissione
dopo « Marcus » di «hoc interfecto Iohanne continuo factum esse
commemorant. Unde ». Inoltre vi mancano le prime righe rispetto la
commento di Beda e al codice laurenziano C.S. 300, ma quest'omis-
sione non si può con certezza imputare ad errore del copista pe-
rugino o ad una intenzione del centonatore. La stessa caratteristica
tuttavia si trova anche nel codice laurenziano C.S. 230. Si puó quindi
supporre che esistano due tradizioni, una testimoniata dal codice
laurenziano C.S. 300, l'altra (senza la frase « Notandum autem...
pascha dies festus Iudaeorum ») dal laurenziano C.S. 230 e, con
maggiori corruttele, dal perugino.

Mock ck

Possiamo valutare il centone del passionario di Perugia, per il
suo contenuto spirituale e dottrinale, solo come una semplice appo-
sizione di due diversi valori, quelli di Girolamo e di Beda.

Il commento di Girolamo ai versetti di Matteo sulla passione
di Giovanni il Battista si attiene strettamente ai fatti narrati dal-
l'Evangelista. Il carattere storico delle sue considerazioni è maggior-
mente accentuato dalle fonti utilizzate.

Vetus narrat historia, Philippum Herodis maioris filium (sub quo Do-
minus fugit in Aegiptum), fratrem huius Herodis, sub quo passus est Christus,
duxisse uxorem Herodiadem filiam Aretae regis ; postea vero socerum eius,
exortis quibusdam contra generum simultatibus, tulisse filiam suam, et in
dolorem prioris mariti, Herodis inimici eius nuptiis copulasse *? ; « Contri-
status est rex». Consuetudinis Scripturarum est, ut opinionem multorum
sic narret historicus, quomodo eo tempore ab omnibus credebatur 5? ; Legi-
mus in Romana historia Flaminium ducem Romanum, quod accumbenti
iuxta meretriculae latus quae nunquam se vidisse diceret hominem decolla-
tum, assensus sit ut reus quidam capitalis criminis in convivio truncaretur,
a censoribus pulsum curia, quod epulas sanguini miscuerit, et mortem, quam-
vis noxii hominis, in alterius delicias praestiterit, ut libido et homicidium
pariter miscerentur 5°) ; Refert Iosephus in quodam Arabiae oppido Ioannem
capite truncatum °?).

Troviamo qui frequenti riferimenti a Giuseppe Flavio.

L'« Historicus » è lui, la « Vetus historia» le sue Antiquitates.
E Giuseppe Flavio (nato circa il 37-38 d.C.) a raccogliere testimo-
nianze piü dirette sulla passione del Battista. E Girolamo se ne
serve, sviluppando cosi il senso letterale del suo interesse esegetico, SULLA « DECOLLATIO SANCTI IOHANNIS BAPTISTAE « 215

cui per altro concorrono le stesse narrazioni bibliche. Cosi egli in-
terpreta le reazioni psicologiche di Erode di fronte alla richiesta, di
Salomé, la sua espressione di disappunto, come un adeguamento
puramente esteriore alla situazione: « Ego non excuso Herodem,
quod invitus et nolens propter iuramentum homicidium fecerit, qui
ad hoc forte iuravit, ut futurae occisioni machinas praepararet » 59).

Allo stesso modo, poco piü sotto, quando deve descrivere come
«contristatus est rex » *9 : « Consuetudinis Scripturarum est, ut opi-
nionem multorum sic narret historicus quomodo eo tempore ab omni-
bus credebatur. Sicut Ioseph ab ipsa quoque Maria appellabatur
pater Iesu (Luc., 2, 48), ita et nunc Herodes dicitur contristatus,
quia hoc discumbentes putabant. Dissimulator enim mentis suae et
artifex homicidii, tristitiam praeferebat in facie, cum laetitiam ha-
beret in mente » *». Dunque nella descrizione dell'atteggiamento di
Erode non si può riconoscere un sincero sentimento, perché si tratta
semplicemente di un modo di riportare l'opinione generale, modo che
Girolamo chiama nell’Adversus Helvidium «vera lex historiae» *).

Per valutare questa posizione geronimiana, é utile un confronto
con l'interpretazione di Agostino. Nei due sermoni 307 e 308 In
decollatione beati Ioannis Baptistae ©, egli intende la tristezza di
Erode come il riconoscimento della virtü di Giovanni. Questa in-
terpretazione emerge dal tema centrale, condotto con un evidente
interesse speculativo, sul peccato di giuramento. (I due sermoni co-
stituiscono un unico discorso). Una prima considerazione di Agostino
riguarda l'« odium veritatis » ©) di Erodiade che finisce per coinvol-
gere Erode nel peccato di giuramento : é su ció che si concentrano i
sermoni per analizzare alcuni aspetti della condizione dell'uomo come
peccatore, giungendo alla definizione di « mala conditio » %).

L'interpretazione positiva riguardo all'Erode « contristatus » ser-
ve ad Agostino per mettere in rilievo come ogni circostanza legata al
giuramento verta unicamente sul peccato: l'attimo di verità che
Agostino concede ad Erode non produce alcun frutto, ma si smar-
risce in una situazione che conduce inevitabilmente al peccato. In
tal modo Agostino delinea la « mala conditio » dell'uomo. L'interpre-
tazione di Agostino é dunque di interesse prevalentemente specula-
tivo, diversa dall’interesse storico di Girolamo.

Girolamo, anche quando passa al senso allegorico, lo fa con
grande attenzione filologica. Se l'uccisione del Battista letteralmente
significa avere in possesso la lingua del profeta, misticamente com-
porta il distacco degli Ebrei da Cristo ; e se Costui poi «secessit »

TANI ipu. a, dcus wen c Wt Sls, uen n di
216 I DEUG-SU

(non «fugit ») nel deserto, non puó che voler dire l'inizio del nuovo
popolo, la Chiesa :

Quanto sceleratior Herodes et Herodias ac puella, quae saltavit, in
pretium sanguinis caput postulat prophetae, ut habeat in potestate linguam,
quae illicitas nuptias arguebat. Hoc iuxta litteram factum sit; nos autem
usque hodie cernimus in capite Johannis prophetae Judaeos Christum, qui
caput est prophetarum, perdidisse ®) ; Eleganter quoque evangelista non ait,
fugit in locum desertum, sed secessit, ut persecutores vitaverit magis quam
timuerit. Aliter: Posquam a Judaeis et rege Judaeorum prophetae trunca-
tum est caput, et linguam ac vocem apud eos perdidit prophetia, Jesus tran-
sit in desertum Ecciesiae locum, quae virum ante non habuerat *9,

Beda segue fondamentalmente la linea di Girolamo, ma la porta
ad un ulteriore sviluppo. Anche Beda sfrutta i dati filologici e sto-
rici del testo per le sue considerazioni teologiche.

Nel commento di Beda a Marco — come s'é visto — sono in-
serite con poche varianti due vaste sezioni geronimiane.

Hieron. In Matth., col. 100, B 6-C 10 = Beda, pp. 507, 729-508, 744.
(« Vetus narrat... praeceptorum Dei »)

Hieron., ibid., coll. 101, A 9-102, A 13 = Beda, pp. 508, 763-509, 791.
(« Ego non excuso ... perdidisse »)

Il primo passo di Beda corrisponde alla parte iniziale in cui
Girolamo ricorre alle Antiquitates di Giuseppe Flavio. Nel secondo
(omesso il riferimento di Girolamo alla Romana Historia), vi sono
raccolte, del commento di Girolamo, le considerazioni sull’atteggia-
mento di Erode ©), di cui abbiamo già parlato. Ma Beda utilizza anche
altre fonti storiche, quali la versione latina della Historia ecclesiastica
di Eusebio di Cesarea, il Chronicon Marcellini e alcuni documenti
liturgici. In queste sezioni Beda si esprime indipendentemente da
Girolamo *9.

L’utilizzazione della Historia di Eusebio riguarda le vicende
della sepoltura e dei resti mortali del Battista, notizie che proven-
gono dal libro xr, cioè dal secondo libro aggiunto da Rufino nella
sua traduzione latina dell’opera di Eusebio. Beda poi spiega come
il ricordo liturgico della morte del Battista sia passato al 29 agosto
in quanto è questa la data della seconda «inventio capitis » (la de-
capitazione avvenne nella prossimità della Pasqua). Beda sottolinea,
attraverso il confronto sinottico tra Matteo e Marco, il fatto che la SULLA « DECOLLATIO SANCTI IOHANNIS BAPTISTAE » 217

morte del Battista avviene nella vicinanza della Pasqua come prean-
nuncio della passione di Cristo: « Unde colligitur Iohannem immi-
nente eadem festivitate paschali fuisse decollatum et anno post hunc
sequente cum denuo tempus paschale rediret mysterium dominicae
passionis esse completum » *9. Osserva poi che la Decollatio & ricor-
data il 29 agosto (« quarto Kalendarum Septembrium die ») dai libri
liturgici («in libro sacramentorum natale eius quarto Kalendarum
Septembrium die notatum est et in martyrologio quod Eusebii et
Hieronimi vocabulis insignitum est legitur ») 9, e ne cerca l'origine
nel Chronicon Marcellini ") (utilizzato anche nella sua Historia ec-
clesiastica gentis Anglorum) ?».

Siquidem ut chronica Marcellini comitis testantur tempore Marciani
principis duo monachi orientales venerant adorare in Hierosolimis... idem
praecursor domini praecepit ut... caput suum ibi requirerent et inventum
digno honore reconderent. Quod ibi ab eis inventum et assumptum sed non
multo post culpa incuriae perditum perlatum est Emissam ab aliis... donec
denuo idem Iohannes sese suumque caput ostendit Marcello cuidam religioso
abbati ac presbitero... Ex quo tempore coepit in eadem civitate beati prae-
cursoris decollatio ipso ut arbitramur die quo caput inventum sive elevatum
est celebrari ?),

La fonte del Chronicon Marcellini (del secolo v1) *? è per queste
notizie la greca Historia inventionis capitis S. Ioannis Baptistae co-
nosciuta in Occidente attraverso la traduzione latina di Dionisio il
Piccolo (a Roma negli anni 500-545) *9.

Ma queste fonti storiche servono a Beda per sottolineare il senso
allegorico racchiuso nella morte del Battista ; infatti esse sono uti-
lizzate dopo l'«aggiunta » di Beda alla fonte geronimiana, che è la
parte di maggior valore teologico di tutto il testo :

Decollatio Iohannis minorationem famae illius qua Christus a populo
credebatur insinuat sicut exaltatio in cruce domini salvatoris profectum de-
signabat fidei qua ipse qui prius a turbis propheta esse putabatur dominus
prophetarum et Christus Dei filius a cunctis fidelibus est agnitus. Minutus
ergo capite Iohannes exaltatus est in cruce dominus quia sicut idem Iohannes
ait, illum oportebat crescere Iohannem autem minui 9),

Anche Beda sottolinea la centralità del Cristo, che riassume in
sé e dunque oscura e oblitera il Vecchio Testamento, che pur nel

NARI viuo Pa ATI Ss menu n di 1 " x RI > *
220 I DEUG-SU

s) Ibidem. .

°°) A. PoNCELET, Catalogus codicum hagiographicorum latinorum, in Ana-
lecta Bollandiana, xxx (1911), pp. 150-154. !

87); Ibid. pu-1598;

**) Catalogus codicum hagiographicorum latinorum bibliothecae Ambro-
sianae Mediolanensis, ibid., x1 (1892), p. 315.

1») Jbid;, p. 258. :

‘°) P. ANDREAS, De magno legendario Austriaco, ibid., xvi (1898),
p. 114.

^) A. PoNCELET, Catalogus codicum hagiographicorum latinorum biblio-
thecae Rotomagensis, ibid., xx11 (1904), p. 175.

^) H. MonzTIUS, Catalogus codicum hagiographicorum latinorum biblio-
thecae Bollandianae, ibid., xx1v (1905), p. 433.

**)) Catalogus codicum hagiographicorum bibliothecarum Neapolitanarum,
ibid., xxx (1911), p. 210.

*) Catalogus codicum latinorum bibliothecae universitatis Wirziburgen-
sis, ibid., xxxu (1913), p. 422.

+) Ibid., p. 430.

**) Catalogus codicum hagiographicorum latinorum bibliothecae univer-
sitatis Bononensis, ibid., xLII (1924), p. 336.

*) ANDREAS, De magno legendario Austriaco cit., p. 78. ‘

‘9) H. MonETIUS, De magno legendario Bodecensi, ibid., xxvi1 (1908),
p. 314.

9) A. PoNCELET, Le légendier de Pierre Calò, ibid., xx1x (1910), p. 89.

50) Les homéliaires du Moyen Age. Inventaire et analyse des manuscrits,
Roma 1966 (= Rerum ecclesiasticarum documenta, Series Maior, Fontes v1).

51) Ibid:;\p.-103. (

9) Supplementum ad Catalogum Bibl. Laurent., 111, a cura di Pietro del
Furia, f. 5967,

5) Ibid., ff. 589Y-590'r.

5) PL, 26, col. 100, B6-14.

") PL, 26, col. 101, B9-12.

5*) PL, 26, coll. 101, C11-102, AG.

5) PL, 26, col, 102, A15-B2.

*3) PL, 26, col. 101, A9-12.

59) Matth., 14, 9.

*) PL, 26, col. 101, B9-C1.

$) Questa espressione appare a proposito dell'appellativo con cui
Maria chiama Giuseppe padre di Gesù: «Denique excepto Ioseph, et Eli-
sabeth, et ipsa Maria, paucisque admodum, si quos ab his audisse possumus
aestimare, omnes lesum filium aestimabant Ioseph ; intantum, ut etiam
Evangelistae opinionem vulgi exprimentes, quae vera lex historiae est, pa-
irem eum dixerunt Salvatoris » (PL, 23, col. 197).
le S em di

SULLA « DECOLLATIO SANCTI IOHANNIS BAPTISTAE » 221

*3) Per i sermoni di Agostino si cfr. CvniuLE LAMBOT, Le sermons de
aint Augustin pour les fétes de martyrs, in Analecta Bollandiana, xLvII (1949),
p. 264. I sermoni sono pubblicati nella PL, 38, coll. 1406-1410 sotto il titolo
In decollatione beati Ioannis Baptistae. Ma non è sicuro che essi siano dedicati
alla festività della Decollatio ; il loro titolo si deve ai Maurini. Il Lambot non
condivide il loro parere: « A Carthage, et sans doute aussi à Hippone, la
Décollation de S. Jean Baptiste était commémorée, non le 29 aoít, mais le
27 décembre, en méme temps que le martyre de S. Jacques (cal. Carth.,
vi Kal. ian. sancti Iohannis Baptista et Iacobi apostoli quem Herodes occi-
dit). Ce n'est pas à cette féte que se rapportant les sermons 307 et 308, mais
simplement à la lecture du récit évangélique. Par égard pour la tradition
liturgique, les Mauristes les ont placés, sous le titre In decollatione beati Io-
hannis Baptistae, à la suite des sermons consacrés aux saints du mois d'aoüt »
(p. 264).

8) PL, 38, col. 1406, 8.

84) «Dicit mihi aliquis: Quid ergo debuit facere Herodes? Si dixero,
Non debuit iurare: quis non videat hoc eum non facere debuisse ? Sed non
consulor de homine, utrum iurare debeat ; sed quid facere debeat qui iuravit.
Ipsa est magna deliberatio. Temere iuravit: quis nesciat? Tamen lapsus
est, iuravit. Ecce puella petivit caput sancti Ioannis: quid facere debuit
Herodes? Demus illi consilium. Si dixerimus, Parce Ioanni, ne facias scelus ;
periurium suademus. Si dixerimus, Noli periurare ; ad scelus implendum
provocamus. Mala conditio » (PL, 38, col. 1408, 16-27).

€) PL, 26, col. 102, A6-13.

**) PL, 26, col. 102, C4-11.

67) Beda segue Girolamo anche quando egli considera l'opinione po-
polare come «vera lex historiae », nell'Historia ecclesiastica («vera lex hi-
storiae est, simpliciter ea quae fama vulgante collegimus », in Bede's Eccle-
siastical History of the English People, edd. B. CoLcraveE and R. A. B. Mv-
NORS, Oxford 1969, p. 6) e nell Zn Lucae evangelium expositio (« Neque enim
oblitus evangelista, quod eam de spiritu sancto concepisse et virginem pe-
perisse narravit, sed opinionem vulgi exprimens, quae vera historiae lex
est, patrem Ioseph nuncupat Christi » in Corp. Christ., 120, p. 67, 1908-
1911). Cfr. G. Musca, Il Venerabile Beda, storico dell’ Alto Medioevo, Bari
1973, pp. 125 e 250-251.

*5) Corp. Christ., 120, pp. 509, 809-510, 825 e pp. 512, 905-513, 934.

**) Corp. Christ., 120, p. 512, 906-910.

?°) Corp. Christ., 120, p. 512, 910-913.

7) MGH, Auct. Ant., x1 (1894), pp. 84-85.

39 GIT. iDid., D.:59

°) Corp. Christ., 120, pp. 512, 917-513, 933.

^") MGH, Auct. Ant.; X1 cit., p. 41; E. DEKKERS, Clavis Patrum La-
tinorum, Steenbrugge 1961? (= Sacris erudiri, 11), p. 507.

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1
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|
222 I DEUG-SU

*) DEKKERS, Clavis cit., p. 152.

') Corp. Christ., 120, p. 509, 791-807.

?? Cfr. C. LEONARDI, I! venerabile Beda e la cultura del secolo VIII,
in I problemi dell’Occidente nel secolo VIII. Atti delle Settimane di studio del
Centro italiano di studi sull’alto medioevo, xx, Spoleto, 6-12 aprile 1972,
pp. 603-658.

78) PL, 38, col. 1406, 11-14.

?) Corp. Christ., 122, p. 330, 61-73 (cfr. l'indicazione dell'editore D.
Hurst, in Corp. Christ., 120, p. 509). E indichiamo altri luoghi del sermone
di Beda in cui é innegabile l'ispirazione ad Agostino. Cosi, a proposito dei
versetti 9-10 del capitolo 14 di Matteo («Propter iuramentum... caput
eius in disco »):

Agostino Beda

Cum sanctum Evangelium le-
geretur, crudele spectaculum ante ocu-
los nostros constitutum est, caput
sancti Ioannis in disco, feralis missus
crudelitatis, propter odium verita-
tis (PL, 38, col. 1406, 5-8).

Indignum quidem natali suo rex
spectaculum praebuit, qui convocatis
ad epulas principibus, tribunis ac du-
cibus gentis; spectandum in
disco caput occisi protulit (Corp.
Christ., 122, p. 353, 155-157).

La corrispondenza testuale è piuttosto marginale, ma è evidente che
Beda scrive avendo presente Agostino. Un altro punto d'incontro tra Ago-
stino e Beda si trova.nel commento al versetto 6 (« Die autem natalis...

placuit Herodi ») :

Agostino

Puella saltat, et saevit mater:
et inter delicias et lascivias convivan-
tium [emere iuratur, et impie quod
iuratur, impletur (PL, 38, col. 1406,
8-11).

Beda

Tria pariter impiorum scelera
audimus : celebrationem natalis in-
faustam, saltationem puellae lasci-
vam, iuramentum regis temerarium,
quibus singulis oportet nos, ne talia
geramus, instrui (Corp. Christ., 122,
p. 351, 89-92).

« Tria pariter impiorum scelera » indicano senza dubbio i tre personaggi
che Agostino descrive. Oltre a ció la corrispondenza in alcune parole dimostra

la dipendenza da Agostino.

M rr y PT AER >
TARDE simnciion ra wer

Note di toponomastica assisana '

È ormai noto come la soluzione di problemi toponomastici con-
tribuisca notevolmente alla più ampia conoscenza dei fatti storici,
politici, civili ed economici di una determinata località.

Fu già rilevato «che tra le regioni italiane meno esplorate per
il rispetto toponomastico, figura senza alcun dubbio in testa la re-
gione umbra » 9».

Se sì escludono le interpretazioni, del tutto fantastiche, che gli
autori locali del passato dettero a proposito di toponimi, oronimi ed
idronimi, sulla toponomastica dei singoli comuni umbri si hanno
solo alcuni attendibili accenni da parte degli « addetti ai lavori ».

È sulla scorta di tali dati e di altre considerazioni, che verrò
facendo, che intendo presentare in questa sede un' quadro, se non
proprio completo, almeno abbastanza indicativo, circa la toponoma-
stica del territorio di Assisi.

Cominciamo dalla toponomastica prelatina, alla quale è da far
risalire lo stesso nome di Assisi, che deriverebbe da assa « torrente » 2).

Questo centro umbro sarà poi chiamato Asisium dai Latini,
come è ampiamente attestato, oltre che dalle fonti letterarie, anche
dai numerosi reperti archeologici e dai resti epigrafici ?.

In Properzio, secondo i codici più antichi, è Asis 9, che il Lach-
mann lesse e corresse nella forma genitiva Asisi 9.

Oscillanti furono le prime forme del nome volgare della città
del Subasio. Citeró soltanto la forma iacoponica Asisi 9, quella to-
scana antica Asciesi ?, la dantesca Ascesi 9, oltre alla perugina Ase-
se ® e alle assisane Asisie 1°), Ascisce e Asisii ?».

* I toponimi presi in esame nel presente articolo sono stati desunti
dalle tavolette 111 N.O., r1 N.E., iti S.E. e ui S.O. (Scala di 1:25.000) del
F.° 123 della Carta d'Italia dell'Istituto Geografico Militare di Firenze, non-
ché dalla Carta topografica della città e Comune di Assisi (Scala di 1 : 10.000),
realizzata nel 1970 a cura della Provincia di Perugia, ma non senza vistosis-
simi errori.

Li
224 FRANCESCO SANTUCCI

Da ricollegare a quello che è stato definito « sostrato mediter-
raneo » sono alcuni oronimi del territorio assisano, quali : Mora, fra-
zione collinare, monte Murcie e monte Moro, posti fra Mora e S.
Presto: 14).

Da far risalire allo strato osco-umbro è il toponimo Rùfole,
vocabolo sulla sinistra del rio Vico, fra Tordibetto e S. Martino.
(La f interna, caratteristica fonetica di quella lingua italica, rivela
con certezza l'origine del nome).

La coesistenza di nomi di ceppo linguistico diverso è confor-
tata storicamente dal fatto che proprio nella zona di Assisi la
frontiera fra Etruschi, Umbri e Latini era alquanto « mobile » e
spesso elementi della lingua di un popolo venivano a sovrapporsi a
quelli della lingua di un altro.

L'origine umbra, o almeno caratterizzata da un « prestito etru-
sco in umbro », dovrebbe riscontrarsi in ponte Tòdero, tuttora esi-
stente fra S. Vitale e S. Potente, sull’antica via per Spello e Foligno.
La radice del nome è certamente la stessa di Todi, la cui « forma
antica Tuder è esattamente identica al tuder ‘ confine’ delle Tavole
di Gubbio »: «... un ponte poteva infatti in qualche momento sto-
rico segnare un confine »'9?. Ricordo, tuttavia, che altri vedrebbe
un'origine bizantina nel nome Tòdero '». Entrambe le ipotesi appaio-
no, comunque, stimolanti per considerazioni di carattere storico.

Quanto a Rocca Pàida, posta sul rovescio del Subasio, sotto il
Mortaro, dalla parte di S. Giovanni di Collepino, il nome greco di
questa rocca si spiegherebbe forse con il fatto che essa potrebbe es-
sere stata fondata da abitanti di una città bizantina pugliese 19).

Un importante relitto della toponomastica latina ci è dato dal
nome Pérlici (porta Pérlici, via di porta Pérlici, rione Pèrlici, nella
città alta), nome che, come in altre parti d’Italia — dove è Parla-
scio, Parlasso ecc. — «si riferisce spesso alle rovine di un antico
anfiteatro, più raramente al palazzo della Signoria o del Comune » 19) :
questo è, appunto, il caso di Assisi, che conserva resti di un anfi-
teatro romano proprio in prossimità di porta Pérlici.

Un altro toponimo di sicura origine latina 1? è Vico, fosso o rio
Vico, che scende da Biagiano al fiume Chiascio, e ponte Vico sul
fosso omonimo, nelle cui vicinanze nel Medioevo sorgeva la chiesa
S. Maria Vici.

Assai evidenti sono le tracce della latinità (o della tarda lati-
nità) nelle attestazioni documentarie medievali su Assisi e contado,
che in questa sede non c’interessano molto.

IT I” LET LIES) 7 OSSEE CIR UR SUL s NEUE" ME OMA. op t

e Fasoli ARR mum
t

NOTE DI TOPONOMASTICA ASSISANA 225

Arcaismi lessicali sono da ritenere: S. Maria in Arce (l'attuale
chiesina situata appena fuori dal castello di Rocca S. Angelo), dove
Arx significa «rocca », «altura»; i vocaboli Casalino I e Casalino
II (in frazione Torchiagina), che, insieme con le varie Caselle del
contado derivano il proprio nome da casula « casetta », « capanna »;
Camàina (vocabolo fra Torchiagina e Colonnetta), che dovrebbe de-
rivare dal composto casa-magna, per analogia con altri toponimi
umbri '9 ; Vepre (vocabolo presso Pieve S. Nicolò), che sta a signi-
ficare la presenza di «roveti»; infine il tanto discusso Prestille,
nome di tre poderi situati a sud di Palazzo d’Assisi, che si volle far
derivare dal nome dell’antico lago Plestino'9, ma che, a mio av-
viso, potrebbe derivare da pistrinum « mulino » 2°.

Sono arcaismi morfologici i toponimi : Favelluta *», Fanfaluca,
Fontemaggio, La Cupa (usato, ad esempio, a Tordibetto d’Assisi
— ma anche altrove — col significato di «terreno profondo, inca-
vato»), La Cupaccia, Fosso Cupo, Trebbio «trivio ».

Circa i nomi di origine romana o tardo-romana, oso rilevare
che appare un po’ limitativa l’affermazione del prof. Carlo Bat-
tisti, che, cioè, sarebbero « Rari i prediali latini nella regione colli-
nare di Assisi»). Non pochi sono, in realtà, i toponimi in -anum
della zona che ci interessa : segno di un’intensa colonizzazione ro-
mana.

Sorvolando anche in questo caso su quelli ormai attestati sol-
tanto negli antichi documenti, mi limito a ricordare i nomi ancora
in uso delle seguenti località di collina : Agnano, Ansano, Armenzano,
Bertignano, Biagiano, Correggiano, case e fossi di Fallarano, fosso di
Folcano, Gabbiano, Galgassiano, S. Maria di Lignano, Nociano, No-
cigliano, Nottiano, Paganzano o Palanzano, Picciano, Porziano, Sa-
triano, Vaiano ecc.

Un solo toponimo in -anum ci dà la valle del Chiascio in terri-

torio assisano : quello di Petrignano ®). Nessuno se ne registra nel
fondovalle del Tàbito e dell'Ose; ció si spiega sicuramente con il
fatto che la zona acquitrinosa e paludosa non si prestava ad essere
colonizzata.
. Per quanto concerne l’etimologia suggerita dal Rohlfs :9 per il
toponimo Petrignano, che deriverebbe dai latini Petronius o Petrinius,
dal momento che nelle carte più antiche in nostro possesso si leg-
gono espressioni del tipo in loco qui vocatur Petroniano ?*9, sarei
propenso a vedervi la radice del primo gentilizio piuttosto che del
secondo.

— re "di
FRANCESCO SANTUCCI

Nell'attuale toponomastica rurale assisana si registra ancora un
S. Petrignano, posto a sud di Rivotorto; ma penso che in questo
caso il toponimo derivi non da un gentilizio, bensi dall'antica appar-
tenenza di questo territorio alla chiesa di S. Pietro della Spina.

Per Moiano, porta e fonte situate lungo le mura medievali di
Assisi, nel cui nome molti vollero vedere il ricordo del culto di Gia-
no ?9, il Pellegrini *?, sulla scia dello Schulze 9, suggerisce la deri-
vazione dal gentilizio Amurius, ma non esclude del tutto l'etimo
moie « acquitrino ».

La radice che il Pellegrini propone per i prediali in -anum del
territorio di Assisi da lui considerati sarebbe data dai seguenti gen-
tilizi latini : Armantius per Armenzano, Blasius per Biagiano, Gavius
per Gabbiano, Laenius o Allenius, Alinius o Alinnius per Lignano
(S. Maria di-), Lucinius o Lucilius per Lucignano, Ocilius per
Nocigliano, Mancius per Manciano, Ofius o Aufius per Offiano,
Pacatius per Paganzano, Porcius per Porziano, Rosilius per Rosi-
gliano, Satrius per Satriano ecc. 9.

Derivante da un antroponimo latino credo sia anche il nome
di Beviglie, castello sopra Tordibetto. Nelle antiche carte si trova
spesso, infatti, Bivilii, che sottintende quasi sicuramente i nomi
villa o praedium.

Anche il nome di porta Sementone, nella cinta urbica di Assisi,
potrebbe derivare da un gentilizio, sembrando al Rohlfs che la de-
sinenza -one abbia « una funzione che corrisponde perfettamente al
lat. -anum » ?°).

Nota è l'origine dal nome di una pianta per i toponimi in -eto ?»,
come: Arboreto, Cardeto, Carpineto, Cerreto, Faggeto, Farneto, Fel-
ceto, Capitan Loreto, Noceto, Salceto, Sterpeto, tutti presenti nel con-
tado di Assisi. Diverso è quasi sicuramente l’etimo di Pallareto,
volgarizzamento del termine latino Parietes di origine feudale *».

Per nomi di luogo come Pieve S. Nicolò e Pian della Pieve evi-
dente è l’etimologia dal latino medievale plebs « parrocchia ».

Interessante è il discorso sulla presenza di longobardismi nella
toponomastica assisana. Ricordo, a questo proposito, che lungo il
confine di Assisi, in territorio di Valfabbrica, scorre il rio della Bionda
(derivante da Biunda «terreno recintato »), che il Battisti non ha
presente ??, così come non registra nessun Gualdo della collina assi-
sana ; mentre sono da citare: S. Maria del Gualdo, il Gualdo, Piano
del Gualdo, Gualdo di Sopra, Gualdo di Sotto.

Origine longobarda dovette avere anche il toponimo Morcidaldo, NOTR DI TOPONOMASTICA ASSISANA 227

divenuto Morcidallo per il tipico fenomeno fonetico meridionale di
origine osco-umbra *), che interessa anche l'area assisana : il pas-
saggio frequente, cioè, di -Id- a -Il-.

La presenza di personali longobardi nella toponomastica assi-
sana mi pare possibile, inoltre, nel vocabolo Campiglione, posto sulla
SS. 147, nonché in Poggio Bucaione, presso il cimitero di Petrignano
d'Assisi, oltre che nella valle e nel colle di Morico e nei collinari
Ca’ Giano, Ca’ Violo, Caberta, Cabolco, Calecuccio, Cavenanzo, come
in Palatium filiorum Cambii, l’attuale frazione Palazzo d’Assisi, e
nello scomparso Palatium filiorum Crisci con annessa porta de’ Fi-
decrisci, che sorgeva in prossimità dell'odierna porta S. Francesco 5).

Toponimo di origine longobarda dovrebbe essere pure Valdale,
situato anch’esso sui colli di Assisi.

Da più di un secolo e mezzo è viva la questione dell’interpreta-
zione etimologica di Collepune, volgarmente detto Collepù. Per Gino-
Luigi Martelli *9 è facile scorgere l'aggettivo punicus nella seconda
parte dell'oronimo. Ma se, come appare da molti documenti medie-
vali *», è da leggere Colluponis (composto di Collis Luponis), allora
anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un normale genti-
lizio ?9. i

Di origine gentilizia dovrebbero essere pure i seguenti : Ripe di
Box, ponte dei Galli (ora ponte S. Croce, sul Tescio, l’antico pons
Gallorum), colle del Gallo, presso Petrata, fonte Galletta *9 e fossa
Caroncia, in prossimità di Assisi.

La via francesca, la medievale « via dei francesi » che correva ai
piedi del monte Subasio, deriva il proprio nome dal fatto che col-
legava Roma alla Francia. Lungo quest'importante arteria del Me-
dioevo sorge l'abitato di Romavecchia, presso il santuario di Ri-
votorto. i

Sempre a Rivotorto (che deriva il proprio nome dal vicino tor-
tuoso ruscello detto Rivo-torto) è l’agglomerato di Osteriòla, che ri-
corda l’antica osteria posta sulla strada Assisi-Roma ; la gente del
luogo chiama questa frazione ancora col nome di ‘ Starióla, a testi-
monianza, appunto, della sua derivazione da hostaria, voce del la-
tino medievale.

Col Caprile, piuttosto che dal greco kapros « cinghiale », penso
derivi da caprile « pascolo o stallo per capre » *9),

Alcuni toponimi trovano la loro giustificazione etimologica nella
situazione dialettale, come il fosso dell’Oppico, che scorre incassato

| i
| $
| ì
il ì
| i
d
4
n.
Ì |

TARDE iue ae epr rn te i
228 FRANCESCO SANTUCCI

sui colli di Assisi, in prossimità di Bandita, e che deriva dal volgare
op'co « opaco », luogo, cioè, dove non batte mai il sole.

Lo stesso dicasi per Cerqua Palmata e per Ciaffone, vocaboli
rintracciabili fra S. Maria di Lignano e Pian della Pieve, che ricor-
dano rispettivamente la quercia, detta volgarmente cerqua, e un di-
fetto di pronuncia di qualche antico proprietario *".

Il dialetto è presente anche nel vocabolo fonte Bregno, tra il
Mortaro e Gabbiano, nonché in Casa Bigonza, posta fra Petrata e
Ponte Grande.

Dalla condizione geografica dovrebbero trarre la propria deno-
minazione i vocaboli Pórripe e fosso di Pórripe (dal composto la-
tino post ripas), oltre a Valecchie (anticamente Valleclis), che è si-
tuato in un piccolo avvallamento o ripiano sottostante alla porta del
Sementone.

Tra Valecchie e la suddetta porta è ancora vivo il toponimo
La Battaglia, che ricorda il luogo dove nel Medioevo i giovani di
Assisi si recavano ad armeggiare.

Spesso una località ricorda nella propria denominazione la pre-
senza di cose o animali (almeno di epoche passate) in notevole quan-
tità : sono questi, ad esempio, i toponimi in -aia e in -ara * di fosso
dell’Orsaia (presso Mora) e di Palombara (in più frazioni).

Numerosi sono i nomi di luogo di derivazione santoriale, ma

che sono tutti da considerare, comunque, posteriori al sec. VI 49.
Per quanto riguarda il territorio di Assisi, ci limitiamo a citare:
S. Vitale, che ricorda un santo locale, S. Gregorio, che dovrebbe trarre
denominazione da una chiesetta dedicata ad un prete martire spo-
letino piuttosto che a S. Gregorio Magno '?, Rocca S. Angelo, S.
Martino, S. Tecla, S. Biagio, S. Fortunato, Pieve S. Nicolò, ponte
S. Vittorino, dedicato, quest'ultimo alla venerazione dell'omonimo
vescovo e martire di Assisi.

Varie località sono dedicate alla Vergine: nota, fra tutte, é
S. Maria degli Angeli. Un toponimo ricorda la S.ma Trinità. Non
facilmente identificabili sono santi come S. Presto e S. Potente *9,
che denominano altri due vocaboli dell’assisano.

Di facile interpretazione sono: Colderba (volgarmente detto
Collerba), Fontevena (presso Tordibetto), Fonte l' Abate (sotto l'abba-
zia di S. Benedetto del monte Subasio), fiume Chiascio (dal lat.
Clasium), Mortaro (la dolina sulla vetta del Subasio), Capodacqua,
Ponte Grande, Tordandrea, Tordibetto, Torchiagina (derivante da Chia-
gio, volgarizzamento di Chiascio) e di Fontanelle, presso Rivotorto.

D — a SI" UE: TI (ADIT. uu.

uM NOTE DI TOPONOMASTICA ASSISANA 229

L'attuale Costa Trex in passato era detta Costa Tre Case *9 e in
alcuni documenti medievali compare col nome di Trecasci, Trecchasi,
Trecascio, Trecase ecc. Per Mòsciole viene suggerita l'origine
ebraica *?.

Restano da chiarire le etimologie di altri toponimi, quali : Boc-
cabuto, Coltraticce, Màssera, Sermolla e degli idronimi Ose, Santu-
reggio *9, Tabito e Tescio.

FRANCESCO SANTUCCI

ITI UEM EXTR e E ERE We RE E —reccosmore= - T

NOTE

1) G. B. PELLEGRINI, Osservazioni di toponomastica umbra (Il filone
dei nomi locali prediali), in I dialetti dell’Italia mediana con particolare ri-
guardo alla regione umbra. Atti del v Convegno di Studi Umbri, Perugia
1970, p. 171.

?) G. GrAcoMELLI, Spunti di ricerca per la toponomastica prelatina del-
l’Umbria, in I dialetti dell’Italia mediana, cit., p. 132.

*) Vedi, in proposito, G. Binazzi, Una nuova epigrafe da Asisium, in
« Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria », Lxx11 (1975),
fasc. I, pp. 207-209.

4) S. A. PROPERZIO, IV, I, 125.

*) Cf. A. SALvATORE, La patria di Properzio ed aspetti del paesaggio
umbro nel tardo-antico, in Ricerche sull' Umbria tardo-antica e preromanica.
Atti del 11 Convegno di Studi Umbri, Perugia 1965, pp. 390-391.

*) IAcoPoNE DA Topi, Laude, a cura di F. MANCINI, Bari 1974, pp.
114, 293.

?) Cf. G. Ronrrs, Historische Grammatik der italienischen Sprache und
ihrer Mundarten, Berna 1949-54, par. 49.

*) DANTE ALIGHIERI, Paradiso, x1, 53. Sull'interpretazione etimologica
del toponimo vedi I. BArnELLr, Il canto XI del « Paradiso », in « Nuove let-
ture dantesche », v1 (1973), p. 101.

*) Cf. F. A. Uconmvr, Annali e cronaca di Perugia in volgare dal 1191
al 1336, in « Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia della Università degli
Studi di Perugia », 1 (1963-64), p. 326 ; e F. AGosTINI, Il volgare perugino
negli «Statuti del 1342», in «Studi di filologia italiana», xxvi (1968),
pp. 91-199.

19) Cf. G. G. Dr Costanzo, Disamina degli scrittori e dei monumenti
risguardanti S. Rufino vescovo e martire di Asisi, Assisi 1797, p. 374.

") Cf. F. SANTUCCI, Gli Statuti in volgare trecentesco della Confraternita
dei Disciplinati di S. Lorenzo in Assisi, in « Bollettino della Deputazione di
Storia Patria per l'Umbria », 1xix (1972), fasc. 1, pp. 167, 181.

1) Cf. GIACOMELLI, op. cit., p. 133.

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230 FRANCESCO SANTUCCI

1) Cf. GIACOMELLI, op. cit., p. 141.

^) B. MIGLIORINI, Storia della lingua italiana, Firenze 1966, p. 81.

5) A. FoRTINI, Nova vita di San Francesco, Assisi 1959, 11, p. 430.

16) G. RoHLFS, Studi e ricerche su lingua e dialetti d'Italia, Firenze
1972, pp. 102-103. Per G. B. PELLEGRINI, op. cit., p. 176, il toponimo è «di
etimo discutibile ».

17) Cf. Du CANGE, Glossario della media e infima latinità, viri-x, p. 322.

18) Cf. PELLEGRINI, op. cit., p. 175.

19) Cf. G.-L. MARTELLI, Annibale nell' Umbria e la battaglia di Assisi,
Perugia 1824, pp. 12-15.

2°) Se si accetta l'etimologia da me proposta, cade una delle prove
addotte per dimostrare che lo scontro, verificatosi subito dopo la famosa
battaglia del Trasimeno (anno 217 a. Cr.) tra il cartaginese Annibale e il ro-
mano Centenio (di cui parlano vari storici greci e latini), si sia svolto in questa
zona dell’assisano.

21) Se, come mi parrebbe sostenibile, deriva da favillatica humus (cf.
A. FORCELLINI, Lexicon totius latinitatis, Patavii, 1771, 11, p. 287), Favelluta
significherebbe « terreno simile alla cenere ».

?*) C. BATTISTI, L'elemento longobardo nella toponomastica umbra, in
I dialetti dell’Italia mediana . . . cit., p. 238.

*) Sono note le condizioni di acquitrino della valle del Topino e del
Chiascio fino ai secoli scorsi. Lo dimostrano ancora ampiamente i vari padule
della zona in questione.

*) RoHrrs, Studi e ricerche . . ., cit., pp. 37-38.

85) Cf. FORTINI, op. cit., 111, p. 112.

2) Cf. T. LoccATELLI PaoLUCccI, Del vescovo e martire San Sabino,
Assisi 1883, p. 34.

*?)) PELLEGRINI, Osservazioni di toponomastica umbra . . ., cit., pp. 215-16.

28) W. ScHuLze, Zur Geschichte lateinischer Eigennamen, Berlin 1904.

**) PELLEGRINI, 0p. cit., pp. 192-227.

so) RoHLFSs, Studi e ricerche ..., cit., p. 64.

81) Ibidem, p. 34.

82) Secondo il Du CANGE, Glossarium ad scriptores mediae et infimae
latinitatis, Venetiis 1739, t. v, col. 178, il termine parietes puó significare
anche «feudales redditus, honores, homagia », come risulta dalla « Charta »
di Carlo il Calvo dell'anno 845 per la fondazione del monastero di S. M. de
Alaon. Si tratterebbe, quindi, di un possedimento di tipo feudale.

33) BATTISTI, Op. cit., pp. 241-42.

**) Per quest'aspetto, vedi: V. PisANI, 7l sostrato oscoumbro, in I dia-
letti ..., cit., pp. 149-69.

3 M. RoNcETTI, Un inventario dell'archivio privato della famiglia Mi-
chelotti, in « Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria »,
LXVII (1970), fasc. II, p. 26.

a a e e" ZETA

OSTRA TARA v CN NOTE DI TOPONOMASTICA ASSISANA 231

**)) MARTELLI, 0p. cit., p. 13.

37) Cf. FORTINI, op. cit., 111, p. 133.

23) Ricostruita, così, l'etimologia di Collepune, dopo quanto s'é detto
alla n. 20 per Prestille, non ci sono più prove per ubicare in questa parte del
territorio di Assisi il teatro dello scontro tra Annibale e Centenio.

*9) Interessante è notare, scorrendo i documenti, come questo toponimo
abbia subìto trasformazioni nel corso dei secoli: dalla fonte in Gal decta
(cf. A. FORTINI, op. cit., 111, p. 81), Ingheldecte (ibid.) ed Enghildette (Ar-
chivio Sacro Convento, Assisi, ms. 371, c. 6r) si è passati all’attuale denomi-
nazione.

40) PELLEGRINI, Op. cit., p. 179, n. 34.

41) Nell'odierno dialetto assisano l’agg. ciaffo indica ancora l'incapacità
da parte di una persona di pronunciare esattamente la lettera s. (Chi è ciaffo
dice cióle per « sole »).

4) Cf. RoHLFS, Studi e ricerche ..., cit., pp. 33-34.

45) Ibid: p... 75:

*) Cf. « Atti dell’Accademia Properziana del Subasio », Assisi, vol. III -
(1909-1916), p. 72.

4) A. FORTINI, Assisi nel Medio Evo, Roma 1940, p. 59, dice che in
Assisi «il popolo soleva chiamare senz’altro San Potente » il martire Rufino,
primo vescovo della città.

16) Cf. FORTINI, Nuova vita . .., cit., 111, p. 145.

4?) Cf. L. CANONICI, Mosciole e la sua balia, S. Maria degli Angeli-As-
sisi 1977, pp. 12-13.

4) Se la seconda parte del toponimo (-reggio) derivasse dal lat. radius,
si avrebbe un fenomeno atipico nell’area volgare assisana : il passaggio, cioè,
di a ad è (fatto che è frequente, invece, nel perugino : sèle per « sale », pàne per
«pane » ecc.). Penso, pertanto, che l’idronimo in questione possa essere un
composto degli agg. sanctus e regius (sott. fons): «fonte santo e regale ».
Ricordo, a questo proposito, che santo o santa ricorrono spesso nella topono-
mastica italiana : Acquasanta, Abbasanta ecc. Da non dimenticare, comun-
que, che il toponimo potrebbe avere un'origine vegetale: la santoréggia
é, infatti, un'« Erba odorifera e appetitosa, usata nelle vivande : detta anche
Erba acciuga, Satureja, Savoreggia, ed è la Satureja moniana » (P. FANFANI,
Vocabolario della lingua italiana, rv ed., Firenze 1902).

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Antonio da Pisa
e il suo trattatello sulle vetrate

Appunti, contributi e osservazioni critiche
ad una recente edizione

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4
1

Precorsa da un annuncio pubblicitario corroborato dalla stimo-
lante promessa di una «rigorosa trascrizione paleografica », con il
declinare di settembre è uscita per le stampe l'attesa nuova edizione
del trattatello di Antonio da Pisa sull'arte vetraria ".

Il volumetto, primo di una serie di testi rari, si apre con una
Prefazione (pp. 7-14) del prof. Giuseppe Marchini, che puntualizza
il poco che si sa di Antonio da Pisa, ne passa in rassegna la vicenda
critica, invero assai tenue sia per mancanza di dati precisi sul tempo
e sull'area operativa, che di opere sicure o attribuibili, oltre l'unica
firmata in S. Maria del Fiore a Firenze. Non manca tuttavia di met-
tere in rilievo la «notevole importanza » del trattatello, per essere
«il solo in tutto il Medio evo a darci certi ragguagli tecnici sulla
coloritura del vetro, sulla denominazione e la provenienza delle ma-
terie prime ».

Segue una breve Introduzione (pp. 15-19) dell'attuale editore
scientifico, nella quale si ricordano le «tre edizioni imperfette e in-
complete » e i nomi dei precedenti editori, che si erano cimentati
con il codice, e si ripete apoditticamente il giudizio negativo sul
risultato delle loro fatiche. Viene poi descritto sommariamente il
codicetto e dichiarati i criteri cui ci si è attenuti nel ripubblicare
l'antico testo. Il trattato e le note relative al testo e al procedimento
tecnico della lavorazione del vetro occupano le pp. 23-54, alle quali
fa seguito la Bibliografia della nota introduttiva (pp. 55-56). Le ultime
pagine (59-70) sono riservate ai tre indici: analitico della materia,
dei nomi, e generale.

La realizzazione grafica del volumetto è decorosa, anche se
tradisce una certa preoccupazione di far pagine con un testo piut-
tosto esiguo.

(eni TT A
234 P. GINO ZANOTTI O.F.M. CONV.

Il trattato é ben noto, essendosene avute tre edizioni italiane
nell'arco di un secolo, e una traduzione in tedesco 9, tuttavia una
nuova edizione autonoma, in sincera «rigorosa trascrizione paleogra-
fica », con opportuna indagine sull'area linguistica del dettato, e un
adeguato commento critico e tecnico, sorretto da buona metodologia
era quanto di piü desiderabile ; e pur senza indulgere all'ambizione
del perfetto, che la perfezione in tal genere di lavori è spesso utopi-
stica, se ne sarebbero potuti ottenere risultati ottimi, e tanto più
possibili in quanto il codice risulta unico, di lettura non proibitiva
e di facile accessibilità, da non richiedere quindi lunghi e impegna-
tivi confronti, né fervida e disciplinata fantasia interpretativa, né
trasferte di studio sempre fastidiose.

Purtroppo è quanto non è stato raggiunto con la pubblicazione
in esame, come meglio diremo, e ce ne rincresce per l’occasione man-
cata e per il desiderio legittimo, ma rimasto deluso. Le osservazioni
che verremo formulando saranno limitate al testo della introduzione
e alla rilettura del codice, per offrire a chi legge elementi oggettivi
di conferma, oltre che di critica costruttiva, fatta con intenti di
verità e di chiarezza. Non ometteremo quelle digressioni che ci sem-
breranno utili a un giudizio meno generico e più analitico sulle edi-
zioni, che nel tempo hanno preceduto questa recente.

Antonio da Pisa e il suo trattato.

Affermare che « Antonio da Pisa ha lasciato il suo « trattato »
in Assisi, alla biblioteca francescana del Sacro Convento », come leg-
giamo a p. 15 dell’introduzione, è quanto meno semplicistico, come
è anacronistico invocare la testimonianza di « molti studiosi » (p. 16),
per dedurre una probabile presenza operativa del maestro pisano
nella basilica di Assisi, o ipotizzare, sia pure indirettamente, una
vasta scuola da lui pilotata in zona umbro-toscana, o una scuola
locale umbra a lui facente capo, quando fino ad oggi non è stato
possibile produrre nessuna prova documentaria in tal senso, e quando
dello stesso Bruck, chiamato in causa quasi a sostegno, si riferisce
poi l’affermazione d’impossibili analogie fra l’unica vetrata autografa
fiorentina e quelle assisane.

In ogni caso, più che riesumare opinioni o affermazioni ormai di-
sattese, poco impegnative e insistite di autori vissuti a cavallo del
secolo, ci sembra sarebbe stato più logico far perno sul fatto che WR vata tri

ANTONIO DA PISA E IL SUO TRATTATELLO SULLE VETRATE 235

l'unico documento conosciuto ci attesta un Antonio da Pisa operoso
un buon mezzo secolo dopo che le ultime antiche finestre istoriate
soffondevano di luce perlata la basilica assisana, e che una presenza
del maestro vetriere in Assisi, almeno in linea teorica, veniva a con-
traddire la sua stessa precettistica. Tanto piü se si fosse trattato
non di produrre finestre nuove, ma di riparare quelle fatte da altri ©.

Il Marchini nella prefazione non ha mancato di rilevare queste
cose, ma non pare che il recente editore vi abbia dato il peso neces-
sario.

Benché in apertura del codice si usi il termine « doctrina », il
che potrebbe essere sintomo di non autografia, piü che « trattato »
nel senso classico del termine, parrebbe piü appropriato chiamarlo
«manuale », perché in quel breve scritto non v'é nulla: né lingua,
né organicità di materia, né elaborazione di dottrina, che tradiscano
nell’autore altre preoccupazioni che di trasmettere in maniera ra-
pida, essenziale, e soprattutto guardinga — troppo scoperte al ri-
guardo quelle espressioni: «non dicendum omnibus », «el mio se-
creto », «et questo nol dire con molti altri maestri », «tiello per se-
creto in te » — non altre preoccupazioni, dicevamo, che insegnare la
pratica del mestiere, per trarne « buono profecto et utile e honore ».
Solo raramente c'imbattiamo in espressioni che sottintendono il pro-
posito o lo stimolo di innalzare il mestiere al livello dell'arte.

In definitiva, il codicetto ha tutta l’aria di essere un transunto
o un prontuario di facile consultazione, come anche il formato ta-
scabile potrebbe indiziare, e più che per la presenza di mastro An-
tonio in Assisi, potrebbe giustificarsi con l’assidua frequenza di ar-
tigiani attorno alle grandi vetriere della basilica francescana. L’as-
senza del codice dall’inventario della biblioteca del Sacro Convento
compilato nel 1381, ma con l’aggiunta di 105 manoscritti proseguito
fin verso il 1449 9», sta a dimostrare che a quest'ultima data, il trat-
tatello di mastro Antonio o non era ancora in Assisi, o se già in loco,
doveva conservarsi da qualche artigiano o francescano praticante o
interessato all’arte vetraria. |

Quanto a datazione gli si assegna il sec. xiv ; solo il Marchini
nella sua prefazione lo spinge piü ragionevolmente «tra la fine del
sec. XIv e 1 primi del xv » 9.

Il codice è costituito da un sesterno, con le carte estreme
(12 e 62) in pergamena e cartacee le quattro interne, com'era uso
non infrequente allorché, con l’affermarsi della carta, venivano ri-
servate alla pergamena le posizioni esterne dei fascicoli, per soppor-

A PATTI tem me

i
OC. ina
236 P. GINO ZANOTTI O.F.M. CONV.

tare meglio lo sforzo della cucitura e a protezione del materiale car-
taceo piü fragile e piü sensibile all'usura. Per copertina fu usato
un frammento membranaceo assai più antico (sec. xir), che in scrit-
tura carolina maiuscola e minuscola, riporta le ultime righe della
«tabula » in doppia colonna, e l'inizio del libro dell'Ecclesiastico 9.

