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Pubblicazione semestrale - Sped. abb. post. Gruppo IV

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Città di Castello (Perugia)

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Memorie

La chiesa e il monastero olivetano
di S. Secondo nell’isola Polvese *

Aspice, surgit adhuc summo de vertice turris,
aere sonora prius, nunc fere muta sacro.

La recente decisione dell'amministrazione provinciale di Peru-
gia di procedere all’acquisto dell’isola Polvese per la somma di 850
milioni di lire », pur se assunta tra vivaci polemiche, ha avuto l'in-
discutibile merito di promuovere il riscatto dell’isola dall’anacroni-
stica condizione in cui l’aveva relegata un regime di proprietà pri-
vata quanto mai elitario ed esclusivo, protrattosi per un ottanten-
nio ?, restituendo all'uso pubblico, vale a dire al responsabile godi-
mento di tutti i cittadini, un bene naturale, un patrimonio storico,
artistico, botanico, faunistico ed ambientale di eccezionale interes-
se 9».

Cosi nell'estate del 1974, con l'inserimento del suo approdo nel-
la rete di navigazione del Trasimeno, é cominciata anche per l'iso-
la Polvese l'era del turismo di massa. Ed è quindi divenuto possibile
per tutti visitare questo felice lembo di terra sospesa tra l'azzurro
del lago e del cielo, e lasciarsi catturare dal fascino penetrante di
questa sorta di eden domestico, cosi vicino nello spazio e insieme
cosi remoto nel tempo. E puó capitare a chiunque percorra a piedi
il sentiero che si snoda tra cespugli di oleandri e rosmarino o spal-
liere di melograni, osservando in lontananza il timido apparire delle
lepri, nel silenzio rotto dall'improvviso frullare del fagiano, di sen-
tirsi a poco a poco pervadere l'animo da prepotenti sensazioni ter-
restri, assai prossime a quello che si suol definire un sentimento pa-
nico della natura. È per questo forse che giunti alla sommità della
collina, o alla svolta del sentiero, l'inaspettata apparizione del com-

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202 MARIO RONCETTI

plesso architettonico di S. Secondo, col campanile smozzicato ma an-
cora austero e solenne, pur nel desolato abbandono dei rovi tra cui
pascolano solitarie le capre, colpisce maggiormente e riconduce qua-
si per contrasto a pensieri ed interrogativi religiosi.

Da uno stato d’animo siffatto dunque è abbastanza naturale
che nascesse il proposito di investigarne la storia.

È a tutti nota la singolare prerogativa che all’isola Polvese spet-
ta nella storia medioevale di Perugia, per essere relativa a quella
comunità isolana il più antico documento rimastoci attestante l’esi-
stenza delle istituzioni comunali nella nostra città. Si tratta della
celebre sommissione del 1139, ricordata da tutti gli storici ‘locali, i
quali peraltro narrando l’episodio, non solo sono sistematicamente
incorsi in un curioso errore di data (anticipando il fatto al 1130), ma
hanno generalmente utilizzato il documento per accreditare il mito
di una primitiva forma di democrazia che avrebbe caratterizzato fin
dalle origini le strutture del comune perugino ?. Ma che questa non
sia altro che una leggenda, alimentata dallo spirito patriottico e ri-
sorgimentale degli storici dell'Ottocento, è stato dimostrato in ma-
niera convincente dal Grundman, il quale proprio attraverso l’ana-
lisi dei nomi dei consoli presenti alla sommissione del 1139 ha pro-
vato che l’antico comune di Perugia, al pari di molti altri comuni
italiani, era inizialmente controllato da una oligarchia di nobili pro-
prietari terrieri 9.

Una universitas hominum, senza dubbio una delle più importanti
del lago, è dunque attestata nella prima metà del secolo xt nell'isola
Polvese ; e nel contesto di un tale insediamento civile è logico sup-
porre fin da allora l’esistenza di edifici religiosi. Ciò è confermato
dal privilegio concesso nel 1145 dal papa Eugenio III all’abbazia di
S. Salvatore di Monte Acuto, nel quale tra varie chiese del territorio
perugino sottoposte a quel monastero si trova anche «. . .cella sancti
Juliani in insula Pulvensi, posita scilicet in lacu Thrasymeno, cum
servis & piscariis suis...» 9. La concessione sarà rinnovata nel 1210
dall'imperatore Ottone IV nei termini seguenti : « Item omnes cellas
in insula Pulvesi [sic] cum duabus piscariis in loco, qui dicitur Aque,
cum colonis ibi residentibus » ?.

Ma il più antico documento perugino nel quale appaia il nome
di S. Secondo è il celebre diploma imperiale del 1163 indirizzato da
Federico I al vescovo e al capitolo della cattedrale di Perugia 9 ; in S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 203

esso l’imperatore afferma che « . . .Iohannem ecclesie Perusine electum
nec non et Bertraimum eiusdem ecclesie archipresbiterum, cum epi-
scopatu et canonica beatorum martirum Christi Laurentii et Her-
culani, ac tota ecclesia Perusina cum personis omnibus et possessio-
nibus ac bonis ad ipsam ecclesiam pertinentibus in nostre imperialis
defentionem protectionis recepimus », passando quindi ad elencare
«nominatim » le chiese soggette, tra le quali figura appunto «Ca-
nonica sancti Secundi » ». È vero che non sono fornite al riguardo
le solite specificazioni geografiche, ma che si tratti del nostro S.
Secondo é fuori discussione, dal momento che in tutta la diocesi vi
è una sola chiesa con questo titolo !°). Ed è una chiesa parrocchiale,
una canonica appunto, cosi come viene definita nel diploma impe-
riale; una chiesa che afferma ben presto la propria supremazia su
tutte le altre chiese e cappelle della zona, meritandosi il titolo di
pieve. Con tale appellativo infatti viene ricordata nel privilegio con
cui Innocenzo III conferma al vescovo di Perugia Giovanni e ai suoi
successori il possesso dei beni spettanti alla chiesa perugina : «...In
insula Pulvensi plebem S. Secundi cum cappellis et omnibus ad eam
pertinentibus . . . » ?».

Il discorso si allarga se prendiamo in considerazione la cospicua
documentazione relativa all'antica badia di Farneta in Val di Chia-
na. Qualora infatti si debba ritenere autentico, nonostante qualche
dubbio avanzato in proposito, l'amplissimo privilegio concesso a que-
sta abbazia dall'imperatore Enrico II nel 10142», la presenza di
edifici religiosi nell'isola Polvese viene ad essere attestata con un
secolo e mezzo di anticipo, nei termini seguenti : « Medietatem Laci
cum tribus Insulis majore, minore, et Pulvense, cum Ecclesiis Sancto-
rum Secondi, Stephani, Leonardi, Petri, et Angeli, cum earumdem
omnibus pertinentiis, et juribus » ?».

Nella bolla di Gregorio IX del 17 dicembre 1238, che costituisce
l'altro caposaldo del codice diplomatico farnetiano ed è il primo do-
cumento ricordato dagli storici olivetani di S. Secondo *), la nostra
chiesa è nuovamente qualificata col titolo di pieve : « Plebem Sancti
Secundi de Insula Pulvense cum omnibus pertinentiis, et juribus suis,
cum Ecclesiis Sanctorum Angeli, Petri, Leonardi cum omnibus juri-
bus, et pertinentiis eorum » 9. Coevo al suddetto privilegio pontifi-
cio é il Liber censuum Ecclesiarum subiectarum Abbatiae Farnet. pub-
blicato dal Lancellotti '9, dal quale si può ricavare l'entità del tri-
buto in cui annualmente si concretava quella soggezione : « Item sol-

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204 MARIO RONCETTI

vit, et solvere debet pro Eccl. S. Secundi de insula Pulvensi 4 lib.
cerae, et 4 corbas gran. et tenetur solvere annuatim. Item solvit,
et solvere debet pro Eccle. S. Petri seu S. Leonardi de dicta Insula
3 lib. cerae nomine pensionis, et sex salmas gr. etc. » 1”).

Ma sui controversi rapporti tra la chiesa di S. Secondo e l'abba-
zia di Farneta, protrattisi fino al termine del secolo xiv, il discorso
sarà ripreso piü avanti.

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Conviene intanto accennare ai nomi di alcuni rettori, quei pochi
che l'esame dei documenti fa riemergere dalle nebbie del passato.
Di uno di questi, Bendefende, sopravvive la memoria perché nel
giugno del 1287 rimase vittima di un tragico fatto di sangue. L'epi-
sodio balza nella sua drammatica evidenza dalle pagine dell'inqui-
sitio 18) che il capitano del popolo Giacomo Bossi conduce attra-
verso il giudice delegato Gigoto de la Mayrolla a carico di due isolani,
Francolo Bocoli e Giovannello Tronci, accusati di aver aggredito
con armi proibite «in strata publica in pertinenciis ville Fontane »
(dunque sulla via che da Perugia conduce al lago) e aver recato of-
fesa «in personam dompni Bendefende rectoris ecclesie Sancti Se-
condi ville insule Pulvensis », di averlo trascinato « usque ad unum
campum grani » ed ivi di averlo fatto oggetto di « quamplures per-
cussiones », causando ferite da cui « multus sanguis exivit », tantoché
«dictus dompnus Bendefende est proinde in articulo mortis ». Non
conosciamo il movente di un tale delitto ; le fonti ci dicono solo che
le autorità «intendunt inquirere » e i responsabili del misfatto « pu-
nire et condemnare secundum formam iuris et statutorum et ordi-
namentorum comunis et populi Perusii ». Il 6 giugno i due presunti
colpevoli vengono imprigionati '9 ; interrogati dal giudice si difen-
dono sostenendo di essere stati provocati e di aver agito per legitti-
ma difesa. Il 16 giugno viene disposta una perizia, dando incarico a
«magistro Iacobo de Senis » di appurare se le ferite riportate dalla
vittima possano essere ritenute mortali. Ma nel frattempo arriva la
notizia : Bendefende «mortuus est ». Un evento dunque ben piü grave
delle lesioni, per cui: « Superseditur huic inquisitioni quia proceditur
alibi pro homicidio dicti presbiteri ». La nuova inchiesta inizia con
la citazione dei rei il 21 giugno e prosegue nei giorni 26, 28 giugno
e 1° luglio, quando Giovannello, invitato a giurare «si est culpabilis
de predictis contentis in dicta inquisitione in toto vel in parte »,
«respondit et dixit suo sacramento quod non ». E qui si interrompe
la documentazione relativa a questo procedimento.

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S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 205

Una quarantina d’anni dopo troviamo rettore di S. Secondo l’ar-
ciprete Egidio, del quale sono registrati cinque pagamenti di deci-
me per il periodo 1332-1334 : (12 libbre e 10 soldi cortonesi ; 12 lib-
bre cortonesi; 12 libbre e 10 soldi cortonesi ; 10 libbre e 10 soldi
cortonesi; 12 libbre e 10 soldi cortonesi) 2). È interessante notare
come nella carta geografica delle diocesi umbre allegata al secondo
volume delle Rationes Decimarum S. Secondo sia contrassegnato dal
simbolo che nella leggenda è riservato ai monasteri, sebbene il
periodo considerato non oltrepassi il secolo xiv.

Successore di Egidio sembrerebbe quel Feo da Perugia» che
svolse un ruolo di una certa importanza anche nella storia della dio-
cesi di Assisi. Leggiamo infatti che il 18 febbraio 1339 il notaio « An-
dreas Buffetti de Asisio » trascrisse un documento vescovile « co-
ram venerabili, et sapienti viro d. Feo de Perusio archipresbitero
plebis S. Secundi lacus Perusii dicecesis Perusinae, vicario substituto
a reverendo in Christo patre domino fratre Alexandro Dei, et apo-
stolicae sedis gratia episcopo Nucerino vicario reverendi in Christo
patris d. fratris Pastoris eadem gratia episcopi Asisinatis »*). Vi-
cario dunque del vescovo di Nocera, il beato fra Alessandro Vincioli
OFM, il quale a sua volta era vicario del vescovo francese Pastore
de Serraescuderio che si ritiene mai abbia messo piede in Assisi.

Nel 1348 il suddetto Feo doveva aver cessato ormai le sue fun-
zioni di pievano del lago, anche se in quell’anno «fa un legato alla
chiesa di S. Secondo » *», poiché al suo posto è ricordato quale ret-
tore, dopo Matteo di Benintende *9, Giovanni da Veroli, che fu ti-
tolare della chiesa per oltre venticinque anni, sebbene a quanto sem-
bra ne fosse ultimamente tenuto lontano dalla sua occupazione di
scrittore di lettere pontificie presso la curia romana, dove mori ?9.
Durante la sua assenza si dovette costatare che la chiesa di S. Se-
condo «in parietibus et tecto erat diruta, et nisi ei de aliquo bono
rettore provideretur omnino annichilaretur », per cui il papa Urba-
no V invitó il vescovo di Perugia a prendere provvedimenti « de dicta
ecclesia ipsamque conferendi cum omnibus iuribus et pertinenciis
suis alicui persone ydonee, quam ad hoc duceret eligendam » 29.

Abbiamo cosi nel 1363 la nuova «collazione di questo benefi-
cio »?? e nel 1368 vediamo che il perugino « Angelo di Lorenzo ne
prende il possesso »*9. Ma sebbene avesse tutte le carte in regola,
Angelo di Lorenzo non ebbe vita facile: per trent'anni il suo legit-
timo titolo venne contrastato dal potente abate di Farneta, il quale
in forza degli antichi privilegi rivendicava a sé la giurisdizione su S.
206 MARIO RONCETTI

Secondo. « Ortaque propterea inter eosdem Angelum et abbatem
super dicta ecclesia et eius occasione materia quaestionis »?9?, nel
1383 si ha una prima sentenza a favore del rettore perugino ?°),
quindi anche «Bonifazio IX conferisce questo beneficio al detto
Angelo » ®) ; finché si arriva al solenne documento del 1399, ri-
portato integralmente in appendice», che sembra chiudere la
controversia, ponendo in mano ad Angelo di Lorenzo gli strumenti
esecutivi per realizzare i propri diritti contro le ingiuste pretese
dell'abate.

Ma nel frattempo la chiesa di S. Secondo era entrata nell'area
di influenza dell'ordine olivetano. Gioverà ricordare che nel 1366,
per interessamento del cardinale romano Niccolò Capocci, il quale
al finanziamento dell’impresa aveva destinato la somma di 1650 fio-
rini d’oro, a Perugia era stato fondato il monastero di S. Maria di
Monte Morcino ??, il cui priore, insieme al vescovo, era stato chia-
mato alla direzione del Collegio di S. Gregorio (detto comunemente
Sapienza Vecchia), dal medesimo cardinale istituito nel 1361. La
nuova fondazione religiosa dunque si affermò subito come una delle
più prestigiose della città, e nonostante le difficoltà dei tempi e gli
ostacoli legali frapposti dal potente Pellino Baglioni **), riuscì in po-
chi anni ad espandere i propri possedimenti entro la cerchia delle
mura e nel contado.

Per quanto riguarda S. Secondo le fonti registrano sotto la da-
ta del 1395 « Lettere [apostoliche] di Bonifacio 9° che unisce li due
Benifici di S. Secondo del Lago, e di S. Maria Madalena di Perugia
al Monastero di M.M. » 85) ; e altrove, sotto la data del 1396 : « detto
beneficio unito a M.M. » #9) ; ed è facile immaginare a questo propo-
sito la reazione del combattivo rettore, il quale nel 1398 ottiene
una «Sentenza a favore di Angelo contro l'Abbate di S. Maria del-
l’Uliveto » 8”).

Ma dagli storici olivetani la bolla di Bonifacio IX è assegnata al
1404, ultimo anno del suo pontificato ; e poiché sembra da esclude-
re la eventualità dell’esistenza di due documenti di identico contenu-
to, fintanto che non si ritroverà l'originale, rimarrà un margine di
incertezza sulla effettiva data di inizio della storia olivetana di S.
Secondo.

Quello che si può dire, allo stato delle ricerche, è che alla svolta
del secolo il rettore Angelo di Lorenzo (non diversamente da quan-
to avevano già fatto i «frati della Penitenza »*9? che solevano riu- S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 207

nirsi nella chiesa di S. Maria Maddalena) è costretto a cedere il cam-
po: «Et in literis Bonifacianis nihil habemus de Tertiariis, at de
Angelo Rectore, quo cedente, vel obeunte, sive quavis alia ratione
dimittente SS. Secundi, et Mariae Magdalenae Aedibus Montmor-
cinium ditatur » #°). Una fonte inedita tuttavia fornisce al riguardo
ulteriori particolari : « Papa Bonifatio 9° l’anno 15° del suo papato,
essendo il Monastero nostro di M.M.®° per le guerre et altre male
dispositioni della città molto gravato, e mal ridotto, che con le sue
facoltà malamente si poteva sostentare, incorporò, et annesse la Pa-
rocchia, o Arcipretato di S. Secondo del lago di Perugia, e la Chiesa
di S.'^ Maria Maddalena senza cura in Perugia in porta Sole. Di mo-
do che cedendo, o morendo, od in altro modo lasciando le dette
Chiese Angelo di Lorenzo Rettore in quel tempo potesse il Mona-
stero pigliarne il possesso con tutte le pertinentie, e giurisditioni
loro. E perché la Chiesa di S. Secondo era, et è un mezzo miglio
distante dal popolo della parrocchia separò la cura da S. Secondo,
et per più commodezza del popolo la pose nella cappella di S. Ma-
ria dove udir potesse li divini offitii, ricevere sagramenti, e pagare le
decime, dando licenza di far governare le sudette Chiese o da preti
secolari, overo da nostri monaci a nostro piacere » ‘°).

Le difficoltà economiche sopra ricordate probabilmente sono
alla base del provvedimento preso dai magistrati perugini nel 1408,
quando la città era sotto il dominio di Ladislao re di Napoli, che vi
governava attraverso il suo vicerè Francesco Ricciardi da Ortona :
il 7 novembre 1408 su richiesta dei frati di Monte Morcino il consi-
glio dei priori e camerlenghi delle arti dispone « quod dominus po-
testas civitatis Perusii [Antonius de Vineis de Capua] supersedeat
in faciendo et fieri faciendo executionem contra ipsos fratres et eo-
rum monesterium, occaxione imposite quam diceretur ipsos fratres
debere solvere pro ecclesia Sancti Secundi lacus Perusii, et que quo-
modolibet tangeret dicte ecclesie, videlicet usque ad beneplacitum
ipsorum dominorum viceregis et priorum artium predictorum. Ita-
que durante dicto beneplacito ipsi fratres aut dicta ecclesia Sancti
Secundi vel eorum monasterium aut bona ipsorum modo aliquo pro
dicta imposita non graventur aut molestentur » 41).

La dipendenza di S. Secondo da Monte Morcino é confermata
anche dal testamento, riportato integralmente in appendice, che « do-
mina Gratiosa », moglie di Paolo Bontempi, detta nel 1418 alla pre-
senza di due monaci olivetani « ordinis Montis Morcini de Perusio »,
fra Giovanni di Cola da Perugia e fra Giacomo di Massolo da Gub-
208 MARIO RONCETTI

bio, il secondo dei quali è definito « gubernator ecclesie Sancti Se-
cundi de villa insule Pulvensis » 9. Dal testamento si evince pure
che nell’isola era ubicata la residenza del governatore del lago.

Nel 1419 (o 1420) anche la chiesa di S. Leonardo d’isola Pol-
vese, senza cura d’anime, dipendente fino allora dalla chiesa di S.
Arcangelo situata sulla costa meridionale del lago, viene aggregata
al monastero olivetano di Perugia per decisione di Martino V #9),

Mentre dunque S. Secondo non era altro che una grancia di
Monte Morcino, un episodio di eccezionale risonanza venne a scuo-
tere la sonnolenta vita dell’isola : nientemeno che la visita del pon-
tefice Pio II, avvenuta pochi mesi dopo la sua elezione. Stando a
quanto affermano gli storici locali infatti il 19 febbraio 1459 « Da
Perugia, dove dicidotto giorni s’era trattenuto, partì questo giorno
nel 1459 Pio II, in seguimento del suo viaggio per Mantova, dove
nel congresso co’ Prencipi sperava di stabilire la conclusione della
destinata guerra contro l’Ottomano, non senza pensiero di condurre
egli medesimo le genti della Crociata a danni del barbaro... e la
sera con tutta la corte andò ad Isola Polvese, et alloggiò alle spese
della città di Perugia in S. Secondo Monasterio allora de’ Monaci
Olivetani, di dove a 20 parti per Sarthiano, e di là per Siena a 21,
entrandovi poi con ogni possibile grandezza, et honore a 24 ...» ^.
Il fatto dunque è dato per certo ; qualche dubbio tuttavia nasce se
si va a ricercare la notizia nell'autobiografia del Piccolomini, i ce-
lebri Commentari, ove l’episodio è narrato nei termini seguenti :
«...Dum navigatur in insulam, in qua Pontifex apud religiosos sancti
Francisci monachos pernoctavit, siluerunt fluctus...»:9; e in una
recente versione italiana : « Nell’isola il Pontefice pernottò presso i
monaci di S. Francesco. Tacquero i venti nella sera, nell’intera not-
tata e nella mattina seguente, finché il naviglio di Pio non giunse
alla riva...»*9. Come si può vedere, anzitutto si parla di un’isola
del Trasimeno senza precisare quale; e in secondo luogo si accenna
al pernottamento in un convento di francescani, che sappiamo esi-
stere nell’isola Maggiore, non certo nella Polvese. D’altra parte sem-
bra incredibile che il papa senese possa aver equivocato tra l’una e
l’altra famiglia religiosa, scambiando per francescani quei monaci
che pure dovevano essere a lui ben familiari, dal momento che se-
nese era stato il loro fondatore e che a poche miglia da Pienza ave-
vano edificato la propria casa madre. È un piccolo mistero che si
inserisce nella millenaria storia di S. Secondo.

ME SA. d S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 209

Intanto la chiesa di S. Maria della Quercia, ove — come già
detto — per maggiore comodità degli isolani si celebravano le fun-
zioni parrocchiali, riceve nel 1449 una donazione *? e nello stesso
anno «La communità d'Isola s'obbliga darli certo pesce » #9) ; sotto
le date del 27 giugno 1474 e del 18 giugno 1475 sono registrate due
collazioni della medesima in persona dei sacerdoti Antonio e Gia-
como, dalle quali risulta ancora una volta la dipendenza da Monte
Morcino : «Cum eclesia Sancte Marie de villa insule Pulvensis co-
mitatus Perusii inmediate subiecta monasterio Sancte Marie de
Monte Morcino ordinis Montis Oliveti et membrum et de membris
prefati monasterii et Sancti Secundi de dicta villa careat presbi-
Tero»:

Ma anche a S. Secondo vanno dei lasciti e delle donazioni : nel
1460 « Un tale Accurzio fa un legato a S. Secondo » *» ; e il 29 aprile
1476 il polvesano Giuliano di Cristoforo dona una casa rusticamen-
te ammobiliata : « unam domum positam in dicta villa, fines cuius
undique vie, unam cultricem plume, unam lecticam, unum par cas-
sonum, unam vegetem et unam macteram in dicta domo existen-
tes » 9. È importante notare che nel margine del documento si leg-
ge: «Monasterio Sancti Secundi per Iulianum Christophori de villa
insule donatio » ; si direbbe cioè che in tale circostanza sia stato usa-
to quasi un termine premonitore : ci avviciniamo infatti alla data fa-
tidica che nella storia olivetana di S. Secondo fa registrare un salto di
qualità : l'erezione di un monastero indipendente da Monte Morcino.

Stando a quanto scrivono i fratelli Lancellotti, il 14 aprile 1481,
probabilmente su iniziativa degli isolani, venne promossa l'azione
mirante a far si che la chiesa fosse « honorata del titolo di Monaste-
ro » 5) ; e l'anno dopo S. Secondo «in Monasterii, seu Prioratus for-
mam Romana potestate redigitur » #). Sotto la data del 26 marzo
1482 troviamo infatti registrato nelle fonti un « Transunto publico
di Bolle della S.M. di Sisto IV per la disgregazione e separazione della
chiesa di S. Secondo dell'Isola Polvese del Lago di Perugia dal Mo-
nastero di Monte Morcino, a cui trovavasi unita, ed erezione di detta
chiesa in monastero da governarsi per l'avvenire da un Priore del-
l'Ordine Olivetano » 54).

Il 1° giugno 1482 si ha infine la presa di possesso ufficiale del
nuovo monastero da parte del priore designato fra Nicolò da Volter-
ra, con l'atto che si pubblica integralmente in appendice #9), al quale
assistono come testimoni, oltre al priore di Monte Morcino e al prio-
re di S. Anna « Pientine diocesis », due membri della nobile famiglia
210 MARIO RONCETTI

perugina dei Ranieri, cui la storia dell’isola Polvese è per molti ver-
si legata. Già infatti nella seconda metà del secolo xrv un esponente
di questa famiglia (Nicolò di Pone) era divenuto proprietario del-
l'isola, acquistandola insieme alle altre due dal comune di Perugia
per la somma di 800 fiorini d’oro (mentre erano valutate più di
3.000) : perciò dopo sei anni, nel 1378, la vendita venne annullata
e gli eredi di Nicolò vennero indennizzati «con farli descrivere nel
numero de’ creditori della Città per li 800 fiorini d’oro, che il lor
padre spesi vi haveva » 59). Un altro Ranieri poi, come vedremo, suo
malgrado legherà il proprio nome al doloroso episodio della chiusura
di S. Secondo.

Ma intanto, nel 1482, il monastero si apre con belle speranze : le
Familiarum Tabulae registrano i nomi dei cinque monaci che com-
pongono la prima comunità: il già ricordato priore «frater Nico-
laus de Volaterris presbyter», il vicario «frater Blasius de Luca »,
il cellerario «frater Laurentius de Perusia », il sacrista «frater Mi-
chael de Hispania » e il converso «frater Oliverius de Aversa » *?.
Al loro servizio si pone ben presto, come oblata e conversa, Rosa
di S. Feliciano, la quale nel 1483 dona a S. Secondo tutti i suoi beni
con l'atto riportato integralmente in appendice *9.

sotto la data del 20 ottobre 1489 le fonti registrano un atto ca-
pitolare, rogato dal notaio perugino Francesco di Giacomo, al quale
intervengono i monaci «frater Petrus Paulus de Bononia vicarius,
frater Costantius ser Urbani de Perusio celerarius, frater Felix An-
geli de Perusio, frater Franciscus de Ananea et frater Salvator de Are-
tio », oltre al priore «frater Bartolomeus Iohannis Baldini de Peru-
sio » *9, che viene nominato procuratore « per prendere possesso del-
le chiese poste nel distretto di Chiusi nel luogo detto Petrignano,
cioè di S. Ansano, di S. Angelo, di Santa Maria, di S. Cristoforo, di
S. Martino, e di S. Maria del Giglione, tutte unite al sudetto mo-
nasterio di S. Secondo » ©. Ciò che avvenne compiutamente qual-
che anno più tardi, quando « frater Lucas de Cortonio celerarius sin-
dicus et procurator monasterii Sancti Secundi de insula Pulvensi »
realizzò questa «aprehensio tenute bonorum Clusii » © in forza di
un'esplicita concessione pontificia, la bolla di Alessandro VI dell'11
novembre 1495. '

Mentre dunque si accresce il prestigio e si espande la consi-
stenza patrimoniale del monastero di S. Secondo *», viene fatto di
chiedersi quali fossero i rapporti intercorrenti tra la nuova istitu-
zione e la comunità civile d'isola Polvese. Ebbene, che questi rap-
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 211

porti non fossero sempre idillici, ma anzi che talora attraversassero
dei momenti di notevole tensione, è documentato da un processo
svoltosi a Perugia nel 1524, dinanzi al vescovo Antonio Ercolani
da Forlì, vicario del cardinale legato Silvio Passerini di Cortona.
Il 22 ottobre di quell’anno infatti nel palazzo apostolico di Perugia
compaiono « Sylvester Bernardini, Iacobus Petri massarii insule Pul-
vensis lacus Perusini » ed inoltre « Blaxius Nardi, Marchus Nardutii,
Iacobus Antonii, Thomas Iacobi et Anselmus Angeli omnes de dicta
insula », i quali sono stati citati poiché consta che «errore ducti
rusticitate et propria temeritate hactenus molestasse et turbasse prio-
rem, vicarium et monacos capituli et conventus monasterii Sancti
secundi ordinis sancti Benedicti congregationis Montis Oliveti dicte
insule in et super immissione, electione seu deputatione capellani
.. in ecclesia parochiali Sanctae Mariae dicte insule, cum dicta ec-
clesia Sanctae Mariae pertineat et spectet ad dictum monasterium
sancti Secundi et dictam religionem » *9. Riconosciute le proprie col-
pe, essi « genibus flexis et in terram prostratis... veniam humiliter
petierunt » al vicelegato e ai rappresentanti del monastero, il priore
fra Mauro da Fabriano e il sindaco e procuratore fra Giorgio da Man-
tova ; dal canto loro i monaci si impegnano per il futuro a nominare
un cappellano gradito alla comunità *?».

Ma per il secolo xvi il più importante documento rimastoci è
senza dubbio il Catasto di S. Secondo, che si pubblica integralmente
in appendice *9. Per quanto mutilo in principio e lacunoso verso la
fine, esso fornisce un quadro abbastanza eloquente delle proprietà
spettanti al monastero nella prima metà del Cinquecento. Sulla da-
tazione del documento non è possibile essere molto precisi; tutta-
via in base all’esame della scrittura e all’analisi di alcuni elementi
contenutistici si può forse restringere il periodo interessato al terzo
o quarto decennio del secolo. Troviamo infatti nominati nel testo
i beni di Gentile Signorelli, [Pier] Filippo della Corgna e Giovan
Paolo degli Oddi, tutti personaggi vissuti nella seconda metà del
7400 e primi decenni del '500 ; inoltre ad un certo punto, a proposito
di una vigna, si dice che essa « fu piantata 1.5.2. », ciò che evidente-
mente non può essere interpretato che come riferimento ad un an-
no imprecisato del terzo decennio. Ed infine in altro punto del testo
l’estensore annota che una vigna «fu de la Rosa de Santo Filitia-
no », dimostrando di avere un ricordo ancora vivo della pia donna
che nel 1483 aveva donato tutti i suoi beni al monastero.
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MARIO RONCETTI

Nel catasto sono elencate 76 partite, per le quali generalmente
vengono indicati i confini e in dieci casi anche la superficie. Le unità
di misura sono quelle consuete per il territorio perugino : le mine e
le staia *9. Dalla descrizione di questi terreni emerge una tipologia
strettamente connessa con il mondo agricolo: se alcune volte si
parla genericamente di terra o di podere, nella maggior parte dei
casi si precisa la destinazione e il tipo di coltivazione del terreno :
«terra vignata », « vigna », «terra olivata », « oliveto », « terra soda »,
« terra lavorativa », « terra boscata », «selva », « canneto ». In un ca-
so si descrive un pezzo di terra su cui sorge una casa « con lo solaio
e forno » e un'altra casa tenuta « a uso di stalla » ; in altra circostan-
za si parla di « una tenuta di terreno con olive e vignie et terra da
laorare con una columbara sopra se»; altrove si accenna a «una
casa co lo molino de olio ». Vi sono infine « orti », « casalini » e « ca-
se », ubicati specialmente nell'isola Polvese.

Spesso il catasto accenna anche al tipo di rapporto esistente tra
il monastero e gli agricoltori dei quali viene annotato il nome : un
pezzo di terra é « concesso a Biagio » ; una vigna «la demmo a Phi-
lippo de la Marchesina in terza generatione»; un'altra vigna la
«tiene al terzo Lucha di Cacho da Zocco »; certi terreni «li laorava
Valentino del Catinayo, da po loro intró Mateo di Cristophoro del
Catinaio al terzo, et comenzó l'anno 15.xr. ». Il modello enfiteutico,
cioé là concessione per tre generazioni in linea maschile, con l'ob-
bligo di coltivare il fondo e di pagare un annuo canone, sembra es-
sere quello prevalente. L'ammontare del canone é indicato chiara-
mente solo in un caso : « Certe pezze di terra ulivate e vigniate poste
nel destrecto di Passigniano : dati ... in terza generatione, per prez-
zo di lire nove de denari l'anno ». Tuttavia anche in altri casi si ac-
cenna ad una rendita : un pezzo di terra lavorativa di Zocco «sta
a olivello, et paga soldo uno l’anno »; un orto d’isola Polvese è
stato «logato ...per lire quatro de pescio sfumato »; un altro orto
lo « pegiona el Boccio de Magogo per bolini tre ». Ma non tutti i ter-
reni sono concessi in enfiteusi o affittati: in certi casi i monaci se
ne riservano il possesso diretto, specie quando si tratta di terra bo-
scata «con quercie sopra se, le quale le tenemo noi fratri per il bi-
sognio del monasterio », ovvero «la quale è .a nostro uso per la fra-
scha ».

Per quanto riguarda infine l'ubicazione dei terreni, per ciascuno
dei quali il catasto fornisce puntualmente il nome della località e
spesso anche quello del vocabolo, si può dire che le proprietà immo-

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S. Secondo : veduta generale del complesso.

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La stessa inquadratura ripresa con il teleobbiettivo.
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S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 213

biliari di S. Secondo si dispongono attorno al Trasimeno in un vasto
arco di cerchio che si estende da Passignano, Castel Rigone e Monte
del Lago *? a Zocco, S. Feliciano e S. Savino (che essendo gli ap-
prodi più vicini all’isola ospitano naturalmente la maggioranza delle
partite), prolungandosi verso sud nei distretti di Agello, Mugnano,
Montali, Fontignano e Paciano, per risalire a ovest verso Petrignano
e Pozzuolo, nella fertile pianura del Chiugi perugino.

Se da un punto di vista sincronico il catasto di S. Secondo è dun-
que un essenziale punto di riferimento, ai fini della completa rico-
struzione della storia economica del monastero anche sotto il profi-
lo diacronico sarebbe necessario procedere all'analisi sistematica dei
documenti ad esso attinenti nelle serie dei bastardelli e dei proto-
colli dell'archivio notarile *9, ció che tuttavia, per evidenti ragioni
di spazio, non possiamo compiere in questa sede.

Fonte di primaria importanza per la storia ecclesiastica di S.
Secondo dall'epoca della sua erezione al momento infausto della sua
chiusura (ed anche oltre, come vedremo) é senza dubbio quella gran-
diosa serie archivistica che si conserva nell'abbazia di Monte Oli-
veto Maggiore ed é generalmente citata col titolo di Familiarum
Tabulae. Ad essa si è fatto già riferimento ; non sembra tuttavia
inutile ricordare che si tratta dell'elenco ufficiale di tutti i religiosi
appartenenti all'ordine olivetano, descritti anno per anno e distri-
buiti nelle varie comunità (famiglie) in cui l'ordine stesso si artico-
lava, con l'indicazione degli incarichi di volta in volta attribuiti a
ciascuno. Questa distribuzione, come avverte lo Scarpini *9, si fa-
ceva nel capitolo generale dell'ordine, riunito la terza domenica dopo
Pasqua, dal quale appunto si calcolava la decorrenza dell'anno oli-
vetano.

Scorrendo la serie degli otto grandi volumi, che abbracciano il
periodo 1459-1855 ?°), è possibile dunque ricostruire la consistenza e
la composizione di ogni comunità monastica per tutti gli anni della
sua storia. Ciò che abbiamo fatto per S. Secondo, avvalendoci della
trascrizione in questo senso già effettuata dal p. Placido Lugano,
quale si conserva inedita presso l'archivio centrale dell'ordine. L'e-
lenco, che si pubblica integralmente in appendice ?), abbraccia il pe-
riodo 1482-1787 ; e per ogni anno fornisce due dati significativi: il
nome del priore (o dell'abate) e il numero dei religiosi che di volta in
volta costituivano la famiglia monastica. Gli anni mancanti nella
serie considerata sono ventiquattro (1553, 1572, 1591, 1598, 1601,

2
214 MARIO RONCETTI

1602, 1609, 1612, 1613, 1618, 1619, 1620, 1621, 1622, 1628, 1629,
1631, 1633, 1634, 1635, 1637, 1657, 1736, 1738) e si addensano so-
prattutto intorno all’epoca della crisi.

Nell’elenco è possibile riscontrare il passaggio dal titolo di fra
a quello di don, che risulta impiegato per la prima volta nel 1545 7» ;
il titolo più antico, che era stato adottato fin dalle origini in spirito
di umiltà, rimarrà d’ora in avanti soltanto per i conversi.

Nel periodo 1482-1624, che qui particolarmente ci interessa, la
media dei religiosi presenti nel monastero di S. Secondo si aggira
sulle 7-8 unità ?), passando dai 5 del primo anno ai 10 del 1499, ai
13 del 1523 (punta massima mai più raggiunta), per cominciare a
scendere nella seconda metà del Cinquecento, fino a toccare il mi-
nimo di 3 unità nel 1608.

Circa la provenienza dei priori, si può dire che la stragrande
maggioranza di essi proviene, come è naturale, da Perugia o da altre
località dell’Umbria (Visso, Trevi, Foligno); ma non pochi sono
quelli originari di Siena o di altre città della Toscana ; né mancano
priori provenienti dalle Marche (Fabriano, Camerino), dall’Emilia
(Bologna, Ferrara) o da altre città dell’Italia settentrionale (Genova,
Finale, Padova, Verona).

Si è già accennato più volte alla crisi che portò alla chiusura
del monastero di S. Secondo : è giunto ora il momento di esaminare
espressamente, nei suoi particolari, quest’episodio con il quale an-
che il presente lavoro trova la sua naturale conclusione.

Per uno strano gioco del destino, nella vicenda risultano in
qualche modo coinvolti tutti e tre i fratelli perugini d. Secondo, d.
Agostino e d. Ottavio Lancellotti : mentre quest’ultimo nella sua
Scorta sagra ci dà un essenziale e pacato racconto degli avvenimen-
ti, d. Agostino li vive in un certo senso in prima persona, essendo in
quell’epoca abate di Trevi e visitatore, quindi uno dei massimi espo-
nenti della nazione perugina, e come tale corresponsabile di quelle
decisioni che viceversa sono aspramente criticate ed avversate da
d. Secondo, il quale all'argomento dedica alcune pagine, come sem-
pre scintillanti ed appassionate, della sua inedita Historia Oliveta-
na *9. Il racconto si inizia con l'elogio del monastero di S. Secondo,
giudicato perfettamente in grado di mantenere otto monaci e quat-
iro servitori con due barche per i necessari collegamenti con la terra
ferma, cui seguono le lodi della bellezza e fecondità dell'isola. Certo
— confessa l'autore — non si può negare che sia un luogo piuttosto
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 215

solitario, ma d’altro canto non bisogna dimenticare che « è luogo di
professori di solitudine », i quali « col nome solo di monaci la ricorda-
no ». Comunque sia, l’idea di chiudere «il Lago » venne a d. Angelo
Paolucci abate di Monte Morcino (negli anni 1620-1623), il quale in
precedenza era stato più volte come cellerario e superiore a S. Se-
condo «stimato l’infima prelatura de Perugini, et aveva contratto
odio contro esso ». Ottenuto pertanto il consenso degli altri abati, i
quali (eccetto forse d. Marc’Antonio Baldeschi) lo prestarono ben vo-
lentieri « abborrendo ciascheduno che gli toccasse mai quel governo »,
il Paolucci si dette alla ricerca di un luogo vicino a Perugia ove tra-
sferire il monastero. Scartata l’idea di S. Bevignate e di S. Matteo
fuori porta S. Angelo (quest’ultimo ritenuto « troppo in faccia e pro-
spettiva di Monte Morcino »), la scelta cadde sul priorato secolare di
S. Antonio in porta Sole, grazie anche alla disponibilità del rettore
del tempo, il dottor Timoteo Timotei *9. A detta di costui la chiesa
rendeva 100 scudi di decime all’anno e altrettanto di elemosine nel-
la festa del santo patrono.

Occorreva però trovare il denaro necessario per la « spedizione
delle bolle », cioè per pagare la tassa dovuta per quel beneficio ec-
clesiastico («estinto il priorato, e convertito in beneficio semplice
della sedia apostolica ») : a tale scopo si decise di impiegare la som-
ma di 2.000 scudi pervenuti in eredità a d. Camillo Ranieri di Pe-
rugia, con i quali quel religioso aveva in un primo tempo pensato di
acquistare il podere Ranieri nell’isola Polvese, che in tal modo sa-
rebbe divenuta per intero proprietà di S. Secondo. Nunquam fuisset
pecunia illa! esclama il Lancellotti, visto l’uso diverso che poi se
ne fece. « Supplicarono dunque Roma che, stante la cattiva aria, e
la lontananza da medici nell’isola Polvese, gli Olivetani non pote-
vano più dimorarvi, e però volesse il Papa concedere loro licenza
d’abbandonarla e di procacciarsi in Perugia un luogo per erigervi un
monasterio, in vece di quello che chiedevano di abbandonare » 79).
Ma se queste erano le argomentazioni ufficiali, in realtà alla base
della richiesta stava — come già accennato — il timore di dover
assumere un giorno o l’altro quel « governo del Lago », che perfino
il venerato maestro del Lancellotti, l'abate perugino d. Lorenzo Sal-
vi era riuscito abilmente ad evitare nel capitolo generale del 1571 *?.
«Quasi dunque luogo infame, et inabitabile et in realtà per essere
reputato troppo rimoto dalle secolaresche conversazioni » *9.

Ottenuta comunque dal papa Gregorio XV la bolla che autoriz-
zava il trasferimento del monastero di S. Secondo a S. Antonio ??),
216 MARIO RONCETTI

l’abate Paolucci si presentò dal vescovo di Perugia Napoleone Comi-
toli per chiederne l’esecuzione ; ma dal santo prelato si ebbe un netto
rifiuto, motivato soprattutto da ragioni morali, essendo S. Anto-
nio «luogo senza forma, attorniato da ogni parte da meretrici ». Il
15 luglio 1623 d. Angelo Paolucci moriva senza poter vedere la rea-
lizzazione del suo disegno.

Gli successe come abate di Monte Morcino d. Marc’ Antonio Bal-
deschi, proveniente proprio dal priorato del lago, il quale non es-
sendo mai stato troppo entusiasta del progetto, cercò per qualche
tempo di rinviarne l’esecuzione. Ma infine anch’egli dovette piegar-
si alle pressioni esterne, tanto più che nel frattempo al vescovo Co-
mitoli era succeduto il cardinale Cosmo de Torres, di idee assai di-
verse da quelle del predecessore. Così il 17 novembre 1624, alla pre-
senza del vicario generale Giulio Cesare Borea, si ebbe la presa di
possesso del nuovo monastero da parte dell’abate Baldeschi, con
l'intervento di tutti i suoi monaci e delle confraternite di S. Giovan-
ni Battista e di S. Antonio, « processionalmente, cantandosi da un
buon coro di musici il Te Deum » s».

Cominciò subito dopo lo spoglio (o come dice il Lancellotti, il
saccheggio) di S. Secondo, le cui suppellettili sacre e profane (com-
presa la tavola di Sinibaldo Ibi raffigurante la Madonna con Bam-
bino e santi) # vennero trasportate a S. Antonio, ove nel pensiero
degli abati perugini si sarebbe dovuto edificare un sontuoso mona-
stero (« poco meno che un Escuriale » !), occupando per intero l'area
del bastione sino alla porta omonima. E per finanziare questo gran-
dioso progetto, che una volta realizzato avrebbe posto fuori gioco
anche Monte Morcino (« Che ha da farsi colassù a quel Monte Mor-
cino, lontano, scomodo, che non ci si vede mai nessuno, in ogni modo
è vecchio, è un’anticaglia, che non può più stare in piedi e minaccia
da ogni parte rovina ? »), si cominciò a ventilare l'idea di vendere
non solo S. Secondo del lago (per meno di mille scudi, mentre era
valutato più di 15.000), ma anche l’ospizio perugino di S. Maria Mad-
dalena. Al che il Lancellotti si senti ancora una volta trapassare il
cuore e parlandone un giorno col visitatore Alessi cercò di dissuaderlo
dal realizzare tale proposito, ma venne messo ben presto a tacere
con frasi del tipo « che avevamo da far noi in questo . . .che lascias-
simo fare a chi toccava...che noi volevamo contradire a Superiori
et a tutti! E che eravamo inquieti e sediziosi...» 82).

La dura realtà delle difficoltà economiche, delle liti con l'ex-
priore Timotei, dell’impossibilità di ottenere il bastione (anche se

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S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 217

nel 1634 si ottenne un orto contiguo al monastero, in cambio dei
bagni di S. Galgano ceduti al comune di Perugia *2, s’incaricò di
ridimensionare le idee grandiose degli abati perugini, cosicché «S.
Antonio, che doveva essere uno de vaghi, compiuti et illustri Mo-
nasteri Olivetani, oggi è uno de tanti, imperfetti et oscuri, che sia-
no? #4):

Per contrasto la memoria del Lancellotti ritorna con accorata
nostalgia al felice ricordo di S. Secondo, ritenuto perfettamente ido-
neo ed economicamente autosufficiente ; e di fronte alla pervicace
ottusità dei responsabili di tanta rovina, l’indignazione esplode « con
furore poetico » nella composizione dei seguenti distici elegiaci :

Aspice tres inter celebri, aspice stat Trasymeno
Insula Pulvensis nomine dicta Lacu.

Aspice, surgit adhuc summo de vertice turris,
Aere sonora prius, nunc fere muta sacro.

Hic non vilis erat, nec visu indigna Secundo
Aedes patrono prisca dicata meo.

Huic et erat, credas, niveae sat honora cohorti
Nostrae, satque capax [a]edificata domus.
Lustraque iam, quales sint ter prope dena recessus
Constat Oliviferos incoluisse Patres.

Linquant praesulibus vada cum Trasymena quibusdam
Mens est, et valeant tecta reposta nimis.
Facto pretexunt plura, ac super omnia caelum
Quod grave, nec morbo qui ferat adsit opem.
Antonii sociis statuunt habitacula templo

Ecce Secundanis hinc fore iuncta tuo.

Urbis ubi dicunt capiat sibi commoda quivis,
Quotidie, si vult, possit adesse foro.

Ergo Pulvensis transfertur tota supellex

Totae Pulvensae huc cumulantur opes.
Maiorum remanete Lares, remanete labores
Inculti cineres, ossa sepulchra Patrum.

En fastiditi vobis dant terga nepotes,

Cum vobis ullus posteritatis amor ?

Quid facerem spectans, heu, hasce Secunde ruinas ?
Quid quid flagrem erga te pietate iuvat ?

Si quamvis senior praetio non [a]estimor ullo ?
Non meus aut petitur calculus, aut it iners ?
At fortasse Deo maior, fortasse Secundo

Cedat ob id nobis gloria, cultus, honor.

O utinam hoc saltem, o utinam sperare liceret

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218 MARIO RONCETTI

Sed scio spem cautos non penes esse viros.

Quantum animis erroris inest ! fors tu Angele quantum
Nunc das supplicii, fax, et origo mali.

Hoc cadit, hoc propter pessum puto, grande piaclum,
Natio sic misere sors Perusina iacet 85),

Ma ormai non si poteva tornare indietro. E così, rimasto nel-
l'isola Polvese un monaco per la cura delle anime, secondo quanto
si legge nella Scorta sagra *?, il 7 maggio 1625 entrò nel nuovo mo-
nastero di S. Antonio il primo abate, d. Vincenzo Pallini da Firen-
ze, con la sua famiglia di religiosi. La data sembra in contrasto con
quella che figura nell'elenco riportato in appendice ; ed anche l’esa-
me diretto delle Tabulae conferma essere ancora formalmente aperto
nel 1625 S. Secondo, e solo dal 1626 istituito S. Antonio *». La spie-
gazione di ciò probabilmente è da ricercare, come suppone il Binac-
chiella, in una sorta di sfasatura esistente tra lo stato di fatto e lo
stato di diritto **.

Dal 1640 comunque il nuovo monastero assume ufficialmente il
titolo «S. Secundi et Antonii », per sottolineare la continuità della
istituzione, dal momento che, fra l'altro, si mantiene con le medesime
entrate di cui disponeva il monastero d'isola Polvese. E per cele-
brare piü degnamente il santo la cui festa ricorre il 1^ giugno 8°) e del
quale si venera nella nuova sede la reliquia di un braccio, nel 1641
viene a lui dedicata una cappella per iniziativa di d. Agostino Lan-
cellotti, in quel tempo visitatore triennale dell'Umbria 99).

Passerà un secolo, e nel capitolo del 1737 tenutosi a Monte
Oliveto Maggiore sarà deciso il trasferimento in città anche del mo-
nastero di Monte Morcino, poiché il vecchio edificio minaccia ro-
vina *9 ; e cinquanta anni più tardi, per finanziare il completamen-
to della imponenete costruzione di Monte Morcino nuovo (la vec-
chia idea dell'Escuriale stava prendendo forma !) si deciderà di chiu-
dere il monastero di S. Antonio e Secondo, la cui ultima registra-
zione è appunto del 1787 *».

Di questa chiusura non fa cenno il Belforti, né parlando di S.
Antonio *), né nelle pagine che dedica all'isola Polvese : ciò signifi-
ca che egli scrive prima di quella data, anche quando afferma, a pro-
posito di S. Secondo : « È questa Chiesa presentemente diruta, ben-
ché molto si distingua dell'antica sua forma, ed architettura » *9. Giu-
dizio che potrebbe valere anche oggi, a due secoli di distanza, poiché

PLU PRU ri pene cr iis usitate d
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 219

tale è l'impressione che la rovina del complesso suscita nell'animo
del visitatore. Della chiesa infatti sopravvive quasi per intero la fac-
ciata, nella quale si aprono un rosone al centro e due coppie di fi-
nestre sovrapposte ai lati; la porta d’ingresso è sovrastata da un
architrave pericolante (spezzato) e dal vano di una lunetta. Quello
che resta delle pareti perimetrali e dell’abside invece non supera di
molto l'altezza d'un uomo. Il campanile si eleva lungo il fianco si-
nistro della chiesa, in corrispondenza dell’angolo nord-orientale, ed
appare in buone condizioni fino alla cella campanaria che prende
luce da quattro finestre a sesto acuto ; è invece mutilo nella parte
cuspidale.

Il materiale impiegato nella costruzione (blocchi piuttosto ir-
regolari di pietra calcarea alternata con l'arenaria ; in certi punti
laterizi) conferisce all’insieme quell’effetto ottico, quell’aspetto che
è stato giustamente paragonato alla trama di una rustica tela 99).

All’interno la chiesa si presenta come una basilica a tre navate,
che dovevano essere separate da due filari di pilastri alternati a co-
lonne, sostenenti archi a tutto sesto ; verso l’abside s’intravvede l’in-
gresso al vano della cripta, sfuggita ad una recente rassegna delle
cripte umbre *9. Alla destra dell'abside si apre un vasto locale, ag-
gettante rispetto al resto della costruzione (forse la sagrestia ?), che
funge da collegamento con l’edificio del monastero. Questo si svi-
luppa perpendicolarmente alla chiesa ; osservandolo da est in esso
sono riconoscibili le tre finestre ogivali della sala capitolare e al se-
condo piano le finestre più piccole delle celle dei religiosi. Nella fac-
ciata ovest, quasi per intero ricoperta da piante rampicanti, si apre
la porta d’ingresso principale, sulla cui architrave di pietra serena è
scolpito lo stemma dell’ordine olivetano. Protetto da questo lato
dell’edificio monastico e dal fianco destro della chiesa doveva qui
sorgere il chiostro, che dagli altri lati solo il cielo e il lago aveva per
confine.

Come si vede dunque, nel suo piccolo, nella sua dimensione ru-
stica e provinciale, anche il monastero di S. Secondo rispettava i
i canoni architettonici che caratterizzano i più rinomati complessi
abbaziali *?.

Manio RoNCETTI
220 MARIO RONCETTI

BIBLIOGRAFIA

FONTI INEDITE

CHIUSURE (Siena), Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Archivio Storico
(= MOM)

Chronicon Cancellariae, A. La più antica cronaca ufficiale dell’ordine,
contenuta in un codice miniato redatto in bella scrittura uma-
nistica.

Familiarum Tabulae. Otto volumi segnati Canc. x, nn. 2-9 (il n. 1 è
andato perduto). Si indicano gli estremi cronologici di ciascuno :
n. 2 (1459-1517), n. 3 (1518-1557), n. 4 (1558-1598), n. 5 (1599-1643),
n. 6 (1644-1677), n. 7 (1678-1700), n. 8 (1701-1742), n. 9 (1743-
1855).

Regestum omnium scripturarum Archivi Procurariae Generalis Olivetanae
(Procura Generale 1x, 1).

Stato dei monasteri. Rassegna delle entrate e delle condizioni economi-
che di ciascun monastero, compilata nel 1651.

LANCELLOTTI SECONDO. Dell' Historia Olivetana de suoi tempi Libri XII.

Manoscritto inedito, composto in Perugia l'anno 1636 (cc. 181r-
301r).

PERUGIA, Archivio di Stato (— ASP)

Archivi Giudiziari, Processi e sentenze della Curia del Capitano del
Popolo (1263-1491), anno 1287, nn. 39/2, 41/1.

Fondo Notarile, Protocolli: notaio Onofrio di Gilio;^n^^27;-c- 167f
(anno 1395); notaio Francesco di Giacomo di Francesco, n. 208,
cc. 183r-184r (anno 1476), n. 213, cc. 358v-359r (anno 1481), n.
215, c. 408r (anno 1483), n. 216, cc. 556v-560v (anno 1484), n.
217, c. 477r (anno 1486), n. 218, cc. 657r-658r, 708v-711v (anno
1487), n. 220, c. 302r (anno 1485), n. 221, cc. 1r-2v (anno 1488),
n. 223, cc. 113v-118v, 502rv (anno 1490), n. 225, cc. 80v-82r (an-
no 1492) ; notaio Tancio di Nicolò di Tancio, n. 269, c. 38v (anno
1464), n. 276, c. 84r (anno 1486) ; notaio Giuliano di Piero, n. 446,
cc. 69v, 178r (anno 1482), n. 448, cc. 74r, 111r-112v (anno 1501) ;
notaio Mariotto Calcina, n. 474, cc. 186v-187v (anno 1495), n.
488, c. 201r (anno 1506), n. 494, cc. 476v-478r (anno 1523), n.
495, cc. 165v-166r (anno 1524), n. 498, c. 41r (anno 1530) ; notaio

Giovanni Francesco di Pietro di Francesco, n. 554, c. 93v (anno

1507); notaio Giovanni Maffani, n. 559, c. 297r (anno 1536), n.

e EE SUL; — se

—— cg
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 221
560, cc. 202v (anno 1542), 312r-322r, 327r-331v (anno 1543), n.
562, c. 451r (anno 1554); notaio Simone di Francesco, n. 595, c.
2r (anno 1497).

Bastardelli : notaio Simone di Giovanni, n. 241/4, cc. 33r-36v (an-
no 1464), n. 242/1, cc. 2v-7r (anno 1466) ; notaio Giuliano di Pie-
tro, n. 418, c. 30v (anno 1483), cc. 102v, 104r, 140v-144v, 147r
(anno 1484); notaio Cipriano di Bartolomeo, n. 452, c. 17v (an-
no 1485), c. 267v (anno 1487); notaio Biagio di Paolo di Biagio,
n. 685, c. 289v (anno 1508 : capitolo).

Archivi di Corporazioni Religiose Soppresse, Conventi e monasteri im-

precisati, Pergamene.

Monte Morcino, Pergamene.

Monte Morcino, Miscellanea, n. 3 (Istromenti diversi, 1408-1481),
n. 6 (Copie d'istromenti diversi, 1495-1505 ; sulla copert.: Con-
tractus Monasterii Montis Morcini Manu Ser Petri Pauli), n. 31
(Scritture diverse, 1378-1740), n. 43 (Raccolta di memorie diver-
se, 1362-1726 ; sul dorso : Ricordi), n. 45 (Indice delle bolle, 1371-
1747), n. 46 (Indice generale delle scritture, 1752).

Archivio Storico del Comune di Perugia, Consigli e Riformanze, n. 53

(1° gennaio-31 dicembre 1408).

Archivi della Congregazione di Carità di Perugia e di altre istituzioni

di assistenza e beneficenza, Ospedale di S. Maria della Misericordia,
Bastardelli, n. 10, c. 44v (anno 1349) ; Contratti vari, n. 5, c. 241v
(anno 1339), n. 61, cc. 28r-29r (anno 1404).

PERUGIA, Biblioteca Comunale Augusta (— BAP)

Sezione Manoscritti: ms. 60 (B. 4): LANCELLOTTI OTTAVIO. Scoría

sagra, vol. 1; ms. 1352: BRUNETTI GIOVANNI BATTISTA. Spoglio
di tutto il circuito dell’ Archivio Apostolico di Perugia [notarile],
vol. 11; BELFORTI GIUSEPPE-MARIOTTI ANNIBALE. Illustrazioni sto-
riche e topografiche della città (ms. 1415: P.S.) e del contado di Pe-
rugia (ms. 1422 : P.S.S.) ; ms. 1486 : Carte Mariotti, cc. 129r-130v ;
ms. 1905: RiccARDI Francesco. Memoriae ecclesiarum Dioecesis
Perusinae adnotatae per Franciscum Riccardum, vol. 111; ms. 3130 :
SrEgP1 SERAFINO. Descrizione di Perugia. Parte II. Annotazioni Sto-
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città di Perugia dal 1309 al 1491 nota col nome di Diario del Graziani

. in: «Archivio Storico Italiano », Tomo xvi, Parte Prima (Firenze,
Gio. Pietro Vieusseux, 1850).

TiMoTEi TrMoTEO. Timothei de Timotheiis I.U.D. Perus. Prothon. Apost.
Prioris S. Antonij Consultationes seu Responsa... In Perusin. S. An-
tonij cum Monachis Olivetanis. Ubi de Consensu Praelatorum in aliena-
tionibus bonorum Ecclesiae, de rebus Beneficiarijs, ac Pensionibus, &
alijs ad materiam spectantibus facili methodo agitur. Additis Sententijs ex
Responsis profectis... Ad Sanctiss. ac Beatiss. D. N. Urbanum VIII.

Perusiae, Ex Typographia Annibalis Aloysij, 1635.

——————— (aci d
————

S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 225

ToNDI BoNAVENTURA. L'Oliveto dilucidato, overo la cronica olivetana, opera
istorica del P. D. Bonaventura Tondi da Gubbio olivetano... Im Venezia,
Presso gli Eredi di Gio: Pietro Brigonci, 1686.

NOTE

* Desidero esprimere la mia gratitudine a don Costanzo Tabarelli OSB,
archivista dell'abbazia di S. Pietro di Perugia, e a don Roberto Donghi OSB,
archivista dell'abbazia di Monte Oliveto Maggiore, per i loro preziosi consigli
e la generosa assistenza prestatami ; così come al prof. Bruno Terzetti della
Soprintendenza ai Monumenti di Perugia per aver messo a mia disposizione
i rilievi tecnici effettuati per conto di quell'ufficio.

1) Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 416 del 21 (uS 1973,
avente per oggetto: Lago Trasimeno - Isola Polvese. Acquisto pacchetto
azionario della S.p.A. Immobiliare NECIT.

2) Dopo i primi acquisti del conte Vincenzo Pianciani di Spoleto (1841),
assoluto padrone dell'isola divenne nel 1893 il «miliardario » perugino Fer-
dinando Cesaroni, il quale nel 1917 la concesse in dote alla nepote andata
sposa ad Ugo Ojetti. Successivamente la proprietà passò in mano a Biagio
Biagiotti (1939) e al conte Giannino Citterio (1959). Su queste vicende v.
BiNACCHIELLA, Il lago, pp. 82-83 ; BARTOCCIONI, n. 5, pp. 42-43.

3) Cfr. la deliberazione sopra cit. e BARTOCCIONI, n. 5, pp. 43-44.

4) Sull'errore di data cfr. BoNAZZI, 1, p. 179 e BARTOLI, I, pp. 215-219
(checché ne dica BELELLI, pp. 4-5, n. 3) ; sulla persistenza del mito « democra-
tico » v. BARTOCCIONI, n. 2, p. 42.

5) V. GRUNDMAN, pp. 9-11.

) Il privilegio, dato a Viterbo il 12 giugno 1145, si trova in Annales
Camaldulenses, 111, p. 287.

?) Il privilegio, dato a Foligno l’8 febbraio 1210, si trova in Annales
Camaldulenses, rv, Appendix, n. CLXXXII, col. 292.

8) Vedine il testo in Ricci, pp. 390-409. Il documento è datato Lodi,
13 novembre 1163.

*) Ibidem, p. 398.

10) Cfr. GROHMANN, p. 40, tab. v.

1) BAP, ms. 1486, cc. 129r-130v. Il documento, trascritto dal Mariotti
«ex quadam veteri tabula ad instar triptici efformata », che come si legge
a margine «evanuit ex Cancellaria Decemvirali », presenta qualche problema
di datazione. Analizzando infatti la frase: «Datum Viterbii... decimo ka-
lendas septembris, indictione octava, incarnationis dominicae anno mille-
226 MARIO RONCETTI

simo ducentesimo sexto, pontificatus vero domini Innocentii pape III anno
decimo » si può osservare che il 23 agosto 1206 non concorda né con l’indi-
zione (ottava era nel 1205), né con gli anni del pontificato (decimo era l’an-
no 1207).

1) Cfr. ANGELLIERI ALTICOZZI, pp. 71-77; RavaGcLI, pp. 57-58; FE-
LICI, pp. 37, 125-129 e tav. 3 dopo p. 24.

13) ANGELLIERI ALTICOZZI, pp. 72-73; FELICI, p. 126.

14) LANCELLOTTI, Historiae, p. 246; TONDI, p. 106 ; SCARPINI, p. 105:
i quali tutti danno la data 1239, ma l’errore è rettificato da FELICI, p. 48,
n. 4.

15) ANGELLIERI ALTICOZZI, p. 84.

16) LANCELLOTTI, Historiae, pp. 241-242; FELICI, pp. 131-133.

1?) Ibidem, rispettivamente p. 241 e p. 131.

18) ASP, Giudiziario, Capitano, anno 1287, n. 39/2, cc. 51v-53r, 68r-69r.
Di un altro isolano dal bastone facile, certo Donato di Salamone, dovette
occuparsi nello stesso anno la medesima «curia » del capitano. Cfr. Liber
inquisitionum ..., n. 54 (pp. 324-328).

19) Ibidem, n. 41/1 (Liber in quo sunt scripta nomina carceratorum co-
munis Perusii), c. 7r.

$0) V. SELLA, I, pp. 33, 58, 80, 98, 128 (nn. 734, 1114, 1477, 1748, 2203).

*) Esattamente Feo di Benvenuto, arciprete di S. Secondo, come ri-
sulta in un documento del 30 agosto 1339 (ASP, Ospedale di S. Maria della
Misericordia; Contratti vari, n. 5, c. 241v).

2) Dr CosTANZO, pp. 279-280 ; CENCI, p. 77.

*) ASP, Monte Morcino, n. 46, p. 387 (antica segnatura del documen-
to : Cas. A, n. 67).

*) Fra Matteo di Benintende, arciprete della chiesa di S. Secondo, é
menzionato in una quietanza del 20 dicembre 1349 (ASP, Ospedale di S. Ma-
ria della Misericordia, Bastardelli, n. 10, c. 44v).

2) V. Appendice r, p. 231.

26) Ibidem.

2?) ASP, Monte Morcino, n. 46, p. 387 (antica segnatura del documen-
to*"Gas. ‘I, 17:23).

?5) Ibidem (antica segnatura del documento : T 8, 131).

29) Appendice 1, p. 232.

8) ASP, Monte Morcino, n. 46, p. 387 (antica segnatura del documento :
G8. 555, m8, T 4.1).

* Ibidem, (antica segnatura del documento : Cas. C, n. 12).

33) Appendice 1.

88) Cfr. SCARPINI, p. 49.

**) Cfr. LANCELLOTTI, Historiae, pp. 148-150.

*) ASP, Monte Morcino, n. 46, p. 203 (Il documento, la cui antica se-
gnatura era : Cass. C, 14, non è stato rintracciato).

Ul br ii. ci trentenni its i ile rin pre) nae iei ÜÍ
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 227

36) Ibidem, p. 387 (L’antica segnatura indicata è sempre : Cass. C, 14).

*7) Ibidem (antica segnatura del documento : Cas. 8).

35) « Incertum autem, qui[a] eo loco Sodales illi post nonnullos an-
nos, vel caruerint, vel abierint » afferma LANCELLOTTI, Historiae, p. 153 ;
aggiungendo che già nel 1375 la chiesa di S. Maria Maddalena aveva avu-
to un'altra destinazione. Ma sulla storia del movimento penitenziale a Pe-
rugia e in Umbria, e sulla necessità di procedere con cautela circa l'identi-
ficazione dei frati della Penitenza con i terziari francescani, vedi i recenti
studi di BELARDINELLI e CASAGRANDE.

35) LANCELLOTTI, Historiae, p. 153.

40) Im margine si legge : «1404 p.° Feb. Le Chiese di S. Secondo, e di
S. Maria Maddalena s'uniscono al Monastero nostro. Questa Chiesa di S. Se-
condo fu fatta Monastero l'anno 1482 ». (ASP, Monte Morcino, n. 43, c. 237v).

41) ASP, Consigli e Riformanze, n. 53, c. 131rv.

4) V. Appendice II.

4) Mentre LANCELLOTTI, Historiae, p. 246 fornisce la data « Anno 1420
labente », una fonte inedita recita : «1419. 2. Idus Februarii [12 febbraio].
Transunto publico di Bolla della S.M. di Martino V in forma di Breve per
lunione della chiesa di S. Leonardo nellIsola Polvese al Monastero di S.
Maria di Monte Morcino di Perugia. Tom. 386 pag. 10 » (ASP, Monte Mor-
cino,:n. '45,:c. 1v). Cfr. ToND:, p. 107.

4) O. LANCELLOTTI, Scorta sagra (BAP, ms. B. 4, cc. 62r-63v). Analo-
gamente la Cronaca del GRAZIANI (Supplemento Sesto, p. 635) : « Adi 19 fe-
braro parti il Papa da Perugia, et andó con tutta la sua corte ad Isola Pol-
vese ; et alloggió a S. Secondo a spese della nostra Comunità, et alli 20 andó
verso Siena ».

4) Prus PP. II, Commentarii, libro 11, p. 78.

45) IDEM, 7 Commentari, vol. 1, libro 11, p. 159.

4?) ASP, Monte Morcino, n. 46, p. 387 (antica segnatura del documen-
to; T. 3,268).

13) Ibidem (antica segnatura del documento : T 3, 270).

49) ASP, Monte Morcino, n. 3, cc. 63v-64r. Analogamente, sotto la da-
ta del 12 novembre 1475, troviamo una «Copia instrumenti capellanie ec-
clesie Sancte Marie insule Pulvensis facti per priorem Montis Morcini in per-
sonam domini Francisci Pauli de Castilione Clusino » (ibidem, c. 155v). Il
priore era «frater Bartholomeus Cambius de Florentia »; a lui «spectat de
capellano providere », poiché «ecclesia Sancte Marie de villa insule Pulven-
sis» è « membrum et de membris monasterii Sancti Secundi » ; e contempora-
neamente «dictum monasterium Sancti Secundi est membrum et de mem-
bris dicti monasterii Sancte Marie de Monte Morcino, tam de iure quam de
antiqua consuetudine... ».

so) ASP, Monte Morcino, n. 46, p. 387 (antica segnatura del documen-
to: T 23, 159).
MARIO RONCETTI

51) ASP, Monte Morcino, n. 3, c. 73v.

5) BAP, ms. B.4, c. 7r.

53) LANCELLOTTI, Historiae, p. 246. Cfr. MOM, Chronicon Cancellariae,
A, c. 36v : nel margine, in inchiostro rosso, vi si legge : « Monasterium ]la-
cus Perusini ad observantiam reformatum ».

54) ASP, Monte Morcino, n. 45, c. 63r.

55) V. Appendice rrr.

56) PELLINI, I, pp. 1216-1217 ; BAP, ms. BA, c. 92v.

57) MOM, Cane. x, n. 2, c. 95r.

58) V. Appendice rv.

59) ASP, Monte Morcino, n. 31, c. 32rv.

6°) Ibidem, nell'indice.

61) ASP, Monte Morcino, n. 6, indice e cc. 18r-19v. Vi è riportato il
testo della bolla pontificia, ricordata anche da LANcELLOTTI, Historiae, p.
247 e TONDI, p. 107.

*) Cfr. ASP, Monte Morcino, n. 46, p. 387, sotto le date 1499, 1508,
1520.

6) ASP, Monte Morcino, n. 3, cc. 154r-155r.

* In ASP, Monte Morcino, n. 46, p. 388 il fatto è sinteticamente ri-
cordato con queste parole: « Gl'Isolani si soggettano rispetto l'ellezione del
Cappellano ».

*5) V. Appendice v.

s*) Due staia equivalgono a una mina, la quale corrisponde a circa 45
are, cioè a 4500 metri quadrati (un campo rettangolare di m. 90 x 50 di
lato).

©?) Le due ultime località citate solo incidentalmente.

68) Si veda l’analitico tracciato offerto dalla bibliografia.

69) SCARPINI, P. 8.

7) MOM, Canc. x, nn. 2-9. In bibliografia gli estremi cronologici di
ciascun volume.

71) V. Appendice vr.

?) Secondo lo ScARPINI (p. 171) la modifica fu introdotta nel 1544.

7) Ciò è confermato da quanto scrive LANCELLOTTI nella sua Historia
inedita (c. 225r). V. più avanti.

7) MOM, ms. inedito del 1636, cc. 225r-227r, 237v-242v.

7) Il quale rinunziò al priorato con qualche riserva, che in seguito dette
occasione ad una lite fra i monaci ed il Timotei stesso, di cui egli dà notizia
nell’opera citata in bibliografia.

7) LANCELLOTTI, Historia inedita, cc. 226v-227r.

??) «Io, quanto a me, fui Abate del Lago tre giorni » soleva ripetere ;
infatti « prima che si disciogliesse il Capitolo ottenne Trevi ». Ibidem, c. 239r.
78) Ibidem.

79) Secondo O. LANCELLOTTI, Scorta sagra (BAP, ms. B.4, c. 7r) e Ric-

i +26 tpmerce enne critic se LD) pero tro mire
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 229

cARDI, Memoriae ecclesiarum (BAP, ms. 1905, p. 36 — c. 53r) nel 1622;
secondo ASP, Monte Morcino, n. 46, p. 435 nel 1623 (antica segnatura del do-
cumento : Cas. C, 58).
89) O. LANCELLOTTI, Scoría sagra, c. "rv.
£1) Cfr. BINACCHIELLA, Il lago, p. 81.
8) LANCELLOTTI, Historia inedita, c. 240r. Cfr. LANCELLOTTI, Vita, p.
178.
8) BAD, ms. 1415, cc. 7v-8r.
8) LANCELLOTTI, Historia inedita, c. 241r.
85) Ibidem, cc. 241v-242v.
29): A;C. 77.
87) MOM, Canc. x, n. 5, cc. 209r, 223v.
88) BINACCHIELLA, Il lago, p. 80, n. 11.
89) Su san Secondo v. JAcoBILLI, Vite, 1, pp. 579-582 e Catalogo, p. XXXXI,
n. 8; ed inoltre la voce in Bibliotheca Sanctorum.
99) O. LANCELLOTTI, Scorta sagra, c. 192r.
91) SCARPINI, p. 342.
*) Ibidem, p. 408. Cfr. MOM, Canc. x, n. 9, c. 237r. Vedi anche SIEPI,
Annotazioni (BAP, ms. 3130), nota 5 (pp. 197-198).
®) BAP, ms. 1415, cc. 7r-8v. A c. 8r una postilla del Mariotti reca la
data del 1786.
*) BAP, ms. 1422, c. 77v.
*) Cfr. NICOLINI, p. 734.
**) Cfr. MARTELLI.
| *? Cfr. la voce abbazia nel Dizionario enciclopedico di architettura e
| urbanistica, 1, pp. 9-10, e nel Dizionario degli Istituti di Perfezione, 1, coll.
27-48.
MARIO RONCETTI

APPENDICE

INSTRUMENTUM EXECUTIONIS

1399, giugno 23
Roma, canonica di S. Pietro

Antonio, vescovo di Concordia, ordina l’esecuzione di quanto disposto
con bolla di Bonifacio IX del 18 giugno 1399 a favore del perugino Angelo di
Lorenzo, rettore della chiesa di S. Secondo (rappresentato in giudizio dal pro-
curatore « magister Iohannes de Servianis »), contro Giovanni, abate del mona-
stero di S. Maria di Farneta, il quale ne contrastava il legittimo possesso.

Perugia, Archivio di Stato, Corporazioni Religiose Soppresse, Conven-
ti e monasteri imprecisati, pergamena (antica segnatura : Cass. C, n. 40),
misura mm. 605 x 555. Foro centrale che interessa tre righe ; alla sua de-
stra foro di piü limitate proporzioni. Macchia all'altezza del S.T. Scrittu-
ra sbiadita in corrispondenza delle sette piegature cui è stato sottoposto il
foglio.

Nel verso, nell'angolo inferiore sinistro, si legge la seguente annotazio-
ne di mano assai più tarda: Sententia contra l'abbate et la badia de Far-
neta per Sancto Seeundo despose que[?] fe dare domino Angnolo e più
sotto : Sancti Secundi.

Reverendo in Christo patri et domino domino Dei gratia episcopo
Perusino, eiusque in spiritualibus vicario et officiali, ac illi vel illis ad quem
vel ad quos parochialis ecclesie Sancti Secundi, Perusine diocesis, collacio
provisio presentacio seu quevis alia disposicio pertinet communiter vel di-
visim, et specialiter religioso viro Iohanni, gerenti se pro abbate monasterii
Sancte Marie de Farneto ordinis sancti Benedicti, Cortonensis diocesis, op-
positori, necnon universis et singulis censuariis reddituariis laboratoribus
colonis feudatoriis agricolis omnibusque ipsius ecclesie bona possessiones
agros et vineas habentibus colentibus seu tenentibus, omnibusque aliis et
singulis quorum interest vel intererit aut qui sua crediderint interesse et
quos infrascriptum tangit negocium, seu tangere poterit quomodolibet in
futurum, coniunctim vel divisim, quibuscumque nominibus censeantur, An-
tonius ), eadem gracia episcopus Concordiensis, executor ad infrascripta,

1) Antonio Panciera da Portogruaro, eletto il 12 luglio 1392 vescovo di Concor-

wy 10047,

ap CO br aii, ri ptm soil pile immer i prn mede pe iene
S. SECONDO NELL’ISOLA POLVESE 231

una cum infrascriptis nostris in hac parte collegis, cum illa clausula quatinus
vos vel duo aut unus vestrum per vos vel alium seu alios etcetera, a sede
apostolica specialiter deputatus, salutem in Domino et mandatis nostris
ymmo verius apostolicis firmiter obedire.

Litteras sanctissimi in Christo patris et domini nostri domini Boni-
facii divina providencia pape noni, eius vera bulla plumbea cum cordula
canapis more Romane curie bullatas, sanas et integras, non viciatas.non
cancellatas nec in aliqua sui parte suspectas, sed omni prorsus vicio et
suspicione carentes, nobis per providum et discretum virum magistrum
Iohannem de Servianis, procuratorem et procuratoris nomine honorabilis viri
domini Angeli Laurencii de Perusio, rettoris dicte ecclesie Sancti Secundi,
Perusine diocesis, in dictis litteris apostolicis nominati, de cuius procuracio-
nis mandato nobis extitit sufficienter edoctum, coram notario publico et
testibus infrascriptis presentatas, nos cum ea qua decuit reverentia rece-
pisse noveritis. Quarum quidem litterarum executoriarum tenor sic inci-
pit : « Bonifacius episcopus servus servorum Dei venerabilibus fratribus Pe-
rusino et Concordiensi ac Tudensi!) episcopis salutem et apostolicam be-
neditionem. Peticio dilecti filii Angeli Laurencii de Perusio, rectoris ec-
clesie Sancti Secundi Perusine diocesis, nobis exhibita continebat quod olim
per felicis recordacionis Urbanum papam V, predecessorem nostrum, ac-
cepto quod dicta ecclesia, quam quondam Iohannes de Verulis ultimus ip-
sius ecclesie rettor dum viveret obtinebat, per ipsius Iohannis obitum, qui
litterarum apostolicarum scriptor existens apud sedem apostolicam diem
clausit extremu[m], vacaverat et vacabat tunc, quodque ipsa ecclesia, ex
eo quod idem Iohannes dum vixit ipsam ecclesiam per vigintiquinque an-
nos et ultra tenuerat, et ex eius fructibus quos ad firmam dederat viginti-
sex florenos auri vel circiter anuatim percipiens ab eadem ecclesia fuerat
absens, in parietibus et tecto erat diruta, et nisi ei de aliquo bono rettore
provideretur omnino annichilaretur, prefatus predecessor, volens eiusdem
ecclesie indemnitatibus providere, bone memorie Andree episcopo Perusino
providendi ea vice, auctoritate apostolica, de dicta ecclesia ipsamque con-
ferendi cum omnibus iuribus et pertinenciis suis alicui persone ydonee, quam
ad hoc duceret eligendam, per suas litteras plenam et liberam concessit
facultatem, et licet idem episcopus prefatum Angelum, vigore litterarum
et facultatis huiusmodi, in rectorem dicte ecclesie eligisset et ipsam eccle-
siam sibi contulisset et de ea etiam sibi providisset, ipseque Angelus ean-
dem ecclesiam huiusmodi electionis collacionis et provisionis vigore asse-
cutus extitisset canonice illamque aliquandiu tenuisset et possedisset et
tunc eciam teneret et possideret pacifice et quiete ; tamen postmodum Io-
hannes, qui se gerit pro abbate monasterii Sancte Marie de Farneto ordi-

dia, diocesi suffraganea di Aquileia, « Secret. et famil. S.P. Promotus adhuc in Curia Rom.
commorabatur et abbrev. ac scriptorem litt. apost. agebat ». Cfr. EUBEL, I, p. 201, n. 8.
1) Tuy in Spagna.
232 MARIO RONCETTI

nis sancti Benedicti Cortonensis diocesis, falso asserens eandem ecclesiam
ad se spectare, ac gracie electioni collacioni provisioni et assecucioni huius-
modi contra iusticiam se opponens, impedivit prout impedit ac fecit et
facit quominus ipse Angelus eandem ecclesiam posset pacifice possidere, et
alias eundem Angelum super dicta ecclesia multipliciter molestavit vexa-
vit et eciam impetiit. Ortaque propterea inter eosdem Angelum et abbatem
super dicta ecclesia et eius occasione materia questionis, nos causam huius-
modi venerabili fratri nostro Nicolao?) episcopo Ferentinati, tunc capel-
lano nostro et causarum palacii apostolici auditori, ad instanciam dicti
Angeli audiendam commisimus et fine debito terminandam, non obstante
quod causa ipsa de sui natura ad Romanam curiam legitime devoluta et
apud eam tractanda et finienda non esset, et cum potestate citandi predic-
tum abbatem extra eandem curiam et ad partes quotiens opus esset ; idem-
que Nicolaus episcopus tunc auditor ad instanciam magistri Iohannis de
Servianis, procuratoris dicti Angeli coram eo in iudicio comparentis, pre-
dictum abbatem per suas certi tenoris litteras citari fecit ad partes, ut co-
ram eo, certo peremptorio termino competenti tunc expresso, cum omnibus
actis iuribus et munimentis suis causam huiusmodi contingentibus, in dicto
palac[i]o compareret processurus in causa huiusmodi ad singulos actus ne-
cessarios usque ad diffinitivam sentenciam inclusive prout existeret racio-
nis ; in quo quidem termino predictus Iohannes de Servianis coram eodem
Nicolao episcopo tunc auditore in iudicio comparens, et de citacione huiusmo-
di eidem Nicolao episcopo tunc auditori fidem faciens per legitima docu-
menta, predicti abbatis non comparentis contumaciam accusavit, prefa-
tusque Nicolaus episcopus tunc auditor ad eiusdem Iohannis de Servianis
instanciam predictum abbatem ad dandum et recipiendum libellum etce-
tera ». Et sic finit.

Nos itaque, prefati Angeli supplicacionibus inclinati, que super hiis
ab eodem Nicolao episcopo tunc auditore provide facta sint rata habentes
et grata, fraternitati vestre per apostolica scripta mandamus, quatinus vos
vel duo aut unus vestrum per vos vel alium seu alios premissa execucioni
debite demandantes, dictamque sentenciam ubi et quando expedire vide-
ritis auctoritate nostra solempniter publicantes, faciatis eundem Angelum
predicte ecclesie pacifica possessione gaudere, sibique de predicta floreno-
rum summa pro dictis expensis iuxta prefati instrumenti earumdem con-
dempnacionis et taxacionis tenorem plenam et debitam satisfactionem im-
pendi, contradictores per censuram ecclesiasticam appellacione postposita
compescendo. Datum Rome apud Sanctum Petrum .xirr. kalendas iulii
pontificatus nostri anno decimo.

Post quarumquidem litterarum apostolicarum executoriarum pre-
sentacionem et receptionem, fuimus per prefatum magistrum Iohannem de

1) Nicolaus de Vincione, eletto il 4 febbraio 1393 vescovo di Potenza e il 21 mag-
gio 1395 vescovo di Ferentino : « commor. in Curia ». Cfr. EUBEL, t, pp. 247 e 407.

274 inner iene critici (n dpi
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 233

Servianis, procuratorem et procuratorio nomine quo supra, cum instancia
debita requisiti, ut ad execucionem dictarum litterarum apostolicarum et
contentorum in eisdem procedere dignaremur, iuxta traditam seu directam
a sede apostolica nobis formam. Nos igitur Antonius episcopus et executor
prefatus, volentes huiusmodi mandatum apostolicum nobis in hac parte
direttum reverenter exequi, ut tenemur, auctoritate apostolica qua fungi-
mur in hac parte, prefatas litteras apostolicas executorias et hunc nostrum
processum ac omnia et singula in eis contenta, vobis omnibus et singulis
supradictis et cuilibet vestrum in solidum intimamus insinuamus et noti-
ficamus, ac ad vestram et cuiuslibet vestrum noticiam deducimus et de-
duci volumus per presentes ; et nichilominus prefatum magistrum Iohannem
de Servianis procuratorem nomine antedicto, in presencia nostra constitu-
tum et humiliter hoc petentem, in personam dicti domini Angeli principalis
et ipsum dominum Angelum principalem in personam eiusdem magistri
Iohannis de Servianis procuratoris sui, in corporalem possessionem dicte
ecclesie ac omnium iurium et pertinenciarum eiusdem, in quantum et prout
ex forma dictarum litterarum apostolicarum executoriarum potuimus et pos-
sumus, induximus per anuli nostri tradicionem et digiti eius imposicionem
de eadem presencialiter investivimus et investimus per presentes. Vosque
reverendum patrem dominum episcopum Perusinum, vestrumque in spiri-
tualibus vicarium et officialem, ac omnes alios et singulos supradictos, aucto-
ritate apostolica supradicta requirimus et monemus, primo secundo tertio
et peremptorio, ac vobis et vestrum cuilibet in virtute sancte obediencie
et sub penis infrascriptis districte precipiendo mandamus, quatenus infra
sex dierum spatium post presentacionem seu notificationem presencium
vobis seu alteri vestrum factas inmediate sequentium, quorum sex dierum
duos pro primo duos pro secundo et reliquos duos dies vobis universis et
singulis supradictis et vestrum cuilibet et presertim tibi Iohanni opposito-
ri prefato necnon aliis supra expressis pro tertio et peremptorio termino ac
monicione canonica assignamus, dicto domino Angelo principali vel eius
procuratori pro eo, prout ad vos et vestrum quemlibet spectat, prefatam
ecclesiam Sancti Secundi cum omnibus iuribus et pertinenciis suis ac eius pos-
sessionem liberam vacuam et expeditam de facto realiter et cum effectu
dimictatis et dimictas, amoveatis ab ea et eius detencione predictum Io-
hannem oppositorem et quemlibet alium, si quis sit, in toto vel in parte
illieitum detentorem, quem etcetera nos tenore presencium amovemus et
denunciamus amotum, necnon eundem dominum Angelum vel procurato-
rem suum pro eo sine difficultate dilacione opposicione contradictione seu
impedimentis quibuslibet ad dictam ecclesiam et ipsius corporalem realem
et actualem possessionem admictatis recipiatis et inducatis, et ab aliis quan-
tum in vobis est vel fuerit admicti recipi et induci faciatis, inductumque
defendatis ac ipsum pro vero rectore ipsius ecclesie deinceps geratis et ha-
beatis, sibique vel eius procuratori pro ipso de eiusdem ecclesie fructibus
234 MARIO RONCETTI

redditibus proventibus iurisdictionibus censibus et aliis obvencionibus uni-
versis integre respondeatis, et prout ad vos et quemlibet vestrum pertinet
communiter vel divisim et quantum in vobis et quolibet vestrum fuerit a de-
cimatoribus villicis decimariis reddituariis pensionariis censuariis fructua-
riis colonis incolis agriculatoribus et debitoribus quibuscumque plenarie
respondeatis et prout ad vos pertinet responderi faciatis, nec eundem do-
minum Angelum vel eius procuratorem super predicta ecclesia vel eius
fructibus redditibus decimis obvencionibus et pertinenciis eiusque posses-
sione de cetero ullatenus molestetis seu perturbetis vel offendatis, vel ali-
quis vestrum perturbet seu molestet, nullamque resistenciam manifestam
vel occultam prefato domino Angelo vel procuratori suo eius nomine per
vos vel [a]lium seu alios quovis quesito colore directe vel indirecte publice
vel occulte inferatis vel inferri procuretis aut aliquis vestrum procuret, nec
ipsum dominum Angelum impedire volentibus prestetis aut aliquis vestrum
prestet auxilium consilium vel favo[rem, s]ed ipsum vel procuratorem suum
eius nomine promictatis et procurare faciatis ipsius ecclesie ac omnium
iurium et pertinenciarum eiusdem pacifica et quieta possessione gaudere,
et alios vos omnes et singuli supradicti supra et infrascriptis nostris moni-
cionibus [et ma]ndatis studeatis plenarie obedire. Tuque Iohannes, oppo-
sitor dicte ecclesie, de quadragintaquinque florenis auri de camera boni
et iusti ponderis, in quibus per ipsum dominum Nicolaum episcopum et
auditorem ut premictitur condempnatus existis, iuxta predictarum lit-
terarum apostolicarum executoriarum et instrumenti sententie ac condep-
nacionis et taxacionis expensarum continencias et tenores, necnon de duo-
decim florenis eiusdem auri pro dictis litteris executoriis et huiusmodi no-
stro processu expositis, ad quos duodecim florenos huiusmodi expensas
taxamus per presentes, predicti magistri Iohannis de Servianis procurato-
ris super expensis huiusmodi iuramento secuto, infra sexaginta dies post
insinuacionem et notificacionem presencium tibi factam seu fiendam in-
mediate sequentes, quorum sexaginta dierum viginti pro primo viginti pro
secundo et reliquos viginti dies pro tertio et peremptorio termino ac mo-
nicione canonica tibi super hoc prefigimus et eciam assignamus, eidem do-
mino Angelo vel procuratori suo plenam et integram satisfactionem, absque
difficultate protractione et contradictione quibuslibet, impendas realiter et
cum effectu. Nos enim, si premissa omnia et singula vel aliquod premisso-
rum vos omnes et singuli supradicti vel aliquis vestrum, prout ad vos et
vestrum quemlibet pertinet, neglexeritis distuleritis spreveritis seu recu-
saveritis aut contempserit neglexerit distulerit spreverit seu contumaciter
recusaverit, aut tu Iohannes oppositor contempseris seu neglexeris contu-
maciter adimplere, vel impedimentum aliquod seu fraudem aut malitiam
per vos vel alium seu alios, publice vel occulte, directe vel indirecte, presti-
teritis seu aliquis vestrum prestiterit, aut impedientibus ipsum dominum
Angelum super premissis in aliquo dederitis aut aliquis vestrum dederit

PRA] SISSA REPRE pc di Ed
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 235

auxilium consilium vel favorem, quominus idem dominus Angelus pacifica
et quieta dicte ecclesie possessione perfrui poterit et gaudere, fructusque red-
ditus et proventus ac emolumenta decimas universas ex ea percipere et ha-
bere, seu si tu Iohannes oppositor prefato domino Angelo aut eius procura-
tori predicto, ad hoc mandatum sufficiens habenti, de predicta florenorum
summa non satisfeceris ut prefertur cum effectu infra terminum prenota-
tum, ac predictam ecclesiam et ipsius possessionem libere et realiter non
dimiseritis, iuxta predictarum litterarum apostolicarum executoriarum et in-
strumenti sententie ac condempnacionis et taxacionis expensarum conti-
nencias et tenores, in vos omnes et singulariter in singulos et vestrum et
eorum quemlibet, et specialiter in te Iohannem oppositorem, necnon in
contradictores quoslibet et rebelles et eorum quemlibet, qui dicto domino
Angelo vel procuratori suo super premissis aut aliquo premissorum se op-
posuerint seu opposuerit, aut impedimentum prestiterint seu prestiterit,
aut impedientibus ipsum dominum Angelum vel procuratorem suum ope-
ram dederint vel dederit seu iuvamen quominus omnia et singula supra-
dicta suum debitum sortiantur effectum, vel qui plene in hac parte non
paruerint seu non paruerit mandatis et monicionibus nostris ymmo verius
apostolicis cum effectu, cuiuscumque gradus auctoritatis ordinis condicio-
nis preeminencie aut status existant vel extiterint, extiterit seu existat,
ex nunc prout ex tunc et ex tunc prout ex nunc, singulariter in singulos
excommunicacionis, in capitulum vero seu conventus in hiis delinquens
seu delinquentes suspensionis, et in ipsam ecclesiam Sancti Secundi inter-
dicti sententias in hiis scriptis ferimus et eciam promulgamus ; vobis vero
domino episcopo Perusino, ob reverenciam vestre pontificalis dignitatis,
deferendum duximus in hac parte, si contra premissa et infrascripta aut
aliquod eorumdem feceritis per vos vel submissam personam, tacite vel
expresse, directe vel indirecte, prefata sex dierum canonica monicione pre-
missa, ingressum ecclesie interdicimus. Si vero huiusmodi interdictum per
alios sex dies prefatos sex inmediate sequentes sustinueritis, vos simili
monicione premissa sine scripto suspendimus a divinis ; verum si prefati
interdicti et suspensionis sententias per alios sex dies prefatos duodecim
inmediate sequentes animo quod absit sustinueritis indurato, vos ex nunc
prout ex tunc et ex tunc prout ex nunc, dicta canonica monicione premissa,
in hiis scriptis excommunicacionis sententia innodamus. Ceterum cum ad
execucionem ulteriorem in presenti negocio faciendam personaliter inte-
resse nequeamus ad presens aliis arduis in Romana curia perpenditi nego-
ciis, universis et singulis dominis abbatibus prioribus prepositis decanis
archidiaconis thesaurariis scolasticis cantoribus canonicis et personis tam
cathedralium quam collegiatarum parochialiumque ecclesiarum rectoribus
plebanis viceplebanis et locatenentibus eorundem capellanis curatis et non
curatis vicariis perpetuis presbiteris beneficiatis et non beneficiatis clericis
et notariis seu tabellionibus publicis quibuscumque, per civitatem et dio-
236 . MARIO RONCETTI

cesim Perusinam ac alias ubilibet constitutis, et eorum cuilibet in solidum,
super ulteriori execucione dicti mandati apostolici atque nostri tenore pre-
sencium conmittimus plenarie vices nostras, donec eas ad nos duxerimus
revocandas, quos nos eciam et eorum quemlibet communiter et divisim
primo secundo tertio et peremptorio requirimus et monemus, ipsisque et
eorum cuilibet in virtute sancte obediencie et sub dicta excommunicacio-
nis pena, quam canonica monicione premissa in eos et eorum quemlibet
ferimus in hiis scriptis, si ea que eis in hac parte conmittimus neglexerint
seu contempserint contumaciter adimplere, districte precipiendo mandamus,
quatenus ipsi et eorum quilibet, qui pro parte dicti domini Angeli fuerit
seu fuerint legitime requisitus seu requisiti communiter vel divisim, ita
tamen quod in hiis exequendis alter alterum non expectet nec unus pro
alio se excuset, infra trium dierum spacium, quos ipsis et eorum cuilibet
super hoc pro omni dilacione ac monicione canonica assignamus, ad vos
reverendum patrem dominum episcopum Perusinum, si necesse fuerit, ve-
strumque in spiritualibus vicarium et officialem, et presertim ad te Io-
hannem oppositorem predictum, ac ad ipsam ecclesiam Sancti Secundi
aliasque ecclesias et personas atque loca, de quibus expediens fuerit pro
premissis et infrascriptis fideliter publicandis et exequendis, personaliter
accedant seu accedat, et supradictas litteras apostolicas et hunc nostrum
processum, et quascumque alias scripturas ad huiusmodi execucionem fa-
cientes et pertinentes, ac omnia et singula in eis contenta, vobis et cuilibet
vestrum et aliis quorum interest, communiter et divisim, semel et pluries,
ac tociens quociens fuerit oportunum, legant intiment insinuent et notifi-
cent, ac legi et publicari sine omni dolo et fraude procurent, eundemque
dominum Angelum vel procuratorem suum pro eo ad dictam ecclesiam ut
moris est admictant, ipsumque in et ad corporalem realem et attualem
possessionem dicte ecclesie iuriumque et pertinenciarum eiusdem auctori-
tate apostolica supradicta effettualiter inducant et defendant inductum,
amoto exinde dicto Iohanne oppositore ; ac facientes ipsi domino Angelo,
vel eius procuratori pro eo, de ipsius ecclesie fructibus redditibus proventi-
bus iuribus et obvencionibus universis integre responderi, necnon de dicta
quadragintaquinque florenorum auri summa, iuxta dictarum litterarum
apostolicarum executoriarum et instrumenti sententie condempnacionis et
taxacionis expensarum et huiusmodi nostri processus tenores, ac de duo-
decim florenis predictis pro dictis litteris executoriis et presenti nostro pro-
cessu expositis, infra dictum sexaginta dierum terminum plenam et inte-
gram satisfaccionem impendi. Et generaliter omnia alia et singula nobis
in hac parte commissa fideliter et plenarie exequantur, iuxta traditam seu
directam a sede apostolica nobis formam et secundum nostri processus con-
tinentiam et tenorem ; ita tamen quod ipsi subdelegati nostri nichil in preiu-
dicium dicti domini Angeli vel procuratoris sui predicti et presentis nostri
processus valeant attemptare vel innovare, nec circa ea nec prescriptas

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S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 237

sententias per nos latas absolvendo vel suspendendo aliquid immutare.
Prefatas quoque litteras apostolicas et hunc nostrum processum et quascum-
que alias scripturas necessarias in premissis volumus penes eundem domi-
num Angelum vel procuratorem suum remanere, et non per vos vel aliquem
vestrum contra ipsorum voluntatem quomodolibet detineri; contrarium
vero facientes prefatis nostris sententiis per nos latis dicta canonica moni-
cione premissa ipso facto volumus subiacere ; mandamus tamen vobis et
aliis quorum interest copiam fieri de premissis, petencium quidem sumpti-
bus et expensis. In ceteris autem que dicto domino Angelo et iuri suo in
premissis nocere possint in aliquo vel obesse quomodolibet, prefatis nostris
subdelegatis et eorum cuilibet potestatem omnimodam denegamus. Per pro-
cessum autem nostrum huiusmodi nolumus nec intendimus nostris in ali-
quo preiudicare collegis, quominus ipsi vel eorum alter, servato tamen hoc
nostro processu, possint in huiusmodi negocio procedere per se vel alium
seu alios si et quando eis videbitur expedire. Et si contingat nos super pre-
missis in aliquo procedere de quo nobis potestatem plenariam reservavimus,
non intendimus tamen propter hoc commissionem nostram huiusmodi in
aliquo revocare, nisi de revocacione ipsa specialem et expressam in nostris
litteris fecerimus mencionem. Absolucionem vero omnium et singulorum,
qui prefatas nostras sententias vel earum aliquam incurrerint vel incurrerit
quoquo modo, nobis vel superiori nostro tantummodo reservamus. In quo-
rum omnium et singulorum fidem et testimonium premissorum, presentes
litteras sive presens publicum instrumentum, huiusmodi nostrum proces-
sum in se continentes seu continens, exinde fieri et per Gerardum notarium
publicum infrascriptum subscribi et publicari mandavimus, nostrique si-
gilli iussimus appensione muniri.

Datum et actum Rome, in domo habitacionis nostre sita in canonica
Sancti Petri principis apostolorum de urbe, sub anno a nativitate Domini
millesimo trecentesimo nonagesimonono, indictione septima, die lune vi-
cesimatertia mensis iunii, pontificatus sanctissimi in Christo patris et do-
mini nostri domini Bonifacii divina providencia pape noni anno decimo,
presentibus ibidem discretis viris Nicolao Muratoris de Fredeberch et Ni-
colao Galdow, clericis Maguntine et Poznamiensis diocesis, testibus ad pre-
missa vocatis specialiter et rogatis.

[S. T.] Et ego Gerardus Millingen de Einbrica, clericus Traiectensis
diocesis, publicus apostolica auctoritate notarius, quia predictarum litte-
rarum apostolicarum presentacioni recepcioni sententiarumque fulminacio-
ni et subdelegacioni omnibusque aliis et singulis premissis, dum sic ut pre-
mittitur per eundem dominum episcopum et coram eo agerentur et fierent,
una cum prenominatis testibus presens interfui, eaque omnia et singula sic
fieri vidi et audivi et in notam recepi, de qua hoc presens publicum instru-
mentum, per alium aut aliis occupatus negotiis fideliter scriptum exinde
confeci publicavi et in hanc publicam formam redegi, signoque et nomine
ema y

238 MARIO RONCETTI

meo solito et consueto, una cum appensione sigilli dicti domini episcopi et
executoris, signavi et subscripsi rogatus et requisitus in fidem et testimo-
nium omnium et singulorum premissorum.

II

TESTAMENTUM

1418, agosto 31
Isola Polvese, residenza del governatore del lago

Graziosa, figlia del fu Angelo di Andrea e moglie di Paolo del fu Gio-
vanni Bontempi di Perugia, detta il proprio testamento « nuncupativo », dando
disposizioni per la sua sepoltura nella chiesa di S. Francesco e istituendo
erede universale il marito, col quale dovranno regolare i conti le proprie so-
relle Drogiolina e Apollonia. Fra i testimoni all'atto figurano due monaci oli-
vetani di Monte Morcino : fra Giovanni di Cola di Perugia e fra Giacomo
di Massolo di Gubbio, rettore della chiesa di S. Secondo.

Perugia, Biblioteca Comunale Augusta, Carte Mariotti, ms. 1474, n.
165. Ms. cartaceo del sec. xv, di mm. 296 x 224 e di cc. 2, con un piccolo
foro a metà pagina, tra il margine interno e lo specchio occupato dalla
scrittura.

Nel margine superiore di c. 1r si legge : Copia testamenti domine Gra-
tiose.

CIT

In nomine Domini amen. Anno Domini millesimo .iiii°.xviii., .xi.
indictione, tempore domini Martini divina providentia pape V*, die ulti-
ma mensis augusti. Actum in villa insule Pulvensis de lachu Perusino, in
domo offitialis et gubernatoris aque lacus comunis Perusii, presentibus ho-
nestis et religiosis viris fratre Iohanne Cole de Perusio et fratre Iacobo
Massoli de Eugubio ordinis Montis Morcini de Perusio, gubernatore eccle-
sie Sancti Secundi de villa insule Pulvensis, et Oddone Andree de castro
Bagnarie comitatus Perusii et ser Lodovico Petrutii de Perusio porte Sancti
Angeli parochie Sancti Fortunati et Iohanne Matheo Ysacchi de Perusio
porte Sancte Subxanne et parochie Sancte Crucis et Simone Iohannis Betti
de insula Pulvensi et Iohanne Matheoli alias Cienciani de castro Montis
Fontigiani testibus etcetera.

Domina Gratiosa, filia olim Angeli Andree de Perusio porte Eburnee
parochie Sancti Savini et nunc uxor Pauli olim Iohannis de Bomtempis
de Perusio dictis porta et parochia, Dey gratia sana mente et corpore et in

— cni E

p
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE ‘239

bona et recta scientia constituta, timens casum mortis improvisibilis apud
omnes, nolens decedere intestata ne post eius obitum de suis bonis valeat
inter aliquos aliqua lis exoriri, ideo presens testamentum nu[n]cupativum
quod dicitur sine scripto facere procuravit et fecit in hunc modum, videli-
cet:

In primis iudicavit et elegit sui corporis sepulturam in ecclesia Sancti
Francisci de Perusio, videlicet in pilo et sepulcro sitis in capella olim su-
pradicti Angeli sui patris sita in ecclesia Sancti Francisci. :

Item iudicavit et reliquid expendi pro cera, pro missis et obsequiis
fiendis et pro clericis et aliis rebus neccessariis et opportunis circha sepul-
turam sui corporis tantum de bonis suis quantum videbitur et placebit
infrascriptis suis fideiconmissariis.

c. lv

Item iudicavit et reliquid et legavit suum infrascriptum heredem uni-
versalem unicum ipso heredi quod ipse heres universalis teneatur expen-
dere singulo anno .xv. florenos, videlicet quod .x. convertantur in vesti-
mentis pauperum religiosorum et .v. in missis dicendis pro merito anime
sue et suorum defunctorum, et dictos .xv. teneatur expendere de fructibus
quos perciperet in possessionibus situatis in comitatu Perusii, videlicet in
plano Montis Nigri ?) infra suos confines et vocabula. Et si causa guere aut
alio causa non perciperet fructus de dictis possessionibus, quod non tenea-
tur nisi quando recolligeret, que possessiones fuerunt sue dotis.

Item iudicavit et reliquid tertiam partem habitationis de hereditate
Angeli sui patris supradicti, eo modo quo constitutum et legatum fuit in
testamento condicto per dictum Angelum suum patrem, anullando con-
tractum factum inter dictam dominam Gratiosam et dominam Drogiolinam
et dominam Polloniam suas sorores carnales et filias dicti Angeli subceden-
tes in dictis bonis in dicta tertia parte supradicte hereditatis supradicti An-
geli vigore dicti testamenti conditi per dictum Angelum et de eorum com-
muni concordia anullati vigore dicti contractus inter eas facti manu ser
Iohannis Dominici de Perusio porte Eburnee, quod testamentum et lega-
tum dicti Angeli vult quod prevaleat dicto contractui ita et in quantum
supradicta [domina] Drogiolina et Pollonia filie supradicti Angeli dent et
restituant suo infrascripto heredi universali florenos trecentos auri, quos
dictus heres de peccunia dicte hereditatis expendidit in constructione et
edificatione cuiusdam domus constructe et facte in castro Sancte Helere *)
comitatus Perusii in bonis et in pertinentiis bonorum contingentium dicte

1) Il piano di Monte Nero è una località del contado di porta S. Pietro, situata
tra Ponte Nuovo e Deruta.

?) Il castello di Sant'Elena, situato tra S. Valentino e Cerqueto, appartiene pure
al contado di porta S. Pietro.
240 MARIO RONCETTI

domine Gratiose pro supradicta tertia parte supradicte hereditatis habite
vigore supradicti testamenti ultra suam dotem ; posita dicta domus in
dicto castro Sancte Helere comitatus Perusii, fines ab uno via vetus, a duo-
bus muri dicti castri, ab alio domina Drogiolina pro parte sue tertie partis
supradicte hereditatis ; item quod supradicte domine Drogiolina et Pol-
lonia teneantur dare et integre solvere suo infrascripto heredi universali
florenos .cL. auri quos tenetur habere pro adimplemento sue dotis que de-
bet esse in numero .viii&. florenorum. Et pro satisfactione dictorum .viii°.
florenorum auri dedit florenos .ii°. et ultra et habuit certas possessiones si-
tuatas in comitatu Perusii in plano Montis Nigri cum uno fortilitio / c. 2r
infra suas confines et vocabula. Que possessiones non erant nec sunt va-
loris et extimationis florenorum .iiii°L. ita quod pro residuo et pro adim-
plemento dictorum .viii*. florenorum tenetur habere de tota hereditate dictos
florenos .cL. quos reliquit infrascripto suo heredi. Et pro satisfaciendo pre-
dicta domina Drogiolina et Pollonia dicta legata, videlicet florenorum
.iii°. pro edificatione domus et pro adimplemento dotis florenorum .cr.,
testamentum supradicti Angeli sit vallidum et nullo modo possit anullari
a supradicto contractu, et in quantum non satisfacerent dictos .iiii°L. flo-
renos infrascripto heredi quod contractus conditus inter eas dominas vi-
delicet Gratiosam Drogiolinam dominam Polloniam sit vallidus et testamen-
tum abnulletur ; et satisfaciendo omnia supradicta legata Bomtempum [et]
Iohannellum Iohannis suos fideyconmissarios instituit atque fecit, quibus
dedit et contulit plenum arbitrium et liberam potestatem vendendi alie-
nandi cum bannimentis et sine aliqua iuris solempnitate vendendi alienan-
di de suis bonis usque ad integram satisfactionem supradictorum legatorum
etcetera.

In omnibus autem suis bonis mobilibus et inmobilibus ubicumque sunt
et inveniri possunt Paulum Iohannis eius legitimum maritum suum here-
dem universalem instituit atque fecit. Et hec est sua ultima voluntas et
testamentum, quod valere voluit iure testamenti et codicillorum et cuius-
libet alterius ultime voluntatis, cassando anullando et irritando omne
aliud testamentum per eam hactenus factum et presens testamentum voluit
prevalere omnibus aliis testamentis etcetera.

III

INSTRUMENTUM POSSESSIONIS

1482, giugno 19
Isola Polvese, sagrato di S. Secondo

Fra Nicoló da Volterra, visitatore dell'ordine olivetano, alla presenza
di testimoni qualificati, prende possesso della chiesa e del monastero di S. Se-

Pe PUE SEP ORE E "9 PENE SU I RO E VORO
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 241
condo in forza della bolla di Sisto IV del 26 marzo 1482, che ne stabiliva
il distacco dal monastero di Monte Morcino e l'erezione in priorato autonomo.

Perugia, Archivio di Stato, Corporazioni Religiose Soppresse, Monte
Morcino, pergamena (antica segnatura : Cass. H, n. 35), misura mm. 380 x
176.

Nel verso si legge la seguente annotazione di mano del secolo XVI :

Questo è lo comtractto come si piglia la possessione di Sancto Sicondo
quamdo fue messo a comvento videlicet.

In nomine Domini amen. Anno ab incarnatione Domini et salvatoris
nostri Iesu Christi .M°cccc°LXXXII., die vero prima mensis iunii, indictione
.XV., pontificatus autem sanctissimi in Christo patris et domini domini no-
stri Sixti pape quarti anno .x1°.

Constitutus in presentia mei notarii et testium infrascriptorum vene-
rabilis pater frater Niccolaus Ioannis de Vulterris, visitator ordinis Sancte
Marie Montis Oliveti nec non per reverendum generalem abbatem dicti
ordinis prior deputatus ecclesie et monasterii Sancti Secundi insule Pul-
vensis iuxta lacum Perusii et Perusine diocesis, habens in manu sua quas-
dam litteras appostolicas in forma gratiosa sub data : Rome apud Sanctum
Petrum, anno incarnationis dominice .MccccLxxxir, .vir. kalendas aprilis,
pontificatus vero prefati domini pape anno .x1°°°., dimembrationis ecclesie
Sancti Secundi in lacu prefati a monasterio Sancte Marie Montis Morcini
prope Perusiam et eiusdem diocesis predicti ordinis Sancte Marie Montis
Oliveti, cui appostolica auctoritate dicta ^) ecclesia Sancti Secundi unita et
incorporata existebat, et erectionis in prioratum ordinis eiusdem ; quas
appostolicas quidem litteras ante valvas dicte ecclesie Sancti Secundi pre-
sentavit ac legi fecit, quarum tenorem propter earum prolixitatem obmit-
to; qui quidem venerabilis pater frater Niccolaus prefatus, cum sufficienti
monachorum numero a reverendo patre generali abbate predicto sibi de-
putato, volens vigore dictarum appostolicarum litterarum corporalem et
realem possessionem iuxta earum tenorem dicte videlicet ecclesie Sancti
Secundi nec non iurium et pertinentiarum eiusdem propria auctoritate ac-
cipere?), in hunc modum accepit, videlicet cum decantatione ymni Te
Deum laudamus et aliis solemnitatibus in huiusmodi fieri solitis et consue-
tis, per tactum anuli ianue seu porte maioris dicte ecclesie et apertionem
eiusdem et ingressum in ipsam ecclesiam, per^) tactum clavium fontium
baptismalium et apertionem ipsorum, per tactum cordarum campanarum
et pulsationem ipsarum, per accessum ad altare maius et ingressum sacra-
rii, et per calicis ac missalis tactum, et paramentorum et hornamentorum
eiusdem ecclesie, et per accessum et ingressum in domos et officinas eccle-

(a) Segue ec cancellato. (b) Nel testo originale auccipere. (c) Preceduto
da un altro per cancellato. -


242 MARIO RONCETTI

sie eidem proximas et contiguas, sicque corporalem realem et actualem
possessionem dicte ecclesie Sancti Secundi ac bonorum et pertinentiarum
eiusdem accipere intendens, iuxta facultatem et potestatem secundum te-
norem dictarum litterarum appostolicarum sibi traditam et concessam, in
Dei nomine cum effectu nemine contradicente accepit. Et omnia et singula
predicta et infrascripta nomine suo ac vice et nomine dicti ordinis Sancte
Marie Montis Oliveti facere intendens, fecit et adimplevit. Et sicut ex te-
nore dictarum appostolicarum litterarum conceditur nominibus quibus su-
pra, bonorum predictorum sicut prefertur possessionem actualem ac corpo-
ralem acceptam pro prioribus et convenctibus ad nutum admovibilibus pro
tempore existentibus ac deputandis ut supra secundum consuetudines et
constitutiones ordinis prefati, retinere perpetuo et fructus et provenctus
bonorum eorumdem in usum ^) et utilitatem ipsorum convertere, ac omni-
bus et singulis privilegiis exemptionibus etiam foci et aliis gratiis et inmu-
nitatibus monasterio Sancte Marie Montis Morcini et ordini Sancte Marie
Montis Oliveti prefatis in genere vel in spetie concessis uti et gaudere in-
tendit, prout in dictis litteris appostolicis uti et gaudere licite posse conce-
ditur et indulgetur, non obstantibus constitutionibus et ordinationibus ap-
postolicis, nec non monasteriorum et ordinis predictorum etiam iuramento
confirmatione appostolica vel quacumque firmitate alia roboratis, statutis
et consuetudinibus ceterisque contrariis quibuscumque, que omnia et sin-
gula ipse sanctissimus dominus noster in ipsis litteris appostolicis predictis
voluit non obstare. Super quibus omnibus et singulis premissis memoratus
prior frater Niccolaus sibi a me notario publico infrascripto unum vel plura
publicum seu publica instrumentum ") et instrumenta dari petiit et requi-
sivit.

Acta fuerunt hec ante portam maiorem ecclesie monasterii Sancti Se-
cundi insule Pulvensis Perusine diocesis, presentibus religiosis viris fratre
Francisco de Monte Murro, ad presens priore monasterii Sancte Marie Mon-
tis Morcini prope Perusiam et Perusine diocesis, fratre Sebastiano de Se-
nis, priore ad presens monasterii Sancte Anne Pientine diocesis ordinis
Sancte Marie Montis Oliveti, et nobilibus viris Bartolomeo domini Barto-
lomei filio, et Philippo Bulgarutii filio de Rayneriis, civibus Perusinis, te-
stibus ad premissa vocatis spetialiter et ^) rogatis. Anno indictione et pon-
tificatu quibus supra, die vero prima mensis iunii.

[S. T.] Ego Floravantes ser Perioannis ser Phylippi de Benedictis de
Perusio porte Sancti Angeli, publicus imperiali auctoritate notarius et iu-
dex ordinarius, predictis omnibus et singulis interfui et quia aliis occupatus,
alteri mihi fideli scribe predictta scribenda conmissi, et ad fidem omnium
predictorum subscripsi et publicavi et singnum meum apposui consuetum 4).

(a) Segue et proprietatem cancellato. (b) Segue un vel pleonastico in pre-
senza della congiunzione. (c) Segue la sillaba vo cancellata. (d) La formula
della sottoscrizione appare di mano diversa per la ragione spiegata dal notaio.

—— 0 ide - nico però na di
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE

IV
INSTRUMENTUM DONATIONIS

1483, marzo 2
Isola Polvese, chiesa di S. Secondo

Rosa, figlia del fu Paolo « Forabuschi » da Montesperello e vedova di
Giacomo «alias Carneinsalata Pascutii » di S. Feliciano, dona tutti i suoi
beni mobili ed immobili alla chiesa e al monastero di S. Secondo, venendone
accolta come oblata e conversa ed essendole assicurati vitto e vestito per tutta
la durata della sua vita.

Perugia, Archivio di Stato, Corporazioni Religiose Soppresse, Conven-
ti e monasteri imprecisati, pergamena n.n., misura mm. 570 x 175.

Nel verso si legge la seguente annotazione di mano del secolo XVII :
Donatione fatta da D.* Rosa da Montesperello al monasterio di San Se-
condo de tutti li suoi beni mobili e immobili ; e più in basso, a matita, di
mano del secolo XX : Pertinet Mon. Sancti Secundi de Ins. Pulvensi.

In nomine Domini amen. Anno Domini .m?ccccoIxxxiiio., indictione
prima, tempore sanctissimi in Christo patris et domini nostri domini Sisti
divina providentia pape jii, die vero .ii&; mensis martii. Actum in villa
ynsule Pulvensis lacus Perusii, v:delicet in ecclesia Sancti Secundi de dicta
villa, presentibus Sancte Bosti de villa predicta, Iuliano alias Ghezzo de
castro Sanfilciani, Sancte Cornecte de Castro Veteri et Guerrerio Iacobi
alias Liegera de castro Sanmariani ^) comitatus Perusii porte Sancte Su-
sanne testibus etc.

Domina Rosa, filia olim Pauli Forabuschi de Montesperello et uxor
olim Iacobi alias Carneinsalata Pascutii de castro Sanfilciani") comitatus
Perusii porte Sancte Susanne, in bona et recta senectute existens atque
mentis conpos et in bono sensu permanens, volens pro presentibus et tem-
poralibus futura eterna et celestia conmutare, et intendens in celo thesau-
rizzare, ubi neque erugo neque tinia demolitur et ubi fures non effodiunt
nec furantur, idcirco constituta parochiali in ecclesia Sancti Secundi yn-
sule Pulvensis diocesis Perusii ordinis Sancte Marie Montis Oliveti, ante
altare maius dicte ecclesie, non vi non dolo non metu nec aliqua alia sagha-
citate inducta, sed eius propria mera libera et spontanea voluntate et certa
ipsius scientia et non per errorem, propter Dei amorem et anime sue et
omnium suorum mortuorum salutem et peccatorum remissionem, iure pro-
prio et in perpetuum et per verum et directum allodium dedit tradidit cessit
et concessit atque inrevocabiliter inter vivos donavit reliquit et adiudicavit

(a) Segue testibus etc. cancellato. (b) Segue de cancellato.
244 MARIO RONCETTI

ecclesie [et] ^ monasterio Sancti Secundi de villa ynsule Pulvensis diocesis
Perusii ordinis Sancte Marie Montis Oliveti ") et michi notario infrascripto
recipienti [pro dicta]^) ecclesia et pro omnibus quorum interest etc. om-
nia sua bona mobi [lia] et inmobilia, presentia et futura, iura et actiones etce-
tera ubicunque sint et inveniri possunt vel poterunt et ad [ius dicte] ?)
domine quomodocunque spectantia in presens et in futurum quandocunque ;
et pro dicta ecclesia reverendo patri fratri Francisco de Monte Muro priori
Montis Morcini et venerabili ^) patri fratri Blaxio de Lucca ad presens vi-
cario dicti monasterii Sancti Secundi recipientibus vice et nomine predicte
ecclesie, et appedum suorum ponens ex nunc dictos fratres nomine quo
supra in locum suum et ipsos procuratores ut in res suas constituens, ita
ut ad modum deinceps dicti fratres nomine quo supra de omnibus rebus
eidem domine quomodocunque spectantibus prout eis libebit videbitur et
placebit pro comodo et utilitate dicte ecclesie ac prout et sicut dicta dona-
trix facere poterat ante presentem contractum, donationem facere ac di-
sponere valeant et possint et sine aliquo impedimento etc. De quibus qui-
dem iuribus ut supra donatis promixit dicta domina Rosa dictis fratribus
ut supra recipientibus quod nemini ius aliquod est datum cessum vel con-
cessum totaliter vel partialiter quod huic contractui in aliquo nocere possit
nec dabitur in futurum etc. Ac etiam promisit dicta domina Rosa dictis
fratribus recipientibus ut supra de supradicta donatione ullo unquam tem-
pore litem aliquam non movere nec moveri facere nec moveri consentire
per se vel alium seu alios etc., sed potius ipsam donationem legitime omni
tempore ab omni homine communi corpore collegio et universitate defen-
dere auctorizare et desbrigare promisit et in iuditio etcetera. Offerens ex
nunc se ipsam omnipotenti Deo et beato patri sancto Benedicto et conven-
tui et monasterio et ecclesie Sancti Secundi ynsule Pulvensis ordinis Sancte
Marie ^) Montis Oliveti predicti. Quam quidem donationem et omnia et sin-
gula supra et infrascripta fecit dicta domina Rosa dictis fratribus ut supra
recipientibus pro eo quia sic voluit et sic ei?) beneplacuit et proto quia
dicti fratres nomine quo supra dictam dominam Rosam in oblatam et
conmissam dicte ecclesie et monasterii receperant ac pro eo dicti fratres no-
mine quo supra omni meliori modo etc. promisserunt et convenerunt dicte
domine Rose et michi notario infrascripto recipienti pro dicta domina et
pro omnibus quorum in[ter]esset seu interesse possit etc. dicte domine
Rose concedere usumfructuum omnium et singulorum suorum bonorum in
vita sua ") aut eidem domine victum et vestitum providere etc. Quam qui-

(a) Parola mancante per mutilazione marginale della pergamena. (b) Le parole
che seguono : et michi notario ... quorum interest etc. sono aggiunte nell'interlinea.
(c) Parole mancanti per la mutilazione marginale. (d) Parole supposte nella mutila-
zione marginale. (e) Segue s espunto. (f) Le parole : ordinis Sancte Marie sono
aggiunte nell’interlinea. (g) Segue s espunto. (h) Le parole: in vita sua ag-
giunte nell’interlinea.
S. SECONDO NELL’ISOLA POLVESE 245

dem donationem et omnia et singula supra et infrascripta promisit dicta
domina Rosa ut supra dictis fratribus ut supra recipientibus perpetuo ra-
tam et firmam habere et tenere et eam perpetuo non revocare nec revoca-
tionem petere ullo modo nec aliqua ingratitudinis causa, vel quia dicta
donatio posita et insinuata non esset in libris comunis Perusii nec non in-
sinuandi producta nec aliquo alio modo iure causa colore vel pretesto ;
qu[a]m inmo necessitatem insinuandi dictis fratribus ut supra recipientibus
perpetuo remixit. Et si dicta donatio excederet legitimum modum donandi,
voluit quod tot sint donationes et totiens reiteretur sit et fiat nova dona-
tio, quot sunt modus vie res cause et forme legitime donandi. Renuntians
exceptioni dicte cessionis concessionis tradictionis obligationis et donationis
sic non facte, rei sic non geste vel aliter geste, et exceptioni doli mali, metus
causa vel ex iniusta causa et indebite dactionis, et exceptioni non promisso-
rum et non conventorum omnium et singulorum supra et infrascriptorum,
et omni alii legum iuris auxilio consuetudini[s] et statutorum et omni ex-
ceptioni eidem quomodolibet conpetenti et conpatite. Et voluit pro pre-
dictis conveniri posse Perusii Assisii Fulginii Eugubii Tuderti Spoleti et
alibi ubique locorum et terrarum ubi eam invenerint et convenire voluerint,
et ha[n]c donatio[nem] et omnia et singula supra et infrascripta promisit
ac etiam iuravit etc. rata grata et firma habere etc. et in nullo contrafa-
cere per se vel alium seu alios, aliqua causa vel exceptione, modo seu iure
etc. Et promisit facere confessionem etc. Ac insuper ex nunc se ipsam do-
minam Rosam fidei et conscientie dictorum fratrum, nomine quo supra, dat
vovit et se totaliter conmictit, rogans me notarium etc.