Entro la grande lettera capitale (O), larga una buona mezza
pagina del codice originale, e lavorata a fogliame rosso e verde, il
P. Nicola Papini (1751-1834), in una delle sue laboriose permanenze
in Assisi, scrisse : « Secreli per lavorar li vetri secondo la dottrina di
Maestro Antonio da Pisa singolare in tal’ Arie», intitolazione della
quale non é traccia nell'edizione che stiamo esaminando. La seconda
carta della copertina, non foglio di guardia come ivi a pag. 17, è
stata asportata.

Abbiamo già detto che si tratta di un codicetto tascabile, e le
sue dimensioni di mm. 138 x 116 ne danno la conferma. Strano che
il Mazzatinti e il Truffi, che pur dovettero averlo per mano, gli ab-
biano attribuito la misura di mm. 260 x 185, senza avvertire l'er-
rore evidente allo sguardo più superficiale. La misura erronea è
passata indenne nel lavoro del Pezzella, sfuggendo al vaglio di un
pur doveroso controllo, reso agevole dalla lunga, dichiarata « possi-
bilità di studiarlo ripetutamente in loco». Il testo di Maestro An-
tonio occupa 23 pagine del codicetto ; la 248 (c. 12v), in grafia del
sec. Xv1, sembra contenere o un breve prontuario dei prezzi praticati
dal suo possessore, o la minuta di una nota di lavoro eseguito. Man-
cando, come s'é detto, la carta posteriore della copertina, questa
ha dovuto supplirne le funzioni, con il risultato che parte della sua
scrittura è scomparsa, e quella rimasta è molto sbiadita. Tuttavia,
a titolo indicativo, vi si puó leggere : « La invitriata fatta nova spesa

a ragione d'uno fiorino el bracio de moneta vechia . ..? ... 8. L'arme
d'uno bracio con figure...?... scudi. L'arme cum el festone . . .?
La rete a mie spese a ragione . ..? ... el bracio...».

I fogli non portano segni di rigatura, ma solo per gli spazi mar-
ginali, quindi le righe per pagina si susseguono con una certa irre-
golarità, da un minimo di 24 a un massimo di 31 ?. Il testo è di una
unica mano. Non ha titolo nel senso moderno, ma inizia con una
dichiarazione di contenuto e il nome dell'autore. Questa è scritta
in rosso, come l'argomento dei singoli paragrafi; il testo è in nero.
A parte qualche lieve rosicchiatura alla prima carta della copertina,
lo stato di conservazione del codice è buono.
ro TR

ANTONIO DA PISA E IL SUO TRATTATELLO SULLE VETRATE 237

Le precedenti edizioni e quella recente.

Dice il nostro ultimo editore nella sua introduzione (p. 16):
«Del trattato lasciato in Assisi, da Antonio da Pisa, esistono tre
edizioni imperfette ed incomplete ». Al riguardo, perché queste note,
oltre che di critica, risultino un contributo costruttivo, come ab-
biamo l'ambizione che siano, dovremo essere precisi e circostanziati,
anche se correremo il rischio di sembrare inopportuni e ingenerosi.

Veramente strana e curiosa, per non dire scorretta, la storia di
queste successive edizioni — diciamo edizioni, perché parlare di
nuove trascrizioni dopo la prima, che é assai meno imperfetta di
quanto ci si voglia far credere, non sarebbe del tutto esatto — strana
perché il Truffi, secondo editore, muove gravi e pesanti rilievi al
Fratini (-Cristofani), primo meritevole trascrittore, senza gratifi-
carlo d'un benché minimo plauso 9. Il Giusto, terzo editore, rincara
al trascrittore le pesanti riserve del Truffi, e pur senza aver nulla a
ridire sui risultati testuali di quest'ultimo, non lo assolve da errori
prefazionali e «anacronismi che corrono qua e là, quasi ad ogni
pagina » ®. Nel contempo il Giusto perviene a risultati inaccettabili,
e per più di un motivo.

Ed eccoci al prof. Pezzella, ultimo arrivato nell’arengo, il quale
riprende e continua la non simpatica sequenza, riscreditando il Fra-
tini (Cristofani) con le dure parole del Truffi, che a sua volta lo
lascia perplesso, per le « molte lacune », le « omissioni di intere parole
probabilmente oscure all’A.; ... (e la) lettura arbitraria di parole
e di intere frasi ». Ovviamente neanche il Giusto si salva, per averci
dato un «testo incomprensibile alla stragrande parte dei lettori che
non hanno conoscenze paleografiche », e una « pubblicazione alquanto
pesante nella forma e con difetti di trascrizione di intere frasi » 1%,

Dopo questa fastidiosa e ricorrente litania, pareva legittimo at-
tendersi l’approdo ad un risultato, se non perfetto, almeno di tutta
soddisfazione. Ma non è stato così, come vedremo. Prima però di-
ciamo delle edizioni italiane susseguite dal 1882, soffermandoci più
diffusamente sulla prima e sull’ultima.

Edizione del Fratini, 1882. — Questa prima edizione gli è at-
tribuita, perché il volume nel quale è riportata va sotto il suo nome,
scritto a tutte lettere sul frontespizio, ma l’opera, e quindi la tra-
scrizione del codicetto di Antonio da Pisa non gli appartengono, es-

al ” "pur. S. Mant I A di
DOR» a Rl

^ ene ERE O.

238 P. GINO ZANOTTI O.F.M. CONV.

sendone autore lo storico assisano Antonio Cristofani. Per quanto
spiacevole a doversi ripetere e documentare, l'affermazione non é
nuova né recentissima, trovandosene già un primo, generico, di-
screto, ma chiaro accenno in Leto Alessandri, che compilando l'elenco
delle opere del Cristofani a due anni dalla morte, scriveva : « General-
mente quando il biografo ha annoverato di uno scrittore le opere
edite e le inedite ha compiuto il suo ufficio. Ma quanto al Cristofani
la cosa é diversa, e dovrei aggiungere una terza categoria per le
opere di cui tulit alter honores, non poche, né poco pregevoli, fra le
quali una versione in prosa, che é un vero gioiello di lingua. Certi
riguardi peró, facili ad immaginarsi, m'impediscono di far conoscere
al lettore questa terza categoria » 1).

La caduta di ogni riserva e l'esplicitazione di quella che nel-
l'Alessandri si sarebbe potuta ritenere una insinuazione, con un ri-
tardo forse troppo lungo, é venuta finalmente per la penna qualifi-
cata del figlio prof. Giustino Cristofani, che con breve nota sul « Bol-
lettino della R. Deputazione di Storia Patria per l'Umbria », diede
l'elenco delle opere del padre edite sotto altro nome, e a distanza
di altri quindici anni, in forma ancora più succinta, ripeté la stessa
nota sul recto del foglio di guardia dell’opera paterna Le Storie di
Assisi, da lui curata in quarta edizione 12).

Ciò che spiace un pochino in quelle note, scritte con tono asciutto
e di assoluta sincerità, è la mancanza totale di « pezze d’appoggio »,
che forse nessuno avrebbe potuto fornire meglio del figlio, onde par
quasi che al lettore si chieda piena fiducia su affermazioni, che per
essere tanto gravi, avrebbero richiesto di essere esemplarmente do-
cumentate. Altro punto che non ci trova totalmente concordi è
dove si scrive : « A chi chiedesse la ragione per cui il Cristofani ce-
dette ad altri la paternità di lavori di non piccola mole e di cosi
notevole importanza, risponderemo con piena conoscenza di causa
che il duro bisogno fu quello che lo decise. Né per lui puó risultare
a vergogna tale atto che certamente non onora chi per soddisfare la
propria vanità tentó di usurpare il merito altrui ». D'accordissimo
anche noi nel coprire di biasimo senza riserve l’improntitudine di
coloro che usurparono il merito altrui, ma nel caso specifico, non
trattandosi di plagio, ma di patteggiamenti sempre biasimevoli fra
il vero e i falsi autori, non ci sentiamo di assolvere il Cristofani da
quelle proferte o da quei cedimenti, che un più forte carattere e un
più alto sentire di sé gli avrebbero dovuto evitare, anche nell’incal-
zare del «duro bisogno ».

reae pm T Seem

ANTONIO DA PISA E IL SUO TRATTATELLO SULLE VETRATE 239

Fra le opere che Giustino Cristofani attribuisce al padre suo è
anche la Storia della Basilica e del Convento di S. Francesco in Assisi,
edita con il nome del P. Giuseppe Fratini M. C. 19).

Non possediamo l'intero autografo del Cristofani, ma solo un
gruppo di fascicoli, tuttavia cosi precisi da non consentire dubbi
sulla reale paternità di quell'opera '?». Li abbiamo compulsati minu-
ziosamente, con la speranza di trovarvi la trascrizione autografa del
trattatello di Antonio da Pisa, collazionarla con la prima edizione
a stampa e verificare gli appunti che gli sono mossi, ma non siamo
stati fortunati. Tuttavia nessun dubbio che anche quel lavoro non
debba attribuirsi al Cristofani, assiduo e buon lettore di documenti
e codici antichi '?,

Non potendo mettere il codice a confronto con la trascrizione
manoscritta, lo abbiamo fatto con la stampa, che rappresenta la sua
lettura, ricavandone queste osservazioni : il Cristofani-Fratini, primo
ad affrontare quella scrittura, ha letto male una ventina di parole,
alcune delle quali rendono oscuro il senso della frase, mentre le piü
non ostacolano particolarmente la comprensione del testo; nella
stampa mancano tre brevi tratti, ma la loro omissione sembra chia-
ramente doversi al proto e al correttore delle bozze, anziché a impe-
rizia del lettore ('9 ; in tutta la trascrizione è presente l'abile mano
del Cristofani, che con appropriata sostituzione di qualche vocale o
sillaba, ha tentato l'accostamento della parlata popolare alle forme
della buona lingua. Con tutto questo peró ci sembra esagerata, in-
generosa e interessata l'imputazione di errori grossolani, di passi in-
decifrabili e di interpretazioni fantastiche.

Il Cristofani ha omesso la trascrizione delle note aggiuntive
finali.

Edizione del Truffi, 1897. — Offre indubbiamente una miglior
lettura di quella del Cristofani-Fratini. Le abbreviazioni sciolte, ma
scritte in corsivo, la segnalazione delle cancellature, le parole mar-
ginali lasciate in loco, ma con opportuno segno d’inserzione nel testo,
le righe mantenute nella quantità testuale del codice, la necessaria
segnalazione del passaggio di pagina, sono accorgimenti che concor-
rono a rispettare la fisionomia dello scritto originale. Lasciano in-
vece a desiderare la punteggiatura spesso errata, l’accentuazione
troppo scarsa e la fastidiosa rottura delle parole a fine riga, senza
l'opportuno segno di legamento alla riga seguente. i

Ma anche il Truffi, pur dandoci un testo molto più corretto,

ao OC UM RR
240 P. GINO ZANOTTI O.F.M. CONV.

non è riuscito ad evitare alcuni errori di lettura, che cautamente
previsti, avrebbero dovuto rendere piü temperato il giudizio severo
e sbrigativo nei riguardi di chi lo aveva preceduto ??. Nel suo lavoro
però non abbiamo riscontrato le « molte lacune ; omissione di intere
parole, probabilmente oscure all’A.;... lettura arbitraria... di in-
tere frasi», come vorrebbe il Pezzella 18. Quanto a interezza, se
abbiam visto bene, il Truffi ha omesso tre parole, segnalandone la
mancanza con un punto interrogativo, e ha tralasciato il codicillo
finale, che troviamo solo nell’ultimo editore. A essere precisi, dob-
biamo aggiungere che al monogramma iniziale di Gesù ha fatto
seguire la parola « Christus », che nel codice manca.

Edizione del Giusto, 1911. — Il Giusto inserì l’edizione nell’ap-
pendice al suo grosso volume Le vetrate di S. Francesco in Assisi 1%,
qualificandola per inedita, mentre nello stesso volume (p. 37) aveva
già ricordato e censurato le precedenti edizioni del Fratini e del
Truffi. Il volume del Giusto suscitó un risentito intervento polemico
del prof. Giustino Cristofani, che stava già lavorando a quel tema 9.
Ovviamente non mancarono rilievi all'edizione diplomatica del trat-
tatello di Antonio da Pisa. L'intervento del Cristofani iunior fece
scendere in campo il P. G. Golubovich, O.F.M., a difesa del confra-
tello 2). Ma là dove, in riferimento al nostro codice, rivendica al suo
patrocinato come «inedita la pubblicazione del prezioso documento
nella sua forma paleografica e nella sua perfetta interezza ... perché
riuscì il Giusto a leggere anche quelle parole soppresse dal Fratini,
o sostituite con punti interrogativi dal Truffi », il Golubovich si
mostra disinformato e poco convincente, sia perché le omissioni del
Fratini-Cristofani erano state tutte integrate correttamente dal Truffi,
quanto perché dei punti interrogativi del Truffi — sette in tutto —
tre sostituiscono parole omesse per difficoltà di lettura, uno affianca
una parola letta male, mentre gli altri significano più semplicemente
qualche residuo dubbio sull’esattezza della parola trascritta. Neppure
è detto che il Giusto legga correttamente le omissioni del Truffi ;
infatti ove questi ha preferito tacere, come a pag. 32, il Giusto, con
lettura sicuramente erronea, ha visto un impossibile «de scagi »,
mentre lo ha seguito nell'errore a pag. 33, ripetendo «decti» per
« Certi» 9.

Il Giusto nella sua edizione conserva al testo la forma paleo-

grafica, benché costretto a servirsi di segni abbreviativi non sempre

appropriati, con il risultato che, al dire del Bughetti, recensore non

dpa e ir dun m o ntt m i I p m e TETTO? GENIO}. S rire o mee meno a
—B o M

ANTONIO DA PISA E IL SUO TRATTATELLO SULLE VETRATE 241

malevolo, «la lettura ne riuscirà difficilissima a non pochi, e in
qualche punto forse a tutti ». E lo stesso : « Ammiriamo la diligenza
e la pazienza dell’A.; la quale però in questo caso, ci sembra un
lusso, non solo vano, ma anche dannoso » 23).

Dopo esserci permessi anche noi il lusso di dedicare alquanta
pazienza a collazionare minuziosamente con il codice l'edizione del
Giusto, e a mettere questa in parallelo con quella del Truffi, rite-
niamo di poter aggiungere che l'edizione del Giusto e piü scorretta
di quella del Truffi ; che lo scrupolo di un'edizione fedele l'ha por-
tato all'eecesso di legare molte parole, che nel codice sono chiara-
mente e correttamente staccate ; che i segni abbreviativi abbastanza
presenti nella prima parte, mancano quasi totalmente nella seconda,
con risultati, a dir poco fastidiosi; che il pur discusso Truffi gli é
stato presente non meno del codice stesso, tanto da addizionarne
ai propri quasi tutti gli errori, come fucto per trito, del per nel, tiz-
zoni per virgoni, crepulo per creppato, decli per certi, el manto per
el manco ...; che ha inglobato senza soluzione di continuità, nelle
pagine già troppo massive per le contrazioni paleografiche, tutti i
titoli, nel codice puntualmente rubricati; che non ha segnalato il
passaggio delle pagine ; che la punteggiatura è spesso errata e trae
in inganno il lettore ; infine, che ha omesso senza giustificazione di
trascrivere l’aggiunta finale e della stessa mano che ha scritto il
codice, imitando anche in questo chi lo aveva preceduto.

Tralasciamo rilievi minori, perché quanto detto prova a suffi-
cienza che il proposito di riprodurre «il prezioso manoscritto, ma
fedelmente, senza nulla togliere al suo nativo candore, così come uscì
dalla penna del Maestro » 1, è rimasto un traguardo irraggiunto.

Edizione del Pezzella, 1976. — È l’ultima arrivata in ordine di
tempo, ed è quella che ha offerto l’occasione a queste note, che ci
vediamo crescere inopinatamente sottomano.

Abbiamo già detto che nessuna testimonianza documentaria per-
mette di affermare, come è stato fatto, che «tale opera rappresen-
terebbe «l’unica » firmata dal pisano », e che « Antonio da Pisa ha
lasciato il suo «trattato » in Assisi alla biblioteca francescana del
Sacro Convento ». Gli stessi rigidi motivi rendono improponibile oggi
l'ipotesi di una «scuola pilotata da Antonio... nella zona umbro-
toscana ». In merito sorprende la scarsa atterizione prestata alle
puntualizzanti note prefazionali dettate dal Marchini. Dove si elen-
cano le deficienze dei precedenti editori, spiace la ripetizione in-
ge. "TEES

242 P. GINO ZANOTTI O.F.M. CONV.

controllata di addebiti non conformi a verità, come quando si attri-
buisce «lettura arbitraria di parole e di intere frasi» al Truffi, o
«difetti di trascrizione di intere frasi» al Giusto; sempre che il
Pezzella per «intere frasi » non intenda piü semplicemente qualche
parola sparsa??. Senza insistere su inesattezze o imprecisioni de-
scrittive del codice già segnalate *9), nei prodromi alla presente edi-
zione parlare in prima persona di « una interpretazione paleografica
e diplomatica del testo », e aggiungere « abbiamo innanzitutto sciolto
le abbreviazioni ed aggiunta la punteggiatura », quando altri lo ave-
vano già fatto, e da lungo tempo, ci sembra eccessivo. In ogni caso,
per un sempre doveroso riguardo per le altrui fatiche, parlare più
realisticamente di revisione e di controllo avrebbe indicato un atteg-
giamento più modesto e consapevole, tanto più se quella punteggia-
tura sulla quale si ribadisce il proprio intervento ??, responsabilizza
anche per quanto lascia a desiderare. Altrettanto dicasi di quel-
l’« Abbiamo staccato » o «legato » alcune parole secondo le regole
essenziali di ortografia », quando tale operazione è stata condotta in
modo così parziale, difforme, e soprattutto infelice, da rendere fasti-
diosa la:lettura e da mortificare in quel testo popolaresco il residuo
sapore che l'imparenta con la buona lingua **.

Ancora un/'osservazione sui preliminari introduttivi. « Non ab-
biamo ritenuto opportuno trascrivere alcune parole « marginali », poste
come «avviso della materia » e che sono incluse nell'enunciato del
titolo ». Quel caso si verifica una volta, dove si parla della saldatura
delle canne degli organi *9, in tutti gli altri casi, che andavano se-
gnalati sempre, e non una volta sola, non si tratta di «avviso della
materia », ma di autentiche omissioni di testo, che l'amanuense ri-
para trascrivendolo sul margine, con opportuno richiamo al punto
di omissione.

Nel ripresentare il breve trattato di Antonio da Pisa, dato che
era esclusa un’edizione critica — che avrebbe richiesto ben altro
impegno — e che non si tratta di un testo di particolare significato
letterario e concettuale, ma solo pratico, a nostro parere sarebbe
stato molto più opportuno escludere una trascrizione diplomatica,
o quanto meno non realizzarla come è stato fatto, in quanto il testo
offertoci si snoda in un continuo e sgradevole compromesso fra l’« in-
terpretazione paleografica e diplomatica ... la più fedele possibile »
e un ammodernamento, che però non va oltre allo staccare o legare
gli elementi irregolarmente agglutinati o disgiunti, e all’apposizione
della punteggiatura, degli apostrofi e degli accenti.
E

ANTONIO DA PISA E IL SUO TRATTATELLO SULLE VETRATE 243

Tralasciamo osservazioni su altri piccoli nei, che non concor-
rono certo a qualificare i risultati *9. Non possiamo però tacere delle
citazioni, fatte con un criterio che nessuna metodologia corrente
potrebbe ammettere.

Qualche rilievo sull'edizione del trattatello. In presenza di tre
precedenti edizioni italiane, che pur con qualche errore e omissione,
offrivano un testo già letto e riletto, si sarebbe dovuto esibire una
rilettura veramente fedele e corretta. Avendo riscontrato anche l'edi-
zione del Pezzella con il codice, sorvolando sulle cose di minor conto,
trascriviamo in forma schematica le principali divergenze, facendo
riferimento alla pagina dell'edizione in esame, con a fronte quanto
abbiamo letto nel codice.

‘è RP CERE

Edizione del Pezzella Nel codice
(secondo la nostra lettura)

p..23 ... necessariin sta arte... -.. necessari in questa arte...

p. 24 ... veste di rosso o de bifo ... Veste di rosso o de bifo o de
o d'acurro ... verde o d’acurro ...

p. 24 ... come dé stare... ... Come ela-dé stare...

p. 26 ... modo da partire de co- ... modo da partire i colori...
lori 5.

p.29 ... E tiene tucta via... + Bt tene tucta via...

p. 31 ... In che forma de(v)e es- In che forma dé essere...
Sere...

p.32... dai virgont, ... da vergoni...

p. 33 ... che è cocto... ... che cotto... (ch’è cotto)

p. 34 ... Del modo de partimenti Del modo de partimenti de fuo-
che fuore de(l)le fenestre ; re de le fenestre.

p. 36 Et questo vol dire con Et questo nol dire con molti
molti altrj maestrj... altrj maestrj...

p. 39 ... de argento vivo: dram- ... argento vivo, dramma 1 ;
ma L5

p. 42 ... fa um colore da laccha ... fa um colore de laccha...
244

P. GINO ZANOTTI O.F.M. CONV.

bo... vole essere mosti-
cato col ramo...

p. 43 ... hanno el vetro fornace . hanno el vetro nelle fornace de-
desfacto ... sfacto ...

p. 43 A. fare lavorio in sul(l)o A fare lavorio in su lo vetro
vetro rosso. rosso.

p. 43 ... valgli desengando suso in . valgli desengnando suso in que-
questa cera... sta cera...

‘ p. 44 ... et praticando vederaj la . et praticando vederaj la mane-
materia etc. ... ria etc. (la maniera)...

p. 49 La quinta pietra che é La quinta pietra che é buona a
buona a simile mi(ni)ste- simele misterio è la calamita . . .
rio, è una la calamita . ..

p. 50 ... perchè ne(l) melgliore . perchè n’è melgliore mercato
mercato che non è de(l)le che non è de le sopradecte ...
sopradecte . ..

p. 50 ... e quando anco tucte que- . e quando tucte queste ti man-
ste ti mancassoro . . . Cassoro...

p. 52 A. fare che para novo. A. fare che paia novo.

p. 53 ... sì sonno quelle de facte . sì sonno quelle facte de pietra
de pietra macenenga te- macenenga tenera...
nera...

p. 53 Nota che quello piom- Nota che quello piombo . . . vole

essere mesticato col ramo...

Un ultimo appunto riguarda la formulazione di certe note, che
emanano l'ambizione di autenticare un impegno e uno scrupolo, che
però non trovano conferma nel dettato del codice *».

Va dato merito al Pezzella di aver trascritto per primo l'aggiunta
finale in latino, della quale i precedenti editori non hanno creduto
tener conto, e quindi l'hanno omessa. Senza avvertire che in effetti
le ricette sono due, e non una, egli introduce questa appendice con
le parole « Segue una ricetta inedita sulla lavorazione del vetro in-
frangibile », cui fa seguire il testo, preceduto da quello strano titolo
«Nota vitrium infrangibile », che trasferisce erroneamente, antepo-
nendolo anche alla ricetta sulla salagione del formaggio e delle carni,
che evidentemente non hanno nulla a che spartire con il vetro in-
frangibile.

niro tri e Mg — do CT NN a_n
Cea

ANTONIO DA PISA E IL SUO TRATTATELLO SULLE VETRATE 245

Quanto a quel titolo, che nel codice precede la sola ricetta del
vetro infrangibile, va segnalato un intervento correttivo sulla parola
«vitrum », con presenza di una «i» puntata, che ne rende poco
chiara la lettura. Non sussistendo tuttavia dubbi sulla corretta le-
zione della prima e terza parola, pare che il tutto dovrebbe leggetsi :
«Nota. Vitrum infrangibile ».

Concludiamo queste lunghe note con l'auspicio che ci si voglia
attribuire spirito di collaborazione, e non solo animo di censore se-
vero e grintoso. Del resto ci sembrava questa un'occasione quanto
mai propizia e pertinente per convalidare con documenti autentici
e definitivi, la paternità dello storico assisano Antonio Cristofani,
almeno su alcune delle opere edite e conosciute sotto altri nomi.
La nostra non é stata una scoperta, come non abbiamo mancato di
rilevare, perché la notizia era risaputa e sussurrata, ma sempre
con quella cautela che impone un'affermazione non ancora sorretta
da prove sicure.

La riedizione del trattatello di Antonio da Pisa, specialmente
rispetto al testo del Truffi, non offre risultati nuovi, mentre nuova
è la notazione tecnica di cui il testo è stato corredato, che lo renderà
molto utile a coloro che avranno interesse all'approfondimento della
materia. Utile anche perché ripropone all’attenzione e alle possibilità

‘ di tanti un trattato, che non ha mai avuto un’edizione autonoma,

e che pur inserito in altre opere, manca dal mercato librario da oltre
mezzo secolo.

P. Gino ZANOTTI, O.F.M. Conv.

NOTE

1) SALVATORE PEZZELLA, Il trattato di Antonio da Pisa sulla fabbrica-
zione delle vetrate artistiche (secolo XIV). Prefazione di Giuseppe Marchini.
(Antiqua. Collezione di testi rari, 1). Perugia, Umbria Editrice, 1976. In
8°, pp. 70, tav. 4 f. t. L. 3.500.

3?) GiusePPE FRATINI, M. C., Storia della Basilica e del Convento di S.
Francesco in Assisi, Prato, Ranieri-Guasti, 1882, pp. 213-234 ; Un trattato
del Trecento dell'Arte di dipingere su vetro. (Biblioteca del Convento di S.
Francesco in Assisi). Con prefazione e a cura del Dottor RiccARDO TRUFFI
(Estratto dal « Raffaello »). Urbino, Arduini Melchiorre, 1897, pp. 42 ; EGIDIO
M. Giusto, Le vetrate di S. Francesco in Assisi. Studio storico-iconografico,
Milano, Alfieri e Lacroix (1911), pp. 317-329; R. Bruck, Der tractat des
Meisters Antonio von Pisa über die. Glasmalerei, in «Repertorium für
Kunstwissenschaft » xxv, (1902), pp. 240-269.

4

PEE LL rr Pedal ge n ar t t
246 P. GINO ZANOTTI O.F.M. CONV.

3) Pure gratuita e destituita di ogni fondamento é l'affermazione del
Bracaloni, che vorrebbe Mastro Antonio da Pisa frate francescano. Cfr. LEONE
BRACALONI, 0.F.M., L'arte francescana nella vita e nella storia di settecento
anni, Todi, Tip. Tuderte, 1924, pp. 107-8. Ivi, a p. 108, nt. 1, il Bracaloni
ascrive erroneamente la prima edizione del trattato di mastro Antonio da
Pisa al p. N. Papini, anziché al p. G. Fratini.

4) Inventario dell'antica biblioteca del S. Convento di S. Francesco in
Assisi compilato nel 1381. Pubblicato con note illustrative e con raffronto ai
codici esistenti nella Comunale della stessa città dal Bibliotecario Leto Ales-
sandri, Assisi, 1906.

5) FRATINI, Storia della Basilica..., op. cit., p. 213: «intorno alla
metà del secolo xiv »; G. MazzarINTI, Inventari dei manoscritti delle biblio-
teche d'Italia. Assisi, Biblioteca del Convento di S. Francesco, Forli, 1894,
vol. 1v, pp. 135-36 : «sec. xIv » ; TRUFFI, Un trattato del Trecento . . ., op. cit.,
p. 17: «seconda metà del secolo xiv ».

*) E infatti ben leggibile sulla destra della copertina frammentata :

« cxxv. Oratio hiesu filii syrach. CXXVI. (...)
EXPLLCIUNT GCAPITU-(...)
LIB HLESUEFXILC...)

La numerazione dei capitoli e le lettere maiuscole sono in rosso. Poi,
con bella e grande lettera capitale, segue l'inizio del libro dell'Ecclesiastico
in minuscola carolina :

mnis sapi(entia a Domino Deo)
O - est. et cum (illo fuit semper)

7?) A pag. 18 leggiamo: «Ciascuna pagina consta di circa 29 righe ».
Sarebbe stato più esatto fissare l’approssimazione sui numeri 28 o 26, perché
contro 3 sole pagine con 29 righe, ne abbiamo rispettivamente 7 con 28 e 26.

8) TRUFFI, op. cit., p. 18.

*) GIUSTO, op. cit., p. 37.

10) PEZZELLA, 0p. cit., pp. 16, 17.

1) (LETO ALESSANDRI) Della vita e degli scritti di Antonio Cristofani.
Commentario edito per cura dell’ Accademia Properziana di Assisi, Foligno,
1885, p. 364.

12) GIUSTINO CRISTOFANI, Rivendicazione di alcune opere di Antonio
Cristofani, in « Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria »,
XLI (1944), 235-237; G. CRISTOFANI, Opere di Antonio Cristofani pubblicate
sotto altri nomi, in A. CRISTOFANI, Le Storie di Assisi, rv? Ediz., Venezia,
(1959), fuori paginazione, sul recto dell’ultimo foglio di guardia. Le due note
sono state regolarmente inserite nella bibliografia, che segue il necrologio
di Giustino Cristofani, a firma di PrEtRo SCARPELLINI, in « Bollettino della
Deputazione di Storia Patria per l'Umbria », LvII (1960), 143-150.

1) Fra il carteggio di A. Cristofani, depositato dal figlio Giustino nella

da) A TIBOO SURE XE -
A ES mr MM TTE RE uM Mot

esame mur s Uu

ANTONIO DA PISA E IL SUO TRATTATELLO SULLE VETRATE 247

Biblioteca Comunale di Assisi, è un'unica lettera autografa inviata dal P. G.
Fratini alla signora Concetta ved. Cristofani, e datata da Belfiore, 21 settem-
bre 1884, la quale termina con la frase sospesa : « Quando quell'affare sarà
al suo porto, scrivetemi, onde io faccia...», che potrebbe ingenerare il so-
spetto di altre sue compromissioni, che peró non trovano conferma nel Cristo-
fani figlio. j

4) I manoscritti del Cristofani posseduti dalla Bibl. Comunale di As-
sisi, non sono ancora regolarmente inventariati e descritti, ma ebbero una
prima sommaria divisione dal compianto P. Giuseppe Palumbo. Della Storia
della Basilica... divisa per secoli, i fascicoli cristofaniani, con qualche va-
riante perché non in ultima stesura, contengono i seguenti capitoli: Sec.
xin: dal vi al xxxiv, ridotti poi a xxx in ultima redazione ; Sec. xiv : dal
1 all’viri, dal xix al XXVIII, il xxx, e parte dei capitoli xxxvi e xxxvii. Oltre
ai detti, abbiamo un ingentissimo materiale manoscritto, che rappresenta lo
spoglio sistematico di tutto l'archivio storico del Sacro Convento, materiale
che conflui nell'opera citata. Si noti che la quasi totalità dei capitoli posse-
duti in autografo del Cristofani, sono passati «ad litteram » nella stampa
che va sotto il nome del Fratini, mentre solo alcuni hanno subito un rimaneg-
giamento, che riteniamo peró sempre dovuto al Cristofani.

15) L'argomento di queste note non ci consente indugi o deviazioni,
tuttavia riteniamo che la giustizia e la verità esigerebbero un esame attento
e approfondito sui manoscritti superstiti del Cristofani, benché quasi indeci-
frabili, sulle opere edite sotto altri nomi, ma rivendicate a lui, e anche, per
quanto possibile, un'indagine sul lungo ritardo rivendicativo del figlio Giu-
stino, che inspiegabilmente non corrobora le sue rivendicazioni con i necessari
documenti.

Ci sembra di poter intravedere il motivo di questa assenza documen-
taria nel fatto che il figlio, non in possesso di tutta la documentazione, con la
coscienza della giusta causa, e con in mano alcune prove inoppugnabili, ha
preferito affermare senza provare, pur confessando qualche riserva dove al-
l'opera rivendicata mancava il supporto del documento. In effetti, quando
Giustino Cristofani si decise a pubblicare la sua nota, fra gli autografi pa-
terni pertinenti al caso, possedeva quanto abbiamo detto della Storia della
Basilica e del Convento di S. Francesco in Assisi (vedere nt. 14), inoltre l'au-
tografo della Vita Prima del Celano, conosciuta come volgarizzamento del
Can.co Leopoldo Amoni e pubblicata a puntate dall'anno 1879 al 1882 nel
periodico J| VII Centenario della nascita di S. Francesco d'Assisi, e poi in
edizione autonoma a Roma, Tip. della Pace, nel 1880 ; infine possedeva l'au-
tografo della Vita Seconda del Celano, anch'essa offerta come volgarizzamento
dell’Amoni, e data alle stampe a Roma, stessa tipografia, nel 1880.

Tali infatti al riguardo sono gli autografi cristofaniani superstiti, depo-
sitati e tuttora esistenti nélla Bibl. Comunale di Assisi.

Lasciando il problema aperto a più meditata e scrupolosa soluzione,
"Ty P RI] sn CT rn OVITNI X M Sco

248 P. GINO ZANOTTI O.F.M. CONV.

abbiamo ritenuto opportuno precisare quanto sopra, perché l'intento di re-
stituire il suo al Cristofani, non ci renda ingiusti verso altri, con imputazioni
indiziarie e non provate.

16) Questi che riferiamo in carattere corsivo, sono i tratti omessi. Nel
paragrafo: «La mesura dell'arco. ... E si tu non sapissi fare altramente
fa cusi: micti una bacchetta in la gola dell'arco, cio è dove comenga a volgtare
l'arco e poi abbi un’altra bachetta e mittila . .. » ; nel paragrafo : « Altro modo
da rompere el vetro . .. abbi un ferro infocato de quelli che iu saldi le fenestre,
e menalo cusì caldo ...»; nel paragrafo : « Recepta di fare el vetro lustro e
chiaro. .. . o affumato o impolverato el quale vetro fosse stato in opera in alcune
fenestre o in altro lavoro, el quale vetro volissi ritornare in opera...».

17) Questi i principali errori del Truffi, seguiti dall'esatta lezione in
carattere corsivo e fra parentesi. Pag. 24: ... Nota che si tu fai fenestre de
la figura... (Nota che si tu fai le veste de la figura...) ; p. 2b: ... li reversi
de rosso e overo de obiso .. . (Li reversi de rosso e o verde o bifo.) ; p. 26 : Tolli
de la dicta polvere de paternostri o nero de smalto... e macina tuto...
(Tolli de la dicta polvere de paternostri o vero de smalto . . . e macina trito . . .) ;
p. 29 : E poi micti x1 0 xir secche... (E poi micti XI o XII stecche, ..) ; p. 34:
La surro si se fa d'una pietra... (L'acurro si se fa d'una pietra...) ; p. 37:
... Se vende cinque fiorini el braccio ; el manto 4 fiorini e mezo ... (se vende
cinque fiorini el bracio, el manco 4 fiorini e mego ...). Altre piccole mende
non alterano il senso del testo.

18). PEZZELLA, .0p..cit.;-p. 17.

19) GIUSTO, op. cit., pp. 317-329.

29) G. CRISTOFANI, Le vetrate di S. Francesco in Assisi. (A proposito
di una recente pubblicazione), in « Bollettino della Deputazione di Storia
Patria per l'Umbria », xvii (1912), 45-70.

2) G. GoLuBovicHa, Le vetrate di S. Francesco in Assisi. (In risposta
a Giustino Cristofani), in « Bollettino della Deputazione di Storia Patria per
l'Umbria », xx (1914), 167-194. Ivi, pp. 193-94, nt. 6: elenco delle principali
recensioni al volume del Giusto.

22) Il Truffi nella prefazione alla sua edizione (p. 19) scrive testualmente :
«e dove non ho ben capito qualche parola (due o tre volte in tutto) ho messo
un punto interrogativo ». In realtà alcune parole segnate con l’interrogativo
sono state lette e trascritte bene, ad eccezione di p. 26, ove l’interrogativo
sostituisce la parola «rosso»; p. 32, ove sostituisce una parola non letta
dal Truffi, e dal Giusto trascritta per «de scagi » ; p. 33, ove legge dubbio-
samente « decti » anziché «certi », e p. 36, ove l'interrogativo sostituisce la
parole « arco ».

(*) Sul volume del Giusto si leggeranno utilmente le recensioni del
p. B. BUGHETTI, 0.F.M., in « Archivum Franciscanum Historicum », v (1912),
766-69, e del FALOCI PULIGNANI, in « Miscellanea Francescana », xiv (1912),
27-28.
di

ANTONIO DA PISA E IL SUO TRATTATELLO SULLE VETRATE 249

S) GIUSTO, OD. cei, D. 374

* Abbiamo controllato con ogni cura queste due edizioni, e abbiamo
contato complessivamente tre omissioni di parola nel Truffi, e tre o quattro
nel Giusto.

26) È inesatta la dimensione del codice, inesistente il foglio di guardia,
troppo parzialmente rispondenti le righe per pagina, é certa l'unica mano,
troppo discutibile l'attribuzione autografa a mastro Antonio da Pisa...
Inconsueto anche il nome del curatore dell'edizione in testa ai frontespizi
esterno ed interno, nello spazio ordinariamente riservato all'autore.

??) PEZZELLA, 0p. cit., p. 18: «Quindi la punteggiatura è a nostra re-

| sponsabilità, avendola ritenuta opportuna per una migliore comprensione

del testo ».
35) Per ‘esemplificare : «De la, de le, de 1o,...», trascritti «de(l)la,
de(le, de(1)lo,...», e così tutte le preposizioni articolate ; «cio è » sempre

«cioè »; «Tu l’aj, tu aj, ...», in « Tu l'(h)aj, tu (h)ai, tu (haj)...; «taviso »
trascritto «t(i) av(v)iso » ; «si che » in «si(c)ché»;...

29) Si potrebbe vedervi un indizio che il possessore o trascrittore del
codicetto praticava anche la saldatura delle canne degli organi.

?9) Ad esempio spiacciono certe debolezze grammaticali, come quel
«precedono » di p. 15, anziché « precede », o quel « de(g)li tiranti » di p. 53,
quando nel codice è scritto « de li tiranti », o la nota 5 di p. 24 ove leggiamo :
«Si sottindente la parola «foglia » quando ricorrendo già il termine, in se-
conda vice è sostituito dal pronome «l’altra ».

81) Cfr. PEZZELLA, op. cit., p. 25, nt. 7: « Nel codice è « pomano », mentre
è scritto chiaramente «poniamo »; p. 33, nt. 15: « Paleograficamente nel
codice si legge « bine », mentre è scritto « bien » ; p. 35, nt. 1 : « Nel cod. « cala »,
mentre chiaramente « cola » (con la) ; cosi a p. 37, nt. 10 ; p. 47, nt. 4; p. 51,
nt. 11: « Nel cod. «livoro », mentre é «lavoro ».

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Archivi e collezioni

Inventario dell'archivio del |
monastero della Beata Colomba

L'archivio del monastero della Beata Colomba è rimasto fin qui
pressoché sconosciuto e privo d'un qualche ordine che desse almeno
l’idea del materiale in esso contenuto. L’archivio raccoglie esclusiva-
mente materiale d’età moderna.

Da rilevare innanzi tutto che la documentazione non concerne
prevalentemente il monastero della Beata Colomba, ma quello di
S. Tommaso. Del primo pochi pezzi esistono nel fondo delle Corpo-
razioni Religiose Soppresse presso l'Archivio di Stato di Perugia e
pochi manoscritti presso l’attuale monastero.

Il monastero di S. Tommaso sorse nel secolo x; la notizia
più antica che abbiamo è del 1274 », appartenne all'ordine benedet-
tino-cistercense. Nel 1420, con bolla di Martino V, conservata tut-
t'ora presso il monastero, fu ad esso unito il monastero di S. Giorgio,
di cui si conservano tre bolle, dell'ordine Domenicano ; i due istituti
religiosi unificati seguirono la regola benedettina. Con breve di
Giulio III del 1554, anche questo tutt'ora visibile presso il mona-
stero, si pone S. Tommaso sotto l'ordine Domenicano.

Il monastero della Beata Colomba cominciò a sorgere attorno
agli anni 1491-92 come ampliamento e sviluppo della casa di ter-
ziarie domenicane dove la Beata abitava fin dal suo arrivo a-Pe-
rugia 2. Solo nel 1940 avviene la fusione tra il monastero di S. Tom-
maso e quello della Beata Colomba.

I registri di entrate ed uscite coprono, seppure con qualche la-
cuna, uno spazio di tempo che va dal 1531 al 1931, vi sono registri
dei raccolti e del bestiame, di debitori e creditori, di spese per medi-
cinali ecc. A partire dal 1716 fino al 1909 si ha una serie quasi com-
pleta di « giornali ». Nel complesso i registri dell'archivio del mona-
stero di S. Tommaso sono 246. Quanto alle carte ve ne sono riguar-
danti l’amministrazione, concernenti singole religiose, cause diverse,
252 GIOVANNA CASAGRANDE

contratti, testamenti, eredità, doti e donazioni, lettere e perfino una
certa quantità di conti e ricevute.

Nell'archivio si trova anche materiale concernente le famiglie
Cantagallina ? e Fiumagioli 9. Nei registri, complessivamente 19 dei
Cantagallina e solo 3 dei Fiumagioli, troviamo per lo più memorie,
ricordi e note di amministrazione ; tra le carte: interessi, questioni
ereditarie, cause. La presenza nell'archivio di tale documentazione
si spiega facilmente in quanto, nell'arco di tempo che: va dalla se-
conda metà del secolo xvir alla prima del secolo xvii, almeno quat-
tro donne della famiglia Cantagallina furono monache e priore nel
monastero di S. Tommaso. La famiglia Cantagallina era a sua volta
imparentata con i Fiumagioli.

Del monastero della Beata Colomba si conservano 17 tra regi-
stri e manoscritti vari.

Alcuni pezzi, 11 per l'esattezza, che non hanno alcuna apparente
attinenza con i due monasteri e con le famiglie, sono stati posti
sotto la voce « Miscellanea ».

Lo stato di conservazione del materiale archivistico è ottimo,
esso infatti è collocato in ambiente asciutto ; registri e mazzi di
carte, quest'ultimi raccolti in cartelle, sono posti in appositi scaffali.

È doveroso a questo punto sottolineare la sensibilità culturale
delle monache che hanno compreso l’importanza di possedere un
archivio e che hanno attivamente collaborato nel dare ad esso un
ordine.

GIOVANNA CASAGRANDE
NOTE

1) Il comune di Perugia concede una certa somma per l'acquisto d'un
terreno al fine di costruirvi il monastero (Archivio di Stato di Perugia, Ar-
chivio Storico del comune di Perugia, Consigli e riformanze, 7, cc. 128v-130r).

?) Il monastero fu all'inizio intitolato a S. Caterina da Siena. Sulla vita
della Beata Colomba a me sembra a tutt’oggi valido il libro di E. Ricci,
Storia della Beata Colomba da Rieti, Perugia 1901, nonostante la recente pub-
blicazione di BALEoNUS AsTun, Colomba da Rieti, Roma 1967.

*) Cantagallina in E. AgostINI, Famiglie Perugine, Archivio di S. Pietro,
ms. 204, cc. 79-89 e dello stesso in Dizionario Perugino Storico, Archivio di
S. Pietro, ms. 221, cc. 35-39.

*) Fiumagioli in E. AcosTINI, Famiglie cit., cc. 130-143 e dello stesso
in Dizionario cit., cc. 375-385. Diverse le citazioni in P. PELLINI, Dell’ Histo-
ria di Perugia, 1, Venezia 1664, p. 1356 ; 11, pp. 133, 226, 305, 831 ; 111, Pe-
rugia 1970, pp. 57, 89, 103, 355, 456, 476, 1088.

€— P IRR P Li E Rr na E sre
INVENTARIO DELL'ARCHIVIO DEL MONASTERO DELLA BEATA COLOMBA 253

MONASTERO DI S. GIORGIO
BOLLE

1) 1296, settembre 30, Anagni. Bonifacio VIII conferma lo stato del mo-
nastero di S. Giorgio «sub cura et regimine Fratrum Praedicatorum ».
Datum Anagnie, .11. kal. oct. a? 11°. « Vobis assidue regnum ». Manca nel
Potthast.

2) 1304, febbraio 24, Laterano. Benedetto XI riconferma lo stato del mo-
nastero di S. Giorgio nell’ordine Domenicano. Datum Laterani, .vir.
kal. mart. a? 1°. « Apostolice Sedis benignitas ». Manca nel Potthast.

3) 1304, febbraio 24, Laterano. Benedetto XI riconferma lo stato del mo-
nastero di S. Giorgio nell'ordine Domenicano e lo esenta dalle decime e
da altre imposte. Datum Laterani, .vir. kal. mart. a° 1°. « Apostolice
Sedis benignitas ». Manca nel Potthast.

ALTRI DOCUMENTI

1) 1297, luglio 4, Perugia. Il vescovo di Perugia Bulgaro Montemelini, in
seguito alla bolla di Bonifacio VIII, conferma lo stato del monastero di
S. Giorgio sotto la cura dei [rati Predicatori. Notaio Francesco « Od-
donis ».

MONASTERO DI S. TOMMASO

BOLLE

1) 1408, dicembre 30, Siena. Gregorio XII proibisce l’ingresso nel monastero
di S. Tommaso di qualsiasi donna secolare, conversa o monaca. di altro
monastero senza il consenso della badessa e delle monache. Datum Senis,
.Itt. kal. ianr. a? 11°. « Et si ex debito ».

2) 1420, febbraio 7, Firenze. Martino V dispone la fusione dei monasteri di
S. Giorgio e S. Tommaso. Datum Florentie, .vir. id. febr. a? 111°. « Ad ea
ex apostolice ».

3) 1631, ottobre 7, Roma. Urbano VIII minaccia sanzioni per chi s'impos-
sessi di beni appartenenti al monastero di S. Tommaso. Datum Rome,
non. oct. a? I1x°. « Significaverunt nobis dilecte ».

BREVI

1) 1554, ottobre 3, Roma. Giulio III pone il monastero di S. Tommaso
sotto l’ordine Domenicano.
254 . GIOVANNA CASAGRANDE
AMMINISTRAZIONE
Registri

Entrate ed uscite ; anni :

1) 1531-1533, 1535, 1567- / 30) 1760-1762 COSO
1569, 1571-1574 CC. 806 31) 1762-1764 » 105
2) 1553-1566 » 184 32) 1764-1766 » 95
3) 1554-1555 » 42 33) 1766-1768 » 100
4) 1556-1557, 1559-1560 » 65 34) 1768-1774 » 179
5) 1556-1563 » 193 35) 1774-1780 »- 126
6) 1557-1565 » 192 36) 1780-1787 : die 1947
7) 1571-1592 » 204 37) 1787-1796 » 186
8) 1582-1620 di 23/7 38) 1796-1806 » 192
9) 1592-1594, 1606-1617 » 97 39) 1807-1810, 1814-1818 » 158
10) 1592-1628 di 297 40) 1818-1819 »: 155
11) 1594-1596, 1602-1603 » .74 41) 1819-1826 » 185
12) 1609-1622 * 190 42) 1826-1831 » 142
13) 1623-1648 » 189 43) 1832-1837 » 165
14) 1628-1634 * 110 44) 1837-1843 5217187
15) 1640-1656 » 254 45) 1844-1851 » 186
16) 1644-1648, 1664-1666 » 169 46) 1852-1857 » 140
17) 1656-1682 » 201 47) 1857-1858 » 83
18) 1660-1679 : »:195 48) 1860-1866 » 88
19) 1680-1710 » 316 49) 1866-1876 * 132
20) 1682-1684 » 47 50) 1877-1888 » 123
21) 1684-1720 » 203 51) 1888-1898 » 93
22) 1710-1724 » 194 52) 1898-1907 » 92
23) 1720-1730 » 279 53) 1907-1915 » 146
24) 1724-1739 » 82 54) 1914-1920 » 95
25) 1730-1736 » 191 55) 1916-1918 » 66
26) 1736-1740 » 241 56) 1918-1923 » 107
27) 1740-1748 » 5177 57) 1923-1926 » 26
28) 1748-1753 $156 ‘ 58) 1924-1931 » 58
29) 1754-1760 » 182

Entrate ed uscite in generi

1) Entrate (grano, vino, olio, biada ecc. 1576-1599) cc. 94
2) Entrate ed uscite in generi 1742-1744 » 26
3) Entrate ed uscite delle grascie 1768-1778 » 212
4) » » 1778-1796 » 225
5) » » 1796-1819 »:*1993

6) » » 1820-1836 » 278
e Tto eeu n n ne

INVENTARIO DELL'ARCHIVIO DEL MONASTERO DELLA BEATA COLOMBA 255

7) Libro delle grascie 1837-1847 cc. 182
8) Entrate ed uscite di grascie 1848-1858 » 1061

Entrate ed uscite dei poderi delle Corbine
1) Entrate ed uscite dei poderi delle Corbine 1723-1734 » 50
2) » » » 1735-1765 » 85

Entrate ed uscite dell’eredità Cantagallina
1) Entrate ed uscite dei beni di Bagnaia 1750-1762 » 112
2) Entrate ed uscite dei beni dell'eredità Cantagallina 1762-1766 — » 31

‘ Entrata ed uscita di grano e pane
1) Entrata ed uscita di grano e pane 1592-1598 » 95

Enírate ed uscite della maestra del lavoro
1) Entrate ed uscite della maestra del lavoro 1561-1618 » 250

Entrate ed uscite di singole suore
1) Entrate ed uscite di suor Ilaria Valentini 1593-1595 » 38
2) Entrate ed uscite di suor Maria Rosalinda Paolelli 1772-1797 » 88

Raccolti

1) Libro dei raccolti 1600-1628 : » 148
2) » 1628-1671 »*. 193
3) » 1672-1698 s 151
4) » 1699-1731 »uc7O
5) » 1732-1759 $172
Bestiame

1) Registro del bestiame 1769-1772 .. 97
2) ) 1772-1773 » 65
3) » 1773-1780 » 138
4) » 1774-1780 » 108
5) » 1790-1798 di 42
6) » 1819-1835 bes 117
7) » 1821-1823 » 56
8) » 1836-1849 » 141
Censi

1) Annotazioni sovente riguardanti censi sec. XVII » 37
2) Libro dei censi 1735-1799 » 293

3) » Secc. XvIII e XIX » 67
256 - : GIOVANNA: CASAGRANDE

Calasto e obblighi dei lavoratori
1) Catasto dei possedimenti ed obblighi dei lavoratori sec. xvii cc. 38

Fattore Bordi
1) Annotazioni del fattore Gio: Paulo Bordi sec. xvii » 33

Fattore Ferrini
1) Dare-avere del fattore Pietro Ferrini 1823-1843 » 72

Dare-avere
1) Dare-avere 1590-1592 e 1596-1598 » 62

Dare-avere dei coloni

1) Dare-avere dei coloni 1836-1841 » 38
2) » 1842-1850 » 92
3) » 1850-1858 » 95

Spese minute
1) Spese minute 1915-1917 » 35

Debitori e creditori

1) Debitori e creditori 1555-1596 » 119
1) Debitori e creditori 1622-1679 (Memorie e ricordi dei Canta-
gallina scritti da Orazio) ?*.' 212
3) Debitori secc. XVII-XVIII » 129
Giornali
1) 1716-1718 Ce; "63 17) 1763-1764 CC 27
2) 1737-1738 » 64 18) 1765-1766 » 32
3) 1741-1742 » 86 19) 1770-1771 » 94
4) 1742-1743 » 50 20) 1771-1772 » 100
5) 1744-1745 » 60 21) 1772-1773 » 100
6) 1746-1747 ) 72 22) 1773-1774 » 94
7) 1748-1749 » 94 23) 1774-1775 . $ 1176
_8) 1750-1751 » 101 24) 1775-1776 ) 91
9) 1752 » 101 25) 1776-1777 » 117
10) 1753-1754 » 104 26) 1777-1778 » 96
11) 1754-1755 Y » 106 27) 1778-1779 $^ LIO
12) 1755-1756 » 116 28) 1779-1780 » 104
13) 1756-1757 * 101 29) 1780-1781 » 105
14) 1758-1759 ..37511 30) 1781-1782 pé 117
15) 1760-1761 » 63 31) 1782-1783 » 114

16) 1761-1762 » 26 32) 1783-1784 ». 118

cia te ral EL T LLLA E rinite di ALILI LS S REL AS MR — ue
INVENTARIO DELL'ARCHIVIO DEL MONASTERO DELLA BEATA COLOMBA 257
33) 1784-1785 cc. 101 58) 1817-1818 co. .-115
34) 1785-1786 . » 93 59) 1818-1819 » 92
35) 1786-1787 »o111 60) 1824-1825 3:142
36) 1787-1788 » 109 61) 1827-1828 » 148
37) 1788-1789 » 5117 62) 1832-1833 » 119
38) 1789-1790 » 124 63) 1835-1836 .. » 113
39) 1790-1791 » 5:115 64) 1835-1836 » 160
40) 1791-1792 » 173 65) 1836-1837 » 96
41) 1792-1793 » x 107 66) 1841-1842 »c 158
42) 1793-1794 y. 163 67) 1843-1844 » 156
43) 1794-1795 pi 159 68) 1845-1846 » 143
44) 1795-1796 dii 172 69) 1847-1848 » 14f
45) 1796-1797 » 140 70) 1848-1849 » 166
46) 1798-1799 » 95 71) 1849-1850 kot f19
47) 1800 » 22 72) 1850-1856 ». 151
48) 1800-1801 »ossd 323 73) 1851-1853 » .106
49) 1801-1802 » 123 74) 1852-1855 » 164
50) 1802-1803 » 145 75) 1855-1859 181
51) 1803-1804 » 131 76) 1858-1860 vic pd17
52) 1804-1805 ? 43119 71). 1861-1865 bi; 105
53) 1805-1806 197 78) 1868-1871 » 108
54) 1806-1807 » 137 79) 1892-1895 .. » 181
55) 1807-1808 di 112 80) 1898-1901 » 96
56) 1808-1810 » 201 81) 1907-1909 y 150
57) 1816 » 95
Conti di spezieria
1) Conti della spezieria in Piazza Grande di Perugia sec. xvii » 108

Ricevute i

1) Libro delle ricevute 1609-1722 e 1612-1699 «do 147
2) » 1670-1708 » 99
3) Ricevute dello speziale Spagnoli 1742-1790 » 5
4) Ricevute del macellaio e del pizzicagnolo 1753-1781 » 54
5) Ricevute dei fornai e dei fattori secc. XVII-XVIII » 99

6) Ricevute dei frutti che si pagano al sig. Piazza 1771-1804 » 18

Prestiti ;
1) Registrazione del grano prestato ai lavoratori o dato ad altri
1615-1662 M 7 » 93

Pagamenti
1) Pagamenti secc. xVII-XVIII » 58
258 GIOVANNA CASAGRANDE

Libro della legna

1) Libro della legna sec. xviii ccs 00
Strumenti

1) Alcuni contratti sec. xvir - Ricordi di strumenti 1556-1662 » 20
2) Libro degli strumenti 1615-1699 » 255
3) » 1747-1770 » 258
4) Strumenti e ricordi 1809-1860 » 24

Rubricella legale

1) Rubricella legale sec. xvii (?) pi 193
Doti

1) Libro delle doti 1607-1655, 1607-1672, 1615 » 102
Educandato

1) Libro delle educande 1756-1798 » 95
Infermeria

1) Annotazioni minute di medicinali suora per suora sec. xvi (?) » 199

Spese per medicinali

1) 1595-1605 CCH; 151 12) 1764-1768 CCL i :95
2) 1606-1616 » 195 13) 1770-1772 » 20
3) 1616-1624 » 149 14) 1776-1778 » 24
4) 1624-1638 » 210 15) 1778-1780 » 36
5) 1676-1680 » 37 16) 1782-1784 » 25
6) 1725-? » 147 17) 1784-1786 ) 28
7) 1742 » 24 18) 1786-1788 » 36
8) 1746-1748 » 13 19) 1822-1826 » 129
9) 1754 » 14 20) 1826-1830 » 93
10) 1758 » 18 21) 1838-1851 »- 116
11) 1760 » 20 22) 1851-1863 » 140
Legati )

1) Registro del legato Filippi 1614-1860 » 62
2) ) 1746-1809 » 14
3) Registro dei legati Pagni, Danesi, Graziani 1823-1861 » 47

Carte sciolte raccolte in mazzi

Contratti secc. xv-xx mazzi::-2
Censi secc. XVI-XIX » 1
Catasti secc. XVI-XIX » 1
qme

INVENTARIO DELL'ARCHIVIO DEL MONASTERO DELLA BEATA COLOMBA 259

Debitori e creditori secc. xvII-XIX mazzi
Poderi secc. XVII-XVIII »
Raccolti e stati dimostrativi secc. xXVII-XVIII »
Poderi, raccolti, stati dimostrativi sec. xix »
Amministrazione minuta, stati attivi e passivi secc. XvII-XIX »
Amministrazione minuta sec. xx »
Testamenti-eredità secc. xVI-XIX »
Doti e donazioni secc. xvi-XIX »
Infermeria secc. XVIII-XIX e senza data »
Ricevute secc. Xv-Xx »
Conti secc. XVI-XXx »
Tasse secc. XVIII-XX »
Borderò sec. XVIII »
Ipoteche sec. xix »
Rubriche senza data »
Scritture del legato Filippi secc. XVIII-XIX »
Mappe dei poderi sec. xvii (?) n.

VITA MONASTICA

Registri

Esercizi

1) Esercizi per il decoro interiore ed esteriore di una persona re-
ligiosa sec. XVI cc.

Norme

1) Norme per il lavoro e la cucina sec. xvi »

Vestizioni, professioni, necrologi
1) Vestizioni, professioni, necrologi secc. XVI-XVII-XVIII »
2) Necrologi 1750-1829 o)

Capitoli e deliberazioni
1) Capitoli e deliberazioni 1796-1808 »

Licenze d’ingresso

1) Licenze d’ingresso sec. XVIII »
Biancheria

1) Tovaglie e mantilelle date alle monache secc. xvII-XVIII »
Ricordi i

1) Libro dei ricordi 1556-1794 »

2) » 1621-1806 i »

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260 GIOVANNA CASAGRANDE

Offici

1) Officio della biancheria 1850-1920 CC.
2) Officio del camerlengato 1850-1936 »
Deposito :

1) Libro del deposito 1608-1611, 1632-1634, 164 »

Attestazioni di grazie
1) Attestazioni di fatti miracolosi . dell'abate olivetano Mauro

Sec. XVII »

Carte sciolte raccolte in mazzi

Spogli delle religiose defunte secc. XVIII-XIX mazzi
Partecipazioni secc. XIX-XX »
Indulgenze secc. XVIII-XIX »
Inventari secc. XVIII-XIx e senza data »
Licenze della Curia sec. XIX »
Fabbricati secc. Xvi-XX Tp
Famiglia Cantagallina e monastero sec. xvii »
Uffici delle monache secc. XVII-XX »
Resoconti triennali delle priore 1730-1786 »
Il monastero nel vortice degli avvenimenti storici secc. XVIII-XX »
Rapporti con il Seminario Romano secc. XVIII-XIX »
Rapporti con l’Ospedale della Misericordia secc. XVIII-XIX »
Verbali secc. XVI-XIX »
Elemosine dotali sec. xiX »
Nomi delle religiose all'epoca della prima soppressione »
Pensioni delle monache sec. XiX »
Richieste sussidi secc. XIX-XX »
Educande sec. xix »
Suor Celeste Imperatrice Cantagallina sec. xVIII »
Suor Maria Teresa Stamigni sec. xIX »
Visita canonica di frate Tommaso Esser 1895 »
Scritture varie secc. Xvi-XIX e senza data »

ANNOTAZIONI VARIE

Registri
1) Annotazioni varie ivi incluso il verbale, incompleto, d'un pro-
cedimento giuridico in cui hanno parte il priore, il sindaco, i

procuratori dell Ospedale della Misericordia sec. XVI CC.

2) Entrate ed uscite 1596-1602 - Annotazioni sulle rendite di sin-
goli poderi - Frutti di censi 1618-1667 - Acquisto di legne
1666-1668 »

ESRB LE ME E

18
29

98

49
INVENTARIO DELL'ARCHIVIO DEL MONASTERO DELLA BEATA COLOMBA 261

3) Entrate ed uscite dell'eredità di suor Tecla Baglioni 1594-1595
.- Dare-avere di Anna Fiumagioli per la figlia Vittoria edu-

canda 1620-1621 - Dare-avere per educande 1620-1755

4) Annotazioni varie di amministrazione sec. xvii

5) Rubrica - Creditori - Censi - Affitti - Educande - Depositi
delle doti 1610-1735

6) Annotazioni priorali 1601-1641

7) » » 1746-1774

8) Rendiconto di tutto ció che pose in salvo la madre Ceccotti
sindaca al tempo della soppressione napoleonica, 1810

CAUSE (carte sciolte raccolte in mazzi)

Cause varie secc. XVI-XVII e senza data
Contro Flaminia de Marchis secc. xvI-xvII
» Boncambi secc. XVI-XVII
» Gio : Andrea Borcarini, Antonio Grisaldi, Giovanni Bat-
tista Randoli e Ludovica, Bartella, Meniconi ecc. secc.
XVI-XVII
» Vibi secc. XVI-XVII
» Monastero di S. Benedetto secc. xvi-xvit
» Giulia Baglioni Beccuti secc. xvI-xvII
» Ercolano Ercolani e Leopoldo Salvatori sec. xvii
» i marchesi di Sorbello ed i Ramazzani sec. xvII
» Ferretti sec. XVII
» Liccotti e Lancellotti sec. xvII
» Cantucci sec. XVII
» Luca Senese, Lorenzo Manfredi ecc. sec. xvii
» Baldelli sec. XVII
» leredità di Lorenzo Manfredi sec. xvii
» gli eredi di Pietro Boni sec. xvii
» Fulvia Bettobeni sec. xvii
» Graziani sec. XVII
» Pucci di Assisi e Virginia Citerna sec. xvii
» Baldeschi sec. xvri
» Salvatori secc. XVII-XVIII
» Foscoli Secc. XVII-XVIII
) Feltri ed Egidi secc. xVII-XVIII
» Crispolti secc. XVII-XVIII
» Sensi sec. XVIII
» Giovanni Cecchini.sec. XVIII
Cause varie del sec. XVIII
Vertenza Montepulciano sec. XVIII

5

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262 GIOVANNA CASAGRANDE

Cause varie del sec. xix (contro Centurelli, Calai-Marioni, A
sandro Lippi, Paganelli ecc.)

SCRITTURE RIGUARDANTI SUORE, FAMIGLIE, ISTITUTI ECC
raccolte in mazzi)

Suor Maria Svena Sensi secc. Xv-XVII

Suor Barbara Maria e Teresa Della Luna secc. xvI-XVIII
Monastero di S. Agnese sec. XVII

Collegio dei Panni Vecchi sec. xvi:

Famiglia Goga sec. xVII

Famiglia Monobbini sec. xvii

Monastero delle Povere sec. XVII

VLA Famiglia Righetti sec. xvII

RUI Interessi del Morandi sec. XVII

Suor Maria Isabella Cagneschi secc. XVII-XVIII

Flaminia e Giovanna Tei secc. XVII-XVII

Suor Clementina Senesi secc. XVII-XVIII

Vermiglioli secc. XVII-XVIII

Suor Maria Berardi secc. XVII-XVIII

Suor Innocenza Anselmi secc. XvII-XVIII

Suor Arcangela Pini secc. XVII-XVIII

In merito ai beni ritenuti dei Vibi secc. XVII-XVIII

Suor Chiara Stella della Corgna e sorella secc. XVII-XVIII
| Suor Carmela e Colomba Angelica Stangolini secc. XVII-XVIII
Ill Monastero di Monte Luce secc. XVII-XVIII

| Il furto delle posate secc. XVII-XVIII

Boldrini secc. XVII-XVIII

Suor Maria Crusfide Batulli secc. XVII-XVIII

Interessi ed eredità di casa Minimi secc. XVII-XVIII

LETTERE secc. xvi-XIX (alcune riguardanti cause :
De Marchis, Cantucci, Sensi, Boncambi ecc.)
FAMIGLIA CANTAGALLINA
MEMORIE, RICORDI E NOTE AMMINISTRATIVE
Registri
1) Annotazioni e memorie varie secc. XVI-XVII

2) Annotazioni e memorie varie secc. XVI-XVII

XVII-XVIII

3) Annotazioni varie (entrate dei poderi, vendite ecc.) secc. XVI-

les-
mazzi 4

. (carte sciolte

»
» 6
p
cc. 116
pic 5114
INVENTARIO DELL'ARCHIVIO DEL MONASTERO DELLA BEATA COLOMBA 263

4) Annotazioni amministrative e varie di Orazio secc. xvi-xvit cc. 76
5) Memorie e ricordi scritti da Orazio secc. xvi-XvIt-xvIn. An-

notazioni varie di mani diverse sec. xvii » 21
6) Memorie e ricordi della famiglia secc. XVI-XVII-XVIII s" 157
7) Memorie e ricordi della famiglia secc. XVI-XVII-XVIII » 135

8) Memorie e ricordi scritti da Orazio secc. xvi-xvIr-xvIri. Spese

giornaliere e minute fatte da Anna Fiumagioli Cantagallina

1657 (?) » 88
9) Memorie e ricordi scritti da Orazio secc. xvi-xvir-xvin. En-

trate ed uscite di Vincenzo ed Adriano 1661-1662 ed altre an-

notazioni 1671-72 » 46
10) Memoriale di Vincenzo 1609-1613 » 95
11) Memorie e ricordi scritti da Orazio secc. xvi1-xvir. Spese gior-

naliere e minute di Anna Fiumagioli Cantagallina 1657-1659 » 82
12) Ricordi scritti da Orazio secc. xvir-xvir. Spese giornaliere

1666-1671 » 111
3) Memorie e ricordi scritti da Orazio secc. xv1i-xvirt. Spese gior-

naliere 1671-1675 (probabilmente scritte da Anna Fiumagioli

Cantagallina) . » 83
14) Entrate di casa 1695-1696. Spese varie di Anna Fiumagioli

Cantagallina. Memorie e ricordi scritti da Orazio contro l'ere-

dità di Lorenzo Manfredi e contro la casa Citerna secc. xvir-

XVIII » 98
15) Memorie e ricordi scritti da Orazio secc. XVII-XVIII » 91
16) Memorie e ricordi scritti da Orazio secc. XvII-XVIII » 82
17) Memorie e ricordi scritti da Orazio secc. XVII-XVIII » 154

MEMORIE E RICORDI DELLE FAMIGLIE CANTAGALLINA E FIUMAGIOLI

Registri
1) Memorie concernenti personaggi delle due famiglie secc. xvII-

XVIII CC; 91
2) Ricordi delle due famiglie secc. XvII-XVIII » 19

SCRITTURE DIVERSE (carte sciolte raccolte in mazzi)

Scritture diverse di Pucci e Giliani con Felice Cantagallina sec.

XVII mazzi 1
Scritture diverse in merito agli interessi di Felice Cantagallina
Sec. XVII » 1

Scritture e notizie attinenti all’eredità di Felice Cantagallina sec.
XVII 1
264 GIOVANNA CASAGRANDE

Scritture e ricordi sopra interessi di eredità sec. xVII mazzi

Interessi e proprietà secc. XVII-XVIII
Memorie d'interessi dei Cantagallina e dei Fiumagioli secc. xvII-
XVIII

CAUSE (carte sciolte)

Causa Cantagallina-Fiumagioli-Convento di S. Fiorenzo secc.

XVII-XVIII mazzi

Causa Cantagallina-Floramonti-Fiumagioli sec. xvii
Contro la Compagnia della Morte sec. xVII
» il Convento di S. Maria Nuova sec. xvII
» Garofani e Cinelli sec. xvii
» la Compagnia del Crocifisso secc. XVII-XVIII
» Ubaldo Vanesi secc. XVII-XVIII
» la Confraternita della Giustizia secc. xviI-XVIII
» Fazzi secc. XVII-XVIII
» il Capitolo della Cattedrale sec. XVIII
Questione dell’eredità di Orazio sec. XVIII
Orazio Cantagallina contro :
Monastero di Monte Morcino sec. XVIII
Monte Spinello sec. XVIII
Podiani sec. XVIII
Antinori sec. XVIII
Monastero di S. Margherita sec. XVIII
Cause tra Orazio ed Olinda Cantagallina sec. xvii

LETTERE (per lo più concernenti cause) secc. XVII-XVIII

RICEVUTE SECC. XVI-XVII
SCRITTURE VARIE S€@CC. XVI-XVIII

FAMIGLIA FIUMAGIOLI

Ricorpi (Registri)

1) Ricordi di strumenti sec. xvi
2) Ricordi di famiglia secc. XVI-XVII

AMMINISTRAZIONE (registro)

1) Spese del mulino 1592-1596

E^ ene EE WE Oum

32
90

32

crea — nem
INVENTARIO DELL'ARCHIVIO DEL MONASTERO DELLA BEATA COLOMBA 265

TESTAMENTI-EREDITÀ (carte sciolte)

Testamenti e divisioni dei beni sec. xv
Testamenti ed eredità secc. XVI-XVIII

CAUSE (carte sciolte)

Causa Cesare Fiumagioli e Francesca Salvucci sec. xv
Causa Fiumagioli-Graziani secc. XVI-XVII

SCRITTURE (carte sciolte)

Scritture riguardanti l’eredità di Ortensia Alfani, madre di Anna

Fiumagioli sec. xviri

RICEVUTE Sec. XVII
CARTE VARIE Secc. XVI-XVIII e senza data

MONASTERO DELLA BEATA COLOMBA

Miscellanea di manoscritti

1)

10)

1)

Originale della legenda latina della vita della B. Colomba
scritta da Sebastiano Angeli sec. xvi

Costituzioni delle suore collegiate del Terzo Ordine di S. Do-
menico approvate da Paolo III - 1542

P. Giuseppe Viretti, Esposizione del salmo Qui habitat, 1784
Relazione dell’autentica fatta delle reliquie della nostra B.
Colomba e della solenne festa in tale occasione fatta a gloria
della nostra Madre con l’aggiunta narrazione di alcune più in-
signi grazie, 1785

Relazione dell’autentica fatta delle reliquie della nostra B.
Colomba ... copia del sec. xix

Inventario dell’archivio del monastero, 1818

Inventario delle suppellettili che esistono nella sacrestia della
chiesa del monastero, 1828

Memorie delle grazie che si ripetono continuamente dai fedeli
devoti per la venerabile intercessione della B. Colomba, 1834 . . .
Vita del p. Sebastiano Angeli sec. xIX

Inventario delle opere d’arte possedute dalle monache della
B. Colomba, 1904

CRONACHE E RICORDI (Registri)

Cronaca del monastero di S. Caterina da Siena sec. xvi. Ve-
stizioni e professioni di monache del monastero della B. Co-
lomba sec. xv1-1918

mazzi
»

cc.

cc.

1
1

54

20

11
11

n
R2

141
266 GIOVANNA GASAGRANDE

2) Libro dei ricordi 1564-1857
3) Registro dei capitoli e memorie del monastero 1789-1926

AMMINISTRAZIONE (Registri)

1) Entrate ed uscite 1874-1883
2) Entrate ed uscite 1884-1901
3) Libro mastro 1904-1937

EDUCANDATO (Registro)

1) Libro delle educande 1837-1859

MISCELLANEA

Pergamena
1) 1322, luglio 28, Perugia. Copia del testamento (1290) con re-
lativi codicilli (1291, 1292, 1294) di Giacomo «domini Ugo-
lini Novelli de Cocorano » autenticata dal notaio Pietro « Chri-
stofori ».

Manoscritti

1) Memoriale dei contratti scritto da Ludovico di Pietro dei Ba-
glioni 1425-1431. Annotazioni e ricordi (sempre dei Baglioni ?)
1439-1556

2) Memorie ed annotazioni di Camillo di ser Benedetto 1498-
1535

3) Taccuino con annotazioni 1534-35 ; 1662 ; 1670 ; 1672

4) Alcune annotazioni secc. XVI-XVII

5) Libro dei ricordi del monastero di S. Caterina della Rosa di
Spoleto 1555-1732

6) Iacopo Cicognini, Duello della Verginità et Obbedienza, 1617
(trascrizione)

7) Annotazioni riguardanti frutti della famiglia Stangolini secc.
XVII-XVIII

8) Ricordi concernenti le famiglie Minimi e Pollastri secc. xvir-
XVIII

9) Formulario della Provincia Romana dell’ordine dei Predica-
tori, 1790

10) Novena di S. Domenico (senza data)

11) Nota di quanto è richiesto di corredo per l’ingresso in mona-

stero (senza data)

cc.

cc.

86
53

84
44
89
28
153
27
47
44

48
32
La quadreria di Lione Pascoli

In un breve articolo in « Musei e Gallerie d’Italia » (n. 56, mag-
gio-agosto 1975) su La nuova sistemazione della Pinacoteca Comunale
di Deruta detti sommaria e troppo affrettata notizia di un impor-
tante ed inedito documento riguardante la raccolta di quadri di
Lione Pascoli, che la grande cortesia del Conte Luciano Faina,
proprietario del manoscritto, mi ha permesso di conoscere e studiare.
L’interesse sempre più vivo degli studi per la storia del collezio-
nismo, intesa come storia del gusto e quindi della critica, ed anche
l’auspicabile eventualità di dare integralmente alle stampe le « Vite »
degli artisti contemporanei del Pascoli, ancora manoscritte, consi-
gliano di pubblicare la stima-inventario dei dipinti esistenti nella
casa della famiglia Pascoli a Perugia, in Parrocchia S. Fiorenzo
(confesso che, per ora, non mi è stato possibile individuare l’edi-
ficio), che Baldassarre Orsini e Francesco Appiani — il pittore
di origine anconitana, ma perugino d’elezione (1704-1792) — ef-
fettuarono nell’agosto del 1786, con l’aiuto di tale Antonio Brizi,
probabilmente della nota famiglia perugina e che era procuratore
del patrimonio familiare, allora evidentemente in fase di succes-
sione ereditaria.

Si tratta di un manoscritto di 12 carte di mm. 262 x 192, scritte
da ambedue i lati, per 24 pagine. Sino alla quarta voce della pagina
16 il testo è in una bella e chiara calligrafia settecentesca; poi è
di diversa mano, che scrive sciattamente, con una grafia spesso
di assai difficile lettura e con numerosi errori di ortografia (con-
servati nella trascrizione), ma evidentemente sotto la dettatura
del primo estensore (forse l'Orsini ?) ; nell’ultima pagina, di pugno
del secondo amanuense, è una confusa nota relativa ad una tela
di Andrea Sacchi — che vedremo essere stata l’opera più impor-
tante della collezione — ed un altro appunto su due dipinti di pro-

SIZE
s aa idle an on t NAR

268 FRANCESCO SANTI

prietà dei Pascoli nella chiesa di Castel Leone, piccolo e pittoresco
paesetto nelle colline sopra Deruta e nei cui dintorni la famiglia
possedeva terreni ed una casa di campagna.

La «Stima » elenca 281 dipinti — e non 276 come ebbi erro-
neamente ad indicare per troppo affrettata lettura del manoscritto
— ai quali potrebbero essere aggiunti i 36 « quadri di poco conto
da stimarsi dal Regattiere », elencati senza valutazione e con som-
maria descrizione alle pagine 22 e 23 del ms. La raccolta era
collocata in 10 ambienti, formanti due « Appartamenti » su due piani
della casa di Perugia, ed in parte anche sulla scala ; alcuni di questi
ambienti dovevano essere assai vasti: ad esempio, la « Camera
da Letto» al primo piano contiene 42 dipinti ; l’« Anticamera del
Camino », al piano superiore, 48 ; un'altra « Camera da Dormire »,
38; c’è, inoltre, una « Cappella»: si tratta, in effetti, quasi di un
palazzo, nel quale i quadri erano disposti senza un preciso criterio,
se non, forse, quello decorativo, com'é naturale per quest’epoca.

L'importante collezione — fra le piü vaste di quelle di cui
nei secoli xvir e xix la città era cosi ricca — comprendeva
opere presumibilmente di pertinenza della famiglia, quali i ri-
tratti; ma non c'é dubbio che la piü gran parte di essa rappre-
senti la collezione personale che Lione aveva formato a Roma,
dove muore nel 1744, ma che nello stesso anno era già a Perugia,
ereditata dal fratello Don Celso. Come ho già rilevato nel mio ar-
ticolo, é assai strano che l'Orsini non ricordi nella sua Guida di
Perugia del 1784 la quadreria Pascoli, che possiamo anche pensare
da lui conosciuta sin d'allora ; come non la ricorda il Siepi nel 1822,
forse perché già trasportata a Deruta ; ed in proposito può sorgere
il sospetto che, 42 anni dopo la morte di Lione, qualche pezzo della
collezione, forse già non più integra, fosse sin da prima del 1786
a Deruta, perché alcune tele sicuramente appartenute a Lione,
fra le quali «S. Marco» e «S. Luca» del Trevisani, «S. Pietro »
del Benefial, « Giuseppe e la moglie di Putifarre» del Costanzi,
non comprese nella «Stima », erano da tempo immemorabile a
Deruta, nel gruppo di dipinti superstiti della quadreria. Per piü
particolari notizie su come e quando questo gruppo sia pervenuto
alla Pinacoteca di Deruta e per la relativa bibliografia rinvio an-
cora una volta al mio articolo del 1975, del quale tuttavia debbo
rettificare un'altra inesattezza : i dipinti superstiti della quadreria
sono non 50, ma 56 e cioé 46 individuabili nella « Stima » — dove
sono stati indicati con asterischi — e 10 già a Deruta ; tale divisione

» ES CS ULL AMET IE SI ONUS 7 DOES: io)" SSL MEC Ts JUNO EL. EV AUN" PER RENE M on

==
LA QUADRERIA DI LIONE PASCOLI 269

non corrisponde peró a quella fra le 40 tele donate dall'ultima di-
scendente della famiglia Pascoli nel 1931 e quelle da tempo nella
raccolta civica. Intricata questione, dovuta a mancanza di docu-

mentazione e con la quale non voglio ulteriormente annoiare il
lettore.

La quadreria riflette, pur nella struttura, forse mutila, testi-
moniata dalla « Stima », gli interessi dell'autore delle Vite de’ Pittori,
Scultori ed architetti moderni. Assai poche, tre o quattro, e tarde,

. della seconda metà del Cinquecento, le opere del Rinascimento,

tali da indicare che quegli interessi non sono rivolti in tal senso ;
un solo dipinto caravaggesco, la « Notte con Cristo coronato di
spine », che, se eventualmente individuata in una modesta tela di
lontana estrazione caravaggesca esistente nella Pinacoteca di De-
ruta (una « Andata al Calvario »), testimonierebbe scarsa conoscenza
del Pascoli ed ancor più dell’Orsini di questa scuola pittorica (ma
sono convinto che si trattava di altra e ben più importante opera,
forse perduta) ; il maggior campo è concesso alla pittura romana fra la
metà del Seicento ed il primo Settecento : anche con la sua collezione,
cioè, il Pascoli anche se parzialmente «ci rappresenta la fine del gran-
de Barocco romano ». L’arte aulica è presente, fra l’altro, con quei
«Quattro Dottori della Chiesa », che l'Orsini giudica «opera insigne »
di Andrea Sacchi, usando un'espressione che non ricorre per altri
dipinti : segno che era davvero mirabile, la gemma della quadreria,
ma essa è purtroppo perduta o almeno non sappiamo dov'é. Sol-
tanto per un'altra tela, una «Maddalena » del Trevisani, l'Orsini
usa il termine « bellissima » e fuori di questi due casi non sono nella
«Stima » altre espressioni laudative, nemmeno per i due dramma-
tici bozzetti del Baciccia per i pennacchi della cupola del Gesü
(tuttavia stimati ben 200 scudi), per l'altra teletta dello stesso Gaulli
o per il candido ed arioso « Angelo» di Guido Reni (stranamente
valutato solo 6 scudi, con insolita incomprensione da parte del-
l'Orsini), quattro opere che ci sono state invece conservate. E qui
comunque opportuno rilevare che, se per le attribuzioni l'Orsini
e l'Appiani debbono essersi avvalsi delle scritte di mano dello stesso
Pascoli sul retro dei dipinti (com’è controllabile in moltissimi di
quelli superstiti), il giudizio sulla loro qualità ed importanza con-
siste appunto nel valore venale attribuitogli: ad esempio, le tele
270 FRANCESCO SANTI

del Veronese (sc. 30), di Ciro Ferri (sc. 20 ; ma era « non ben finita »,
I°, 172), di P. F. Mola (sc. 80), del Lanfranco (sc. 20) dovevano
essere cose alquanto modeste, mentre quelle attribuite a Tiziano
(sc. 200), al Caravaggio (sc. 300) ed al Sacchi (sc. 500) erano cer-
tamente di più alta qualità, superiori alla stessa Maddalena del
Trevisani, stimata 160 scudi e pur degna di ammirato ricordo da
parte dello stesso Pascoli: «...mi fece.... una Maddalena in
ovato di quattro palmi, che è delle più belle che abbia mai fatte,
benché innumerabili sieno e tutte dissimili, e graziosissime » (Vita
del T., ms. n. 1383 Bibl. Com. Per., c. 88v. ; per il Pascoli l'artista
aveva eseguito anche un altro dipinto, un « Salvatore», non com-
preso nella « Stima »).

In genere, sono proprio i pittori più vicini nel tempo al Pa-
scoli o addirittura ancora viventi ad essere più largamente pre-
senti: così il Luti con cinque dipinti («quattro ... con mezze fi-
gure ne ho ancor io », Io, 231), con ben dieci l'Odazi (otto eseguite
direttamente per Lione, IIo, 390 e 394), con quattro il Conca ; ma
soprattutto numerossime sono le Bambocciate e le Battaglie, che,
dalle due tele dello Stendardo, alle quindici del Graziani, sino alle
ventidue dell'Amorosi (nella Vita ms. dell'artista, Lione dice pos-
sedere di lui «fino a venti quadri »), oltre a molte altre meno im-
portanti, sembrano testimoniare quel nuovo atteggiamento critico
verso i «generi», che appunto nel Pascoli, con il suo notissimo
«Incipit» alla Vita del Cerquozzi, trova uno dei primi assertori,
in contrapposizione all'astio degli idealisti del Seicento. Né meno
significativo è lo spazio concesso alla pittura di paesaggio e di ve-
duta : dall'Orizzonte e dal Montanini a Gaspar Van Wittel, Andrea
Locateli, G. P. Panini, G. B. Busiri ed Alessio De Marchis (con
ben 14 tele) é una vasta, quasi esauriente rassegna di paesaggisti
e vedutisti romani fra Barocco e Rococò.

Lione Pascoli è stato anche lo storico degli artisti perugini,
che da Montanini e da G. A. Scaramuccia al Boccanera, al Laudati,
al Batini, al Gasperi ed a F. Mancini (di origine e formazione fore-
stiera, ma tanto operoso a Perugia) completano anche sotto tale
aspetto la quadreria, che poteva ben dirsi, allora, moderna.

FRANCESCO SANTI

O SV VIE UNES. SETE ZIE)” I CER UM d | INN FERE MBA. culo ì ehm
LA QUADRERIA DI LIONE PASCOLI 271

STIMA DELLE PITTURE NELLA CASA

DELL'EREDITÀ PASCOLI — PARROCCHIA SAN FIORENZO
| FATTA DAI SIG.RI BALDASSARRE ORSINI, E FRANCESCO
APPIANI IL DI 23 AGOSTO 1786.

COLL’ASSISTENZA DI ANTONIO BRIZJ PROCURATORE DEL PATRIMONIO

Nella Sala a Pian Terreno

Quadro grande rappresentante Sant'Andrea, che adora la

Croce — Opera del Cav.re Odazj, stimato senza cornice ..... sc. 40.—
Altro piü piccolo rapp.te Caino, che ammazza Abele del

sopr.d.o Cav. Odazj, in Tela d'Imperatore senza Cornice...... Sci i30; —
Due Quadri rappresentanti Rami da Cucina, d'incerto Au-

tore, senza. Gorniceig ds aree ER bp sc. 04.—

Due Quadri rappresentanti Paesi in Tela d'Imperatore,

Opera del Montanini, con Cornici nere, quali Quadri sono al-

quanto oscurati ....... SIGNATA TA CQ ID SS RS se:106.—
Num. 4 S DDIGSGn tant) Battaglie in Tela di Testa senza

| Cornice, d'incerto Autore ......... RITA A RIST INC EIE scr 02
. Num. 2 di Fruttami, in Tela di tre Palmi, senza Cornice,
düncerto 5555... Man e ire RIE sc. 01.—
sc. 83.—
| Un Quadro piccolo con Cornice nera rappresen.te un Pae- p. 2
setto dincerto. RIA; DAR. eL e RU. Qe. st sc. —.50
Altro rapp.te una Battaglia con Cornice dorata alla Ve-
DOZIANAREn OL M CC p M ML I MEE SU PORE e sc. 04.10
Num. 2 senza Cornice in Tela di 4 Palmi, rapp.ti uno Giu-
ditta, e l'altro la Pittura, d'incerto, senza Cornice ........... sc. 06.—
Uno rapp.te un Paese in Tela di Sassoferrato, che é de
quadri di Senigaglia. con Corniee .:........... ostico Doug ses 1:90
Uno rapp.te una Madalena in Tela da 7. e 5., con cornice
Derm 5. PIERINO EPIO EI, QIIIA EN : 314 SOLIERA Sei* 702. —
? Altro rapp. pa un Paese in Tela di 4. Palmi senza Cornice,
stáisopra .la-Ponta. 45:45 oo sr d DIN E y? Use, 01:50

Camera, dov'era la Libreria

N. due in Tela da 7. e 5. rapp.te Susanna nel Bagno,
e Loth colle Figlie, d'incerto, senza Cornice .............. sc. 12.—

Lirio í
272 FRANCESCO SANTI

N. 6 Ritratti di Sovrani, e Cardinali in Tela da 3. Palmi,
senza Gornice i. cis it TRA SR ERROR Urs d NG

Nella Anticamera dopo la Sala

Un quadro rapp.te la Crocefissione di S. Pietro, in Tela
fuon di misura, del. Gav. Odazj, senza .Cornice. ......... sr
Due Tele ad uso di Sopraporti di Giacinto Boccanera,
rapp.ti Elia quando fece occidere i Sacerdoti, ed altro rapp.te
altro. Fatto. della: Scrittura;-senza Cornice... ;..;.0. i a
Due Chiaroscuri dipinti in Carta del med.o Boccanera,
rapp.ti la Nascita di S. Gio. Battista, e la morte di S. Maria
Madal.a, con Cornice intagliata dorata .....................
Uno rapp.te S. Cecilia in Tela d’Imperatore, Opera d’in-
certo, di Scuola Napoletana, con Cornice e Cimasa ..........
N. 3. rapp.ti due alcuni Fatti del nuovo Testamento, e
uno la Strage degl’ Imnocenti, uno solo ha la Cornice intagliata
e-indorata;. Operasdi:Mattia -Batini.ju ant 025.4 BOARUE
Uno in Tela da Testa rapp.te il Limbo de SS. Padri, Opera
del d.0,.Batinij:cont Gornice dorata its 13} iaia io i

N. 2 della stessa misura per traverso, con Cornice nera,
dorata ne’ Cantoni, Opera del med. Battini, rapp.ti L'Adora-
zione; .de-Magi, esil-Presepionit iaia iii delete nero

N. 2 della med.a misura, con Cornici intagliate e ingessate,
rapp.ti Fatti della Scrittura, del med.o Battini ..............

N. 2 piccoli, rapp.ti Fiori, con Cornici nere filettate d’oro
d'ancertogAUutore:... gini oi

Altro tondo di Fiori con Cornice rossa, piccolo assai.....

Altro rapp.te L’incendio di Troja con cornice non dorata

N. 3 ottangolari di Paesi, con Cornici usate, non dorate
düue.e-unma-dordta ..... 0200 2700 nn RI Ia

Altro piccolo di Fiori con Cornice nera ................

N. 4 Paesi di Sinigaglia in Tela di Testa, con Cornice dorata

N. 2 in tela di 4 Palmi rapp.ti Animali e Cacciagioni, con
Gornici: filettate. d'oro, d'incerto;..... V iile deles SERVI

Nella Cappella

Un Quadro rapp.te S. Agnese, con Cornice di Legno Liscia,
e Cimasa, d'incerto Autore, in Tela d'Imperatore ............

— ————— ——— OTO QUI ) | VEDIOR CIR SOR et E EE \ Peron

sc. 06.
sc. 115.60
sc. 50.—-
sc. : 16.—
sc 10; —
sc. 20.—
sc. 30.—
Sc: 10.—
sc. 251.6U
sc. .20.—
sc. 16.—
Sc../:01.—
sc. —.50
sc. 01.—
sc. 01.—
sc. —.50
sc. 02.—
Sc... 12,—
sc. 305.60
sc. 20.—


LA QUADRERIA DI LIONE PASCOLI

Camera da Letto

Un Quadro rapp.te la Madonna col Bambino in Tela
d'Imperatore, Copia del Cav.r Conca, senza Cornice .........
N. 2 rapp.ti S. Luca, e S. Pietro, in Tela di Testa, creduti
del-Mignanis, senza COorniGe |... 1... n
N. 2 rapp.ti due Santi Papi, in Tela da Testa, uno con
Cornice di Legno, e l'altro parimenti di legno, ma cattiva, d'incerto
Uno a chiaroscuro rapp.te il Martirio di alcuni Santi, con
Gornice di Legno liscia, in Garta;-diincerto.. i uo
Uno rapp.te Acabbo, ed Elia, in Tela di Testa, Opera del
Boccanera, con Cornice alla Veneziana...
Uno rapp.te S. Franc.co Xaverio, in tela da mezza testa,
Opera del d.o Boccanera, senza Cornice

99 070:9/0.:0,;0 9:0 0.0.0,/0-0/.0-0 0/9. 0

Altro della med.a misura, rapp.te il V. P. Fran.co Ere-
mita, Opera del d.o Boccanera, senza Cornice ...............
Altro rapp.te S. Giuseppe, e la Madonna col Bambino, a
lume di notte in Tela di 3 Palmi per traverso, con Cornice
Lisola;/dineerto 7.7.9 1.2... 1S RR
Altro rapp.te la Madonna col Bambino, di Stile ‘antico,
in Tela di 3 Palmi, con Cornice nera dorata ne' Cantoni, creduta
di ScaramuceL 11.:Vecchl0: 5.5. 3s s coda. Geo RL iiw s
Altro rapp.te una Madonna addolorata in Tela da Testa,
con Cornice all'antica nera, Copia di Guido .................
N. 4 Paesi di Sinigaglia in Tela di Sassoferrato, con Cornici
doraté alla Veneziana 5552525. 000 n doe. de RODA OE A US
N. 5 detti per alto della med.a misura, con Cornici simili
N. 2 piccoli rapp.ti Battaglie, senza Cornice, Opera del
Graziani *) sna. iuvit spe tare bu. Me NE Lal s
N. 2 di Sinigaglia rapp.ti Paesi in tela da 4 siis con
Cornice alla Menezigng ‘dorata

Un piccolo Abbozzo rapp.te il Transito di S. Giuseppe,
senzasGornice; d'incerto: 5.5. iu RR RI
Uno rapp.te Clemente XI con Cornice nera indorata ne'
Cantonb;. done qaia idee renti iaia] Redi a
N. 2 rapp.ti Bambocciate in Tela di testa, con Cornici
nere filettate d'oro ..... c Hán: ia ae ap
N. uno rapp.te una Madalena con Cornice nera antica

SC.

Sc.

SC.

Sc.

Sc.

sc.

SC.

SC.

SC.

SC.

Sc.

Sc.
SC.

SC.

SC.
Sc.

Sc.

SC.

SC.

Sc.
SC.

273

06.—

03.—

2.50

01.—
—.30

LIII
274 FRANCESCO SANTI

Uno rapp.te S. Antonio in Tela da tre Palmi, con Cornice

nera fllettata d:0rO 55 vurqenensqsesxic tice tt sc. 01.—
Una piccola Madonna, con Cornice nera. Copia dal Maratti sc. —.50
Due piccoli Ritrattini tondi in Rame, con Cornicina di

Legho 7. 3 5. obs. di eeu ea der M eitcca a init irit sc. —.60
Una-Madonnina-im Gartg ve rer nudos ed sc. —.10
N. 3 rapp.ti Fiori, con Cornici di legno liscie, tonde.... sc. —.30
Uno piccolo in Vetro, rapp.te la Cena del Signore, con

Gontice di;Legno-lisCia 5565. s rer cirio i Mirino o sc. —.30

In Cima alla p.ma Scala

-Una»Madonna:coleBambino 4... v o oe s Sc —— D)
sc. 389.40

p. 8 SECONDO APeARTAMENTO

Nel passetto prima della Sala

Il Ritratto del Dott.re Alessandro Pascoli, Opera di Ago-

stino'Massucei,con:Cornice-dorata :.:.:...::. 51:4 2900 li sc. 30.—
Il Ritratto di Leone Pascoli, con Cornice dorata, Opera

di: Monsitur*David:3) = SR. de ATA FR ii E sc. 30.
Il Ritratto di D. Celso Pascoli con Cornice negra filettata

dioro;;iOpera: di: Cristoforo GASperi-=s 03. sc. 10.—
Due Ritratti di Settimia, e Chiara Pascoli, con Cornici

dorate;:del medio: Gasperis. rate IT ST TS sc. 16.—

Tre Ritratti di Soggetti della Casa, uno con Cornice do-
rata, uno con Cornice filettata d'oro, e uno con Cornice liscia,

Opera.del Laudati Re e ata sc. 18.—
Due Teste in tondo de’ Fanciulli della med.a Casa, con
Cornice: di-Eegno-*filettata=d'oro:s. ai eni sc. 03.—
Ritratto di Giamb.ta Mariottini ) con Cornice color di
noce, Opera incerta: 53145897. 00 5 POLLS APRILIS TIERS sc. 06.—
sc. 502.40
p. 9 Nella Sala

Un Quadro rapp.te S. Andrea Avellini, in Tela fuor di

misura, con Cornice di legno liscia, Opera del Cav.r Odazj.. sc. 80.—
N. 4 in Tela di 7. e 5., con Cornice di Legno intagliata,

rapp.ti uno S. Sebastiano, altro Endimione, altro David Pa-

store, l'altro S. Girolamo, Opera del med.o Odazj ........... sc. 160.—

———HÓrÓÓ m data n "
ln, cnini ili Rn mtt Ni Ep C nno EM oem
05

LA QUADRERIA DI LIONE PASCOLI

Uno in Tela di 6. e 5. per traverso con Cornice intagliata,
rapp.te un Mascalzone che disegna, Opera dell'Amorosi.......
Uno della stessa misura rapp.te una Madonna col Bam-
bino ed Angeli, con Cornice simile, Copia da un antico Pittore
Riorentino 1). dana tini AES NUS Ve c at
Uno in tela da 4 Palmi, rapp.te Seneca svenato, con Cor-
nicesliscia, :d'incertos 4:20. p oe dust ou EISE I
Altro in tela da testa, rapp.te S. Giovannino, con Cornice
liscia Opera dell'Amorosi

$9 9 9 9 9 9 9 9 9 0 9 9 9 $9 9 * 9 * 9 9 * 9 06 9 9 9 9 9 9 € * s» 9 v9 5»

N. 2 Bambocciate in tela di Sassoferrato per traverso,
senza Gornice;: d'incerto X: 5955.4 UA Geb quil deb ase

N. 4 Paesi ad uso di Sopraporti con Cornici filettate d'oro

Anticamera del Camino

Un quadro grande fuor di misura con Cornice intagliata,
rapp.te il Martirio di S. Sebastiano, Opera del Cav.r Odazj..
Un Quadro in Tela da mezza Figura con Cornice intagliata,
tutta dorata, rapp.te una bellissima Madalena, Opera del Tre-
viSünl 258 94.58 BLADE S. Ud. a ceti err te e. s
Altro simile compagno al sud.o con Cornice simile, rapp.te
ühasMadonna; Opera di: Benedetto. Luti...:............. ses
N. 2 rapp.ti la Scuola del Disegno in Tela di 3 Palmi,
con Cornice di Sinigaglia, d'Autore ignoto ..................
N. 2 Paesi per traverso ad uso di Sopraporti, con Cornice
liscia Opera di Titta Busiri, colle Figure di Bened.to Luti..

N. 2 Ovatini con mezze Figure di Bambocciate, con Cor-
nici dorate; Opera dell'Amorosi/245 05. i DL. NS
Due tele di 3 Palmi rapp.ti Animali, con Cornici di Si-
nigaglia;d'ignoto Autore: rt RR Hog Ie
Uno in tela di 4 Palmi rapp.te S. Gio. Evangelista, con
Cornice dorata, Opera del Cav.r Mancini ....................
Altro della med.a misura rapp.te S. Bartolomeo, con Cor-
nice simile, Opera" di Placido: Costanzi 212.9555: $0. 4. s URS
Altro della med.a misura rapp.te S. Pietro, con cornice
simile, del. d.o* Gostanzie 5. (60029. 00C RI
Altro della med.a misura rapp.te S. Andrea con Cornice

275

*
se. 25.—

*
sc. 40.—
sc.. 20.—

*
sc. 15.—
sc. 842.40

p. 10
sc. 02.—
sc. 02.—
sc. 60.—
sc. 160.—
sc. 60.—

"ek
sc. 40.—
Se: 40. —

sc. 1206.40

p.11 **
sc. 08.—

LE
sc. **06.—
SC. .:50;—

*
sc. 30,
sc. 40.—

*
sc. 40.—

simiesoOpera:delGoneas. visti; can Il ie
p. 13

12

dk

**

*

»**

276 FRANCESCO SANTI

N. 2 Accademie in Tela di Testa, con Cornice liscia, del

d:oiConoea :..0x.. MENDES LOTO. Re VO sc. 20.—
Altro in Tela da 4 Palmi rapp.te un Bevitore, con bella

Cornice intagliata, e dorata Opera dell'Amorosi .............. sc. 25.—
Altro in Tela da Testa, rapp.te un Pastore vecchio, con

Cornicesdorata;:@pera: di#Piziano st. 77.0951 24058 4.1. 0 IIS: sc. 200.—

sc. 1625.40

Altro della stessa misura, rapp.te la Madonna, che và in

Egitto, con Cornice simile; d'incerto ............- eerte sc. 20.—
N. 2 piccoli, rapp.ti Bambocciate, con Cornici dorate,

Opere dell'Amorosi: 14.292409. 20445 c 009, n, OLEO Sc, 12:—
Uno rapp.te una Flora in Tela di Sassoferrato, con Cor-

nice dorata, Opera di Michele Rocchi Romano *) ............ sc. 12.—
N. 6 Quadretti di diverse misure tutte piccole, con Cor-

nici parte liscie, e parte filettate dell'Amorosi ............... sc. 25.—
N. 2 simili rapp.ti due Disegnatori con Cornici dorate,

del:dio Amorosi: vi; sno sc. 08.—
N. 2 in tela di Sassoferrato con Cornici dorate del Cav.r

GioiPaolo Panini.32:53.144h 85 S cara ase ope ns dirt sc. 40.—
Uno piccolo per traverso rapp.te un Paese, con Cornice do-

rata, di Monsieur Orizonte. «asses sgreiesdlodecis eel itio «a sci. 20,—
Uno in tela di 4 Palmi rapp.te un Presepe, con Cornice

dorata, creduto del Lanfranco ................ enn sc. 20.—

sc. 1782.40

Uno per traverso ad uso di sopraporta rapp.te una Bat-

taglia con Cornice filettata d’oro, del Graziani .............. sc. 06.—
N. 2 simili per Lungo, anzi in quadro, rapp.ti Battaglie,

con Cornici nere filettate d’oro, del med.o Autore............ sc. 04.—
Uno piccolo col Martirio di S. Pietro Martire, con Cornice

simile: Opera; di Pietro Monianini fi, sioni sc. 02:
Altro piccolo rapp.te una Caricatura con Cornice liscia,

del Ghezzi +2... « episeo cts oleo dE nte calda sc. 05.—

N. 2 piccoli Paesi con Cornici dorate, di Alessio De Marchis sc. 02.—
Uno piccolo in Rame, rapp.te S. Girolamo, con Cornice

antica, d'incerto ......... eere hh hhthehhtthn ntn sc. 05.—
Altro simile in Rame con Cornicetta dorata, d'incerto.. sc. —.50
N. 2 ad uso di Sopraporte con Cornici Liscie, rapp.ti Bat-

taglie, del Graziani ...42...: e eere herren sc. 08.—
N. 2 di Frutti con Cornice nera piccoli, di Massimiliano

Failer 9)... 91 b oo sible dioit oti n dod Pale SC; 04.—

sc. 1818.90
M

LA QUADRERIA DI LIONE PASCOLI

Nella seconda Anticamera

Un Quadro per traverso in Tela d'Imperatore, rapp.te i
4 Dottori della Chiesa, con Cornice intagliata, e dorata, Opera
insigne: di-Andrea Saechi +. Los eG cedes osi ous CAES
Uno in tela da testa rapp.te la Fede coll'Eresia, ed altre
Figure, a chiaroscuro, con Cornice Liscia, di Bened.to Luti..
N. 2 Paesi per traverso in Tela da 3 Palmi, con S. Giro-
lamo e S. Brunone, con Cornici intagliate e dorate, Opera del
Mola: . brilla Da SO RS LIIS SES
Uno in tela di 4 Palmi rapp.te S. Giacomo Apostolo, con
(3oznice-dorata;sdisbuigr Garzh 9.3.5 nen n
Altro Apostolo della med.a misura, con Cornice dorata,
della Seuolaidel:Garacci 458 om ud. 30 250 ON A
N. 2 piccoli in quadro rapp.ti L'Orazione nell'Orto, e la
Pietà con Cornice intagliata e dorata, della med.a Scuola....
N. 2 di Frutti ad uso di Sopraporte, con Cornici intagliate
e dorate, creduti di Mich.lo di Campidoglio

® 300000 * 9 * 9 9 000 00

277

sc. 500.—

sc. 060.—

sc. 080.—
sc. 040.—
sc. 060.—
sc. 040.—

sc. 012.—

sc. 2610.90

Una testa di un Giovane in Tela di mezza testa con Cor-
nicesdorata;.di.Benedetto,iLuti,.;.../..- cs. i Lo BIS
N. 2 Bambocciate per traverso con Cornici dorate in tela
piccola, d'incertopiizti. amanti nane ii det ent
Un'altra Bambocciata in Tela di Sassoferrato con Cornice
dorata; credutaxdeli-Fiammingos®.. vidi dl a
Uno piccolo rapp.te una Testa di un Moro con Cornice
dorata e intagliata, Opera di Paolo Veronese................
Altro simile in Rame con Cornice simile, Copia da Anni-
bale Caracci, rapp.te La Madonna col Bambino, S. Giuseppe,
eS. Glo; Bala tia 25400 N IA SON
N. 3 Battaglie per traverso ad uso di Sopraporte, con Cor-
nici nere intagliate filettate d'oro, Opera del Graziani ........
N. 6 piccoli Paesetti con Cornici dorate, d'Alessio de Marchis
Uno in Tela da Testa, e più grande rapp.te S. Elena, con
Cornice dorata, Opera del Baciccio ........... DP A

sc. 20.—
sc. 10.—
sc. 06.—

sc. 30.—

sc. 08:55

sc. 18.—
sc. 06.—

sc. 20.—

sc. 2728.90

Altro di simile misura con Cornice dorata, Abbozzino di
Pietro de' Pietri, rapp.te La Purificazione della Madonna....
Uno in Tela da testa rapp.te S. Fran.co d'Assisi, con Cor-
nice*doráta,- di-Bened.to Lut]; .,.... 5... 2:44 0. eC IRR

6

sc. 20.—

dk

Ao
**

*

pX151*

**

p. 18

278 FRANCESCO SANTI

Altro della med.a misura con Cornice dorata rapp.te
S. Fran;co.di Paola; di Placido:Gostanzi^?. 7. 31........ 4 4.
Un quadro grande rappresentante una notte con Gesü
Cristo quando fù in Coronato di Spine con Cornice dorata opera
del:caravaggio-07. OP ate aga ateo Ri INA STR eta da ET
Due quadri in tela di tre palmi con cornice dorata ed in-
tagliata rappresentanti dui angeli della cupula del Giesù di
Homs: fatti: daliBaciccionti.. X a IRSE VORTTENTIEA
Dui quadri per traverso in tela di tre palmi con cornice
dorata rapresentanti babocciate di Monsü Stedardo ..........
Dui paesi per uso de sopra porti con cornice dorata, ed
intagliata: diEuccatellii5. tnt Pa RR T EU e d

Una Putta con un Cagniolo in tela di Sassoferrato con
Gornice*dorata;:del: Amorosi; 255032109 210.9085 EA
Due quadri in tela di quatro Palmi per traverso rapre-
sentanti Autunno e le State con cornice di Legnio d'autore incerto
Due quadretti di banbocciate con cornice dorata di Gezzi
Due quadretti in Rame con prospetive e marina di ma-
niera fiaminga con cornice dorata ...........-..... eee
Due paesi circa due palmi di Canna con cornice dorata
di Monsir Orizonte . ss setti ar te ant
Doi paesi di grandensa un palmo e mezo di canna con
cornice dorata ed intagliata di Monsù Francesco Borgognione
con le figure di Monsù Leandro *) .............. SENI DUIS S. es
Un quadro di tela di Imperatore con cornice dorata, ed
intagliata rapresentante un padre eternno, / che viene (?) / del
Guercino®. i: 45. ae 8 1e RR e Coe Ue Lv oleo Y eure tS

Una picola Madonina in Pietra Lavagnia con cornice di
legnio negro ......-.- nh Ih hh hh n

Nella Camera prima da Dormire

Un quadro in tela di Imperatore rapresentante la giu-
stizia, e la pace con cornice dorata di Ciro Ferri ............
Il ritratto di Papa Lambertini con cornice dorata......
Un quadro di Tela di tre palmmi con cornice dorata, ed
intagliata rapresentante un Angelo a mezza figura che si stima

sc. T10:——
sc. 300
sc. 200
sc. 40
sc. 30
sc. 3248.90
sc. 08.
8c. 12
sc. 10.
sc. 15
sc. 60
sc. 40
sc. 25
sc. 3408.90
sc. 03
sc. 20
sc. 10
sc. 06

abo2z0.dí Guido. Reno:4..... veo ee eo due

———— »————
————— es

LA QUADRERIA DI LIONE PASCOLI

Un quadro di tela di quatro palmmi con cornice nera
intagliata e filetata d'oro rapresentante la Madonna del Cuore
con il suo Banbino di Sebastiano Conca ....................