[S. T.] Ego Mariottus Michaelangeli de castro Passingnani comitatus
Perusii porte Sancte Susanne, publicus et inperiali auctoritate notarius et
iudex ordinarius, predictis omnibus et singulis interfui et ea rogatus scri-
bere scripxi et publicavi, singnumque meum consuetum apposui etc. Et
si quid remissum apparet, propria manu remisi, quia per errorem pretermis-
sum fuit etc.

i

CATASTO (sec. XVI)

Catasto antico del monasterio di S. Secondo d’Isola Polvese.
[così si legge nel foglietto avvolto attorno al documento, e in questi termini
esso è citato in altre fonti].

Perugia, Archivio di Stato, Corporazioni Religiose Soppresse, Perga-
mene di Monte Morcino, (antica segnatura : Cass. H, n. 26): ms. cartaceo
del sec. xvi, di mm. 212 x 142 e di cc. 13 num. rec. (un foglio volante +
un senione); probabilmente mutilo in principio. Il fascicolo, conservato
arrotolato a mo’ di pergamena, presenta lungo l’asse verticale dei fogli
il
ii
i
Î
|
ll

246 MARIO RONCETTI

lacerazioni da roditori che interessano progressivamente le ultime 9 cc.,
rendendo sempre più lacunosa la lettura del testo, man mano che si proce-
de verso la fine.

c. Ir Iesus
Santo Filitiano

Uno pezzo di terra vigniata posta nel destrecto de Sancto Filitiano,
in [vo]cabolo dicto Valderigo, con questi confini : primo li beni delli heredi
di Giovagniolo, secundo li beni delli heredi de Nardo dicto Mancino ^),
tertio Christopharo del Barba, quarto Simone di Bartolomeo dicto Pas-
saglia ; come apare 0) a libro A a carte trentà................... eee 30

Uno altro pezzo di terra vigniata posta nel comune di Sancto Fili-
tiano, in locho dicto Valderigo, con questi confini: primo terra boschata ^)
de Santo Secondo, 2° li beni di Barnabeio di Anbrogio, tertio li beni di
Bastiano di Nono; la quale vignia teneva Mateo di Mariano dicto Bra-
Cescho, come apare a hbro A a carte trenta UNO... +00 000 31

Uno altro pezzo di terra boschata posta nel destrecto di Sancto Fi-
litiano, in locho dicto Valderigo, con quercie sopra se, le quale le tenemo
no[i] fratri per il bisognio del monasterio, con questi confini : da tre parte
li beni 2) di Cancelleri e di Iacobo dicto Carne Insalata, 4° Mateo di Mariano,
come apare-al hbro A a Carte novanta qu8lTO S |... race et? 94

€. ID Iesus
santo Filitiano

Uno tenimento di terra posto nel destrecto di Sancto Filitiano, in
vocabolo Valderigo, il quale fu già vignia *), e caneto, e sellva de mine tre
vel circha, con questi fine : da uno lo fossato, da capo Beio di Foso di yso-
la Polvese, da l'altro Paolo di Cancelleri, come apare a libro A a carte no-
VEE SERRE eteiece sse esese eser sle v o eie e 96

Uno pezzo di terra a uso di caneto posto nel destrecto di Sancto Fi-
litiano, illocho dicto el Carrato, con questi confini: primo da pie’ lo fos-
sato ^), secundo li beni delli heredi di ser Gabriello da Zocco, 3° li beni di
ser Antonio 9), 4o li beni di Sancto Secondo, il quale fu posto a chaneto,
come.apare a libro A aicartec trenta ino... 5.ooei ti 31

Uno pezzo di terra laorativa et ulivata posta nel comune de Sancto
Filitiano, illocho dicto Ciposuli "), con questi confini: primo li heredi di
Mateo di Marcho dicto Penna, 2° li beni di Sancto Secondo, 3° et 4° lo

(a) Nel margine sinistro, all'altezza di questa riga, si legge: Barabe e Balatina

(ovvero Barnabe e Balestina). (b) Nel margine : el Bravo. (c) Nel margine :
Mateo de Mariano. (d) Nel margine : per noi. (e) Nel margine: Biagio di
Paolo de la Bona. (f) Nel margine : Sotto aqua : de st. 2. in circa. (g) Nel

margine : è Mateo de ser Antonio. (h) Nel margine: vicino alla chiesa di S. Fil.°

ur PP ry PES NR
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE

lago, come apare a libro A a carta novantatre
Una mina a seme.
Sancto Filitiano

c. 2r Iesus
Santo Filitiano

Uno pezzo di terra vigniata posta nel destrecto di Santo Filitiano,
in locho dicto el piano di Angniano, con questi confini: primo la via del
palazzo ^) secundo li beni di Canceleri, 3° li beni delli heredi di Luca di
Ioanne da Zocco, 4° li beni delli heredi di Anbrogio di Santo Filitiano ;
come apaxeP).a Jibro:A.a:carte quaranta. doi... ia fi... ia ra 42

Uno altro pezzo di terra posto nel destrecto di Sancto Filitiano, in
locho dicto il piano di Angniano, con questi confini : da uno lato la strada,
da l’altro li beni di Bactaglino, et da altri lati li beni ^ di Bartholomeo dicto
Pazzaglia ; dicta vignia fu piantata 1.5.2. come apare a libro A a carte se-
santa tre

Uno altro pezzo di terra circha uno staio posto nel comune di Santo
Filitiano, il vocabolo lo piano di Giniano, con questi fini : primo li beni di
Sancto Secondo, da po Simone dicto Pavaglino, da l’altro li heredi di Bar-
tholomeo di Sancto Filitiano ?) ; concesso a Biagio come apare a libro A
a carte novantasei
Santo Filitiano

c. 2v Iesus
Santo Filitiano

Uno pezzo di terra nel destrecto di Sancto Filitiano, in vocabolo Val-
derana, con questi confini: primo lo lago 5$), secundo li beni del Cancelleri,
39 li beni de lo spedale di Sancto Christopharo, quarto li beni di Christo-
pharo da Zocco ; et è de sementi quarti cinque, come apare a libro A a
carte quaramtadoli sione 42

Uno altro pezzo di terra laorativa posta nel destrecto di Sancto Fi-
litiano, in locho dicto Valderana/), con questi confine : primo l'aqua del
lago, secundo la via vicinale, tertio li beni del Mancino, quarto li beni di
Bartholomeo, et altre confine, come apare a libro A a carte novantatre. .93

Uno pezzo di terra vigniata posta nel destrecto di Sancto Filitiano,
vocabolo Qualderana, di misura de doi mine et uno quarto, la quale terra è

(a) Nel margine : quarti. 5. (b) Nel margine : terra de la Rosa. (c). Nel
margine : Ioanne et Mateo. (d) Nel margine : Biagio de Paolo. (e) Nel mar-
gine: terra de la Rosa. (f) Nel margine : laoratori. 8.
248 MARIO RONCETTI

apresso li fratri et Cancelleri di Santo Filitiano : la demmo ^) a Fhilippo di
la Marchisina in terza generatione, come apare a libro A a carte trenta-
(LOLLI RO i 33
Santo Filitiano

c. 3r Iesus
Santo Filitiano

Uno pezzo di terra vigniata con uno pezzo di sodo apresso, posto nel
destrecto de Sancto Filitiano, con questi confini ?) : primo li beni di Anto-
nio di Giovangniolo, 2° et tertio li beni di Sancto Secondo et in parte Gua-
sparre del Malitia, 4° de misura de doi mine, come apare a libro A a carte
MOVANtALe | no eres cool eil tense redu eir QUSE sia etes 93

Uno altro pezzo di terra posto nel destrecto di Sancto Filitiano con
questi confine : primo da pie’ lo lago, da uno altro lato Nardo et Marco
fratelli de Sancto Filitiano, da l'altro lato li beni di Sancto Secondo et
li bene di Guasparre di ser Lucha, come apare a libro ^) ch'é scripto in car-
tapecora.

Uno pezzo di terra vigniata nel destrecto di Sancto Filitiano con que-
ste fine: primo la via che va a lago, secondo Paolo del Barbero Cacchi,
tertio Iovanne di Lucha ; di misura circha staria tre vel circha ; in tertia
generatione mascolina tanto ; la quale vignia fu de la Rosa de Santo Fili-
fiang;come apare a HDrOPA 4 CHrle. 5... Poco e ainsi 49

Michelangelo de Lippo da Casterigone.

Santo Filitiano

c. dv Iesus
Santo Filitiano

Uno pezzo di terra posto nel destrecto di Sancto Filitiano, el quale
v'é su una casa con lo solaio e forno, e posto è una ?) altra casa *) la quale
si tiene a uso di stalla, con questi confini : primo l'aqua de lago, 2° la via,
tertio in parte li beni de messer Gentile de Signorelli et li beni de li heredi
di Mariano di Meo, come apare a libro A a carte novantadoi : Mariano di
Meo:.da:"Zoceo: sii. die lei LET SP Ld da aide e P Ad 92

Uno altro pezzo di terra laorativa ulivata posta nel destrecto di San-
to Filitiano, con questi confini: primo li beni di Matheo dicto Penne, se-
cundo li beni di Sancto Secondo f), tertio li beni di sere Cipriano da Peru-
gia, quarto la via publicha, come apare a libro A a carte novantatre..... 93

Una tenuta di terreno con olive e vignie et terra da laorare con una
columbara sopra se, posto apresso a Sancto Filitiano in locho dicto Valde-
rana ’), con questi confini: da uno lato li beni di la chiesa, 2° la via vici-

(a) Nel margine : Philippo de la Marchesina. (b) Nel margine : laoratori. x.
(c) Segue : A a carte cancellato. (d) Segue : una ripetuto e non cancellato. (e) Nel
margine : La casa de laoratore .1. (f) Nel margine: .7. (g) Nel margine :

Valderana.

D PP "P PREIS PH i n PC E
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 249

nale, 3° li beni di Francesco de l’Agniese, 4° li beni di Rencio di Giraldo,

comozapare a*lbroAsa-ci: see ROSA, 96
Biagio de Paulo de la Bona de Santo Filitiano tenne sopradicta par-

tita.

Santo Filitiano

c. 4r Iesus
Santo Filitiano

Uno pezzo di terra posto nel destrecto di Santo Filitiano, in locho
dicto il Campo de la Quercia, con questi confini ^) : primo la via, secundo
et 39 li beni delli heredi di Bartholomeo Passaglia, quarto li beni di Ioanne
dicto Bactaglino et li beni di Lucha di Pascuccio dicto Vallino, come apare
aslibro: Axa; Carte» ir cei strie ion rinn idr dani adele quibie 95

Uno pezzo di terra soda posta nel destrecto di Sancto Filitiano, in
vocabolo Val de Prancho, sopto la fornace, con queste confini: da uno
lato Nardo dicto Mantino di Sancto Felitiano et Marcho suo fratello, da
l’altro i figlioli di Giovangniolo, come apare a libro ch’è scripto in carta
pecora.

Uno pezzo di terra vigniata posta nel destrecto di Sancto Filitiano,
la quale hebbe Pietro di Menecaccio dicto el Fratre, come apare per uno
contracto per mano di ser Pietro da Panichale, come apare a libro ch'è
scripto in carta pecora ; item una casa co lo molino de olio apreso a Santo
Eilitiano 8.6.53 i5 déc ia sete d lao e e P poditebe d cai esie bases ienbs 41. 4
Santo Filitiano

c. 40 Iesus
Santo Filitiano

Una vignia posta nel destrecto de Sancto Filitiano, in vocabolo la
Valle Castellare, et dicta vignia è in doi pezzi, le fini: da un canto Orfeo,
da li altri li beni di Sancto Secondo °); fu data a Andrea de Meo, come
apare;a libro :Asa;carte.centootto:f)i. ai. ododcoov. si asma ae 9 $9 118

Uno oliveto posto nel destrecto di Sancto Filitiano, apresso a lo no-
stro podere, el quale fu comparato da mesere Gentile di Signiorelli, come
apare a libro A a carte: cento tredeci. 7. it eios alc dee oH eie e stel ere 113

Item ci é uno altro podere che tiene al presente Goro a Santo Fili-
tiano.

Queste terreni de qua sono del castello de Zocco, li quali sono del
monasterio.

(a) Nel margine: Cecho de Ioanne de Antognione. (b) Nel margine: An-
drea de Meo. (c) La divergenza tra il numero in lettere e quello in cifre è nel testo,
250 MARIO RONCETTI

c. ór Iesus
Zocco

Uno pezzo di terra vigniata posta nel terretorio del castello de Zocco,
in vocabolo Antinelli, con questi confini: primo di sopra li beni di Sancto
Secondo, secondo li beni de li heredi de Mariano de Meo dal dicto castello,
3° li beni di Guasparre del Malitia, 4° li [be]ni di Antonio di Carlo, come
aparesaslibroA-a-carte.i. iii 28

Uno altro pezzo di terra vigniata posta nel destrecto di Zocco, in
loco dicto Antinelli, con questi confini: primo li beni di Guaspare del Ma-
litia, secundo li beni de Antonio di Carlo, tertio et quarto la via ; tiene al
terzo Lucha di Cacho da Zocco dicta vingnia, come apare a libro A a car-
to eR. BUD. IBN, ERO T SOI Pea Hr ioTINT HioD ad I SC 28

Uno altro pezzo di terra, che era già vignia, nel destrecto di Zoc[co],
illocho dicto Antinelli, con questi confine: in prima et secun[do] li beni
di Nicholó de[l] Balla, d'altro lato li beni di Marino [de] Meo e di Pietro
del Tocha ; sono stai tre de bona misura et stava soda, come apare a libro
Asacicarte* nüvantatre?. i Preto, POP ID SENO S.A, 9[3]
Zocco

CHO. Iesus
Castello de Zocco

Uno altro pezzo di terra, che era già vignia, posta del destretto de
Zocco, in locho dicto Antinelli, con questi confini, videlicet : primo li be-
ni^) de li heredi de Bartholomeo Quatro-occhi, secundo li beni de li heredi
di Nicholó del Balla, 3° li beni di Filiciano del Morello, 49 li beni di Sancto
Secondo;.come apare:a Jdibro A d Carte... cele eee eres esos ies 94

Uno pezzo di terra vigniata et non vigniata, posta nel destrecto de
Zocco, in locho dicto Valle del Carrata, con questi confini: primo la via
et Pietro Budore, come apare per uno contracto facto per mano de ser
Bartolo da Castiglione Foscho, come apare a libro ch'é scripto in carta
pecora.

Uno altro pezzo di terra, seu un tenimento di terra soda, posta nel
destrecto de Zocco, in vocabolo Valle del Carrato, con queste fine : da un
lato il fossato, da l'altro li beni di Francesco de Gregorio, [da] l'altro li
bene di Sancto Secondo ; et sta a olivello, come apare a libro A a carte...48

La Petruccia, moglie già di Crescie, sta al Monte.

Castello de Zocco

c. 6r Iesus
Castello de Zocco :

Uno pezzo di terra laorativa posta nel destrecto de Zocco, vocabolo
Tisciano, con queste confine : da doi lati li beni de Sancto Secondo, da l'al-

(a) Nel margine : Abiamo.

VB ar eis cii tmr m ciel NI t i pdf t ini ni ponti pin ete en LIL DI) lent Wong me sm ene e uu Lu
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 251

tro lo lago, et da l’altro li beni di Antonio de Marcho ; et sta a olivello, et
paga soldo uno l'anno, come apare a libro A a carte quarantasei ........ 46

Uno altro pezzo di terra con molti olive sopra se, posta nel destrecto
di Zocco, in locho dicto Tisciano, con questi confine : primo lo fossato me-
diante la via, secundo et tertio li beni di Sancto Secondo, quarto li beni de
li heredi de Angelo de Andrea, come apare a libro A a carte quaranta-
SEpLe.....0000sorevnei none ose dodo NI diis SI 47

Uno altro pezzo di terra vigniata con ^) olive et fructi asai sopra de
se, posta nel destre[cto d]e Zocco, in vocabolo Tisciano, con queste confi-
ne : primo et secundo li beni di Iovanne di Lucha, tertio li beni di Paolo
del Mansa, quarto la via publica, come apare a libro A a carte 26 et posto
tcl Je E LIIS QDONIERIDIT n EGET 47
Castello de Zocco

c. 6U Iesus
Castello de Zocco

Uno pezzo di terra, circha una mina de bona misura, posta nel de-
strecto de Zocco, in vocabolo Tisciano, con queste fine : da uno lato lo fos-
sato mediante la via, da doi altri parte li beni de Sancto Secondo, come
aparecaclibro ‘Aa; carnte:05 inni ah 44551 20. O65 OG GNE vau 06.76

Uno altro pezzo di terra laorativa posta nel destrecto del castello
de Zocco, illocho dicto Tisciano, con questi confine ^): in prima lo lago,
secundo li beni di Martino di Magio dal Monte, tertio li bene de li heredi
di Paoluccio de Casterigone, quarto li bene di Masuccio del Monte, come
apare-a hbro A a Carte... 95.5255. IRE 92

Uno altro pezzo di terra laorativa [post]a nel destrecto del castello
de Zocco, in vocabolo Tisciano, con questi confini: in prima l'aqua de lo
lago ^, secundo li beni de li heredi di Mateo di Iovanni, tertio li beni di
messer Antonio di Girotto, quarto li beni di Massuccio dal Monte, come
apare. aslibro, A: asCarterg.. pic ricarico Sinfonia o 92
Castello de Zocco

c. ?r Iesus
Castello de Zocco
Uno pezzo di terra vigniat[a] posta nel terretorio de Zocco, vocabolo
Le Fontanell[e], con queste confine : in prima lo fossato, secundo li beni
di Angilotto, tertio li bene di Iacobo dicto Scarbetella, quarto Cecho del
Boldrino, come apare a libro A a carte 25 et a carte .................. 47
Uno pezzo di terra laorativa posta nel destrecto del castello de Zoc-
co, illoco dicto il Carrato, con questi confine : primo lo lago?) secundo li

(a) Nel margine : una colombara. (b) Nel margine : una croce. (c) Nel
margine : Tisciano. (d) Nel margine : Carrato.
252 MARIO RONCETTI

beni de messer Antonio de Girotto et parte le herede di Rinaldo da Peru-
gia et li herede del Fancullo, 3° li beni de la Loreta, come apare A..... 92

Uno altro pezzo di terra v[ign]iata nel destrecto de Zocco, in locho
dicto Ti[sci]ano, con questi confine : in prima et secundo li beni di messer
Philippo de la Cornia, tertio lo fossato ^), quarto li heredi di Lucha ; la
teneva a olivello era caduta, come apare a libro A a carte.............. 94
Castello de Zocco

c. 7U Iesus
Castello di Zocco

Uno pezzo di terra bosc[ha]ta di quercie, la quale é a nostro uso per
la frascha, posta [n]el destrecto del castello de Zocco, i locho dicto el Ca-
stellare seu lo Poggio, con queste confine : da tre lati li beni di Guaspare
del Malitia ; di misura circha una corba ; come apare a libro A a carte..93

Uno pezzo di terra laorativa et cum alquanti olive sopra se, posta
nel pertinentie de Zocco, i locho dicto Tisciano, con questi confine byiscin
prima li heredi del Fancullo, secundo l’aqua de lago, la via mediante, quar-
to li beni de li heredi di Mansetti, come apare a libro A a carte novanta
quatro

Uno altro pezzo di terra vigniata [con] alquanti olive, posta nel de-
strecto de Zocco, in vocabo[lo 1]a via del Carrato ^), con queste confine,
videlicet : da uno lato lo lago, da l’altro mesere Gentile de Signiorelli et
li beni di Sancto Secundo et le heredi di Bataglino ; come apare a libro A
a carte cento vinte
Castello de Zocco

c. ór Iesus
Castello de Zocco

Uno pezzo di terra vigniata 7) posta nel destrecto de Zocco, con que-
ste con[fine] : da pie' la via vicinale, da uno lato li beni di Sancto Secondo,
da l'altro li bene di Petro di Guido da Zocco, et parte et per parte li bene
de Calandra, come apare a libro ©) ch'é scripto in carta pecora.

Uno tenimento di terra selv[ata] posto nel destrecto del castello de
Zocco, con queste confine : da uno lato la via vicinale, da l'altro li beni di
Sancto Secondo, come apare per uno contratto facto per mano di ser Ga-
briello di Martino da Zocco, et cusi è scripto al nostro libro de cartapecora.

Uno pezzo di terra vigniat[a p]osta nel destrecto del castello de Zoc-
co, vocabolo ...^) [con] queste confine : in prima li beni de Sancto Se-
condo, da doi la[ti] mediante il fossato, da l’altro et cetera, come apare

(a) Nel margine : Tisciano. (b) Nel margine : Tisciano. (c) Nel margine :
Carrato. (d) Segue: c[on a]lquante cancellato. (e) Segue: A cancellato.
(f) Puntini nel testo.

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S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 253

uno contratto per mano di ser Gabriello di Martino da Zocco ; et cusì è
scripto a libro de carta pecora nostro.
Castello de Zocco

Cc. 8V Iesus
Castello de Zocco

Uno pezzo di terra vignia[ta] posta nel destrecto del castello de Zoc-
co, in locho [dic]to ...) con queste confine: in prima li beni di Sancto
Secondo .1. da capo, de lato li beni di Nofrio orffo et dall'altro il fossato,
come apare un contratto per mano di ser Gabriello ; et scripto in carta
pecora.

Uno pezzo di terra posto ne[l de]strecto del Castello de Zocco, con
queste confini, videlicet : li beni di Meo d’And[r]euzzo lo primo mediante
il fossato, et da doi lati la via et da l’altro li beni di Cristopharo di Marcho,
come apare a libro ch’è scripto in carta pecora de tucte le possessione.

Uno pezzo di terra posto nel d[estre]cto di castello di Zocco, il lo-
cho dicto la Noxe, [con] queste confine, videlicet : prima la Lixa median-
te il fossato, da l’altro lato la via vicinale, da pie’ li beni di Sancto Secondo,
da capo li beni di Merenduolo, come apare a libro ch’è scripto in carta
pecora.

Castello de Zocco è finito : sequita Santo Savino per ordine.

c. 9r Santo Savino

Uno tenimento di terra p[osto] nel destrecto di Santo Savino, in lo-
cho dicto el Monte [seu e]l Vigniale con questi confini: da una parte le
vignie che tiene Angelo del Manzetta, da l'altro li beni di Sancto Secondo,
da pie’ la via che va a Perogia, come apare a libro scripto in carta pecora
et sequita :

In sopra dicto tenimento A[ngel]o et Cecho del Manzetta puserno
certe vignie in locho dicto el Vigniale seu il Monte, con queste confine:
in prima la dicta vignia, da l'altro Nofrio, da l'altro la via publica, da l'al-
tro ... 5) de la olificha, da l’altro li erede d[e Ag]ostino de Nonno, come
apare a HDFO A A Carlos, orsi ieri 72.63.72

Uno pezzo di terra po[sta n]el destrecto di Sancto Savino, i locho dicto
el Canpo d[e Lom]bardie di misura circha doi m., con queste confine:
da uno lato la via, da l'altro Bacimto et li figlioli di Caradonna, et da pie'
l'aqua de lago, come apare a libro vechio de le possessione a carte..... 44

Santo Savino. Non cie sono altre terreni nisi quelle de sopra.

(a) Puntini nel testo. . (b) Puntini nel testo.
254 MARIO RONCETTI
es
Castello de Agello

Uno pezzo di terra [vigni]ata posta nel) destrecto ? de Agello, in
locho dicto Ripola °), con q[uest]i confini: primo li bene di Sancto Secon-
do conducie Cagno, atre parte li bene di Mideo, come apare a libro A a
carte trenta sei, et a libro delle possessione a carte trenta, et guarda a 14
et 72.

Uno pezzo di terra vigniat[a p]osta nel destrecto di Agello, con que-
ste confine: in primis Iovanne di Soreta di Santo Archangelo, da l'altro
li bene de le herede di Bartholomeo de Sparnaccia, da l'altro li beni de
Santo Arcangelo 4), da l'altro la strada publica in vocabolo Santa Maria
Inchaella, ‘come apareta:libro-A:a “carte: its... ul Ds 37

Uno pezzo di terra posta ne[l de]strecto di Agello, in vocabolo Ri-
pola, con queste c[onfin]e: da doi lati la via, da l'altro le pedate de lago *),
da l’[altro] Mideo di Carlo, come apare a libro A a ca[rte] trentaotto.
Castello de Agello

c. 10r Castello de Agello

Uno pezzo di terra vig[nata] posta nel destrecto de Agello, in locho
dicto Ripola, c[on qu]este confine: da un lato la via, da l'altro Girolimo
dicto Pontiocchio, et da doi altri lati li beni /) di Bobio di Mideo da Peru-
gia, come.apare:a:-libro A a.carte ottanta....... s s eee it. 80
Cecho Fafore 9)

Uno altro pezzo di terra n[el d]estrecto di Agello, in locho dicto Ri-
pola, con qu[es]ti confini: primo li beni de Santo Pietro de Perugia, 29
li beni del Chiavaio da Zocco, 3° la via, quarto le pedate de lago : tutto
posto a canneto da diverse persone de Santo Savino, come apare a libro
A a carte

Spedale de Fontigniano

Uno pezzo di terra cir[cha] tre stai posto nel destrecto de lo spedale
de Font[igna]no, in vocabolo Terrazale seu Ca[...]abini, con queste [con-
fline: da una parte la via, da l'altro il fossato *), d’altro li beni di Santo
Vito, da l’altro li beni di Baptista de Iovanni, come apare a libro A a car-
UE CSR RO ROERO 95

Questo pezzo sopra posto è de lo spedale de Fontigniano.

(a) Corretto da nelle mediante l'espunzione delle ultime due lettere. (b) Ag-
giunto sopra il rigo. (c) Nel margine: Ripola. (d) Nel margine: S. Maria
Inchaella. (e) Nel margine : Ripola (f) Nel margine : Ripola. (g) Nome

depennato. (h) Nel margine : Spedale.
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE

c. 10v Iesus
Montalio
Uno pezzo di terra [...... ] dire certe terre poste nel destrecto di

Montalio, li qua[li ter]reni li laorava Valentino del Catinayo, da po loro
intrò Mateo di Cristopharo del Catinaio al terzo, et comenzó l'anno 15.x1.,
et Ioanne di Salvi di Giovanne di Montalio lo teneva in prima.

In primis uno pezzo di [terra] con molte quercie sopra se, posto in
locho dicto la [...] acta, con questi confini: primo et secondo lo fossato,
3° li beni di Santo Andrea, quarto li bene di ^) Iovanni di Paulo delli Oddi,
come'aparea libro A -a:carte quarantauno:;... 1... 0... 09s esos 41

Uno tenimento di terra n[el d]estrecto di Montalio, in vocabolo Mar-
zolano, con ques[ti con]fine : da una banda li beni di ser Vito, da l'altra
p[art]e li beni di ser Archangelo, da l'altra parte Iovanne di Bartoccio,
da pede li beni de Antonio di Giapecetto, come apare a libro A a carte...90

Nota che ci ereno altri terreni, furono laxati dacordo et cetera.

c. lir Vernazano

Certe pezze di terra ulivate et vigniate poste nel destrecto di Passi-

gniano: dati ^[::;7.-. ] de Antonio di Donatello da Passigniano in terza
g[ene]ratione, per prezzo di lire nove de denari l'anno, come apare a libro
ACascarte ..... orsono e Es re sese sees re 101 et 110

Questo é el podere de la [Madon]na de Petrigniano : lo primo el qua-
le tene al presente L[ucha] et Salvadore suo patre et aportaro ogni cosa
a‘lolago, come apare a libro A 2 Carte". 3... +: 150

Questo altro podere de mezzo [de la] Madonna di Petrigniano lo te-
ne Cecho et Lorenzo [suo] fratello da Casterigone : ut supra, como apare
a [libro] A a carte cento cinquanta.............000 0000000000000 150

Questo altro podere de la Madonna nostra di Petrigniano lo tene
Betto del Paparello, con quelle obligationi che stanno li altri, come apare
a libro A*a'carte'cento cinquanta ==... 150

c. 11v Iesus

Questo podere é de la pieve di Santo Martino, lo tene al presente Ce-

cho:dicto:[=;i.3 ] et soi fratelli, è nel destrecto de la villa di Pozzollo, co-
me;'apare:a,libro. A;iacarteicento:sel., si. siae esie eme eid m ttn eed è è 106
Collelungo

Questo podere de Collelongo é nel destrecto di Pacciano, lo tene Ce-
chobello de Bapt[ista de] Nanne da Pacciano o dir Parrano, come apare
a:libro. [A] a: carte cento: vintetre.. travis tote sd nr oam el 123

Santo Filitiano

(a) Segue Pa[ulo] non cancellato.

|
|
|
| 4
a
256 MARIO RONCETTI

Questo podere di Santo Filitiano lo tene al presente Goro de Andrea,
con molte obligationi [de] piantare olive, de dare polastre et dare cinquan-
ta oVar[=.. ]::como:apare a-libro*A-a icarte. ... rio i Di. 146

Mugnano

Uno menzzo podere posto [nel] destrecto di Mugn[an]o ?), lo tene Io-
vanni di Pace et Baldo et certi altre, con molte obligationi de paglia, ove,

polastre, come apare 28 libro A ACATie. lee esc roin S one orbe esie 39
Mugnano
c. 12r I[esus]

Iovanne Antonio de don Francesco h[........ TSPulvese n. ]
fratri de Santo Secondo uno pezzo [........ ]:posta T. 55. 5 ] de dicta

ysola Polvese col cimiterio [.... c]hiesa de Santa Romana con questi
confini: a tre lati la via vic[ina]le, a quarto li beni delle eredi de Agabito
de Narduccio; el quale orto é logato [.......... ] a nostro beneplacito
per lire quatro de pescio sfumato, come apare a libro delle possessione a
Canter sro dose nova diocese ke ais soles in jur us ueni jean 91
El dicto orto fu dato in terza [genera]tione mascolina tanto in pri-
mis Iovan Antonio [....... ] Fafore tertio autem Cecho, per tanto é pas-
sato [anni] trenta doi^) che non hanno pagato, siche per esse la verità
guarda al dicto libro sopra dicto come dice dal 15.x1 pagó poi mai qua.
Biagio e Cola suo fratel[lo] del Parentello tengono una casa senza
ESSE ] posta in ysola Polvese, la quale lassò madonna Ysonia a Sanc-
t[o Secon]do cum questi confini: primo et secundo via publica, 3° [..... ]
orto de Santa Romana, 4° li beni che furono de Christopharo del Barba,
et dacanto uno pezzo de orto, come apare a libro de le possessione a car-

Lieu gi I ie i ii 2
CAIO: Ri SS RESO SS i, eo, di nie pi. PUER
detto ] cum queste confini : da doi lati la via de sopra [....]no cum un
pocho de orto apartenente alla dicta [...... d]a l’altro lato la casa de Chri-

stopharo del Barba, la qual casa gli dà il monasterio de Santo Secondo in
tertia generatione, poi debbia retornare dicta casa al monasterio, come apare
a libro delle possessione ve[cchio a] carte 37 ; è caduta et ruvinata.

Item uno orto ne l[a villJa de ysola Polvese, circha un quarto de ter-
ra, le fine : da [tre] lati la via, de capo Pavoglione ; el dicto orto tenne già
Urbano de Pampanollo.

Item uno pezzo de terra che era ^) de Filiciano cum molte olive, co-
me [apare a] libro delle possessione vechio a carte...............elus. 44

(3) Nel testo : Mugno. (b) Nel margine : Cecho Fafore. (c) Segue : che
era ripetuto e non cancellato.

f di eir ah i. so ptm m e ctl i t n ln dini peni Rene int Rm t

uM o itii Lii —— -———————————

S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 257

Item un pezzo de orto posto in [predic]ta villa de ysola Polvese, qual
fu già casalino de li beni de Santo [Secondo, 1] e fine : uno lato la via vici-

nale, da doi lati [...... d]el Parentello, de sopre el comuno de dicta ysola
Polyese.[.5..... 295 ] pegiona el Boccio de Magogo per bolini ^) tre, co-
mo-apare: a libro. delle:possessione a cearte. 4. 944... o4 5cer.. ER 44

Item una casa in dicta ysola Polvese, doe havemo el cellaio cum lo
terrato, le fine : da tre lati la via, de sopto la casa de Pretello "), come apa-
re a libro de le possessione a carte 44 Libro antiquo.

e; 13r Christus

Item una altra casa piccola po[....... ] della villa de ysola Polvese,
contigua con la sopra dicta, et de [........ ] fine apare al dicto libro de le
possessione: a. Carte... sc; s eorpore nés sess isses ee eo 45

Questa é quella casa posta in ysola Polvese [quale] tiene Parentello
in terza generatione, quale laxó donna Ysonia come apare de sopra : scripta
de mia mano id est ser Francesco notaro.

VI

FAMILIAE TABULA
(1482 - 1787)

« Trasimeno. In mon. S. Secundi apud Lacum (de Lacu Perusino) ».
Trascrizione eseguita dal p. Placido Lugano (sec. xx) sulla base dei

volumi delle Familiarum Tabulae.
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Archivio Storico, scrittura a
penna su fogli protocollo non numerati.

1482 prior fr. | Nicolaus de Vulterris ............. eee 5
1483 » Marcus:;desFerrarianipt . 4b .anuuehi iere 6
1484 » Angelus -de;Senis «255... sg eve eee eee eren 6
1485 » Angelus de Senis. edd ouedex ilr eren 6
1486 » Ioannes de Finarioi;uo8 .:5.5 nO... eb erre 6
1487 » Angelus de Senis; 4.9. aiuglib ele nnn 6
1488 » Laurentius de;Perusios;. 66M. «dior 6
1489 » Bartolomeus de;Perusio! ..155394$..... 9er 6
1490 » Thomas: de; Brabantia si; pisani aeree 6
1491 » Ioannes de Albutiago:^5.490. 9388 eere eren 6
1492 » Thomas:de Perusio. $5. edonsaib... eere e 6

(a) Forse per bolognini. (b) Forse per Parentello.
(a) Forse per 10.

etlbrar d. cre NEUE PCI I ia

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e 927927292922 929255€*

o9 9 c9 9 9 9 9 9 £9 9 9 ? i$ *

258 MARIO RONCETTI
1493 priorsfr:-* Thomas:de:*Perusio- “ssi
1494 » Bernardus de Aretio .......
1495 » Ioannes Franciscus de Perusia
1496 » Ioannes Franciscus de Perusia
1497 » Thomas de Perusia .........
1498 » Benedictus de Visso .........
1499 » Benedictus" de::Visso? 57.5. i
1500 » Laurentius de Perusia .......
1501 » Bernardinus de Aretio .......
1502 » Bartholomeus de Perusio ...
1503 » Laurentius de Perusio .......
1504 » Laurentius de Perusia .......
1505 » Laurentius de Perusia .......
1506 » Laurentius de Perusio .......
1507 » Bartholomeus de Perusio ....
1508 » Thomas:de Perusia: .........
1509 » Thomas.de.Perusia.. ........;
1510 » Thomas:de Perusio .........
1511 » Thomas de Perusio... iii.
1512 » Michael de: Perusio .........
1513 » Nicolaus:de.-Cortona: .;...+;{i..»
1514 » Michael de Perusia 5:5 i...
TOLD » Michael.de-*Perusia:**.;.;....
1516 » Michaelide:Perusia:....5..5.
1517 » Vincentius" de Trivilio'- ..;...;
1518 » Vincentius: de Zerbis 0.0.2:
1519 » Andreas:de |Senis |. ....3 552223. 4
1520 » Bernardinus de Aretio .......
1521 » Franciscus de Trevio .......
1522 » Maximianus de Lignano .....
1523 » Simeon: de. Perüsig!s 4 1:2.
1524 » Maurus de Fabriano .........
1525 » Placidus de Senis visitator ...
1526 » Nicolaus. Bardus. 5:7. PIS
1527 » David. de. Bononia 2. pu
1528 » David.de:Bononia 49525 AH aria i EIU.
1529 » Honotrius. deFlorentia: 23H81] 32993. v ei
1530 » Antonius Bentlvolus **Gostti a
1531 » Maurus.de Padua -«:4..55. 5823
1532 » Barnabas de Canali ...... RI
1533 » Barnabas de Genua .........
1534 » Placidus:.de Senis =.
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE
1535 abbas Bernardus: de: Ulzano i 33 8sng53. E. sed... 10
1536 » Toannes.de. Perusiasa . saw sgdBlf fi... ac 7
1537 » Felix.de.Januastat 35. antossiit ll... 5
1538 » Benedictus:*der:Finario: #irtiurtti I Lec 10
1539 ) Gelsus. de .Gorrigio:5! it, subst eten 9
1540 » Io;:Baptista.de .Herraridescsipi E... eel. 10
1541 » Ioannes. de;Berusio M. 95 dann .....s.... 8
! 1542 » Benedictus:de iGuanioi:$:5325 4E di... : 6
1543 » Mathias :de:?Elorentiasi:59z1528924. dI... Le 7
1544 » Io..Andreéas'de: Senis 55.555084 LL... 8
1545 » D. Gonstantinus de:Perusiasjt5253...1X....&.... 7
1546 » D. Constantinus dei Perusia:5i:5533:x il; ua... 8
| 1547 » D. Constantinus de. Perüsia 15523205. Hi....01... 7
| 1548 » D. Michaelangelus#de Bononiaói;:;45..45....«..... 7
| 1549 » D. Silvius de*Bononla: ibn ii... 8
1550 » D..Silyius.de/ Bononia 2:3. £8danDh.4h..l..... 6
| 1551 » D. .Baptista.de. Ferraria 35. inigoixà if... hoc 7
| 1552 » D. Bernardus de Perusio «i james... .l..lie ses 8
1554 » D. Ioannes. de. Perusio: 9. .s6 vopul dh... 7
1555 » D. Ioannes de Berusio;.* 284528. di licia. 7
1556 » D. Ioannes.de Pemnusiol 545 4b reU... ees 7
1557 » D.-Joannes..desPerusio:. sioni dh... i 8
1558 » D. Ioannes.de Perusio i. 243::805358..155. abito 7
| 1559 » D. lIoannes.de ;Perusio «h aussi Li... .k.... 6
1560 » D..;Relix.de.Florentiai 553 #vssmerni dt... bici. 6
| 1561 » D. Sylvius.de Aretioti a sum uui... 7
| 1562 ».-:. D. Donatus_dewAretio# i ssenlihi. i... .c.... 8
| 1563 » D. :Rius..de. Senise ob pra EIS... 6
| 1564 » D.. Io..Franciscusude"Penusioiincos TE... eis 6
1565 » D. Io... Franciscusade+Perusio:tnrnibi di... 5
1566 » D..«Io:+Kranciscus.desPerusiofs:srnist..di.. dici 6
| 1567 » D. Io. FranciscusidexPerusiossis:si. th...im.... 6
| 1568 » D:iIo;: Franciscusjde::Perusio suwsislt il... 5
1569 » D* Barnabasxde=Perusioift#.. ioni... iti. 4
1570 » D. Victorius .de;Senis. ..... ammi dti... ba 6
1571 » D. Ioannes.dejBeruSio 55. d dl. 7
| 1573 » D. Ioannes desBeruslos:. X. «bend. ti. 0 dr 8
) 1574 » D. Benedictustde=Verona su:siosoid..5h... det 7
| 1575 » D. ;Benedictus desiVerona: siisangcòì. ih... e... 7
1576 » D..NVenantius deiGamerinosissossTTK tf. 8
1577 » D.-VMenantius de Camerino |... :......... es 7j

| (a) Nel margine destro una correzione lo assegna al 1540 al posto di Io. Baptista de
| Ferraria che viene anticipato al 1539.
260 MARIO RONCETTI
1578 abbas-. DsuVenantius desCamerino: «334151... 4S. 7
1579 » DisMathias:de Seniss5i« 4.55.25 a Gl ie 7
1580 » D: sHippolitus«de:Gamerino!.;5..1497.....24.... 8
1581 » D:-Hippolitus:de*Gamerinos:iuibadgott..... lees 8
1582 » Di:Secundus;de Bérusio0.. di. suit. «ie i ei 7
1583 » Ai-Da(manca)ittr:t ab piani. ili. 7
1584 » Di Adrianus.de:Montelpüre: si.i.tinil.. ee 7
1585 » D. Michaelangelus: dezPerusio!::in2050.... ie 7
1586 » Di MichaelangelustidesPerusio 551159. ...... e... 9
1587 » D.:Gregorius;.de 'Monte;jPolitiános .iii...... 0... 8
1588 » D.. Gregorius:de Monte Politiano:0.. ki... vt... 7
1589 » D. :Gregorius:de :Monte :;Politiano::. i. + ee 9
1590 » D:Gornstantimus:de: Perusio. |;i51240. Ah. eee 9
1592 » D: Benedictus:dé:Senisiic onda Ck... dee 9
1593 » D.Gonstantinus:de::Berusio5 pr. Hi. ch eco 8
1594 » Di«Gonstantinus.-detiBerusio:t 52 702..05...4. 4. 7
1595 » Dz«Antonius:de : Aretio? .35.2i1830 21. th. e dere 8
1596 » DiIoannes desBerusio 55, 425383298. XE cles 9
1597 » D3sloannes. de Perusiori xh neu Ah ieri 6
1599 » Di cAntonius:de;BRernusioi 5 sosia. Lie ee 7
1600 » D.Victorius de: Benmusioi ni sofisti Sl, 7j
1603 » D. Gonstantius:deiBulginio; #1. bl... eee 6
1604 » D. Ptolomeussde 'Aversàá sli 25:58. el estesero 8
1605 » DiGCyprianus«de -Berusió di. sarto. dl. 8
1606 » DiGyprianus:de=Perusior:*) a. 24.1. Si. tese 5
1607 » DiéCyprianusi de::Perusiò. +5. sive SL... eres 6
1608 » D=:Adrianus.de: Montelpore i5i1.5:2560. 4L... lee. 3
1610 » D::Gyprianus:ide=Perusio:tn® 35 siti uh .l.loe ree. 7
1611 » DisBompiliuside? Perusio wisQ21i..ab th... 80 5
1614 » D. Adrianuside«Montelpore:5); wi... il... Lee. 6
1615 » Di:amanca)aieunsodh sa. paaeiauk (1. uod. lero, 6
1616 » D.-Angelus::[Paolücci] :de:Perusio .:J, .£1.. .. 4... 5
1617 » D. Marcus Antonius [Baldeschi] de Perusio 6
1623 » D. Marcus Antonius [Baldeschi] de Perusio 8
1624 » D: (niarnca): 22 ida. ah. dini a 85)
1625 » D; :Vincentius.de cElorenitia: nme. Ai... o tei 8
1626 » D; Angelus .M:;:de:Berisio/f) «siut. Li i 9
1627 » D; :Pranciscus: des BIldcentia: 15:545 9281. (i... ec 9
1630 » D...Gregorius desPerüsio uiiibononi Chaco 6
1632 » Di. Gregorius déeaPenisio?: sinitrumoZ. Ul... 0... 6
(a) Scritto al posto di Marcus Antonius de Perusio depennato. (b) Nel margi-
ne destro si legge : A lacu Trasimenio translatum in nov. mon. S. Antonii, in Perusia,
porta Sole. (c) Segue : In mon. S. Antonii de Perusio.

O Ma LI

pie IR reae i noa Mtm m cal i o ie ini ia prn ne etr imet
S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE 261

1636 abbas. ;D.,Cosmas,.de Bernusio; 55.585568. i. cpl. 8
1638 » D. Augustinus [Lancellotti] de Perusio ........ 9
1639 » D. iHieronimuside:Rulgineo- :i.55z4:..... o eee 9
1640 ?) » D.-Fieronimustde+Fulgineo:....iui 0a... 8
1641 » D. :HieronimusbkdesHulgineo risi. dd... a. 7
1642 » D. Marcus. Antonius: de; Perusio... ;. .6.......... 8
1643 » D. Marcus.-Antonius,de;:Perusio; ii. ti... 4
1644 » D. Marcus. Antonius; de, Perusio... i..6.... ar. 5
1645 » D. ;Victorius de:Berusio ..!5. ini. hai, 5
1646 » D, ;Victorius. desBerusio. si^. 5)i5dn&..eL....u..... 6
1647 » D:oNictorius: deiBPerusio iti tb. iii 6
1648 » D, Taurentius:.de Bononia ::515. gel: 3..... 3
1649 » D, ;:Eaurentius.deiBononiaszus5 28A. Gi... ai 5
1650 » D. .Eaurentius deiBononia»i$53: 5... dc 5
1651 » D. Eaurentius:degBononiasi:;. datti). aci. 5
1652 » D.1653 » D.oMarcellinussde! Senis | iui. det dh. ci dii. 7
1654 » D. ;Eranciscus ;de;Perusio- :45:::: 32. i. cicci TÉ
1655 » D. aFranciscussdes Perusio 53:553. ell vane 6
1656 » D. Franciscus:debPerusion. 355543558. dI. 6
1658 » D. Franciscus:deisBerusio;iw&atiiuat. Li. c.d... 6
1659 » D. ;:Eraneiscus desPerüslo 25523:382..5.... 3... 5
1660 » D. Laurentius desPerdsio :55:03232..0L.... ai 7
1661 » D.zLaurentius desPerusios grana el... 7
1662 » D. Dominicus: desBerusiosn 5055555... ...eses ee 5
1663 » D. Dominicus: de:.Benmdsosh 3555 34... 7
1664 » D, Dominicus; de;Benusiosh 58A... rl. 6
1665 » D, ;:Dominicus.deoBernusioso ss5wkn4.dd....4..- 6
1666 » I). Dominicus; desBerusSi0bh spetti... #0... 6
1667 » I). .«Dominicus: de;Benusioso sy (I... ant 7
1668 » D. Dominicus;degPenusjo: nia: fl... 5
1669 » D:oMauzüsideBononiaigg. ari... ai 7
1670 » D:fMauruside Bononia: ipa eh i 7
1671 » D.;Maurus;desBononiaj i attatsii it. 7
1672 » DiFieronimus:de: Perusio: j4dbo045 3 4... re 6
1673 » D. Hieronimus de Perusio, visitator ............ 6
1674 » Da Hieronimussde Perusio |..385:95. dl. cid 8
1675 » D.-Franciscuside;;Perusioss#.arziaan il. ana 6
1676 » D.sKranciscus.degPerusiornii 3359... dii 5
1677 » D. :Franciscussde: Perusio: | iii ila 5
1678 » D. FranciscusidesPenusions sic dle 4
1679 » D. ;.BarnabassdesPernusioz:i.dotcln....4.-9 5

(a) Dal 1640: S. Secündi et Antonii.

[»]
MARIO RONCETTI
1680 abbas.:D. Barnabas.de Perusio 4 930970... 0... SOUS... 3
1681 » ]Dyi*To* Baptista "de^ Perusio//5 15H81. et 4
1682 » D. Angelus M. de Perusio superior ^) .......... 4
1683 » D. Angelus M. de Perusio ......... line uu 5
1684 » D;-Angelus Mide*'Perusio*120252203. dest 5
1685 » Di-Angelus' M: de' Perusio. #IFriRià. hi... 6 |
1686 » Di Angelus "M? der Perusio PURUS i, ae 5 )
1687 » DiAngelus Mi de) Perusio. HT tn 6 |
1688 » D;-:Angelus-M. de'Perusio tt... ent 4 |
1689 » DisAngelus:M. de'Perusio 900559017. LLL... 4 |
1690 » D; Angelus .M.. de*Perüsio et*visitatori....#..... 4
1691 » (deest 'abbas)o* Go 39r. sit Ra ti stelo Ss... 5
1692 » D;-Alphonsus?Pde/Perusio ate set 8..... 6
1693 » D); -Alphonsussde?Perusio 977091553. ,3.... 8... .. 6
1694 » D.-+AlphonsusEde#Perusio 1695 » D. Stephanus Hieronimus de Perusio .......... 5
1696 » D. Stephanus Hieronimus de Perusio .......... 6
1697 » D. Stephanus Hieronimus de Perusio .......... 5
1698 » D. Stephanus Hieronimus de Perusio .......... 5
1699 » D.;*Secundus de?Perusio it she + cca Norte 5
1700 » Di.Secundus de Perusio: «2400. e nt 5
1701 » D::Secundus desBerusio- 817290891, sete tt 6
1702 » Di:secundus de*Perusio 9*0, 90A. na ttt 4
1703 » D; Secundus desPerusio 510209 PRESSA. 118... 4 |
1704 » Di Angelus de9Bérusio ^ ANNI at, 0 nn 4
1705 » D. Angelus de9Bérusio^5 . HOO dti ener 5
1706 » D. Angelus de9Perusio Wr. RT. A cita 6
1707 » D»;-Angelus de" Berusio92. CIN, att ILL... 4
1708 » Dri-Angelus de" Perusio 9 E IDEE MEIST Sere 5
1709 » D: 'Angelus de8Penusio ^9 ee. SEL IIIA... 4
1710 » Di:Angelus de*Bemusio90 ud HOURS Illu. 5
1711 » D. Carolus Emanuel Grisaldi de Perusio ........ 5
1712 » D. Carolus Emanuel Grisaldi de Perusio ........ 4
1713 » D. Carolus Emanuel Grisaldi de Perusio ........ 5
1714 » D. Carolus Emanuel Grisaldi de Perusio ........ 4
1715 » D. Carolus Emanuel Grisaldi de Perusio ........ 4
1716 » D. Carolus Emanuel Grisaldi de Perusio ........ 4 |
1717 » D. Carolus Emanuel Grisaldi de Perusio ........ 4 )
1718 » D. Carolus Emanuel Grisaldi de Perusio ........ 5
1719 » D. Carolus. Emanuel de! Perüsio ^ 1, 1.2. X .... 3
1720 » D. Carolus. Entanüel:de^Perüsio 5*5, tl... 5
1721 » D..Carolus Emanuel de^Perusio! ^17, ,23.... ll... 5
(a) Dal 1682: SS. Antonii et Secundi.

br hol. Lic pter e e iei ile e s mire is gn) ds. piece ttn t tnnt 1722 abbas D. Carolus Emanuel de Perusio
MOS D. Carolus Emanuel de Perusio ^?)
1724 » D. Carolus Emanuel de Perusio
1725 » D. Carolus Emanuel de Perusio
1726 » D. Paulus de Perusio ..........
1727 » D. :Paulus#de*Perusio get 9:317
) 1728 » D. Marcus Antonius de Perusio ..
| 1729 » D. Marcus Antonius de Perusio ..
1730 » D. Marcus Antonius de Perusio ..
1731 » D. Marcus Antonius de Perusio ..
1732 » D. Marcus Antonius de Perusio ..
1733 » D. Marcus Antonius de Perusio ..
1734 » D. Philippus de Perusio ........
1735 » D. Philippus de Perusio ........
1737 » D. Philippus de Perusio ........
1739 » DiPhilippus:de Perusio: 1»
1740 » DiSPhilippusxde: Perusio) 55. i»
1741 » D. Philippus! de: Perusio... |; tz
1742 » D. Philippus de Perusio ........
1743 » D. Philippus Aureli de Perusio ..
1744 » D. Philippus Aureli de Perusio ..
1745 » D. Philippus Aureli de Perusio ..
1746 » D. Philippus Aureli de Perusio ..
| 1747 » D. Philippus Aureli de Perusio ..
| 1748 » D. Philippus Aureli de Perusio
1749 » D. Philippus Aureli de Perusio
1750 » D. Philippus Aureli de Perusio
1751 » D. Philippus Aureli de Perusio
1752 » D. Philippus Aureli de Perusio
1753 » D. Philippus Aureli de Perusio
1754 » D. Philippus Aureli de Perusio
1755 » D. Philippus Aureli de Perusio
1756 » D. Philippus Aureli de Perusio
1757 » D. Philippus Aureli de Perusio
1758 » D. Philippus Aureli de Perusio
1759 » D. Philippus Aureli de Perusio
1760 » D. Philippus Aureli de Perusio
i 1761 » D. Philippus Aureli de Perusio
1762 » D. Philippus Aureli de Perusio
1763 » D. Philippus Aureli de Perusio
1764 » D. Ioseph Patrizi de Perusio
1765 » D. Ioseph Patrizi de Perusio

(a) Nel margine :

S. SECONDO NELL'ISOLA POLVESE

In mon.? S. Antonii de Perusio.

$9 c9 9 9 * * » * * * 9 £3 9

® 0 0000 0000 0 0 00

® 0 0000 0 9 0 0 00 00

® 0 9 9 00008 0000 00

* 0 00 00 0 0 00 00 00

® 9 d 00000 * 0 00 00

* 9 00 00 0 9 9 0 00 00

® 0 9 9 9 9 * 9 * * 00 00

® 9 9 9 9 9 0 9 0 9 00 00

e 9 00 0 9» * * * * 00 00

® 9 c9 000 0 00 0 t? 9» 00

® 0 c9 c9 00 00 00 0000

® 0 00 00 00 00 * 000

® 9 00 c9 9$ 9 9 00 00 00

® 0 0 0 0 0 0 * 00 * 9 0 * 00

e 0 0 0 0 0 00 0 0 00 0 0 00

® 0 0 0 0 0 0 0 0 0 00 * * 00

® 0 0 0 9 c 0 9 0 0 0 * 00 00

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«absque familia quia est clausum »

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Ioseph Ildephonsus Scarselli de Bononia
Ioseph Ildephonsus Scarselli de Bononia
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Le carte del monastero
di S. Concordio di Spoleto
(1064 - sec. XII)

Incerta perché storicamente non documentata è la data di ori-
gine del monastero femminile benedettino di S. Concordio di Spo-
leto. La menzione più antica di esso — che compare in un atto no-
tarile del giugno 1064 — riguarda la donazione di un terreno in lo-
calità Maceratola fatta al monastero da tal Alberto figlio di Ana-
stasio (doc. n. 1), ma non reca alcun riferimento alle circostanze
della sua fondazione ed, analogamente, anche i documenti succes-
sivi, in numero di trentasei !), non ne fanno cenno.

Tuttavia, in mancanza di notizie certe e suffragate da testi-
monianze documentarie, qualora si accolga la tesi di qualche erudi-
to locale, che identifica la chiesa ed il monastero di S. Concordio
con la basilica in un primo tempo intitolata a S. Salvatore ?), la co-
struzione dell’intero complesso può fissarsi, approssimativamente, tra
la fine del rv e l’inizio del v secolo ?.

Le pergamente del monastero di S. Concordio sino a noi per-
venute sono tutte comprese nell’arco di tempo di quasi due secoli :
il primo documento, già ricordato, è del 1064 ; l’ultimo sicuramente
databile (il n. 36) è del 2 giugno 1236. La vita del cenobio in questi
due secoli fu indubbiamente molto intensa : S. Concordio di Spoleto
ricevette varie donazioni (v. docc. nn. 1, 3, 14), cedette a vario ti-

* Un vivo ringraziamento si rivolge al canonico don Giuseppe Fal-
cinelli, direttore dell'Archivio del Duomo di Spoleto, per aver reso possi-
bile la consultazione dei documenti oggetto del presente studio,
266 GIUSEPPE BARLETTA

tolo suoi terreni con riserva del diritto di proprietà (v. docc. nn. 3,
4, 10, 13, 22, 25, 30), ma, soprattutto, andò gradualmente estenden-
do il suo patrimonio con l’acquisto di nuovi ed importanti beni (v.
docce. nn. 5 e 7). Le condizioni economiche del monastero erano,
pertanto, verosimilmente buone e una conferma indiretta in tal sen-
so é data anche dai censi — mai solamente simbolici — che venivano
ad esso devoluti (v. docc. nn. 24, 27 e 28) e che costituivano una fon-
te certa di reddito.

Si ignora quale fosse la reale situazione del monastero sotto la
prima badessa citata, di nome Inga. Parla di lei, infatti, soltanto
un documento del 1064 (il n. 1), relativo alla donazione di un terreno
e di cui si é detto.

Particolarmente intensi, invece, furono gli anni in cui venne
chiamata alla reggenza di S. Concordio la badessa Adelasia : ne re-
gistrano la presenza a capo della comunità di monache due docu-
menti (i nn. 2 e 3) del 1159 e del 1164, ma a lei probabilmente fa ri-
ferimento pure una terza pergamena (v. nota introduttiva al do-
cumento n. 11) di incerta datazione. Nel documento del 25 luglio
1159 si ha notizia di una controversia giuridica tra il monastero di
S. Concordio, rappresentato dalla predetta Adelasia, e tal Offreduc-
cio di Gennaro, in merito al diritto di paterentia da quest'ul-
timo avanzato sulla chiesa di S. Maria de Cripta. La verten-
za si risolse con la rinuncia da parte di Offreduccio alla sua prete-
sa e con l'impegno di Adelasia a corrispondere un ospitium an-
nuale ed una cernetoria.

La donazione di un terreno che una certa Benedetta, figlia di
Giovanni, risulta aver fatto nell'agosto 1164 al monastero di S.
Concordio, in persona della sua badessa Adelasia (v. doc. n. 3) e la
protezione ad esso in quegli stessi anni accordata dal predetto Of-
freduccio (v. doc. n. 11), sono quanto mai significativi dell'impor-
tanza sempre maggiore che il monastero spoletino andava assumen-
do, rendendosi via via piü potente.

Il numero dei beni del monastero di S. Concordio crebbe ulte-
riormente in poco più di un ventennio, dal 1178 al 1201, sotto la
successiva badessa Maria : vennero infatti acquistate in questi an-
ni due unità fondiarie (v. docc. nn. 5 e 7). Il monastero ricevette,
inoltre, una parte stabilita delle oblazioni fatte alla chiesa dei SS.
Giovanni e Paolo (v. doc. n. 8); concedette in enfiteusi a privati
propri terreni (v. docc. nn. 4 e 10) ; fu in grado di tacitare alcuni
privati, dietro corresponsione di una somma in denaro non irrile-

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LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO . 267

vante, affinché questi desistessero dall'avanzare diritti e pretese sui
propri beni (v. doc. n. 9).

E purtroppo impossibile delineare un quadro preciso della si-
tuazione patrimoniale del monastero di S. Concordio durante gli an-
ni in cui fu badessa Agata. Il primo e l'ultimo documento in cui com-
pare il suo nome (rispettivamente il n. 14 ed il n. 22) sono l'uno del
24 novembre 1203, l'altro del 30 dicembre 1214. I soli avvenimenti
più importanti in questo periodo risultano essere nel novembre del
1203 la vendita al monastero di un terreno sito in località Poreta
da parte di tale Bertura, vedova di Alberto di Spoleto (v.
doc. n. 14), nonché la concessione di un fondo di proprietà fatta dalla
stessa Agata ad una certa Bonafidanza di Adamo di Lupone vita
natural durante (v. doc. n. 22).

Altre pergamene (v. docc. nn. 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21), del 1208,
1209, 1210, e di cui tre sono lettere di Innocenzo III (i docc. nn. 18,
19, 20), trovano la loro origine in una lite sorta tra il monastero
di S. Concordio da un lato e certi donna Berta e Francesco dall'al-
tro, lite risoltasi poi in favore di S. Concordio. In tutte dette perga-
mene si parla genericamente di abbatissa ed il nome di Agata non
è mai esplicitamente registrato, ma è tuttavia evidente che si trat-
ta di lei.

La controversia giuridica di cui si è fatta parola dovette esse-
re molto rilevante, se anche il papa ne fu interessato e procedette
alla nomina di suoi giudici delegati, ma non influì assolutamente
sul prestigio economico e patrimoniale del monastero di S. Concor-
dio : è giusto del 1° gennaio 1226 un elenco aggiornato dei numerosi
censuari ad esso legati (v. doc. n. 24), così come pure al 1226 appar-
tiene, redatto essendo badessa Matagia, un altro documento (il n.
25), relativo alla cessione da parte di S. Concordio di un suo appez-
zamento di terra ad un privato. Anche gli anni immediatamente suc-
cessivi non segnarono momenti di crisi per la vita dell’istituzione
spoletina, poiché altri due documenti del 1229 e del 1239 (nn. 27
e 28) registrano ancora l'ammontare di somme corrisposte a titolo
di censo.

Due pergamene, una del 1227, l'altra del 1232 (v. docce. nn. 26
e 30), riguardano, nell’ordine, l’esplicita rinunzia di una tal Sofia
ad avanzare diritti e pretese di qualsiasi genere sul monastero di S.
Concordio e la cessione a lavoreccio, per cinquant’anni, da parte di
quest’ultimo di un terreno ad un privato di nome Viviano.

Nei quattro documenti testé citati (nn. 27, 28, 26 e 30) la ba-

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dessa di S. Concordio è Bona, l’ultima ad essere ricordata nella se-
rie di pergamene della collezione.

Dopo un periodo quadriennale in cui ogni ulteriore testimo-
nianza documentaria tace, una lettera di Gregorio IX del 15 gennaio
1236 (v. doc. n. 31), indirizzata da Viterbo ai «dilectis filiis priori
et capitulo ecclesie Beate Marie Maioris Spoletane ... », informa del-
l'avvenuta incorporazione al Capitolo Cattedrale della chiesa di S.
Maria Maggiore di Spoleto del monastero di S. Concordio, che, per-
tanto, all'inizio del xii secolo cessò la sua vita autonoma.

La lettera papale di cui è parola contiene propriamente la rati-
fica dell'unione del monastero di S. Concordio al Capitolo della Cat-
tedrale di Spoleto, unione che già era stata decretata da Giovanni
di S. Germano, cappellano del papa, in data 15 ottobre 1235 ». Il
successivo documento (n. 32), anch'esso una lettera di Gregorio IX,
ribadisce al priore ed al capitolo della chiesa cattedrale la validità
dell'unione.

Il monastero di S. Concordio di Spoleto cessó, dunque, nei pri-
mi decenni del xin secolo la sua vita autonoma. In data 7 marzo
1236 la stessa badessa e due sue consorelle dichiaravano di rinun-
ziare ad ogni diritto sul monastero in favore del Capitolo di S. Ma-
ria di Spoleto (v. docc. nn. 33 e 34) ; mentre, poco tempo dopo, l'aba-
te di S. Vito di Valle Oplo, Ercolano, delegato da Gregorio IX, in-
giungeva alle badesse dei monasteri di S. Margherita e di S. Antonio
di ricevere entro dieci giorni, nell'ambito delle loro rispettive comu-
nità, due monache del soppresso S. Concordio (v. doc. n. 36).

Non é facile stabilire, invero, i motivi che condussero alla sop-
pressione del monastero. La sua fusione con il Capitolo della chie-
sa cattedrale appare, anzi, tanto piü inspiegabile se si considera che
le condizioni economiche in cui lo stesso versava erano, verosimil-
mente, quanto meno discrete.

Potrebbe semmai pensarsi ad una sensibile riduzione del nu-
mero di suore tale da determinarne l'estinzione : due soli nomi, in-
fatti, oltre quello della badessa, compaiono negli atti di rinunzia ad
ogni diritto sui possedimenti appartenuti a S. Concordio (v. i già
ricordati docc. nn. 33 e 34), ma si resta pur sempre nel campo delle
ipotesi.

L'ultimo documento (n. 39), infine, non databile con precisio-
ne, é una lettera indirizzata ad un « frater Angelus » e fa riferimento
ad alcune terre del monastero di S. Concordio. Di certo la perga-
mena è del secolo xim e fu forse redatta negli anni compresi tra il

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LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO ‘269
1249 ed il 1265. In questo periodo, avrebbero soggiornato nel mo-
nastero di S. Concordio i frati eremitani di S. Agostino 9, ma la lo-
ro permanenza in quella sede sarebbe stata assai breve, poiché nel
1265 essi lo avrebbero abbandonato per trasferirsi nel convento di
S. Nicolò da poco eretto 9.

A questo punto seguire nei dettagli le successive vicende del
monastero di S. Concordio diventa impresa ardua : si dirà, pertan-
to, molto sinteticamente e, comunque, non sulla base di una docu-
mentazione diretta, che nel 1285 i canonici del Duomo vi avrebbero
fatto stabilire una comunità di donne le quali si ispiravano all’idea-
le di vita agostiniano. Queste avrebbero dimorato in S. Concordio
sino al 1456 (o sino al 1459), allorché il convento sarebbe passato
alle suore del Terz'Ordine dei Servi ^.

Nel 1624 o nel 1627, poi, il monastero di S. Concordio sarebbe
stato nuovamente assegnato agli eremitani scalzi di Sant'Agostino,
i quali avrebbero pure provveduto ad ampliarne l’edificio 9, al fine
di renderlo più funzionale alie loro maggiori necessità. Dopo oltre
tre secoli, però, e precisamente nel 1951, anche detti frati abbando-
narono definitivamente il monastero 9, che è a tutt’oggi disabitato.

Le pergamene che si sono fatte oggetto di considerazione ai fini
del presente studio si trovano depositate presso l’Archivio del Duo-
mo di Spoleto, ove probabilmente confluirono in seguito alla ricor-
data soppressione del monastero femminile benedettino di S. Con-
cordio 1°).

Invero, la circostanza principale che portò all'ampliamento di
detto Archivio umbro ed al conseguente aumento del numero di atti
conservativi (in origine, infatti, comprendeva soltanto gli atti del
Capitolo Cattedrale di S. Maria Maggiore) sarebbe da ricercarsi pro-
prio nell’acquisizione da parte di esso di documenti che, un tempo
appartenuti a chiese e monasteri diversi, furono trasferiti poi nella
nuova sede allorché dette chiese e monasteri cessarono la loro vita
autonoma.

Attualmente nell’Archivio del Duomo di Spoleto sono conser-
vate 924 pergamene sciolte, le quali costituiscono — secondo l’or-
dinamento proposto dal Fausti 1!) — cinque fondi distinti, cosi de-
nominati :

I. Fondo del Monastero di S. Concordio di Spoleto (docc. nn.
1-39) ;

II. Fondo del Priorato di S. Donato di Buiano (docc. nn.
40-130) ;
270 GIUSEPPE BARLETTA

III. Fondo del Priorato di S. Maria di Turrita (docce. nn.
131-264) ;

IV. Fondo dell'Abazia di S. Pietro di Montemartano (docc.
nn. 265-345) ;

V. Fondo del Capitolo di S. Maria di Spoleto (docc. nn. 346-
924).

L'istituzione dell'Archivio del Duomo di Spoleto risale al 1067,
anno in cui il vescovo Andrea !? fondava il Capitolo della sua chie-
sa Cattedrale, dotandolo di terre, diritti e privilegi !9 : il relativo di-
ploma fu il primo atto che i canonici conservarono presso di sé ge-
losamente, al quale fecero ben presto seguito altri, sino al xix se-
colo inoltrato. Intorno a questo primo nucleo di testimonianze do-
cumentarie se ne andarono via via aggiungendo, in epoche diverse,
di nuove, costituite, appunto, dagli atti relativi alle altre chiese di
cui si é detto.

Il Fausti, nel suo basilare studio sull'Archivio del Duomo di
Spoleto *), si chiede perché quest'ultimo non abbia conservato do-
cumenti anteriori all'x1 secolo e spiega questa circostanza con la
probabile dispersione cui sarebbero andati incontro alcuni tra i piü
antichi documenti in occasione del cambiamento di residenza dei
vescovi di Spoleto, avvenuta tra xi e xir secolo, quando l’abita-
zione di tali prelati e, con essa, l'Archivio, furono trasferiti dal Duo-
mo nell'antico monastero di S. Eufemia, peraltro poco distante.

Oltre le poco meno di mille pergamene sciolte possono consul-
tarsi nell'Archivio del Duomo di Spoleto i privilegi pontifici di
Alessandro II, Pasquale II, Callisto II, Urbano III, Clemente VII
e Celestino III), mentre non vi è traccia di presunti diplomi di
Enrico III e di Federico I che alcuni antichi storici vorrebbero pu-
re ivi conservati 1°).

Arricchiscono ancora il patrimonio documentario dell’importan-
te Archivio ecclesiastico umbro tre codici membranacei, il primo dei
quali sicuramente redatto nel 1195. Essi furono fatti trasportare
presso l’Archivio del Duomo dalle chiese monastiche di S. Felice di
Val di Narco e di S. Brizio, che, in precedenza, li avevano custoditi,
intorno al 1600, per volontà del vescovo Paolo Sanvitale, nel timore
che essi potessero andare dispersi. I tre volumi, che narrano vita e
leggende di taluni santi, hanno per titolo Lezionari della chiesa Spo-
letina e furono largamente utilizzati dai Padri Bollandisti nella com-
pilazione degli Acta Sanctorum 1”.

Tdi reni. - ii tmt tidal le ni rm dr tans de LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO ‘274

Non va taciuta, inoltre, la presenza nell'Archivio del Duomo di
Spoleto di un importante incunabolo, stampato a Magonza nel 1470,
rilegato in pelle nera e con le lettere iniziali tutte accuratamente mi-
niate, il cui testo riporta le lettere ed i sermoni di S. Girolamo.

Minore, infine, è il valore di un piccolo libro in pergamena re-
cante la traduzione in volgare della regola dei frati e delle suore do-
menicane, da questi stessi curata nell’intento di divulgarne i principi.

I documenti dell'Archivio del Duomo di Spoleto probabilmente
non ebbero alcuna inventariazione prima della costituzione promul-
gata da Benedetto XIII nel 1727, che imponeva ai vescovi ed ai
Capitoli Cattedrali di ordinare e conservare in luoghi idonei, le scrit-
ture e gli atti in loro possesso 18).

Il primo inventario di cui abbiamo notizia certa, in quanto se
ne sono conservate sino a noi più copie, fu quello approntato dal
canonico Vincenzo Benedetti nel giugno 1729. Qualche tempo do-
po, e precisamente nel 1787, si procedette alla redazione di un nuo-
vo inventario, e, così, ancora più tardi ad opera del canonico Sforza
Mancinelli de Domo, morto nel 1817 : a lui andava l'elogio del Ca-
pitolo Cattedrale per aver posto nuovo ordine alle confuse carte
dell'Archivio 1°).

L'ultimo riordinamento é avvenuto nel 1913, allorché, trasfe-
rito l'Archivio in luogo piü adatto, il canonico Luigi Fausti divise le
pergamene in cinque distinti fondi, disponendole in apposite buste
ed ordinandole secondo il criterio cronologico 2°).

Tornando alle carte riguardanti il fondo del Monastero di S.
Concordio si dirà che per la loro edizione sono stati seguiti i criteri
oggi universalmente adottati, con una sola eccezione: per esigenze
tipografiche e di ordine redazionale si sono dovute sopprimere le
sbarre di divisione tra i righi, che pure in un primo tempo erano
state poste trattandosi di originali. Per quanto concerne l'uso delle
parentesi tonde si é evitato di estenderle indiscriminatamente a tut-
te le lettere che non figuravano nei compendi, e ció, soprattutto, per
non appesantire la lettura dei documenti. In nota, infine, sono stati
indicati gli errori più vistosi nelle concordanze e nell'uso della sin-
tassi cosi come si trovano negli originali presi in considerazione, non
segnalandone, peró, altri (come, per esempio, nelle cc. 1 e 2), data la
frequenza con cui ricorrono nei documenti medievali.

Concludendo, si ritiene quasi superfluo sottolineare l'importanza
che le carte studiate rivestono nell'intento di ricostruire, sia pure
per grandi linee, la storia del monastero di S. Concordio, poiché co-
GIUSEPPE BARLETTA

stituiscono le sole testimonianze dirette che di esso si sono conser-
vate 21).
GiusEPPE BARLETTA

NOTE

1) In effetti si sono sino a noi conservate trentanove pergamene riguar-
danti il monastero di S. Concordio ; ma, di queste, due — e precisamente
quelle contrassegnate dai nn. 5 e 10 in Archivio — sono copie di altri docu-
menti (v. nota introduttiva alle cc. 4 e 8).

?) Basti citare, per tutti, B. ToscANO, Per la storia di S. Salvatore di
Spoleto, in Studi in onore di Mario Salmi, Roma 1961, p. 88.

®) Ibidem, p. 88.

*) La lettera papale riporta tale decreto.

5) Questa notizia, come, peraltro, le successive, relative alla storia piü
recente del monastero, é offerta dal Fausti, il quale, tuttavia, non ne indica
la fonte. Apposite ricerche condotte anche presso l'Archivio del Duomo di
Spoleto nell'intento di individuarla, si sono rivelate infruttuose. Cfr. comun-
que, L. FaustI, Monastero di S. Concordio, Convento del SS. Crocefisso o di
S. Concordio, manoscritto, in Biblioteca Comunale « G. Carducci » — Spoleto.

*) Ibidem.

?) Ibidem.

*) Ibidem.

?) Cfr. B. Toscano, Spoleto in pietre, Spoleto 1963, p. 19.

10) Questa è anche la tesi del Fausti. Cfr. L. FAuSTI, Le pergamene del-
l’ Archivio del Duomo di Spoleto, in Archivio per la Storia Ecclesiastica del-
l'Umbria, IV (1917-1919), p. 287.

11) Ibidem, p. 295.

1?) Trattasi di Andrea II, vescovo di Spoleto dal gennaio 1066 al 1076
(cfr. P. B. GAws, Series episcoporum ecclesiae catholicae, Graz 1957, p. 728).

13) Cfr. FAUSTI, Le pergamene, cit., p. 287.

4) Ibidem, p. 288.

15) Ibidem, p. 289.

16) Ibidem, pp. 289-290.

1?) G. SoRrpINI, Di un sunto inedito di storia spoletina, in Bollettino
della Regia Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, x11 (1906), p. 357.

19) Cfr. SS. D. N. Benedicti XIII P. M. Constitutio de Archivis erigen-
dis, Romae 1727.

19) Cfr. Risoluzioni Capitolari, libro vi, c. 152.

2°) Cfr.. FAuSTI, Le pergamene, cit., p. 295. A tale ordinamento ci
si è riferiti nel presente studio.
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 273

2) Invero il Sansi pubblicò un altro documento che tratta della ces-
sione da parte di Bonafidanza di Adamo di Lupone di un terreno a Salvo di
Alberto affinché questi lo coltivasse in vita ed a condizione che alla sua mor-
te detto terreno venisse assegnato al monastero di S. Concordio. L'originale,
però, era presso di sé. (Cfr. A. Sawsr, Documenti storici inediti in sussidio
allo studio delle memorie umbre, raccolti e pubblicati per cura dello stesso,
pt. 1 e rr, doc. n. 17 del 16 settembre 1215, p. 225, Foligno 1879, ristampa
anastatica del 1972).

INDICE CRONOLOGICO DELLE BADESSE

Inga post 1064, giugno —

Adelasia post 1159, luglio 25 — ante 1164, agosto
Maria post. 1178, agosto =. ‘ante: 1201, maggio 19
Agata post 1203, novembre 24 cante 1214 dicembre-. 30

Matagia post 1226, marzo 31 —

Bona post 1227, marzo 25 —. ante. 1236, marzo; ‘7
1
1064, giugno, Spoleto

Alberto di Anastasio dona pro anima ad Inga, badessa di S. Con-
cordio, un terreno sito in località Maceratola.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 1.
Regesto, Fausti, Le pergamene, cit., p. 296, n. 1.

Nel verso: «Pro Sancto Concordio (di mano del sec. xim); «Sancti

Concordii » (di mano del sec. xiv) ; «C[---] SS. donazione di certe
terre e ragioni alla chiesa di S. Concordio » (di mano recente) ; 345.
n.921:

Pergamena di mm. 180 x 400 in pessime condizioni. La lettura è
in più punti ostacolata dalla presenza di grandi macchie di umidità, so-
prattutto sul lato sinistro, e di piccole lacerazioni ai margini.

L’indizione riportata nel doc., che è molto scorretto, non concorda
con l’anno indicato.

Notaio : Spoletinus.

Il signum notarile è rappresentato dal monogramma del nome.

(ST) In nomine Domini Dei et Salvatori?) nostri Iesu Christi. ab
incarnatione eius anni mille .Lxinr., regnante dominus Einricus rex, anni
regni eius .virr. et dies mense iunius °) per indictionem .itt. — ideo constat
me Albertus filius ) Anestasiu ac die, propria et expontanea mea bona
voluntate, propter nomen Domini Dei eterni et remedium anime me et
anime genitor mei?) et pro illa beata vita ubi omnis omine spera risur-
gere in die iudicii, ubi Dominus frater Iesus Christus pius et misericors
sit de peccatis et facinori(bus) nostris. ^ proinde iudico, dono, trado, con-
cedo atque perpetualiter confirmo in ecclesia Sancti Concordii monasterii et
[ti]bi Inga abbatissa que preordinata est in predicto monasterium *) que
sita vel adsignata in ipsa predicta ecclesia et monasterium infra ducato

(a) Cosi A. (b) Cosi A. (c) A ripete fili(us). (d) Cosi A. (e) Cosi A.
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 275
Spoletano, in locus Supra Aquae, manent prope Spoletana urbe, idest ter-
ra mea quam ego habeo infra ducato Spoletano per loca ubi dicitur Mace-
riule, vel si alium vocabulum in ipsa terra nominatur, que est posita ipsa
ter[ra in la]teribus suis. a primo latere est fossatu et ri[v]ju qui dicitur
Tatarena, a secundo latere est terra de Bardo filius Berardus et terra de
Guarinu et de Attolinu et terra que mihi reservo, a tertio latere est terra
et vinea que modo per cartulam et per prestaria tene Bainerius filius Marie
et terra de Bardo et vinea de Petrus filius Marie et terra de Bardo, a quarto
latere est via et terra que mihi reservo et alia via que item abet ad ipsu-
ribus /) de Tatarena que est primo latere infra ipsi suprascripti lateris vel
decurrentie. | quomodo superius legitur iudico, dono, trado, concedo atque
perpetualiter confirmo in supradicta ecclesia et monasteriu et at supra-
scripta abbatissa vel at posterisque successoribus tuis de ipsa suprascripta
terr[a m]ea ad iusta mensura, sicut designare et terminare et mensurare
feci modiorum .xxx. cum pomis et arboribus suis et cum omnibus infra
se vel supra se abentem aut in antea insuper eam esse videtur et nunc et
in futuro ad abendum, tenendum, possidendum vel?) quantum pro opor-
tunitate ipsius ecclesie eligeris faciendum, liberam in omnibus abeatis po-
testate ut qui sacrificium post obitum nostrum pio Domino offeratis, licet
incensionibus pene adnecti non sit necesso nobis pro omni firmitate placuit
inferendum, sed nunc vero promitto et obligo me suprascriptu Albertus
donatore et meis eredibus ab suprascripta abbatis vel atposterisque suc-
cessoribus tue et ad suprascripta ecclesia ") et monasterium ut exinde in
antea, post qualecumque te(m)pore, de ipsa subscripta terra aliqua causa-
tione aut molestatione mittere que fierimus aut per mea summissa per-
sona, per quolibet ingeniu aut si ista cartula ru(m)pere vel falsare volue-
rimus aut si ipsa suprascripta terra retollere aut minuare vel contendere
presumpserimus aut si cum aliquis omnibus colludium factum abuimus vel
si in antea fecerimus aut si ab omne omine omnique te(m)pore, ubi tibi
suprascripta abbatissa vel ad posterisque successoribus tuis et ad supra-
scriptu monasteriu opus et necesse fierit, ipsa suprascripta res minime de-
fendere vel antistare non potuerimus aut noluerimus, tunc pro omnibus
promitto et obligo me suprascriptu Albertus donatore et meis eredibus tibi
suprascripta abbatissa vel tui posterisque successoribus tuis?) et ad su-
prascriptu monas[te]riu co(m)ponere solidos .ccc. et ac cartula quem ego,
propter nomen Domini Dei eterni et remedium anime me et anime genitor
mei, bona mea voluntate, fieri et scribere vel adfirmare rogavimus firma
et stabilem permanere in suprascriptu monasteriu usque in perpetuum.
unde quidem ego Spoletinus notarius et iudex scribendum rogavimus.
Actum in Spoletum, in mense et indictione suprascripta. feliciter.
"KM Ego Adelbertus qui ec cartula fieri rogavi.

(f) Così A. (g) Seguono le lettere qt depennate. (h) Così A. (i) Così A.
276 GIUSEPPE BARLETTA

"K Adam filius Berardus et Adam filius Agino et Donatu filius Letoni,
ad suprascriptu rogati, in ac cartula testes sumus.
"K (ST) Et ego qui supra Spoletinus iudex scripsi et clausi.

2
1159, luglio 25, Spoleto

Vivieno di Alberto figlio di Pagano, Adamo, prete priore di S. Biagio,
e Beruvardo, prete, arbitri per dirimere la controversia esistente tra Adelasia,
badessa di S. Concordio, ed Offreduccio di Gennaro in merito al diritto di
paterentia della chiesa di S. Maria de Cri pta, decidono che Of-
freduccio rinunci alla sua pretesa e che Adelasia corrisponda un ospitium
annuale ed una cernetoria.

Originale in forma di breve [A], Archivio del Duomo di Spoleto,
Fondo di pergamene del Monastero di S. Concordio, n. 2.

Regesto, FAuUSTI, p. 296, n. 2.

Nel verso: «1158 (sic). Renuncia alla lite fatta da Ofreduccio per le
pretenzioni che aveva contro l'abadessa di S. Concordio » (di mano
del^sec- xvi). 320. 2°

Pergamena di mm. 110 x 120 in discreto stato di conservazione:
alcune macchie di umidità e piccole lacerazioni ai margini non impediscono
la lettura. Il testo presenta diversi errori.

Breve recordationis de controversia que fuit infra Adelasia, abbatisas
Sancti Concordi, et Ofreducius, filius Ianuari, de paterentia quam ipse
querebat in Sancta Maria de Cripta. unde Vivienus Alberti, filius Pa-
gani, et presbyter Adam, prior Sancti Blasii, et presbyteri Beruvardi in
festivitate Sancti Iacobi et Sancti Christofori taliter finem inposuimus,
et ipse Ofreducius finivit et reflutavit ^) hanc litem quam supra diximus,
remota cum occasione. infra promisit adiuvare et defendere res Sancte
Marie. unde domina abbatissa pro hanc causa 5) annualiter unum ospi-
tium cum se tertio et unam cernetoriam dare convenit.

Et finem hanc in ecclesia Sancti Angeli et in presentia Ugolini Gi-
rardi et Rogeri A(m)brosini et Farolfi et Spoleti facta est .viri. kalendas
agusti, anni .M.C.L.VIIII.

(a) Intendasi refutavit. (b) Cosi A.

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S. Concordio 36
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LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

3
1164, agosto

Benedetta, figlia di Giovanni, dona pro anima alla chiesa di S.
Concordio, in persona della badessa Adelasia, quattro staia di terra site in
località Arnaia nel Ducato di Spoleto.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 3.

Regesto, FAUSTI, p. 296, n. 3.

Nel verso: «1164 lì 14 (sic). Pro Sancto Concordio » (di mano del sec.
XV); «1164 augusti. Legatum petii terre ecclesie S. Concordii » (di
mano del sec. xvII); 341. 3.

Pergamena di mm. 90 x 180 in buono stato di conservazione. Alcune
righe dello scritto sono sbiadite, ma leggibili.

Notaio : Donusdei.

Il signum notarile consiste nel nome racchiuso entro un quadrilatero.

(ST) Ab incarnatione eius anni .M.c.LXIIII. die mensis augusti, in-
dictione .xII. hoc quidem te(m)pore ego Benedicta filia Iohanni, meo
bono animo, trado et concedo Sancti Concordii ecclesie et in manu abba-
tisse Adelasie et monacharum suarum Fant(isce) et Franc(isce) quattuor
staria mee terre, proprietas que manet in ducatum Spoletanum ?) et in
loco qui dicitur Arnaia, vel si aliud vocabulum ibidem nominatur. primo
latere Gualfredi, a .1r. Serpriani, a .rr. et a .mr. Berarducii Spultinelli.
infra ista latera concessi predictam terram ?) cum omnibus habentibus et
abituris ), causa habendi, tenendi et omnia facendi quicquid facere vo-
lueris, pro rede(m)ptione anime mee et parentorum ?) meorum et pro illa
beata vita ubi omnes ire debemus. tune promitto et obligo me defen-
dere et antestare contra omnes homines, ubi oportum ©) et necesse fuerit,
tibi, ecclesie Sancti Concordii tuisque successores) et, si taliter non fe-
cero, dupplum ecclesie restituo et post hec 9) carta firma permaneat.

Testes: Spoletinus, Leto Girardone et Petrus Sancti Concordii et
Rainucione ^),

Donusdei notarius scriptum completumque.

(a) Così A. (b) Gualfredi...terram di altra mano coeva. (c) Così A. (d) Intendasi
parentum. (e) Intendasi oportunum. (f) Così A. (g) L’h nel sopralinea senza segno di
richiamo. (h) Spoletin(us)-.. ...Rainucione di altra mano coeva.

AI II
278 GIUSEPPE BARLETTA

4
1178, agosto

Diotaiuti di Berarduccio di Francone dichiara di aver ricevuto a titolo
di prestaria a terza generazione, da Maria, badessa di S. Concordio,
sedici staia di terra site in località Cornani per il canone annuo di un
lucchese.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 4.

Regesto, FAUSTI, p. 296, n. 4.

Nel verso: «1178 agusto. Pro Sancto Concordio » (di mano del sec.
XII); «Confesso d'un certo Diotaiuti d'avere ricevuto sedici stara
di terra dall'abadessa di S. Concordio » (di mano del sec. XVII) ; 344. 4.

Pergamena di mm. 100 x 300 quasi tutta chiaramente leggibile :
riporta,peró, un foro in corrispondenza del quindicesimo rigo ed alcune
macchie di inchiostro e di umidità.

Notaio : Giovanni.

Il signum notarile è formato dal monogramma del nome Johannes.

Del doc. esiste copia autentica [B] (Archivio del Duomo di Spoleto,
n. 5) di mano di Rainerius (?), di poco più tarda dell'originale, e della quale
é stato tenuto conto in sede di collazione.

(ST) In Dei nomine. scriptura emersuris occurrit calu(m)nias et
actionum series incommutabili dissidii loquitur veritate. hinc est igitur
quod ego Deusteadiuti hac publica scriptura represento, nomine prestarie
atque convenientie, accepisse ^) a te abbatissa ") Marie ^) Sancti Concor-
dii .xvI. staria terre iamdicti monasterii, quam mihi et filiis et nepotibus
meis tertieque generationi mee finite concessistis atque dedistis et est in
vocabulo Cornani et infra hec latera .xvi. staria terre vestri monasterii :
a primo Egidius Iohannis Ierdani, a .11. dominus Iohannis Petri Attonis d)
Boniominis, a .1iri. uxor Iohannis Iordani, a .It. ego Deusteadiuti. ^ con-
cessisti et dedisti mihi et filiis et nepotibus meis tertieque generationi finite
causa habendi, fruendi, lucrandi, tenendi, ut dictum est, et salvo iure ****
proprietatis vestri iamdicti monasterii et dandi annualiter pro incensu unum
bonum Luc(ensem) in festo Sancti Concordii vel infra octavam, supra
sanctum altare vestre ecclesie. que, si, ut dicta sunt non servabimus aut

(a) La prima 8 nel sopralinea. (b) La prima s mel sopralinea. (c) Così A. (d)
B Actonis.

RII
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 279

si infra biennium, requisiti, iamdictum incensum in duplum non emen-
dabimus ut ius, nostrum vobis vestroque monasterio deveniat.

Factumque fore in anno millesimo .cLxxvII., Frederico i(m)peratore
regnante, et in mense augusto, in indictione .xr.

"K Ego Deusteadiuti Berarducii Franconis hanc apparam scribere ro-
gavi.

^K Ego Bonifatius Diaconi et Albertus et Gualterius, naturalis filius
Iohannis Adelberti et Oldricus Todini Guinegonis et Villanus Tancredi
Iohannis Fusconis, rogati in hac appara testes sumus ©).

* Ego Iohannes notarius, rogatus, hanc apparam scripsi.

5
1192, marzo 4

Molenarius di Ottone vende al monastero di S. Concordio, in
persona della badessa Maria, un appezzamento di terra sita in località Mar-
ciano al prezzo di undici lire lucchesi, pagate pro anima da Gisla che,
allo stesso titolo, versa alla chiesa la somma di tre lire lucchesi.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 6.

Regesto, FAusTI, p. 296, n. 6.

Nel verso:«1192. Pro Sancto Concordio » (di mano del sec. xri1) ; « 1192
marti. Emptio terre in Mariano (sic) » (di mano del sec. xvir) ; 343. 6.

Pergamena di mm. 100 x 180 in buono stato di conservazione.
Notaio : Macario.
Il signum notarile é formato dalle lettere del nome Macharius.

(ST) In nomine Domini. millesimo .cLxxxxir., te(m)pore Henrici im-
peratoris et die .1rrr. introeuntis mensis martii, indictione .x. hoc quidem
te(m)pore ego Molenarius Oddonis, mea spontanea voluntate, vendidi atque
tradidi in monasterio Sancti Concordii et tibi domine Marie, abbatisse
predicti monasterii, tuisque consorores ^ totam meam portionem terre,
Sicut michi pertinet, que est in vocabulo Marciani, vel si aliud nomen ibi
dicitur, que manet cum suis lateribus : nepotes Baroncelli Alberti Stephani,
a duobus nepotes Rodulfi Franconis Brunonis. infra ista predicta latera
vendidi atque tradidi in predicto monasterio totam meam portionem totius
petie terre sine ulla reservatione, unde accepi pretium .xr. libr(arum) Lu-

(e) La seconda 8 allungata orizzontalmente a correz. di un punto.
(a) Così A, qui e altrove.
280 GIUSEPPE BARLETTA

c(ensium). insuper obligavi me meosque heredes in predicto monasterio
et tibi domina abbatissa ") de predicto monasterio tuisque consorores, si
de ista mea venditione aliqua molestiam ^) aut colludium fecimus vel fece-
rimus aut si defendere non potuerimus vel noluerimus aut istam cartam
rupere 2) vel falsare voluerimus; co(m)ponere duplum pretium et hec carta
firma permaneat.

"K Ego Macharius iudex, rogatus, scripsi. )

€* Ego Molenarius hanc cartam scribere rogavi.

"K Ego Landrinus Munaldi et Albertus Mainardi Guidonis et Adam
Kere filie, rogati testes sumus et in presentia presbyteri Franconis.

Ego Gisla dedit ©) predicto pretio in predictam terram pro redem-
tione anime mee et parentum meorum.

Et in alia manus ^) dedit in ecclesia .rrr. libras 9).

6
1195, novembre 12

Donadeus, Adamo e Ianuarius, testimoni, depongono da-
vanti a Maccabeo, giudice, in favore del monastero di S. Concordio riguardo
al possesso di alcune terre.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 7. )
Regesto, FAUSTI, p. 296, n. 7.

Nel verso: «1195, 12 nove(m)bre. Pro Sancto Concordio » (di mano
del sec. xir); « Cessione in favore del Monastero di S. Concordio »
(di mano del sec. xvi1) ; 340. 7.

Pergamena di mm. 130 x 210 in discreto stato di conservazione.
Giudice : Maccabeo.

Il signum è costituito da alcune lettere del nome Machabeus.

(ST) In nomine Domini. Donadeus iuratus dixit quod, eo vidente |
et audiente, Bovacianus cum infirmabatur et iam inposuerat tractum ita |
dissposuit ^) et iudicavit: filie sue reliquit vineam vallis Sancti Andree
et mediam terram Matreniani et uxori sue Ringarde dedit et reliquit suum i
testamentum supra Sanctum Concordium et dixit Ringarde ut maneret si

(b) Così A. (c) Così A. (d) Intendasi rumpere. (e) Così A. (f) Così A. (g)
Et in...libras di altra mano coeva nel margine inferiore della carta.

(a) Cosi A.

——Á— C — à LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 281

vellet 5) cum filiis suis, si vellent benefacere ei; sin autem haberet illud
tenimentum et faceret quod vellet. item dixit quod filii Bovaciani ha-
buerunt de bonis patris sui post mortem eius mediam terram Matrengnani
et terram ubi est domus cum ipsa domo que stat supra Sanctum Concor-
dium. item dixit quod fecit adduci ligna de predicto tenimento ad Sanc-
tum Concordium.

Adam iuratus dixit idem et quisque istorum dixit quod Bovacianus
erat item boni sensus et bone mentis.

Do(m)pnus Ianuarius iuratus dixit quod, eo vidente, quando Rin-
garda rogavit cartam !) ecclesie Sancti Concordii et domine abbatisse in
manibus Rainerii iudicis de ista terra et vinea unde lis est, Ringarda dedit
Bonafidantiam abbatisse ut mitteret in tenimentum et Bonafidantia ivit et
dedit tenimentum et ipse testis portavit de terra et arborum ramos ad
Sanctum Concordium et posuit ante altare. item dixit quod per con-
cordiam Rainaldi Egidii abbatissa fecit seminare speltam unde lis est.
item dixit quod, eo vidente et audiente, abbatissa dixit filiis Ringarde ut
reciperent matrem et tenimentum istud unde lis est et illi dixerunt ei:
«Nolumus eam recipere ; habeas eam et terram et vineam cum Domini
benedictione ».

Adam iuratus dixit idem quod do(m)pnus Ianuarius.

Has ^) autem attestationes sive hec dicta predictorum testium, ne
inde dubietas emergat in posterum, ego Machabeus iudex, ex voluntate
atque mandato Spoletanorum Rodulfi, Caigani, Ofreducii, Oguicionis, Rubei,
Berardi atque Oddonis nec non domini Iacobi iudicis in ea causa residentis,
sub mea publica manu et forma redigens, scripsi.

Nos quidem Todinus et Petrus Gentilis 9), Pelaloccus, Marronus et
Iohannes Follis, ad hoc convocati, rogati testes sumus.

Et factum est hoc anno Dominice incarnationis millesimo .CLXXXXV.,
te(m)pore serenissimi Henrici imperatoris, .xir. die introeunte mense no-
ve(m)bri, indictione .XIII.

Ego Machabeus iudex interfui et, rogatus, scripsi.

7
1196, gennaio 31, Spoleto

Salvurus di Masurus vende alla chiesa di S. Concordio, in

(b) Si vellet nel sopralinea senza segno di richiamo. (c) Precede s espunta. (d) Seguono
i termini Varcuras Bonif depennati.

1) Manca il doc. relativo.
282 GIUSEPPE BARLETTA

persona della badessa Maria, due modioli di terra siti in località Poreta al
prezzo di diciassette lire e mezzo lucchesi.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 8.

Regesto, FAUSTI, p. 296, n. 8.

Nel verso: «C 4 S. Donatio facta Sancto Concordio » (di mano del
sec. xv) ; « Instrumentum venditionis terre ecclesie S. Concordii anno
1196 » (di mano del sec. xvi1) ; «1196 » (di altra mano del sec. XVII) ;
339. 8.

Pergamena di mm. 120 x 150 in discreto stato di conservazione.
Presenta qualche macchia di umidità e l'angolo inferiore destro tagliato.

Notaio : Macario.

Per il signum notarile v. doc. n. 5.

(ST) In nomine Domini. millesimo .CLXXXXVI., te(m)pore Henrici
imperatoris et die primo ante kalendas februarii, indictione .xinr. hoc
quidem te(m)pore ego Salvurus Masuri, mea spontanea voluntate, vendidi
atque tradidi in ecclesia Sancti Concordii et tibi domina Maria, abbatissa o)
monasterii Sancti Concordii, tuisque consorores 2) duos modiolos mee terre
per proprium quam habeo in ducatu Spoletano in vocabulo Poreta, vel si
aliud nomen ibi dicitur, que manet cum suis lateribus: a primo latere
filii Farulfi, a .1. Rainerius Franke, a .rr. filii Bartoli, a .1111. Petrus Gi-
belle. infra ista predicta latera vendidi atque tradidi in predicta ecclesia
predictam terram cum omnibus infra se habentibus vel habituris. pro
hac enim mea venditione accepi pretium .xvir. libr(arum) et med(iarum)
Luc(ensium). ^ insuper obligavi me meosque heredes in ecclesia Sancti Con-
cordii et tibi domina abbatissa de predicto monasterio tuisque consorores,
si de ista mea venditione aliquam molestiam aut colludium fecimus vel
fecerimus aut si defendere non potuerimus vel noluerimus, componere
duplum pretium et hec carta firma permaneat.

"K Ego Macharius iudex, rogatus, scripsi.

"K Ego Salvurus hanc cartam scribere rogavi.

"K Ego Henricus Pasquali et Manente Attonis Brunonis et Andreas
Berardi et Egidius Fidelis, rogati testes sumus.

8
1200, marzo 30

Guido, cardinale prete del titolo di S. Maria in Trastevere, conferma

(a) Cosi A, qui e altrove. (b) Cosi A, qui e altrove.

M PRI y le inn
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 283
a Franco, cappellano della chiesa dei SS. Giovanni e Paolo l’obbligo di de-
volvere annualmente alla badessa di S. Concordio metà delle oblazioni fatte
alla chiesa in ricorrenza del Natale, del Venerdì Santo e della Pasqua, oltre
a dodici lucchesi nelle festività del Natale e di S. Maria e durante la Quare-
sima per ogni oblazione ricevuta.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 9.

Regesto, FAUSTI, op. cit., p. 297, n. 9.

Nel verso: «Copia sententie facte inter abbatissam Sancti Concordii
et vertentie ecclesie Sanctorum Iohannis et Pauli » (di mano del sec.
XIV); «Anno 1200, 3 kalendas aprilis. [...] sia [..] sa supra contro-
versia inter abbatissam S. Concordii et presbyterum SS. Iohannis et
Pauli » (di mano del sec. xvii) ; « S 13 1200 » (di altra mano del sec.
XVII); 348. 9.

Pergamena di mm. 120 x 130 in buono stato di conservazione e
senza macchie di umidità nel recto, ma con qualche tratto di scrittura
sbiadita nel verso.

Giudice : Pietro Cento.

Il signum è dato dalle lettere « PC » racchiuse in una figura quadran-
golare.

Del doc. esiste copia semplice [B] coeva (Archivio del Duomo di Spo-
leto, n. 10), della quale si é tenuto conto in sede di collazione. La copia
di cui é parola é, tuttavia, incompleta, in quanto non reca né le sottoscri-
zioni dei testi né quella del giudice estensore.

(ST) In nomine Domini, amen. ego Guido, miseratione divina Sancte
Marie trans Tyberim tituli Calixti presbyter cardinalis !), ad perpetuam
notitiam tam futurorum quam presentium pervenire volo quod, cum inter
Mariam abbatissam Sancti Concordii et presbyterum Francum cappella-
num ?) ecclesie Sanctorum Iohannis et Pauli in Spoleto, super medietate
oblationum Natalis Domini, Parasceve et Pasce^) et super exeniis ab
ipso sacerdote in Natali Domini, Quadragesima et festo Sancte Marie an-
nuatim eidem abbatisse prestandis questio verteretur, causa ipsa Paulo
subdiacono domini pape, Ignatio priori, et Egidio de Carcere canonico

(a) B capellanum. (b) B Pasche.

1) Trattasi di Guido Papareschi, nominato cardinale nel 1190 e probabilmente
morto nel 1208 (cfr. C. EuBEL, Hierarchia Catholica Medii Aevi, 1, ed. altera, Monasterii
1913, p. 44).
284 GIUSEPPE BARLETTA

Sancti Gregorii commissa fuit fine canonico decidenda. ^ verum, quia ipsi,
auditis utriusque partis allegationibus et attestationibus, receptis et pu-
blicatis, in proferenda sententia concordare non poterant, ego, de mandato
domini pape, omnes allegationes et attestationes partis utriusque, nec non
et confessiones in iure factas ab ipsis iudicibus delegatis, recepi et, eis di-
ligenter inspectis de conscilio ^ prudentum virorum Persici, iudicis Bene-
ventani et Nicolai, doctoris legum, quorum conscilio de mandato domini
pape usus sum, tum ex consensu et voluntate utrius ?) partis et confessio-
nibus tum ex hiis que ex dictis testium colligere potui, et mandato domini
pape precepi ut tam dictus presbyter, quam sui successores, qui pro te(m)-
pore fuerint in ecclesia Sanctorum Iohannis et Pauli, iuret se medietatem
omnium oblationum, que in predictis tribus festivitatibus ad ecclesiam
Sanctorum Iohannis et Pauli ante missam et in missa et post missam of-
ferentur, eidem abbatisse ad usum et utilitatem ecclesie Sancti Concordii
solvere annuatim et, si quis parrochianorum ab oblatione in predictis festi-
vitatibus malitiose se subtraxerit, notabit diligenter et medietatem obla-
tionis, quamprimum offeret is qui predictis festis diebus non ottulerit o
abbatisse, sine diminutione, persolvet. preterea duodecim Luc(ensium) in
Natali Domini, duodecim in Quadragesima, duodecim Î) in festo Sancte
Marie omni anno abbatisse pro singulis exeniis assignabit ; et, sub debito
iuramenti, dictus presbyter Francus medietatem omnium oblationum que
in predictis festivitatibus recepte sunt, vel sequentibus diebus ab eis qui
in ipsis festis non ottulerint 7), de quibus abbatissa medietatem non habuit,
et exenia, que preteritis te(m)poribus ex quo prefatam ecclesiam habuerit,
non exsolvit ^) secundum suam rectam existimationem, sepe dicte restituet
abbatisse.

"K Ego Petrus Oddonis, Sanso Ofreducii Atti Megani, Gregorius Ritte
et Sebastianus Alberti Befulci, rogati huiusmodi publicationi, presentes
testes fuimus.

Ego Petrus Cento, iudex, de mandato domini Guidonis predicti car-
dinalis, que superius leguntur, manu mea scripsi, co(m)plevi et ad perpe-
tuam rei memoriam in publicam formam redegi.

Anno Dominice incarnationis .m.cc., te(m)pore Innocentii pape tertii,
tertio kalendas aprilis, indictione .rrr.

9
1200, settembre

Ramisino e Loterio, fratelli, rinunciano in favore di Maria, badessa

(c) B consilio, qui e altrove. (d) B utriusque. (e) B obtulerit. (f) Segue in espun-
to. (g) B ottulerint. (h) B exolvit.

; xi ORARI peo irren gr) ppc irene n Moti aj ere O ri es cm rente
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 285
di S. Concordio, e di Ianucino di Berardo ad ogni diritto loro spettante sui
beni di detto monastero in cambio di diciotto lucchesi.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 11.

Regesto, FAUSTI, p. 297, n. 11.

)

Nel verso: «Sancti Concordii » (di mano del sec. xiv) ; «1200, settem-
bre. Remissione d'offesa e danni fatta a favore dell'abbadessa della
chiesa di S. Concordio e di Genaro di Berardo di Ramisino e Loterio,
fratelli di Spoleto » (di mano recente) ; « Quietanza e rinunzia a qua-

lunque pretenzione contro la chiesa di S. Concordio » (di altra mano
recente); 332. 11:

Pergamena di mm. 110 x 160 in buono stato di conservazione.
Notaio : Beraldo.

Il signum notarile consiste nella lettera « B » racchiusa in un quadri-
latero.

(ST) In Dei nomine. ab eius incarnatione anno .M.cc., residente
Innocentio papa tertio, mense septe(m)bre, indictione tertia. hoc qui-
dem te(m)pore ego Ramisinus et Loterius frater eius finimus, refutamus,
renuntiamus ac quietamus et remittimus et transactionem facimus vobis
domine Marie, abbatisse ecclesie Sancti Concordii, recipienti pro te et pro
ipsa ecclesia, et tibi Iannucino de Berardo quicquid et undecumque ad-
versum vos aliquid aut in rebus ecclesie aut in rebus tui Iannucini dicere vel
petere possumus, sive pro iniuria vel qualibet offensa a vobis facta nobis
sive promissione vel pacto aut convenientia quamcumque et quodcumque
nobis fecistis, sive ratione vel usu aut quocumque modo vel ingenio, aliquid
dicere vel petere possumus tam in personis quam in rebus vestris, scilicet
tui domine abbatisse et tui Iannucini rebus ^) et supradicte ecclesie. — unde
a vobis idem recepimus et insuper dedistis nobis decem et octo sol(idos)
Luc(enses)?) et nos obligavimus nos nostrosque heredes vobis vestrisque
successoribus de predicta ecclesia et heredibus tui Iannucini de colludio et
molestia, quod non fecimus vel faciemus et quod hanc finem et refutatio-
nem et transactionem et omnia, sicut in hac carta relegentur, sine omni
fraude observabimus et firma tenebimus et non removebimus et contra
ipsa nullo modo veniemus, sub pena centum sol(idorum) Luc(ensium) per
stipulationem a nobis vobis promissa et, post penam, hec omnia firma per-
maneant.

Ego Ramisinus et Loterius hanc cartam scribi rogavimus.

(a) Nel sopralinea con segno di richiamo. (b) Segue un espunto.
286 GIUSEPPE BARLETTA

Ego Albertus Galafii, Berardus Bertucie, Dalimanus de Adomo, Lu-
purus de filiis Luponis et Salomonus de Petrono, rogati testes sumus.
Ego Beraldus notarius, rogatus, scripsi.

10
1200, ottobre 15

Maria, badessa di S. Concordio, concede a Monaldo di Artulino, in
enfiteusi a terza generazione, un modiolo di terra in cambio di metà
dei frutti raccolti e di sei lucchesi annui.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 12.

Regesto, FAUSTI, p. 297, n. 12.

Nel verso: «N° rr» (di mano del sec. xvir); « 1200, enfiteusi » (di mano
recente); 331. 12.

Pergamena di mm. 90 x 120 in non buone condizioni : diverse mac-
chie di umidità ne impediscono la lettura, specie nella parte centrale.

Notaio: Giovanni II.

Il signum notarile è dato dal monogramma del nome Johannes rac-
chiuso entro un quadrilatero.

(ST) In nomine Domini .m.cc., te(m)pore Innocentii pape et die .xv.
introeunte octubri, indictione .I1t. hoc quidem te(m)pore ego Maria, ab-
batissa Sancti Concordii, et consensu sororum mearum, silicet ^) donne ^)
Agathe et Imeldine et Massaie et Sublimane et Ringarde et Bencevetine
et Converse; et fratrum, silicet donni Petri et Iannucini et Benedictuli,
mea spontanea voluntate, do et trado et concedo tibi Munaldo Artulini
et tuis heredibus masculinis usque in tertiam generationem finitam, unum
modiolum [t]erre supradicte ecclesie ad laborandum, cultandum, pasti-
nandum, more boni laboratis ^) ita tamen, ut pro predicta traditione et
concessione promitto ego Munaldus reddere tibi abbatisse vel tuis succes-
soribus, in omni anno, nomine predicte ecclesie, medietatem omnium fruc-
tuum quod Deus dabit michi in predicto modiolo et deferam domi vestre
supradictam medietatem sine malitia et .Iti. Luc(enses) pro canali in t [erra]
tua nichil et .ir1. Luc(enses) pro commestione et capicanalis.

(a) Così A, qui e altrove. (b) Così A, qui e altrove. La c ad evidente correz. di s. (c) Cosi
A. Intendasi laboratoris.

——————————— e IT NA
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

11
[1159 2]

Offreduccio di Gennaro, della chiesa di S. Maria de Cripta e la
badessa di S. Concordio, convengono rispettivamente di dare l'uno protezione
alla suddetta chiesa e l’altra di fornire ospitalità una volta all'anno a tre
uomini a cavallo.

Originale in forma di breve [A], Archivio del Duomo di Spoleto,
Fondo di pergamene del Monastero di S. Concordio, n. 13.

Regesto, FAUSTI, p. 297, n. 13.

Nel verso: «9-8. Ricordo della convenzione fatta tra l'abbadessa di
S. Concordio ed Ofreducio Genaro della chiesa di S. Maria della Grotta,
della quale lo stesso Genaro doveva essere padrone e difensore » (di
mano recente) ; 361. 13.

Pergamena di mm. 110 x 110 annerita dall’umidità in più punti e
logorata dalle numerose pieghe.

Incerta è la sua datazione pur potendo approssimativamente fissarsi
intorno al 1159, in quanto vi figura lo stesso personaggio di cui alla perga-
mena n. 2 (v. nota introduttiva a quel doc.). Entrambe le carte, inoltre,
appaiono stilate da una stessa mano. Se è esatta l’ipotesi formulata la
badessa di cui si parla sarebbe Adelasia.

Breve recordationis de conventione facta inter abbatissam Sancti
Concordi ^) et Ofreduci^) Ianuari de ecclesia Sancte Marie de Cripta, sci-
licet quod Ofreducius debet esse patronus et defensor eiusdem ecclesie
donec vixerit, ita quod nullus filiorum vel eredum pro predicta conven-
tione possit aliquit causari abbatissa ^) vero pro tali defensione. proin
est sibi semel in anno dare ospitium tribus hominibus cum tribus equis.
insuper investivit eum de omnibus orationibus et beneficiis que ibi cele-
brantur et omnium eorum sit in perpetuum particeps.

Unde sunt testes Tudinus Marini et Gentilis Viviani et filii Girardoni
et hoc fuit in presentia archipresbyteri Terentiani.

12

[Sec. xii], marzo 23

Contraddittorio delle parti nel giudizio vertente tra il monastero di S.

(a) Così A.

(b) Così A.

(c) Così A.
288 GIUSEPPE BARLETTA

Concordio e tal Leonardo per la proprietà di un terreno e di una vigna ubicati
in località Bajano.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 14.

Regesto, FAUSTI, p. 297, n. 14.

Nel verso: Carta de [+ ] » (di mano del sec. xiv) ; « Pro Sancto

Concordio » (di mano del sec. xvi); 359. 14.

Pergamena di mm. 150 x 170 in pessimo stato di conservazione.
Nella parte centrale e nel senso dell'altezza é incollata con una striscia di
carta sul verso. Per tale motivo, nonché per la presenza di alcuni fori e
di molte lettere sbiadite essa non é né facilmente né chiaramente leggi-
bile. Dalla metà in poi, anzi, è assolutamente indecifrabile senza l'ausilio
della lampada di Wood.

Il signum notarile è dato dalle lettere « BR » racchiuse entro un qua-
drilatero.

(ST) Opposuit advocatus yconomi ante contestum litis quod prius
fuit con[ve]nien[d]um pri[ncip]ales quam possessionem [...].

In Dei nomen ^), amen, die .vinur. exeunte martio, presente sac(er-
dote), calu(m)pnia petit Be(r)nardus Zarli Marcolfo, yconomo ecclesie Sancti
Concordii, nomine ipsius ec[clesi]e restitutionem unius petie terre vineate
posite in Baviliano : .r. ecclesia predicta, .11. Berardus diaconus et Bona-
ionta Bonu(m)fantis, .11t. Oddo, .irri. ecclesia, quam dicit sibi obligatam
ab Andrea Iohannis, ut continet instrumentum, petit da(m)pnum et ex-
pensas. dicit yconomus ecclesiam predictam possidere dictam vineam,
non tamen credit fuisse [..]o Leonardo obligatam et credit dictum An-
dream tenuisse dictam vineam, set per ipsam ecclesiam redd [it jum ecclesie
et non credit quod pro suo proprio [....... Je

Item dixit Leonardus quod abbatissa Adelasia Sancti Concordii, cum
sociabus suis, dedit dictam terram vel vineam in scriptum Filippo et fratri
in tertia eorum generatione finita, quod yconomus non credit. item dixit
Leonardus quod extat filius masculus ex Filippo Cecapan(e), quod ycono-
mus non credit. item dixit Leonardus quod Filippus Cecapan(e) de-
det?) ipso Iohanni iura et actiones quas habuit in dicta vinea. credit
yconomus quod Filippus Cecapa(ne) vendidit ipsam do(m)no Egidio Qua-
drulg(is) et non Iohanni et non requisita ecclesia. item dixit Leonardus
quod Iohannes [habu]it et tenuit ipsam terram sive vineam. credit
ycon[omus] Iohannem tenuisse ipsam per ecclesiam, reddendo censum et
Leonardus credit Iohannem dedisse censum ipsi ecclesie sicut Filippus de-

(a) Così A. Intendasi nomine.

(b) Così A.
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

289

bebat. dixit Leonardus quod ex Iohanne remasit Andreas, eius filius,
post mortem Iohannis, quod yconomus credit. ^ auditu utique, credit
Andream decessisse sine filiis. item dicit Leonardus quod vinea sive
terra dicti Augustini fuit data et concessa in scriptum instrumentum gene-
ratione Filippo Cecapan(e), quod yconomus non credit. item utriusque
pars credit quod ecclesia tenet a duobus lateribus vineam dicti Augustini,
[Berar]dus Dilisia et Bonaionta Bonfantis [....... ] et Oddo et Petrus
Galmadiani, sed d(i)c(it) yconomus quod Oddo et Berardus tenent per
ecclesiam et quod ecclesia reabeat id quod tenuit Petrus. item dicit
Leonardus quod Filippus Cecapan(e) vendidit dictam vineam Iohanni An-
geli, quod yconomus non credit. item dicit Leonardus quod filius dicti
Berardi Bonicelli tenuit d(ictam) vineam iuxta vineam dicti Augustini,
quam nunc tenent Berardus Dilisia et Bonaionta Boninfantes, quod yco-
nomus credit. item dicit Leonardus quod Filippus Cecapan(e) tenuit olim
vineam quam nunc tenet Petrus Galmadianus iuxta vineam dicti Augu-
stini, quod yconomus credit. item dicit yconomus quod Leonardus fuit
frater consubrinus Andree Carli(ni), quod Leonardus credit. item dicit
yconomus quod^) Leonardus habuit de bonis Andree ut morem ipsius
Andree. Leonardus credit fuisse unum martillictum marmoreum et unum
carratillum de bonis Andree post mortem eius et non aliud, set non car(tam)
IScspeheredes:

13
1201, maggio 19

Maria, badessa di S. Concordio, concede a Martino Borge, prete, in
enfiteusi per cento anni, alcune unità fondiarie in località Capezzano, dietro
pagamento di cinque lire e mezzo lucchesi e di un lucchese all'anno per l'in-
censo.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio di Spoleto, n. 15.

Regesto, FAUSTI, p. 297, n. 15.

Nel verso: «1201, 19 maggio. Donazione di certe terre in Rapizzano
(sic) fatta da Maria, abbadessa di S. Concordio, e sue sorelle al prete
Pietro per 100 e piü anni in avvenire, dopo qual tempo debbono
ritornare alla chiesa di S. Concordio senza contesa, per il che detto
prete paghi di nuovo x libre e mezzo ed ogni anno un denaro per
l'incenso nella festa di S. Concordio » (di mano recente) ; 330. 15.

(c) A ripete quod.

n— ——— ———— — :— Á—— — — — — —
290 GIUSEPPE BARLETTA

Pergamena di mm. 110 x 120 in buone condizioni e chiaramente
leggibile.