Un quadro di tela di tre palmmi con cornice di Legnio
rapresentante"Gesu Bambino) 7... 55299001524. 922531322, 0058

Un paese in tela di Sassoferrato con cornice di Legnio a
Bozzo-di*Gaspare.Van:Vitelli: rue ii ei EVI

279
sc. 30
sc. 08
sc. 04

sc. 3489.90

N. 4 Vedute di Venezia con cornice dorata intagliata...
Dui quadri di Pesci con cornice dorata intagliata......
Dui Banbocci in tela di Sassoferrato uno con cornice do-
rata e altro con cornice di Legno del Amorosi...............
Una Madonna in tavola con Cornice di Legno..........
Un quadro con un Crocifisso di lungesa di quatro palmmi
con cornice-negrased-:intagliidorati:.... o ia
Un san giovanni Evangelista in tela di tre palmmi con
cornice-dorata si: sini aa dee dae ile N
Un Abozeto finito con cornice dorata rapresentante la
Madonna con S. Orsola e le Vergini di Cristoforo Gaspari, di
cui esso ne hà sempre preteso venticinque scudi .............
Una Testa di una Santa di Benedetto Luti con cornice
diIBgno smi RR IT n a

sc. 12
sc. 06
sc. 08
sc. 02
sc. 02.50
sc. 10
80.: 25
sc. 06

sc. 3559.40

Dui quadretti in Rame con cornice dorata ed intagliata
rapresentanti dui puttini di Michel Rocchi ..................
N. quatro ovaletti con vasi di fiori e Cornice dorata...
N. 3 quadretti con cornice dorata rapresentanti paesi di
Alesio de Marchis ....... ine ROERO
N. 3 Picole bataglie del graziani con cornice di legno..
Un di Legnio in Penna con sua cornice dorata e Cristallo
giudicato..di«Tizziano;. iti. ugo ESTERE IRR SOS
N. 6 Ovati in cornice di creta (?) Cotta con paesi e batagli

In altra Camera da Letto

Un Crucifisso in tela grande del Cav.e Odasi...........
Un S. Paolo in tela di quattro palmi con cornice di legno
del Vicinelll? == Ra RR RR CAES SEE i

sc. 12
sc. 04

sc. 03
sc. 09

sc. 01
sc. 02

sc. 30

sc. 30

sc. 3650.40

**

19

20
280 FRANCESCO SANTI

p. 21 San Fedele da Singmaringe in tela di quatro palmi con
cornice di Legno di Ingnizio Sterno ..... 3i Sh toti) oibsabh sc. 20
Un altro quadro della stessa misura con cornice di legno i
rapresentante S. Logino d'autore incerto .............. eese Sc. 10
Un quadro in Tela per traverso di tre palmi con cornice |
nera rapresentante la Madonna, e S. Orsola con cornice di Le- }
gniobHegra: .s.s5 seeded edet en ensavs cox cine s don oiu sc. 05 |
. Due mezze figure in Tela di testa con cornice di legno |
rapresentanti Lucresia, e Cleopatra di autore incerto.......... sc. 08 |
* Dui Bambocci in tela di tre palmi con cornice filetata |
doro*delisAmorosi:vi: sist ant e 2 on. ara dati us us sq 10
Due altre Banbocate dello stesso autore in tela di minor
misura con Cornice di. Legno: 3. 125. a0. Lb S ISPTOG- 30o- sc. 08
Due picole Bataglie del Graziani .................. eee sc. 06
sc. 3717.40
p. ?? N. 3 picoli Paesi con cornice dorata di Alesio de Marchis sc. 03
Due marine senza cornice di autore incerto............. 8c; 10
Un Ecce Omo con Cornice intagliata e dorata.......... sc. 00.50
Per le Scale per andare al secondo Piano

per le-^scale"N--3 paesl...:23::- 510314 et ceri sc. .00.60 »
sc. 3737.50

Quadri di poco conto da stimarsi dal Regattiere

|

Nella Saletta N. 2 Paesi in tela di pal. 4 con cornice |
NEEra .........000 00000000000 ehh rece re0co 000000000 sc. |

N. 8 quadri con cornice negra rapresentanti diversi Santi sc.

N. 2 quadri con fiori ..........eee I sc. |

Un quadro in tavola lavorato ad üso'd'Intarsio. 10, vi ESC:

Nella Camera da Letto una Madonna con il Bambino copia |
assai mediocre di Guido 4. 5.0 5. asini scs. |

Un Erodiade con cornice nera...... «een n n n nn sc. |

p. 23 Un quadro molto oscurato con cornice nera S.M. con b

S. Antonio... .2:.... e nrinds siis Quesexete e teu pt sc.

Altra Camera da letto contigua

N. 3 quadri con cornice nera rapresentanti L'Anunziata
esdiversi-Santl- i... itinere e hole erre no iae sc.

TO nea e QT I EIA
wc RE SIS te rm m e

LA QUADRERIA DI LIONE PASCOLI 281

Nel pasetto per andare alla Cucina

iN. 3 quadri con corDice negra |... vocor tees coo sc.

Nella Saletta contigua

IN G4: Paesi:con :cornice:megra!«« 905 00. 1d. aH oho? sc.
N. 7 quadri con cornice negra rapresentanti fiori....... sc.
Un quadro con la Madonna e sua cornice negra........ SC.
I9ue'oyati"dT Senigallia asa Usable 2 9. mec eore sc.

x

Intanto da noi periti si è valutato codesto quadro di Andrea Sacchi
per il valore di sc. 500 perché dovendosi vendere tutti li quadri asieme do-
vendosi vendere tuti li quadri a sieme si fisava un prezo discreto né ocore-
rebe vendersi d. quadro solo può valere asai di più ed in alcune circo-
stanze poder.. anche acedersi (?) al tre etante.

Il quadro di S. Martino nella Chiesa di Castel Leone per quanto mi
riferì il fù Alesandro Pascoli lo pagò ad Onofrio Auveli (?) sc. 60. la Ma-
donina Sulaltare fù pagata al Iosini (?) da D. Celso Pascoli sc. 10.

NOTE

1) È forse Giacomo Mignani, bolognese del sec. xvi.

?) Dei quattro pittori Graziani operanti a Napoli ed a Bologna fra Sei e Sette-
cento, l'autore di queste Battaglie è da identificarsi nel napoletano Pietro Graziani,
che è appunto il continuatore in epoca rococò del « battaglismo » napoletano del Seicento.

3) È Lodovico Antonio David, di Lugano (1648-m.d. il 1718); allievo del Cairo
e del Cignani, visse molto tempo a Roma eseguendo ritratti.

4) La madre dei fratelli Pascoli era, com’è noto, Maria Ippolita Mariottini ; que-
sto G. B. Mariottini ne deve essere stato uno stretto parente, forse il padre. Nelle
carte di A. Mariotti presso la Biblioteca Comunale di Perugia, relative ai Pascoli (ms.
n. 1491, busta 1/2) sono riportate 1: memorie familiari scritte da Celso P. nel 1750 ;
da esse risulta che, non essendovi eredi diretti dei fratelli Pascoli, Alessandro e lo
zio materno Costanzo Mariottini disposero, col consenso dello stesso C«1so, la primo-
genitura in un maschio della famiglia Bianchi di Foligno, i parenti più stretti dei Ma-
riottini; non vollero però che gli eredi, che avrebbero assunto il cognome Mariottini,
prendessero anche quello Pascoli perché « per i parti letterari di Lione e di Alessandro
il loro nome sarebbe restato perpetuamente senza altro aiuto. Da queste memorie ri-

PD.

24
282 FRANCESCO SANTI

sulta anche che la casa Pascoli a S. Fiorenzo era «contigua a quella dell'Alberti da un
lato e a quella di Vincenzo Rossi dall'altro »: in Via dei Calderari, ora Alessi, esisteva
un palazzo Rossi. L'ultima discendente della famiglia, che nel 1931 donó la parte su-
perstite della quadreria, si chiamava Consilia Pascoli: ció fa sorgere il dubbio che esi-
stesse un altro ramo della famiglia e che la successione ereditaria si sia svolta poi in
modo diverso, come sembra indicare anche il titolo della « Stima ».

5) Siano la cornice di legno intagliato e le misure, identiche alla cornice ed alle
dimensioni del quadro dell'Amorosi, sia il soggetto, la Madonna col Bambino e 3 An-
geli (col S. Giuseppe nell'ombra del fondo) fanno individuare con una certa sicurezza
questa « voce » della Stima nel quadro, che nella Pinacoteca di Deruta é attribuito (non
so da chi) al Garofalo. Pur ammettendo legami con quell'ambiente ferrarese, mi sembra
che l’opera, di considerevole qualità, sia da porsi più avanti nel tempo ; comunque lo
studio del dipinto, di difficile attribuzione, dovrà essere fatto in altra sede, È quasi in-
spiegabile la strana indicazione data dall'Orsini nella « Stima » — sempre che si tratti,
come in effetti credo si tratti, del dipinto pervenutoci.

*) Michele Rocca (1675-.m d. il 1751) era di Parma ed era appunto detto il Par-
migiano (così anche il Pascoli, II°, 290) ; l'Orsini lo dice « Romano » forse perché attivo
a Roma sino dai primi del secolo XVIII.

?) È del tutto ignoto.

*) Monsü Leandro é, com'é noto, Cristiano Reder (Lipsia 1656-att. a Roma dal
1685, m. ivi 1729), del quale il Pascoli scrisse la Vita, ricordando (II°, 355) che nelle
Storie di S. Francesco di P. nel Convento di S. Andrea delle Fratte a Roma i pae-
saggi furono eseguiti da Francesco Borgognone, le figure da Reder, come in questo
« Paesaggio ». Il Borgognone è solitamente individuato in uno dei Courtois (v. R. Lox-
cHI, « Monsù A »..., in «Paragone», N. 53, 1954, p. 40; L. SaLERNO, Convento di
S. Andrea delle Fratte...., in «Boll. d'Arte», 1965, p. 119): non Giacomo, né Gu-
glielmo evidentemente, ma anche per il terzo fratello, Giovanni Francesco, che nel
1659 veste l'abito cappuccino e prende il nome di Antonio, tale individuazione pre-
senta, a mio parere, gravi incertezze ; il Pascoli, infatti, a proposito dell'attività pit-
torica del Cappuccino in S. Andrea delle Fratte, parla solo di «operette di devozione » ;
anche F. A. SALVAGNINI, JI pittori Borgognoni Cortese (Courtois), Roma 1937, pp. 51-57,
non offre al riguardo nuovi elementi.


—9-———————

Carteggi

Luigi Mercantini politico :
Dieci lettere inedite ad
Ariodante Fabretti

Quelle che qui presentiamo, sono dieci lettere di Luigi Mercan-
tini conservate presso la Biblioteca Augusta di Perugia 1. Comprese
nel periodo che va dal 1854 al 1861, esse contribuiscono ad illuminare
una fase della vita del noto poeta-patriota risorgimentale, aggiun-
gendo, a quelli abbastanza scarsi esistenti, alcuni elementi per la
precisazione del suo pensiero politico ?.

Le lettere furono scritte dal Mercantini prima da Torino e poi
da Genova e Bologna, tappe successive del suo lungo peregrinare di
esule politico. Il suo corrispondente è il perugino Ariodante Fabretti,
personaggio di un certo rilievo del nostro Risorgimento, il cui ruolo
politico si va sempre più rivelando non inferiore alla sua fama di
studioso ?. Di convinzioni repubblicane, ex deputato alla Costituente
romana — di cui fu uno dei Segretari — il Fabretti era emigrato
dapprima a Firenze e poi a Torino, dove continuò i suoi studi di
archeologia e, nel contempo, fu per molti anni tra i massimi diri-
genti della « Società dell'Emigrazione Italiana » ; la prima lettera qui
pubblicata (14 agosto 1854) gli fu scritta dal Mercantini per motivi
d’ufficio : nella sua qualità cioè — finora ignota ai biografi del poeta
marchigiano — di Segretario generale proprio di questa Società.
Una Istituzione sulla quale poco o nulla si sa, e la cui storia lo scri-
vente sta in altra sede ricostruendo sulla base di una documenta-
zione rinvenuta a Perugia, trasferitavi appunto dal Fabretti, che di
quella Società fu l'ultimo presidente 9.

Qui ci limitiamo a dire che essa era una vera e propria Società
per azioni, costituita nella capitale piemontese il 20 giugno 1851
per sopperire, con mezzi propri e con donazioni, alle necessità degli
esuli politici più bisognosi; necessità che gli scarsi mezzi stanziati
a questo scopo dal Governo — che peraltro escludeva dal sussidio
284 GIAN BIAGIO FURIOZZI

gli emigrati dopo il 1849 — e distribuiti dal « Comitato » diretto dal-
l'abate Cameroni, non bastavano a soddisfare. Promossa e sostenuta
da alcuni tra i più noti esuli riparati in Piemonte all'indomani del
'48-'49 (ricordiamo tra gli altri Giovan Francesco Avesani, Timoteo
Riboli, Raffaele Conforti, Pasquale Stanislao Mancini, Andrea Cat-
tabeni, Antonio Litta, Niccolò Tommaseo, Giorgio Pallavicino) essa
raccolse l’adesione di molte centinaia di patrioti provenienti da ogni
parte d’Italia e di ogni corrente politica, ai quali offrì assistenza mo-
rale e materiale. Fu sciolta, per naturale esaurimento dei compiti,
nel febbraio del 1860.

Membro autorevole di essa fu dunque anche il Mercantini. Que-
sti era giunto a Torino — sotto altro nome e munito di passaporto
inglese — nell’agosto del 1852, dopo un esilio di tre anni nelle Isole
Ionie, procuratogli dalla sua partecipazione alle vicende della Re-
pubblica romana come tenente aiutante maggiore nel battaglione
civico della provincia di Pesaro e Urbino 5). Non sappiamo di preciso
quando aderì alla «Società dell'Emigrazione Italiana », ma ciò do-
vette avvenire quasi certamente tra l’agosto e il dicembre del 1852,
non risultando il suo nome nell’elenco dei soci ammessi negli anni
1853-54 ; d’altra parte, nell’ Assemblea generale della Società del 18
giugno 1854 fu eletto Segretario generale della stessa, in pratica la
seconda carica in ordine d'importanza dopo quella del Presidente.
Insieme con lui, figuravano nel Consiglio Direttivo Carlo Mayr (Pre-
sidente), Francesco Carrano, Niccoló Tommaseo, Giorgio Pallavi-
cino e, dall'agosto, lo stesso Fabretti. Ai primi di ottobre il Mercan-
tini lasció la carica, essendogli stato affidato l'insegnamento di lingua
e letteratura italiana e di storia nel Collegio femminile delle Peschiere
di Genova.

Dal capoluogo ligure egli mantenne stretti contatti con gli esuli
residenti a Torino, fungendo praticamente da tramite — come testi-
monia la lettera del 12 novembre 1854 — tra questi e l'emigrazione
politica di Genova, piü battagliera ma meno organizzata di quella
torinese 9. Il Fabretti, suo buon amico, rappresentava, da parte sua,
un ottimo punto di riferimento per realizzare un minimo di collega-
mento tra i due principali centri dell'emigrazione politica italiana
nel Regno di Sardegna. Ma il patriota perugino rappresentava so-
prattutto, per il Mercantini, un confidente sicuro cui esternare le
idee e i sentimenti che il lungo esilio e le speranze troppe volte de-
luse, suscitavano nel suo animo. Ed è interessante notare come il
suo pensiero andasse innanzitutto a coloro che «già creduti ardenti

fi 13i o to fuisti INT SEE LOSE) CNR IERI o Mo ne dm a eeu De tes t Moo rom

— Ng ——
XM 0

-———g.-—--—

LUIGI MERCANTINI POLITICO 285

e fermi nei loro propositi », davano segni di cedimento nella lunga
attesa di una méta che appariva sempre piü lontana; e come ció
che piü lo rattristava fosse il sapere «che anche nelle nostre tiran-
neggiate provincie, l'universale torna a vagheggiare amnistie, costi-
tuzioni e riforme », non vedendo «altra salute che in una federa-
zione di principi costituzionali » e chiamando « velleità le rivoluzioni »
(lettera del 6 luglio 1856). Affermazioni che rivelano un Mercantini
molto diverso da quello supposto, ad esempio, dal Pierini, secondo
il quale anch'egli avrebbe visto «la necessità di abbandonare la pre-
giudiziale repubblicana », raccogliendosi «sotto la bandiera del Par-
tito unitario italiano, inalzata da Daniele Manin e sventolata dalla
Società Nazionale Italiana » ?.

Così, mentre parecchi emigrati, tra la fine del ’55 e l’inizio del
956, si dichiararono disposti a mettere da parte le proprie convin-
zioni politiche per aderire alla politica cavouriana, il Mercantini si
unì invece a quegli esuli che manifestarono la loro viva disapprova-
zione per le prese di posizione dell’ex capo della Repubblica veneta.
Quasi contemporaneamente alla profonda sfiducia espressa da Carlo
Pisacane nell'opera del Re sardo 9, egli affermava di non nutrire
fiducia nell’azione del Piemonte ; attaccava i moderati che confida-
vano nella « potenza della diplomazia » per realizzare l’unità ita-
liana; sognava che il « popolo » e la «gioventù nuova» compissero
una «rivoluzione [...] così temibile, che nessun esercito valga a
comprimerla » e «attacchi e distrugga tutto il tristo vecchiume » ;
ironizzava sul Manin 9 per gli elogi da questi rivolti a Vittorio Ema-
nuele II e sulla possibilità che quest'ultimo, un giorno o l’altro, « com-
mosso a forti pensieri » impugnasse la spada e si facesse « di piemon-
tese italiano » ; riaffermava infine, con sentimenti genuinamente maz-
ziniani, la sua immutata fedeltà « alla santità e alla verità del prin-
cipio abbracciato per potenza d’intelletto e di cuore, chiudendo tutto
in queste parole: la Nazione salvi la Nazione ».

Non possediamo le risposte del Fabretti ; ma, da quanto questo
ultimo scriveva in quegli stessi anni al concittadino Annibale Vecchi,
si deduce che egli condivideva totalmente le considerazioni del-
l'amico. Anch'egli, infatti, criticava il Piemonte, giudicandolo gover-
nato «da un pugno di briganti » e definendo quella cavouriana « una
politica di sotterfugi, di giuochi di parole, di sfacciati inganni » ;
dava dell’«impostore » al Mamiani per la fiducia riposta in Napo-
leone III e polemizzava con gli emigrati che rinnegavano il proprio
ideale rivoluzionario riponendo le loro speranze nell'azione del go-

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i
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Li
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286 GIAN BIAGIO FURIOZZI

verno piemontese, che per lui non aveva in mente « neppure l'ombra
... di guerra nazionale » !9.

Nel 1857 e nel 1858 il Mercantini non mutò la sua posizione
politica ; anzi, possiamo dire che forse accentuó la sua intransigenza
repubblicana, scrivendo addirittura dei carmi in lode degli attenta-
tori Agesilao Milano e Felice Orsini. Occorre arrivare al settembre
1860 perché egli, tornato nelle Marche al momento dell'annessione
con le funzioni di segretario del Commissario straordinario Lorenzo
Valerio, accantonasse la pregiudiziale istituzionale e invitasse tutti
alla concordia, «lasciando reciprocamente tante reciproche diffi-
denze»; non senza continuare, tuttavia, a rivendicare con forza la
presa di Roma e di Venezia. Nel febbraio 1861, poi, non si sottrasse
alla sua ultima battaglia politica, partecipando alle elezioni per la
nuova Camera ; battaglia che lo vide vincitore, riuscendo eletto de-
putato per il collegio di Fabriano contro il candidato clericale « cam-
pione del ministero ». :

GIAN BragIO FURIOZZI

Torino, 14 agosto 1854
All’onorevole Signore
Prof. Ariodante Fabretti

Ho il piacere di comunicarLe che il Consiglio di Direzione nella seduta
di ieri 73 corrente nominò Lei a Consigliere straordinario. Con questo, oltreché
è dato al suo merito una dimostrazione di stima e di affetto, si è anche ben
provveduto all’onore e all’utile della Società che ha bisogno di avere nel suo
Consiglio uomini di mente e di cuore.
Nella certezza che Ella vorrà accettare questo nuovo incarico, ho il
bene di salutarla.
Mercantini

II

Genova, 3 Novembre [18]54

Mio caro Fabretti
Sono un pigro, ma non poco amorevole : immagina dunque che questa
lettera ti sia giunta il 25 del p.p. ottobre, ed io sarò senza colpa. La scusa è,
se non altro, ingegnosa. A quell’ora avrai forse saputo che la bellezza decaduta

X —

cea
Xx

/ LUIGI MERCANTINI POLITICO 287

del N. 1 si chiama la Marchesa Faustina di Costanza, la nipote Maria di Ca-
slellengo:: [555.3 ] Luisa Cantoni.

Se avessi già incominciato le lezioni, ricordami alle nostre buone e brave
e belle scolarette ; di più saluta particolarmente per me madamigella Luisa,
che troverai Gentilini oltreciò le dirai che io presto le scriverò, anche
perché amo che non si dimentichi di me.

Non importa far visita alla Marchesa : io in due anni circa sono stato
tre sole volte a trovarla.

Mi raccomando poi alla tua autorità, qualunque essa sia, perché in-
terpongasi mediatrice fra me e il Fato, ché tale oggi (pare) il Fassetti. Io
lo cercai innanzi di partire, ma non è sempre dato a noi mortali vedere chi si
nasconde talora dentro gli abissi della Luce, quantunque questi Immortali
e lucentissimi si degnino talvolta di uscire con noi a bere un litro di nettido
seno. Così Giove discuteva torvo e peggio per far certe cose a cui si abban-
donava più che gioiosamente il Fato non ostante l'in principio erat verbum.

Delle due lettere che mi accenni ho letto solo la prima, e anche a me,
leggendola, venne in mente il tuo stesso pensiero intorno all’autore. Comun-
que già è un gran fatto che il « Times » le abbia pubblicate. A giorni te le
manderò. Fin qui però io non ho voluto illudermi : ma ora comincio a pen-
sare che noi quest'altr'anno ne vedremo delle belle : ma noi avremo giudizio ?
Ne dubito, e me ne duole. E tu che fai ? Come stai? Lascia un po’ da parte,
almeno per qualche giorno, coteste tue consuntrici fatiche e starai meglio.
Io sono contentissimo del mio nuovo soggiorno, e ti daró poi notizie del Col-
legio 19, Saluta per me la tua ottima moglie. Addio : e un saluto a tutti gli
amici.

Il tuo Mercantini

III

Genova, 12 Novembre 1854

Caro Fabretti
Non ti faccia meraviglia l'elegante foglietto : scrivo dal Collegio delle
Peschiere. Consegnai subito la lettera al Pennacchi 1? : parlai col conte Richi
e col Foresti per ciò che riguarda l'intenzione del nostro Comitato !? di fare
inviare un indirizzo al nuovo Parlamento ; ed essi mi hanno risposto quello
stesso che io già vedeva parimenti appena ricevuta la tua ; cioé che leggiate
nella « Gazzetta di Genova » o in altri giornali, ma specialmente in quella,
poiché li é per disteso, il verbale dell'adunanza in cui si firmó quella tale
protesta 19, e vedrete che il Comitato ebbe l'incarico dall'Assemblea di appa-
recchiare questo indirizzo. E perché l'avv. Castagnola 9? fu il primo a par-
larne accennando il modo (nobilissimo veramente) con cui dovrebb'essere re-
datto, tutti unanimi ne affidarono a lui la direzione. Il Castagnola poi venne
a Torino, con l'intenzione di parlarne con cotesto Comitato, perché l'indirizzo
288 GIAN BIAGIO FURIOZZI

fosse fatto di accordo serenissimo dei due primi centri dell'emigrazione in
questi stati. Sarà dunque bene voi altri vi mettiate subito in corrispondenza
col Comitato di Genova, e, se vuolsi, particolarmente anche col Castagnola,
perché quest'atto sia veramente concorde, e porga la piü bella prova del-
l’unione che dovrebbe regnare fra noi. Sarebbe veramente vergogna che al-
meno in questa congiuntura, non sapessimo mostrarci uniti: e se i nostri
nemici ridessero, avrebbero ragione. Ma io spero che questo non avverrà.
Quel buon Vannucci !? me l’ha fatta un po’ grossa ; io gli avevo scritto
una lettera che come piacque a me nello scriverla, cosi sarebbe piaciuta a te
se l'avessi letta. Ed egli ne ha fatte assai meno che un santo ; e ciò mi è di-
spiaciuto moltissimo ; anche perché in essa si parlava di un altro lavoro, una
Memoria del Boccardo *?), e questi lo sapeva, e aspettava il mio giudizio.
Forse la mia lettera era troppo ardita. Tanti saluti alla Filomena !9 per parte
di Giuseppina 1°), e tanti baci dall’Adelina 2°) nostra ogni giorno più cara.
Addio, caro Fabretti. Ama sempre
Il tuo Mercantini

IV

Genova, 6 Luglio 1856

Mio caro Fabretti
Vorrei scriverti ad ogni tanto ; ma un pò le lezioni, un pò la famiglia,
e un pò anche il disuso delle epistolari corrispondenze non mi lascian fare
quel che vorrei. Da qualche giorno però sento la necessità di parlare o di
scrivere a qualche amico, e perché qui non trovo o non conosco nessuno ch’io
possa pienamente stimare ed amare, prendo e scrivo a te che stimo ed amo
tanto. E prima di tutto vorrei chiederti come avvenga che tutte le lezioni
del ’48 e del ’49 non bastino a torre d’inganno le menti, e che quasi tutti
ricadano negli stessi errori e nelle stesse illusioni di quel tempo. Veggo qua
e là certe mutazioni d’animi che mi fanno molto meravigliare ; e uomini già
creduti ardenti e fermi nei loro propositi, se apertamente non si mostrano
diversi da quel che erano, danno tuttavia qualche segno di traviamento, ed
accennano simpatie ed affetti da cui prima avrebbero inorridito. Ma questo
è forse il meno male ; perché in Italia da tanto in qua sappiamo troppo bene
che ciò che più grava le spalle a chi erra fuori del suo nido è la compagnia
malvagia e scempia ; e non credesse che fosse più scempia che malvagia. Quello
che molto mi duole, e ancora nol credo, si è il sapere che anche nelle nostre
tiranneggiate provincie, l’universale torna a vagheggiare amnistie, costitu-
zioni e riforme, e non vedono altra salute che in una federazione di principi
costituzionali ; e si chiamano velleità le rivoluzioni, matto e tristo chi le de-
sidera, e quella esclusività che prima ed oggi ancora, rimproveravano al matto,
è diventata ora il privilegio di costoro che si dicono soli essi i bene pensanti.
Tutti gli occhi delle altre provincie sono rivolti qua, e la loro speranza
è questa. Il Piemonte ajutato dalla Francia e dall’Inghilterra, appena se ne

— ————

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DE X—

“e

LUIGI MERCANTINI POLITICO 289

ponga l’occasione (il diluvio per esempio) entrerà in campo contro gli Austriaci,
li caccerà, poi ritornerà nel suo guscio; del Lombardo Veneto se ne farà,
per meglio unificare il paese, un altro regno o granducato, e allora tutti i
nostri eccelsi padroni, non avendo più ajuti austriaci in Italia, saranno co-
stretti a diventare subito italianissimi, a dare una costituzione simile a quella
del Piemonte, e allora la nostra patria avrà toccato il punto più alto della
sua grandezza ; ai nostri martiri si farà vedere ch’essi sono stati tutti matti
e come senza lo spreco del loro sangue la benignità e la pazienza dei Principi
nostri augustissimi abbia saputo legalmente, e per potenza di diplomazia e
di equilibrio redimere e costituire la nazione italiana. Questo, se io non
erro, mi pare oggi il principio su cui riposano le speranze e i desiderii di gran
parte degl’Italiani. Stando a questo modo le cose, che pensi tu, mio buon
amico ? Io vedo bene che tutto questo è un bel castello di neve che alla prima
passata d’un mariuolo d’un plebeo, si dilegua in acqua e fango ; ma intanto
le cose vanno per questa via, e innanzi al viso aperto del nuovo Farinata di
Torino (ed io pure il lodo) tutte le teste e i petti insanguinati dei nostri morti
si chiudono nell'ombra, e le sue parole in un conciliabolo di volpi buone più
che tutte le ultime gride di quei forti lanciate a venticinque milioni di Ita-
liani.

Questo vuol dire che noi talora siamo gente vile, o ciechi precipitati
da un dirupo che per risalire. afferrano un giunco che ci dà pel naso invece
d’un ronchione che non vediamo, e che ci sarebbe salda fune a ritornare in
alto. Se non che una consolazione mi rimane e sola e grandissima ; che il
popolo e la gioventù nuova non si contenteranno niente affatto di tutto
questo. E per conseguenza ecco il risultato che verrebbe da questa utopia
dei feroci moderati: nuove congiure e nuovi patiboli, e la redenzione e la
grandezza vera della nostra bella nazione differita ancora chi sa per quanto
tempo ; ella è la rivoluzione nuova ? Oggi ne dubito : e tu? E poi se la rivo-
luzione non è così unanime e così temibile, che nessun esercito valga a com-
primerla, e non attacchi e distrugga tutto il tristo vecchiume, è meglio che
non si mostri nessuno ; sarebbe stoltezza davvero, io credo, muoversi ancora
una volta per dar da bere nuovo sangue a questi atroci che ci governano,
e, che è peggio, materia di scherno a tanti vermi vilissimi indegni anche di
brulicare nel fango d'Italia. Dunque che vivere a fare? Aspettare sempre,
fedeli alla santità e alla verità del principio abbracciato per potenza d’intel-
letto e di cuore, chiudendo tutto in queste parole : la Nazione salvi la Nazione.
Lasciamo intanto a Manin e compagni la fabbrica degli spilli, e il suo episto-
lario, e ch’egli dica à Napolitani, come se fossero a Londra o anche a Torino :
non pagate le imposte. Il campanile di San Marco ha dato nella zucca al
pover'uomo, e la percossa non è sì giunta ché il cervello non se ne senta.

Hai veduto la seconda lettera dell’amico riferita ieri nell’« Italia e
Popolo ? » Se non l'avessi ancora letta, cercala, e v'avrai piacere. Fra le altre
cose, vedrai quanta generosità | E mi è piaciuto moltissimo ciò ch'egli ha
290 GIAN BIAGIO FURIOZZI

detto del re Vittorio, osservando — ch'egli é grande, é valoroso, e che l'onta
di Novara e l'insulto degli Austriaci si debbono balenare in fogli vecchi,
tal che un di o l'altro commosso a forti pensieri, stringa la spada e si faccia
di piemontese italiano. Ma e potrà farlo? E chi gliel permette? Il re non
puó iniziare, ben sospinga l'animo, puó solo seguitare quando la rivoluzione
iniziatasi il trascini. Ma leggi la lettera, e poi sappimi dire se ti contenta ;
a me ha fatto gran piacere, perché ho goduto di trovarci quello che il pensava
tra me e me. Vedi, mio buon amico, che intanto mi sono trattenuto un pó
con te, e ti ho fatto una buona chiacchierata : io qui non ho neppure con cui
restare un pò affettuosamente e seriamente parlare di queste cose; perché
da alquanto tempo in qua ho cominciato a dubitare un pò di tutti; e mi
consolo ricordando quelli che ho conosciuto veramente uomini e veramente
fedeli amatori e affettuosi figli della nostra carissima patria. Vedi dunque
quanto bisogno ho io della parola d’un amico che mi conforti. Se non avessi
questa mia cara Giuseppina che, per gran fortuna, crede e spera col cuore
quello che io, manderei al diavolo tutti, e mi farei eremita (a mio modo)
fra qualche Appennino o fra qualche Alpe. Ma da questa austerità mi ritrae,
oltre la mia compagna (che pure essa avrebbe la solitudine) una cara bam-
bina di cinque mesi, che è un vero angioletto. Che fa la tua buona Filomena ?
Salutala in nome nostro, e tu scrivimi : saluta gli amici buoni, e ama sempre

Il tuo Mercantini

Genova, 25 Gennaio 1857
Mio caro Fabretti
Ricevi il mio giornaletto ®) ? Ci scriveresti tu qualche cosa ? Mi troverai
qualche associato? E se ti mando qualche modulo d’associazione, me lo
manderesti a Perugia ?
Hai letto i miei versi per Agesilao Milano *? ? Te ne mando otto copie :
due le terrai per te, una darai a Zambianchi *2, un'altra a Tappetti, due a
Manfredini ®) una per lui e un'altra per Pisani *)9, un'altra a Mayr 29, un'al-
tra a Rusconi ??, e un'altra a Coletti 29. Che fa la buona Filomena ? Salutala
anche per parte della mia Giuseppina che a Maggio mi darà un bambino che
le balla sempre una controddanza nel ventre. Buon segno ! Addio, scrivimi
e amami.
Il tuo Mercantini

VI
[Genova], 30 Marzo 1858
Mio caro Fabretti
E un secolo che non ho tue nuove, e tu veramente mi sei debitore di
una lettera. Che ti pare delle cose nostre ? Speri bene tu? Io si, e molto. Ho
scritto, come puoi pensare, una poesia per Orsini, un Carme di duecento versi

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—*—

emer

LUIGI MERCANTINI POLITICO 291

circa, e l'ho mandato, da quattro giorni in qua o cinque, a Valerio *? perché

lo stampi nel « Diritto », senza il mio nome, già s'intende, perché non posso
farlo. Non veggo né stampati i versi, né una sua lettera in risposta, e intanto
gli amici di qui vorrebbero che fosse stampato, per essere dato qua e là per
l'Italia: vedi se ne valga la pena, ma almeno l'ultimo scopo é tale che se
riuscisse un fatto, mi si potrebbero perdonare tutti gli altri ove non piaces-
sero. Ti accludo una letterina per Valerio, e ti prego di fargliela subito avere
alla Camera, o per le Poste : peró che sia subito. La mia famiglia sta benone ;
salutiamo te e Filomena, e tu ama

Il tuo Mercantini

VII
Genova, 7 Giugno 1860

Caro Fabretti
Dunque io sono il professore d’Estetica della Storia all'Accademia delle
belle arti in Bologna. Già : ieri sera tornai da Torino, dove sono andato per
tutt’altre cose, e il caso ha fatto sì che stando lì mi è capitata questa nomina,
di cui io sono contentissimo. Dillo a Floridi, il quale, volendomi bene, ne
godrà. E fin da ora, se è possibile, metti l’occhio a qualche appartamentino
per noi, smobiliato, di cinque o sei camere, in buon luogo, e possibilmente
con terrazzetta. Filomena godrà certo di questa nuova ; e il mio solo timore
è che tu ora parta di Bologna. Saluta Rusconi e gli amici, e dì un pò bene
di me a chi ti dimandasse : ma chi è questo Mercantini ? e dì loro che io sono

il tuo

aff. Mercantini

P. S. Braschi a quest'ora sarà stato a Bologna: da lui saprai varie cose.

VIII
[Genova], 12 Settembre 1860
Mio caro Fabretti
Duolmi di non averti veduto. Il mio ritorno è stato ritardato da una
indisposizione di Giuseppina e anche di Corinna. Ora siamo in faccende per
dare assetto qui alle cose nostre e incassare la mobilia e quanto bisogna ;
perché a’ primi di ottobre voglio essere a Bologna ; e non è giusto pensiero
trasportare là tutta la famiglia. Una delle mie consolazioni andando a Bo-
logna era il pensare che ci eravate voi altri; ora questa mi è venuta meno e
con grandissimo dispiacere. Comprendo bene che a te torna meglio lo stare a
Torino ; ma a noi rincresce molto e tu sei un cattivo. Penso che farebbe per
noi quella donnetta che avevate voi altri, ma mi sarà difficile di pagarla.
Se tu puoi farmi avere qualche lettera pe’ tuoi conoscenti di Bologna, l’avrò
caro.
Dunque oramai siamo ventidue milioni! È già un gran fatto, e se
292 GIAN BIAGIO FURIOZZI

avremo giudizio, e se staremo d'accordo tra noi, lasciando reciprocamente
tante reciproche diffidenze, e tireremo dritto senza pendere né a dritta né
a sinistra, saremo Nazione, e con quattro o cinquecento mila uomini, e un
centinaio di legni in mare diremo le nostre ragioni. Tutto sta essere forti e
uniti. che é lo stesso. EE andremo a Roma, e tu in toga e berrettone andrai
a San Pietro a cantare il Tedeum che Pio IX intuonerà per la Unità d'Italia :
cosi la tua passione pei Tedeum sarà soddisfatta. Scriverei la poesia pel Bor-
ghesi *) ma non ho ancora risposto a quei gentili Accademici, perché ho per-
duto la lettera e mi sono scordato il titolo indiavolato di quell’Accademia.
Scrivimelo subito, se lo sai.

Tanti nostri saluti alla Filomena, cattiva anch'essa, e tu ama sempre

Il tuo Mercantini

IX
[Bologna], 21 Dicembre 1860
Mio caro Fabretti
Buone feste e buon anno a te e alla Filomena, anche per parte di Pep-
pina e di Adelia. Noi andiamo a farle a Novara con la famiglia De Filippi
che viene da Milano: senza questo, le avrebbe fatte con noi Sebastiani, il
quale invece verrà l'ultimo di dell'anno. Hai veduto il Castagnola ? Ho par-
lato con lui innanzi che partisse per Torino, e siamo restati d'accordo che io
ti avrei scritto perché andassi a trovarlo all'Albergo (mi pare) della Gran
Bretagna. Non so se pensate piü all'indirizzo ; in ogni modo tu farai la sua
conoscenza ne sarai contento, ma va subito, perché per le feste ritorna in
Genova. Siamo stati in qualche ansietà per un castigo minacciato ai soscrit-
tori della protesta, ma pare che non ne faranno nullà. Sarebbero troppi, e

sarebbe troppo. Addio

Il tuo Mercantini

Bologna, 11 Febbraio 1861
Mio caro Fabretti

Come sai, io sono il deputato di Fabriano ®). Io non ho in nessun modo
cercato quest’onore ; ho gradito la dimostrazione d’affetto ; ma ho soltanto
desiderato di essere eletto quando ho saputo di essere alle prese con un cleri-
cale odiatissimo, che si proponeva a campione del ministero, sostenuto in
ciò anche dal Giusdicente di quella città con apposita Circolare ai Municipii;
designando me come uomo pericoloso. Ne parleremo. Sono cose da non cre-
dere, e il mondo va sempre ad un modo. i

Ora, mio caro Fabretti, ti pregherei di un piacere; non avendo altri
costì a cui possa con più amicizia e confidenza fare questa preghiera. Trovami
una cameretta (e mi pare che il Municipio stesso debba averne in. pronto)

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LUIGI MERCANTINI POLITICO 293

ma modesta e da spendere meno che si può, e se fosse possibile per 15 giorni,
sarebbe meglio che per un mese, anche per la possibilità che, essendo io tra
professori possa dalla sorte essere escluso, il che non mi dorrebbe troppo.
Sabato a sera saró a Torino, e ti avviseró con altra mia dell'ora in cui arri-
veró, perché non abbia a battere la testa inutilmente per Torino che in que'
giorni sarà una Babilonia più che una Mecca. Ma se la puoi trovare subito,
e me ne dai avviso, indicandomi la via e i! numero, sarà meglio senza che tu
abbia a prenderti altrenuovi incomodi. E scusami. Tanti saluti anche di Giu-
seppina per te e la Filomena: e grato della fortuna di rivederti e parlare
un pó insieme. -Addio

Il tuo Mercantini

NOTE

1) B.A.P., Mss. 2190, 2193, 2194, 2195.

*) Sul Mercantini si vedano : B. MonTI, Biografia di Luigi Mercantini,
Borgomanero, 1874; S. Topi, Luigi Mercantini, Macerata, 1905 ; A. SpE-
RANZA, Luigi Mercantini e la poesia patriottica, Genova, 1910 ; O. PIERINI,
Luigi Mercantini nelle lettere alla famiglia e agli amici dal 1834 al 1860, in
«Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche », serie rv,
V, (1927); G. FALZONE, Luigi Mercantini. Spunti e ricerche, Bologna, 1967.

3) Su di lui si vedano : E. FERRERO, Notizie sulla vita e sugli scritti di
A. Fabretti, Torino, 1902 ; G. CEccHINI, Saggio sulla cultura artistica e lette-
raria in Perugia nel secolo XIX, Foligno, 1922 ; G. B. Furiozzi, Mazzini e
l'Italia centrale in alcuni documenti inediti, in « Il pensiero politico », v, (1972).

‘) Per alcune notizie sulla «Società dell'Emigrazione Italiana » si ve-
dano: S. Rora GHIBAUDI, L'emigrazione calabrese in Piemonte (1848-1860),
«Calabria nobilissima », Cosenza, 1960, pp. 1-18 ; S. CELLA, Documenti tori-
nesi sull'emigrazione politica veneta (1849-1860), in « Ateneo veneto », 1961,
pp. 1-17.

5) Cfr. B. BruanoLI, Luigi Mercantini e la poesia patriottica, Ascoli
Piceno, 1907, pp. 22-23; PIERINI, op. cit., pp. 182-189; FALZONE, op. cil.,
pp. 23-24.

*) Sull'emigrazione politica a Genova e in Liguria nel decennio preuni-
tario si vedano : A. LoEno, Gli emigrati politici a Genova nell'epoca del Ri-
sorgimento (1852-1860), Bologna, 1911 ; L'emigrazione politica in Genova ed
in Liguria dal 1848 al 1857. Fonti e memorie, 3 voll., Modena, 1957.

?) PIERINI, Op. cit., p. 207.

:8) Vittorio Emanuele, scrisse Pisacane alla fine del '55, «non solo non
farà l'Italia, ma sarà sempre il piü grande ostacolo al suo risorgimento », né
si sarebbe riusciti a spingerlo alla guerra «facendosi tutti noi emigrati a
dichiarare che siamo con lui » (C. Pisacane, Epistolario, a cura di A. Romano,
Soc. Ed. D. Alighieri, 1937, p. 241).

7
€T ORE CU EE Mont

294 : GIAN BIAGIO FURIOZZI

*) Ciò non gli avrebbe tuttavia impedito, pochi mesi dopo, di comme-
morare con commossi versi la morte del patriota veneziano (Alla memoria
di Daniele Manin. Il gondoliere. Nel dì dei morti 1857, Genova, 1857). -

10) G. DEGLI Azzi, Di Annibale Vecchi e del suo carteggio politico in
«Archivio storico del Risorgimento umbro », 1, (1905), pp. 168-170.

11) Il «Collegio Italiano di educazione per le fanciulle », fondato e di-
retto da Bianca Rebizzo, alla quale il Mercantini era stato raccomandato
dal Mamiani.

1?) Giovanni Pennacchi, perugino, deputato alla Costituente romana e
uno dei Segretari insieme al Fabretti ; caduta la Repubblica, riparò a Ge-
nova ; nel 1861 sarà Rettore dell’Università di Perugia.

13) Il Comitato degli emigrati residenti a Genova, denominato «La So-
lidarietà nel bene », fu costituito il 6 ottobre 1854, sostituendo altri Comitati
di soccorso sorti in precedenza ; ebbe vita fino al 19 novembre 1856 (cfr.
L. L. BarBERIS, Dal moto di Milano del febbraio 1853 all'impresa di Sapri,
in: L’emigrazione politica a Genova ed in Liguria cit., 111, pp. 517-18).

14) Si riferisce certamente al proclama di protesta emesso il 12 gennaio
1855 e diretto ai « Cittadini e soldati d’ogni provincia d’Italia », a seguito
dell'adesione del Piemonte all’alleanza con Francia, Inghilterra e Austria
per la guerra di Crimea (10 gennaio). In esso si definiva quella intrapresa
«una guerra antinazionale » che aveva per mira « materiali interessi inglesi,
la continuazione di esosa tirannide Bonapartista e per ultimo lo stabilimento
d’un equilibrio europeo, peggiore di quello concluso in Vienna nel 1815 fra
i despoti della Santa Alleanza » ; si esortavano quindi gli italiani a stringere
«patto solenne d’insorgere e combattere soltanto per la libertà, l’indipen-
denza e l’unità d’Italia », e così concludeva : « Ogni cittadino, ogni soldato
Italiano che mancasse all’adempimento di questa protesta, verrà considerato
come spergiuro e traditore della patria » (cfr. BARBERIS, op. cit., pp. 573-74).

15) Stefano Castagnola, mazziniano, nel 1851 fu tra i fondatori del gior-
nale « Italia e Popolo » e dirigente de «La Solidarietà nel bene ». Nel 1857
fu eletto deputato nel parlamento subalpino e si fece promotore di una pro-
posta di legge per la concessione della cittadinanza agli italiani delle altre
provincie residenti nello Stato sardo ; dal dicembre 1869 al giugno 1873 fu
Ministro dell’agricoltura.

16) Atto Vannucci, di Pistoia ; nel '48 partecipò ai moti rivoluzionari
in Toscana, dove fu eletto deputato, e poi alle vicende della Repubblica ro-
mana. Dopo il 1849 emigrò in vari paesi fino al 1854 ; nel 1861 fu eletto de-
putato e nel 1865 nominato senatore.

17) Gerolamo Boccardo, nel 1850 fu tra i fondatori dell'« Accademia di
filosofia italica », insieme a T. Mamiani, A. Crocco, V. Garelli, G. B. Giuliani
(cfr. A. DE GUBERNATIS, Ricordi biografici, Firenze, 1872, p. 225).

18) Filomena Ferretti, dal 1844 moglie del Fabretti ; morì nel 1885.

19) Giuseppina De Filippi, moglie del Mercantini e pianista di notevole

= LUIGI MERCANTINI POLITICO 295

valore ; su di lei si veda: E. Lrsunpr, Di Giuseppina Mercantini De Filippi
e dell'inno di Garibaldi che non volle musicare, in « Rassegna storica del Ri-
sorgimento », xxxix, (1952).

°°) Era la figlia primogenita del Mercantini, il quale ebbe altri tre figli :
Corinna, Mario e Costanza.

21) Si tratta del settimanale «La donna », fondato a cura de «La So-
lidarietà nel bene» e rivolto all'educazione delle giovani. Sorto nell'agosto
del 1855, dal 6 dicembre 1856 fu diretto dal Mercantini ; vi collaborarono
tra gli altri il Tommaseo, Giacomo Manzoni, il Guerrazzi, Francesco Dal-
l’Ongaro, Francesco De Sanctis e G. Modena. Dalla collezione del settimanale
conservata nel Fondo Fabretti della Biblioteca Augusta di Perugia, si ri-
cava che esso non cessò (come è stato erroneamente scritto da più parti)
né nell'ottobre del 1856 né nell'ottobre dell'anno successivo, ma uscì almeno
fino al 29 aprile 1858 (sul giornale si veda: L. BALESTRERI, Jl settimanale
genovese « La donna» [1855-1856] nel quadro del giornalismo femminile del
Risorgimento, in « Rassegna Storica del Risorgimento », xxxix, (1952), pp.
383-394 ; I periodici popolari del Risorgimento, a cura di D. Bertoni Jovine,
irr, Milano, 1960, p. 53).

22) Si riferisce al Supplizio di Agesilao Milano, carme scritto da Mer-
cantini in occasione dell'attentato del mazziniano Agesilao Milano compiuto
l’8 dicembre 1856 contro Ferdinando II di Napoli; condannato a morte,
il Milano fu impiccato il 13 dicembre successivo (cfr. R. DE CESARE, La fine
di un regno, Città di Castello, 1908). Per le reazioni suscitate dall'attentato
sugli emigrati a Torino e a Genova si veda: M. MENDELLA, Agesilao Mi-
lano e la cospirazione antiborbonica del 1856, in « Rassegna storica del Ri-
sorgimento », LXI, 1974, pp. 70-71).

2) Antonio Zambianchi, forlivese, medico, fu eletto deputato alla Co-
stituente romana e ne fu uno dei Segretari. Esule in Piemonte, fu uno dei
dirigenti della « Società dell’Emigrazione Italiana ».

*) Francesco Manfredini, letterato, esule a Torino ; successe al Mercan-
tini nella carica di Segretario generale della « Società dell’Emigrazione Ita-
liana ».

®) Raffaele Pisani, membro della stessa Società.

26) Carlo Mayr, ferrarese, deputato alla Costituente e ministro dell'in-
terno della Repubblica romana ; esule in Piemonte, nel 1854 fu eletto Presi-
dente della Società dell’Emigrazione Italiana. Sui suoi rapporti col Mercan-
tini si veda: A. GRILLI, Lettere inedite di Luigi Mercantini e di Carlo Mayr,
in « Rivista di Ferrara », rr, (1934), pp. 545-552.

2?) Carlo Rusconi, di Bologna, deputato alla Costituente romana e
ministro degli esteri della Repubblica, anche sotto il Triumvirato. Fu esule
prima a Bruxelles, poi a Genova e Torino. Nel 1861 fu eletto deputato di
Imola al primo parlamento italiano.

28) Ottavio Coletti, di Terni, ingegnere, deputato alla Costituente ro-
a ir S m to uti mre n gu m n irt e rr nmn m mno tn eem m Ra es

296 GIAN BIAGIO FURIOZZI

mana. Esule anch'egli in Piemonte, nel 1859 si arruoló nell'esercito regolare
e poi in un reggimento di volontari formatosi in Toscana. Dopo l’unità ri-
copri cariche pubbliche nella sua città.

29) Lorenzo Valerio, torinese, fu editore delle « Letture popolari », sop-
piesse e poi ricomparse sotto il titolo di « Letture di famiglia ». Nel 1848
fondó il giornale progressista « La concordia » e diresse poi « Il progresso » e
« Il diritto ». Fu deputato dal 1848 al 1859 per i collegi di Camerino e di Ca-
steggio ; Commissario straordinario per le Marche dal settembre 1860 al gen-
naio 1861, nel 1862 fu nominato senatore. Fu infine prefetto di Messina.

*) Filippo Borghesi, di Viterbo, partecipò alla difesa di Roma. Dopo
la restaurazione pontificia emigró ; combatté nel 1859 con l'esercito piemon-
tese e nel 1860 con Garibaldi.

3) Alla carica il Mercantini dovette poi rinunciare, risultando incompa-
tibile con quella di professore universitario di ruolo. Si veda : R. Sassr, Luigi
Mercantini primo deputato di Fabriano al Parlamento Nazionale, in « Rendi-
conti dell'Istituto di Scienze, Lettere e Arti di Ancona », xII-xItI, 1937-738.
wc RARE SS tm rm ses

segnalazioni bibliografiche

Avvertrenza. Le lacune di alcune rubriche, dovute a indisponibilità di collabora-
tori abituali, saranno colmate nel prossimo numero.

SOMMARIO : Preistoria, Archeologia classica, cristiana, e medievale p.
297 ; Storia politica, civile, religiosa p. 302 ; Filologia e Glottologia p. 312 ;
Storia e Critica letteraria p. 314 ; Storia e Critica delle arti p. 316 ; Geografia
p. 333 ; Scienze politiche, giuridiche, economiche, sociali ; Statistica p. 335 ; Sto-
ria dell'agricoltura e Scienze agrarie p. 342; Francescanesimo p. 348 ; Biogra-
fia p. 354 ; Bibliografia e Archivistica p. 355 ; Folklore p. 357 ; Poesia dialet-
tale p. 358 ; Guide p. 360 ; Varie p. 362.

PREISTORIA,
ARCHEOLOGIA CLASSICA,
CRISTIANA E MEDIEVALE

KoLeNDo JERZY, La frontière orien-
tale de lEtrurie et la localisation
de l'un des domaines de Pline le
Jeune. À propos d'une inscription
de Novae, in « Archaelogia», XX
(1969), pp. 62-68.

Iscrizione da Novae di un oriundo
da Arna, che risulta nella VII Re-
gione (Etruria).

C.:P.

MAGDELAIN A., L’auguraculum de
lArx à Rome et dans d'autres villes,
in «Rev. Ét. Latines» XLVII
(1969), pp. 253-269.

Auguraculum a Iguvium (dalle
Tabulae Iguvinae).
| GP,

PRrospociMmi ALpo Luigi, Studi igu-
vini, in «Atti e Memorie dell’Ac-
cademia Toscana di Scienze e Let-
tere ‘La Colombaria’» XXXIV.
ns. XX (1969), pp. 3-124.

G P.

BucHiccHio FABIANO Tiziano, Note
di topografia antica sulla Volsinii
Romana, in « Mitteilungen des Deut-
schen Archaeologischen Instituts »,
Roemische Abteilung, 77 (1970),
pp. 19-45.

Sostiene la tesi miilleriana di una
Volsinii Veteres a Orvieto e una
Volsinii Novi a Bolsena.

GA

MANSUELLI GUIDO ACHILLE, Mario
Bizzarri e l’archeologia orvietana.
Orvieto, 1971.

GC. P.
m — a e ET DIA

298 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Crorri UMBERTO, Orvieto, Perugia e
l'Umbria anche come mediatrici di
scambi con l’Adriatico, in Atti
del" VIII Convegno Nazionale di
Studi Etruschi e Italici. Orvieto,
1972, pp. 151-155.

G. P.

DAREGGI GIANNA, Rassegna di iscri-
zioni etrusche a Perugia e nel Peru-
gino, in «Studi Etruschi», XL
(1972), pp. 403-405 ; 454.

(D

FERUGLIO ANNA EUGENIA, [Alfabe-
tario etrusco rinvenuto a Perugia],
in Atti del VIII Convegno Nazio-
nale di Studi Etruschi e Italici.
Orvieto, 1972, pp. 156-158. (cfr.
anche «Studi Etruschi », XLI (1973),
p. 293 sgg.).

CE.

GRAZIANI PASQUALE, FERUGLIO ANNA
EUGENIA, [Rassegna di iscrizioni
etrusche ad Orvieto e nell'Orvie-
tano], in «Studi Etruschi» XL
(1972), pp. 405-406 ; 454-459.

(iP.

KLAKOWICZ BEATRIX, Il Museo civico
archeologico di Orvieto. La sua ori-
gine e le sue vicende (Catalogo del
Museo civico di Orvieto - I). Roma,
1972.

CE.

EUTTRELS À.T;,. TokER F..K. DB,
Apams IL, An Umbrian Abbey:
San Paolo di Valdiponte. Part one,
in «Papers of the British School
at Rome», XL, (1972), pp. 146-
195.

Ampia indagine sull’ Abbazia di San
Paolo di Valdiponte, conosciuta an-
che come Badia Celestina, condotta
da una équipe di studiosi e articolata
in varie sezioni (storia, architettura,
fonti, documenti etc.).

pp

PALAGIANO Cosimo, Note geografiche
alla descrizione del Umbria in Stra-
bone, in «Annali della Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’Università
degli Studi di Perugia », TX (1971-
72), pp. 185-195.

GB.

Ponzi Bowiwi, [Scavi di Colfiorito],
in Atti del" VIII Convegno Nazionale
di Studi Etruschi e Italici. Orvieto,
1972, pp. 158-159.

GAP.

STACCIOLI RomoLo A., Volsinii etru-
sco, in Atti dell'VIII Convegno Na-
zionale di Studi Etruschi e Italici.
Orvieto, 1972, pp. 207-215.

CP.

Bonomi L., [Relazione di scavi a
Colfiorito], in «Studi Etruschi »,
XLI (1973), pp. 518-19.

GB.

BriqueL DowiNIQUE, À propos du
nom des Ombriens, in « Mél. Arch.
Hist. », 85 (1973), pp. 357-393.

G...P.

CAMPOREALE GIOVANNANGELO, Buc-
cheri a cilindretto di fabbrica orvieta-
na, in «Atti e Memorie della Acca-
demia Toscana di Scienze e Lettere
Bec ws ABE Dm im t de

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

*La Colombaria ', 1972, pp. 139
fig. 3.

Rec. di Mario DeL CHÙiaRro, in
«Amer. Journ. Arch. », 77 (1973),
p. 354.

CP:

CoLoNNEsI E., Le città dell’ Umbria
(Regio VI) nell’antichità, in «Ri-
vista Geografica Italiana», LXXX
(1973), II, pp. 1-27.

GP.

CRISTOFANI MARTELLI MARINA, FAL-
CONI AMORELLI MARIA TERESA,
[Rassegna di iscrizioni etrusche a
Orvieto e nell’orvietano], in « Studi
Etruschi », XLI (1973), pp. 304-
314; 345-346.

(D

DAREGGI GIANNA, [Rassegna di iscri-
zioni etrusche a Perugia e nel
Perugino], in «Studi Etruschi »,
XLI (1973), pp. 293-304; 344-345.

CHE.

FALCONI AMORELLI MARIA TERESA,
[Rassegna di iscrizioni etrusche a
Todi], in «Studi Etruschi », XLI
(1973), pp. 314-320.

GP.

FERUGLIO ANNA EUGENIA, [Relazione
di scavi a'Castel del Piano (Perugia)],
in «Studi Etruschi », XLI (1973),
POL.

GP.

FERUGLIO ANNA EUGENIA, [Relazione
di scavi a Panicarola (Castiglion
del Lago)], in «Studi Etruschi »,
XLI (1973), p. 520.

Gi. P.

299

FERUGLIO ANNA EUGENIA, [Relazione
di scavi nella necropoli di Orvieto],
in «Studi Etruschi», XLI/(1973),
pp. 519-520.

C.*P.

MANSUELLI Guipo ACHILLE, Narni
nell’antichità, in Narni. Roma, Be-
stetti, 1973, pp. 45-184.

Q3 P.
RoNcALLI FRANCESco, JI «Marte»
di Todi. Bronzistica etrusca ed

ispirazione classica, in «Memorie
della Pontificia Accademia Roma-
na di Archeologia », s. III, XI
(1973), 2, pp. 1-141.

CP.

BLAGG..T..F. C; WERNER A. Ei;
McK. BLAKE H., LuTTREL A. T.,
An Umbrian Abbey: San Paolo di
Valdiponte, Part two, in « Papers
of the British School at Rome »,
XLII (1974), pp. 98-178.

Seconda parte di una attenta e
articolata ricerca sull’Abbazia di San
Paolo di Valdiponte, la cui prima
parte é compresa nel vol. XL (1972)
della stessa rivista.

Pip

COLONNA GIOVANNI, Ricerche sugli
Etruschi e sugli Umbri a nord degli
Appennini, in «Studi Etruschi »,
XLII (1974), pp. 3-24.

(; «P;

FERUGLIO ANNA EUGENIA, [Iscrizioni
etrusche nella villa del Colle del
Cardinale], in «Studi Etruschi »,
XLII (1974), pp. 219-223.

GP:
300 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

FERUGLIO ANNA EUGENIA, DAREGGI
GIANNA, MATTEINI CHIARI MAU-
RIZIO, [Iscrizioni etrusche di Pe-
rugia e del Perugino], in «Studi
Etruschi », XLII (1974), pp. 218,
280-302.

Coi

Heurcon Jacques, Un legatus a
Volsinii. À propos des inscriptions
de la tombe Golini I, in « Mélanges
de l'École Francaise de Rome.
Antiquité », 86 (1974), 2, pp. 707-
721.

Lo studio muove dalla premessa
che, dopo le osservazioni di Mario
Bizzarri e gli scavi di Cagiano de
Azevedo, si possa senz’altro accettare
l'identificazione (già ipotizzata da
K. O. Müller) di Volsinii veteres con
Orvieto.

PSP.

KLAKowicz BEATRIX, La necropoli
anulare di Orvieto. Seconda parte.
Cannicella e terre limitrofe. Roma,
1974.

Gail

MELUCco VACCARO ALESSANDRA, Un
bronzo con scena di battaglia da
una tomba longobarda, in «Atti
della Accademia Nazionale dei Lin-
cei, Memorie della Classe di Scien-
ze morali, storiche e filosofiche »,
s. VIII, XVIII (1974), 5, pp. 339-
364.

L’A. esamina un umbone di scudo
in lamina bronzea compreso nel cor-
redo della tomba n. 1 della necropoli
longobarda di Nocera Umbra, e cu-

Ne» Fe c A VIE a * — UD

stodito a Roma, nel Museo dell'Alto
Medioevo.
P. P.

PIETRANGELI CARLO, Spoleto. romana,
in Topografia urbana e vita citta-
dina nell Alto Medioevo in Occi-
dente. «Settimana di Studio del
Centro Italiano di Studi sull'Alto
Medioevo» XXI, 1973. Spoleto,
1974, pp. 769-784 (con bibliografia
aggiornata.

(P.

ScHMIEDT GiuLIO, Città scomparse e
di nuova formazione in Italia, in
Topografia urbana e vita cittadina
nell’ Alto Medioevo in occidente, « Set-
timana di Studio del Centro Ita-
liano di Studi sull'Alto Medioevo »
XXI, 1973. Spoleto, 1974, pp. 503-
607.

Numerose notizie sulle città umbre.

GP,

Sensi Luigi, Trebiae in Ricognizione
Archeologica e Documentazione car-
tografica. (« Quaderni dell’Istituto di
Topografia antica dell’Università di
Roma », VI). Roma, 1974, pp. 183-
190.

GB,

VAGNETTI Lucia, Appunti sui bronzi
egei e ciprioti del Ripostiglio di
Contigliano (Rieti), in «Mélanges
de l’École Francaise de Rome.
Antiquité » 86 (1974), 2, pp. 657-
671.

Si esaminano alcuni oggetti di
bronzo, di fattura egea e cipriota,
di un periodo tra il XII e XI se-

AVUTUE = SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 301

colo a.C., posseduti attualmente dal
Museo Archeologico di Perugia.
BR;iP.

BinAzzi GIANFRANCO, Una nuova epi-
grafe da Asisium, in «Bollettino
della Deputazione di storia patria
per l'Umbria», LXXII (1975), I,
pp. 207-209. :

G#Pi

Di Marco Liana, Spoletium - Topo-
grafia e Urbanistica. Presentazione
di CARLO PIETRANGELI. Edizioni
dell’Accademia Spoletina, 1975, pp.
106; tavv. XXIX, 4 carte.

AGP.

FABBI ANSANO, Storia e arte nel Co-
mune di Cascia. Cascia, 1975.

Alle pp. 13-31 raccolta di mate-

riale archeologico di Cascia e din-
torni.
G.P.

LLovp-MoRcanN G., A note on some
mirrors in the Museo archeologico,
Brescia, in « Commentari dell’Ate-
neo di Brescia », 1975, pp. 107-116.

L’articolo studia dieci specchi ro-
mani, e un frammento di specchio e-
trusco (MR 1263) che proviene da Or-
vieto.

P.TP.

PENSABENE ParRIZIO, Cippi funerari
di Taranto, in «Ròm. Mitth. », 82
(1975), p. 288.

Cita un cippo con ritratto del Mu-
seo di Amelia.
Gab:

FipENZoNI PaoLo, Carta dell’ Agro
Spoletino. A. cura della associazione
«Amici di Spoleto» e dell’« Acca-
demia Spoletina», (1969-70); 2
(1970-71) ; 3 (1971-72) ;4 (1974-75);
5 (1975-76).

CER:

MELONI PIERLORENZO, WHITEHOUSE
DAvID, BARKER GRAEME, La rocca
posteriore di Gubbio, in « Archeolo-
gia Medievale », III (1976), pp. 241-
274.

La campagna di scavo condotta
nell’estate 1975 sulla sommità del
Morte Ingiro a Gubbio ha portato
al ritrovamento di parte delle strut-
ture murarie, da tempo scomparse
sotto uno spesso strato detritico e ve-
getale, di una delle fortificazioni della
città, la cosiddetta «rocca posterio-
re », innalzata con evidenti intenti
difensivi per il controllo delle vie di
accesso dalle Marche ed ideata per
funzionare contemporaneamente al-
l'« anteriore », orientata verso la città.
I risultati dello scavo hanno trovato
sostanziale riscontro nei dati archi-
vistici appositamente ricercati e riu-
niti. È stato dunque possibile rico-
struire con buona precisione le vi-
cende storiche della rocca che, edifi-
cata sul finire del 1100, fu distrutta
e ricostruita verso la fine del Tre-
cento, per poi essere definitivamente
demolita nel 1502.

FF: Mi

Ruco Pietro, Le iscrizioni dei sec.
VI - VII - VIII esistenti in Italia.
Vol. III, Esarcato, Pentapoli e Tu-
scia. Cittadella, Bertoncello Arti-
grafiche, 1976.
In questo terzo volume del prege-
vole «corpus» di iscrizioni italiche
altomedioevali, che l'A. va raccoglien-
do con encomiabile impegno, sono
descritti, per la Tuscia orvietana, i
graffiti della chiesa dei SS. Bartolo-
meo e Andrea in Orvieto (n. 98) e
l'epigrafe di Unifred nel deposito del-
l'erigendo Museo di Bagnoregio (n. 99).

C... A. C.

STORIA POLITICA, CIVILE,
RELIGIOSA

FacioLI RoBERTO M., La predicazione
della Quaresima e i Servi di Maria
della Provincia Romana nei secoli
XVI-XVIII, in «Studi storici del-
l’Ordine dei Servi di Maria» XX
(1970), pp. 203-232.

Si rileva la documentazione relativa
ai Servi di Maria ché transitarono
da Orvieto per raggiungere — in
genere in tempo di Avvento e di
Quaresima — il luogo della loro pre-
dicazione; le note sono tratte dai
registri di uscita del convento dei
Servi di Orvieto dal 1580 al 1707,
e da un registro di spese (1588-1603)
del convento di S. Maria del Fiore
di Acquapendente, conservato in Or-
vieto.

pP

LAUDENZI AULO, La restaurazione a
Spoleto (1816-1830). Spoleto, Acca-
demia Spoletina, 1971, pp. 128, ill.

Saggio storico di piacevole lettura,
bene articolato e ricco di notizie.
Au Ca P.

302 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

CENCI Pro, I Ceri di Gubbio e la loro
storia. Gubbio, Famiglia dei San-
tantoniari, 1972, pp. 78, ill.

Terza edizione dell'opera del Cenci
(Gubbio 1876-Roma 1956), pubblicata
per la prima volta in «Augusta Pe-
rusia» nel 1906, nella quale pole-
mizza col Bower circa le origini dei
ceri. A cura di Adolfo Barbi.

As C&Pi

Dax Pino F. A., / frati Servi di S. Ma-
ria dalle origini all’approvazione
(1233 ca.-1304). I, Storiografia -
Fonti - Storia, 2 tomi, Louvain,
1972, pp. LV-1451; II, Documen-
tazione, pp. XXXIII-669.

L’opera di Dal Pino contiene innu-
merevoli notizie sulla presenza del-
l'Ordine dei Servi in Umbria, sulle
vicende dei loro insediamenti, sulle
personalità che ebbero particolare im-
portanza nel Duecento religioso. Quasi
tutte le città umbre ebbero conventi
di Servi di Maria: Città di Castello
(1251), Sansepolcro (1255), Orvieto
(1260), Foligno (1273), Spoleto (1273),
Perugia (1279), Todi (1285), Città
della Pieve (1288). La biblioteca co-
munale di Perugia conserva nel ms.
420, cc. 309v-314r, una preziosa Le-
genda di san Filippo Benizi, studiata
recentemente da G. M. Besutti (« Studi
Storici o.s.m. », 17 [1967], pp. 90-115).

UN:

HAGEMANN WoLFANG, L'intervento
del duca Rainaldo di Spoleto nelle
Marche nel 1228-29, in « Studi ma-
ceratesi », 6 (1972), pp. 27-44.

DB

—-


SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 303

BRANCHESI Pacirico, Gli « Studia »
delle Province italiane dell'Ordine
dei Servi di Maria negli anni
1597-1601 ed il loro contesto legi-
slativo, in «Studi storici dell'Or-
dine dei Servi di Maria», XXIII
(1973), pp. 166-199.

Si intende nell'articolo «semplice-
mente presentare una panoramica
sulla situazione degli Síudia dell'Or-
dine in Italia... attraverso la edi-
zione delle liste dei frati diretta-
mente impegnati nell'attività scola-
stica (professori e discepoli)». Sono
pubblicate liste relative allo Studio
di Perugia per gli anni 1597-98,
1598-99, 1599-1600. Umbri sono pre-
senti nelle liste di altri Studi.

DEP.

FaGIOLI RoBERTO MARIA, Serie cro-
nologica dei Priori provinciali della
Provincia romana O.S.M., in « Studi
storici dell'Ordine dei Servi di Ma-
ria», XXIII (1973), pp. 212-244.

Per la seconda parte della serie,
che va dal 1577 ai nostri giorni, larga
parte del materiale documentario é
stata fornita dall’archivio del con-
vento di S. Maria dei Servi in Or-
vieto. Molte le presenze di umbri
nella serie.

pP

RossiNI EarDrio, Società e burocrazia
nel basso Medioevo: il Collegio dei
Notai di Verona nei secoli XIII-
XIV, in «Atti e memorie della
Accademia di agricoltura scienze
e lettere di Verona », XXIV, (1972-

73), pp. 211-259.

Sotto la podesteria di Bosone da
Gubbio fu prescritto dal Comune di
Verona un regolare esame per acce-
dere all'Arte dei Notai.

PP;

AGo RENATA, Un esempio di mobilità
nell'« ancien régime ». La diocesi di
Sutri nel XVII secolo, in « Mélan-
ges de l' École Francaise de Rome.
Moyen Age. Temps modernes», 86
(1974), 2, pp. 345-374.

Si ricostruisce la mobilità della po-
polazione nella diocesi di Sutri, per
mezzo dello spogl'o dei registri par-
rocchiali e della ricerca, per alcune
parrocchie, della provenienza degli
sposi; numerosi gli immigrati da
diocesi dell'Umbria.

PS.

ASCANI ANGELO, Gli Alberini. Storia
inedita di una famiglia romana.
Città di Castello, TLT, 1974, pp.
IX-123.

Le vicende degli Alberini si intrec-
ciano frequentemente con quelle del
Ducato di Spoleto. Nella famiglia
entrarono come spose alcune donne
umbre : lA. ricorda particolarmente
Marzia Bufalini di Città di Castello,
moglie di Giulio e madre di Gia-
como, che egli considera «capostipite
dell'unico ramo Alberini, sopravvissuto
in Roma fino ai nostri giorni ».

D. AB

BaALDoNCINI SANDRO, L'Othoboniana
Accademia romana del Settecento
(dal Memoriale di G. Mario Cre-
scimbeni), in «Accademie e Bi-
blioteche d'Italia» XLII (1974),
1-2, pp. 33-42.

Umbri che risultano fra gli Acca-
demici: « Vincenzo Leonio Spoletino -
Giuseppe Paolucci da Spello - L'Avv.to
Francesco Maria de [' Conti di
Campello Spoletino - Il Can.co Paolo
di Campello Spoletino zio del sud.o
- Il P. Alessandro Pollioni da Terni
Gesuita - L'Ab.e Carlo Doni Peru-
gino - Mons. Ansidei Perugino -
Florindo Tartarini da Città di Ca-
stello ».

Nelle note risultano i relativi nomi
in Arcadia.

Papi

Bassi GIOVANNA, CHIUINI GIOVANNA,
Dri LoRENZO ANTONELLA, Todi. La
organizzazione del contado tra espan-
sione comunale e « periferie » feudali,
in Città, contado e feudi nell’urbani-
stica medievale. Roma, 1974, pp.
149-180.

Questo studio fa parte di un volume
che contiene una serie di ricerche spe-
cifiche sulla storia urbana e territo-
riale del medioevo italiano, rivolte
ad analizzare con una metodologia
comune i fenomeni urbanistici essen-
ziali, verificando le connessioni tra
struttura fisica della città e del terri-
torio e struttura economica.

L’articolo esamina le trasformazioni
del contado di Todi tra XI e il XVI
secolo, 1ivolgendo particolare atten-
zione ai rapporti di potere, economico
e politico, tra comune e feudalità.
Mentre si assiste alla formazione del
tessuto urbano e al consolidamento
dell’organismo comunale, la « crescita »
e la configurazione del territorio con-

304 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

trollato dalla città sono guidate da
una politica di espansione, che ha per
obbiettivo l’assoggettamento dei vasti
feudi territoriali intorno a Todi, in
definitiva mai del tutto debellati.
Alla fase di espansione e di riassetto
politico e urbanistico, fa seguito la
crisi delle istituzioni comunali e un
fenomeno di «rinascita » dei feudi a
partire dalla fine del ’300.

PiHPj

BENSI GAETANO, Il Castello di Casa
Castalda e la sua Pieve, Santa Ma-
ria degli Angeli, 1974, pp. 314, ill.,
I2carta. ft.

Riallacciandosi al suo precedente
lavoro del 1955, l'A. presenta « que-
sta nuova raccolta di memorie stori-
che» come studio del territorio del
proprio paese natio con la consueta
ripartizione in storia civile, storia ec-
clesiastica (la piü articolata e ricca
d'informazioni) ed, infine, uomini e
famiglie degne di nota.

F. Me.

BENSI GAETANO, La Badia benedettina
di Santa Maria di Valfabbrica e il
suo Castello. Assisi, 1974, pp. 96,
ill, 1 carta ft.

Notizie storiche e documenti.
A. C. P.

BETTINI GiuLIo, Il cardinale Ignazio
Giovanni Cadolini fondatore delle
Sacramenttine a Ferrara, in « Ra-
vennatensia », IV, Atti del Con-
vegno di Ferrara (1971). Cesena,
Badia di Santa Maria del Monte,

1974, pp. 55-78.
emm

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 305

Nella sua rapida carriera nel mi-
nistero pastorale il cardinale Cadolini
resse, fra gli altri, i vescovadi di
Foligno e Spoleto, e durante il se-
condo (1832-38) fu direttore spirituale
di suor Maria Annunziata Andreucci
delle Clarisse di Trevi, poi fondatrice
del monastero delle Adoratrici di
Lugo. Notizie interessanti sulla atti-
vità da lui svolta per la fondazione
delle Sacramentine si ricavano dai
documenti inediti di donna Maria
Luisa Prosperi, abbadessa del mo-
nastero delle Benedettine di Trevi.

DE

CANONICI Luciano, Alviano. Una roc-
ca, una famiglia, un popolo. Assisi,
Edizioni Porziuncola, 1974, pp. 124,
ill.

Prime notizie su Alviano. Alviano
fra eretici e ribelli. Bartolomeo d'AI-
viano. Alviano nello Stato Pontificio.
Spigolature dagli archivi storici d’Al-
viano. Bibliografia. Introduzione di
Bruno Sammaciccia.

AL (OB.

CECCHINI GIOVANNI, Raniero Fasani
e i Disciplinati, in « Accademie e
Biblioteche d’Italia », XLII (1974),
1-2, pp. 16-27.

Fa il punto della ricerca storia e
documentaria sul Movimento dei Di-
sciplinati, attuata dall’apposito Cen-
tro di Documentazione istituito nel
1963 dalla Deputazione di storia
patria per l’Umbria, e dei risultati
sinora conseguiti dalla ricerca stessa.

PD:

CIPRIANI CIPRIANO, Garibaldi e i Ga-
ribaldini a Tivoli, in «Atti e me-
morie della Società tiburtina di
storia e d'arte », XLVI-XLVII (1973-
74), pp. 243-251.

Durante la spedizione su Roma
del 1867, Garibaldi lasciò ad occupare
Tivoli un battaglione al comando di
Luigi Pianciani (morto a Spoleto nel
1890). PSP.

Dar Pino FRANCO ANDREA O.S.M.,
Bullarium Ordinis Servorum Sanctae
Mariae. I (1251/52-1304) Roma,
Istituto Storico O.S.M., 1974, pp.
XXIII-151.

Edizione critica delle lettere ponti-
ficie comunque attinenti all'Ordine
dei Servi dalle origini all'approva-
zione definitiva.»

Personaggi umbri citati: Dionisio
da Orvieto (p. 33); Tribaldo da
Perugia (p. 55). Riferimenti alle città,
alle diocesi e ai conventi O.S.M. di
Città della Pieve, Città di Castello,
Foligno, Orvieto, Perugia.

P.SPi

D. P. M., Pietralunga, i giorni della
Resistenza. Settembre 1943 - luglio
1944. Città di Castello, Edizioni
Nemo, 1974, pp. 32, ill.

Una breve storia della Resistenza

a Pietralunga, scritta da un sacerdo-
te di Città di Castello.

A D.

FaBBI ANSANO, La scuola chirurgica
di Preci. Spoleto, Panetto e Pe-
trelli, 1974, pp. 214, ill.
306 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Questa ricostruzione, vigilata an-
che sul piano della narrazione e del
dettato, mi pare il libro a tutt'oggi
piü riuscito dell'instancabile storio-
grafo umbro.

ACC.

FagioLI RoBERTO M., Documenti or-
vietani intorno a tre Capitoli gene-
rali dell'Ordine dei Servi di Maria,
in «Studi storici dell'Ordine dei
Servi di Maria », X XIV (1974), I-II,
pp. 253-257.

Testimonianze, custodite nell’Ar-
chivio di Stato di Orvieto, relative
ai Capitoli degli anni 1297, 1312 e
1324.

B. P.

FaAaroL1 RoBERTO M., / pellegrinaggi
dei secoli XIV-XV e la chiesa di
S. Giacomo a Foligno, in «Studi
storici dell'Ordine dei Servi di
Maria» XXIV (1974), I-II, pp.
264-271.

Cinque atti testamentari, tra il
1341 e il 1477, conservati nell'Archi-
vio di Stato di Perugia, con i quali
si obbligano gli eredi a compiere
pellegrinaggi. Un breve del cardinale
penitenziere maggiore Domenico Ca-
pranica (1452) autorizza ad impie-
gare alcune delle somme destinate ai
viaggi nei lavori di restauro della
chiesa di S. Giacomo in Foligno.

Rab.

GurRrIERI OTTORINO, Storia di Pe-
rugia. Perugia, Grafica, 1974, pp.
284.

Dalle origini al 1860. In copertina
un dipinto di Adalberto Migliorati :

«La resa di Perugia ad Ottaviano ».
A. C. P.

JAcoBILLI Lopovico, Di Nocera nel-
Umbria e sua Diocesi. Foligno,
Ediclio, 1974, pp. XII-132.

Questo terzo volume della « Biblio-
theca Umbriae », collezione di ristam-
pe anastatiche, presenta l'opera dello
storico folignate, pubblicata a Foli-
gno nel 1653, presso Agostino Alterj.
Gino Sigismondi vi ha premesso al-
cune pagine di commento.

As CP.

MigLio Massimo, Oratoria e politica
a Roma: Stefano Porcari, in « Ar-
chivio della Società romana di
Storia patria », XCVII (1974), I-IV,
pp. 5-37.

Il Porcari fu nominato governatore
di Orvieto da Eugenio IV : l’incarico,
secondo il Miglio, «ha in sé molte
contraddizioni non risolvibili », in con-
siderazione della situazione politica
della città, e del fatto che il Porcari
stesso sarebbe stato un uomo di
Martino V.

Pa;

Rosini GIULIANA, Atti della Compa-
gnia della Beata Vergine del Buon
Consiglio e della Morte in Città di
Castello. Città di Castello, Edizioni
Nemo, 1974, pp. 57.

La Compagnia fu eretta il 10 ago-
sto 1755 nella chiesa di S. Agostino,
donde si spostò con varie destina-
zioni, anche per unirsi alla Confra-
ternita di S. Paolo del Macello non-
ché alla Compagnia deila Morte. AI
culto della Madonna del Buon Con-
siglio, tuttora praticato insieme alla
formazione religiosa degli ascritti, ag-
giunse fino a tempi recenti l’impegno
di seguire i funerali. L’A. ha potuto
disporre, nel tracciare la storia della
Compagnia, di un archivio completo e
perfettamente conservato.

DE

SANJEK F., O.P., Raynerius Sacconi
O.P., Summa de Catharis, in « Ar-
chivum Fratrum Praedicatorum »,
44 (1974), pp. 31-60.

La Summa del Sacconi, già ere-
siarca cataro, fattosi poi domenicano,
è la principale fonte per le notizie
sulla presenza del movimento ereti-
cale in Umbria. La «ecclesia de
Valle Spolitana », che comprendeva
anche la Tuscia Romana (Orvieto e
Viterbo) contava nel Duecento, se-
condo il Sacconi, un centinaio di
adepti.

MON:

SAVIANO LEoNARDO, Jl Partito So-
cialista Italiano e la Guerra di Li-
bia (1911-1912). III, in « Aevum »,
LXVIII (1974), V-VI, pp. 449-476.

Nel cap. II (L’opposizione nel Paese)
si citano le conferenze contro la
guerra tenute a Narni dal professor
Colasanti e a Città di Castello dal
consigliere Gio. Batta Venturelli, di
cui il Prefetto di Perugia dette no-
tizia al Ministero il 30 settembre
1911 (pp. 462-463).

DE.

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 307

CALPINI LUCIANA, La guerra di Narni
e Stroncone nel 1293, in « Archivio
della Società romana di storia pa-
tria », XCVIII (1975), pp. 5-54.

Dall'esame di cinque atti contenuti
nell'Archivio notarile di Stroncone,
l'A. intende ricostruire una contro-
versia tra Narni e Stroncone, scop-
piata nel 1293 e composta per l'in-
terv'ento di truppe guidate da Mat-
teo d'Acquasparta e inviate dal Col-
legio cardinalizio, che, in periodo di
sede vacante, risiedeva a Rieti. L'epi-
sodio é visto in relazione al momento
storico particolarmente complesso per
il papato e per lo Stato pontificio. In
appendice trascrizione dei documenti.

PSP

CECCHINI GIOVANNI, Raniero Fasani
et les Flagellants, in « Mélanges de
l École Francaise de Rome. Mo-
yen Age, Temps. Modernes », 87
(1975), I, pp. 339-352.

Illustrazione dell’attività del Centro
di Documentazione sul Movimento
dei Disciplinati, istituito in Perugia
dalla Deputazione di storia patria
per l'Umbria.

PSP:

CONTAMINE PHILIPPE, Les compagnies
d’aventure en France pendant la
Guerre de Cent Ans, in « Mélanges
de l'École Francaise de Rome.
Moyen Age, Temps Modernes », 87
(1975), 2, pp. 365-396.

Testo di una comunicazione con-
ferita al Convegno su «Le Compagnie
di ventura nella storia d'Italia e
d'Europa», tenuto a Narni dal 30
maggio al 2 giugno 1970, in occasione
308 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

del settimo centenario della nascita
del Gattamelata.
P. P.

Convegno di Studio « Galeotto Marzio
e l'Umanesimo Italiano ed Euro-
peo». Narni, 8-11 novembre 1975.
Mostra documentaria e bibliogra-
fica. Indice Guida a cura di Gro-
VANNI CEccHINI. Narni, 1975, pp. 17.

PD,

Cronache e notizie, in «Rivista di
storia e letteratura religiosa » XI
(1975), pp. 505-508.

A firma di PaoLo GOLINELLI
una cronaca del XV Convegno inter-
nazionale di studi sulla spiritualità
medievale, tenuto a Todi dal 13 al
16 ottobre 1974, sul tema «La pace
nel pensiero, nella politica, negli
ideali del Trecento ».

PEIP:

DeL RE NiccoLò, Prospero Farinac-
ci giureconsulto romano (1544-1618),
in « Archivio della Società romana
di Storia Patria », XCVIII (1975),
pp. 135-220.

Il Del Re, nonostante non gli sia
stato possibile reperire alcun docu-
mento d’archivio, ritiene che il Fari-
nacci si sia addottorato nel 1566 in
utroque all'Università di Perugia, sul-
la base di affermazioni del Farinacci
stesso nella sua opera maggiore (Pra-
cis et theorica criminalis).

Tristemente noto ai tribunali e alle
cronache giudiziarie dei suoi tempi,
il Farinacci fu tra l'altro posto sotto
accusa da Fabio Martelli di Spoleto e

da Luzio Toselli di Foligno, ed entró
in lite con il giurista tifernate Seba-
stiano Guazzini. I memoriali di accusa
del Martelli e quello del Toselli co-
stituiscono i documenti I, II e III
dell'appendice.

PUR.

FABBI ANSANO, Breve storia di Norcia.

Norcia, Editrice San Benedetto,

1975, pp. 212, ill.

Ricostruzione storica, agile e in-
formata, dovuta al noto erudito di
Abeto. Ac GP.

La « dimensione donna » nella Resisten-
za umbra. Perugia, Regione del-
l'Umbria, s.d. [1975], pp. 129.

Curato dalla Consulta Regionale
per le Celebrazioni del 30° della Li-
berazione, questo volume, che' ha per
sottotitolo Primi risultati di una ri-
cerca condotta nella Provincia di Pe-
rugia, registra il ruolo talvolta gran-
dissimo della donna umbra nella lotta
della Resistenza. Molto belle alcune
testimonianze dirette. Ha curato e
introdotto il libro Cristina Papa.

A. C. P.

La Resistenza. Lama, 1975, pp. 32, ill.

A cura della Consulta antifascista
comunale di San Giustino, un opu-
scolo sulla Resistenza in quella lo-
calità. In copertina un dipinto del
pittore naif umbro Pietro Pecorari.

A. -GiaPi

MARIANO D’ALATRI, O.F.M.Cap., Culto
dei santi ed eretici in Italia nei
secoli XII e XIII, in «Collectanea
Franciscana », 45 (1975), pp. 85-104.

Circa la diffusione dell'eresia catara
si ricorda, a proposito della inqui-
sitio generalis di Orvieto nell'inverno
1268-69, che la «diocesi o chiesa
catara» della Valle Spoletana com-
prendeva, oltre Spoleto, Orvieto, Ter-
ni, Narni, Viterbo e la stessa Roma
papale.

U. N.

MARZIALI Tiro, Appunti storici sul
movimento operaio nel folignate. Qua-
derni Regione dell’Umbria. Testi-
monianze n. 2. Perugia, 1975,
pp. 146, ill.

Il libro contiene una serie di capi-
toli staccati, su scioperi, elezioni po-
litiche, personaggi socialisti ecc. Non
c’è niente di organico, manca addirit-
tura una nota biografica sul Mar-
ziali, avvocato, nato nel 1874 a
Foligno. I curatori del volume sono
Lina Marziali, Angelo Mazzoli, Ezio
Bordoni i quali si sono limitati a
mettere qualche nota e ad allineare
i capitoli.

As Gt B:

MiLLi GriusEPPE, L’Umbria. Storia
della sua gente e delle sue città.
Provincia di Perugia. Perugia, 1975,
pp. 500.

Quindici capitoli fittissimi, dalle
origini al 1860, anche se gli ultimi
due secoli sono «tirati via». Mi
sembra una storia di fatti piü che di
idee e di «ragioni». La bibliografia,
stranamente, riporta l'autore, il ti-

8

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

309

tolo e basta. Ampio l'indice analitico.
7 quadri sinottici e 8 tavole genealo-
giche.

AC GP.

MINCIOTTI ANTONIO, Così moriva il
partigiano. Città di Castello, 1975,
pp. 32, ill.

Un episodio partigiano, rievocato
da un prete tifernate che lo visse
giovanissimo.

A350; PX

NoveLLI LEANDRO, Due documenti
inediti relativi alle monache benedet-
tine dette « Santuccie », in « Benedic-
tina», XXII (1975), pp. 189-253.

Il Novelli giudica opportuni l'esa-
me e la pubblicazione di due docu-
menti inediti alla fine di illuminare
alcuni apsetti del monachesimo fem-
minile italiano, e nella specie la Con-
gregazione benedettina delle Santuc-
cie, fondata nel sec. XIII da Santuc-
cia Carabotti di Gubbio. Il primo do-
cumento è la copia autenticata (1404)
delle delibere prese nell’assise delle
Santuccie, a Roma, nel 1305 ; il se-
condo è un manoscritto contenente
«memorie della Congregazione delle
Santuccie o dei monasteri alla mede-
sima soggetti, estratte dall’archivio del.
venerabile monastero di S. Anna di Ro-
ma 1757 ».

Dp BR.

PiERuccI FRANCEsCO, 1921-22. Vio-
lenze e crimini fascisti in Umbria.
Umbertide, s.d. [1975], pp. 150.

Documentazione, fatta soprattutto
su ricordi personali e testimonianze,
310 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

della «presa» del potere da parte
dei fascisti nella zona dell'Alta Valle
umbra.

A. C.P.

Rosini GIULIANA, Atti della Com-
pagnia di Gesù in Città di Castello.
Breve storia del Collegio dei Gesuiti.
Città di Castello, Edizioni Nemo,
1975, pp. 44.

I Gesuiti operarono in Città di
Castello, con una lunga interruzione,
dal 1609 al 1848, ottenendo alcuni
risultati positivi e impegnandosi in
fiere polemiche, particolarmente con
la Confraternita di S. Antonio e con
i Gonfalonieri della città. La breve
storia è ricavata da un verbale di
296 pagine, inedito, compilato dai
Gesuiti stessi dal 1599 al 1773, custo-
dito nell’Archivio Vescovile di Città
di Castello (Historia della fondazione,
erezzione, e proscritti del Collegio della
Compagnia di Gesù in Città di Ca-
stello).

PSP.

Sensi M., Ebrei finanziatori dell’in-
quisizione, in «Collectanea Franci-
scana », 45 (1975), pp. 269-73.

Poiché nella nota si parla di «una
odiosa imposta » che gli ebrei dovevano
pagare all’Inquisizione, il titolo è
fuorviante. L’A. pubblica due docu-
menti riguardanti l’Umbria (Foligno,
1431) e la Toscana (circa il 1437).

UN.

ALESSANDRINI ADA, Giovanni Hec-
kius Linceo e la sua controversia
contro i protestanti, in « Rivista di

storia della Chiesa in Italia », XXX
(1976), pp. 363-404.

Nell’inquadramento dell’attività
culturale svolta in Italia da Giovanni
Heckius, si citano i rapporti con i
fondatori umbri dell’Accademia dei
Lincei, e precisamente con Federico
Cesi, nonché la residenza dell’H. pres-
so i conti Gelosi di Spoleto e la lau-
rea in medicina conseguita nel 1601
presso l’Università di Perugia.

PSP.

CACCIAMANI GIUSEPPE, Le fondazioni
eremitiche e cenobitiche di S. Pier
Damiano. Inizi della congregazione
di S. Croce di Fonte Avellana, in
Ravennatensia, V. Atti dei conve-
gni di Ravenna e Rovigo (1972-74).
Cesena, Badia di Santa Maria del
Monte, 1976, pp. 5-33.

L’A. intende integrare e precisare
il quadro delle fondazioni di S. Pier
Damiano presentato dal suo biogra-
fo Giovanni da Lodi. In Umbria:
Eremo di Preggio, diocesi e provincia
di Perugia, comune di Umbertide,
1053 ; Monastero di S. Bartolomeo di
Camporeggiano, diocesi e comune di
Gubbio, provincia di Perugia, 1057.

Altri monasteri, da notizie contem-
poranee e dagli scritti dello stesso
Santo, vengono considerati in stret-
to contatto con lui: Eremo di S. Ma-
ria di Sitria, diocesi di Nocera Um-
bra, comune di Scheggia, provincia di
Perugia ; Monastero di S. Salvatore,
diocesi e provincia di Perugia, comu-
ne di Umbertide ; Monastero di S.
Emiliano in Congiuntoli, diocesi di
Nocera Umbra, comune di Scheggia,
provincia di Perugia. DP.

—_——x

EL
Convegno di studi medievali a Todi,
in «Bollettino italiano », 1976, 21,
pp. 5-7.

Cronaca del Convegno tenuto a
Todi dall’11 al 14 ottobre 1976, sul
tema «Scuole degli Ordini Mendi-
canti nei secoli XIII e XIV ».

PSP

MECUCCI GABRIELLA, Quali prospet-
tive per una storia del movimento
operaio in Umbria, in «Cronache
Umbre », 1976, n. 3-4, pp. 48-57.

Breve rassegna problematica delle
ricerche in corso sulla storia politico-
sindacale dell’ultimo secolo.

AGP.

MONTALE BIANCA, I! Partito d’ Azione
da Aspromonte alla Convenzione di
settembre, in « Bollettino della Do-
mus Mazziniana », XXII (1976), I,
pp. 5-26.

Dai rapporti dei Prefetti al Mi-
nistero dell’Interno risulta che in
Umbria il Partito d’Azione era attivo
e organizzato, particolarmente a Spo-
leto, Foligno e Terni.

Pisi

PALMA SALVATORE, I confini dell’ Ac-
qua Santa, in «L’Universo », LVI
(1976), pp. 569-608, ill.

Il titolo richiama la denominazione
di un tratto di confine tra lo stato
pontificio e quello di Napoli a nord
di Cittareale (RI), che, modificato dal
trattato del 26 settembre 1840 parti-
colarmente con la cessione di Trimez-
zo alla Santa Sede (v. cartina a p.

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

311

970), è rimasto ancora oggi confine
vivo tra le province di Perugia e quel-
la di Rieti : tra Umbria e Lazio quin-
di. Avvalendosi di una ricca documen-
tazione archivistica, l'A. esamina le
vicende della plurisecolare controver-
sia su tutto l’arco del confine tra i
due stati, mai oggetto di sicura deli-
mitazione ; i vani tentativi di Carlo
di Borbone e di Ferdinando I e le
varie fasi preparatorie, sia in sede do-
cumentaria con l'ampia ricognizione
dei diritti regi che in quella cartogra-
fica ad opera della « Officina Topo-
grafica» napoletana, che, nel 1837,
permisero a Ferdinando II di avviare
con papa Gregorio XVI il negoziato
conclusosi tre anni dopo. Il trattato
prevedeva la posa sul terreno da par-
te dei plenipotenziari dei due stati di
una serie di termini artificiali, prima
lignei e successivamente sostituiti con
649 «colonnette lapidee » (di cui si
dà l'Indice in ordine di progressione
numerica dal Tirreno all'Adriatico),
recanti sugli appositi lati le chiavi de-
cussate e il giglio borbonico con il nu-
mero d'ordine e quello dell'anno della
messa in opera. Certamente lunga e
laboriosa tanto che il trattato poté
essere ratificato, a lavori ultimati,
solo nel 1852.

L'originalità di questa ricerca é co-
stituita da una lunga e faticosa rico-
gnizione sul terreno dei testimoni di
questa terminazione, condotta su tut-
ta la lunga linea di confine, ma piü
fruttuosa nel tratto che qui interessa.
In esso solo la colonnetta n. 525 é
risultata tuttora nel sito dell'origina-
Zia collocazione in località Madonna
della Riccia, ove é sorto il cimitero
di Trognano ; tutte le altre rintrac-
312 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

ciate, tra cui alcune adibite a pie-
distallo di croci erette a ricordo di
missioni come la n. 518 e la n. 544
davanti alle chiese di Buda e di O.
pagna, risultano spostate o trasferite
come pure la n. 547 ora al cimitero di
Civita di Cascia. Per ricordare soltan-
to quelle in territorio umbro e nel-
l'ambito di questo comune. Tra i riu-
tilizzi di carattere profano la n. 515
a sostegno di un fabbricato rustico
presso Buda e ben quattro, di cui in-
dividuate soltanto la n. 529 e la n.
530, utilizzate per la propria casa da
un abitante di Trognano.

F. Me.

Vgnucci Guipo, Chiesa e società nel-
l’Italia della Restaurazione, in « Ri-
vista di Storia della Chiesa in
Italia», XXX (1976), I, pp. 25-72.

Per quanto concerne lo Stato Pon-
tificio, si desumono dati indicativi
anche dalle diocesi di Gubbio, Nor-
cia, Spoleto.

pP

FILOLOGIA E GLOTTOLOGIA

CAPRETTINI GIAN PaoLo, San Fran-
cesco, il lupo, i segni. Torino, Ei-
naudi, 1974, pp. 82.

Commento, tra filologico e semio-
logico, del «lupo di Gubbio » nella
letteratura francescana e in quella
italiana. L’interessante saggio si muo-
ve in tre capitoli: Uomini pazienti e
animali mansueti. «Lupus» e «fa-
bulae ». Analisi del racconto. Chiude
il libro una breve antologia di testi :

iii ie nno ia

dai Fioretti, dagli Actus Beati Fran-
cisci e dal Libro della natura degli
animali. Dopo il. prologo, otto pagine
di bibliografia.

‘AG: P.

IAcoPoNE DA Toni, Laude a cura di
F. MANCINI. Bari, Laterza, 1974.

Rec. di CarLO FELICE TAPPA, in
«Aevum », L (1976), pp. 394-396.
PP.

SANTUCCI FRANCESCO, Wellerismi um-
bri, in «Etnologia - Antropologia
culturale », I (1974), pp. 115-116.

Breve nota sulla presenza dei wel-
lerismi nelle espressioni proverbiali
umbre, con alcuni esempi.

Pip.

Scrittura beneventana, in «Bollettino
italiano », 1975, 15-16, pp. 14-15.

Si dà notizia che nei lavori di
revisione dei fondi rari della Biblio-
teca Comunale Augusta di Perugia è
stato scoperto un frammento, da un
codice in scrittura beneventana, della
Passione di S. Sebastiano.

PP:

BATINTI ANTONIO, Le bukatare « le la-
vandaie » a Piegaro (PG), in « An-
nali della Facoltà di lettere e filoso-
fia » dell’Università degli Studi di
Perugia, XIII (1975-76), pp. 459-
468.

Espressioni dialettali relative alle
operazioni del bucato a mano ; sono
raccolti anche stornelli caratteristici
delle lavandare. PE.

i
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 313

BERARDI PAPARELLI OMBRETTA, I
mulini idraulici dell'emissario del
lago Trasimeno, in « Annali della
Facoltà di lettere e filosofia » del-
l'Università degli Studi di Perugia,
XIII (1975-76), pp. 429-438.

Indagine sui lemmi in dialetto e
sugli adattamenti dialettali dei ter-
mini tecnici relativi ai mulini, per la
zona del piano di Magione lungo il
torrente Anguillara.

PE

DE SANcTIS GrionaGio, Giuseppe Car-
darelli orvietano. Testimonianze di
un mondo scomparso, in « Annali
della Facoltà di lettere e filosofia »
dell'Università degli Studi di Pe-
rugia, XIII (1975-76), pp. 499-508.

Usanze ed espressioni della vecchia
Orvieto testimoniati dalle raccolte
(1885-1912) di versi in dialetto del
Cardarelli.

pip.

MATTESINI Enzo, Denominazioni in-
torno al palio della balestra tra le
cittadine di Gubbio (PG) e Borgo S.
Sepolcro (AR), in « Annali della Fa-
coltà di lettere e filosofia » dell'Uni-
versità degli Studi di Perugia, XIII
(1975-76), pp. 487-498.

Voci e modi di dire dialettali con-
nessi con l'uso della balestra.
PiRi

MATTESINI ENzo, Muratori e carpen-
tieri fra Umbria settentrionale e ter-
ritorio aretino, in « Annali della Fa-
coltà di lettere e filosofia » dell’Uni-

versità degli Studi di Perugia, XIII
(1975-76), pp. 469-486.

Indagine sulla terminologia dialet-
tale nell’edilizia industriale e artigia-
nale; per l'Umbria l’inchiesta si è
svolta a San Giustino, Lama e Città
di Castello. :

BP;

DE VECccHI BIANCHI PAOLA, La lavo-
razione della canapa in provincia di
Perugia, in « Annali della Facoltà
di lettere e filosofia » dell'Univer-
sità degli Studi di Perugia, XIII
(1975-76), pp. 439-449.

Schede dei termini dialettali relati-
vi alla coltivazione e alla lavorazione
della canapa, oggi praticamente scom-
parsa nelle campagne umbre.

Prep:

MERINI MATTIOLI ELENA, I pozzaioli
a Montefalco (Prov. Perugia), in
« Annali della Facoltà di lettere e
filosofia » dell’Università degli Stu-
di di Perugia, XIII (1975-76),
pp. 451-458.

Termini dialettali relativi alla tri-
vellazione del terreno e alla costru-
zione dei pozzi.

PB

MORETTI GIOVANNI, Pescatori del Tra-
simeno, in « Annali della Facoltà di
lettere e filosofia » della Università
degli Studi di Perugia, XIII (1975-
76), pp. 409-427.

Caratteristiche della pesca nel Tra-
simeno : osservazioni linguistiche e
qualche riferimento storico.

Pasbi
314 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

MAZZoONI ENRICHETTA, «-ena, -ina,
-na» nella terminazione onomastica
etrusca, in « Atti e memorie dell'Ac-
cademia toscana di scienze e let-
tere ‘ La Colombaria' », n.s., XXVII
(1976), pp. 31-52.

Attestazioni epigrafiche anche da
Cerqueto, Orvieto, Perugia.
PB.

STORIA E CRITICA
LETTERARIA

MAZZATINTI GIUSEPPE, Canti popolari
umbri. Bologna, Forni, 1967, pp. 322.

Ristampa anastatica dell'edizione
Zanichelli del 1883. I rispetti, i fiori,
le storie e le ballate,i canti religiosi
furono, come dice il sottotitolo, rac-
colti a Gubbio, patria del Mazzatinti.

AC D:

Lo GATTO ETTORE, Russi in Italia.
Roma, Editori Riuniti, 1971, pp.
332, ill., ril.

B. K. Zajcev ad Assisi (p. 251);
A. A. Blok nel 1909 a Perugia (cui
dedica una poesia) e a Spoleto (poe-
sia La fanciulla di Spoleto). La visita
all’Ipogeo dei Volumni gli ispira una
stupenda pagina: I testimoni muti
(pp. 271-274). Nel bellissimo libro di
Lo Gatto vi sono altre sparse citazioni
sull’Umbria.