Notaio : Munaldo.

Il signum notarile è costituito dalla lettera « M » racchiusa in un qua-
drilatero.

(ST) In Dei nomine. ab eius incarnatione anno .m.c.c.1.; te(m)pore
Innocentii pape et die .xirr. exeunte madio, indictione quarta. hoc qui-
dem te(m)pore ego domina Maria, abatipsa Sancti Concordii, ex consensu
mearum sororum, scilicet Benvenutae, Agathae, Massaie et presbyteri Petri
et Converse, nostra spontanea voluntate, trado, do et concedo vobis Petro
et presbytero Martino ^) Borge in enfiteosim, quasdam petias nostre terre
in vocabulo 5) Capicani, vel si aliud nomen ibi dicitur, cum introitis et
exitis suis et cum omnibus sibi pertinentibus, ut debeas habere et tenere
de hinc ad .c. annos expletos vel alii quibus committere volueritis et, ter-
mino finito, debeat reverti ad ecclesiam Sancti Concordii sine omni calu(m)-
pnia. et ita do et concedo, sicut Adam Borge habuit, terras et arbores.
pro qua traditione, datione et concessione recepi a vobis?) .v. libras et
dimidiam Luc(ensium) $) et debeo recipere a vobis anuatim €) unum Lu-
c(ensem) pro incenso in festo Sancti Concordii. et ita obligo me measque 7)
successores vobis ?) vel aliis quibus committere volueritis et vos ") obligatis
vos et illos quibus committere volueritis nobis nostrisque successoribus,
de colludio et molestia, de defensione, falsificatione et evictione sub pena
dupli et, pena soluta, hec carta firma permaneat.

** Ego domina Maria et ego presbyter Martinus et Petrus hanc
cartam scribi rogavimus.

"K Ego Egidius Bonti *), Acturribone Actonis et Benedictus !) Sancti
Concordii, rogati testes sumus.

"M Ego Munaldus notarius, rogatus, hanc cartam scripsi.

14
1203, novembre 24

Bertura, vedova di Alberto di Spoleto, cede ad Agata, badessa di S.
Concordio, un appezzamento di terra sito in località Poreta, dietro retribuzione.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di Pergamene:

del Monastero di S. Concordio, n. 16.

(a) Nel sopralinea senza segno di richiamo. (b) Sulla o finale segno abbrev. superfluo.
(c) Nel sopralinea a correz. di te espunto. (d) Nel sopralinea. (e) Cosi A. (f) -q(ue) a
correz. di 8. (g) Segue una lettera espunta. (h) Nel sopralinea con segno di richiamo.

(i) Una seconda t prima della i appare cancellata. (1) Sulla u segno abbrev. superfluo.

side criceti i in nn pine rime
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

Regesto, FAUSTI, p. 297, n. 16.

Nel verso: «1203, 7 novembre. De quadam petia terre posita in Po-
reta donatio facta monasterio Sancti Concordii » (di mano del sec.
XIII) ; 151. 16.

Pergamena di mm. 60 x 190, avente una strana forma trapezoidale
ma interamente leggibile.

Notaio : Giovanni II.

Per il signum notarile v. doc. n. 10.

(ST) Anno Domini .w.ccrr, te(m)pore Innocentii pape et die .vrr.
exeunte nove(m)bri, indictione .vi. hoc quidem te(m)pore ego Ber-
tura, quondam uxor Alberti, mea spontanea voluntate, do et trado, causa
mortis, pro rede(m)ptione anime me et parentum meorum, vobis domine
Agathe Sancti Concordii abbatisse et sororibus tuis, nomine predicti mo-
nasterii, unam petiam terre existentem in Poreta vel si aliud nomen ibi di-
citur. a duobus lateribus tenet Petrus filius****, a tertio Petronus Tran-
sarici, a quarto Cincus. infra predicta latera do et trado vobis predictam
petiam terre cum introitu et exitu et cum omnibus eidem petie terre perti-
nentibus. — unde adeo retributionem expecto et obligo me vobis vestrisque
successoribus, nomine predicti monasteri[i] et promitto predicta conser-
vare et numquam contravenire sub pena dupli et, pena soluta, carta firma
permaneat.

"M Ego Bertura hanc cartam scribi rogavi.

»*K Ego presbyter U(m)bertus monasterii predicti et Iohannes eiusdem
et Illuminatus et Brunacius rogati testes sumus.

xx Ego Iohannes iudex, rogatus, scripsi.

15
1208, maggio 16, Spoleto

Gentile, giudice di Spoleto, dichiara con sua sentenza il monastero di
S. Concordio unico e legittimo avente diritto al possesso di un terreno sito in
località Bajano, contro le pretese di tali Berta e Francesco.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 17.

Regesto, FAUSTI, p. 207; n: 17:

Nel verso: «1208, 16 maggio. Sentenza pronunciata dal giudice di
Spoleto a favore di Berta abadessa (sic) di S. Concordio per certa
pezza di terra a Bajano da ella posseduta » (di mano recente) ; 334. 17.
292 GIUSEPPE BARLETTA

Pergamena di mm. 110 x 120 in buono stato di conservazione.

ME È da notare la non corrispondenza tra quanto annotato nel verso
| M (che diverge anche dal regesto del doc. curato dal Fausti) ed il contenuto
nn del testo. La domina Berta di cui parla l'atto non è, infatti, la ba-
Il dessa di S. Concordio, che — nella sentenza in questione — risulta essere
rappresentato dal suo economo, presbyter Rollandus.

(ST) In Dei nomine, amen. veniens ante presentiam nostram pre-
j || sbyter Rollandus, yconomus Sancti Concordii, nomine ecclesie, querelam
B] de domina Berta et Francisco proposuit, asserens quandam possessionem
| ipsius ecclesie in vocabulo Baviliani existentem eos detinere iniuste, cuius
i | latera sunt: a tribus lateribus vie, a quarto tenent filii Dalimani. qui,
iii cum a domino Symone Spolet(ano) pot(estate) et domino Gentile eiusdem
il civitatis iudice vocati fuissent, ut de iure iam dicto yconomo responderent,
Il Franciscus, in nostra presentia constitutus, predictam possessionem se pos-
T CIE sidere negabat et super hoc iudicium nostrum erat subire paratus. | domina
vero Berta se ipsam possessionem possidere et tenere confitebatur. | suum
tamen privilegium allegando, dicebat in nostra curia non esse convenien-
NHILI dam. unde, ego predictus iudex, tam ius quam tenorem constituti, con-
il | siderans quia mihi non videbatur dominam Bertam allegato privilegio de-
il bere gaudere, in tenimentum predicte possessionis iam dictum yconomum,
| nomine ecclesie, dixi esse mittendum et, per executores meos Bentevengam
il et Stefanonum, de auctoritate domini Sy(monis) predicti pot(estatis) misi,
legis tamen beneficio, si quod ei co(m)petit, reservato.

Datum Spoleti, apud ecclesiam Sancte Marie, anno .M.ccvirr., te(m)-
pore Innocentii pape .rrr. et die .xvr. exeunte madio, indictione undecima,
in presentia domini Guramontis, Luce, Alberti, Rodolfoni Ade Simeonis,
Valterii, Girini et Matthei Sansonis et aliorum quam plurium.

Ego Adam, Spolet(ane) curie notarius, auctoritate domini Gentilis
iudicis, hanc ^) sententiam scripsi et in publicam formam redegi.

16
1208, ottobre 9

Alcuni testimoni depongono in merito ad un presunto censo del mona-
stero di S. Concordio (v. doc. n. 15).

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 18.

Regesto, FAUSTI, p. 297, n. 18.

(a) Segue ca espunto.

di ——À —Á— — n nn E LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 293

Nel verso: «Esaminatio testium pro verificatione census pro Sancto
Concordio » (di mano del sec. XIV); «P 20 1208 i 30 48, octobris.
Examinatio testium pro solutione cuiusdam census ecclesie S. Con-
cordii » (di mano del sec. xvi); 349. 18.

Pergamena di mm. 130 x 320 in stato di conservazione non buono :
alcuni fori e piccole rosicature ai margini ne compromettono la completa
lettura. Essa ha un sigillum pendens con relativa custodia, rovinati.

Notaio : Topatius.

Il signum notarile consiste nel disegno di una campana.

Presbyter Enricus i(uratus) dixit quod vidit Salvolinum qui, te(m)-
pore sui diaconatus, veniebat ad ecclesiam Sancti Concordii et deferebat
censum ad ecclesiam Sancti Concordii. int(errogatus) quare deferebat,
r(esposuit) quod pro vinea que iacet in Bavilliano et distinguebat censum
ab oblatione; int(errogatus) quantus erat census, r(esposuit) quod erat
denarius papiensis et oblatio erat infortiatus ; int(errogatus) de te(m)pore,
dixit quod ultra .xxx. annos, procedente vero te(m)pore. Henricus, socer
domine Berte, similiter faciebat et addit quod, cum esset in infirmitate in
qua accipiebat penitentiam et faceret iudicium uxori sue Galiane, set non
ad voluntatem suam quia dicebat plus contingere sibi de vinea que erat
in Bavilliano, et ipse dixit quod non erat suum alodium, set erat ecclesie
Sancti Concordii et habebat inde scriptum. et Petrus, filius eius, vir
domine Berte, similiter, se vidente, ferebat tres denarios pro censu et
unum pro oblatione in festivitate Sancti Concordii et pro vinea similiter que
erat in Bavilliano et vidit similiter multotiens dicentes uxori sue Berte
quod non daret sibi de vinea supradicta, quia erat Sancti?) Concordii ;
int(errogatus) si sciret hanc vineam esse Sancti Concordii, r(esposuit) quod
scit; int(errogatus) quomodo sciret, r(esposuit) quia vidit ipsam teneri pro
ecclesia Sancti Concordii a prenominatis personis usque ad mortem Petri ;
int(errogatus) quot anni sunt quod mortuus esse Petrum, r(esposuit) quod
.XIL, ut credit, vel parum plus vel parum minus ; int(errogatus) de omnibus
aliis [...], r(esposuit) quod nichil scit.

B[ernardus] iuratus dixit quod ipse fuit baiulus te(m)pore domine Ade-
lasie abbatisse et domine Marie et domine Agathe, quare erat ad colligen-
dam oblationem pro ecclesia Sancti Concordii et vidit Enricum, socer do-
mine Berte et Petrum, filium eius, deferentem ad ecclesiam Sancti Con-
cordii in festivitate quattuor denarios, unum pro oblatione et .itr. pro
censu ; in[terrogatus] qualiter erat census, r(esposuit) quod pro vinea et
terra que erat in Bavilliano ; int(errogatus) quomodo sciret, r(esposuit)
quia ipse erat ba[iu]lus Sancti Concordii ; int(errogatus) quantum te(m)poris

(a) Segue Claudii depennato.
294 GIUSEPPE BARLETTA

quod ipse recepit, r(esposuit) quod ultra .xxx. annos quod cepit recipere
et usque ad mortem Petri recepit. de aliis nichil.

Benencasa i(uratus) dixit quod vidit Salvolinum et Enricum et parum
solventes censum et oblationem, ut supra dictum est ab aliis testibus,
ecclesie Sancti Concordii pro terra et vinea que est in Baviliano, latera
cuius sunt hec : a tribus lateribus via et alio latere non recordatur, et vidit
postea quod Enricus petiit a domina abbatissa quod refirmaret supra-
dictam vineam sibi et ipsa dicebat quod non faceret. devicta tamen
postea precibus domini Rainucii Iohanni Iordani, reconcessit sibi domino
Enrico et Petro, filio eius, in vita sua ; et vidit postea eos solventes censum,
usque ad mortem Petri, pro supradicta vinea et hoc a .xxx. annis retro ;
int(errogatus) de omnibus aliis dixit se nichil scire.

Henricus i(uratus) dixit idem. ^ vid[it] vero Benencasa et addit quod
ipsi [.....] domino Henrico et filio eius quando facta fuit concessio a
domina abbatissa Adalasie"); de lateribus dixit quod a tribus lateribus
est via et ab alio latere filii Dalimani et dixit quod concessio fuit facta
ipsius testis et Benencasa Berardi et Rainerii Adamni de Lupo et Spoleti
Sancti Concordii. de omnibus aliis nichil.

Rainerius i(uratus) dixit quod patruum suum ©) vidit, scilicet dom-
num Rainerium, habere terram de qualis ?) est ab ecclesia Sancti Concordii
in pignore et vidit postea Salvolum *) habere per scriptum a suprascripta
ecclesia. quo mortuo, Henricus et dominus Petrus filius et Rainucius
Iohannis Iordani socer Petri, repetierunt 7) domine abbatisse inscriptum
et ipsa reconcessit eis Enrico et filio eius in vita sua et vidit postea Enri-
cum solventem denarium papiensis monete pro censu et Lucensem pro
oblatione et filium eius Petrum similiter tres Lucenses pro censu et unum
pro oblatione. de te(m)pore et de personis que fuerunt ad concessionem
factam ab abatissa ?) Henrico et filio, dixit idem quod Enricus.

Conversa Redusa i(urata) dixit de concessione facta Henrico et filio
eius, scilicet Petro, idem quod Rainerius et vidit Petrum venientem ad
ecclesiam Sancti Concordii et dicentem quod deferebat censum, set non
vidit censum. de aliis nichil. — int(errogata) si vidit aliquem ...]sancti
esse furem vel pervictum, r(esposuit) quod Enricus Bellonis multotiens
furatus est et emendavit, set modo mirabiliter est emendatus.

Petrus de infamia testium dicit idem quod presbyter Henricus.

Testes domine Berte. ^ Rainucius Pedeve i(uratus) d(ixit) quod ipse
habet terram iuxta vineam unde lis est et sunt bene .xr. anni quod ipse
habuit et vidit Enricum et filium habere et tenere terram unde lis est in
pace et quiete et non vidit a(m)plius inde litem, nisi hoc anno. int(erro-
gatus) si sciret quod esset alodium, dixit quod nescit et non *) vidit inde

(b) Così A. In precedenza Adelasia. (c) Così A. Inlendasi patrem suum. (d) Cosi
A. (e) Più sopra Salvolinum. (f) Intendasi repeterunt. (g) Così A. (h) Nel sopralinea
senza segno di richiamo.

(MIU r as pe iron lie dini n pende
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 295
dari in censum ; int(errogatus) de confinibus huius terre et vinee, dixit
quod a primo latere Stephanus et Eldego et a .itr. lateribus via ; int(erro-
gatus) si Salvurinus *) tenuit ibi !) terram, dixit quod audivit quod tenuit.
int(errogatus) de aliis, dicit se nichil scire.

Berardus Ade i(uratus) dixit quod vidit clausuram istam unde lis
est teneri et haberi ab Enrico et filio eius Petro et domina Berta a XL.
annis in pace et quiete et non vidit inde litem nisi hoc anno. int(erro-
gatus) si vidit inde dari in censum, dixit quod non ; int(errogatus) si erat
alodium, dixit quod nescit, set quod tenuit sine lite Henricus cum filio ;

preterea quod vidit inde litem inter Marroniscos et Henricum, set Marro-
niscki amiserunt. de aliis nichil.

(ST) Ego Topatius, imperialis aule notarius, has attestationes de
mandato domini Egidii ?), Fulginati episcopi, manu mea scripsi et in pu-
blicam formam redegi. | mandatum recepi in presentia Iohannis Male-
vardati et Rodulfi de Lappantino et domini Matthei, anno Domini .m.-
CCVIIL, .VII. idus octubris, indictione .xr.

(SP)

17
1208, novembre 3, Foligno

Egidio, vescovo di Foligno, con propria sentenza, condanna Berta, oblata
di S. Maria di Spoleto, a restituire un terreno sito in località Bajano (V. doc.
1i; 15).

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 19.

Regesto, FAUSTI, p. 298, n. 19.

Nel verso: «1208. 3 nove(m)bris » (di mano del sec. XIII) ; « Sentenza
del vescovo di Foligno colla quale condanna Berta, oblata di S. Maria
della diocesi di Spoleto alla restituzione di una pezza di terra in Ba-
vignano (sic) alla chiesa di S. Concordio » (di mano recente) ; 327. 19.

Pergamena di mm. 120 x 130 in ottimo stato di conservazione.
E munita di sigillum pendens non custodito.

(i) Così A. Altrov: anche Salvolinus, Salvolus (1) Segue de(m) depennato.

1) Fu vescovo di Foligno dall'11 settembre 1208 sino al 1243, anno in cui divenne
amministratore della diocesi di Nocera, carica che ricoprì sino alla morte avvenuta nel
1248 (cfr. Gams, op. cit., pp. 696 e 710; nonché C. EUBEL, op. cit., I, pp. 256e 373)

rr MÀ e
GIUSEPPE BARLETTA

Notaio : Topatius.
Per il signum notarile v. doc. precedente.

In nomine Patris et F(ilii) et S(piritus) S(ancti), amen. cum a
sanctissimo patre Innocentio receperim in mandatis, ego E(gidius), Fulgi-
natus episcopus ?), ut causam que vertebatur inter abbatissam Sancti Con-
cordii et Bertam, oblatam Sancte Marie Spoletane diocesis, de quadam
possessione posita in Bavilgnano cognoscerem et debito fine deciderem,
partes ante meam presentiam convocavi et de processu negotii diligenter
quesivi. super quo domina Berta hec proponebat, s(cilicet) quod ante
suo iudice sibi erat ablata possessio et hoc totum post appellationem ad
dominum papam interpositam et ideo possessionem instanter repetebat.
quod, quia cognovi iuri fore consentaneum, testibus receptis quibus percepi
rem ita esse ut allegabat possessionem sibi restitui, recepta cautione quod
super proprietatem iudicio sisteret. et exinde, lite contestata et recepto
sacramento calu(m)pnie a Petro Naso pro domina abbatissa et a domina
Berta pro se, terminum eis prefixi ad testes producendos. ad quem pro-
curator abbatisse suos produxit testes, set domina Ber(ta) nullum producere
voluit. cui postea, cum septies prefigerem terminos ad testes producen-
dos, duos tantum produxit et, quasi deludendo iudicium, se(m)per dilatio-
nem petebat. cui, cum ego denegarem, sine ullo gravamine appellatio-
nem interposuit, dicens quia similes ratio sibi adiudicaret numquam in eo
lucraretur. — unde, quia cognovi malitiose versari circa causam predictam,
dictis testium inspectis qui legitime probabant Henricum et P(etrum)
possessionem pro ecclesia Sancti Concordii tenuisse et censum a .xxx.
a(nnis) et ultra ecclesie solvisse, idcirco, ego E(gidius) Fulginatus episcopus,
habito plurium sapientum consilio, auctoritate domini pape qua fungor,
dominam Ber(tam) Petro Naso, procuratori Sancti Concordii pro iamdicta
ecclesia, in restitutione predicte petie terre posite in Bavignano infra hec
latera, scilicet a tribus lateribus via, a .rmmr. filii Dalimani, conde(m)pno,
precipiens auctoritate domini pape, sub pena excomunicationis, hanc sen-
tentiam inviolabiliter observari.

Datum in palatio domini episcopi Fulginati, anno Domini .McCcvrit.,
III. nonas nove(m)bris, indictione .xr, te(m)pore Innocentii pape, ponti-
ficatus eius anno .xr, in presentia Angelarii Saccentis et Iacobi Usalduri
et Montanarii Deguedanis et domini abbatis prioris Sanctorum Aposto-
lorum et magistri Iohannis de Sancto Donato et Rodulfi de Lappantino
et Iohannis de Malgardato testium.

(ST) Ego Topatius, imperialis aule notarius, hanc sententiam, iussu
predicti domini episcopi, manu mea scripsi et in publicam formam redegi.

(SP)

1) V, nota 1) del doc. precedente.
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

18
1209, febbraio 13, Laterano

Innocenzo III nomina il priore di S. Maria di Spoleto ed A., canonico
di Foligno, giudici delegati nella causa vertente tra la badessa di S. Concordio
e Berta di Spoleto (v. doc. n. 15).

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 20.

Regesto, FAUSTI, p. 198, n. 20; A. PorrHasT, Regesta pontificum ro-
manorum, Graz 1957, —.

Nel verso: «J C. m 62. Commissione fatta da Innocenzo 3? al priore
di Spoleto per la decisione di una controversia nata tra l'abbadessa
di S. Concordio ed una donna particolare di Spoleto, l'anno xi del
suo pontificato » (di mano recente) ; 325. 20.
Sulla plica a destra : M. de Areola.

Pergamena di mm. 110 x 170 in buone condizioni: presenta, però,
qualche piega.

Innocentius episcopus, servus servorum Dei. dilectis filiis priori
Spoletano et A. canonico Fulginato, salutem et apostolicam benedictionem.
dilecta in Christo filia abbatissa Sancti Concordii Spoletani, sua nobis in-
sinuatione, monstravit quod, cum causam appellationis que inter ipsam et
B(ertam) mulierem Spoletane diocesis super quibusdam possessionibus ver-
titur, vobis duxerimus committendam, vos in eadem procedere re[cu ]sastis.
ideoque, discretioni vestre per apostolica scripta precipiendo mandamus
quatinus in negotio ipso, iuxta priorum continentiam litterarum, sublato
appellationis obstaculo, ratione previa, procedatis.

Datum Laterani, idibus februarii, pontificatus nostri anno undecimo.

(B)

19
1209, aprile 17, Laterano

Innocenzo III ribadisce al priore di Spoleto e ad A., canonico di Fo-
ligno, di esaminare e risolvere definitivamente in grado di appello la contro-
versia giuridica vertente tra la badessa di S. Concordio e Berta di Spoleto
(v. doc. n. 15).

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 21.
298 GIUSEPPE BARLETTA

Regesto, FAUSTI, p. 298, n. 21; PorrHasT, —

Nel verso: «Commissione di Innocenzo papa III al priore di Spoleto
che decida una causa esistente fra l’abbadessa di S. Concordio e B.
donna di Spoleto, l'anno xri: del suo pontificato » (di mano recente);
353. 21.

Sulla plica a sinistra: M. de Are.

Pergamena di mm. 110 x 160 in buono stato di conservazione : un
piccolo foro nel mezzo, in corrispondenza dell’unione di più pieghe non
ostacola la lettura.

Innocentius episcopus, servus servorum Dei. dilectis filiis priori
Spoletani et A, canonico Fulginato, salutem et apostolicam benedictionem.
significavit nobis A(gata), abbatissa Sancti Concordii Spoletani, quod, cum
causam que inter ipsam et Bertam mulierem Spoletanam super possessio-
nibus et rebus aliis vertitur, vobis duxerimus committendam, vos licet
super hoc semel et secundo receperitis scripta nostra, in ea tamen sicut
asserit, hactenus minime processistis. quocirca, discretioni vestre, per
apostolica scripta precipiendo, mandamus quatinus in causa ipsa, iuxta
prioris nostri mandati tenorem, appellatione remota, ratione previa, pro-
cedatis.

Datum Laterani, .xv. kalendas maii, pontificatus nostri anno duo-
decimo.

(B)

20
1209, settembre 9, Viterbo
Innocenzo III ratifica la sentenza emessa a favore del monastero di
S. Concordio da Egidio, vescovo di Foligno, da lui delegato per risolvere la

vertenza giuridica tra il monastero e Berta di Spoleto, circa il possesso di un
terreno e di una vigna siti in località Bajano (v. doc. n. 15).

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 22.
Regesto, Fausti, p. 298, n. 22; PorrHasT, —

Nel verso: «B. 42. Innocenzo papa. Bolla in favore della abbadessa
di S. Concordio per una controversia di una pezza di terra » (di mano
recente); 346. 22.

Sulla plica a sinistra : M. de Areola.

^e) x ATI

uo ——M—— ————À
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 299

Pergamena di mm. 260 x 250 in discrete condizioni. Tre pieghe nel
senso della lunghezza non impediscono la lettura. La bolla è andata per-
duta.

* Innocentius s episcopus, servus servorum Dei. dilecte in Christo
filie abbatisse Sancti Concordii, salutem et apostolicam benedictionem. cum
causam que inter te vertebatur ex parte una et Bertam civem Spoletanam
ex altera super terra et vinea sitis in Bavilano ?), venerabili fratri nostro
Fulginato episcopo duxerimus committendam ac ipse testes ab utraque
parte receperit super proprietate possessionis predicte. ^ mulier eadem
Sedem Apostolicam appellavit, cuius appellationi tamquam frustratorie non
deferens, episcopus memoratus causam ipsam sententialiter diffinivit.
cumque dicta mulier super confirmatione vel infirmatione sententie ad
dilectos filios priorem Spoletanum et A. canonicum Fulginatum litteras
apostolicas impetrasset ac idem in causa procedere distulissent, dilecto
filio A. subdiacono et capellano nostro eam commis[si]mus audiendam.
qui, cum multotiens citasset legitime mulierem predictam nec voluisset
aliquatenus co(m)parere, idem subdiaconus, de sententie meritis diligenter
cognoscens, nobis ea que coram eo fuere proposita fideliter intimavit.
nos igitur, attestationibus et rationibus utriusque partis per eumdem ^)
subdiaconum plenius intellectis, eandem sententiam duximus confirman-
dam.

Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostre confirmatio-
nis infringere, vel ei, ausu temerario, contraire. si quis autem hoc at-
te(m)ptare presumpserit, indignationem omnipotentis Dei et beatorum Petri
et Pauli, apostolorum eius, se noverit incursurum.

Dat(um) Viterbii, .v. idus septembris, pontificatus nostri anno duo-
decimo.

(BD)

21

1210, gennaio 5, Foligno

Pasaguerra da Milano, giudice della Curia Imperiale, in pre-
senza di testimoni, ingiunge a tal Francesco ed ai figli di questi di non avan-
zare pretese su un terreno posseduto dal monastero di S. Concordio in località
Bajano.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 23.

Regesto, FAUSTI, p. 298, n. 23.

(a) Così A. (b) Così 4.

GEM. —- 300 GIUSEPPE BARLETTA

Nel verso: «1210. Pro Sancto Concordio » (di mano del sec. xvi); 333.
23.

Pergamena di mm. 140 x 180 non interamente leggibile neanche con
l’ausilio della lampada di Wood. Molte lettere, infatti, si sono sbiadite
irrimediabilmente col tempo, mentre l’unione di due pieghe nel mezzo ha
determinato un foro cancellandone altre.

Notaio : Alberico di Rovereto.

Il signum notarile è costituito da un disegno raffigurante una torre.

(ST) Anno Dominice incarnationis millesimo ducentesimo decimo, in-
dictione tertiadecima, die martis quinto mensis ianuarii, in Filigno. cum
Agatha, abbatissa Sancti Concordii de Spoleto, conquesta esset de Fran-
cesco ^) et filiis Spoletan[is], quos dicebat [... .] in quandam possessionem
sytam in Baviglano iuxta vias et terram filiorum quondam Dalimanii et
super aliis possessionibus predicte ecclesie et Francischus predictus venisset
et dixiset ) quod nil et inquietabat de iure ipsius abbatisse, set dicebat
predictas possessiones sibi pertinere, tandem Pasaguerra de Mediolano,
imperialis Curie iudex, presentibus et volentibus Alberto Stru cio de Cre-
mona, Monacho ^) de Mediolano et Rufino de Laporta pl[...... .] impe-
rialis Curie iudicibus, et eorum consilio, condempnavit predictos patrem
et filios, absentes, versus ipsum Iohannem, procuratore 7) predicte abba-
tisse, eius nomine ut cessent ab inquietacione possessionis predictarum re-
rum de cetero et eis precepit ut in dicta possessione ipsam ecclesiam non mo-
lestent et, ex parte domini Ottonis, Dei gratia Romanorum imperatoris glo-
riosissimi, predictas possessiones dictarum rerum dicto magistro Iohanni
prefato nomine confirmavit et eum in predictis possessionibus iure iussit,
salvo tamen ipsis sa[.....] et aliis, omni suo iure proprietatis SIE sapin
predictis possessionibus, de qua proprietate nil dixit *****,

Predictus Pasaguerra hanc cartulam *** fieri precepit.

Interfuerunt Matheus iudex, Andreas de Mevana, Oddo et Iacobus,
iudices Spoletani, et Meragonus Asisii et alii qui plures inde testes *).

(ST) Ego Albericus de Rovereto, imperialis curie notarius, interfui
et hanc cartulam scripsi.

22

1214, dicembre 30

Agata, badessa di S. Concordio, concede a Bonafidanza di Adamo di
Lupone, vita natural durante, una terra sita in località N ucis S qualli

(a) Cosi A. (b) Così A. (c) La o finale nel sopralinea a correz. di us espunto.
(d) Così A. (e) pl(ur)es... testes aggiunto nel sottolinea, nel margine destro della pergamena,
dalla stessa mano.

sui 4 Rdrrnri i pe intere iii lie ini arri —— AQ
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 301
dietro versamento di sei lire lucchesi, riservando al monastero soltanto una
cava di pietra.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 24.

Regesto, FAUSTI, p. 298, n. 24.

Nel verso: «1214, 2 decembri. Pro Sancto Concordio » (di mano del
sec. XIII); « Carta Nucis Gualgi (sic) de Sancto Concordio » (di mano
del sec. xiv) ; « Contratto fatto dall'abadessa e monache di S. Con-
cordio con una donna chiamata Bonafidanza » (di mano del sec.
XVII) ; 335. 24.

Pergamena di mm. 90 x 320: qualche macchia dovuta all'umidità,
alcune piccole rosicature ai margini e due fori, in corrispondenza del quin-
tultimo e del penultimo rigo dello scritto, non compromettono la lettura.

Notaio : Cyviías.

Il signum notarile è dato dal nome su cui è, peraltro, presente un
segno abbreviativo superfluo.

(ST) Anno Domini millesimo .ccxIIII., te(m)pore Oddonis impera-
toris .ItII. et die .11. exeunte dece(m)bri, indictione secunda. — hoc quidem
te(m)pore ego Agatha, abbatissa ecclesie Sancti Concordii, consentientibus
sociabus et conversis ecclesie dicte, scilicet Imeldina, Massaria, Sublimana,
Guerrera, Sophia, Lamandina, Berta, dominus Rainerius, Iohannes, Salvu-
cius et Marculfus, mea spontanea voluntate, do, trado et concedo tibi
Bonafidantie Ade Luponis in vita tua unam petiam terre ecclesie dicte
que manet in vocabulo Nucis Squalli et manet infra hec latera: a primo
currit via, a .rr. filii Genuarii, a .rrr. filius Rainaldi, a .11x11. Nicholaus Mal-
bangii et si qui alii affines sunt infra ista predicta latera. do, trado et
concedo tibi predictam petiam terre cum omnibus eidem terre pertinen-
tibus et cum introitu et exitu et cum omnibus que supra se et infra se habet
in integrum, excepto quod reservo ecclesie foveam unam lapidum, ita si
necesse fuerit pro ecclesia dicta lapides ^) cavare, quod liber et in fovea
illa pro qua re dimisisti nobis et ecclesie .vr. libras Luc(ensium), quas eccle-
sia tibi debebat, ideo quia fuerunt date pro utilitate ecclesie et taliter di-
misisti quod neque in vita neque in morte nec post mortem nullus homo
iam dictas libras ullo modo repetere valeat. et desuper reservo ecclesie
post mortem tuam hec terra absolute revertatur ad ecclesiam Sancti Con-
cordii et sic obligo et promitto me measque successores tibi prefato tantum
et nullo alio nec alie de fraude, colludio, molestia et promitto de evictione,
falsificatione et legitima defensione in vita tua "), sub pena promissa dupli.

(a) Cosi A. (b) Segue po cancellato.
302 GIUSEPPE BARLETTA

post mortem vero tuam hec terra cum arboribus et cum vinea si tunc te(m)-
pore fuerit sine omni occasione revertatur ad ecclesiam dictam.

Ego Agatha abbatissa, cum consensu predictarum et predictorum,
hanc cartam scribi rogavi et sit firma in vita tua, post mortem tuam hec
carta nichil valeat.

Paganellus Deo Delli, Petrus Beneincase, Folcorius Oliverii, rogati
testes sumus.

Ego Cyvitas, aule i(m)perialis notarius, interfui. ^ rogatus scripsi.

23
1223, settembre 6, Spoleto

Giordano, giudice del comune di Spoleto, condanna Albertuccio I-
ucture a restituire al monastero di S. Concordio sedici staia di terra sita in
località Luco o Cornanum. Alla condanna sono premesse alcune dichia-
razioni di testimoni.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 25.

Regesto, Fausri, p. 298, n. 25.

Nel verso: «1223, 6 sette(m)bre » (di mano del sec. xim); « C(aus)a
terre de Cornano Sancti Concordii» (di mano del sec. xiv); «Sen-
tenza decisa dal giudice di Spoleto nella lite nata tra Ramigio, eco-
nomo della chiesa di S. Concordio et (sic) Albertuccio Iucture per
riguardo a sedici staia di terra esistenti nel vicolo Luco i quali Iuc-
ture Albertuccio possedeva a nome di detta chiesa mediante il paga-
mento del censo e della quale terra vien condannato alla restituzione »
(di mano recente) ; 329. 25.

Pergamena di mm. 100 x 350 in buone condizioni.
Notaio : Transarico.
Il signum notarile è dato dal monogramma del nome Transaricus.

(ST) In Dei nomine, amen. die .vr. exeunte iulio, prestito sacra-
mento. causa inter do(m)pnum Rainerium, yconomum Sancti Concordii
ex parte una et Albertucium Iucture ex altera a quo idem yconomus, no-
mine ipsius ecclesie, repetit possessionem .xvi. stariorum terre existentium
in vocabulo Luci vel Cornani iuxta tenimentum filii Andree et iuxta id
quod tenet ipse Albertucius a duobus lateribus quod fuit Scole, quam

sp Rar e i. ctr nisi i lie ninni per ni pe
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 303

terram dicit ecclesiam concessisse Scole et Scola tenuit ipsam per ecclesiam
et nunc dicit quod est reversa ad ecclesiam.

Albertucius confitetur se tenere predictam terram, sed non credit
ecclesiam concessisse Scole, nisi videtur inde publicum instrumentum.

Item dicit do(m)pnus Rainerius quod Scola tenuit predictam terram
et habuit eam ab ecclesia Sancti Concordii, quod Albertucius credit si
videret inde publicum instrumentum, alias non.

Item dicit do(m)pnus Rainerius quod Albertucius emit predictam
terram ad proprietatem.

Albertucius credit ipsam terram emisse ad proprietatem, nisi .vi.
staria que emit iure scripti sicut in suo instrumento continetur, de quo
scripto dicit se solvisse omni anno a te(m)pore quo emit, quod yconomus
non credit solvisse censum.

"KM In Dei nomine, amen. ego Iordanus, iudex communis Spole-
t(ani) electus ad causas et lites examinandas et eas, mediante iustitia et
tenore constituti, decidendas, domino Oderisio. Thome, eiusdem civitatis
Spolet(ane) existente cognitor litis et controversie que vertebatur inter
do(m)pnum Rainerium, yconomum Sancti Concordii, nomine ipsius ecclesie
ex parte una et Albertucium Iucture ex altera. a quo idem yconomus,
nomine ipsius ecclesie, repetebat .xvi. stariorum terre existentium in vo-
cabulo Luci vel Cornani iuxta tenimentum filii Andree et iuxta id quod
tenet Albertucius a duobus lateribus quod fuit Scole qui Deusteadiutus
nuncupatur et Uberturi Egidii, quam terram dicebat ipsam ecclesiam con-
cessisse Scole et ipse retinuisset eam per ipsam ecclesiam. ^ Albertucius
vero respondebat sicut in confessionibus continetur. unde, ego predictus
iudex, visis et auditis hinc inde propositis et probatis sacramenti causa
ab utraque parte suo loco ?), recepto et habito conscilio 5) sapientum, sicut
inter eos pronuntio ad restitutionem predictorum .xvi. stariorum te(m)pore
predicto ipsum Albertucium ipsi do(m)pno Rainerio yconomo, nomine ip-
sius ecclesie, conde(m)pno.

"K Datum Spoleti, apud ecclesiam Sancte Marie, anno .MCCxXIII°.,
te(m)pore domini Honorii pape .rrr. et domini Frederici Romanorum i(m)-
peratoris, indictione .xr. et die .vi. intrante septe(m)bri, presentibus Ia-
cobo Proachei, Iohanne Nicole, Befanio notario, Aldicheo Sinibaldi, Blasio
Doplerii et aliis pluribus.

(ST) Ego Transaricus, nunc communis Spoleti curie notarius, de man-
dato et auctoritate domini iudicis, has confessiones et sententiam scripsi
et publicavi eodem die et presentibus predictis.

(a) Segue ancora loco depennato. (b) Così A.
304 GIUSEPPE BARLETTA

24

1226, gennaio 1
Alcuni debitori versano il censo al monastero di S. Concordio.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 26.

Regesto, FAausti, p. 298, n. 26.

Nel verso: «1226 ianuarii » (di mano del sec. xim) ; « Soluctione cen-
suum ecclesie Sancti Concordii » (di mano del sec. xiv) ; «1226. Pa-
gamenti di canoni alla chiesa di S. Concordio » (di mano del sec. xvi) ;
337. 26.

Pergamena di mm. 100 x 210 in discreto stato di conservazione ed
interamente leggibile.

Notaio : Ciftadinus.

Il signum notarile è rappresentato dal monogramma del nome.

(ST) In Dei nomine. anno millesimo ducentessimo .xxvr., tempore
domini Honorii pape .irr. et domini Frederici imperatoris, kalendis ianuarii,
indictione .xinr. . hoc quidem te(m)pore isti sunt qui dederunt censum
sive canonem ecclesie Sancti Concordii : Bonaiunta Bonu(m)fantis dedit .rir.
Luc(enses) pro hoc anno et preterito anno pro una petia vinee ©) que est
in Baviliano ; Andreas Donaddius dedit .11. Luc(enses) pro parte Palmisani
possessionum earum que sunt in Sancto Antimo; Guilielmus ?) Rainucii
Pedeve, pro se et pro fratribus dedit unum Luc(ensem) pro duabus modiolis
terre sive vinee in Baviliano ; Egidius Vidicti dedit .1r. Luc(enses) pro tri-
bus modiolis terre in Colle de Mare vel Maiano ; Berardus Dilisie unum
Luc(ensem) et dimidium pro una petia vinee in Baviliano ; Odo Ade Azzi
mastri dedit .1. Luc(ensem) pro vinea de Colle quam habet de patrimonio,
sed pro vinea quam emit ab Aliante et a Philippo Teta Pane voluit dare
censum sed abbatissa renuit ; Bonaiunta Consedentis dedit unum Luc(en-
sem) pro duabus modiolis vinee sive terre in Baviliano ; Nicolaus Sauli
dedit unum Luc(ensem) pro duobus modiolis ^) vinee in Baviliano ; Tran-
saricus Senebbaldi Banioli, pro se et pro nepote, dedit .rr. Lu(censes) pro
.VI. Stariis et dimidie terre in Matreniano ; Leonardus Rodulfi Berarducii
Ugolini dedit unum Luc(ensem) pro .xxr. 2) stariis terre in Cardecis ; Ia-

(a) .Nel sopralinea con segno di richiamo. (b) Segue Rainer depennato. (c) Altrove
pro duabus modiolis. La seconda o ad evidente correz. di s. (d) Lettura dubbia a causa di una
sbavatura dell'inchiostro.

ol Ml ear a, i Lim miti nz; I idee nice ee peri Rhe hp n
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 305

cobus Matthei, pro se et pro Iordanitto, fratre suo, dedit .ittt. Luc(enses)
pro ©) petia terre de Colle Sancti Thome et hunc census”) fuit datus in
presentia Teodini Zacchei, Salvucii Berardi, Andree Donaddius et mei
notarii.

"K Ego Cittadinus notarius his omnibus interfui et, rogatus, omnia
predicta scripsi et publicavi eodem die et te(m)pore et in presentia pre-
dictorum.

25

1226, marzo 31, Spoleto

Matagia, badessa di S. Concordio, concede in enfiteusi a Pietro di Gal-
madiano una terra in località Bajano dietro versamento di sei lire lucchesi
e di un lucchese ogni anno.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 27.

Regesto, FAUSTI, p. 298, n. 27.

Nel verso: «Instrumentum pro Sancto Concordio » (di mano del sec.
XIII); «1226. Istud est instrumentum Petri Galmadiani de Sancto
Concordio » (di mano del sec. xiv) ; « Enfiteusi » (di mano recente);
328. 27.

Pergamena di mm. 90 x 220 in buone condizioni.
Notaio : Taddeo.
Il signum notarile consiste nel monogramma del nome Tadeus.

(ST) In Dei nomine, amen. anno Domini .Mcc. vicesimo sexto,
te(m)pore domini Honorii pape .1rr. et Frederici imperatoris .rr, die ultimo
mensis martii, indictione quartadecima. hoc quidem te(m)pore ego Ma-
thagia, abbatissa Sancti Concordii, nomine ipsius ecclesie, presentibus et
consentientibus Berta, Sophia, Agatha et Bona monachabus, Gemma, do-
mino Rainerio, Marcolfo et Anastasio, dicte ecclesie oblatis, do, trado et
concedo in scriptum sive e(m)phyteosius ^) tibi Petro Galmadiani et tuis
filiis et nepotibus in tertiam generationem legitimam masculinam, totam
unam petiam terre dicte ecclesie positam in ducatu Spoletano in vocabulo
Baviliani, vel si alio ibi nomine nunccupatur b) cum introitu et exitu suo
et cum omnibus ad eam pertinentibus, sine reservatione ulla. quam
terram tu Petrus emeras olim a Iohanne et Leonardo de Quadrulgis et est

(e) Segue la lettera q espunta. (f) Cosi A.
(a) Cosi A. (b) Cosi A. Intendasi nuucupatur.

— À— 306 GIUSEPPE BARLETTA

‘vini. staria et .Itti. pugilli et .itt. uncie. a primo latere cuius tenes tu
Petrus, .Ir. Bonaionta Bonufantis et Berardus Dulisie ; .rm. filii Aliantis,
nr. dicta ecclesia vel si alia sunt latera. ^ unde recepi a te pro ipsa ec-
clesia .vr. libras Luc(ensium) quas dedi et expendi pro utilitatibus et ne-
gotiis dicte ecclesie, renuntians exceptioni non numerate et non solute
pecunie, beneficio restitutionis, occasione deceptionis a normis a legibus
introducto, beneficio ^) clericali, ecclesiastico et fori privilegio et omni
auxilio legum et constituti mihi co(m)petenti vel co(m)petituro et do tibi
tenimentum et licentiam intrandi et tu et heredes tui debetis solvere ipsi
ecclesie annuatim, in festo Sancti Concordii, unum Luc(ensem) pro canone
sive censu. insuper promitto et obligo me pro ipsa ecclesia et meos suc-
cessores tibi et tuis heredibus de fraude, colludio, molestia, falsificatione,
defensione de iure et legitime facienda ?) et evictione et non contravenire
sub pena dupli stipulatione promissa tibi et, ea soluta, hec carta suam
obtineat nichilominus firmitatem, quam ita scribi rogavi de consensu dic-
tarum sororum mearum.

Actum apud dictam ecclesiam, presentibus Paulo Berardo, Bartholo
Vettoni, Iohanne Machiloni, Iacobo Rogerii et Iohanne Galmadiani, testi-
bus ad hec rogatis.

Ego Tadeus Adiuti notarius, rogatus, hec scripsi et emendavi ubi de
pro ipsa ecclesia et de iure et legitime facienda.

26
1227, marzo 25

Sofia del fu Valfredo rinunzia a qualsiasi diritto e pretesa sul mona-
stero di S. Concordio, davanti alla badessa Bona.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 28.

Regesto, FAuUSTI, p. 299, n. 28.

Nel verso: «1227. Pro Sancto Concordio » (di mano del sec. XIII); « Ri-
nuzia (sic) di tutte le pretenzioni a favore della chiesa di S. Con-
cordio » (di mano recente) ; 338. 28.

Pergamena di mm. 80 x 180 in buone condizioni ed integralmente
leggibile.

Notaio : Filippo.

Il signum notarile é costituito da un disegno raffigurante un quadri-
foglio.

(c) .4 bnficio senza segno abbreviativo. (d) A ripete facienda.

p——————— —— penna dec
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO . 807

(ST) In nomine Domini, amen. anno Domini .mccxxvir., te(m)pore
domini Gregorii pape .virri. et Frederici Romanorum i(m)peratoris et die
.vir. exeunte martio, indictione quintadecima. hoc quidem te(m)pore ego
Sophia, filia olim Valfredi, non vi nec dolo inducta, set mea pura et bona
voluntate, quieto, remitto adque ^) refuto vobis domine Bone, abbatisse
Sancti Concordii, recipienti nomine dicte ecclesie, quicquid dicere seu petere
possem in dicta ecclesia sive iure oblationis vel partis vel quocumque modo
sive ingenio aliquid petere sive dicere possem in ecclesia iamdicta. pro
qua fine et remissione confiteor me a vobis et sororibus vestris, nomine
dicte ecclesie recepisse de persona mea et rebus meis similem remissionem.
unde renuntio omni exceptioni et legum auxilio et promitto contra predicta
nullo te(m)pore contravenire sub pena .xx. librarum Luc(ensium) a me
vobis pro ipsa ecclesia recipienti, procuratorio nomine, per stipulationem
promissam, qua soluta vel omnia predicta in sua permaneant firmitate.

"M Ego predicta Sophia hoc instrumentum, ut supra legitur, ita scri-
bi rogavi.

"K Nos Guillelmus Petri et Iohannes Bonagure et Tacobus Iohannis,
rogati testes huius rei sumus.

XK Ego Philippus Birti iudex, rogatu dicte Sophie, hoc instrumen-
tum, ut supra legitur, scripsi et publicavi.

27

1229, gennaio 1
Alcuni debitori pagano il censo al monastero di S. Concordio.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 29.

Regesto, FAUSTI, p. 299, n. 29.

Nel verso: «1229, kalendae ianuarii » (di mano del sec. xii) ; « Solu-
tiones censuum de certis petiis terre pro ecclesia Sancti Concordii »
(di mano del sec. x1v) ; «1229. Pagamenti di canone fatti alla chiesa
di S. Concordio » (di mano del sec. xvi) ; 336. 29.

Pergamena di mm. 130 x 280 in buono stato di conservazione, ma
con due piccole lacerazioni ai margini superiore e laterale destro che non
ne impediscono, in ogni caso, la completa lettura.

Notaio : Cittadinus.

Il signum notarile è analogo a quello del doc. n. 24.

(a) Così A. Intendasi atque.
308 GIUSEPPE BARLETTA

(ST) In Dei nomine. anno millesimo ducentessimo ^) .xxvirr.,
te(m)pore domini Gregorii pape noni et domini Frederici imperatoris, ka-
lendis ianuarii, indictione .r. ^ hoc quidem te(m)pore isti sunt illi qui
dederunt censum sive canonem ecclesie Sancti Concordii: Nicolaus Sauli
dedit unum Luc(ensem) pro censo unius petie vinee in Baviliano que est
iuxta viam et filios Berardi et filium Ianni Carisii ; Guilielmus Rainucii
Pedeve dedit unum Luc(ensem) pro una petia terre in Cardecis que est
iuxta filios Magalotti et nepotes Micchaelis et Micchaelem Grimaldi et
Mattheum Carazite; Bonaiunta Consedenti unum Luc(ensem) pro una
petia vinee in Baviliano que est iuxta vias et filium Sauli et vineam que
fuit Malcalzati ; Transaricus Sennebbaldi a Matreniano dedit unum Luc(en-
sem) pro .irr. stariis terre que est prope ecclesiam Sancti Stefani de Ma-
creniano iuxta viam et Rodulfum Fabrum et sibi remanet ; Villanus Ianni
Raynaldi, pro se et Rainaldo et Iacobo, fratribus suis, et pro Bonaiunta
Consedentis unum Luc(ensem) pro una petia vinee?) que fuit Rainucii
Pedeve que est in Baviliano iuxta viam et filios Berardi et filium Ianni
Carisi ; Thomas Oddi mastri dedit unum Luc(ensem) et dimidium pro uno
modiolo et dimidio vinee que est in Colle Sancti Thome iuxta viam et te-
nimentum ipsius ecclesie ; Petrus Galmadiani unum Luc(ensem) pro novem
stariis vinee que est in Baviliano iuxta Bonaiuntam Bonu(m)fantis et Be-
rardum Dulisie et sibi remanet et ecclesia predicta ; Egidius Vidicti dedit
duos Luc(enses) pro tribus modiolis terre que est in Colle Malo iuxta Pau-
lum Oderisii et ipse Egidius ab aliis lateribus ; Iacobus Matthei pro tribus
partibus et ^) dedit .1rrr. Luc(enses) et Iovannucius Matthei unum Luc(en-
sem) pro quarta pro duabus partibus cuiusdam petie terre quam habuit
ab ipsa ecclesia in Colle Sancti Thome, que est iuxta viam et filium Aliantis,
vineam quam habuit ab ipsa ecclesia et iuxta ipsum Iacobum et fratrem :
Berardus Dulisie et Bonaiunta Bonu(m)fantis dederunt .rrri. Luc(enses)
pro canone duarum petiarum vinee, quam habente ab ipsa ecclesia in Ba-
viliano sicut illud dederunt aliis abbatissis, que sunt iuxta vias et ipsam
ecclesiam ; Accurri(m)bona a Sancto Petro Intiguararia dedit .itt. Luc(en-
ses) pro censo pro tertiis quas habet ab ipsa ecclesia in vocabulo Sancti
Petri Intiguararia.

"M Ego Cittadinus notarius, rogatu domine Bone, abbatisse eiusdem
monasterii, et domini Petri Molinarii, procuratoris eiusdem monasterii,
omnia predicta scripsi et publicavi, predicto die et te(m)pore, in presentia
Pauli Berardi et Petri Egidii et Accurri(m)bone Martini et aliorum.

Blasis a Terrania dedit .1. Luc(ensem) pro una petia terre quam habet
ab ipsa ecclesia in Terrania 4).

(a) Così A.
(b) Seguono due lettere inidentificabili, depennate. (c) Seguono i termini Iova(n)nuci(usg)
Mat(t)h(e)i depennati. (d) Blasis...Terrania aggiunto nel margine inferiore della carta.

su "Mi ear ee ie peter ii i D dli n nine na anidro
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

28
1231, gennaio 1

Alcuni debitori pagano il censo al monastero di S. Concordio.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pefgamene
del Monastero di S. Concordio, n. 30.

Regesto, FAUSTI, p. 299, n. 30.

Nel verso: «1231, kalendis ianuarii » (di mano del sec. xim) ; « Solutio
censum ecclesie Sancti Concordii» (di mano del sec. xiv) ; « Paga-
menti di diversi canoni per alcuni pezzi di terra spettanti alla chiesa
di S. Concordio » (di mano del sec. xviIr); 362. 30.

Pergamena di mm. 100 x 250 in buono stato di conservazione.
Notaio: Cittadinus.

Per il signum notarile v. doc. n. 24.

(ST) In Dei nomine. anno millesimo ducentessimo ^) .xxxr., te(m)-
pore domini Gregorii pape noni et domini Frederici inperatoris, kalendis
ianuarii, indictione quarta. ^ hoc quidem te(m)pore isti sunt qui dederunt
censum sive canonem ecclesie Sancti Concordii : Egidius Vidicti dedit duos
Luc(enses) pro tribus modiolis terre que est in vocabulo Collis de Malo,
que est iuxta Paulum Oderisii et Gregoricum et ipsum Egidium a tribus
lateribus ; Berardus Dilisie unum Luc(ensem) et dimidium pro vinea quam
retinet ab ipsa ecclesia in Baviliano, sed ipse dicebat quod sunt duo staria
et dimidium que est iuxta Bonaiuntam Bonu(m)fantis, Petrum Galmadiani
et ipsi ecclesie remanet ; Leonardus Rodulfi unum Luc(ensem) pro .xvirr.
stariis terre in Cardecis que est iuxta Micchaelem Grimaldi et Bonaiuntam
Micchaelis et Spoletum Ianni Curtine, Mattheum Carazite et ?) Gregorium
Magalotti ; Bonaiunta Consedentis dedit unum Luc(ensem) pro se et ne-
potibus Egidii Pedeve pro una petia vinee quam retinet ab ipsa ecclesia
in Baviliano, que est iuxta vias et filios Sauli et olim ^) vineam Malcalzati ;
Petrus Galmadiani unum Luc(ensem) pro novem stariis vinee in Baviliano
que est iuxta ipsum Petrum et filium Aliantis, ecclesiam predictam, Be-
rardum Dilisie et Bonaiuntam Bonu(m)fantis ; Bonaiunta Bonu(m)fantis
dedit .1rrr. Luc(enses) pro anno et preterito pro una petia vinee quam re-
tinet ab ecclesia in Baviliano, que est iuxta possessionem ipsius ecclesie
et Berardum Dilisie et viam ; Iacobus 9) Matthei Transarici .urr. Luc(en-
ses) pro arte €) sua cuiusdam petie terre quam habet ab ipsa ecclesia in

(a) Così A. (b) Nel sopralinea con segno di richiamo. (c) Segue filia(m) depennato.
(d) Segue Tra(n)sa(r)ici cancellato. (e) Così A. Intendasi parte.

8
310 GIUSEPPE BARLETTA

Baviliano, que est iuxta vias et filium Aliantis et ipsum Iacobum ; filius
Oddonis Ade Azzi Mastri dedit unum Luc(ensem) et dimidium pro uno
modiolo vinee quam habet ab ipsa ecclesia in Baviliano, que est iuxta
viam et filium Aliantis et ipsam ecclesiam ; Transaricus Sinibaldi Banioli
dedit unum Luc(ensem) pro una petia terre in Matreniano que est iuxta
Rodulfum Aposterula et Moriconum Galiane et Rainaldonum Scangii.

"R Ego Cittadinus notarius, rogatu abbatisse ipsius monasterii, om-
nia predicta scripsi et publicavi predicto die et te(m)pore et indictione
predicta, in presentia Brunacii Berarducii et Iacobi Nicolai Bartoli.

29

1231, dicembre 8, Spoleto

Bona, badessa di S. Concordio, compone in presenza di Nicoló, vescovo
di Spoleto, la vertenza giuridica intrapresa contro tal Giovanni di Bonficone
rinunziando alla lite.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 31.

Regesto, Fausri, p. 299, n. 31.

Nel verso: «1231. Pro Sancto Concordio » (di mano del sec. xim);
« Renuncia ad una lite fatta dalla abadessa di S. Concordio » (di mano
del sec. xvi) ; 365, 31.

Pergamena di mm. 80 x 110 in discrete condizioni : presenta molte
pieghe.
Notaio : Taddeo II.

Il signum notarile consiste nelle lettere del nome racchiuse entro un
quadrilatero.

(ST) In nomine Domini, amen. Bona, abbatissa Sancti Concordii,
consensu monacharum suarum Agathe, Altafeste, Galgane, Angele, Pal-
mentere, approbavit quod fecit Mattheus, procurator 4) ecclesie, super di-
scordia quam habebat ipsa abbatissa cum Iohanne Bu(m)fikoni, consen-
tiendo in dominum Iacobum Centronem quem Spoletanus episcopus dedit
eis iudicem de consensu partium et renuntiavit litteris i(m)petratis quantum

ad causam istam a domino papa ad abbatem Sancti Felicis de Iano et
coniudices suos.

(a) 4 procuratori. La i appare, però, depennata.
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 311

Hoc actum est coram domino Nicolao, Spoletano episcopo 1), pre-
sentibus do(m)pno Pagano, priore Sancti Petri, Gandulfino et Blascio scu-
tiferi 9) domini episcopi.

Anno .MccXxxr, te(m)pore domini Gregorii pape .virr. et domini
Frederici imperatoris, die .virr. intrante dece(m)bri, indictione .rrrr.

Ego Taddeus notarius, rogatu predictarum abbatissa ^) et monacha-
rum, hec omnia scripsi et publicavi.

30
1232, dicembre 4

Bona, badessa di S. Concordio, concede a lavoreccio per cinquant' anni
a Viviano, pievano di S. Antonio, un appezzamento di terra sita in vado
Castri Novi in cambio della terza parte dei frutti raccolti.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 32.

Regesto; FAUSTI; p. 299; n. 32.

Nel verso: «1232, 4 dece(m)bre. Pro Sancto Concordio laboricium »
(di mano del sec. xii) ; «1232 » (di mano del sec. xvi); 363. 32.

Pergamena di mm. 120 x 360 in discrete condizioni. Essa, infatti,
) presenta piccole macchie di umidità in piü punti e lacerazioni ai margini
| che, talora, ostacolano la lettura.
| Notaio : Petronio.
Il signum notarile è costituito dal monogramma del nome Pefronus.

(ST) In nomine Domini, amen. ab eius incarnatione anno Domini 2?)
.M.CC.XXXII., te(m)pore domini Gregorii^) pape noni et Frederici impera-
ioris secundi et die .rrri. intrante decembri, indictione quinta. ^ hoc qui-
dem te(m)pore ego Bona, abbatissa Sancti Concordii, mea spontanea vo-
luntate, et consensu Agathe et Palminterie, monacharum predicte ecclesie,
et consensu Iohannis et Anestasii, oblatorum eiusdem ecclesie, iure labo-
ritii, do et concedo tibi do(m)pno Viviano, plebani Sancti Antonii tuisque
| successoribus, hinc ad quinquaginta annos proximos venturos, unam petiam

(b) Così A. (c) Così A.
(a) Cosi A. (b) A ripete te(m)pore d(omini) G(re)g(orii) espunto.

1) Si tratta di Nicolò Porta, vescovo di Spoleto dal settembre 1228 al 1235 (cfr.
GAMS, op. cit., p. 728 e EUBEL, op. cit., p. 461).

IRE STO LIETI : DI IRA 312 GIUSEPPE BARLETTA

terre quam ipsa ecclesia habet in vado Castri Novi iusta puleam fossata et
tenimentum Sancti Antonii, ad laborandum, cultandum ad usum boni
laboratoris, cum introitu et exitu suo et cum omnibus sibi pertinentibus
sine ulla reservatione. quam petiam terre promitto per me meos °) suc-
cessores tibi tuisque successoribus hinc ad dictum terminum non renuferre
set ipsam petiam terre legitime defendere omnibus meis expensis et hec
omnia observare sub pena infrascripta. ego do(m)pnus Vivianus, pleba-
nus Sancti Antonii, ex adverso, promitto et convenio tibi Bone, abbatisse
Sancti Concordii, per me meosque successores, tibi tuisque successoribus
ipsam petiam terre bene facere laborari, cultari ad usum boni laboratoris,
de fructibus cuius promitto tibi reddere annuatim de omni eo quod nobis
dederit in eadem ad ipsam tertiam partem et, te(m)pore, metere et bactare
annuatim, custodire unam personam et si fecero molendinum in possessione
Sancti Concordii predicti, in partem vel in totum, promitto et convenio
tuisque successoribus reddere tertiam partem de omni eo quod Deus de-
derit pro ea parte qua steterit molendinus necessarie molendini in posses-
sione Sancti Concordii et omne melioramentum quod fecero in dicta petia
terre, finito te(m)pore quinqueginta annorum ipsi ecclesie tue remaneat.
insuper promittimus et obligamus vicissim inter nos de fraude, dolo, col-
ludio, molestia et omnia predicta attendere et observare et contra non ve-
nire, sub pena decem libr(arum) Luc(ensium) vicissim inter nos stipulanti 2)
promissa, qua soluta, hec carta firma permaneat nostrosque successores.