A. P.

ANDRIOLI NEMOLA PAOLA, Un epi-
sodio poco noto del dantismo quattro-
centesco : Simone Prodenzani, in « An-

ZR TOIGLCEENDUDYER RENUGL AMEN IRENE

nali dell'Università di Lecce. Fa-
coltà di Lettere e Filosofia», VI
(1971-73), pp. 183-239.

L'A. punta specificamente all'esame
del Saporetto, fra le opere del rima-
tore orvietano vissuto tra la fine del
secolo XIV e i primi decenni del XV,
per indagare sulla diffusione dello
studio e del culto di Dante, nel
«rapporto tra letteratura locale e
cultura ufficiale ».

BP

Il libro dei vagabondi, a cura di CAM-
PORESI Piero Torino, Einaudi, 1973,
pp. CLXXXII-426.

Lo splendido libro comprende lo
Speculum cerretanorum di Teseo Pini,
Il vagabondo di Raffaele Frianoro e
altri testi di «furfanteria », tra cui
Le imposture dei cerretani, un Voca-
bolarietto furbesco, i Prestigi dei cerre-
tani, Per i cerretani, dal Discorso
sopra Cerreto di Giuseppe Tarugi.
Come si vede, Cerreto era, nel Medio
Evo, la capitale dei mendicanti e dei
vagabondi, da cui la parola «ciarla-
tano ». Il Camporesi ha premesso al
libro una dottissima introduzione.

AS UD.

Ponti ANTONIO CARLO, Goethe in
Umbria, in «Nuova Economia »,
n. 1, gennaio 1974, pp. 56-60.

L'A. commenta quanto Goethe scris-
se, non senza malizia, sull'Umbria,
nel suo Viaggio in Italia.

Pisi

Assisi nella poesia italiana del nove-
cento a cura di FRANCESCO SANTUCCI

me
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

e PasquaLE Tuscano. Assisi, Ti-
pografia Porziuncola, 1975, pp. 35.

L’Accademia Properziana del Su-
basio presenta questa breve raccolta
di liriche ispirate ad Assisi.

PSP:

CASTELLANI PIERLUIGI, Ti dico poesia.
Perugia, Umbria editrice, 1975, pp.
42.

Alcune poesie sono ispirate all’ Um-
bria. Introduzione di Jole Tognelli.
In copertina un disegno dell’Autore.

AG. P;

Jacopone da Todi. Storia e leggenda.
Todi, Lions Club, 1975, pp. 66.

Contiene: GETULIO CEci, Alla ri-
cerca di Fra Jacopone, da Alla ri-
cerca di Fra Jacopone, Todi, 1932;
GIOVANBATTISTA PossEviNO, Vita del
Beato frate Jacopone, da Vite de’
Santi et Beati di Todi, Perugia, 1597 ;
alcune laude. In copertina disegno di
G. Tenneroni.

ASSQUP.

PonTI ANTONIO CARLO, Poeti umbri.
Perugia, Umbria editrice, 1975, pp.
XL-364, ril.

Quasi una storia della poesia um-
bra del Novecento, questa vasta an-
tologia che riunisce diciotto poeti
contemporanei e, eccetto Capitini e
Penna, viventi. Il curatore, che è an-
che poeta, in un’ampia introduzione
inquadra la poesia umbra nel pano-
rama letterario novecentesco, ne rileva
caratteri e peculiarità, quindi sceglie

315

i testi, facendoli precedere da giudizi
critici su ogni autore. Infine riporta,
nella sezione bio-bibliografica, molti
dati utili e in gran parte inediti.
Il volume, presentato da Ferruccio
Ulivi, tratta dei seguenti poeti (or-
dinati cronologicamente): Aldo Ca-
pitini, Sandro Penna, Felice Fatati,
Elsa De’ Giorgi, Aroldo Aleandri,
Antonio Ernazza, Bruno Dozzini, Al-
berto M. Moriconi, Gaio Fratini,
Vinci Grossi, Angelo Rossi, Delio
Carnevali, Alessandro Merini, Um-
berto Ajò, Francesco Di Pilla, Paola
Pillitu, Patrizia Cavalli, Piero Lai.
PSE,

CHINI MARIO, Canti popolari umbri.
Bologna, Forni, 1976, pp. XLII-
286, ril.

La ristampa anastatica di un’opera
(pubblicata a Todi nel 1918) che è,
insieme con quelle del Mazzatinti e
del Grifoni, alla base di ogni studio
sul canto popolare.

A. GP.

Fnosiw1 VirTORIO, Tre incontri epi-
stolari: Gide Eliot Capitini, in
«Nuova Antologia», giugno 1976,
pp. 221-228.

L'A. ricorda brevemente la figura
dello scrittore perugino, e ne pubblica
un biglietto e una lettera a lui diretti.

PSP

MERINI ALESSANDRO, Il tempio e il
cappio. Perugia, Umbria editrice,
1976, pp. 90.

La seconda raccolta del poeta spo-
letino, dopo Faraone in esilio, Perugia,
316 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Umbria editrice, 1973. Alcune poe-
sie «umbre». Introduzione di An-
tonio Carlo Ponti.

PiiP.

PnATO S., Quattro novelline popolari
livornesi accompagnate da varianti
umbre, raccolte e illustrate con note
comparative. Bologna, Forni, 1976,
pp. 168.

Ristampa anastatica dell’edizione
spoletina del 1880.
A: Q.. P.

TANTURLI GIULIANO, Cino Rinuccini
e la Scuola di Santa Maria in
Campo, in « Studi medievali », XVII
(1976), pp. 625-674.

Fra le sette orazioni prodotte dalla
scuola di retorica di Cino, conservate
dal codice II iv 311 della Nazionale
. di Firenze e pubblicate in appendice,
due sono di Giovanni di Pietro da
Perugia. PP.

STORIA E CRITICA DELLE
ARTI

Dottori futurista. Perugia, 1968, pp. 56,
ill.

Catalogo per l’antologica del set-
tembre 1968, organizzata dalla « Fami-
glia Perugina ». Presentazione di Virgi-
lio Coletti.

AC:

Leoncillo (Leoncillo Leonardi). Mostra
antologica. Spoleto 1969. Bologna,
Edizioni Alfa, 1969, pp. 116, 56 ill.
1:;n;:0 tavva ft ac.

I CRÉEZ Ac cA ILS

È il catalogo, curato da Giovanni
Carandente, della mostra antologica
allestita a Spoleto nel 1969 (8 luglio-
8 settembre). Lo scultore spoletino,
morto da un anno (era nato nel 1915),
ebbe cosi, in patria, quel riconosci-
mento che non aveva avuto in vita.
Molto belle le sue pagine di diario,
con acute considerazioni sull'arte. Utili
l'antologia della critica e l'ampia bi-
bliografia.

AS GP.

Toscano Bruno, Il Duomo di Spoleto.
Spoleto, Ente Rocca, 1969, pp. 78,
15 ilk

Sintesi puntuale, dovuta all'autore
di Spoleto in pietre.
ACE:

RasPri SERRA JosELITA, L'Abbazia di
San Felice presso Giano. Spoleto,
Ente Rocca, 1970, pp. 44, 15 ill.

Descrizione storico-artistica.
A. CP.

VITZTHUM WALTER, Perrier or Ca-
massei ?, in «The Burlington Ma-
gazine », CXII (1970), p. 761.

Andrea Camassei, pittore del Sei-
cento, nato a Bevagna.
‘Acco. P.

AA. VV., Il Duomo delle Porte. Libro
bianco sulle porte del duomo di
Orvieto, in « Bollettino dell’Istituto
Storico Artistico Orvietano.» Nu-
mero speciale, XXVII (1971), pp.
1-207, ill.

La Parte Prima pubblicata in questo
volume comprende i seguenti saggi:


jeden e C YR SIS. tae c tt e

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 317

ALBERTO SATOLLI, L'incarico a Giu-
seppe Sacconi; GIusEPPE CIRINEI, Il
primo concorso per le porte del duomo.
1928/29; GIUSEPPE CIRINEI, Il se-
condo concorso per le porte del duomo.
1930; GiusEPPE CIRINEI, L’incarico
ad Alfredo Biagini. 1931/32.

GG.

Dozzini Bruno, Bacosi. Macerata,
La Nuova Foglia, 1971, pp. n.n.,
ill.:bini/e a' c, ril

Monografia sull'artista perugino, in
un libro di grande formato, con un
saggio critico nel quale il poeta Doz-
zini immette sensibilità di lirico e di
agguerrito «lettore » di pittura.

Ai CP.

AA.VV., Il Duomo delle Porte. Libro
bianco sulle porte del duomo di Or-
vieto, in «Bollettino dell’Istituto
Storico Artistico Orvietano ». Nu-
mero speciale, XXVIII (1972).

Fa seguito al numero speciale del
1971. Comprende: ALBERTO SATOL-
LI, L’incarico a Francesco Messina.
1958-62; GiusEPPE CIRINEI, L’inca-
rico ad Emilio Greco. 1962-66; Ar-
BERTO SATOLLI, Le porte del duomo di
Orvieto. 1968-74; ALBERTO SATOLLI,
Polemici e/o polemarchi.

PP;

GARZELLI ANNAROSA, Museo di Or-
vieto: Museo dell'Opera del Duomo.
Bologna, Calderini, 1972, pp. 126,
448 ill. b.n., 36 a c., ril.

Nella Collana Musei. d’Italia, di-
retta da C. L. Ragghianti, a cura
della Scuola Speciale per Storici

d’Arte dell’Università di Pisa, il ca-

talogo del Museo orvietano, ricca-

mente illustrato e descritto.
ASSQSP.

GrACOMOZZI CarLo, L'Umbria di Mi-
rimao. Verona, Ghelfi, 1972, pp. 118,
41 tavv. a c.

Piccola monografia sul pittore ter-
nato. Le illustrazioni a colori riguar-
dano paesaggi umbri.

A. GUB.

Mancini. Perugia, 1972, pp. 72, ill.

Catalogo per la Mostra antologica
di Perugia, a cura del Comune.
Scrivono di Romeo Mancini, pittore
perugino, Vinci Grossi e Leoncillo
Leonardi con una presentazione del
1950. :

AQ SD:

Orneore Metelli, in «Le Arti». Nu-
mero monografico, Suppl. n. 12-
1972, pp. 38, ill.

Nel centenario della nascita del
grande pittore naif ternano. Scritti
di Ezio Metelli, il figlio; di Luigi
Bartolini, Libero Bigiaretti, Cesare
Zavattini, dello scultore Aurelio De
Felice, il suo scopritore; di Renzo
Biasion, Luigi Carluccio, Luciano Bu-
digna, R. M. De Angelis, Domenico
Purificato, Marco Valsecchi, Marcello
Venturoli e altri.

AsiG®.

SANAVIO Piero, Gerardo Dottori. Ro-
ma, Galleria della Trinità, 1972,
pp.:n.n., ill.-:b.n-.e.a'c.
318 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Catalogo. Pregnante nota critica.
Elenco delle mostre e partecipazioni.
AL SQTOPA

TRAVAGLIA FRANCESCO, Giovanni Ten-
neroni. Lugano, Pantarei, 1972,
pp. 24 doppie, ill, 1 tav. f.t. a c.

Agile, elegante monografia sul pit-
tore di Todi. Preciso e chiaro il di-
scorso critico di Travaglia.

AS aT

Donato GiusEPPE, Nota sul Mano-
scritto 0.4.16 della Biblioteca « Pai-
niana» del Seminario Arcivescovile
di Messina, in «Studi musicali »
II (1973), 2, pp. 247-255.

L'esame del manoscritto mette in
luce che le cc. 100-107 di esso sono
rappresentate da un quaderno ag-
giunto contenente gli Uffici dei Santi
Medico e Fulgenzio. L'A., dopo una
descrizione del codice, avanza delle
ipotesi sulla probabile provenienza
(Otricoli) e sull’autore (Joannes ex
perusiis). G. G.

Giuseppe De Gregorio, in «Le Arti».
Numero monografico, Suppl. n. 11-
1973, pp. 38, ill.

Scritti di Maurizio Calvesi, Luigi
Carluccio, Enrico Crispolti, Marco
Valsecchi, Giovanni Carandente, Cor-
rado Marsan, Raffaele De Grada e
Lara Vinca Masini. Biografia, mostre.

Axa; P,

Livio Orazio Valentini pittore, in
«Nuovi Quaderni », n. 7 (febbraio
1973), pp. 5-119, 42 ill. b.n. e 45
illia c.

AL IL -— LI M——...ul

Numero monografico, dedicato al
forte pittore orvietano, curato da
A. Bosi, B. Burli, G. Cavazzini,
M. Dall’Acqua, F. Masini, P. M.
Toesca.

AGP.

Manlio Bacosi, in «Le Arti ». Numero
monografico, Suppl. n. 4-1973, pp.
34, ill.

Scritti critici di Carlo Munari, Lu-
ciano Budigna, Corrado Marsan, Ugo
Moretti, Mino Valeri, Bruno Dozzini,
Renzo Biasion e altri.

A. (GB;

MARTINELLI VALENTINO, Un docu-
mento per Giotto ad Assisi, in « Storia
dell’arte », 19 (1973), pp. 193-208.

L’A. pubblica un prezioso rogito
notarile recentemente rinvenuto nel-
l’archivio comunale di Bevagna a
seguito di una vasta indagine storico-
archivistica promossa dall'Istituto di
Storia dell'Arte medioevale e mo-
derna dell’Università di Perugia. Di
eccezionale interesse storico, il docu
mento mevaniate informa che nel
1309 tal Palmerino di Guido, alla pre-
senza del notaio assisiate Giovanni
Alberti, estingue un debito contratto
insieme a «Iocto Bondoni de Flo-
rentia» con Iolo Iuntarelli. Questa
notizia, spiega lo studioso, oltre ad
accertare «anche per i piü dubbiosi
in maniera definitiva la presenza fisica
di Giotto ad Assisi sul finire del pri-
mo decennio o meglio nel secondo
lustro del sec. XIV », rappresenta il
solo punto di riferimento cronologico,
finora conosciuto, per la discussa da-
tazione di alcuni affreschi della Ba-


——_r___

silica Superiore e di altri della Basi-
lica Inferiore. Esso viene inoltre a
certificare l’invenzione giottesca del
ciclo francescano (oltre. che di altri
cicli della scuola) finora ricondotta al
genio del fiorentino soltanto in base
a testimonianze letterarie, deduzioni
stilistiche, induzioni storiche.

MENESTÒ ENnico, Pietro Paolo di Ge-
rardo da Todi orefice. « Res tuder-
tinae» n. 15. Todi, 1973, pp. 228.

L'esame di alcune fonti storiogra-
fiche e un'attenta indagine archivi-
stica portano l'A. a confutare la no-
tizia vasariana di un Pietropaolo da
Todi autore, insieme ad altri, delle
tombe marmoree di Pio II e Pio III
in S. Andrea della Valle a Roma e
a sostenere, come già il Gregorovius,
il Müntz e il Milanesi che l'artista,
attivo in Todi nella prima metà del
Quattrocento, si occupò esclusiva-
mente di oreficeria e mai di scultura.
Figlio di Gerardo di Ser Sisto, ricor-
dato nei documenti come « magister
de Tuderto », autore di eccellenti la-
vori di oreficeria (di lui é conservato
un pregevole calice nella chiesa di
San Niccolò a Baschi), Pietropaolo
eseguì un importante gruppo di opere
(documentate, ma non conservate)
tra cui una croce d’argento per la
chiesa di San Tommaso ad Ascoli
Piceno, un calice in argento smaltato
per la chiesa di San Fortunato a
Perugia, la doratura e coloritura di
uno stemma di pietra di Braccio
Fortebraccio, un calice per il vescovo
di Todi Bartolomeo Alaleoni. È per-
tanto da credere che Pietropaolo,
chiamato anche a coprire numerosi

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

319

incarichi pubblici dal Comune di Todi,
sia stato cesellatore di metalli non
meno noto e stimato dell'altro illustre
orafo todino, Cataluccio di Pietro.

Naifs umbri. Città di Castello, Gal-
leria Il Pozzo, 1973, pp. n.n., ill.

Catalogo n. 82, per la Mostra del-
l'aprile 1973. Gli artisti: Tonino Ca-
paccioni, Marino Ceccarelli, Giovanni
Di Girolamo, Dante Massetti, Pietro
Pecorari, Armando Perugini, Norberto
Proietti, Vincenzo Sifoni.

‘Ac GIP

O. Metelli. Roma, De Luca, 1973,
Dp: 96 1:n; um bane a c

Con introduzione di Cesare Vivaldi
e di Aurelio De Felice, questa mono-
grafia per il I° centenario della na-
scita del pittore naîf ternano, curata
dall’Amministrazione della Provincia
di Perugia. Contiene anche un’anto-
logia della critica.
Ac Cie:

1° Annuario degli artisti contempora-
nei umbri. [Firenze], Editoriale Bru-
nellesco, s. d. [1973], pp. n.n.; ill.

Solito centone su cui i pittori
compaiono a pagamento. Mancano,
così, i nomi importanti, tranne pochi,
che servono per avallare l’impresa e
che sono immessi di diritto dall’edi-
tore. Alla fine un elenco, nutritissimo,
di pittori dilettanti, elenco in cui
annegano, anche qui, gli artisti va-
lidi.

ASCKP.
M Lade de o t o RR +. I —

320 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

«Annuario bibliografico di storia del-
l'arte» XVII-XVIII (1974).

Si riferiscono all'Umbria le voci
seguenti: Assisi (1647, 1648, 1649,
1652, 1654, 2252, 5313-5320); Be-
vagna (5338-5339); Città della Pieve
(2138); Gubbio (5459-5460); Monte-
falco (5585); Norcia (5612); Orvieto
(5619); Perugia (5656-5657, 5991);
Spoleto (5296, 5868-5869, 6263).

BB.

Artisti '74. Marche e Umbria. Alle-
gato a «Bolaffi Arte», 42, luglio
1974, pp. 683-736, ill.

Galleria di alcuni artisti umbri o
residenti in Umbria. Elenco delle
Gallerie d'Arte.

A: (P.

Bacosi. Verona, Ghelfi, 1974, pp. 158,
ill;.tavv.- ft. a.c...

Monografia sul pittore perugino,
con testimonianze di Nori Andreini
Galli, Enzo Fabiani, Mauro Innocenti,
Carlo Sgorlon.

A. G..D.

BorsELLINO Enzo, L'Abazia di San
Pietro in Valle presso Ferentillo.
Spoleto, Ente Rocca, 1974, pp. 74,
24 ill.

Descrizione storico-artistica dell’in-
signe monumento.
AG. D:

DONNINI GIAMPIERO, Aggiunte a Mat-
teo da Gualdo, in « Antichità viva »,
XIII (1974), 4, pp. 3-9.

BRE)” CND AR JO d — Aa... uil...

L’affresco raffigurante «S. Anna,
la Vergine ed il Bambino», opera
firmata di Matteo da Gualdo, affio-
rato di recente dall’intonaco di un
pilastro perimetrale nella chiesa di
S. Francesco a Gualdo Tadino, .offre
all'A. l'occasione di ripercorrere cri-
ticamente la vicenda artistica del
maestro umbro, che per complessità
culturale e capacità interpretativa dei
modelli evade decisamente dalla « rou-
tine culturale della provincia italiana ».
Ad un esordio in chiave fortemente
marchigiana, e in modo particolare
camerte (Girolamo di Giovanni) fanno
pensare alcuni dipinti di Matteo cro-
nologicamente situabili tra il 1455 e
il 1460 (S. Anna metterza della Pi-
nacoteca di Gualdo, Madonna con
Bambino della Parrocchiale di Bo-
schetto presso Nocera Umbra). Dal
1462 (data del polittico di Gualdo)
all'ottavo-nono decennio del secolo il
pittore estende il suo orizzonte cul-
turale fino ad includere le esperienze
figurative pierfrancescane, ma so-
prattutto squarcionesche e mantegne-
sche (polittico di Gualdo, affreschi
dell'Oratorio dei Pellegrini ad Assisi).
La fase finale della nutrita produzione
del gualdese é invece caratterizzata
«lontane ormai le ambiziose incur-
sioni nel mondo padovano» da un
evidente accostamento ad un’area
culturale, Foligno, che trova in Bar-
tolomeo di Tommaso il suo principale
protagonista.

DoNNINI GIAMPIERO, Gli affreschi di
Montemartello, in « Antichità viva »,
XIII (1974), 6, pp. 3-8.

Ad un artista di formazione eugu-

ar i

Ru Us I emn ii E
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

bino-marchigiana e non senese-mar-
chigiana, come spesso si é sostenuto,
devono essere attribuiti gli affreschi
del sacello della Maestadella presso
Montemartello (Cagli) A questa con-
clusione l'A. giunge dopo un attento
esame dei dipinti, analizzati in rela-
zione al vasto ed articolato panorama
culturale che tra Umbria e Marche
e lungo l’asse Gubbio-Fabriano si
sviluppa soprattutto nel corso del
sec. XIV. I caratteri stilistici del
Maestro di Montemartello (così VA.
propone di identificare l'anonimo pit-
tore della Maestadella), che educato
in ambiente eugubino accanto alla
forte personalità di Guido Palmerucci
sa tuttavia cogliere con profonda sen-
sibilità anche i messaggi culturali di
Ambrogio Lorenzetti e del Maestro
di Campodonico, sono individuati dal-
lo studioso in un robusto senso pla-
stico, in una «statuaria possanza»
delle immagini, in una « modulazione
grafica che introduce effetti di pa-
stoso e palpitante chiaroscuro ». Alla
mano dello stesso Maestro VA. ri-
conduce anche alcuni dipinti su tavola
(di cui due conservati in Gubbio)
finora attribuiti a Guido Palmerucci.

GARZELLI ANNAROSA, Protogiotteschi
ad Assisi e Firenze, in «Critica
d'arte» XXXIX (1974), 136, pp.
9-30.

Due cicli di affreschi, uno ad As-
sisi ed uno a Castelpulci nella imme-
diata periferia di Firenze, sembrano
aprire un nuovo spiraglio sulla cultura
protogiottesca in Umbria ed in To-
scana. Il primo, realizzato sul muro

321

interno del portico di Monte Fru-
mentario, nell’attuale via S. Fran-
cesco, è di difficile identificazione ico-
nografica per la scomparsa di ampie
zone di intonaco. Dai pochi lacerti
superstiti si puó tuttavia intuire la
presenza di un artista la cui matrice
culturale, solidamente ancorata alla
tradizione figurativa umbra e in
qualche modo vicina a quelle dei
Maestri del Farneto e del Dossale
di Cesi, si arricchisce della compo-
nente romana per il tramite dei col-
laboratori cimabueschi del Torriti nel-
le storie veterotestamentarie della Ba-
silica Superiore, ma si alimenta an-
che, e forse soprattutto, della prima
affermazione pittorica di Giotto ad
Assisi. Una serie di riflessioni morfo-
logiche e stilistiche porta lA. a rite-
nere questi affreschi «uno dei primi
frutti scaturiti a ruota dopo o anche
durante i celebri affreschi della Ba-
silica, entro la fine del sec. XIII»,
diversamente da quanto finora si é
sostenuto. L'altro ciclo, quello di
Castelpulci, anch'esso di difficile let-
tura per le pessime condizioni in
cui versa, illustra episodi della leg-
genda di S. Caterina d'Alessandria.
L’opera è, secondo l’A., testimonianza
importante di «uno stretto seguace
di Giotto molto informato sulle prime
novità assisiati ». Anzi, sono tal-
mente evidenti i rapporti che legano
il Maestro di Castelpulci, apparte-
nente «ad una generazione prece-

dente a quella dei collaboratori di
Giotto delle parti più tarde del ciclo
francescano » e di cultura ancora per-
meata di palesi argomentazioni bi-
zantine, con la produzione assisiate
della Basilica Superiore, da far sup-
* be fr nie = €———

322 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

porre una sua diretta partecipazione
all’impresa umbra al fianco di Giotto
«a cominciare dalle Storie di Isacco
ed in seguito anche nel ciclo fran-
cescano ».

La grande domenica. Rassegna inter-
nazione dei Naifs. Milano, Monda-
dori, 1974, pp. 96, ill. a c.

Catalogo della Mostra organizzata
da «Grazia» con il patrocinio del
Comune di Milano (1-19 maggio 1974)
alla Rotonda di Via Besana. Introdu-
zioni di L. Montagna, A. Jakovsky,
L. Bortolon. Gli artisti umbri pre-
senti sono: M. Ceccarelli, A. Cian-
caleoni, G. Di Girolamo, O. Metelli,
Norberto, A. Ruggeri.

Ax QR.

LEONARDI ConRADO, Derivazioni van-
vitelliane nell'alta valle del Metauro,
in «Atti e Memorie della Deputa-
zione di Storia Patria per le Mar-
che», s. VIII, VIII (1974) pp.
207-256.

Studiando la possibilità di un in-
tervento vanvitelliano nella Collegiata
d'Ico di Mercatello sul Metauro. il
L. informa che nel 1678 fu chiamato
a dirigere i lavori di trasformazione
della chiesa mastro Carlo Perusino
di Gubbio, mentre era contestato il
progetto dell’ing. Barbieri di Città
di Castello. Nella chiesa di S. Fran-
cesco di Urbania lavoró nel 1766
Abel Crosti di Città di Castello.

EE

MancINI FRANCESCO FEDERICO, Due
tele del Ribera da salvare, in « Pa-

UAI EI ———EE—.ILSBLLBLLOMBAL e

ragone arte », 295 (settembre 1974),
pp. 70-73.

L'A. analizza criticamente due pre-
gevoli ed inedite opere dello « Spagno-
letto » dimenticate da anni nel pic-
colo magazzino della Pinacoteca Co-
munale di Bettona. Di indubbia au-
tenticità per la presenza di iscrizioni
originali che riportano il nome del
pittore (Jusepe de Ribera) e la data
di esecuzione (1642), le due tele,
raffiguranti «San Pietro» e «San
Paolo», costituiscono un importante
documento dell'attività partenopea del
maestro. Il preoccupante stato di
conservazione dei dipinti fa auspicare
al'A. un tempestivo intervento di
restauro della superficie pittorica, già
in più punti gravemente deteriorata.

Rossi ALBERTO, Qualche considera-
zione sulla pittura umbro-marchi-
giana del Trecento e del Quattro-
cento, in «Notizie da Palazzo Al-
bani», III (1974), 2-3, pp. 20-30.

L'A., che concorda con M. Bosko-
vits nell'attribuire a Giovanni di Cor-
raduccio da Foligno la grande « Cro-
cifissione » ad affresco del Convento
delle Clarisse a Camerino, già asse-
gnata dal Vitalini-Sacconi al camerte
Cola di Pietro, non si allinea tutta-
via col critico nel collocare l'opera in
area trecentesca, né, tantomeno, nel
riconoscervi un significativo antefatto
culturale all’arte dei Salimbeni. E
ciò perché il dipinto, stilisticamente
assai prossimo agli affreschi eseguiti
tra il 1415 e il 1416 dallo stesso
Giovanni di Corraduccio nella chiesa
di S. Venanzio a Fabriano, è così

ee ET SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

permeato del raffinato gusto «cor-
tese », immortalato dai Salimbeni nel-
l'oratorio di San Giovanni ad Ur-
bino, da fare, caso mai, supporre
un’inversa traiettoria di influenze e
di derivazioni culturali. L’A. pubblica
quindi un inedito affresco della chiesa
della Misericordia a Cagli, raffigurante
il Martirio di S. Apollonia, e ne pro-
pone l’attribuzione all'eugubino Ot-
taviano Nelli. Alla mano di un ignoto
artista trecentesco di cultura eugu-
bino-senese lo studioso riconduce in-
fine l’esecuzione di un ciclo di affre-
schi, da lui stesso individuati nel
piccolo santuario di S. Maria della
Stella presso Cagli.

E SE: EM.

Russo EucEN:o, Studi sulla cultura
paleocristiana e altomedievale, in
«Studi medievali », s. terza XV
(1974), I, pp. 25-142.

Nella minuta disamina di diverse
questioni inerenti all'argomento, e in
particolare per il problema della croce
a volute, sono citati, per l'Umbria,
i seguenti pezzi : il cosiddetto « tesoro
di Canoscio », conservato nella Cat-
tedrale di Città di Castello ; un co-
perchio di sarcofago nel Museo Civico
di Gubbio ; un pluteo nella chiesa di
S. Lorenzo a Spello e uno nella Cat-
tedrale di Spoleto ; un sarcofago rin-
venuto nello scavo di una casa ro-
mana sotto S. Maria Maggiore di
Assisi; alcuni frammenti di sculture
nella Cattedrale di Otricoli. Fra le
pitture è indicata la croce latina,
gemmata, dipinta nell’abside di S. Sal-
vatore a Spoleto. Pi UP.

SCARPELLINI PiETRO, Baldassarre Or-

323

sini e la critica degli artifizi, in
« Paragone arte », 289, marzo 1974,
pp. 90-97.

L'A. coglie occasione dalla ristampa
anastatica della Guida di Perugia di
BALDASSARRE ORSINI, con ottimo sag-
gio introduttivo di Bruno Toscano,
per precisare e approfondire alcuni
aspetti della personalità del critico
perugino, finora ignorato dalla lette-
ratura artistica italiana, relegato, anzi,
negli angusti limiti della storiografia
locale. B. Orsini, lungi dall’essere
semplice periegeta, mostra infatti una
originale capacità critica ed interpre-
tativa del prodotto artistico che, an-
che se basata sugli assunti teorici del
Mengs (di cui è allievo ed amico),
non sempre è tuttavia conforme al
dettato rigidamente dottrinario del
maestro. La sua opera di critico, an-
cor più che da una « precettistica de-
dotta per pura via concettuale da
principi astratti» (Toscano), è infatti
caratterizzata da un dettato essenzial-
mente «tecnografico » e «formali-
stico » ed il suo gusto, più che essere
orientato verso una pittura fedele alle
leggi della religione del bello, è in-
vece inclinato verso quelle espressioni
d’arte dove il pittorico (inteso come
«pittoresco » e scenografico) ed il
«composto » delle forme (nel senso
da lui stesso indicato nella Antologia
dell’ Arte pittorica) risultano pienamen-
te soddisfatti.

SCARPELLINI PIETRO, Jl pittore peru-
gino Mariano d’Antonio ed il Pa-
lazzo dei Priori nel Quattrocento, in
«Annali della Facoltà di Lettere e
Filosofia dell’Università degli Studi
324 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

di Perugia », XI (1973-74), pp. 573-
594.

L'A. riconosce in una piccola « An-
nunciazione» su tavola del museo
parigino Jacquemart-André la mano
di un poco noto pittore perugino del
Quattrocento, Mariano d’Antonio. La
opera, per gli evidenti caratteri tardo-
gotici che ancora conserva, può es-
sere considerata esperienza giovanile
dell’artista, il cui linguaggio in altri
dipinti a lui solitamente ricondotti
(e in questo studio tutti utilmente
riuniti) appare invece, pur restando
fedele ad una matrice rapidamente
popolaresca, assai più evoluto in
senso «rinascimentale » Ma l’inte-
resse di questa tavola, particolar-
mente importante per la ricostruzione
del percorso stilistico e culturale di
Mariano, è anche di carattere storico-
documentario, se è vero che nell’am-
biente in cui l’angelo appare alla
Vergine è da riconoscere l’interno del
Collegio della Mercanzia a Perugia e,
nell’edificio che lo include, la più
antica rappresentazione a noi nota
del maggiore monumento pubblico
della città, il Palazzo dei Priori, in
un momento poi (terzo-quarto de-
cennio del '400) di assoluta integrità
architettonica, quando ancora, cioé,
i suoi caratteri originali non risultano
affatto alterati dai piü tardi ed arbi-
trari interventi di restauro del coro-
namento merlato.

EFIEBESM.

ScARPELLINI PiETRO - MANCINI FRAN-
cesco FEDERICO, Le raccolte d’arte
dell’ Accademia di Perugia. Perugia,
Grafiche Benucci, 1974, pp. 12,
6 tavv. b.n.

Breve guida alle tre sezioni (gipso-

teca, galleria dei dipinti, gabinetto

dei disegni e delle stampe) del Museo
dell’Accademia di Perugia, recente-
mente riordinato con moderni criteri
metodologici e didattici. Ad una suc-
cinta premessa storica sulle origini
e sulla formazione dell'importante col-
lezione, segue una piü approfondita
descrizione della gipsoteca (i cui gessi,
aleuni di grande valore, coprono un
vasto arco cronologico e costituiscono
un prezioso materiale didattico per
lo studio delle forme plastiche), della
raccolta dei dipinti (organico panora-
ma culturale delle esperienze figura-
tive umbre tra Sette e Novecento),
del gabinetto dei disegni e delle
stampe (ricco di pregevoli testimo-
nianze grafiche dalla fine del Cinque-
cento ai primi decenni del nostro
secolo).

F. F. M.

Toscano Bruno, ll Maestro delle
Palazze e il suo ambiente, in « Para-
gone arte», 291, maggio 1974,
pp. 3-23.

Tutto ciò che oggi resta in Spo-
leto di un importante ed ampio ciclo
del tardo Duecento, eseguito ad af-
fresco in due ambienti sovrapposti
nell’ex monastero di S. Maria inter
Angelos in località Le Palazze, sono
tre dipinti, mediocremente conser-
vati, raffiguranti la «Derisione di
Cristo », la «Madonna con i Santi
Francesco e Chiara» e la «Crocifis-
sione». Un’incredibile vicenda spe-
culativa ha infatti portato — come
informa lo studioso — al distacco
ed alla vendita, da parte dei pro-

— (RR ———————— 8 DRAN

ee i

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 325

prietari, a musei stranieri, di altri
sei affreschi appartenenti al medesimo
ciclo (e ciò nel 1921, nonostante la
notifica ministeriale del 1914). L’A.,
che rinvia ad altra occasione l'esame
dell’intero complesso, limita le sue
osservazioni a queste tre opere. Da
un’accurata analisi iconografica e sti-
listica emerge con chiarezza la com-
plessa articolazione culturale, non certo
‘rustica’ o ‘popolare’, dell'anonimo
artista delle Palazze. Grazie ad una
attenta lettura dei più antichi testi
cimabueschi, il pittore — che mostra
ad evidenza la rara capacità di incli-
nare duttilmente i valori formali agli
intenti contenutistici — supera in-
fatti la «situazione mentale di uno
stanco ripetitore di tardi schemi bi-
zantini» e giunge, non senza mani-
festare vivo interesse per le contem-
poranee esperienze assisiati («Storie
di Cristo» nella Basilica Superiore),
ad una straordinaria originalità espres-
siva dalla «spessa grafia» e dalla
«ruvida caratterizzazione » figurale.

VALERI MiNO, Appunti per una storia
della pittura a Terni nel Novecento.
Terni, Centro Studi Vanoni, 1974,
pp. 52, ill.

Estratto da « Rassegna economica »,
il fascicolo completa, come seconda
parte, la «storia » del Valeri, iniziata
negli anni 1969-1970 sulla stessa ri-
vista della Camera di Commercio di
Terni. Lo scritto é molto informato e
illustrato.
AS B.

VALERI Mino, La chiesa di Santa
Maria a Colle dell'Oro, in «Ras-

segna economica», X (1974), pp.
53-65.

Cenni storici e breve illustrazione
artistica della chiesa e dell'annesso
convento francescano, risalenti al se-
colo XV, che hanno subito gravi
modifiche e sono pericolosamente ag-
grediti dall'umidità.

PP.

VALERI Mino, La «Circoncisione » di
Livio Agresti, in «Rassegna eco-
nomica », X (1974), 5-6, pp. 23-26.

Dipinto ad olio su tavola, conser-
vato nella Cattedrale di Terni, ese-
guito dal pittore forlivese nel 1560
e commissionato da una «sora Ylaria
perusina abadessa ».

P..Pi

VaALERI Mino, «Madonna col Bam-
bino » una terracotta policroma nella
Cattedrale di Terni, in «Rassegna
economica», X (1974), 3-4, pp.
47-48.

Sembra che la scultura, di cui non
si conosce la provenienza, sia da at-
tribuirsi alla Scuola abruzzese e da
riferirsi alla fine del secolo XV.

p. ps

i

A. Burri ad Assisi, in «Bollettino
italiano » 1975, 9, pp. 7-8.

Antologica di Burri, organizzata nel
quadro delle manifestazioni promosse
dal Centro internazionale manifesta-
zioni d'Assisi, e ospitata in splendidi
locali del Sacro Convento.

pip
326

BARTELLA LuciANA, Dal Tevere al
Trasimeno. Todi, Laboratorio, 1975,
pp. 32.n.n.; ill.

Quaderno di disegni nel quale il
paesaggio umbro viene fissato in
tutta la sua grazia. Prefazione di
M. G. Donati Guerrieri.

AGP.

DONATI PiER PaAoro, Piero di Puccio:
un breve ciclo di affreschi, in « Pa-
ragone arte », 299, gennaio 1975,
pp. 18-24.

Un’attenta revisione critica del va-
sto ciclo di affreschi conservati nei
quattro oratori dell’Eremo di S. Ma-
ria di Belverde a Cetona, induce JA.
ad avanzare alcune precisazioni di
ordine attribuzionistico. Ferma re-
stando la convinzione che le pitture
di Belverde rappresentano un vero
«museo della pittura orvietana del
Trecento » in una «zona di influenza
della cultura pittorica senese», di-
verso è tuttavia lo spazio che lo
studioso intende concedere all’inter-
vento di Cola Petruccioli, considerato
dalla critica precedente (Carli) il solo
ideatore ed artefice (con alcuni col-
laboratori) dell’intero ciclo. Secondo
PA. almeno quattro sono infatti i
dipinti delloratorio superiore, cro-
nologicamente situabili intorno al no-
no decennio del Trecento, che, per
evidenti peculiarità stilistiche, pos-
sono essere ricondotti alla mano del-
lorvietano Piero di Puccio. Il breve
catalogo di questo artista viene perció
ad arricchirsi di un piccolo ciclo che
«si pone per qualità e consistenza
subito dopo quello pisano (1389-91),

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

ma che mostra un Piero di Puccio
«privo in parte del risentito turgore
visibile dappertutto nella sua opera
pisana », incline, invece, ad adottare
«una scorrevolezza di tratto, una te-
nera affabilità di stesura» che avvi-
cina molto questa fase a quella suc-
cessiva di Orvieto (1399), «anche se
non mancano tratti che sembrano
duplicare certi noti passaggi pisani ».

DonnINI GrAMPIERO, Una Crocifis-
sione umbra del primo Trecento, in
« Paragone arte », 305, luglio 1975,
pp. 3-12.

L’intensità espressiva e gli straor-
dinari valori stilistici di alcune opere
su tavola e ad affresco di recente at-
tribuite al cosiddetto «Maestro della
Croce di Gubbio », la cui attività è
qui accuratamente ricostruita e di-
scussa, testimoniano della notevole
vitalità e originalità artistica raggiun-
ta in Umbria dalle correnti autoctone
dei primissimi lustri del ‘Trecento,
nell’ambito di una fedele devozione
alla lezione giottesca dei cicli assi-
siati. Il «Maestro della Croce di
Gubbio », autore dell’opera eponima,
per lungo tempo attribuita all'eugu-
bino Guido Palmerucci, è, secondo lo
studioso, anche l’artefice della « Croci-
fissione » del Refettorio dei Regolari
nel Duomo di Gubbio e delle « Croci
processionali » della Galleria Nazio-
nale dell'Umbria e della Yale Uni-
versity Art Gallery di New Haven.
Il riconoscere in questo ignoto pit-
tore uno dei più significativi protago-
nisti della cultura umbra del Tre-
cento e uno dei primi e più precoci
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 927

interpreti della dottrina assisiate, fa
ipotizzare all'A. una diretta parteci-
pazione del Maestro (al pari di altri
protogiotteschi umbri come il Mae-
stro della Croce di Montefalco, di
recente incluso dalla critica nella
schiera dei collaboratori di Giotto)
alle imprese pittoriche della Basilica
di San Francesco.

FRENFANELLI CIBo S., Niccolò Alunno
e la scuola umbra. Bologna, Forni,
1975, pp. 178.

Ristampa anastatica dell’edizione
del 1872.
ACQUE.

Il messaggio di Burri, in « Bollettino
italiano », 1975, 14, pp. 8-9.

Osservazioni sul percorso dell'arte
di Burri, in margine alla mostra an-
tologica tenuta ad Assisi.

DP:

Levy KENNETH, Italian duecento Po-
lyphony: observations on an um-
brian fragment, in « Rivista Italiana
di Musicologia » in onore di Nino
Pirrotta, 1975, pp. 10-19.

Ipotesi per una classificazione di
un frammento polifonico del XIII
secolo, trovato nella Biblioteca Valli-
celliana e proveniente dalla abbazia
di Sant'Eutizio a Piedivalle (Norcia).
L’interesse del frammento è costituito
da un brano polifonico a due voci,
forse un Alleluia, esempio musicale
duecentesco con caratteri di freschez-
za di stile misti a caratteri tradizio-
nali. Gi. Gi

MARIANI MARCELLO, PROSPERI GIAN-
Luca, Nel paesaggio il tempo del-
l'Umbria. Osservazioni divagazioni
commenti sulla pittura del paesaggio
umbro-tuderte di Giovanni ,Tenne-
roni. Todi, Azienda Autonoma Tu-
rismo, 1975, pp. 24, tavv. ft.
doppie.

Commento a disegni paesaggistici
del Tenneroni, in un libretto di lim-
pida eleganza formale.

A; Ge:

PARDI RENZO, Monumenti medioevali
umbri. Raccolta di studi di archi-
tettura religiosa. Perugia, Volumnia
Editrice, 1975, pp. 243, 92 tavv. b.n.

Questo studio, che viene ad aggiun-
gersi alle precedenti, importanti ri-
cerche sull’architettura religiosa me-
dioevale in Umbria — condotte dallo
stesso autore e pubblicate nel 1972
dalla Volumnia Editrice di Perugia —
rappresenta un ulteriore, valido con-
tributo al complesso lavoro di recu-
pero critico e conoscitivo del vasto
patrimonio architettonico umbro. L'e-
same approfondito di alcuni notevoli
monumenti quali la cattedrale di To-
di, le chiese di S. Maria Assunta ad
Otricoli, di S. Maria in Pantano presso
Massa Martana, di S. Emiliano in
Congiuntoli, di S. Ercolano a Perugia
e di tanti altri edifici religiosi del XII
e XIII secolo, va infatti ancor più
focalizzando l’importanza storica ed
artistica della cultura architettonica
umbra di età medioevale che, lungi
dall’apparire. disorganica e scarsa-
mente vitale, risulta invece caratte-
rizzata da una straordinaria coerenza
e vivacità creativa. Da una felice 328

compenetrazione formale e stilistica
tra organismi strutturali di deriva-
zione francese ed elementi architetto-
nici legati alla vigorosa tradizione lo-
cale di impianto classico e paleocri-
stiano, scaturisce infatti un linguaggio
che, nelle molteplici sue articolazioni,
ha tuttavia un carattere di singolare
chiarezza e organicità espressiva. Non
è pertanto strano — come sostiene
piü volte l'A. — che uno dei piü
celebri monumenti del Medioevo ita-
liano, il San Francesco di Assisi,
trovi nelle esperienze architettoniche
di questo ambiente il più profondo
ed autentico nutrimento culturale.

PRANDI ADRIANO, RIGHETTI MARINA,
Il Duomo di Todi. Milano, 1975,
pp. 155.

I numerosi e non semplici problemi
di lettura critica del monumento tu-
derte sono affrontati e per gran parte
risolti in questo ampio profilo storico-
artistico che dà conto non solo delle
fasi costruttive dell’edificio, finora as-
sai incerte, ma anche delle molteplici
componenti culturali che contribui-
scono a formarne l’aspetto. Conclude
il volume un saggio sullo splendido
coro ligneo dell’abside, capolavoro
cinquecentesco della tecnica ad in-
tarsio ed opera somma degli urbinati
Antonio e Sebastiano Bencivenni.

RuBiu VirTORIO, Alberto Burri. To-
rino, Einaudi, 1975, pp. 124, 102 ill.

Catalogo-monografia del grande ar-
tista umbro. Il saggio introduttivo
del Rubiu è assai puntuale ed estre-

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

mamente chiaro. La scelta visiva co-
pre l’intero arco di lavoro di Burri,
dal 1948 al 1974, attraverso i sacchi,
i legni, la plastica, il cellotex, i cretti,
le lamiere. Chiudono il volume una
nota biografica e una bibliografia
essenziale.

AGER

SANTI FRANCESCO, La nuova sistema-
zione della Pinacoteca Comunale di
Deruta, in « Musei e Gallerie d'Ita-
lia», XX (1975), 56, pp. 8-12.

La Pinacoteca Comunale di De-
ruta che oggi, dopo lunghi anni, ha
finalmente trovato una nuova e piü
degna sistemazione, ospita un'impor-
tante raccolta di dipinti tra cui, di
interesse particolare, due « Alunno »,
un Fiorenzo di Lorenzo, due piccole
tavole di scuola umbra del sec. XV,
alcune opere dei secoli XVII e XVIII.
Ma è soprattutto la collezione Pascoli
(40 tele del Sei e Settecento donate,
nel 1931, al Comune dall’ultima di-
scendente di Lione Pascoli, noto
scrittore e collezionista d’arte peru-
gino dei primi del sec. XVIII) a
costituire la parte più rilevante, per
entità numerica e qualità, di tutta la
raccolta. A tal proposito va però
considerato che questa collezione, an-
che se cospicua, non rappresenta che
una minima porzione dell'intero pa-
trimonio artistico pascoliano, in ori-
gine formato da ben 276 opere, come
testimonia un inedito documento del
Settecento, qui solo in parte pubblicato
insieme ad altri dati relativi all'im-
ponente fondo dell'erudito perugino.

F. F. M.

SANTI FRANCESCO, Un'esperienza ‘ pri-
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

mitlivista' di Gaspar Van Wiltel,
in «Paragone arte», 303, maggio
1975, pp. 69-71.

L'A. attribuisce a Gaspar Van
Wittel una piccola tempera su per-
gamena della Galleria Nazionale del-
l'Umbria, raffigurante la parte meri-
dionale della città di Perugia con la
veduta di San Pietro, della Porta
omonima, di San Domenico, di Santo
Ercolano e delle case e torri del colle
Landone fino al Palazzo comunale.
L’opera chiaramente ispirata ad un
brano bonfigliesco della Cappella dei
Priori, costituisce, come lo studioso
giustamente rileva, «il primo e più
raffinato documento di un interesse —
già quasi protoromantico — per la
topografia della città medioevale »
quale era testimoniata dal ciclo del-
l’artista quattrocentesco ; un interesse,
che in ambiente perugino trova seguito
in alcuni pittori locali, come dimo-
strano due tele del Settecento, con-
servate nei magazzini della Galleria,
che mostrano caratteristici scorci della
città sempre desunti dal ciclo bonfi-
gliesco di Palazzo dei Priori.

his FM

SANTI FRANcEsco, Un inedito marmo
di Francesco Mochi a Perugia, in
«Paragone arte » 299, gennaio 1975,
pp. 82-85.

Il ritratto in marmo, ritenuto di-
^ sperso, del giureconsulto perugino
Marc’ Antonio Eugenj, eseguito dallo
scultore barocco Francesco Mochi per
la cappella di famiglia, oggi distrutta,
in S. Agostino a Perugia viene iden-
tificato dallo studioso in un busto,
di proprietà dell’Accademia di Belle

329

Arti, conservato, sotto altra identità,
in un corridoio del liceo scientifico
«G. Alessi» di Perugia. In base a
riflessioni di ordine storico e stili-
stico la cronologia dell'importante
opera mochiana, finora erroneamente
considerata ritratto manierista del-
l'architetto perugino Galeazzo Alessi,
è fissata intorno al 1640.

SCARPELLINI PrETRO, I! pittore tre-
centesco della tavola della Selvetta,
in « Montefalco », 1 (1975), pp. 1-3.

Il valore di un'opera come la ta-
vola, di anonimo artista, raffigurante
«La Madonna in trono col Bimbo e
committente », datata 1332, detta dal
luogo di provenienza « Madonna della
Selvetta» (oggi, dopo una lunga e
travagliata vicenda, sistemata defi-
nitivamente nella chiesa-museo di San
Francesco a Montefalco) é non tanto
nella levatura qualitativa in senso
‘culto ’, aulico, che certamente man-
ca, quanto nella semplicità di una
espressione che riesce a trasmettere
il senso di un sentimento popolare
di schietto ed agreste candore. Si è
insomma di fronte ad un «sermo ru-
sticus », che ben esemplifica l’animo
umbro senza tuttavia mostrarsi come
improvvisato o casuale. Non si tratta
infatti di un ‘naif’ trecentesco, ma
di un artista che medita profonda-
mente sui grandi testi assisiati, per
attuare, poi, una riduzione di quel
linguaggio col metro di una chiara
vocazione paesana.

Sculture a Gubbio, in « Bollettino ita-
liano », 1975, 17, pp. 8-9.
In occasione della ottava Biennale
del ferro, nel Palazzo Comunale di
Gubbio è esposto un selezionato re-
pertorio di opere dello scultore Nino
Franchina.

BosP:

Un convegno su G. Alessi, in « Bol-
lettino italiano », 1975, 15-16, pp.
19-20.

Cronaca di un convegno sull'archi-
tetto perugino.
D;2P.

VALERI Mino, Il monumento funebre
del vescovo Luigi di Apera, in « Ras-
segna economica », XI (1975), 5-6,
pp. 27-32.

Brevi notizie su Luigi di Apera,
che fu vescovo di Terni dal 1509
al 1520, e descrizione del monumento,
sistemato ora nella sacrestia della
Cattedrale.

Pop,

ARGAN CaRrLO GIULIO, TOMASSONI
ITALO, VERDET ANDRÉ, Brajo
Fuso. Roma, Editalia, 1976, pp.
304, ill. b.n. e a c., ril.

Vasta monografia, di grande for-
mato, sull'artista perugino, che del-
«arte del rottame» ha sviscerato
tutte le possibilità, talvolta antici-
pando movimenti e inventando nuovi
«linguaggi » figurativi.

AGP.

BENINCASA CARMINE, Alberto Burri:
la scrittura precaria, in «Capito-
lium », LI (1976), 5-6, pp. 62-65.

PP.

330 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

CALZAVACCA FRANCA, VALERI Mino,
Ricerche sulla grafica. Terni, Centro
Studi Vanoni, 1976, pp. 28, ill.

Catalogo per una mostra collettiva
di grafica, realizzato da Sergio Ca-
stellani. Gli artisti umbri presenti:
U.**Battaglini, “I:**Ciaurro;* G:- Dé
Gregorio, F. Fatati, E. Fioroni, P.
Gauli, M. Maggiori, G. P. Mercuri,
G. Paparoni, D. Riceputi.

A. QUP.

Il ritorno di A. Burri, in « Bollettino
italiano », 1976, 1, pp. 11-12.

Cronaca della mostra antologica al-
lestita a Roma, alla Galleria d'Arte
Moderna.

DB;

La Mostra di Alberto Burri alla Gal-
leria Nazionale d'Arte Moderna, in
« Vita italiana », 1976, 7-8, pp. 755-
762.

La cronaca della Mostra si completa
con cenni biografici del Burri e con
un rapido esame della sua attività
artistica.

p E

MARIOTTI ANNIBALE, Lettere perugine,
o sia ragguaglio di alcune memorie
istoriche riguardanti le arti del di-
segno in Perugia. Bologna, Forni,
1976, pp. 290, ril.

Ristampa anastatica di un classico
regionale nell'edizione perugina del
1788.

AG: P.
La A A

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 331

I naifs umbri, A cura di MONTEVERDI
MarRro, CARLINO WALTER, BLINI
Livio, in «L'arte naive», III, 10,
giugno 1976, pp. 3-52, ill. b.n. e a c.

Breve panorama illustrato di alcuni
pittori naifs umbri, e precisamente:
Orneore Metelli, Tonino Capaccioni,
Marino Ceccarelli, Adele Ciancaleoni,
Giovanni Di Girolamo.

A. C.+P.

PeRrIcoLI MarIo, Precisazioni sulla
Consolazione di Todi. « Res Tuder-
tinae », n. 18. Todi, 1976, pp. 12.

Presentato dall’A. al Congresso In-
ternazionale di Studi Bramanteschi
nel settembre 1970, questo contributo
offre nuovi elementi al complesso pro-
blema critico del monumento tuderte
e pone soprattutto in evidenza che
certe asimmetrie dell’edificio (pianta
rettangolare di uno dei pilastri, an-
damento curvilineo e pareti lisce
della tribuna nord, posizione eccen-
trica dell'immagine di culto all’interno
del tempio) risultano determinate da
contingenti motivi di ordine pratico
e liturgico e non da una scelta archi-
tettonica in apparenza lontana dalla
nitida e rigorosamente simmetrica
visione strutturale del Bramante. È
l'apertura di una scala funzionale per
il passaggio dei muratori con i mate-
riali da costruzione che fa infatti
variare la forma di uno dei pilastri,
cos) come é l'uso cultuale della tri-
buna settentrionale che ne determina
un andamento perimetrale liscio e
curvilineo, diverso da quello delle
altre. Quanto all'immagine della Ver-
gine, oggi nella tribuna nord, entro
un grandioso altare di epoca barocca,

l'A. ricorda che fino al 1617 (anno in
cui il tempio subl numerose trasfor-
mazioni) essa fu ospitata in una cap-
pella situata nel centro planimetrico
e costruttivo della chiesa, in posi-
zione di perfetta assialità con la cu-
pola e in quota più elevata rispetto
all’attuale pavimento.

ScARPELLINI Pietro, Un paliotto di
Matteo da Gualdo, in «Paragone
arte », 313, marzo 1976, pp. 54-61.

L’A. nel pubblicare un interes-
sante inedito di Matteo da Gualdo,
appartenente alla fase finale del pit-
tore (intorno al 1500) offre un nuovo,
prezioso contributo alla conoscenza
dell’artista umbro il cui singolare lin-
guaggio espressivo, a volte di una in-
genuità quasi infantile e spesso con
evidenti imprecisioni formali, è sem-
pre tuttavia riscattato da un impegno
culturale di portata assai vasta (le
modulazioni lineari di matrice ancor
tardogotica sono unite, in Matteo,
alle citazioni umanistiche di natura
fiorentina, padovana ed urbinate) e
da un piacevole umore grafico, spesso
quasi caricaturale, di schietta origine
popolare.

ScARPELLINI PrETRO, NESSI SILVE-
stro, NoTTIANI PrERO, Giovanni
di Corraduccio. Foligno, 1976, pp.
295.

Nato come catalogo di una mostra
fotografica, organizzata dall’Associa-
zione dei Quartieri di Montefalco,
questo studio rappresenta, in effetti,
un importante contributo monogra-
332 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

fico alla conoscenza del pittore foli-
gnate Giovanni di Corraduccio, che,
emerso soltanto oggi con chiarezza da
una complessa vicenda critica e at-
tributiva, ben rappresenta il momento
di affermazione culturale della città
di Foligno, che nella seconda metà
del Trecento raggiunge, sotto il do-
minio dei Trinci, un elevato ed indi-
Scusso prestigio. Inizialmente attivo
in Spoleto accanto al Maestro della
« Dormitio » di Terni, pittore che in-
nesta su una matrice di gusto arcaiz-
zante raffinate cadenze tardogotiche,
Giovanni di Corraduccio resta tutta-
via fedele all'estrazione culturale che
gli è congeniale, anche se di origine
assai più antica; la pittura, cioè,
che nel primo Trecento si diffonde
nella valle spoletana e che discende
dagli aulici testi di Assisi tradotti,
però, in termini di più espressiva e
domestica semplificazione. È per que-
sto che anche quando i frequenti
contatti col mondo pittorico marchi-
giano inclinano l’artista ad una vi-
sione più elegante e leziosa delle im-
magini (in una parola più tardogo-
tica) Giovanni rimane sempre anco-
rato a questo suo intendere «popo-
lare », emotivo, icastico, a volte ac-
corato, che è tipico dell'animo um-
bro del Trecento e non soltanto in
arte. Attivo nei più importanti centri
della regione (Foligno, Montefalco,
Spoleto, Assisi, Giano dell’Umbria),
ma anche in terra marchigiana (Fa-
briano, Camerino, Cagli), Giovanni di
Corraduccio incontra una commit-
tenza prevalentemente monastica (non
mancano tuttavia incarichi di lavoro
da parte di confraternite e di piccole
corti locali) ben disposta ad acco-

gliere il suo messaggio che esprime
in forme di pronunciato espressioni-
smo, a volte acre, ma al tempo stesso
affettuoso, contenuti sentimentali e
religiosi perfettamente in linea con i
piü intimi orientamenti dell'ambiente
e del momento in cui opera.
FiFi*M:

30 inediti di Goya esposti ad Assisi,
in « Bollettino italiano », 1976, 10,
p. 412.

Album di disegni esposto alla mo-
stra-mercato dell'antiquariato di Assisi.
BP

VALERI Mino, « San Gemini e Carsu-
lae» in «Rassegna economica »,
XII (1976), 5/6, pp. 35-43.

Presentazione dell'opera realizzata
per iniziativa del Centro Studi San-
gemini, alla quale hanno collaborato
Umberto Ciotti, Augusto Campana,
Ugolino Nicolini, Marina Boccioli,
Gianni Natali Pugliatti, Miro Paiella,
Adriano Prandi, Giuseppe Mira.

DE

Una Flagellazione in legno. 'Testo di
Enzo CARLI. Fotografie di Uco
BRANDI. Siena, Centro offset, s.d.,
pp. 20 n.n.

Esemplare, che il Carli ritiene unico
nel Medioevo e primo Rinascimento,
di rappresentazione in legno policro-
mo della Flagellazione : eccezionale per
l'originalità assoluta e la qualità dello
stile. Il Carli pensa di poterlo asse-
gnare, con molta cautela, ad un pe-
riodo tra lo scorcio del Trecento e il

(€— SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

terzo o quarto decennio del Quattro-
cento, e all'Umbria, anche per il sug-
gestivo collegamento ch'egli vi trova
con Raniero Fasani e con il Movi-
mento dei Disciplinati.

DP

GEOGRAFIA

BOoNARELLI Guipo, Descrizione geo-
logica dell’ Umbria Centrale. Foligno,
Centro Umbro di Studi per le
Risorse Energetiche. 1967, pp. 157,
il:e-tayyv. Lt

\

Opera postuma, risalente però al
1900, curata da C. Lippi-Boncambi,
R. Signorini, C. Giovagnotti, C. Ali-
menti, M. Alimenti. In fondo l’elenco
delle pubblicazioni del Bonarelli.

Ai Cibi

PRETE PEDRINI MARIA Rosa, Umbria.
Torino, Utet, 1972, pp. 455, 252
figg., 6 tavv. f. t. a c., 24 cartine,
1 carta geogr.

Esauriente monografia regionale, che
unisce serietà scientifica a criteri di
alta divulgazione. Fa parte della
Collana «Le Regioni d’Italia », n. 9,
fondata da R. Almagià e diretta da
E. Migliorini. Seconda edizione rive-
duta e aggiornata.

AS Gi P.

CALANDRA R., La stazione sismica di
S. Pietro in Perugia, in «Nuova
Economia», n.s. LXXXV (1973),
10, pp. 10-15.

In occasione della riapertura del-
l'Osservatorio sismico «A. Bina» in

333

Perugia, si ricordano i precedenti
Studi sismici in Umbria e si descri-
vono le nuove apparecchiature in do-
tazione.

M. S.

LiPPI-BONCAMBI C., GIOVAGNOTTI C.,
Esempi di applicazione della Geo-
logia nella risoluzione di alcuni
problemi tecnici (39 contributo), in
«Annali della Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia », XXVII
(1973), I, pp. 371-447.

La raccolta é costituita da studi
geoidrologici della sorgente di « Bo-
schetto » (Gualdo Tadino) con analisi
geotecnica del tracciato del relativo
acquedotto e della «Fonte dell'An-
gelo» (Spello), da indagini geotecni-
che sulla galleria per l'acquedotto di
Pietralunga, su .due varianti sul per-
corso della strada Pietralunga-Città
di Castello, sulla stabilità di certi
terreni edificabili in Perugia e sulla
costruzione di un invaso a scopo ir-
riguo in comune di Amelia, nonché
di uno studio geopedologico per un
piano di bonifica montana nei bacini
del Chiascio e dell'Assino. :

M. S.

)

BaApniNI GiuLio, Le grotte turistiche in
Italia, in « L'Universo », LIV (1974),
pp. 689-742.

Per l'Umbria sono brevemente de-
scritte la grotta di Monte Cucco e
quella di Pale.

PAP;

PirzaLIS M., Distribuzione degli estre-
mi termici a Perugia e Città di
334 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Castello, in « Ecologia Agraria », 10
(1974), 2.

Vengono esaminate le frequenze
delle temperature massime e minime,
registrate nei due osservatori in un
ventennio ; viene determinata inoltre
la distribuzione di frequenza dei va-
lori inferiori o superiori a soglie ter-
miche prescelte, al fine di valutare il
rischio di avversità termiche che le
colture piü diffuse nelle due zone
possono incontrare nelle diverse fasi
del ciclo di sviluppo.

M. S.

CAcrAGLI GiusEPPE, 7| castello in
Italia, in « L'Universo », LV (1975),
pp. 745-816.

È la seconda parte di uno studio
che, per quanto concerne l'Umbria,
ricorda alcuni castelli nel capitolo
intitolato Patrimonio. di San Pietro.

PSP:

CacIiAGLI GIusEPPE, // castello in
Italia, in «L’Universo », LV (1975),
pp. 977-1032.

Fra le rocche volute nello Stato
Pontificio dall'Albornoz, sono citate
la rocca di Narni, quella di Spoleto
e quella di Assisi.

PHP.

DESPLANQUES HENRI, Campagne um-
bre. Contributo allo studio dei pae-
saggi rurali dell’Italia centrale. Qua-
derni Regione dell'Umbria, n. 10.
Perugia, Tip. Guerra, 1975, 5 voll.
Vol. I, pp. 1-135 ; Vol. II, pp. 136-
374 ; Vol. III, pp. 375-536 ; Vol. IV,

pp. 537-734; Vol. V, pp. 735-920,
67 figg., 70 tavv. f. t.

Nella accurata traduzione di Al-
berto Melelli, l'insigne opera del Des-
planques, ormai considerata fonda-
mentale. I cinque volumi riguardano
i capitoli originari: L'origine fisica
dei grandi contrasti. L'organizzazione
del territorio. La sistemazione delle
campagne. L'utilizzazione del suolo.
L'uomo-abitante. Molto nutrita la bi-
bliografia.

A: QR.

I paesaggi rurali europei. Atti del
Convegno internazionale indetto a
Perugia dalla Conférence Européen-
ne Permanente pour l'étude du
paysage rural. Perugia, Deputazione
di Storia Patria per l'Umbria, 1975.

Rec. a cura di ALDO SESTINI, in « L'U-
niverso », LVI (1976), pp. 373-374.
PP

MELELLI ALBERTO, La coltura della
barbabietola da zucchero in Umbria.
Perugia, Crures, 1975, pp. 84,3 tabb.
statistiche, 7 fotografie, 10 grafici.

Ricerca geo-economica sull’impor-
tante coltivazione, edita dal Crures
e dovuta ad un docente di geografia
economica dell’Università di Perugia.

AGE:

PAUSELLI WALTER, Gubbio sotterraneo,
in «L’Universo », LVI (1976), pp.
393-408.

Ricerche mosse dalla passione per
la speleologia portano a fornire un
quadro nuovo della città.

P.iPi

— LI

aae BEER — amc

|
|
i
|

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 335

SCIENZE POLITICHE,
GIURIDICHE, ECONOMICHE,
SOCIALI. STATISTICA

FEDERICI Nora, Considerazioni sulle
migrazioni interne con particolare
riguardo ad una regione sottosvilup-

pata: lUmbria, in Scritti di eco-:

nomia e síalistica in memoria di
Alessandro Molinari. Milano, Giuf-
frè, 1963, pp.. 812.

Il saggio della Federici, forse il
maggiore demografo italiano, é alle
pp. 295-319.

AT Gib;

UNIONCAMERE, La struttura del com-
mercio e le caratteristiche dimensio-
nali e organizzative delle imprese al
dettaglio dell’ Umbria. Perugia, 1970,
pp. 128, tabb. statistiche.

Contributo alla conoscenza di uno
dei settori meno studiati, almeno qui
in Umbria. AC P.

ABBOZZO PaAoLo, I costi di produzione
della carne bovina in Umbria. Pe-
rugia, Ente Sviluppo Umbria, Tip.
Guerra, 1973.

La ricerca mette in evidenza la
dinamica di formazione del costo di
produzione del Kg-carne bovina in
Umbria. L’indagine è stata fatta ri-
levando per tre anni consecutivi i
dati contabili relativi a 455 alleva-
menti della regione.

M. S.

REGIONE DELL'UMBRIA. CONSIGLIO
REGIONALE. Politica dei trasporti in

Umbria. Problemi e prospettive della
Ferrovia Centrale umbra. Perugia,
1973, pp. 198, ill.

Nella Collana Convegni Studi Ri-
cerche, n. 1, gli atti del Convegno di
Todi (24 febbraio 1973).

A.C P:

ANTONELLI FRANCO, MaccHliA Giu-
LIANO, ZANMATTI GIOVANNI, Note
per una proposta di comprensorio
nella Valle Umbra. Spoleto, 1974,
pp. n.n., 2 ill.

Brevissimo studio di proposta che
intende «abbinare» Foligno a Spo-
leto. Pubblicato a cura dell'Associa-
zione Amici di Spoleto e dell'Associa-
zione Pro Foligno.

A..Q.: P.

BusNELLI CLAUDIO, DALL’AGLIO EN-
NIO, FAINA PaoLa, Scuola dell'ob-
bligo, intelligenza e condizionamenti
sociali. Bologna, Il Mulino, 1974,
pp. 392, tabb. statistiche, appendici
metodologiche.

Indagine psico-sociologica longitudi-
nale su un campione della popola-
zione della scuola dell’obbligo della
provincia di Perugia. Quattro anni di
lavoro. È riportato integralmente il
questionario. Il campionamento lo si
deve al prof. O. Vitali. Si tratta di
una ricerca molto significativa.

A. C. P.

CoMUNE DI PERUGIA, Politica della
casa. Problemi e prospettive. Pe-
rugia, 1974, pp. 58, grafici e tabb.

Opuscolo divulgativo con indica-
A ie ica S

zioni generiche sulla politica della
casa a Perugia.
AGG. P.

CAMERA DI COMMERCIO DI PERUGIA,
La struttura del commercio nei co-
muni della Provincia di Perugia.
Perugia, 1974, pp. 133, tavv. sta-
tistiche.

Situazione del commercio all'in-
grosso, al minuto e ambulante. I
piani di adeguamento e di sviluppo
della rete commerciale. In appendice
la legge 426.

AFC.

CAMILLI Corrapo, MigLIORINI Lo-
RENZO, TARANTINI GIOVANNI, Com-
mento allo Statuto della Regione
Umbra. Milano, Giuffrè, 1974, pp.
378.

Commento giuridico, con tutte le
implicazioni politiche. Prefazione di
Giuliano Amato.

A. C. P.

CAVAZZONI GIANFRANCO, Aspetti della
situazione economico-finanziaria della
«Soc. Terni». Estratto da «Qua-
derni Umbri», 1, aprile 1974, pp.
13-23, 3 tabb.

Una delle due relazioni al Conve-
gno « Problemi di struttura e prospet-
tive di sviluppo della Soc. Terni »,
promosso dal « Centro Studi Vanoni »
di Terni.

A) QD.

CnURES, Relazione sulla situazione del-
la « Società Terni », in « Centro Re-

336 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

gionale Informazioni », X, 1, aprile-
giugno 1974, pp. 5-36.

La prima parte di un rapporto
sulla grande industria ternana, com-
missionato dal Consiglio Regionale
dell'Umbria. AGP.

GRASSELLI PIERLUIGI, Problemi attuali
e prospettive di mercato delle prin-
cipali produzioni della « Soc. Terni ».
Estratto da « Quaderni Umbri », 1,
aprile 1974, pp. 1-12.

Una delle due relazioni al Conve-
gno « Problemi di struttura e prospet-
tive di sviluppo della «Soc. Terni »,
promosso dal « Centro Studi Vanoni »
di Terni (9 aprile 1974).

A x GP.

GuipoN1 Ewnico, L'architettura delle
città medievali. Rapporto su una
metodologia di ricerca (1964-74), in
«Mélanges de l'École Francaise de
Rome. Moyen Age. Temps Mo-
dernes », 86 (1974), pp. 481-525.

Proponendo una essenziale revisio-
ne metodologica nello studio della
storia urbana e territoriale del medio-
evo, l'A. fornisce come esempio i
risultati di una ricerca condotta sulla
storia urbanistica di Gubbio.

BP,

MorINI CosTANTE, Parliamo della scuo-
la italiana e umbra leggendo nei se-
greti della scienza statistica, in « Qua-
derni Umbri », 2, settembre 1974,
pp. 56-70.

Esame comparato della situazione
m È —————

c Ai

3

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE SI

scolastica nazionale e regionale, dalla
scuola materna all’università.
AGP;

Problemi di struttura e prospettive di
sviluppo della «Soc. Terni». Atti
del Convegno, in «Quaderni Um-
bri», 1, aprile 1974, pp. 1-67, ill.
e grafici.

Interventi e relazioni di Sandro

Boccini, Bruno Capponi, Adriano Ma-

rinensi, Gianfranco Cavazzoni, Pier-
luigi Grasselli, Sergio Sacchi sul fon-
damentale problema dell’economia e
della società umbre. Convegno orga-
nizzato dal «Centro Studi Vanoni »
di Terni.

AGD.

REGIONE DELL'UMBRIA. CONSIGLIO
REGIONALE. Uso del territorio e po-
litica urbanistica. Proposte per la
formazione del piano urbanistico-
territoriale. Perugia, 1974, pp. 372,
ill.

Nella Collana Convegni Studi Ri-
cerche, n. 2, gli atti del convegno di
Acquasparta (9-10 novembre 1973).

A. C. P.

SPIGARELLI ORLANDO, Il dialetto e la
scuola. Firenze, Le Monnier, 1974.

L'esperienza di un maestro eugu-
bino che crede nella formatività del
dialetto.

AS: TD.

UNIONCAMERE, Lineamenti statistici
delle Comunità Montane dell’ Um-
bria. Perugia, 1974, pp. 86, tabb.
statistiche.

Compendio statistico di base.
Ax GP;

BERRETTINI FRANCEsco, PEGHIN BAR-
TOLI LAURA,. Il patrimonio cul-
turale umbro, in « Il comune demo-
cratico », 6, giugno 1975, pp. 91-96.

Proposte per l'inventario, la con-
servazione e l'uso dei beni culturali
regionali.

A. Cy P.

BoNELL1 FRANCO, Lo sviluppo di una
grande impresa in Italia. La Terni
dal 1884 al 1962. Torino, Einaudi,
1975, pp. 360, 24 tavv. statistiche,
6 figg. ;

Un importante contributo alla sto-
ria dell'industria italiana. Il saggio
del Bonelli (cui'si deve anche Evolu-
zione demografica ed ambiente econo-
mico nelle Marche e nell' Umbria del-
l'Ottocento) si colloca in quel filone
di ricerca storica che vuole analizzare
la «via italiana» dello sviluppo in-
dustriale. L'indagine, basata sui docu-
menti aziendali e sulla letteratura
politico-economica, si ferma al 1964,
trascurando un po' l'ambiente in cui
ha prosperato e sofferto la grande
impresa e tacendo dei licenziamenti
degli anni 1952-53. Ma, forse, quello
che interessava Y'A. era lo studio
della fisiologia e della logica di svi-
luppo della società industriale e non
lo studio dei riflessi umbri né della
classe operaia.

A. GUB.

BussiN1 Opoanpo, Alcuni aspetti del
problema demografico in Umbria.
Camera di Commercio, Quaderno
n. 29, Perugia, 1975, pp. 64, 27
tabb. statistiche.

Analisi demografica : incrementi, de-
crementi, saldi naturali e saldi mi-
gratori, per regione, province, com-
prensori e comuni.

A GR.

CoMuNE DI TERNI, Piano delle aree
destinate agli insediamenti produttivi.
Terni, 1975, pp. 48 - pp. n.n.
tavv. a €:

ACE:

CoMmuNE DI TERNI, Piano per l’edi-
lizia economica e popolare. Program-
ma triennale 1975-1976-1977. Terni,
1975, pp. 54- pp. n.n, tavv. e
ill. a: c.

AGUC. :P;

CoMUNE DI TERNI, Ricerca sul lavoro
a domicilio nel Comune di Terni.
Ufficio studi e programmazione.
Terni, 1975, pp. 104, tabb. 15.

Primo tentativo a livello comunale
di collocare e quantificare il feno-
meno.

AS. D.

Conferenza regionale sulla condizione
della donna. Quaderni Regione del-
lUmbria. Perugia, 1975, pp. 158,
ill.

Atti della Conferenza (Perugia, 19
aprile 1975).
AGP.

Conferenza regionale sull’emigrazione.
Quaderni Regione dell'Umbria. Pe-
rugia, 1975, pp. 164.

338 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Atti della Conferenza (Perugia,
7-8 luglio 1974). |
A. C. P.

CREMONESE MassiMo, Radiografia della
media industria italiana. "Torino,
Valentino, 1975, pp. 222, tabb.
statistiche.

Vari cenni all'Umbria, specie nella
parte piü propriamente statistica.
A&.: Cc. B;

CnunES, Progetto pilota per i Centri
storici della dorsale appenninica um-
bra, in « Centro Regionale Informa-
zioni», X, luglio-ottobre 1975, pp.
5-122.

Contiene il progetto di massima,
i gruppi di lavoro e i resoconti degli
incontri, di Norcia e Gubbio, con le
popolazioni e gli amministratori. Da
segnalare che é in corso di stampa
il progetto esecutivo.

A, GP.

CRURES, Rapporti 1973. Ufficio Stam-
pa Documentazione e Formazione.
Perugia, 1975, pp. VIII-654, 382
tabb. statistiche.

Nella Collana Documenti Studi Ri-
cerche, n. 2, una sorta di annuario
relativo ai seguenti settori: agricol-
tura, industria, popolazione ed edi-
lizia scolastiche, servizi sociali, de-
mografia, infrastrutture civili. Uno
strumento davvero utile.

ACE,

FiLIiPPINI LuIci, Indagine sul patri-
monio edilizio del centro storico di
a)

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 339

Perugia. Quaderno n. 31, Camera
di Commercio di Perugia. Perugia,
1975, pp. 130, ill.

Cenni sulla determinazione dell'en-
tità e del valore dei fabbricati urbani
nel corso del tempo. Cenni sul nuovo
catasto urbano. Possibile utilizzazione
degli elementi del nuovo catasto edi-
lizio urbano. Cenni sul metodo se-
guito per l'indagine. Determinazione,
in percentuale, del grado di ineffi-
cienza delle abitazioni del Centro
storico di Perugia. Cenni sulla utiliz-
zabilità delle rendite del nuovo ca-
tasto edilizio urbano ai fini dell’in-
dagine.

A- C.P.

Lavoro a domicilio e decentramento
dell’attività produttiva nei settori tes-
sile e dell'abbigliamento in Italia
a cura di FnEv Luici, DE SANTIS
G., LivraGHI R., Milano, Angeli,
1975, pp. 1654, tabb. statistiche,
ril.

Ampia indagine sul lavoro a domi-
cilio, sia pure settoriale (ma, tranne
che in quello calzaturiero, il fenomeno
in altri settori non è molto signifi-
cativo), che riguarda numerose zone
italiane, tra cui quella di Perugia
(alle pp. 975-1039).

AI; P.

I problemi di Orvieto, in « Bollettino
italiano », 1975, 4, pp. 10-11.

I problemi urbanistici di Orvieto
rapidamente indicati in rapporto alla
«necessità di evitare la fossilizzazione
del centro .storico ».

PP.

LAZZARONI GIOVANNI, Musei e biblio-
teche nella Regione umbra, in «Il
comune democratico », 6, giugno
1975, pp. 79-83.

Proposte e indicazioni per la ra-
zionalizzazione del patrimonio biblio-
grafico e museale e, soprattutto, per
una fruizione «produttiva » di esso,
sia a livello educativo sia conservati-
vo, insomma quali centri di anima-
zione.

A-GE.

ManoNi FRANCO, Sisri.: BRUNO,
Struttura della Chiesa e pianifica-
zione del territorio. Roma, New
University Press, 1975.

Un’indagine storica, religiosa e ur-
banistico-territoriale sull’organizzazio-
ne territoriale della regione conciliare
umbra. Una parte del libro è stata
ripresa da « Cronache Umbre », 1976, 1.

A; CP.

Le Comunità montane. Roma, 1975,
pp. 618, 87 tavv. statistiche, 14
grafici a c.

Legislazione, situazione socio-eco-
nomica delle Comunita montane del-
l'Abruzzo, del Lazio, delle Marche e
dell'Umbria (a cura dell'Associazione
Interregionale delle Camere di Com-
mercio delle quattro regioni) L’Um-
bria è alle pp. 465-504.

A; "GP.

Proposte per una gestione delle acque
e del suolo conforme agli usi e agli
scopi civili. Quaderni Regione del-
lUmbria. Perugia, 1975, pp. 242,
Il: b.n;'e ac:
340

Gli atti del Convegno regionale te-
nuto a Foligno il 14 dicembre 1974.
Relazioni di E. Tomassini, L. Bau-
lino, I. Rasimelli.

ASQ ES

REGIONE DELL'UMBRIA. CONSIGLIO
REGIONALE. Distretti scolastici. Pe-
rugia, 1975, pp. 238, ill.

Nella Collana Convegni Studi Ri-
cerche, n. 3, gli atti del convegno di
Acquasparta (23 novembre 1974).

A.:C:P.

TITTARELLI LuiGi, I libri dei battez-
zati e dei matrimoni. Notizie per
lUmbria e in particolare per la
diocesi di Perugia, in Le fonti della
demografia storica in Italia. Ro-
ma, Comitato Italiano per lo Studio
della Demografia Storica, 1975, vol. I
p. II, pp. 769-784.

Analisi dei libri parrocchiali, ri-
guardanti nascite e matrimoni.
AGP.

TITtTARELLI Luici, I libri dei morti.
Notizie per l'Umbria ed in parti-
colare per la diocesi di Perugia, in
Le fonti della demografia storica in
Italia. Roma, Comitato Italiano per
lo Studio della Demografia Storica,
1975, vol. I, p. II, pp. 897-912.

‘Studio dei libri parrocchiali riguar-
danti le morti.
AÀ..C. P.

TITTARELLI Luici, Le numerazioni dei
fuochi; i catasti e le altre rilevazioni
fiscali; i censimenti (fino al pe-

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

riodo napoleonico). Notizie per Pe-
rugia e il suo territorio, in Le fonti
della demografia storica in Italia.
Roma, Comitato Italiano per lo
Studio della Demografia Storica,
1975, vol ^L p. IL pp. 377-384.

Il contributo del prof. Tittarelli,
assai utile, è negli Atti del Seminario
di Demografia Storica, 1971-72. L’A.
esamina i libri parrocchiali e studia
le fonti demografiche ed economiche
del periodo.

A: Gs Pi

DE SANTIS GIOVANNI, Fiere e mercati
periodici nella provincia di Perugia :
un consuntivo geografico, in « Anna-
li della Facoltà di lettere e filoso-
fia » della Università degli Studi di
Perugia, XIII (1975-76), pp. 391-
407.

Cenni sull’evoluzione storica e sulla
distribuzione attuale delle fiere e dei
mercati periodici.

PP

CaLISTRI FRANCO, IBP, agricoltura e
industria, in «Cronache Umbre »,
1976, 3-4, pp. 41-47.

Prospettive di integrazione fra agri-
coltura e industria alimentare. Ruolo
del gruppo Buitoni-Perugina, sopra-
tutto in ordine all'occupazione.

A. C P.

GRASSELLI PiERLUIGI, J| mercato del
lavoro in Umbria, 1959-1973: Uno
studio introduttivo. Perugia, Centro
Studi CISL, 1976, pp. 30 - pp. n.n.,
tavv. statistiche.
L'emigrazione e i suoi riflessi sulla
dinamica demografica. La contrazione
della popolazione presente e delle
forze di lavoro. La caduta del tasso
di attività. La stima della disoccupa-
zione. Mercato del lavoro e ristruttu-
razione produttiva.

As.Gi Pi

GRASSELLI PIERLUIGI, Occupazione e
strutture produttive. Il caso dell’ Um-
bria. Perugia, Centro Studi CISL,
1976, pp. 80.

Un'analisi circostanziata dei rap-
porti fra occupazione e strutture dei
settori produttivi: agricoltura, in-
dustria e terziario. Appendice stati-
stica.

AJG P:

GRASSELLI LUSSANA ELVIRA, Caratte-
ristiche geografico-economiche e pro-
spettive di utilizzazione delle sor-
genti idrominerali dell Umbria. Qua-
derno n. 28, Camera di Commer-
cio. Perugia s.d. [1976], pp. 52-
pp. n.n., tavv. statistiche, 1 carta
It 2a"c.

Studio approfondito, con relativo
catalogo, sulle sorgenti idrominerali
umbre e sul loro sfruttamento medico,
economico-turistico e sociale. Utile la
carta fuori testo, geologica e ubica-
zionale, e l'ampia bibliografia, ricca
di 88 voci.

ATUCB

Mzcucci GABRIELLA, Pregi e limiti
della storia sulla Terni, in « Crona-

10

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

341

che Umbre », 1976, 3-4, pp. 89-91.
Recensione polemica del libro di
F. BonELLI, Lo sviluppo di una
grande impresa in Italia, qui segnalato.

Ax.C.-P.

MrRA GiusEPPE, Iniziative per inda-
gini di demografia storica, in « Stu-
di economici e sociali », XI (1976),
pp. 288-301.

Nel quadro delle vicende che porta-
rono alla costituzione del CISP (Co-
mitato italiano per lo studio della po-
polazione) e a commento dei risultati
offerti nei volumi Le fonti per la de-
mografia storica in Italia. Atti del se-
minario di demografia storica (Roma
1971-1972), l'A. segnala in partico-
lare due contributi per Perugia e ter-
ritorio di Luigi Tittarelli. La rassegna
delle fonti disponibili per questo ti-
po di ricerche gli offre poi l'occasione
per ribadire l'importanza delle fonti
fiscali dell'Archivio storico del Co-
mune di Perugia (Catasti, Sussidio fo-
colare, ecc.) e per riproporre la me-
todica della loro utilizzazione sulla
base delle risultanze del proprio stu-
dio sull'estimo perugino del 1285.

F. Me.

Norcia Paoro, 7 distretti scolastici
nel Umbria. Ipotesi per una ripar-
tizione territoriale. Roma, 1976, pp.
88, 23 tavv. statistiche e grafici.
Ciclostilato.

Un'ipotesi che si discosta non troppo
dalla ripartizione della Regione.

AGR: STORIA DELL'AGRICOLTURA
E SCIENZE AGRARIE

DE Capire L., MENGHINI A., Flora
officinale del Monte Cucco (Appen-
nino Umbro-Marchigiano), in « An-
nali della Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia », XXVII
(1972), pp. 171-188.

Fin da tempi remoti il monte
Cucco ha rappresentato una zona di
intensa ricerca per gli erboristi. Nel
lavoro sono riportate tutte quelle
specie officinali che, ancor oggi, rien-
trano nel vasto dominio della medi-
cina popolare per l’uso di cui sono
oggetto.

M. S.

DE Capite L., MENGHINI A., Flora
officinale del monte Serano (Appen-
nino umbro), in « Annali della Fa-
coltà di Agraria dell’Università di
Perugia», XVII (1972), pp. 191-
206.

Gli autori riportano un elenco di
specie officinali raccolte sul monte
Serano e il cui uso persiste da tempi
immemorabili nella medicina popolare.

M. S.

FARINA G., La meccanizzazione del-
l'agricoltura in Umbria: evoluzioni
e prospettive, in « Annali della Fa-
coltà di Agraria dell’Università di
Perugia », XXVII (1972), pp. 209-
216.

L’A. considera, anzitutto, le carat-
teristiche orografiche e geologiche della

342 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

regione, illustrando poi gli ordinamenti
colturali e le strutture aziendali. In-
fine si sofferma sullo stato attuale
della meccanizzazione agricola e sul
suo possibile sviluppo futuro, anche
in rapporto ai nuovi ordinamenti
colturali.

M. S.

GiovAaNoTTI C., Suoli organici del-
l’Italia Centrale: caratteristiche e
classificazioni, in « Annali della Fa-
coltà di Agraria dell’Università di
Perugia », XXVII (1972), pp. 35-86.

In tre aree tipiche di diffusione
degli Istosuoli, caratterizzate da dif-
ferenti condizioni geomorfologiche, so-
no stati individuati, descritti e classi-
ficati 21 profili di suoli.

M. S.

MENGHINI A., DE CAPITE L. I pa-
scoli di monte Serano (Appennino
umbro), in «Annali della Facoltà
di Agraria dell’Università di Pe-
rugia » XXVII (1972), pp. 143-168.

Gli autori, dopo un rapido esame
delle condizioni ecologiche dei pascoli
del monte Serano e dopo aver ripor-
tato un elenco floristico dei loro re-
perti, danno un quadro delle diverse
fitocenosi osservate. Dai rilevamenti
statistici eseguiti viene messo in ri-
salto lo stato di degradazione dei
pascoli considerati.

M. S.

ScorrToN M. A, BoLLi P. Ponzi
P. G., Jl ciclo colturale dell'erba
medica e la sua meccanizzazione,
in « Annali della Facoltà di Agraria
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

dell'Università di Perugia », XXVII
(1972), pp. 103-123.

Gli AA. riferiscono sui risultati ot-
tenuti durante un triennio nella col-
tura di erba medica, effettuata in
una grande azienda, di recente inte-
gralmente meccanizzata, sita in lo-
calità S. Apollinare, appartenente alla
Fondazione per l’istruzione agraria di
Perugia.

M. S.

BATTAGLINI BERNARDINI M., Bosi G.,
GRANDI A., Considerazioni sulla
frazione glucidica del nettare di 57
specie botaniche dell’Italia Centrale,
in « Annali della Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia », XXVIII
(1973), I, pp. 233-242.

Gli autori hanno analizzato, me-
diante cromatografia in fase gassosa,
la frazione glucidica del nettare di
57 specie, tipiche della flora apistica
dell’Italia Centrale.

MS:

CorTINI PEDROTTI C., ORSOMANDO
E., PEDROTTI F., SANESI G., La
vegetazione e i suoli del Pian
Grande di Castelluccio di Norcia
(Appennino Centrale). Pavia, Fusi,
1973, pp. 154-250, 25 figg., 8 tavv.
It Carta a” c; ftis

Estratto dagli « Atti dell’Istituto
Botanico e Laboratorio crittogamico
dell’Università di Pavia» (Serie 6,
Vol. IX).

ARG

DE CAPITE L., MENGHINI A., Flora
Martani, in

officinale dei monti

343

«Annali della Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia », XXVIII
(1973), II, pp. 567-586.

Gli autori riportano un elenco delle
piante officinali raccolte sulla’ catena
dei monti Martani (Umbria).

M. S.

DE Capite L., MENGHINI A., Le
piante officinali in Umbria nell’uso
della medicina veterinaria popolare,
in «Annali della Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia », XXVIII
(1973), II, pp. 590-599.

Gli autori riportano un primo elen-
co di piante officinali in uso nella
medicina veterinaria popolare del-
Umbria.

M. S.

DE CapiTtE L., MENGHINI A., Le
piante velenose in Umbria, in « An-
nali della Facoltà di Agraria del-
l’Università di Perugia», XXVIII
(1973), I, pp. 649-688.

Vengono elencate le piante vele-
nose dell’Umbria, mettendo in evi-
denza i principi attivi e l’azione tos-
sica sugli esseri viventi, il loro habitat
e la loro distribuzione nella regione.

M. S.

MENGHINI A., DE CAPITE L., Flora
del monte Cucco (Appennino umbro-
marchigiano), in « Annali della Fa-
coltà di Agraria dell’Università di
Perugia », XXVIII (1973), II, pp.
603-645.

Dopo un rapido esame delle con-
dizioni ecologiche del monte Cucco, 344

gli autori riportano un elenco flori-
stico e riferiscono su alcune entità
nuove o rare per la flora umbra. Dal-
l'analisi fitogeografica si deduce che
sul monte Cucco predominano il
componente centrosudeuropeo, quello
eurasiatico e quello medioeuropeo
montano.

M..S.

MENGHINI A., DE CapitE L., Flora
del monte Serano (Appennino um-
bro), in «Annali della Facoltà di
Agraria dell’Università di Perugia »,
XXVIII (1973), II, pp. 691-727.

Gli autori riportano un elenco delle
specie raccolte sul monte Serano in
Umbria ; rilevano il carattere fonda-
mentalmente subcontinentale della flo-
ra e la preponderanza del componente
eurasiatico, lo stretto rapporto con
la flora centro-europea e la consistenza
di un discreto quantitativo di specie
mediterranee.

M. S.

MONTANI M., Aspetti tecnico-organizza-
tivi della trasformazione del tabacco
Bright in Umbria, in « Genio rurale »,
XXXVI (1973), 11, pp. 63-72.

Esaminati gli aspetti tecnico-orga-
nizzativi della trasformazione del ta-
bacco Bright nella nostra regione,
l'A. sottolinea la necessità e l'urgenza
di una ristrutturazione aziendale, per
risolvere razionalmente vari problemi
attinenti a tale coltura.

M. S.

MoNTEDORO G., / vini umbri, in
« Agricoltura nuova », 6 (1973), pp.
14-16.

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

La viticoltura trova nella nostra
regione condizioni pedologiche e cli-
matiche particolarmente favorevoli.
Ciò premesso, lA. offre un'ampia
panoramica dell'enologia umbra no-
tevolmente evolutasi negli ultimi anni,
sia sotto l'aspetto della riconversione
viticola, che nell'ambito della ristrut-
turazione dell'impresa viti-vinicola.

M. S.

MonTEDORO G., 7 vini umbri (II par-
te) in «Agricoltura nuova», 7
(1973),. p. :9.

L'A. prosegue e conclude la sua
rassegna dei vini umbri.
M. S.

Nessi SiLvEsTRO, La coltivazione della
vite e la produzione del vino a Mon-
lefalco attraverso i secoli, in « Spo-
letium » XV (1974), pp. 31-38.

L'A. muove da una notizia di
Plinio il Vecchio su un'uva pregiata
peculiare di Bevagna e del Piceno.
Dal secolo XI la documentazione ar-
chivistica testimonia largamente la
importanza della produzione del vino
nella zona di Montefalco.

PAP:

PirtzaLIS M., La barbabietola da zuc-
chero nelle Marche e in provincia di
Perugia, in «Ecologia Agraria »,
9 (1973), 3.

Sono stati analizzati i rapporti tra
la produzione quantitativa della bar-
babietola da zucchero ed i principali
fattori metereologici, temperatura e
precipitazioni, per individuare in quali
sottoperiodi di sviluppo la coltura è
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

piü sensibile alle variazioni di questi
fattori. Sono state prese in esame
le produzioni relative a tre province
marchigiane e a quella di Perugia,
per confrontare i risultati in zone di-
verse per situazione geografica e cli-
matica generale.

M. S.

Rossi ALFio C., Ricerche svolte nel-
l’azienda di S. Apollinare. Roma,
G:.N; R., 1973, pp...94.

Progetto per la meccanizzazione
delle aziende agricole. L’azienda di
S. Apollinare appartiene alla Fonda-
zione per l'Istruzione Agraria dell'Uni-
versità di Perugia ed è situata nella
zona di Deruta.

AG. P:

D’ARMINI M., RAGGI V., Produtti-
vità, sviluppo vegetativo, fotosintesi
e respirazione in viti trattate con
Bordolese, Zineb, Zineb-Bordolese,
in « Rivista di Patologia Vegetale »,
s. IV, X (1974), 1, pp. 24.

Sperimentazione settennale, svolta
nel comune di Perugia, su 4 varietà
di vite, trattate con acuprici, cuprici
e acuprici-cuprici, per il controllo
della peronospera e il rilievo degli
effetti collaterali sulle piante irrorate.

M. S.

DE CAPITE L., MENGHINI A., Flora
officinale del monte Malbe (Um-
bria), in « Annali della Facoltà di
Agraria dell’Università di Perugia »,
XXIX (1974), pp. 125-161.

Elenco delle piante officinali in

345

uso nella medicina popolare raccolte
sul monte Malbe.
M. S.

DE CapPiTE L., MENGHINI A:, Flora
officinale del monte Peglia (Um-
bria), in «Annali della Facoltà di
Agraria dell’Università di Perugia »,
XXIX (1974), pp. 65-101.

Si elencano le piante officinali in
uso nella medicina popolare raccolte
sul gruppo del monte Peglia.

M. S.

MENGHINI A., DE Capire L., Il
«Libro di Semplici» di Giuseppe
da Spello, in « Annali della Facoltà
di Agraria dell’Università di Pe-
rugia », XXIX (1974), pp. 165-186.

Gli autori illustrano con denomi-
nazione attuale accanto a quella ori-
ginaria i 412 esemplari contenuti nel-
l’erbario farmaceutico di Giuseppe
da Spello, costituito nel 1746 e at-
tualmente conservato nel convento
francescano di Montesanto di Todi.

M. S.

MENGHINI A., DE Capire L, La
distribuzione del leccio in Umbria,
in «Annali della Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia », XXIX
(1974), pp. 105-121.

Gli autori prendono in esame la
distribuzione di Quercus ilex L. e le
cause che hanno determinato la ri-
duzione della sua area di distribuzione
in questa regione.

M. S.
346

MiLLETTI G., BENCIVENGA M., 7 pa-
scoli dell’alta valle del Menotre, in
«Annali della Facoltà di Agraria
dell’Università di Perugia », XXIX

- (1974), pp. 231-274.

L’analisi floristica compiuta nella
zona, che fa parte dell’anticlinale oc-
cidentale dell'Appennino Umbro-Mar-
chigiano, ha evidenziato 229 specie
appartenenti a 40 famiglie. I pascoli
presi in esame sono nel complesso
poveri e degradati, ma presentano i
presupposti per risentire positiva-
mente di una adeguata cura agrono-
mica e di sfruttamento.

M. S.

OnsoMANDO ETTORE, Proteggere gli
ultimi lupi in Umbria, uno degli
impegni per la difesa dell’equilibrio
naturale, in «Quaderni Umbri », 2,
settembre 1974, pp. 95-101.

Difesa del lupo al di là dei pregiu-
dizi, mappa degli ultimi esemplari.
A. CEP.

SoBRERO ALBERTO, Proprietà pub-
blica e proprietà privata in alcune
comunità rurali dell' Umbria (sec.
XV-XVII) in «Rivista di socio-
logia» XII, (1974), 3, pp. 71-88.

Un'interessante indagine di taglio
sociologico. Ampia bibliografia.
AL. P.

VeccHIO Bruno, Il bosco negli scrit-
tori italiani del Settecento e dell'età
napoleonica. 'Torino, Einaudi, 1974,
pp. 283.

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICH E

Un saggio che studia, per la prima
volta, attraverso la pubblicistica del
tempo, il dibattito sulla dialettica fra
intervento pubblico e privato in or-
dine ai problemi dei boschi. L'Um-
bria é trattata nel cap. V (pp. 136-
184), in particolare nei paragrafi 4-7.
Introduzione di Lucio Gambi.

AUOD.

ABBOZZO PaoLo, Caratteristiche strut-
turali dell’agricoltura in Umbria:
proposte di intervento. P.S.I. Qua-
derni di orientamento, I. Federa-
zione Provinciale di Perugia. Docu-
menti conclusivi dell'Attivo Pro-
vinciale del 5 novembre 1975.

La ricerca colloca i problemi del-
l'agricoltura umbra nel quadro più
ampio dell'economia nazionale ed eu-
ropea polarizzando l’attenzione sulla
precarietà delle strutture agricole del-
la regione e proponendo in dinamica
gli interventi sia a livello settoriale
che economico-sociale che si rendono
necessari per un più razionale uso
delle risorse del territorio.

M. S.

ABBOZZO PAOLO, I processi formativi
e l’assistenza tecnica in un mutato
rapporto tra Università e ricerca, e
la realtà agricola regionale nell’at-
tuazione delle direttive comunitarie.
Centro Istruzione Professionale Agri-
cola, Convegno del 15 novembre
1975, Facoltà di Agraria, S. Pie-
tro, Perugia.

L’autore, puntualizzando l’aspetto
di una attuale ricerca non finalizzata
agli obiettivi di sviluppo del terri-
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

torio e allo sfruttamento globale delle
risorse, pone l'accento sul rinnova-
mento dellinsegnamento universita-
rio.

M. S.

Bonifica integrale e montana in Um-
bria. Unione Regionale Umbra del-
l'Associazione Nazionale delle Bo-
nifiche. Spoleto, 1975, pp. 96, tabb.
statistiche, ilL, 1:carta. L i.

Significato della bonifica. La boni-
fica in Umbria. Consorzi in Umbria.
Introduzione di Giuseppe Medici.

AG GP,

BusiNELLI M. TaAruni F., Giv-
SQUIANI P. L., Composizione carat-
teristiche chimico-fisiche dell'humus
di alcuni terreni umbri, in « Annali
della Facoltà di Agraria dell'Uni-
versità di Perugia» XXX (1975)
(in corso di stampa).

È stato accertato che nei terreni
presi in esame l'humus presenta sem-
pre un rapporto ac. humico/ac. ful-
vico ) 1 e proprietà molto simili dal
punto di vista chimico e fisico.

M. S.

CIANI ADRIANO, Contributo ai pro-
blemi dell'emigrazione. Riflessi del
fenomeno nella realtà agricola della
« Valle del Puglia». Istituto di
Estimo Rurale e Contabilità del-
l’Università degli Studi di Perugia.
Perugia, Tip. Guerra, 1975.

L’autore fa un’ampia disamina del
fenomeno migratorio in base a 85
interviste dirette, da cui scaturiscono

347

le cause dell’emigrazione, i rapporti
con la madrepatria, i motivi del rien-
tro, i riflessi dell'emigrazione nella
realtà agricola, i problemi attuali del-
l'emigrazione, i movimenti xenofobi.
Presentazione di Paolo Abbozzo, di-
rettore dell’Istituto.

M. S.

CiANI AprIiano, Su alcuni aspetti
della tartuficoltura in Umbria. Atti
Conferenza Regionale sull’ Agricol-
tura, Spoleto 8-9 novembre 1975
(in corso. di stampa).

L'autore descrive l'importanza eco-
nomica di questa coltura, collocandola
in prospettiva in un piü razionale
sfruttamento della collina ed alta
collina dell'Umbria.

M. S.

LorENZETTI F., FALCINELLI M., Ci-
RrIcA B., Osservazioni sulla stagio-
nalità della produzione foraggera del
Lolium perenne L. nell'Italia Cen-
trale e possibilità di miglioramento,
in « Genetica agraria », XXIX (1975),
1-2, pp. 179-198.

Nell’Italia Centrale la produzione
di sostanza secca del Lolium perenne
va da zero in luglio-agosto a 5 Kg/ha/
giorno in inverno e a oltre 40 Kg/ha/
giorno in primavera. La stagionalità
della produzione è più evidente nei
tipi umbri che in quelli marchigiani.

M. S.

ScorrowN M., L'Istituto di Meccanica
Agraria della Università degli Studi
di Perugia. 1896-1975. S. Maria
348

degli Angeli, Tip. Porziuncola, 1975,
pp. 39, ill.

Dopo aver documentato le vicis-
situdini degli studi superiori agrari e
degli insegnamenti di ingegneria agra-
ria in Perugia, l'A. illustra, nei suoi
molteplici aspetti, la vita dell'Istituto
di Meccanica agraria della nostra Uni-
versità dalle origini ad oggi. La pub-
blicazione si conclude con un elenco
dei lavori del personale docente e una
documentazione fotografica della sede
dell'Istituto stesso.

M. S.

CAMERA DI CoMMERCIO, Albo dei vi-
ligni del vino a D.O.C. della Pro-
vincia di Perugia. Perugia, 1976,
pp. 142, ill. £t. a c.

Catalogo dei vitigni e delle azien-
de, con superficie vitata, ubicazione
ecc. Precede il catalogo uno studio
sulla situazione vitivinicola provinciale
e alcuni lineamenti statistici. In pro-
vincia di Perugia i vini a denomina-
zione d'origine controllata sono quelli
dei Colli del Trasimeno e quelli di
Torgiano. Segue la legislazione in ma-
teria di vini a D.O.C.

AGP.

PRATESI FuLco, TAssi FRANCO, Gui-
da alla natura della Toscana e del-
l’ Umbria. Milano, Mondadori, 1976,
pp. 300, 280 ill. a c., ril.

Il volume, illustratissimo con fo-
tografie e disegni, fa parte della Col-
lana del WWF. Fauna e flora del-
l'Umbria vi sono descritte in maniera

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

esauriente, secondo l'ottica dei bio-
tipi da conservare.
AUG OP!

FRANCESCANESIMO

SoLINAS MARIO, Dal Colle del Paradiso
all' Eremo del Subasio. Assisi, 1973,
pp. 110, ill.

Itinerario nel mondo francescano,
alla ricerca di valori spirituali. Metà
libro è occupato da copiose e cor-
pose note erudite. Introduzione di
Armando Biselli. Disegni di Gerardo
Dottori.

AS GP:

ANDENNA G., Le Clarisse nel novarese
(1252-1300), in «Archivum Fran-
ciscanum Historicum », 67 (1974),
pp. 185-267.

Tra i documenti si nota una lettera
del vescovo di Novara a Innocenzo IV
in data 12 ottobre 1252, copiata dal
notaio Giacomo «'Thome» da Narni
nell’abbazia di S. Pietro di Perugia
su richiesta di fr. Rainaldo, dei Frati
Minori, cappellano del cardinale Rai-
naldo (il futuro Alessandro IV), al-
lora dimorante con la curia papale
in Perugia. U. N.

BaRTOLI LANGELI A., La figura di
Bonaventura da Bagnoregio nei primi
cronisti cappuccini, in « Collectanea
Franciscana », 44 (1974), pp. 331-
53.

Tra gli scrittori delle origini della
riforma cappuccina presi in conside-
Vw Pr Sis tue e uote

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

razione nel saggio, si notano Ber-
nardino da Colpetrazzo, figura di
grande rilievo, e Paolo Vitelleschi da
Foligno.

U. N.

BERTAGNA M., O.F.M., Presenze e
memorie toscane di S. Bonaventura,
in «Studi Francescani», 71 (1974),
pp. 93-103.

Secondo l’A. la presenza di Bona-
ventura a Città della Pieve (allora
diocesi di Chiusi) sarebbe duplice:
nel 1263 e nel 1269. Nella nota viene
ricordato anche il passaggio per Pe-
rugia di Gregorio X nel giugno del
1273, in occasione del trasferimento
della curia da Orvieto a Lione. Tut-
tavia le fonti perugine del tempo,
che parlano di inviti fatti al pontefice
a venire nella città, di preparativi
per la venuta e di ambasciate invia-
tegli dopo la partenza da Orvieto
(5 giugno), tacciono del tutto sulla
presenza del papa in città.

U. N.

CALDOGNETTO MARIA LuisA, A pro-
posito di un recente convegno sul-
l'ordine laico della Penitenza, in
«Studi storici dell'Ordine dei Servi
di Maria», XXIV (1974), I-II,
pp. 274-287.

Ampia cronaca del convegno su
«L’Ordine della penitenza di san
Francesco nel XIII secolo », tenuto
ad Assisi dal 3 al 5 luglio 1972.

PB.

CANoNICI L., O.F.M., Documenti per
la storia francescana di Amelia, in

349

«Archivum Franciscanum Histo-
ricum », 67 (1974), pp. 268-300.