Ego Matheus Benedictur ©), procurator^) ecclesie Sancti Concordii
predicti, in heredibus omnibus consenxi et omni iuri meo renuntiavit.

Nos Bona, do(m)pnus Vivianus et Matheus predicti, hanc cartam scri-
bi rogavimus.

Nos do(m)pnus Bonus Vidonis, do(m)pnus Bonus domine Clare et
Gregorius Curri, testes rogati et vocati sumus.

Ego Petronus magistri Romani notarius, rogatu ambarum partium,
hanc cartam scripsi et publicavi.

31
1236, gennaio 15, Viterbo

Gregorio IX ratifica al priore e al Capitolo Cattedrale di S. Maria
Maggiore di Spoleto l'unione del monastero di S. Concordio, avvenuta con
decreto di Giovanni di S. Germano, cappellano del papa, in data 15 ottobre
1235 (il doc. riporta tale decreto).

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 33.

(c) Cosi A. Inlendasi meosque. (d) Cosi A. (e) Cosi A. (£) Segue S(an)c(ti) Cond
espunto.
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

Regesto, FAUSTI, p. 299, n. 33; A. POTTHAST, —

Nel verso: «1236, 18 kalendas februarii » (di mano del sec. xri1) ; « Con-
firmatio concessionis sancte ecclesie Spoletane de monastero Sancti
Concordii » (di mano del sec. xiv) ; « P. 9. Privilegia collationis facta
ad ecclesiam Spoleti de ecclesia Sancti Concordii » (di mano del sec.
XV); «Fatta da Gregorio papa 9?» (di mano recente) ; 353. 33.

Nel lembo superiore sinistro : « Ostende instrumentum ».
Nel lembo superiore destro : « Pe ».

A] centro, in alto: « R ».

Sulla plica a destra : « M ».

Pergamena di mm. 420 x 420 chiaramente leggibile. Presenta, peró,
macchie di umidità e di inchiostro nonché piccoli fori in corrispondenza del-
l'unione di più pieghe. La bolla è andata perduta.

* Gregorius * episcopus, servus servorum Dei. dilectis filiis priori
et capitulo ecclesie Beate Marie Maioris Spolet(ane), salutem et apostolicam
benedictionem. cum a nobis petitur quod iustum et honestum, tam vigor
equitatis quam ordo exigit rationis ut id, per sollicitudinem officii nostri,
ad debitum perducatur effectum, quapropter dilecti in Domino filii, vestris
iustis postulationibus grato concurrentes assensu, ecclesiam Sancti Con-
cordii sitam prope civitatem Spolet(anam) cum pertinentiis suis, quam
vobis per dilectum filium magistrum Iohannem de Sancto Germano, ca-
pellanum nostrum, conferri fecimus perpetuo retinendam, prout in instru-
mento publico eius sigillo munito confecto exinde plenius continetur, vobis,
et per vos ecclesie vestre, auctoritate apostolica, confirmamus et presentis
scripti patrocinio communimus ^). ad maiorem autem concessionis ipsius
evidentiam, tenorem eiusdem instrumenti duximus presentis inserendum,
qui talis est :

«In nomine Domini, amen. anno eiusdem a Nativitate .MCCXXXV.,
indictione .viti., die .xv. mensis octobris intrante "), tempore domini Gre-
gorii pape .vinr. et domini Frederici Romanorum imperatoris et semper
augusti. ego Iohannes de Sancto Germano, domini pape capellanus, man-
dato et auctoritate ipsius domini, do, concedo et trado vobis priori et ca-
nonicis Sancte Marie Maioris de Spoleto et successoribus vestris, in perpe-
tuum, ecclesiam Sancti Concordii, sitam prope civitatem Spoletanam, cum
ecclesiis sibi subiectis, hominibus, villis, terris, agris cultis et incultis, aquis,
virgultis et aliis omnibus possessionibus pertinentiis et iuribus eius, omni

(a) Nel sopralinea, di altra mano più tarda, vacat. (b) Così A.
314 : GIUSEPPE BARLETTA

iure ac approbata consuetudine, salvis que vel quas in ecclesiis ipsis in spi-
ritualibus et temporalibus Spoletanus episcopus habere vel percipere con-
suevit, reservans usufructum possessionum omnium, quas hodie monaste-
rium ipsum colit et possidet, dominabus Bone, olim abbatisse Sancti Con-
cordii, Altafeste, Angele, Flordiane, Galgame, Palmentere, Gratiole mo-
nialibus. — quarum possessionum fructus omnes abbatissa monasterii Sancti
Thome, in eodem territorio siti in quo moniales ipsas de domini pape man-
dato institui et locavi, libere, sine alicuius contradictione, percipiat ad
earumdem opus et usum. quod, si vos possessiones ipsas velletis ad usum
proprium retinere, teneamini eisdem alimenta conferre, iuxta taxationem
et arbitrium duorum bonorum virorum, quos vos et abbatissa Sancti Thome
communiter duxeritis eligendos, ad quorum ectionem abbatissa predicta,
cum a vobis requisita fuerit, teneatur. interim vero abbatissa predicta
dictos fructus, predicto modo percipiat, quousque ipsa et vos in taxatio-
nem concordaveritis supradicta. | decedente vero vel recedente in dicto
monasterio Sancti Thome aliqua monialium predictarum, pars fructuum
que debebatur decedenti vel recedenti, ad vos libere revertatur. tenea-
mini nichilominus uni sacerdoti, per quem dicto monasterio Sancti Con-
cordii serviatur iuxta morem in necessariis providere. ^ singulis vero eccle-
siis subiectis eidem, secundum consuetudinem singuli, serviant sacerdotes,
hec tamen propter hoc intelligo monasterium ipsum et ecclesias tibi su-
biectas eximi ab exibendis procurationibus, licitis oneribus et servitiis con-
suetis. omnia vero a prefatis monialibus locata, infeudata, alienata illi-
cite vel distracta, ad ius et proprietatem vestram revoco, auctoritate ipsius
domini et mandato, dans vobis ea recuperandi et legitime ^) intrandi li-
beram facultatem. ^ in cuius rei memoriam et cautelam presens scriptum
mandavi fieri et sigilli proprii testimonio roborari.

Actum apud ecclesiam Sancti Concordii, presentibus priore Sancti
Petri foris portam, domino Petro Centrono, Manente Berarducii, Mercato
Orecle, Iacobo Guirlinzoni, Philippo Palmerii, Bonaiuncta Iohannis Bo-
nagure, presbytero Durante de Cento, Iordano Beatricis, Sinibaldo Discoli,
Andrea Petri Reczoli testibus.

Ego Andreas, sacrosancte Romane ecclesie notarius, hiis omnibus
interfui et, ut supra legitur, de ipsius domini Iohannis mandato, scripsi
et publicavi».

Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostre confirmatio-
nis infringere vel ei, ausu temerario, contraire. si quis autem hoc attemp-
tare presumpserit, indignationem omnipotentis Dei et beatorum Petri et
Pauli, apostolorum eius, se noverit incursurum.

Datum Viterbii .xvini. kalendas februarii, pontificatus nostri anno
nono.

(BD)

(c) Nel sopralinea con segno di richiamo.

mÉ——————À— d
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

32
1236, gennaio 17, Viterbo

Gregorio IX ribadisce al priore e al Capitolo Cattedrale della chiesa
di S. Maria Maggiore di Spoleto, l'unione del monastero di S. Concordio (v.
doc. precedente).

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 34.

Regesto, FAUSTI, p. 299, n. 34; A. PorrHasT, —

Nel verso: «Confirmatio concessionis sancte ecclesie Spoletane de mo-
nasterio Sancti Concordii » (di mano del sec. xiv) ; «Sancte Marie
Spoletane de Sancto Concordio » (di mano del sec. xv); « Gregorio
9° » (di mano recente) ; 354. 34.

Sulla plica a destra : « M ».

Pergamena di mm. 290 x 290 in discreto stato di conservazione : ha
quattro fori ed alcune macchie prodotte dall'umidità.

* Gregorius : episcopus, servus servorum Dei. dilectis filiis priori

et capitulo ecclesie Beate Marie Maioris Spolet(ane), salutem et aposto-
licam benedictionem. cum a nobis petitur quod iustum est et honestum,
tam vigor equitatis quam ordo exigit rationis ut id, per sollicitudinem officii
nostri ad debitum perducatur effectum, quapropter dilecti in Domino
filii, vestris iustis postulationibus grato concurrentes assensu, ecclesiam
Sancti Concordii, sitam prope civitatem Spolet(anam), cum pertinentiis
suis, quam vobis per dilectum filium magistrum Iohannem de Sancto Ger-
mano, capellanum nostrum, conferri fecimus perpetuo retinendam, prout
in instrumento publico, eius sigillo munito, confecto exinde plenius conti-
netur, vobis, et per vos ecclesie vestre, auctoritate apostolica, confirmamus
et, presentis scripti patrocinio, communimus. nulli ergo omnino hominum
liceat hanc paginam nostre confirmationis infringere vel ei, ausu temerario,
contraire. si quis autem hoc attemptare presumpserit, indignationem
omnipotentis Dei et beatorum Petri et Pauli, apostolorum eius, se noverit
incursurum.

Datum Viterbii .xvr. kalendas februarii, pontificatus nostri anno
nono.
(BD)
316 GIUSEPPE BARLETTA

33
1236, marzo 7

Bona, già badessa di S. Concordio, e Graziola già monacha dello stesso,
rinunziano a qualsiasi diritto sul monastero di S. Concordio, a favore del
Capitolo di S. Maria Maggiore di Spoleto.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 35.

Regesto, FAUSTI, p. 299, n. 35.

Nel verso: «Carta Maioris ecclesie Spoletane » (di mano del sec. XIII);
«1236. Instrumenta donationis facte per abbatissas (sic) et duas
monachas monasterii Sancti Concordii ecclesie Spoletane, cum re-
servatione ecclesie Sancte Marie de Criptis et bonis suis in vita do-
mine abbatisse et unius suarum monacharum » (di mano del sec.
XIV); «L. 7 1236» (di mano del sec. xvir); 336. 35.

Pergamena di mm. 100 x 680 in buone condizioni. Essa riporta due
documenti distinti, il primo riguardante la rinunzia di Bona e Graziola, il
secondo la rinunzia di Altafesta.

Notaio: Rainucino.

Il signum notarile è costituito dal monogramma del nome Rainucinus.

(ST) In nomine Domini. anno millesimo ducentesimo tricesimo sex-
to, te(m)pore domini Gregorii pape noni et domini Frederici, imperatoris
Romanorum .ir, et die septimo intrante martio, indictione nona. hoc
quidem te(m)pore ego domina Bona, olim abbatissa et monacha mo-
nasterii Sancti Concordii prope Spoletum, et ego Gratiola, olim mo-
nacha eiusdem monasterii Sancti Concordii, nostra libera et spontanea
voluntate, damus et concedimus tibi domino Rainaldo de Cesello, canonico
Maioris ecclesie Sancte Marie Spoletane, recipienti pro eadem Maiori ec-
clesia Spolet(ana), omnia nostra iura et actiones et exceptiones, reales et
personales, utiles et directas, que et quas habemus et habuimus in pre-
dicto monasterio Sancti Concordii et in bonis mobilibus et immobilibus
ipsius monasterii ubique, et specialiter in fructibus, possessionibus de pre-
nominato monasterio, constituentes te procuratorem, nomine predicte Maio-
ris ecclesie, in predictam rem ut, nomine predicte Maioris ecclesie, possis
tu vel ipsa Maior ecclesia agere, petere, defendere contra quoslibet posses-
sores fructuum et possessionum dicti monasterii. et promittimus tibi,
recipienti pro eadem Maiori ecclesia, de fraude, colludio, non facto nec fa-
ciendo, et eandem Maiorem ecclesiam in predictis et pro predictis de cetero

m "d
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 317
non molestare et promittimus tibi, pro eadem Maiori ecclesia, quod de
cetero non erimus in facto nec in dicto nec in consensu neque in consilio,
quod predicta Maior ecclesia Sancte Marie et eius capitulum amittat pre-
fatum monasterium Sancti Concordii neque bona et possessiones eiusdem
monasteri. que predicta et singula universa promittimus tibi, nomine
eiusdem Maioris ecclesie recipienti, observare et firma tenere et contra
in alico ^) non venire sub pena dupli dictarum rerum a nobis tibi, pro eadem
recipienti, per stipulationem promissa et, post penam solutam, hec carta
firma permaneat. et dominus Nicolaus, prior predicte Maioris ecclesie
Sancte Marie Spoleti, et presentibus et sibi consentientibus fratribus suis
canonicis ipsius Maioris ecclesie, scilicet domino Iohanne archidiacono et
tu domino Rainaldo ?), do(m)pno Iohanne Petri, do(m)pno Leonardo,
do(m)pno Paulo Matthei, nomine eiusdem Maioris ecclesie et Sancti Con-
cordii, dedit, tradidit et concessit Iacobo Uberti, procuratorio nomine, re-
cipienti pro nobis in vita nostra tantum, ecclesiam Sancte Marie de Cripta
de terratorio ^ Valdi, cum omnibus possessionibus que olim fuerunt vel
sunt ipsius ecclesie Sancte Marie de Cripta et Sancti Concordii, videlicet
omnes terras, vineas, arbores et silvas et omnes proventos et servitia exi-
stentes in terratorio Valdi et Castellinovi, concedendo nobis usufructus
predictarum rerum in vita nostra tantum ad mortem ?) nostram vero.
predicta, ab eodem priore et capitulo suo eidem Iacobo, recipienti pro
nobis, concessa eidem Maiori ecclesie libere cadat et revertatur et, quod
non sit nobis licitum alicui vendere de predictis nec alienare neque in scri-
ptitium *) dare et, si aliqua nostrum decesserit ante alteram, quod pars
sua, a dicto priore et capitulo suo ei concessa, prenominate Maiori ecclesie
revertatur et predicta datio et concessio intelligatur de illis possessionibus
quas predictum monasterium Sancti Concordii et Sancta Maria de Cripta
habuit vel habet in terratorio Valdi et Castellinovi, ut apparent predicta a
dicto priore et capitulo suo nobis data et concessa per publicum instru-
mentum, scriptum per manus eiusdem Rainucii notarii. et renuntiamus
in hoc senatus consultus Velleiani omnique alii auxilio legum nobis in hoc
co(m)petenti vel co(m)petituro.

Nos domina Bona et Gratiola predicta hanc cartam ita scribi roga-
vimus.

Nos Iacobus Uberti notarius, Mattheus Benedicturi, Rainaldus Ste-
phani et Angelus Accursuri et Benevinutus Rogerii, rogati testes sumus.

Acta sunt hec apud?) monasterium Sancti Thome.

(ST) Ego Rainucius, imperialis notarius, hiis omnibus interfui. ro-
gatus, scripsi.

(a) Così A. Inlendasi alio. (b) Cosi A. (c) Cosi A, qui e altrove. (d) te(m) mel
sopralinea. (e) Cosi A. Intendasi scriptum. (f) Segue la lettera S, maiuscola, depennata.
318 GIUSEPPE BARLETTA

34
1236, marzo 7

Altafesta, già monaca di S. Concordio di Spoleto, rinunzia a qualsiasi
diritto sullo stesso monastero, a favore del Capitolo di S. Maria Maggiore di
Spoleto.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 35.

Per il regesto, le note tergali, lo stato di conservazione della perga-
mena ed il signum notarile, v. doc. precedente.

(ST) In nomine Domini. anno millesimo ducentesimo tricesimo sex-
to, te(m)pore domini Gregorii pape noni et Frederici i(m)peratoris Roma-
norum .ir et die septimo intrante martio, indictione nona. hoc quidem
te(m)pore ego Altafesta, olim monacha monasterii Sancti Concordii prope
Spoletum, mea spontanea voluntate, tibi domino Rainaldo de Cesello, ca-
nonico Maioris ecclesie Sancte Marie Spoleti, recipienti pro eadem Maiori
ecclesia, generaliter facio quietationem, refutationem, liberationem, ab-
solutionem et generaliter transactionem et pactum denariis ulterius petendo
de septima parte omnium bonorum mobilium et immobilium et fructuum
et pioventuum et possessionum predicti monasterii Sancti Concordii et
generaliter de omnibus bonis et possessionibus et fructibus que mihi per-
tinent vel pertinere videntur predicti monasterii Sancti Concordii, dans et
concedens et cedens et mandans tibi, pro eadem Maiori ecclesia recipienti,
omnia mea iura et actiones, reales et personales, utiles et dilectas, que et
quas in dicto monasterio et bonis et possessionibus et fructibus eius habeo
et mihi co(m)petunt in predictis et pro predictis. et promitto et obligo
me tibi domino Rainaldo, recipienti pro predicta Maiori ecclesia, de fraude,
colludio non facto nec faciendo et eandem ecclesiam in predictis et pro
predictis de cetero non molestare et hec omnia et singula predicta obser-
vare et firma tenere et contra in aliquo non venire sub pena dupli dicte rei
a me tibi, pro eadem recipienti, per stipulationem promissam et, post penam
solutam, hec carta firma permaneat. et dominus Nicolaus, prior preno-
minate Maioris ecclesie et capitulum eius, pro me et vita mea dum vixero,
promisit dare mihi, nomine ipsius Maioris ecclesie, omni anno in festo vel
circa festum Sancte Marie Auguste, decem et octo caldaria boni grani
sine malitia et triginta solidos Lucenses et duos caldaria 9) legumunum et
annuatim in^) vindemiis decem et octo broccas boni musti munni et in

(a) Così A. (b) Segue la lettera 8 depennata.

IRA. pernotto si nl dina pen — — a

—____S s
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 319

Natale Domini duas partes unius caldarii olei. qui dictus prior cum pre-
nominato suo capitulo pro me promisit predicta dare do(m)pno Venture,
recipienti pro me, ut apparet per publicum instrumentum inde ^) per manus
eiusdem Rainucii notarii scriptum et renuntio in hoc senatus consultus
Velleiani omnique alii auxilio legum coherenti.

Ego Altafesta predicta hanc cartam ita scribi rogavi.

Nos Iacobus Uberti notarius, Mattheus Benedicturi et Rainaldus
Stephani, Angelus Accursuri et Benevinutus Rogerii rogati testes sumus.

Acta sunt hec apud monasterium Sancti Thome.

(ST) Ego Rainucius, imperialis notarius, hiis omnibus interfui. ro-
gatus, scripsi.

35
1236, maggio 24

Gregorio IX delega l'abate di S. Vito di Valle Oplo della diocesi di To-
di, Ercolano, a reperire idonea sistemazione per le monache appartenute al
monastero di S. Concordio di Spoleto.

Copia [B], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene del Mo-
nastero di S. Concordio, n. 36.
Regesto, PorrHAsT, —

La lettera di Gregorio IX costituisce un inserto del doc. di cui al n. 36,
secondo la catalogazione del Fausti.

Gregorius episcopus, servus servorum ^?) dilecto filio abbati Sancti
Viti Tudertine diocesis, salutem et apostolicam benedictionem. ^ presen-
tium tibi auctoritate mandamus quatinus moniales quondam Sancti Con-
cordii, quas in monasterio Sancti Thome Spolet(ano) olim poni mandavi-
mus, ad te(m)pus moraturas ibidem, in aliis monasteriis eiusdem ordinis,
exceptis illis in quibus moniales secundum institutionem sororum Sancti
Damiani morantur, auctoritate nostra, prout expedire videris, collocare
procures, contradictores per censuram ecclesiasticam, appellatione post-
posita, co(m)pescendo.

Datum Iteramini .virrr. kalendas iunii, pontificatus nostri anno de-
cimo.

36
1236, giugno 2

Ercolano, abare di S. Vito di Vallo Oplo della diocesi di Todi e delegato
da Gregorio IX, ingiunge ad Illuminata, badessa del monastero di S. Marghe-

(c) Sulla e segno abbreviato superfluo, cancellato.
(a) Cosi A. :
320 GIUSEPPE BARLETTA

rita e ad Aufelia, badessa del monastero di S. Antonio, di ricevere entro dieci
giorni nei rispettivi monasteri Galgana e Graziana, monache del soppresso
S. Concordio di Spoleto.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 36.

Regesto, FAUSTI, pp. 299-300, n. 36.

Nel verso: «Pro monasterio Sancti Concordii concessio facta abbati
S. Viti diocesis Tudertine a Gregorio papa 9° » (di mano del sec. XIII);
«Pro ecclesia super Sanctum Concordium » (di mano del sec. Xv);
« L. 39. 1236. Copia di una bolla di Gregorio papa 9° in cui costituisce
l'abbate di S. Vito, giudice delegato per il monastero di S. Concor-
dio » (di mano recente) ; 364. 36.

Pergamena di mm. 130 x 280 in discrete condizioni: ha una lacera-
zione all'angolo inferiore sinistro e molte pieghe.

Notaio : Michele.

Il signum notarile comprende le lettere del nome Michael.

(ST) In nomine Domini, amen. ab eius incarnatione sunt anni
.M.CC.XXX.vr., te(m)poribus domini Gregorii pape noni et domini Frede-
rici; Romanorum imperatoris secundi, indictione nona, die secunda mensis
iunii intrantis. hoc quidem te(m)pore dominus Herculanus, abbas Sancti
Viti de Valle Oplo Tudertine diocesis, iudex a summo pontifice delegatus
in hunc modum 1)

Unde, quia precepta tanti patris et domini preteriti non debeant
aure surda, sed ea modis omnibus adimplere, auctoritate domini aposto-
lici qua fungitur in hac parte, precepit et iniunxit domine Illuminate, ab-
batisse ecclesie Sancte Margarite, et domine Aufelie, abbatisse Sancti An-
tonii, ut hinc ad .x. dies recipiant et recipere procurent Galganam, monia-
lem in monasterio Sancte Margarite et Gratianam, monialem in monasterio
Sancti Antonii, in sorores et socias, assignando eis locum in choro et stallum
in mensa, sub excomunicationis vinculo et per obbedientiam.

Hoc actum est in ecclesia Sancte Margarite et in ecclesia Sancti An-
tonii predictis, coram domino Veglaute Sancte Marie Spoleti et Henrico,
filio Marescalci, rogatis.

Et ego Michael, Dei gratia imperialis aule notarius, predictis interfui
et, mandato et auctoritate dicti iudicis, scripsi et publicavi.

1) V. doc. prccedente.

Tr —
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

37
[1231 2]

Giacomo, Grimaldus, Pietro, Maccabeo ed ancora Giacomo, Bona-
fidanza e Giovanni, giudici, invitano un tal R. a difendere la badessa di S.
Concordio. :

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 37.

Regesto, FAUSTI, p. 300, n. 37.
Nel verso: -357:-37:

Pergamena di mm. 60 x 90 in discrete condizioni: una piega l'at-
traversa nel senso della lunghezza, ma non impedisce la completa lettura.

S'ignora la data esatta di redazione del doc., pur potendo approssi-
mativamente fissarsi intorno al 1231, in quanto vi é menzionata una stessa
persona (Iacobus Centronus) di cui ad altra pergamena che è,
appunto, dell’8 dicembre di quell’anno (v. doc. n. 31).

Se la datazione proposta è esatta la badessa cui vien fatto riferimento
è senz’altro Bona.

Datum est conscilium domino HR. a iudicibus, videlicet a domino
Iacobo iudice, domino Grimaldo, domino Petro, domino Machabeo, do-
mino Iacobo Caldararici, domina Bonafidantia et domino Iohanne Malval-
dati ut defendat abbatissam Sancti Concordii, ipsius essione datum ^?) a
domino Iacobo Centrono, iudice precepto domino cardinali b) reservata
questione Francisco post et proprietatis si eam pro se qui voluerit dominus
Thomas dixit contra.

38
[1231 2]

I., abate di S. Felice di Giano, O., priore di S. Andrea de Vallo, e
l'arciprete di S. Antonio de Fossano, delegati dal papa per dirimere
una controversia esistente tra il monastero di S. Concordio e tal Giovanni di
Borsicino di Spoleto, ingiungono a quest'ultimo di presentarsi entro otto giorni
al loro cospetto.

(a) Seguono le parole a domino [...... ], depennate. (b) E” presente un segno abbrevia-
tivo superfluo. ^
322 GIUSEPPE BARLETTA

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 38.

Regesto, FAUSTI, p. 300, n. 38.
Nel verso: «Pro Sancto Concordio » (di mano del sec. xv) ; 356. 38.

Pergamena di mm. 90 x 140 in discreto stato di conservazione : ha
due fori che, in ogni caso, non ne pregiudicano l’intera lettura.

Il doc. non è esattamente databile ; ma, poiché tratta della stessa
controversia giuridica, di cui al n. 29, vertente tra il monastero di S. Con-
cordio e tal Giovanni di Borsicino (altrove di Bonficone) e poiché ambedue
gli atti menzionano l’abate di S. Felice di Giano, si hanno validi e fondati
motivi per ritenerli coevi e per fissare al 1231 l’anno probabile di redazione
del presente (il doc. n. 29 è, infatti, dell'8 dicembre 1231).

L, abbas Sancti Felicis de Iano, O., prior Sancti Andree de Vallo et
archipresbyter Sancti Antonii de Fossano, iudices delegati, dilecto in Christo
Iohanni Borsicini ^) Spoleti salutationem. licteras apostolicas noviter re-
cepimus continentes ut causam inter te et conventum Sancti Concordii
de Spoleto, iure medio, terminemus. quare tibi, auctoritate qua fungi-
mur precipiendo, mandamus quatinus .virr. dies post presentationem pre-
sentium aput Valdum, adverse parti respondere paratus, nostro conspectui
te presentes. quod, si in isto veneris termino °) .vrrr. dies post terminum
superius tibi expressum aput eundem locum ante nostram presentiam ve-
nire non differas, si vero nec in isto veneris termino, auctoritate eadem
tibi firmiter^) et perhentorie mandamus presentibus licteris in preceptis
.VIil. die post terminum secundo tibi expressum cum hiis que ad causam
pertinent aput Cavalloriam nostris te presentare conspectibus non post-
ponas. alioquin scias nos contra te quantum poterimus processuros.

39
[Sec. xi11; dopo il 1236]

Angelo, frate del monastero di S. Concordio di Spoleto, riceve una lettera
riguardo ad alcune terre del monastero.

Originale [A], Archivio del Duomo di Spoleto, Fondo di pergamene
del Monastero di S. Concordio, n. 39.

Regesto, FAUSTI, p. 300, n. 39.

(a) Nel sopralinea alcune lettere non identificabili. (b) Seguono le parole auctorit(ate)
eade(m) tibi/ firnit(er) et p(er)hentorie depennate. (c) Segue p(re)cipiende depennato.

sont cre —— ————— Á—— ———

——— M — —
LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO 323
Nel verso: «Sancti Concordii ecclesia » (di mano del sec. x11); « Fratri
Angelo dando » (di mano del sec. xiv) ; 358. 39.

Pergamena di mm. 40 x 120 in stato di conservazione non buono:
ha molte lettere sbiadite e due fori di media estensione che impediscono
la completa lettura dello scritto.

Il doc., che non riporta né data cronica né data topica, appartiene
sicuramente al sec. xIri inoltrato, come un attento esame della scrittura
induce a ritenere. Poiché, anzi, si rivolge ad un tal frate Angelo esso venne
compilato di certo posteriormente alla soppressione del monastero femmi-
nile avvenuta nel 1236, in epoca, cioé, in cui dimorava in S. Concordio
una comunità di monaci (v. nostra prefazione alla edizione di queste carte).

Karissimo amico suo fratri Angelo m[onasterii] Sancti Concordi Spo-
leti, salutem in eo qui dat salutem gentibus. tenore presentium, vestre
discretioni duximus intimandum quatenus commissionem quandam super
quadam summa petia terre vel petiis ad nostram ecclesiam pertinentes
contra Iacobum, civem Spolet(anum) acquirere veletis ^ et archidiacono
Spolet(ano) et Saraceno priori cuiusdam ecclesie Spolet(ane) iudicibus com-
mit[tere] ei faciatis. ^ preterea super facto quod assignabit vobis lator pre-
sentium pro ecclesia Sancti Thome sibi pro vestro velle auxilium i(m)per-
tiamini. nam a tot gravor hominibus quod precem porrigam vobis quod
sepius mihi fastidium generatur de his autem que nobis significastis ad ef-
fectum dante domino mandabimus expedite.

(a) Così A. Intendasi velletis.

M 2 .. I A MEME ODER ÉL nm A. canonicus Fulginatus 297, 297,
298, 299.

A. subdiaconus et capellanus In-
nocentii pape (III) 299.

Abbas prior SS. Apostolorum testis
296.

Accurrimbone a S. Pietro Intiguara-
rio 308.

Accurrimobonis Martini 308.

Accursurus 317, 319. Fil. v. Angelus.

Actonis 290. V. Acturribone.

Acturribone Actonis testis 290.

Ada 295. Fil. v. Berardus.

Ada Azzi Mastri 304, 310. Fil. v.
Odo.

Adalasia ». Adelasia.

Ada Luponis 300, 301, 301. Fil. v.
Bonafidantia.

Ada Simeonis 292. Fil. v. Rodulfo-
nus.

Adam filius Agino testis 276.

Adam filius Berardus testis 276.

Adam iuratus 280, 281.

Adam notarius 292.

Adam presbyter prior S. Blasii 276,
276.

Adam Borge 290.

Adam Kere testis 280.

Adamnus de Lupo 294. Fil. v. Rai-
nerius.

Adelasia, Adelasie, Adalasia abba-
tissa ecclesie S. Concordii 276,
276, 277, 277, 287, 288, 293, 294.

INDICE DEI NOMI DI PERSONA E DI LUOGO *

Adelasie v. Adelasia.

Adomo (de) v». Dalimanus.

Agatha abbatissa ecclesie S. Con-
cordii 290, 290, 291, 293, 298,
300, 300, 301, 302.

Agatha monacha ecclesie S. Concor-
dii 286, 305, 310, 311.

Aginus 276. Fil. v. Adam.

Albericus de Rovereto notarius 300,
300.

Albertucius Iucture 302, 302, 303.

Albertus 292.

Albertus 290, 291. Quondam uxor
v. Bertura.

Albertus testis 279.

Albertus, Adelbertus filius Anestasiu
274, 274, 275.

Albertus Befulci 284. Fil. v. Seba-
stianus.

Albertus Galafii testis 286.

Albertus Mainardi Guidonis testis
280.

Albertus Stephani 279. Fil. v. Ba-
roncellus.

Albertus Strugius de Cremona iudex
300.

Aldicheus Sinibaldi 303.

Aliantis 304, 306, 308, 309, 310.

Altafesta monacha ecclesie S. Con-
cordii 310,314, 316, 318, 318, 319.

Ambrosini 276. V. Rogerius.

Anastasius, Anestasius abbas eccle-
sie S. Concordi 305, 311.

* I numeri di pagina indicati in carattere corsivo riguardano i nomi

che compaiono negli attergati e nelle note introduttive ai documenti.
Andreas 302, 303.

Andreas notarius 314.

Andreas Berardi testis 282.

Andreas Carlini 289.

Andreas de Mevana iudex e testis 300.

Andreas Donaddius 304, 305.

Andreas Iohannis 288, 289.

Andreas Petri Reczoli testis 314,

Anestasius 274, 275. Fil. v. Albertus
Adelbertus.

Angela monacha ecclesie S. Concordii
310, 314.

Angelarius Saccentis testis 296.

Angelus frater monasterii S. Concor-
dii 323, 323.

Angelus Accursuri testis 317, 319.

Aposterula 310. V. Rodulfus.

Archipresbyter S. Antonii de Fos-
sano iudex delegatus a Gregorio
papa (IX)(?) 327, 322.

Arnaia (fop.) in ducato Spoletano
277, 271.

Artulini 286, 286. V. Munaldus.

Aufelia abbatissa monasterii S. An-
tonii 320, 320.

Augustinus 289.

,

Bainerius filius Marie 275.

Bajanum v». Bovilianum.

Bajano v. Bavilianum.

Bardus filius Berardus 275.

Baroncellus Alberti Stephani 279.

Bartholus Vettoni testis 306.

Bartolus 282.

Baviglianum v. Bavilianum.

Bavignanum ». Bavilianum.

Bavilgnanum v». Bavilianum.

Bavilianum, Bavignanum, Bavilgna-
num, Bajanum, Baviglanum, Ba-
Jano top.) 288, 288, 291, 292,
293, 294, 295, 296, 298, 299, 300,
304, 305, 308, 309, 310.

B. Marie Maioris Spoleti ecclesia p.

LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

S. Marie Maioris.

Beatrix 314. Fil. v. Iordanus.

Befanius notarius 303.

Bellonis 294. V. Enricus.

Benceventina monacha ecclesie S.
Concordii 286.

Benedicta filia Iohanni 277, 277.

Benedictulus S. Concordii 286.

Benedictur, Benedicturi v. Matheus.

Benedicturi v. Benedictur.

Benedictus S. Concordii testis (lo
stesso che Benedictulus S. Concor-
dii?) 290.

Benencasa Berardi (lo stesso che Be-
nencasa iuratus) 294.

Benevinutus Rogerii testis 317. 319.

Bentevenga 292.

Benvenuta monacha ecclesie S. Con-
cordii 290.

Beraldus notarius 285, 286.

Berardo (de) v. Iannucinus.

Berarducius 310. Fil. v. Iannucinus.

Berarducius Franconis 278, 278, 279.
Fil. v. Deusteadiuti.

Berarducius Spultinelli 277.

Berardus 308.

Berardus civis Spoletanus 281.

Berardus 275. Fil. ». Bardus.

Berardus 276. Fil. ». Adam.

Berardus 282. Fil. v. Andrea.

Berardus 294. Fil. Benencasa.

Berardus 305. Fil. v. Salvucius.

Berardus 306, 308. Fil. v. Paulus.

Berardus Ade iuratus 295.

Berardus Bertucie testis 286.

Berardus Bonicelli 289.

Berardus Dilisia, Dilisie, Dulisia 289,
304, 308, 309.

Bernardus iuratus 293.

Bernardus Zarli Marcolfo yconomus
ecclesie S. Concordii 288.

Berta domina 291, 292, 292, 293,
294, 295.

Ss
326 GIUSEPPE BARLETTA

Berta monacha ecclesie S. Concordii
301, 305.

Berta oblata S. Marie Spoletane dio-
cesis mulier Spoletana 295, 296,
297, 297, 298, 298, 299.

Bertucia 286. Fil. n. Berardus.

Bertura quondam uxor Alberti 290,
291.

Beruvardus presbyter 276, 276.

Birti 306, 307. Fil. v. Philippus.

Blascius scutifer Nicolai episcopi Spo-
letani 311.

Blasis a Terrania 308.

Blasius Doplerii 303.

Bona monacha ecclesie S. Concor-
dii 305.

Bona abbatissa ecclesie S. Concor-
dii 306, 307, 308, 310, 310, 311,
31141312; 314; 316; 316317, 321.

Bonafidantia 281.

Bonafidantia iudex 327, 321.

Bonafidantia Ade Luponis 300, 301,
301.

Bonaionta Bonumfantis, Bonaiunta
Bonfantis, Boninfantes, Bonufan-
tes 288, 289, 304, 306, 308, 309.

Bonaiucta Iohannis Bonagure 314.

Bonaiunta Bonfantis v. Bonaionta
Bonumfantis.

Bonaiunta Consedentis, Consedenti
304, 308, 309.

Bonaiunta Micchaelis 309.

Bonfantis v. Bonumfantis.

Bonicelli 289. V. Berardus.

Bonifatius Diaconi testis 279.

Bonifantes v. Bonumfantis.

Bonti 290. V. Egidius.

Bonufantes v. Bonafantes.

Bonumfantis, Bonfantis, Boninfan-
tes, Bonufantes 288, 289, 304,
306, 308, 309. Fil. v. Bonaionta.

Bonus dompnus domine Clare te-
stis 312.

(———,—— Pg— — M ——— EQ

Bonus Vidonis dompnus testis 312.

Borge 290. V. Adam.

Borsicini v». Bumfikoni.

Bovacianus 280, 281. Uxor ». Rin-
garda.

Brunacius testis 291.

Brunacius Berarducii 310.

Bumfikoni, Borsicini 370, 310, 321,
322, 323. V. Iohannes.

Caiganus civis Spoletanus 281.

Caldararici 321. V. Iacobus.

Capicanum, Capezzano, Rapizzano
(top.) 289, 290.

Carcere (de) v. Egidius.

Cardecie, Cardece (fop.) 304, 309.

Carisii 308. V. Iannis.

Carlinus 289. Fil. v. Andreas.

Castellumnovum Xfop.) 317.

Castrum Novum «(fop., lo stesso che
Castellumnovum?) 312.

Cavalloria (fop.) 322.

Cecapane 288, 289. V. Filippus.

Cento (de) v. Durantis.

Centronis, Centronus 310, 314, 321,
321. V. Iacobus e Petrus.

Cesello (de) v. Rainaldus.

Christoforus sanctus 276.

Cincus 291.

Cittadinus notarius 304, 305, 307,
308, 309, 310.

Collis de Mare vel Maianum top.)
304.

Collis Malus, Collis de Malo «top.)
308, 309.

Collis Sancti Thome top.) 305,
308.

Concordius Sanctus 278.

Consedenti ». Consedentis.

Consedentis, Consedenti 304, 308,
309. V. Bonaiunta.

Conversa monacha ecclesie S. Con-
cordii 286, 290.
Cornani, Cornanum «fop.) 278, 278,
302, 303. V. Lucum.

Cremona (de) v. Albertus Strucius.

Curri 312. V. Gregorius.

Cyvitas notarius 301, 302.

Dalimanus, Dalimanius 294, 294,
296, 300.
Dalimanus de Adomo testis 286.

Deguedanis 296. V. Montanarius.

Deo Delli 302. V. Paganellus.

Deusteadiuti Berarducii Franconis
278, 278, 279.

Deusteadiutus 302, 303. Qui nuncu-
patur v». Scola.

Diaconus 279. Fil. v. Bonifatius.

Dilisia, Dilisie, Dulisia 289, 304, 306,
308, 309. V. Berardus.

Dilisie v. Dilisia.

Discoli 314. V. Sinibaldus.

Donaddius 304, 305. V. Andreas.

Donadeus iuratus 280, 280.

Donatu filius Letoni testis 276.

Donusdei notarius 277, 277.

Doplerius 303. Fil. v. Blasius.

Dulisia v. Dilisia.

Durantis de Cento presbyter testis
314.

Egidius 281. Fil. v. Rainaldus.

Egidius 303. Fil. ». Uberturus.

Egidius 308. Fil. v. Petrus.

Egidius episcopus Fulginatus 295,
295, 296, 298.

Egidius Bonti testis 290.

Egidius de Carcere canonicus eccle-
sie S. Gregorii 283-284.

Egidius Fidelis testis 282.

Egidius Iohannis Iordani 278.

Egidius Pedeve 309.

Egidius Quadrulgis domnus 288.

Egidius Vidicti 304, 308, 309.

Einricus (IV) rex e imperatore 274.

LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

Elgedus 294.
Enricus presbyter 293.
Enricus Bellonis 294.

Fabrus 308. V. Rodulfus.

Fantisca monacha ecclesie S. Con-
cordii 277.

Farolfus 276.

Farulfus 282.

Fidelis 282. V. Egidius.

Filippus Cecapane 288, 289.

Figlinum, Foligno 295, 297, 298,
299, 300; Canonicus Fulginatus
v. A. episcopus Fulginatus ».
Egidius.

Flordiana monacha ecclesie S. Con-
cordii 314.

Folcorius Oliverii 302.

Follis 281. V. Iohannes.

Francescus ». Franciscus.

Francisca monacha ecclesie S. Con-
cordii 277.

Francischus v. Franciscus.

Franciscus 321.

Franciscus, Francescus, Francischus
291, 292, 299, 300.

Franco presbyter 280.

Franco Brunonis 279. Fil. v. Ro-
dulfus.

Francus presbyter cappellanus eccle-
sie SS. Iohannis et Pauli in Spo-
leto 283, 283, 284.

Franka 282. Fil. v. Rainerius.

Fredericus (I) imperator 279.

Fredericus (II) imperator 303, 304,
305, 307, 308, 309, 311, 313, 316,
318, 319.

Galafius 286. Fil. v. Albertus.

Galgama v». Galgana.

Galgana, Galgama monacha ecclesie
S. Concordii 310, 314, 320, 320.

Galiana 310. Fil. v. Moriconus.
Galiana uxor Henrici soceris domine
Berte 293.

Galmadiani, Galmadianus 289, 305,
305, 306, 308, 309. V. Iohannes
e Petrus.

Gandulfinus 311.

Gemma 305.

Gennarius 301.

Gentilis 281. V. Petrus.

Gentilis dominus iudex 291, 292.

Gentilis Viviani testis 287.

Gibelle 282. V. Petrus.

Girardone 277. V. Leto.

Girardonus 287.

Girardus 276. Fil. v». Ugolinus.

Girinus 292.

Gisla 279, 280.

Gratiana monacha in monasterio
S. Antonii 320, 320.

Gratiola monacha ecclesie S. Con-
cordii 314, 316, 316, 317.

Gregoricus 309.

Gregorius papa (IX) 307, 308, 309,
311, 312, 313, 313, 315, 315, 316,
318, 319, 319, 320, 320; iudex
delegatus (?) v. I. abbas S. Fe-
licis de Iano; magister cappella-
nus v. Iohannes de Sancto Ger-
mano.

Gregorius Curri testis 312.

Gregorius Magalotti 309.

Gregorius Ritte testis 284.

Grimaldus dominus iudex 321, 321.

Gualfredus 277.

Gualterius naturalis filius Iohannis
Adelberti testis 279.

Guarinus 275.

Guerrera conversa ecclesie S. Con-
cordii 301.

Guido Papareschi) Sancte Marie
Trans Tyberim tituli Calixti pre-
Sbyter cardinalis 282, 283, 283.

Guilielmus Rainucii Peteve 304, 308.

328 GIUSEPPE BARLETTA

Guillelmus Petri testis 304.
Guirlinzoni 314. V. Iacobus.
Guramons dominus 292.

Henricus, Enricus socer domine Ber-
te 293, 294, 295, 296. Uxor v.
Galiana.

Henricus filius Marescalchi 320.

Henricus imperator (VI) 279, 281,
282.

Henricus iuratus 294.

Henricus Pasquali testis 282.

Hebricus presbyter 294.

Herculanus dominus abbas S. Viti
de Valle Oplo Tudertine diocesis

319, 320, 320.

Honorius papa (III) 303, 304, 305.

I. abbas S. Felicis de Iano (o sol-
tanto abbas) iudex delegatus a
Gregorio papa (IX) 310, 321, 322.

Iacobus civis Spoletanus 323.

Iacobus dominus iudex 281.

Iacobus dominus iudex (lo stesso di
cui alla voce precedente?) 321, 321.

Iacobus iudex e testis 300.

Iacobus sanctus 276.

Iacobus Caldararici dominus iudex
321, 321.

Iacobus Centronis, Centronus do-
minus iudex 310, 321, 321.

Iacobus Guirlinzoni testis 314.

Iacobus Iohannis testis 307.

Iacobus Matthei, Matthei Transarici
304-305, 308, 309, 310. Frater v.
Iordanittus.

Iacobus Nicolai Bartoli 310.

Iacobus Proachei 303.

Iacobus Rogerii testis 306.

Iacobus Uberti notarius e testis 317,
319.

Iacobus Usalduri testis 296.

Iannis Carisii 308.
Iannis Curtine 309. Fil. v. Spoletus.

Jannis Raynaldi 308. Fil. v. Villanus.

Iannucinus S. Concordii 286.

Iannucinus de Berardo, Gennaro di
Berardo 285, 285.

Iano (de) v». S. Felicis ecclesia e
I. abbas S. Felicis.

Ianuari, Ianuario 276, 276, 287, 287.
Fil. v. Ofreducius.

Ianuario ». Ianuari.

Ianuarius dompnus iuratus 280, 281.

Ignatius prior ecclesie S. Gregorii
283.

Illuminata abbatissa ecclesie S. Mar-
garite 379, 320.

Illuminatus testis 291.

Imeldina monacha ecclesie S. Con-
cordii 286, 301.

Inga abbatissa ecclesie S. Concor-
dii 274, 274.

Innocentius papa (III) 284, 285,
286, 290, 291, 292, 296, 297, 297,
298, 298, 299; subdiaconus et
capellanus v». A.

Iohannes 277, 277. Fil. v. Benedicta.

Iohannes 288, 289. Fil. v. Andreas.

Iohannes 307. Fil. v. Iacobus.

Iohannes iudex notarius (II) 286,
286, 291, 291.

Iohannes magister de S. Donato te-
stis 296.

Iohannes magister procurator Aga-
the abbatisse ecclesie S. Concor-
dii 300.

Iohannes notarius 278, 279.

Iohannes oblatus ecclesie S. Con-
cordii 301, 311.

Iohannes Adelberti 279. Naturalis
fil. v. Gualterius.

Iohannes Angeli 289.

Iohannes Bonagure 314. Fil. v. Bo-
naiuncta.

Iohannes Bumfikoni, Borsicini 310,

LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

310, 321, 322, 322.

Iohannes de Malgardato testis 296.

Iohannes de Quadrulgis (?) 305.

Iohannes de S. Germano magister
capellanus Gregorii pape (IX) 372,
913, 314, 315.

Iohannes Follis testis 281.,

Iohannes Fusconis Tancredi 279.
Fil. v. Villanus.

Iohannes Galmadiani testis 306.

Iohannes Iordani 278, 294. Fil. v.
Egidius e Rainucius.

Iohannes Machiloni testis 306.

Iohannes Malvardati 295.

Iohannes Malvaldati dominus iudex
(lo stesso che Iohannes Malevar-
dati?) 321, 321.

Iohannes Nicole 303.

Iohannes Petri Attonis Boniominis
dominus 278.

Iohannes S. Concordii testis (lo stes-
so che Iohannes magister procu-
rator Agathe abbatisse ecclesie
S. Concordi?) 291.

Iordanittus frater Iacobi Matthei 305.

Iordanus iudex communis Spoletani
302, 303.

Iordanus Beatricis testis 314.

Iovannucius Matthei 308.

Iucture 302, 302, 303. V. Alber-
tucius.

Kere 280. Fil. v. Adam.

Lamandina conversa ecclesie S. Con-
cordii 301.

Landrinus Munaldi testis 280.

Laporta (de) v. Rufinus.

Lappantino (de) v. Rodulfus.

Lateranum, Laterano 297, 297, 298,
298.

Leonardus 288, 288, 289,
330 GIUSEPPE

Leonardus dompnus canonicus Ma-
iori ecclesie S. Marie Spoleti
317.

Leonardus de Quadrulgis 305.

Leonardus Rodulfi Berarducii Ugo-
lini 304, 309.

Leto 276. Fil. v. Donatu.

Leto Girardone testis 277.

Loterius 284, 285, 285. Frater v.
Ramisinus.

Luca 292.

Lucum top. ; altrove Cornani o Cor-
nanum) 302, 302, 303. V. Cornani.

Lupo 286. Fil. v. Lupurus.

Lupo (de) 294. V. Adamnus e Rai-
nerius.

Lupurus de filiis Luponis testis 286.

M. de Areola, de Are 297, 298.

Maceriule, Maceratola top.) 274, 275.

Machabeus dominus iudex 280, 281,
321, 321.

Macharius iudex 279, 280, 282, 282.

Machiloni 306. V. Iohannes.

Magalotti 309. V. Gregorius.

Maianum (fop.) v. Collis de Mare.

Mainardus Guido 280. Fil ». AI-
bertus.

Malcalzatus 308, 309.

Maleverdati 295. V. Iohannes.

Malgardato (de) 296. V. Iohannes.

Malvaldati 327, 321. V. Iohannes.

Manens Berarducii testis 314.

Manente Attonis Brunonis testis 282.

Marcianum, Maianum, Marciano
(top.) 279, 279.

Marcolfus v. Marculfus.

Marculfus, Marcolfus oblatus eccle-
sie S. Concordii 301, 305.

Marescalcus 320. Fil. v. Henricus.

Maria 275. Fil. v. Bainerius.

Maria abbatissa ecclesie S. Concor-
dii 278, 278, 279, 279, 282, 282,

BARLETTA

283, 284, 285, 286, 286, 289, 290,
293.
Marronisci, Marroniski 295.
Marronus testis 281.
Martinus Borge presbyter 289, 290.
Massaia, Massaria monacha ecclesie
S. Concordii 286, 290, 301.
Masurus 281, 282. Fil. v. Salvurus.
Mathagia abbatissa ecclesie S. Con-
cordii 305, 305.
Matheus iudex e testis 300.
Matheus Benedictur, Mattheus Be-
nedicturi procurator ecclsie S. Con-
cordii e testis 310, 312, 317, 319.
Matrenianum, Matregnanum top.)
280, 281, 304, 308, 310.
Mattheus 308. Fil. v. Iovannucius.
Mattheus 317. Fil. v. Paulus.
Mattheus dominus 295.
Mattheus Carazite 308, 309.
Mattheus Sansonis 292.
Mattheus Transarici 304-305, 308,
309, 310. Fil. v. Iacobus.
Mediolano (de) v. Monachus e Pa-
saguerra.
Meragonus Asisii testis 300.
Mercatus Orecle testis 314.
Mevana (de) v. Andreas.
Micchaeles 309. Fil. v. Bonaiunta.
Micchaeles Grimaldi 308, 309.
Michael notarius 320, 320.
Molenarius Oddonis 279, 279, 280.
Molinarius 308. Fil. v. Petrus.
Monachus de Mediolano iudex 300.
Montanarius Deguedanis testis 296.
Moriconus Galiane 310.
Munaldus 280. Fil. v. Landrinus.
Munaldus notarius 290, 290.
Munaldus Artulini 286, 286.

Naso 296. V. Petrus.
Nicola 303. Fil. v. Iohannes.
Nicolaus doctor legum 284.
Nicolaus dominus canonicus prior
Maioris ecclesie S. Marie Spoleti
317, 318.

Nicolaus Porta) episcopus Spole-
tanus 310, 310, 311.

Nicolaus Bartoli 310. Fil. v. Iacobus.

Nicolaus Malbangii 301.

Nicolaus Sauli 304, 308.

Nucis Squalli, Nucis Gualgi top.)
300, 301, 301.

O. prior S. Andree de Vallo iudex
delegatus a Gregorio papa (IX)
(?) 321, 321.

Oddo 288, 289.

Oddo 284. Fil. v. Petrus.

Oddo civis Spoletanus 281.

Oddo imperator IV 301.

Oddo iudex e testis 300.

Oderisius 308, 309. Fil. v. Paulus.

Oderisius Thome dominus 303.

Odo Ade Azzi Mastri 304, 310.

Ofreducius civis Spoletanus 281.

Ofreducius filius Ianuari, Ianuario
de ecclesia S. Marie de Cripta
276, 276, 287, 287.

Ofreducius Atti Megani 284. Fil. v.
Sanso.

Oguicio civis Spoletanus 281.

Oldricus Todini Guinegonis testis
279.

Otto imperator v. Oddo imperator.

Paganellus Deo Delli testis 302.
Paganus dompnus prior S. Petri 311.
Paganus Alberti 276, 276. Fil. v.
Vivienus.
Palmentera, Palminterie monacha ec-
clesie S. Concordii 310, 311, 314.
Palmerii 314. V. Philippus.
Palminterie v. Palmentera.
Palmisanus 304.

LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

331

Pasaguerra de Mediolano iudex 299,
300.

Pasquali 282. Fil. v. Henricus.

Paulus beatus apostolus 299, 315.

Paulus subdiaconus 283.

Paulus Berardi testis 306, 308.

Paulus Matthei dompnus canonicus
Maioris ecclesie S. Marie Spoleti
317.

Paulus Oderisii 308, 309.

Pedeve 309. V. Egidius.

Pelaloccus testis 281.

Persicus iudex Beneventani 284.

Petrono (de) v. Salomonus.

Petronus magistri Romani notarius
311, 312.

Petronus Transarici 291.

Petrus 289, 290.

Petrus 304. Fil. v. Guillelmus.

Petrus beatus apostolus 299, 315.

Petrus dominus iudex 321, 321.

Petrus domnus presbyter ecclesie
S. Concordii, Petrus S. Concordii
277, 286, 290.

Petrus filius **** 291,

Petrus filius Henrici soceris domine
Berte 293, 294, 295, 296.

Petrus filius Marie 275.

Petrus Attonis Boniominis 278. Fil.
v. Iohannes.

Petrus Beneincase testis 302.

Petrus Cento iudex 283, 284.

Petrus Centronus dominus testis 314.

Petrus Egidii 308.

Petrus Galmadiani, Galmadianus 289,
305, 305, 306, 308, 309.

Petrus Gentilis testis 281.

Petrus Gibelle 282.

Petrus Molinarii procurator ecclesie
S. Concordii 308.

Petrus Naso 296.

Petrus Oddonis testis 284.

Petrus Reczoli 314. Fil. v. Andreas,
Philippus Birti iudex 306, 307.

Philippus Palmerii testis 314.

Philippus Teta Pane 304.

Poreta, Poreta top.) in ducato Spo-
letano, 282, 282, 290, 291, 291.

Prior Spoletanus 297, 297, 298, 298.

Proachei 303. V. Iacobus.

Quadrulgis 288. V. Egidius.
Quadrulgis (de) v. Iohannes e Leo-
nardus.

R. dominus 321, 321.
Rainaldonus Scangii 310.
Rainaldus 301.

Rainaldus frater Villani Ianni Ray-
naldi 308.

Rainaldus de Cesello dominus cano-
nicus Maioris ecclesie S. Marie Spo-
leti 310, 316, 317, 319.

Rainaldus Egidii 281.

Rainaldus Stephani testis 317, 319.

Rainerius iudex 281.

Rainerius iuratus 294.

Rainerius notarius 278.

Rainerius S. Concordii dominus 294,
301, 302, 303, 305.

Rainerius Adamni de Lupo 294.

Rainerius Franke 282.

Rainucione 277.

Rainucius notarius 316, 317, 319.

Rainucius Iohannis Iordani socer
Petri filii Henrici 294.

Rainucius Pedede iuratus 294, 308.

Rainucius Peteve, 304, 308. Fil. v.
Guilielmus.

Ramisinus 284, 285, 295. Frater v.
Loterius.

Redusa conversa iurata 294.

Ringarda monacha ecclesie S. Con-
cordii 280.

Ringarda uxor Bovaciani 280, 281.

Ritte 284. V. Gregorius.

332 GIUSEPPE BARLETTA

Rodulfonus Ade Simeonis 292.

Rodulfus civis Spoletanus 281.

Rodulfus Aposterula 310.

Rodulfus Berarducii Ugolini 304.
Fil. ». Leonardus.

Rodulfus de Lappantino testis 296.

Rodulfus Fabrus 308.

Rodulfus Franconis Brunonis 279.

Rogerius 306. Fil. v. Iacobus.

Rogerius 317, 319. Fil. v. Benevi-
nutus.

Rogerius Ambrosini 276.

Rollandus presbyter yconomus ec-
clesie S. Concordii 297, 292.

Romanus magister 311, 312. Fil. v.
Petronus.

Rovereto (de) v. Albericus.

Rubeus civis Spoletanus 281.

Rufinus de Laporta iudex 300.

Saccentis 296. V. Angelarius.

Salomonus de Petrono 286.

Salvolinus, Salvolus, Salvurinus 293,
294, 295.

Salvolus ». Salvolinus.

Salvucius Berardi 305.

Salvucius S. Concordii 301.

Salvurinus v». Salvolinus.

Salvurus Masuri 287, 282.

S. Margarite ecclsia e monasterium
319, 320, 320; abbatissa v. Il-
luminata.

S. Marie de Cripta ecclesia 276, 276,
287, 287, 316, 317; v. Ofreducius
Ianuari.

S. Marie Maioris Spoleti, B. Marie
Maioris Spoleti ecclesia 292, 297,
303, 312, 313, 315, 315, 316, 316,
317, 318; Capitulum 318; prior
et capitulum 372, 313, 315, 315;
canonici ». Leonardus, Nicolaus,
Paulus Matthei, Rainaldus de Ce-

sello ; oblata v. Berta.
S. Marie Trans Tyberim ecclesia
282, 283. V. Guido (Papareschi).

S. Andree Vallis, S. Andree de
Vallo (top.) 280, 321, 322.

S. Antonii ecclesia e monasterium
320, 320; abbatissa v». Aufelia ;
monacha ». Gratiana.

S. Antonii de Fossano ecclesia 321,
322; v. Archipresbyter.

S. Blasii ecclesia 276, 276; prior
v. Adam presbyter.

S. Concordii ecclesia e monasterium
274, 274, 276, 277, 277, 278, 278,
279, 279, 280, 280, 281, 281, 282,
282, 284, 285, 285, 286, 287, 287-
288, 288, 288, 289, 290, 290, 291,
292, 293, 293, 294, 295, 296, 297,
297, 298, 298, 299, 300, 301, 301,
302, 303, 304, 304, 305, 306, 307,
307, 309, 310, 311, 312, 312, 313,
313, 314, 315, 316, 316, 317, 318,
318, 319, 320, 321, 322, 322, 323,
323 ;abbatissae v. Adelasia, Aga-
tha, Bona, Inga, Maria, Matha-
gia; conversa v. Guerrera; mo-
nachae v. Altafesta, Angela, Ben-
ceventina, Benvenuta, Berta, Bona,
Conversa, Fantisca, Flordiana,
Francisca, Galgana, Gratiola, Imel-
dina, Ringarda, Sophia, Sublima-
na; monachus v. Angelus ; oblati
v. Iohannes, Marculfus ; presbyter
v. Petrus, Umbertus ; procurator
v. Petrus Molinarii; yconomi v.
Bernardus Zarli Marcolfo, Rollan-
dus.

S. Donati ecclesia 296 ; ». Iohannes.

S. Felicis de Iano ecclesia 310, 321,
322; v. Abbas e I. abbas.

S. Germani ecclesia 372, 313, 315;
v. Iohannes.

S. Gregorii ecclesia 284; canonicus

v». Egidius de Carcere.

LE CARTE DI S. CONCORDIO DI SPOLETO

333

S. Thome ecclesia e monasterium
291451317,2319, 1323:

S. Viti de Valle Oplo Tudertine dio-
cesis ecclesia 37/9, 319, 320; ab-
bas rv. Herculanus.

SS. Apostolorum ecclesia 296 ; prior
v. Abbas.

SS. Iohannis et Pauli ecclesia 283,
283, 284; Cappellanus ». Francus
presbyter.