Lo studio tratta dei primi insedia-
mente francescani in Amelia e giun-
ge, con una scelta di documenti, fino
al 1610.

Win;

CANONIcI LuciANO, Santa Lucia di
Foligno. Assisi, Edizioni Porziun-
cola, 1974, pp. 116, ill.

Il sottotitolo è : Storia di un mo-
nastero e di un ideale, nel 550° della
fondazione del monastero folignate
dell’ordine delle Clarisse.

As GSP;

DESBONNETS T., O.F.M., Legenda trium
Sociorum. Edition critique, in « Ar-
chivum Franciscanum Historicum »,
67 (1974), pp. 38-144.

L'edizione critica di uno dei testi
più importanti delle fonti letterarie
francescane è condotta con tutto il
rigore scientifico che caratterizza l'o-
pera di studioso del Desbonnets.

USN

Esser K., O.F.M., ‘Exortatio ad
laudem Dei’. Eine wenig beachtetes
Loblied des hl. Franziskus, in « Ar-
chivum Franciscanum Historicum »,
67 (1974), pp. 3-17.

L’occasione per questa edizione è
data dalle testimonianze secondo le
quali il testo della «lode» sarebbe
stato fatto scrivere da san Francesco
nella chiesa dell’Eremita di Cesi. È
opportuno notare che questo luogo,
350

oggi abbandonato, diruto e quasi
inaccessibile, posto sulla montagna
sopra le rovine di Carsulae, è tra
quelli a cui Nicolò IV dava un’indul-
genza il 9 giugno 1291.

UN.

LAPsANSKI D., OFM, The Auto-
graphs of the «Chartula» of St.
Francis of Assisi, in « Archivum
Franciscanum Historicum », 67
(1974), pp. 19-37.

Viene riproposta la questione, dan-
do per scontata l’autenticità, di quella
famosa pergamena-reliquia del Sa-
cro Convento di Assisi che contiene
nel «recto » le Laudes Dei altissimi
e nel «verso » la Beneditio fr. Leonis.
L’edizione critica dei due testi, quan-
to mai accurata, e dei quali si dà
anche il fac-simile fotografico, avreb-
be dovuto tenere conto di alcune
norme della tecnica . della trascrizio-
ne, come l’uso delle parentesi nello
scioglimento dei compendi e — cosa
senz’altro indispensabile — la segna-
lazione delle parole lette mediante
la luce di Wood.

DEN:

PELLEGRINI L., O.F.M.Cap., Inse-
diamenti rurali e insediamenti urbani
dei francescani nell’Italia del seco-
lo XIII, in «Miscellanea France-
scana », 74 (1974) [Atti del Con-
vegno Internazionale bonaventu-
riano], pp. 197-210.

L’A. si sofferma anche sugli aspetti
degli insediamenti nell'Umbria, per i
quali, come per le altre regioni ita-
liane, la tardiva documentazione è

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

sempre alle prese con le tradizioni
locali che parlano di passaggi e di
soste di san Francesco. Va osservato
a proposito dell’attendibilità di queste
tradizioni e allo scopo di non con-
siderarle del tutto squalificate che
alla loro origine si può vedere l’au-
torevole presa di coscienza del papa
Alessandro IV, quella espressa nella
bolla dell’8 aprile 1255, in cui, pren-
dendo sotto la sua protezione la Ver-
na, manifestava la necessità di ricer-
care e venerare tutti i luoghi dove
era passato san Francesco (Bullarium
franciscanum, II, p. 29; manca nel
Potthast).

Ü. N.

Quinn J. F., C.S.B., Chronology of
St. Bonaventure's Sermons, in « Ar-
chivum Franciscanum Historicum »,
67 (1974), pp. 145-84.

Fondandosi sui precedenti studi
del Glorieux, del Longpré e del Bou-
gerol, l'A. cerca di fissare, con accu-
rata analisi di tutti gli elementi a
disposizione, una nuova cronologia
dei Sermones. Qui di seguito vengono
segnalate le varie presenze di san Bo-
naventura in Umbria, indicando con
un punto interrogativo le date dub-
bie e aggiungendo in corsivo le note
topiche, non riportate dal Quinn, che
figurano nel vol. IX dell'Opera Om-
nia bonaventuriana, con le relative
pagine.

1260, 1 ag. Assisi: fratribus de
Assisio (p. 395).

1260, 3 ott., Assisi: populo Assisii
(p. 430).

1262, 26 nov., Assisi: fratribus de
Assisio (p. 455).
leen wv pg SU en i

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 351

1262, 24 dic., Orvieto: in Urbe-
veleri coram domino papa Urbano et
cardinalibus in aula episcopatus (p. 85).

1262, 26 dic., Orvieto: in Urbe-
veleri presente curia Romana ibidem
(p. 491).

1263, 11 mar., Perugia: apud Pe-
rusium presente ibi curia (p. 235).

1264, 31 ag., Orvicto: in domo do-
mini pape apud Urbemveterem coram
consistorio generali (p. 402).

1264, 8 sett, Orvieto: festa del
Corpus Domini (vol. V, pp. 554-6).

1265, 13 dic., Assisi: Assisii apud
Sanctam Claram (p. 69).

1265, 20 dic., Perugia: Perusii in
consistorio coram domino papa Cle-
menle et cardinalibus in aula episco-
patus illius (p. 85).

1265, 24 dic., Assisi: coram fratri-
bus apud Assisium in capitulo de ma-
ne post missam (p. 93).

1265, 25 dic., Assisi: ad Sanctam
Claram post nonam ad populum (p.
110).

1265, (?) 26 dic. Assisi: apud
Assisium (p. 492).

1266, 1 gen., Assisi: fratribus de
Assisio (p. 143).

1266, 6 gen., Assisi: monialibus de
Sancta Clara (p. 170).

1268, 7 ott. (?), Perugia: in con-
ventu Perusino (p. 429).

1268, 25 nov., Assisi: fratribus de
Portiuncula (p. 455).

1268, 2 dic., Assisi: Assisii coram
fratribus in capitulo (p. 42).

1268, 23 dic., Assisi: Assisii in
domo fratrum coram Praedicatoribus
et Minoribus (p. 84).

1268, 23 dic., Assisi: coram fratri-
bus apud Assisium (p. 87).

1268, 24 dic., Porziuncola: apud

Sanctam Mariam de Portiuncula coram
fratribus loci et multis aliis (p. 97).
1268, 25 dic., Assisi: Assisii co-
ram populo in ecclesia fratrum : ad
missam (p. 116). :

1268, 25 dic, Assisi: coram fratri-
bus apud Assisium, de sero ad recre-
ationem (p. 118).

1268, 27 dic., Assisi: apud Assi-
sium (p. 497).

1269, 3 mar., Città della Pieve:
apud Castrum Plebis coram populo
presente provinciali totius Tusciae (p.
234).

1269, 10 mar., Assisi: apud Assi-
sium ad populum (p. 241).

1269, 31 mar., Gubbio : in conventu
fratrum de Eugubio ad omnem clerum
et populum (p. 293).

1269, 7 apr., Assisi: apud Assisium
(p. 296).

1271, 25 dic. Porziuncola: apud
Sanctam Mariam de Portiuncula, quasi
ad recreationem (p. 122).

1271, 27 dic., Assisi: apud Assi-
sium (p. 497).

1272, 1 genn., Assisi: fratribus de
Assisio (p. 140).

1272, 6 genn., Assisi : apud Assisium
(p. 167).

1272, 17 genn., Assisi: apud Assi-
sium (p. 181).

1272, 31 genn., Porziuncola: apud
Portiunculam (p. 191).

U. N.

SORELLI FERNANDA, Il XIV Convegno
Storico Internazionale sul tema: S.
Bonaventura francescano (Todi 14-17
oltobre 1973), in «Rivista di storia
e letteratura religiosa», anno X
(1974), 1-2, pp. 224-226.
352

Nell'apposita rubrica, cronaca cir-
costanziata del Convegno indetto dal
Centro di studi sulla spiritualità me-
dievale.

Da.

BERTAGNA M., O.F.M., Intorno al-
l'origine del convento di Santa Mar-
gherita a Cortona, in «Studi Fran-
cescani», 72 (1975), pp. 125-32.

L'A. pubblica due importanti do-
cumenti. Il primo è una bolla di Bo-
nifacio IX data da Perugia il 2 di-
cembre 1392; il secondo è una let-
tera della Signoria fiorentina a Nicola
di Vieri dei Medici, ambasciatore
presso il papa, in data 6 dicembre
1412. Con il documento pontificio il
Bertagna dimostra che il primo «1uo-
go» dell’Osservanza in Toscana non
è San Francesco di Fiesole, come si
è sempre affermato, ma proprio quello
di Cortona, fondate probabilmente
da frati umbri, come del resto av-
venne per quello di Fiesole. La let-
tera della Signoria conferma ciò che
le prime fonti dell'Osservanza dicono
circa il successo del movimento e
della stima che i frati godevano
presso i cittadini.

Wen:

CANONICI L., O.F.M., P. Agostino
Mattielli da Stroncone e i suoi ma-
noscritti, in «Studi Francescani »,
72 (1975), pp. 279-317.

Viene puntualmente esaminata la
figura del noto cronista dell’Osser-
vanza umbra e la sua produzione an-
cora inedita e sconosciuta, special-

mente la Autobiografia. La scelta di

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

brani dai manoscritti, conservati nel-
l’archivio del convento francescano
di Stroncone, in quello della Por-
ziuncola e nella biblioteca comunale
di Terni, mette in evidenza la urgente
necessità di pubblicare integralmente
tale materiale.

Uan:

GIDZIUNAS. V., O.F.M., De vita et
apostolatu Fratrum Minorum Ob-
servantium in Lituania saec. XV
et XVI, in «Archivum Francisca-
num Historicum », 68 (1975), pp.
298-345.

Nel lungo studio sono ricordate
anche le norme dettate nel 1478,
durante la sua visita in qualità di
commissario generale, da fr. Nicolò
Montano (o da Montegallo), già vi-
cario dell'Osservanza nell'Umbria.

UN.

PÉANo P., O.F.M., Jacques de' To-
lomei de Sienne, O.F.M. (1323-
1390). Eléments de biographie, in
«Archivum Franciscanum Histori-
cum», 68 (1975), pp. 273-297.

È il primo tentativo di ricostruzione
della biografia del Tolomei, che do-
po una brillante carriera all'interno
della provincia francescana di To-
scana (due incarichi svolti anche in
Umbria) fu fatto, l'í1 gennaio 1378,
vescovo di Narni e collettore delle
decime nel Patrimonio e nel Ducato
di Spoleto. Tenne la diocesi fino al
1383, quando fu trasferito a Chiusi,
poi, l'anno successivo, a Grosseto.
L'A. pubblica un interessante docu-
Ie wo pag Si tween ates

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

mento. autobiografico (rarissimo nel
suo genere) del Tolomei.
i U.eN:

BARGELLESI SEVERI A., Nuovi docu-
menti su fr. Lodovico da Bologna,
al secolo Lodovico Severi, Nunzio
Apostolico in Oriente (1455-1457),
in «Archivum Franciscanum Hi-
storicum », 69 (1976), pp. 3-22.

Fin dal 1431, secondo l’informazio-
nel del Wadding, fr. Lodovico faceva
parte della commissione istituita da
Eugenio IV per studiare i problemi
della Chiesa d’Oriente, nella quale
spiccava l’umbro fr. Bartolomeo da
Giano.

U. N.

BiGARONI M., O.F.M., S. Bernardino
a Todi, in «Studi Francescani »,
73 (1976), pp. 109-125.

Sembra incredibile che nella ster-
minata produzione bibliografica circa
la vita e l'attività di predicatore del-
l'Albizzeschi Todi sia rimasta nel-
lombra, quando proprio in questa
città, sede dei « Convegni del centro
di studi sulla spiritualità medievale »,
nell’ottobre del 1975, si è tenuto un
convegno su «Bernardino predicatore
nella società del suo tempo ». In queste
note l’A. chiarisce ciò che sulla pre-
senza di san Bernardino a Todi (gen-
naio-febbraio 1426) era rimasto mol-
to oscuro, specialmente per quanto
concerne la sua opera di riformatore
degli statuti cittadini. A proposito
di questi si può notare che la sen-
tenza contro la strega Matteuccia,
mandata al rogo nel 1428, si rifaceva

353

espressamente ad una norma: degli
statuti bernardiniani pubblicati dal
Bigaroni.

U. N.

CENCI C., O.F.M., II testamento della
B. Cecilia Coppoli da Perugia e di
Battista (Girolama) di Montefeltro,
in «Archivum Franciscanum Hi-
storicum », 69 (1976), pp. 219-26.

Vanno rilevate, in questo breve
lavoro, preziosissime notizie concer-
nenti l'ambiente religioso e laico del
Quattrocento, specialmente per le città
di Perugia, Foligno e Pesaro.

U. N.

Francesco d' Assisi nel settimo centena-
rio della morte, in « Vita italiana »,
1976, 9, pp. 901-934.

Pagine a carattere divulgativo, nel-
la rubrica « Ricorrenze e celebrazio-
ni ».

PB.

MoonMaAN J. R. H., A papal Letter
to the Friars of La Scarzuola in
1373, in « Archivum Franciscanum
Historicum », 69 (1976), pp. 469-71.

Si apprende dalla nota, premessa
all'edizione del testo, che il Moorman
ha acquistato recentemente in una
asta pubblica a Londra l'originale della
bolla, scomparso dall'archivio di S.
Damiano in Assisi, dove lo vide nel
1896 il Faloci Pulignani, o successi-
vamente dalla biblioteca francescana
della Chiesa Nuova, sempre in Assisi,
dove furono trasferiti, per iniziativa
354

del p. Bonaventura Marrani, molti
documenti conservati a S. Damiano.
La lettera in questione é diretta ai
Frati Minori della Scarzuola (presso
Montegiove d'Orvieto); essi, insieme
con quelli di altri dieci conventi o,
meglio, romitori, dell'Umbria e del
Lazio, che ricevettero lo stesso pri-
vilegio (Villanova di Avignone, 28
luglio 1373), costituivano il primo
gruppo dell'Osservanza francescana.
Il testo era stato pubblicato, desunto
dalla lettera diretta ai frati di Bro-
gliano, dal Faloci Pulignani prima
nella « Miscellanea Francescana » del
1896, poi nella monografia Il B. Pao-
luccio Trinci ... (Foligno, 1926), che
raccoglieva e ampliava lo studio del
1896 integrato a sua volta da un
altro, pubblicato dalla stessa rivi-
sta nel 1920. Il testo del Faloci
è stato ripreso anche da L. Brengio
O.F.M. nell’opera L’Osservanza fran-
cescana in Italia nel secolo XIV,
Roma, 1963, pp. 81-2, nota 83.
Inoltre, M. Gatti ha riprodotto in
fac-simile l’originale della stessa let-
tera diretta ai frati dell'eremo delle
Carceri (Le Carceri di San France-
sco del Subasio, Assisi, 1969, tra le
pp. 128-9). Con riferimento al testo
del Faloci [=F] e al fac-simile ri-
prodotto dalla Gatti [—G], si possono
segnalare i seguenti errori (tipografici)
e omissioni nella trascrizione del
Moorman [=M, con indicazione delle
righe della p. 471]. Nella indicazione
dei destinatari M r. 4 legge «Scar-
Zola», forse per « Scarzole » ; M r. 15
«valeat » G aggiunge «devotioni eo-
rum », parole mancanti anche in F ;
M r. 17 «supervixerit », G e F «su-
pervixerint »; M r. 19 e F «tenea-

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

tur», G «teneantur»; M r. 21 «ali-
que», G e F «aliqua ».
CUN.

PauL J., Le ‘liber miraculorum? de
saint Louis d'Anjou, in « Archivum
Franciscanum . Historicum », — 69
(1976), pp. 209-19.

Né in questa nota né altrove, a
proposito della vita, dei miracoli e
del processo di canonizzazione di san
Lodovico di Tolosa sembra conosciuta
l'affermazione di un predicatore fran-
cescano che, tessendo il panegirico
«de hoc sanctissimo domino et con-
fexore novello» (siamo dunque al
tempo della canonizzazione, a. 1317,
e ció si deduce con sicurezza da altri
riferimenti del sermo; Perugia, bi-
blioteca comunale, ms. 58, c. 82r),
dichiarava : «certe frater Petrus Au-
reoli habet penes se .c.1117. miracula
ad eius [sancti Lodovici] invocatio-
nem, perpetrata » (ibid., c. 84r).

D.SN.

BIOGRAFIA

BrNN1 WALTER, Aldo Capitini e il
suo «colloquio corale ». Quaderni
Regione dell'Umbria. Testimonianze
n. 3. Perugia, 1974, pp. 34, 1 ill

L’opuscolo contiene il discorso di
Binni alla « prima » di Colloquio cora-
le di Valentino Bucchi su testi di
Capitini (Sagra Musicale Umbra del
1973) e l’autobiografia di Capitini,
Attraverso due terzi di secolo, pubbli-
cata su «La cultura » (10, 1968) di-
retta da Guido Calogero.

ASUOSP,
Wee wv pg Si tue en tes

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 355

CATANELLI Luici, Furio Rosi (con
alcune note di cronaca locale). Qua-
derni Regione dell’Umbria. Testi-
monianze n. 1, Perugia, s. d.
[1974], pp. 68, 5 ill.

Biografia di Furio Rosi e breve
storia del Partito Socialista perugino.
I processi contro il Rosi ai primi del
Novecento. Introduzione di Marco
Roscini.

A. GC. P.

LipPi-BoncAMBI C., Luigi Canali,
in Dizionario Biografico degli Ita-
liani, XVII, 1974, pp. 705-706.

Biografia ed elenco delle opere di
Luigi Canali (Perugia, 1759-1841).
M. S.

Mons. Ettore Minestrini fratello al di
là di ogni barriera umana. Cenni
biografici a cura di Don CarLo
ALBERTI. Perugia, Grafica - Salvi,
1975, pp. 47.

Rievocazione della vita di mons.
Ettore Minestrini (1886-1974), noto
in modo particolare per la lunga e
appassionata attività pastorale svolta
nel carcere di Perugia.

PSP

Pucci Rino, Da S. Faustino a Po
di Primaro. Quaderni Regione del-
l’Umbria. Testimonianze n. 5. Pe-
rugia, s. d. [1975], pp. 48, ill.

Il diario candido e poetico di un
combattente della Resistenza, caduto
nel 1945, giovanissimo. Il fascicolo é
curato dalla Consulta Comunale per

le celebrazioni del Trentennale della
Resistenza e della Liberazione (Co-
mune di Umbertide, patria del Pucci).
Introduzione di Raffaele Mancini.
AG. P;

Ricordo di Aldo Capitini, in « Annali
della Scuola Normale Superiore di
Pisa. Classe di lettere e filosofia »,
s. III, V (1975), I, pp. 263-419.

Aldo Capitini, che fu allievo e poi
segretario della Normale, fu comme-
morato dalla Scuola in un convegno
tenuto il 6-7 dicembre 1973 ; nel vo-
lume sono pubblicate le comunicazioni,
utilmente integrate da tre inediti ca-
pitiniani e da una folta bibliografia.

P. P.

BIBLIOGRAFIA E
ARCHIVISTICA

CERCONE FRANCO, Giovanni Pansa:
vila e opere, in. «Bullettino della
Deputazione abruzzese di storia
patria », LXIII (1973), pp. 199-263.

I seguenti numeri della bibliografia
delle opere del Pansa riguardano
l'Umbria: 1 - Sopra i segni graffiti
in alcuni buccheri orvietani. Osserva-
zioni. Firenze, Tip. della Gazzetta
d’Italia, 1881; 3 - Sopra il mistico
senso di una etrusca epigrafe rinvenuta
nel territorio orvietano. Congetture. Fi-
renze, Tip. Cooperativa, 1883 ; 184 -
L'influsso della colonizzazione Siculo-
Illirica nella monetazione pesante del-
lUmbria e del Piceno. in «Rivista
italiana di Numismatica », X VII (1914),
fasc. IIT-IV.

P&P.
356 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

MoreLLI Gionaro, Manoscritti d'in-
teresse abruzzese della Biblioteca Va-
ticana, in «Bullettino della Depu-
tazione Abruzzese di storia pa-
‘tria », LXIII (1973), pp. 7-198.

Interessano V) Umbria i seguenti nu-
meri del catalogo :

14 - Registro di lettere scritte ‘da
Mons. Pietro Ottoboni durante il uo
governo di Rieti e Terni (1640-41);
62 e 64 - Lettere di Bernardino Ci-
rillo (1500-1575) al Vescovo di Ter-
ni ; 95. 96 e 97 - Di Giuseppe Giustino
Di Costanzo (1738-1813), rispettiva-
mente, lettera al card. Stefano Bor-
gia, Assisi, 39 lettere a Gaetano Ma-
rini, Assisi, Viaggio antiquario nel-
l'Umbria e luoghi limitrofi; Lettera
di pace scritta dalla città dell’ Aquila
alla città di Cascia, 12 marzo 1394 ;
di Pier Francesco Giustolo da Spo-
leto, De cantalycii Gundisalvia dia-
logus; Vita di Braccio Fortebraccio
(codice miniato da Federico Vete-

rani).
PSP.

NEJROTTI MARIELLA, Anarchia, socia-
lismo, democrazia nei periodici po-
polari del Centro e del Nord Italia
(1861-1892), in « Annali della Fon-
dazione Luigi Einaudi », VII (1973),
pp. 125-203.

Schede di periodici. Per l'Umbria
è presente solo « Il grido del popolo »,
settimanale, di Foligno.

PP.

FoNTANA ANTONIA Ina, Epistolario
e indice dei corrispondenti del P. An-
gelico Aprosio, in «Accademie e

Biblioteche d’Italia », XLII (1974),
4-5, pp. 339-370.

Fra i corrispondenti dell’Aprosio,
bibliofilo, bibliotecario e grafomane
del sec. XVII, gli umbri Reginaldo
Lucarini di Città della Pieve (una
lettera del 1669), Alessandro Sperelli
di Gubbio (una lettera del 1669),
Giuseppe Aromatari di Assisi (due
lettere del 1647 e 1650).
i PB:

Rouse R. H. e Rouse M. A., The
verbal concordance to the Scriptures,
in «Archivum Fratrum Praedica-
torum », 44 (1974), pp. 5-30.

Nella lista dei manoscritti consultati
si notano quelli della biblioteca co-
munale di Assisi, codd. 42-45 e 64,
tutti del sec. XIV.

UN.

SERRA ARISTIDE M., Rassegna critica
delle. fonti riguardanti il B. Bona-
ventura da Pistoia (11315 ca.), in
«Studi storici dell'Ordine dei Servi
di Maria» XXIV (1974) I-II,
pp. 193-242.

Riferimenti a viaggi e soggiorni in
Umbria, e altri richiami all'Umbria
alle pp. 201-205, 208, 210, 221, 225,
230-235.

Pub

Archivio di Stato di Siena. L’archi-
vio notarile (1221-1862). Inventario
a cura di GIULIANO CATONI e So-
NIA FiNEscHI. Roma, 1975, pp. 435.

Nell Indice dei luoghi di origine e di
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

rogazione figurano le seguenti località
umbre : Città della Pieve, Città di Ca-
stello, Gubbio, Narni, Orvieto, Pas-
signano, Perugia, Spoleto, Terni, To-
di.

Pier,

RuGGERI SIipoNIA, Materiali per uno
studio sul « Cantico di Frate Sole »,
in «Accademie e Biblioteche d’Ita-
lia» XLIII (1975), pp. 60-102.

Ricca bibliografia che in 346 voci
va dalla citazione del Crescimbeni
nella Storia della Volgare poesia (1731)
fino alla conversazione tenuta nel
1974 da Ignazio Baldelli in Assisi,
nella Sala francescana di cultura
(San Francesco e Manzoni: realtà
spirituale nuova e lingua nuova).

pp

«Studi Romani», XXIII (1975), 4,
pp. 507-518.

Nella rubrica bibliografica Storia
della Chiesa antica e medievale, da
Paolo Brezzi sono brevemente illu-
strate due opere che interessano l'Um-
bria: ARIEL Toarr, Gli Ebrei a
Perugia, Perugia, Deputazione di sto-
ria patria per l'Umbria, 1975, e
CHANTAL REYDELLET - GUTTINGER,
L’administration pontificale dans le
Duché de Spolète, Firenze, Olschki,
1975.

PisP.

MELELLI ALBERTO, Un decennio di
studi sull'ambiente e sull'economia
della regione umbra. 1966-1975. Pe-
rugia, Crures, 1976, pp. 142.

11

357

Un’accurata bibliografia ragionata
e commentata, che aggiorna quella
della Sacchi De Angelis (Umbria, Col-
lana di Bibliografie geografiche delle
Regioni Italiane, CNR, 1968), ma
più di quella è generale, in quanto
si occupa anche di materie non stret-
tamente geoeconomiche. I titoli sono
oltre seicento, distribuiti in 21 se-
zioni. Completano l'ottimo saggio bi-
bliografico gli indici degli autori e
dei nomi geografici.

Az:G=P.

VERMIGLIOLI GIOVAN BATTISTA, Bi-
bliografia storico-perugina o sia ca-
talogo degli scrittori che hanno illu-
strato la storia della città, del contado,
delle persone, dei monumenti, della
letteratura ecc.. Bologna, Forni, 1976,
pp. XIV-197.

Questa bibliografia resta un’opera
indispensabile e fondamentale. Ri-
stampa anastatica dell’edizione di
Perugia del 1823.

A3 CUP.

FOLKLORE

BowER HERBERT, / Ceri di Gubbio
alla fine dell’800. Gubbio, Fami-
glia dei Santantoniari, 1970, pp. 38.

Il primo testo europeo sulla Corsa
dei Ceri, del 1897, pubblicato dalla
«Folk-Lore Society » di Londra. Cu-
rato da Adolfo Barbi e tradotto da
Marisa Barbi.

ASQ:

BELLUCCI GIUSEPPE, La grandine nel-
358

l'Umbria. Bologna, Forni, 1973,

pp. 136, 9 figg.

È la ristampa anastatica dell'edi-
zione di Perugia del 1903. Si tratta
di un piccolo classico di letteratura
delle tradizioni popolari.

AC. P.

Ente Calendimaggio, Azienda Auto-
noma Turismo, Città di Assisi,
Calendimaggio. Assisi, 29 aprile-
19 maggio 1975. Terni, APE, 1975,
pp. 80 n.n.

Pubblicazione illustrativa della tra-
dizionale manifestazione assisana.
P: P.

SANTUCCI FRANCESCO, Stornelli e in-
dovinelli raccolti in Umbria. Estrat-
to da «Lares», XLII (1976), I,
pp. 57-69.

Raccolti dall’autore nella zona di
Sterpeto d’Assisi e in quella di Col-
lemancio di Cannara.

BD:

POESIA DIALETTALE

Raccolta di poesie dialettali perugine
dell’Ottocento e del Novecento, a cura
di TEREsA DELLA ToRRE. Perugia,
s.d. [1963], pp. 168.

Poesie di Ruggero Torelli (Perugia
1820-1894), Luigi Monti (Perugia 1875-
Rapallo 1935), Adriano Angelini (Pe-
rugia 1870-Roma 1942), Mariano Guar-
dabassi (Perugia 1896-1952), Federico
Berardi (Norcia 1881-Perugia 1958),

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Umberto Calzoni (Perugia 1881-1959).
In chiusura una poesia della cura-
trice. Presentazione di Giovanni Cec-
chini.

AQ. D:

ManiNUCCI Ivano, Vordarecchje. Spo-
leto, Circolo della Stampa, 1964,
pp. 94.

Poesie in dialetto spoletino. In-
troduzione di Vittore Querél. Disegni
di Giuseppe De Gregorio.

AS CAP;

MontI LuIcIi, Le Vassallate de Don
Pavana ed altre poesie in vernacolo
peruginesco. Perugia, Guerra, 1965,
pp. 104.

L'A., nato a Perugia nel 1875 e
morto a Rapallo nel 1935, ha scritto
alcune poesie assai belle, anche in
italiano. Un'informata e partecipe pre-
sentazione di Averardo Montesperelli
apre il volume.

AGP.

MAURIZI ALIGHIERO, ‘Che suspiru "
che sognu du’ bocchi de puisia.
Terni, Visconti, 1970, pp. 84.
Raccolta di in vernacolo

ternano.

poesie

Ai.:GiP.

PECORELLI ANTONIO, Carellate. Terni,
Visconti, 1970, pp. 102.

Poesie in vernacolo ternano, sapo-
rose e satiriche, sentimentali e sar-
castiche, presentate dal poeta orvie-
tano Angelo Rossi. A corredo, disegni
di artisti ternani: Cagnoni, Crisosto-
mi, Fabri, Montesi, Monti, Strozzi,
Riceputi, Sansi, Tomassini.

AS SC. P.

ScARAMUCGCI Lopovico, A patollo. Pe-
rugia, 1973, pp. 130.

Poetare in dialetto, si sa, è più
arduo e pericoloso che poetare in
lingua. L’Autore supera gli ostacoli,
fornito com’è di spirito satirico, pa-
dronanza del dialetto, cultura e sen-
sibilità. Il libro è illustrato in modo
esemplare da Mariaelisa Leboroni.
Presentazione dell’indimenticabile Vir-
gilio Coletti.

A. CP.

G10VAGNONI ARTEMIO, Il Teatro. Sei
commedie in dialetto perugino. Pe-
rugia, 1975, pp. 393.

Il teatro dialettale è più di un
hobby, per lo scultore Giovagnoni,
che qui riunisce il meglio della sua
invenzione teatrale. I titoli sono:
Il cofanetto di Ser Matteo, Lezione
d'amore (atti unici), L’annataccia,
Beniamino Ciofetta appaltatore, Sepa-
razione consensuale (commedie in due
tempi), 7! Maresciallo Picilocchi (com-
media in tre atti) e I! contrattino
(farsa in un atto). Introduzione di
Otello Ciacci.

ATC:

LEONARDI FERNANDO, Poesie. Spo-
leto, Accademia Spoletina, 1975,
pp. 158.

Veramente un classico di poesia
dialettale. Il poeta Fernando, padre

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

359

di Leoncillo, lo scultore, dà in questa
raccolta, ordinata e prefata dal figlio
Lionello e giunta alla seconda edi-
zione, la misura di un grande talento
poetico. Oltre alle poesie, un racconto
inedito, Lu giocatore, e le Note di fo-
nologia e morfologia del dialetto spole-
tino, tuttora fondamentali.

AGR,

MALPELO Roscio, La falce fienèa.
Poesie dialettali contadine. Perugia,
Il Bartoccio, 1975, pp. 68, ciclo-
stilato.

Anche il ciclostilato, come c’inse-
gna la editoria « alternativa », ha una
sua dignità bibliografica. Queste poe-
sie dialettali, di un non bene identi-
ficato poeta, che «peruginizza » Gio-
vanni Verga, corredate da un glossa-
rietto a pié di pagina, talvolta rag-
giungono pienezza espressiva. Il ver-
nacolo usato, dal punto di vista «fi-
lologico », ci pare, e ciò è un fatto
positivo, del tutto arcaico, non dun-
que «inquinato » dall’italiano.

As: GB,

TALEGALLI ALBERTO, Le avventure del
Sor Clemente. Perugia, 1975, pp.
160, ril.

Curato da Umberto Marini, il li-
bro raccoglie ventotto scenette del
comico spoletino, scomparso tragica-
mente alcuni anni fa. Scritti in un
dialetto non del tutto ortodosso, i
testi del Talegalli conservano carica
umoristica e vigore « moralistico », non
sono completamente datati, cioé. Il
perugino Enrico Vaime ha dettato 360

una commossa prefazione, mentre a
Franco Venanti si deve la copertina.
AiG. Pi

BERAnRDI FEDERICO, La nostra Fon-
téna (Vernacolo perugino dei borghi
e del contado). Perugia, Donnini,
S. d., pp. 24.

Nel sottotitolo : « Bastiano arconta
ta Santino la storia de la Fonténa e
je spiega 'n pò a la rullona "1 signi-
fichéto de le figure che c'énno». Il
racconto in versi è vivacissimo e
arguto. In appendice, i versi latini
che orlano la vasca minore, la tradu-
zione e una breve trattazione dei
restauri.

Ax GP.

GUIDE

CanoNIcI Luciano, Itinerari france-
scani. Assisi, Edizioni Porziuncola,
s. d. [1971], pp. 210, ill. b.n. ea c.

Assisi e dintorni. Perugia e din-
torni. Valle Spoletana. Terni e din-
torni. Appendice: La Verna, Monte
Sansavino, Poggibonsi e Cortona ecc.

A: P.

Spoleto, Campello sul Clitunno, Castel
Ritaldi, Cerreto di Spoleto, Vallo
di Nera, Sant’ Anatolia di Narco,
Scheggino a cura di SiLvesTRO
Nessi. Monografie Comunali n. 1.
Perugia, Camera di Commercio,
1974, pp. 76, ill.

Questa curata dal Nessi é la mo-
nografia che inizia una serie di «ri-

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

tratti» rapidi dei comuni della pro-
vincia di Perugia (ma perché non
anche di quella di Terni, per inizia-
tiva analoga della consorella Camera
di Commercio di Terni?) Il tutto se-
condo uno schema prefissato : Cenno
storico e descrittivo; Popolazione ;
Attività economiche; Monumenti e
raccolte artistiche; Enti culturali;
Attività sportive e ricreative; Turi-
smo; Feste e tradizioni popolari.

A. C. P.

TROMBETTA ANTONIETTA, BRUGNAMI
GABRIELLA, Corciano e la sua gente.
Corciano, 1974, pp. 164, ill.

Una guida storico-artistica artico-
lata nei seguenti capitoli: Cenni sto-
rici. Monumenti. Istituzioni e manife-
stazioni. Uomini illustri. Documenti
e memorie. Bibliografia.

AGP.

Assisi, Bastia Umbra, Bettona a cura
di FRANcESCO SANTUCCI. Monogra-
fie Comunali n. 4. Perugia, Camera
di Commercio, 1975, pp. 64, ill.

Cenno storico e artistico, elementi
e dati economici e turistici, informa-
zioni.

A. (P.

CoriN1 Gino, Guida turistica della
città e territorio di Narni. Roma,
Abete, 1975.

Ac GP.

Foligno, Bevagna, Cannara, Monte-
falco, Spello, Trevi a cura di Sir-
vESTRO Nessi. Monografie Comunali
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 361

n. 3. Perugia, Camera di Commercio,
1075; pp. 78, ill.

Notizie storico-artistiche, dati eco-
nomici e turistici, informazioni varie.
A. Gi P.

Guida delle Regioni d’Italia 1976. Le
Regioni. Roma, SISPR, 1975, pp.
n.n. a tre colonne, ril.

Si tratta di un completo annuario
di informazioni politiche, amministra-
tive, culturali, turistiche, legislative.
Molto utile il quadro regionale, con
indirizzi, nomi, attività ecc. Ampio
il panorama umbro.

AS3C. P;

Perugia, Marsciano, Torgiano, Deruta
a cura di PIETRO SCARPELLINI.
Monografie Comunali n. 2. Perugia,
Camera di Commercio, 1975, pp. 96,
ill.

Cenni storici, attività economiche,
turistiche, informazioni, monumenti
artistici.

AGD.

Todi, Collazzone, Fratta Todina, Massa
Martana, Monte Castello Vibio, a
cura di Franco MANCINI. Mono-
grafie Comunali n. 5. Perugia, Ca-
mera di Commercio 1975, pp. 76, ill.

Cenni storici e artistici, notizie eco-
nomiche e turistiche, informazioni
varie.

A. Qc P;

Magione, Passignano, Tuoro sul Tra-
simeno, Castiglione del Lago, Pa-

nicale, Città della Pieve a cura di
ANNA IMELDE GALLETTI. Mono-
grafie Comunali n. 6. Perugia, Ca-
mera di Commercio, 1976, pp. 74,
ill.

Cenni storici e artistici, dati eco-
nomici e turistici, informazioni utili.
AC. P.

Gubbio, Scheggia, Costacciaro, Sigillo
a cura di FERNANDO COSTANTINI.
Monografie Comunali n. 9. Peru-
gia, Camera di Commercio, 1976,
Dp. 116, ill

Cenno storico e descrittivo, assai
ampio; monumenti e raccolte arti-
stiche, bibliografiche e archivisti-
che ; attività ; turismo. PiPi

MARRANI OTELLO, Fratticiola. S.n.t.
[1976], pp. 40.

Presentazione di Fratticciola Sel-
vatica (frazione del Comune di Pe-
rugia) con dati storici essenziali
sull’antica Fratta Cordicesca, castello
limitaneo del contado perugino di
Porta Sole.

F. Me.

Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Val-
fabbrica, Fossato di Vico a cura di
FRANCESco SANTUCCI. Monografie
Comunali n. 8. Perugia, Camera di
Commercio, 1976, pp. 64, ill.

Cenni storici e artistici, elementi
economici e turistici, informazioni.
Ax Gi*P.

Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto,
Preci a cura di AGosTINO SERAN
362

TONI. Monografie Comunali n. 7.
Perugia, Camera di Commercio,
1976, pp. 59, ill.

Notizie storiche, elementi geografici
ed economici, informazioni turistiche,
descrizione dei monumenti principali.

Ai: GP.

BINACHIELLA EcIpIo, Il Lago Tra-
simeno e i suoi dintorni. Milano,
Associazione Amici del Trasimeno,
S. d, Dp.. 104; ill

Caratteri generali. Notizie storiche.
Pesca. Amministrazione e legislazione.
Progetti di prosciugamento. Le pe-
date. Le isole. Dintorni. Il turismo.

AGB.

VARIE

Traslazione dei resti mortali del poeta
e patriota Giuseppe Cocchi dal Ci-
mitero urbano di Perugia al Tempio
di S. Fortunato in Todi. Roma,
Campitelli, 1961, pp. 37, ill.

Fa parte degli «Opuscoli storici
pubblicati nel Centenario della Patria
(MDCCCLXI-MCMLXI) ». Contiene un
Proemio di Luigi Mariani e la Rela-
zione del Comitato per le onoranze
al poeta tuderte (1813-1881).

AG. Pi

Il Teatro lirico sperimentale di Spo-
leto nel suo primo ventennio. Roma,
1966, pp. 180, ill.

Album, di ricordi e di memorie sul
Teatro voluto da Adriano Belli. I

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

promotori. Testimonianze. Cronache
dei vent’anni. I vincitori del concorso
«voci nuove ». Indici. Molto bene il-
lustrato.

Ai: Q P.

ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MUSICA
DI PERUGIA. Venticinque anni di
concerti. 1946-1971. Perugia, 1974,
pp. 274, 154 ill.

Bella edizione curata da Roberto
Abbondanza e Leonardo Serego Ali-
ghieri. Utilissimo il repertorio dei
concerti (data, autori, esecutori, pro-
gramma, ecc.).

A Gs Pi

BARTOCCIONI TRENTO, Isola Maggiore,
in «Nuova Economia », 12, 1973,
pp. 47-49; 1, 1974, pp. 50-53;
2, 1974, pp. 48-51 ; 3, 1974, pp. 49-
51; 4, 1974, pp. 39-42; 5, 1974,
pp. 38-40, ill.

Natura, storia, arte, religiosità, cu-
riosità dell’isola trasimenica, da San
Francesco che la visitò al marchese
Guglielmi che vi costruì un castello.

A. CEP.

BaARTOCCIONI TRENTO, Montalera, in
«Nuova Economia », 10, 1974, pp.
47-50; 11, 1974, pp. 50-53; 12,
1974, pp. 37-39, ill.

Storia e arte del castello.
A: (Ga D.

CARNACINA LUIGI, VERONELLI LUIGI,
La cucina rustica regionale. 2. Italia
centrale. Milano, Rizzoli, 1974, pp.
286.
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

L'Umbria alle pagine 211-236.
AGR,

CorBo ANNA MARIA, Il Convegno in-
terregionale sui «Rapporti artistici
tra le Marche e l' Umbria ». Fabriano-
Gubbio, 8 e 9 giugno 1974, in « Ras-
segna degli Archivi di Stato »,
XXXIV (1974), 2-3, pp. 515-518.

Articolata e precisa cronaca del
Convegno, organizzato dalla Depu-
tazione di Storia Patria per l'Umbria
e da quella per le Marche.

PP.

Il Festival di Spoleto, in «Vita Ita-
liana», X XIV (1974), 9, pp. 803-815.

Elenco degli spettacoli, dei com-
plessi artistici e delle iniziative colla-
terali relativi ai diciassette anni di
vita del Festival, dal 1958.

«ug pZER.

Le celebrazioni del Corpus Domini nel-
la magnifica storia di Orvieto. Nu-
mero speciale di «Quaderni Um-
bri», 3, aprile 1974, pp. 32, ill.

Introduzioni di Sandro Boccini e
Adriano Marinensi. Di Nello Riscal-
dati un puntuale resumé su «La
genesi storica del Comune di Orvieto ».

A. (P

L'italiano come lingua di cultura al
62° Congresso della « Dante Ali-
ghieri », in « Libri e riviste d’Italia »,
XXVI (1974), 297-298, pp. 1391-92.

Cronaca del congresso tenuto a Pe-
rugia, ospitato dall'Università italiana
per stranieri. PP.

363

MAGNINI DANTE, Questa nostra storia.
Perugia, Volumnia, 1974, pp. 214,
32 ill, ril.

Rievocazione nostalgica di un pe-
riodo di storia molto vicina. Dal
1944, all’incirca agli inizi degli anni
250. Storia di costume, piena di fatti,
di persone e di cose. L’insieme è
abbastanza frammentato, in alcune
parti addirittura «a schede ».

AnC=P.

NicoLINI RENZO, Una politica per lo
sport e gli impianti sportivi in Um-
bria, in «Quaderni Umbri», 2,
settembre 1974, pp. 41-46.

L’uomo politico ternano, Presidente
del CONI provinciale e Presidente Na-
zionale del Credito sportivo, traccia
un ampio discorso sull’esigenza di un
piano regionale.

A-GaP.

Tradizioni, storia, cultura dell’ Umbria.
Numero speciale di « Quaderni Um-
bri» VII, 3, novembre 1974, pp.
1-276, ill.

Curato da Antonio Carlo Ponti, il
numero speciale contiene, tra l’altro,
S. PEZZELLA, Dominio visconteo in
Assisi (1399-1408); L. CANONICI, La
lingua e i mestieri della « magnifica
comunità» di Alviano nei documenti
dei sec. XVI-XVII; A. AScANI, Iti-
nerari francescani; A. C. PONTI -
A. M. TERENZI, Le tesi di laurea sul-
l'Umbria; A. C. PoNTI, L'ironica pietà
di Manuel Campus.

DI:
364 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Umbria Informazione. Quaderni Re-
gione dell'Umbria. Perugia, 1974,
pp. 232, ill.

Atti del Convegno di Norcia (15-16.

marzo 1974), che esaminó i problemi
nel campo dell'informazione giornali-
stica e radiotelevisiva.

AQ. P.

UNIVERSITÀ DI PERUGIA, Annuario.
Anno accademico 1973-74. Perugia,
1974, pp. 934, ilL, ril.

Fra le altre notizie, l'attività pub-
blicistica dei docenti e le tesi di
laurea, con numerose voci riguardanti
l'Umbria.

AL. €. P.

FABBRI LIONELLO, Spoleto. La città
e il festival. Spoleto, 1975, pp. n.n.,
HL, TIE

Presentata da Piero Dallamano,
una raccolta di splendide immagini
fotografiche, che sono il racconto vi-
sivo della bellissima città e del suo
‘festival, scelte tra migliaia. L’A. è,
infatti, il fotografo ufficiale della ma-
nifestazione « menottiana ». Precise ed
esaurienti le didascalie, anche in
inglese.

AC. D;

Fare comunicazione. Una proposta,
una pratica. Quaderni Regione del-
lUmbria: Ricerche. Perugia, 1975,
pp. 386, ill. b.n. e a c.

Ricerche teatrali del Teatro movi-
mento cooperativa di Foligno, diretto
da Alfio Petrini. Ricerche sulla con-

m ere LL

dizione contadina, testi teatrali del
Petrini. Indicazioni e metodologie per
l'animazione teatrale e culturale. Mol-
to materiale non troppo bene orga-
nizzato del quale non è facile tenere
il bandolo.

Aut CBE.

Ingresso in Diocesi di Monsignor Lucio
Decio Grandoni Vescovo di Todi.
TOdk=1979,-Dp: 72;. ill

Omaggio al Vescovo di Todi e Or-
vieto, di nascita tuderte. Ritratti dei
predecessori. Cronaca della cerimonia.
Saluto dei Sindaci dei comuni della
Diocesi. Notizie rapide su Todi e sui
comuni della Diocesi. Altre notizie
e illustrazioni.

Aso Dp

Iniziative per restauro monumenti di
Norcia, in «Bollettino italiano »,
1975; 13, p.10.

Per l'anno in corso si prospetta il
restauro della chiesa di San France-
sco, del secolo XIV.

ROPR

Perugia in A. Perugia, Edimark,
1975, pp. 248, pp. n.n., ill.

Volume celebrativo del passaggio

in serie A della squadra di calcio
del «Perugia», che contiene, però,
anche notizie e immagini della città.
Il taglio di costume è fornito da
testi di Alimenti, Barendson, Valenti,
Martellini, Citterich, Stinchelli. In-
teressante la storia della società cal-
cistica. Belle le fotografie di Um-
ls uc Ai 0

SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 365

berto Raponi. Ha curato il volume

Antonio Carlo Ponti.
pp

Perugia l'altrojeri a cura di GrAcoMo
SANTUCCI. Perugia, Benucci, 1975,
pp. 141, ill.

Un libro fotografico, ossia raccolta
di vecchie immagini e cartoline, or-
dinate per argomento e con veloci
didascalie. Il curatore vi premette
un'affettuosa, commossa prefazione.

ASQ B.

PEZZELLA SALVATORE, (Gastronomia
umbra del ’700. Cortona, 1975,
pp. 68, ill.

La trascrizione da un antico ma-
noscritto di ricette curiose a base di
uova. Il documento è presso la Bi-
blioteca di Assisi. Il libretto, con
glossario e introduzione, è davvero
godibile.

A SC. P.

VALERI Mino, In una lapide secen-
lesca una pagina di storia ternana,
in «Rassegna economica », XI
(1975), 3-4, pp. 49-52.

La lapide, apposta su un lato della
torre dei Barbarasa, ricorda la pro-
cessione con le reliquie del Sangue di
Cristo organizzata dal vescovo di
Terni Sebastiano Gentili in occasione
della pestilenza del 1657.

B E

Rarri FnaANCO, Organi antichi di
Gubbio, in «Italia nostra», XVIII
(1976), 136-137, pp. 22-23.

x

Si sollecitano interventi per il pron-
to restauro degli organi e per la loro
utilizzazione.

P.sP.

Cattolici e Comunisti in Umbria, in
«Cronache Umbre », 1976, 1, pp.
14-82.

Risposta alla Pastorale di mons.
Pagani, contributi di cattolici sulla
«questione comunista » e i cattolici.

AG,

Comune di Bettona. Provincia di Pe-
rugia. Premio Bettona Primo Mag-
gio 1976. Catalogo a cura di GLAU-
co PELLEGRINI. Perugia, Litografia
Urbani, 1976, pp. 62, ill.

PSP;

GnRuPPO ARCHEOLOGICO SUB «OnsA
MINORE». PERUGIA, Immersione
nel « Pozzo della Sapienza» - Pe-
rugia, in «Prospezioni», I (1976),

| pp. 74-77.

Ad un breve ragguaglio della ri-
cognizione del più famoso pozzo me-
dievale di Perugia, segue un piano di
lavoro per il 1976-77, che prevede
l'esplorazione e la scrupolosa scheda-
tura di dieci tra pozzi e cisterne.

PB:

Il Lago Trasimeno e il suo Compren-
sorio: uno scottante problema aperto.
Numero speciale di « Quaderni Um-
bri », 4, giugno 1976, pp. 1-80, ill.

Contiene, dopo una presentazione
di Filippo Micheli e un’antologia di
giudizi e pareri sul problema urgente
del Trasimeno, linchiesta di Gian-
franco Ricci, già apparsa su «La
Nazione », Trasimeno : malato difficile.
Ha curato il numero speciale Antonio
Carlo Ponti. Le fotografie sono di
Pietro Crocchioni.

PP.

PISTELLI SENOFONTE, Storia di Pie-
garo e delle sue vetrerie. Castiglion
della Valle, Tip. Cosucci, 1976,
pp. 103, ill.

1) Storia di Piegaro. 2) Le vetrerie
piegaresi dalle origini al 1975. 3) Pie-
garesi illustri. Bibliografia (24 titoli).

A. (SP.

SBrILLO SIENA MARIO, Storie del mio
paese. S. Maria degli Angeli, Ti-
pografia Porziuncola, 1976, pp. 51.

Appunti e notizie sul passato e sul
presente del territorio della parroc-
chia di Torchiagina (Assisi).

E...

SiMoNGINI FRANCO, Hicucci Ro-
MANO, Da questa Città da questo
Castello. Città di Castello, Edizioni
Il Trovatore, 1976, pp. 48 n.n.,
ill.

Cinque magistrali xilografie del bra-
vissimo incisore tifernate, su un poe-
metto di Franco Simongini dedicato
alla città, vista simbolicamente come

366 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

dimensione perduta e come possibile
luogo d’approdo.
A GUB.

Umbria, una regione in lotta. 20.000
in piazza a Perugia. Perugia, Fe-
derazione Regionale CGIL-CISL-
UIL del'Umbria, 1976, pp. 110
ill.

Si tratta della documentazione foto-
grafica dello sciopero generale e re-
gionale del 3 febbraio 1976, indetto
per lo sviluppo economico, l'occupa-
zione e il rinnovo dei contratti. Il
libro contiene anche relazioni socio-
economiche e parte dei discorsi dei
Segretari regionali, e anche una ras-
segna della stampa. Ha curato e
impaginato il volume Antonio Carlo
Ponti.

PSR

SANTARELLI GiUsEPPE, Le leggende
dei Monti Sibillini. Montefortino,
Edizioni « Voce del Santuario Ma-
donna dell’Ambro », s. d., pp. 94,
4 tavv. Î.t.

È una garbata e attenta rievoca-
zione delle leggende di remota origine
aleggianti intorno ai Monti Sibillini,
posti tra Marche e Umbria ; leggende
imperniate sulla Grotta della Sibilla
e sul Lago di Pilato: vi sono nar-
rate le vicende dei ripetuti tentativi
di esplorazione della Grotta.

GG.
——*

tx d o oe

SIGLE DEI COLLABORATORI

Antonio Carlo Ponti
Carlo Alberto Calistri
Carlo Pietrangeli
F. Federico Mancini
Franco Mancini

Franco Mezzanotte

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Giovanni Cecchini
Gisa Giani

Maria Scaramucci
Paola Pimpinelli

Ugolino Nicolini

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INDICE DEL VOLUME

Note e documenti

GIANFRANCO BINAZZI, Su di un rilievo tardo-repubblicano del Museo
Givicodi Terni [fc

I Deua-Su, Sulla « Decollatio Sancti Iohannis Baptistae » del pas-
sionanto Derüugino - — - — 4-9 . 9 8 807. 408r ou» 208

FRANCESscO SANTUCCI, Note di toponomastica assisana . . . . . . . » 223

P. Gino ZANOTTI, O.F.M. Conv., Antonio da Pisa e il suo trattatello
sulle wetrater 4-9 II

Archivi e collezioni

GIOVANNA CASAGRANDE, Inventario dell'archivio del monastero della
Bedta:. Colomba Rie Sn cia ADT

eei — — cr

FrANcEsco SANTI, La quadreria di Lione Pascoli . . . . . . .. » 267

Carteggi

| GIAN Braaro Funrozzi, Luigi Mercantini politico : Dieci lettere inedite
| ad Ariodante -Babrelli 5. Vu n 888

Segnalazioni bibliografiche... S s. ood Sor MAD.

Registrazione presso il Tribunale di Perugia, Decreto n. 367 del 18-7-1968

(» Pnor. Pier LORENZO MELONI - Direttore responsabile
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