S. Antinus (fop.) 304.

S. Petrus Intiguarario (fop.) 308.
V. Accurrimbone.

Sanso Ofreducii Atti Megani testis
284.

Saracenus prior ecclesie S. Concordii
(?) 323.

Saulus 304, 308, 309. Fil. v. Nico-
laus.

Scola qui Deusteadiutus nuncupatur
302, 303.

Sebastianus Alberti Befulci testis 284.

Senebbaldi Banioli, Sinibaldi v. Tran-
saricus.

Serprianus 277.

Sinibaldi v. Senebbaldi Banioli.

Sinibaldus 303. Fil. v. Aldicheus.

Sinibaldus Discoli testis 314.

Sophia filia olim Valfredi 306, 307.

Sophia monacha ecclesie S. Concor-
dii 301, 305.

Spoletinus iudex notarius 274, 276.

Spoletinus testis 277.

Spoletum, Spoleto 274, 275, 276, 277,
278, 279, 280, 281, 282, 282, 283,
285, 286, 287, 288, 289, 290, 291,
292, 295, 297, 298, 299, 301, 302,
303, 304, 305, 306, 307, 309, 310,
311, 312, 315, 316, 316, 318, 318,
319, 320, 321, 322, 323; civitas 0
urbs 275, 313, 315; diocesis Spo-
leti 295 ; ducatus Spoletanus 274-
275, 275 (loc. in ducato Spoletano

O SRO EL TM. Let
334 GIUSEPPE

v. Arnaia, Poreta, Supra Aquae);
ecclesiae Spoleti v. S. Concordii,
S. Marie Maioris, S. Thome, SS. Io-
hannis et Pauli; episcopus Spole-
tanus ». Nicolaus (Porta).

Spoletus 276.

Spoletus Ianni Curtine 309.

Spoletus S. Concordii 294.

Spultinelli 277. V. Berarducius.

Stefanonus 292.

Stephanus 294.

Stephanus 317, 319. Fil. v. Rainaldus.

Sublimana monacha ecclesie S. Con-
cordii 286, 301.

Supra Aquae (fop.) in ducato Spo-
letano 275.

Symon dominus Spoletanus potestas
292.

Tadeus Adiuti notarius 305, 306.

Taddeus notarius 310, 311.

Tatarena 275.

Teodinus Zacchei 305.

Terentianus archipresbyter 287.

Terrania (fop.) 308.

Teta Pane 304. V. Philippus.

Thomas 303. Fil. v. Oderisius.

Thomas dominus 321.

Thomas Oddi 308.

Todinus testis 281.

Todinus Guineconis 279. Fil. v. Ol-
dricus.

Topatius notarius 293, 295, 296, 296.

Transaricus 291. Fil. v. Petronus.

Transaricus notarius 303.

Transaricus Sennebaldi Banioli, Si-

i bares i. -

BARLETTA

nibaldi a Macreniano 304, 308,
310.
Tudertine diocesis 379, 319, 320. Ec-
clesia v. S. Viti de Valle Oplo.
Tudinus Marini testis 287.

Uberturus Egidii 303.

Ubertus 317, 319. Fil. v». Iacobus.

Ugolinus Girardi 276.

Umbertus presbyter monasterii S.
Concordii testis 291.

Usalduri 296. Fil. v. Iacobus.

Valdum (£op.) 317, 322.

Valfredus 306, 307. Filia olim pv.
Sophia.

Valterius 292.

Veglantis S. Marie Spoleti dominus
320.

Velleianus 317, 319.

Ventura dompnus 319.

Vettoni 306. V. Bartholus.

Vidicti 304, 308, 309. V. Egidius.

Vidonis 312. V. Bonus.

Villanus Ianni Raynaldi 308.

Villanus Tancredi Iohannis Fusco-
nis testis 279.

Vivianus 287. Fil. v. Gentilis.

Vivianus dompnus plebanus S. An-
tonii:-311;:311, 312.

Vivienus Alberti filius Pagani 276,
276.

Viterbium, Viterbo 298, 299, 312,
314, 315, 315.

Zarli Marcolfo 288. V. Bernardus.
Note e documenti

Reazione agraria e origini del
nazionalismo a Perugia

Lo studio di una pagina di storia locale, quale è appunto l’ori-
gine e l’affermazione del nazionalismo a Perugia, vorrebbe essere
in questo caso anche un tentativo di avvicinarsi al nazionalismo con
un angolo di visuale diverso da quello con cui in prevalenza è stato
fino ad ora analizzato. Vorrebbe essere cioè un tentativo di studiare
il nazionalismo dal basso anziché dall’alto, di prenderne in esame
le vicende in sede locale anziché in sede nazionale, di studiare le
formulazioni dei suoi esponenti minori anziché quelle dei suoi uo-
mini di punta, di verificare, in una parola, in un ambito più deli-
mitato e perciò più concreto quelle ipotesi interpretative che per
il movimento stesso sono state proposte a livello di analisi globale.

Il nazionalismo vitalistico estetizzante di cui furono espres-
sione le riviste fiorentine dei primi anni del novecento ebbe seguaci
anche a Perugia, specie fra la gioventù universitaria. Prezzolini,
Corradini, D'Annunzio, godettero in città di una discreta fama.
Prezzolini a Perugia c’era nato e per qualche tempo vi aveva anche
soggiornato. « Nacqui a Perugia per sbaglio — dirà più tardi —
ma non per sbaglio la scelsi per soggiornarvi dal 1905 al 1907. Vi
cercavo Dio che non trovai. Non vi conosceva nessuno e pochi vol-
li conoscere » ». Di lui si ricorda una conferenza su Riforma della
cultura italiana tenuta nel 1907 su invito degli universitari locali.
Come Prezzolini, anche D'Annunzio fu in quegli anni ospite fre-
quente della città umbra, cui dedicò gli otto sonetti delle Città del
silenzio. È tuttavia difficile individuare a Perugia, negli anni del
nazionalismo estetizzante, qualche significativo apporto delle ener-
gie politiche e letterarie locali alla sua definizione e affermazione ?.
336 LUCIANO TOSI

Sul piano nazionale non si può, per esempio, neppure lontanamente
paragonare il contributo dato dal nazionalismo perugino di allora a
quello che, per esempio, dettero le locali correnti modernistiche che
in Perugia e nell’Umbria ebbero alcuni dei più autorevoli interpreti
Hdi e zelanti seguaci ?.

Notevolmente presente era anche la tradizione irredentistica,
che, con ogni probabilità, affondava le sue radici nelle stesse tradi-
i zioni risorgimentali della città umbra. A tenere alta la bandiera
MIN dell'irredentismo erano in quegli anni soprattutto le sinistre, repub-
il blicani in specie, radicali, e anche socialisti. Non mancavano tutta-
il " via all'irredentismo le simpatie di alcune frange del partito liberale,
| o, come allora si chiamava a Perugia, del partito monarchico costi-
1 tuzionale.
| Risale al 1894 la costituzione ad opera di Leopoldo Tiberi della
sezione della « Dante Alighieri », che nella città umbra fu espressio-
ne soprattutto dei sentimenti antiaustriaci, antigovernativi e anti-
triplicisti delle sinistre. È del 1903 la prima notizia di manifesta-
zioni irredentistiche : il 29 maggio di quell’anno, per protestare con-
tro alcune vessazioni subite da studenti altoatesini ad Innsbruk, fu
indetto dagli studenti dell’università un comizio al Teatro Turreno
cui aderirono le sinistre, socialisti compresi. Sempre al Turreno, nel
settembre del 1906, fu indetto un comizio di protesta contro l'Im-
pero Austro-Ungarico. Due anni dopo, nel 1908, si ebbe una nuova
dimostrazione di. studenti che a novembre bruciarono una bandiera
austriaca davanti al municipio per protestare contro manifestazioni
avvenute a Vienna a danno di studenti triestini 4. Sempre nel 1908,
a dicembre, si costituì la locale sezione della « Trento e Trieste ».

Una tradizione irredentistica era dunque presente a Perugia da
più di un decennio allorché, nel 1910, vi si cominciò ad affermare il
movimento nazionalista ; e non a caso, nel 1911, tra i fondatori della
locale sezione nazionalista, troviamo quasi tutti i componenti il con-
siglio direttivo della « Trento e Trieste ».

Sarebbe tuttavia errato individuare nel filone irredentistico, pre-
sente del resto in varia misura, in quasi tutta l’Italia, l’unica ed au-
tentica matrice del nazionalismo a Perugia. A nostro avviso il suo |
successo nella città umbra fu dovuto per gran parte alla simpatia
con cui alcune forze economiche locali guardarono all'ideologia e-
spressa dal movimento.

L'economia umbra e in particolare quella del perugino era al-
lora a carattere prevalentemente agricolo e mezzadrile. Negli anni
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 337

a cavallo tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento nelle cam-
pagne si erano avuti sensibili miglioramenti rispetto ai decenni pre-
cedenti : c'era stato un rinnovamento della classe dei proprietari, un
processo di modernizzazione delle tecniche agrarie, l’introduzione di
colture nuove come i foraggi e il potenziamento di altre, ad esempio,
le coltivazioni arboree. I miglioramenti però non erano stati tali da
intaccare l’assetto e l’essenza intima dei rapporti economico-sociali
esistenti nelle campagne e cioè la natura del rapporto mezzadrile.
L’economia agricola dell'Umbria non si era inserita nella dinamica
dello sviluppo italiano: la produzione era destinata quasi tutta al
consumo delle popolazioni locali e i generi prodotti non erano di quel-
li a forte richiesta estera come, ad esempio, i vini pregiati, la canapa,
la seta o gli agrumi, e quindi anche una eventuale eccedenza della
produzione non destinata al consumo locale o dei centri piü vicini
non avrebbe potuto essere commercializzata. A ció si aggiungevano
le difficoltà derivan!i dal tradizionale isolamento della regione : an-
cora ai primi del novecento l'Umbria era priva di importanti colle-
gamenti stradali e ferroviari, che avrebbero in qualche modo potuto
favorire gli scambi commerciali.

In queste condizioni, «c'é da meravigliarsi — si chiede Franco Bo-
nelli — se la borghesia umbra non sia portatrice di quegli interessi
e di quella aggressività riformatrice, liberoscambista e nazionale che
invece distinguono il comportamento della borghesia piemontese o
lombarda e fors'anche di quella toscana o romagnola ?»9. L'im-
magine che offre di sé la borghesia perugina nel primo decennio del
novecento è quella di una chiusa « consorteria », secondo la ben az-
zeccata definizione data dai contemporanei. I principali esponenti
di questa sono proprietari terrieri, spesse volte grossi latifondisti.
Alcuni, pochi, come i Faina, sono aperti alle esigenze di un rinnova-
mento produttivo, altri, e sono la maggioranza, sono assenteisti, si
contentano di ricevere dalla terra i tradizionali prodotti secondo i tra-
dizionali metodi di coltivazione. Le famiglie piü potenti, come i
Faina e i Valentini, sono unite anche da vincoli di parentela e nelle
loro mani si concentra buona parte del potere sia a livello ammini-
strativo sia a livello politico, assicurato dal controllo dei vari col-
legi elettorali attraverso quella congerie di interessi che é, in Um-
bria, il partito costituzionale monarchico ©. Una scorsa ai nomi dei
componenti i consigli di amministrazione delle principali banche lo-
cali rivela inoltre come gli uomini della «consorteria » controllino
anche tutto il potere finanziario.
338 LUCIANO TOSI

Negli anni che vanno dagli inizi del secolo allo scoppio della
guerra europea la borghesia agraria perugina è impegnata a contra-
stare l’ascesa dei ceti popolari. L’azione di contenimento si incentra,
oltre che nel mancato adeguamento della struttura produttiva, nel-
l'ostinata difesa delle vecchie forme di conduzione agraria, princi-
palmente del contratto mezzadrile, contratto che il movimento con-
tadino, peraltro debole e poco organizzato, tenta con ripetuti scio-
peri e agitazioni di modificare e abrogare ?.

È questo l'humus in cui a Perugia nasce e si sviluppa il movi-
mento nazionalista. Tuttavia, a parziale rettifica di quanto è stato
affermato in sede di analisi del movimento a livello nazionale 9, va
detto che a Perugia il nazionalismo trovó adepti non tanto fra gli
agrari conservatori quanto piuttosto fra quelli più illuminati. L'am-
biente chiuso e stagnante della locale borghesia agraria conser-
vatrice favorì indubbiamente il processo di formazione del movi-
mento e ne agevolò successivamente l’affermazione, ma gli espo-
nenti del nazionalismo perugino si rifecero alle idee di imprenditori
agrari come Zeffirino ed Eugenio Faina : e a questo ambiente bi-
sogna guardare per meglio comprendere le peculiarità del movi-
mento in sede locale ».

I pochi imprenditori illuminati della regione si distinguevano
dalla maggioranza dei possidenti locali non solo per l’attiva parte-
cipazione alla gestione delle proprie aziende modello ma anche e
soprattutto per la peculiarità della loro visione politica che si di-
versificava notevolmente da quella dei liberali conservatori ostina-
ti difensori dello statu quo.

Impegnati anch’essi a difendere e, ove possibile, ad espandere
il proprio potere economico e sociale, minacciato dalla svolta indu-
strialista che segnava in quegli anni lo sviluppo economico del
paese, i moderni imprenditori agrari umbri erano sostenitori di un
rilancio della vocazione agricola dell’Italia tanto ricca, a parer loro,
di risorse, quanto queste erano poco e inadeguatamente sfruttate.

Pur non giungendo mai a mettere in discussione il rapporto
mezzadrile, Faina e compagni erano fautori di uno sviluppo in sen-
so capitalistico e liberistico dell’agricoltura, che in Umbria, come in
tante altre parti d’Italia, versava in condizioni di estrema arretra-
tezza e ciò, a loro avviso, a causa soprattutto dell’assenteismo dei
proprietari terrieri. Nella loro ottica di rinnovamento trovava po-
sto anche un miglioramento delle condizioni di vita dei contadini
e dei patti colonici. Gli agrari umbri illuminati erano infatti convinti

l.i tener e nidis i nd s Sa gd to cinici e gen) a irt
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 339
che concedendo ai braccianti e ai mezzadri condizioni di vita più
umane, i proprietari terrieri ne avrebbero conseguito una maggiore
redditività delle aziende agricole. Non solo, ma una tale concessione
avrebbe contribuito notevolmente al mantenimento della pace so-
ciale e degli equilibri politici tradizionali.

Strenui sostenitori dell’istruzione agraria, delle scuole rurali e
delle cattedre ambulanti di agricoltura (Eugenio Faina fondò a Pe-
rugia un importante Istituto agrario), essi diffondevano le loro idee
a mezzo del locale comizio agrario e dei loro organi di stampa stra-
boccanti di consigli, di proposte e di suggerimenti atti a migliorare
le condizioni dell’agricoltura.

Senza voler prendere troppo in considerazione i loro non infre-
quenti ma velleitari e illusori vagheggiamenti di un « partito agra-
rio », va rilevato come i moderni imprenditori perugini fossero spes-
so critici nei confronti del partito liberale. Rimproveravano alla
borghesia italiana una crescente abdicazione dai propri ruoli; essa,
ai loro occhi, si era arroccata a difesa dei propri privilegi lasciando
al partito socialista il monopolio delle rivendicazioni sociali. Il par-
tito liberale si era così ridotto ad un coacervo di interessi, privo di
ogni connotazione specifica, e per di più gestiva la politica estera
del paese in termini assolutamente rinunciatari. I moderni impren-
ditori umbri auspicavano una ripresa dell’iniziativa politica dei li-
berali, allo scopo soprattutto di frenare l’avanzata del socialismo.
Il partito liberale avrebbe dovuto rinnovarsi, rifarsi alla tradizione
cavouriana e diventare un grande partito nazionale. Le riforme non
dovevano essere subite dai liberali, ma promosse, ovviamente, te-
nendo conto del processo di maturazione del popolo e badando a
mantenere inalterati gli equilibri politici e sociali esistenti. In ulti-
ma analisi, il loro ideale era quello di uno stato forte in cui fosse
assente la lotta di classe e le prerogative dell’esecutivo, o quanto
meno della corona, fossero notevolmente estese a detrimento di quel-
le del parlamento.

Principale portavoce delle loro idee era a Perugia il quotidiano
L' Unione Liberale, fondato nel 1882 a seguito della riunificazione dei
liberali conservatori con quelli moderati :°). Il giornale, che nel 1912
dichiarava una tiratura di cinquemila copie, era l’espressione, nei pri-
mi anni del novecento, della corrente moderata del liberalismo peru-
gino, che aveva preso il sopravvento sulla frazione più conservatrice
del partito. Tra il 1903 e il 1910 aveva cambiato tre volte direttore :
alla sua guida si erano avvicendati Fabio Patrizi, Giuseppe Muzzioli
340 LUCIANO TOSI

e Guido Guazzaroni, allora in carica e sedicente ammiratore di Gio-
vanni Borelli.

La borghesia nuova, Perché e come noi siamo borghesi: questi

alcuni titoli di articoli programmatici apparsi sul giornale. Vi si po-
teva leggere tra l’altro : « noi siamo nazionalisti. Non per sentimen-
iI talità soltanto ma per convincimenti maturati. La borghesia deve
il essere nazionalista. Il nazionalismo, od il patriottismo, che fa lo stes-
| so, è stato fin qui pretesto a determinati interessi, per chiedere ma-
gari un dazio protettore o qualche onere allo stato. No. Deve es-
sere l'ideale della borghesia; deve essere lo stimolo che la spinga |
solidale alla difesa o alla conquista di certi grandi beni comuni ; de-
ve essere anche e specialmente legge di sacrificio, di virtù politiche
e civili; deve essere sentimento e coscienza nuova perché essa ha
degli alti destini che sono gli stessi destini della patria. Il partito
liberale... deve essere un partito borghese e nazionalista, democra-
tico e legalitario, liberista e antisocialista »'9. Sono concetti questi
che se da un lato riflettono un certo grado di incertezza e incoerenza,
dall'altro attestano la simpatia dei liberali di Perugia per il giovane
movimento nazionalista. Il giornale ospitó con frequenza nel primo
decennio del secolo scritti di autori nazionalisti: Alfredo Oriani,
Mario Morasso, Enrico Corradini, Giuseppe Antonio Borgese, Do-
menico Oliva, Giuseppe Prezzolini, Giovanni Papini si alternarono
spesso sulle colonne dell'Unione Liberale, o per tessere gli elogi del-
la guerra, o per attaccare i socialisti, o per invocare una politica
estera piü forte. In linea di massima, tuttavia, il giornale, nel perio-
do preso in esame, segui una linea filogovernativa. Con il 1910 si
accentuó l'atteggiamento critico nei confronti della politica seguita
dal partito liberale. In quell'anno, a seguito della morte di Guido
Pompili, il partito designó a proprio candidato per le elezioni sup-
pletive Romeo Gallenga Stuart, tipico esponente del gruppo degli
agrari illuminati.

Allorché giunse alla ribalta della scena politica perugina Ro-
meo Gallenga aveva solo 31 anni, ma era già conosciuto, oltre che
in sede locale, anche a livello nazionale. Era nato a Roma il 25 feb-
braio 1879 da una famiglia che possedeva notevoli rendite in In-
ghilterra. Il nonno materno, Giacomo Montgomery Stuart, era sta-
to amico di alcuni degli uomini più noti del risorgimento, Viesseux,

Gino Capponi, Bettino Ricasoli, Ubaldino Peruzzi, e, prima come
redattore e poi come corrispondente dall’Italia della Morning Post,
aveva sostenuto la causa nazionale italiana presso l’opinione pubbli-

3] REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 341
ca inglese, favorendola anche a mezzo dei suoi legami con lord Pal-
merston ‘2. Il figlio Roberto, zio di Romeo Gallenga, anch'egli gior-
nalista, era stato un noto esponente del conservatorismo italiano :
nel 1880 aveva fondato e diretto per un anno il giornale II Conser-
vatore, che propugnava un'alleanza tra cattolici e liberali nella pro-
spettiva della costituzione di un grande partito conservatore 9. Le
tradizioni familiari avevano avuto un peso notevole nella formazione
di Gallenga che, orfano di padre, era cresciuto sotto la guida della
mamma, del nonno e dello zio nell'ambiente chiuso e conservatore del-
la borghesia e della nobiltà perugina di fine secolo, i cui maggiori
esponenti — gli Ansidei, i Conestabile, i Rossi Scotti, gli Oddi Ba-
glioni, i Faina, i Danzetta, i Fani — erano assidui frequentatori
della sua casa 14).

Nel 1902 si era laureato in lettere e filosofia a Roma, dove la
famiglia si era trasferita nel 1895. Nella capitale Gallenga era en-
trato in contatto con gli ambienti della cultura vitalistica e irrazio-
nalista, legandosi in amicizia con alcuni dei suoi maggiori esponenti.
Partecipò alle prime esperienze del nazionalismo estetizzante col-
laborando al Marzocco, al Regno, al Fanfulla della Domenica, alla
Nuova Antologia, alla Rassegna Contemporanea. Tra la fine dell’800
e i primi anni del ’900 scrisse per questi periodici articoli, novelle,
poesie, commedie, recensioni letterarie e artistiche, da cui è possi-
bile estrarre le linee caratteristiche del suo pensiero politico.

Gallenga, pur militando nelle file del partito liberale, era piut-
tosto critico nei confronti della sua politica : la giudicava rinuncia-
taria e troppo remissiva nei confronti dei socialisti. Era sospettoso
verso la Triplice e agitava volentieri la bandiera dell’irredentismo.
Sosteneva la necessità che la borghesia riprendesse quell’iniziativa
politica che aveva avuto ai tempi di Cavour e dei suoi immediati
successori, e si facesse promotrice di riforme sociali sottraendone
l’iniziativa alle sinistre. Di contro all’internazionalismo socialista va-
gheggiava una politica estera più incisiva e auspicava uno stato for-
te, affrancato dai contrasti fra i partiti 19).

Dopo il 1895 Gallenga, pur vivendo a Roma, tornava di fre-
quente a Perugia e ne seguiva abbastanza da vicino la vita cultu-
rale e politica. Tra il 1903 e il 1909 fu consigliere comunale della cit-
tà eletto nelle liste del partito liberale. Nel 1909 le sue aspirazioni
irredentistiche lo avvicinarono per breve tempo alle posizioni del-
la sinistra : sottoscrisse azioni per La Democrazia, un settimanale di
Perugia che in quell’anno si trasformò in quotidiano e raccoglieva

10
342 LUCIANO TOSI

intorno a sè i democratici, repubblicani e radicali. Al momento in
cui venne designato alla successione di Pompili, le idee di Gallenga
erano tuttavia assai vicine a quelle della moderna borghesia agraria
perugina. Egli criticava l'immobilismo politico sociale dei conserva-
tori ed era fautore di una sorta di paternalismo illuminato. Ciò che lo
caratterizzava allora maggiormente era uno strenuo antisocialismo
e una netta avversione per ogni apertura verso le sinistre. Erano
peculiarità queste che lo resero ben accetto anche alla parte più
conservatrice della borghesia agraria perugina, sufficientemente an-
tigiolittiana per accettare la candidatura Gallenga non priva di con-
notati politici innovativi. In un momento in cui le lotte operaie e
contadine, presenti in Umbria anche se in misura modesta, e la po-
litica cautamente riformatrice promossa da Giolitti sembravano
mettere in discussione i tradizionali equilibri sociali, la borghesia
agraria di Perugia si arroccava a difesa dello statu quo, dando alla
spinta di rinnovamento che proveniva dal paese una risposta con-
servatrice.

La campagna elettorale si protrasse per circa un mese 19. A
favore di Gallenga si schierarono, oltre al partito liberale, i Giovani
Liberali di Borelli, un cosidetto « comitato indipendente » composto
quasi interamente di proprietari terrieri 1? e, anche se non aperta-
mente, i cattolici. Le sinistre, radicali, repubblicani e socialisti, gli
contrapposero la candidatura unitaria dell’avvocato Francesco An-
dreani. È

Nel corso della campagna, Gallenga non si qualificò come na-
zionalista, nè lo fecero gli avversari, che gli rimproverarono soprat-
tutto le simpatie clericali e la mancanza di una precisa identità po-
litica. Riassume bene i temi della sua campagna elettorale il comizio
di chiusura tenuto al Turreno il 21 giugno 19109. Gallenga fece
anzitutto una professione di fede monarchica e si dichiaró sosteni-
tore dei fondamentali principi del liberalismo. Si soffermó quindi sui
maggiori problemi del momento e, in velata polemica con il partito
liberale, affermò la necessità da parte dei costituzionali di affrontare
problemi sociali quali lo sviluppo del Mezzogiorno, l'emigrazione, la
cooperazione, l'istruzione, l'ampliamento del suffragio, a cui per trop-
po tempo si erano interessati solo i partiti di sinistra. Quanto al pro-
blemi locali, Gallenga si pronunció a favore dell'abolizione del mo-
tu proprio di Pio VII che paralizzava ogni sviluppo economico della
zona del lago Trasimeno e auspicò miglioramenti nel settore dell’agri-
coltura. Egli si soffermò in particolare su quest’ultima sottolinean-
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 343

do la necessità sia di una migliore organizzazione commerciale sia
di una pianificazione zootecnica che avrebbero consentito di sot-
trarre i prodotti al ristretto mercato locale. Gallenga auspicò inoltre
lo sviluppo delle società agrarie, delle società di mutuo soccorso,
delle casse rurali nonché la costruzione di moderni impianti per la
produzione del vino e dell'olio !». Il candidato liberale si faceva dun-
que sostenitore di quel programma di rinnovamento economico di
cui era fautrice la moderna imprenditoria locale interessata al supe-
ramento della tradizionale arretratezza produttiva e commerciale.

Sul piano più strettamente politico Gallenga palesava a pie-
no la sua qualità di uomo di destra. Auspicava la concordia tra
governanti e governati, gli uni e gli altri uniti insieme in un grande
partito che egli chiamava « demo-costituzionale ». Echeggiava nelle
sue parole l'apologo di Menenio Agrippa: i governanti governano
per il bene del popolo e il popolo lavora, fiducioso nei suoi governan-
ti. E Gallenga tracciava le linee di un’« Italia nuova, fervida di la-
voro proficuo, non turbata da discordie intestine, capace con i suoi
commerci e le sue ricchezze produttive di un’espansione la quale sen-
za spargimenti di sangue e senza alleanze più o meno infide, ricon-
quisti il primato che le fu tradizionale tra le genti latine ». E a con-
clusione del discorso, quasi a sottolineare ancora di più la differenza
tra le proprie posizioni e quelle dei liberali ortodossi, Gallenga rivol-
geva un pensiero ad «un’altra Italia che tuttavia soffre ed attende,
stretta nell’artiglio dell’aquila bicipite ».

I risultati delle votazioni svoltesi il 26 giugno diedero la vit-
toria al candidato liberale. Gallenga riportò 3002 voti contro i 1891
di Andreani. Su 6757 aventi diritto al voto se ne recarono alle urne
9110, facendo registrare una percentuale di partecipazione notevol-
mente più alta che nelle precedenti elezioni 2°. Il collegio dove si
votò, il primo, comprendeva allora Perugia città, Perugia campagna
(Ponte Pattoli, Ponte Felcino, Ponte Valle Ceppi, Ripa, Colle Um-
berto I) e tutta la zona del lago (Corciano, Magione, Agello, Passi-
gnano, Castel Rigone, Lisciano Niccone, Tuoro, Castiglion del La-
go, Panicale, Tavernelle). Andreani riportò in Perugia città suffra-
gi maggiori di Gallenga (692 contro 686), mentre fu battuto in lar-
ga misura (eccetto che a Castiglion del Lago) nelle sezioni di Peru-
gia campagna e in quelle del lago. Una riprova questa sia del note-
vole potere che ancora conservavano i proprietari terrieri sia della
scarsa influenza che le sinistre, repubblicani e socialisti in specie,
avevano nelle campagne umbre.
344 LUCIANO TOSI

Una volta a Montecitorio Gallenga non tardò a manifestare an-
che in quella sede i propri orientamenti. Nel luglio si iscrisse al « Grup-
po agrario nazionale », un organismo che alla Camera raccoglieva i
deputati più legati agli interessi degli agrari e qualche mese più tar-
di, eletto membro della commissione parlamentare d’inchiesta che
indagava sui conflitti agrari in Romagna, rappresentò nella commis-
sione stessa gli interessi degli agrari, intervenendo spesso con duri
attacchi nei confronti dei braccianti in sciopero 2). Nel dicembre
in un discorso a Passignano si dichiarò contrario all’introduzione del
suffragio universale. Il popolo. a suo avviso, non era ancora matu-
ro; meglio perciò sarebbe stato favorire l’istruzione ?».

Con l’ascesa di Gallenga nel firmamento politico perugino pro-
gredirono nella città umbra le fortune del nazionalismo. L'Unione
liberale, che nel frattempo, generosamente sussidiata da Gallenga,
ne era diventata quasi l’organo ufficioso 2), incominciò a dedicare
al movimento un’attenzione sempre maggiore. L’adesione al nazio-
nalismo fu proclamata senza riserve. Il 24 agosto 1910 in una breve
corrispondenza da Firenze, ospitata in seconda pagina, si annun-
ciava che il movimento nazionalista, « che da tempo viene afferman-
dosi in Italia come una delle più notevoli correnti di pensiero e di
azione », si apprestava a celebrare il suo primo congresso e si ripor-
tavano succintamente alcune delle tesi più caratteristiche del movi-
mento. Seguiva la corrispondenza un breve trafiletto a firma del di-
rettore, in cui era scritto : «La collezione dell'Unione liberale sta
a provare come non solo noi aderimmo sempre ad un programma
di carattere «nazionalista » ma come noi in ogni occasione ce ne
facemmo assertori e divulgatori. E inutile pertanto aggiungere che
l'Unione aderisce a questo convegno ». Il trafiletto testimonia co-
me, sin dal primo momento, nell'adesione del giornale al nazionalismo
ci fosse una identificazione tra le posizioni di quest'ultimo e quelle
della destra liberale, identificazione già intravista in precedenza e
intorno a cui si svilupperà tutta la vicenda del primo nazionalismo
perugino ?*).

Il 13 settembre vennero a Perugia Enrico Corradini e Luigi
Federzoni, in occasione del xxr congresso della « Dante Alighieri »,
che si svolse nella città umbra dal 13 al 16 settembre, ed é presumi-
bile che i due abbiano incontrato oltre a Gallenga anche altri sim-
patizzanti nazionalisti per gettare le basi del nucleo nazionalista lo-
cale 25). Approssimandosi il congresso di Firenze, l'Unione liberale
diede notizia dei preparativi e delle adesioni (per Perugia aderirono
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA uds)

Gallenga, Angelo Fani e lo stesso direttore del giornale) e discusse
l'argomento in due articoli, Nazionalismo e liberalismo e Naziona-
lismo e individualismo, apparsi quasi alla vigilia del congresso 29.
In essi da un lato si cercava di spiegare in che cosa il nazionalismo
consistesse («esso rappresenta l’individualismo della nazione con
tutta la volontà di potenza che informa quello del singolo ») e dal-
l’altro lo si riconduceva dentro l’alveo della tradizione liberale.

Prima del congresso anche Gallenga illustrò le proprie idee sul
nazionalismo. In polemica con Giuseppe Piazza, il deputato perugi-
no affermò che mentre ufficialmente il nazionalismo si costituiva
solo allora, era invece presente da tempo in Italia nei pensieri di
molti italiani insoddisfatti del partito liberale 2. Si sentiva da tem-
po, aggiungeva Gallenga, il bisogno di qualcuno che avesse «il co-
raggio civile di affrontare di punta i problemi più scabrosi, che so-
stenga, se occorrono, maggiori spese militari e insista perché si raf-
forzino le fortificazioni e la flotta, che faccia comprendere che si può
rimanere nell’alleanza anche senza calpestare la propria dignità es-
sendo impossibile all'Italia un avvilimento pari a quello che condusse
l’Italia a far la pace, a qualunque costo, anche con Menelick, che
procuri di cancellare le rivalità secolari del regionalismo e di ce-
mentare vieppiù questo mirabile edificio della patria, che osi levar
la voce contro tutti gli indugi, tutti gli incapaci della burocrazia,
contro le insidie dell’affarismo e rianimi la vita pubblica dell’Italia
con un nuovo soffio di idealità che le manca ». Gallenga si faceva
così interprete di tutti coloro che volevano una reazione alla pre-
sunta debolezza mostrata all’estero dall’Italia e ai presunti cedi-
menti all’interno. Questa reazione vide realizzata nel nazionalismo
e con questa convinzione egli aderì al congresso di Firenze dove in
verità, molti discorsi palesarono significative divergenze con il pen-
siero del deputato perugino *9. In comune con gli altri partecipanti
al congresso Gallenga aveva soprattutto una volontà di rinnova-
mento e di cambiamento e una ancora non ben definita proposta
politica alternativa.

Il primo congresso nazionalista fu caratterizzato infatti da una
grande varietà di vedute e per conseguenza da una estrema inde-
terminatezza delle risoluzioni conclusive. Questa circostanza per-
mise per il momento la convivenza sotto lo stesso tetto di uomini di
diversa matrice ideologica.

Il congresso di Firenze rappresentò comunque un momento di
sviluppo del nazionalismo italiano. Come in altre città anche a Pe-
346 LUCIANO TOSI

rugia la sua presenza si fece più costante e meno occasionale. La
Unione liberale gli dette ampio spazio : dava notizia dell’attività dei
suoi maggiori esponenti, illustrava il nazionalismo ai suoi lettori,
cercando di definirne i contenuti, e soprattutto si sforzava di mette-
re in luce gli stretti legami esistenti tra la tradizione liberale e il na-
zionalismo ?*9. A concretizzare maggiormente questa accentuata pre-
senza nazionalista nella città umbra venne il 10 aprile 1911 la co-
stituzione della locale sezione nazionalista *9. Per l'occasione venne
Corradini che, presentato da Gallenga, tenne una conferenza al
Turreno. Egli spiegò la differenza tra nazionalismo e patriottismo
e illustrò le sue tesi sulle « nazioni proletarie » e sulla competizione
internazionale. Parlò di Tripoli e delle terre irredente, della necessi-
tà di sacrificarsi per la nazione e dell'importanza della guerra *».
I promotori del gruppo nazionalista di Perugia erano uomini pro-
venienti dalle fila del partito liberale, dei Giovani Liberali e dell’ir-
redentismo, quasi tutti professionisti, appartenenti alla media bor-
ghesia cittadina. Oltre a Gallenga promossero quella prima riunio-
ne il capitano Filippo Massini Nicolai, il dott. Alberto Tei, il dott.
Vittorio Teyxeira, l'avv. Ernesto Salusti, il conte Giuseppe Man-
zoni Ansidei, tutti appartenenti al consiglio direttivo del partito co-
stituzionale monarchico, l'avv. Francesco Mencarelli consigliere co-
munale dello stesso partito, l'avv. Italo Modestini, l'avv. Magno
Magnini e l'avv. Oreste Sozzi dei Giovani Liberali, e il rag. Amedeo
Trasimeni che insieme ai già ricordati Teyxeira e Salusti era mem-
bro de! consiglio direttivo della locale sezione della « Trento e Trie-
ste ». C'erano inoltre l'avv. Giuseppe Lelmi, i rag. Enrico Dazzani e
Luigi Coletti, il pretore Arturo Sassi e il prof. Alfredo Misuri, che
in un certo senso rappresentó la continuità del gruppo nel dopo-
guerra ?2, Mandarono adesioni telegrafiche l'on. Foscari e Angelo
Fani. Nel corso della riunione, cui intervennero una cinquantina di
persone, Corradini espose lo stato di sviluppo del movimento e,
dopo un dibattito sui deliberati del congresso di Firenze e sul-
lo statuto, si stabili di raccogliere ulteriori adesioni e di costitui-
re una categoria di soci aggregati e un gruppo indipendente di
studenti.

Nel frattempo era caduto il ministero Luzzati e ne aveva rac-
colto l'eredità il quarto governo Giolitti, caratterizzato da una mar-
cata apertura a sinistra. In seguito a questi eventi, l'Unione libe-
rale si era attestata su posizioni fortemente critiche nei confronti del
nuovo indirizzo politico, in cui vedeva una ulteriore manifestazione
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 347 |

di quella abdicazione della borghesia che il giornale aveva tante volte
denunciato ?2.

Nell'opposizione a Giolitti Gallenga fu uomo di punta e in piü
di un'occasione la sua azione ebbe ripercussioni sul piano nazionale.
Egli fu attivissimo nel parlamento e nel paese : girava l'Italia illu-
strando la sua concezione del partito nazionalista inteso come mo-
mento di riscossa e di risveglio del partito liberale *9 e attaccava il
governo per i suoi presunti cedimenti alle sinistre e per l’inconsisten-
za della sua politica estera. Il 14 aprile, insieme ai deputati Foscari
e Bianchini, presentò un’interpellanza al ministro degli Esteri chie-
dendo la tutela degli interessi italiani in Tripolitania. Il 21 dello t]
stesso mese, a riconoscimento della sua costante attenzione ai pro- n
blemi delle terre irredente, Gallenga venne eletto presidente gene-
rale della « Trento e Trieste » a conclusione del congresso generale |
dell’associazione svoltosi a Roma tra il 19 e il 21 aprile. Sempre in ill
aprile, egli dette la sua adesione al III congresso nazionale agrario,
che si svolse a Bologna tra il 23 e il 25 del mese, e che era stato con-
vocato per individuare gli strumenti ed i modi atti a contrastare
l’azione del movimento contadino. Nel giugno, in occasione della
discussione alla Camera del progetto di monopolio statale delle assi- Il
curazioni sulla vita, Gallenga fu artefice di una delle più clamorose ili
manifestazioni di opposizione al governo. Insieme ai deputati Fo- il
| scari, Arrivabene, Cavina, Messedaglia, Centurione, Padulli, Nun-
ziante e Corniani (erano tutti deputati di prima nomina, che per la i
loro giovane età e il loro esiguo numero, furono ironicamente chia- |
mati « Giovani Turchi ») convocó una riunione nella sala Pichetti a
Roma per protestare contro il progetto. Il programma dei « Giova-
ni Turchi» era decisamente conservatore e si imperniava su tre
punti: avversione al progetto di monopolio, avversione al suffragio
universale, sostegno all'impresa libica. Per il momento erano ancora |
pochi ma le loro idee avrebbero fatto strada fino a culminare nel ii
grande tentativo di restaurazione moderata che, auspici Salandra e hi
Sonnino, si sarebbe cercato di mettere in atto con la prima guerra
mondiale. E del resto già allora i « Giovani Turchi » riscuotevano nu-
merose simpatie : la riunione della sala Pichetti ebbe un'eco note-
vole sulla stampa nazionale e ne parlarono con favore giornali come |
il Corriere della Sera, il Giornale d'Italia e la Perseveranza. Ad essa |
aderirono numerose associazioni di industriali e commercianti, ca- M
mere di commercio e diversi gruppi nazionalisti. L'appello di Gal- E
lenga fu raccolto infatti anche da questi ultimi e alla riunione in- |
i

348 LUCIANO TOSI

tervenne lo stesso Federzoni. L’adesione, al di là delle polemiche che
l'accompagnarono, rappresenta una delle tappe più significative del-
l'avvicinamento tra nazionalismo e destra liberale. Per l'occasione
quest’ultima poté accreditare ancor più l’idea di un nazionalismo
espressione del più autentico liberalismo mentre i nazionalisti eb-
bero l’opportunità di presentarsi cone gli eredi della destra storica :
operazione, questa, strumentale e destinata a turbare l’equilibrio po-
litico esistente 25).

Successivamente Gallenga ricambiò la visita di Federzoni in-
tervenendo, sempre alla sala Pichetti, ad una riunione indetta il
10 luglio dall’associazione nazionalista per criticare la politica este-
ra del governo e sollecitare l’andata a Tripoli. L’idillio tra Gallenga
e i nazionalisti sembrava dunque perfetto ; in realtà non lo era e
già alcune voci si levavano a protestare contro la proclamata iden-
tificazione fra tradizione liberale e nazionalismo. Lo spunto era
stato fornito proprio dalla presenza di Federzoni alla riunione pro-
mossa dal deputato perugino. In quella occasione l’ Idea nazionale
aveva registrato critiche contro tale identificazione #9, a cui lo stes-
so Gallenga aveva risposto ribadendo, con richiami a Cavour, la
propria convinzione. « Il nazionalismo — aveva scritto allora — non
contrasta alla tradizione liberale ma la integra e ravviva » #9. Chi
equivocava era senz'altro il deputato perugino : sarebbe occorso però
ancora del tempo prima che le cose si chiarissero. Per il momento
la polemica non ebbe seguito : la guerra di Libia, ormai alle porte,
avvicinò ancora di più nazionalisti autentici e liberali dissidenti #9).

A Perugia l’approssimarsi della guerra trovò un’eco immediata
e vasta nell' Unione liberale, che da tempo andava segnalando la ne-
cessità di prendere in considerazione la conquista della Tripolitania.
Tra il luglio e il settembre il giornale aveva più volte ripreso l’argo-
mento e dal momento della dichiarazione di guerra sino alla fine
delle ostilità l'impresa libica occupò quasi sempre per intero la sua
prima pagina. L’intonazione era quella della grande stampa nazio-
nale, specie di quella nazionalista *9. Dopo quindici anni: suonava
così il titolo di un articolo in cui l’episodio di Adua era visto come
l’inizio di un lungo periodo di politica estera pavida e rinunciataria,
che finalmente l’impresa tripolina giungeva ad interrompere. E men-
tre si magnificavano le gesta dei soldati e l'entusiasmo del paese,
si criticava il tono « prosaico » con cui Giolitti conduceva l'impresa
e l’azione sabotatrice dei socialisti. Per l’occasione il foglio perugino
giunse ad organizzare un proprio servizio di corrispondenza dalla

T" ox Rig
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 49

Libia, Lettere dal campo di Tripoli, e Lettere di Umbri dal teatro della
guerra, e il generale perugino Claudio Sforza, inviato in Africa per
studiare la valorizzazione della nuova colonia, trasmise al giornale
tutta una serie di rapporti illustrativi delle grandi ricchezze della
regione e delle sue caratteristiche socio-politiche. Quando poi parve
che le operazioni militari si prolungassero troppo il giornale solle-
citò il governo a forzare i tempi e, dopo l’occupazione di Rodi e del
Dodecanneso, si mostrò favorevole al loro mantenimento mentre ma-
nifestò notevole insoddisfazione per le clausole del trattato di pace
di Losanna *°.

La sezione nazionalista di Perugia si riunì il 26 settembre, alla
vigilia della dichiarazione di guerra, e votò un ordine del giorno sulla
stessa. Ricordato che l’impresa rappresentava per l’Italia un’occa-
sione per riscattarsi da una troppo lunga stagione di rinunce e di
viltà, si sosteneva essere la Tripolitania una terra assai fertile e
adatta a costituire un valido sbocco alla emigrazione italiana. Si
plaudiva all’azione del governo e si facevano voti affinché tutti gli
italiani ne assecondassero l’opera. Il gruppo nazionalista inviò poi
una lettera circolare a tutte le associazioni militari e patriottiche
della città invitandole a prendere parte alle manifestazioni in onore
dei soldati di stanza a Perugia che partivano per la Libia 4).

Allorché il 28 a sera si sparse la notizia dell’ultimatum alla Tur-
chia in città sì ebbero cortei di studenti e manifestazioni di simpatia
per l’esercito e di plauso per il governo *?. Organizzate dalla locale
sezione nazionalista e dalla « Trento e Trieste » le manifestazioni si
ripeterono ad ogni partenza dei soldati del 51° reggimento fanteria
di stanza a Perugia (e successivamente ad ogni ritorno dei reduci) ?9.
Un'altra manifestazione, con cortei attraverso la città, fu o1ganiz-
zata dagli studenti universitari per festeggiare il decreto di annes-
sione 44),

Per la causa libica si mobilitò anche la locale sezione della « Dan-
te Alighieri » e invitò l’on Faelli, reduce da Tripoli, a parlare dell’im-
presa alla Sala dei Notari '9. A favore dell'impresa si schierarono
anche i radicali, che per l'occasione diversificarono il loro atteggia-
mento da quello dei repubblicani e dei socialisti e per questo il loro
quotidiano, La Democrazia, non sempre mantenne sull'argomento una
linea molto coerente 9. Il 15 dicembre su invito di alcuni espo-
nenti nazionalisti locali, Paolo Orano tenne, al Teatro Turreno, una
conferenza su Mediterraneo commentando positivamente la deci-
sione dell'Italia di riprendere la sua tradizione espansionistica su
350 LUCIANO TOSI

quel mare +. Il 12 aprile 1912 fu la volta dello scrittore nazionali-
sta Antonio Beltramelli che, invitato dall'accademia dei Filedoni,
tenne al Teatro Pavone una infiammata conferenza dal titolo Dal
campo della guerra *9..

Le vicende della guerra non distolsero peró l'attenzione dei na-
zionalisti perugini dai problemi ideologici e politici dell'associazione.
Il 28 maggio i loro rappresentanti avevano partecipato al convegno
nazionalista di Bologna e si erano schierati con la maggioranza che
aveva accolto le dimissioni di Scipio Sighele dall'associazione. Nel-
l'agosto l'Unione illustró ancora una volta i propri orientamenti po-
litici tessendo gli elogi di Crispi in occasione della pubblicazione dei
suoi carteggi ad opera dell'on. Tommaso Palamenghi Crispi *? e,
successivamente, lo stesso giornale si occupó di strategia elettorale
sostenendo la necessità che il partito liberale, in vista dell'introdu-
zione del suffragio universale, agganciasse la piccola borghesia e la
piccola proprietà 5».

Coll'approssimarsi del secondo congresso nazionale dell'associa-
zione anche Gallenga illustró il suo pensiero di liberale di destra che
continuava ad identificarsi nel nazionalismo. Commemorando a Ma-
gione Guido Pompili, ribadì la necessità per la classe dirigente libe-
rale di intraprendere una coraggiosa politica di riforme in modo da
evitare che le classi lavoratrici si orientassero verso i partiti di si-
nistra. Nella sua concezione le riforme erano finalizzate soprattutto
al raggiungimento della potenza nazionale. A questo proposito ri-
vendicava come vanto supremo degli uomini della tradizione libe-
rale l'aver compreso che «le fortune della democrazia avrebbero si-
gnificato la fortuna di tutta la nazione, che le riforme non osteggiate
dovevano essere ma elargite, e che solamente dalla partecipazione e
dal benessere interno era lecito sperare lo spettacolo sublime di voli
audaci di là dai confini, di là dal mare». Quegli uomini avevano
precorso «la rapida fortuna di quei giovani partiti odierni che ripe-
tono alto il culto della nazione a significare che la nazione deve nel
suo complesso per accordo di proletari e dirigenti, di borghesia e di
Corona, provvedere al bene di tutte le classi, non mai disgiunte ma
anzi intimamente collegate, non opposte l'una all'altra né mai tra
loro rivaleggiando, ma tutte progredienti, màno a mano a proporzio-
ne dei bisogni, economicamente ed intellettualmente, per giungere
con l'incremento di ciascuna a più perfetto sviluppo della totalità
di esse, cioè dell’intiera vita nazionale » 5). Gallenga ripeteva cosi
ancora una volta le tesi ispirate al paternalismo illuminato caro alla
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 351
moderna borghesia agraria della città ma che con le tesi dei naziona-
listi avevano sempre meno a che fare.

L'Unione liberale non dedicò molto spazio al II congresso nazio-
nalista che si svolse a Roma dal 20 al 22 dicembre 1912 :2 e vide
consumarsi il distacco dall’associazione della frazione democratica.
Gallenga per l’occasione si schierò con i reazionari #) pur guar-
dando con simpatia alle tesi dei transfughi. Chiari il suo-pensiero
sulla Tribuna in una polemica con Rastignac (Vincenzo Morello) po-
chi giorni giorni dopo la conclusione del congresso stesso. Il giorna-
lista, riprendendo le tesi dei democratici, aveva sostenuto che il na-
zionalismo non doveva sostituirsi agli altri partiti ma informare di se
questi ultimi *». Gallenga confessò di aver avuto dei dubbi al riguar-
do durante il congresso ma rispose a Rastignac che la sua era una
visione astratta del nazionalismo, una visione patriottica che egli
avrebbe potuto accogliere se la realtà fosse stata diversa. Invece la
realtà erano i partiti di sinistra che anteponevano gli interessi di
classe a quelli della nazione e che per questo andavano combattuti
con i loro stessi mezzi (da qui la necessità di trasformare il naziona-
lismo in partito) *9. Il deputato perugino tuttavia, equivocando an-
cora tra le sue vedute e quelle della maggioranza reazionaria dell’as-
sociazione, non mostrava di anteporre la causa della nazione alla
causa delle istituzioni, nè metteva tanto in discussione il quadro
politico come facevano i redattori dell’Idea nazionale, solo combatte-
va in nome della nazione, ovvero in nome della borghesia, contro i
partiti di sinistra. Era un liberale di destra non un sovvertitore, al-
meno per il momento.

Le vicende del congresso di Roma ebbero echi notevoli tra i na-
zionalisti perugini e si ha l’impressione che la scissione democratica
li colse di sorpresa. Il patriottismo e l’irredentismo di un Arcari e
di un Sighele erano sinceramente condivisi dalla maggioranza dei
nazionalisti locali e anche se il loro atteggiamento nei confronti delle
sinistre e dell’ascesa delle classi popolari era diverso da quello dei
democratici, probabilmente essi non pensavano che si sarebbe giunti
ad una rottura. L’episodio non passò senza lasciare tracce. Da allora
i nazionalisti perugini avviarono quel processo di chiarimento e ri-
pensamento che li avrebbe condotti al distacco dal partito naziona-
lista.

L’Unione liberale si impegnò molto a difendere i nazionalisti
dall’accusa di reazionari (accusa che, sia detto per inciso, non era
affatto sentita come tale da Rocco e compagni) e discusse a lungo
fa idea Ni

—— Pt

352 LUCIANO TOSI

sui rapporti tra nazionalismo e democrazia ribadendo più volte il
concetto che non si trattava tanto di vedere se era possibile « una
conciliazione teorica, e magari una integrazione dei due termini idea-
li : nazionalismo e democrazia ; ma di giudicare se in Italia nel mo-
mento attuale, una azione politica in senso nazionalistico possa non
avversare l'azione politica proseguita dai partiti democratici » 59. La
questione fu tanto sentita dai nazionalisti locali che invitarono a par-
larne lo stesso Corradini il quale, il 15 marzo, tenne a Perugia una
conferenza su Nazionalismo e democrazia, in cui ribadi i concetti
che avevano ispirato gli ordini del giorno congressuali della maggio-
ranza 5?.

Si é fatto cenno alla tradizione irredentistica che univa molti
nazionalisti perugini ai transfughi democratici ; orbene, tra il secondo
e il terzo congresso del partito, quasi a sottolineare quei legami, si
ebbero in città diverse manifestazioni irredentistiche. Sul finire del
1912, il 3 dicembre, c'erano stati incidenti tra studenti e polizia per
via di una manifestazione organizzata dai primi in occasione dei
fatti di Vienna, dove la polizia aveva malmenato studenti italiani 59.
Gli incidenti si ripeterono, più numerosi e gravi, il 22 aprile 1913,
allorché, organizzata dagli studenti universitari, una manifestazio-
ne a favore del Montenegro si trasformó in una accesa dimostrazione
antiaustriaca cui partecipò una folla assai numerosa 59. Sempre nel-
lo stesso anno nuovi tafferugli con la polizia si ebbero il 29 novembre
allorché gli incidenti avvenuti a Gratz tra italiani e austriaci dettero
origine ad una nuova dimostrazione studentesca antiaustriaca *9. Da
notare che quasi sempre, nelle manifestazioni, accanto ai naziona-
listi c'erano i repubblicani, i quali, fino alle dimissioni di Sighele
dall’associazione, avevano di frequente dato spazio al nazionalismo
sul giornale La Democrazia, intendendolo per lo più come patriotti-
smo 9»,

Dalla fine di giugno il gruppo nazionalista di Perugia si mobilitò
al completo in vista delle prime elezioni a suffragio universale. La
Unione liberale accentuò le polemiche contro i socialisti, i radicali
e la massoneria, mentre tesseva gli elogi dei cattolici e del loro pa-
triottismo. Questa volta l'avversario numero uno di Gallenga fu
Goffredo Galeazzi, direttore generale del ministero della guerra, ori-
ginario di Castiglion del Lago e transfuga, per delusione patita, dal
partito liberale. Per l'occasione, su sua iniziativa, si costitui a Pe-
rugia una sezione del partito demo-costituzionale, sorto da una scis-
sione dal partito liberale di sedicenti accesi anticlericali. Le conni-
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 353

venze massoniche avevano fatto di Galeazzi il candidato dei demo-
cratici locali, mentre la sua qualità di alto funzionario dello stato gli
procurò un certo appoggio da parte del governo, ovvero del pre-
fetto. I socialisti e i repubblicani presentarono propri candidati : ri-
spettivamente l’avvocato Giuseppe Sbaraglini e il maestro Guglielmo
Miliocchi, ma si trattò più che altro di candidature di bandiera.

Come sempre a fianco di Gallenga si schierarono gli agrari lo-
cali dei cui interessi il giovane deputato si era fatto interprete anche
di recente intervenendo alla Camera nlla discussione sul bilancio
del ministero dell'Agricoltura Industria e Commercio *2. Ne sosten-
nero apertamente la candidatura oltre al partito liberale, i Giovani
Liberali, i nazionalisti e i cattolici. Nel corso della campagna eletto-
rale l'Unione presentó Gallenga come paladino a un tempo della
tradizione liberale e del nazionalismo mentre attaccó con violenza
Galeazzi reo di essere massone e radicale. A sua volta La Democrazia
accusò Gallenga di essere un reazionario e un guerrafondaio e lo de-
fini un clericale della peggior specie.

La campagna elettorale fu abbastanza accesa : ci furono con-
tradittori in piazza e non mancarono, come nelle migliori tradizioni
dell'età giolittiana, i mazzieri : a riceverne le attenzioni fu Gallenga
che nel corso di un comizio a Mantignana svenne colpito in testa da
una sassata.

Nell'appello agli elettori con cui chiuse la campagna Gallenga
tracció a un tempo il bilancio dei suoi tre anni di attività parlamen-
tare e il programma per il futuro ©. Abbandonate le asprezze po-
lemiche che avevano caratterizzato il suo primo appello agli elettori,
il deputato perugino formuló allora un programma che in piü punti
si richiamava esplicitamente al programma del governo oltre che a
quello di Sonnino *9. La professione di fede nel nazionalismo aveva
si il posto d'onore ma quest'ultimo era ridotto ad una espressione
«della stupenda rinascita dell'orgoglio italiano »; mentre non man-
cavano elogi a Giolitti che aveva saputo dare all'Italia la conquista
libica e il suffragio universale, rinnovando i fasti della tradizione
liberale.

Una volta riaffermato il prestigio italiano all'estero giungeva per
Gallenga l'ora delle riforme sociali. Tra queste ricordava in partico-
lare quella del sistema pensionistico che avrebbe dovuto integrare
l'opera delle società di mutuo soccorso *?, l'introduzione di una poli-
tica doganale liberista cha avrebbe consentito di abbassare il prezzo
di alcuni generi di-prima necessità, una riduzione della spesa pubbli- 354 LUCIANO TOSI

ca da attuarsi mediante un ampio decentramento amministrativo e
infine una profonda riorganizzazione della scuola *9. Quanto ai pro-
blemi di interesse più strettamente locale, Gallenga ribadì ancora
una volta il programma degli imprenditori agrari più moderni : ne-
cessità di potenziare e ammodernare le vie di comunicazione, riforma
dei patti colonici, miglioramento delle condizioni di vita dei conta-
dini, aumento della produzione e razionalizzazione dello sfruttamento
del Trasimeno.

La vittoria arrise ancora una volta a Gallenga che riportò 8522
voti contro i 6020 di Galeazzi, i 546 di Miliocchi e i 204 di Sbaraglini.
Su 20.897 aventi diritto al voto se ne recarono alle urne 15.324 con
una percentuale di astensioni pari a circa il 27% ©”. Il successo di
Gallenga fu dovuto, in larga misura ai consensi ottenuti nelle sezioni
di Perugia città e di Perugia campagna ; nei paesi attorno al lago
Galeazzi riuscì a contenere l’avversario e in qualche caso addirittura
a superarlo. La circostanza testimonia come nella città queste prime
elezioni a suffragio universale fossero ancora scarsamente politiciz-
zate e dominate ancora dalle tradizionali clientele: al riguardo è
ancora più significativo ciò che accadde nel secondo collegio, dove
Cesare Fani battè il candidato avversario con 7490 preferenze contro
1599.

Dopo le elezioni, Gallenga, Luigi Federzoni, Luigi Medici del
Vascello e Pietro Foscari costituirono la prima pattuglia nazionali-
sta della Camera: Una pattuglia certamente eteronegea : tra un Fe-
derzoni e un Gallenga le differenze erano assai notevoli e ormai non
avrebbero tardato a manifestarsi.

Seguendo le vicende del nazionalismo perugino non è possibile
avere dubbi. Già all'indomani delle elezioni l’ Unione liberale presen-
tava i deputati nazionalisti come un'« avanguardia » del partito li-
berale, come un gruppo di giovani dietro cui si sarebbero messe le
schiere liberali favorevoli al rinnovamento del partito, e dava per
scontata una quasi totale identità di programmi fra il partito nazio-
nalista e il partito liberale, in particolare con l'ala più conservatrice
di quest'ultimo, o, come scriveva il giornale, più innovatrice *9.
Erano tesi queste che incontravano fino ad.un certo punto il consen-
so di Corradini e dei suoi seguaci, desiderosi sì di fare del partito
liberale un grande partito liberal nazionale al fine di costruire con
l'appoggio dei cattolici una grande forza politica, ma ben lontani
dall’accettare i principi basilari del liberalismo. Il quotidiano peru-
gino non accennò mai a divergenze ; al contrario per tutto il tempo

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REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 355
che intercorse tra le elezioni e il III congresso nazionalista, si im-
pegnó a fondo per sostenere l'unione tra i conservatori liberali e i
nazionalisti in vista della costituzione di una grande forza politica
da sostituire al partito liberale. In questa prospettiva preoccupa-
zione principale del giornale fu quella di mettere l'accento su tutti i
punti in comune tra liberali e nazionalisti. Il 26 novembre riprodus-
se un articolo di Rocco apparso sull'Idea nazionale dove il giurista
veneto invitava il partito liberale a farsi portatore degli interessi
di tutta la nazione e non solo di quelli della borghesia *9. Il 28 dello
stesso mese dette ampio risalto ad un appello rivolto da Borelli a
Luzzati e Salandra per una riorganizzazione del partito liberale *".
E ancora, il 23 dicembre, riprodusse il testo di una conferenza di Cor-
radini in cui questi esprimeva la speranza che il partito liberale si
sarebbe ripreso e avrebbe collaborato con il nazionalismo all'opera
di rinnovamento nazionale ?).

Col nuovo anno, tra i nazionalisti perugini, anche in vista del
terzo congresso dell’associazione, si svolse un ampio e approfondito
dibattito, che, incentrato sul tema dei rapporti tra nazionalismo e
liberalismo, finì con l’affrontare il tema della natura del nazionalismo.
Il dibattito si svolse sulle colonne dell’Unione liberale. Il 2 gennaio
Ernesto Salusti, richiamandosi agli insegnamenti di Salandra, Oria-
ni, Luzzati e Borelli, propose la costituzione di un nuovo partito
liberale nazionale da attuarsi attraverso una graduale fusione del
partito nazionalista, del partito dei Giovani Liberali e del partito li-
berale. Più o meno le stesse cose scrisse Gallenga il 9 gennaio allor-
ché propose una «concentrazione costituzionale » formata da libe-
rali, nazionalisti, cattolici e radicali uniti attorno ad un programma
di riforme sociali, tolleranza religiosa e grandezza nazionale. Il 16
fu la volta dell’avvocato Magnini il quale rivendicò al liberalismo
un'egemonia culturale e politica ben lungi dall’esser esaurita, per la
molteplicità e vitalità della sua struttura ideale e per l’incisività del-
l’azione politica tesa ad un’opera di « decomposizione, attrazione, as-
similazione degli altri partiti, come presso i socialisti col riformismo,
e presso i clericali con i cattolici liberali ». Sempre Magnini, in un
successivo articolo del 24 gennaio mise per la prima volta l’accento
sulle diversità esistenti tra liberalismo e nazionalismo. Il naziona-
lismo, affermava Magnini, era capitalista ed imperialista, mentre il
partito liberale attendeva prima di tutto allo sviluppo economico
della nazione e alle riforme sociali; per il nazionalismo l’« ente na-
zione » era superiore all’« ente individuo », era addirittura un «idea- 356 LUCIANO TOSI

le feticistico »; era inoltre, il nazionalismo, protezionista, e non li-
berista : tutte posizioni, queste, in assoluto contrasto con i principi
liberali. Dopo questa netta distinzione fatta da Magnini non po-
teva mancare la risposta polemica degli autentici nazionalisti. Se ne
incaricò Alfredo Pompili, fratello del defunto deputato, il quale il
30 gennaio affermò senz’altro la superiorità del nazionalismo ri-
spetto all'ormai inutile partito liberale e ribadì l'antitesi tra nazio-
nalismo e individualismo. Contro il socialismo, la democrazia ra-
dico-massonica e il cattolicesimo, il nazionalismo rappresentava, se-
condo Pompili, «lo spirito della razza che ricollega gli individui, la
sentimentalità umana che fomenta la reazione contro l’individuo sin-
golo ..., lo spirito di coesione contro lo spirito di disorganizzazione ».
Lo stesso Pompili il 14 febbraio sostenne che il nazionalismo doveva
evitare di partecipare alle competizioni elettorali, elemento di di-
sgregazione, causa del più sfrenato individualismo. Bisognava, a suo
avviso, che il nazionalismo si limitasse alla sola attività di propagan-
da e non si costituisse in partito. Il 13, infine, intervenne sull’argo-
mento Riccardo F. Schnabb che chiuse la discussione suggerendo un
compromesso : un partito liberale nazionale nato dalla fusione dei
partiti liberale e nazionalista, previa revisione dei rispettivi prin-
cipi ?. Il dibattito fu chiarificatore : balzò evidente che neppure
tra i nazionalisti di Perugia c’era omogeneità di vedute ; anche tra
loro, accanto ai liberali, c'erano i nazionalisti autentici, quelli che
tra poco avrebbero sancito la loro definitiva affermazione al congres-
so di Milano, nell’imminenza del quale anche a Perugia la situazione
si decantava. Permaneva ancora negli scritti dei nazionalisti peru-
gini una notevole dose di incertezza e confusione, presente del resto
nelle idee di molti altri sedicenti nazionalisti ; ma ormai era chiaro
che in maggioranza essi, prima che nazionalisti, erano liberali, an-
che se liberali di destra o nazional-liberali.

Approssimandosi il congresso Gallenga chiarì ulteriormente il
suo pensiero. Il nazionalismo, a suo avviso, aveva ben corrisposto
alle attese di tanti che avevano sofferto per la remissiva politica
estera italiana; doveva ora attendere all’altra parte del suo pro-
gramma, quello di politica interna. Senza. perdere di vista la posi-
zione dell'Italia all'estero, i nazionalisti avrebbero dovuto dedicar-
si all'accrescimento della potenza nazionale con riguardo agli in-
teressi di tutte le classi e senza dare la prevalenza ad interessi par-
ticolaristici ‘9. In questo programma di paternalismo illuminato si
riconosceva la maggioranza dei nazionalisti della città umbra ; quel-

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REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 357

li che dissentivano, gli autentici nazionalisti erano allora pochi, o
per lo meno non ce n’erano molti fra i responsabili dell’associazione.
Essi vennero per il momento emarginati e sarebbero riapparsi con
vivacità sulla scena cittadina solo nel dopoguerra.

L'Unione liberale, nell'immediata vigilia del congresso, riassunse
la linea maggioritaria del nazionalismo perugino in un articolo dal
titolo assai significativo : Rinnovamento politico *9. Si trattava di un
autentico manifesto liberal nazionale: si alla battaglia per la gran-
dezza nazionale, ma priorità alle riforme sociali. In quel momento
non si poteva dire alla « moltitudine dei lavoratori dei campi e delle
industrie »: «sacrificatevi per la grandezza della patria»: avrebbe
significato gettarli in braccio ai socialisti, che restavano pur sempre
il principale nemico da combattere. Tra le tesi di questi ultimi (« Dif-
ferite la politica estera; facciamo l’interna ») e quelle di Corradini
e compagni (^ Facciamo la politica estera per arricchire tutta l'Ita-
lia prima ; alla ripartizione penseremo poi »), bisognava sceglierne, af-
fermava il giornale, una terza che conciliasse i due momenti : « vo-
lontà di potenza all'estero, audacia di riforme all'interno ». In una
rinnovata professione di fede nella concezione liberale dello stato,
il giornale individuava per lo stato stesso tre funzioni essenziali:
difesa, scuola e giustizia ; il resto doveva essere affidato all'indivi-
dualismo, allo «spontaneo moto e al libero sviluppo dell'organizza-
zione di classe » Era esattamente l'opposto di quanto avrebbe af-
fermato Rocco, di li a tre giorni, al congresso di Milano, che sanci
l'incompatibilità tra gli indirizzi della politica economico-sociale del
nazionalismo con «l'individualismo economico tanto dell'economia
liberale, quanto dell'economia socialista ». Si giunse cosi alla rottura.
Gallega usci allora dall'associazione insieme a tutta la frazione li-
berale *9. Tuttavia, alcuni giorni piü tardi, il 25 maggio 1914, par-
lando al circolo di cultura femminile di Roma, si professó ancora
nazionalista « più convinto che mai delle profonde e salutari verità
del partito, ma fieramente opposto al paradossale spirito dottrinario
in forza del quale l'ente nazionale dovrebbe interamente assorbire e,
quasi annichilire l'individuo e le sue migliori caratteristiche » 79.
«Per certi innovatori — aggiungeva — gli interessi supremi della
nazione mal si concilierebbero con i singoli sforzi individuali, e al
giacobismo rosso, combattuto come forma odiosa di moderna tiran-
nide, verrebbe sostituito, per conseguenza fatale, una statolatria
sconfinata ed assoluta, profondamente ripugnante al pensiero libero
e ad ogni spirito indipendente ». A suo avviso tra la concezione libe-

11
jl scintillii mente

358 LUCIANO TOSI

rale e quella nazionalista, che pure continuava a ritenere concilia-
bili, vi era sì una differenza, ma questa non era quella sostenuta dai
nazionalisti bensì un’altra. Se infatti con la rivoluzione francese
l'individuo e i suoi diritti apparivano come fini a se stessi, con il
nazionalismo essi venivano considerati come frazioni di una collet-
tività, «composta di valori molteplici, ma tutti convergenti ai suoi
fini supremi ed ai suoi sovrani interessi ». E in che modo queste
individualità potevano « convergere » a quei «fini supremi » ? Come
potevano essere funzionali a quei « sovrani interessi » ? Gallenga mo-
strava di ritenere possibile la coesistenza di individualismo, naziona-
lismo e progresso sociale. L’individualismo, spiegava, «può e deve
avere l’altissima funzione di rigenerare non pure i singoli elementi
della vita sociale ma bensì la vita sociale stessa nel suo complesso,
e nella nazione ogni interesse particolare deve valutarsi in rapporto
all'interesse generale. Cosi dalla somma dei valori unitari, risul-
terà lo sviluppo e la potenza dell'armonioso organismo nazionale ».

In realtà queste di Gallenga erano sottili disquisizioni teoriche
che non potevano mascherare una piü sostanziale realtà. Tra Gal-
lenga e i suoi amici perugini e i vincitori del congresso di Milano esi-
stevano ben altre convergenze che andavano da una netta, benché
negata, comune scelta di classe, alla comune avversione nei confronti
dei socialisti, alla comune aspirazione ad uno stato forte. Al di là
dunque della opposizione a questo o quell'aspetto del progetto di
stato alternativo elaborato da Rocco rimaneva il fatto che i naziona-
listi perugini erano portatori delle medesime istanze di fondo che il
giurista veneto razionalizzava.

Dopo il distacco dall'associazione della maggioranza dei nazio-
nalisti perugini l' Unione liberale continuó ancora per qualche tempo
ad ospitare scritti di nazionalisti, specie in relazione alla guerra eu-
ropea ??, e seguì con attenzione e interesse la formazione dei gruppi
nazional-liberali che, ai primi del 1915, raccolsero i transfughi del
nazionalismo e i liberali dissidenti, ponendosi a metà strada tra i
due partiti *9.

Si conclude così la vicenda delle origini del nazionalismo a Pe-
rugia. Essa si svolse in prevalenza nell’ambito del partito liberale.
Il nazionalismo si innestò in quella corrente di idee, presente nel li-
beralismo perugino, fautrice di un ritorno del partito stesso alla tra-
dizione cavouriana e della destra storica. Principali sostenitori di
questa tendenza furono gli uomini della moderna borghesia agraria
perugina avversi sia all'immobilismo politico economico dei con-
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 359

servatori, sia al modello di società perseguito da Giolitti. A_ Pe-
rugia il nazionalismo non rimase circoscritto ad una ristretta cerchia
di persone: esso si guadagnò le simpatie dell’ala conservatrice del
partito liberale messa in allarme dall’esperimento giolittiano. Il
conservatorismo agrario locale vide in Gallega l’uomo dell’oppposi-
zione al socialismo e il fautore di uno stato forte e ne favori l'ascesa
politica. La reazione agraria dette così vigore ad un nazionalismo ini-
zialmente legato al gruppo dei liberali innovatori e al movimento irre-
dentistico presente nella città umbra. La reazione tuttavia non. su-
però mai certi limiti (anche per la scarsa presenza nella zona di un
forte movimento contadino): la corrente di rinnovamento liberale
prevalse sulla corrente reazionaria e la maggioranza dei nazionalisti
perugini finì col restare nel partito liberale. Essi non furono nazio-
nalisti ma camminarono al loro fianco e insieme contribuirono a spia-
nare la strada al fascismo. Nel dopoguerra, a tenere alta a Perugia
la bandiera nazionalista sarebbero state le camicie azzurre raccolte
intorno al giornale Virtorio Veneto ma i quadrumviri che preparavano
la marcia su Roma furono ospiti a Palazzo Gallenga.

Luciano Tosi

NOTE

1) Citazione in U. RANIERI DI SoRBELLO, Perugia della Bell’ Epoca, Pe-
rugia 1970, p. 297.

®) Le riviste d’arte e letteratura che si pubblicavano a Perugia nei pri-
mi anni del novecento — la Favilla di Leopoldo Tiberi, l' Umbria di France-
sco Guardabassi e l’ Augusta Perusia di Ciro Trabalza — erano affatto estra-
nee alle nuove correnti culturali. Quasi sempre volte alla cultura dell’800,
davano spazio soprattutto a temi di interesse strettamente locale. In questo
senso anche W. BinnI e N. SaAPEaNo, Storia letteraria delle regioni d’Italia,
Firenze 1968, vol. 11 a cura di W. BINNI, pp. 487-488. A Perugia ebbe vita
uno dei più attivi gruppi futuristi della provincia italiana. Si costituì nel 1912
ad opera di Alberto Presenzini Mattoli, Lolo Benvenuti, Vincenzo Gamboni,
Alberto Marri, Torquato Tamagnini e Gerardo Dottori; cfr. G. DOTTORI,
Serata futurista a Perugia in « Perugia », n. 6, novembre-dicembre 1956, pp.
3-6. Gerardo Dottori ne fu l'esponente principale e a lui si deve l'invenzione
della pittura aereo-spaziale, originale interpretazione del futurismo.
LUCIANO TOSI

3) In proposito si veda P. BonzoMarr, La « Nova Iuventus » in Italia
e le origini del movimento cattolico in Umbria, in Spiritualità ed azione del
laicato italiano, Padova 1969 e L. BepESscHI, Le correnti cattoliche novatri-
ci, culturali e sociali nell Umbria all'inizio del secolo, in « Studi economici e
sociali » 1966, n. 3, pp. 3-14.

*) Cfr. Il Comitato Perugino della « Dante Alighieri » dalla sua fon-
dazione ad oggi, Perugia 1911 ; RANIERI DI SORBELLO, op. cit., p. 459, 495,
518 e L. CATANELLI, Furio Rosi, Perugia 1974, p. 39.

5) F. BONELLI, Prospettive di storia umbra nell’età del risorgimento.
Appunti per un’analisi delle basi economiche della borghesia umbra in Pro-
spettive di storia umbra nell’età del risorgimento, Atti dell’viti convegno di
Studi Umbri, Gubbio-Perugia 31 maggio-4 giugno 1973, pp. 443-444. Per ul-
teriori approfondimenti sulla situazione economica della regione. Cfr. ivi e
anche L. BeLLINI, Appunti per la storia dell’agricoltura umbra negli ultimi
venti anni in « Rivista di storia dell’agricoltura », nn. 1-2, 1967 e Id., Ap-
punti per una storia dell’economia umbra dal 1840 al 1910 in « Bollettino
della deputazione di storia patria per l'Umbria », anno LXI, 1964, pp. 167-
180.

*) Per un quadro agile e puntuale della vita politica in Umbria tra la
fine dell’800 e l'avvento del fascismo si veda P. Borzomati, Per una storia
dei partiti e dei movimenti politici in Umbria in Prospettive cit., pp. 271-298.

?) Cfr. L. BELLINI, Note per la storia del movimento contadino umbro
(1900-1921) in « Rivista storica del socialismo », 1959, n. 8, pp. 637-651,
F. PieRucci, Le lotte contadine in Umbria, Umbertide 1978, pp. 12-97 e
F. BoGLIARI, Cattolici e contadini in Umbria nell’età giolittiana in « Italia
Contemporanea », n. 130, gennaio-marzo 1978, pp. 7-23. Per maggiori par-
ticolari sull’azione dei proprietari terrieri cfr. la diligente tesi di laurea di
M. SquaproNI, Forze politiche e questione contadina nel comune di Perugia
in età giolittiana (1901-1914), Università degli Studi di Perugia, a. a. 1975-
1976, relatore M. Casella, in particolare cap. III. Nelle campagne del peru-
gino il movimento contadino era più debole che nelle altre zone dell'Um-
bria e solo nel 1914 si giunse alla stipulazione di un nuovo patto colonico.

8) Cfr. in particolare S. LAnARO, Nazionalismo e ideologia del blocco
corporativo-protezionista in Italia in « Ideologia », n. 2, 1967, pp. 43-46.

®) Sull’attività imprenditoriale di Zeffirino Faina si veda O. Manr-
NELLI, La vita e l’opera di Zeffirino Faina, Firenze 1959, pp. 48-72 e per
la figura di Eugenio Faina cfr. il breve profilo di A. ViveNza, Eugenio
Faina, Perugia 1934 e, per la sua attività di moderno imprenditore agra-
rio, E. FAINA, La tenuta di San Venanzo nell' Umbria. 25 anni di lavoro,
Roma 1899.

19) Cfr. F. BarTOCCINI, La lotta politica in Umbria dopo l’ Unità in
Prospettive cit., in particolare pp. 258-269.

1) Perché e come siamo borghesi, « L'Unione liberale » 8 maggio 1906.

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REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 361

12) Cfr. V. AnsIDEI, Giacomo Montgomery Stuart in « Rassegna di Scien-
ze sociali e politiche » anno vi, fasc. 144, 1889.

13) Cfr. V. AnSIDEI, Roberto Montgomery Stuart in «Il nuovo risorgi-
mento, vol. ri, fasc. 1 e G. DE Rosa, I conservatori nazionali, Brescia 1962,
pp. 35-36. Tra i suoi scritti si ricordano : Conservatori non clericali, Milano
1879, Cose vecchie e speranze nuove, Torino 1890, Il partito conservatore, Fi-
renze 1879, Le associazioni costituzionali e il movimento conservatore in Italia,
Firenze 1889. i

14) Cfr. A. LUPATTELLI, I salotti perugini del secolo XIX. L'accademia dei
Filedoni (nuova edizione a cura di M. R. Trabalza). Foligno 1976, pp. 60-80
e anche RANIERI DI SORBELLO, op. cit., pp. 239, 338, 358.

15) Si veda in particolare R. GALLENGA, Benedetto Menzini, Federico II
di Svevia, Firenze 1899, La Dante Alighieri, Perugia 1900, La visione di un
trionfatore, Perugia 1900, La condizione dei letterati nell' Italia contemporanea,
Perugia 1902.

16) Cfr. «L’Unione liberale », 25 maggio-27 giugno 1910.

17) Vittorio Pucci Boncambi presidente della locale associazione degli
agricoltori inviò agli aderenti una circolare invitandoli a favorire Gallenga
stante la sua promessa ad iscriversi una volta eletto al Comitato agrario na-
zionale ; cfr. « L'Unione liberale », 23 giugno 1910.

18) Cfr. R. GALLENGA, Discorso agli elettori, Perugia 1910.

19) Gallenga, si soffermò anche sui problemi di Perugia : comunicazio-
ni, università, turismo e tutela del patrimonio artistico.

2°) Per un quadro completo dei risultati elettorali cfr. « L'Unione libe-
rale », 27 giugno 1910.

1) Sui conflitti agrari di Romagna si veda A. BERTONDINI, La vita po-
litica e sociale a Ravenna e in Romagna dal 1870 al 1910 in AA.VV. Nullo
Baldini nella storia della cooperazione, Milano 1966, pp. 275-388 e anche G.
PorisinI, L’agricoltura ravennate dal 1893 al 1922, ivi, p. 229. La commis-
sione parlamentare d’inchiesta fu poi allargata dal presidente del Consiglio
Luzzati e si trasformò in Reale commissione d’inchiesta. Era presieduta dal-
l’on. Bruno Chimirri e ne facevano parte tra gli altri il sen. Luigi Bodio, l’on.
Giulio Alessio, Leonida Bissolati; Ivanoe Bonomi, Ubaldo Comandini, Vit-
torio Emanuele Orlando e il prof. Giuseppe Toniolo. Per l’attività svoltavi
da Gallenga si veda il carteggio conservato presso la biblioteca dell'Univer-
sità per Stranieri di Perugia in Carte Gallenga, C. 9.

22) Cfr. il testo del discorso in « L'Unione liberale », 28 dicembre 1910.

3) Cfr. in proposito RANIERI DI SORBELLO, op. cit., pp. 529-530.

2) Sui nessi tra nazionalismo, destra storica e liberalismo critico si sof-
ferma in particolare F. PERFETTI, Il nazionalismo italiano dalle origini alla
fusione col fascismo, Bologna 1977, pp. 12-25 e 42-43.

25) In concomitanza con la presenza a Perugia dei due l'Unione liberale
pubblicò un articolo inneggiante all’opera da loro svolta in vista del congres- 362 LUCIANO TOSI

so nazionalista dove tra l’altro si legge : « Il nazionalismo inteso nel senso di
un giusto richiamo alle idealità e alle tradizioni più pure della Patria sarà
un altro pò di ossigeno che vivificherà questo nostro ambiente italiano » ;
Un congresso nazionalista, 16 settembre 1910.

2) Cfr. « L'Unione liberale », 23 novembre e 1° dicembre 1910.

?) R. GALLENGA, Nazionalismo italiano : A Giuseppe Piazza, «La na-
zione », 3 dicembre 1910. L’articolo di Piazza con cui polemizzava Gallenga
era apparso il giorno precedente sulla Tribuna.

35) Cfr. Il nazionalismo italiano. Atti del congresso di Firenze (a cura di
G. Castellini), Firenze, 1911. Sullo stesso si vedano inoltre le osservazioni di
F. GAETA, Nazionalismo Italiano, Napoli, 1965, pp. 85-91 e R. MOLINELLI,
Per una storia del nazionalismo italiano, Urbino 1966, pp. 44-51. Al congresso
intervennero per lUmbria il capitano Filippo Massini Nicolai di Magione e
Angelo Fani, direttore della Rivista Umbra e condirettore dell’ Archivio sto-
rico del Risorgimento Umbro, che rappresentò l'Unione liberale.

*?) Cfr., ad esempio, A proposito di nazionalismo, 15 dicembre, Il co-
mitato centrale nazionalista, Nazionalismo e politica estera, 30 dicembre 1910,
Gli irresponsabili (a difesa dei nazionalisti, contro socialisti e massoni), 15
febbraio, Coscienza immatura (contro l'atteggiamento rinunciatario della bor-
ghesia e delle destre in genere), 24 febbraio, TRISTANO, La guerra e il naziona-
lismo, 27 aprile 1911.

°°) Cfr. La costituzione del Gruppo nazionalista, « L'Unione liberale »,
11 aprile 1911 e anche «La Democrazia», 11 aprile 1911 e A proposito di
nazionalismo, ivi, 12 aprile 1911. L'organo dei democratici locali commentó
con un certo favore l'avvenimento stante il persistente equivoco tra nazio-
nalismo, patriottismo e irredentismo.

3) Cfr. Il concetto e gli intenti del nazionalismo enunciati da Enrico
Corradini, « L’Unione liberale », 11 aprile 1911.

2) Egli scrive nelle sue memorie: «Fui iscritto all'associazione libe-
rale di Perugia per imitazione paterna e mi trovai, implicitamente, a seguire
la tendenza di questa associazione quando, nel suo seno, prese piede il movi-
mento nazionalista, che vi fu per un certo tratto compenetrato... Nel 1912,
trovandomi a Palermo, mi allontanai dal nazionalismo, perché nel congresso
di quell’anno fu adombrata la famosa funzione imperiale della Chiesa Catto-
lica » ; (Rivolta morale, Milano 1924, p. 4). Successivamente, nel dopoguerra,
eletto deputato e transfuga dal fascismo, Misuri aderì nuovamente al gruppo
nazionalista nel 1922 ; cfr. ivi, pp. 54-56.

*) Cfr., ad esempio, Abdicazione nostra, 25 marzo, Resta il programma,
30 marzo e II suicidio della borghesia, 14 aprile 1911.

*) Cfr. « L'Unione liberale », 13 marzo, 20 aprile, 25 aprile e 19 giugno
1911 dove si da notizia di conferenze tenute da Gallenga ad Ancona, Milano,
Firenze e Laorca.

*) In questo senso si veda GAETA, op. cit., pp. 97-99. Gallenga ma-

SER sori diver siii dl ria
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 363

nifestò la sua opposizione al progetto governativo anche alla Camera ; cfr.
Atti Parlamentari, Camera dei deputati, legislatura xxrir, 1 sessione di-
scussioni, 28 tornata del 1° luglio 1911, pp. 16569-16580. Su tutta la vi-
cenda cfr. A. SciALOJA, L'I.N.A. ed il progetto giolittiano di un monopolio
di stato delle assicurazioni sulla vita in « Quaderni storici» n. 18 anno vi
fasc. rrr, settembre-dicembre 1971 pp. 971-1027.

30) Cfr., ad esempio, la lettera di S. Caprice in « Idea nazionale », 6
luglio 1911.

?) R. A. GALLENGA STUART, Tradizioni liberali e nazionalismo, lette-
ra all’« Idea nazionale », 13 luglio 1911 e cfr. G. Uco Nazzari (G. GUAZZA-
RONI), J liberali non possono essere che nazionalisti e... viceversa, « L'Unione
liberale », 27 luglio 1911.

38) Sull'onda del successo ottenuto nella battaglia contro il progetto
di monopolio che, come noto, fu accantonato e approvato in seguito in tut-
t'altra formulazione, l'attività dei « Giovani turchi » continuó ancora per
qualche tempo, poi la guerra di Libia svuotó gran parte della loro opposizione
a Giolitti. Per la loro azione successiva al giugno 1911 cfr. R. GALLENGA,
Il momento politico e l'opposizione liberale, in « Rassegna contemporanea »,
1911 anno 1v n. 9 ; 7 giovani deputati d'opposizione costituiscono la Federazio-
ne delle associazioni liberali italiane, « L'Unione liberale », 4 settembre 1911
(e anche 5, 6 e 7 settembre 1911) e Una riunione di oppositori al ministero,
ivi, 26 ottobre 1911.

3) In proposito si veda M. PincHERLE, La preparazione dell'opinione
pubblica all'impresa di Libia in « Rassegna storica del Risorgimento » LVI,
1969, pp. 450 e ssgg., P. MALTESE, La Terra Promessa, Milano 1968, pp. 31-61,
F. MALGERI, La guerra libica 1911-1912, Roma 1970, in particolare cap. rr,
v, vi e MOLINELLI, 0p. cit., pp. 71-128.

4°) Per quanto sopra cfr. «L'Unione liberale », luglio 1911-dicembre
1912.

41) Cfr. ivi, 27 settembre 1911.

42) Ivi, 29 e 30 settembre 1911.

4) Ivi, 2 ottobre, 2 novembre, 30 novembre 1911, 18 marzo, 30 mag-
gio 1912. Il giornale diede notizie di manifestazioni a favore della guerra
svoltesi a Gualdo Tadino, a Foligno, a Torgiano, a S. Maria degli Angeli, a
Spoleto, a Todi e a Gubbio. Anche Gallenga, come tanti altri nazionalisti,
si recò in Libia, ovviamente non sui campi di battaglia.

4) Ivi, 29 novembre 1911.

45) Ivi, 21 novembre 1911.

1) Cfr., ad esempio, «La Democrazia », 27 settembre e 30 novembre
1911. Al riguardo cfr. anche U. BistoNnI, P. MonaccHIA, Due secoli di masso-
neria a Perugia e in Umbria 1775-1975, Perugia 1975, p. 305.

17) Cfr. « L'Unione liberale », 18 dicembre 1911.

48) Ivi, 13 aprile 1912.
364 LUCIANO TOSI

4°) Ivi, 17, 21 agosto 1912 e anche 7 marzo 1913.

50) Ivi, 7 settembre 1912.

5) R. GALLENGA, In memoria di Guido Pompili, Perugia 1912.

5) Cfr. A proposito del congresso nazionalista, « L’Unione liberale », 21
dicembre 1912. Sullo stesso si vedano le acute considerazioni di GAETA,
op. cit., pp. 106-111.

5) Firmó insieme a Livio Marchetti e a Bernardino Varisco l'ordine del
giorno sulla scuola in cui si assegnava alla stessa il fine primario dell'educa-
zione «civile e militare della gioventù », si auspicava in essa un rinvigori-
mento del senso di disciplina e si facevano voti affinché vi si provvedesse
«a formare nell'anima dei giovani, un saldo sentimento patriottico, combat-
tendo le infiltrazioni dell'internazionalismo pacifista prevalso nel corpo in-
segnante ». Erano tesi queste care a Gallenga e su cui l'Unione liberale si
era piü volte soffermata.

54) Cfr. L'albero di Natale, 26 dicembre 1912.

5) Cfr. R. GALLENGA, Il! nazionalismo come partito, « La Tribuna » 27
dicembre 1912.

5) Democrazia e nazionalismo, «L'Unione liberale », 11 gennaio 1913
e si veda anche R. GALLENGA, Prosperità proletaria, prosperità nazionale, ivi,
13 gennaio 1913, Nel regno democratico, ivi, 22 gennaio 1913, La cosidetta po-
litica di classe, ivi 23 gennaio 1913.

57) Cfr. ivi, 17 marzo 1913.

58) Cfr. Rapporto del prefetto del 4 dicembre 1912 in Archivio
Centrale dello Stato Roma (ACS), Carte P. S. Ufficio Riservato 1911-1915
b. 30b.

5°) Cfr. la cronaca degli avvenimenti in «L'Unione liberale » e «La
Democrazia », 24 aprile 1913.

*?)) Cfr. Rapporto del prefetto del 29 novembre 1913 in ACS Carte P.
S. Ufficio Riservato, 1911-1915, b. 54.

*) Cfr. PANDOLFI PAGLIARI, Il nazionalismo ; La polemica delle due
tendenze del nazionalismo ; FAusto, Nazionalismo e democrazia ; La fine del
nazionalismo ; «La Democrazia », 20 febbraio, 11 aprile, 8 maggio, 10 mag-
gio 1912.

*) Cfr. Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, legislatura xximn 18
sessione, discussioni, tornata del 20 maggio 1913, pp. 25596-25602.

) Cfr. L’on. Romeo Gallenga agli elettori del 1° collegio di Perugia,
« L'Unione liberale », 21 ottobre 1913.

**) In proposito cfr. anche La lettera dell'on. Sonnino e Intorno al pro-
gramma del governo, ivi, 30 settembre e 1 ottobre 1913.

*:) Sull'argomento si veda anche R. GALLENGA, Lavoro e Previdenza,
Perugia 1913.

** Non mancava una professione di tolleranza religiosa con il richiamo
alla formula cavouriana e una dichiarazione di opposizione al divorzio.

COVE CENE M rev — X À— —M————PFráÁ (A o NDS
REAZIONE AGRARIA E NAZIONALISMO A PERUGIA 365

*?) Per un quadro completo dei risultati cfr. « L'Unione liberale », 30
ottobre 1913.

ss) M. E. (Mazzoni Ettore), L’avanguardia nazionalista, 7 novembre
1913.

6) Cfr. Nazionalismo e liberalismo.

?°) Cfr. Per la riorganizzazione del partito liberale.

^?) Cfr. Una conferenza di E. Corradini a Venezia sul nazionalismo e
sul liberalismo. i

7) Si veda nell'ordine: Verso una federazione nazionale liberale ; Con-
centrazione costituzionale ; Per l'idea liberale ; Liberali e nazionalisti ; Li-
berali e nazionalisti, L'attività elettorale del nazionalismo ; Nazionalismo e li-
beralismo e cfr. pure ErrE, Polemiche politiche. Una bella difesa del naziona-
lismo, 14 aprile 1914. Di Alfredo Pompili si veda anche Nazionalismo e so-
cialismo ; cattolicismo e democrazia, Roma 1914.

7?) Cfr. R. GALLENGA, Il nazionalismo di ieri e di domani, « Nuova An-
tologia », 1 aprile 1914.

^) 13 maggio 1914.

*) Insieme al deputato perugino uscirono dall’associazione l'on. Ru-
spoli, Aponte, Bellini, Bellonci, Bergmann e Cavalieri. Sul congresso di Mi-
lano si veda l’« Idea nazionale », 14, 23, 30 maggio e 5 giugno 1914, P. M.
ARCARI, Le elaborazioni della dottrina politica nazionale tra l’unità e l'inter-
vento (1870-1914), Firenze 1934-1939, vol. 11 pp. 841-849 e vol. rr pp. 29-36,
MOLINELLI, op. cit., pp. 166-170 e GAETA, op. cit., pp. 118-124.

76) Il nazionalismo e la donna, in Conferenze 1914, Perugia 1914, pp.
53-54.

7?) Cfr. E. CORRADINI, La guerra, 13 agosto 1914 e M. Monasso, Tor-
nando alla realtà, 10 dicembre 1914.

78) Cfr. Una nuova corrente del pensiero liberale ?, 28 gennaio 1915. VR t asy prn apte it e mint

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RECENSIONI

San Gemini e Carsulae. Studi di: UMBERTO CIOTTI - AUGUSTO CAMPANA -
UcoLiNo NicoLINI - MARINA BoccioLI - GIANNI NATALI PUGLIATTI -
Miro PAIELLA - ADRIANO PRANDI - GIUSEPPE MIRA. Presentazione
di ALBERTO VioLaTtI. Milano-Roma, Carlo Emilio Bestetti Editore.
1976.

*

San Gemini é una cittadina umbra che, oltre a vantare un comples-
so di memorie e di monumenti di notevole interesse e una suggestiva posi-
Zione naturale, ha la invidiabile fortuna di essere la sede di una industria
importante alla quale è legata una famiglia locale — i Violati — che si è
dedicata con sincero e disinteressato amore per la propria terra, al restau-
ro dei monumenti e alla valorizzazione culturale del piccolo centro e delle
sue adiacenze.

A ciò sono. dovuti una serie veramente imponente di opere e questo
libro che rievoca la storia di San Gemini e della vicina Carsulae che ne è
l'origine.

i Alla realizzazione del volume ha data la sua opera un gruppo di au-
tori di grande competenza e prestigio: Umberto Ciotti che fu per molti
anni Soprintendente Archeologico dell'Umbria e al quale è da ascriversi
non solo la rinascita di Carsulae ma anche la realizzazione di un eccezionale
complesso di opere di scavo e restauro in tutta la regione ; Augusto Cam-
pana, illustre specialista di filologia medievale ed umanistica, che ha trat-
tato delle iscrizioni medievali e del Rinascimento ; Ugolino Nicolini che
ha scritto un capitolo veramente affascinante sulla storia, dalle origini al
1860 ; Marina Boccioli, Gianni Natali Pugliatti e Miro Paiella che hanno
svolto una accurata indagine architettonico-urbanistica sul paese ; Adria-
no Prandi che ha tracciato con la sua grande competenza un capitolo sul-
l’arte a San Gemini e Giuseppe Mira, ben noto docente e cultore di studi
di storia economica, che ha trattato della evoluzione economico-sociale del
centro dopo il 1860.

376 pagine, 290 illustrazioni e numerose tavole fuori testo costitui- —

368 RECENSIONI

scono il risultato della ricerca e il materiale documentario raccolto per l'oc-
casione.

Umberto Ciotti, con la sua eccellente conoscenza della archeologia
umbra, ha illustrato la storia e i monumenti di Carsulae, che, grazie agli
scavi da lui condotti, é rinata a nuova vita e costituisce una delle mete
monumentali più suggestive della regione. Il Teatro, l'Anfiteatro, il Foro
coi suoi monumenti, la Porta, la Via Flaminia coi suoi grandi sepolcri su-
burbani, formano un assieme di eccezionale interesse che il Ciotti illustra ì
anche avvalendosi di un eccellente apparato di grafici e riproduzioni.

Importanti sono stati i ritrovamenti nel corso dello scavo e dei qua-
li si parla qui per la prima volta ; tra questi è da segnalare ad esempio un
nuovo gruppo di statue di membri della Casa Giulio-Claudia nel quale
eccelle una grande testa di Claudio, e molte iscrizioni inedite : una dedica
a Nemesi, una a Salonina moglie di Gallieno, una che menziona un arca-
rius optimus, una di un coronatus, sacerdote della federazione religiosa del-
la Tuscia et Umbria. Per la chiesetta di S. Damiano io esprimo molto som-
messamente i miei dubbi all’amico Ciotti: includerà veramente i resti di
un monumento romano o non piuttosto quelli di un edificio altomedievale
costruito con materiale romano facilmente reperibile in un centro antico
in rovina e utilizzato da maestranze che si sono tramandate da una gene-
razione all’altra la tecnica degli antichi ? Ricordiamoci dell’esempio della
Collegiata di Otricoli ; se l'avessimo trovata allo stato di rudere, l'avremmo
certamente ritenuta una cisterna romana o qualche cosa di simile ; e in-
vece è un raro monumento sacro, quasi sicuramente databile nel ix secolo.
Ricordiamoci di S. Maria in Pantano presso Massa Martana, che io con-
vengo con il Pardi che sia nata in epoca altomedievale sfruttando i resti
di un monumento classico in rovina al quale non appartengono però i muri
in vista, in opus mixtum, che sono dell’viri secolo.

Io vorrei quindi raccomandare un riesame della questione cronolo-
gica di S. Damiano, tenendo presente che il caso di Otricoli non potrà
certamente restare isolato in Umbria.

Molto bello il leone funerario carsulano del Museo Civico di Terni
ma non meno importante quello della abbazia di S. Nicolò ; sarà veramen-
te antico ? Io non ne sono affatto convinto e lo riterrei piuttosto di epoca
medievale. La incertezza della definizione cronologica ha privato il volume
di una fotografia di questo pezzo grandioso e di notevole interesse anche
per i riferimenti all’antica vita cittadina.

Le iscrizioni medievali di San Gemini hanno trovato in Augusto Cam-
pana un dottissimo ed esperto esegeta che ha saputo estrarre dai testi epi-
grafici tutto quanto era possibile, fornendo anche materiale importante per
i capitoli seguenti. Ho trovato interessante ad esempio la tarda iscrizione
posta sull’urna di San Gemini, da confrontarsi, non solo con quella di S.
Cristina di Bolsena, ma con le nuove iscrizioni di autentica ritrovate nelle
RECENSIONI 369

tombe dei santi otricolani e con quella più antica rinvenuta nel '600 nella
stessa Otricoli nel sarcofago di S. Medico, nella quale compare lo stesso
tipo di abbreviazioni. Purtroppo rimane la incertezza nella identificazione
di alcuni stemmi ma si sa bene quanto questa materia sia difficile in man-
canza di qualsiasi tipo di repertorio per l’araldica medievale e rinascimen-
tale. Per il n. 26 mi permetto di esprimere il suggerimento che il primo
stemma a sinistra dei quattro rappresentati non sia quello di ,Innocenzo
VIII ma di un membro della famiglia Cybo che rivestiva qualche carica
in Umbria; vedrei meglio lo stemma papale al centro accanto a quello
del card. Colonna.

Veramente magnifico il capitolo di Ugolino Nicolini sulla storia di
San Gemini; un esame anche superficiale dell'apparato critico dimostra
quanto approfondita sia stata la ricerca necessaria per tracciare questa ma-
gistrale e altamente suggestiva sintesi storica alla quale partecipa ogni
componenete della vita cittadina. Forse si sarebbe desiderato qualche pa-
rola in più sulle due famiglie feudatarie : gli Orsini del «ramo » di San Ge-
mini e i Santacroce.

Urbanistica e architettura sono il tema del capitolo di Marina Boc-
cioli, Gianni Natali Pugliatti e Miro Paiella. Capitolo ricco di materiale
grafico e accompagnato da acute osservazioni sullo sviluppo urbanistico
del centro storico, sulle visuali, sulle caratteristiche strutturali e le tipolo-
gie edilizie.

« L'arte e la vita di San Gemini » di Adriano Prandi é una vasta sin-
tesi alla quale concorre l'esame dei bei monumenti del piccolo centro: le
mura, le porte, le chiese, gli edifici civili, 'abbazia di S. Nicolò, edifici non
tutti di eccezionale interesse ma legati insieme da un contesto genuino e
di grande suggestione. Oltre che allo specifico campo artistico, Prandi esten-
de la sua analisi anche alla storia ricostruita attraverso le presenze monu-
mentali. La efficace documentazione fotografica del portale di S. Nicoló ci
fa rimpiangere la perdita di questa rara opera, avvenuta non nel Medioevo
ma nel 1936 ; acquistato da un antiquario col benestare delle autorità pre-
poste (ma come sarà stato possibile ?) é stato esportato e si conserva ora
nel Metropolitan Museum di New York.

Il capitolo sull'evoluzione economico-sociale di San Gemini nell'epo-
ca piü recente, di Giuseppe Mira, conclude il volume : i dati relativi alla
popolazione e all'economia (e l’indagine si sofferma in particolare sulle
acque minerali e la loro utilizzazione) sono valutati con rigore scientifico
fornendo interessanti ed utili elementi di documentazione sulla vitalità del
piccolo centro.

Volendo trarre qualche conclusione vorrei dire che ci sarebbe da au-
gurare ad ogni città di poter avere una monografia di questo genere. Il
risultato che se ne ricava é veramente eccellente sotto ogni punto di vista ;
anche il materiale illustrativo é degno del volume e va dato atto alla Casa 370 RECENSIONI

Bestetti di aver realizzato la stampa in maniera encomiabile. Forse avreb-
be giovato al volume un maggior coordinamento tra le varie parti, con il
quale si sarebbe potuta evitare qualche ripetizione ; deplorevole la man-
canza degli indici (tranne che per il capitolo del Campana) che sarebbero
stati indispensabili per poter meglio utilizzare una materia così ricca e
così sapientemente elaborata.

CARLO PIETRANGELI

« Liber inquisitionum » del Capitano del Popolo di Perugia (a. 1287) a cura
di OLGA MARINELLI MarcaccI, in « Annali della Facoltà di lettere e fi-
losofia », Complementi ai volumi v-xrr, 11, Università degli Studi di
Perugia, 1975, pp. xxx + 679 (con tre tavole in bianco e nero).

Il i Occorre subito dichiarare che questo volume non é facilmente rap-
| | | portabile a qualche esempio precedente di edizioni di fonti medievali, per
Wi quanto esse siano svariatissime e innumerevoli. Che io sappia, non esiste
B I una pubblicazione integrale di un registro di inchieste ex officio del capi-
| tano del popolo o del podestà di un Comune italiano.
TUI | | La scelta di Olga Marinelli Marcacci é caduta su un Liber inquisitio-
il | WM num del 1287, ora ms. lat. fol. 497 della Staatsbibliothek di Berlino, fa-
MEI cente parte una volta del materiale documentario prodotto dalla cancelle-
ria giudiziaria del capitano del popolo di Perugia, Giacomo Bossi da Mila-
no (di cui nulla nel Dizionario Biografico degli Italiani), materiale oggi con-
TE | servato nell'Archivio di Stato di Perugia e formato da 11 registri, somma-
MI riamente descritti dalla curatrice (p. rx).
M L'edizione accurata del Liber inquisitionum è preceduta dalla In-
M troduzione e dalla Descrizione del codice ; è seguita da due Indici: uno per
| | | le forme di latino medievale, l’altro per i nomi di persona e di luogo. Que-

| ste 103 pagine a due colonne da sole sarebbero sufficienti a giustificare la
piena validità e straordinaria utilità del lavoro. Ma non basta: in una
grande tavola (cm. 70 x 24) vengono riassunti in 6 colonne gli elementi
fondamentali di ognuna delle 89 inchieste pubblicate, in quest'ordine : 1)
numero dell’inchiesta ; 2) pagina del volume ; 3) reato ; 4) condanne; 5)
assoluzioni ; 6) note.

I reati sono raggruppati sotto le voci: contro l'incolumità (ingiurie,

estorsioni, violazione della proprietà fondiaria, percosse e ferimenti), fur-
ti (di vesti, legna, animali, denaro, utensileria, alimentari), omicidi, contro |
il buon costume (adulterio, violenza carnale, fatture), contro la fede pub-
blica (falso), contro l'amministrazione della giustizia (mancata consegna di
rei, favoreggiamento, evasione), contro l'amministrazione dello Stato (cor-
ruzione), contro lo Stato (sedizione). Se si volesse ampliare una panorami-

mg RECENSIONI 371

ca già così vasta sulla criminalità del Duecento a Perugia e nel suo contado,
non occorrerebbe altro che prendere in esame le altre voci della tavola si-
nottica, come le condanne, le assoluzioni e le note esplicative che le ac-
compagnano.

Per rendersi conto nel modo più concreto possibile come si procedeva
nelle inchieste e come era intessuto il dettato notarile, senza andare a con-
sultare una delle tante Practicae criminali, leggiamo la prima, inchiesta
contro due perugini accusati di avere assalito e ferito una guardia nottur-
na. Nel prologo il giudice dichiara che intende raggiungere la verità il più
presto possibile e con tutti i mezzi, i quali, solitamente, sono : testimoni,
fama, indizi, tortura e presunzione. Segue l’elenco di 9 testi a carico, dei
quali solo 6 verranno interrogati, quelli cioè il cui nome è preceduto dalla
nota iuravit. Il lunedì 28 aprile 1287 il giudice dei malefìci, andato in uf-
ficio, mette in moto la macchina dell'inchiesta, inviando la citatio, mediante
un messo, ai due accusati, che devono presentarsi entro due giorni. Il mes-
so riferisce di avere eseguito l'incarico con la-consegna personaliter fatta
della citazione ; questa é la relatio. Venerdi 2 maggio : seconda citazione
(peremptorie) dei due imputati, con l'obbligo di presentarsi il primo giorno
feriale (die non feriata, die iuridica), e altra relazione del messo che dichia-
ra di avere lasciato a casa (domi) degli interessati la citazione. Il 7 maggio
si presentano i due imputati e dichiarano la propria totale innocenza, ma
sono costretti dal giudice a promettere, con triplice fideiussione, di rima-
nere a disposizione della giustizia ; contemporaneamente il giudice li ob-
bliga ad assistere, a partire da quel giorno stesso, all'interrogatorio dei
testimoni e a preparare entro cinque giorni la loro difesa. Nel medesimo
giorno il giudice convoca, inviando un altro messo, tutti i testimoni, av-
vertendoli della multa di 10 lire qualora non si presentassero. Il 19 giugno
il giudice interroga di nuovo uno dei due accusati, il quale confessa di a-
vere assalito e ferito la guardia notturna ; alla confessione segue l'arresto
e la consegna al capo delle carceri ; ma il capitano del popolo ordina di
liberarlo, obbligandolo bensi a rimanere nel palazzo a disposizione. La in-
quisitio, dal punto di vista tecnico, sarebbe finita ; il risultato dell'interro-
gatorio dei testimoni è riportato altrove (nel liber testium). Ma il notaio ha
fatto un'aggiunta nel margine, dalla quale si viene a sapere come si é con-
clusa la causa : degli imputati uno è assolto, l'altro — quello confesso —
condannato. Perché ? I due fin dal 29 aprile avevano stipulato uno stru-
mento di pace e concordia con la parte lesa ; per uno di loro l’atto fu ac-
cettato dal giudice come mezzo sufficiente per ottenere l'assoluzione. L'al-
tro invece il 20 giugno produsse un instrumentum clericatus, un atto cioè
con cui dimostrava di essere stato fatto clericus dal vescovo di Città di
Castello il 18 marzo 1285. Non si sa quale effetto abbia avuto questo ap-
pello al privilegium fori.

Tutto ciò valga come esemplificazione del meccanismo dell’inchiesta
372 RECENSIONI

per il tipo di reati più comuni, quelli di percosse, lesioni personali e omicidi
(60 su 89 inchieste).

Il contenuto di questo volume ? I contenuti di queste inchieste ? Un
caso di banditismo feroce, interessante per i suoi risvolti sociali e politici
è quello di Gerardino di Pietro da Cremona ; esso deve essere riferito inte-
gralmente. Il bandito insieme con un altro ribaldo fu condannato all’im-
piccagione, mentre un terzo sfuggì alla cattura. Gerardino rese la sua con-
fessione al giudice il 15 ottobre 1287 dopo la tortura, « de quieto et plano
et sine aliqua formidine tormentorum » (p. 435). Accompagnatosi per la
strada con un tale di Castiglione del Lago che cavalcava una bestia da so-
ma (somaria) con un sacco di spelta, gli chiese quale fosse il valore della
bestia e della spelta. L’uomo rispose che l’asina valeva 25 lire e la spelta
(uno staio) 9 soldi. Strada facendo incontrano due ribaldi ai quali Gerar-
dino propone di impossessarsi della bestia e del carico. Accordatisi, rag-
giungono in fretta la vittima: « Férmati, è una rapina ». Il malcapitato
grida tre volte « Aiuto ! », ma uno dei banditi l’accoppa con colpi di man-
naia ; si nascondono poi in un bosco vicino per dividersi la refurtiva. In
seguito vengono scoperti dalla polizia. Il bandito cremonese continua a
raccontare le sue malefatte : « Nello scorso mese di settembre a Bettona
con due compagni, uno di Viterbo e l’altro di Perugia, di notte, abbiamo
saccheggiato una casa, asportando una cintura e una borsa di seta, un
anello d'argento, due tovaglie e altri oggetti: il tutto vendemmo a Todi
per 8 soldi. Con gli stessi compagni ho derubato una chiesa di Assisi, aspor-
tandone la supellettile e vendendola a Todi per 20 soldi. Ho rubato una
veste femminile in una casa di campagna nei dintorni di Perugia e l’ho
venduta a Città della Pieve per 6 soldi durante la permanenza che vi fece
papa Martino IV (sett.-ott. 1284). Parimente, in questi ultimi quattro an-
ni ho rubato nella campagna perugina galline e capponi per un valore di
3 lire. Da due anni in qua ho rubato un materasso e un lenzuolo in un pae-
se verso Agello e li ho rivenduti per 6 soldi a un oste delle parti del lago
Trasimeno. L’anno scorso a Pontepattoli ho rubato a un oste una grande
asta di ferro del valore di 12 soldi, impegnandola poi a Fabriano per 6
soldi. Tre anni fa a Todi con un compagno derubammo un mercante di
15 fiorini d’oro ; la mia parte fu di 5 fiorini. Circa sei mesi fa in Ancona
con una sassata in testa uccisi Orlandino da Ferrara mentre stava ad un
banco da giuoco. L’anno scorso a Marsciano sottrassi ad un tale che mi
ospitava una veste da donna e altre stoffe lavorate per un valore di 20
soldi. A Gubbio giuocai d’azzardo. Dieci anni fa, circa, a Orvieto uccisi
con una coltellata al fianco Pietro Malabarba da Cremona. Dal 1266, dal
tempo cioè in cui Buoso da Doara e i fautori ghibellini di Uberto Pelavi-
cini furono cacciati da Cremona io, già regolarmente sposato, ho contratto
falso matrimonio altre diciotto volte con altrettante donne, allo scopo di
estorcere da loro quanto possibile : in tutto posso avere messo insieme

Piena i, «sc itrere tifi it nl o iii n poni mid
RECENSIONI 373

200 lire ; ciò feci a Cagli, nel resto delle Marche e in molte altre parti del
mondo ».

Alla fine di questa incredibile vicenda, il notaio non ha potuto fare a
meno di disegnare nel margine del registro la forca, l’impiccato che vi pen-
de e il nome di Gerardino da Cremona.

Alle due inchieste riferite si potrebbe aggiungere quella riguardante
l’adulterio di Andrucciola da Corciano con un certo Vegnatolo ; la realisti-
ca descrizione del notaio e la presenza di un verbo (tifuebat, senz'altro
per futuebat, p. 529) usatissimo anche nell’italiano di oggi, potrebbero con-
siderarsi elementi sufficienti per giudicare interessante la pubblicazione di
questo libro di inchieste.

Come si vede, si è voluto abbondare nell’indicare gli «spunti » che si
possono trovare nel volume a proposito della domanda che la stessa cura-
trice accenna nella Introduzione e cioè « quale tipo di storia si possa costrui-
re con la documentazione » fornita dagli archivi giudiziari medievali. È
forse una questione oziosa, nel senso che oltre ‘alla tipologia della crimina-
lità, di cui feci cenno in una recensione non firmata (La Nazione, 15 sett.
1976, Cronaca di Perugia, p. 8), in questa documentazione c’è di tutto ;
dalla notizia sulla fonte del leone e del grifo a quella su un vasaio di De-
ruta, forse operante fin dal 1293. La storia globale ? Eccola.

UGoLINO NICOLINI

PIETRO BoRZomaTIi, Il movimento cattolico nell’ Italia centrale, Roma, La Go-
liardica Editrice, 1976, pp. 202, Collana di « Storia e Società », N. 1.

Col libro di Borzomati sul Movimento cattolico nell' Italia centrale si
apre una nuova collana di studi « Storia e Società », diretta dallo stesso
Borzomati, già ricca di tre interessanti volumi (N. 2: U. M. Miozzi, Sto-
rici italiani tra ’800 e '900. Appunti e Note; N. 3: S. Tramontin, Società,
religiosità e movimento cattolico in Italia meridionale).

Il volume di Borzomati, pur riunendo tre saggi apparsi in momenti
diversi, denota l’impegno culturale coerente e costante dell’A., in modo
particolare per l'Umbria. Il taglio metodologico, comune ai tre contributi
(omogenei anche per la tematica scelta), dà unità all’intera opera e costi-
tuisce una parte organica del lavoro storiografico del Borzomati ; e cioè
l’A. parte dalla convinzione che non si possa fare storia del « movimento
cattolico » limitandola ai soli aspetti politici e senza il riferimento costante
e documentario all'ambiente circostante. Da ciò consegue il privilegiare,
nella ricerca, la storia locale.

12 374 RECENSIONI

Tutto questo consente al Borzomati, sin dal saggio apparso per pri-
mo in ordine cronologico (La « Nova Juventus » in Italia e le origini del
movimento cattolico in Umbria, già in Spiritualità e azione del laicato cat-
tolico in Italia, vol. 1t, Padova 1969, pp. 705-794), di cogliere ex novo aspet-
ti interessanti e peculiari sulla genesi del movimento cattolico in una re-
gione ; senza contare che l’A. è stato così tra i primi a dare, assieme a L.
Bedeschi e P. L. Meloni, dei contributi validi sulla storia religiosa dell’Um-
bria nell’età contemporanea. L’A., inoltre, è stato tra i primi ad utilizzare
in modo sistematico e scientifico gli archivi diocesani.

La « Nova Juventus » nacque a Città di Castello nel 1905 ad opera
di Enrico Giovagnoli, un prete che contribuì a rinnovare l’impegno dei
cattolici in Umbria. L’associazione, che aveva per scopo precipuo la for-
mazione dei giovani, ebbe un proprio giornale ed inizialmente si avvalse
della collaborazione del gruppo autonomo della d.c. eugubina di Luigi Sti-
rati e di Bosone Rossi. Si diffuse, oltre che in Umbria, a Fermo, Messina,
Udine e in altri centri e, pur mirando essenzialmente alla formazione reli-
giosa e sociale, fu accusata di modernismo per le simpatie dimostrate ver-
so Fogazzaro, la d.c. e Murri (p. 89). Il Borzomati ne ricostruisce puntual-
mente le vicende ma, contemporaneamente, offre degli squarci sulla real-
tà umbra che successivi studi hanno confermato ; per esempio la margi-
nalità e l’isolamento geografico della regione, che influiscono direttamente
sulla storia religiosa. Originale ci sembra poi l’intuizione che le tradizioni
anticlericali postunitarie della regione non sono affatto estranee al ritardo
della nascita del movimento cattolico in Umbria (pp. 53-55). Ma, come di-
mostra il Borzomati nel secondo saggio (Per una storia dei partiti e dei mo-
vimenti politici in Umbria, già in Prospettive di storia umbra nell’età del
Risorgimento, Perugia 1973, pp. 271-298), queste tradizioni potevano ave-
re esito diverso ; il « mito » del XX Giugno, per esempio, abituale cavallo
di battaglia degli ambienti democratici, lo troviamo anche nei primi gesti
del fascismo : nell’ottobre del 1922 i fascisti occupano il palazzo della pre-
fettura «inneggiando ai fatti del venti giugno 1859 » (pp. 186-187).

Altri aspetti della storia civile dell'Umbria il B. coglie nella mala
pianta dell'opportunismo che allignava nelle consorterie sin da prima del-
l’Unità ; all’avvento del fascismo l'organo liberale di Perugia scriveva a
proposito di certi personaggi : « Opportunisti della politica che, pur di sod-
disfare la propria ambizione, non hanno scrupoli di essere oggi massoni e
domani clericali, ieri nittiani anti-italiani ed oggi fascisti ed italianissi-
mi » (p. 187). E perció, accanto all'opera generosa di uomini che contribui-
rono alla nascita dei moderni partiti e a realizzare nuove conquiste sociali
e politiche, permanevano motivi di ritardo.

L'Umbria, le Marche, il Lazio ed alcuni centri della Toscana per molti
aspetti possono essere considerate sottosviluppate, come le piü depresse zo-
ne del Sud, secondo il B. (p. 159). Da qui la necessità di scrivere la storia
RECENSIONI 375

senza preconcetti, senza condanne né trionfalismi, di ricostruire la vicenda
quotidiana delle comunità locali in tutti i suoi aspetti, quelli « nobili » e
quelli meno nobili.

Con quest’ottica, specialmente nel 3° saggio (Il movimento cattolico
nell' Italia centrale, pp. 9-49, relazione letta al « Colloquio » di studi sul mo-
vimento cattolico, Venezia, 23-25 settembre 1974), il B., passando in ras-
segna gli studi già compiuti per il Lazio, Marche, Toscana e Umbria, in-
dica prospettive nuove di ricerca, che abbiano un aggancio con la storia
della società anche nei suoi aspetti e problemi meno appariscenti (la pietà
locale, le devozioni, la formazione del clero ecc.): insomma una «storia
del movimento cattolico che non abbia soltanto finalità politiche, perché
la politica non fu tutto né di tutti i cattolici impegnati » (pp. 48-49).

ANGELO SINDONI
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INDICE DEL VOLUME

Memorie

MARIO RonceTTI, La chiesa e il monastero olivetano di S. Se-
condo nelliisola Polpese; ..... e

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Fonti

GiusEPPE BARLETTA, Le carte del monastero di S. Concordio di
Spoleto n ea ai

Note e documenti

Luciano Tosi, Reazione agraria e origini del nazionalismo a
Pertudjid ERESSE

Recensioni

San Gemini e Carsulae. Studi di: UMBERTO CIOTTI - AUGUSTO
CAMPANA - UcoLINO NicoLINI - MARINA BoccioLI - GIAN-
NI NATALI PUGLIATTI - Miro PAIELLA - ADRIANO PRANDI
- GiusePPE Mira. Presentazione di ALBERTO VIOLATI, Mi-
lano-Roma, Carlo Emilio Bestetti Editore, 1976. (Carlo
Pietrangel) ro ea
« Liber inquisitionum » del Capitano del Popolo di Perugia (a.
1287) a cura di OLGA MaARINELLI Marcacci, in « Annali
della Facoltà di lettere e filosofia », Complementi ai vo-
lumi v-xir, II, Università degli Studi di Perugia, 1975,
pp. Xxx 4-679 (con tre tavole in bianco e nero). (Ugolino
à Nicolinl)? 5: 50 43 ee e tania
Pietro Borzomati, Il movimento cattolico nell'Italia centrale,
Roma, La Goliardica Editrice, 1976, pp. 202, Collana di
«Storia e Società», N. 1. (Angelo Sindoni) ..........

Pag.

339

367

370

373

Registrazione presso il Tribunale di Perugia, Decreto n. 367 del 18-7-1968

(SD) Pror. Pier LonENzo MELONI - Direttore responsabile
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